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C.c. Lecce 14.09.2018, ore 10.00
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Speaker : PRESIDENTE:
Buongiorno a tutti.
Chiedo ai colleghi di accomodarsi, ai signori giornalisti un attimino di silenzio. Per cortesia, per cortesia.
Segretario procediamo con l’appello. Grazie.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
Battista…
Speaker : PRESIDENTE:
Per favore, silenzio.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
Bianco, Calò, De Benedetto, De Matteis, Finamore, Fragola, Giannotta, Gigante, Giordano, Guido, Mariano Mariano, Martini, Mazzotta, Messuti, Molendini, Monticelli Cuggiò, Murri, Nuzzaci, Pala, Patti, Perrone, Povero, Ria, Rotundo, Russi, Salvemini, Spagnolo, Tondo, Valente.
Assenti solo 2, presenti 28.
Speaker : PRESIDENTE:
La seduta è valida.
In piedi, gli inni.
Buongiorno a tutti.
Prima di passare agli ordini del giorno del Consiglio odierno, vi devo proporre un’inversione dell’ordine del giorno relativo alle tre surroghe. Questo per rendere anche il Consiglio nella sua interezza.
Quindi, vi chiedo di votare l’inversione dei lavori e di precederlo con le surroghe. Voto, prego.
All’unanimità.
“Surroga Consigliere Comunale dimissionario Luca Pasqualini e contestuale convalida Consigliere Comunale Carmen Tessitore”.
Ci sono dichiarazioni di voto o interventi? Possiamo votare.
Tutti favorevoli.
Facciamo accomodare la Consigliera Carmen Tessitore. Ben arrivata alla Consigliera Carmen Tessitore e buon lavoro.
Immediata eseguibilità. Votiamo con alzata di mano.
Okay.
Seconda surroga: “Presa d’atto del Provvedimento Prefettizio n. 93104 del 10/09/2018 di sospensione di diritto dalla carica di Consigliere Comunale Signor Attilio Monosi, ai sensi dell’articolo 11 del decreto legislativo n. 235 del 31/12/2013 ed adempimenti conseguenti: nomina supplente”. Giordana Guerrieri.
Dichiarazioni di voto? Nessuna.
Tutti favorevoli.
Immediata eseguibilità.
Stesso risultato.
Facciamo accomodare la Consigliera Guerrieri. Benvenuta alla Consigliera e auguri di buon lavoro.
Terzo provvedimento: “Presa d’atto del Provvedimento Prefettizio n. 93114 del 10/09/2018 di sospensione di diritto dalla carica di Consigliere Comunale Signor Antonio Torricelli, ai sensi dell’articolo 11 del decreto legislativo n. 235 del 31/12/2013 ed adempimenti conseguenti: nomina supplente”. Dottoressa Paola Leucci.
Prego di votare il provvedimento.
Tutti favorevoli.
Immediata eseguibilità.
Stesso risultato.
Facciamo accomodare la Consigliera Leucci. Benvenuta e buon lavoro alla Consigliera.
Volevo comunicare ai Gruppi relativi alle surroghe di comunicare al più presto la sostituzione degli uscenti nelle Commissioni. Questo per renderle agibili al più presto, se fosse possibile nella giornata di oggi, così già lunedì è tutto in regola. Grazie.
Domanda di attualità presentata dal Consigliere Fragola inerente alle criticità impianti sportivi in città.
Prego, Consigliere Fragola.
Speaker : CONSIGLIERE FRAGOLA:
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Do lettura della domanda protocollata questa mattina: “Da qualche giorno assistiamo ad una querelle sui media locali rispetto alla mancanza di impianti e strutture sportive che consentono alle società e alle associazioni della nostra città di allenarsi e prepararsi al meglio per l’attività agonistica e ai rispettivi campionati.
Ora, non ci interessa la sterile polemica politica. Ci interessa, al contrario, trovare la soluzione affinché la città fornisca strumenti e servizi alla propria comunità. Lo dobbiamo in qualità di amministratori, lo dobbiamo in qualità di genitori, lo dobbiamo alle future generazioni.
Non è, naturalmente, una criticità sorta quest’anno. È una criticità che reitera annualmente in modo puntuale, a ogni inizio della stagione agonistica. Chiaro è che alla base c’è un’assenza di programmazione, ma non certo delle società sportive, che al contrario sarebbero ben liete di partire per tempo e sfruttare il mese di settembre per allenarsi e non per stare dietro ai teatrini della politica.
Se oggi Lecce non esprime grandi campioni dello sport, probabilmente è anche perché il nostro territorio non riesce a supportare adeguatamente il mondo sportivo, e credo anche questo sia un dovere e un impegno di un amministratore, garantire lo sport a tutti.
Il Comune di Lecce a oggi gestisce quattro impianti: il campo sportivo Montefusco, meglio conosciuto come campo CONI, con due palloni tensostatici; un pallone tensostatico presso i campetti antistadio; il palazzetto dello sport. E concede, sempre dietro pagamento di un canone mensile come da regolamento comunale, l’utilizzo delle palestre scolastiche anche in collaborazione con l’Ente provincia al fine di accontentare le società e le associazioni richiedenti.
Ed è proprio nell’accontentare che è necessario cambiare rotta e trovare la soluzione, perché è inammissibile accettare la giustificazione di aver usato i soliti criteri. Abbiamo detto di essere l’Amministrazione del cambiamento, e il cambiamento non può essere l’utilizzo di vecchi sistemi e/o vecchi criteri. I criteri per l’assegnazione di impianti e palestre ci sono e sono oggettivi e previsti dalla legge. C’è solo da applicarli senza sforzarsi di accontentare o scontentare. Questi criteri sono alla base per garantire le giuste priorità di accesso alle strutture sportive.
Quanto fatto fino ad ora ha generato solo caos, ed è pertanto necessario convocare un tavolo di concertazione costituito dal Comune di Lecce, dal CONI, dalle società e dalle associazioni sportive al fine di determinare nuovamente un calendario che trovi la quadra e consenta a tutti, nessuno escluso, di praticare lo sport in città.
Questo dovrà avvenire immediatamente, ed è quanto Andare Oltre chiede oggi al governo della città: avere un calendario definitivo non oltre il prossimo 1° di ottobre al fine di garantire alle famiglie di poter pianificare i propri impegni senza lasciarli al caso e, al tempo stesso, ridare dignità alle tante professionalità che quotidianamente tengono in piedi società sportive e associazioni tra mille difficoltà.
È vero, gli impianti presentano numerose criticità, già più volte segnalate dalle società e dalle associazioni, e potrà essere questo stesso tavolo a supporto degli Assessori Foresio Delli Noci e Guida a trovare le migliori soluzioni e prevedere già da ora per il prossimo anno l’istituzione di un bando con data di scadenza non oltre il 30 giugno per l’utilizzo degli impianti, che possa quindi dare la possibilità di pianificare la stagione degli allenamenti per tempo e senza fretta.
Dall’altro lato, è evidentemente strumentale leggere chi oggi attacca l’Amministrazione sulla situazione di degrado ed è esso stesso corresponsabile di non aver manutenuto gli impianti negli anni in cui ha amministrato. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego, Assessore Foresio.
Speaker : ASSESSORE FORESIO:
Grazie, Presidente.
Grazie, Consigliere Fragola, perché mi dà l’occasione di chiudere, spero definitivamente, questa vicenda spiacevole, stucchevole, un po’ anche pretestuosa, evidentemente pretestuosa, ovviamente non in merito alla sua domanda di attualità, ci mancherebbe altro, perché si è fatto polemica su una situazione che mi preme chiarire ripeto una volta per tutte.
Funziona in questa maniera. In città, vivaddio, io dico sempre che c’è un aumento importante di associazioni sportive, e di questo dobbiamo essere tutti felici e contenti, perché ci sono persone che investono non solo il proprio tempo, ma anche il proprio denaro, togliendolo magari alle famiglie, per investirlo appunto nelle associazioni sportive, e quindi c’è un numero crescente di società sportive, e di questo dobbiamo essere felici.
Parallelamente, non c’è stato né, da un lato, una corretta pianificazione di impiantistica sportiva, quindi con nuovi impianti realizzati, né una manutenzione ordinaria e straordinaria puntuale degli impianti che possa consentire l’utilizzo totale di alcuni impianti. Questa è la prima premessa che mi sento di dover fare.
La seconda è invece questa, che non dobbiamo tenere insieme, come ho detto in Commissione l’altro giorno, le tre gambe di questa partita, di quest’attività. Quali sono?
Da un lato, abbiamo gli impianti sportivi che gestisce l’Ufficio Sport; dall’altro, le palestre scolastiche delle scuole comunali, insieme con l’Assessore Guida, che gestisce appunto la Pubblica Istruzione; poi ci sono le palestre, che gestisce la Provincia.
Bene, queste tre gambe non possono viaggiare separatamente, perché altrimenti si rischia di fare solo ed esclusivamente tanta confusione. Devono viaggiare per forza insieme, perché è indispensabile avere un quadro complessivo degli impianti sportivi che abbiamo in città, e quindi metterli a disposizione delle associazioni, associazioni che, così come dice la legge, il famoso articolo 90 della legge n. 289 del 2002, che all’articolo 24 dice appunto: “L’uso degli impianti sportivi in esercizio da parte degli enti locali territoriali è aperto a tutti i cittadini e deve essere garantito – ovviamente sulla base di criteri obiettivi – a tutte le società e associazioni sportive”.
Quindi, l’obiettivo è cercare di garantire a tutte le associazioni sportive di praticare gli sport, come è giusto che sia, a quelle che hanno venti, trenta, quaranta iscritti e a quelle che ne hanno 150 e 200.
Per quanto ci riguarda, noi abbiamo raccolto le istanze e abbiamo stilato un calendario. È chiaro che – richiamo appunto come diceva il Consigliere Fragola nella sua mozione – accontentare tutti è praticamente impossibile, perché ogni associazione vorrebbe un impianto per sé, personalizzato, da poter utilizzare tutto il giorno, magari h24. Quindi, è impossibile tenere d’accordo tutti.
Quindi, si stilano dei criteri, per cui noi abbiamo quest’anno al Palazzetto dello Sport per esempio tre squadre di basket, due di pallavolo in serie C, squadra di basket una in serie C; poi abbiamo il basket in carrozzina. Quindi, c’è un’attività importante nella nostra città.
A tal proposito, anzi, mi preme fare una menzione speciale all’atleta leccese Ludovica Riccardo, della San Domenico Savio, che proprio l’altro giorno agli Europei delle Azzorre di pattinaggio artistico ha vinto la medaglia di bronzo. Vuol dire che in città ci sono degli atleti che riescono a raggiungere risultati importanti, che vanno agli Europei, che vincono la medaglia di bronzo e che ottengono dei grandi risultati.
Ora l’obiettivo è metterci a lavorare tutti quanti insieme per tenere insieme appunto le tre gambe famose e consentire alle associazioni di poter utilizzare e usufruire degli spazi. Aspettiamo la Provincia, che purtroppo per problemi di organizzazione d’ufficio quest’anno, a differenza degli altri anni, è un po’ in ritardo con l’assegnazione degli impianti, perché hanno dovuto spostare la funzionaria. Con l’Assessore Guida abbiamo fatto ieri una riunione per, invece, organizzare al meglio le palestre scolastiche, per cui siamo fiduciosi che a breve, nelle prossime ore… I calendari li abbiamo già pubblicati, comunicati alle associazioni. Nelle prossime ore, in base agli spazi che la Provincia destinerà alle associazioni sportive, se sarà il caso, metteremo mano di nuovo al calendario, altrimenti sarà in vigore quello che abbiamo comunicato qualche giorno fa. Grazie mille.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Assessore Foresio.
Consigliere Fragola, deve dichiarare solo se è soddisfatto. Non deve fare un intervento.
Speaker : CONSIGLIERE FRAGOLA:
Non sono soddisfatto della risposta dell’Assessore. Io ho chiesto l’istituzione di un tavolo che guardi quindi alle associazioni, al CONI, e quindi una concertazione. Non mi sembra dalle sue parole di aver intuito questo, quindi non sono soddisfatto della risposta.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere Fragola.
Primo punto all’ordine del giorno: Ratifica variazione di bilancio adottata con deliberazione di Giunta Comunale n. 571 del 01/08/2018 avente per oggetto: “Piano Sociale di zona 2018-2020 – Annualità 2018 – Risorse Provi – Variazione di bilancio”.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente. Sono due ratifiche di variazioni di bilancio tecniche, stanziamenti in entrata relativamente al piano sociale di zona non previsti nell’annuale e pluriennale, e che adesso invece dobbiamo naturalmente prevedere. Sono state naturalmente licenziate dalla Commissione consiliare competente all’unanimità, quindi se non ci sono altre dichiarazioni o richieste di chiarimento, la sottoporrei immediatamente al voto dell’Aula. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Altri interventi? Nessuno.
Dichiarazioni di voto? Nessuna.
Procediamo con il sistema elettronico al voto. Consigliere Mazzotta. Consigliera De Benedetto. Consigliere Russi. Pala, Monticelli, Battista. Consigliere Perrone.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: presenti 32, favorevoli 32, nessuno contrario, nessuno astenuto.
Per alzata di mano, immediata eseguibilità.
Stesso esito.
Seconda ratifica variazione di bilancio. Risorse “buoni servizio infanzia e adolescenza”.
La diamo per letta o vuole dire qualcosa? La diamo per letta. Va bene.
Nessun intervento. Nessuna dichiarazione di voto.
Procediamo con il sistema elettronico. Prego. Consigliere Battista. Consigliere Mazzotta. Consigliera De Benedetto. Consigliere Mazzotta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Prego, l’esito. Presenti 32, favorevoli 32, nessuno contrario, nessuno astenuto.
Immediata eseguibilità, per alzata di mano.
Stesso esito.
Delibera n. 3: bilancio di previsione 2018 e pluriennale 2018-2020. Approvazione definitiva salvaguardia equilibri di bilancio articolo 193, decreto legislativo n. 267/2000.
Prego.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Presidente, ho la responsabilità di dover presentare e illustrare i tre provvedimenti che sono all’ordine del giorno: la salvaguardia degli equilibri di bilancio, la delibera sull’accertamento di uno squilibrio finanziario e Piano di riequilibrio e quella sulla ricapitalizzazione della Lupiae Servizi.
Essendo un articolato di provvedimenti che hanno una loro coerenza, mi rimetto alla volontà dei Consiglieri di minoranza. Se vogliamo, per ordine dei lavori, procedere a una discussione e a un esame singolo...
Sì. Oppure a una discussione e a un esame congiunto. Io non ho difficoltà.
Perfetto.
Immagino che il Consigliere Perrone si faccia interprete della volontà di tutti i Consiglieri di minoranza. Procedo all’esame dei provvedimenti singolarmente, uno per uno.
Cominciamo con la delibera che prevede “approvazione definitiva salvaguardia degli equilibri di bilancio”. Come ricorderete, il 31 luglio noi accertammo la salvaguardia degli equilibri indicando l’appostamento di 750.000 euro legato alla previsione di perdita di esercizio della nostra società partecipata che a quella data non aveva ancora proceduto alla approvazione del suo bilancio d’esercizio 2017, nel frattempo intervenuta, con deliberazione del Consiglio di Amministrazione e parere di accompagnamento sia del Collegio sindacale che del revisore unico della stessa, che attesta un risultato d’esercizio 2017 di una perdita di circa 1.400.000 euro. La conferma, quindi, di una difficoltà finanziaria non nuova legata alle note sofferenze gestionali della nostra partecipata Multiservizi.
Il passaggio decisivo che siamo chiamati ad affrontare con questa delibera è duplice. Da una parte, approvando la salvaguardia degli equilibri di bilancio, mettere in sicurezza l’ente, che diversamente sarebbe costretto a prendere atto di uno squilibrio e, quindi, a dover conseguentemente procedere. Dall’altro, di garantire, attraverso stanziamenti idonei, risorse fondamentali per venire a capo delle previsioni civilistiche sancite dall’articolo 2447 del Codice civile, che disciplinano i casi di perdita di esercizio con azzeramento del capitale sociale.
L’unica possibilità che il socio unico ha di predisporre la continuità aziendale, di determinare le condizioni per un futuro della sua partecipata è oggi quella di prevedere risorse idonee alla ricapitalizzazione. Quindi, un atto politico fondamentale, in assenza del quale noi costringeremmo la nostra partecipata a consegnare i libri in tribunale.
Abbiamo, quindi, predisposto una variazione di bilancio che garantisse la quota residua di risorse necessarie a coprire la perdita e a ricostituire il capitale sociale.
Ai 750.000 euro già stanziati ne abbiamo aggiunti altri 620.000 circa, intervenendo specificatamente su capitoli che abbiamo individuato come prioritari nel sostenere questa manovra, che naturalmente determina valutazioni impegnative riguardo anche alla capacità che la stessa dimostrerà di poter camminare presto con le proprie gambe.
Per questi 650.000 euro, noi abbiamo attinto principalmente dai capitoli di bilancio previsti per le spese istituzionali di rappresentanza assegnati al Gabinetto del Sindaco, per circa 200.000 euro, utilizzando le indennità assegnate al Sindaco e alla Giunta, che per i mesi di ottobre e novembre non percepiranno alcun emolumento. Questo a fronte anche di profili di aspettativa che riguardano molti di noi e che, quindi, ci consegnano a una attività, nei prossimi due mesi, assolutamente priva di riconoscimento economico, privato e pubblico; per circa 88.000 euro attraverso la devoluzione dei gettoni di presenza previsti per le attività svolte dai Consiglieri comunali nell’adempimento del proprio mandato, per le attività delle Commissioni consiliari e/o di Consiglio, garantendone comunque la parte residua sino al 31/12/2018; per 150.000 euro circa utilizzando larga parte del premio di risultato 2018 previsto per i dirigenti comunali, ai quali naturalmente non viene minimamente toccata la cosiddetta “indennità di posizione”, ma solo parte dell’indennità di risultato, e per la parte residua attingendo al fondo di riserva. Attraverso questa delibera, quindi, accertiamo il permanere degli equilibri di bilancio 2018, garantiamo le risorse necessarie alla ricapitalizzazione della Lupiae, che, quindi, attraverso questo provvedimento, è salva secondo i vincoli civilistici, ma non è salvata secondo le valutazioni di impresa che saranno rinviate alla necessaria approvazione di un Piano di risanamento su cui interverremo dopo, considerata la volontà di procedere per passaggi separati.
Su questo provvedimento mi sento, naturalmente, di ribadire un personale e pubblico ringraziamento a chi ha dimostrato di voler concorrere significativamente e personalmente a questa previsione. Lo possiamo definire una specie di contratto di solidarietà che l’Amministrazione sottoscrive con la sua società partecipata, a voler ribadire l’impegno di tutti di profondere ogni sforzo, impegno, attenzione per salvaguardare l’attività futura dell’impresa e con essa dei suoi 272 lavoratori.
Questo è, naturalmente, in estrema sintesi, quello che la delibera oggi indica come volontà del Consiglio comunale, che naturalmente dovrà essere confermato dal voto. Entreremo nello specifico che riguarda passaggi successivi sul bilancio della Lupiae nel punto che andremo ad affrontare successivamente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Monticelli, prego.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Grazie, Presidente.
Torniamo in Aula dopo che voi avete approvato la salvaguardia degli equilibri di bilancio e in quella stessa seduta avete operato una forzatura nell’approvare decine di debiti fuori bilancio che avrebbero meritato una diversa discussione, tanto che la Commissione bilancio stesso ha deciso di riportare nella sede competente una verifica su quello che è accaduto in quella occasione.
In questo caso chiedo sin da subito all’attuale Presidente di seguire il percorso fatto e verificare se quello che è stato fatto in sede di riconoscimento di debiti fuori bilancio, dove ci avete propinato 20, 30, 40 debiti fuori bilancio, anche se ex post ha poca valenza, per una questione di trasparenza e di correttezza va fatto.
Ritorniamo in Consiglio comunale per trattare la salvaguardia degli equilibri di bilancio dell’ente alla luce di quella che è la perdita registrata dalla Lupiae nell’anno di esercizio 2017.
È inutile fare la storia della Lupiae, che risale al 1997, di come si è sviluppata e quant’altro, istituita per garantire la stabilizzazione degli LSU e quant’altro. Per quanto riguarda il contenuto della delibera vanno contestati non i termini del ripianamento, perché lungi da noi, se ci dovessero essere le condizioni perché l’azienda prosegua, ma questo lo vorremmo sapere…
Noi siamo pronti a rinunciare a due, tre, quattro, cinque, sei mesi, ma non lo sappiamo perché quello che è stato fatto finora è pari a zero in quanto il Piano di risanamento è stato accantonato ed è stato ritenuto non idoneo. Io pongo il problema politico, che risale al momento in cui si è insediata l’Amministrazione di Carlo Salvemini.
Ricorderete tutti che uno dei primi atti dell’Amministrazione di Carlo Salvemini fu l’avviso pubblico per esercitare il cosiddetto spoil system. Ricordate ancora tutti che quel provvedimento fu oggetto di un ricorso al TAR perché viziato di legittimità. Il ricorso fu accolto e fu riproposto un nuovo avviso pubblico correttivo del precedente.
Probabilmente, il tempo è stato galantuomo e ha determinato di soprassedere da quello che era l’intento di modificare il Consiglio di amministrazione o l’Amministrazione unica. Dico questo perché – l’ho già rappresentato in Commissione – ritengo che da parte del socio unico, da parte della proprietà, da parte del Comune e dall’altra parte il Consiglio di amministrazione che era stato nominato dalla vecchia Amministrazione non ci sia mai stata quella piena, serena e trasparente collaborazione. Dico questo per alcuni dati di fatto, che sono ovviamente riportati negli atti e nelle relazioni. Noi portiamo avanti una perdita di 1.300.000 euro circa. Nel percorso che ha portato alla perdita di 1.300.000 euro ci sono vari fattori di natura contabile che hanno inciso in maniera sostanziale a questo risultato negativo.
Ricordo a tutti, in maniera molto sintetica, che la Lupiae vive di quelli che sono i servizi che gli assegna il Comune. Il monte servizi che il Comune ha assegnato alla Lupiae si è ridotto.
Altro aspetto da un punto di vista civilistico: gli accantonamenti per quanto riguarda il fondo rischi in virtù del famoso contenzioso con il Comune di Novoli. È vero, in primo grado è rimasto soccombente, in secondo grado è rimasto soccombente, è pendente il ricorso in Cassazione. Potrebbe essere accolto, potrebbe non essere accolto. Questo, ovviamente, non lo sappiamo. Era necessario procedere a questa manovra nella misura del 50 per cento? Si sarebbe potuto fare in maniera più bassa. È possibile, nessuno ci avrebbe potuto contestare nulla. L’avremmo potuto eventualmente limitare al 20 per cento, al 25 per cento. Ci saranno autorevoli giuristi che diranno “Forse quel ricorso in Cassazione potrà essere accolto e quindi si rivisiterà quella previsione”. C’è stato uno stralcio dei crediti che si dichiarava essere vantati nei confronti del Comune. Questo è un problema che va risolto, perché poi bisogna essere chiari. Se io ho eseguito un lavoro, devo essere pagato. Se ho eseguito un lavoro devo essere pagato. Se io svolgo una prestazione, delle due l’una: o non è stato eseguito il lavoro, e quindi c’è qualcuno che ha dichiarato qualcosa che non risponde ai fatti, oppure devo essere pagato. L’aspetto più grave della vicenda è quello che ha vissuto il settore urbanistica, perché è vero che negli anni passati fu fatta una ricapitalizzazione conferendo dei terreni e non del denaro, ma se avessimo avuto il denaro avremmo messo il denaro e avremmo risolto il problema. Sono stati conferiti, ovviamente, dei terreni. È stato fatto un percorso che non ha dato i risultati sperati, perché quei terreni, come blocco unico, non sono stati ritenuti appetibili, anche considerato il momento storico particolare, la crisi generale, e quindi, allo scadere dell’Amministrazione precedente, fu portato in Consiglio comunale un piano che gli uffici hanno dichiarato essere legittimo – io non sono un urbanista – e che quindi prevedeva un determinato percorso.
