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Workshop "L'integrazione socio-economica dei migranti" 11.05.18
FILE TYPE: Video
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Si regge questo qui sì.
Grazie.
Grazie signor Sindaco.
Pellegrini.
Si risponde.
In India e Alberto Nocerino.
Studi sono responsabile dell' area.
La.
Insomma Clara si.
Sì.
Università del benessere.
Giovanni Mastropasqua pensionato volontario di tante cose.
Palazzo Cusani da Consigliere comunale.
Equazione cruciale immigrati.
Devi chiudere quello perché questo forse no no parlo.
No ah ecco allora grazie a tutti come diceva Elisabetta io sono Simona Colucci lavoro per rena che è una un' associazione di circa 150 soci sia individuali che collettivi quindi organizzazioni associazioni.
La rena è un diciamo un network con un insieme di persone che sono diciamo i volontari a noi piace definirci un laboratorio di attivismo civico nel senso che tutte queste persone che lavorano negli ambiti più diversi dalla pubblica amministrazione agli enti del terzo settore ma anche nel nel privato a trovano dentro Elena un luogo in cui diciamo avviare delle progettazioni su a dei temi che noi riteniamo diciamo rilevanti e urgenti rispetto diciamo la la nostra società è al nostro tempo è per questo che nel 2 mila 15 più o meno abbiamo iniziato ad occuparci del tema dei migranti io dico sempre che non sono a diciamo un' esperta in questo campo nel senso che vengo dalla pianificazione urbana dell' urbanistica e poi attraverso Orena che diciamo è l' associazione in cui adesso lavoro ma in cui prima ero volontaria ho iniziato ad approcciarmi a questo tema nell' ultimo anno abbiamo elaborato su a questa ricerca che adesso vi racconto cercherò di farlo nel più breve tempo possibile perché.
Diciamo è una ricerca che mette insieme una serie di casi europei di esperienze che lavorano sull' integrazione socio economica dei migranti ma secondo me la cosa più interessante è che possiamo fare oggi è innanzitutto ascoltare diciamo le esperienze delle delle persone che abbiamo invitato ma anche e soprattutto poi provare a discutere insieme dei temi che che emergeranno e dalle dalle presentazioni ma anche se voi ne avete di diciamo di questioni da mettere sul piatto e provare a discutere tutti quanti insieme il fatto che siamo in pochi diciamo ci aiuta.
Quindi vi dicevo nell' ultimo anno abbiamo lavorato a questa ricerca che in realtà è diciamo la prima parte aspirava ad essere la prima parte di un progetto più ampio che aveva una prima fase di ricerca e poi una seconda di avviamento di diciamo avviamento di un progetto di incubazione di start-up migranti fondate da migranti o di servizi di supporto alla all' integrazione socio economica dico questo perché diciamo la prima parte del progetto è stata finanziata e si è conclusa a gennaio la seconda è in attesa di finanziamento.
Quello che mi sembra diciamo importante e forse qui visto che di esperienze parleremo dopo a capire il perché abbiamo scelto di concentrarci sul tema del lavoro.
Quello che abbiamo fatto diciamo un po' l' obiettivo era come vi dicevo approfondire il tema dell' integrazione socio economica ma a farlo più che dal punto di vista diciamo delle politiche che i Governi nazionali o quelli locali possono avere messo in campo è stato quello di andare a vedere l' esperienze diciamo che le realtà che in diversi Paesi europei provavano a lavorare su questo tema e che tipo di strategia di approcci e di di esperienze appunto avevano e soprattutto quali erano i nodi cruciali abbiamo provato abbiamo intervistato tutte le esperienze che abbiamo mappato e abbiamo cercato di capire insieme a loro per esempio da quale esigenza nascesse l' esperienza che avevano portato avanti che tipo di servizio avessero sviluppato e come questi servizi diciamo funzionavano.
Ci siamo concentrati principalmente non so se mi sentite bene ok ci siamo concentrati principalmente su le imprese fondate da migranti o comunque che coinvolgessero migranti i servizi di supporto all' accoglienza e all' integrazione e poi quelli specifici di sostegno all' integrazione lavorativa quando dico migranti.
Ci tengo diciamo a sottolinearlo perché la richiesta iniziale da parte di JP Morgan era quella di concentrarci sui rifugiati e soprattutto su quelli arrivati da meno di cinque anni noi abbiamo voluto tenere diciamo ampio lo spettro perché innanzitutto non rideva non ritenevamo che diciamo concentrarci su una specifica categoria potesse diciamo essere utile ma proprio come posizione diciamo passatemi il termine politica volevamo appunto tenere tenere lo spettro ampio quindi quello che abbiamo fatto è appunto stato concentrarci su queste più o meno categorie e cercare di capire appunto in che modo le organizzazioni che promuovevano queste esperienze approcciassero a questi temi e abbiamo per esempio visto che alcune di queste si concentravano su elementi specifici come può essere per esempio la formazione o altre lo vedremo dopo.
Avevamo un approccio più trasversale che potrebbe essere ad esempio quelli che si occupano di primissima accoglienza fino ai servizi di inserimento lavorativo.
Ne è venuta fuori come vi dicevo una ricerca che ha mappato più o meno un centinaio di casi trovate li trovate tutti in 12 Paesi europei e li trovate tutti sul sito si chiama sempre oggetto li potete trovare sia le schede con la con l' approfondimento per ogni caso che il Report completo della ricerca.
Dunque dicevo faccio un passo indietro rispetto perché abbiamo scelto il lavoro come come tema al centro della nostra ricerca questi sono dati che immagino non vediate della della Fondazione Leone Moressa del report annuale che la Fondazione Leone Moressa fa sulla diciamo sull' impatto del lavoro immigrato in Italia.
Senza commentare i dati quello che ne viene fuori è che viene fuori ogni anno dal report della Fondazione Moressa Leone Moressa ma come data di da tante altre organizzazioni che si occupano di questi temi e il fatto che il lavoro il lavoro immigrato ha un impatto positivo sulla sull' economia del nostro Paese quello che meno spesso viene diciamo sottolineato e che invece il lavoro è anche una leva per l' integrazione così come ha un impatto positivo sull' economia così ha un impatto diciamo positivo è un uno strumento chiave un passaggio chiave per diciamo promuovere un più ampio processo di integrazione questo perché ve lo immaginate anche rispetto diciamo alle vostre esperienze personali il lavoro non è stato non è solo una questione che ha a che fare con la sussistenza economica ma è anche un.
Un qualcosa che ci permette di avere delle occasioni per interagire con le persone che incontriamo per esempio sul nostro luogo di lavoro le persone che diciamo riescono ad essere inserite nel mondo lavorativo ad esempio riescono a prendere più facilmente la lingua perché non l' ha studiano come un elemento astratto ma l' ha prendono dovendola utilizzare per esempio mette in contatto le persone con la comunità del posto in cui si trovano a vivere o che nella migliore delle ipotesi in cui hanno scelto di vivere e chiaramente poi ha un impatto anche su sulla persona sulla a parte la l' autosufficienza economica anche sull' autostima e sulla diciamo sul rafforzamento delle competenze personali.
Quindi che cosa abbiamo imparato da queste esperienze e che cosa ci hanno raccontato se diciamo abbiamo detto che ha un impatto positivo sia sull' economia e il lavoro che ha diciamo sul processo di integrazione sa sapete che l' accesso l' accesso al mercato del lavoro in generale è complesso per i migranti risulta ancora più complesso in particolare per quelli di prima generazione questo ha a che fare ma immagino lo sappiate meglio di me sia con tutte le diciamo difficoltà di carattere diciamo burocratico con il riconosci con diciamo la difficoltà e la difficoltà nel riconoscimento per esempio dei titoli di studio con le scarse relazioni con con il paese ospitante e con la comunità del paese ospitante ma anche con la conoscenza del contesto in questo quadro i rifugiati hanno un mostrano dei tassi di occupazione ancora inferiori rispetto agli altri gruppi di migranti e questo secondo me è importante sottolinearlo diciamo averla in mente perché a che fare ad esempio con l' incertezza rispetto alla al proprio percorso di vita il diciamo la difficoltà burocratica non è solo una difficoltà di.
Appunto.
In sé e per sé burocratico appunto che a che fare con un foglio di carta ma anche a che fare con la possibilità di diciamo avviare una progettualità di lungo periodo per la propria vita.
In questi casi cioè in in questo quadro avviare un' impresa diventa molto spesso un modo per diciamo superare ostacoli e pregiudizi ma anche per garantirsi quella continuità lavorativa che è necessaria per esempio al ad avere e a mantenere il permesso di soggiorno questo lo dimostra sempre diciamo la Fondazione Leone Moressa nel nel rapporto di quest' anno.
Nonostante diciamo appunto i migranti abbiano una propensione maggiore a diciamo accettare i rischi connessi all' avviamento di un' impresa le imprese soprattutto nel mercato italiano straniere sono fortemente segregate questo vuol dire che gli immigrati tendono ad avviare un' impresa tra loro e non diciamo con con le persone diciamo della della comunità in cui si trovano a vivere.
Quindi vi dicevo offrire opportunità economiche non basta quello che è venuto fuori dalla ricerca rispetto diciamo a questi temi e che.
Prima appunto di offrire opportunità economiche quello su cui bisogna lavorare e la formazione la valorizzazione delle competenze anche pregresse la creazione di legami di comunità e l' accesso a servizi integrati.
La filiera di servizi integrati è uno degli elementi che è venuto fuori diciamo in maniera più importante ovviamente quando abbiamo avuto a che fare con ad esempio esperienze come Chuck che è il centro immigrazione asilo e cooperazione di Parma loro lavorano sul territorio da ma diciamo di esperienze come Chuck ce ne sono moltissime la nomino diciamo perché secondo me è una di quelle più rappresentative rispetto a questo approccio lavorano sul territorio dagli anni 90 e in questo arco di tempo hanno sviluppato dei servizi capillari in tutta la provincia di Parma che vanno dagli sportelli di orientamento fino alla terza accoglienza che è un progetto diciamo che loro hanno hanno sviluppato che si diciamo collocata a immediato e immediatamente dopo diciamo lo SPRAR per quelle persone che non hanno ancora consolidato una posizione economica e lavorativa stabile per cui per accompagnarle piano piano verso diciamo un' autonomia progressiva quello che a me piace moltissimo dell' esperienza di Chuck e il fatto che loro lavorano sul territorio facendo sistema e cioè coinvolgendo le Amministrazioni pubbliche con cui con cui si interfacciano gli enti del terzo settore le associazioni e la comunità locale perché.
Diciamo il loro approccio in questo senso è quello di provare a condividere a coinvolgere tutti i soggetti del del territorio per provare diciamo a garantire alle persone che su questo territorio si trovano a vivere una diciamo un percorso di integrazione progressiva la formazione e il lavoro questo diciamo dopo sarà e Margherita ci racconteranno dell' esperienza di ASL Nada io in questo diciamo in questa slide volevo invece fare riferimento a altri tipi di esperienze che lavorano a cavallo tra la formazione e l' inserimento lavorativo in questo senso per esempio in Italia non ci sono moltissime organizzazioni che si occupano di questo tema che non è la formazione di base ma il tentativo di riconoscere alle persone che arrivano delle competenze.
A riconoscere le competenze che hanno e quindi di provare a valorizzarle in un' ottica di inserimento lavorativo che è un passaggio non scontato e assumere a che.
Assumere ma dobbiamo partire dal presupposto che le persone non arrivano non nascono quando arrivano sulle diciamo nel nel nostro Paese ma che hanno delle competenze è un' esperienza pregressa che va valorizzata rispetto diciamo alle possibilità che che si troveranno poi ad intraprendere nel mercato del lavoro.
Quella dei partenariati e un' altra diciamo strategia che viene diciamo spesso utilizzata e cioè quella di provare come fa ad esempio lessi impresa sociale che ha una una un' impresa sociale che gestisce lo SPRAR che a Napoli.
Ma di provare a mettere in contatto I gli ospiti del centro SPRAR con le aziende questo attraverso per esempio dei laboratori di avviamento all' impresa o di inserimento lavorativo in cui si cerca di valorizzare le competenze appunto delle persone che sono ospiti dello SPRAR in un' ottica di appunto inserimento lavorativo da questa esperienza ad esempio è nata è nato questo catering multietnico che si chiama Tobin lì che ha messo insieme alcune persone che erano ospiti nello SPRAR una persona italiana che lavoravano nello SPRAR e che adesso lavora nella nell' impresa che hanno fondato nel catering che li aiuta dal punto di vista della gestione amministrativa e diciamo organizzativa e altre diciamo persone che erano sul territorio questo è stato importante perché.
Diciamo hanno individuato questa è una diciamo un elemento a sé stante hanno individuato sul territorio a Napoli fa una una fetta di mercato che non era ancora stata coperta non c' erano dei catering non c' erano dei catering che si occupassero di di cucina multietnica e quindi nel primo anno hanno diciamo ha avviato questo servizio di catering oggi sono hanno aperto un uno spazio in centro a Napoli in cui appunto vendono i loro prodotti.
Poi ci sono le imprese Donatella equi per raccontarci l' esperienza di cuochi a colori e come ce ne sono diciamo altre ne abbiamo incontrate altre in Europa che diciamo provano a valorizzare la cultura e le competenze anche informali dei migranti e oltre che diciamo offrirgli un percorso di formazione professionale e a volte appunto di di inserimento lavorativo queste esperienze così come quella di Tobia e ve lo racconterà anche Donatella sono spesso promosse da operatori.
Del settore o persone che decidono di intraprendere un percorso imprenditoriale e che poi assumono diciamo o provano a ad impiegare altre persone questo lo dicevamo prima con Donatella è importante sottolinearlo perché invece molto spesso quando si tratta di catering multietnici viene raccontata viene raccontato il fatto che quest'.
Diciamo queste persone hanno avviato un' impresa in maniera spontanea non si tende a valorizzare il fatto che anche nella presenza di una persona italiana c'è un elemento di valore perché e non è soltanto diciamo un è da un lato un un momento già diciamo di creazione di una piccola comunità se vogliamo dall' altro ci sono delle evidentemente delle difficoltà burocratiche e amministrative nell' avvio di un' impresa che non possiamo chiedere a delle persone arrivate da poco nel nostro Paese di essere in grado di gestire forse non lo siamo neanche noi ma.
L' intermediazione questo diciamo nel nostro Paese è un po' più complicato ma in Europa funziona abbastanza bene.
Ovvero sono quelle diciamo organizzazioni esperienze che si occupano di creare delle occasioni come vi dicevo prima di.
Incontro tra le imprese e i rifugiati richiedenti asilo o i migranti che sono in cerca di lavoro questa cosa si fa in maniera molto diverse per esempio Refi Refugees compagnie.
Ah offre diciamo alle persone che che vogliono accedere a questo tipo di servizi un minimo di formazione professionale e poi soprattutto organizza dei momenti in cui queste persone possono raccontare la propria esperienza proprio dei momenti fisici di incontro degli aperitivi a cui partecipano le aziende a cui partecipano i rifugiati e migranti e si possono appunto creare in queste situazioni sia dei delle occasioni di lavoro ma anche è un momento per ampliare la propria rete e per costruire quei legami di cui parlavamo prima poi ci sono altri che fanno questo diciamo provano a e ad innescare questo stesso tipo di processo ma lo fanno con delle piattaforme on line una sorta di LinkedIn in cui invece i rifugiati questo funziona soprattutto per i rifugiati con una formazione medio-alta chiaramente che mettono appunto su queste piattaforme i propri curriculum i propri profili e le aziende che sono in cerca di profili simili provano appunto ad accedere a queste piattaforme ed entrare in contatto con queste persone supporto alle imprese c'è CNA Word che è un' associazione che ha sede a Roma che nasce all' interno appunto della della Confederazione nazionale dell' artigianato e della piccola impresa questa è un' esperienza diciamo interessante perché nasce qualche anno fa e il CNA word dovrebbe essere in ogni sede di CNA ma in realtà come associazione costituita esiste solo a Roma e loro offrono un servizio di consulenza individuale gratuita a tutte le persone che vogliono avviare un' impresa e li seguono sia dalla diciamo dalla valutazione dell' idea che voglio aprire uno street food e mi immagino di farlo così alla costruzione del business plan e al disbrigo di tutte le pratiche burocratiche addirittura CNA word da poco ha aperto un consorzio di garanzia che si pone come diciamo soggetto intermediario nella richiesta della.
