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C.c. Lecce - 27.11.2018
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Speaker : PRESIDENTE:
Buonasera a tutti. Vi chiedo un attimo di silenzio.
Segretario, può procedere all’appello.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
Battista, Bianco, Calò, De Benedetto, De Matteis, Finamore, Fragola, Giannotta, Gigante, Giordano, Guerrieri, Guido, Leucci, Mariano Mariano, Martini, Mazzotta, Messuti, Molendini, Monticelli, Murri, Nuzzaci, Pala, Patti, Perrone, Povero, Ria, Rotundo, Russi, Salvemini, Spagnolo, Tessitore, Tondo, Valente.
5 assenti, gli altri presenti.
Speaker : PRESIDENTE:
In piedi.
Consigliere Monticelli, questa è una cosa che abbiamo concordato nella seduta con i Capigruppo anche perché non dovremmo, salvo complicazioni, perdere molto tempo.
Questo l’abbiamo deciso anche per dare poi spazio e non soffocare il dibattito per il Consiglio comunale sulla Lupiae Servizi.
Certo, certo. È stato tutto concordato in Conferenza dei Capigruppo.
D’accordo. Va bene.
Primo punto all’ordine del giorno: “Applicazione quote vincolate del risultato di amministrazione del rendiconto 2017: variazione al bilancio di previsione”.
Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente.
Colleghi Consiglieri, questa è una variazione di bilancio che recupera un residuo passivo riferibile alla realizzazione di interventi sulla mobilità in Piazzale Rudiae e quindi attraverso questo provvedimento recuperiamo 210.000 euro attraverso una verifica tecnica eseguita dagli uffici di settore con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che ci consente quindi di rientrare nella disponibilità di queste somme e realizzare gli interventi previsti per il miglioramento della circolazione stradale sul Piazzale Rudiae, all’altezza del ponte.
Speaker : PRESIDENTE:
Ci sono interventi? Nessun intervento. Dichiarazioni di voto? Nessuna.
Procediamo con il sistema elettronico al voto, prego.
Consigliere Guido… Leucci non c’è… Ah, eccola. Consigliera Gigante, si è allontanata? Disabilitate Gigante.
Disabilitate Fragola e Bianco. Sono assenti. Prego, esito. Presenti 28, favorevoli 15, astenuti 13, nessuno contrario.
La delibera è approvata.
Immediata esecutività per alzata di mano ben visibile.
Stesso esito. Quindi no all’immediata esecutività.
Secondo punto all’ordine del giorno: “Applicazione quote vincolate del risultato di amministrazione del rendiconto 2017: variazione al bilancio di previsione Viale Aldo Moro”. Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente.
Anche questa variazione di bilancio ci consente di recuperare somme iscritte, quali residui passivi, nel precedente consuntivo e finalizzate alla realizzazione della rotatoria tra l’incrocio tra Viale Aldo Moro e Viale Roma. Questo ci consente, con l’approvazione di questa variazione, di poter procedere immediatamente all’assegnazione dei lavori e alla cantierizzazione prossima di questo intervento.
Speaker : PRESIDENTE:
Nessun intervento? Nessuna dichiarazione di voto? Prego. Ha chiesto la parola, Consigliere Tondo?
Va bene. Prego, votate.
Consigliera De Benedetto, Valente, Finamore, Leucci. Disabilitato Bianco e Fragola, per favore. Chiusa la votazione. Presenti 29, favorevoli 16, astenuti 13, nessun contrario.
La delibera è approvata.
Immediata esecutività per alzata di mano ben visibile.
Stesso esito. Non passa l’immediata esecutività.
Terzo punto: “Bilancio di previsione 2018 - variazione al bilancio ex articolo 175 del Testo Unico degli enti locali”.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente.
Questa è una delibera adempitiva di una previsione del Testo Unico. Entro il 30 novembre l’ente è chiamato ad approvare, come termine conclusivo, la variazione generale di assestamento al bilancio previsionale. Con questa delibera sostanzialmente facciamo piccole variazioni all’interno dei rispettivi settori, principalmente settore Affari Generali, settore Personale e settore Politiche sociali per riallocare voci di spesa su capitoli incapienti rispetto a capitoli capienti e quindi una variazione tecnica molto ordinaria nella sua impostazione.
Speaker : PRESIDENTE:
Dunque, agli atti di questa delibera non lo mettiamo l’emendamento. Perfetto.
Allora, possiamo votare la delibera così come l’ha illustrata il Sindaco. Prego.
Dica, dica.
Non c’è problema, va bene. Disabilitate Bianco e Fragola, per favore.
Operazione chiusa.
Presenti 29, favorevoli 13… Chiedo scusa, ma io non ho votato. Chiedo scusa un attimo. Perfetto.
Presenti 29, favorevoli 13, contrari 15, 1 astenuto.
La delibera viene respinta. Va bene.
Chiedo un attimo di pazienza.
Quello è… Andiamo avanti, state tranquilli.
No. Va bene.
Consigliere Perrone, un po’ di pazienza. Volevo capire.
Andiamo avanti, stai tranquillo. Consigliere, stai tranquillo. Vi ho chiesto due minuti, non facciamo nessuna verifica.
Dunque: “Richiesta di un Consiglio comunale avente per oggetto: prospettive attuali e future della Lupiae Servizi e dei suoi lavoratori”.
Prima che venga illustrata o vengano lette le comunicazioni inerenti questo punto, rispetto al dibattito io volevo chiedere all’Assemblea di stabilire anche dei tempi perché diamo la possibilità in questo modo a tutti. Quindi se siamo d’accordo, a parte l’introduzione, stabilire gli interventi a dieci minuti. Perfetto, va bene.
Chi illustra? Prego, Consigliere Monticelli.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Grazie, Presidente.
Avvio i lavori di quello che sarebbe dovuto essere un Consiglio monotematico a cui abbiamo abbinato queste tre proposte di deliberazione che tra l’altro hanno riservato un attimino di sorpresa su quello che è l’esito del voto. Io ritengo che però questo aspetto ci vede coinvolti tutti, nessuno escluso, sia dalla posizione di chi governa e sia da parte nostra che siamo all’opposizione.
La problematica Lupiae è stata già oggetto di dibattito in questo Consiglio comunale in occasione della delibera di ricapitalizzazione che abbiamo fatto a settembre, in virtù della quale questo Consiglio ha stanziato delle risorse per consentire il ripiano delle perdite e questo lo ha fatto perché io e il Consiglio nella sua interezza ritiene che la Lupiae debba continuare a vivere nella sua interezza, cioè come entità unica come un unicum, senza parcellizzare i servizi come qualcuno in definitiva ha detto. Io ritengo che questo sia un percorso che debba essere evitato perché credo che i diritti di ogni dipendente della Lupiae siano analoghi ai diritti dell’altro dipendente della Lupiae anche che svolge un diverso lavoro. Anche in occasione della delibera del cosiddetto pre-dissesto, di cui ovviamente in questa sede non intendo fare riferimento per quelle che sono state le ragioni che hanno portato questa Amministrazione a deliberare il pre-dissesto, con quelle che sono ovviamente le conseguenze che il 243 del TUEL porta su quelle che sono le spese correnti e quindi anche le spese che devono essere riservate a quelli che sono i servizi della Lupiae ha una sua incidenza.
In questa Assemblea, però, io ritengo che tutti si debba guardare al futuro. Vale a dire quello che è accaduto negli anni passati e che di per se stesso non è stato indolore io lo riconosco in quanto le posizioni debitorie della Lupiae negli anni hanno registrato una decurtazione: si parte dai 10.231.000 del 2006 a una situazione sicuramente meno gravosa di oggi Comunque, con tutte quelle difficoltà che si sono rappresentate nel tempo, con i sacrifici che sono stati chiesti ai cittadini leccesi ed anche ai dipendenti, siamo qui e abbiamo mantenuto in essere una partecipata ma che è il Comune perché io ritengo che si possa equiparare la partecipata, la Lupiae, che ha come unico sostanzialmente committente, ossia il Comune, a un qualcosa di insito nell’Amministrazione e per questo bisogna dare atto che nel percorso che c’è stato nel tempo ─ e in ogni occasione io lo ricordo ─ per quella che è stata l’attività di chi è stato chiamato a gestire come Consiglio di amministrazione nel tempo ha dato sicuramente dei risultati sulla base di quelli che erano gli indirizzi proposti dal socio unico, ossia dal Comune, il quale nel tempo, bisogna riconoscere, che in virtù di quelli che sono le condizioni di bilancio ha dovuto sostanzialmente ridurre quelle che erano le risorse destinate ai servizi.
Noi abbiamo rappresentato l’esigenza di questo Consiglio monotematico perché volevamo un attimino capirne di più sul percorso che si è portato avanti in questo periodo di tempo per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali.
Il Sindaco ha detto: “Io non posso dare le somme che sono state costituite per il ripianamento delle perdite in quanto non c’è il piano di risanamento e il piano di risanamento, per come era stato proposto dall’advisor, è stato ritenuto non meritevole di accoglimento. Anche il nucleo di valutazione, per quanto riguarda la congruità dei servizi, ha espresso delle riserve”. In quell’occasione, vista la situazione di stasi, visto che noi non conoscevamo quale fosse la volontà da parte dell’Amministrazione, abbiamo detto: “Non entriamo nel merito di come si è formata la perdita di bilancio che anziché di un milione e tre sarebbe potuta essere di 700 o di 800, anche su 243 che determina una limitazione di spesa da parte del Comune”. Tuttavia, quello che volevamo sapere, quello che io ovviamente chiedo ma penso che sia la volontà di tutti, è di capire effettivamente noi come Consiglio comunale e il socio unico rappresentato dal Sindaco quali sono le risorse effettive che possono essere destinate.
Noi abbiamo un trascorso che, se non erro, è di 9 milioni e mezzo circa di ricavi che sono assorbiti, è vero, in gran parte da quelli che sono i costi del personale. Infatti nonostante la Lupiae nel tempo abbia registrato un abbattimento considerevole del personale e nonostante nel tempo abbia beneficiato di ricapitalizzazioni in parte in denaro e in parte con il conferimento dei terreni di via Lodi ha determinato una situazione di effettivo squilibrio economico- finanziario.
Ho letto che il Sindaco avrebbe garantito il pagamento degli stipendi di ottobre, novembre e dicembre. Io ritengo che quel pagamento degli stipendi di ottobre, novembre e dicembre che tutti quanti auspichiamo ─ nessuno escluso ritengo ─ in questa assise possa essere garantito soltanto in un modo: procedendo a mettere dei soldi per quelle che sono le convenzioni e quella che è l’attività che il socio unico vuole demandare alla Lupiae. Ho letto anche dai giornali che ieri parrebbe essere stata depositata la richiesta di concordato in continuità di un aspetto tecnico. Ovviamente molti di voi sul punto mi possono seguire, altri no, perché si tratta di una procedura concorsuale concordata in bianco in virtù del quale entro un lasso di tempo ragionevole l’Amministrazione, in questo caso il socio unico, e il Consiglio di amministrazione dovrà dire come intendono procedere a questo concordato.
Così come io penso che questa procedura che ovviamente non è demandata a me o a questo Consiglio decidere piuttosto che una o piuttosto che l’altra, a me interessa sapere quella che può garantire i livelli occupazionali e può garantire il pagamento degli stipendi. Dico questo perché se si è pensato di poter pagare gli stipendi di ottobre, novembre e dicembre utilizzando le risorse per le quali parrebbe essere stata concessa un’anticipazione da parte della BNL io ritengo che questo percorso sia un percorso arduo, ovviamente se la cessione dei crediti di quel contratto è stata fatta in maniera puntuale e corrente. Vi dico questo in funzione della mia attività professionale. Io, che faccio il legale di una banca, se ho ricevuto notificata una cessione di un credito fatta con quelli che sono i crismi della legalità quello che è il debitore di quelle attività deve necessariamente pagare alla banca.
Io non voglio dilungarmi assolutamente perché penso che la mia preoccupazione sia quella di tutti i Consiglieri che oggi sono presenti in quest’Aula e mira soltanto a cercare di dare una certezza agli operatori. Io non penso che su questo argomento ci si possa dividere, lo dico chiaramente. Ritengo che a valle di questo Consiglio comunale si possa trovare sulla base di quelle che saranno le risposte del Sindaco che ci dirà quelle che sono le risorse, in base al 243 si potrebbe procedere a un abbattimento del 10 per cento di quelle che sono le commesse. In virtù di questo abbattimento si potrebbe eventualmente studiare e rimodulare la situazione.
Quello che però preoccupa è che unitamente a questa attività bisogna dare anche un’accelerata a un’altra attività che sempre da questi banchi e sempre in maniera propositiva abbiamo sollecitato e stimolato: i terreni di via Cicolella e di via Lodi.
Quei terreni sappiamo benissimo che non è denaro, però da parte dell’intero Consiglio comunale noi dobbiamo adoperarci a dare priorità assoluta affinché quel percorso che anche laddove iniziato in un modo non dovesse essere perseguito deve arrivare a conclusione. Infatti soltanto monetizzando quei terreni si può pensare di dare eventualmente un equilibrio a quelli che sono i conti di questa società partecipata che io ritengo di poter dire sia cosa di tutti noi.
Voi sapete che io sono a-social, non sono su Facebook, ma quello che mi hanno detto, quelle che sono le dichiarazioni e le espressioni che sono state utilizzate su questi organi penso che abbiano offeso non gli operatori, non i dipendenti della Lupiae, ma abbiano offeso l’intera città. Quindi io chiedo eventualmente ─ e poi vi anticipo che per problemi di famiglia io probabilmente non potrò presenziare agli interi lavori del Consiglio ─ che sia eventualmente il Sindaco e anche la Presidente ovviamente, secondo quelli che sono gli iter che si intendono dare ai lavori di questo Consiglio, di ascoltarli anche alla luce della depositata istanza di concordato in bianco e, tra virgolette, sull’impegno che io ritengo da galantuomo com’è il Sindaco Salvemini voglia in tutti i modi mantenere di trovare una soluzione per il mese di ottobre, novembre e dicembre che io ritengo ─ ma questo lo dico… ─ possa essere garantito probabilmente soltanto se le convenzioni saranno sottoscritte, eventualmente rivisitate, ovviamente tutte e nessuna esclusa e si possa eventualmente interloquire positivamente con una banca.
Io vi dico questo perché le banche nel momento in cui vedono una situazione di difficoltà perdono quelle che sono le autonomie del territorio, quindi chi fino a ieri poteva deliberare una pratica perché era in continuità nel momento in cui c’è un fatto nuovo slitta a organi di competenza superiore e questo potrebbe anche dilatare i tempi. Quindi io non so se vi ho tediato a lungo, non so se mi sono tenuto nei dieci minuti, Presidente, ma il mio era un intervento assolutamente non di parte, un intervento volto a sensibilizzare tutto il Consiglio che ritengo sia su tutto sulla stessa lunghezza d’onda perché si possa trovare eventualmente veramente una soluzione. La migliore in assoluto. Nessuno ha la bacchetta magica, però dobbiamo avere un po’ di coraggio (ciascuno lo deve avere) e io penso che a valle, a conclusione di questo Consiglio si possa avviare un percorso determinato dalle esigenze immediate, il pagamento degli stipendi, lo step per quanto riguarda i terreni, poi la procedura non sono io ovviamente a doverla dettare.
Quindi, Presidente, io la ringrazio per l’intervento che mi ha consentito di fare da subito, anche per la motivazione che le ho detto e poi chiedo se i colleghi o il Sindaco vuole riferire o la Presidente e poi ovviamente il dibattito che ritengo si svilupperà in maniera assolutamente serena e propositiva da parte a parte.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere. Consigliere Murri, prego.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Presidente, per ordine dei lavori nella Conferenza dei Capigruppo avevamo stabilito di fare un intervento introduttivo e poi far parlare il…
Speaker : PRESIDENTE:
Sì, lo so. Siccome si è alzato non volevo essere irrispettosa…
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
No, non è per la scortesia nei confronti del collega…
Speaker : PRESIDENTE:
…nei confronti del Consigliere Murri.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
…che è persona sempre tanto gentile. Però, ecco, pure per avere…
Speaker : PRESIDENTE:
Non c’è problema. Consigliere Murri, se non ci sono problemi per lei io non posso vietare l’intervento al Consigliere.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Sì, però ecco…
Speaker : PRESIDENTE:
Sì, vabbè. Possiamo, dopo il Consigliere Murri, sentire la…
Va bene, d’accordo, quindi rinvia il suo intervento.
Speaker : INTERVENTO:
Chi deve parlare adesso, mi scusi? Chi ha chiesto la parola?
Speaker : PRESIDENTE:
Va bene?
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente. Condivido la richiesta del Consigliere Tondo anche perché mi sembra che dia più ordine e coerenza all’intera impostazione del dibattito su questo argomento.
Giustamente è stata data la parola al Consigliere Monticelli per illustrare le ragioni di presentazione di questo inserimento nell’ordine del giorno del Consiglio monotematico, comunque tematico sull’argomento Lupiae, in modo da dare a tutti contezza della situazione in essere. Così come si era convenuto credo sia giusto dare la parola al Presidente del Consiglio di amministrazione della società e poi a un rappresentante delle organizzazioni sindacali e poi aprire il dibattito alle forze presenti in Aula. Quindi…
Speaker : PRESIDENTE:
Va bene, Sindaco. Allora, Presidente Turi, prego.
Speaker : PRESIDENTE TURI:
Buonasera a tutti.
Speaker : PRESIDENTE:
La parola alla Presidente Turi. Questo lo diciamo, Presidente, perché siamo in diretta e così chi ci ascolta e ci vede sa chi sta parlando. Prego.
Speaker : PRESIDENTE TURI:
Buonasera a tutti.
Ovviamente ringrazio il Presidente per aver rivolto l’invito a partecipare affinché anche la società possa illustrare al Consiglio il percorso portato avanti dal management in questi anni, ma soprattutto nell’ultimo periodo e quali sono le motivazioni che hanno spinto il management a depositare ieri, presso il Tribunale di Lecce, l’istanza ex articolo 161, sesto comma.