L’Amministrazione Salvemini e l’Assessore si sono insediati nel luglio-agosto del 2017. Si trattava di una valutazione di natura politica. Bisognava intervenire immediatamente. Se c’era un vulnus, c’era un modo di pensiero diverso, perché l’Assessore ha detto in Commissione – non ricordo il nome – che era uno scempio, qualcosa di questo genere, ma non ricordo proprio il termine particolare, benissimo, questo è uno scempio. Però interveniamo, mettiamo i correttivi, in modo tale che questi terreni possano andare sul mercato e possano eventualmente trovare l’interlocuzione di chi può acquistarli, e quindi avrebbe dato ossigeno alla Lupiae, avrebbe incassato dei soldi, avrebbe pagato i debiti, e probabilmente la situazione non era quella di oggi.
Quindi, quello che dicevo io in Commissione, Sindaco, lo ripeto: io ritengo che quella che era la sua volontà appena insediato di defenestrare il Consiglio di amministrazione, legittima, non legittima, ha determinato non un rapporto amicale, tra virgolette, senza che debba [incomprensibile] amicale, perché lei, Sindaco, deve dare gli indirizzi e loro li devono eseguire. Il problema è che quest’attività ha aggravato questa situazione. Invece, avrebbe potuto registrare degli aspetti.
Per quanto riguarda le voci, nessun problema, la delibera – lo devono sapere tutti – non la voteremo, però se ci sono le condizioni per poter dare un contributo, non ci sottrarremo, essendo un diritto personale, disponibile ciascuno di noi. Quindi, sin d’ora – io, ovviamente, parlo a titolo personale – firmerò la disposizione agli uffici per trattenere quella che è la modesta indennità.
Io penso che questo sia un discorso che però stride con il terzo punto all’ordine del giorno, e mi riservo di parlare più avanti, perché si è deciso di trattare gli argomenti uno per uno.
Quindi, Sindaco, è vero la Lupiae è in sofferenza, è in sofferenza da molto tempo. Anche quando c’era l’allora Sindaco Perrone, feci un intervento e dissi: vediamo eventualmente se possiamo migliorare l’andamento della Lupiae.
Ebbene, quei suggerimenti fatti nelle ultime ricapitalizzazioni qualche segnale positivo lo hanno dato. Anche la stessa attuale maggioranza oggi, ieri minoranza, diede atto che il Consiglio di amministrazione aveva dato dei segnali positivi.
Il problema è solo: se noi per il futuro, e mi taccio perché riguarda il piano di risanamento 2447, che ovviamente manca, non sappiamo che cosa vogliamo, è chiaro le condizioni sono quelle che sono, anzi possono soltanto precipitare.
Quindi, noi voteremo contro questa delibera, e mi riservo di approfondire l’argomento per quanto riguarda il 2447 con il piano di risanamento disposto dalla Madia nell’altro punto all’ordine del giorno.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Consigliere Battista.
Speaker : CONSIGLIERE BATTISTA:
Grazie, Presidente.
Signor Sindaco, ritengo doveroso da parte mia esplicitarle i miei pensieri relativamente a questa delicatissima vicenda della nostra partecipata tenendo conto di nutrite, forti perplessità relative al salvataggio da lei tanto pubblicizzato con enfasi, riflettendo sui modi e direttive risolutive del tutto dubbie e incongruenti a mio parere.
Se riflettiamo sul fatto che dirigenti comunali hanno chiesto, ritengo su suo input, alla società Lupiae di rimodulare le convenzioni con offerte migliorative; tenuto conto che la società mi risulta che già da anni abbia fatto presente al socio unico che numerose convenzioni stipulate nell’anno 2012 sono in perdita; tenuto conto che alle offerte presentate dalla società i dirigenti hanno richiesto la trasformazione dei contratti da commercio a multiservizi, giustificando che diversamente non avrebbero rilasciato la congruità sul cesto totale delle convenzioni da rinnovare al 31/12/2018; alla luce di tutto ciò, sembra un paradosso che dopo vent’anni di convenzioni pagate con contratti di commercio e industria e che gli stessi si continueranno a pagare sino al 31/12/2018, tenendo conto inoltre che dall’1 gennaio 2019 gli stessi dirigenti non riconosceranno più la congruità del costo del lavoro… Vorrei comprendere la ratio relativa alla conducibilità di richiedere dopo vent’anni di lavoro ai dipendenti amministrativi un umiliante e denigrante demansionamento, dopo un’alta professionalità acquisita nelle attività di concetto, annullando oggi tutta la loro preziosa esperienza.
Risulta, infine, dal piano di risanamento della Lupiae – questa è una cosa molto importante, signor Sindaco, e ritengo lei debba profondamente riflettere – dal piano di risanamento della Lupiae esiste l’eliminazione di alcuni servizi, e quindi di convenzioni relative alla manutenzione strade per euro 250.000, che non ci saranno più per il 2019; per l’assistenza domiciliare agli anziani, che passerà all’ambito di zona dal 2019 ovviamente, per altri circa 300.000 euro.
Per questo secondo passaggio la dirigente Perulli non ha ritenuto di inserire la cosiddetta clausola di salvaguardia per le nuove unità che oggi, ancora ad oggi, svolgono il servizio agli anziani e che dopo il 31/12 di quest’anno rimarranno in carico alla società, non sapendo quindi come e dove all’interno della società potranno essere queste poi utilizzate.
Allora, alla luce di quanto esposto, ritengo lei debba profondamente riflettere con la lucidità e la sensibilità che la contraddistingue, signor Sindaco, perché io ho sempre detto che lei è una persona attenta, e anche responsabile quando lo ritiene opportuno.
La invito, pertanto, a sostenere la Lupiae non con la sottrazione di commesse per centinaia di migliaia euro, ma con l’incentivo delle stesse, se veramente nella sua anima e nel suo cuore vuole aiutare anche per l’ultima volta la partecipata, e insieme a lei 270 famiglie. Solo così potrà chiedere a questa nell’imminente futuro di dover continuare a sopravvivere sulle proprie gambe.
Io, signor Sindaco, guardi, faccio politica per passione e ritengo di essere una persona del popolo, perché vivo in mezzo alla gente: per me, il lavoro è la priorità assoluta, fondamentale per la dignità di ognuno di noi. Ma quando si parla di salvare la Lupiae, si parla di piani di risanamento e si… Guardate, io mi rivolgo a tutti. Qui dentro c’è la paura di esprimersi relativamente all’iniziativa della privazione dei gettoni di presenza. Io non mi preoccupo perché non ho nulla da nascondere, perché quando una persona parla con la propria coscienza e con la propria vera sensibilità e onestà, non deve avere paura di dichiarare quello che pensa!
Io, signor Sindaco, le dico che quest’iniziativa che lei ha preso relativamente alla detrazione dei benefici economici suoi, dei suoi Assessori, dei dirigenti, dei Consiglieri tutti, non serve a nulla! Questo è soltanto un buttare un fumo negli occhi per far capire che cosa alle persone, alla gente, ai dipendenti della società, alla società!? Che lei sta facendo un sacrificio per salvare la Lupiae, e la sta salvando lei!? Questo non è giusto!
Innanzitutto, un provvedimento del genere, di due mesi, non vale a niente, signor Sindaco! Se sta qui per passione, deve dire che il Consiglio comunale si priverà di gettoni di presenza, dei benefici economici per tre anni, non per due mesi o per tre mesi! Veniamo qui per passione, per dare un servizio alla nostra città, signor Sindaco! Facciamolo con il cuore se vogliamo veramente cercare di risollevare definitivamente una società, che oggi versa in condizioni secondo me veramente di grande pericolo, e mi auguro di sbagliarmi, mi auguro.
Guardi, e termino, quando si parla di togliere a noi tutti 170.000 euro circa per due mesi, e lei mi toglie dal piano dell’assistenza alla manutenzione stradale 250.000 euro, e poi mi toglie 300.000 euro per l’assistenza agli anziani, ma io vorrei capire la ratio che la induce a dire che lei sta operando per un salvataggio della Lupiae! Con 170.000 euro nostri lei vuole risolvere i problemi della Lupiae quando ne sta togliendo 550!?
Alla luce di tutto ciò, signor Sindaco, io la ritengo sempre una persona seria e onesta, onesta, sono convinto di questo, lo dico a tutti. Non potevo esimermi dall’esplicitare questi miei pensieri. Con ciò, quindi, io mi auguro che tutto possa risolversi col suo giudizio, perché è anche una persona giudiziosa.
Veramente in lungimiranza lei ha nel suo cuore di salvare la Lupiae e tutti i suoi dipendenti, ma con ciò però, alla luce dell’incongruità di quanto dichiarato, non per una questione politica, per opzione politica… Perché non deve apparire che lei è il salvatore della patria, perché qui se dobbiamo salvarla, dobbiamo salvarla tutti, non con provvedimenti che cercano di buttare fumo negli occhi alle persone per erigerci a personaggi che sono arrivati e hanno risolto tutti i problemi di questo mondo. Questo non è giusto. Tutti abbiamo le nostre colpe per il passato, sia chiaro. Nessuno dice che per il passato ci siano state persone che non abbiano operato nell’interesse della comunità. Si è fatto quello che si è potuto fare, ma tutti nella vita possiamo sbagliare.
Ora, alla luce di tutto ciò, solo per questione politica, ripeto solo per una questione politica, anticipo il voto di Forza Italia, contrario, solo per questo motivo. Grazie.
Speaker : CONSIGLIERE NUZZACI:
Grazie, Consigliere Battista.
La parola al Consigliere Giordano.
Speaker : CONSIGLIERE GIORDANO:
Grazie, Presidente.
Mi dispiace che il Sindaco sia assente, anche perché queste sono questioni che avrei avuto piacere a trattare con lui, ma evidentemente… No, quando rientra, rientra. Vedo che appena abbiamo preso la parola si è assentato. Avrà avuto delle ragioni.
Qui il problema è abbastanza serio, colleghi. Essere soci di una società – ve lo dico anche perché sento il dovere con me stesso di parlare di qualcosa che mi riguarda tutte le mattine per l’attività professionale che svolgo – essere soci di una società comporta impegno, comporta doveri, comporta grandi responsabilità.
Qui mi sembra che, anziché andare al cuore del problema, anziché andare alla ricerca di soluzioni vere, anziché approntare… Ve lo sto dicendo da questa mattina: è necessario aumentare il volume di tutti i microfoni, del Sindaco, del Presidente. Mi fa segno e ha ragione, non si sente, lo so. Mi facevano segno di là che non si sentiva, e debbo dire la verità prima non ascoltavo bene neanche i colleghi che hanno parlato.
Vi dicevo, c’è un problema di grande responsabilità da parte del socio. Non si può ipotizzare di andare alla ricerca di una pezza da posizionare per risolvere una mattina un problema.
La Lupiae non ha il problema di ripianare questa mattina un bilancio che è puntualmente deficitario e che, ovviamente, una volta che si va sotto al capitale sociale, il capitale ovviamente in tutte le società… Va ricapitalizzata la società stessa, quindi va riposizionato. Qui il problema è di capire come far funzionare in maniera dignitosa questa società.
Qui non abbiamo idea di cosa fare. E quello che mi preoccupa è che il socio in questo momento, se fa proposte tipo quelle che ho ascoltato, dimostra di non avere le capacità per poter dare gli indirizzi che il socio ha il dovere di dare al consiglio di amministrazione di una società.
Nelle società dove io lavoro oppure sono componente del Consiglio di amministrazione o Presidente del Consiglio di amministrazione gli indirizzi mi vengono dall’assemblea dei soci. È l’assemblea dei soci o il socio unico che dice al consiglio di amministrazione: vedete che questa è la strategia che noi vogliamo portare avanti, attuatela.
Quindi, l’Amministrazione comunale ha responsabilità, responsabilità grandissima, responsabilità grandissima non solo perché cerca di risolvere un problema mettendo una pezza, ma soprattutto perché a chi fa comunque parte di quest’Amministrazione questa mattina non ha presentato un vero e proprio piano di rilancio che motivi il perché dare fiducia a strumenti tipo quelli che ci sono stati indicati.
Come la rilanciamo, Sindaco, quest’attività? Questa società perde sistematicamente. L’attività che questa società svolge, la paghiamo il giusto? Cioè il Comune dà a questa società effettivamente quanto vale il servizio?
Qui dall’analisi delle carte e da quello che ho ascoltato vogliamo risanare, da una parte, facendo dei tagli sui servizi che vengono conferiti. A me questi termini sembrano antitetici.
Vedete, una società, se la si vuole rilanciare e la si vuole posizionare concretamente sul mercato, ha necessità di una cosa fondamentalmente: non di ripianare il bilancio, non solo in questo caso ripianare il bilancio, ma ha bisogno di investimenti.
Qua gli investimenti per rilanciare l’attività quand’è che sono stati fatti? Non vedo uno straccio di proposta in questo senso. Mi aspettavo… Dovevano esserci delle novità. La campagna elettorale è stata impostata sul piano delle novità. Mi aspettavo novità anche su situazioni importanti che riguardano uno stato occupazionale di 270 unità, 270 lavoratori, Sindaco, che sono sistematicamente stressati oltre misura.
Noi abbiamo un lavoro, facciamo un’attività. Sapete che cosa significa arrivare ogni volta all’approvazione del bilancio e non sapere se l’indomani esiste una situazione di stabilità per la propria famiglia? E questo ogni anno. Queste sono delle problematiche che portano a un livello di stress, qualsiasi persona, notevolissimo.
Non aver trovato una soluzione a questi problemi per far sì che questa società fosse una società che si posiziona e lavora in grazia di Dio, e il dovere ce l’ha il socio, degli indirizzi, attenzione, non scarichiamo le responsabilità su altri… Non aver approntato una soluzione di questo genere significa continuare a condannare a una situazione di stress infinita senza prospettive. Stiamo dicendo: vedete che è l’ultima volta. Quindi che cosa gli stiamo dicendo? Stiamo facendo i salti mortali, di fatto stiamo mettendo una pezza, ma sappiate che dovete continuare a vivere con lo stress, perché la prossima volta neanche la pezza metteremo così, perché più o meno questo stiamo dicendo alle persone.
Allora, se vogliamo rilanciare quest’attività, bisogna avere coraggio. Avere coraggio significa tirare fuori dei soldi per rilanciare l’attività. Diversamente, ogni anno ci rivedremo qui, parleremo nuovamente delle stesse cose nella migliore delle ipotesi, perché ho letto che questa è l’ultima volta.
Ogni volta ripianiamo. Un piano industriale credibile io oggi non l’ho visto. Risorse approntate per rilanciare l’attività non ne ho viste. Vedo che addirittura vogliamo tagliare dei servizi.
Che cosa succede? Abbiamo individuato un sistema: facciamo la rinuncia alle indennità. Mi state proponendo di rinunciare per due mesi alla mia indennità: nessun problema. Io vi dico che sono disposto a rinunciare alla mia indennità non per due mesi, per molto di più, e lo faccio comunque, la rinuncia la faccio senza problemi, anche se sono assolutamente contrario a questo modo di fare e io e il mio Gruppo voteremo contro, ma poi firmerò serenamente la carta, il foglio, perché sono diritti individuali, quindi io dirò certamente che sono disponibile a lasciarvi le due mensilità.
Ma io vorrei lasciarvene dodici di mensilità a fronte di un piano di investimenti. Questo è il discorso. Probabilmente, hai ragione, Luciano. Ho condiviso quello che hai detto, però il discorso è questo: qui o parliamo di rilancio dell’attività o parliamo della ricerca del mettere una pezza. Volete mettere la pezza con le due mensilità? Figuriamoci se non vi dico di sì, però io non vorrei darvi due mensilità, vorrei darvene molte di più, ma vorrei vedere un piano credibile di rilancio dell’attività, in maniera tale da poter almeno avere l’aspettativa – poi sarà il mercato a dircelo – l’aspettativa che questa società può iniziare a camminare con le sue gambe. Se non facciamo investimenti, questo non accadrà mai. Continueremo a tenere sulla graticola queste persone, e sinceramente questa è una cosa inumana, io la leggo in questa maniera, e non riusciamo a intravedere veramente la luce fuori dal tunnel. Andiamo avanti con navigazione a vista e l’ennesima pezza.
Oggi abbiamo avuto questo parto di fantasia. Lo condivido, perché se possiamo in qualche modo, rinunciando a qualcosa di nostro, agevolare le persone, su di me lo sapete, non in quest’occasione, ma potete sempre contare. Quindi, il ragionamento che faccio io non è di salvaguardia. Ve lo dico, sarò il primo a mettere la firma, però cerchiamo veramente di capire che, se vogliamo risolvere questi problemi, dobbiamo diventare imprenditori, dobbiamo essere soci di una società, dobbiamo fare quello che fa il socio di una società e dobbiamo mangiarci la testa se abbiamo le capacità per dare degli indirizzi che portino fuori da questa palude che è infinita, grandissima, la palude. Non si riesce a uscire dalla palude.
Sì, viene da lontano, ho capito, ma io oggi sono qua ad analizzare quello che mi viene presentato oggi, collega. Questo è il discorso. Viene da lontano, perfetto. Io ricordo quante cose ho detto tanto tempo fa, lo ricordo. Questo tipo di perplessità le ho sempre esternate. Ho detto queste non sono società che vivono sul fatto che per qualche anno hai l’esenzione dei contributi. Qui bisogna fare un piano industriale credibile! Collocarla sul mercato e farla camminare con le gambe sue. Queste cose si fanno con i soldi, non si fanno le chiacchiere. Parliamoci francamente. Ve lo dico da imprenditore. Se tu vuoi ottenere qualche risultato, devi mettere i soldi. Se non metti i soldi, e vai solamente al ripianamento del debito o vai alla ricostituzione del capitale sociale, che sa già che verrà mangiato da qui a qualche mese, non stai facendo niente.
Allora, cos’è che possiamo fare? Non tagliamo servizi. Se i servizi glieli stiamo pagando poco, paghiamoglieli il giusto, perché dei servizi vengono resi. Qualcuno mi tirava: ma poi il bilancio del Comune inizia a soffrire da un’altra parte. Sì, ma questa società ormai strutturalmente fa parte dell’attività del Comune, non possiamo negarcelo, questo. Basta andare negli uffici e vediamo che gli uffici spesso funzionano prevalentemente grazie al personale di questa società.
Quanto ci costa una di queste persone se la posizioniamo al posto di un dipendente comunale? Ve lo dico io: molto meno. Molto meno.
Speaker : PRESIDENTE:
Scusate. Scusi, Consigliere Giordano. Prego il pubblico…
Speaker : CONSIGLIERE GIORDANO:
Presidente, io sto parlando ai colleghi.
Speaker : PRESIDENTE:
No, non c’entra lei.
Faccio sgomberare l’Aula. Il pubblico può assistere, ma non accetto manifestazioni. Tutto il rispetto per le cose che il Consigliere Giordano sta dicendo, però né applausi né commenti, altrimenti faccio sgomberare l’Aula.
Chiedo scusa al Consigliere se gli ho tolto la parola. Prego.
Speaker : CONSIGLIERE GIORDANO:
Presidente, qui il nocciolo della questione è questo: noi teniamo aperto il Comune con un’attività sottopagata prestata da lavoratori che di fatto svolgono la mansione del dipendente comunale, perché di questo si tratta, e che per una serie di ragioni paghiamo molto di meno. Questo è il ragionamento. La verità e questa qui, poi vogliamo chiamarla come vogliamo. Se non ci fosse questa massa di persone che eroga determinati servizi, non so se l’Amministrazione comunale poteva erogare dei servizi ai cittadini. Secondo me, no, però questa chiaramente è un’opinione. E li paghiamo un sacco di soldi di meno.
Allora, è chiaro che il bilancio è quello che è, è chiaro che abbiamo una serie di sofferenze, ma non è che possiamo farle pagare sempre alle stesse persone. Questo è il mio ragionamento. Il progetto di risanamento della Lupiae deve essere guardato a 360 gradi, con un’attenzione forte ai costi per avere determinati tipi di servizi. Noi non possiamo assumere? Bene. Abbiamo preso il dipendente della Lupiae. Ci costa il 40, il 35 per cento di meno. Benissimo. Stiamo guadagnando. Ma noi ci stiamo guadagnando, poi al lavoratore diciamo ogni anno: non so se ti tengo, non so se ti decurto lo stipendio, al posto di 40 ore, fammene 30, magari fammene 22, sei sempre tu il soggetto che poi, pur lavorando nella macchina comunale, devi poi farti carico delle problematiche che derivano dal mantenimento degli equilibri di bilancio. Questo è. Queste persone lavorano come dipendenti comunali. Costano molto di meno. Questo è il discorso.
Di queste cose dobbiamo cercare di farci carico, ma farcene carico una volta per tutte. Non si può fare. Sto dicendo una bestemmia, lo so, ma per me, se ci fosse la possibilità di farlo e non ci fossero i limiti che ci sono, li integrerei come dipendenti comunali, perché quello fanno, non è che fanno un’altra cosa. Questo è il discorso.
Quindi, vi ripeto da parte mia c’è la disponibilità. Ripeto, voterò contro perché secondo me questa cosa è stata gestita e continua a essere gestita male. Ovviamente, voterò contro. Sul fatto poi di lasciare due mensilità, Sindaco, non c’è problema, sono il primo a mettere la firma, ma la metterei anche per una cifra molto superiore, ma fatemi vedere che vogliamo fare veramente i soci di una società, vogliamo veramente impegnarci e vogliamo veramente fare una cosa: garantire al Comune il mantenimento di alcuni servizi e garantire dei livelli dignitosi di serenità, oltre che economici, perché è la serenità che è compromessa, che a volte vale più dei soldi. Su questa questione dobbiamo veramente impegnarci tutti. Non è un problema di colore politico, e dare una risposta definitiva.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie al Consigliere Giordano.
Consigliere Messuti. Poi, Perrone.
Speaker : CONSIGLIERE MESSUTI:
Presidente, Sindaco, parto da un ragionamento. Ritengo che, se questa delibera avesse avuto differenti presupposti, pur riconoscendo che stiamo parlando di una delibera di bilancio, laddove la diversità tra maggioranza e opposizione viene scandita in quest’occasione, le dico che l’avrei votata, se avesse avuto determinati presupposti.
In conferenza stampa, e lo ha ribadito anche oggi, nell’annunciare una soluzione Lupiae, affermava: la Lupiae è salva, ma non è ancora salva.
Sulla base di questa delibera, ritengo che a oggi la Lupiae non sia salva, ma non sia ancora salva, e dico questo perché?
Quella che viene proposto in deliberazione non è la ricostituzione del capitale sociale a fronte delle perdite, bensì è la costituzione di un fondo in futura ricostituzione del capitale sociale. Le somme reperite sommate al fondo rischi di 700.000 euro non vengono prese e date alla Lupiae per ricostituire il capitale sociale. No, perché bisogna attendere, bisogna attendere che venga rifatto un piano di risanamento, di modo che si possa valutare se questa società in futuro produrrà altre perdite oppure no.
E questo è un errore giuridico, e è questo un errore politico. E spiego perché.