Del credito scusate non mi veniva il termine il consorzio di garanzia funziona in modo che tutte le persone che fanno parte diciamo di CNA e che acquis mettono una piccola quota in modo che sia costituito questo diciamo fondo che appunto fa da garanzia per le persone successive che chiederanno il credito e la persona che ho intervistato mi diceva questa diciamo la presenza di questo consorzio di garanzia aumentato addirittura diciamo del 50 per cento la possibilità per queste persone di avere appunto un credito e avviare un' impresa altri soggetti come per micro invece fanno si occupano di servizi diciamo di di microcredito non soltanto dedicati diciamo ai migranti ma in realtà aperti a chiunque ne abbia bisogno.
Forse questa parte a noi non interessa moltissimo oggi però se questo è il quadro di esperienze che noi abbiamo incontrato nei diversi Paesi europei.
In cui appunto siamo andati a cercarle quello che ci è chiaro soprattutto in Italia è che c'è un un quadro.
Nazionale di politiche assolutamente scarso in cui queste esperienze si muovono ma in maniera molecolare cioè esperienze singole che sul territorio in cui stanno riescono diciamo a promuovere dei servizi di qualità ma poi il fatto che non ci sia una cornice diciamo nazionale.
Che supporti e che indirizzi questo tipo di esperienze porta una fortissima disparità territoriale per cui per esempio laddove esiste un soggetto come Chuck a Parma ci sono alcuni tipi di servizi e di diritti anche che vengono garantiti in altre parti d' Italia questa cosa appunto non avviene.
Io mi fermerei qui.
Passerei la parola a Sara di Dias Nada perché ci racconti la sua la loro esperienza chiaramente se avete delle domande delle questioni da porre fatelo quando volete perché siamo talmente poche che possiamo.
Totalmente pubblica un numero.
Sembra.
Questa capacità di accogliere le esperienze.
E quindi.
Tutto qui.
Il lavoro in settori.
Che non gli competono e che sono.
Si possono imparare riconoscono le potenzialità.
Esperienza di destra.
È sparito rispetto a questa cosa.
Penso che.
Diremo no adesso si occupa di dello SPRAR.
Io citavo nella parte di Biagi.
E nei prossimi mesi.
Che sicuramente è possibile.
Bosone che sfocia nel senso che noi non le abbiamo incontrate nel senso che la ricerca che abbiamo fatto noi.
Esercitando se parlo così.
Sì no dicevo che la nostra ricerca non è una ricerca scientifica quindi non ha puntato ad essere omnicomprensivo ad essere esaustiva rispetto a tutte le esperienze che ci sono in Italia abbiamo raccontato quelle che abbiamo incontrato per cui io non ci metterei la mano sul fuoco rispetto al fatto che non esistono in assoluto a soggetti che hanno questo tipo di attenzione rispetto all' inserimento lavorativo e io parlo perché di formazione in generale ma diciamo di formazione orientata all' inserimento lavorativo e noi non ne abbiamo incontrati.
Quindi se ci sono sicuramente quelli che abbiamo incontrato a livello europeo hanno un approccio diciamo di questo tipo.
Salve mi scuso io oggi ho un attacco di cervicale e tutti sono mi sembra di stare in barca quindi se vi sembrano strane perché voi siete strani per me che vi muovete un poco.
Allora.
E faccio parte di questa piccola veramente piccola associazione di donne che si chiama snoda c'è anche un un giovane ragazzo ma non è diciamo attivo per il resto siamo donne e lavoriamo dal 2 mila 10 a Mila no attraverso delle scuole di lingua e attività territoriali centrate sempre sulla lingua cioè la cosa che ci ha incuriosito che ci incuriosisce che ci fa fare ricerca che ci piace capire e non solo il ruolo della lingua nei processi di integrazione parlo di processo perché.
È ormai dopo tanti anni di lavoro ci siamo dette con grande sincerità che l' integrazione è un obiettivo transgenerazionale cioè ci vuole una no 2 a volte non basta tre generazioni perché possa davvero dirsi avvenuta e a volte non basta neanche quello.
Quindi la domanda semmai è che cosa si fa nel frattempo per dare alle persone la possibilità appunto di di stare qua di vivere assieme in attesa di questa di questo noi che andrà costruito nel corso del tempo e l' altra cosa che ci interessa molto capire è proprio la metodologia dell' insegnamento della lingua come può sostenere questo processo nel suo farsi.
Simona ha già detto delle delle cose che.
Che mi sono chiari che ritroverete poi nel nel power point che abbiamo preparato per oggi il il titolo che abbiamo dato e l' esperienza della lingua risvegliare il desiderio di parola perché questo è un po' il compito che ci sembra dobbiamo avere soprattutto negli ultimi anni ed è un risveglio di parola che noi abbiamo portato e portiamo a scuola anche con questa bellissima poesia di Umberto Saba che dice.
Fra le due pietre le tue nebbie faccio villeggiatura mi riposo in piazza del Duomo invece di stelle ogni sera si accendono parole.
Quindi accendere le parole e un po' il nostro compito e non è un compito facile soprattutto negli ultimi anni perché molte delle persone straniere che noi incontriamo non vogliono stare qua non hanno nessun desiderio di imparare la nostra lingua avevano un altro pro progetto di vita volevano andare altrove e forse hanno capito non hanno più la fiducia.
Che avevano un tempo cioè quando noi abbiamo iniziato si poteva dire impara la lingua che serve a trovare lavoro oggi sappiamo che non è così è una grande balla quindi manca un po' una motivazione al all' apprendimento.
Quindi incontriamo persone che fanno sempre più fatica ad apprendere e questo dobbiamo dirlo e incontriamo persone che fanno sempre più fatica a staccarsi dalla lingua madre a lasciarla andare.
Allora da qualche anno abbiamo iniziato a interrogarci anche su che cos' è questa lingua madre e ovviamente questo è un tema su cui si trovano migliaia di volumi la risposta che ci siamo date noi attraverso il nostro lavoro è che la lingua madre è un po' quella lingua che certo dà nome all' esperienza del quotidiano ma soprattutto da nome agli affetti più profondi alla nostra infanzia ed è lo strumento che continuamente usiamo sempre vivo per dare nome al mondo.
Che cosa succede che non so chi ci sono persone di una certa età io per esempio due figli che sono stati all' estero e sappiamo benissimo che l' esperienza di apprendere una nuova lingua può essere un' esperienza arricchente i nostri figli vanno e tornano dopo un anno son felici parlano finalmente questo inglese senza il quale sembra che la vita la vita crolli perché non succede così tante volte con le persone straniere allora quello che noi che noi pensiamo che al di là delle variabili personali che sono tantissime e vanno tenute in conto che ci sono persone che non sono mai andate andate a scuola per cui accedere a questo universo simbolico è un processo molto complesso entrano le esperienze dell' infanzia.
Insomma tutto il percorso di vita ma al di là delle variabili per personali quello che noi abbiamo capito è che la nuova lingua deve essere vissuta come una lingua comoda noi l' abbiamo immaginata attraverso delle parole di uno studente come una lingua dove ti puoi sdraiare come il divano di casa tua ma che in qualche modo non non ti obblighi ad abbandonare la tua lingua materna cioè che non si metta in opposizione alla lingua in cui tu sei cresciuto cioè le persone hanno bisogno di sentire che da qualche parte quella lingua li ha modo di vivere e se l' unico spazio dove quella lingua può vivere e con le persone che vengono dalla tua terra è ovvio che poi le persone vanno lì perché è quel pezzo di patria quel pezzo di di di casa che si ricerca in un contesto altrimenti sentito ostile quindi noi possiamo fare molto per valorizzare queste lingue di partenza cercando anche di renderci conto che al di là dell' inglese ormai lì l' Italia è un Paese realmente poliglotta dove vengono parlati tantissimi non so forse due 250 I idiomi se andiamo a prendere anche tutte le lingue che si parlano in Africa.
Allora.
Vediamo un po' perché ogni tanto mi perdo okay in questo proprio processo di apprendimento oltre a tenere viva la lingua madre un' altra cosa che abbiamo capito essere importante è tenere viva la funzione del desiderio o la speranza qualcuno la chiama così prima Simona di diceva del ruolo del lavoro.
Allora un uomo di 25 anni che non può lavorare.
Che magari non voleva neanche venire qui ma aveva come obiettivo raggiungere.
La Francia o l' Inghilterra o un altro Paese dove ha dei parenti che vive di assistenza.
In un cast dove magari non può cucinare ma può solo mangiare quello che gli portano preconfezionato altrove in piatti di plastica e eccetera nel giro di poco tempo si deprime questo noi l' abbiamo visto accade sempre da questo punto di vista il sistema di accoglienza rischia di essere iatrogeno cioè di non produrre integrazione ma il suo opposto perché perché.
Un uomo che non può essere attivo.
Perde il piano piano la voglia di fare la voglia di vivere e quindi anche la voglia di imparare una lingua quindi dobbiamo a scuola una delle piccole cose che possiamo fare mentre attraverso i sistemi integrati si cerchi di fare altro tenere viva questa funzione del desiderio come fare io intanto ho bisogno di bere.
Provare a rendere la scuola un luogo di energia vitale e di esperienze vere.
Usare molto l' intelligenza delle mani e cercare di usare una lingua che sia una lingua di ricerca che posso usare per il qui ed ora adesso vi spiego un po' che cosa intendiamo.
Allora nella nostra esperienza moltissima importanza ha il corpo oggi tutti fanno teatro con i migranti non se ne può più tutti vogliono migranti per fare spettacoli per fare qua non si tratta di questo si tratta di strutturare la scuola secondo nelle more delle metodologie consolidate di pedagogia attiva affinché anche il corpo abbia uno spazio e un tempo dentro la scuola quindi sì si gioca si canta si fa teatro ma perché questo permette un apprendimento diciamo inconsapevole informale e sostiene per esempio la memorizzazione l' apprendimento di parole attraverso quella che è proprio la memoria del Corpo che ha una funzione importante quindi il corpo ha una sua dignità viene usato viene ascoltato.
Eh.
Può essere usato non solo per raccontare esperienze di esperienze drammatiche di viaggio come sempre vengono chieste agli aiuti ai ai rifugiati ma come in questo caso per esempio che vedete qui storie del proprio del proprio Paese narrazioni eccetera.
La scuola però è anche il luogo da cui da cui si esce molto importante voi che avete la fortuna di stare in un piccolo paese avrete molte più possibilità di noi di fare quel questo lavoro fra dentro e fuori perché la grande città è effettivamente complessa per questo.
Ma è la scuola da cui da cui da cui si esce per entrare in rapporto con la città e quindi con una lingua viva qui omesso un' immagine di fenicotteri che in un parco di Mila no perché rispetto all' obiettivo dell' accendere il desiderio di parola noi abbiamo visto che i libri di testo uguali per tutti non vanno bene perché i libri di testo sono stati scritti da qualcuno che magari è bravissimo ma non sa chi c'è in quel momento a scuola non sa le esperienze che ha fatto non sa che cosa lo può appassionare che cosa lo può accendere per esempio un ragazzo un ragazzo di 17 anni si è acceso nel momento in cui ha incontrato i fenicotteri quindi qualcosa che evidentemente appartiene alla sua vita ha fatto questo primo colle collegamento Paola fenicottero a volte basta un piccolissimo passaggio e poi scatta quel desiderio di capire qualcosa in più di andare avanti.
L' altro aspetto è quello dell' intelligenza delle mani intelligenza delle mani è un' espressione di Maria Montessori che è stata un po' la prima che ha capito questo stretto con le collegamento che c'è fra l' apprendimento fra la costruzione del pensiero e lui e l' utilizzo delle mani nel bambino piccolo noi non lavoriamo con bambini piccoli lavoriamo con adolescenti o con adulti ma le mani per noi sono un preziosissimo alleato le usiamo moltissimo perché sono quelle che ci permettono non solo di lavorare assieme di fare delle cose vere assieme e quindi di costruire dei contesti in cui attraverso il fare passano tutta una serie di emozioni di parole di condivisione che sono importanti per la costruzione del gruppo.
Ma le mani sono quelle che usiamo per dare parola quello che ancora parola non ha.
Per esempio qui vedete uno studente vietnamita che sta costruendo un quello che abbiamo poi scoperto essere un tempio di Hanoi la costruito con le sue mani sono tutte noi siamo una scuola poverissima e non fatevi l' idea quindi questi sono tutti oggetti di recupero raccolti carta che ci viene data sassi trovati.
E Tienanmen ha scritto ha fatto questo ma manufatto ed è stato grazie a questo manufatto che siamo riusciti a scoprire un pezzo della sua storia lui ha scritto ve lo leggo perché è bellissimo.
Anzi non l' ha scritto l' ha detto l' abbiamo faticosamente insieme ri ricostruito cercando di rispettare il più possibile la sua sintassi il suo modo di mettere le parole lui ha detto il tempio di Hanoi in Vietnam sul mare tutti vanno a pregare a da noi donne e uomini insieme tutti pregano qui dentro il 15 e il 30 di ogni mese anche seduti qui fuori sui sassi Rosa poi la notte si dorme sotto dentro si accendono gli incensi e il fumo esce va al cielo io vado sempre da quando avevo un anno con mamma e nonna.
Questo invece è un lavoro in creta fatto da uno studente devo dire.
A me carissimo fu seni che veniva dalla Costa d' Avorio adesso non vedo da un po' e queste sono le sue parole.
Lavoravo con le mucche le Pasqualato in montagna tutto solo tanto silenzio solo gli uccellini era dieci anni fa.
Mamma lavora come contadina in fila pomodori carote e cipolle cetriolo in un cartone e poi le mette sulla testa senza mani.
Arrotola una stoffa intorno alla testa e va al mercato mette le verdure sul tavolo e le vende io l' aiutavo.
Sono venuto qui un anno fa per la guerra.
Il mio recinto non c'è più non c'è il tavolo del mercato la mamma è morta a mio fratello è morto adesso sono solo il recinto era un posto bello.
Allora l' intelligenza delle mani è quella che ci aiuta a.
A fare sì che dentro la scuola entrino le parole che insieme si riescano a costruire le parole che interessano le persone in quel momento lì sono gli oggetti e tramite gli oggetti tramite i manufatti che riusciamo a capire e a costruire quel lessico su cui poi facciamo anche scuola molto strutturata dal punto di vista grammaticale.
Ci si potrebbe chiedere ma perché bisogna usare il manufatto al di là della ovvia considerazione che se io non so parlare però so dire tantissime cose no con con con le mani.
Allora uno però dei motivi per cui noi noi passiamo diciamo da dai ma manufatti o da altre modalità che adesso non abbiamo tempo di dire è che non ci piace fare domande dirette non ci piace dire Raccontami la tua infanzia non ci piace dire ma i tuoi genitori sono vivi dove sei nato che cosa ti è successo hai sofferto durante la guerra.
Cerchiamo di dare dei tempi abbastanza ampi per esempio un posto importante del mio passato oppure l' amore oppure dove cade la mia Foglia delle cose molto ampie che consentano a ognuno di raccontare esattamente quello che vuole raccontare ciò che racconta qualcosa di molto intimo e personale c'è anche chi si limita.
A dire.
Il posto bello è la casa di mia mamma punto basta allora questo secondo noi rispetta è una modalità più rispettosa del fare domande dirette ed è per questo che la usiamo questo mi sa che vado avanti vero perché abbiamo giusto.