Ovviamente la situazione economica, ma soprattutto finanziaria della Lupiae è nota a tutti da anni, è corposamente documentata in tutte le relazioni al bilancio che comunque sono state depositate, sono state approvate in questi anni da parte del Consiglio di amministrazione e in questi anni è stato soprattutto messo in evidenza l’aspetto critico, difficoltoso della società dal punto di vista finanziario. Stato che è stato determinato principalmente dal ripiano delle perdite 2010 e 2011 della società che è avvenuto attraverso il conferimento di due terreni del valore di oltre 4 milioni di euro.
È chiaro che dal 2012 la società patrimonialmente detiene e ha inserito nel bilancio questo patrimonio che però tuttavia in questi anni non è riuscita a monetizzare. Questo ovviamente cosa ha determinato come conseguenza? Ha determinato che sostanzialmente il management non abbia potuto fare altro che sostituire il debito. Quindi la prassi qual è stata? Quella di arretrarsi sul corrente e pagare tutti i debiti tributari e fiscali degli anni precedenti attraverso delle rateizzazioni. Ovviamente di fronte a questa crisi finanziaria la società ha fatto sempre ricorso all’anticipazione bancaria sin dalla sua costituzione, ma da ultimo con un atto di cessione del 2012. Ovviamente questo sistema dell’anticipazione bancaria ha sempre consentito alla società in questi anni di pagare regolarmente le retribuzioni dando anche una certa priorità. In questi anni il Consiglio di amministrazione si è sempre assunto la responsabilità di quindi pagare le retribuzioni e successivamente far fronte a tutte le altre incombenze, a tutte le altre scadenze aziendali.
Cos’è accaduto? Che ovviamente a fronte della scadenza di tutte le convenzioni previste, come sappiamo, al 31/12/2018 la società praticamente si è trovata di fronte ad un black-out finanziario in sostanza e non ha potuto fare ricorso a questo sistema dell’anticipazione bancaria non avendo delle convenzioni da scontare presso la BNL.
Questa situazione è stata, in data 10 ottobre, fatta presente al socio nel corso di un’Assemblea (ovviamente, come dicevo, la situazione finanziaria è stata sempre manifestata nel corso degli anni al socio) ma si è innescato questo black-out a causa proprio del mancato rinnovo delle convenzioni. Ovviamente di fronte a questa situazione il management non ha potuto fare altro e considerato che dal 10 ottobre ad oggi la situazione non è mutata, nel senso che non sono state sottoscritte le nuove convenzioni, la società non ha potuto fare altro che, in particolare il management, prendere atto di questo stato di crisi inevitabile ─ perché in questo momento manca una prospettiva futura ─ ed è stata in un certo senso costretta giuridicamente a rappresentare la realtà dei fatti attraverso il deposito di un ricorso ex articolo 161, secondo comma.
Perché ─ preciso ─ si è verificato questo mancato rinnovo delle convenzioni? In sostanza è accaduto questo, ossia che nel mese di agosto sono pervenute alla società delle istanze da parte di tutti i dirigenti comunali di richieste di offerte economiche in relazione a tutte le convenzioni in scadenza. Ovviamente la società ha formulato le offerte economiche (da premettere che erano state richieste delle offerte migliorative, ma ovviamente la società ha fatto presente che il costo del lavoro è molto alto quindi era impossibile per la società formulare delle offerte migliorative). Come sono state formulate queste offerte? Le offerte sono state formulate tenendo conto del costo economico, dei costi generali e prevedendo un utile di impresa che è necessario per avere una prospettiva futura della società. Tutti i dirigenti, in ogni modo, hanno ritenuto non congrue le offerte economiche formulate dalla società soprattutto sulla base di un presupposto: quello dell’errata applicazione del contratto collettivo di riferimento e quindi ritenendo che le offerte formulate fossero troppo alte proprio perché alla base il costo del lavoro per la società è elevato.
Quindi prendendo atto di questo ovviamente è stato avviato un percorso, come sapete, con le organizzazioni sindacali per cercare di capire se ci fossero i presupposti per arrivare ad un accordo e quindi arrivare alla trasformazione dei contratti. Questo ovviamente ha determinato inevitabilmente un arresto di tutto questo percorso volto al rinnovo delle convenzioni.
Ad oggi non nego che la situazione per il management è veramente preoccupante e seria perché siamo alla fine di novembre, le convenzioni scadranno, come dicevo, a dicembre e quindi se nel giro, come ho già ribadito più volte, di 15-20 giorni non avremo in mano le commesse da parte del socio questo inevitabilmente potrebbe comportare delle conseguenze negative, serie per la società. Infatti se ad oggi abbiamo depositato un’istanza tenendo conto e auspicando la continuità aziendale, se a metà dicembre, come dicevo, non avremo le convenzioni questo non sarà possibile, cioè non potremo parlare più di continuità aziendale e quindi la sopravvivenza della società e dei posti di lavoro potrebbe essere fortemente a rischio.
Ovviamente purtroppo la situazione dell’ente comunale si è riflessa inevitabilmente su quella che è la situazione della Lupiae. Considerato che il socio ha impartito al management delle direttive ben precise (ovviamente delle direttive alle quali il management non può e non intende sottrarsi) la condizione inevitabile per il rinnovo delle convenzioni è quello della trasformazione di contratti. La seconda direttiva è quella della riduzione del fatturato che sarà messo a disposizione della Lupiae che ad oggi non è dato sapere e che si spera nei prossimi incontri tecnici che verranno organizzati potremo arrivare a questo dato che ci consentirà anche di elaborare quel famoso piano di risanamento.
Ultimo punto relativamente alle retribuzioni. Come vi ho già spiegato il black-out ha determinato il mancato ricorso all’anticipazione bancaria e quindi la possibilità di pagare le retribuzioni. In questo periodo il management ha cercato di trovare delle soluzioni con i dirigenti comunali, quindi delle soluzioni tecniche, ha prospettato anche delle soluzioni che tuttavia ad oggi non sono state accolte da parte dei dirigenti comunali perché dal loro punto di vista difettavano i presupposti e quindi ora ci rimetteremo nelle mani del Tribunale precisando ovviamente sin da ora per un senso di responsabilità e trasparenza che il management non è in grado oggi di dare dei tempi certi. Ci rimetteremo quindi nelle mani del Tribunale (ma anche del socio) perché bisognerà capire ─ poi sicuramente delle risposte ce le darà il signor Sindaco ─ le somme che verranno messe a disposizione appunto dal Comune. Quindi per senso di responsabilità e trasparenza mi duole ovviamente fare questo tipo di affermazioni, però al momento il management non ha la possibilità di utilizzare nessuno strumento né giuridico, né di qualsiasi altra natura per poter procedere alle retribuzioni pur in considerazione del fatto che siamo consapevoli del disagio sociale, familiare, personale che questo vi sta arrecando.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Presidente Turi, ha finito? Grazie.
Ho ricevuto una richiesta da parte delle organizzazioni sindacali di poter intervenire. Non è un’Assemblea, è un Consiglio ma abbiamo ritenuto, vista l’importanza dell’argomento e visto che loro rappresentano tutti i lavoratori, di aderire a questa richiesta. Avevo autorizzato e auspicato che ci fosse un’unica posizione unitaria, ma mi è stata fatta una richiesta per una ulteriore informativa da parte delle organizzazioni sindacali.
Quindi prego le due rappresentanze sindacali di accomodarsi qua. Dunque, chi deve intervenire? Due. Altrimenti devo aprire il dibattito. Per cortesia, le organizzazioni sindacali.
Sta arrivando, va bene. Un attimo di pazienza. Prego.
Luigi Ranfino (Slai-Cobas) e Antonella Perrone (Uiltucs).
Allora, il signor Ranfino dov’è? Prego, signor Ranfino. Signor Ranfino… Signori, per cortesia, un po’ di silenzio.
Signor Ranfino, la prego di contenere in dieci minuti l’intervento quindi faccia l’impossibile. Noi abbiamo dimostrato ampia disponibilità, quindi in dieci minuti le chiedo di sintetizzare.
Speaker : RAPPRESENTANTE SINDACALE RANFINO:
Vedo di sintetizzare ancora prima dei dieci minuti.
Noi in sostanza vi ringraziamo di questa opportunità che ci viene data per affrontare in modo unitario (non di parte, di maggioranza o di opposizione) la questione Lupiae perché riteniamo che la questione Lupiae rivesta un’importanza che va ben oltre l’interesse politico di una o dell’altra parte.
Io volevo soltanto rammentare al Consiglio comunale ─ il Consigliere parlava dei messaggi che hanno messo sui social i lavoratori facendoli apparire delle sanguisughe ─ che questi lavoratori da circa dieci anni hanno già rinunciato ad una parte corposa del loro salario. Per “corposa” intendo molti soldi che hanno lasciato per tentare di rimettere in carreggiata la società.
Oggi purtroppo la situazione è quella che tutti conosciamo e ritengo che sia inutile andare a fare la cronistoria del passato. Noi sin dal primo momento al Sindaco abbiamo dichiarato la disponibilità da subito a valutare la possibilità di applicazione di un contratto diverso. Ovviamente per fare questo io ritengo che il primo passo lo debba fare il Sindaco e l’Amministrazione perché noi pensiamo di fare tutte le operazioni in continuità di rapporto, mancano circa 33-34 giorni alla fine delle convenzioni e io sinceramente non ho capito che senso ha oggi parlare di cambio di contratto quando, come contropartita, noi ancora non abbiamo capito cosa si intende mettere sul tavolo come convenzioni la durata delle convenzioni stesse e l’importo di cui l’Amministrazione dispone.
Noi è da lì che possiamo analizzare e partire a fare tutte le valutazioni di questo mondo. Noi siamo impegnati a trovare la soluzione per salvaguardare i servizi per la città, ma anche per salvaguardare tutte le unità lavorative dall’1 al 70 e nessuno pensi che questo gruppo o questa vertenza possa essere in qualche modo frazionata. Questa vertenza si intende aperta quando iniziammo a parlare del numero 1 dei dipendenti e la consideriamo chiusa quando abbiamo affrontato la soluzione dell’ultimo. Tuttavia credo che sia interesse comune trovare la soluzione occupazionale di tutte le unità lavorative.
Una questione. Si era detto il pagamento degli stipendi e si erano assunte delle responsabilità. La domanda che io voglio fare al Sindaco ma anche alla Presidente Tatiana Turi della Lupiae è questa: era possibile pagare prima il mese di ottobre e poi depositare gli atti in tribunale? È una domanda. Infatti tutti sappiamo che oggi non dipende più né dal Sindaco, né dalla Presidente della Lupiae Servizi. Se il giudice non autorizza il prelievo di quelle somme i lavoratori continueranno a prestare la loro attività lavorativa sino all’ultimo dell’anno e hanno una certezza, ossia che non avranno il salario. Vi sembra una cosa normale? Io credo proprio di no.
Per cui per risolvere il problema noi siamo pronti a fare sedute fiume, anche giorno e notte, per trovare la quadra di questo problema, ma parte dalla messa in disponibilità delle convenzioni, della durata e degli importi perché ritengo che altrimenti noi rischiamo di fare una mattanza dei lavoratori dove andiamo a discutere del cambio di contratto e in contropartita noi sappiamo che il 31 dicembre non abbiamo più convenzioni.
È evidente che il lavoratore analizzerà e valuterà in modo diverso l’accettazione o meno del contratto nel momento in cui gli si dice: “Per cinque anni avete ancora da lavorare. Perderete qualcosa ma avete da lavorare”. Se invece oggi io vado da quei lavoratori a dire: “Per dare il buon esempio facciamo noi il cambio di contratto” che senso ha fare il contratto se le convenzioni scadranno inderogabilmente il 31 dicembre 2018? Altra questione. Non voglio parlare di volontà politica, di strumentalizzazioni delle quali siamo stati accusati. Noi abbiamo detto che siamo disposti a rivolgerci anche al demonio pur di salvare le famiglie e i lavoratori. Noi non siamo appartenenti a nessuna forza politica. Noi chiediamo aiuto a tutte le forze politiche, dalla prima all’ultima.
Un altro piccolo passaggio e una domanda anche questa. Che cosa sta accadendo intorno alla Servizi Lupiae? Stanno arrivando una marea di offerte di imprese che si offrono per gestire i servizi attualmente svolti dalla Lupiae? Non è che c’è speculazione politica da qualche parte? Stanno arrivando una serie di documentazioni di imprese che si offrono di espletare i servizi attualmente svolti dalla Lupiae.
È un passaggio banale. Si dice che non c’è limitazione di libertà all’impresa di fare i propri interessi, ma non quando invece c’è una convenzione da vent’anni con una partecipata e sta accadendo questo. Qualcuno sta sciacallando e queste non sono né le organizzazioni sindacali, né i lavoratori. Qualcuno sta sciacallando e se volete posso tirare fuori le lettere e le carte. Pertanto vi ringraziamo ─ cerco di restare anche abbondantemente dentro i dieci minuti ─ noi abbiamo detto che è importante che ci siano le convenzioni, è importante che i lavoratori, anche perdendo qualcosa, possano continuare a portare un salario alle loro famiglie, ma è anche importante, signori, lo dico a tutti, avere anche un minimo di dignità in tutto questo.
Per esempio ─ un goccino d’acqua per favore ─ ci sono stati dati dei conteggi dell’azienda laddove si evidenzia quello che ogni lavoratore dovrebbe perdere con l’applicazione del nuovo contratto. Attenzione, quando parlavo di dignità parlavo di questo argomento. Ci sono dei lavoratori ─ e non sappiamo quanti sono ─ che svolgono già il servizio a 40 ore. A quelli gli appiglieremo solo la penale dell’applicazione del contratto della multiservizi, mentre ad altri che stanno a 32 a 34 (e non sono pochi) in continuità di quell’accordo pensano di applicare il contratto multiservizi. In sintesi che cosa significa? Significa che alcuni lavoratori perderanno solo il 20, 23, 24, 25 per cento, mentre altri lavoratori andrebbero a perdere economicamente dalla busta paga non meno del 46 o 50 per cento. Questa è dignità? Gli accordi di riduzione orario scadono per tutti il 31 dicembre per cui o si fa un ragionamento complessivo anche sull’orario di lavoro… Perché noi andremmo a umiliare le persone dal momento che un collega che svolge lo stesso servizio viene pagato con un meno 25 per cento, l’altro con meno 50 per cento. Signori, non è corretto.
Questo capisco che non può essere questione del Consiglio, ma voglio dirvi quali sono le difficoltà. Vi dico soltanto che noi siamo pronti a stare giorno e notte per risolvere il problema, ma il primo passo lo deve fare l’Amministrazione mettendo sul tavolo le convenzioni, la durata e gli importi che ha a disposizione.
Grazie e scusatemi.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Ora la parola alla rappresentante della Uil, Antonella Perrone. Prego.
Speaker : RAPPRESENTANTE SINDACALE PERRONE:
Buonasera a tutti.
Per me è un po’ complicato essere qui stasera perché questo è uno spazio nel quale una persona che non c’è più, che ci ha lasciato prematuramente, ha consumato una parte importante della sua storia politica. Cosa voglio dire? Voglio cominciare da questo perché la vicenda della Lupiae è una vicenda che appartiene alla città e si perde anche negli anni che ci lasciamo alle spalle.
Una situazione che il Consiglio comunale ha sempre affrontato un po’ nelle divisioni e che ha molto caratterizzato un confronto politico aspro tra le parti. Io faccio questo lavoro da molto tempo, ho le mie posizioni politiche che rimangono personali e le difendo però ho sempre detto questo, ossia che il lavoro e il bisogno non ha colore politico. Questa è una grossa vertenza perché riguarda 270 lavoratori, riguarda l’Amministrazione perché è la società partecipata del Comune di Lecce, riguarda la cittadinanza perché offre servizi importanti alla cittadinanza. È ovvio che nel corso degli anni si è strutturato un debito per un importo pari a 8 milioni di euro che è tanto quanto quasi l’importo relativo alle entrate rivenienti dai servizi.
Io guardo Paolo Perrone che è stato Sindaco fino a due anni fa e con il quale le organizzazioni sindacali hanno avuto dei confronti che sono stati anche duri e durissimi. Paolo Perrone al quale riconosco onestà intellettuale nella vicenda Lupiae degli ultimi anni ci disse anche con toni duri ─ lo disse ai lavoratori ─ : ”Il Comune non è nelle condizioni per evitare il taglio o la riduzione delle ore di lavoro, non è nelle condizioni di aggiungere ulteriori risorse economiche”. Questo è un dato di partenza che già c’era.
Cosa voglio dire? Voglio dire però all’attuale Sindaco che dentro un risparmio economico da parte del Comune noi dobbiamo ricercare le compatibilità che tengono dentro i conti, la possibilità e la capacità di spesa del Comune, fermo restando che abbiamo bisogno di capire cosa compera e che tipo di servizi compera il Comune, che non è un fatto ininfluente. Secondo passaggio è la capacità di risanare questo debito antico gradualmente e non immaginando che questo debba poggiare solo ed esclusivamente sugli stipendi dei lavoratori.
Per cui quando parliamo di applicazione di un contratto diverso che determina uno stipendio che è completamente diverso con riduzioni che vanno dal 25 al 50 per cento su alcuni lavoratori e su alcuni servizi stiamo parlando di sacrifici che non sono sostenibili e dei quali, dal punto di vista morale, questo Consiglio si deve far carico.
Allora, visto che stiamo arrivando alla fine dell’anno e che la società si sta avvitando perché non ha nuovi contratti di servizio, abbiamo bisogno di discutere con il socio unico di quanto può e intende spendere per l’acquisto di servizi. Io le faccio una richiesta che è di questo tipo, ossia perché sia sostenibile il sacrificio dei lavoratori, perché sia sostenibile la qualità dei servizi nei confronti della cittadinanza, perché sia credibile un piano di risanamento della società non ci possono essere tagli che superano il 10 per cento dovuti obbligato per lasciare le commesse alla stessa società. E abbiamo bisogno di avere delle risposte in tempi rapidi per attivare quei tavoli di discussione tecnica che devono affrontare anche aspetti che sono squisitamente giuridici perché toccano i rapporti di lavoro e non sono assolutamente cose semplici e di poco conto.
