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C.c. Lecce 28.09.2018 ore 10.00
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Speaker : PRESIDENTE:
Buongiorno a tutti. Scusate per questi minuti di ritardo. Abbiamo avuto un imprevisto.
Segretaria, proceda all’appello. Grazie.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
Battista Luciano, Bianco Giuseppe, Calò Laura, Calò Laura, assente, De Benedetto Federica, De Matteis Marco, Finamore Antonio, Fragola Massimo, Giannotta Marco, Gigante Paola, Giordano Michele, Guerrieri Giordana, Guido Andrea, Leucci Maria Paola, Mariano Mariano Natalia, Martini Severo, Mazzotta Paride, Messuti Gaetano, Molendini Gabriele, Monticelli Cuggiò Bernardo, Murri Dello Diago Cosimo, Nuzzaci Marco, assente giustificato, Pala Giorgio, Patti Pierpaolo, Perrone Paolo, Povero Paola, presente, Ria Lorenzo, Rotundo Antonio, presente, Russi Alberto, Salvemini Carlo, Spagnolo Angela Maria, Tessitore Carmen, Tondo Angelo, Valente Fabio.
Vediamo un po’: Calò Laura, presente, De Benedetto Federica, Finamore Antonio, Fragola Massimo, Gigante Paola, presente, Martini Severo, Mazzotta Paride, Mariano Mariano, Pala Giorgio, Russi Alberto, Tessitore Carmen.
23 presenti, 11 assenti.
La seduta è valida.
Speaker : PRESIDENTE:
In piedi per gli inni.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
Presidente, devo rettificare una cosa: 23 presenti e 10 assenti. Prima avevo detto 11 assenti. Ho sbagliato.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Segretaria.
Primo punto all’ordine del giorno: Ricorso alla procedura di riequilibrio pluriennale ex articolo 243-bis e seguenti del decreto legislativo n. 267/2000, e richiesta di accesso al fondo di rotazione.
Vi preannuncio che saranno distribuiti a breve due emendamenti a questa delibera presentati dal Governo.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente.
Colleghi consiglieri, questo è l’atto conclusivo di un percorso politico-amministrativo che è stato scandito dai precedenti Consigli con più passaggi preliminari, dalla salvaguardia degli equilibri di bilancio alla delibera di presa d’atto di una relazione dei servizi economico-finanziari che scaturiva dalla deliberazione della Corte dei conti di cui parlerò nel punto successivo, alla salvaguardia degli equilibri, allo stanziamento delle risorse finalizzate alla ricapitalizzazione della Lupiae, alla bocciatura del Piano di risanamento proposto, all’indicazione della predisposizione di un nuovo Piano garantendo la continuità aziendale e in ultimo questo passaggio che avevamo annunciato a fine mese per verificare la possibilità che il cosiddetto decreto Milleproroghe accogliesse eventuali proposte emendative finalizzate a offrire opportunità ulteriori agli enti impegnati in manovre di riequilibrio pluriennale del proprio bilancio.
Come sappiamo, il decreto è stato approvato con presentazione della fiducia che ha, di fatto, azzerato qualunque proposta di emendamento. Quindi, ai sensi della normativa vigente, resta come possibilità per l’Amministrazione comunale di ripiano pluriennale di un disavanzo presunto che oscilla tra i 29 e i 32 milioni di euro il 243-bis del TUEL, con accesso al fondo di rotazione, che scaturisce dalla necessità di una programmazione di medio periodo al fine di poter determinare realisticamente il raggiungimento di obiettivi impegnativi e dall’altro quello di assicurare all’ente una dotazione finanziaria fondamentale per far fronte alle sue note difficoltà che vengono richiamate in delibera attraverso i passaggi contenuti nella deliberazione della Corte dei conti e nella relazione dei servizi finanziari per quanto attiene al nostro squilibrio di cassa, al nostro sistematico ricorso all’anticipazione di tesoreria, alla nostra difficoltà di poterla restituire alla fine dell’anno e alla dilazione ulteriore dei tempi medi di pagamento delle nostre fatture. Sono tutti indicatori che, purtroppo, nonostante manovre straordinarie che si sono negli anni succedute, non hanno consentito di poter migliorare.
Questa deliberazione, questa manovra di riequilibrio, questa deliberazione costituisce poi il fondamento e l’asse portante anche delle risposte che daremo alla Corte dei conti rispetto alle loro richieste di chiarimenti e di interventi delle misure che andremo ad assumere e quindi ci troviamo a dover presentare questo provvedimento che, naturalmente, come più volte abbiamo sostenuto, ribadito, precisato, chiarito, annuncia per l’Amministrazione comunale, per la città, per i dipendenti, per la comunità tutta un periodo di inevitabili e dolorosi sacrifici.
Non siamo soli a dover sostenere queste difficoltà. Ormai sono numerosi i Comuni capoluogo che hanno dovuto far ricorso a questa procedura in ragione di contesti particolarmente complicati e naturalmente di politiche di bilancio che negli anni hanno scontato qualche limite. Napoli, Terni, Pescara, Reggio Calabria, Messina Catania, solo per citare i più famosi. Recentemente anche il Comune di Andria, che è il nostro Comune presieduto dal Presidente dell’Autorità idrica di bacino, il dottore Giorgino, ha dovuto fare ricorso a una manovra di riequilibrio pluriennale. Siamo in una dimensione non inedita, che naturalmente ci consente anche di fare delle valutazioni su ciò che inevitabilmente ci attende.
Questa è, quindi, la proposta che assumiamo, consapevoli dell’impopolarità della stessa, certi delle conseguenze che essa produrrà, ma, come più volte è stato precisato, tutti noi agiamo nell’interesse della città, l’interesse collettivo. Mettiamo da parte interessi contingenti e interessi di parte che pure potrebbero comprensibilmente, ma anche impropriamente interferire in valutazioni che devono avere come unico punto di riferimento la salvaguardia degli interessi dell’ente Comune.
Con queste motivazioni, naturalmente pronto a dover rispondere a qualunque richiesta di chiarimento o precisazione, invito l’Aula a esprimere parere favorevole.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Monticelli, a lei la parola.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Grazie, Presidente.
Sindaco, abbiamo ascoltato in Commissione e oggi viene portato all’attenzione dell’Assise un atto politico di importante rilevanza. Come hai detto tu, l’operazione che trattiamo trova riferimento in quello che la Corte dei conti ha dichiarato nella delibera di esame del consuntivo 2015. Noi a quell’atto dobbiamo fare riferimento. Ebbene, vero è, caro Sindaco, che la situazione economico-finanziaria del Comune di Lecce è critica, ma è altrettanto vero che la Corte dei conti con la sua deliberazione dichiara che gli indici di deficitarietà strutturale che vive il Comune di Lecce sono due. Fa riferimento alla scarsa capacità di riscossione, fa riferimento all’anticipazione di cassa che non viene restituita a fine anno. Conclude chiedendo all’Amministrazione quali sono i provvedimenti che intende assumere per riequilibrare la situazione del Comune.
Nulla dice, caro Sindaco, dell’eventuale ricorso al 243-bis. Le dico questo perché io ritengo, caro Sindaco, che lei, devo ritenere in via assolutamente individuale e personale, perché ho avuto modo di ascoltare a microfoni spenti i pensieri di altri colleghi di maggioranza e minoranza, vuole procedere ad attivare questa procedura. Le dico perché, Sindaco, lei sta andando oltre, ultra petita, oltre la domanda che la Corte dei conti le ha riferito, perché laddove, Sindaco, la Corte dei conti, invece – questo deve essere il punto dirimente per tutti noi, chi la vota e chi eventualmente si astiene e chi si oppone – ha ritenuto che si dovesse ricorrere alla misura del 243-bis lo ha detto e lo ha dichiarato.
Ho qui la delibera della Corte dei conti sul consuntivo del Comune di Torino, che veramente è una situazione deficitaria strutturalmente non come quella del Comune di Lecce.
Nella situazione esaminata dalla Corte dei conti, la Corte dei conti dice: “Alla luce dei rilevanti elementi di squilibrio accertati, la Sezione ritiene necessario che il Comune di Torino predisponga un articolato piano di interventi da trasmettere alla Sezione stessa valutando anche l’eventuale ricorso a quanto previsto dal 243-bis del TUEL”.
Quando la Corte dei conti, esaminati gli atti, si è resa conto degli indici di deficitarietà strutturale che sono quelli previsti dalla legge, cioè su 10 devono essere almeno 5, lo ha dichiarato.
Il Comune di Torino con un atto di coraggio, sicuramente, e bisogna dare di questo atto a quella Amministrazione, ha ritenuto di non attivare la procedura del 243 del TUEL e di fare un programma di risanamento individuale.
Dico questo, Sindaco, perché il tuo approccio…
Vorrei che ascoltassi, perché mi rivolgo a te, Sindaco. Il tuo approccio è stato, io ritengo umilmente e modestamente, sbagliato nella gestione dei conti economici e finanziari del Comune, che sono sicuramente non tranquilli. Sin dall’origine io ricordo l’approssimazione con cui abbiamo parlato di passività pregresse, il riconoscimento di famosi debiti fuori bilancio rappresentati dalle CTU. Ancora non sappiamo se quei debiti per CTU, perché io ho fatto una precisa domanda, erano stati pagati dagli obbligati in solido o no. Io ancora non lo so.
Ritengo che anche in questa occasione si sia voluti andare oltre quella che è la situazione reale. Dico questo perché alla luce poi della relazione della Corte dei conti è stata attivata la procedura chiedendo agli uffici una situazione attuale di quella che è la posizione economico-finanziaria dell’ente, ed è emerso questo squilibrio, Sindaco, in virtù di un ragionamento sul fondo crediti di dubbia esigibilità che deve essere rappresentato in una maniera piuttosto che in un’altra, con un metodo piuttosto che in un altro, in maniera altamente restrittiva che ha portato a questo squilibrio.
Ricordo all’Assise che questo obbligo di valutare in quella direzione sarà obbligatorio, salvo modifiche, solo dal rendiconto 2019 che sarà approvato nel 2020.
Noi stiamo portando avanti una politica di gestione delle casse del Comune che ritengo sia, forse, un po’ esageratamente preoccupata. Sicuramente, Sindaco, un riequilibrio, una rimodulazione deve essere presente, ma non vi è l’obbligo di attivare quelle procedure.
La procedura del 243-bis, come lei ha già accennato, determinerà, anche se di poco conto, una elevazione dell’imposizione fiscale del Comune. Mi si dirà che siamo quasi già al massimo. Non so chi in Commissione fece riferimento all’addizionale IRPEF, dove siamo allo 0,7 e quindi verrebbe incrementata allo 0,8.
Ricordava l’onorevole Rotundo che abbiamo un’aliquota di esenzione, mi pare che sia 12.000 euro o qualcosa del genere. Insomma, ormai avevo chiesto già in sede di bilancio di previsione, in quell’occasione, di elevare la soglia di esenzione per adeguarla più o meno alla situazione attuale. Aumentare anche di solo di 0,1 quell’addizionale IRPEF comporta un onere a carico del cittadino.