Per quanto ancora mi turba.
Okay.
Vi faccio un altro esempio quando facciamo un laboratorio manuale cerchiamo sempre prima di portare una suggestione poetica a volte ci vuole tanto per capirla tanto però serve e questa è una bellissima poesia di Trilussa che dice.
Le legislature.
Quindi mi riposo un po' ma dove è andato il povero e foglie gialle come tanti farfalle.
Venite da lontano o da vicino da un bosco.
E non sentire la malinconia del vento stesso mi porta via.
Da questa poesia è nato un laboratorio di cui qui vedete un' immagine che era appunto dove cade la mia Foglia e c'è sempre questa parte ma manuale che cerchiamo di fare in modo che dia dei risultati estetici soddisfacenti che non venga fuori una cosa brutta che uno poi non ha voglia di guardare a cui si affianca sempre una narrazione orale se la persona non sa ancora scrivere o una narrazione scritta ed è questa poi la lingua come vi ho detto su cui facciamo.
Drammatica.
Ultimo aspetto è quello della ricerca cioè di una lingua che mi serva ad esso e questa è una una cosa che abbiamo capito molto recentemente da quando abbiamo aperto una scuola per minori perché a differenza degli adulti con i ragazzi e i laboratori manuali che mirano soprattutto a a ripescare ricordi del passato non non funzionano anzi sono vissuti come pericolosi forse e quindi non vengono accettati e allora abbiamo provato un' altra strada e la strada è quella di.
Suggerire o individuare insieme ai ragazzi dei temi di ricerca veri e di costruire lingua insieme a loro per cercare di rispondere per cercare di trovare informazioni su queste su questi obiettivi di ricerca in questo percorso la parte centrale sono le domande quindi molta della lingua viene strutturata per imparare a fare delle buone domande cioè delle domande che non hanno come risposta sì o no.
Ma che implichino un dover cercare un doversi confrontare.
Ecco qui vedete uno di questi ragazzi che durante una di queste di ricerca abbiamo attivato una vera e propria inchiesta cittadina sull' amore che era un tema ovviamente molto sentito e che ha portato questi ragazzi in giro per la città proprio costringendoli a usare la lingua ora quindi non una lingua che userò domani quando andrò a scuola domani quando lavorerò no ma una lingua che devo capire perché mi serve fra cinque minuti perché sennò non sarò in grado di né di fare domande né di capire quello che mi diranno va beh qui vedete un po' di immagini della scuola dove come sono state poi riportate dentro la scuola queste.
Che abbiamo incontrato insomma tutto il lavoro che viene fatto sulla lingua poi al all' interno diciamo così.
Vediamo come finiamo.
Ecco accanto a tutto questo lavoro poi la scuola si struttura con una serie di materiali che vengono proprio costruire costruiti da noi per consolidare di diciamo il lessico e la struttura grammaticale e qui vedete un semplicissimo memori parola e immagine che può essere fatto di anno in anno con le parole che sono importanti per quel gruppo vedete qui un materiale di derivazione montessoriano che è un' altra vita Ario che consente la composizione delle parole quindi il passaggio dalle lettere.
Alle sillabe e poi alle parole intere e qui per esempio il lavoro grammaticale che può essere fatto su un testo costruito assieme questi sono materiali che vengono sempre da Montessori che una un po' delle nostre sorgenti e qui vedete per esempio il rosso sono i simboli del verbo i neri sono i simboli del nome eccetera li usiamo perché consentono un apprendimento esperienziale anche della grammatica si va per tentativi ed errori ci si muove sul foglio eccetera.
Vediamo come ho finito.
Ma forse queste sono delle ultime immagini.
Che volevano mirare un po' a a darvi l' idea di come si possa fare scuola con tutto qui era scuola con un con un orto in cui è stata coltivata della lavanda e da cui poi sono stati tratti i semi abbiamo fatto gli oli essenziali abbiamo dovuto dovuto scrivere tutti i vari passaggi di quello che abbiamo fatto.
Ecco qui vedete la preparazione degli oli di lavanda quindi la lingua che serve per fare questa cosa insieme per pensare a quello che abbiamo fatto.
Ecco direi che posso finire con la frase mi ero scritta qualcuno ha detto se faccio capisco nella nostra esperienza la lingua non si apprende ma si costruisce e per costruire bisogna fare la testa no non basta insomma spero di essere stata chiara non troppo gratis.
Se avete delle domande.
Sì sì sì ah allora io passerei.
E la parola scusate sono un po' pesante le sedie passerei la parola ad Andrea me che ci racconta come PD e come diceva prima Elisabetta veramente un un mediatore culturale ma viene anche da un' esperienza molto interessante di accoglienza in un in un paese vicino vicino Torino che si chiama Caporetto e di cui credo che ci ci racconterà.
Buongiorno a tutti e grazie Simona dell' invito e grazie a tutti di essere qui soprattutto.
Di avere la disponibilità di condividere queste esperienze e assieme a noi perché anche per me tipo la precedente il precedente intervento e che ho tirato tanti spunti tante cose le facevo nella mia esperienza senza capire che erano è già una pedagogia sviluppata qui partendo dall' esperienza delle pedagogia africane e me le ritrovo in pedagogia occidentale.
Eh grazie io farei partire il mio intervento con un piccolo video di tre minuti e poi vi racconto l' esperienza la piccola esperienza che ho avuto a Torino.
Grazie.
Misto.
Di.
Fino a dicembre di ogni venerdì.
Sì.
Magari chiudiamo la.
Il mio intervento con quello.
Allora quello che avete visto e in realtà è un progetto che è partito due anni fa a Torino e io lavoro con coi richiedenti asilo dal 2 mila 11 da quando fu l' emergenza Nordafrica e precisamente diciamo da maggio a giugno 2 mila 11.
E dopo tutti questi anni di lavoro e soprattutto il fallimento e di quel progetto di energia e di emergenza Nordafrica perché non so se qualcuno di voi si ricorda a marzo del 2 mila 13 e c' era il Governo italiano e il Ministero degli Interni che aveva deciso che il progetto finiva e tutti quelli che erano in accoglienza li hanno mandati fuori dandogli 500 euro e dicendovi inserite vi da soli nella società italiana e tipo a Torino ancora oggi stiamo vivendo le conseguenze di quell' accoglienza fallita perché è l' ex villaggio olimpico di Torino è occupato dal 2 mila 13 da queste da questi richiedenti asilo oggi tutti che hanno un permesso di soggiorno regolare e maschi vivono in queste palazzine occupate a Torino.
E due anni fa e personalmente avevo deciso di non lavorare più in quella forma classica di accoglienza e ho deciso di di togliermi dalla cooperativa per cui lavoravo e ho cominciato a ragionare su e diciamo di capitalizzando e le esperienze pregresse in questo campo qua e cioè quella che vedevo in tutto questo percorso in tutti quegli anni di lavoro e di per il ko in quanto mediatore culturale e che i cittadini e che arrivi stranieri che arrivavano e che venivano accolti in questo Paese e tanti di loro e diciamo riuscivano comunque a intraprendere un percorso come diceva Simona che in questo Paese manca ancora il la parola sistema la parola politica e diciamo nel vero senso del termine dove i progetti vengono anche governati sia dai gestori sia dei beneficiari e le sirene dei beneficiari e venivano queste persone trovavano magari avevano la fortuna di trovare un lavoro di trovare una casa ma vivevano più di dieci anni in questo territorio senza sapere nulla del territorio senza poter interagire con i cittadini del territorio senza poter agire con i quei servizi del del territorio.
E io li chiamavo questi questi cittadini e cittadini invisibili in una città dove prendo una persona come che alla colore che ha il colore della mia pelle e vive in una città dove magari è l' unico diciamo in mezzo a una cinquantina di italiani e diventa invisibile e lavori alla casa ai figli che nascono e crescono qui ma tu non hai acquisito nessuno strumento che ti permette di interagire con il territorio perciò se un cittadino con documento regolare ma ti manca quell' altra parte di cittadinanza per sentirti far parte di una società e allora da lì ho cominciato a ragionare su un progetto che poteva avere anche una dimensione culturale e chi poteva permettere a queste persone appena arrivati di cominciare già capire che arrivano in un territorio e tipo a casa mia nella mia cultura e non esiste e il il.
Il cittadino e di di passaggio esiste e l' ospite anche se tu fai solo due minuti in un luogo in quel momento quel luogo è casa tua e non so quanti africani conoscete in questa in questa città nelle nostre lingue non esiste la parola straniero esiste la parola ospite perciò nel momento in cui questa persona arriva in una in un contesto nuovo esistente una cosa strana che ho qui lui non ha mai vissuto e non ha mai avuto modo di confrontarsi confrontarsi questa persona è la prima persona che ha paura di confrontarsi con l' altro e perché spesso la dialettica che si che si usa qua il modo in cui si narra la la la migrazione è che è il cittadino che accoglie che ha paura e perché è quella che viene veicolato e invece la paura è reciproca perché se io non so da da educazione io non so come approcciare il cittadino che mi ha accolto e tipo da noi si usa molto il il il contatto fisico il baciarsi le abbracciarci arrivi in un contesto dove non sai neanche se con quella persona poi stringere la mano si poi baciare o abbracciare la persona tu sei la prima persona a prendere le distanze prima che l' altra ti dica tu non avvicinarsi perciò con un' amica ci siamo messi lì abbiamo detto e come facciamo a costruire un progetto in diciamo in miniatura che poi dopo potrebbe essere con un progetto da replicare sul territorio nostro e c'è stato questo bando della Prefettura al quale abbiamo partecipato.
Non l' abbiamo vinto e cosa succede c' era questa emergenza nel 2 mila 14 2 mila 15 e dove al Centro Fenoglio e che Lab di de del Piemonte dove avevano davvero erano in emergenza dove mettere le persone e il suo territorio e di di Settimo non riusciva ad accogliere tutti quelli che arrivavano dalle coste siciliane perciò la Prefettura ci chiama voi avevate presentato questo progetto vi diamo e vi affidiamo un piccolo gruppo che vi permette di sperimentare questo progetto poi vediamo a dicembre ci sarà il nuovo bando potete partecipare al bando e fu così e arriviamo a Caporetto e racconta un po' nel nel video e Caporetto è un piccolo borgo di Torino e nelle colline di di Torino e mi hanno detto nell' Ottocento che era un comune autonomo e adesso è un quartiere di di di Torino ma completamente staccato da dalla Città di Torino e la chiamano il Torino perbene e questo ci ha permesso noi arriviamo in questo posto che eravamo 12 ecco sì i primi il primo gruppo erano eritrei.
E il giorno dopo perché è i casi funzionano così e anche se io non condivido e questa modalità di di di affidare e soprattutto di aprire i cassetti non so in Lombardia ma in Piemonte la Prefettura decide e si è in emergenza dove portarli a volte senza neanche informare i cittadini o le Amministrazioni locali che si sta aprendo un caos e poi dopo le amministrazioni locali si ritrovano a gestire tutta la fase diciamo mediazione con la cittadinanza ma cosa succede e questi cittadini erano tutti eritrei ex colonia dell' Italia e io no il paradosso era quello e arriviamo al giorno dopo e c' era uno striscione di quattro metri tutti a casa loro perché noi non sapevamo che era un consigliere regionale.
Delle della Lega di fronte alla struttura e noi ci ritroviamo questa questo striscione ero addetto ai ai colleghi e adesso dobbiamo capire come rispondere perché io non mi aspettavo di una cosa seria perché Torino comunque ha un' esperienza e da anni di di inclusione sociale e l' integrazione ci sono tantissimi progetti sia a livello comunale e che regionale perciò io non mi aspettavo che mi aspettavo e diciamo le difficoltà e di ritrovarmi con 30 cittadini e di origini straniere Comba grandi diverse e ko di provenienze diverse mi aspettavo quella tipo di difficoltà ma non con la cittadinanza di Torino perché vivono a Torino da da otto anni perciò la conosco benissimo e Torino mi ha dato tantissimo in quanto strumenti che mi hanno permesso e di di interagire con la cittadinanza e col territorio vedo questa osservazione che lei amici e adesso cosa possiamo fare cosa dobbiamo fare e il giorno dopo esce sulla stampa di Torino delle interviste il borgo si divide in due e che erano quelli che erano per la altri no e si comincia a raccogliere le firme perciò era una cosa seria e avevamo una scuola materna di fronte a noi e io ho chiesto ai ragazzi non c'è altro questi sono esseri umani sono persone non abbiamo nulla da nascondere il concetto del progetto era quello di costruire una struttura un cast in forma di laboratorio una struttura dinamica dove dovevano succedere delle cose dove tante cose al di là dei servizi del territorio tipo il corso di italiano e orientamento per per il lavoro per i corsi professionali quelli sono servizi che esistono già l' idea nostra era quello proprio di rendere la struttura una struttura laboratorio dove succedevano le cose.
Detto iniziamo con questa imprevista e apriamo le porte e abbiamo preparato una locandina il giorno dopo e quei pochi cittadini che erano venuti per curiosità per chiedere mai un' occupazione e legale il fatto che siano qui no dà quelle risposte abbiamo fatto deciso di aprire quella serata di fare una una cena abbiamo fatto un po' di locandine che abbiamo lasciato in giro ho detto quando ho arrivano quei centri sociali CasaPound fanno fanno i casini poi chiudiamo domani o da quella parte di cittadinanza che è curiosa non è che è era solo favorevole per solidarietà ma era proprio curiosa di capire cosa cosa era questa que que questa nuova realtà di Caporetto.
Eravamo lì aspettiamo e diciamo la cosa positiva il primo gruppo che è arrivato era una coppia con due con due bambini con una torta.
Ora tocca ai ragazzi qui anche se qualcuno vuole fare casini appena vede i bambini non può perciò no c'è una e io quello che avevo fatto ero venuto anche quei miei due bambini quei miei due figli per cui ho 2 figli una di sette anni l' altro quattro anni perciò siamo venuti insieme c' erano lì con me abbia un cucinato siamo ritrovati arrivavano piano piano poi qualcuno passava solo per curiosità per vedere se qualcuno arrivava poi seguiva il gruppo che entrava e da quella serata e diciamo ho avuto anche il modo di verificare e ciò che dicevo prima e il gruppo degli ospiti che erano dentro la struttura quando a 9 visto così tanti italiani entrare nella struttura si sono spaventati e durante la cena loro erano in un gruppo in un angolino si sono messi in un angolino perché non sapevano come interagire con chi era avvenuto i ragazzini i bambini loro andavano verso di loro perché loro non hanno filtri e andavano a chiederli a parlare a trovare un modo di dialogare con loro ma sono rimasti lì quasi fino fino alla fine della serata da quella serata e.
Una cosa che che diceva sarà è che che confermo con diciamo l' esperienza di Caporetto e che quando e i corpi e comunicano si incontrano si innesca un processo creativo che noi non possiamo immaginare.
E da quella serata DAP dalla proposta io sono una un artista FAQ e lavoro con la creta faccio e gioielli con la ceramica e una fumettista quella Stefania Vincenzi che abita lì vicino a quelle che ha fatto.
E che ha disegnato il cartone e la Pimpa per i bambini lei si è proposta di fare un laboratorio e come l' hanno fatto quei ragazzi di questa esperienza qualcuno in pensione gli dice guarda che io sono in pensione ma posso aiutare quei laboratori di italiano e da lì è partito e da quella cena a progetti concreti e eravamo in centinaia di persone una decina di persone sono rimasti fino a marzo dell' anno scorso per costruire continuerà a costruire questi progetti uno di quelli la creta e.
Disegno l' anno scorso e perché era un pre percorso di sei mesi che avevano chiamato carta d' identità che queste ospiti raccontavano il loro percorso la loro storia tramite il disegno senza scrivere senza parole e siamo andati in mostra al Salone del Libro di Torino l' anno scorso dove i ragazzi hanno passato quasi cinque giorni spiegando questi sei mesi di esperienza di laboratorio che hanno fatto all' interno della nostra struttura e questo ci ha permesso di accelerare anche i tempi cioè e se la persona la permanenza e oggi soprattutto nei cassa sono.