“C’è l’aspetto relativo alle retribuzioni: il mese di ottobre è già andato, si sta consumando il mese di novembre, ne verranno degli altri. È chiaro che quando le persone che noi rappresentiamo vengono a dirci: “In famiglia non abbiamo più niente, ma non siamo nella disponibilità nemmeno di recarci al lavoro” è un problema sociale rilevante che riguarda tutti e che va affrontato con la giusta serietà.
Le organizzazioni sindacali invitano il Consiglio comunale al di là delle posizioni politiche a condividere l’importanza di questa vertenza per affrontarla anche nella consapevolezza della sua rilevanza sociale ─ anche perché la politica è fatta di mediazioni così come il sindacato ─ e quindi trovare un punto di incontro è fare il buon lavoro che i dipendenti della Lupiae si aspettano, che si aspetta il sindacato e forse anche la città”. Vi invito a questo.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie alle organizzazioni sindacali. Dichiaro aperto il dibattito. Consigliere Murri e poi Giordano.
Speaker : CONSIGLIERE MURRI DELLO DIAGO:
Grazie, Presidente.
Il collega Monticelli diceva: “Non ci si può dividere”. Concordo, ma necessariamente sento il dovere di fare alcune premesse e brevi accenni al passato. Ecco perché qualifico il mio intervento politico. Avrò modo e tempo per discutere e confrontarmi sugli aspetti tecnico-giuridici di questa vicenda. “Il tema Lupiae vede questa Amministrazione da tempo fortemente impegnata. Sono ben noti a tutti gli incontri avuti dal nostro Sindaco con i lavoratori, con gli organi amministrativi della società, con il collegio sindacale, con la Prefettura. Tuttavia per troppi anni la polvere è stata nascosta sotto il tappeto e ora la questione è riemersa in tutta la sua gravità.
Voi accendete il faro sul caso Lupiae ─ lo avete sollecitato ─ e lo fate a mio avviso per distrarre l’opinione pubblica dalle tante problematiche che questa Amministrazione ha ereditato. Chi ha fatto il militare e lo ha fatto in artiglieria lo chiama falso scopo. In senso figurato il falso scopo è l’obiettivo al quale si vuole far credere vengano rivolte critiche o azioni allo scopo di nascondere le reali finalità che si intendono perseguire.
In primis a mio avviso le vostre contraddizioni. Vi sentite tutti leader, portatori di verità, ma Lecce non vi segue. Lecce vuole una nuova classe dirigente, più giovane, non compromessa, con nuovi stimoli, con nuovo spirito di gruppo. Troppi nodi stanno venendo al pettine. Perché non accendete anche un buon faro sulla vicenda delle case popolari? Sulle effettuate alienazioni immobiliari? Sui conseguenti onerosi contratti di affitto?
Tuttavia torniamo alla Lupiae. Non un concorso, non una selezione, non un colloquio è stato da voi predisposto. Ve ne siete sempre guardati bene. Solo chiamate dirette per acquisire consenso elettorale. Avete così mortificato i sogni, le aspettative di tanti giovani, di tanti uomini e donne di questa città.
Avendo avuto io il privilegio, un anno fa, di sedere su questo scranno davanti ad oltre 270 famiglie, padri e madri, sento io il dovere umano e morale di difendere quei posti di lavoro e lo farò sin quando questo potrà essere possibile. Non desidero passare alla storia di questa città come uno che è rimasto inerte dinnanzi al collasso della Lupiae. Avete consentito voi che la società Lupiae arrivasse a queste cifre, implodesse.
Una società certamente in perdita, da anni lo sapevate e con i conti a mio avviso anche falsati da fantasiose operazioni contabili. Il bilancio fortemente negativo è stato da voi ridimensionato con l’assegnazione di due terreni che non hanno fornito però occasioni di lavoro, di mercato. Avete modificato le loro destinazioni urbanistiche.
Nel 2012 avete scritto che l’ente non poteva fare fronte al ripiano delle perdite attraverso risorse correnti e non avete fatto nulla. Avete scritto che il piano industriale doveva tenere conto di un’adeguata riduzione dei costi (costo del lavoro, spese di amministrazione, spese legali, competenze) e non avete fatto nulla.
La reazione di quella parte della città che si affaccia su via Cicolella fu forte. Vi siete fermati, vennero in delegazione al Comune senza dare concrete spiegazioni e fornire vie di uscita. Ora si richiedono sacrifici ai lavoratori. Ma quali sacrifici in proporzione sono stati fatti in questi anni dai dirigenti, dai quadri intermedi? Ridurre uno stipendio di 1200 euro e portarlo a 1000 euro è un sacrificio sensibile, difficile da digerire, impossibile da digerire. Tuttavia se io tolgo 1000 euro a chi ne guadagna 5000 ─ e questo con l’obiettivo di garantire la sopravvivenza della società ─ lo si doveva pretendere e non lo avete fatto. Non avete fatto nulla.
Ora è necessario un più ampio programma di contenimento, di razionalizzazione delle spese generali, di riorganizzare la società rimettendo anche in discussione il livello degli stipendi più alti. Mi dispiace ma accettare ora i sacrifici è divenuta una necessità. Dobbiamo però usare il linguaggio della verità, tutti noi, anche gli amministratori della società, il Collegio sindacale, i lavoratori.
Solo se facciamo questo, la verità, possiamo tentare di trovare assieme soluzioni idonee a garantire non solo nei prossimi mesi, ma nei prossimi anni la sostenibilità economica e finanziaria della società. I dipendenti Lupiae devono avere fiducia in noi, non ascoltare sirene fuorvianti, affidarsi esclusivamente al nostro Sindaco. Quale strada percorrere cercheremo, faremo il possibile e l’impossibile per percorrere la strada migliore, quella che offre e che può offrire maggiori garanzie perché occorre dare un futuro alla società e si sta lavorando per trovare una soluzione assumendoci noi la responsabilità, mettendoci la nostra faccia.
Ci avete suggerito di fare buona politica se si andava ad anticipare un Consiglio comunale monotematico sul caso Lupiae, però poi ─ lo si è letto una settimana fa ─ accusate il nostro Sindaco di avere un approccio ideologico estendendo questo addebito ai suoi accoliti”. Ho letto questo, anzi abbiamo letto questo. Ci chiamate così, “accoliti”, ovviamente in senso dispregiativo, non religioso.
Ho sentito parlare di scelta ideologica quando è mutato il senso di marcia su una strada, di scelta ideologica quando è stato cambiato il sito del presepe. Sono queste parole invece che creano processi divisori. Noi al contrario lavoriamo e lavoreremo sempre con vero spirito di servizio.
Grazie.
Speaker : CONSIGLIERE NUZZACI:
Grazie, Consigliere Murri.
La parola al Consigliere Giordano. Grazie.
Speaker : CONSIGLIERE GIORDANO:
Grazie, Presidente.
Sinceramente debbo dire che mi aspettavo di ascoltare anche qualche parola dal Sindaco che magari poteva anche indirizzare il dibattito dandoci dei chiarimenti che poi potevano risultare utili per dare delle valutazioni ed esprimere dei pareri. Voi sapete che io sulla Lupiae ho un’idea un pochettino diversa da quella che ascolto.
Noi utilizziamo queste persone in luogo di dipendenti comunali, diciamoci le cose come sono. Come ho detto l’altra volta, chiamiamo le cose con il nome che hanno. Sono delle persone utilizzate in luogo di dipendenti comunali, ma vengono trattate sistematicamente come dipendenti di serie B. Questo lo dicono i fatti, lo dicono le mansioni che svolgono, non è una mia opinione.
È chiaro che terziarizzare costa meno. Io ho sentito il sindacalista Ranfino che ci dice addirittura che arrivano delle offerte a prezzi più bassi immagino. A questo punto avendo ascoltato quello che è stato detto prima, anche dal Presidente Turi, avendo ascoltato anche chi mi ha preceduto, noi abbiamo visto che i dirigenti hanno dato un parere su quella che era la congruità e si dice: “Se tu non modifichi il contratto, non riusciamo a rendere congruo il prezzo”.
Sarebbe interessante nel momento in cui mi si dice che arrivano delle offerte ─ l’ho appreso questa sera ─ vedere il valore economico di queste offerte e capire se il posizionamento sul mercato della Lupiae, una volta che andiamo a chiedere altri sacrifici ai lavoratori… E credo che il problema fondamentale di questi anni per i lavoratori della Lupiae non sia stato quello di vedersi sistematicamente ridurre il valore del salario, ma il sacrificio peggiore penso sia stato quello della continua incertezza su quello che poteva essere il loro futuro, il loro lavoro che poteva esserci o non esserci. Quindi diciamo che li abbiamo sottoposti a due tipi di stress: uno economico e uno psicologico dove, secondo me, il secondo prevale sul primo.
Tuttavia torniamo al discorso di prima. Oggi sono stati introdotti degli argomenti interessanti sui quali non pensavo di dover ragionare e questo delle offerte bisognerebbe cercare di approfondirlo. Mi dispiace che non sono state esibite delle documentazioni che ho ascoltato essere in possesso del sindacato. Sarebbe interessante cercare di capire poi questi servizi a quanto possono essere offerti, che tipo di servizi vengono proposti e soprattutto capire il costo di tutto questo. Io credo che quello che ho ascoltato dal Presidente Turi è abbastanza grave. Qua si dice che il Sindaco e l’Amministrazione di fatto han dato un indirizzo molto preciso, quello che loro hanno fatto era qualche cosa di inevitabile perché diversamente avrebbero avuto tutta una serie di situazioni, di responsabilità non indifferenti.
Qui però ci dimentichiamo sempre il nocciolo essenziale del discorso. Qui abbiamo un socio unico che ha il dovere di indirizzare l’attività della società e nello stesso tempo questo socio unico ha anche la figura del committente unico. Va da sé che se si vuole mantenere aperta una società bisogna trovare un punto finanziario di equilibrio.
Noi abbiamo chiesto da tempo di conoscere quelli che sono i numeri. I numeri non arrivano, io infatti proprio per questo dicevo che mi aspettavo di ascoltare prima il Sindaco che magari avrebbe detto: “Vedete, noi siamo disponibili a fare un sistema di convenzionamento di questa natura” e probabilmente quello che stiamo dicendo in parte ce lo saremmo risparmiato, ma avremmo avuto le idee chiare.
Sappiamo ─ lo dice il Presidente Turi e dai conti… io faccio l’imprenditore, quattro conti li so fare pure io, cos’è un contratto multiservizi e che differenza c’è con un commercio terziario lo so ─ e oggi ci viene detto praticamente che dobbiamo percorrere la strada del contratto multiservizi. Il contratto multiservizi sì risolve, ma risolve in parte il discorso.
Credo che il risparmio se si deve fare all’interno di una gestione debba toccare tutte le voci. Non è che si taglia il costo del personale e si risolvono tutti i problemi. Se si deve intervenire finanziariamente con un riallineamento si deve fare su tutte le poste di spesa, non è che si può fare solamente in una direzione. Quando sono stato chiamato a doverlo fare io in società che amministravo ho considerato il personale, ma l’ho considerato come una delle voci, non l’ho considerata la voce. Mi permetto di dire che così è troppo facile risolvere i problemi.
Io credo che noi dobbiamo partire dal capire che cosa vuole fare il socio unico, dobbiamo partire dal capire quanto deve essere appostato e dobbiamo valutare il lavoro di queste persone non alla stregua di qualsiasi altra impresa che può prestare gli stessi servizi. Dobbiamo considerare che molte di queste persone collaborano con l’Amministrazione comunale da tantissimo tempo, svolgendo di fatto le mansioni simili, analoghe a quelle dei dipendenti comunali, senza avere né la certezza del posto di lavoro e soprattutto essendo pagati in maniera molto peggiore. Questi qui sono fatti, poi chiamiamoli come vogliamo.
Ho ascoltato e, debbo essere sincero, mi è dispiaciuto che il collega Murri che è una persona che io stimo veramente tantissimo ci ha parlato di un falso scopo. Qua i problemi sono reali, collega, non è che stiamo parlando di… Falso scopo… Abbiamo evocato anche lo spettro delle case popolari, abbiamo evocato lo spettro di dinamiche discutibili sul reclutamento del personale. Io sinceramente debbo dire che me le sarei risparmiate queste cose e questo glielo debbo dire perché sinceramente non mi aspettavo di dover discutere di queste cose quando invece abbiamo problematiche differenti. Ecco, andare a dire: “State tirando in mezzo questo…”. Questo è un problema con il quale noi viviamo da tempo.
Io dissi, ma questo all’inizio dell’avventura Lupiae: “Non costruite una società basandovi sulla possibilità di non pagare i contributi per tre anni”. La società o la strutturate come Cristo comanda, cioè che vada sul mercato e possa essere gestita in una maniera imprenditorialmente sana, se no diversamente metterete la società stessa ma soprattutto i lavoratori nei guai. Questo io l’ho detto quando è stata costituita perché avendo avuto io dei lavoratori per i quali mi sono avvalso dei contratti agevolati sapevo che cosa mi aspettava dopo. Questo è un discorso molto chiaro, queste sono delle cose alle quali tutti avrebbero dovuto pensare dall’inizio. Vale a dire posizionare la società in una maniera seria, chiara, corretta sul mercato, mettendo all’inizio i soldi per fare investimenti che potessero avere risultati dopo. Questo non è stato fatto e non è stato fatto da nessuno. Su questo siamo d’accordo.
Tuttavia il fatto che non sia stato fatto da chi prima di noi oggi è all’opposizione non ci esime oggi dal cercare di trovare una soluzione. E la soluzione insieme… Qua stiamo parlando di posti di lavoro, di famiglie. Mi spoglio del mio colore politico. Posso avere una visione di impresa che è diversa ed ho una visione di impresa che è diversa, ma in questo momento la politica la sto mettendo da parte perché sennò dovrei semplicemente dire: “Non vi state dimostrando capaci di…”. Quello che io dico al socio unico è: “Se non dai il numero preciso dell’investimento che intendi fare, non dai la possibilità a nessuno di costruire un piano di impresa”. Come dico anche: “Se tagli oltre il 10 per cento il valore delle convenzioni e ti puoi ─ la legge te lo consente ─ mantenere oltre il 10 per cento comunque mandi l’azienda al fallimento. È inutile che ci giriamo intorno perché di questo stiamo parlando”.
Quindi bisogna trovare un sistema che consideri il ruolo di queste persone perché se li consideriamo un’impresa come le altre, visto che arrivano le offerte, partiamo da un presupposto completamente sbagliato. Queste sono delle persone che accompagnano la vita dell’ente così come l’accompagnano i dipendenti dell’ente. Se non acquisiamo questo tipo di consapevolezza qualsiasi tipo di ragionamento, di trattativa, di impostazione non avrà il presupposto necessario che è questa: la considerazione professionale prima che umana di queste persone. Se non partiamo da là e li consideriamo un’impresa a se stante che casualmente è di proprietà del committente e andiamo a fare i paragoni, ci arrivano già le offerte… Io vivo con il sistema delle offerte e certe volte mi rendo conto che guardando delle offerte dico che sono impraticabili, non si possono fare, perché se vuoi rispettare la legge queste cose non le puoi fare.
L’ente la legge la deve rispettare per forza, almeno questo ce lo dobbiamo dire, quindi se non stiamo attenti nel valutare le cose… Questo io lo dico anche a chi deve dare giudizi di congruità perché è facile dall’esterno dire: “Io do un giudizio di congruità”. Va bene. “Vedo quanto mi hanno offerto tizio e Caio” ma non è così. Non sono entità commensurabili. La storia, la genesi dei fatti, le mansioni svolte sono completamente differenti. Queste cose vanno tenute in conto.
Se vogliamo risolvere il problema penso che il Sindaco un’idea ce l’avrà su questo fatto, non può non avercela, lo conosco bene e so che è una persona che comunque sia questi ragionamenti se li è fatti certamente, al di là di quelli che possono essere i suoi convincimenti sulla società che è anche legittimo che lui abbia. Infatti io qui dentro, in Consiglio comunale, sto da tanto tempo e ho avuto modo di ascoltarlo nel tempo anche per quella che era la sua impostazione nei confronti della società. Quindi oggi bisogna tirare fuori questi numeri, sapendo che togliere più del 10 per cento dal valore delle commesse significa prendere la società e buttarla via, questo è il discorso. I numeri sono questi, i dati di fatto sono questi. Quindi è necessario ormai iniziare a sapere con quale mazzo di carte dobbiamo giocare, sapendo che se le carte sono 40 dobbiamo cercare di giocare con 36. Se giochiamo con 35 la partita la perdiamo all’inizio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Consigliere Mazzotta.
Speaker : CONSIGLIERE MAZZOTTA:
Grazie, Presidente.
Io un invito che volevo fare a lei e al Consigliere Murri era quello di attenerci all’ordine del giorno di oggi perché tutte queste persone che vediamo qui sono qui perché vogliono delle risposte concrete in merito al loro futuro. Non interessa quello che è accaduto prima, soprattutto questioni che non riguardano la Lupiae Servizi e che riguardavano invece l’Amministrazione Perrone e non interessa a loro le nostre divisioni e le nostre beghe politiche. Quello che interessa a tutti noi oggi è coscientemente cercare di salvare 275 famiglie che oggi si trovano in gravi difficoltà perché da mesi non ricevono lo stipendio.
Quindi al di là di quello che ho detto qui tre mesi fa e che non so se ricorda qualcuno di voi… Noi dicemmo che un campanello d’allarme c’è perché mentre il sindaco usciva trionfalmente sui giornali dicendo che la società riusciva a garantire gli stipendi per ottobre, novembre e dicembre noi dicemmo: “Occhio, perché il rischio è concreto” e purtroppo quello che noi speravamo non accadesse è accaduto: che voi vi trovate purtroppo a ottobre e novembre che non avete ricevuto lo stipendio. Dicembre lo vediamo nero come gli altri mesi, quindi certamente non sono momenti facili e ci uniamo al vostro disagio perché sentiamo a cuore le sorti di questa società così come ha fatto da sempre l’Amministrazione di centrodestra ora…
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, si rivolga all’Aula per cortesia. Lo sapete come la penso.