Sindaco, noi non possiamo seguirla su questo percorso, non possiamo seguirla in un ragionamento di riequilibrio che consegna la sua Amministrazione a una agilità assolutamente ridotta, che comporta dei sacrifici anche, come ha già detto lei, per quanto riguarda il compenso accessorio dei dipendenti, investimenti e quant’altro. Forse questo modo di ricercare la verità dei conti sta andando oltre la verità stessa e sta dando eventualmente un risultato sicuramente contestabile per quello che è il bene della città. Non so che cosa emergerà dal dibattito, ma penso che molti dei consiglieri comunali che siedono in questa Assise la pensino come me e avrebbero privilegiato un riequilibrio, un risanamento diverso, anche adottando e applicando quella che è la normativa che oggi è il faro che deve riportare la delibera, senza far riferimento a situazioni che verranno e che potranno essere modificate.
Sindaco, noi dall’opposizione non ti possiamo seguire in questo progetto. Per quanto mi riguarda, ma penso di parlare anche per gli altri colleghi di opposizione, anticipo il nostro voto contrario a questo piano di riequilibrio, consapevole che un piano di riequilibrio così come presentato sia penalizzato per la città e per la tua stessa gestione amministrativa. Diverso sarebbe stato fare un riequilibrio anche con ovviamente riduzione di spese, che ti avrebbe consentito e avrebbe consentito alla città di avere dei servizi, i servizi a domanda individuale che riguardano la platea di tutti e che noi oggi dobbiamo coprire integralmente.
Vediamo cosa emerge dal dibattito, ma da parte nostra non possiamo che dissentire da questa proposta di deliberazione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere.
Consigliere Molendini, prego. Vi rinnovo l’invito, quando parlate, di rivolgervi all’Aula. Grazie.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Mi devo assentare un attimo per la firma di un atto urgente. Non è una mancanza di rispetto.
Speaker : PRESIDENTE:
Scusate. Chiedo cinque minuti di sospensione, perché manca la Segretaria, in quanto sono venuti… È arrivata, è arrivata. Purtroppo abbiamo avuto delle visite e ha dovuto lasciarci.
Prego, Consigliere Molendini.
Speaker : CONSIGLIERE MOLENDINI:
Grazie, Presidente. Questa delibera che andiamo a votare ora, che è strettamente legata alla successiva sulla presa d’atto dei rilievi della Corte dei conti, va affrontata con senso di responsabilità.
La Corte dei conti, come correttamente anche ha riportato in parte il collega Monticelli, ha rilevato una serie di squilibri. Questa serie di squilibri e questa serie di violazioni di parametri si è detto che non sono sufficienti a far scattare i presupposti per la dichiarazione di dissesto, e ciò è corretto.
Tuttavia, la Corte dei conti si sofferma ancora una volta, ancora questo anno, su alcuni parametri, su alcuni elementi di squilibrio, tipo ad esempio la mancata ricostituzione della cassa vincolata, ma soprattutto un utilizzo sostanzialmente stabile dell’anticipazione di tesoreria che non siamo in grado di restituire e a cui attingiamo sostanzialmente per l’intera durata dell’anno in maniera incrementale. Abbiamo un problema di bassa capacità di riscossione delle entrate tributarie, nonché delle sanzioni amministrative, soprattutto per la violazione del codice della strada. Nella recente udienza presso la Corte dei conti si è dato conto delle azioni importanti che questa Amministrazione ha posto in essere, ma che necessitano, come è evidente, di tempi perché possono produrre i loro concreti effetti. C’è il problema dei debiti fuori bilancio, che dall’inizio di questa consiliatura sono emersi in più circostanze e a cui si è dovuto far fronte.
Un altro indicatore importante è quello della tempestività dei pagamenti. Sappiamo che abbiamo un indicatore che è pari a quasi 137 giorni, che è un elemento assolutamente fuori da quelli che sono i parametri ordinari.
La Corte dei conti, mi piace sottolineare anche al collega che è intervenuto in precedenza, dice che ci sono degli elementi di deficitarietà e anche il superamento di un solo parametro è un elemento che va tenuto in seria considerazione. Infatti, la Corte dei conti dice: “Pur non rendendo il superamento di un solo parametro, pur non rendendo l’ente strutturalmente deficitario costituisce una grave criticità che comporta la tempestiva adozione di concrete misure correttive, a maggior ragione se ciò per più esercizi”, come il nostro caso.
In precedenza sapete bene che sono state poste in essere delle misure correttive nella scorsa consiliatura, anche molto importanti in termini qualitativi e quantitativi. Abbiamo fatto delle manovre che hanno superato i 100 milioni di euro, alcune con misure sicuramente non ripetibili, come l’alienazione di beni immobili, come l’adesione a misure previste da legge a cui avremmo con piacere fatto riferimento anche questa volta, ove ci fosse stata l’opportunità.
Malgrado questo si è ricreata una situazione in cui sono evidenti degli squilibri e sono evidenti perché noi abbiamo una serie di circostanze che determinano un affanno dei conti dell’ente. Erano previste nel triennio passato delle riduzioni del costo del personale; previsioni che non si sono avverate e che sono state segnate esattamente da un andamento contrario. Avevamo previsto per la misura del riclassamento degli estimi catastali una dinamica che, a fronte di quelli che sono stati gli esiti di tutto ciò, è andata esattamente in senso contrario, provocando ovviamente una falla.
Tutto questo, che è di tutta evidenza ed è leggibile chiaramente nei numeri e nella relazione della Corte dei conti, ci impone di fare delle scelte. È evidente che a nessun amministratore, a nessuna Giunta, a nessun Consigliere può far piacere dover adottare delle misure che comportano dei sacrifici per l’Amministrazione, dei sacrifici per la cittadinanza tutta, dei sacrifici per i dipendenti, dei sacrifici per una città. Però è evidente che un principio di responsabilità ci impone di tener conto della situazione in cui ci troviamo e di dover adottare tutte le misure che sono necessarie per non ritrovarci nuovamente questa volta di fronte a un diktat preciso della Corte dei conti, perché quello che si rimanda ti ritorna con gli interessi nel prosieguo.
Noi abbiamo il dovere non di nasconderci dietro un dito e dire frasi di circostanza (“stiamo attivando, stiamo facendo”). Noi abbiamo il dovere di prendere tutta una serie di misure di recupero dell’evasione, di incremento della capacità di riscossione, di azione sui residui. Unitamente a tutto questo, dobbiamo intervenire strutturalmente. Questa situazione finanziaria, se non si prendono le misure straordinarie, non è affrontabile ordinariamente.
Fra le misure straordinarie che era possibile adottare, oltre a quella di una durata di anni assolutamente improponibile... Entro tre anni, una manovra che costa 30 milioni all’incirca, un riequilibrio che quota 30 milioni, non era possibile, ovviamente, adottarla, pena, sostanzialmente, l’impossibilità di sopravvivenza dell’ente stesso. La possibilità di un intervento legislativo che ci desse la possibilità di accodare questi 30 milioni alla precedente manovra intervenuta un paio di anni fa, tre anni fa, non si è avverata. Ove dovesse avverarsi, saremmo sicuramente – se si avverasse a breve – nelle condizioni di intervenire ripensando e ritornando indietro con una delibera successiva.
Cosa rimane in campo? Rimane la manovra di riequilibrio pluriennale. La manovra di riequilibrio pluriennale a che cosa ci espone? Ci espone sicuramente a delle scelte non facili e a delle scelte dolorose. Sono consapevole che per il personale dipendente ci sarà l’impossibilità di accedere a una quota di salario aggiuntivo, ci sarà sicuramente il problema di non poter accendere nuovi mutui oltre a quelli in essere, ci sarà sicuramente un problema relativamente ai controlli che verranno effettuati, ma questo io lo giudico un bene. In passato gli scostamenti sono stati una fonte di squilibrio.
Modestamente, credo, ci sarà un impatto dal punto di vista dell’imposizione fiscale. Avendo le aliquote sostanzialmente tutte al massimo, l’unica incidenza sarà lo 0,01, l’uno per mille sull’addizionale IRPEF, che su un reddito medio di 25.000 euro può quotare meno di due caffè al mese. Io non voglio rendere risibili questi dati, ma obiettivamente bisogna identificarli per quello che valgono.
La manovra sicuramente comporterà degli effetti sui servizi a domanda individuale. Di questo ne siamo consapevoli. Non fa piacere a nessuno, ma è evidente che se ci troviamo in questa situazione delle scelte, anche dolorose, vanno compiute con senso di responsabilità. Per questo credo che l’unica scelta che possiamo fare sia ragionevolmente quella che stiamo andando a fare, consapevoli di una cosa. Un grande uomo del passato disse: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla”. Quest’uomo era Martin Luther King. La situazione era diversa, ma per noi si tratta di prendere delle decisioni importanti e anche dolorose.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Sono in attesa di prenotazioni di intervento.
Consigliera Calò, prego.
Speaker : CONSIGLIERE CALÒ:
Grazie, Presidente.
Sindaco, noi ti abbiamo seguito sulle esigenze del Comune di attivare politiche di bilancio tese a ristabilire l’equilibrio. Non siamo, però, francamente, convinti che la ricetta che tu oggi ci proponi sia quella giusta per l’Amministrazione e per la città.
Non siamo convinti, infatti, che non ci sia altra via per perseguire il risanamento, oltre quella prevista dall’articolo 243-bis del Testo unico degli enti locali, aggravata, peraltro, dagli effetti del ricorso al fondo di rotazione.
Pertanto, riteniamo che sia utile un ulteriore approfondimento per verificare se esistono condizioni diverse per costruire un piano di contenimento delle spese che incontri l’accoglimento della Corte dei conti senza ricorrere al riequilibrio pluriennale previsto dall’articolo 243-bis.
Ti chiediamo, quindi, una consapevole riflessione, in difetto della quale, nostro malgrado, esprimeremo un voto di astensione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliera.
Prego, Consigliere Messuti.
Rivolgiamoci all’Aula, Consigliere. Va bene.
Speaker : CONSIGLIERE MESSUTI:
Mi dica, Presidente. Dove devo guardare adesso?
Speaker : PRESIDENTE:
Guardi me.
Speaker : CONSIGLIERE MESSUTI:
Mi dica lei. L’obiettivo dov’è?
Avrei voluto attendere, sinceramente, per fare l’intervento e anche valutare se farlo, però questo silenzio selettivo della maggioranza dei Consiglieri comunali, in particolar modo degli amici della maggioranza, dà contezza non di non condividere, ma di ritenere esorbitante, sproporzionato e, forse, anche ingiustificato un provvedimento così forte e così incisivo sulla vita cittadina.
In Commissione ieri l’ho ascoltata. Lei ha rappresentato due esigenze per addivenire a questa dolorosissima deliberazione. La prima “tecnica”. Ha ritenuto che la possibilità di accedere al fondo di rotazione, quindi di conseguire i denari dallo Stato, le serviva per poter fronteggiare la cassa, quindi non andare in anticipazione di cassa. Questo aspetto tecnico lo vediamo immediatamente dopo.
Ha, altresì, giustificato che ha avvertito l’esigenza – mi corregga se sbaglio, Sindaco – di offrire ai giudici togati della Corte dei conti una risposta credibile. Sbaglio? Penso che la credibilità andava ricercata nelle argomentazioni con le quali lei ha affrontato l’udienza camerale innanzi alla Corte dei conti, insieme ai suoi dirigenti. La credibilità andava ricercata nelle argomentazioni da offrire in maniera seria e concreta, soprattutto laddove gli stessi giudici della Corte dei conti le rappresentavano il superamento dei due indici deficitari rispetto a quelli previsti per legge per determinare le conseguenze di un riequilibrio ex articolo 243, secondo comma, TUEL.