Due anni e mezzo barra 3 e che in questi due anni barra 3 spesso e se uno si si ferma o si sofferma solo ai classici servizi che offre il territorio.
Fai solo quello poi c'è talmente tanto Libero che queste persone non sanno cosa fare e quando le persone non sanno cosa fare quando si annoiano e si innescano altri percorsi per occuparsi perciò noi ci siamo detti queste persone non dobbiamo lasciarle tempo libero ci odieranno ma non dobbiamo lasciarle il tempo libero lavoriamo perché conoscano e riescano a conoscere e a interagire col territorio.
Eh quella scuola davanti a noi perché ogni 14 febbraio è la festa della lingua madre.
Noi abbiamo colto questa questa occasione c' era un ragazzo eritreo ospite della struttura che sapeva costruire uno strumento tradizionale eritreo e abbiamo chiesto alla scuola e si erano interessati a interagire con noi e lui è andato a fare un laboratorio quei bambini e una scuola materna ha fatto un mese di laboratorio costruendo questo strumento quei bambini e Ka fans facendoli cantare in tigrino.
E il gioco il gioco il 14 avevamo fatto questo spettacolo all' Oratorio del borgo dove tutti i genitori anche quelli che erano contro il la qual è l' accoglienza dei migranti perché doveva il suo figlio e lo segui perciò sono venuti tutti e a quello spettacolo e vedevano che quel ragazzo che non tanto e non volevano.
Faceva cantare e si faceva suonare i loro bambini davanti a loro e senza dover e dare diciamo delle delle reazioni negative da parte dei genitori perciò da lì è partito proprio completamente l' apertura e dicevo alla chiusura del video troppo solidarietà e alla fine dovevamo gestire la solidarietà alla disponibilità delle persone ci siamo ritrovati a gestirla perché poi alla fine per noi era anche un lavoro professionale perciò non potevamo anche lasciare tanto spazio e anche per il per il nostro lavoro perciò il volontario doveva capire fin dove poteva arrivare e gli altri perché sono anche questioni molto sensibili ci sono delle normative delle leggi che tutelano queste persone che il volontario non può sapere perciò l' altro problema ci siamo ritrovati a gestire la su la troppa solidarietà della comunità di Caporetto e cos' altro volevo raccontare questa che questo ci ha permesso che queste persone in meno di un anno parlavano già italiano e in quel meno di un anno sul territorio interagivano con il territorio e senza di noi perché arrivavano dei cittadini alcuni mi dicevano ieri ho ricevuto Moussa a pranzo a casa mia a domenica perché io domenica non lavoro ho ricevuto Moussa a casa mia a pranzo e museo un ragazzo senegalese eh ah no ieri volevo scrivere Felix ad una ad una maratona a Torino che farò con il mio marito perché questo è l' associazione che si è creato perché a un certo punto e noi abbiamo portato avanti un progetto che ha permesso ai cittadini di vedere la persona che è arrivata non solo come un pericolo ma come un cittadino che aprendo le porte o dando lo spazio questa persona ha forse ti porta solo qualcosa qualcosina in più e io è l' esperienza che ho avuto a livello personale perciò simili le porte mi erano state chiuse a Torino non avrei mai avuto la possibilità di di di di esercitare questo ruolo di mediatore culturale oggi che faccio con tutto il cuore perché non è.
E non era il mio mestiere di partenza io sono laureato in economia che è una cosa che non ha niente da vedere con la mediazione culturale ma mi sono ritrovato con le esigenze che c' erano allora a dare la mia disponibilità per proseguire questo questo percorso e chiudo con con.
Con questa questa riflessione che condividevo quando ho conosciuto Simona due settimane fa io credo molto.
Al tema degli incontri e perché e.
Quando ci sono gli incontri e noi non possiamo capire e non possiamo sapere tutto quello che può nascere da un incontro tipo oggi io mi ritrovo in una in una città che non avevo mai sentito parlare.
Sono qui perché ho con incontrate lei 2 7 3 settimane fa a Torino nel in questa presentazione non è che ci conoscevamo prima e appena mi ha detto che questa presentazione riesce a venire io non l' ho neanche pensato due volte l' ho detto subito di sì ma si non c' era questa possibilità e di incontro e di lasciare un minimo di spazio e di possibilità all' altro e rimaniamo tutti chiusi e alla fine io non riesco a imparare tanto da te e tu da tante quelle cose che io ho portato nella mia valigia e che è ancora lì chiuso non mi permette di aprirla e di condividerla con.
Con voi e io penso che il progetti e politici e Simone a parlava di urbanistica e parlava di e io direi anche di più il ragionamento di del nuovo abitare nel momento in cui queste persone vivono perché non è non è più una un non dobbiamo più coniugare il futuro verranno ma sono già qui sono persone che vivono nel nostro territorio nelle nostre politiche e dobbiamo pensare che queste persone fanno parte integrante di questo di di di di questa società e me lo diceva uno scrittore senegalese chi vive a Milano a Cuma e lunedì all' estero sollecitazione che è venuta con me a gennaio in in Guinea mi diceva che perché in uno dei suoi libri il primo libro perché il primo straniero e a scrivere in italiano e nel 90.
Uno è una delle uno dei paragrafi e ultimi paragrafi del suo libro lui dice è scritto i bambini nascono e crescono no e che noi venditori di elefanti che questo libro.
Il secondo libro noi italiani neri che è il seguito de quel paragrafo che lui ha scritto perché è lui mi diceva da quella loro generazione adesso lui ha sessant' anni da quella loro generazione quando partivano dall' Africa perché allora partivano i padri e poi si facevano raggiungere quei quei figli oggi sono i giovani stessi che partono lasciano i genitori e lì mi diceva che partivano con l' obiettivo di guadagnare 10 mila euro e di tornare per investire a casa cioè l' obiettivo era quello e poi arrivano ritrovano e delle difficoltà quei 10 mila euro magari non li guadagni per vent' anni e tu rimani nel frattempo ti sposi nel frattempo ai figli i tuoi figli nascono in quel territorio crescono lì prendono la cultura di quel di quel posto e non possiamo non considerare e la presenza di queste persone nelle politiche che facciamo perché comunque fanno parte e nel momento in cui si ritrovano esclusi in queste politiche e ci ritroviamo in quello che ci porterà dopo a ragionare in termini di sicurezza su queste persone con cui abbiamo vissuto venti trent' anni con cui abbiamo ignorato venti-trenta anni e non abbiamo avuto davvero la presenza.
E diciamo politica di di di inserirli all' interno del nostro modo di abitare io chiudo qua eh grazie mille eh sì ci sono delle domande sul progetto o su altro e sono a disposizione grazie mille.
Domande ma anche riflessioni pensieri vedevo diciamo che qualche cosa stava avvenendo laggiù quindi se avete voglia altrimenti lascio la parola all' ultimo intervento che di Donatella di pochi a colori che invece ci racconta un' esperienza di d' impresa.
Sì.
Ah.
Vengo dalla Guinea dalla Repubblica di Guinea.
Ospiti.
Durante la puoi venire di qua hai bisogno della presentazione.
Ecco un po' intanto congiunzione tra questo intervento e.
E Claudio sa di cosa.
Va bene di cosa parlo e molto interessante io lo dico anche da uno sguardo poi acqua da amministratrice che è un quali politiche si trova a dover governare dal mio punto di vista quando anche ha pensato e abbiamo pensato a quest' incontro che molto il tema appunto del rapporto tra il dentro e fuori tra il cittadino straniero e la comunità perché penso sempre che questi processi poi di fatto possono essere molto positivi non solo per lo straniero che arriva ma anche per la comunità che raccoglie e quindi nell' idea di come sarà il nostro SPRAR di come devono essere le nostre politiche d' integrazione ecco che cerco sempre di capire come effettivamente possono dare questo doppio risultato perché di fatto poi penso che questa sia la vera integrazione cioè non dirmi che hai paura è appunto un titolo che è dubbio sia per chi arriva sia per invece accoglie né in questa accoglienza deve trovare una ricchezza noi abbiamo avuto un' esperienza secondo me molto bella e l' anno scorso tra tra le tante che abbiamo fatto l' anno scorso c'è stato questo evento il mondo in piazza si chiamava e per questo poi si collega un po' anche all' intervento del prepara Donatella.
E che è stata una cena in una in una delle piazze del Paese nata appunto ne parlava con Marco per abbia parlato con la scuola di italiano per stranieri gestita dalle ACLI voleva essere appunto un momento in cui le persone in particolare le donne ma quest' anno saranno anche degli uomini che seguono la scuola di italiano.
Propone proponevano dei i loro piatti e una loro cena in piazza in realtà poi diventata diventato un menu a cinque portate quattro provenienti da vari Paesi una italiana perché non si capisce per dare vertere solo solo di dei ragazzi che seguono nascono è fatto male la serata è stata molto bella ma è stato molto bello il percorso secondo me che stava a monte di questa serata nei mesi precedenti abbiamo fatto incontrare i ristoratori di Rivoli Tani che poi fanno tutta una serie di altre manifestazioni in piazza rivolta con questi nuovi cuochi nuove nuovi cuochi ci siamo trovati due o tre volte nei ristoranti nei ristoranti rivoltagli per imparare l' uno a cucinare e le persone ovviamente della scuola e mi viene in mente Sylvie piuttosto che unirmi avevamo bisogno di imparare a cucinare per duecento persone.
I dall' altra parte gli chef rivolta e tutto sommato hanno imparato a fare il cuscus per esempio e da lì poi sono nate altre collaborazioni perché poi un ristorante ha chiesto a su chi viene a rifare il cous cous nel suo ristorante in un altro momento quindi da una cena in piazza in cui comunque c' era una presentazione sono nate poi una serie di relazioni che non sono finite lì ma sono andate avanti ha portato uno scambio tra tra persone molto diverse che magari prima mai e poi mai si sarebbero messe a a collaborare quindi ecco è una piccola esperienza però ma però non si dice che però.
Va bene.
Che che vuol dire come noi quando ci mette inseriamo un tavolo e pensiamo alle politiche di integrazione rivoltami interpretiamo le interpretiamo in questa maniera qui quindi ecco cioè su interventi sicuramente molto arricchenti per noi.
Sì.
Io.
L' accesso alla pubblica.
Come cifra.
È ricompreso.
Ebbene la nostra inadeguatezza essere criminalità accesso.
Perché siamo un po'.
Per prima cosa.
Quando un un' amica che viene come sta succedendo anche in questo caso io dico perché lega l' accesso ad alcune informazioni all' accesso di terminare l' accesso ai benefici ma quando dobbiamo comunicarci dobbiamo.
Che scambiarci scambiarci le informazioni per garantire questo senso io personalmente mi sento estremamente inadeguato e quindi.
Curiosità dimostrare che questo sarà un punto di domanda da risolvere che come superare anche la nostra.
Io presumo che anche noi chiediamo il capo della coprogettazione.
Dicendo.
Per garantire agli operatori in servizio.
Processo a persone che sono.
Che vivono all' interno della comunità o con quelli che sono i servizi.
Posso solo dare uno spunto che perché non non sono riuscito a elencare i progetti ma parlando di biblioteche e quelle che abbiamo fatto a Caporetto perché Caporetto come dicevo è un piccolo borgo di di Torino perciò le biblioteche la rete delle biblioteche civiche torinesi e si trovano in città.
E quello che abbiamo fatto con le biblioteche con la rete delle biblioteche civiche torinesi era quello di aprire al centro di incontri e di Caporetto un punto prestito e qual punto prestito cosa avevamo fatto all' inizio l' idea era quello di farlo all' interno della nostra struttura ma poi c'è siccome era anche una un po' una coprogettazione con le biblioteche civiche e ci siamo posti il doma la domanda no sì lo facciamo all' interno della struttura quando non ci saremo più questo progetto va a morire perciò abbiamo deciso di rafforzare le attività del del centro incontri e di Caporetto e abbiamo aperto questo punto lettura due giorni a settimana in cui hanno preso due persone e due richiedenti asilo del nostro della nostra del nostro centro che hanno fa fatto un percorso di formazione con e quindi con la rete delle biblioteche civiche.
Questo è con un' altra persona delle biblioteche civiche che gestivano quel momento di prezzi di prestito e durante perché di solito è per quello che parlavo di risorse queste persone quando arrivano parlano almeno due tre lingue e a queste sono le lingue internazionali un francese o l' arabo o l' inglese e nelle loro lingue parlano minimo minimo quattro lingue perché li giocando coi bambini per strada che tipo me sì mi chiedete perché come ho fatto per imparare le nostre lingue non saprò dirvi perché io sono cresciuta con quelle con almeno quattro o cinque lingue perciò se si riesce a ente ha in a inserire non solo gli operatori e o i l' amministrazione delle biblioteche ma anche loro che siano soggetti e come si parlava della cucina ma qualcuno magari interessa e piace la lettura piace libri interessarlo e facendo un percorso di formazione possono essere molto utili in quel momento e noi l' abbiamo sperimentato a Caporetto ed ha funzionato.
Grazie.
Io volevo.
Ieri.
Punto di partenza è stato.
Anche se quello era un tema ma il tema principale era dato da una riflessione nata all' interno dell' Associazione Arcobaleno che è una associazione di volontariato che opera sul territorio di Mila no da da più di 35 anni che tra l' altro è stata la prima scuola di italiano per stranieri.
Di Mila no e lì dentro ci siamo posti alcuni temi che lei ha tirato fuori e che ancora non sono stati risolti perché era un interrogativo che nasceva nel 2 mila 12 2 mila 13 e noi abbiamo un centro di accoglienza di di sostegno al lavoro avevamo uno schedario di più di mille schede e vedevamo che le competenze con cui arrivavano questi stranieri in Italia non corrispondevano affatto alle competenze che loro esprimevano sul territorio con una soglia che azzerava come dire e rimpiangeva tutte le loro competenze su un livello molto basso quindi l' Italia alla fine si perdeva una serie di.
Di contributi no e la percezione del valore de dell' altro si abbassava no perché quello che esprimevano la soglia era.
E quindi l' idea da cui è partita qualche cuoche colori non con un progetto forse è ancora più complesso per il quale non è così facile trovare le gambe.
Era quella di dire valorizziamo queste queste competenze ma per portare.
Gli italiani a capire che appunto l' ospite non lo voglio chiamare più straniero l' ospite come dire è una risorsa no quindi aggiunge.
Il tema del cibo era un tema è venuto fuori non esperienza personale quindi non è il motto tra l' altro volevo ricordare questa cosa che mi è venuta fuori mentre parlavate tra l' altro mille spunti davvero grazie a tutti i relatori perché ritrovavo tantissime delle cose che ho vissuto in questi anni e il motto con cui è nato nell' 82 e l' Associazione Arcobaleno è amare la patria altrui come propria quindi il tema è tutto il lavoro di questi anni dell' associazione è stata quella di.
Cercare di mettersi nei panni dell' altro e quindi di comprendere anche.
Le patrie dell' altro in Arcobaleno girano nazionalità di tutti i continenti e quindi una serie di attività che noi abbiamo fatto sono nate per capire queste patrie no che che potevano e vi spiego perché questo è un presupposto importante anche per il lavoro che abbiamo fatto come cuochi colori quindi il cibo sostanzialmente si poneva subito come una sorta di mediazione naturale la storia di Cavoretto nasce a cena.
È come dire le ricette e le storie no si intrecciano proprio sul cibo il tema della tavola è un e mi piacerebbe una volta poter parlare solo di questo perché il tema della tavola è un ulteriore tema che perché poi c'è c'è la tavola perché gli italiani sono abituati alla tavola poi il cibo si declina in mille altri modi né negli altri Paesi del mondo comunque sta di fatto che come dire una soglia un elemento che provoca grande integrazione come lo diceva lei prima.