Il 2447 del codice civile prevede che, a fronte di perdite che erodono il capitale sociale, l’assemblea dei soci deve senza indugio provvedere alla ricostituzione del medesimo capitale, cosa che non stiamo facendo. Stiamo accantonando una somma, vediamo il piano che ne discenderà, e dopo prendiamo le decisioni. Non è corretta, questa tecnica, giuridicamente; non è corretta politicamente; non è corretta anche nei rapporti e nei rapporti tra Comune e società, tra Comune e dipendenti della società. Perché?
Perché, se la delibera fosse stata fatta in maniera differente, e cioè si fosse detto con molta chiarezza, critiche o non critiche, dolori o non dolori, si fosse detto “la città dalla Lupiae ha bisogno di questi servizi, uno, due e tre, e per questi servizi il plafond economico-finanziario è questo”, si sarebbe consentito all’advisor, parolone inglese, che ha commissionato alla società Lupiae di fare un piano di risanamento reale, si sarebbe consentito soprattutto di prendere decisioni forti, decise, ma chiare, chiare nei confronti di tutti, della politica, dell’Amministrazione, della società e dei lavoratori.
Questo, purtroppo, non avviene. Io già in Commissione ho rappresentato che quelli che sono stati i parametri dell’unità di crisi delle società partecipate, e quindi le relazioni offerte dai dirigenti a fronte delle offerte migliorative presentate dalla Lupiae, sono il tutto e il niente.
Voi vi immaginate che un dirigente – hanno risposto così, alcuni dirigenti – dica: quest’offerta non è economicamente vantaggiosa, ma se fosse applicato il contratto multiservizi e non il contratto commercio, potrebbe essere vantaggiosa. E le determinazioni spettano ai dirigenti del Comune, stabilire quale tipo di applicazione…
Speaker : PRESIDENTE:
Rivolgiamoci all’Aula, per cortesia. All’Aula bisogna rivolgersi quando si parla.
Speaker : CONSIGLIERE MESSUTI:
La guarderò intensamente negli occhi, Presidente.
E questi sono gli aspetti che hanno e che danno, soprattutto, la vaghezza delle soluzioni, quelle che non offrono la certezza dei percorsi, perché rispetto alla certezza dei percorsi anche una condivisione di tutte le forze politiche può rafforzare appunto un’azione politico-amministrativa, ma oggi quest’incertezza determina la difficoltà del futuro di questa società, qualunque essa sia. Io, Antonio, mi sto sforzando di fare un ragionamento cercando di essere classe dirigente, riportandomi alla nostra chiacchierata che abbiamo fatto l’altro giorno.
Oggi noi dovremmo, per affrontare un ragionamento del genere, offrire da subito ripiano, quali servizi svolgere, quanto importo economico destinare per questi servizi che il Comune ha interesse a voler proseguire. In questo caso avremmo messo nelle condizioni qualunque advisor di fare un piano serio, credibile e non aleatorio. Glielo dico col cuore, Sindaco.
Oggi manca il presupposto, il fondamento giuridico per dare corso a un voto favorevole a questa delibera. È un atteggiamento e un comportamento che sottace questa delibera che crea molte aspettative e difficoltà future di realizzazione. Attenzione a questi percorsi, Sindaco, e glielo dico ormai da veterano della politica, perché quando in politica si determinano aspettative deluse il risultato, il prodotto è la delusione della politica.
Quindi, se ci sono sforzi positivi, non troverà posizioni di contrasto da parte dell’opposizione. Se ci sono percorsi di chiarezza, potremmo discutere sulla condivisione o non condivisione, ma una volta individuata la condivisione ci troverà a fianco. Su questo atto deliberativo c’è l’incertezza più totale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego, Consigliere Perrone. Poi il Consigliere Patti.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Oggi dovremmo discutere degli equilibri di bilancio, che è un atto che la norma richiede essenziale all’Ente al fine di proseguire la propria attività nel corso di un esercizio. Purtroppo devo dire che, grazie a una, secondo me, trovata di carattere demagogico del Sindaco, invece di parlare della tenuta o meno degli equilibri di bilancio di questo Ente, stiamo parlando del futuro della Lupiae, con un paradosso, caro Presidente Ria, che adesso stiamo discutendo se riusciamo a trovare 600.000 euro per garantire il pareggio degli equilibri di bilancio e fra un quarto d’ora discuteremo degli eventuali 30 milioni che mancano, dei quali non ci stiamo preoccupando. Oggi ci sono gli equilibri, adesso sappiamo che nel 2018, dalla relazione fatta dagli uffici, mancano da 2 a 5 milioni, ma non lo diciamo, e siamo riusciti a spostare la discussione soltanto sulla questione della Lupiae, questione della Lupiae della quale ormai da anni si fa oggetto di un dibattito accesissimo all’interno di quest’Aula.
Io sono convinto che il Sindaco, come hanno rappresentato i miei colleghi benissimo prima di me, abbia voluto creare il caso Lupiae, cioè abbia fatto in modo, da socio, ma soprattutto da committente unico della società, di creare quelle condizioni economiche, mettendo una mano al collo della Lupiae, per poter oggi discutere di un ripianamento perdite di un’entità consistente, ed è semplice, basta fare i conti, li ha fatti chiaramente Bernardo Monticelli prima, e cioè se questi 1,370 milioni di perdite rivengono tutti di fatto da costi non ripetitivi. Cioè, non sono dei costi che conclamano un deficit strutturale della Lupiae. Tant’è vero che la semestrale 2018 gira con numeri nettamente migliori di questi. Se il socio committente rinuncia a fare il fatturato che ha fatto nel corso degli anni precedenti è chiaro che produce perdita o, almeno, contribuisce a fare la perdita. Cioè, se il socio quest’anno, al contrario degli altri anni, rinuncia a 264.000 euro di servizi a chiamata, è chiaro che contribuisce acché quella perdita aumenti di 264.000 euro. Se il socio non mette in condizione la Lupiae – e di questo parlerò dopo – di alienare degli asset immobiliari che ha, che avrebbe comportato per la Lupiae una liquidità, probabilmente di quei 270.000 euro di oneri finanziari, cioè di ciò che la Lupiae paga alle banche perché ha gli scoperti di conto, probabilmente quei 270.000 euro sarebbero stati molti di meno. Se il Comune, con più o meno evidenti segnalazioni, non avesse suggerito di svalutare il credito inserito in bilancio per il credito a favore del Comune di Novoli del 50 per cento, il che significa ammortizzare quell’eventuale minusvalenza in due anni, l’avremmo potuto fare anche in tre o in quattro, probabilmente quella perdita sarebbe stata nettamente minore.
Allora abbiamo capito che l’atteggiamento del Comune è l’atteggiamento di una cattiva matrigna, cioè di chi vuole mettere in difficoltà la figliastra per avere le mani libere nella scelta che dovrà prendere.
Sindaco, io sulla Lupiae mi sono giocato la mia credibilità. Ho deciso sin dall’inizio di salvarla. Perdeva 3 milioni, quando sono arrivato io, all’anno, aveva 370 dipendenti, 8 milioni di debiti fiscali. Quando me ne sono andato, i dipendenti erano diventati 275, i debiti fiscali erano passati da 8 milioni a 3 milioni, era un’azienda in equilibrio, con il Comune che l’accompagnava. Non è stato merito mio, attenzione. È stato merito soprattutto dei lavoratori, che hanno accettato un piano di risanamento, molto spesso controvoglia. È stato merito del management, che rischiando e per quattro soldi di indennità ha cercato di accompagnare la Lupiae verso questo piano di risanamento. E il tuo primo atto che hai fatto da Sindaco? La lettera per invitarli a dimettersi. È chiaro che hai voluto creare un clima di scontro sulla Lupiae.
Adesso tu dici: “io voglio salvarla”. Benissimo. È il momento di dimostrarlo. La Lupiae non si salva dando all’advisor, nemmeno se fosse il Premio Nobel per l’economia, la possibilità di immaginare un percorso di risanamento. Tu sei il socio e soprattutto sei il cliente unico della Lupiae. Tu devi dire che cosa sei disposto a fare rispetto alle disponibilità di bilancio! Tu devi dire qual è il fatturato e che cosa sei disposto a offrire alla Lupiae! Solo ottenute queste informazioni, chiunque può costruire un piano di risanamento. Senza questo, caro Sindaco, e senza la, per la prima volta, presa in carico di responsabilità, è difficile che si possa arrivare a un piano di risanamento che sia compatibile con quello che tu immagini.
Questa è un’ipocrisia: “è l’ultima volta che ripianiamo”. Non la devi dire questa cosa, perché la ripianerai se tu metterai la Lupiae in condizioni di fare perdite. Non c’è attività discrezionale. L’80 per cento dei costi sono personale. Nessun manager può fare follie e spese pazze. Tu devi decidere se la Lupiae deve vivere e a che condizioni.
Io mi sono assunto la mia responsabilità quando fu: chiesi, attirandomi anche l’inimicizia di tanti lavoratori del settore amministrativo, anzi imposi che l’orario degli amministrativi fosse ridotto a 32 ore. Tanti amici mi tolsero il saluto. Tanti amici, in campagna elettorale votarono per te, perché io avevo fatto questa cosa. Mi assunsi la responsabilità. Non era colpa della Madia, non era colpa di chi mi aveva preceduto, non era colpa dei dirigenti, che rinunciavano alle proposte di commessa. Io mi sono assunto la responsabilità, e questo devi fare tu. Basta. Tu devi dire quanto, alla luce dei calcoli che avete fatto o che farete, sei disposto ad offrire alla Lupiae e lì aprire una negoziazione industriale con le forze sindacali per capire inevitabilmente che genere di intervento sul costo del personale andrà fatto. Solo così la Lupiae si salva. Ma se lasciamo le cose a, soprattutto con un atteggiamento chiaramente ostile della tua Amministrazione, non credo che arriveremo a nessun risultato. Che voi vogliate la Lupiae in difficoltà lo dice non solo la vostra storia di oppositori all’interno di questa Amministrazione, ma lo dice anche l’atteggiamento: primo atto, via i vertici dell’azienda, come per significare uno stacco netto, non vediamo cosa possiamo fare.
Secondo atto: i terreni non valgono quanto il Comune vi aveva detto che valevano e quanto avevate inserito in bilancio, e subito arriva la letterina del dirigente, che io non credo, avendo fatto il Sindaco per dieci anni, che non si sia confrontato con voi per capire se il senso di quella indicazione rispondesse alle volontà dell’Amministrazione. Abbiamo perso del tempo, abbiamo dovuto nominare dei periti, c’erano, lo hai detto pure tu in Consiglio comunale, 700.000 euro in meno, che poi, come d’incanto, si sono rivelati essere una boutade, perché invece quei terreni, alla luce delle valutazioni e dei riscontri che sono stati fatti, di natura tecnica, valeva.
L’approccio, quindi, è stato sempre un approccio contrario alla società, soprattutto, anche, senza la volontà, caro Sindaco, che tu abbia messo chiaramente la faccia e abbia detto: per me la Lupiae va chiusa, o per me la Lupiae va ridotta. Poi c’è stato il tentativo, il parere chiesto alla Funzione pubblica per vedere se la normativa vigente prevedeva la possibilità di rinnovo delle convenzioni per gli amministrativi, cioè, sempre dalla parte contro la Lupiae e mai dalla parte a favore della Lupiae. Abbiamo chiesto un parere, credo a firma del Segretario generale, alla Funzione pubblica, mi risulta, perché non è stata data… Queste sono le notizie che riecheggiano nei corridoi del Comune per verificare se le convenzioni di supporto amministrativo sono oggi rinnovabili perché compatibili con la normativa vigente. Quindi, tutti atteggiamenti ostili.
Tu vuoi salvare la Lupiae Sindaco? Noi ci siamo. Ci siamo con le indennità, ti voteremo i piani che siano concordati con i lavoratori, faremo tutto. Al contrario di me, che vi avevo contro, tu se veramente vuoi salvare la Lupiae ci avrai a favore, e sono sicuro di rappresentare il pensiero di tutti i miei colleghi, ai quali, per problemi personali non ho potuto rappresentare il senso del mio intervento, essendo arrivato oggi all’ultimo minuto ed avendo mancato la riunione pre-consiglio di minoranza.
Tornando alla delibera, che poi era questo il senso – paradosso, abbiamo discusso della Lupiae parlando degli equilibri –, voi certificate che gli equilibri ci sono, io dico che gli equilibri non ci sono. Quindi, ovviamente, se sono veri i calcoli della relazione che io contesto, lo dico già prima, la relazione fatta dagli uffici finanziari a mio modo di vedere è sbagliata. Ma siccome voi la date per buona, la mettete, la allegate, e siccome fra dieci secondi, mi rivolgo anche al Collegio dei Revisori, dovremmo discutere di 30 milioni che forse mancano, secondo me gli equilibri non ci sono, quindi io voterò contro gli equilibri di bilancio.
Riguardo alla questione Lupiae, caro Sindaco, assumiti le tua responsabilità: non fare scrivere ai dirigenti, non fare scrivere al Segretario, affronta tu la questione, decidi quanto è giusto dare alla Lupiae, quali sono le convenzioni, i servizi che secondo te il Comune deve erogare attraverso la Lupiae e su questo imbastisci correttamente, a viso aperto, con i lavoratori e con chi li rappresenta, una interlocuzione per capire qual è il punto di caduta. Se è vero che tu vuoi salvare la Lupiae, e sino adesso hai dimostrato esattamente il contrario, noi saremo dalla tua parte.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliera De Benedetto… No, scusi, Patti, poi la Consigliera De Benedetto.
Speaker : CONSIGLIERE PATTI:
Grazie, Presidente. Solo per dire preliminarmente quanto sia stata avventata la risposta all’invito del Sindaco di trattare le tre delibere assieme e procedere al voto separatamente.
Come giustamente ha richiamato il Consigliere Perrone qualche minuto fa, parliamo di equilibri di bilancio, in questa fase. State portando, anzi, avete anticipato le vostre dichiarazioni di voto – prendiamo atto di chi lo ha fatto –, però occorre essere trasparenti, occorre assumersi, questa volta lo dico io, per una volta, almeno per una volta, le proprie responsabilità. Emergono, infatti, due modi diversi, io dico forse inconciliabili, di fare politica: il primo è quello venuto fuori adesso, per cui tutto si può fare, il Sindaco deve dire, Tizio deve sottoscrivere.
Bene, c’è un altro modo di fare politica che consente di stare con i lavoratori, cosa che noi sottoscriviamo, perché è nel nostro DNA, ed è un modo di fare che sì, mette al sicuro i lavoratori, ma non perché protetti da un Sindaco, in quanto i Sindaci cambiano, ma è la legge che rimane, e i lavoratori devono essere tutelati e non trascorrere più ogni momento di approvazione del bilancio con un sentimento di incertezza per sé e per le proprie famiglie. Quindi, questi sono due modi di fare – tutto si può fare, ma attenzione, alcune cose, o tutte, vanno fatte nel rispetto della normativa – che fanno emergere due modi di affrontare le Istituzioni, opposti e inconciliabili.
Oggi, però, parliamo, ed ecco perché è stato avventato, perché dal tenore degli interventi che mi hanno preceduto emerge chiaramente che il dibattito, essendo fatto di tre delibere collegate, forse avrebbe meritato una discussione unica. Invece decidiamo di affrontare le delibere separatamente, però negli interventi che precedono richiamiamo i punti che seguono. Bene, non sono abituato a fare così. Parliamo di equilibri di bilancio. I lavoratori devono sapere che di fronte ad una perdita di esercizio, visto che il Consigliere Giordano ci richiamava alla normativa societaria, ci sono due vie: o si ricostituisce il capitale sociale che la legge impone debba essere ricostituito; o si prendono i libri e si portano in tribunale. Questa delibera dice che intendiamo accantonare le somme per ricostituire il capitale sociale, e voi state votando no. Quindi, come diretta conseguenza di un’espressione di voto negativo su questa delibera, avete il dovere di dire ai cittadini, per una volta, che non intendete salvare la Lupiae, voi.
Vado nel merito, però mi occorre precisare una risposta, mi spiace sia uscito, al Consigliere Battisti e al Consigliere Messuti che l’ha richiamato. Si dice: se uno svolge un lavoro occorre pagarlo. Non si possono disconoscere 224.000 euro, anche questo attiene al secondo modo di fare politica. Faccio un esempio che riguarda me: ho il marciapiede sotto casa mia rotto e chiamo la Lupiae (o una buca sulla strada), chiamo un impiegato della Lupiae. Pierpaolo Patti lo chiama e dice: cortesemente, mi puoi sistemare questa buca? O un cittadino mi sollecita. Io chiamo la Lupiae e dico: cortesemente, mi puoi sistemare questa buca? Non funziona così. Quell’incarico non è corretto, non è dato con i crismi di legge; gli incarichi della pubblica amministrazione devono essere fatti tramite ordine di servizio, che deve rimanere scritto, altrimenti se ne assume la paternità e il pagamento chi ha dato quella direttiva. A livello personale è giunta l’ora di dircelo, perché così si ha rispetto dei lavoratori, dicendo loro, chiaramente, “questo lo puoi fare, questo non lo puoi fare”.
Andiamo avanti. Siamo stati tacciati di demagogia. Addirittura. Per me la demagogia, o peggio, come si dice in questi periodi, il populismo, come è stato detto correttamente ieri, è sollecitare, far emergere un problema e non dare la soluzione. La politica, la politica con la P maiuscola, per quanto mi riguarda e per l’opinione più che censurabile forse che ho io, sarò forse un sognatore, è quella che si incarica di valutare il problema, analizzarlo, approfondirlo e dare la soluzione.
Nel dare la soluzione ci può essere una discrezionalità politica. Vi siete chiesti perché il Sindaco, gli Assessori, molti di loro, in aspettativa non retribuita, l’ho detto tre volte in Commissione, nessun organo di stampa l’ha riportato, perché rinunciano all’indennità rimanendo a zero? Perché hanno veramente l’idea di politica come passione. Perché se percepisci 4.500-5.000 euro al mese la rinuncia è un atto tranquillo, è un atto che si può fare. Chi prende zero, quel sacrificio, è una mia opinione, Consigliere Monticelli…
Speaker : PRESIDENTE:
Per favore.
Speaker : CONSIGLIERE PATTI:
Chi prende zero. Quel sacrificio ha un valore economico diverso in quella famiglia. Abbiate pazienza. Perché lo facciamo? Per demagogia?
Questa notizia dell’aspettativa senza retribuzione l’ho detta io quando in Commissione c’erano gli organi di stampa, che se ne sono guardati bene dal riportarlo, quando non c’era né il Sindaco né gli Assessori. Perché l’ho fatto io? Perché non siamo abituati a metterci questo tipo di medaglia al petto. Quello che facciamo lo facciamo a prescindere. Nell’individuare quei 622.000 euro… Si potevano trovare in altri modi? Forse sì. Però, quella scelta politica va nella nostra idea o persegue l’idea stessa che abbiamo di comunità.
Per noi quello è un segnale, certamente non risolutivo, ma lo vedremo nei punti che seguono, andiamo per ordine così come è stato richiesto, rigettando un invito in maniera avventata, come al solito, cercando di strumentalizzare ancora una volta i lavoratori. Per noi quello è un segnale che noi siamo con i lavoratori, che non c’è una dicotomia fra noi e la Lupiae. Vi ho anche detto che non intendevo porre l’ordine dei lavori, e di questo mi dovete essere testimoni, come un rapporto noi-voi. Quando si tratta di 272 famiglie non ci può essere maggioranza e opposizione, vanno risolti i problemi dei lavoratori, vanno risolti per il futuro, perché nell’incertezza fino a settembre 2018 non li abbiamo tenuti noi. Io avevo gli strumenti, avevo gli argomenti per dare un giudizio sulla Lupiae che riguarda il passato, ma a me il passato non interessa perché io non c’ero. Io oggi sono un amministratore della città, ecco perché vi ho richiamato alla responsabilità. Dovete guardare al futuro della Lupiae, che dovrà camminare con le proprie gambe, e dobbiamo metterla in condizione di farlo, e se non abbiamo sufficienti esperienze e professionalità all’interno dovremo forse cercarle all’esterno, perché solo in questo modo i lavoratori non sono strumentalizzabili, solo in questo modo i lavoratori fanno il loro dovere per il loro orario di lavoro e correttamente. Altrimenti, se escono fuori dal dettato normativo, se rientrano in quei ragionamenti per cui “mi devi dire”, è la legge che impone i passaggi, la legge li tutela, non siamo noi.
È a questo che vi richiamo. Solo così saranno liberi i lavoratori della Lupiae, così come di tutte le altre imprese. Invece no, siamo oggi, in un passaggio – lo vedremo in seguito – in cui mancano risorse probabilmente nel bilancio, in cui noi ci facciamo carico di dire “noi siamo con voi con una goccia” e sentiamo accusarci nuovamente di una situazione che certamente non può esserci ascritta, ma che ci siamo incaricati di risolvere. O meglio, anche qui, cambiamo prospettiva: la legge. Non tutto si può fare né in politica né nella vita. La legge impone agli amministratori di risolvere. Non c’è discrezionalità. Mi spiace, la discrezionalità c’è nel reperimento delle somme e questa Giunta, questa maggioranza, a trazione civica, ha fatto le sue scelte. Ha partecipato, ognuno ha partecipato al dibattito se ne ha dimostrato la volontà, perché io per primo ho partecipato. La scelta mi pare sia condivisa.
Colleghi, vi richiamo nuovamente al senso di responsabilità. Non strumentalizziamo i lavoratori. Questa è una delibera che si preoccupa di individuare – della Lupiae parleremo dopo per vostra scelta - le risorse che mancano rispetto alla perdita di esercizio 2017. Chi vota “no” vuole che i libri della Lupiae vengano portati in tribunale. Questo è il tenore della delibera. Volete così? Ditelo, ma non gettate la palla dall’altro lato, perché così non è. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliera De Benedetto e poi Mazzotta.
Speaker : CONSIGLIERE DE BENEDETTO:
Grazie mille.
La Lupiae non è salva. Le sorti della Lupiae sono semplicemente rimandate, e questo dobbiamo dirlo ad alta voce. Ed ecco il motivo per cui noi oggi voteremo di no, come già anticipato dal Consigliere Battista e come confermerà il capogruppo Mazzotta. Anticipo la mia volontà personale di voler conferire le due mensilità. Sin da ora do la mia disponibilità totale per dare queste due mensilità che possono aiutare la Lupiae. Ma la Lupiae sarà salvata soltanto per pochi mesi, perché non esiste nessun Piano di risanamento. Un Piano di risanamento di una società che ha un solo cliente, perché non è sul mercato. L’unico cliente è il Comune di Lecce e solo il Comune di Lecce può decidere come salvarla.
Sindaco, ricordo bene quanto lei, negli anni in cui sedeva sui banchi dell’opposizione, io neanche quello perché non ero ancora Consigliere comunale, è stato sempre profondamente critico anche verso la Lupiae. Apprezzo che lei oggi voglia almeno allungarne la vita per qualche mese, in attesa di quello che sarà, mi auguro, un Piano serio di risanamento che arriverà l’anno prossimo. Però, da uno sguardo magari un po’ superficiale di chi guarda dall’esterno questo salvataggio pro-tempore potrebbe quasi sembrare una risposta all’aut aut dei Consiglieri di Prima Lecce che nei mesi scorsi hanno detto “O la Lupiae si salva o il Comune rischia di cadere”.