In parole povere, la credibilità era un problema suo, non era un problema che doveva ricadere sulle tasche dei cittadini, non doveva ricadere nei confronti del personale dipendente. Il problema della credibilità riguardava le sue argomentazioni, la sua capacità di approcciarsi al tema nei confronti dei giudici togati, i quali non richiedevano questo sacrificio.
Oggi arriviamo a questa deliberazione. Lei ha fatto una relazione introduttiva leggera. Ha rappresentato che amministrare significa prendere scelte forti, assumere scelte difficili. Però, Sindaco, perché la correttezza anche in politica deve avere il suo peso e il suo significato, deve anche poter dire che questo è un suo atto. Non venga il balzello che i suoi delegati di Giunta, una volta qui deliberato, vanno a dire che è colpa della passata Amministrazione, perché questo non passerà. Deve passare un messaggio chiaro: è una sua scelta rispetto a due soluzioni, fare un riequilibrio interno senza accedere al fondo di rotazione ovvero accedere al fondo di rotazione con tutti i gravami, le difficoltà e le incidenze negative sulla città. Questo bisogna dirlo. Questo è il luogo deputato e questo deve essere il messaggio.
Se chiede al Consigliere Perrone, all’allora Sindaco Paolo Perrone quali sono stati i rimedi e gli strumenti rispetto a esposizioni finanziarie ancora più gravi di quelle che oggi vengono accertate, forse le racconterà un’altra storia di come sono state affrontate situazioni debitorie, mannaie che sono cadute tra testa e collo inaspettatamente. Le potrà raccontare i sacrifici che sono stati chiesti all’interno nella consapevolezza, da parte di tutti quanti, che si concorreva verso un risultato comune. Le racconterà che, forse, laddove la soluzione più semplice era quella di adire lo strumento del riequilibrio strutturale, del riequilibrio ex articolo 2043, ha ritenuto di non farlo, perché la città doveva continuare ad essere dotata di servizi. Le racconterà che, probabilmente, le soluzioni sono state intraprese anche con l’ausilio di consulenti e, soprattutto, di avvocati, che hanno fronteggiato volta per volta le singole richieste risarcitorie o di indennizzo che sono pervenute. Lei quella storia la conosce. La conosce da quei banchi. Sa che cosa significa il tema della difficoltà di amministrare.
Certe volte comprendo anche il suo disagio nell’affrontare, giustamente, problemi che fanno accapponare la pelle e, soprattutto, danno il senso della impossibilità, però lei sta là ed è chiamato a dare soluzioni che vanno anche al di là della capacità di ragionare o di pensare come affrontare un determinato problema.
Sindaco, probabilmente – probabilmente, glielo auguro – interverrà qualche norma, da qui a qualche mese, che la farà rientrare da questa decisione. Laddove ciò non accada, la città deve sapere che questa è una sua decisione, che questa deliberazione lei l’ha fortemente voluta, che la maggioranza che la sostiene oggi è in una situazione di dubbio. Non passi minimamente, glielo dico con tanta serietà, il balzello che siamo stati costretti ad assumere questa deliberazione per colpa del passato, perché non avete avuto nemmeno il coraggio di contabilizzare lo squilibrio del 2007 fino al 2008. Se riequilibrio strutturale deve essere, doveva essere contabilizzata anche la previsione e la contabilizzazione concreta, visto che siamo arrivati a fine anno, dell’esposizione finanziaria riferita dal 1° gennaio 2018 ad oggi. Questo, forse, poteva e doveva essere fatto, anche per meglio siglare e meglio certificare l’appartenenza di questa deliberazione.
La ringrazio.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Giordano, prego.
Speaker : CONSIGLIERE GIORDANO:
Grazie, Presidente.
Sarò brevissimo e non entrerò all’interno di dinamiche tecniche.
Noi questa mattina ci troviamo di fronte a una situazione molto chiara. Nessuno ci sta obbligando ad andare su questa strada. Nessuno ci ha consigliato vivamente di andare su questa strada. Pertanto, quella che quest’Aula delibererà sarà una scelta politica.
Non siamo costretti a prendere una posizione perché la situazione ci impone questo tipo di scelta. Lo facciamo perché riteniamo o, meglio, perché il Sindaco ritiene, e magari anche la sua maggioranza, che questa sia una strada, dal loro punto di vista, necessaria. Dal nostro punto di vista, che crediamo in una politica che punti a una maggiore tutela del cittadino e magari promuova anche lo sviluppo del territorio, questa situazione finirà per dare un gravissimo colpo a tutta una serie di circostanze. La cosa che pesa di più è che si tratta di una situazione non necessaria, non indispensabile.
Sindaco, ti Consiglierei di riflettere su questa questione. So che, comunque, non lo farai, perché naturalmente ci troviamo qui a discutere di questioni già decise. È bene, però, dire con chiarezza che queste sono scelte politiche delle quali ti stai assumendo davanti alla cittadinanza una paternità che è tua e solo tua e di chi vorrà votare questo tipo di provvedimento e che le strade per fare diversamente e, credo, meglio c’erano e ci sono.
Con questo, anticipo anche il voto contrario al provvedimento da parte di Fratelli d’Italia.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere Giordano.
Prego, Consigliere Patti.
Speaker : CONSIGLIERE PATTI:
Grazie, Presidente.
Solo per dire alcune cose. Noi oggi portiamo una delibera che è diretta conseguenza di quella già portata nel Consiglio comunale di settembre, del 14 settembre. Non pareva così impegnativa la discussione, anche alla luce delle numerose, frequenti e corpose spiegazioni che sono state date in tal senso.
Per completezza, lo dobbiamo ai cittadini, dobbiamo dire da dove partiamo, altrimenti rischiamo di non comprenderci. Partiamo da una manovra di riequilibrio pluriennale varata nel 2014 per circa 40 milioni di euro, che finiremo di pagare nel 2044. Sì, nel 2044. Festeggerò i miei 66 anni con la fine del pagamento di questa manovra. Basta così? Evidentemente no. Nel frattempo, o contestualmente, come preferite, è stata fatta anche un’ulteriore operazione, secondo me di depauperamento del patrimonio comunale: quella della compravendita di immobili del Comune. “Depauperamento” perché? Perché non c’è stato un miglioramento in termini di servizi offerti alla cittadinanza, secondo me, e perché non c’è stato un miglioramento in termini economico-finanziari nella salute dell’ente. Anzi, se ho compreso bene, abbiamo continuato a creare perdite, quindi ad impoverirci ogni anno di più.
A casa mia, nella mia famiglia, forse perché vengo dal popolo, forse nelle famiglie così, più semplici, alcune semplificazioni sono consentite, per cui mi perdonerete, si sarebbe detto che per anni occorreva nutrirsi a frisa e gassosa e si è preferito caviale e champagne. La terza persona singolare impersonale è volutamente utilizzata. Ma andiamo avanti.
Dobbiamo affrontare la votazione di oggi, ripeto, sempre nell’interesse pubblico, non nella strumentalizzazione politica, nella faziosità, nella normale dialettica politica. Perché noi decidiamo di affrontarla così? Perché abbiamo a cuore le sorti della città, perché vogliamo lasciare l’ente, quindi la città, meglio di come l’abbiamo ricevuto.
A me non piace polemizzare. Non amo trasformare questi banchi in una sorta di inquisizione, però poi arriva un momento in cui occorre necessariamente replicare. Le risultanti della situazione sin qui descritta ci fanno anche la lezione. Replicheremo. A questo siamo condannati.
Io vorrei dire una cosa alla mia generazione soprattutto, a quelli che vengono dopo di noi, ma soprattutto ai quarantenni. Sindaco, sia tu che il Vicesindaco Delli Noci avete evocato spesso i quarantenni, una generazione che è sempre stata troppo giovane per essere considerata vecchia e troppo vecchia per essere considerata giovane, una generazione condannata a pagare per ciò di cui non ha usufruito, per ciò che non ha ricevuto. Però poi ci lamentiamo del disinteresse. Il disinteresse è nella natura delle cose, è evidente.
Oggi gli stessi – ricordiamolo – del bilancio inattaccabile, della presa sicura, ci dicono che sbagliamo. Eppure il personale degli uffici è lo stesso della manovra del 2014. Perché allora erano competenti e leali e oggi non dovrebbero esserlo? A cosa si vuole alludere? Me lo chiedo e ve lo chiedo.
Tutte le buone pratiche suggerite oggi negli anni passati dov’erano? Dov’erano? Fare paragoni, è vero, potrebbe non essere corretto, anche perché c’erano misure migliorative rispetto ad oggi delle quali oggi non disponiamo. Gli aiuti regionali, il decreto n. 35, per citarne alcune. Non voglio, però, soffermarmi su visioni eccessivamente tecniche. Forse non ne ho la competenza.
Di fronte ad una situazione come questa, però, e rischio di ripetermi, ma tanto le delibere sono consequenziali e, forse, è inevitabile, emergono nuovamente due modi di approcciarsi alla gestione della cosa pubblica. Il primo tira la palla avanti e dice: “Ma non è obbligatorio. Si può fare l’anno prossimo. Si può fare anche meglio”. Prende atto della cogenza della delibera della Corte dei conti, ma prova – per me che non sono un economista è così – a dribblarla, a dire: “Va beh, si può fare diversamente. Non è necessario”. Ce n’è un altro che è meno popolare, non porta il consenso, non ci sono applausi, Sindaco: decide di non rimanere in balia degli eventi, ma di essere artefice del proprio destino. Si rivolge ai cittadini dicendo qual è veramente la situazione e propone cosa intende fare, non per prendere voti, per portare a casa qualche applauso, per appuntarsi qualche spilletta. Non siamo assillati dal consenso. Se i leccesi ci vorranno, ci saremo. Altrimenti, continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto. Fatevene una ragione. Non lo facciamo per quello, quindi, ma perché vogliamo lasciare la città meglio di come l’abbiamo trovata, assumendoci le nostre responsabilità. Siamo fatti così.
La sobrietà dei conti pubblici, di cui tante volte in questi anni si è parlato, è diventato quasi un cruccio, un capriccio degli intellettuali. Forse dovremmo dire ai cittadini a cosa serve avere conti pubblici in ordine. Vuol dire aiutare le classi meno agiate, vuol dire fare investimenti sul territorio, vuol dire, di fronte a una situazione di crisi come quella, emettere delle misure a sostegno delle famiglie, vuol dire essere accanto ai più poveri, ai meno abbienti, ai meno fortunati, ma vuol dire anche creare occasioni di sviluppo, consentire – se si avessero avuti i conti in ordine – a una partecipata di fare investimenti sul mercato. Aggrediscilo. I liberisti siete voi. Fai investimenti sul mercato. Perché? Per creare nuove opportunità di lavoro. I conti in ordine non sono un capriccio. Sono una programmazione per il futuro.
Onestamente, nell’affrontare questo dibattito, un po’ mi compiango e compiango la mia generazione. Mi rivolgo soprattutto ai Consiglieri dell’opposizione più giovani, come me, ai quali dico: scusate, un’operazione che fa 40 milioni di euro di debiti fino al 2044, fino a quando noi compiremo – ripeto – 66 anni. 20 milioni ricavati dalla vendita di beni immobili (e sono 60), 27 milioni ad oggi di extra deficit, che possono essere da 2 a 5 non perché non si è preventivato, ma perché per il 2018 manca un trimestre, quindi non si può fare altro che una previsione. Mi pare evidente. Su questo dobbiamo convenire, Consigliere Messuti, altrimenti rischiamo di non comprenderci.