Rischia di creare una mancanza di integrazione laddove per esempio noi stiamo lavorando con i ragazzi degli SPRAR come associazione non come qualche cosa ma anche come cuoca colori.
E il ragazzo che arriva come dire nel nel centro di accoglienza ed è obbligato tra virgolette a mangiare il cibo italiano poi non è sempre di altissima qualità lo vive come un' estranea azione come un ulteriore barriera no rispetto alla sua integrazione quindi questa iniziativa in cui i ragazzi scusi cucinano i loro cibi aiutano moltissimo no alla.
Quindi.
Le nostre quote che si parlava di Expo noi l' idea nata nel 2 mila 13 abbiamo fatto un anno di di di prove e dentro l' associazione nel 2 mila 14 abbiamo costituito una società Nationals associazione di volontariato una società profit e questa qua è una S.r.l. e questa cosa poi semmai avremo modo di approfondire nel nel dibattito è stata una scelta voluta molto precisa in una zona diciamo di carenza normativa in realtà noi stavamo aspettando la riforma del terzo settore che non è arrivata se non poco tempo fa e non abbiamo nemmeno ancora i decreti attuativi abbiamo deciso di buttarci nel libero mercato ma questo come dire questo salto nel vuoto che pochi fanno devo dire aveva come obiettivo quello di dire se davvero l' integrazione passa attraverso la percezione del valore allora questo valore non lo vogliamo svendere vogliamo arrivare nella vita del dei milanesi in particolare perché poi vi spiego come nasce il servizio di qualche colori attraverso una un sistema libero aperto non dentro io la chiamo sempre un po' provocatoriamente le enclave del terzo settore ma sul ma in mare aperto.
È stata una sfida veramente da pazzi però devo dire che e che cosa è il fatto estremamente positivo e che ci ha obbligato immediatamente e da subito a confrontarci con un livello di qualità che non poteva che essere alto come obiettivo ovviamente poi noi piano piano ci siamo arrivati perché tra l' altro lei diceva che si sentiva inadeguato io sono architetto sempre fatto l' architetto ci siamo buttati in un' avventura con delle ambizioni devo dire di livello superiore con un' inadeguatezza abbastanza però detto questo qualche capacità qualche esperienza manageriale di gestione d' impresa che grazie a Dio ce l' avevamo.
Cioè siamo pazzi ma no non completamente e quindi in questa avventura hanno cominciato a partecipare queste quote sono state definite appunto dal Corriere della Sera le ambasciatrici del cibo proprio perché loro come persone e il cibo come oggetto diventavano una sorta di filtro e di elemento attraverso cui avveniva questo smog si culturale e con Esposito arrivate tra le finaliste dei progetti per le imprese di Women for Expo perché sostanzialmente eravamo tutte tutte donne e i servizi di di qualche a colori nascono con sostanzialmente e la cucina a domicilio è lì che come dire il il tentativo di integrazione e aveva il suo la sua massima espressione perché sostanze e perché è nata poi da un' esperienza di quel tipo lì c'è una persona che ha avvicinato a casa mia con dei miei amici newyorchesi è stato una babele di di culture e lì e lì abbiamo capito che era una cosa che poteva funzionare.
Questo lavorare a casa di a domicilio dei dei dei mila a casa dei milanesi non era soltanto cucinare e mettere il piatto a tavola che noi ne abbiamo fa abbiamo cercato di farlo nascere come una storia di cibo e racconto cioè le nostre cuoche mentre cucinano raccontano no si crea questa situazione familiare non c'è un format non è che noi che abbiamo.
È come dire il testo per ogni cuoca per ogni cioè la cosa deve avvenire in maniera estremamente è naturale però raccontano quel cibo come è nato come come aveva come un valore nella loro cultura nella loro famiglia nelle loro tradizioni anche personali e così le storie dentro un ambiente familiare si avvicinano fatto questo e poi da lì è nato tutto il resto è nato da lì nel senso che poi son venuti fuori e le richieste di catering tesori venuti fuori una serie di servizi che adesso vi farò vedere.
Cosa ha comportato questo le nostre cuoche non erano tutte professioniste soltanto alcuni avevano delle qualifiche professionali quindi abbiamo dovuto fare diciamo a nostre spese perché nessuno ci finanziava perché eravamo una brutta impresa profit e quindi non avevamo fondi se non i nostri.
Di riqualificare queste donne riqualificarle in generale sul proprio sulla parte normativa sull' igiene eccetera ma anche su come noi volevamo dare servizi questi che vedete sono tutti i servizi che noi facciamo perché dopo ci soffermiamo un attimo sui laboratori e sui progetti didattici che secondo me rappresentano un po' un elemento interessante qui mancano due due progetti che abbiamo attivato nel frattempo e una è.
La cucina etnica italiana e cioè abbiamo messo a confronto le cucine regionali del mondo con le cucine regionali italiane e adesso stiamo creando degli eventi in cui c'è un filo che unisce e le culture i cibi di no e faccio un esempio abbiamo fatto ultimamente una cena tra Messico e Sicilia con il Polo al cioccolato che si fa sia il Messico che in Sicilia e tu e abbiamo ricostruito la storia della della migrazione del cibo in questo caso cioè delle navi che portavano appunto il cacao no e quindi come.
Questo per dire che l' integrazione di cui noi parliamo è un' integrazione che avviene a livelli diversi.
Io parlo di un' integrazione tridimensionale nel nostro nella nostra esperienza e le le ascisse e ordinate la terza dimensione sono sono questi c'è un' integrazione tra ospiti e italiani quindi tra stranieri e italiani c'è un' integrazione tra culture diverse io allora forse non so se qualcuno di voi l' ha fatta veramente queste esperienze a far lavorare cuoche del Sudamerica dell' Oriente e del Nordafrica del Sudafrica tutte insieme per uno stesso evento e e per eventi con centinaia di persone.
È una bella sfida perché vi racconto solo le parole della nostra indonesiana che una volta raccontando la sua esperienza bellissima tra l' altro perché era un' esperienza di grande riscatto diceva o ma io quando ho visto la prima volta le cuoche.
Sudamericane io mi sono presa paura perché queste parlavano a voce alta cioè io avevo paura che loro mi aggredissero perché ovviamente le orientali hanno tutto un altro sistema quindi questo lavorare insieme ne vedete poi sempre in gruppo tutte colorate diverse ha creato come dire una priorità cioè il fare squadra perché questa era la frase tipica no di queste situazioni in cui un momento di crisi in cucina no dobbiamo fare squadra cioè il lavorare insieme doveva essere più importante del mio modo di cucinare del mio modo di vedere del mio modo di parlarti di lavorare.
Quindi è capitato che per esempio in una delle prime esperienze che abbiamo fatto perché abbiamo fatto quest' anno di prova per vedere se funzionava.
Che è una cena iniziasse con tre continenti diversi tre cuoche di tre continenti diversi che si guardavano un po' piuttosto male non si rivolgevano la parola invitate approvare l' una il cibo dell' altra in una cena in cui c' erano anche italiani alla fine della cena io le ho viste quando si salutavano che si abbracciavano come se si conoscessero da da anni no quindi per dire che è un' esperienza questa è una dimensione dell' integrazione quindi l' altra italiano o straniero è una terza dimensione interessante che stiamo sperimentando quella tra generazioni diverse noi abbiamo un gruppo di giovani italiane neo laureate che sta supportando tutto il lavoro di queste di queste cuoche che hanno un' età più diciamo più matura e quindi come dire c'è tutto un lavorio tra le nostre giovani italiani che cercano di organizzare le cuoche che hanno il loro modo di ecco questa triplice integrazione fra si che come dire la diversità sia percepita come una normalità che non c'è non c'è niente di uguale simile in tutto quello che facciamo no per cui i famosi colori di qualche colori sono questi cioè la possibilità di mettere insieme le diversità quindi questi sono i nostri servizi.
Il servizio della cucina a domicilio è quello con cui siamo nati e con cui son venute fuori anche le esperienze più più belle più interessanti il catering ormai forse il servizio più richiesto perché come dire è quello più e i nostri catering devo dire sono sempre molto colorati proprio perché comunque su un tavolo si può fare il giro del mondo perché sostanzialmente andiamo noi da un continente all' altro e cerchiamo anche di fare in modo sia nel modo in cui comunichiamo ai nostri menu che anche nel modo in cui li presentiamo che emerga sempre la specificità di quel cibo quindi la composizione e la provenienza eccetera.
Facciamo dei corsi in questo caso era un corso per bar per no per questo era un corso addirittura per disabili.
Ma anche corsi per persone per adulti insomma animazioni team building per diciamo ecco la parte più più a me perlomeno poi dopo ognuno c' ha le sue preferenze è quella dei dei progetti didattici nelle scuole noi facciamo progetti didattici dalla scuola materna alla scuola superiore e quindi con dei livelli di come dire pedagogici di apprendimento e di diversi.
In cui sostanzialmente abbiamo scoperto che il cibo è una sorta di piattaforma multidisciplinare perché attraverso le nostre cuoche diventano maestri insegnanti e quindi ces immediatamente la percezione di questo valore aggiunto no ma loro non portano solo il cibo da fare insieme.
Loro parlano di storia di geografia di lingue di Scienze e le facciamo accompagnare da un nutrizionista da un' educatrice da un' educatrice dalla nostra pedagogista quindi il cibo diventa una sorta di elemento multidisciplinare anche io vedo che anche i docenti sono sono molto abbiamo scritto e illustrato una favola dedicata attraverso la quale si parla di questo cibo che viene da tutto il mondo della della migrazione della ed è un modo i bambini poi cucinano a scuola quindi mettono le mani in pasta non è anche i ragazzi ho visto farlo quindi non è soltanto una chiacchierata le cuoche si portano non so le immagini e le musiche spesso li fanno ballare quindi è il cibo è uno strumento attraverso il quale è una porta no attraverso la il quale.
Si entra in un mondo diverso.
Queste sono le nostre confezioni per Natale solo un dettaglio si chiamano dolci per la pace sono nati proprio diciamo nel momento dei maggiori attentati sono dolci arabi.
E mi ricordo che si chiamano dolci per la pace e proprio per questo motivo avevamo messo fogliettino di accompagnamento con una frase sulla pace una dal Vangelo e una dal Corano e mi ricordo che una multinazionale che che aveva fatto un un ordine questo per dirvi che non è non è tutto facile un ordine di centinaia di pezzi la sede francese perché era appena successo il Bataclan e la sede francese fece cancellare l' ordine ecco questo per dirvi che le scelte che poi si fanno sono scelte che bisogna come dire portare in fondo abbiamo fatto un bell' investimento per la creazione di un laboratorio per avere le attrezzature per poter poi cucinare e l' investimento che abbiamo fatto lo abbiamo fatto grazie a un crac funding e quindi diciamo la la cosa interessante è che abbiamo sì finanziato con i nostri fondi ma in realtà ha partecipato tutta una community che poi si è creata che poi era lo zoccolo diciamo della dei nostri clienti alla fine no e quindi ognuno di loro ha ricevuto un oggetto che apparteneva alle nostre produzioni o che ci ricordava in qualche modo.
Questi alcuni dei nostri dei nostri clienti ovviamente noi abbiamo un target veramente multiculturale nel senso che abbiamo dalle aziende e a privati associazionismo e terzo settore insomma veramente di tutto questi erano alcuni esempi che forse non riuscite a leggere ma che vedrete su www punto pochi a colori punto org e lì trovate tutte le nostre cose.
Ecco poi sulla l' impresa e questo per chiudere l' impresa dopo tre anni di attività ha deciso di rientrare nel terzo settore quindi di rientrare nell' associazione in cui continuiamo a fare praticamente le stesse cose in attesa di poter trovare la forma giuridica più giusta per questo tipo di attività perché questo semmai lo lasciamo al dibattito le questioni e i nodi difficili da sciogliere sono diversi e a diversi livelli l' impresa diciamo l' esperienza imprenditoriale però ci ha fatto come dire rileggere una serie di fenomeni che in realtà nell' esperienza delle delle teorie non non sarebbe stato possibile capire.
Ok grazie Donatella io.
Proverei diciamo ad aprire la discussione adesso abbiamo un' oretta di tempo giusto avevamo previsto di meno un po' meno di un' ora di finire alle sei ah non so se ci sono dei dei commenti su quello che che avete sentito ma anche prima.
Ma come si diceva anche delle delle preoccupazioni rispetto al al percorso che state per intraprendere di cui magari possiamo parlare la cosa che io diciamo mi piaceva di quello che raccontava prima Donatella e che ci dicevamo anche prima mentre mentre venivamo è che a volte raccontare le best practice no cioè le belle storie e.
Suscita in chi le ascolta quel senso di inadeguatezza di cui di cui si parlava prima perché sono tutte storie fantastiche io ovviamente quando Elisabetta mi ha chiesto di organizzare con lei questa giornata ho scelto di invitare quello che secondo me è il meglio delle esperienze che io ho incontrato.
E nella ricerca che abbiamo fatto ed è chiaro che un' esperienza consolidata che ha anni di ha ripercorso le spalle di fronte a delle persone che magari stanno intraprendendo adesso questo percorso che hanno avuto esperienze diverse può sembrare straniante e per quello che chiedevo a Donatella prima di di raccontare anche le difficoltà del fare del fare quello che hanno fatto perché è importante condividere secondo me innanzitutto quelle quando si parla di questi temi ma in generale come approccio le chiedevo prima le dicevo ci sono tanti catering multietnici che si raccontano in una maniera che non mette in luce le difficoltà che hanno e questo produce poi sia nel nel racconto ma anche per esempio nelle forme di sostegno e finanziamento un orientamento a ricercare sempre la storia di successo quella bella con con i fuochi d' artificio mentre invece la realtà è fatta di ben altre difficoltà.
Delle cose che dicevo prima della migrazione.
Vediamo tutti.
Vedo grande chiarezza che non vale per tutti i settori economici per esempio ci sono dei settori dove la presenza.
Grazie.
Diventa sempre più forte quindi vengono vissuti in maniera ostile.
Sì.
Ma questa cosa è legata all' equipollenza dei titoli ha le competenze cioè tutto un una catena per cui se non valorizzi le persone per quello che realmente sanno fare ovviamente faranno quello che possono fare in genere sono sempre.
Lavori negli stessi ambiti.
Sopraggiungere.
Allora io qui riporto questa esperienza e che abbiamo avuto Caporetto perché io ero anche molto.
Stufo che ma dai concittadini e connazionali che venivano e che avevano partono a volte dai nostri Paesi alcuni che hanno anche debba Ground e che valgono tantissimo sia dal Paese di provenienza sia dal paese di accoglienza.
Ma siccome partendo e queste persone.
Psicologicamente li mettono in testa tu stai andando in un territorio dove arrivi al secondo grado e questa persona arriva con una preparazione psicologica mentale che io vado a fare i lavori di secondo grado anche se io avevo un background e che mi permetteva comunque di fare e diciamo un percorso breve per riprendere il mio livello che avevo.
Il mio è un mio paese di partenza cosa abbiamo fatto a Caporetto era quello subito e assieme ai laboratori di italiano perché li avevamo approfittato davvero sia elaborato nei laboratori artistici nei laboratori di italiano contemporaneamente facevamo il bilancio delle competenze di queste persone e tramite chi insegnava perché quello che io ho cercato di evitare in questi basandomi sempre nelle mie esperienze e aprire dei colloqui e programmati con le persone perché spesso non funzionano perché c'è soprattutto appena arrivati e una presunzione di chiedere alla persona apri la tua valigia e Raccontami tutta la tua vita no eh ma in questi spazi al tavolino quando si studia l' italiano chi insegna o chi ti insegna e quelle parole e poter far passare delle domande o ti chiede di raccontare la tua storia nella tua lingua o nella lingua nella nuova lingua e lì in tre mesi ma siamo riusciti a raccogliere con cui in quel piccolo piccolo gruppo cosa facevano nel loro Paese di origine.