Speaker : CONSIGLIERE MAZZOTTA:
Va bene, Presidente. Tanto non cambia nulla, era giusto…
Speaker : PRESIDENTE:
Sì, lo so però nel rispetto… È un Consiglio comunale questo.
Speaker : CONSIGLIERE MAZZOTTA:
…perché condividevo con loro questa posizione e questa situazione.
Al di là di questo entriamo nel concreto perché ho ascoltato con molto interesse le parole della Presidente Turi e successivamente del rappresentante le sigle sindacali. Chiaramente tutto ruota intorno alla scelta che prenderà il socio unico perché sappiamo benissimo che le sorti della Lupiae Servizi dipendono da sempre dal Comune di Lecce e quindi il fatto che ancora oggi, a un mese dalla scadenza delle convenzioni, non si sappia cosa vuole fare in merito a ciò il Comune di Lecce e quindi l’amministratore e il socio unico certamente è una situazione di grave disagio.
Un’altra cosa che ho ascoltato con interesse dalla Presidente è che dice che sono state fatte delle proposte per delle soluzioni, ma che l’Amministrazione comunale ha inteso mandare le carte in Tribunale e quindi sbarazzarsi dall’assumersi delle responsabilità e delegare tutto questo quindi a un concordato. Vedremo cosa accadrà perché oggi l’Amministrazione della Lupiae dice che loro non possono più intervenire in quanto le carte sono in Tribunale, quindi qualcuno certamente ha assunto la decisione di portare le carte in Tribunale per vedere quello che deciderà il giudice.
È certo che delle risposte in tal senso le aspettiamo tutti, le aspetta la città ed è quindi per questo che ─ ripeto ─ la scelta che l’Amministrazione oggi dovrà fare a chiare lettere è se le convenzioni vorrà rinnovarle o meno.
La ringrazio.
Speaker : CONSIGLIERE MESSUTI:
Grazie, Presidente.
Penso che siamo arrivati al nodo della situazione. Siamo arrivati al nodo di una crisi e di una zona d’ombra che ha purtroppo distillato lei, caro Sindaco. Io non so se il tema della gestione del problema della Lupiae Servizi sia il frutto di un suo disorientamento amministrativo o di un’attenta prosecuzione di quello che è sempre stato e su cui non può certamente dire il contrario, l’intendimento relativo alla Lupiae Servizi.
Dico questo perché già nel mese di settembre più di un campanello di allarme da questi banchi dell’opposizione noi glielo sollevammo, nel momento in cui in sede di equilibrio di bilancio lei portò la perdita della Lupiae Servizi, soprattutto quando, in sede di equilibrio di bilancio, rigettò al mittente il piano industriale fatto dall’advisor individuato dalla Lupiae.
Questi professionisti, poveretti, cercarono delle ipotesi probabilistiche, immaginando che l’entità, la quantità dei servizi per il 2018 e per il 2019 fossero gli stessi di quelli del 2017, tre soluzioni, quindi fecero tre casi di scuola per cercare di tenere in piedi un piano di ristrutturazione, o un piano industriale.
Lei disse: no, è incerto, è insicuro, non è fondato su dati scientifici, perché la scientificità lei non la intravedeva nei professionisti, o non la voleva intravedere nel momento in cui non dava il contenuto economico dei servizi che dovevano essere dati alla Lupiae Servizi, riteneva che fosse opportuno trovare un altro advisor, che in assenza, sempre, della quantità economica dei servizi, riuscisse a individuare un piano che secondo i suoi desiderata fosse più scientifico rispetto a quello precedente.
Giustamente, il Consigliere Perrone diceva che neanche il Nobel per l’economia sarebbe riuscito, in assenza del montante economico, ad arrivare a determinare un piano industriale. Pensammo: è in disorientamento.
Ma proseguiamo. Io non ho dato compagnia ai lavoratori nel momento in cui hanno sfilato innanzi alla Prefettura o sotto il Comune, non perché non solidarizzassi con loro, ma perché ritenevo giusto non strumentalizzare. Sono intervenuto solo e soltanto quando – Lecce è piccola, 100.000 abitanti non sono tanti, le voci si vengono a sapere, le indicazioni diventano sostanza – in un’Assemblea è emerso un desiderio del socio unico: cercare di definire la crisi aziendale per il tramite della procedura del concordato preventivo. Mi sono avvalso degli studi, di colleghi, per indire una conferenza-stampa per dire: guarda, caro Sindaco, che stiamo sbagliando, perché se tu offri il montante economico dei servizi è più adeguata la procedura dell’accordo di ristrutturazione rispetto al concordato preventivo. E ne ho indicato anche i motivi, le ragioni, sia nella procedura, sia sotto il profilo quantitativo ed economico.
Ero illuminato, in quel momento? No. Indicavo una soluzione a mio avviso coerente anche con un epilogo, per dare una soluzione chiusa affinché si dicesse che l’opposizione non rappresentava un agire critico, fine a se stesso e che non fosse propositiva; indicava lo strumento e indicava pure l’epilogo. L’ipotesi della società unica, giusta o sbagliata che fosse, opinabile o non opinabile, era pur sempre una proposta che le veniva offerta.
Allora quelle voci con le quali, o per le quali, si rappresentavano i suoi desiderata di arrivare alla procedura ex articolo 161 del concordato preventivo, vengono confermate, perché un minuto dopo la conferenza-stampa, esce il Consigliere Patti. Dopo 24 ore esce il Consigliere Rotundo: la procedura del concordato preventivo è l’unica che può salvare la società. Due voci così autorevoli della maggioranza fanno una prova provata.
Ma, caro Sindaco, qualunque strumento – il concordato preventivo, l’accordo di ristrutturazione –oggi, a bocce ferme, alle ore 18,45 non serve a nulla. Lei deve dire quante somme mette nei confronti della Lupiae Servizi, quanti servizi intende acquistare dalla Lupiae Servizi e per quanti anni. Si è affidato, e questo purtroppo ancora non l’ha chiarito la Presidenza, perché così, in maniera veloce ha ritenuto di dover presentare la procedura del concordato preventivo, in continuità: ma quale continuità? Con quali somme lei garantisce, o quantomeno si è avventurato nella procedura della continuità ex articolo 161? Abbiamo 120 giorni più 30, prorogabili ad altri 30. Se noi non troviamo prima di tutto le somme per presentarci dinanzi alla massa dei creditori, l’epilogo è il fallimento. Se non mettiamo le somme per caratterizzare la continuità, da qui alla settimana prossima, il giudice che sarà delegato alla procedura verificherà che se non mette le somme, non c’è la continuità. È scontato, e questo non lo dice Gaetano Messuti ma lo dice la legge fallimentare, perché ha avuto l’ambizione, la Presidente, di presentare una procedura, un’istanza di concordato preventivo in continuità, mancando il presupposto della continuità, le somme che devono essere messe per acquistare i servizi della Lupiae Servizi.
Ma una cosa è più brutta: io ho assistito ai video della recente manifestazione fatta dai lavoratori. Uscendo dalla porta di Palazzo Carafa, non so se fosse un lavoratore o un sindacalista che le diceva “se facciamo il concordato preventivo, Sindaco, possiamo avere gli stipendi?”, lei ha risposto di sì, con fare mistico. Ha risposto: sì, paghiamo gli stipendi se facciamo il concordato preventivo. È tutto registrato.
La ho offesa?
Chiedo scusa se ho rappresentato un’offesa. Ha legato, nell’immaginario dei lavoratori, che presentando il concordato preventivo possano essere sbloccati gli stipendi. E lei che fa? Va dal giudice delegato e dice: signor giudice delegato, adesso, per effetto della procedura del concordato preventivo, mi autorizza a pagare direttamente i lavoratori, esulando dalla cessione di credito che ha fatto la banca? Il giudice delegato, se fa correttamente il proprio lavoro dirà: caro signor Sindaco, anche se lei è il socio unico, chi è lei in questa procedura prefallimentare? Soggetto della procedura prefallimentare è solo e soltanto la società, solo e soltanto il management, a meno che non creda e non reputi di poter interloquire direttamente, ma siamo fuori procedura, Sindaco. Quel messaggio che ha inteso quindi voler mandare, per cui la procedura del concordato sblocca gli stipendi è un messaggio sbagliato.
Oggi lei risolve il problema, e non c’è bisogno di nessuna legge fallimentare, di avvalersi di alcuno strumento fallimentare. Acquisti servizi con il 10 per cento in meno rispetto al 2018, garantisca la continuità per cinque anni, in modo che metta nelle condizioni la società di competere nella sfida dei servizi in favore del Comune di Lecce, e per la quota parte, di procedere a trattative, transazioni, dilazioni con gli istituti creditori. È una somma che lo consente, soprattutto se spalmata sui cinque anni. Se fa quello che avrebbe dovuto e potuto fare già mesi orsono, non avremmo certamente parlato di crisi aziendale.
Un ultimo passaggio: forse gliel’avranno spiegato male…
Non so se glielo hanno spiegato bene. Il concordato preventivo a voi passa, dovrebbe passare, su una perizia estimativa che oltre la media dovrebbe valorizzare quei terreni. Mi vorrei riferire al Consigliere Murri, visto che gli furono trasferiti 3-4 milioni di euro. L’auspicio è che il consulente tecnico di parte, che verrà nominato con perizia estimativa, giustappunto li valorizzi a tanto, per cercare di pagare per intero il credito della banca e abbattere il credito dell’erario, degradandolo da ipotecario a chirografario.
La logica conseguenza, con 3 milioni di euro di credito dell’erario degradato a chirografo è il voto negativo, è il fallimento del concordato preventivo. Quindi, lasciamo perdere le chiacchiere e usciamo da questo Consiglio.
Se dobbiamo essere concordi, dobbiamo essere concordi con un’unica voce: riduzione del 10 per cento del montante dei servizi rispetto al 2018 e continuità di cinque anni. Dopodiché, concordato, accordo di ristrutturazione, qualunque cosa, anche fuori dalla legge fallimentare, spetterà al management risolverla.
Questa è una storia in cui…
Speaker : PRESIDENTE:
La prego di chiudere, Consigliere.
Speaker : CONSIGLIERE MESSUTI:
Meno di un minuto…
Speaker : PRESIDENTE:
Le ho dato due minuti.
Speaker : CONSIGLIERE MESSUTI:
… tutti dicono tutto, ma quello che è più grave è che c’è la interconnessione di soggetti che non c’entrano niente con la società, e che oggi invece pongono il veto sulle offerte di servizio. Ma dove si è visto che un dirigente del Comune dica: l’offerta non è congrua, dovete cambiare il contratto da commercio in multiservizio? Loro sono della società!
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Messuti…
Speaker : CONSIGLIERE MESSUTI:
Noi siamo disponibili, altrimenti non tratteremo: 8,5 milioni e c’è continuità per cinque anni.
Speaker : PRESIDENTE:
Non voglio togliervi la parola, però cercate di essere…Non dico 10, sto dando 12, 13.
Consigliere Perrone, poi Patti.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Grazie, Presidente.
Io credo che siamo arrivati a questo punto, ma ci si poteva fermare prima. Io ho fatto una domanda di attualità, all’inizio del mese scorso. È passato un mese e mezzo, e di fatto non abbiamo risolto nessuna delle questioni che avevo posto allora.
Io non credo, sebbene qualche volta l’abbia detto, che la ragione principale che ha spinto il Sindaco a trovarsi incartato in questa situazione sia la sua contrarietà ideologica alla Lupiae. Credo invece che sia stata la volontà della ridefinizione, della ricerca di un equilibrio del bilancio comunale, per come è stato anche rappresentato quando è stata richiesta a quest’Aula, che l’ha accordata, l’opzione del piano di ristrutturazione, per la necessità di rivedere le voci di spesa dell’Amministrazione comunale, e tra queste sicuramente anche la Lupiae, che con quasi 10 milioni, rappresenta una voce assolutamente molto corposa.
Mi dispiace che non ci sia il Consigliere, avvocato Murri Dello Diago, perché avrei voluto ovviamente rispondere alle sue un poco estemporanee accuse. Io credo però che quel tentativo, o la partita tesa a raggiungere quel risultato, il Sindaco l’abbia giocata malissimo, seguendo percorsi astrusi e probabilmente essendo anche, lo dico in modo trasparente, mal consigliato dalle strutture tecniche che lo hanno accompagnato.
Se l’idea era quella di salvare la Lupiae, abbiamo creato le condizioni per rischiare realmente di non farcela. Cos’è cambiato rispetto a due anni fa? È successo qualcosa di così eclatante da mettere in difficoltà la Lupiae nella sua gestione? È accaduto qualcosa di nuovo, straordinario, tale da mettere in dubbio, in crisi la tenuta dei conti della Lupiae? No, assolutamente niente di tutto questo. È avvenuto soltanto, io ritengo per perseguire un progetto assolutamente sbagliato, che non si sia accompagnata la Lupiae come si sarebbe dovuto fare. Il socio unico, committente unico, non ha fatto nulla affinché, per esempio, i dati di bilancio del 2017 portassero una perdita più contenuta. Alcune questioni, che sono questioni di bilancio, erano sottoposte a una sorta di negoziazione tra il socio committente e la società.
Scegliere di svalutare o meno 300.000 euro di crediti che la società vantava nei confronti del Comune, che il Comune aveva sempre considerato esistenti, tant’è vero che lo stesso Sindaco aveva da socio approvato il bilancio 2016 che li riportava, è stato un atteggiamento non certo a difesa della società. Limitare il fatturato della Lupiae abbattendo i servizi a chiamata sicuramente è stato un atteggiamento che non ha favorito in questo caso da parte del committente la tenuta economica della società. Scegliere di boicottare la possibilità della Lupiae di realizzare, liquidare i terreni è stata una scelta del socio committente che non ha voluto accompagnare la Lupiae nel percorso di equilibrio dei suoi conti. Sì, poi ce l’ha detto il Sindaco: perché non l’avete fatto voi, dei terreni? La Lupiae chiede, alla fine del 2016; prima di andar via, questa Amministrazione fa un atto nel quale adotta quel Piano particolareggiato, prevede anche l’approvazione contestuale di quel Piano particolareggiato. Eccezioni mosse dall’allora Consigliere Capone portarono quest’Aula a votare soltanto l’adozione.
Fa specie che ad oggi, a quasi due anni da allora, questa Amministrazione non abbia ritenuto di dover portare in discussione, per la chiusura del procedimento, quell’approvazione, ma che si sia appellata a una dichiarazione del dirigente. A mio modo di vedere non ha la facoltà egli, in quanto dirigente, di bloccare una procedura che prevede l’approvazione da parte del Consiglio comunale.
L’Amministrazione si sarebbe dovuta presentare qui, portando una delibera, per respingere l’approvazione, ma avrebbe dovuto, se questi erano gli intendimenti politici. Tutto questo ha prefigurato un quadro nel quale, a mio modo di vedere, si è fatta poca attenzione ad accompagnare la Lupiae, nella convinzione che comunque una soluzione si sarebbe trovata. Probabilmente, il fatto di conclamare uno stato di difficoltà della Lupiae, avrebbe accompagnato, avrebbe ammorbidito, probabilmente, coloro i quali dovevano accettare di fare un passo indietro.
Tutto questo, peraltro, è stato fatto nascondendosi dietro a obblighi di legge? A pareri di dirigenti? A pareri di Segretari? A tavoli attivati presso la Prefettura, che sono diventati il luogo di confronto, paradossale, di una società nella quale noi siamo soci e committenti?
Che senso aveva andare a discutere in Prefettura? Non era mai successo in vent’anni di vita dell’azienda. E adesso, come si fa a ridurre quel fatturato in modo tale che sia compatibile con i conti del Comune nella visione dell’Amministrazione Salvemini? Si spinge la società al concordato. Era necessario? Era la soluzione migliore? Anche noi in passato abbiamo chiesto ai dipendenti dei sacrifici, ma lo abbiamo fatto fuori da queste procedure. È stato, come ha ricordato anche qualche rappresentante sindacale, un confronto serrato. Eppure, poi, alla fine, si è raggiunto un risultato che ha consentito, grazie al sacrificio dei lavoratori, alla Lupiae, di continuare a vivere.
Allora io mi chiedo: il concordato è la soluzione migliore? Lasciamo da parte l’aspetto puramente etico che un’azienda partecipata pubblica, e che ha il suo fatturato soltanto alimentato dalla pubblica amministrazione, Comune di Lecce, faccia un concordato, di fatto “fregando” fornitori, istituti di credito, il fisco, peraltro creando l’attivazione di una serie di procedure che hanno un costo onerosissimo: commissario giudiziario, attestatore, consulenti. Già questa operazione costerà qualche centinaio di migliaia di euro. Aveva senso tutto questo? E soprattutto, questo perché sono convinto che il Sindaco in buonafede si sia cacciato adesso in un cul-de-sac, in che modo verranno pagati gli stipendi?
Noi lo avevamo proposto: hai la necessità di abbattere il fatturato Lupiae come tutti i costi del Comune di Lecce? Ebbene, noi ci siamo: rinnova le convenzioni – l’ho detto io in una domanda di attualità un mese e mezzo fa – per tre mesi, questo ci avrebbe permesso di provvedere al piano di risanamento, il Comune di Lecce avrebbe potuto versare 1.400.000 euro, che abbiamo stanziato, al ripiano delle perdite e avremmo attivato sin da allora un’attività di negoziazione con i nostri creditori, al fine di abbattere la massa debitoria, o quantomeno, di diluirla nel tempo, senza creare una situazione di crisi aziendale, che è stata inevitabilmente indotta dal fatto che se non rinnoviamo le convenzioni, e se abbiamo perso un mese e mezzo da allora è evidente che l’azienda vada in crisi: cosa vogliamo chiedere noi alla banca, nel momento in cui facciamo il concordato preventivo? La banca, che è anche la tesoriera del Comune?