Di fronte a questo, ci troviamo un’operazione – ripeto – da quasi 100 milioni di euro, che non possono essere certamente miei, del Consigliere Molendini, della Consigliera Mariano, del Sindaco Salvemini. È evidente. Sarebbe un campione, Sindaco, a fare 100 milioni di perdite. Sarebbe un campione. In un anno io non credo che sarei in grado.
Mi chiedo e chiedo ai Consiglieri dell’opposizione giovani: perché vi assumete questa paternità? Cosa c’entrate voi? Colleghi, guardiamo al futuro nostro e di chi verrà dopo di noi. Dimostriamo di essere più responsabili di chi ci ha preceduto. Votiamo questa manovra. Votiamola, perché ci consente di tirare un punto e di andare avanti, di programmare il futuro della nostra città, della Lecce che vogliamo, che sia a misura di chi seguirà. Dimostriamo di essere responsabili di chi ci ha preceduto, dicevo. Sosteniamola e diamo il via al futuro. È lì che vogliamo andare.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Non ho interventi.
Prego, Consigliere Perrone.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Grazie, Presidente.
Dal giorno delle elezioni del 25 giugno 2017 sapevo che saremmo arrivati a questo punto. Lo sapevo non perché i conti del Comune mi preoccupassero a tal punto da ritenere utile una procedura di questo tipo, ma l’Amministrazione di centrosinistra a guida Salvemini insediata ai vertici di questa Amministrazione inevitabilmente avrebbe dato corso a un’attività tesa a far emergere situazioni di squilibrio anche quando queste non c’erano o a valorizzare, stimare situazioni di squilibrio al di là della loro effettiva consistenza.
Oggi noi siamo chiamati a votare un Piano di riequilibrio pluriennale, secondo ciò che è previsto dall’articolo 243-bis del Testo unico degli enti locali. Abbiamo certificato – poi vediamo come – uno squilibrio e riteniamo di dover ricorrere a questa procedura.
Dando per buono il fatto che ci sia uno squilibrio – poi vediamo di quanto e come lo abbiamo calcolato; io sono un Sindaco che ha gestito per dieci anni un Comune in squilibrio – è necessario procedere al riequilibrio pluriennale previsto dall’articolo 243? O lo vogliamo fare oppure siamo obbligati a farlo. Vediamo se siamo obbligati a farlo. Chi ci può obbligare ad attivare questa procedura coattivamente? La Corte dei conti. La Corte dei conti, Sezione di controllo, che svolge il suo lavoro di certificazione, di verifica sui conti analizzando i bilanci degli enti (conti consuntivi; oggi sta analizzando quello del 2015, siamo ancora in questa fase), rileva alcune criticità. Queste criticità sono tali da giustificare un ricorso al 243-bis? In altre circostanze, e io ho partecipato più volte ad audizioni alla Corte dei conti, la Corte dei conti ha – come ha oggi rappresentato, evidenziato il Consigliere Monticelli – chiaramente indicato il percorso: o attivando l’articolo 6, comma 2, del decreto n. 149, cioè ti invitano al dissesto, ti intimano il dissesto, e se non lo fai tu lo fa il prefetto, di fatto, con la nomina di un commissario, oppure in altre situazioni ti suggeriscono formalmente nella deliberazione l’attivazione della procedura del 243-bis, così come hanno fatto con Torino. Non è un’intimazione, come quella prevista dall’articolo 6, comma 2, del decreto n. 149, ma lascia aperta, pur sotto l’indicazione esplicita della Corte dei conti, la possibilità dell’Amministrazione di immaginare un percorso diverso.
Quindi, la Corte dei conti non ce lo chiede. Questo è pacifico. Non nascondiamoci dietro intimazioni, sproni, pungoli. La Corte dei conti dice che i nostri conti non sono in ordine e richiede a te, Sindaco, e al Consiglio comunale di indicare quali sono le azioni che intendiamo mettere in campo per fronteggiare questa situazione di difficoltà, ma non ti chiede di utilizzare questo strumento, come altre volte ha fatto, in altre situazioni portate all’attenzione dei giudici della Corte dei conti.
La norma dice che gli enti strutturalmente deficitari... Esiste una consuetudine: quando un ente è strutturalmente deficitario deve provvedere ad attivare percorsi che siano istituzionalizzati secondo procedure sancite dalla legge. Per essere un ente in quella situazione, noi dovremmo sforare cinque degli otto parametri di deficitarietà. Otto più due. Otto più due. Quanti ne sforiamo noi oggi? Dal rilievo della Corte dei conti, due che si riferiscono al 2015. Oggi, se noi vogliamo interpretare, anche in modo prudenziale, ne sforeremmo tre. Di grazia, non siamo in quella situazione. Allora perché prendiamo questa decisione? Soprattutto, perché la prendiamo ora?
Se è vero che mancano 30 milioni... Anche questo va spiegato. Il Sindaco, con questo percorso, e gli uffici non stanno conclamando un buco di 30 milioni, cioè non è che hanno detto “30 milioni di crediti non ci sono”, sennò li avrebbe dovuti cancellare. Sta facendo un’operazione diversa. Sta dicendo: “Io, prudenzialmente, alzo la quota del fondo crediti di dubbia esigibilità, cioè dico che, secondo me, a copertura di un eventuale rischio, quei rischi ci sono, i titoli sono dei titoli legittimi, il credito è liquido, forse non lo incasserò o lo incasserò con una dilazione più ampia”. Quindi, non c’è un buco. L’operazione che noi stiamo facendo è rafforzare in via prudenziale la tenuta del nostro bilancio. Ha senso farlo? Cioè, non è emerso qui un debito riveniente da un’obbligazione, avvocato, per cui la ditta Paolo Perrone ha vinto una causa ed ha un credito nei confronti del Comune di “x”. Perché sennò io mi chiedo, e lo dico al Consigliere Patti che diceva “dov’erano?”: noi, a luglio scorso, abbiamo approvato gli equilibri di bilancio dicendo che c’erano, che questo squilibrio non c’era. Avete approvato un conto consuntivo basato su un monte residui e sugli accertamenti che erano quelli che oggi voi contraddite. E abbiamo pareri del Collegio dei Revisori. Quindi, è un’operazione di natura puramente ragionieristica, puramente ragionieristica.
Il Sindaco chiede una relazione e cosa dice questa relazione degli uffici? Non dice che c’è un debito emergente e non previsto che si è verificato da fine luglio a oggi. No. La relazione dice: Sindaco, hai sempre calcolato il Fondo crediti di dubbia esigibilità legittimamente – lo dice proprio la relazione –, secondo la norma, usando un criterio, che è il criterio sintetico. Sappi, Sindaco, che dal 2019, con il conto consuntivo 2019, quindi ad aprile 2020, dovrai applicare, se la norma rimane quella vigente, un metodo diverso di calcolo. Quindi, noi non è che stiamo dicendo che sicuramente la rateizzazione della TARSU di Paolo Perrone Paolo Perrone non la pagherà. No. Noi stiamo dicendo che forse su quel monte residui attivi, su quel monte crediti, se fossimo al 2020, dovremmo applicare questo nuovo criterio. È così che calcoliamo lo sbilancio. Cioè, noi anticipiamo una norma restrittiva, tant’è vero che il legislatore dà la possibilità ai Comuni di differire dall’applicazione di questa norma. Lo dice in modo chiaro: a partire dal 2019. E abbiamo fatto una battaglia in ANCI affinché questo avvenisse. Quindi, come lo calcolano il deficit? Facendo un’applicazione ragionieristica di un criterio che non è obbligatorio, ma lo sarà nel 2020. E il legislatore sapeva che avrebbe messo in difficoltà i Comuni se l’avesse imposto sin dall’inizio. Tant’è vero che ti dà la possibilità di avvicinarti a quel criterio fino al conto consuntivo 2019, quindi ad aprile 2020.
Io so che il Sindaco ci ha approvato, sennò questa operazione l’avrebbe dovuta fare il giorno dopo che si è insediato. Io so che il Sindaco ci ha provato. Purtroppo i risultati di questo anno e mezzo di gestione anche nella gestione del bilancio sono stati drammatici, nel senso che schizza la tesoreria. Se consideriamo anche le somme vincolate, lui si siede a meno 17 milioni e adesso sta a meno 31. Soprattutto l’attività di riscossione – secondo me, sta andando peggio degli altri anni – sta andando male come storicamente in questo Comune va. Perché questo? Perché – e l’ho già detto – su entrate tributarie di 85 milioni, bilancio che avete approvato voi, ragazzi, non io, ne avete incassati 40 a fine settembre, 85 e 40, e sulle entrate extratributarie avete messo in bilancio 20.700.000 euro e ne avete incassati meno di 7 a fine settembre. Quindi, il Sindaco ci prova, capisce che non ce la fa e che fa? Decide di attivare uno strumento di riequilibrio che, di fatto, offre alla città di Lecce una serie di penalizzazioni. Che l’approccio comunque sia stato sempre un approccio teso a conclamare una situazione più grave di quella che era noi l’abbiamo sempre detto. Lo ha fatto con il primo riequilibrio, vi ricordate? I primi equilibri di bilancio. 7 milioni di debiti fuori bilancio e ancora dopo un anno è riuscito a riconoscerne soltanto 2,6 milioni. Quindi, abbiamo stanziato 7 milioni, bloccato 7 milioni sul pluriennale, e oggi ne abbiamo riconosciuti soltanto 2,7 milioni. Sulla Lupiae abbiamo già detto che riteniamo sia stato un atteggiamento da Comune matrigna, cattiva, come quella di Biancaneve.
Ma quali sono gli effetti di questa scelta? Aggravata anche dal fatto che io scelgo di attivare il fondo di rotazione, che non è obbligatorio. Cioè, io posso attivare la procedura “ragionieristica” di spalmare le perdite che ritengo siano emerse da questo nuovo riaccertamento dei residui in un arco temporale, nel nostro caso sarebbero quindici anni. No. Attivo il fondo di rotazione. E il fondo di rotazione vuol dire che mi arrivano dei soldi – vedremo quanti, massimo 300 euro ad abitante per Lecce – però in cambio il sistema mi chiede un prezzo. Qual è il prezzo che noi pagheremmo? Tariffe delle aliquote al massimo, alienazione di beni, caro Patti. Quello che noi facevamo sarei obbligato a farlo. Devi vendere. Devi fare un piano nel quale dimostri che stai vendendo quegli immobili che non sono strettamente legati alle tue funzioni istituzionali. Guarda caso, proprio quello che noi avevamo fatto, senza che ce lo dicesse la Corte dei conti o la legge, tu sarai obbligato a farlo. 10 per cento di spese di prestazioni e servizi nei primi tre anni, significa un abbattimento di circa 6 milioni di euro, 25 per cento in meno dei trasferimenti nei primi tre anni. Per il personale tutto il blocco del turnover, quindi non potrete assumere nessuno, se non chiedendo il permesso al Ministero. Soprattutto, tutto ciò che è salario accessorio non più in disponibilità dell’Amministrazione, quindi indennità di risultato, funzioni specifiche, eccetera, eccetera. Vengono messe nel piano. In più, una serie di controlli enormi, perché tu ogni sei mesi devi chiedere alla Corte dei conti “sto facendo bene o sto facendo male?”.