E siccome tanti di loro e non hanno le stesse tempistiche del via del viaggio migratorio e perciò ci sono tante persone magari partono dal Paese sono minorenni e passano 4 5 6 anni e nel sul loro percorso migratorio prima di arrivare in Italia in quel percorso imparano dei dei mestieri che non avevano nei loro Paesi d' origine tipo un ragazzo che avevamo.
Di che lavorava che era un idraulico e lui aveva lavorato sei anni in una con un' azienda italiana in Libia perciò che aveva delle competenze che valeva e Comuni idraulico che aveva sei anni di esperienza lavorativa qui solo che ci non parli con la persona e non poi capire se questa persona è molto più semplice e facile e reintegrarlo nel mercato del lavoro su sul territorio questo ci ha permesso di orientarle anche nella formazione ma cosa volevo dire con questo e le persone che chi fanno questi tipo di viaggi di viaggi e migratori rischiosi soprattutto rischiosi e sono le persone più disposte.
Ah e riqualificarsi.
Cioè a cambiare mestiere non sono persone rigide nel loro percorso perciò spesso quando tu sei operatore è la prima cosa che ti dicono quando arrivano ai o qualsiasi lavoro mi trovo lo faccio anche se mi danno nella del lavoro delle pulizie e lo faccio perché nel concetto della persona io ho rischiato tanto.
In questo viaggio tante di queste persone sono anche diciamo tra virgolette ambasciatori e di una famiglia che aspetta tanto di queste persone perciò sì tu proponi a queste persone qualunque forma presa ad esempio io arrivo sono un ingegnere in quel momento con l' italiano che ho non mi permette di fare il lavoro di ingegnere ma mi proponi di fare il muratore mi comun comunque mi aiuti a rimanere più o meno in quel in quel settore edilizia che mi permette dopo di con proseguire in quel percorso lì perciò quello noi siamo riusciti a lavorare in questo modo qua tipo il panettiere che avevamo in struttura i laboratori di panettiere.
Di panetteria e di grissini che avevamo fatto all' interno della struttura l' ha permesso oggi lavora con chi faceva quel lavoratore che ha un forno a Torino questi sono diciamo le dinamiche con cui siamo riusciti a a tirare fuori alcune cose e che erano davvero molto importante che non erano facile che le persone si raccontino quando non ti conoscono perché non perché se operatore che la persona ti dice racconta subito di sé e si mette nei panni della persona quando fai il tuo il viaggio al contrario e quanto tempo ci vuole per la persona perché chi riesce a creare un impattiamo è un rapporto di fiducia con con chi l' ha colto e questo per me ha ci hai aiutato molto a innescare tanti.
Borse lavoro tanti e tanti tirocini perché sapevamo cosa avevano queste persone come esperienza lavorativo c' era anche qualcuno che non aveva mai lavorato in vita sua e anche lì sei come come proseguire quella persona non so qui in Regione della Lombardia e ho visto che in Piemonte che potrebbe essere anche un' esperienza per il Comune di.
Di rivolta e che c'è questo progetto della Regione Piemonte che si chiama Bottega scuola lavoro cioè è ci sono questi mestieri e arti artigianali che tanti dei giovani della nuova generazione non li vogliono più fare perciò puntano tutti a fare l' ingegnere a fare l' informatico a fare il medico ma l' artigiano chi fa il restauro delle lampade o chi fa il restauro.
Del del vetro gli artigiani i vecchi artigiani che hanno fatto l Italia di di di quello che è l' Italia oggi e sono mestieri e la Regione Piemonte ha capito che era un mestiere che dopo con l' ultimo maestro magari non esisteranno più non ci sarà più chi fa chi lo fa a due anni fa non hanno messo a bando e questo Corso che si chiama Bottega Scuola Lavoro dove tu giovane vai dal Maestro e passi un anno con il maestro.
E quel maestro arti segna il mestiere e tu esci con una qualifica regionale e se senza andare in un' aula a studiare perciò il maestro che insegna il mestiere ti porta nei laboratori ti porta nei luoghi di lavoro tu impara il mestiere facendolo quel quel maestro noi abbiamo avuto tre ospiti che avevano pre.
Beneficiato di questo di questo percorso perché i ragazzi e purtroppo italiani non li vogliono fare e questo sono anche possibilità che permettono perché tanti di dei cittadini che arrivano poi come dicevo che sono disposti a a riqualificarsi e sono disposti anche a imparare tantissimo per pur di avere un lavoro per garantire anche quella con la con l' aiuto che riportano nelle famiglie giù perché tanti e si ritrovano in queste condizioni qua perciò questo potrebbe essere una cosa che si potrebbe uno spunto per per i per il Comune.
Buongiorno.
Nessuno.
Tra l' altro gli italiani.
Succede anche a livello governativo.
Qualche elemento anche di restituzione che doveva essere.
Già adesso già in questo tempo lei faceva riferimento a Regione Lombardia della Lombardia.
Mi ha fatto molto sul tema migranti diciamo dal punto di vista dell' atteggiamento di accompagnamento dei Comuni.
Forse anni.
Rilevato che la rete dei dei degli enti locali è stata una rete che a geometrie variabili nei territori lombardi ha posto in campo delle soluzioni anche di una certa rilevanza nuovi sistemi di accoglienza diffusa cioè finalizzata ai piccoli numeri maggiormente garantiscono l' integrazione e cercando di far somigliare il più possibile anche dal punto di vista della qualità dei servizi il sistema del caso oppure degli SPRAR cioè del vicinato un sistema duale che diventano avrebbe avuto ragione di esistere saccheggiati sistema Astaldi che ha sempre tenuto a coprire il fabbisogno dell' accoglienza Migranti dal sistema Protezione richiedenti Asilo e Rifugiati dedica soltanto una di quelle soluzioni emergenziali in difetto di una politica programmatoria che a livello europeo è sceso Scuola Nazionale della Civitas per inquadrare un fenomeno che è andata in questo modo avevamo capito ascoltando stamattina in Aula.
Io e Federico galattica del porto e dell' Espresso che ha fatto diversi viaggi insieme a emigrano ricordava la storia dei tre medici seriali.
Vi sono davvero una sorta di.
Il calvario personale familiare sono anche le loro famiglie cisti ovariche importarlo Siria la Libia e poi a un tentativo della ASL italiane furono poi personaggi i loro familiari i figli insomma e che ha attualmente chiusi anche se c'è una separazione in un Paese che però non trovano una collocazione lavorativa all' altezza delle loro professionalità un caso emblematico che ho spiegato prima spiegare alcune cose e hanno trovato una nuova collocazione senza sempre un medico chirurgo nato in Germania tra l' altro se fossero stati vitale mentre erano visti lavorare ma che consenta poi di un' attività sicuramente non all' ente perché non c'è un processo di riconoscimento della competenza ma questo è un caso emblematico che dice che quando ho visto orizzontale che usa.
Ora venendo a noi tanto che non è il Comune di Volta ha avuto.
Lo dico senza nessun elemento di piaggeria coraggio importante nel pensare a uno strumento come la progettazione è datato febbraio cercare di affrontare la materia su cui gli aspetti sono sempre molto complesso perché adesso questo caso sicuramente importanti e di eccellenza che fanno fare i conti con la realtà anche diciamo così di percezione popolare molto difficile oggi come oggi insomma chi si occupa di questo tema di opposizione di minoranza culturale dal punto di vista dell' approccio del corpo anche giustamente di fronte non invece le comunità vanno accompagnati solo di quelli che quando le comunità hanno paura secondo me lavora non va banalizzata non va assolutamente come dire giudicata la va accompagnata da un processo di crescita perché è giusto che sia così.
Il nuovo spaventa chiunque credo che poi al di là del fatto dell' evasione che non esiste ma credo che nuove realtà suscitano sempre un po' di inquietudine io credo che in un contesto di volo italiani di crisi economica che morde di grandi sofferenze sociali insomma.
E questo è un grande serietà unanime e il tema della coprogettazione sopra risulta anche inquadrare nei percorsi di no.
Verifica comune appunto con costruzione di politiche di accoglienza degno di questo nome cioè se veramente altre fatte di reale integrazione va messo in campo strumenti ma anche un' altra legge perché il consorzio sociale io presento qui Presidente che abbiamo rimodulato insieme ad un altro Consorzio pulita Brianza nel Monzese dal 2 mila 14 2 mila 10 la cosiddetta rete confina con disperandosi implica accoglienza che ha messo in campo tutte le politiche.
Di accoglienza diffusa quindi puntata sui su piccoli numeri arrivando adesso a coprire il fabbisogno di accoglienza di circa mille 200 persone su mille 910 complessive e che ha messo in campo anche uno strumento assolutamente innovativo forse l' unico nel panorama ormai siamo al Fondo solidarietà oltre che al di là del bando ai momenti risorse provenienti dal Terzo Settore per tirocini lavorativi per l' integrazione del sostegno di progetti personalizzati individualizzati di crescita anche questa è una buona base c'è l' incertezza che sta dando evidentemente anche dei risultati ma questo per dire che.
Le due cooperative che sono insieme a me oggi che sono Ice e la grande casa oltre due cooperative più significativi per rendersene al Consorzio lavora su questi su questo è ovviamente un consorzio che si nutre anche di un' esperienza pluriennale sotto questo profilo e poi si occupa di mille altre cose qua disponibile a stando al tema immigrati avessero davvero importante collocarci in un principio di realtà che nel momento in cui ovviamente valorizziamo anche insieme a quello che è stato fatto nella nostra esperienza vediamo dieci che sono una grande alleanza con grande capacità di condivisione con l' ente locale che producevano.
Magari fosse così.
Però poi nella realtà non avviene così finito lo dico con molta serenità e di consapevolezza della bontà di questa operazione d' altro canto dobbiamo renderci conto che in assenza di un cappello istituzionale regionale degno di questo nome.
Noi facciamo affidamento della rete degli enti locali fa affidamento su se stesso quando va bene con le Prefetture che funziona.
Un quadro di difficoltà ma soprattutto credo che oggi come oggi in attesa che si definisca meglio insomma le questioni anche di natura normativa.
Credo che l' alleanza strategica nel senso di significato il mondo del terzo settore del privato sociale in precedenza ovviamente questo mondo associativo del volontariato visto fenomeni della sussidiarietà e della Lombardia dentro tante importato sindromi assegnandole costituisce una sua ossatura.
Signor sia la vera chiave di volta per affrontare questo tema per cui quando si dice l' ente locale da solo ricordarvi che siamo partiti dal terzo settore da solo senza l' ente locale non riesce a entrare in contatto con la comunità nella maniera migliore credo che questo insieme di questi due aspetti qui se davvero il punto forte di un' alleanza che possa procurare.
Proprio difetto di politiche programmatorie serie che fino adesso sono mancate e che però non fanno venir meno esperienza anche di eccellenza e capacità di rete.
Orizzontali.
Nel verticale non certo i cittadini ma non solo in Italia intende replicare annaspiamo tutti c'è il riferimento si perdono perché a Dublino sono sorte elementi che ci affaticano salvo questi processi se riusciamo a ricercare al contesto territoriale buono allora questo aiuta aiuta un po' tutti soprattutto in un' accoglienza fatta di piccoli numeri fatta di riordino proprio qualitativo fatte di capacità di ingaggio a partire dall' insegnamento della lingua italiana fatta di percorsi individualizzati così come noi abbiamo inteso operare anche illustrare la propria portata da 20 a comunità inserimento della comunità a creare una rete istituzionale larga dei soggetti.
Il Piano sociale culturale sportivo insomma è una rete che va creata e che costituisce la condizione essenziale perché si trova ad essere pubblicati bandi cioè quando ci si conosce da vicino alle donne stesse che dicevamo insieme il quartiere che lei citava prima i dati esperienze professionali attraverso la conoscenza effettiva dell' altro che come fare integrazioni da quando rimani le astrazioni di suo rischia di sbagliare.
Quindi mi sembra molto interessante discussione.
Così e credo che anche oltre le buone prassi nel settore questo è il Comune di Volta come erano assistiti funzionali alle proposte della rassegna della manovra e lo dico non non succede per le varie parti in questo modo c'è.
La vita di comunione in un altro territorio dove si fa accoglienza diffusa.
Caspita fai fatica a convincermi comunista cinese quindi arrivano a noi non è semplice c'è anche molta paura.
Male o perché uno che di per sé sono cinque accoglienza o perché sono in gioco importante per favore mi lasci provvede a.
Fabio alcune specifiche.
Ora.
Puntuale su cosa è valida lo descrive come spesso succede il territorio dove operiamo come quello di Monza in particolare che non insegnano questi soggetti storicamente costituiscono grazie.
Vorrei distribuire ma che nell' intervallo.
A tutti gli intervenuti.
In modo particolare.
Grazie certo prego.
Sì.
Volevo.
Esperienze.
E vai.
Vorrei sapere qualcosa di più sulla realtà.
Cioè.
Le prospettive.
Quello che c'è già qui.
Prefetto di sappiamo che c'è una scuola di lingua sappiamo che ci sono state delle.
Esperienze manifestazioni però appunto un discorso un pochino più collegato diciamo su cosa c' era rivolta e cosa ci potrà essere mi interesserebbe inizio vediamo se riesco a rispondere.
E mi legò una risposta che volevo dare all' intervento di Riccardo scusate ma c'è tra Paesi.
Allora.
Penso che poi anche quello che ci ha portato a fare la scelta della coprogettazione a fare anche una scelta di andare verso illustrare in maniera anche molto convinta poi magari Marco e Fiorella.
Potranno che confermare aggiungere qualcosa direi anche qualcosa di diverso.
Viene dal fatto che per noi è sette anni che siamo in Amministrazione e in questi sette anni di fatto di piccole buone prassi ne abbiamo viste tante che poi sono però magari ancora disseminate non del tutto collegate l' una all' altra abbiamo la scuola di italiano per stranieri che poi ha portato al mondo in piazza abbiamo Ildebrando che per esempio al di là di quelle delle esperienze fatte anche qualche anno fa l' anno scorso ha fatto l' incontro sulla Madame.
Noi come rivoltiamo qualche anno fa abbiamo fatto proprio un incontro non so se qualcuno di voi aveva partecipato su la conoscenza dei dei nuovi Rivoltana dove nuovi Rivoltana e voleva dire però andare a prendere anche Mauro Speziali tabaccherie e bar storico di rivolta che di fatto non è rivoltano ma viene da da Roma se non sbaglio di luglio valtellinese cresciuta a Roma quindi insomma portando anche qui quei nuovi rivolta e che non necessariamente vengono da Paesi stranieri ma che vengono anche da altre parti d' Italia eravamo partiti così credo tre quattro anni fa.
E quindi appunto.
Se pensiamo che Rivalta e forse appunto è questo che ci ha dato anche lo stimolo per poi fare questa scelta della coprogettazione che viene vista come forte ma perché credo che abbiamo anche letto un territorio che in qualche modo poteva darci una mano a a costruire questa cosa che non è così scontato e il che non vuol dire che 8 mila abitanti son tutti contentissimi che noi abbiamo scelto ovviamente lo strike però ci sono soprattutto nel tessuto associativo delle energie che pensiamo questa cosa possano sposare possano aiutarci nel nel definirla quindi adesso rivolta accusa che come dicevo prima va be' c'è una scuola di italiano per stranieri che funziona ormai da tantissimi anni e che l' anno scorso Claudio correggimi ha iniziato a fare anche oltre alla scuola serale e la scuola la mattina per le donne in modo tale da permettere anche alle donne con bambini con famiglie di poter frequentare la scuola è una scuola ha seguito tutta la volontari ha praticamente settembre dell' anno scorso abbiamo deciso di aderire alla rete SPRAR che quindi è poi magari chi è addetto al settore aggiungerà qualcosa di un po' più dettagliato però è quel sistema di accoglienza diffusa che mette anche molto in gioco la mini la pubblica amministrazione è un mezzo uno strumento promosso fortemente anche da ANCI in modo tale che appunto anche le Amministrazioni pubbliche poi siano parte attiva di questo processo cosa che col cassa invece avviene molto meno qualcuno prima lo diceva però alle case alle volte ti trovi le persone a rivolta o in qualsiasi Paese senza quasi neanche saperlo che è un po' quello che anche qui in qualche modo è quanto è successo nel senso che.