Io so, Sindaco, che questa non è la sua volontà e che lei non sta cercando semplicemente di allungare la vita di questo Consiglio comunale, di questa Giunta per dare un altro anno di respiro. Io so, Sindaco, che non è questa la sua volontà. Sin da ora anticipo che i Consiglieri di centrodestra proporranno all’unanimità un documento in cui chiederanno che a fronte di un vero Piano di risanamento e quindi di un salvataggio vero della Lupiae…
Noi non soltanto doneremo ben sei mesi dei nostri stipendi, ma chiederemo di farlo a tutti per contribuire in modo anche più cospicuo a un Piano di risanamento che permetta ai lavoratori di non veder rimandato il proprio futuro di mese in mese, ma che dia loro la certezza che il loro lavoro continuerà.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Consigliere Mazzotta, prego. Poi, il Consigliere Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE MAZZOTTA:
Grazie, Presidente. Io ho da fare una sola richiesta al Sindaco: la smetta di fare battaglie ideologiche, perché ha sulla coscienza 275 lavoratori, 275 famiglie, 275 anime. Molto spesso parliamo di famiglie monoreddito, che vivono di questo lavoro. È chiaro che con i suoi atteggiamenti ha fatto ben capire che non vuole certamente il bene della Lupiae. Lo ha fatto da Consigliere d’opposizione e ricordo le battaglie quando noi ci eravamo appena insediati, nel 2012. Ero un giovanissimo Consigliere comunale che per la prima volta entrava a Palazzo Carafa e quindi conosceva un po’ le dinamiche di questa società partecipata della Lupiae. Ricordo una riunione di maggioranza dell’allora Sindaco Paolo Perrone dove affrontammo il discorso della Lupiae e tutti quanti eravamo d’accordo sul fatto che bisognava preservare la società partecipata, cosa che oggi, invece, non ho visto dall’altra parte. Ho visto una riunione dove tutti uscivano in silenzio perché nessuno sapeva dare delle risposte, perché tutti erano in difficoltà, perché c’era una visione differente, c’era chi voleva salvarla e chi, invece, tentava in qualsiasi modo di affossare questa società.
Chiaramente da parte nostra, ripeto, lo abbiamo sempre dimostrato. Vogliamo il bene della Lupiae e lo vogliamo veramente. Con i fatti lo abbiamo dimostrato quando le varie Amministrazioni di centrodestra hanno governato e lo dimostriamo ancora oggi. Noi vogliamo che il Piano di risanamento sia un piano vero, efficace, che porti questi 275 lavoratori a dormire sonni tranquilli e non – come si dice in gergo calcistico – gettare la palla avanti, e poi si vede. Oggi mettiamo una toppa e poi domani non sappiamo cosa fare e intanto, però, possiamo uscire per la città e dire: “L’abbiamo salvata. Addirittura ci siamo tagliati due mesi di stipendi”. Non è così.
Le famiglie hanno bisogno di un piano serio, hanno bisogno di sapere se questa Amministrazione intende mantenere in vita realmente questa società, con tutti i suoi lavoratori. Non serve chiedere un parere al Ministero della funzione pubblica, in modo tale da scaricare le eventuali responsabilità di risposta positiva secondo le indicazioni del Comune, negativa per i lavoratori amministrativi, quindi cercare di esimersi dalle responsabilità. No. Se la vostra è un’Amministrazione, vi dovete assumere la responsabilità di fare delle scelte. Chiaramente, queste scelte possono essere condivise o non condivise, però dovete avere il coraggio di farle e di dirle.
Oggi mi sembra che, più che la società Lupiae con i suoi lavoratori, si sia voluta salvare l’Amministrazione Salvemini. Il Sindaco si è preoccupato di salvare la sua Amministrazione e non di salvare i lavoratori della Lupiae. Questo mi rincresce dirlo ed è per questo che noi voteremo contrario a questa delibera, perché non ci vediamo chiaro e perché non è assicurato il vostro futuro.
Grazie.
Speaker : CONSIGLIERE NUZZACI:
Grazie, Consigliere Mazzotta.
La parola al Consigliere Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Io vorrei che fosse chiaro che, se oggi il Consiglio comunale non approva questa delibera, domani mattina la Lupiae ha davanti a sé solo una strada. Chiude la Lupiae. La Lupiae chiude inesorabilmente.
Noi, prima di fare considerazioni di natura politica, dobbiamo vedere l’atto che stiamo esaminando. L’atto che stiamo esaminando è un atto con il quale noi integriamo la delibera di questo Consiglio comunale del 31 luglio. La legge è chiara: se il Comune non accerta l’equilibrio di bilancio, il Consiglio comunale si scioglie. Quindi, questo Consiglio comunale ha dovuto, il 31 luglio, adottare una delibera con la quale assicura la persistenza degli equilibri di bilancio al netto della Lupiae.
La motivazione qual è, caro Sindaco Perrone? Nel momento in cui voi non votate questa delibera, penso sia un atteggiamento irrazionale, irragionevole. Io capisco o avrei capito un atteggiamento del tipo: “Approvo la delibera che apposta i soldi per dare la possibilità alla Lupiae di salvarsi. Mi riservo di valutare i passaggi successivi quando debbo concretamente prendere questi soldi appostati per ricapitalizzare la Lupiae”. Ma dire oggi che si è contro la variazione di bilancio proposta dalla Giunta, con la quale noi prendiamo i soldi per metterli lì, che è la precondizione senza la quale la Lupiae è chiusa, è inutile parlarne, lo trovo un atteggiamento politicamente suicida. Suicida. È il valzer dell’ipocrisia. Salviamo i lavoratori. Ma voi li state mandando a casa con questa delibera, non votando questa delibera, perché questa delibera, sostanzialmente, prende 622.000 euro e li apposta.
Il Sindaco ha detto, secondo me, una cosa molto ragionevole, discutiamo tutte e tre le delibere, perché potevamo anche poi vedere come e a quali condizioni noi concretamente quei soldi li diamo alla Lupiae, se si verificano le condizioni che la legge dice.
Per cui, lo trovo francamente ipocrita. Sembrate dei farisei quando dite che volete salvare la Lupiae, ma votate contro l’atto fondamentale e senza il quale la vostra è una dichiarazione senza senso. Anzi, bugiarda. Bugiarda.
Veniamo al secondo punto. Io seguo sempre con attenzione l’ex Sindaco Perrone, perché per la responsabilità che ha avuto, per l’esperienza, può essere elemento di proposta utile. Io mi permetto, però, di fare un’obiezione di fondo. Io sento, nel ragionamento complessivo che viene da quella parte, la riconferma di una visione distorta della politica, la riconferma di una politica onnipotente.
Mi rivolgo al Sindaco e dico: le leggi, le norme. Tu, Sindaco, devi dirmi. Tu devi fare. Non vi rendete conto che questa modalità di governare negli anni passati il Comune, la scelta politica al di sopra, l’opposizione politica al netto delle norme ha portato alla situazione in cui noi ci troviamo?
Addirittura, qualche settimana fa il Senatore Marti ha detto: “Sì, Sindaco, c’è la legge Madia, ma le leggi si interpretano. C’è un potere discrezionale dell’Amministrazione comunale”. Penso che voi stiate prendendo in giro voi stessi e la città. Il Sindaco Salvemini può essere giudicato come lo si vuole, nel modo migliore o peggiore, ma un punto è incontrovertibile: oggi la città ha la possibilità di sapere la verità. L’operazione verità sui conti. Questo è il punto.
Lo dico a tutti. Se non partiamo dall’effettiva consistenza dei conti, nessun ragionamento sul risanamento è credibile. Dobbiamo dirlo tra di noi. Dobbiamo dirlo tra di noi.
Caro Paolo Perrone, ho fatto il conto ieri, in vista del Consiglio. Lungo la strada che tu, in buona fede, con tutta la buona volontà, hai praticato in questi anni, difficile, complicata, questo Consiglio comunale ha approvato sette piani industriali. Sette piani industriali. Ogni volta qui, lo ricordo, venne il dirigente della Bosch a dire: “Questa è l’ultima volta. Questo piano è risolutivo”. Abbiamo visto che lungo quella china, purtroppo, tutti quei sette piani sono falliti. Sono falliti. Quei piani – lo voglio dire senza spirito polemico – prevedevano sicuramente uno sforzo per salvare la Lupiae. Tu, caro Paolo Perrone, dici: “Io ho salvato la Lupiae”. Bene, ma devi aggiungere: “Prendendo il costo di quei salvataggi e portandoli ai contribuenti leccesi”. 24 milioni. Quindi, tu hai salvato con i soldi dei leccesi. 24 milioni sono il conto che tu hai portato.
Noi vogliamo fermare questo giro di valzer. Noi non vogliamo continuare. Noi la vogliamo risanare, perché i lavoratori... Io gliel’ho detto. Voi avete vissuto un male, sotto ricatto occupazionale, ogni anno, ogni due anni: “Vi rinnoviamo la convenzione per un anno, però dovete tagliarvi gli stipendi”.
Cari colleghi, quei piani industriali ancora prevedevano, per esempio, che noi pagavamo un direttore generale 160.000 euro, che noi avevamo dirigenti a 100.000 euro, che in dotazione alla Lupiae avevamo una Saab 2003 di 250 cavalli a benzina, una macchina da corsa, oltre che di lusso.
Allora, se tutto questo oggi ha portato al punto in cui è, io penso che la svolta deve essere radicale, radicale. A un mio amico che lavora qui al Comune, con il quale ogni mattina parlo, ho detto: “Vedi, a differenza di quando c’era Perrone, adesso c’è Salvemini. Ma il problema non è la differenza tra Salvemini e Perrone, la differenza è che intanto il Parlamento ha fatto una legge che dice una cosa nuova”. Poi tu puoi essere preso in giro e ti raccontano che le leggi si aggirano, si imbrogliano, si fanno. La legge sa che cosa dice? Che tu puoi lavorare qua, ma il dirigente, non Antonio Rotundo, che chiude gli occhi e dice “sì”, noi Consiglieri Comunali chiudiamo gli occhi e diciamo “sì”, non l’organo politico, amministrativo, non la Giunta, non il Sindaco, il dirigente, e il dirigente di qualunque servizio deve attestare e deve dire che il costo della tua prestazione è congruo. E congruo sa che vuol dire? Che tu costi di meno rispetto al mercato. Quindi, vedi un po’ qual è il problema? Che tu stai chiedendo a quel dirigente di ipotecarsi la casa? Che cosa stai chiedendo? Stai chiedendo di fare una congruità su una prestazione che non è congrua.
Perché dico questo? Perché le leggi sono dure a volte, ma bisogna parlare il linguaggio della verità ai lavoratori. Io ho una mia amica nel sindacato della CGIL e ho visto che ha annunciato i picchetti. L’ho chiamata e le ho detto: “scusa, i picchetti per fare che cosa? Per picchettare che cosa?”. “Io voglio salvare tutto”. Adesso è la società che deve presentare una proposta che mi dice che quei servizi sono congrui perché, caro Paolo Perrone, e tu lo sai, l’Unione europea dice che tutto è mercato, io derogo per dare un affidamento diretto alla società in house, ma la condizione è che quel servizio costa di meno. E ti ricordo che già su questo c’è prima giurisprudenza, a marzo di quest’anno, che addirittura condanna un Ministero sulla congruità. Allora, invece, la giriamo in politica: “Salvemini è ostile”. Ostile a che cosa? Voi siete ostili non votando questa delibera!
Per questo io dico: rivedete questa posizione, votate a favore di questa delibera, perché questa delibera dice soltanto che noi mettiamo i soldi come precondizione. Poi vediamo. Ma se voi dite di no a questa, io penso che non abbiate neanche titolo domani a parlare delle concrete condizioni per le quali la Madia dice che noi possiamo risanare e a quali condizioni possiamo farlo.
Io penso che la città avverta che si è cambiata strada. Si parla il linguaggio della verità, della responsabilità, ma non si continua ad aggirare le questioni. Francamente oggi dire che si tratta di qualche responsabilità riconducibile a quella scelta non funziona più così, non funziona più così. Io penso che chi in questi anni ha avuto la responsabilità politica di portare la situazione sin qui di fatto non voglia riconoscere il terreno del confronto, e mi spiego. Io non vedo un’opposizione veramente desiderosa di dare al Sindaco e alla Giunta dei consigli, perché competenze ce ne sono dappertutto e i consigli sono buoni sia che vengano da destra che da sinistra. Vedo una sorta di pregiudizio, io ancora sento che vive da quella parte, come se questa maggioranza fosse non legittimata, quasi abusiva, e quindi il tentativo è sempre quello del golpe, del complotto, delle firme, di andare dal notaio, mai di confrontarsi sulle proposte vere, vere.
Io penso che voi dobbiate liberarvi di questa riserva mentale e confrontarvi con gli atti. Io vorrei vedere come fate – la delibera è di tre righe – a votare contro questa delibera. Tre righe sono! Voi votate contro il fatto che il Consiglio comunale mette 622.000 euro per i lavoratori. Io penso che questa sia veramente la prova provata che voi non avete perduto le elezioni per poco o le avevate vinte al proporzionale delle liste, voi avete ormai esaurito la capacità di dire qualcosa di utile, di indicare una prospettiva a questa città. Vi siete avviluppati su voi stessi, perché rispetto a questo la sfida è come la risaniamo. Ma quando il Sindaco dice, e io lo sottoscrivo, che noi vogliamo non, come ho sentito, soluzioni tampone, quello è quello che avete fatto in questi anni, tamponato, tamponato, noi vogliamo risanarla per davvero. Io dicevo a un lavoratore: “tu devi poter programmare che tra vent’anni te ne vai in pensione, ma sei dipendente di una società sana, di una società che non è sempre sull’orlo dello scioglimento, del fallimento, e che non è sempre il buono di turno, il Sindaco di turno che ti concede il rinnovo di due anni di convenzione perché io sono bravo e poi porto il conto ai contribuenti leccesi, a cui abbiamo aumentato le tasse al massimo”. Io penso che ai lavoratori bisogna parlare il linguaggio della verità, anche perché loro sanno come stanno le cose e non si faranno strumentalizzare.
Noi costruiamo, con questa delibera, le precondizioni per un cammino di ristrutturazione strutturale. La società va strutturalmente riformata per essere in condizioni di essere una società che non è più il vecchio carrozzone della vecchia politica, il vecchio carrozzone clientelare di 15-20 anni fa. No. Parte da lì, ma diventa un’azienda sana, un’azienda forte. Questa è la volontà che noi esprimiamo.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego, Consigliere Fragola. Poi il Consigliere Martini.
Speaker : CONSIGLIERE FRAGOLA:
Mi esprimerò solo ed esclusivamente rispetto a quella che è la delibera che stiamo votando, così come anche richiesto dal Consigliere Patti, Presidente della Commissione Bilancio. Tra l’altro, ho avuto modo anche di scusarmi, durante la Commissione Bilancio, della mia assenza durante il voto, subentrato poco dopo. Quindi, non ho avuto modo di votare questa delibera in Commissione, per cui lo farò nel momento in cui bisognerà farlo e naturalmente lo farò in modo favorevole. Perché? Perché con questa delibera noi di Andare Oltre vediamo anche un seguito rispetto a quello che è stato già l’intervento votato da questo Consiglio comunale rispetto alla mozione della riduzione del 5 per cento dell’indennità degli amministratori a favore delle fasce più deboli della città. Quindi, è un prosieguo nella stessa direzione, dunque non possiamo che essere soddisfatti che il Sindaco abbia deciso di intraprendere e di utilizzare i fondi degli amministratori locali a supporto della società.
Mi permetto, però, di dire anche un’altra cosa, e lo farò successivamente in quella che sarà la delibera finale della salvaguardia della Lupiae, in cui presenterò un emendamento, caro Sindaco, dove chiederò la fiducia della maggioranza di tutto il Consiglio comunale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Martini, a lei la parola.
Speaker : CONSIGLIERE MARTINI:
Grazie, Presidente.
Chi ha frequentato queste Aule negli ultimi quindici anni, Sindaco, sa benissimo che tu hai avuto, come Consigliere di opposizione, sempre un atteggiamento, assolutamente legittimo dal tuo punto di vista, ostile verso la Lupiae, un atteggiamento magari ideologico, ma per quello che è assolutamente legittimo. Lo facevi da Consigliere, hai dimostrato di farlo ancora da Sindaco, perché i tuoi primi atti sono in questo senso.
Chi voglia salvare una società partecipata deve creare i presupposti, come socio unico, perché ci possa essere un piano di risanamento serio e concreto. Creare delle situazioni quale l’operazione del taglio dell’indennità ai Consiglieri, agli amministratori e ai funzionari non è nient’altro che un pannicello bagnato su un paziente che ormai non sta proprio bene. Occorre fare una cosa più seria, un piano di risanamento, perché non c’è ombra di questo piano di risanamento.
Oggi questa operazione del taglio dell’indennità è servita soltanto, Sindaco, a risolvere il tuo problema politico, perché nell’approccio alla situazione della Lupiae tu non avevi i numeri per andare avanti, un po’ per l’atteggiamento consapevole di Prima Lecce, ma per certo avete delle crepe anche importanti nella tua maggioranza. Questa soluzione ti salva da questo momento, ma non salva la Lupiae, rimanda il problema di due mesi, e non riusciremo assolutamente, in questa maniera, a salvare … , cosa che noi per quindici anni abbiamo fatto contro di te e contro la tua parte politica. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Ho solo un ultimo intervento. Ah, c’è anche lei, così mi date adesso, altrimenti poi chiudo le operazioni. Consigliere Valente, poi Tondo.
Speaker : CONSIGLIERE VALENTE:
Grazie, Presidente. Io sinceramente ho un po’ di difficoltà a discutere solo questa delibera, perché a mio avviso sarebbe stato forse più opportuno discuterle tutte e tre. Qui si parla di un piano di risanamento e rilancio aziendale, quindi spacchettare la discussione su tre delibere si presta facilmente alla singola strumentalizzazione. Perché dico questo? Perché chiaramente dai banchi del Governo di città, della maggioranza, si dice: se non si vota questa delibera, non si vuole il salvataggio della Lupiae servizi. Allora è bene stabilire perché le delibere sono collegate tra di loro: perché se è vero come è vero che noi andiamo a postare 600 e passa mila euro a livello civilistico per salvare il bilancio della Lupiae, nell’ultima delibera che cosa accade? Accade che questi soldi stanno lì, ma non ve li diamo. Non ve li diamo perché? Perché aspettiamo la nuova advisor che ci possa portare un piano industriale.
Ricordiamo che la società ha un unico committente, al momento, che è il Comune di Lecce, quindi dovrebbe essere il Comune di Lecce a dire che idea ha di salvataggio della società, non lasciare a un advisor. Tenuto conto anche che il precedente advisor nominato dalla Lupiae, stessa, ha fornito un piano che è stato ritenuto insufficiente. Quindi, sperare che troviamo il Messia che domani mattina trovi una soluzione per la Lupiae la vedo abbastanza complesso. Allora bisogna dire per bene le cose come stanno, non vanno strumentalizzati 270 lavoratori, perché poi questo sta accadendo con questa contrapposizione.
È bene ricordare che in questi anni, dal 2004, la Lupiae Servizi ha accumulato 17 milioni di euro di debito. Questi debiti sono stati ripianati con alchimie contabili, con interventi contabili, che per carità, ci stanno, concessione di terreni che poi sono stati rivalutati diversamente e quant’altro, ma soprattutto, con ricatto occupazionale, perché se oggi abbiamo qui la presenza di numerosi lavoratori di Lupiae, posso immaginare anche che negli anni precedenti la stessa cosa sia avvenuta, e si è andati sempre avanti, facciamo il tira e molla nella speranza poi di recuperare anche una parte dei voti di questi lavoratori, perché magari ci mettiamo la medaglietta che abbiamo salvato la società partecipata.
Il Comune allora, ha l’obbligo, il Governo di città, ha l’obbligo di proporre lui le soluzioni, e non una società terza: se poi non ci stanno bene che facciamo, i soldi che abbiamo appostato li ritiriamo e si portano le carte in tribunale ugualmente? Ecco perché andava tutto organizzato e posto in una maniera credibile, sia per il Consiglio comunale che anche per i lavoratori.
Noi in realtà un’idea nei mesi scorsi l’abbiamo proposta per poter dare un po’ di liquidità alle casse della Lupiae, però, i verbali lo testimoniano, ci è stata cassata in Commissione ambiente. Avevamo proposto di poter portare all’interno la gestione della frazione umida che costa, al Comune di Lecce, dai 90 ai 120 euro a tonnellata, e che adesso diamo all’esterno. Abbiamo portato la Commissione ambiente a visionare un impianto di compostaggio aerobico. La Commissione ambiente aveva approvato, ma poi la volontà del Partito Democratico è stata espressa dall’onorevole Rotundo, che ha detto che questa soluzione, cioè quella di gestire all’interno il compostaggio, la frazione umida che avrebbe portato introiti…
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Valente, si rivolga all’aula, per cortesia, vi prego.
Speaker : CONSIGLIERE VALENTE:
Avrebbe portati introiti…
Speaker : PRESIDENTE:
Qua non siamo in conferenze stampa.
Speaker : CONSIGLIERE VALENTE:
Chiedo scusa. Avrebbe portato… Certo non avrebbe salvato l’azienda, ma avrebbe portato nuova liquidità all’azienda. Ci è stata cassata, dicendo che avremmo dovuto seguire le indicazioni del Commissario straordinario per i rifiuti regionale, Grandaliano, che sta andando a sovraccaricare ancora di più la zona di Cavallino, con il mega impianto di compostaggio.
Questa era una nostra proposta di gestione non solo virtuosa di una parte del ciclo dei rifiuti, ma serviva anche a dare alla nostra partecipata la possibilità di poter lavorare avendo dei piccoli impianti di compostaggio, ognuno dei quali avrebbe servito un singolo quartiere.
È chiaro che a questo punto la nostra idea è che comunque il Comune debba fare le sue proposte. Oggi siamo qui a discutere tre delibere due delle quali sono in contrapposizione l’una con l’altra, perché come dicevo prima, da una parte diamo i soldi, dall’altra li blocchiamo.
Al momento posso anche dire che ho seguito con interesse tutti gli interventi dei colleghi di maggioranza e opposizione. Sono, sotto certi aspetti, anche condivisibili, però aver portato questa società qui, in tanti anni, ad aver accumulato questo debito, forse un po’ di responsabilità… Tutti gli amministratori precedenti, di maggioranza e opposizione, che erano nel passato minoranza e oggi sono diventati maggioranza, forse un piccolo esame di coscienza un po’ tutti dovrebbero farselo. Oggi io mi sarei aspettato delle delibere differenti, perché non penso che non siamo tutti d’accordo a devolvere una quota dei nostri gettoni, o delle indennità degli amministratori, della Giunta e del Sindaco, ad intervenire, ma non vedo perché, per errori fatti nel passato, si debbano anche togliere 150.000 euro ai dipendenti, ai premi dei dipendenti comunali che non hanno assolutamente colpa di quello che stiamo andando oggi a discutere.
E allora: o ci si piglia tutti le proprie responsabilità, oppure, penso che non sia nemmeno corretto coinvolgere chi colpe non ne ha, riguardo a questa situazione deficitaria della partecipata. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Consigliere Tondo, poi Giannotta per l’ultimo intervento.
No, assolutamente, se ci sono ci mancherebbe altro. Non voglio bloccare, non era un blocco alla libertà di intervento, ci mancherebbe. Per “ultimo intervento”, io mi riferisco a quello prenotato, è l’ultimo intervento prenotato, non che dopo non si possa intervenire. Scusi, Consigliere Tondo.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Io non devo aggiungere molte cose rispetto a quelle che sono state dette dai miei colleghi. Cerco, mi sforzo, Consigliere Rotundo, di seguirla nel suo ragionamento, per capire quanto sia sostenibile il suo ragionamento. Un’eccezione formale: noi stiamo parlando degli equilibri di bilancio, Consigliere Rotundo, non stiamo parlando ancora della delibera della Lupiae. Inevitabilmente, nel merito, gran parte di quella delibera costituisce il problema Lupiae, ma stiamo parlando degli equilibri di bilancio. La responsabilità sul bilancio e sugli equilibri di bilancio, da che mondo è storia, appartiene alla maggioranza, e se non viene approvata, non c’è il problema Lupiae, ma c’è il problema Comune e c’è il problema maggioranza. Solo per un aspetto squisitamente tecnico e non di contenuto, Consigliere Rotundo, quindi per non fare confusione, perché sennò rischiamo di fare confusione sulle cose che ci diciamo.