Qui direbbe il Sindaco: “Secondo me, c’è un disavanzo”. Benissimo. Allora ragioniamo su questo. La Ragioneria dice che per il 2018 massimo sono 5 milioni. Perfetto. Quindi, cosa vuol dire? Vuol dire che noi dovremmo oggi reperire 5-6 milioni all’anno, fermi restando i calcoli loro, che io contesto. Diamoli per buoni: 5-6 milioni all’anno. E noi per 5-6 milioni all’anno stiamo impiccando il Comune a questa procedura? E mi rivolgo anche all’ufficio, scusatemi, che ho avuto a fianco per dieci anni. Abbiamo affrontato questioni da far tremare i polsi: Via Brenta, la Tangenziale. E adesso per 5-6 milioni all’anno di deficit abbiamo alimentato le paure del Sindaco e gli abbiamo suggerito un percorso di questo tipo?
Oggi è una giornata tristissima per questo Comune, tristissima. E io faccio i conti, se le cose vanno come dite voi. 5 milioni di deficit, 2 milioni del ripiano, perché se io devo ammortizzare un disavanzo di 30 milioni in quindici anni sono 2 milioni all’anno. In più, si accede al fondo di rotazione: diciamo che mi danno il massimo o diciamo che mi danno 20 milioni, due terzi di quello che io posso ottenere, in dieci anni sono altri 2 milioni. 5 milioni di deficit, 2 milioni di ripiano, 2 milioni di fondo di rotazione, sono 9 milioni che devi trovare. Sindaco, ma se tu vai alla Corte dei conti e presenti un piano di 9 milioni oggi, senza ricorrere al 243, secondo te la Corte dei conti che ti dice? Senza mettere le manette alla città di Lecce e alla tua Amministrazione.
Sindaco, sai quanto vale il fondo del personale di cui potrà disporre, del salario accessorio? Vale meno di 900.000 euro. Sai quanto risparmi tu quest’anno con il personale per le dismissioni, per i pensionamenti? Senza considerare quota 100. Diciamo che non passa quota 100. 950.000 euro. Già con questo sul 2019 tu ti sei ripagato il salario accessorio. Non hai bisogno di attivare il 243-bis. Se tu prendi prestazioni di servizio, che dovrai abbattere del 10 per cento, e invece non li abbatti del 10 per cento, ma li abbatti del 5 per cento, tu risparmi 3 milioni all’anno.
Sulla Lupiae – su questo possiamo intenderci – se ritieni che 9 milioni non siano sufficienti, ma sei disposto – faccio un numero – a concedere un fatturato di 7 milioni, sono altri 2 milioni. L’hai fatto il riequilibrio. L’hai fatto. E se guardiamo al personale, se tu ti impegni a non assumere più, come invece saresti obbligato a fare, nei prossimi cinque anni sai di quanto è il risparmio che tu hai? 3 milioni all’anno. Fra cinque anni tu avrai un risparmio rispetto a oggi di 3 milioni all’anno. Ma cosa stai facendo! Cosa stai facendo!
Se tu ritieni di mettere in campo un’operazione di riequilibrio che prescinda dal 243, noi ti possiamo anche accompagnare. Non rinunci al salario accessorio. Ai dipendenti della Lupiae e ai dirigenti e ai dipendenti del Comune io ho sempre chiesto sacrifici. Infatti, per Lecce a metà del salario accessorio rinunciarono spontaneamente. Invece di rinunciare a 900.000 euro di salario accessorio, possiamo chiedere loro per qualche anno di rinunciare, non lo so, alla metà, a un terzo, in modo tale da irrobustire nei primi anni la proposta che noi facciamo alla Corte dei conti. Per fare questo cosa ci vuole? Ci vuole coraggio, questo sì, molto coraggio.
Bisogna liberarsi dalle ideologie del passato, perché sarai costretto, caro Patti, a vendere quegli immobili che tu hai detto che noi sbagliammo a vendere, perché te lo impone la Corte dei conti se fai il 243. E con questo piano tu ti presenti alla Corte dei conti, che non potrà che dirti “va bene”. Sennò, così impicchi il Comune di Lecce, la città di Lecce, ma la tua Amministrazione su degli obblighi che saranno anche difficili da sostenere. Io parlo contro il mio interesse, perché se tu attivi questa procedura non rischio niente. Se domani tu non ce la dovessi fare e dovesse esserci il dissesto, tu e io passeremmo i guai. Se tu applichi questa procedura, nessuna Sezione della Corte dei conti mi vedrebbe bene. Ma non è il bene della città. Tu puoi raggiungere quello stesso obiettivo utilizzando degli strumenti diversi, dimostrando coraggio ed equilibrio, che sono delle doti – l’ho già detto – che non possono mancare ad un Sindaco.
Questa manovra è vittima di uno scarso approfondimento della vicenda e di una mancanza di coraggio. Io ti chiedo di riflettere, di lasciare da parte questioni di principio e di ragionare sulla possibilità di costruire un piano che ci permetta di rimettere in equilibrio i conti del Comune, senza attivare il predissesto, per il bene della città e per il bene della tua Amministrazione, che avrà la possibilità magari di fare quegli investimenti che oggi, se accetti, se sottoscrivi l’adesione al 243, inevitabilmente non potrai fare. E non mi si venga a dire, e chiudo il mio intervento, Presidente, “ma se stiamo esagerando la Corte dei conti ce lo dirà”. Questa è un’affermazione assolutamente infantile. La Corte dei conti verifica se tu stai facendo meno di quello che puoi fare, ma non ti dice se stai facendo di più di quello che tu puoi fare.
Allora, con un poco di coraggio, Sindaco, e con un poco di equilibrio, ritira questa delibera, prenditi il tempo per presentare un piano di riequilibrio “interno”, attiva tutte le forze che possono contribuire acché questo piano si possa sostanziare, i creditori, il personale, la Lupiae, e insieme presentiamo alla Corte dei conti un piano che ci permetterà di superare questo momento di difficoltà. Se tu ritieni di fare questo, noi su questo sentiero ti possiamo dare una mano. Se, invece, ti ostini per presa di posizione e, secondo me, anche perché forse ti sta mancando quel pizzico di coraggio, allora veramente è un peccato per te, per la tua esperienza da Sindaco e per la città di Lecce.
Speaker : PRESIDENTE:
Non ho altri interventi.
Abbiamo due emendamenti a firma del Sindaco. Quindi, se vogliamo illustrare gli emendamenti. Uno è sostitutivo e l’altro è la proposta di cancellazione. Per cui, li illustriamo, in modo tale che poi passiamo alle dichiarazioni di voto.
Signor Sindaco, ho preannunciato, l’avevo già fatto prima, la presentazione di due emendamenti, uno sostitutivo e uno che cancella. Vuole illustrarli?
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Sono degli emendamenti concordati ieri in Commissione Bilancio, all’unanimità. Uno riguarda lo stralcio dalla stesura originaria del ricorso all’immediata eseguibilità e l’altro, su richiesta esplicita del Consigliere Perrone, che è stata fatta propria dal Governo, di integrare il primo capoverso delle premesse dell’atto deliberativo, richiamando per intero il passaggio della deliberazione della Corte dei conti.
Questa è già stata licenziata dalla Commissione all’unanimità, quindi possiamo metterla ai voti.
Speaker : PRESIDENTE:
Io devo chiedere, comunque, se ci sono interventi relativi ai due emendamenti, altrimenti passiamo alle dichiarazioni di voto, prima del voto sui due emendamenti, e poi alle dichiarazioni di voto in merito alla delibera complessiva.
Non ho dichiarazioni di voto sugli emendamenti, quindi possiamo procedere. Chiedo scusa, io vi propongo, però è l’Assise che decide, un unico voto per i due emendamenti. Ma se voi mi richiedete un voto per emendamento, io sono…
Quindi un unico voto. Perfetto.
Procediamo. La Consigliera Gigante non è in sala. Consigliere Giordano, ha votato? Perfetto.
Presenti 22, favorevoli 22, nessun astenuto, nessuno contrario. Quindi, i due emendamenti vengono approvati.
Adesso possiamo passare alle dichiarazioni di voto in merito alla proposta di delibera.
Consigliere Valente, prego.
Speaker : CONSIGLIERE VALENTE:
Grazie, Presidente.
Io ho ascoltato con molto interesse il quadro che ci è stato fatto oggi sia dalla maggioranza che dall’opposizione su questa delibera e in tutta sincerità come Movimento riteniamo proprio che non ci appartenga questo modo di fare politica. Non ci appartiene intanto lo sperpero di denaro pubblico, perché se siamo oggi a configurare il predissesto, perché di questo stiamo parlando, oggi con una manovra lacrime e sangue è perché la situazione non dipende assolutamente, immagino, da questa Amministrazione, sicuramente non dipende da questa Amministrazione, ma magari da un comportamento che non proprio si potrebbe definire di buon padre di famiglia degli anni precedenti, delle precedenti Amministrazioni. Tuttavia, non ci appartiene nemmeno il modo di gestire questa situazione perché, Sindaco, lei non è nuovo in questa Assise, quindi sicuramente conosceva lo stato di salute delle finanze dell’Ente. È chiaro che magari oggi andando al Governo le si sono aperti degli scenari che forse nemmeno lei prevedeva, però si affronta questa situazione magari in una maniera forse un po’ troppo pesante, perché il 243-bis forse si poteva evitare, perché impone non solo delle strette dal punto di vista degli stipendi, dei salari accessori ai dipendenti, ma anche sicuramente degli interventi abbastanza pesanti proprio all’interno della città e che ricadranno su tutti i cittadini. Sicuramente avrebbe potuto, immaginando la situazione, intervenire già al suo insediamento. Al suo insediamento ha fatto una prima rilevazione, ma poi in realtà, a mio modo di vedere, non c’è stato alcun rigore all’interno del modo di operare finanziario dell’Ente. Si è continuato ad andare avanti pur essendo consapevoli del fatto che c’erano questi squilibri finanziari.
Detto questo, continuiamo a pensare che siamo abbastanza diversi rispetto sia alla maggioranza che all’opposizione sul modo di affrontare i problemi, e lo ha espresso anche il Consigliere Monticelli Cuggiò citando l’esempio di Torino. Quello forse è l’esempio che andava perseguito. Quindi, dichiariamo il nostro voto di astensione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Altre dichiarazioni di voto? Dichiarazioni di voto? Nessuno? Consigliere Rotundo, prego.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Noi votiamo “sì” a questa delibera, perché, come abbiamo detto più volte, questa delibera noi la adottiamo per evitare il dissesto, perché con i giochi di prestigio penso che noi non risolviamo le questioni. Abbiamo ascoltato in questi giorni i contributi della minoranza, ma non è venuta nessuna proposta che abbia il carattere della serietà.
Che cosa ci è stato detto? Ci è stato sostanzialmente detto questo: fate quello che noi abbiamo fatto in questi anni. Io invito il collega Perrone a riascoltarsi nel suo appassionato intervento. Ha dato lezioni a tutti. Ha dato lezioni al Sindaco dicendo addirittura che si potrebbe fare il 243-bis, ma a questo punto di non accedere al Fondo ordinario di liquidità. Cioè, sostanzialmente ci è stato detto questo: non accedete al 243-bis, fate un piano di risanamento fatto in casa e per quella strada c’è la via del risanamento.
Perché questo ragionamento non ha basi solide su cui camminare? Io voglio qui ricordare proprio al Sindaco Perrone che nei suoi dieci anni ha evocato spesso il dissesto, lo ha evocato per dire che, grazie alla sua iniziativa, lo aveva evitato. Ho qui la conferenza stampa quando disse: “Su Via Brenta scelta scellerata. Io ho necessità di correggerla per evitare il dissesto del Comune”. Quindi, consapevolmente l’azione del Consigliere Perrone in questi anni è stata connotata da questo filone, ovverosia il tentativo di salvare il Comune dal dissesto.