Noi a ottobre abbiamo deciso di brutto per ben deciso di portare avanti lo SPRAR verso luglio abbiam deciso poi settembre-ottobre l' abbiamo preso in mano con la delibera poco tempo dopo siamo ci è stato comunicato ma veramente con poco preavviso che sarebbe stata aperta anche un servizio casco che invece è un tipo di accoglienza diffusa detta prefettizia quindi gestita dalla Prefettura con delle cooperative si individuano delle delle case sostanzialmente e si porta a mirare.
E la cosa e io lo dico poi ovviamente apro la discussione del cast che non ci piace tantissimo e che a meno che non ti capiti un soggetto con cui riesce veramente dialogare tu Amministrazione sei tagliato fuori dal processo di integrazione e noi abbiamo messo subito in contatto la cooperativa che è venuta poi a gestire il servizio qui con le associazioni proprio per cercare di aiutare o comunque favorire comunque entrare a essere protagonisti anche del servizio che però è ovviamente un pochino più difficile perché non è come lo Stato viene gestito completamente cioè completamente che viene gestito anche dall' Amministrazione anche in collaborazione con un ente terzo che in questo caso è cestelli quindi adesso rivolta è attivo il cast da gennaio sono arrivati dei ragazzi sono circa 11 e poi con il CAF cioè in generale penso capita che alcuni ragazzi arrivino poi vanno via poi ne arrivano degli altri quindi diciamo che comunque sono circa 11 persone Graziano poi eventualmente se ha qualche informazione in più può dirla e quindi son questi queste persone in diversi appartamenti qui in centro nel frattempo a.
Si è conclusa l' aggiudicazione per individuare il soggetto che farà con noi la coprogettazione strano che il Consorzio CSM che ha parlato poco fa con loro inizieremo adesso quindi oggi era un po' all' inizio la coprogettazione quindi costruire un progetto di inclusione e integrazione per i ragazzi che arriveranno con illustrare.
Probabilmente durerà un mesetto un mesetto e mezzo comunque caricheremo il progetto ha nella finestra che di settembre apre il Ministero a settembre 30 settembre carenza e probabilmente avvieremo lo SPRAR poi a gennaio 2 mila 19 quindi è un percorso lungo ma un percorso anche che poi per sempre che i tempi lunghi permettono anche di maturare meglio le cose di prepararsi meglio a poi l' avvio.
Un paio di numeri su sui su la situazione Rivoltana hanno data all' inizio.
Questo libro.
Quindi.
Poi volevo dire due cose sulle esperienze non tanto dei migranti.
Vengo alla scuola c'è una dinamicità nella frequenza.
E quindi esperienze però la politica di extracomunitari agli stranieri.
Alcune allieve 12.
Voglio dire che sono diventate insegnanti della scuola.
Poi l' altra cosa era.
La guerra è avvenuta con gli stranieri e mi auguro che verrà anche con immigranti l' amore è stato quello che ha portato a una maggiore integrazione.
Noi più volte abbiamo famiglie.
Comunque ripeto siamo giudicati.
Peruviana la nostra vita della scuola per adesso se fermati preferiti dell' artista.
Se ci sono delle altre persone che hanno sposato stranieri provengono dalla Romania o dei Paesi dell' Est ex Paesi dell' Est galleria e oggi quindi diverse provvide con la quale prevede che la l' integrazione avvenuta Antonio.
Ranieri è più facile e le grandi imprese e sono tutti uomini.
Questo è quello che.
Volevo fare una domanda.
Dai vari interventi.
Così non è assolutamente matematica gentilezza sicuramente la sua esperienza.
Ha avuto dei rapporti diciamo molto stretti con i servizi comunali le amministrazioni comunali e Felis silvestris Andras capiscono sparato.
Ecco anche colgano non so se se c'è stato qualche rapporto con le istituzioni pubbliche fin da parte vostra di queste esperienze sono diciamo buone pratiche.
Ci dite quali sono stati i quali sono stati qui e chiusure che voi avete recepito da parte dei servizi comunali in questi rapporti.
Percepisce usati io allora io ripe Pere Riba diciamo ri.
Ripeto quello che dicevo prima io ho avuto la fortuna come è quello che auguro anche a quelli che verranno accolti nei nei prossimi mesi e che ho mi hanno aperto le porte e perciò la Città di Torino mi ha però permesso di di essere un cittadino attivo sul territorio io facevo già eventi culturali sul sul territorio organizzo.
È un festival di cultura africana Torino e da quasi sei anni che questo festival esiste di di tutte le comunità dove si qui si parla di letteratura dove si parla di cinema di parlare dove si parla di teatro e questo mi ha permesso anche di conoscere il territorio di interagire quei servizi del territorio e come diceva lei e la difficoltà c'è e per me questa a fa mi ha mi ha mi ha dato molta facilità di ingresso e di conoscere e di conoscenza dei servizi del territorio anzi è quella che dicevo all' inizio i Caporetto noi abbiamo voluto una struttura dinamica.
Perché sapevamo che esistevano a esisteva anche dei servizi del territorio che potevano usufruire gratuitamente in cui non avevamo bisogno perché il il problema che tanti degli operatori non sanno che esistono dei servizi sul territorio su cui si può usufruire gratuitamente o come e con quali creare rete perché c'è anche questo le difficoltà e della parte mia è stato proprio l' impegno e la presenza costante dietro il progetto questo è stato per me una difficoltà grossa perché quando tu vuoi che una struttura sia dinamica e tu devi esserci non solo per.
E in questo caso qua non solo per gli ospiti ma anche con gli operatori perché lo gli operatori io ero il coordinatore del progetto e io non ero abituato a quella forma di di gestione dell' accoglienza e io immaginavo anche ero anche mi ero anche preparato che gli operatori stessi dovevano comunque prendere il ritmo di quella dinamica lì perciò il lavoro è stato doppio quello io stesso e di scommettere su quel progetto e la seconda era quella di lavorare di fare la mediazione con quegli operatori per poter includere gli ospiti all' interno di questo progetto è per quello che per noi è stato davvero i primi mesi mi ricorda io uscivo da Caporetto alle undici undici e mezza di sera entravo lì alle 8 e uscivo dalla struttura alle undici undici e mezza di sera e questo è andato avanti da fine dal 27 luglio 2 mila 16 fino al 27 novembre 2 mila e le 2 mila 16 il giorno in cui abbiamo deciso di fare un evento pubblico di uscire da finalmente da dalla struttura di Caporetto e di andare in piazza e da lì ho ridotto le ore per me o ridotte ore anche per per gli altri ma per me non sarà neanche ore pagate io avevo il contratto classico dell' operatore a all' accoglienza ma siccome il progetto il diciamo il progetto era quello di sperimentare un modello e bisognava anche a prendere dei rischi e quei rischi io ho trovato tanta tanta fatica e tantissimo e alcuni servizi che aprivano le porte altri ti dicevano ma guarda che sei e ripeto quello che hanno detto appena appena detto se un caos e ai anche alcun l' élite le risorse limitate.
E anche i servizi che tu devi erogare sono limitate perché il cassa i prefetti la Prefettura ti dice guarda che è tu devi a garantire questo vitto alloggio.
Questo servizio qua e basta e tutto il resto che noi abbiamo fatto sapendo che esistono o che esistevano e servizi comunali e regionali quello che abbiamo fatto e farò un elenco e una database di tutto ciò che era disponibile sul territorio e andare a parlare con loro e questo ci ha permesso di entrare nelle dinamiche del del territorio perciò la difficoltà era proprio l' impegno che che che aveva abbiamo messo perché non era semplice c'è qualche operatore ti diceva guarda che i miei orari sono quelli situati andar avanti vai avanti perciò tu devi cercare sempre di trascinarlo per portarlo con te e andando anche a proporre dei dei progetti sul territorio e deve anche capire e sapere che tipo di collegamenti vuoi creare e devi seguirlo perché non basta solo dire propongo tipo e nel caso della della biblioteca del punto prestito non bastava solo e proporlo è una bellissima idea ma bisogna anche a renderla operativa e funzionante e li bisognava essere sempre lì e a a coprogettare con la rete delle biblioteche civiche ognuno con la con la sua esperienza e mettere le cose un minimo di disponibilità per costruire questa cosa perché la fatica era proprio nell' essere presente e nel e nel seguire e nel rendere le cose effettive per me è quello è stato perché i servizi li conoscevo già tutto il resto era proprio il fatto di essere presente fisicamente non solo.
Come vedi come ripeto delle mail a Messer servono fino a un certo punto ma io vengo sempre che a vedere a conoscere le persone a stringere la mano.
Milano.
Nella mia esperienza perlomeno.
Quindicenni.
Io.
Peraltro la nostra associazione ha avuto come seconda sede della scuola della prima squadra allenata.
Della della della rete e quindi anche in quel senso l' amministrazione.
Se c'è qualcuno che.
Forse la difficoltà noi da tempo cerchiamo una sede stabile che le difficoltà che ancora oggi è trovare una sede che sia.
Penso che sia proprio una questione di difficoltà di gestire con tutte le istanze.
Territorio.
Dare equamente a tutte le realtà coinvolte penso se sa che prende il nome viene da dire che le istituzioni sono solo persone poi e cioè nella mia est e l' esperienza basta che cambio di dirigente e può andare tutto benissimo oppure tu hai la hai lavorato per tre anni e dopo dice adesso cioè noi abbiamo avuto un' esperienza fantastico con una persona che ci ha seguito per tre anni per la prima volta per noi l' istituzione aveva una faccia rispondeva al telefono ci potevamo farlo.
Ecco solo tre persone e quindi tutto dipende dalla capacità di entrambe le avere relazione e anche molto complessa perché ha delle regole ovviamente che sono diverse dalle relazioni normali no e quindi però per esempio noi un' esperienza difficile che facciamo invece con i centri di accoglienza.
Perché il perché molto spesso ci sentiamo usati come posto dove si mettono le persone perché appunto le giornate sono lunghe ma molto difficilmente da uno strano caso ti chiamano entri in una anche in un in un in un dialogo proficuo.
Le persone che incontri prima tu facevi accenno alle all' eterogeneità dei gruppi no per noi è un principio assoluto quello di cercare a scuola dei vari gruppi più eterogeneo possibile anche per il livello.
Siccome ormai ci siamo fatti la fama di essere una scuola dove riescono a stare quelli che nelle altre scuole non riescono a stare.
Da qualche anno facciamo molta fatica ad avere dei gruppi davvero eterogenea nel senso che ci mandano sempre più persone un solo livello scolastico basso ma anche con difficoltà allora se tu hai un gruppo forte dove ci sono dentro tre persone con difficoltà le tre persone verranno sostenute da dalle altre dieci e usciamo tutti bene se tu hai un gruppo di dieci persone con difficoltà di due forti forti dopo una settimana se ne vanno e tu vai in fondo non c'è verso farvi capire questa cosa così banale che so penso che non capiscono un bambino di tre anni niente perché poi nella dinamica cosa mi conviene a me operatore strano caso quello che piazzarne tre quattro anni non c'è ascolto e.
Sì.
L' augurio che deve vincere paura.
Il prossimo anno secondo edizione.
Perché.
È quello che avete proposto per la programmazione quello che seguirà quello che in queste settimane con l' Amministrazione comunale potevo.
Tanto tantissimo interesse no dov' è che se un Comune un ente locale che ha avuto il coraggio di proporre con questa.
Questa programmazione i complementi per luglio prossimo anno.
Mentre con altri contributi che abbiamo ascoltato e sono molti interessati ci manca il tempo per.
Sono poi delle esperienze per le importanti.
Sono ancora definiti e che devono diventare politica verso il lavoro.
E c'è ancora ecco.
Direttive eccetera.
La Lombardia è stata citata prima ma sappiamo benissimo che in questi cinque anni è stato grande assente sulle questioni migratorie da furore ideologico.
La scelta non so che cosa accadrà dopo ma ci auguriamo che chi ha fatto esperienze positive.
Quindi è riescano ad ultimare questo lavoro perché non serve soltanto indicati dalla sperimentazione che stiamo facendo con loro.
Nei casi speriamo che diminuiscano questo caso sicuramente la nostra sfruttamento dell' energia e dell' utilizzazione non serviranno soltanto per i migranti hanno per tutte le comunità per cui i cittadini e questo è il messaggio che noi dobbiamo togliere o sul palco anche lavoro in un caso mostra trecento persone quindi sono numeri abbastanza importanti che ho nel cuore della città.
Siamo molto distanti e anche voi posso portare l' esperienza del ciclofficina piuttosto episodio cultura posto che i corsi per gli artigiani e tante altre cose stiamo crescendo e stiamo imparando su queste cose ma in fondo tutta questa.
Sperimentazione diventa ricchezza.
Accrescere le nostre comunità tutti insieme e non soltanto per immigrati ma cittadini e ringrazio.
Spero che lo consideri magari anche un po' banali qualunquisti però io una si parlava del rapporto con le amministrazioni e con noi gli operatori comunali e la richiesta che faccio per ricordare un attimo di pazienza perché.
Come si può dire mi sembra che il solo così ci siano degli operatori è compreso in parte un po' logori rispetto alla gestione degli stabilimenti spiego numericamente siamo al 10 per cento però l' incidenza su alcuni uffici comunali di frequentazione ai cittadini stranieri.
È molto più alta banalmente perché i bambini in percentuale sono percentuali di incidenza molto più alta rispetto ai servizi comunali che noi gestiamo vedi la mensa scolastica di cui tante volte anche in rapporto allo sportello poco alla difficoltà di lingua un po' perché magari viene spesso la mamma che peraltro mi dà meno tempo e quindi.
E rischia di creare un corto circuito di fare.
Avere la sensazione che non gli operatori che i numeri siano avrebbero molto più avanti quando invece siamo su questi temi che abbiamo detto prima e quindi è sicuramente un' attenzione che dobbiamo porre noi portare avanti che davanti a tutti di darci una mano a gestire.
L' altra cosa invece è l' assegno era una domanda ma anche questa proprietà può.
Tornando anche al tema della ricerca quindi diciamo così intraprendenza anche.
Operative economica degli immigrati.
Massimo Pellegrini per aver raccolto l' ultima sottolineatura bande di stranieri immigrati gli stranieri quelli che ormai sono quasi al lungo periodo comunque sono cittadini ancora stranieri.
Molti immigrati che hanno scelto di vivere qua la differenza con immigrati che dal punto di vista lavorativo si fanno degli accoppiamenti che viene in mente di cinesi che vivevano in base ovviamente i senegalesi che vendevano i ma non sono così tanti.
Il agli albanesi che fanno i muratori sono tanti rispetto magari appunto i cinesi ci fanno i muratori cioè ci sono delle tipologie.
Di questo tipo che visto dall' esterno facciamo facciamo effettivamente questi discorsi onnicomprensiva volevo chiedere se si avrebbe una ricaduta positiva di questi emendamenti che ci siano.
Dei Paesi di provenienza che poi hanno dei lavori specifici ad esempio in che parte viene gestito dai turchi esistono queste cose e quando magari questi abbinamenti salgono.
Rimaniamo un po' stabiliti anche noi.
Ribadisco però che su questi per esempio mi sembra che le misure accoglienza da parte dei cittadini sopravvivere coordinamento generale sia tranquillo prima girato un apporto io terrò sempre anche quando vado in giro cioè quando sono usciti i giornali sono stati praticati con la dicitura che c' era in paese nessuno se ne accorge e fuori.