Noi quindi rischiamo, con la nostra leggerezza, anche di mettere in difficoltà i rapporti che legano il Comune di Lecce alla banca tesoriera. Tutto questo come se non esistessero regole di mercato: un approccio assolutamente naïf, dettato solo da auspici. Come li pagheremo gli stipendi? Mi è sembrato di capire che il Sindaco voleva sostituirsi alla Lupiae, secondo quanto prevede il Codice degli appalti che dice che se c’è qualche fornitore che non paga i dipendenti, io i dipendenti, io mi sostituisco e li pago, dimenticandoci che la Lupiae di fatto è un’emanazione dell’Amministrazione comunale, quindi, se non paga i dipendenti probabilmente è perché noi soci committenti non l’abbiamo messa in condizione di farlo.
Ma siccome metterci la faccia è sempre complicato, si pagheranno gli stipendi, ma chi li pagherà non lo sappiamo. Chi si assume la responsabilità? Siccome da parte di questa Amministrazione non ho visto mai assunzioni di responsabilità, anche a rischio di pagare personalmente, se ci aspettiamo che il giudice delegato, la dico così per come la penso, vi autorizzi a non pagare la Lupiae, e quindi la banca per quelle fatture già scontate, già cedute, per pagare i dipendenti, la vedo molto difficile, per l’esperienza che ho, ma vorrei sbagliarmi.
Allora, Sindaco, e chiudo. La proposta del centrodestra, che ha permesso che venissero approvate due variazioni di bilancio in questo Consiglio, riguardavano opere, e lo abbiamo fatto, è questa: rivediamo il percorso per come lo hai voluto imbastire; verifichiamo se c’è la possibilità di prorogare le convenzioni, in modo tale da metterti in condizione, da mettere in condizione la dottoressa, avvocato Turi, di pagare gli stipendi e rivedere poi se ci sono o meno le condizioni per una procedura di natura prefallimentare, diciamo così; oppure – avrai la tranquillità e il tempo di verificare – se ci sono gli estremi, invece, per chiedere un sacrificio che sia sostenibile alla Lupiae, dopo aver prorogato le convenzioni per tre mesi, che quindi consentirebbero il pagamento degli stipendi, e discutere su quali saranno poi le modalità all’interno del perimetro, che non può essere ridotto di più del 10 per cento…
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, la prego, ha parlato quindici minuti.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Ho finito. Questa è la nostra proposta. Il Sindaco rischia di non avere oggi maggioranza per essere sostenuto in una sua proposta, della quale francamente non abbiamo assolutamente ancora sentito termini e condizioni.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Consigliere Patti, poi Tondo.
Speaker : CONSIGLIERE PATTI:
Presidente, solo se mi dà un secondo, ma per fatto personale, perché mi sono state ascritte delle dichiarazioni che non ho fatto e che intendo chiarire subito al collega Messuti.
Io non ho mai tifato per l’una o per l’altra ipotesi. Pur avendo ricevuto l’appellativo di accolito, ho semplicemente detto che una domanda ex articolo 161, sesto comma, e cioè cosiddetta di concordato in bianco, consentiva di propendere per l’una o per l’altra via. Non sono abituato a tifare per gli istituti giuridici che mi piace scegliere razionalmente.
Mi sento inoltre di dare subito una risposta al Consigliere Perrone, perché come al solito in questa sede si usa una doppia visione, e la si usa contestualmente. Si fa anche questo in maniera strumentale. Il Consigliere Perrone ci dice: invita il Sindaco a ritirare la domanda, ex articolo 161, sapendo bene, perché è persona preparata e che professionalmente stimo, che sia la domanda che quindi la revoca la può presentare solo il Presidente del Consiglio di amministrazione della partecipata.
Detto ciò, in questi mesi, da un anno, ormai, mi sono avvicinato al tema della Lupaie. Da neoeletto non ne avevo contezza, ho cercato di farlo mio. Non ho mai rifiutato il dialogo con i lavoratori, ho cercato di richiamarmi sempre, e lo dimostrano gli interventi pubblici, tutti, a uno spirito di dialogo e di responsabilità nell’esclusivo interesse di 273 lavoratori e delle loro famiglie. Non ho espresso mai giudizi sui lavoratori, ho anche detto che la vertenza Lupiae non può essere un regolamento di conti fra vecchia e nuova amministrazione, non un giudizio sui lavoratori, che vivono di incertezze da anni, dovute ad anni complicati certamente, singolari, e non può essere neanche un giudizio sul management della Lupiae.
Abbiamo deciso, quindi, di guardare alla partecipata in un’ottica di verità, responsabilità, trasparenza, correttezza, e non abbiamo mai voluto derogare a questi princìpi, e non perché non avevamo argomenti per portare il discorso verso altre sponde. Sarebbe stato facilissimo dire “le nuove normative”, “è colpa di chi ci ha preceduto e ha governato per tanti anni” o “è colpa dei vecchi CdA”. Sarebbe stato facilissimo ascrivere le responsabilità a chi c’è stato prima di noi, e non l’abbiamo fatto. Oggi dal primo intervento assisto a un richiamo a dimenticarci del passato, e io ho una frase che dall’inizio di questa esperienza mi ripeto e che vi leggo: “Il passato è il luogo dove abitano le cause, vale a dire i colpevoli. Per questo, i colpevoli insistono tanto sull’inutilità del passato. Vogliono un mondo senza colpevoli, ma quando la cosa risulta impossibile, tornano ad essere quelli che sono sempre stati”, i colpevoli, appunto. È una citazione di Montalbano.
Ma noi non siamo qui per ricercare le cause e, quindi, i colpevoli. Non ci compete. Non siamo fatti così. Però, abbiamo anche il dovere di dirci che il richiamo alla responsabilità, alla trasparenza, alla correttezza è rimasto inascoltato. Abbiamo assistito, in questi mesi, a una serie di strategie atte a creare e a generare l’agitazione dei lavoratori, che oltre ad avere il pensiero del loro futuro e della loro società, poveri loro, dovevano stare appresso a sentire le nostre idee, i nostri intendimenti, le nostre strategie. Ho assistito, in alcuni casi, a dei minicorsi di laurea dei dipendenti della Lupiae, che si muovevano fra ristrutturazione aziendale e concordato preventivo in continuità come se fossero dei provetti dipendenti. Questo, per me, naturalmente è stato uno stimolo.
Ad un certo punto si è parlato – abbiamo perso un mese e mezzo appresso a una discussione che non compete, secondo me, a un Consigliere comunale, ma comunque – se fosse meglio la ristrutturazione aziendale o il concordato preventivo, quando – mi sono premunito di stamparlo – l’articolo 14 del decreto Madia fa riferimento, per le municipalizzate in crisi, a tre possibilità: la prima, il fallimento; la seconda, il concordato preventivo (ex articolo 161); la terza, l’amministrazione straordinaria. Noi andiamo sulla quarta ipotesi, per un mese e mezzo, a ruota libera. Per carità, tutto è legittimo.
Detto questo, mi piacerebbe discutere, perché lo trovo stimolante, di ristrutturazione aziendale, e partiamo da una domanda: come paghiamo il 40 per cento dei debiti in 120 giorni? Ma queste sono cose messe così, parole in libertà, mi perdonerete. Si è sviluppato uno strano dibattito in cui, ci fosse stato Gaber, avrebbe detto che, se uno è di destra, avrebbe detto ristrutturazione aziendale, concordato preventivo se di sinistra. Una cosa completamente surreale. Risultato? Un mese e mezzo perso. Per me, quella è stata una perdita di tempo, quella sì.
Alcuni colleghi Consiglieri chiedevano di essere coinvolti, come stessimo a scuola. La sensibilità del lavoro o ce l’hai o non ce l’hai. Non c’è qualcuno che ti assegna un compitino. Ma soprattutto – l’ho ascoltato dire anche prima dai rappresentanti sindacali – ai lavoratori cosa importa se c’è un concordato preventivo in continuità aziendale o una ristrutturazione aziendale, a loro interessa solo ed esclusivamente il fine: la continuità dell’azienda e il pagamento degli stipendi. È su questo che dobbiamo sentirci impegnati assieme, salvo poi dirci altro.
A chi diceva prima “ci dica quanto intende mettere”, anche qui si insinua nei lavoratori l’idea di una scelta: il Sindaco può mettere 5 euro, può mettere 2 milioni. Lo dice la legge, lo dice lo stesso decreto Madia: la soglia, che avete citato voi stessi, è quella del 10 per cento. Non c’è nessuna sorpresa. Il Sindaco pubblicamente, in Consiglio, nelle assemblee alle quali ho partecipato, ha detto che l’ente lo smentirà se dice cose diverse, ha bisogno della sua partecipata, non vuole privarsi della sua partecipata, vuole garantire gli standard occupazionali. Ma i messaggi terroristici continuavano ad arrivare, l’ultimo domenica “non vi pagheranno gli stipendi fino a gennaio”, si diceva, perché la Lupiae, secondo me, che sarò un avvocato mediocre e di provincia, è un tema che ti occupa anche il sabato e la domenica. A volte si preferisce parlare della Lega Nord a Lecce, cose meravigliose.
Ancora ad infiammare lo scontro quando, da quanto mi consta, le riunioni sono state, oltre che un percorso ad ostacoli, anche serrate, continue, numerose. Non ci siamo mai… Mi ci metto anch’io, Sindaco, perché io ho partecipato a molte riunioni, che devo dire hanno reso questa esperienza politica veramente interessante. E poi c’è ancora chi parlava di terreni, e c’è ancora chi lo fa adesso, come fosse una cosa salvifica per l’ente. Meno male che ci sono i terreni. È bene chiederci, però, proprio sui terreni, questo: come mai dal 2012 – è stato detto prima dal 2011 – ad oggi questi terreni non hanno portato il proprio frutto? Siamo nel 2018.
Eppure, proprio perché ho sempre ragionato nell’interesse esclusivo dei lavoratori, ho anche detto che quell’operazione, Consigliere Perrone, sebbene non risolutiva – mi sono testimoni i lavoratori –, ha consentito alla Lupiae, dandoti il merito, di andare avanti, di portare a casa altri stipendi per sei anni, perché l’interesse che abbiamo perseguito, che io ho perseguito era quello esclusivo dei lavoratori, senza gettare fango su chi ci ha preceduto.
In questo stato di cose, Sindaco, mi sento anch’io di avanzare alcune proposte per il futuro, alcune proposte di merito, perché la Lupiae lo avrà un futuro. Chiedo, per esempio, che nell’organo di amministrazione della Lupiae ci sia uno o più rappresentanti dei lavoratori, affinché le notizie sul modus operandi della partecipata arrivino fino all’ultimo di loro. Chiedo un’operazione verità su stipendi, livelli, minimi, superminimi, ad esempio, una volta salvata la partecipata. Chiedo che l’operazione verità venga esercitata, perseguita e pubblicizzata. Sono i lavoratori, almeno quelli con cui io ho parlato, che lo chiedono. Chiedo, infine, di valutare se quei terreni possano essere utilizzati come alea del pagamento del debito con l’Erario.
Auspico, quindi, che questi uomini e queste donne siano artefici del proprio destino, del loro futuro. Vedete, siamo stati visti in questi mesi, salvo poi ricredersi dopo riunioni, dibattiti, quasi come il nemico. Io non me lo sarei mai aspettato, onestamente. Da questo punto di vista sono stato colto di sorpresa. Però, nel parlare di vertenze, nel parlare di partecipate e di gestione aziendale – io penso sempre ai lavoratori, l’ho anche scritto quando il Consigliere Messuti mi chiamava “accolito” – credo che bisogna approcciarsi al tema con dolcezza, con delicatezza quasi, perché dietro una partecipata ci sono 273 lavoratori e 273 famiglie.
Io, nel valutare il tema, così come l’altra volta vi ho detto che non è necessario avere ripetizioni di sensibilità politica su questo tema, nell’approcciarmi alla Lupiae, e chiudo, ho seguito, assieme ai miei colleghi, un solo imperativo categorico, e per dirlo uso le parole del Presidente Pertini: “Se non vuoi smarrire la strada giusta, resta sempre al fianco della classe lavoratrice, nei giorni di sole e nei giorni di tempesta”. (Applausi)
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Prego, Consigliere Tondo. A seguire, il Consigliere Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Grazie, Presidente.
Prima di iniziare il mio intervento, mi consentirà, Presidente, di fare una domanda al Presidente Turi, perché oggettivamente c’è una cosa che io non mi spiego, Presidente. Noi abbiamo la convocazione del Consiglio comunale fatta da una settimana circa, Consiglio comunale che, fino a prova contraria, rappresenta l’Amministrazione, e noi ieri presentiamo il ricorso, in base alla legge fallimentare, per il concordato preventivo. Io penso, Presidente, che forse un giorno potevamo aspettare per rispetto del Consiglio comunale. Lo dico con molta franchezza, perché ho bisogno di capire questa cosa.
Sicuramente ci saranno stati dei motivi validi, che io non conosco, però ho necessità di capire qual è il motivo per il quale il Consiglio comunale non abbia avuto un minimo anche di rispetto, se lo vogliamo mettere sotto questo punto di vista. Anche perché si conosceva: la convocazione è arrivata a tutti, i giornali ne hanno parlato per una settimana di questo Consiglio comunale. Quindi, non era una cosa sconosciuta. Questa è una domanda a cui formalmente richiedo una risposta.
Adesso vengo all’intervento. Mi sento di dire che in quest’Aula forse ci sono troppi avvocati. Forse ci vorrebbe in questo momento, e me l’aspettavo dal Consigliere Murri per la sua età, un appello di buonsenso, un appello di moderazione, onestamente.
Affrontare una crisi aziendale non è mai una cosa semplice, affrontare una crisi aziendale di una partecipata è ancora più difficile. Quindi, uscire questa sera – lo dico a ogni singolo Consigliere comunale – con una posizione che dia una risposta vera alla Lupiae, alla società e ai lavoratori penso che sia una responsabilità di ognuno di noi, dare indicazioni al Sindaco su come muoversi su questa vertenza. Se riusciamo a farlo in modo unitario, vuol dire che questo Consiglio comunale può essere espressione di maturità. Quindi, quello che ci preme a noi in questo momento è riuscire a capire quali sono le cose che ci uniscono, più che quelle che ci dividono. Ecco perché non abbiamo bisogno di avvocati. Lo dico con la consapevolezza di uno che ha amministrato quando la Lupiae non c’era. Sindaco, lo dico per la mia esperienza: io ero Assessore ai lavori pubblici.
La Lupiae è una risorsa per l’Amministrazione comunale, perché è un’azienda che è a servizio dell’Amministrazione comunale. Io ho amministrato quando le risorse del Comune non erano poche, c’erano meno difficoltà di quelle odierne, però riuscire a dare un servizio immediato alla cittadinanza è stato sempre difficile, anche quando c’erano le risorse finanziarie a disposizione. Quindi, prima di immaginare percorsi diversi, al di là degli aspetti economici e giuridici, noi abbiamo una struttura aziendale che è a servizio dell’Amministrazione comunale e questa per l’Amministrazione comunale è una risorsa, indipendentemente dal problema sociale, che ovviamente ci deve far carico. Però, noi dobbiamo essere consapevoli che la Lupiae è uno strumento operativo dell’Amministrazione comunale e lo dobbiamo valorizzare per quello che è, perché poi dovremmo fare un pochettino i conti, quando si va sul mercato, di quanto costano quei servizi e se costano più o meno, indipendentemente dalle formule di congruità dei tecnici. Il mercato ha regole completamente differenti. Quindi, anche la valutazione dei servizi non deve essere così superficiale.
Il buonsenso oggi ci deve portare a conservare un’azienda che è a servizio della città, e lo dico perché le difficoltà sono molte. Io non sono un tecnico, non mi appassiono ai tecnicismi, ma c’è una situazione finanziaria difficile, gran parte dei creditori viene rappresentata dalla banca e ci sono anche altri creditori. È evidente che il pallino in questo caso ce l’ha la banca.
Ma, secondo me, il cuore della questione, come hanno detto diversi colleghi sia di maggioranza che di opposizione, è capire la commessa. Quelle poche cose di economia che ricordo mi dicono che se c’è il lavoro c’è l’azienda, se c’è l’azienda ci sono i lavoratori. Quindi, qual è il lavoro che deve svolgere? Siamo alla fine dell’anno e ancora non abbiamo contezza di quello che avviene dal 1° gennaio in poi. Quindi, questo è il primo problema che noi dobbiamo affrontare e sul quale dobbiamo condividere una posizione, se c’è da condividere una posizione.
Dopodiché, per quanto tempo abbiamo necessità di questo lavoro? Ed è la seconda domanda, Consigliere Murri, su cui il Consiglio comunale si deve esprimere, prima del 31 dicembre.
Poi dobbiamo comprendere come affrontare la situazione debitoria, se lo facciamo attraverso le procedure. Il buonsenso mi porta a immaginare una procedura che non abbia costi eccessivi, perché già si sparte povertà (così si dice a Lecce) già siamo abbondantemente sotto. Però, se noi ci dobbiamo caricare del costo di una procedura abbondantemente costosa, e lei, da avvocato, mi può dire pure quanto, onestamente io ritengo che dobbiamo fare qualche riflessione anche sull’esigenza reale della procedura. Del resto, se gli stessi risultati li possiamo ottenere con un’azione al di fuori della procedura fallimentare e che non ci comporti ulteriori costi, secondo me va fatta.
Rispetto a questo, io penso che non ci dobbiamo dire molte cose. Io ascolterò il Consigliere Rotundo, poi mi permetto di consigliare un intervento da parte dell’Amministrazione, dopo eventualmente ci vediamo dieci minuti per poter vedere se ci sono gli estremi per arrivare a un provvedimento unitario. Se non ci sono gli estremi, si ritorna in Aula e si vota quello che si deve votare. Ma, questa sera, noi abbiamo la responsabilità, l’obbligo di dare una risposta alla città su questo tema, perché se andiamo oltre diventa sempre peggio.