Ebbene, il Consigliere Perrone lungo questa linea ha potuto avere liquidità di 21 milioni dai beni alienati. Liquidità. Abbiamo avuto la possibilità di avere liquidità con il decreto n. 35, dove abbiamo pagato 34 milioni di fatture, che abbiamo spalmato in trent’anni. Poi abbiamo avuto il piano di risanamento del 2015, dove noi abbiamo preso altri 48 milioni e li abbiamo spalmati in trent’anni. Vogliamo riflettere, caro Consigliere Perrone, su questo elemento? Cosa succede dopo queste tre operazioni che ammontano a 103 milioni e che incrociano anche provvedimenti dei Governi nazionali di aiuto alla finanza locale? Il Consigliere Perrone intercetta provvedimenti, che noi auspichiamo, ma che ad oggi non ci sono ancora.
Ma cosa succede? Io vorrei che riflettessimo in maniera non strumentale, con onestà intellettuale su questo. Succede che, venuta meno questa ingente liquidità, il problema della mancata restituzione dell’anticipazione di tesoreria passa repentinamente da 72.000 euro del 2015 a 9 milioni e rotti del 2016, a 17 milioni del 2017, sino ai 31 milioni di oggi. In sostanza, abbiamo un problema drammatico di assenza di liquidità.
Questa mattina sono andato negli uffici della Ragioneria e ho chiesto: “Quanto paghiamo noi di interessi sulle anticipazioni”. Nel 2017 abbiamo pagato alla nostra tesoreria, la BNL, oltre 600 milioni di interessi…
Oltre 600.000 euro di interessi sulle anticipazioni di cassa.
Ecco perché fa specie sentire il Sindaco di questi ultimi dieci anni dire “potete fare anche il 243-bis, ma perché chiedere 300 euro ad abitante, perché bisogna chiederli”, diventando quindi paladino, ma di che cosa? E aggiunge: “Attenzione, perché se chiedete quelli, poi dovete aumentare dello 0,1 l’IRPEF, eccetera, eccetera”. Sostanzialmente non c’è nessun Comune d’Italia che ha adottato il 243-bis e che non ha fatto ricorso, giustamente io dico, alla liquidità…
Speaker : PRESIDENTE:
Non ci interrompiamo.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
…e all’anticipazione.
Io ritengo che noi non abbiamo altra strada, non abbiamo altra strada se vogliamo mettere il Comune sulla carreggiata giusta, perché proprio il Sindaco Perrone, quando nelle settimane scorse ha fatto capolino anche l’ipotesi dissesto – lo invito a rivedere la conferenza stampa a Rai3 –, dicendo, affermando e motivando che non esistevano le condizioni per il dissesto, diceva: “Si può andare al piano pluriennale di riequilibrio”. Escludendo il dissesto, indicava la soluzione che oggi viene prospettata quale soluzione idonea a dare le risposte. C’è lì Rai3 che testimonia. Questo perché evidentemente eri preoccupato del dissesto. Allora, davanti a questo scenario, indicavi tu stesso questa prospettiva che noi stiamo praticando.
Voglio dire che, se non c’è malafede, noi dobbiamo dare atto al Sindaco che si sta caricando sulle sue spalle la croce, perché sentendoti parlare di tutti i sacrifici che hai elencato, io dico: ma quale Sindaco è votato a farsi del male da solo! È paradossale sentire questo dibattito. Tu che dall’opposizione dici “ma, caro Sindaco, perché fai questo? Perché poi sei costretto, non puoi fare questo, non puoi fare questo, non puoi fare questo!”, ma allora che cos’è? È autolesionismo? È responsabilità. Del resto, qualcuno mi dice che forse, caro Consigliere Perrone, questa operazione avresti dovuto farla tu quando avevi le condizioni normative favorevoli.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Rotundo, ha un minuto.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Quando avevi la liquidità, forse avresti dovuto legare alla… Perché, qual è il problema? E chiudo. Ed ecco perché è necessario il 243. Perché quando tu eri impegnato nel piano di risanamento, Consigliere Perrone, succedeva che avevi liquidità, ma i dati che cosa ci dicono? Che con te nel risanamento è aumentata la spesa corrente, che è un paradosso. Tu risanavi, chiedevi sacrifici più o meno a tutti, ma la spesa corrente è cresciuta. Ecco perché da questo punto di vista la ricetta che voi prospettate è un déjà-vu: è quello che avete fatto! Quindi, è paradossale che chi ci consegna la città sin qui oggi venga da quel pulpito a dare lezioni a chi, invece, responsabilmente…
Speaker : PRESIDENTE:
La prego di chiudere, Consigliere.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
…parlando un linguaggio di verità, si accinge a fare un’operazione che forse, come dice il mio amico Patti, non porta voti, ma porta il buongoverno del Comune. L’alternativa è che questo Comune precipiti, Comune e Lupiae, verso il dissesto.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Chiudo.
Ho sentito la mia collega di Lecce Prima e vorrei che si riflettesse su questo…
Di Prima Lecce, che si riflettesse, su questo.
Vedete? Anche qui, se le forze più responsabili possono puntare allo sfascio…
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, deve chiudere, la prego.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Per cui, al posto di Salvemini…
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere… Lo so, però io devo rispettare i dieci minuti. Mi dispiace ma devo essere… Tondo, poi Perrone.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Mi sarebbe piaciuto sentire la conclusione dell’onorevole Rotundo. Noi non siamo fiscalisti, Presidente, non lo siamo quando siamo per noi, non lo siamo neanche quando lo sono per gli altri, il minuto in più non danneggia le casse del Comune e non crea nessuno squilibrio di natura finanziaria. Quindi, mi sarebbe veramente piaciuto ascoltare la conclusione dell’onorevole Rotundo. Peccato.
Antonio, noi non mettiamo in discussione la serietà o la responsabilità di ognuno di noi, non vogliamo dare lezioni a nessuno, non intendiamo farlo, non l’abbiamo mai fatto, non intendiamo farlo. Ritengo che bisogna rispettare l’opinione di tutti e ritengo, essendo onesti intellettualmente, che bisogna considerare tutti che si avvicinano ai problemi con serietà e con responsabilità. Così come lo fa l’onorevole Rotundo, io penso che lo facciano tutti i colleghi consiglieri e i componenti dell’Amministrazione attiva.
Abbiamo semplicemente visioni diverse. Per quello che ci riguarda, riteniamo che questo sia il cammino più semplice. È stato il cammino più semplice, per l’Amministrazione, per risolvere questo problema. Il ricorso al ripiano lo consideriamo come il cammino con meno difficoltà, però ritengo che quando si amministra si abbia la necessità di fare delle scelte, che si abbia la necessità di fare delle scelte a volte coraggiose e anche difficili. Non è il problema di fare delle scelte in un giorno, ma fare delle scelte con la possibilità che queste scelte vengano mantenute per 365 giorni l’anno. Il vero problema forse è questo. Cioè, la gestione ordinaria, probabilmente diventa difficile da portare avanti.
Noi riteniamo che un piano di risanamento, come qualcuno ha detto, fatto in casa, avrebbe prodotto sicuramente gli stessi effetti, non avrebbe creato le difficoltà all’ente, non avrebbe creato quelle difficoltà a chi immagina di poter investire in questa città, e si sarebbe potuto creare un circolo virtuoso mettendo in campo una serie di iniziative che avrebbero portato al miglioramento della riscossione, così come dalle enunciazioni fatte all’inizio della consiliatura, e una serie di interventi che avrebbero portato all’abbattimento di quel progressivo, evidentemente, non immediato, lento ma progressivo abbattimento dell’anticipazione di cassa che sono i due indici che sostanzialmente la Corte dei conti ci indicava, senza vincolare il Comune ad una serie di restrizioni che bloccheranno sostanzialmente l’attività dell’ente: la contrazione di mutui, la spesa per gli investimenti, la spesa del personale, l’alienazione dei beni, a volte anche strumentali all’attività dell’ente. Tutte queste negatività, quindi, per cosa? Per una liquidità immediata che dobbiamo restituire, onorevole Rotundo. Badi bene: non è che ci danno la liquidità, ce la mettiamo in tasca e non la dobbiamo restituire. Noi il fondo lo dobbiamo restituire, con un rateo che evidentemente, a seconda della capienza del Fondo, dovrebbe oscillare intorno ai 2 milioni di euro l’anno. Quindi, il beneficio qual è? Cioè, ci siamo fatti veramente i conti della serva? Senza tecnicismi, io non mi appassiono ai tecnicismi, ma i conti della serva, sulla punta delle dita di una mano, ce li siamo fatti? Ci siamo resi conto veramente se effettivamente porta un beneficio questa manovra? Oppure potevamo fare qualcosa di diverso?
Io ritengo che qualcosa di diverso si sarebbe certamente potuto fare, non bloccando l’attività dell’ente per i prossimi quindici anni, creando quelle condizioni di riequilibrio progressivo, evidentemente, non immediato ma progressivo, e dando respiro alla città. Questo io penso che sarebbe stato con responsabilità e con serietà, così come detto da te, un percorso che si sarebbe certamente potuto fare.
Io ritengo che la soluzione semplicistica che è stata adottata con questo atto deliberativo che abbiamo all’esame, sia un po’ sovradimensionata, per tutto quello che hanno detto in precedenza i miei colleghi, ma che non produce veramente un effettivo beneficio per l’ente. Perché se stiamo facendo questa manovra soltanto per l’accesso al Fondo, oggettivamente non penso che ci sia un reale beneficio per l’ente. Lo dico probabilmente sbagliando, ma cercando di intravedere una soluzione di buonsenso nelle cose. Probabilmente sarà diverso. Io rispetto il pensiero degli altri, non dico che gli altri siano irresponsabili o che siano poco seri. Non lo accetto anche quando lo si dice evidentemente da parte di altri a noi. Mi sarei aspettato una valutazione più nel merito, che rispetto al posizionamento politico, che pure, evidentemente, fa parte dell’Aula, su questo non vi è dubbio. Però su questa cosa, Antonio, mi sarei aspettato una riflessione da parte del Consiglio comunale, sia sulle criticità, ma principalmente, sui benefici che questa manovra può portare. Questo è quello che ancora forse non ho compreso, ma non vedo che ci sono quei benefici sperati rispetto ad altre soluzioni che sono state prospettate nell’Aula.
Poi, Antonio, se non le vogliamo vedere, non le vediamo, però in Aula, e comunque nel lavoro delle Commissioni, i percorsi alternativi sono abbondantemente stati esplicitati, anche da parte dei miei colleghi. Quindi, rispetto a questo percorso, non condividendolo ma rispettandolo, dichiaro il voto contrario mio e del mio Gruppo.
Speaker : CONSIGLIERE VALENTE:
Grazie, Consigliere Tondo.
La parola al Consigliere Perrone per le dichiarazioni di voto.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Presidente, io pensavo di essere stato esaustivo, però siccome da un po’ di tempo l’onorevole Rotundo incentra i suoi interventi sull’interpretazione di ciò che io ho detto, e dice quello che lui ha capito, o che vuol fare intendere di aver capito, mi trovo costretto ad intervenire, utilizzando le dichiarazioni di voto, per rettificare.