Cioè quando ci accorgiamo di problemi per quanto ci accorgiamo si compone.
Questo per dire che questa situazione abbia una causa di provincia che sta andando via liscio ma perché probabilmente dovrebbe essere così la maggior parte delle delle situazioni e abbiamo davvero la possibilità di fare un lavoro adeguato sia con.
Il consorzio.
Comunque con questo presenteremo la strada.
Pavimentate con invece la cooperativa che sta gestendo adesso.
I centri presenti.
E un' altra cosa e termino in realtà se non ricordo male abbiamo parlato con l' amministrazione della necessità che il tentativo è quello di nella coprogettazione di organizzare servizi come che dimostri che abbiano ricaduta sia per i cittadini stranieri dei migranti ma anche un beneficio per i cittadini italiani perché hanno parlato di orgoglio prima ancora in effetti lo vediamo là e programmi televisivi per quello che sta succedendo.
Dobbiamo fare in modo che non non venga visto non vengano visti alcuni interventi troppo specifici su sui migranti in questo caso i servizi ai cittadini stranieri ma proprio perché è funzionale al miglioramento della comunità ma anche banalmente la questione della clausola di salvaguardia sui numeri di accoglienza.
Egoisticamente vista per cercare di mantenere una redistribuzione ma anche oggettivamente un numero adeguato per fare in modo che poi le persone che arrivano possono se vogliono.
Fare un percorso di vita all' interno di una comunità con dei numeri che possiamo leggere in maniera come dicevo prima tranquilla per tenere conto in maniera adeguata e anche per riparametrare i servizi sui numeri complessivi della della comunità che c'è qua e poi è vero che si devono fare tanti ragionamenti tenendo conto.
Il numero degli stranieri soggiornanti banalmente anche dal punto di vista politico sono persone che incidono sul territorio ma per esempio non votano e probabilmente a quelli.
Troppo poche volte si va a chiedere un riscontro nei servizi che stiamo garantendo per ora solo per la seconda che si intrecciano e però c' erano solo delle considerazioni così.
In libertà ma soprattutto per dire che noi come Ufficio di del problema sollecitato giustamente sentiamo disposizione della coprogettazione eh però dateci una mano a tenere insieme un po' tutte le nostre realtà essa si muove su rivolta perché sappiamo che anche voi.
Sappiamo che ci sono delle cose non disturbiamo sfruttare nel senso buono che mettiamo a disposizione tutto il sistema in maniera complessiva.
Posso posso posso aggiungere una cosa quello che dice lui.
Aggiungendo tra virgolette laica.
Sì grazie.
Cioè se in questo senso anche la mia domanda dei servizi comunali.
Vi faccio un esempio molto pratico.
Allora noi andiamo avanti mentre.
Ciò che quindi ci troviamo qui perché è per me un momento.
In confronto di quelle società.
E nessuno di noi.
Lo dico così ma sicuramente il razzista che il termine classico.
Ma quello che dicevo cioè l' impatto dell' imputato del migrante dello straniero anche se all' interno dell' ospite su questi servizi è veramente che ha un impatto veramente notevoli perché abbiamo un impatto con una continua.
Perché è una continua richiesta richiesta di contenuto proprio di misurarsi con la richiesta di accedere a un servizio della Regione Lombardia perché non ho la possibilità di farlo e non ha capacità di capire come si sta scritto sullo schermo perché hanno una competenza linguistica quindi in questo veramente che i servizi vivono una difficoltà enorme in questo senso aiuto che la coprogettazione che all' estero.
Rammento che l' idea che Luca.
Dai servizi oltre che naturalmente condiviso con l' Amministrazione comunale e forse anche in questo senso Presidente.
Mutò in senso positivo.
Il fatto che il logo io siamo amici accennarvi perché nel periodo considerato.
Ricordo alla Commissione che ancora avrò pietà e Cina.
Accanto.
In questo senso penso che gli altri anche dal vostro punto di vista come comportarci.
Dico alcuni servizi i servizi pubblici.
Penso che se devo dire allora come associazione Arcobaleno che si occupa di accoglienza sostanzialmente due.
Interculturale abbiamo una situazione analoga a quella che descrivevo.
Come qualche colore che ha un ramo che ha una sua autonomia proprio perché abbiamo transitato appunto nell' area della dell' impresa devo dire che il rapporto con l' Amministrazione comunale è praticamente nullo non perché non l' abbiamo cercato ma perché io credo che le politiche sul lavoro perché questo è quello che facciamo noi crediamo.
Le politiche e le politiche sul lavoro dei migranti si danno alla maggior parte delle delle volte qualche attività di formazione per i quali non ci sono vere politiche di promozione del lavoro di queste che è la realtà io sono entrata nel ufficio della.
Degli affari sociali e politiche del lavoro del Comune i dirigenti c' era al momento della sede che era in favore di quarant' anni di carriera che mi sento raccontare che è uscita una profit da una associazione Libera Dio dice a fine sembrava che facessero di sangue poi poverino lui è andato in pensione che noi come diceva prima che essa sia abbiamo continuato a lavorare grazie a Dio il nostro progetto va bene e ha fatto bene ma abbiamo lavorato solo.
Alcuni assessori sono collegiali dei nostri servizi perché eravamo colorati questo quando diciamo la vicinanza non con certezza che altri Assessori hanno detto che eravamo troppo sofisticati per la parte di destra o sociali ci presentavamo in un certo modo cioè tutte queste cose no ma la verità vera di tutta questa questione della coprogettazione oltre che farla sui servizi di assistenza bisognerebbe farla sulla sul sui servizi promozione di lavoro che non è solo la voglia di grande livello ma quello che si diceva prima nella.
Il sistema con cui siamo partiti è stata quella di creare lavoro per le lobby principalmente ma c' era l' originalità e neolaureati che non riuscivano a trovare gli altri ostaggi se ne abbiamo avviate.
Poi che non necessariamente italiani parlo di ragazzi veramente anche fisicamente no e attraverso la vostra esperienza come dire ah sono approdate ad esperienze lavorative personali.
Allora il tema è se.
No anche perché poi fare l' impresa significa scontrarsi perché i grandi Regno d' Italia perché con un lavoro.
Qual è il problema principale dell' Italia nella crisi economica.
Allora vogliamo affrontarla questa cosa o continuiamo come dire a vivere solo il problema di dire che ha una casa allora certo che si basa l' ufficio.
Beh datemi i soldi da un qualcosa che è la mentalità che bisogna ricordare che anche noi lo combattiamo con quali modalità assistenziali dicendogli che approda al di là del colore sono delle disperate che fargli riscoprire rigoroso delle lavoratrici è stato il lavoro lui prima vedeva raccontano i giornali della sinistra quando li abbiamo messi seduti a dire raccontaci com' era vicina.
Come i due Paesi e ci raccontano la marea patria.
Noi partivamo ma dopo quel racconto lì che noi davamo quello storico è leader nelle varie da un racconto di anonime no ma noi potremmo fare questo questa cosa la possiamo gestire così e diventano protagonisti erano i protagonisti dei loro lavoro piuttosto che dire quand' è che mi passi qualche lavoro che io devo andare a Firenze.
Quindi noi secondo me il lavoro che invece si può fare per svaligiare sui problemi di intasamento di di come dire anche pregiudizi.
La questione che noi a Milano abbiamo.
A fare convegni e promuovere associazioni attività manufatti perché poi sì che noi portiamo a tutti gli effetti ma gli albanesi fanno i muratori.
E.
Scusatemi mi sono un po' provocatori questo però non si vede molto bene perché poi ci giriamo intorno e sentiamo solo il peso di questa cosa qua facciamo diventare un' occasione per trovare lavoro anche perché gli italiani insieme però gli italiani.
Scusate.
Oggi concludiamo.
È difficile parlare dopo dice allora io eh volevo solo riportare sempre a questa esperienza perché il modo con cui abbiamo voluto lavorare impostare questo in questo progetto era creare autonomia c'è autonomia e vuol dire autonomia a 360 gradi e tu in poco tempo che sia arrivato qua riesci ad andare da sola lo nello sportello e farti capire eh dice beh soprattutto dei due bisogni ma prima di questo e c'è un percorso di di accompagnamento di queste persone di qui e non so per prima facevo la domanda in privato e che la figura del mediatore culturale la figura del mediatore culturale che non è il mediatore linguistico che è completamente diverso la figura del mediatore culturale serve a quello che non che fa la traduzione perché magari io ti faccio la traduzione che io stesso non capisco cosa ha chiesto che tenuto racconta la magari te lo interpreto in un altro modo ma io sapendo quello che sto dicendo te lo interpreto con il linguaggio culturale tua che io so perciò questa cosa riesce a dare e riesce ad arrivarci quello che.
E se è stato fatto ma da tanti anni e adesso ha col Comune di Torino e che non vuol dire che da Torino esci dalla Città Metropolitana che trovi gli stessi servizi che è completamente diverso perciò e penso alla vostra realtà qui in Comune nel Comune di Torino tipo nei servizi del dell' anagrafe.
Al centro per l' impiego alla ASL ci sono le firme ci sono queste figure dei mediatori culturali che intervengo intervengono per e quando è necessario e fare la mediazione soprattutto quando le persone sono appena arrivate perché non si può pretendere quando le persone sono appena arrivati riescano ad esprimere il loro bisogno in quegli sportelli specifici e quella che è stato tre anni fa è una cosa molto recente.
In un in un in un comune vicino a Cuneo a Torino e in Piemonte e che si chiama.
Boves Boves io mi sono ritrovata a fare una mediazione per una seduta di sostegno psicologica per un ragazzo che arrivava dal Burkina Faso e che si era visto i suoi genitori tutti i due genitori morire durante il viaggio in una barca si è ritrovato qui e questo ragazzo aveva bisogno di sostegno psicologico e che nessuno riusciva lei parlava francese il.
Lo psicologo parlava francese ma non riuscivano a capirci perciò tutto quello che si diceva in francese dall' altra parte il ragazzo non lo percepivano a livello culturale.
Mi hanno chiamato dalla Coop da una cooperativa chiedendo sì potevo partecipare ad un colloquio di un' ora io sono venuto all' ASL di di Boves che un' ora un' ora e mezza di di Torino.
Tutto l' ASL non sapevano cosa voleva dire la figura del mediatore culturale perciò è da lì da quel lavoro che ho fatto con loro in 2 mesi di di di di percorso di accompagnamento.
A questo ragazzo l' anno dopo il Comune di Boves ai ha esaurito la figura del mediatore.
Nella all' ASL perciò negli sportelli quando hanno bisogno che la persona non c'è solo per e fare la carta d' identità o no registrare la nascita ma la persona la figura c'è questa figura aiuta a snellire quel col peso che arriva in quel momento lì ma quella figura non deve essere che quella persona non deve essere una persona come mi piace dire un richiedenti asilo e di carriera perciò lui deve avere un percorso in un in un tempo molto circoscritto e poi dopo deve volare con le sue quelle con le proprie ali ma all' inizio questo percorso e vale vale e come perché lo abbiamo visto oggi nella l' anagrafe centrale di Torino nemmeno 5 6 mediatori culturali negli sportelli che danno questa qua questa mano per togliere perché comunque penso che sia sacrosanto che è appena arrivato ha più bisogno di di certi documenti che chi è nato e cresciuto qui che è nato e cresciuto qui è di fatto che il servizio viene erogato e con la Naga anagrafico quella sanitaria o tutto il resto ma chi è straniero ogni permesso ogni documento che tu hai è legato al tuo permesso di soggiorno di breve che ti permette di rimanere regolare su questo sito è un permesso di soggiorno di sei mesi.
Tessera sanitaria tutto il resto è legato a quei sei mesi lì dopo quei sei mesi scade e dopo quando scade io comunque sono sulla tenuta a tornare in quello sportello ogni sei mesi e si arrivano a a diciamo in modo circolare cioè se il movimento diventa circolare quegli uffici diventano sempre diventeranno sempre pieni perché quella persona non è come l' italiano che non ha bisogno di andare spesso in quello sportello ma se tu mi dai un permesso di soggiorno di due anni.
Io da te per rinnovare la mia tessera sanitaria allo sportello della Asl attorno ci torno fra due anni perché la maggior parte dei richiedenti asilo che vedete negli sportelli sempre o accompagnati o non accompagnati perché in due anni loro vivono qui con permesso di soggiorno.
Di sei mesi rinnovabile ogni 6 mesi perciò quei servizi li ritroverete sempre queste persone perché il documento che hanno li portano a aver sempre bisogno di sport e di rivolgersi a questi sportelli perciò la figura del mediatore in quella fase lì vi servirà perciò nella progettazione di questo e di questo nuovo.
Di questo SPRAR che bisogna a pensare a questo è vero che magari non so sì quelli che assegna vi assegneranno saranno già quelli che hanno già fatto il percorso e che hanno già il permesso di soggiorno perciò parlano l' italiano ma potrete anche ritrovarvi nello SPRAR e persone che sono appena arrivate per ciò che hanno bisogno di rifare tutto quel percorso lì perché non è detto che devono essere tutti che avranno tutti già un percorso di due anni o di minimo tre anni per questo adesso lo SPRAR e inseriscono anche quelli appena arrivati.
Perciò e penso che quella in quella prima fase lì serve comunque avere una figura che faccia da mediazione per questo tipo di servizi perché li avrete sempre lì negli sportelli.
Questo nostro lavoro.
E altre cose.
Le mancare probabilmente anche l' ascolto che ascolto della realtà del territorio che poi devono presentare ascolto dei ragazzi che arrivano che ascolto e di nuove esperienze perché di fatto senza.
Probabilmente andiamo di nuovo a soddisfare i bisogni che sono nostri.
E probabilmente ci perdiamo anche delle.
Buone idee che possono nascere da un dialogo che c'è tra tutti i soggetti che poi.
E coinvolti ritiene perché dopo Cristo il primo e il secondo intervento la domanda applicazione concreta come coinvolgo veramente il territorio al di là delle cinque sei sette associazioni molto positive proattive come domando agli altri ricordando che come faccia sì che è un servizio che sta dando a migrante diventi anche un servizio che saranno alla priorità quando fai Roberto appuntamento noi alla macchinetta e.
E parlando vediamo emergere questo questa problematica probabilmente se partiamo da un ascolto e capiamo ossia quali sono i punti deboli sia quali sono i punti forti del territorio su cui stiamo lavorando potremmo avere un buona chiave per avviare questo processo che fa un po' quello che abbiamo fatto oggi.
Un momento di ascolto quindi ringrazio tantissimo.
Degli ospiti che sono venuti la ringrazio.
Certo che penso che appunto non siamo in tantissimi ma almeno io porto a casa un' esperienza sicuramente molto positiva.
Discussione siccome.
Esatto.
Nella.
Questo pomeriggio.
Rivolto.
Colori sociali.
Noi abbiamo vissuto sociale magari abbiamo anche fatto qualche proposta pagamento lunghi visitazione nei lavori che però non ci sono.
Non ci sono e questo è un sintomo si ragiona e si lui quello che dicevo prima dell' impatto di queste politiche che del della dinamica di questa problematica sui servizi vengono vissuti nella maggior parte dei casi.
No non ne possono più quindi io non ci vado perché non ne posso più è banale ma è così.
E quindi secondo me sicuramente fare una insistiamo sicuramente cominciando cominciando prima.
Con con i colleghi dei servizi sociali per la vendetta.
La nostra base di complicità e strumenti della tradizione esperienze buonasera.
Quindi venduta positivamente sul territorio.
Magari meno di un anno salendo a settembre dobbiamo definire il progetto quindi oltre l' autunno.
Non a carico dello Stato resta.
L' articolo 11 che riguarda.
La nostra legislatura.
Ora.
Io.
Kansas che abbiamo.
Noi non conosciamo.
La.
Infatti qualcuno.
Il professor Cerreto.