Il problema, secondo me, è questo: io ricordo, il Consigliere Fragola per motivi professionali frequenta quegli ambienti, un’altra crisi aziendale simile, per alcuni aspetti, a questa, ovviamente di natura industriale, non stiamo parlando di un ente. Però, le condizioni erano le stesse, perché la Lupiae è un’azienda che ha una caratteristica fondamentale, quella di avere un solo committente, al di là del socio unico. Ha anche un socio committente, che è l’elemento fondamentale per comprendere quanto sia importante il ruolo del Comune, dell’Amministrazione, del Sindaco, dell’indirizzo politico di un Consiglio comunale.
Consigliere Rotundo, è evidente che, in qualità di committente unico, la cosa fondamentale in quella vicenda aziendale per un’azienda che vive sul nostro territorio, molto importante, molto più grande della Lupiae, tra l’altro, come numero di dipendenti, che aveva un committente unico, in quel caso era una grande azienda automobilistica italiana che faceva da grande committente.
In quel momento il committente unico non decise di fare il Piano di risanamento, decise di annullare le commesse. Decise di annullare le commesse a partire dal nuovo anno e annullò le commesse. Evidentemente l’azienda andò sistematicamente in crisi, ovviamente in crisi, e vi è stata tutta…
Quando iniziarono le riunioni in Prefettura, ovviamente, furono invitati tutti gli interlocutori, tra cui anche il committente unico che diceva “Per quale motivo devo stare qui?”. Però, fu invitato. Per risolvere la crisi la prima domanda che fu fatta in quella sede fu la seguente: “Scusate, quanto siete disponibili a mettere sul piatto in termini di dotazione finanziaria per poter fare un Piano di risanamento, per poter mantenere in vita questa azienda”.
Quello che manca oggi a questa discussione, Consigliere Rotundo, non è la volontà del ripiano, l’indennità. Queste cose possiamo utilizzarle per il dibattito politico, possiamo utilizzarle per fare il comizio come lei ha fatto, però poi non danno nulla di sostanza e di concretezza. Qui c’è da decidere che cosa bisogna fare come committente unico, se mantenere la dotazione finanziaria alla Lupiae. Non vi è dubbio che quando si tratterà di redigere il Piano industriale si dovrà decidere sulla produttività o meno della Lupiae e del grado di produttività o meno della Lupiae. Di quello discuteremo quando avremo il Piano. Ma un Piano potrà essere redatto soltanto se in questo caso il committente unico dice qual è – non il Sindaco, la Giunta, ma l’Amministrazione nella sua interezza, quindi la maggioranza, il Consiglio comunale, la Giunta, il Sindaco – la dotazione finanziaria per poter redigere il Piano di risanamento.
Non penso che ci sia un mago della finanza che redige un Piano di risanamento senza sapere qual è la dotazione finanziaria e le entrate che questa azienda deve avere.
Se non conosciamo le entrate che dal 1° gennaio 2019 quest’azienda deve avere evidentemente il Piano di risanamento sarà sempre molto, molto aleatorio.
Se il Comune di Lecce, quale committente unico, decide di non trasferire risorse finanziarie indipendentemente dalla tipologia di commessa, se decide di non trasferire risorse finanziarie è evidente che il Piano di risanamento non si potrà fare.
Purtroppo noi oggi ci troviamo a discutere di queste tre delibere, che non sono proprio connesse, perché stiamo parlando dell’equilibrio di bilancio, dell’intero bilancio del Comune di Lecce, Consigliere Rotundo, che è una cosa diversa dal ripiano e dal Piano di risanamento ed è una cosa diversa dalle altre due delibere.
Oggi noi dovevamo avere un’idea rispetto a quello che succede dal 1° gennaio 2019. Purtroppo siamo in quest’Aula e come committente unico, come socio unico della società, non abbiamo un’idea ben precisa. Non voglio dire che ne abbiamo una diversa, che abbiamo quella che vogliamo chiudere, che vogliamo fare le barricate. Non voglio discutere. Ad oggi il dato di fatto è che non abbiamo un’idea di quello che avverrà dal 1° gennaio 2019. La Lupiae non ha fatto il Piano di risanamento, ma la Lupiae siamo noi. La Lupiae è il Comune di Lecce. La Lupiae è di proprietà del Comune di Lecce. Il socio unico siamo noi, non è che stiamo parlando di un’entità diversa dal Comune di Lecce. La Lupiae è di proprietà del Comune di Lecce, Consigliere Rotundo. Non stiamo parlando di una cosa estranea al Comune di Lecce.
Bisogna capire se questi servizi sono economicamente sostenibili, se sono giuridicamente sostenibili, se bisogna aumentare la produttività della Lupiae. Benissimo, si dà un indirizzo preciso alla Lupiae: “noi ti mettiamo 10 euro per fare dieci strade, ma dal 2019 con quei 10 euro ne devi fare undici di strade”. È questo il modo per fare un Piano di risanamento se vogliamo aumentare la produttività, se vogliamo salvare l’azienda. Il presupposto è capire qual è la dotazione finanziaria che il Comune mette a disposizione della Lupiae dal 1° gennaio 2019. Questo è il nodo della questione se ci vogliamo guardare in faccia, Consigliere Rotundo, al di là delle polemiche, di quello che è stato e di quello che non è stato. Sicuramente ci sono stati degli errori, sicuramente si poteva fare meglio, lei sicuramente avrebbe fatto meglio di tutti, ma oggi guardiamoci in faccia e diciamo quale deve essere il percorso.
Oggi lei non è in grado di dire qual è il percorso, non è nelle condizioni di poter indicare il percorso. Oggi lei sta accantonando le risorse, non sta facendo niente altro. Sta accantonando le risorse, non le sta neanche destinando, perché non sa come destinarle.
Speaker : PRESIDENTE:
Onorevole Rotundo, la prego.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Perché la legge impone il Piano di risanamento, che oggi manca.
Speaker : PRESIDENTE:
In Aula silenzio. La prossima volta sgombero. D’accordo? Ascoltate in silenzio.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Noi potremmo avere il Piano di risanamento dal nuovo advisor che stiamo incaricando, ma se non partiamo dalla dotazione finanziaria quel Piano sarà sempre molto, molto aleatorio. Preannuncio il nostro voto contrario, principalmente per una cosa, Consigliere. Prima di tutto perché stiamo parlando di equilibri di bilancio. Lei nella sua storia in quest’Aula non ha mai votato gli equilibri di bilancio, Consigliere Rotundo, mai. È comprensibile il suo voto contrario agli equilibri di bilancio. Era all’opposizione e comprensibilmente votava contrario. Non può chiedere all’opposizione di votare gli equilibri di bilancio evidentemente, ed è il primo dato.
Secondo dato: purtroppo oggi stiamo parlando di una cosa che qui non c’è, perché oggi la maggioranza, non l’Amministrazione, Consigliere Rotundo… Non c’è più. Mi dispiace perché era il mio interlocutore preferito. Non perché, Consigliere Rotundo, non sia compito del Sindaco, ma la maggioranza oggi doveva venire qui con un’idea ben chiara che oggi non ha. Questo è il dato, questa è la difficoltà politica della sua maggioranza, quella che sulla Lupiae ci sono visioni differenti tra le forze politiche di maggioranza, ce lo dobbiamo dire chiaramente. Non ci possiamo nascondere. È evidente a tutti questa cosa, che ci sia una visione differente. Oggi per quella visione differente non si è in grado di fare un Piano di risanamento, perché in quel momento, nel momento in cui faremo il Piano di risanamento, verranno fuori le posizioni differenti tra le forze politiche di maggioranza. Questo è il dato, Consigliere Rotundo.
Il suo impegno come componente autorevole della maggioranza dovrà essere quello di mettere insieme e fare sintesi rispetto a questo, e riuscire a fare sintesi con un Piano di risanamento che dia prospettive all’azienda, che tenga evidentemente conto delle necessarie condizioni politiche per poterlo portare avanti e dare certezza all’Amministrazione, da una parte, e alla Lupiae, dall’altra.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Consigliere Giannotta.
Onorevole Ria, la devo segnare?
Speaker : CONSIGLIERE GIANNOTTA:
Grazie, signor Presidente.
Qualche ora fa, un dirigente di un’altra Pubblica amministrazione mi diceva: “Marco, la politica viaggia per dichiarazioni e decisioni. La macchina amministrativa viaggia per atti”. Altre volte ho sentito questa espressione, ma questa considerazione oggi più che mai diventa attuale. Intendo partire proprio riprendendo questa considerazione.
Avete deciso... E mi sorprende che a deciderlo sia stato un solo rappresentante dell’opposizione, fermo restando che il Movimento 5 Stelle ha dichiarato la sua idea di seguire quel metodo, che poi critica. O meglio, accoglie quello che, secondo me, doveva essere un modello di conduzione dell’attività unica. Anche in tutti gli interventi dei colleghi Consiglieri di minoranza abbiamo ad oggetto di analisi la prima delibera e si parte dalla prima, si arriva alla seconda, per giungere alla terza. Questa cosa mi sembra molto strana. Ma molto strana. Mi sembra ancora più strano che il Consigliere Valente dica: “Sarebbe stato meglio fare un discorso complessivo”. Te ne do atto, Fabio, ma poi non hai detto nulla quando il Sindaco ha chiesto come vogliamo muoverci. Anche questo mi sembra strano.
Va bene. Andiamo avanti.
No, non è una polemica con te. Mi rendo conto che basta che qualcuno dica una cosa per poi aggregarsi. Mi sembra strana questa decisione.
La politica parla e decide nelle sedi in cui può decidere. L’Amministrazione parla per atti. Politica, che parla e decide, e Amministrazione, che parla per atti, che deve fare il paio con una cosa importante. Importante per i cittadini, importante per i rappresentanti istituzionali, importante per gli enti pubblici, importante per tutto quello che rappresenta la strada maestra per una Pubblica amministrazione: la legge. La legge. Si può chiamare “decreto legislativo”, si può chiamare “articolo di legge”, si può chiamare “normativa”. La legge, un qualcosa che il legislatore in Italia ha elaborato. Ha detto: “Questo è un dispositivo con validità erga omnes”, termine che chi ha studiato diritto... Anche nell’opposizione ci sono uomini che hanno studiato diritto. Erga omnes. Dinanzi alla quale non si possono fare differenze e dinanzi alla quale tutti devono assumersi le responsabilità: a) di conoscere; b) di interpretare come la legge dice. E qui abbiamo anche una giurisprudenza che in questa fattispecie ci viene particolarmente a supporto, ma che non richiamo perché non sarebbe, forse, ormai opportuno più. Doveva essere studiata da chi è intervenuto precedentemente.
Quindi, questa fantomatica parolina molte volte sfugge. La legge. Io, apprezzando anche l’intervento del Consigliere Patti, vorrei richiamare questa parola, che per un legislatore, per un amministratore, per un cittadino dovrebbe rappresentare il verbo. Chiaramente, in uno Stato di diritto, quella stessa norma può subire modifiche, può subire abrogazioni, ma nel momento in cui un problema esiste e deve essere trattato occorre fare riferimento a quella legge.
L’articolo che io prendo in considerazione è l’articolo 14 del decreto legislativo n. 175/2016. Ed è bellissimo leggere. Mi affascina molte volte capire come il diritto, poi, applicato nella analisi delle problematiche va a rappresentare un certo percorso. È carino pensare quello che dice il comma 2. Il comma 2, se lo leggete, ripercorre la storia passata della Lupiae Servizi. Il comma 3, se lo leggete, dice quello che gli amministratori avrebbero potuto fare (della Lupiae, non certo nominati da questa maggioranza, ma, perdonatemi, da voi) e avrebbe dovuto fare per evitare una situazione di crisi.
Poi c’è il comma 4, bellissimo, dove dice che, nel momento in cui si vengono a determinare le condizioni per cui non si sia intervenuti come il comma 3 dice, quindi ormai si è andati oltre, l’Amministrazione – come siamo noi – deve fare un’operazione di ripiano dei debiti che la partecipata ha accumulato, quindi ripiano della perdita, con una procedura di capitalizzazione. Poi dice un’altra cosa: non basta, non è sufficiente. Sappiate questo. È necessario un piano di rilancio.
Il metodo che avete scelto, voi della minoranza, è un metodo che oggi prevede di discutere delibera per delibera, non in complessivo. Per cui, ritornando a quello che mi diceva il dirigente che l’altro giorno ho incontrato, ci sta che voi facciate nella vostra riflessione un unicum...
Ah, la legge. Ho capito. Lo sto facendo in base alle considerazioni che avete fatto voi come minoranza.
Ci troviamo, in questo momento, a dover approvare un intervento che dia la possibilità all’Amministrazione di procedere nel suo percorso, a ridare vita, quindi creare il presupposto perché la Lupiae possa continuare a vivere.
Pierpaolo Patti è stato molto chiaro. Forse una sottolineatura del suo passaggio andrebbe fatta. Chiunque non intenda votare a favore di questa delibera dichiara la fine della Lupiae Servizi. Di questo ne siete al corrente. Per questa delibera, se si ha a cuore la vita, il destino dei lavoratori della Lupiae Servizi, occorre votare a favore. Questo è il passaggio che va fatto.
Dopodiché, ciascuno di voi e ciascuno di noi si assumerà le responsabilità. Dopodiché, la stampa spero che abbia metabolizzato questo passaggio fondamentale, perché poi dal tabellone capiremo chi è a favore e vuole tutelare i dipendenti della Lupiae Servizi e la vita della Lupiae Servizi e chi, invece, nei dieci anni ha accumulato debiti e ancora oggi conferma a parole un’affezione nei confronti di queste realtà, ma con gli atti – siamo un’Amministrazione che si muove per atti – dichiara il contrario.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Non ho altri iscritti a parlare.
Speaker : CONSIGLIERE RIA:
Grazie, Presidente.
Cercherò di dare il mio contributo, un contributo che ancora una volta mi sforzerò di dare libero dalle contrapposizioni politiche che ancora una volta aleggiano in quest’Aula.
Esattamente un anno fa, poco più di un anno fa, nel mio primo intervento da neo Consigliere ebbi a dire proprio questo: un neo Consigliere, forse, può dare un contributo di ulteriore, di maggiore chiarezza proprio perché non ha vissuto, non è stato protagonista del dibattito politico, delle contrapposizioni, della diversità di posizioni, del votare da una parte a favore e dall’altra contro, nei quinquenni precedenti, nelle consiliature precedenti. Non che da parte mia non ci sia contezza e consapevolezza dell’importanza delle posizioni che nel dibattito politico vengono assunte, solo che nella sede del Consiglio comunale io credo che il dato da cui bisogna partire siano sempre gli atti sottoposti alla nostra attenzione. Ecco perché a differenza di molti o di quasi tutti io non ho mai fatto la differenza tra aspetto tecnico e aspetto politico, la legge dice in un certo modo, però la politica, la buona politica osserva le norme naturalmente, ma lo fa cercando anche di affrontare le questioni, soprattutto le questioni di cui ci stiamo occupando oggi, avendo anche davanti il risultato che si vuole perseguire.
Cosa voglio dire? È stato detto da Antonio Rotundo. Noi adesso ci stiamo occupando della precondizione. Forse era inevitabile trattare questo argomento e non riferirsi agli atti successivi. Forse pure io cadrò in questo errore. Ma non cadrò nell’errore di dire “noi vogliamo salvare, gli altri non vogliono salvare” o “per vent’anni noi abbiamo salvato e voi, invece, avete votato contro”. Intanto partiamo da questa precondizione, la precondizione cioè di verificare se il bilancio corrente si trova in equilibrio, se i conti del Comune, oggi 14 settembre, sono in equilibrio. Se questa valutazione l’avessimo fatta il 30 o il 31 luglio con la precedente delibera, non avremmo avuto dubbi che il bilancio era in equilibrio, perché a quella data non era stato ancora introdotto l’argomento bilancio della Lupiae, che, così come stiamo verificando, va a incidere sugli equilibri del bilancio comunale, e va a incidere sia perché noi apportiamo una variazione al bilancio comunale, sia perché il riferimento alla Lupiae ci ha messo nelle condizioni di ripercorrere un po’ la storia della Lupiae e di guardare anche alla delibera successiva, cioè al piano di risanamento, autocondizionandoci nell’esame di questa delibera.
Allora, Sindaco, io mi permetto di dire semplicemente questo. Con questa delibera diamo atto degli equilibri di bilancio, diciamo approvazione definitiva, e leggo la parte dispositiva della delibera: “dato atto che quanto stabilito – cioè le variazioni, su cui tornerò tra un attimo – assicura il permanere degli equilibri di bilancio 2018-2020 e non influenza i vincoli di finanza pubblica”.
È vero, però, che noi nel punto immediatamente successivo, credo che sia il terzo, esaminiamo una delibera della Giunta comunale, assumendo poi delle determinazioni di indirizzo, ma l’indirizzo in questo caso lo dà la Giunta al Consiglio, invertendo un po’ i ruoli, con la quale delibera di Giunta e poi eventualmente di Consiglio noi esaminiamo la relazione, che è datata 6 settembre, in cui si dà atto o si darebbe atto – dico si darebbe perché è usato qui – che si sarebbe aggiunto un disavanzo di amministrazione a quello già accertato nel 2015. È vero, però, che questa relazione porta l’Amministrazione a dover dire: “come noi ripianiamo questo disavanzo?”. Però, Consigliere Giannotta, partendo dalla norma, la norma che noi stiamo esaminando con questa delibera, quella degli equilibri, è l’articolo 193 (Salvaguardia degli equilibri), ex articolo 193 del Testo Unico degli Enti locali, però l’articolo 193 del Testo Unico degli Enti locali, che in parte richiamiamo nella delibera, mi piacerebbe leggerlo in maniera completa: “con periodicità stabilita dal Regolamento di contabilità, e comunque almeno una volta, entro il 31 luglio – prima era il 30 settembre – di ciascun anno, l’organo consiliare provvede con delibera a dare atto del permanere degli equilibri generali di bilancio e, in caso di accertamento negativo, ad adottare contestualmente – sul “contestualmente” c’è poco da fare, è “contestualmente” – le misure necessarie a ripristinare il pareggio qualora i dati della gestione finanziaria facciano prevedere un disavanzo di gestione o di amministrazione per squilibrio della gestione di competenza, di cassa, ovvero della gestione dei residui, i provvedimenti per il ripiano degli eventuali debiti di cui all’articolo 194, le iniziative necessarie ad adeguare il Fondo crediti di dubbia esigibilità, accantonato nel risultato di amministrazione in caso di gravi squilibri riguardanti la gestione dei residui”. Allora noi ci siamo occupati del punto b), cioè i debiti fuori bilancio, nella deliberazione del 31 luglio, ma non ci siamo occupati e non ci stiamo occupando del punto a) e del punto c), nonostante una delibera di Giunta e una relazione del dirigente e dei funzionari ci dicano oggi che c’è il disavanzo e che ci sono gli squilibri, per cui dobbiamo andare ad impinguare il Fondo crediti di dubbia esigibilità.
Io, allora, molto tranquillamente dico questo e, se vogliamo, anche propongo questo. Nel conto consuntivo, nel rendiconto che abbiamo approvato – sta qui – a maggio, quindi di appena tre mesi fa, non dell’anno scorso, abbiamo detto che non c’è disavanzo, anzi addirittura che c’è pure avanzo di amministrazione, e che quindi non era necessario ripianare alcunché. Allora, i dirigenti e i revisori si sono sbagliati? Non sto qui a leggere, anche se l’ho appuntato: “L’organo di revisione ha accertato che l’Ente ha posto propri vincoli di destinazione all’avanzo di amministrazione, in quanto non ha rinviato la copertura del disavanzo degli esercizi precedenti e ha coperto tutti i debiti fuori bilancio”.
Io so bene che si possono rivedere le posizioni, però se a me, Consigliere comunale – e lo dico a ragion veduta – viene detto tre mesi fa che non c’è disavanzo e non ci sono squilibri, e oggi invece viene introdotto questo argomento, forse pure a ragione, io prima di approvare gli equilibri devo riflettere bene. Non sto dicendo che non lo approvo, Sindaco. Prima di approvare gli equilibri devo riflettere bene, perché per quello che si sa, anche per vicende che possiamo vivere più o meno direttamente, in queste cose la Corte dei Conti chiama alla responsabilità gli amministratori. Cioè, dire tre mesi fa che non c’è disavanzo… Peraltro, mi permetto anche di aggiungere questo. Il dirigente dei servizi…
Per cortesia, Consigliere Battista.
Il dirigente dei servizi finanziari dice una cosa che va valutata. Cioè, cosa dice? Tale congruità può essere stabilita in due modi, entrambi legittimi da un punto di vista normativo, entrambi legittimi, Consigliere Giannotta, da un punto di vista normativo: il primo, transitorio e utilizzabile sino al rendiconto 2018, rischia di sottovalutare l’accantonamento nel caso di aumento di crediti, sia pure esigibili; il secondo rappresenta il realistico rischio da contabilizzare sulla base di quanto il Comune è riuscito effettivamente a incassare nel corso degli ultimi cinque anni.
Nel caso specifico l’Amministrazione, nei rendiconti approvati dal 2015 al 2017, ha utilizzato la prima modalità di calcolo, cioè quella che abbiamo utilizzato pure noi nell’approvare il rendiconto 2017. I dati contabili, tuttavia, rilevano una differenza nel risultato finale tra i due metodi di determinazione del FCDE, quantificabile in circa 27 milioni, importo che rappresenta la sottovalutazione del rischio e il conseguente miglioramento dei risultati finali del rendiconto. Cioè, pone il dirigente giustamente in termini di scelta che l’Amministrazione dovrà fare, in questo caso nel rendiconto 2018, quale strada seguire.
Allora vengo così alla proposta, visto che il Consigliere Tondo invitava Rotundo a fare sintesi. Noi dovremmo liberare questa delibera, Sindaco, dalla delibera successiva, cioè dalla delibera con cui prendiamo atto oggi della delibera di Giunta in cui si dà atto di un ulteriore squilibrio di circa 30 milioni, su cui bisognerà necessariamente ritornare, così come la stessa delibera dice, alla luce di quello che dice la Corte dei Conti nella decisione di luglio, quando la Corte dei Conti ha esaminato il conto consuntivo 2015, perché è in quella sede, e cioè di esame da parte della Corte dei Conti del rendiconto 2015, che dobbiamo assumere le determinazioni contenute nella delibera di Giunta e nella delibera che viene proposta al Consiglio. Facciamolo, io dico, visto che la Corte dei Conti credo sia stata disponibile a rinviare al 30 ottobre il termine per poter prendere atto di quella determinazione, io dico facciamolo, con maggiore tranquillità da questo punto di vista, insieme alla valutazione. Quindi, liberiamo. Cioè, noi oggi approviamo gli equilibri, ma senza dover immediatamente dopo formalizzare uno squilibrio nei conti del Comune. Io lo vedo contraddittorio. Lo vedo contraddittorio.