Io ho sempre detto questo: quando ho parlato di recupero pluriennale, mi riferivo al recupero pluriennale non ex 243, ma a quello che, vogliamo chiamarlo fatto in casa?, quello che è stato il patto per Lecce che feci io? Io voto no a questa deliberazione, per questi motivi: primo, non sono convinto dell’ammontare dello squilibrio perché è stata utilizzata una tecnica ragionieristica, per calcolarlo. Peraltro, una tecnica ragionieristica non obbligatoria per i Comuni, se non per il 2020. Quindi, che manchino 30 milioni è tutto da dimostrare. Ma siccome il Sindaco dice: eh, ma qui l’anticipazione aumenta, io non riesco a frenare l’emorragia, allora posso comprendere che possiamo immaginare uno squilibrio, e do per buona, in quella parte della relazione, l’idea che lo squilibrio sia di 5-6 milioni all’anno. Dico, caro Sindaco: sappi che con la manovra ex 243-bis e accesso al fondo di rotazione, tu dovrai reperire risorse per 9 milioni l’anno, 5 per questo deficit, 2 per il ripiano del riaccertamento straordinario, 30 milioni in 15 anni, e 2 per restituire, ho presunto, 20 milioni di fondo di rotazione, perché quello devi restituire in dieci anni, quindi di fare una manovra strutturale di 9 milioni, in più caricandoti tutti i vincoli.
Se tu sei in grado di reperire 9 milioni, che così sarai obbligato a reperire, puoi attivare una manovra da 9 milioni senza impiccare te, e la città di Lecce soprattutto, a un piano di riequilibrio, ex articolo 243. Questo è quello che dico, semplice, chiaro. Qual è la differenza fra uno e l’altro? Che nel primo caso, ex 243, tu sei obbligato a subire dei controlli della Corte dei conti, quindi ti affidi e cedi al Ministero, alla Corte dei conti una parte della tua responsabilità. Nel secondo caso, nel pieno della tua responsabilità di Sindaco e di responsabile di un’amministrazione e di una comunità, tu ti fai garante verso la Corte dei conti, alla quale devi rispondere, alla quale dobbiamo rispondere, del mantenimento di quell’impegno. Meno responsabilità nel primo caso, grandi danni per i cittadini, più responsabilità per te, e coraggio nel secondo caso, non gravami, oneri insostenibili per questa città, a partire dal personale di questo ente. Lo dico in modo diretto, perché la prima categoria che subirà questa tua decisione è quella del personale di questo ente, che ha sempre contribuito, ogni qualvolta l’abbiamo chiamato a partecipare ad azioni di risanamento, spontaneamente accettando tutte le proposte che l’Amministrazione ha fatto.
Questo volevo dire, caro onorevole Rotundo, non quello che tu hai capito o hai fatto finta di aver capito. È semplice. Se mancano queste risorse, tu hai la possibilità di attivare un piano di recupero a prescindere dal 243; sennò sarai costretto a reperirne di più, obbligando la città di Lecce a subire appesantimenti e vincoli, cosa che credo possiamo tranquillamente riuscire ad evitare.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Giannotta…
L’avevamo capito.
Consigliere Giannotta.
Speaker : CONSIGLIERE GIANNOTTA:
Grazie, Presidente.
Il mio intervento, nell’ambito degli interventi in dichiarazione di voto, è teso a fugare ogni dubbio circa un fatto. Ho sentito che alcuni consiglieri di maggioranza, per voci di corridoio, avrebbero manifestato questo disagio nel sostenere questa linea.
Io intervengo dicendo che sostengo fortemente e pienamente questa scelta dell’Amministrazione. La sostengo perché il Consigliere Tondo parlava di conti della serva, quindi recupero il modello dei conti della serva per fare pure io due conti. Perché faccio questi due conti? Perché effettivamente questi ragionamenti, questi conti e tutto quello che ne è conseguito, sono stati tra le motivazioni che mi hanno spinto a essere presente oggi qui, in quest’Aula, a candidarmi.
Io come tanti altri cosiddetti quarantenni di quest’Aula, abbiamo fatto una scelta importante, una scelta che non ci vede ancorati al consenso. Ha ragione il Consigliere Patti quando dice: guardate che i quarantenni sono uomini, sono donne che hanno fatto l’investimento per la città, offrendo il loro tempo, la loro professione (messa da parte) per dare un contributo alla costruzione di una città migliore, non nell’interesse nostro, ma nell’interesse dei nostri figli. Io ho una figlia di tre anni; Pierpaolo Patti ha un figlio altrettanto piccolo, siamo tutti una generazione che si impegna in questa esperienza per dare un futuro ai nostri figli.
Quindi, come padri di famiglia di creature piccole, che ogni giorno cercano di dare un contributo, un insegnamento ai loro figli, fanno i cosiddetti ragionamenti di ciò che è possibile fare, di quelli che sono i guadagni e di quello che si può spendere. Perché la prospettiva è legata a dei nomi. Nel mio caso, la mia prospettiva è legata al nome di Lucilla, nel caso di altri consiglieri è legata al nome dei propri figli.
E proprio perché abbiamo fatto i conti della serva, ci siamo resi conto che il passato per Lecce ha significato, lo ha detto anche qui, in un passaggio, il mirabile Consigliere Patti, 40 milioni di piano di riequilibrio, 20 milioni legati alla vendita di beni immobili, circa 30 milioni di indebitamento. Anche qua, Consigliere Tondo: a me non affascinano i tecnicismi. Mi basta semplicemente sapere che né io, né mio padre, né Pierpaolo Patti, né qualsiasi altro Consigliere quarantenne di questa generazione, faremmo mai dei passi più lunghi della nostra gamba, atteso che il passo molte volte è paradossalmente un terzo delle disponibilità, perché gli altri due terzi, poiché siamo quella generazione che non ha goduto di diritti e di privilegi, ma solo di doveri, noi li releghiamo alla possibilità di offrire ai nostri figli uno scenario diverso, un futuro diverso.
In questa prospettiva credo che una serva, perché ragioniamo con i conti della serva, non avrebbe mai fatto quello che avete fatto. E oggi, se questa Amministrazione intraprende questo percorso, lo fa consapevole del fatto che ben quasi 100 milioni di vostre attività, di vostre decisioni che hanno portato comunque a una liquidità, di fatto hanno portato al massimo le percentuali dei tributi locali. Quindi oggi noi facciamo un’operazione che impegna sia questa Amministrazione, che le Amministrazioni che verranno, al senso di responsabilità, a non far sì che nel futuro – potremmo essere noi, potranno essere altri – possa, quell’amministratore, immaginare scenari, ancora una volta, che vanno a calpestare i diritti dei nostri figli, così come questi vent’anni di amministrazione hanno calpestato i diritti di noi quarantenni. Grazie.
Quindi il voto è favorevole.
Speaker : PRESIDENTE:
Non ho altre dichiarazioni di voto. Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente, grazie consiglieri per il contributo al dibattito, ricco di argomenti e anche di polemiche. È inevitabile che sia così, data la significatività del provvedimento che si va ad assumere.
Io ho intrapreso questo percorso politico-amministrativo, al momento del mio insediamento, come più volte detto, senza avere la preoccupazione di un richiamo del passato, sempre teso a indicare quale fosse il progetto di futuro di questa città, pur avendo alle spalle anni di esperienza in Consiglio comunale, e anche di impegno dai banchi della minoranza, costruita non solo su un’attenta valutazione delle politiche di bilancio dell’ente.
L’ho fatto perché sapevo di dover dismettere un ruolo e di intraprendere un altro. Credo, in questi mesi, di aver predisposto ogni iniziativa tesa a riequilibrare i conti del Comune senza mai fare riferimenti politici e polemici su chi mi ha preceduto.
Vedo invece che c’è questa valutazione, di doverla trascinare sulle incapacità personali, sull’inadeguatezza della preparazione, sull’insufficienza dell’analisi, addirittura anche sulla debolezza di consapevolezza, al punto di essere portati a spasso dai servizi economico-finanziari dell’ente, perché ho dovuto sentire anche questo, questa mattina. Sono stato convinto dalle relazioni degli uffici a intraprendere operazioni evidentemente esasperate rispetto a quella che è la situazione dei conti.
Ora, io capisco che consumatasi l’adrenalina della preoccupazione del dissesto, che molto ha agitato nelle settimane precedenti Paolo Perrone, che come è noto ha assunto iniziative le più varie, ufficiali ed extra ufficiali, con mattinate consumate nella stanza del responsabile del servizio economico-finanziario, in telefonate accorate, fatte ai vertici dell’Ente Regione, al Presidente della Regione, al Presidente Boccia, “il Sindaco è impazzito, vuole fare il dissesto, ma che cosa state combinando…?”, teso proprio a scongiurare una preoccupazione che doveva essere collettiva, ma che si è tradotta in atti politici significativamente individuali, al punto da dover convocare una conferenza-stampa nell’albergo di città, nella totale solitudine, senza un Consigliere comunale, senza un Consigliere regionale, senza un parlamentare, a voler difendere una posizione personale e non a ribadire una valutazione politica, condivisa dall’intero schieramento.
Ora, utilizzo le parole che sono state pronunciate proprio qui. Con questa delibera, l’Amministrazione Salvemini sta rafforzando in senso prudenziale il nostro bilancio. Sto facendo questo: sto rafforzando in senso prudenziale il nostro bilancio, perché questo è il compito che spetta a un amministratore pubblico in situazioni ordinarie, ancor più in circostanze straordinarie, quali quelle nelle quali ci muoviamo, che sono non scritte da me, ma deliberate dalla Corte dei conti. Possiamo anche far finta di considerarle un richiamo, una tiratina d’orecchie; oppure, possiamo assegnare alla stessa il peso dovuto, in considerazione del fatto che esse si reiterano da anni a fronte di indicatori progressivamente in peggioramento, pur in presenza, come è stato ricordato molto dettagliatamente, di operazioni straordinarie non ripetibili, che pur garantendo risorse per oltre 100 milioni di euro non hanno tirato fuori l’ente dalle sabbie mobili nelle quali ci si trova e che nessuno di voi contesta essere tali.
Ora, vorrei che ci ricordassimo un’altra cosa. Noi siamo dentro una manovra di riequilibrio pluriennale già deliberata dal Consiglio comunale, e che finisce nel 2044, che viene meno, ma non viene citata, perché indicava a partire dal 2018, 3 milioni di euro in più di entrate derivanti dal riclassamento degli immobili comunali, ai sensi del 335: ve la ricordate? E un’altra operazione straordinaria, di utilizzo della leva fiscale, che purtroppo è sfumata. Così come era previsto che la spesa del personale andasse in diminuzione, in questi anni, cosa che purtroppo non è accaduta, anzi, è progressivamente aumentata. Quella era una manovra di riequilibrio pluriennale fatta in casa, come altre erano state predisposte con obiettivi ambiziosi, ma con risultati evidentemente insufficienti, se la situazione nella quale ci troviamo è questa.
Ho detto in Commissione ieri, e ribadisco: è di tutta evidenza che se si disconosce il valore della relazione a firma del dirigente Servizio economico-finanziario, qualunque interpretazione di manovra possibile può essere oggettivamente proposta. Io mi affido a quella, e il richiamo all’eccesso di prudenza trasferirebbe di pochi mesi agli equilibri del bilancio del 2019 l’applicazione con criterio intero del fondo crediti di dubbia esigibilità. Ma su questo naturalmente ci sono come sempre opinioni diverse.