Quindi, quello che consiglio, per quella che è la mia esperienza in questo Consiglio comunale, è di assumerci la responsabilità fino in fondo, di non perdere ulteriore tempo, indipendentemente se la responsabilità è mia o è sua. È mia, Consigliera. È mia. Però, arriviamo ad assumerci la responsabilità questa sera, diamo una risposta alla città, diamo una risposta ai lavoratori, perché è il nostro dovere – è il nostro dovere – ricercare un punto d’incontro in quest’Aula. Se riusciamo è bene, se non riusciamo cerchiamo di dare comunque una risposta, possibilmente unitaria, sarebbe un senso di maturità, se non è unitaria, comunque diamo una risposta a questa città, perché lo merita la città e lo meritano l’azienda e i lavoratori.
Questo è il mio appello, da persona che è militante in quest’Aula forse da più tempo, ritenendo che, se si porta avanti questa questione, sarà sempre più difficile affrontarla. Quindi, Sindaco, mi appello a lei: verifichiamo un percorso unitario in quest’Aula. Questo è, ovviamente, l’intendimento mio, del Gruppo e penso anche dei colleghi del centrodestra e dell’opposizione, quello di arrivare a un punto di condivisione. Non dobbiamo fare opposizione e maggioranza su questo tema. Su altri forse c’è da riflettere, ma su questo tema ritengo che non sia un problema di maggioranza e di opposizione, ritengo che sia un’assunzione di responsabilità di ogni singolo Consigliere comunale, a cui non ci dobbiamo sottrarre.
Quindi, evitiamo le polemiche sterili, che non devono appartenerci in questo momento, cerchiamo un punto di confronto anche serrato in dieci minuti, un quarto d’ora. Sono 3-4 cose che dobbiamo verificare. Poi non mi appassiono ai tecnicismi. Però, gli obiettivi dobbiamo fissarli in questo Consiglio comunale. Se siamo in grado di farlo è bene, se non siamo in grado di farlo vuol dire che non avremo raggiunto quella maturità.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Prego, Consigliere Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Ieri, con qualcuno dei colleghi della minoranza, ho avuto modo di dire qual è l’obiettivo che loro si ponevano nel chiedere la convocazione del Consiglio comunale, se si voleva tentare di dare un segnale forte che guardava in avanti o se c’era la tentazione di utilizzare un problema serio e anche il disagio profondo dei lavoratori per fare un’operazione politica, ossia utilizzare la Lupiae per fare prove tecniche di Salvemini che va giù.
Perché dico questo? Mi dispiace che il collega Monticelli è andato via, ma, pur apprezzando i toni del suo intervento, va fatta qualche precisazione, perché nel sentire affermare il collega Monticelli che bisogna che la Lupiae rimanga un unicum io penso che si continui nella campagna di disinformazione.
Sabato e domenica sono venuti alcuni lavoratori, altri mi hanno rimesso dei messaggini, e ho letto vere e proprie falsità. Io ho letto – i telefonini sono lì – che l’obiettivo da parte della maggioranza e in particolare del Sindaco Salvemini… E lo voglio dire: come fate a non sentire che in questi mesi e in queste settimane soprattutto si è alimentata una campagna, un clima velenoso, di odio, di messaggi in cui si dice “ti ritengo personalmente responsabile”? Allora io dicevo, parlando con alcuni colleghi: “Domani che cosa vogliamo fare?”. Per capire. Perché se noi dobbiamo utilizzare il Consiglio per continuare una guerra civile, uno scontro con un fine, come qualche lavoratore e anche qualche sindacalista ieri mi ha chiesto “ma domani andate a casa?”, allora io penso che ci sia poco da tessere filo.
Allora rimettiamo le cose. Nessuno dell’Amministrazione Salvemini, il Sindaco in testa, che ha fatto di questo una sfida… Il Sindaco ha ereditato una situazione complicata e ha assunto su di sé una sfida, una sfida grande. Quale? Quella di salvare la Lupiae. Quindi, l’obiettivo nostro è di salvare la società e non di instillare veleno nei lavoratori dicendo che sono pronte le cooperative, che sostituiranno i lavoratori della Lupiae dal 1° gennaio. È chiaro che un lavoratore privo di conoscenze, di informazioni, a cui si iniettano queste cose, ti aspetta sotto casa e ti dice: “Rotundo, ma è vero? Ma è vero?”. Allora, ripristiniamo un linguaggio intanto di obiettività.
Poi molti – lo diceva l’amico Patti – sono venuti a dire che hanno messaggini di alcune donne delle pulizie che gli dicono “no al concordato, onorevole, no al concordato, che è il fallimento”. Io ho cercato di dire anche ai colleghi che tutte le società partecipate in house in Italia che stanno nella nostra situazione, tutte, hanno utilizzato solo il concordato. Non è un mio punto di vista, è un fatto. E in un confronto sereno con l’ex Sindaco Perrone mi sono permesso di dire: “Vedi che l’ATAC era assediata dai debiti e la Raggi ha fatto il concordato e ha salvato i 1.100 posti della società di trasporto pubblico”. Al che l’obiezione è stata: “Ma c’è una questione etica”. Va bene, ci sarà una questione etica, ma intanto il concordato è stato l’unico strumento utilizzato dalle società in house in Italia. L’unico! L’unico! Questa è la verità dei fatti. La verità trasmessa a una parte dei lavoratori è che il concordato è uguale al fallimento, cioè l’opposto.
Perché dico questo? Perché noi dobbiamo confrontarci liberando il campo. È facile, parlando di persone più deboli, che giustamente attendono di avere il salario per il lavoro fatto e che hanno scadenze e impegni, buttare benzina sul fuoco. È facile. Ma spetta a noi. Io questo chiedevo, e ho parlato con più d’uno. Mi è stato detto: “Questa sera abbiamo la riunione”. Allora io ho detto: “Va bene, se c’è qualche atteggiamento, qualche disponibilità fatecelo sapere. Lavoriamo a un documento forte in cui tutti diciamo che vogliamo salvare la Lupiae, tutti, a partire dal Sindaco”.
Io penso che, se prevalgono il tono e gli argomenti che da una parte della minoranza sono venuti, per quello che mi riguarda ci siano le condizioni per tentare di dare questo segnale. Che cosa deve uscire di nuovo? Un altro scontro? O qual è il capolavoro che qualcuno sta coltivando, di un documento in cui prendete un voto in più? In cui domani si dice che Salvemini va sotto e con il quale pretendete, persino violando le leggi, di dire al Presidente e alla partecipata che cosa deve fare, persino di revocare le cose che ha fatto ieri? Se è questo, è chiaro che noi stiamo giocando, ma state ingannando i lavoratori. Lo voglio dire con chiarezza. Chi di voi pensa che la ragione di questo sia la pregiudiziale ostilità di Salvemini… Io ho visto circolare le cose che dicevano Rotundo, Torricelli e Salvemini nel 2012: “Guardate che loro già ce l’avevano in testa da vent’anni”. Non è vero, noi vogliamo salvare la Lupiae. Noi vogliamo salvare la Lupiae! Ma dobbiamo dircelo: per salvare la Lupiae, se non vogliamo essere ipocriti con noi stessi, dobbiamo riformarla.
Noi possiamo sicuramente firmare di nuovo tutte le convenzioni, ma non possiamo pensare ad una riproposizione pedissequa delle vecchie convenzioni. Se lo si dice, si è in malafede. Se io lo dicessi, sarei in malafede e starei dicendo una menzogna ai lavoratori, perché so che questo non è possibile.
Ho sentito anche Antonella Perrone che dice il 10 per cento. Allora noi diciamo almeno il 10 per cento, quello che dice la norma, perché se il Comune è in una situazione di difficoltà, se il Comune è davanti ad una situazione in cui rischia persino di precipitare nel dissesto finanziario, se non approva il Piano di riequilibrio pluriennale, come facciamo a dire che possiamo assumere quell’impegno? È il solito impegno che assumiamo e che rimane sulla carta, e non possiamo assumerlo.
Io penso che noi dobbiamo dire la verità. È vero, la situazione è stata ferma, bloccata. Perché è stata bloccata? Perché il passaggio essenziale… Io ho visto che la Presidente Turi aveva chiesto persino un parere legale a Spano, anni fa. Il tema del passaggio del contratto è un tema vecchio, che non è stato mai affrontato, dobbiamo dircelo. Il Sindaco Perrone e i diversi Consigli di Amministrazione non lo hanno mai affrontato.
Io lo voglio dire con chiarezza. Anche su questa idea che noi stiamo affamando i lavoratori. Lo voglio dire con chiarezza. I lavoratori hanno giustamente una situazione in cui si vedono privati di una parte del loro salario, ma dobbiamo dire la verità: tutti i lavoratori di società in house uguali prendono il contratto multiservizi. Tutte. Solo alcune società analoghe che si occupano della nettezza urbana applicano il contratto dell’igiene pubblica.
Qual è il tema? Il tema è che, purtroppo, come si è detto, il nodo arriva al pettine, ma il nodo c’era prima. Non è che noi ci siamo inventati che bisogna cambiare il contratto. È un tema aperto da anni. Oggi, rispetto alle difficoltà che ha il Comune, non possiamo più eluderlo o far finta di niente. Dobbiamo dire questa verità? Dobbiamo dirla? Giustamente, stamattina ho letto quello che ha detto la Turi. È sacrosanto. Io sono d’accordo con lei: dobbiamo subito rinnovare le convenzioni, ma dobbiamo saperlo che se non diventano congrue quelle convenzioni non si firmeranno. Se non dico la verità, li sto prendendo in giro. È passato un mese e mezzo. Passerà un altro mese e mezzo. Passeranno due mesi. Chi sta lavorando per loro e chi contro di loro? Chi dice la verità?
Questo è il passaggio. Se noi parliamo questo linguaggio chiaro, possiamo anche non mettere giudizi sul passato. Non mi interessa. La città è matura per capire se tutto questo è colpa di chi sta lì da un anno e qualche mese. Spulciamo il passato, ma questo deve essere: costruire un documento in cui noi continuiamo il lavoro che si sta cominciando a fare, con l’obiettivo sicuramente di rinnovare dal 01.01.2019 tutte le convenzioni. Questo deve essere l’obiettivo. Lo poniamo. Dobbiamo porre, però, anche le condizioni affinché si possa realizzare tutto questo.
Se è così, diamo un messaggio alla città. Diamo un messaggio, oltre che alla partecipata, anche alla città. In caso contrario, qualcuno di voi vuole la conta? Volete presentare un documento? Salvemini sbaglia tutto? Voi siete i professori? Ascoltatevi. Uno che sta a casa pensa: “Scusate, ma se eravate così bravi perché avete portato fino a questo livello la situazione? Tutti bravi, adesso, a dare lezioni”.
Da questo punto di vista, e chiudo, se noi riusciamo, io sono – come dice Angelo – per dare un documento unitario sobrio, poche cose, ma certe. Unitario. Solo questo è il segnale. Sennò vuol dire che noi andremo, per quello che ci riguarda, per la nostra strada.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere Rotundo.
Consigliere Massimo Fragola, prego.
Non ho altri interventi. Se qualcuno deve iscriversi, lo faccia.
Speaker : CONSIGLIERE FRAGOLA:
Grazie, Presidente.
Bisogna un attimo calmare gli animi dopo l’intervento del Consigliere Rotundo. Credo che nessuno abbia intenzione di porre una questione politica sull’argomento. Riprendo le parole del Consigliere Tondo, che ho molto apprezzato. Qui l’obiettivo è riportare la responsabilità all’interno di questo Consiglio comunale, trovare una posizione unitaria che possa salvare l’azienda e i lavoratori.
Noi – lo ricorderà, Presidente – lo scorso mese provammo a presentare una proposta di un tavolo unitario, chiedendo la partecipazione a quel tavolo di tutti i Capigruppo della maggioranza e dell’opposizione, dei sindacati e anche dei lavoratori affinché si potesse arrivare ad una soluzione senza arrivare a quella che oggi è diventata, poteva diventare, può diventare una battaglia politica. Non vogliamo che diventi una battaglia politica.
Riprendo i tre punti fondamentali. Riprendo il discorso della Presidente Turi. La Presidente Turi all’inizio ha fatto un passaggio fondamentale. Al 31 dicembre c’è una data importante: la scadenza delle convenzioni. Non è una scadenza che conosciamo da oggi. È una scadenza che conosciamo da tempo, dal momento in cui ci siamo insediati in questa Assise, e ancor prima.
Lo stop delle convenzioni vuol dire, per una società che è andata avanti con anticipazioni bancarie, non avere più anticipazioni. La mancata anticipazione vuol dire non avere liquidità, non avere cassa. La mancata cassa vuol dire mancanza di stipendi. Noi siamo in questa situazione e ci siamo arrivati oggi, dopo sedici mesi di Amministrazione in cui, forse, mi permetto, potevamo fare di più.
Il 14 settembre, quando in quest’Aula abbiamo discusso del risanamento Lupiae, proprio in quell’occasione mi permisi di presentare un emendamento, poi bocciato per motivi tecnici. Anche in quel caso provai ad invitare il Sindaco a prendere per mano e sotto braccio il management aziendale per dare gli indirizzi giusti, corretti, una via, una strada per quello che poteva essere il futuro.
Un imprenditore, prima di fare un’azienda e prima ancora di fare i contratti in un’azienda, va a cercare il lavoro. Se non ha il lavoro, i contratti non li fa. Partiamo, quindi, da cosa vogliamo porre sul piatto. Cosa ci sarà dal 1° gennaio 2019? Quali saranno i servizi che la Lupiae potrà offrire e servire al Comune di Lecce? Ad oggi noi questo non lo conosciamo. Siamo nel buio, forse, totale, nel buio completo. Sinceramente, in qualità di amministratore, in qualità di cittadino e in qualità anche di dipendente di una società, ho tanta paura. Ho tanta paura perché – ripeto – tra un mese non saprò se potrò continuare il mio lavoro al servizio di questa città.
Sposo quanto richiesto dal Consigliere Tondo e quanto richiesto dal Consigliere Messuti. È necessario ritrovarsi attorno ad un tavolo, come già richiesto a suo tempo, per trovare una soluzione unitaria, caro Sindaco. Le chiedo con forza di prendere in mano la situazione e di portare la Lupiae in un porto sicuro.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Prego.
Speaker : PRESIDENTE TURI:
Mi dispiace se la percezione è stata quella di una mancanza di rispetto da parte del Consiglio di amministrazione nei confronti di questa Assise, di cui, invece, è perfettamente consapevole del valore che ha.
Voglio ripercorrere, se me lo consente, le tappe che hanno portato al deposito ieri dell’istanza. Partiamo dall’Assemblea dei soci del 10.10.2018. In quella sede è emersa in maniera forte la difficoltà – come dicevo – finanziaria della società nel pagamento degli stipendi, non avendo le nuove commesse. Proprio in quella sede il socio sollecitava al Consiglio di amministrazione un’attenta valutazione delle iniziative da intraprendere e richiamava sia il Consiglio di amministrazione sia il Collegio sindacale.
Il 15 ottobre il Consiglio di amministrazione riceve una nota da parte del Collegio sindacale in cui testualmente si legge: “affinché valuti – si rivolge, quindi, al Consiglio di amministrazione – tempestivamente se ricorrono i presupposti per eventuali procedure di risanamento previste dalla legge fallimentare ovvero la necessità di convocare l’Assemblea straordinaria del socio per deliberare sullo scioglimento della società”.
Successivamente, si sono svolti presso il tavolo della Prefettura numerosi incontri. Anche in quella sede, il Consiglio di amministrazione è stato, in qualche modo, sollecitato a prendere delle iniziative, stante le difficoltà finanziarie dovute – ripeto – al mancato rinnovo delle convenzioni. Questo ha determinato che da oltre un mese e mezzo la società affronta questo tema. Il Consiglio di amministrazione si è sempre assunto le proprie responsabilità. È chiaro ed evidente che, per quanto – come ribadito dal Consigliere Rotundo – la competenza giuridica, legale nel deliberare sulla procedura da adottare spetti in maniera esclusiva al Consiglio di amministrazione, è chiaro, però, che trattandosi di una società pubblica, con il socio che dà precise direttive, con l’organo di controllo che dà precise direttive, il Consiglio di amministrazione non poteva assolutamente sottrarsi dal deposito di questa istanza.
Le spiego perché è avvenuta ieri, Consigliere. È avvenuta ieri perché in questo periodo con il management, insieme al socio, insieme ai dirigenti, si sono tenuti diversi tavoli tecnici in cui si è cercato di addivenire ad una soluzione per il pagamento almeno degli stipendi relativamente alle mensilità di ottobre. Questo purtroppo – abbiamo fatto tutti i tentativi possibili – non è stato possibile. Il Consiglio di amministrazione ha dovuto prendere atto che non aveva a disposizione ulteriori strumenti giuridici per procedere al pagamento delle retribuzioni, quindi, per una forma paradossalmente di responsabilità, ha ritenuto di accelerare i tempi, non avendo alternative, pur rendendoci conto che, ovviamente, i tempi del tribunale saranno tempi lunghi. Se si fosse trovata una soluzione alternativa, almeno temporanea, per procedere al pagamento delle retribuzioni e poi affrontare con più calma il deposito dell’istanza l’avremmo fatto, ci saremmo assunti le nostre responsabilità. Mi creda: non c’erano alternative. Paradossalmente, si è accelerato proprio perché quella ieri era l’unica strada, e non certo perché volevamo mancare di rispetto a questa Assise.
Presidente, se mi consente, poiché sia il Consigliere Murri sia il Consigliere Patti hanno parlato di “operazione verità”, hanno parlato di costi relativi all’azienda, tengo a precisare che tutti i dati, ovviamente, sono a disposizione da sempre del socio. Anche con riferimento al personale, sono state inviate tutte le schede relative ai livelli. Qualsiasi informazione è a disposizione del socio, dell’ufficio di Gabinetto del Sindaco.