La mia proposta, pertanto, è quella di assumere l’impegno in questa delibera di rinviare. Lì non c’è un’urgenza. Questa delibera di Giunta, Sindaco, fa esplicito riferimento – eccola qua – alla decisione della Corte dei Conti, che non stiamo esaminando, che non stiamo esaminando. Leggo, perché mi piace essere puntuale: “La scelta tra i diversi percorsi di risanamento, A, B e C, da intraprendere dovrà essere approvata dal Consiglio entro il 30 settembre. È necessario, infatti, osservare che i tempi imposti dalla delibera della Sezione regionale di controllo, con riferimento alla comunicazione dei provvedimenti adottati dall’Ente”. Dunque, è necessario, infatti, osservare i tempi imposti dalla delibera, e cioè il 30 ottobre. Quindi, approviamo oggi gli equilibri e rinviamo quel punto successivo.
Con riferimento, invece, a queste precondizioni, anche qui lo dico con molta tranquillità, perché è stato fatto uno sforzo per reperire 622.000 euro. Per la verità, l’accento è stato posto più sui circa 200.000 euro che tra Assessori e Consiglieri dovremmo destinare. C’è un problema formale. Il problema formale è che, quando il Consigliere Fragola ha proposto di destinare il 5 per cento, Consigliere Fragola, ci sono state almeno tre o quattro Commissioni in cui si è discusso e dal responsabile del bilancio è stato detto “quella scelta è volontaria e io devo ricevere la comunicazione che si aderisce al 5 per cento che bisogna lasciare”. Allora, è questo il problema che io pongo dal punto di vista formale rispetto a questa delibera: come noi possiamo fare riferimento ad una disponibilità che al momento non viene formalizzata dal soggetto che deve disporre dell’indennità o del gettone di presenza? Cioè, al momento vi è una copertura che non fa riferimento ad una soppressione di uscita certa, perché appunto noi sopprimiamo, riduciamo i capitoli dell’indennità e del Consiglio. Io questo penso di poterlo dire, e penso di poterlo dire perché il problema non dei costi della politica, e vi dico che la politica ha e deve avere dei costi, il problema del corretto funzionamento delle Istituzioni e degli organi delle Istituzioni è un problema serio, vero, di come complessivamente le Istituzioni possono risparmiare. All’inizio di questa consiliatura io mi permisi di dire che per le Commissioni si spende molto, è eccessiva la previsione in bilancio. Fui snobbato (dico così soltanto per non usare altri termini). Anche una mia proposta di deliberazione di modifica del Regolamento è rimasta nei cestini dei Presidenti delle due Commissioni che si sono succeduti da un anno a questa parte, nonostante la Presidenza del Consiglio l’avesse inviata alle Commissioni.
Lo posso dire perché? Perché, dopo che quella proposta di deliberazione di far funzionare meglio le Commissioni riducendo complessivamente quella spesa, quando mi è stato proposto di fare il Presidente della Commissione Urbanistica – l’ho detto in Commissione, quindi non sto dicendo delle cose nuove –, ho detto che io, per essere coerente con la proposta di deliberazione, che prevede cioè che i Presidenti di Commissione non debbano percepire il gettone, accetto di fare il Presidente, però destino tutti i gettoni che percepisco in quanto Presidente di Commissione alla Caritas diocesana, con una specifica destinazione al gruppo della Caritas che opera nel carcere di Lecce. E da quando svolgo le funzioni di Presidente, cioè da maggio ad oggi, in quattro mesi dei 3.100 circa netto di gettoni che ho percepito 1.400 sono andati alla Caritas.
Sto dicendo questo perché? Sto dicendo questo perché per me il problema di quella copertura non è assolutamente un problema. Il problema, invece, della copertura… Mi sarebbe piaciuto che il Sindaco ascoltasse. Il problema della copertura di quella delibera può essere risolto in altro modo, e non solo con riferimento ai 200.000 euro dei gettoni o dell’indennità, non solo. Nel bilancio di previsione, e noi sappiamo che oggi il bilancio di previsione non è il bilancio annuale, è il bilancio triennale, oggi noi agiamo con un bilancio triennale, e allora, Segretario, che vedo mi sta seguendo, noi l’anno scorso, sempre in sede di equilibri di bilancio, demmo atto degli equilibri perché procedemmo ad una variazione di bilancio ricordo di circa 8 milioni di euro, perché circa 3.500 euro di parcelle di avvocati degli anni chissà da quando non erano mai stati liquidati, e dicemmo “bene, mettiamo da parte 3,5 milioni”. E li mettemmo tra il 2018 e il 2019. Nel 2018, e i debiti fuori bilancio, come lei sa, vanno portati subito, vanno portati immediatamente, addirittura nell’esercizio in corso, non solo in quell’esercizio non sono stati portati, non solo in quell’esercizio 2017, quando approvammo gli equilibri di bilancio, ma nemmeno nel 2018, tanto che nel 2018 li abbiamo spostati al 2019 e al 2020, la somma complessiva per coprire quei debiti. Non è stata liquidata nemmeno una di quelle parcelle. Come pure nei bilanci 2019 e 2020 sono stati emessi 750.000 euro, e potrei dire i capitoli precisi, 750.000 euro di Fondo per spese afferenti agli oneri straordinari, 750.000 euro nel 2019 e 750.000 euro nel 2020, senza destinazione.
Cosa, allora, intendo dire? Che probabilmente io avrei utilizzato per coprire questo debito… perché di debito si tratta. È un debito contratto dalla Lupiae, come erano debiti quelli degli avvocati. Cioè, si tratta di affrontare la situazione debitoria del Comune. Se noi non siamo pronti, perché abbiamo dimostrato di non essere pronti, per liquidare parcelle di avvocati per 3,5 milioni, io penso che quelle somme, ma più correttamente – sono consapevole - i 750.000 euro potevano ben coprire i 622.000 euro mancanti per ripianare il debito della Lupiae.
Concludo dicendo questo e aggiungendo un elemento molto importante. Qui si è discusso molto dell’articolo 14. Un po’ tutti si sono soffermati sull’articolo 14, che mette in relazione la ricapitalizzazione della società e quindi il debito da ripianare con il Piano di risanamento della Lupiae, ma noi, invece, nella stessa delibera degli equilibri di bilancio facciamo riferimento all’articolo 21 della stesso testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, lo stesso dove è contenuto l’articolo 14, che ci dice che noi il debito addirittura lo possiamo ripianare nell’anno successivo.
Naturalmente noi lo dobbiamo fare subito, se vogliamo sanare il bilancio. Sono cose che io nemmeno conoscevo, perché non solo il ruolo di Consigliere comunale, in generale l’impegno politico è bello per questo, perché si apprendono sempre cose, perché uno approfondisce, davanti al notaio per ripianare il debito della Lupiae noi dobbiamo versare il 25 per cento di quei 1,4 milioni di euro.
Quel 25 per cento sicuramente lo teniamo già con i 750.000 euro già previsti nella delibera del 31 luglio, ma il bilancio è autorizzatorio e quindi anche quello che io sto sostenendo, con riferimento al bilancio del 2019, i 750.000 euro possono essere utilizzati subito, anche se non è neanche necessario utilizzarli subito.
In definitiva, penso che noi dobbiamo approvare gli equilibri, dare atto nella delibera degli equilibri che stiamo applicando… Lo richiamiamo qui, ma dobbiamo dire che applichiamo l’articolo 21, che ripianiamo il debito e che ricapitalizzando la società. Lo dobbiamo dire. Eventualmente possiamo correggere l’imputazione, perché siamo nelle condizioni di poterlo fare: debiti erano quelli degli avvocati, debiti sono questi. Noi possiamo farlo.
Dobbiamo rinviare naturalmente la delibera successiva, quella con cui non approviamo il Piano di risanamento, perché quella delibera contiene delle interlocuzioni tra Amministrazione e Lupiae, tra dirigenti e Lupiae che non sono state ancora formalizzate in una sintesi.
Quel Piano di risanamento, secondo me, è ancora in piedi per essere valutato come un Piano di risanamento utile, anche con l’intervento dell’Amministrazione e naturalmente non soltanto con l’intervento dell’Amministrazione.
Proporrei di approvare questa delibera, di rinviare i due punti successivi, eventualmente questa di farla con una imputazione che libera questa vicenda anche del fatto…
Ripeto, cosa devo dire? Cancello l’impegno nei confronti della Caritas perché adesso devo mettere 300, 400, 500, non so quant’è la percentuale, per i lavoratori della Lupiae? Io verrei messo in questa situazione. Liberiamoci da questa vicenda.
Caro Pierpaolo, non si tratta di puntare sull’idea di comunità, sul segnale che diamo. Tutto quello che vogliamo, ma non è questo, anche perché si tratta di circa 200.000 euro su 1.400.
È un segnale che, alla luce delle cose che ho detto, alla luce delle cose che io mi sono sforzato di dire, non va nella direzione di trovare una sintesi, di rasserenare gli animi, di trovare anche, nei confronti dell’attuale opposizione, la possibilità di dire “rispetto a quello che facevate voi in passato, stiamo dando delle soluzioni che possono portare il Consiglio ad una sintesi”. Lo vorrei dire al collega Tondo, che si era allontanato. Non sta scritto da nessuna parte. Tu hai detto: “Rotundo ha sempre bocciato il Piano di equilibrio”. Dove sta scritto che deve essere sempre così? Dove sta scritto che in una situazione eccezionale come questa, a partire dalle precondizioni, il Consiglio comunale di Lecce non possa e non debba trovare una sintesi che mette insieme le posizioni di tutti? Questo è l’auspicio mio. Questo è l’augurio.
Credo che si possa davvero chiudere una fase di contrapposizione frontale e si possa aprire una pagina nuova e diversa per questa Amministrazione e per la città di Lecce.
Speaker : PRESIDENTE:
Scusate, nessun intervento? Possiamo passare alle dichiarazioni di voto. Prego. Mi dica. Al microfono.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Per ordine dei lavori. Ritengo che alla luce delle eccezioni poste dai Consiglieri d’opposizione, ma soprattutto alla luce delle proposte fatte dal Consigliere Ria, sembrerebbe utile comprendere quali sono le determinazioni del Governo in ordine alla proposta che il Consigliere Ria ha fatto prima di esprimerci con le dichiarazioni di voto.
Speaker : PRESIDENTE:
Non ho capito, chiedo scusa. Mi ero un po’ distratta. Prima di passare alle dichiarazioni di voto cosa suggerisce?
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Comprendere quali sarebbero le determinazioni del Governo in ordine alle proposte che sono…
Speaker : PRESIDENTE:
Io ritengo che si possano fare con le dichiarazioni di voto. È una proposta del Consigliere Ria. Io apro le dichiarazioni di voto. Mi spiace.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Presidente, chiedo scusa, ma il Sindaco quando risponde al dibattito che è durato cinque ore?
Speaker : PRESIDENTE:
Quando lo riterrà opportuno mi farà un segno.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
La risposta del Sindaco può essere utile a indirizzare la mia determinazione sul voto, ovviamente. Questo prevedrebbe una aperta e trasparente discussione, perché sennò ce la cantiamo e ce la suoniamo da soli.
Speaker : PRESIDENTE:
Il Sindaco può intervenire anche con una dichiarazione di voto. Sono aperte le dichiarazioni di voto.
Monticelli, prego. Dieci minuti.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Soltanto per dire che l’onorevole Ria non soltanto non viene ascoltato in Commissione, e lo ha dichiarato, ma non viene neanche ascoltato in Consiglio comunale.
Speaker : PRESIDENTE:
Fuori argomento. Non è una dichiarazione di voto. Dichiarazioni di voto. Prego, Consigliere Rotundo. Dieci minuti. Statevi tranquilli, per cortesia. Non ci agitiamo. Per favore. Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Sempre con lo spirito di voler agevolare il confronto e offrire un contributo di chiarezza, prendo la parola per rispondere alle osservazioni del Consigliere Perrone, che richiamano quelle dell’onorevole Ria. Si ribadisce dalle ricostruzioni che aveva un senso la proposta di una discussione articolata di tre provvedimenti invece di quella singola. È stato chiesto qual è l’orientamento del Governo. L’orientamento del Governo è quello di procedere alla votazione della delibera così com’è. La valutazione del Governo è quella di procedere alla delibera successiva così com’è. La valutazione del Governo è di procedere alla terza delibera sulla ricapitalizzazione così com’è. Questo è l’impianto che l’Amministrazione e il Governo della città offre al Consiglio comunale, sul quale ha lavorato mesi. Ciascuno naturalmente è libero di determinare orientamenti e valutazioni. La linea del Governo della città è quella presentata oggi al Consiglio comunale. Su di essa vi invito a esprimervi in modo che sia chiaro qual è l’indirizzo del Consiglio.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego, onorevole Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Ho poco da aggiungere perché noi siamo…
Speaker : PRESIDENTE:
State tranquilli.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
… convintamente persuasi…
Speaker : PRESIDENTE:
Segnatevi per le dichiarazioni di voto.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Della giustezza della delibera che abbiamo…
Speaker : PRESIDENTE:
Uno per Gruppo.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
… che abbiamo alla valutazione del Consiglio comunale.
D’altro canto, l’abbiamo votata in Commissione, l’abbiamo sostenuta, mi pare che alternativa a questa delibera non ci sia, perché chi ha governato la Città in questi dieci anni solleva polemiche fini a se stesse, non ha una proposta alternativa alla necessità che abbiamo, lo ripeto… Noi potevamo anche subire la diffida dal Prefetto, perché il termine del 31 di luglio è un termine perentorio, e noi dobbiamo ringraziare? Sì, ringraziare il Sindaco Salvemini, perché avrebbe potuto venire in Consiglio comunale e, sulla base delle dichiarazioni dei dirigenti che ci assicuravano che non c’erano debiti fuori bilancio, dichiarare il permanere degli equilibri.
Poi siccome la Lupiae non aveva ancora approvato il suo bilancio, avremmo potuto, caro collega Perrone, sganciare la Lupiae dal bilancio del Comune, avremmo potuto farlo. Anzi, era una delle strade possibili per qualche oratore di adesso che ci fa le pulci. Era un adempimento in assenza del quale c’è lo scioglimento del Consiglio comunale. E il Sindaco ha dovuto chiedere alla Prefettura, e concordare di fatto che noi in quella data, non avendo il consiglio di amministrazione della Lupiae approvato il bilancio, non per responsabilità del Comune, tant’è che chi va a vedere la delibera del 31 luglio, vede la permanenza degli equilibri di bilancio del Comune…
Poi il Sindaco dice: siccome abbiamo la Lupiae, e siccome la Lupiae si è impegnata ad approvare il suo bilancio mi pare il 4 o il 5 di agosto, io chiedo al Consiglio comunale due tappe, di fare un po’ forzando quest’equilibrio di bilancio a due tappe. Ci aggiornammo – lo dice sempre in delibera – al 20 di settembre.
Voi lo sapete, non per responsabilità nostra, ma il consiglio di amministrazione della Lupiae ha approvato il bilancio dopo Sant’Oronzo, mi pare, non il 4 o il 5 di agosto, quindi abbiamo dovuto attendere che il consiglio di amministrazione ci facesse sapere l’esito del suo bilancio. E ci hanno detto dopo Sant’Oronzo che c’è una perdita di 1.372.000 euro, ma noi avevamo a copertura solo 750.000 euro, e quindi questa delibera serve per coprire la differenza tra i 750.000 che già avevamo appostato e i 1.372.
Ribadisco, oggi chi non vota questa delibera, gli amici miei del sindacato che vogliono fare i picchetti li mandiamo sotto casa vostra, a fare i picchetti li mandiamo. Così devo dire? Perché noi con questa delibera apriamo una strada! Apriamo una strada, che sarà difficile, lo so, sarà difficile. Caro Gaetano, tu dici: dopo lo scandalo di quell’indagine diamo prova in consiglio comunale di essere una classe dirigente. Diamola, questa prova, allora! Diamola, che la città vede i titoli dei giornali. Diamola, questa prova, confrontiamoci nel merito di un risanamento che non è farlocco, perché non possiamo per le condizioni di bilancio tornare il prossimo anno e dire che dobbiamo mettere altri soldi per ricapitalizzare! Non possiamo continuare la storia di questi vent’anni.
La città ha chiesto di cambiare, e invece tutto il vostro disegno svelato, o almeno non so, dai retroscena, era che Marti indicava una prospettiva a questa città buttando via Salvemini. Meglio un commissario, dice il Sindaco.
Tra l’altro, il Sindaco l’ho ascoltato nella sua conferenza stampa, e lo aspetto a vedere se adesso poi voti la delibera del piano di risanamento di riequilibrio. Ha detto: se non ci sono le condizioni del dissesto, se non fanno un piano di riequilibrio, io sono pronto. Adesso neanche.
La verità, sa qual è? Che voi qui state giocando. Voi siete preoccupati di questo nuovo corso di rigore morale, di oculatezza della valutazione dei soldi pubblici. Voi avete scialacquato e avete portato il Comune sull’orlo del default, del dissesto, sull’orlo lo avete portato.
Allora, io dico sarebbe più dignitoso il silenzio, ma dare una mano, non strumentalizzare in maniera così canagliesca, così canagliesca. Riunirvi per firmare e andare dal notaio: questa è la prospettiva che indicate alla città. Misuratevi con le proposte di merito, misuratevi, e non con i codicilli. Sono delibere che sono validate dai pareri dei dirigenti. Lo voglio dire, perché anche qui qualche collega è venuto e dice: ma c’è responsabilità contabile, qualcuno dice. Sono delibere che sono valutate, e sono perfettamente regolari queste delibere. C’è il visto di tutti gli uffici. Anche quest’elemento di evitare di confrontarsi e fare terrorismo al Consigliere che magari, un po’ sprovveduto, non è in grado di valutare.
Per questo il Partito Democratico conferma il voto favorevole a questa delibera.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Altre dichiarazioni di voto?
Prego, Consigliere Perrone. Dieci minuti.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Sì, ma anche meno, signor Presidente.
Che questa delibera sia basata su un equivoco costruito ad arte dal Sindaco, l’abbiamo detto sin dall’inizio, una perdita somministrata per l’atteggiamento ostile del Sindaco e dell’Amministrazione, una demagogica e populistica indicazione sul ripianamento utilizzando i costi del salario accessorio dei dirigenti, utilizzando i gettoni di presenza dei Consiglieri, tutto questo sulle spalle di 270 famiglie.
Ora, che il bluff del Sindaco Salvemini fosse visto dall’opposizione, era nelle cose, ma il bluff è talmente eclatante che a smascherarlo c’è un esponente della maggioranza, che fa una proposta molto semplice e chiara a tutela di coloro i quali dovrebbero andare a votare quella deliberazione.
Dice giustamente Lorenzo Ria, che ha detto le stesse cose che ho detto io meglio – lo ammetto – perché è entrato nei passaggi tecnici: come facciamo noi, anzi come farete voi a certificare gli equilibri di bilancio quando nella delibera seguente dite che non ci sono?
Dice giustamente Lorenzo Ria, e mi sembra una proposta che, se fossi responsabile di una maggioranza, valuterei e non risponderei sull’onda dell’emozione, dimostrando una chiusura che argomenti di questo tipo assolutamente non meritano: fermiamoci sulla delibera del riaccertamento, del ricalcolo delle FCDE, sennò non possiamo approvare questa.
Ti dirò di più, Sindaco: fermiamoci, perché avete sbagliato a fare i calcoli. Quindi, ti inviterei a sottoporre il metodo di calcolo utilizzato dagli uffici a qualcuno che possa certificare se è giusto o sbagliato.
Qual è il rischio? Il rischio è che stai sopravvalutando quella svalutazione, obbligando il Comune a un piano di rientro che potrebbe essere magari fortemente ridotto.
Allora, per le motivazioni che abbiamo espresso da sempre, e mi dispiace che l’onorevole Rotundo adesso non ci sia, noi voteremo contro gli equilibri di bilancio, perché gli equilibri di bilancio non ci sono; ti confermiamo la nostra volontà a sostenere qualsiasi piano di rilancio della Lupiae, ovviamente a fronte di una presa di posizione chiara e di un atto di buona volontà, certo da parte dell’Amministrazione, che indichi alla Lupiae qual è il percorso, cioè quali sono le convenzioni che ritenete di rinnovare e a quali condizioni, che significa stabilire qual è il plafond di fatturato sul quale la Lupiae può contare di costruire in modo chiaro il percorso della ristrutturazione e del proprio rilancio.
Su questo, Sindaco, ti ho già detto che noi ci saremo, perché ci siamo sempre stati, dalla parte della Lupiae, quando l’onorevole Rotundo, con lo stesso piglio di chiusura che stai utilizzando tu, senza nessun tipo di ragionamento o motivazione votava contro i piani di recupero, i ripiani della Lupiae, che significavano allora la possibilità per la Lupiae di continuare a sopravvivere.
Mi sembra, la proposta dell’onorevole Ria, una proposta assolutamente di buon senso. Ti invito a valutarla. Questo ti darebbe il tempo di poter chiedere a organismi terzi, tipo ANCI, se il metodo di calcolo utilizzato dagli uffici è corretto, sennò il rischio quale sarà? Che tu costruirai un piano di ristrutturazione su debiti che non ci sono, obbligando il Comune di Lecce per i prossimi quindici anni ad ammortizzare una perdita che potrebbe essere molto ridotta rispetto a quella evidenziata dalla relazione degli uffici.
E questo lo dico a garanzia tua, perché così tu avresti più risorse da destinare a far fronte alle obbligazioni che il Comune avrà nei prossimi anni, e soprattutto per garantire meglio il livello di servizio che offri ai cittadini, non vincolando risorse a una scelta che è assolutamente di natura iperprudenziale, ragionieristica, forse dettata, ripeto, ma questa è una mia modestissima interpretazione, addirittura da un errore di calcolo nell’applicazione del metodo cosiddetto pieno per il calcolo del fondo svalutazione, fondo crediti di dubbia esigibilità, che ricordo sarà obbligatorio utilizzare a partire dal conto consuntivo 2019.
Per inciso, io sono convinto sic stantibus rebus che quella normativa, quando si arriverà a ridosso di quella scadenza, sicuramente, così come già ANCI sta lavorando a fare, sarà rivista in modo da rendere più agevole il passaggio con il calcolo del cosiddetto metodo pieno.
Per queste motivazioni io ti invito a valutare la proposta del Consigliere Ria, e comunque se riterrai di mettere ai voti la delibera così com’è, per quello che tutti i miei colleghi e il sottoscritto hanno rappresentato, noi voteremo contrario.
Speaker : PRESIDENTE:
Dichiarazioni di voto? Nessuna.
Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente.
Credo che la discussione d’Aula abbia ampiamente confermato come a mio giudizio fosse utile una ricostruzione intera di quest’articolata e complessa vicenda. Averla voluta scandire per tappe ha inevitabilmente introdotto elementi di alterazione dei contenuti e della ratio dei provvedimenti, che naturalmente con quest’intervento mi incaricherò di chiarire.
Ora, io vorrei che naturalmente assumessimo un atteggiamento di piena responsabilità e consapevolezza. Credo che sia pacifico che annunciare provvedimenti che impongono sacrifici alla città, annunciano problematici piani di risanamento della società partecipata, non sia un’operazione che garantisce a chi li annuncia consensi e applausi. Io non rotolo tappeti rossi convinto di dover ricevere attestazioni, ma naturalmente mi accingo, insieme alla maggioranza, al Governo, a poggiare sulla testa una corona di spine, perché so cosa significa tutto questo, misuro l’impopolarità in termini di consenso di questi provvedimenti, ma la responsabilità dell’amministratore è quella di dire la verità e fare l’interesse superiore dei cittadini, liberandolo dalle preoccupazioni individuali e di coalizione, che potrebbero essere di impropria interferenza.