Qui mi si rimprovera di portare Lecce in una situazione di difficoltà, di ingessare l’Amministrazione comunale, di essere il ragioniere incapace di coraggio. Guardate che ci vuole molto di più a predisporre una manovra così che a prendere il tappeto e a buttarci sotto la polvere. E chi in quest’Aula sostiene che io sarei un Sindaco che per dieci anni ha gestito uno squilibrio, si dimentica di aggiungere che questo Sindaco ha contribuito politicamente a creare, o non ha fatto nulla per evitare. O le diciamo per intero, le ricostruzioni politiche, oppure evitiamo di dirle, perché si è stati i pompieri tardivi dell’incendio che si è contribuito ad appiccare.
Ora, io so che questa delibera predispone provvedimenti dolorosi. Lo fa perché innanzitutto per la parte residua che ancora resta, aumenta la tassazione al massimo. Si è sorvolato, su questo punto, si è fatto riferimento all’addizionale IRPEF quasi dimenticando che nonostante le manovre di riequilibrio straordinario, nonostante gli utilizzi di oltre 100 milioni di euro, nonostante il decreto anticipazione di liquidità, riaccertamento residui attivi, vendita del patrimonio immobiliare, abbiamo già la tassazione quasi al massimo, la leva fiscale è spinta. Resta un punto percentuale, 1 per mille sull’addizionale IRPEF, la IUC sta già (IMU più TASI) all’11 per cento. Probabilmente, se non viene approvata la deroga sull’addizionale TASI, potrebbe diminuire addirittura, a partire dal prossimo anno. Abbiamo la TOSAP permanente al massimo, abbiamo quella temporanea, che in caso di approvazione di questa delibera dovrebbe essere aumentata per un euro a metro quadro. C’è la copertura al 100 per cento dei costi del servizio a domanda individuale, certo. Non ci sono, salvo che l’ente non intenda assumere provvedimenti in tal senso, ricadute obbligatorie sulla tassa di soggiorno, che oggi prevede l’applicazione di 3 euro a notte sugli alberghi a cinque stelle, quando la norma nazionale stabilisce un tetto massimo di 5 euro a scendere, a partire dagli alberghi di prima fascia.
C’è la limitazione all’indebitamento, c’è un taglio di prestazioni di beni e servizi previsti nei prossimi cinque anni, c’è il richiamo all’eliminazione della parte accessoria, in particolare, quindi andrà formulata secondo criteri di equità e di sostenibilità, in ragione del fatto che è evidente la preoccupazione di salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie dei dipendenti comunali.
Ma a voler sgomberare il campo da qualunque interpretazione, quando io richiamo l’interesse generale che deve prevalere sulle preoccupazioni di parte, vi informo che l’approvazione di questa delibera ha dirette conseguenze sulle scelte di questo Sindaco, che dal momento del suo insediamento ha assunto provvedimenti fiduciari limitati. Ai sensi dell’articolo 90 ha nominato il proprio capo di gabinetto; con la procedura ex articolo 110 ha individuato il dirigente del settore tributi, e ha nominato l’ufficio di staff. Chi? L’ufficio staff. Con questo provvedimento, l’articolo 90 e l’articolo 110 sono probabilmente in discussione e mi priveranno delle sole persone che io ho voluto al mio fianco in questa esperienza. Questo significa assumere provvedimenti con il senso di responsabilità dovuto, senza purtroppo poter anche difendere valutazioni che afferiscono a scelte fiduciarie personali.
Questo lo dico perché è doveroso ribadirlo. Le ricette sono amare, certo che sono amare. Oggi ho detto: questa è una giornata bruttissima, per Lecce. Io non so se l’alba di un nuovo giorno, o l’annuncio di una notte fonda. Io so che la gestione e le politiche di bilancio degli anni trascorsi, oltre i meriti, oltre la capacità, oltre l’intelligenza, oltre il talento che anche oggi in quest’Aula è stato rivendicato, ci ha consegnato la situazione per quella che è, che non ho alimentato con un doping di preoccupazione personale, ma che ho restituito all’Aula.
Non si fa nessun richiamo alla deliberazione della Corte dei conti, non la si vuole leggere fino in fondo, non si vuol tener conto del fatto che è vero, Consigliere Monticelli, non c’è nessun obbligo di predisporre l’adesione all’articolo 243-bis del TUEL, ma d’altra parte io non ho detto che ce l’ha imposto la Corte dei conti. È una scelta dell’amministrazione, in ragione anche delle preoccupazioni della Corte dei conti, alla quale questo Comune, questa Amministrazione, sente il dovere di predisporre risposte credibili. Se leggete la relazione di accompagnamento alla deliberazione di presa d’atto, si dà conto del lavoro svolto in otto mesi sul fronte del recupero dell’evasione tributaria, e si sostiene con grande onestà e trasparenza che i benefici non potranno essere che significativamente garantiti nei prossimi due anni.
Questo significa giocare a carte scoperte con tutti, anche con chi ci controlla. E quando sostengo, strappando addirittura il sorriso, dicendo che è una barzelletta, quando sostengo che chi governa rivendica il primato della propria fallibilità, io non ho la sindrome dell’eccellenza, governo sapendo di sbagliare, ogni giorno, e magari sto sbagliando anche adesso, perché a sentire qualcuno sto prendendo un abbaglio.
Ma poiché siamo in condizione di doverci misurare anche con organi di controllo, lo abbiamo chiesto ai revisori dei conti, ci hanno detto sì, la manovra di equilibrio pluriennale ha un fondamento, la manderemo a Bari, e sarà mia premura parlare con i giudici del controllo, avvertendoli che il Consiglio comunale e il Sindaco uscente ritengono che questa manovra sia eccessivamente drammatizzata, e quindi li inviterò a un rigoroso controllo delle carte per verificare che non ci sia magari da parte nostra un eccesso di drammatizzazione, considerate le conseguenze che esso naturalmente riverbererà sull’Amministrazione tutta.
D’altra parte, le manovre di riequilibrio possono essere anche temporalmente estinte prima della scadenza, laddove il risanamento garantisse i risultati attesi prima della scadenza conclusiva.
D’altra parte ancora, abbiamo 90 giorni per poterla predisporre. In qualunque momento possiamo ritirarla, in qualunque momento.
E qui entro nella parte politica. È evidente che un provvedimento di questa portata, di questo peso, di questo valore, di questo rilievo, di queste conseguenze, abbia la necessità di verificare la sostenibilità, la tenuta di un’alleanza di governo. I numeri che emergeranno daranno indicazioni in tal senso e io responsabilmente dovrò tenerne conto, perché c’è un percorso di trasparenza, un percorso di lealtà, un percorso di assunzione di responsabilità che io come Sindaco pretendo venga manifestato ed espresso nelle sedi proprie.
Adesso quindi attenderò serenamente il voto dell’Aula, e serenamente mi predisporrò a ogni valutazione conseguente a quello che accadrà. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Dobbiamo procedere…
Speaker : CONSIGLIERE MAZZOTTA:
Volevo chiedere se la votazione può avvenire attraverso appello nominale.
Speaker : PRESIDENTE:
Sicuramente, non ci sono problemi. Procediamo con l’appello nominale. Prego, Segretaria.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
Battista Luciano, assente, Bianco Giuseppe, Calò Laura, De Benedetto Federica, De Matteis Marco, Finamore Antonio, Fragola Massimo, assente, Giannotta Marco, Gigante Paola, Giordano Michele, Guerrieri Giordana, Guido Andrea, Leucci Maria Paola, Mariano Mariano, Martini Severo, Mazzotta Paride, Messuti Gaetano, Molendini Gabriele, Monticelli Cuggiò Bernardo, Murri Dello Diago Cosimo, favorevole Nuzzaci Marco, Pala Giorgio, Patti Pierpaolo, Perrone Paolo, Povero Paola, favorevole, Ria Lorenzo, Rotundo Antonio, Russi Alberto, assente, Salvemini Carlo, Spagnolo Angela Maria, Tessitore Carmen, assente, Tondo Angelo, Valente Fabio.
Con 13 voti favorevoli, 9 voti contrari, 3 astenuti, la delibera è approvata.
Speaker : PRESIDENTE:
Il totale? Diamo il totale di tutti i votanti.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
13 e 9, 27, e 3 31… 30.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazio, Segretario.
Seconda delibera: “Presa d’atto della deliberazione 108 del 2018…”. Signori, non abbiamo finito. Per cortesia, un po’ di ordine e di rispetto dell’Aula. “Presa d’atto della deliberazione della Corte dei conti – Sezione regionale di contratto per la Puglia e conseguenti provvedimenti adottati”.
Prego, il Governo.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Presidente, questa deliberazione è la presa d’atto, appunto, della deliberazione della Corte dei conti, la N. 108 del 19 luglio 2018, alla quale alleghiamo, diversamente da come è avvenuto in passato…
Speaker : PRESIDENTE:
Mi scusi, signor Sindaco. Nell’importanza degli argomenti tutti che vengono trattati nell’Assise comunale, io vi prego, se non volete partecipare, siete liberi di andare via, ma chi rimane deve rispettare e ascoltare tutti quanti. Non è la prima volta che accade. Scusi, signor Sindaco. Prego.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
...alla quale viene allegata per la prima volta, come parte integrante e sostanziale della stessa, la nostra relazione, a firma mia personale e del dirigente servizi finanziari circa i provvedimenti da noi iniettati in esecuzione della pronuncia stessa. È stata quindi ampiamente richiamata, è stata oggetto della discussione sul precedente provvedimento e anche nelle precedenti sedute. Con questa delibera si dà quindi conclusione a questo passaggio. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Sindaco. È aperto il dibattito.
Non ho richieste di intervento. Dichiarazioni di voto? Nessuna. Si può procedere con il sistema elettronico al voto. Prego.
Consigliere Guido. Consigliere Messuti. Il Consigliere Messuti si è allontanato dalla postazione. Sta ritornando per votare? Prego. Operazione conclusa.
Esito, grazie. Presenti 24, favorevoli 13, 11 astenuti, nessuno contrario.
La presa d’atto viene approvata.
Immediata esecutività per alzata di mano. Stesso esito.
Consigliere Patti, prego. “Approvazione bilancio consolidato del Comune di Lecce. Anno 2017”.
Prego.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente.
Questo è un adempimento previsto dalla riforma contabile del 2015, che per la prima volta noi come Comune facciamo, perché dal 2018 la normativa ci impone di inserire le società interamente partecipate dalla stessa. c’è Lupiae, e anche per maggiore significatività, abbiamo consolidato SGM. Come potete vedere è costituito dal conto economico, dallo stato patrimoniale consolidato, dalla relazione sulla gestione consolidata e dalla nota integrativa. Deve essere approvato entro il 30 settembre. La somma del patrimonio e del conto economico di Comune, Lupiae servizi ed SGM. Naturalmente, per solo per Lupiae sono stati inseriti i valori del progetto di bilancio, quindi vi invito naturalmente, nella consapevolezza legata anche alle difficoltà diffuse di applicazione di questa norma, data la disomogeneità tra contabilità finanziaria, economica e patrimoniale, ad approvare il provvedimento. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
È aperto il dibattito. Nessun intervento. Dichiarazioni di voto?
Possiamo procedere al voto. Consigliere Mazzotta. Eccolo, Guido. Il Consigliere Guido ha votato. Messuti non c’è.
Operazione conclusa. Presenti 24, favorevoli 13, contrari 9, astenuti 2.
La delibera viene approvata.
Immediata esecutività per alzata di mano. Stesso esito…
No? Non c’è il quorum, va bene.