Non entro nel merito della discussione politica, che non mi compete, però mi dispiace che ancora una volta si cerchi di fornire informazioni sbagliate. In questi anni il management ha ridotto quasi a zero i costi aziendali. Mi farò carico di farvi avere personalmente delle tabelle, delle schede che ripercorrono proprio il percorso intrapreso di riduzione di tutti i costi. È chiaro che l’azienda è un’azienda, ha bisogno di mantenersi e ha costi necessari che deve necessariamente affrontare.
Vi dico anche questo. Proprio a causa della difficoltà finanziaria, molto spesso è anche difficile trovare il professionista o, pur seguendo le procedure di legge, trovare fornitori disponibili e a disposizione dell’azienda, ripeto, sempre seguendo le procedure.
Mi permetto e chiedo, prima di fornire informazioni sbagliate... Far passare l’idea che ci sia uno spreco all’interno della Lupiae è una cosa che mi dispiace. Tra l’altro, in questi mesi abbiamo affrontato con il Sindaco diversi tavoli, quindi è perfettamente a conoscenza di questa politica di riduzione dei costi. Chiedo, quindi, al Sindaco di farsi portavoce. Ovviamente, in un momento di difficoltà, di crisi, in un momento di tensione sociale, far passare ai lavoratori l’idea che all’interno della Lupiae ci siano sprechi... Non lo ripeto perché ho interesse a ripeterlo, ma giusto per farvi comprendere. Il Consiglio di amministrazione ha responsabilità grandissime. Io, da Presidente del Consiglio di amministrazione, svolgo tutte le attività...
Speaker : PRESIDENTE:
Presidente, le chiedo di stringere.
Speaker : PRESIDENTE TURI:
Chiudo subito.
Speaker : PRESIDENTE:
Le chiedo di stringere.
Speaker : PRESIDENTE TURI:
...che in precedenza svolgeva il direttore generale, che costava all’azienda 120.000 euro all’anno, oltre il Consiglio di amministrazione, vengono svolte dalla sottoscritta per la somma di 29.000 euro lorde all’anno. Quindi, il Consiglio di amministrazione, il Presidente percepisce meno di qualunque lavoratore della Lupiae Servizi.
Quindi, evitiamo di fornire ai dipendenti, alla comunità, alla città informazioni sbagliate, per una forma di rispetto.
Comunque, mi impegno a farvi avere i dati.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Consigliere Giannotta, prego.
Per favore, un po’ di tranquillità.
Prego, Consigliere.
Speaker : CONSIGLIERE GIANNOTTA:
Grazie, Presidente.
Il mio intervento sarà molto schematico. Come molti altri Consiglieri, sono alla prima esperienza. È la prima volta che ci assumiamo le responsabilità verso una comunità. Io non ero presente in passato, quindi ho la libertà e la serenità di dire, quindi di rimarcare... Vi prego di cogliere le mie parole perché non ci sono precedenti che possano smentirle.
Primo punto. La Lupiae oggi, per me Consigliere comunale, è formata da 270 persone che, attraverso il lavoro, possono raccontare con dignità il proprio essere uomini e donne alle loro famiglie. Il lavoro, come si suol dire, dà dignità all’uomo. È un principio imprescindibile.
Prego?
Non sto girando, infatti, il corpo.
Speaker : PRESIDENTE:
Ha ragione. Mi è sfuggito.
Speaker : CONSIGLIERE GIANNOTTA:
Certo. Avrò modo di guardare…
Speaker : PRESIDENTE:
Si rivolga all’Aula.
Speaker : CONSIGLIERE GIANNOTTA:
...dritto la Presidente. Va bene. Neanche gli occhi posso ruotare. Consigliere, apprezzo queste sue attenzioni. Ha ragione.
Il primo aspetto è questo. Perché è importante? Perché il lavoro nobilita gli uomini ed è la massima espressione di dignità di un uomo, e come tale va tutelato. Perché affermo questo? Per due motivi: perché sono una persona che crede fortemente nel diritto al lavoro e crede fortemente nel diritto al lavoro perché la sua provenienza politica, il suo percorso politico-culturale lo hanno sempre rimarcato, hanno sempre rimarcato il fatto che il lavoro è uno dei principali diritti di un uomo e di una donna. La mia parte politica, la mia provenienza politica mi ha insegnato questo.
Secondo elemento. La Lupiae oggi è in crisi. Lo ha detto il Consigliere Tondo. La frase giusta è: oggi noi, come Consiglio comunale, ci troviamo ad affrontare una crisi aziendale che non è semplice. Ha ragione. Però sono nuovo. Perdonatemi, ma oggi pongo alla Presidente Turi una domanda che forse qualsiasi cittadino avrebbe voluto porre. Presidente Turi, come abbiamo fatto a mettere in crisi questa azienda?
No, mi perdoni. Adesso sto parlando io. Poi risponderà a questa mia domanda. Non la sto infangando. Ripeto: le sto facendo una domanda che ogni semplice cittadino le avrebbe posto. La Lupiae, il management della Lupiae è stato in grado di mettere in crisi questa azienda.
È una riflessione, mi perdoni. Mi lasci fare pure questo. Mi assumo le mie responsabilità da Consigliere comunale, ma mi lasci dire quello che penso nei confronti del management. A casa mia, se la gestione non funziona, chi la gestisce vuol dire che non era pronto a gestire quella partita. Mi perdoni. Poi possiamo raccontarci quello che vogliamo.
Il problema, però, è un altro. Io ho paura. Guardate, è una cosa importantissima per una città, per una comunità. Si chiama “coesione sociale”, parola troppo complessa. Vi dico che cos’è. È la forza di potersi guardare in faccia con l’onestà di rispettarci reciprocamente, ma di metabolizzare le parole che vengono affermate. Questa Amministrazione, il sottoscritto e tutti i miei colleghi di questa maggioranza, soprattutto quelli che sono come me alla prima esperienza vogliono salvare la vostra dignità. Nessuno ha mai pensato di ridurre o creare situazioni di disagio a voi dipendenti.
Torno nuovamente all’altra domanda, perché bisogna essere onesti. L’onestà, perdonatemi, è il primo valore, l’elemento cardine su cui cerco di orientare la mia azione politica e le mie considerazioni.
Lei, Presidente Turi, ha detto che oggi il management non è in grado di offrire un futuro, di prospettare un futuro ai lavoratori perché mancano le convenzioni. Guardiamoci in faccia, Presidente Turi.
Consigliere Perrone, io non ho fatto nessuna scena quando ha parlato lei, eppure non condividevo quello che diceva. Se non vuole ascoltare, può accomodarsi fuori.
Infatti, ancora non ho finito il discorso.
Presidente Turi, nel 2016, a differenza del passato, quando già nel 2012 le è arrivata quella carta sulla scrivania da parte del consulente che diceva... Non so chi era il Presidente, se lei o qualcun altro. Non lo so. Dalla Lupiae, dal management Lupiae arriva questa analisi per capire quale fosse o dovesse essere la tipologia contrattuale da adottare. È una questione – come dice il Consigliere Rotundo – vecchia. Non è di questa Amministrazione. Perdonatemi. Non è di Marco Giannotta. Io non voglio assumermi questa responsabilità. Me ne assumerò altre, ma non questa.
Lei aveva sul tavolo una carta che diceva: forse la tipologia contrattuale che voi avevate caldeggiato non era quella opportuna. È una riflessione. Nessuno vi obbligava all’epoca, ma nel 2016, ahimè, interviene il nuovo Codice degli appalti. Quando lei dice “io oggi non riesco a garantire il futuro contrattuale ai miei dipendenti” dice una cosa vera. Specifica: mancando le convenzioni. Lei non dice che, data la situazione in cui ci troviamo, le convenzioni le possiamo rinnovare perché costituisce presupposto necessario – dice la norma – per l’affidamento delle convenzioni, quindi dei servizi, il preventivo svolgimento di una valutazione sulla congruità economica dell’offerta proposta dai soggetti in questione. Aggiunge, la norma: “Tale valutazione deve considerare l’oggetto e il valore delle prestazioni”.
Presidente Turi, io oggi ho davanti una possibilità di rinnovo di convenzione anche domani, ma lei è la prima che dovrebbe far comprendere ai nostri lavoratori, e io mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo, che in base a questa norma, a differenza del 2012, la strada unica per poter andare in quella direzione è la modifica del contratto, e non è perché lo dice Marco Giannotta, ma perché non l’ha detto la Presidente Turi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Non ho altri interventi. Prego, signor Sindaco.
No, Presidente. Non è che lei può ribattere. Abbia pazienza. Abbia pazienza. Non posso consentire di fare un dibattito continuo. Abbia pazienza.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente.
Mi scuso in anticipo se il mio intervento rischia di essere lungo. Naturalmente, l’importanza dell’argomento, le questioni poste, la delicatezza della situazione che andiamo ad affrontare e che viviamo ogni giorno meritano ogni possibile chiarimento, approfondimento, precisazione.
Sgombro il campo da qualunque dubbio. Anche oggi mi atterrò responsabilmente a dare indicazioni legate al futuro, senza attardarmi nella replica, che potrebbe essere anche puntigliosa, delle tante inesattezze o falsità o cattiverie che sono state riversate in queste settimane nei riguardi dell’operato dell’Amministrazione e mio personale.
Anche oggi alcuni interventi oscillavano fra la rappresentazione del Sindaco come un diabolico manovratore di un’operazione sin dall’inizio preordinata a portare l’azienda al fallimento e, dall’altra, come un amministratore piuttosto pasticcione, improvvisato, poco attento alla norma e mal consigliato.
Adesso mi incaricherò di dirvi qual è la situazione e come ci siamo arrivati, ancora una volta. Evidentemente, averla illustrata in più sedi e in più occasioni, in assemblee pubbliche, in incontri privati, in incontri richiesti ad horas dai sindacalisti, da alcuni lavoratori non è stato sufficiente.
La scelta di coinvolgere la Prefettura in questo percorso, Consigliere Perrone, non è stato un soccorso voluto dal socio unico, ma è stata una precisa richiesta che le organizzazioni sindacali, a garanzia dei propri rappresentati, hanno preteso. Noi a quel tavolo, responsabilmente e doverosamente, ci siamo seduti.
Così come, Consigliere Tondo, ricordo che si sarebbe potuto tenere questo Consiglio ancor prima del deposito dell’istanza da parte del Consiglio di amministrazione se, diversamente da come è avvenuto, gli stessi firmatari non avessero chiesto un rinvio di una seduta che era programmata già quindici giorni prima. Naturalmente, i tempi di una crisi impongono – come è stato ricordato dalla Presidente – anche delle scelte.
Io ho necessità di una precisazione rivolta ad una dichiarazione resa in apertura dalla dottoressa Presidente Turi, che ha parlato di direttive al management circa il cambio del contratto e la riduzione del corrispettivo delle prestazioni. Il socio ha ben presente il proprio ruolo e sa che non può dare direttive al management su questo argomento. In quella situazione noi abbiamo interloquito come committente della società partecipata, al quale abbiamo precisato che in ragione dell’entrata in vigore del decreto Madia, che per la prima volta introduce il tema della fallibilità delle società partecipate, espressamente prevede che per poter procedere agli affidamenti di servizi alle società in house providing i dirigenti – non quindi la Giunta, né il Consiglio – sono chiamati a dover riconoscere e rilasciare una valutazione di congruità economica per giustificare il mancato ricorso al mercato in ragione dell’affidamento diretto.
Perché per la prima volta i dirigenti di Palazzo Carafa sono chiamati a dover rilasciare una valutazione che, in passato, mai era avvenuta? Perché il decreto Madia viene a essere introdotto nel nostro ordinamento a cavallo fra il rinnovo delle convenzioni secondo l’ultimo piano di impresa e la scadenza delle stesse previsto il 31.12.2018. Nello stesso periodo viene introdotto il codice dei contratti pubblici. È proprio lì che indica quello che oggi voi giudicate una sorta di inaccettabile interferenza dell’organo tecnico.
Additare ai lavoratori la responsabilità dei dirigenti chiamati ad assumersi la responsabilità in proprio significa voler ignorare quella che è una precisa previsione di legge, che neanche l’onnipotenza della politica o presunta tale può calpestare, ignorare, offendere.
A partire dall’agosto del 2018, quindi ancor prima dell’approvazione definitiva del bilancio d’esercizio 2017, e a quattro mesi dalla scadenza di convenzioni ancora in essere, l’Amministrazione chiede, in ragione del codice dei contratti, alla società le cosiddette proposte migliorative.
Le proposte migliorative naturalmente vengono predeterminate dall’azienda in ragione del contratto vigente sinora applicato e della riduzione dell’orario di lavoro che era stato siglato. Quelle offerte vengono definite inevitabilmente non congrue per una ragione semplice, perché se quegli stessi servizi il dirigente li avesse messi e li avesse richiesti dal mercato, quelli sarebbero stati garantiti attraverso l’applicazione di un contratto collettivo adeguato al settore, il cosiddetto Multiservizi, che non è una elemosina, non è un’offesa, è un contratto sicuramente meno gratificante per chi lo riceve, ma è un contratto collettivo nazionale di lavoro, largamente diffuso nelle società pubbliche e private in Italia e in questa provincia, che prevede il riconoscimento di 40 ore e 14 mensilità.
Da quel momento – siamo ad agosto del 2018 – si avvia quella che ancora oggi è una questione non definitivamente risolta: la scelta di adesione a un contratto diverso.
Quello che è stato richiamato come piano di impresa bocciato dal Sindaco – anche qui in totale spregio di quelle che sono le garanzie poste a tutela degli organi, quindi valutazione negativa di congruità economica da parte dei dirigenti, valutazione negativa dell’unità di controllo delle società partecipate, organo previsto dal nostro ordinamento, con il parere dello stesso Collegio dei revisori del Comune di Lecce – viene rappresentato come una scelta politica.
Ricordo che quel piano di impresa triennale, quando tutte le indicazioni che qualunque commercialista iscritto all’Albo sa devono essere almeno quinquennali, prevedeva addirittura l’utile d’esercizio 2018 della Lupiae Servizi, che oggi, nell’istanza di concordato, annuncia che al netto delle scritture contabili di fine esercizio la perdita si registrerà anche per il 2018.
Come vi dissi allora, quel provvedimento è stato assunto a garanzia di tutti, perché il decreto Madia espressamente prevede che ogni intervento di soccorso finanziario da parte del socio pubblico debba essere accompagnato da un piano di risanamento sostenibile.
Diversamente viene configurato come soccorso in proprio, chiamando gli amministratori alle loro responsabilità. Qual è stata l’evoluzione della situazione di crisi? Parte dal 5 di ottobre quando, nel corso dell’Assemblea dei soci, viene comunicato dalla Presidente che una relazione del direttore amministrativo anticipava lo stato di insolvenza, la mancata liquidità per far fronte alle obbligazioni ordinarie della società a partire dal novembre del 2018.
In quell’occasione – e il verbale sta lì a documentarlo – il socio ha richiamato, in ragione di quello che è il cosiddetto presupposto oggettivo e di fronte a una situazione di crisi seria, il Collegio sindacale e il Consiglio di amministrazione a valutare i provvedimenti conseguenti, che sono stati dal Collegio sindacale, in piena autonomia, nell’assunzione di una responsabilità che la legge loro affida, scritto richiamando il CdA a questa possibile previsione.
Da quel momento, pur dovendo inevitabilmente richiamare che l’istituto del concordato preventivo previsto dalla legge fallimentare è indicato espressamente dalla legge che regola le società partecipate dal momento in cui si afferma la possibilità della loro fallibilità, il cosiddetto decreto Madia, da quel momento il socio ha voluto, per gli strumenti che aveva, per le possibilità assegnateli e per il massimo dell’impegno leale e trasparente che ha sempre assicurato al CdA il Collegio sindacale, offrire l’opzione di misurare, attraverso acquisizione di pareri terzi, quale potesse essere lo strumento più adeguato di gestione della crisi, precisando che la responsabilità di individuazione dello stesso non potesse che essere assegnata al Consiglio di amministrazione, non per una deresponsabilizzazione del socio, ma per un evidente rispetto dei princìpi di governance di una società di capitali per quanto a proprietà pubblica.
Da quel momento si è introdotto un argomento che ha incautamente convinto qualcuno che la scelta dello strumento previsto dalla legge fallimentare, istituto del concordato preventivo in bianco in continuità, garantisse sostanzialmente il raggiungimento dell’obiettivo sempre voluto dal Sindaco, il fallimento, e dall’altra un altro strumento della legge fallimentare, che si chiama ristrutturazione del debito, che ha lo stesso presupposto oggettivo, lo stato di insolvenza, garantisse invece la salvezza certa.
Poiché io, in ossequio al principio socratico del sapere di non sapere, non ho strumenti adeguati – altrimenti farei un altro mestiere – per poter determinare se l’uno o l’altro, ho detto al Consiglio di amministrazione: “Sentite tutti, interloquite con vostri professionisti fiduciari e scegliete quello che a vostro giudizio può rappresentare lo strumento più adeguato”. E così ha fatto la dottoressa Turi insieme al CdA. Incaricano, in ragione di un rapporto fiduciario, personale dell’azienda, il dottore Massimo Bellantone e l’avvocato Antonio Sartori.
Qual è lo scoglio che si è aperto riguardo il pagamento degli stipendi? È molto semplice. L’ho detto ieri ai lavoratori, ma lo ripeto. Il pagamento degli stipendi non ha un problema nella indisponibilità delle risorse previste per il riconoscimento di un diritto maturato. I soldi l’Amministrazione ce li ha, sono disponibili in bilancio e possono essere erogati se non vi fosse un ostacolo. Quindi, non è un problema che il Comune non ha i soldi da poter pagare. Il Comune i soldi ce li ha. Qual è l’ostacolo? L’ostacolo è che l’azienda, in ragione di una sua notoria difficoltà di ciclo finanziario, ovvero non dispone nei tempi previsti delle risorse necessarie per far fronte alle proprie obbligazioni, è costretta da anni, attraverso il contratto di cessione del credito, che è allegato a un’anticipazione bancaria, a cedere alla banca le fatture e a chiederne il pagamento anticipato.
Le fatture delle mensilità di ottobre, novembre e dicembre fanno riferimento a fatture già cedute.