Vorrei chiarire, per chi si è infilato in quest’equivoco, che il sacrificio che si è chiesto agli amministratori, ai dirigenti e alla Giunta, non ha la finalità di garantire il risanamento della Lupiae, quindi è inutile qui sventolare impegni di rinunce pluriennali, ma solo ed esclusivamente quello di stanziare risorse finalizzate a garantire la ricapitalizzazione.
Si è molto ironizzato sul contenuto demagogico, populistico. Ci sarebbero potuti essere modi diversi di individuare quelle risorse? Sì, ma tagliando prestazioni di servizi, riducendo l’acquisto di beni, quindi sostanzialmente incidendo sulla spesa corrente rivolta alla nostra comunità, imponendo ulteriori sofferenze e inadempienze di servizio nei confronti dei nostri cittadini.
Lo abbiamo fatto individuando quelle che a nostro giudizio erano le voci che meglio di altre potevano rappresentare uno sforzo sostenuto dall’Amministrazione senza ricadute sugli altri capitoli di bilancio. Se ci fosse stato l’onorevole Ria, avrebbe fatto un’altra impostazione; se ci fosse stato il Consigliere Perrone, un’altra. Prendete atto che c’è un Sindaco che ha una sua responsabilità, lo indica e lo sottopone al vostro giudizio: liberi di sostenerlo, liberi di dissentire.
Però ascoltare qui parole come populismo e demagogia, a fronte di un sacrificio vero, che viene sostenuto e che non viene neanche celebrato, suona obiettivamente un poco provocatorio, suona provocatorio.
È stato detto che ci sono difficoltà nel comprendere qual è il piano di risanamento della Lupiae. È evidente che ci sono delle difficoltà, perché non è la volontà discrezionale del Sindaco che impone di predisporre risorse finalizzate a un piano di risanamento giudicato idoneo a superare le condizioni di crisi, ma è il decreto Madia.
Quindi, oggi il primo atto, come ho detto precedentemente e come è stato ripetuto autorevolmente in Aula, è quello di determinare le risorse necessarie a garantire la ricapitalizzazione della società partecipata. E per farlo dobbiamo agire sul bilancio annuale, non sul pluriennale, onorevole Ria, perché la gestione delle perdite delle società partecipate, per interlocuzioni avute con il Collegio notarile di Lecce, avviene subito, non può essere dilazionato in esercizi successivi.
Riguardo a una presunta illegittimità legata alla disponibilità dei gettoni degli amministratori, Consiglieri comunali, preciso che l’aver utilizzato 88.000 euro lascia risorse residue sino al 31/12/2018. Ciò consente, naturalmente, il regolare funzionamento delle Commissioni, che si dovranno programmare in ragione di questo stanziamento, e lascia inalterato il diritto dei Consiglieri comunali che vi partecipano a maturare il relativo gettone sino alla concorrenza massima del capitolo previsto. Libero ciascuno di voi di dare disposizioni di poter rinunciare al gettone in caso di Commissioni ulteriori alle quali dovesse partecipare, ma circa le valutazioni di interferenza sulle proprie volontà, liberalità alla Caritas, onorevole Ria, non sta scritto da nessuna parte che lei deve prenderli dai gettoni di presenza del Consiglio comunale. Se vuole sostenere con attività benefiche la Caritas, può, come tutti i cittadini, utilizzare anche altre risorse.
È stato detto che non c’è il Piano di risanamento. Il Piano di risanamento non c’è, Angelo, per le ragioni che vi sto precisando. L’inadeguatezza di quel Piano di risanamento, sul quale magari interverremo dopo, è validata da un verbale sottoscritto dai componenti dell’unità di controllo sulle società partecipate, presieduto dal Segretario generale, firmato dai dirigenti di settore e dai componenti del Collegio dei revisori.
Sulle ragioni di inadeguatezza di quel piano torneremo dopo, come si è voluto precisare, però stiamo attenti a ritenere, come si fa ogni volta, che il tema della Lupiae sia esclusivamente la garanzia delle convenzioni e la virtuosità della gestione economica, perché questo è stato l’errore/inganno che si è anche trasferito al personale dipendente, al quale si è detto: “Attraverso i vostri sacrifici, risaneremo l’azienda”. Giustamente, i dipendenti dicono: “Dopo sei anni di sacrificio, com’è che ci troviamo qui?”. Non è corretto dire, perché è al limite, anzi, più che al limite, è oltre la falsificazione, che il Comune non abbia garantito le prestazioni di servizio da convenzioni siglate fino al 31/12/2018, ad eccezione, naturalmente, Consigliere Perrone, dei servizi a chiamata che, in quanto tali, funzionano a chiamata, cioè quando ce n’è necessità per l’ente, non quando si devono dare tanto per dare. Si chiamano a chiamata proprio in considerazione della necessità che si può manifestare per ragioni di svolgimento dell’attività istituzionale.
Noi abbiamo alle spalle Piani di impresa. Ne siamo testimoni. Qualcuno mi ricorda come da Consigliere fossi particolarmente attento. Certo che ero attento, ma non – come viene ricordato – per un’acrimonia, un pregiudizio ideologico nei confronti della Lupiae. No. Perché vedevo sin da allora che quelli che venivano individuati come “Piani di risanamento” contenevano in sé le ragioni di un nuovo inevitabile squilibrio dei conti della società Lupiae.
Sembra che la questione della perdita di esercizio 2017 sia da attribuire alla responsabilità del Sindaco, sempre con la dovuta imprudenza con la quale ti esprimi in Aula, che avrebbe addirittura messo le mani sul collo della società per farla strozzare. Attento alle dichiarazioni che fai, Consigliere Perrone, perché ogni tanto scivoli su questo. Queste sono dichiarazioni che non hanno contenuto politico. Sono diffamanti e pericolose. Si sostiene che l’esercizio 2017 sia responsabilità di scelte del socio unico, dimenticando che l’approvazione del bilancio è del Consiglio di amministrazione, che i pareri vengono rilasciati dal Collegio sindacale e dal revisore unico, sul quale io non esercito alcuna interferenza, per il rispetto dei ruoli che ho e perché mi è chiaro, ai sensi del Codice civile, quali sono le responsabilità degli organi amministrativi e degli organi di controllo.
Vogliamo ricordare insieme la storia della Lupiae? Giusto perché sembra che improvvisamente sia caduta dal cielo. Esercizio 2000, 111.000 euro di utile; 2001, meno 112.000 euro; 2002, meno 166.000; 2003, più 157; 2004, meno 2.398.000; 2005, meno 1.650.000; 2006, meno 2.869.000; 2007, meno 2.476.000; 2008, meno 942.000 euro; 2009, più 32.000; 2010, più 47.000; 2011, meno 2.600.000; 2012, meno 1.800.000; 2013, meno 1.099.000; 2014, più 20.000; 2015, più 9.000; 2016, più 19.000; 2017, meno 1.372.000.
La sommatoria delle risorse impiegate per salvare la Lupiae è di circa 24 milioni di euro, a fronte di utili di esercizio di 250.000 euro, pari a poco più dell’1 per cento, in diciassette anni. Questa è la situazione che definisce la difficoltà strutturale della nostra società partecipata.
Non è solo una questione di conto economico, purtroppo, altrimenti avremmo già da ora risolto, attraverso una gestione virtuosa dei conti della Lupiae, il taglio dei costi che sono stati affrontati dal precedente management, al quale si è riconosciuto il lavoro svolto. Contenimento delle spese degli organi amministrativi. È vero, prendono pochissimi soldi. Infatti, parlando con i sindacati, ho detto loro: guardate, non crediate che le difficoltà della Lupiae nascano da quanto prende il Consiglio di Amministrazione del Collegio sindacale.
Qual è il problema della Lupiae? Il problema della Lupiae è la situazione finanziario-patrimoniale, quella che sin dal 2012 si trascina, purtroppo, in modo non risolto.
Per onestà intellettuale, che è una virtù rara in quest’Aula, si dovrebbe sostenere con coraggio che nel 2012 la società partecipata era in una situazione fallimentare peggio di quella attuale e che venne salvata esclusivamente in ragione di un’operazione non ripetibile, oggi, a legislazione vigente, legata al conferimento dei terreni, perché allora, come oggi, risorse liquide da portare davanti al notaio non c’erano. Dal 2012 al 2017 quell’asset patrimoniale ha consentito la ricostituzione ai sensi civilistici del bilancio, ma non ha garantito il recupero di economicità alla società partecipata.
Oggi mi si dice, puntando il dito con ciglio polemico e quasi di rimprovero: “Se la società partecipata si trova in queste situazioni è perché tu non hai ancora approvato i piani particolareggiati”. Dal 2012 al 2017, e tuttora, quei terreni non si sono venduti.
Ricordo a beneficio dell’Aula che chi riteneva strategica quell’operazione e la costruì attraverso un’articolata istruttoria dell’ufficio urbanistica la fece approvare qui nel dicembre del 2016. Se avesse avuto a cuore fino in fondo, così come si sostiene oggi, l’operazione attraverso l’approvazione dei piani particolareggiati avrebbe avuto cinque-sei mesi per poterlo fare. Noi ci siamo insediati a luglio 2017. Stiamo parlando di esercizio 2017. La questione relativa alla vendita dei terreni deve essere misurata da agosto 2017 a dicembre 2017, che è il termine di chiusura dell’esercizio. Non si è potuto fare perché quando ci siamo insediati, attraverso un’istruttoria degli uffici, quei piani particolareggiati sono stati ritenuti non adeguati.
Lo ribadisco ancora una volta: questa Amministrazione non dà indicazioni di scrittura ai suoi dirigenti e ogni volta che qualcuno qui allude a interferenze nel ruolo e nell’autonomia dell’organo dirigente si assume una responsabilità grave, anche solo di rispetto della deontologia di chi lavora qui, che è stato quindici anni con voi.
Consigliere Perrone, rivendico un merito: quello di parlare una lingua sola, qui in Aula, quando parlo con i sindacati e quando parlo con i lavoratori. Sin dal momento del mio insediamento ho detto loro: guardate che sarà problematica la gestione contemporanea della crisi del bilancio dell’ente con la gestione della crisi del bilancio della Lupiae, perché, diversamente dal passato, non sono in condizioni di potervi garantire l’apertura di un paracadute che consenta alla società di potersi salvare. Ho sempre detto loro questo, e te lo possono confermare tutti.
In questi giorni frenetici, di preoccupazione riguardo quello che poteva essere l’andamento di questo passaggio, il Sindaco – tu lo sai – per varie ragioni, per molteplicità di relazioni, per il ruolo che ricopre, per le funzioni che assolve sa tutto, e sa anche delle tue dichiarazioni, che sono diverse da quelle che tu pronunci davanti ai microfoni riguardo il futuro della Lupiae. Sono diverse da quelle che rendi in Aula. Io lo so e tu lo sai qual è stato il tuo tentativo in queste settimane attraverso telefonate frenetiche al Presidente Emiliano, attraverso telefonate all’onorevole Boccia, attraverso riunioni negli uffici Servizi economico-finanziari per acquisire tutte le informazioni utili, eventualmente, a ricostruire e a dare segnali di quello che sarebbe stato il tuo ruolo in questo passaggio politico-amministrativo, che naturalmente è totalmente smentito dalle parole che oggi pronunci.
L’atteggiamento deve essere di responsabilità sempre; la capacità di parlare una lingua sola davanti a tutti, anche quando è complicato, anche quando questo ti costringe a sapere in partenza che sconti un deficit di consenso. Può succedere. Io so, e sono sereno, che tutto quello che abbiamo fatto in questi mesi con gli uffici, che ringrazio, lo abbiamo fatto all’insegna della serietà, della responsabilità e della trasparenza. Qualunque sarà la valutazione che l’Aula vorrà esprimere, io sono convinto della linearità del percorso, del quale, naturalmente, ringrazio tutti.
È vero, Angelo Tondo, che la responsabilità dell’approvazione degli equilibri di bilancio rientra pienamente negli obblighi di una maggioranza. È vero. Devi avere i numeri per approvarla, ma naturalmente qui siamo in presenza di un passaggio che accompagna la verifica della salvaguardia degli equilibri di bilancio alla necessità di individuare, attraverso una variazione di bilancio, le risorse per approvare lo stanziamento per la ricapitalizzazione.
Non sarebbe stato politicamente imbarazzante per voi motivare un voto tecnico su questa delibera in ragione di questo passaggio. Ricordo che questa delibera – cosa ci dice? – ci dice che gli equilibri di bilancio al 31 luglio sono confermati perché le risorse che individuiamo ai fini della ricapitalizzazione scaturiscono da una variazione di bilancio. Cioè, dallo stesso bilancio che abbiamo portato in Aula al 31 luglio, dichiarandolo in equilibrio per l’esercizio 2018, stiamo attingendo le risorse necessarie per trovare quelle necessarie alla ricapitalizzazione.
Sostenere, come avete fatto legittimamente... Sapete che io riconosco la titolarità, la legittimità di qualunque posizione. Dichiarare che non volete votare la delibera perché non si vota la salvaguardia degli equilibri di bilancio significa sottrarsi a quella che un politologo famoso, che si chiama Max Weber, chiamava “etica della responsabilità”, che è separata dall’etica delle convinzioni. Della responsabilità che cosa dice? Agire in modo razionale rispetto alle scelte che si vanno compiendo.
Se il Consiglio comunale tutto agisse secondo razionalità, dovrebbe votare dichiarando la preoccupazione di salvaguardare la Lupiae per la variazione di bilancio. Se tutto il Consiglio comunale, indifferente all’agire razionale e alle responsabilità conseguenti, dichiarasse il voto contrario manifesterebbe in modo evidente la propria indifferenza rispetto alle sorti della società partecipata.
Qui due sono le cose: o si vota contro perché si sostiene che il bilancio non è in equilibrio, quindi sarebbe singolare, successivamente, contestare una delibera che rende conto all’Amministrazione comunale di uno squilibrio finanziario, oppure si vota contro perché si dice: pur riconoscendo gli equilibri, non sono disponibile a garantire le risorse alla società partecipata. Tertium non datur. Questo è il passaggio che io offro alla valutazione del Consiglio. Richiamo ciascuno di voi a un supplemento di approfondimento, di consapevolezza.
Liberi di votare così come avete annunciato, ma sappiate che è questo oggi, con questa delibera, ciò che siamo chiamati a manifestare come volontà: da una parte, la salvaguardia degli equilibri, che era già garantita nella delibera del 31 di luglio; dall’altra, la volontà di stanziare risorse necessarie alla ricapitalizzazione.
Io chiudo dicendo che l’esercizio 2017 della Lupiae servizi determina una perdita che scaturisce per circa 250.000 euro da crediti verso il Comune di Lecce, che vengono stralciati. Sta scritto nella relazione sull’andamento della gestione. Cosa sono questi crediti? Sono prestazioni di servizi legati agli anni precedenti rispetto alle quali i dirigenti comunali non hanno ritenuto di doverne asseverare la legittimità.
Poteva il socio unico, così come è stato sostenuto temerariamente in quest’Aula, chiamare i dirigenti per prestazioni di servizio a lui ignote, di cui non sapeva nulla, origine, genesi, anno, nulla, e attestare? E in nome di cosa, e come avrebbe potuto imporre questa volontà? Sono i dirigenti che hanno la memoria storica di ciò che è accaduto che, solo ed esclusivamente loro, potevano stabilire cosa fare.
Mi è stato rimproverato in qualità di socio unico, il quale ancora non si è neanche presentato in un’assemblea ordinaria, perché ancora non c’è, su uno schema di bilancio predisposto agli amministratori circa la determinazione della quota del fondo rischi da accantonare per il Comune di Novoli, che per la prima volta dal 2006 al 2017 viene prudenzialmente, prudenzialmente, segnalata non dal Sindaco Salvemini, il ragionier Salvemini come ama chiamarlo Paolo Perrone, non dal Sindaco Salvemini, no, dal revisore, indicato dal Sindaco Perrone, ragionier [incomprensibile], il quale dice: guardate che, per principi contabili e per ragioni di trasparenza e di prudenza, quel credito iscritto a bilancio dal 2006 di circa 1.400.000 euro nei confronti del Comune di Novoli, rispetto al quale in questi dieci anni non si è mai proceduto a un accantonamento prudenziale… Se si fosse fatto avremmo sterilizzato il rischio di soccombenza, lo sapete perfettamente.
Se in questi dieci anni si fosse accantonata una quota prudenziale del 10 per cento all’anno, avremmo sterilizzato il rischio di soccombenza.
Invece di chiedere a me, voi tutti, come mai sia stato accantonato il 50 per cento, chiedetevi perché non è stato accantonato negli esercizi precedenti quel 10 per cento. C’è una ragione? Qualcuno che ha capacità di interpretazione dei bilanci sa che cosa significa un accantonamento prudenziale nel fondo rischi del 20 per cento? Sa che questo determina una potenziale alterazione del risultato d’esercizio, rispetto a quello poi definitivamente approvato? Chiedetevi come mai.
È evidente che, una volta che il revisore indica al consiglio di amministrazione la necessità di indicare una posta prudenziale dove ci sono state due sentenze negative con condanna alle spese, il consiglio di amministrazione valuta. Ha valutato. Ho detto: valutate secondo il ruolo e le responsabilità che la legge vi assegna, tenuto conto della vetustà del credito e tenuto conto dell’attestazione del vostro legale, del legale incaricato della società, che scrive che il rischio di soccombenza in Cassazione è possibile. Sulla base di questa valutazione, indicano il 50 per cento.
Qualcuno vorrebbe che io oggi censurassi una valutazione dell’organo amministrativo suggerito dal revisore contabile e validata dal Collegio sindacale dicendo che non deve essere il 50 per cento. Deve essere il 30, il 20? Perfetto.
Purtroppo, questa responsabilità, quest’interferenza, quest’impropria funzione del socio io non la esercito. E non c’è un puntiglio riguardo al consiglio di amministrazione. Sapete che, appena incontrato i dipendenti del Lupiae e il management, ho detto: non mi interessa sapere cosa avete votato e chi avete votato, ma naturalmente io sono stato in campagna elettorale, sono amministratore di questa Città, insieme ad Alessandro, siamo protagonisti dello spazio pubblico, non è che viviamo sulla luna, quindi so le dinamiche che in questi anni si sono sviluppate; non mi interessa, dismettete eventuali casacche, sappiate che lavorate per la società partecipata di cui il Comune è socio unico; a me interessa solo che facciate il vostro dovere, non sentirete mai da me richieste riguardo orientamenti o indicazioni di voto. Questo è stato il punto.
In ragione di una valutazione di buonsenso avevo chiesto agli amministratori di questa società partecipata, nominati dai miei predecessori, di tener conto delle ragioni di opportunità che si affermano in mille Amministrazioni riguardo alla possibilità di rimandare il proprio mandato. Non l’hanno voluto fare. Ho fatto un avviso pubblico, me lo hanno impugnato. A quel punto, ho ritenuto doveroso, anche per evitare rischi di contenziosi, che questo consiglio di amministrazione, che così tenacemente voleva difendere la propria posizione, il proprio ruolo, la propria funzione, assolvesse ai propri compiti sino alla scadenza naturale del mandato, che è previsto al 31/12/2018.
E in questi mesi abbiamo lavorato tranquillamente. Li ho ricevuti tante volte, abbiamo fatto tantissime riunioni. Abbiamo messo per la prima volta insieme in questa Città, in quest’Amministrazione, il consiglio di amministrazione della Lupiae, il collegio sindacale della Lupiae, il revisore unico della Lupiae, il Collegio dei revisori del Comune di Lecce, cosa mai avvenuta prima. Li abbiamo fatti dialogare, li abbiamo fatto interloquire.
Certo, ci sono dei passaggi che non è che si inventa il Sindaco. Sono, come è stato ricordato, frutto di una legislazione mutata. Il nuovo codice degli appalti stabilisce che, in previsione della scadenza delle convenzioni, i rinnovi non possono che essere assistiti da una valutazione di congruità economica attestata dai dirigenti.
Questa norma è stata introdotta nel 2017. Secondo voi, chi si assume la responsabilità di mettere quella firma è interessato alle indicazioni del Sindaco di fronte alla necessità di garantire una serie di valutazioni sulle prestazioni in essere?
Ancora, visto che è stato sventolato, è stata la Presidente Turi, indicata dalla precedente Amministrazione, a scrivere all’avvocato Spano un parere per chiedere la possibilità di risoluzione del contratto con modifica dal Confcommercio e servizi ad altro contratto.
La questione del contratto commercio e servizi non nasce con quest’Amministrazione. Nasce da lontano. Nasce con la Presidente Turi. Nasce, ancora precedente, con la Presidenza di Giuseppe Tamborrino. Chiedetegli conto, e vedrete se non è vero che su questo passaggio specifico i confronti sono stati ripetuti.
È evidente che oggi quel contratto determina una difficoltà nella determinazione di proposte migliorative che devono superare il vaglio della valutazione di congruità, perché sono un contratto anomalo rispetto a quello che si potrebbe naturalmente garantire. Questo è il punto, Consiglieri. E non è che posso essere io oggi a stabilire dove deve arrivare. È evidente che questa delibera, per ragioni di naturale collegamento, non può non tener conto di quello che noi determiniamo come piano di riequilibrio, perché il piano di riequilibrio è un piano che impone dei sacrifici, dei tagli alla spesa, e sui tagli alla spesa sapete perfettamente quanto sia rilevante anche la voce legata alla Lupiae servizi, sapete come è bloccata. Lo scrivevate voi nelle relazioni di accompagnamento ai bilanci di previsione, lo confermava l’Assessore al bilancio Monosi, che diceva: noi abbiamo una spesa corrente ingessata perché contrattualizzata, i margini di movimento sono praticamente esigui.
Spesa contrattualizzata e spesa ingessata significa che i margini per poter intervenire su un piano di riequilibrio si fanno complicati e dovremo trovarli. Questo è il punto.
Ecco perché ho voluto tenere assieme le delibere, ecco perché hanno una loro logica, ecco perché ribadisco che questa delibera si accompagna alle precedenti, perché deve essere chiaro, principalmente a noi che siamo i Consiglieri, gli amministratori pro tempore di questa Città, che la gestione della crisi del Comune di Lecce dal punto di vista finanziario non può essere separata dalla gestione della crisi della Lupiae. Camminano assieme. L’una condiziona inevitabilmente l’altra. Ecco perché stanno assieme.
Successivamente, quando entreremo nel merito della delibera sul piano di ripiano, vi spiego le ragioni per le quali quella delibera è pienamente legittima. Grazie.
Grazie, Sindaco.
Allora, procediamo con il sistema elettronico al voto.
Prego.
Consigliere Ria?
Onorevole Ria, non vota? Non vota, l’onorevole Ria, gli è stato segnalato. Sono chiuse le operazioni di voto. Prego.
A norma di Regolamento, se lei è presente in Aula e non vota, lei è considerato astenuto. È per legge, forse deve rinfrescarsi. Risulta astenuto. Allora, possiamo rivedere, per cortesia?
Esito: presenti, 30, favorevoli 16, contrari 12, astenuti 2.
La delibera è approvata.
Immediata esecutività per alzata di mano.
Consigliera Leucci, è saltata la sua postazione: volevamo sapere come ha votato. Non deve schiacciare adesso. Ha votato: sì. Perfetto. Quindi, dobbiamo rifare…
Mi date il risultato definitivo, per cortesia? Stiamo facendo una verifica.
Esito: 17 favorevoli, 12 contrari, 2 astenuti.
La delibera è approvata per alzata di mano.
Ripetiamo, per cortesia, visibile.
Stesso risultato. Dobbiamo continuare i lavori, per cui vi prego di accomodarvi.
Siamo al quarto punto all’ordine del giorno: “Delibera di Giunta Comunale n. 623. Determinazioni”.
Prego. Prendete posto.