Quando è stata proposta per la prima volta la questione in Aula mi sono incaricato di spiegare, ma non sono stato sufficientemente chiaro, perché la questione è stata nuovamente posta oggi, che non era praticabile l’istituto della proroga trimestrale, perché non poteva essere prorogata agli stessi patti e condizioni che erano state già considerate fuori mercato e perché la banca, per poter garantire nuovamente l’anticipazione del credito, chiedeva una proroga sine die, né poteva essere quindi quella strada praticabile.
L’unica possibilità che avevamo era quella di procedere al rinnovo, al rinnovo naturalmente alle condizioni necessarie per poter essere considerate congrue e valide. A quel punto la banca ha detto “No, anche in caso di rinnovo noi non garantiamo, in ragione di una evidente crisi, di voler essere nuovamente partner di questa società”.
La banca si trovava nella straordinaria ed unica condizione di poter essere a conoscenza perfetta di quella che era la situazione economico-finanziaria del Comune di cui è tesoriera e di poter accedere naturalmente ai bilanci della Lupiae. Proprio in ragione di questa doppia e privilegiata conoscenza, applicava sulle anticipazioni di tesoreria interessi passivi intorno al 15-17 per cento.
Quando abbiamo incontrato la banca, la banca ha detto: “Io mi ritengo un creditore privilegiato e quindi come atto dovuto devo diffidarvi dal procedere al pagamento”. Qui si è inserita una questione che ancora non è cristallizzata, perché entriamo nell’alea dell’interpretazione del diritto.
In caso di mancato pagamento di un credito ceduto per un contratto scaduto e non rinnovato, e di cui non c’è stata nuova presa d’atto da parte del Comune che quel contratto è scaduto nel 2017, non è stato rinnovato, non c’è stata lettera di presa d’atto da parte del Comune, c’è chi sostiene che la banca diverrebbe, in caso di mancato pagamento, debitore, creditrice della Lupiae e chi sostiene che diverrebbe creditrice del Comune.
In ogni caso, la questione non è definitivamente chiarita, ma il punto oggi lo rimuoviamo, perché dobbiamo concentrarci sulla questione del pagamento degli stipendi dei lavoratori della Lupiae.
Quali sono state le opzioni che avevamo sul campo? Una prevedeva da parte della banca un accordo stragiudiziale sulla ristrutturazione del debito, che quindi venisse siglato in anticipo rispetto all’ipotesi di deposito dell’istanza di concordato. Chiamati a esprimersi i professionisti incaricati hanno detto: “Non è possibile, è sottoposta a rischio di revocatoria da parte del tribunale”.
Seconda opzione, sempre manifestataci da un confronto continuo con i professionisti incaricati dalla Lupiae: “Poiché abbiamo l’interesse, noi azienda e voi Comune, di garantire l’immediato pagamento dei lavoratori alla società, vi chiediamo di procedere – questo avveniva circa la settimana scorsa – al pagamento delle fatture cedute su un conto Banca Sella sul quale far transitare le somme (500.000 euro) che ci garantisce il pagamento degli stipendi delle mensilità di ottobre. Mentre per il pagamento delle mensilità di novembre, dicembre e tredicesima, depositata l’istanza di concordato preventivo, dovremmo chiedere l’autorizzazione inevitabilmente al giudice delegato”.
Questa opzione l’abbiamo presa naturalmente in carico, perché avrebbe garantito lo sblocco dei pagamenti dei vostri stipendi subito. È stata soppesata, è stata valutata, è stata analiticamente approfondita.
L’esito di questa valutazione tecnica, che non è superabile da un atto di indirizzo politico della Giunta o del Consiglio, perché riguarda la responsabilità di firma dei dirigenti, è stata considerata, in presenza di una diffida della banca e di un’istanza di concordato praticamente prossima a essere depositata, molto rischiosa per chi si doveva assumere questa responsabilità. Quindi, è stato chiesto di far entrare il pagamento delle mensilità di ottobre anch’esso all’interno dell’istituto del concordato e quindi sottoponibile alla valutazione del giudice delegato come elemento di garanzia per chi deve rilasciare e firmare i mandati di pagamento.
Oggi la situazione è questa. Qualcuno mi ha detto che io intendo esercitare un ruolo in proprio di interferenza rispetto al procedimento normato dalla legge che indica quali sono gli organi dell’articolo 161, il giudice delegato, il commissario da una parte e poi i professionisti incaricati tra cui l’attestatore. Io non intendo interferire, non è nelle mie condizioni farlo. Quello che posso dirvi è che lavoriamo perché questo allarme, questa preoccupazione, questo senso di preoccupazione quotidiana che da mesi ci accompagna possa essere percepito anche da chi è chiamato ad assumere provvedimenti conseguenti e quindi anche dal tribunale, perché 270 dipendenti in un’azienda in crisi non è che noi nella nostra provincia ne abbiamo tanti. Non sono tantissime le situazioni di crisi che deflagrano sotto il periodo natalizio. Quindi, è chiaro che chiediamo, con gli strumenti di cui può disporre un Sindaco, il massimo dell’attenzione possibile su questa vicenda.
Quando i lavoratori oggi, come ieri, come l’altro ieri, mi chiedono: “Sindaco, quando ci paghi?”. Io dico: “I soldi ci sono. Acceleriamo il più possibile, ma non dipende da me”. Non significa deresponsabilizzarmi, significa dire a loro la verità, che è l’unica cosa che io posso con loro condividere, l’unico strumento che ho per poterli guardare negli occhi. Diversamente, mi vergognerei di poterli ogni giorno incontrare.
Mi è stato chiesto…
Speaker : PRESIDENTE:
Per cortesia, facciamo parlare il Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Ci è stato chiesto, ed è stato ribadito in Aula questa sera, che l’Amministrazione non è stata nelle condizioni di garantire la continuità aziendale, ed è stata elusiva, omissiva nel dare al management indicazioni circa il perimetro futuro delle convenzioni in essere.
Anche su questo credo che sia doverosa una precisazione. Il primo atto impegnativo che l’Amministrazione ha approvato, finalizzato a garantire la continuità, è stato lo stanziamento di 1.400.000 euro ai sensi dell’articolo 2447, senza il quale, lo ricordo, l’azienda avrebbe dovuto portare le scritture contabili in tribunale.
Quello è stato il primo atto di impegno per la garanzia della continuità aziendale. Il secondo è quello che abbiamo più volte detto: il Comune riconosce il valore della Lupiae, vuole lavorare con la sua società partecipata, è pronto al rinnovo delle convenzioni nel momento in cui si aderisce alla sottoscrizione di un nuovo contratto, mette sul tavolo un ammontare complessivo di risorse ad esse finalizzate che deve essere compatibile con gli impegni, i vincoli e gli obblighi previsti dal 243-bis del TUEL, la cosiddetta manovra di riequilibrio, che significa, a spanne, visto che la manovra ancora la stiamo valutando, 7,5/8 milioni di euro circa.
Su quella previsione di risorse l’Amministrazione è pronta pure a fare il rinnovo quinquennale in presenza dei contratti collettivi siglati…
Compresa, così come 9,5 milioni è comprensivo dell’IVA. Il Comune ha 1.400.000 euro pronti, stanziati e congelati perché la legge gli impedisce oggi di poterli erogare e 7,5 milioni circa per il rinnovo delle convenzioni. Questa è la garanzia della continuità aziendale che l’Amministrazione offre. Da questo momento la responsabilità tecnica, la competenza, la conoscenza, i saperi, il know-how sono nelle mani di chi è stato incaricato dalla società di redigere il piano di risanamento che deve tener conto di altre questioni legate appunto all’abbattimento del credito, all’accordo con l’erario, alla capacità di poter produrre mensilmente quel flusso di cassa a partire dal 2019 che possa mettere l’azienda nelle condizioni di non dover più ricorrere al credito bancario.
Questo passaggio da questo momento naturalmente è nelle mani di chi è stato incaricato di redigerlo il piano, che non può essere il Sindaco, non può essere il Consiglio, non può essere un assemblearismo che vede tutti protagonisti.
L’Assemblea è sovrana nel momento in cui sarà chiamata a esprimersi, l’Assemblea è sovrana nel momento in cui in qualunque momento, come è avvenuto oggi, chiede al Sindaco di riferire sulla situazione. Lo posso fare in Aula, lo posso fare in Commissione consiliare, lo posso fare in un’Assemblea pubblica. Decidiamo noi i tempi e i modi. Quello è sempre garantito, ma l’autonomia dei ruoli che la legge impone non può essere in alcun modo prevaricata.
Qualcuno anche stasera ha sostenuto che io abbia determinato le condizioni per poter mettere la Lupiae sostanzialmente in una condizione di difficoltà, dichiarando che la perdita di esercizio 2017 è frutto di una imposizione o capriccio del socio unico.
Diamo qualche indicazione, così, a chiarimento di tutti. Mi tacci di falsità la Presidente Turi se io ho detto qualcosa rispetto allo stralcio dei crediti di 250.000 euro iscritti nei bilanci degli esercizi precedenti. Mi tacci di falsità se io ho detto qualcosa al riguardo di quella scelta.
Quei 250.000 euro erano iscritti nel bilancio Lupiae e nel bilancio comune per una valutazione che il CdA ha assunto in autonomia, in ragione della difficoltà o dell’impossibilità di vedersi riconosciuta, da parte dei dirigenti di Palazzo Carafa, la titolarità al pagamento di prestazioni che si sono consumate negli esercizi precedenti al nostro insediamento.
In ragione di questa valutazione, il CdA ha ritenuto di doverlo stralciare. Dividete 250.000 euro per tre, applicatelo pro-quota sull’utile di esercizio degli ultimi tre anni e vedete come sarebbe stato chiuso il bilancio d’esercizio 2015, 2016 e 2014 della Lupiae Servizi.
Facciamo un altro esercizio? È stata definita un capriccio del socio, per ragioni di trasparenza del bilancio e di principi contabili che sono affermati e conclamati, la svalutazione di un credito di 1.400.000 euro risalente a dieci anni prima per il quale il Comune è stato riconosciuto debitore con due sentenze e condanna alle spese – la Lupiae Servizi è stata riconosciuta debitrice –, che era iscritto in bilancio al suo valore nominale.
Naturalmente il rischio di soccombenza di un giudizio pendente in Cassazione con due sentenze negative è elevatissimo. Eppure, nonostante questa valutazione, il bilancio era iscritto al valore nominale – parlo al dottor Giordano, che giustamente rivendica le sue esperienze di imprenditore – senza nessuna accensione di un fondo rischi. Abbiamo chiesto che il fondo rischi venisse acceso. Con che percentuale? Ho detto: “Fate fare una valutazione al vostro legale incaricato sul cosiddetto rischio di soccombenza”. Qual è la probabilità che il Comune, che la Lupiae perda in Cassazione? Probabile. Anzi, possibile. Neanche probabile, possibile.
Su una valutazione di rischio di soccombenza possibile, considerata la natura del credito e la sua vetustà, è prudente attestare almeno il 50 per cento, e così è stato fatto.
Vi faccio un’altra domanda. Se questa analoga attenzione fosse stata esercitata negli esercizi precedenti e negli ultimi tre esercizi antecedenti il 2017 non si fosse chiesto il 50 per cento subito, ma si fosse chiesto il 15 per cento in modo da arrivare alla soglia del 15, come avremmo chiuso gli ultimi esercizi del triennio della Lupiae Servizi?
Voi sapete che per effetto del codice delle cosiddette società partecipate la perdita, la chiusura in perdita degli ultimi tre esercizi è la condizione di messa in liquidazione della stessa.
Quando vogliamo raccontarci la verità, raccontiamocela tutta, perché questa è la situazione. Non sono capricci, o pretese, o intralci, sono valutazioni complesse, sono valutazioni anche dolorose che sono state assunte.
Come ha detto il Consigliere Tondo, la gestione di una crisi di una società partecipata è particolarmente gravosa, ed è gravosa molto per me che sto affrontando giornate faticose nelle quali la complessità delle situazioni si accompagna a una pressione a volte imprevedibile, non in ragione della comprensibile preoccupazione dei lavoratori, ma di quello che ad essa si accompagna, anche delle tantissime falsità che incautamente vengono messe in giro non con il contributo, che è quello che noi oggi dobbiamo perseguire, di costruire un accordo che parli al futuro di questi lavoratori, ma per alimentare separazioni, tensioni.
Oggi ho sentito una sciocchezza inenarrabile in quest’Aula, che giungono sul tavolo del Comune proposte di offerte per i servizi da parte di società terze cooperative. Qualcuno parla di cooperative russe, qualcuno parla di cooperative vicine al mio Vicesindaco. Queste sono delle calunnie, oltre che delle sciocchezze, di cui qualcuno si assumerà la responsabilità.
Rinnovo, ribadisco e sottoscrivo l’appello che è stato affidato alla voce di Angelo Tondo, di condividere un ordine del giorno che abbia determinate caratteristiche e nel quale ci si possa riconoscere.
Naturalmente non mi posso riconoscere, ma mi sia consentito, in un ordine del giorno in cui vengono riproposte questioni che mettono in discussione la giustezza del percorso sinora svolto, l’obiettivo di mettere l’azienda in crisi, l’incompetenza, l’inadeguatezza e l’insufficienza di tutti coloro i quali si sono seduti con me al tavolo di questa complicata vicenda. Me lo consentirete per una questione di dignità e di rispetto della verità oltre che di amor proprio.
Siamo pronti a fare nostro un documento che sgombra i giudizi, sgombra le valutazioni, definisce degli obiettivi precisi, finalizzati a cosa? A dare un futuro all’impresa e un futuro a quei lavoratori. Io sono pronto.
Naturalmente, e chiudo questo mio intervento, la mia esperienza politica mi impone di cogliere il significato politico inequivoco che si è voluto manifestare questa sera in Aula, quando un Gruppo di maggioranza, o presunta tale, vota scientemente contro una variazione di bilancio, anzi, contro la variazione generale di assestamento dell’ente. Alla vigilia di una discussione così impegnativa che riguarda oggi la Lupiae e domani la manovra di riequilibrio, manda un segnale preciso al Sindaco di inadeguatezza, di incapacità e di inesistenza di una maggioranza evidentemente. Di questo passaggio non posso non tenere conto. Se non lo dicessi, non sarei serio nei confronti della città, nei confronti del Consiglio comunale e mancherei di rispetto anche a chi quel messaggio me l’ha voluto mandare.
Il messaggio è giunto. C’è chi ritiene il patto di maggioranza evidentemente non più esistente. Da questo punto di vista, fermo restando che io ho e avverto una responsabilità, quella di portare a compimento il mio impegno sino a quando la questione della Lupiae non sarà risolta e sino a quando la manovra di riequilibrio non sarà approvata, se si ritiene che io non solo sia causa di queste situazioni, ma sia anche ostacolo alla risoluzione delle stesse, invito subito chi ha questa legittima valutazione a presentare subito una mozione di sfiducia in Aula o di raccogliere le firme per mandarmi a casa subito, se questo è l’obiettivo che intendete trasferire.
Se io sono considerato ostacolo o se io sono considerato causa di questa vicenda, utilizzate tutti gli strumenti che avete a disposizione. Io la nave che affonda non la abbandono. Arriverò sin dove mi è possibile, la metterò in salvo e poi trarrò le mie conseguenze. Ma se ritenete che il timone oggi sia nelle mani sbagliate, prendete tutte le iniziative conseguenti per mandarmi a casa.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Chiedo un quarto d’ora di sospensione. Un momento, non vi alzate, fatemi parlare. Invito a recarsi sopra, in sala Commissioni, i Capigruppo.
Ci rivediamo in Aula tra un quarto d’ora. Va bene? Colleghi, vi prego di prendere posto.
Segretario, l’appello.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
Battista, Bianco. È assente? Okay. Calò è assente. De Benedetto, De Matteis, Finamore è assente. Fragola, Giannotta, Gigante, Giordano, Guerrieri, Guido, Leucci, Mariano, Mariano, Martini, Mazzotta, Messuti, Molendini, Monticelli è assente, Murri, Nuzzaci, Pala è assente, Patti, Perrone, Povero, Ria, Rotundo, Russi, Salvemini, Spagnolo, Tessitore, Tondo, Valente.
Assenti 4, presenti gli altri.
Speaker : PRESIDENTE:
Da quello che capisco si è giunti ad un accordo e ad un documento unitario. Chi ha il documento?
Consigliere Giannotta, al microfono, lo legga. Grazie.
Speaker : CONSIGLIERE GIANNOTTA:
Grazie, Presidente.
Il Consiglio comunale tutto considera la Lupiae Servizi patrimonio inestimabile e inalienabile dell’Amministrazione comunale e della città di Lecce e intende tutelare appieno le esperienze e le professionalità dei suoi lavoratori; intende inequivocabilmente manifestare la propria volontà affinché la Lupiae Servizi possa continuare da società pubblica la propria attività per gli anni a venire, così come svolto fino ad oggi.
Impegna il Sindaco e l’Amministrazione al rinnovo delle convenzioni per almeno cinque anni, al rinnovo delle convenzioni proposte alla società per almeno cinque anni, per un importo non inferiore a 8 milioni di euro in continuità aziendale ed entro la scadenza delle stesse, finalizzato allo sblocco immediato degli stipendi.
Si chiede, inoltre, l’aumento della produttività e della qualità e l’efficientamento dei servizi svolti.
Speaker : PRESIDENTE:
Colleghi, è un documento unitario, ma io vi chiedo comunque di metterlo al voto. Quindi, tramite il sistema elettronico, vi prego di procedere. Stiamo votando il documento.
Siamo in operazione di voto, mi spiace.
Scusatemi. È un documento unitario. Non mi sembra di dover aprire il dibattito. Votiamo.
Scusatemi, per una questione procedurale chiedo - adesso Claudio farà un giro – che sia firmato da tutti i Capigruppo, perché mancano le firme.
Perfetto. Va bene. Procediamo con il voto.
Va bene, votiamo. Disattivate Monticelli. Operazione conclusa.
Esito: presenti 30, favorevoli 30, contrari nessuno, astenuto nessuno. Il documento…
Auguri.