Con questa delibera viene comunicata al Consiglio comunale la determinazione di una situazione di squilibrio finanziario dell’Ente per come viene attestato dalla relazione del dirigente dei servizi economico-finanziari.
Cosa ci dice questa relazione? Che il Comune ha un disavanzo di circa 30 milioni di euro, che impone una manovra di riequilibrio, manovra di riequilibrio che naturalmente non sarà che oggetto di un provvedimento successivo ad hoc, che il Consiglio comunale dovrà, comunque, inevitabilmente approvare.
Questa relazione, che porta la firma del dirigente responsabile, dottore Laudisa, dei funzionari dei servizi economico-finanziari, dottor Maggiore e dottor Mazzotta, dà all’Amministrazione conto, attraverso un bollettino medico (chiamiamolo così), di quello che è oggi lo stato di salute del bilancio comunale. Come ho detto in conferenza stampa, ci consegna la cosiddetta anamnesi, ci consegna la diagnosi e ci suggerisce una possibile terapia.
L’anamnesi ci dice che la situazione di difficoltà è tale, nonostante negli esercizi precedenti, a fronte di evidenti precedenti passaggi complicati, l’Amministrazione abbia messo in campo operazioni straordinarie di equilibrio finanziario. Ha dovuto approvare un Piano di alienazione del patrimonio immobiliare, che ha garantito risorse per 20 milioni di euro, ha proceduto, ai sensi della legge, a un’operazione straordinaria di riaccertamento dei cosiddetti residui attivi per circa 47 milioni di euro e poi ha proceduto a un’ulteriore operazione di ricorso alla liquidità, finanziata da Cassa depositi e prestiti, per un complessivo di circa 104 milioni di euro di risorse straordinarie, che non sono purtroppo servite a rimediare a quelle che da un po’ di anni ormai la Corte dei Conti indica come nostre particolari complicazioni, ovverosia il ricorso sistematico all’anticipazione di tesoreria in termini di durata, la mancata restituzione dell’anticipazione di tesoreria alla fine dell’anno, l’allungamento dei tempi medi di pagamento, i flussi finanziari di cassa, che determinano, tra pagamenti per competenze e residui ed entrate correnti, Titolo I, II e III delle entrate e Titolo I della spesa, un disavanzo di circa 18 milioni.
A fronte di questa situazione, si introduce un elemento nuovo. L’elemento nuovo è quello che, a partire dal consuntivo 2017, si accerta l’esistenza di un differenziale fra residui attivi e residui passivi di accertamenti impegni di circa 30 milioni di euro, che erano già approvati con il consuntivo 2017.
Cos’è che viene a determinare una situazione di particolare allarme? Il fatto che questo squilibrio, ai sensi della normativa vigente, deve essere ripianato nell’anno o nei tre anni successivi, o attraverso manovre di riequilibrio pluriennale, oggi normate dal cosiddetto articolo 243-bis del TUEL, che consente all’Amministrazione, sulla base di un rapporto legato all’ammontare delle entrate di circa quindici anni, con acceso a un fondo di rotazione determinato in 300 euro per abitante, di poter disporre di una liquidità, da restituire a tasso zero, di circa 27 milioni di euro. Quindi, le possibilità di ripiano di questo disavanzo a normativa vigente possono avvenire in un anno o in tre anni, e ci rendiamo conto che un taglio della spesa corrente di questo importo su un totale di circa 100 milioni di euro è una terapia che ucciderebbe il paziente. Abbiamo necessità di un periodo più lungo: o di quindici, secondo le previsioni dell’articolo 243-bis del TUEL, o altro termine che dovesse essere normato dal legislatore.
La delibera fa esplicito riferimento a una proposta di emendamento al Milleproroghe, che è stata presentata in Commissione Bilancio della Camera, a firma congiunta di più parlamentari, Crosetto e Boccia, sostenuta dall’ANCI, che proponeva per gli Enti, come il Comune di Lecce, che nel 2014 hanno già fatto ricorso a una manovra di riequilibrio trentennale, in caso di presenza di un extradeficit maturato successivamente, di poterlo ripianare non seguendo le disposizioni oggi vigenti, ma per il tempo residuo fino al 2044, quindi per i ventisei anni da compiersi, che sarebbe naturalmente la previsione per noi più comoda proprio per consentire quella gestione meno faticosa a cui si faceva precedentemente cenno.
Questa delibera viene, naturalmente come le precedenti, accompagnata dal parere del Collegio dei Revisori, attesta questa situazione e rinvia alla fine del mese, subito dopo l’approvazione del decreto Milleproroghe, la valutazione su quale termine temporale utilizzare ai fini del ripiano del disavanzo. Le cronache politiche ci dicono che la decisione del Governo di porre la fiducia eliminerebbe la possibilità di approvazione degli emendamenti. Vale per questo, come per tutti gli altri che si sono in queste settimane presentati e discussi. Resta un’indicazione, che emerge per volontà bipartisan, di predisporre un ordine del giorno finalizzato a presentare un decreto d’urgenza per consentire di recuperare sia questo emendamento che quello che con terminologia giornalistica viene definito “Salva Napoli” e “Salva Catania”, che sono nelle condizioni di una gestione di manovra di riequilibrio pluriennale già in corso che, per una valutazione negativa delle Sezioni regionali della Corte dei Conti, determinerebbe automaticamente il dissesto che loro naturalmente vorrebbero in ogni modo evitare.
Questa delibera, quindi, ci dà delle indicazioni, ci dice qual è lo stato di salute del bilancio dell’ente e ci predispone a dare una risposta alla Corte dei conti, che attende di conoscere quali sono le manovre e le iniziative che l’Amministrazione intende assumere per poter gestire, diversamente da come è accaduto finora, una difficoltà acclarata attraverso indicatori oggettivi che ci dicono che siamo in pericoloso affanno.
Attraverso questa operazione, con la delibera precedente e quella successiva, noi diamo alla Corte dei conti di Bari, alla quale, entro la fine del mese, dovremo rispondere circa i quesiti che ci sono stati posti e le misure che intendiamo assumere per venir fuori da questa emergenza, diamo l’indicazione di un percorso di riequilibrio di ciò che oggi viene attestata come situazione di difficoltà. Questo è il senso della delibera e su questo naturalmente sono pronto a misurarmi con le eccezioni anche tecniche che sono state già anticipate, ma che vedono la piena e convinta attestazione di tutti gli organismi che sono stati chiamati a esprimersi.
Con il rispetto dovuto, affido alla competenza del dirigente del servizio economico-finanziario e ai funzionari che ne fanno parte, al Collegio dei revisori del Comune di Lecce, Segretario generale, competenze non inferiori a quelle che possono venire attraverso un’interlocuzione con gli uffici tecnici dell’ANCI.
Naturalmente, come ho avuto modo già di precisare e di ricordare, attraverso l’avvio di questo percorso, stiamo scandendo una serie di passaggi che devono andare a compiersi.
Entro la fine del mese il Consiglio comunale delibererà a quale manovra, a quale norma di riequilibrio intende aderire. Successivamente, nei 90 giorni che si apriranno, gli uffici saranno incaricati di predisporre una manovra di risanamento che dovrà essere approvata dal Consiglio comunale, che dovrà essere trasferita alla Corte dei conti, a Bari, che dovrà essere consegnata al Ministero dell’interno.
Se, come si sostiene, questa Amministrazione ha preso un abbaglio nella determinazione dei dati riferibili allo squilibrio, ce lo dirà la Corte dei conti, a Bari, ce lo dirà la Commissione del Ministero dell’interno e saremo ben lieti di dire che abbiamo sbagliato, perché non abbiamo naturalmente nessuna soddisfazione nel dover intraprendere questo percorso.
Se organi di validazione della manovra di riequilibrio pluriennale terzi (la Sezione regionale della Corte dei conti e la Commissione del Ministero dell’interno) ci dovessero dire che non ci sono i presupposti perché la situazione economico-finanziaria dell’ente è molto diversa, è migliore di quella che noi stiamo rappresentando, prenderemo atto che non c’è nessuna necessità di manovre di riequilibrio e quindi dovremo, in altri modi, comunque, far fronte a quelle pericolose e non risolte questioni che ci accompagnano da tanti e tanti anni, perché non bisogna essere particolarmente esperti di politiche di bilancio per capire che andare in anticipazione di tesoreria per 365 giorni l’anno, non riuscire a restituirla alla fine dell’anno, avere tempi medi di pagamento delle fatture che crescono ogni anno, avere uno squilibrio di cassa di 18 milioni di euro non sono questioni che possono essere gestite come se stessimo di fronte a una fisiologica sofferenza. Stiamo nella patologia e le patologie richiedono manovre di terapie di cura particolarmente adeguate. Questo vogliamo rappresentare, non per drammatizzare la situazione, ma perché è giusto che ciascuno di noi sia nella condizione di poter verificare la situazione per come essa è oggi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
È aperto il dibattito. Prego, Consigliere Perrone.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Grazie, Presidente. Fa un po’ specie che il Sindaco si sia determinato a richiedere una relazione per lo stato e l’andamento dei conti, della situazione finanziaria dell’ente quindici mesi dopo il suo insediamento.
Raziocinio avrebbe voluto che al momento dell’insediamento uno vada a chiedere agli uffici come stanno i conti. Io credo che il Sindaco sapeva benissimo qual era la situazione dei conti del Comune di Lecce. Ha provato, con impegno e onestà, a porre un argine alla situazione difficile. Si insedia quando l’anticipazione era di circa 9 milioni. Alla fine del 2017 l’anticipazione era di 24. Adesso siamo a quell’importo.
È chiaro che l’attività di questo anno e mezzo di questa Amministrazione non ha fatto altro che peggiorare gli indici di tenuta del bilancio. Il problema era quello della riscossione. Abbiamo più volte dovuto controbattere quando abbiamo discusso sull’approvazione dei conti consuntivi dell’Amministrazione che era da me guidata.
Il Consigliere Salvemini ci ha richiamato spesso alla nostra incapacità di riscuotere ciò che avremmo dovuto riscuotere. Da quando si è insediato lui abbiamo messo in essere alcune iniziative, abbiamo cambiato da un punto di vista organizzativo i vertici dell’Ufficio tributi. I risultati sono men che mediocri, se pensiamo che abbiamo una capacità di riscossione adesso, nel 2018, che è addirittura più bassa della media dei quattro anni precedenti. Io mi auguro che negli ultimi mesi si abbia uno scatto di recupero, ma al momento devo dire che la situazione è molto complicata. Le entrate tributarie che voi avete inserito in bilancio al Titolo I erano 85 milioni di previsione. Adesso ne abbiamo incassati meno di 40 a metà di settembre. Sulle entrate extra tributarie siamo ancora peggio: su 20 milioni di previsione ne abbiamo incassati qualcosa come poco più di 6.
La situazione è sicuramente complicata e lo è oggi molto di più di quando il Sindaco Salvemini si è seduto su quello scranno.
Cosa facciamo? Siccome la volontà è quella di attivare, assodata l’incapacità di porre rimedio a questa situazione, malgrado in questo anno e mezzo lui ci abbia provato, l’obiettivo è quello di proporre un Piano di riequilibrio, che significherebbe la possibilità per il Comune di cristallizzare una situazione debitoria, chiedere al Ministero dell’interno e alla Corte dei conti la possibilità di spalmare questo debito in un arco pluriennale. Se la consistenza dovesse essere quella indicata dall’ufficio, dovrebbero essere quindici anni, perché la norma prevede una griglia che va da quattro a vent’anni sulla possibilità di ammortizzare queste risorse, questo squilibrio, e in più la possibilità di attivare un fondo di rotazione; fondo di rotazione che ti permetterebbe di avere delle risorse liquide, ti permetterebbero di fronteggiare la necessità imminente, ma che inevitabilmente poi dovresti restituire nel corso degli anni a venire.
La domanda è diretta, immediata: come ha fatto il Sindaco a valutare di quanto il Comune ha bisogno o di quanto il Comune sia in squilibrio? Si è rivolto agli uffici che hanno fatto una semplice valutazione, secondo un metodo che è assolutamente un metodo di carattere ragionieristico, che ti dice in che modo tu devi calcolare il fondo crediti di dubbia esigibilità. Che cos’è il fondo crediti di dubbia esigibilità? Il fondo crediti di dubbia esigibilità è una posta che serve a limitare la tua capacità di spesa durante l’anno e che serve a neutralizzare la differenza fra quello che tu pensi di incassare dalle tue entrate tributarie ed extratributarie e quello che tu incassi effettivamente.
La norma dice che i Comuni possono applicare un criterio sintetico, che è quello che abbiamo applicato fino adesso, quello che avete applicato anche voi quando avete approvato il bilancio del 2017, il conto consuntivo del 2017. La norma dice, però, il principio contabile dice che, a partire dal conto consuntivo 2019, io devo applicare il cosiddetto “metodo pieno”, cioè la percentuale di quel fondo svalutazione la devo calcolare pienamente, al cento per cento, su che cosa? Sul differenziale di fatto – detto in parole semplici – tra quello che io incasso in conto residui ogni anno (si fa la media degli anni, dei cinque anni) rispetto al monte residui, premesso che questo, nella valutazione applicata dall’ufficio, è un criterio che paradossalmente porterebbe il Comune di Lecce, dopo questa operazione, cari signori, a non avere pressoché residui attivi non coperti da fondo. Saremmo l’unico Comune del mondo a non avere residui attivi non coperti da una svalutazione. Significa che se la signora Maria ha una dilazione sul pagamento della TARI perché le è stato fatto l’accertamento, potrebbe non pagare perché tanto quello è coperto.
Dove sta l’errore? L’errore sta – uno – nel valutare le esigenze che ha il Comune, la sofferenza del Comune su una questione prettamente ragionieristica. Peraltro, un principio che l’ANCI contesta e che sicuramente – lo vorrò vedere – nel 2019 quando tutti, non noi che abbiamo questo parossismo ragionieristico, tutti i Comuni nel 2019, nel conto consuntivo 2019, quindi nei primi mesi del 2020, dovranno affrontare, verrà inevitabilmente a galla. È un sistema insostenibile da un punto di vista economico e finanziario.
Noi anticipiamo. Io sono convinto che avete sbagliato a fare i conti, e ti spiego anche perché. Dal denominatore di quella frazione tu devi togliere l’ammontare del fondo svalutazione che già hai. La percentuale di dubbia esigibilità si stabilisce tra ciò che tu incassi rispetto al monte residui al netto del fondo che tu hai già svalutato. Sennò ci sarebbe un paradosso. Se io, invece di avere un fondo, avessi tolto proprio quei residui e cancellati, dovrei mettere un fondo svalutazione crediti più basso. Questo è un paradosso.
Io sono convinto che questa interpretazione... Ragioniamo di una questione delicata, perché noi siamo antesignani. Volendo anticipare questa impostazione per quei Comuni che hanno un fondo crediti di dubbia esigibilità molto alto, noi siamo antesignani perché, se non avessimo quel fondo, i due valori sarebbero identici; siccome noi già abbiamo provveduto nel 2015 a fare il riaccertamento dei residui, quindi abbiamo già svalutato quei residui, dovreste sterilizzare questa operazione dalla presenza nel nostro bilancio di quei residui attivi, perché la differenza è fra il monte residui e il fondo svalutazione. Quella è la porzione sulla quale calcolare la percentuale di incasso.
Sindaco, la questione non è banale. La differenza è fra svalutare 30 milioni e svalutare 8 milioni circa. Non è banale. Significa, Sindaco, imporre all’Amministrazione, al Comune di dover pagare 2 milioni all’anno di recupero di ammortamento su questo riaccertamento straordinario o molto di meno in termini, poi, di obbligazioni che tu dovrai affrontare (tu o chi per te) e in termini di servizi che tu dovrai offrire. Io posso dire quello che avrei fatto io in una situazione nella quale inevitabilmente il legislatore affronterà questa questione fra un anno. Io avrei costruito un piano, se questo fosse stato l’animo, ma non basato su un artifizio ragionieristico.
Ti prego, anche per interesse di continuità di questa Amministrazione, di soprassedere all’approvazione di questa delibera. Verifichiamo. Se tu ritieni che il disequilibrio lo devi valutare soltanto sulle modalità di calcolo del fondo, io ti chiedo di approfondire questa cosa.
Presento un ordine del giorno, che leggo adesso, che chiedo al Presidente di porre in votazione: considerato che l’atto deliberativo di Giunta n. 623 del 07/09/2018, determinazione proposta a questo Consiglio, indica un eventuale squilibrio finanziario evidenziato dalla relazione degli uffici finanziari del 06/09/2018; che l’ammontare calcolato dagli uffici poggia sull’assunto che si debba stimare l’FCDE (fondo crediti di dubbia esigibilità) secondo il metodo cosiddetto “pieno”, obbligatorio per legge, a partire dalle redazioni del conto 2019; ritenuto che nell’applicazione del suddetto criterio pieno gli uffici abbiano utilizzato un metodo di calcolo non corretto; invita il Sindaco a ritirare la delibera in questione e a proporre richiesta di parere sulla modalità di calcolo dell’FCDE utilizzato dagli uffici finanziari, quindi sull’ammontare dello stesso fondo ad IFEL; questo per evitare che l’eccessiva ed ingiustificata valutazione del fondo crediti di dubbia esigibilità porti conseguentemente ad un appesantimento dei prossimi bilanci comunali, con evidenti danni per la capacità di questo ente di rispondere alle sue obbligazioni e di offrire idonei servizi ai nostri concittadini.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, scusi, è un emendamento, una proposta...
Non si mette ai voti.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Io invito il Sindaco. È il Consiglio che lo invita, non il Consigliere Perrone.
Speaker : PRESIDENTE:
Per capire bene, Consigliere.
Quindi, è un ordine del giorno. Va bene.
Interventi?
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Presidente, rispetto alla proposta del Consigliere Perrone, la dichiarazione del Governo è di respingere l’ordine del giorno.
A me pare che il parossismo ragionieristico sia tutto in questa articolata impostazione. Guarda il dito e non indica la luna. Elude completamente una valutazione di merito sulle questioni che sono oggetto di attenzione della Corte dei conti di Bari, riferibili ai rendiconti degli esercizi precedenti, che vedono l’Amministrazione nella difficile gestione di aggravamento degli stessi.
La differenza fra di noi è che io intervengo in quest’Aula senza personalizzare ciò che è accaduto. Faccio riferimento alla situazione per come essa è e per come si è determinata, senza star lì a nominare ogni volta chi mi ha preceduto.
Assisto, invece, incredibilmente al tentativo di accreditare la responsabilità dell’aggravamento dei dati alla gestione di cui io porto la responsabilità. Quei dati, piaccia o no, Consigliere Perrone, stanno lì a indicarci che l’Ente è a rischio di richiamo da parte della Corte dei Conti, a rischio di richiami pesanti. Poi, lei può stabilire e accertare che la mia Amministrazione ha addirittura peggiorato le performance di riscossione. Il dirigente del Settore Tributi è pronto a darle una relazione, da lui asseverata, che le darà indicazioni diverse. Lei addirittura temerariamente mi sfida sul tema della riscossione, con vigenza di contratti pluriennali affidati a SOGET e COSET, che avrebbero dovuto garantire performance di riscossione a questa Amministrazione, e lei conosce meglio di me i dati. Al 1° gennaio 2018 tra recupero IMU e ICI ci sono crediti per 24,5 milioni, incassati ad oggi per 350.000 euro. Negli ultimi cinque anni c’è una capacità di incasso del 4-5 per cento dei crediti contabilizzati. Al 1° gennaio 2018 recupero tra TARI e TARI ordinaria 51.400.000 euro, incassati ad oggi 2,4 milioni, capacità di incasso di circa l’11 per cento. Al 1° gennaio 2018 per sanzioni del Codice della strada 13,5 milioni, incassati ad oggi 2,8 milioni, capacità di incasso negli ultimi cinque anni del 27 per cento. Con questo ritmo ci vorrebbero ulteriori vent’anni per incassarli tutti mediamente, venti o dieci a differenza delle singole voci.
Qual è il senso del Fondo crediti di dubbia esigibilità? È lo stesso che assunse l’Ente nel 2014, quando volle aderire alla manovra di riequilibrio trentennale: fare pulizia perché si era accertato che crediti inesistenti nella loro riscossione andassero a finanziare spese correnti certe. Oggi il Fondo crediti di dubbia esigibilità ha lo scopo di contenere il rischio che crediti di difficile e lenta riscossione possano andare a pagare spese certe nella loro determinazione. Questo è il senso del Fondo crediti di dubbia esigibilità.
L’equivoco nel quale ci si infila è quello di non tener conto che il disavanzo individuato dai servizi economico-finanziari e oscillante tra i 27 e i 30 milioni di euro non è riferibile allo stock di crediti di residui attivi già appostati nell’FCDE, ma sono residui già extra 2014, maturati dal 2014 al 2017. Ecco perché con il criterio del calcolo pieno essi determinano un passaggio da 47 a 70 milioni di euro del deficit, del disavanzo di esercizio. Ecco perché determinano un passaggio dell’FCDE da 70 a 100 milioni. Consideri che lo stock di crediti sono 120 milioni di euro. Questo è il tema.
Io ritengo che non ci sia nessuna necessità di ritirare la delibera, ritengo, come ho detto, che le attestazioni siano largamente validate e, per me, di assoluta e totale garanzia. Naturalmente seguiremo con il dovuto interesse tutto ciò che il legislatore dovrà eventualmente determinare in relazione alla possibilità degli Enti locali di attivare procedure di riequilibrio pluriennale.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Sindaco, io non sto dicendo che tu non hai la responsabilità o l’autonomia per imporre un criterio più restrittivo. Io ti dico che probabilmente, anche utilizzando quel criterio più restrittivo, c’è stato un errore nel calcolo, il che significa che tu puoi proporre il tuo piano, se decidi di seguire quel criterio, non svalutando 27 milioni di euro, ma magari svalutandone molto meno. Solo questo è quello che io ti sto dicendo. Ciò significa: prenditi ventiquattr’ore di tempo, fai la verifica e poi la riporti. Tanto questa delibera – e tu lo sai – noi non la voteremo comunque. E tu questo lo sai. Però, almeno eviti che si faccia una manovra che poi rischia di essere una manovra sovradimensionata rispetto a ciò che è necessario, se tu adotti quel calcolo per fare emergere lo squilibrio.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Una precisazione. Questa delibera non innesca nessun percorso dal quale non possa eventualmente determinarsi una correzione laddove le condizioni dovessero consentirlo, perché questa delibera oggi prende atto di una relazione e dice che c’è la necessità di una manovra di riequilibrio, appunto come è stato detto adesso nel tuo intervento conclusivo. Tu dici: “Stai attento, Sindaco, nella determinazione del criterio. Io la delibera non te la voto, ma il criterio di calcolo potrebbe essere sbagliato”. Prendiamo atto di questa raccomandazione.
Dato che c’è tempo fino al 30 settembre per tornare in Aula e poi ci saranno altri novanta giorni per poter predisporre una manovra di riequilibrio, siamo nelle condizioni temporali di poter eventualmente apportare le correzioni che sono manifestate con toni di preoccupazione e di responsabilità dai suoi interventi. Quindi, siamo perfettamente in condizione di poterlo fare per le ragioni che ho ribadito e ripetuto e che sottoscrivo e sottolineo. Non c’è nessuna ragione, quindi, di dover ritirare la delibera e di non procedere al voto.
Speaker : PRESIDENTE:
Non possiamo fare un dibattito.
Vogliamo votare adesso la proposta del Consigliere Perrone? Oppure…
Non ho chiuso il dibattito, Onorevole. Un po’ di pazienza, la farò parlare, stia tranquillo.
Prego, Onorevole Ria. Ha quindici minuti.
Speaker : CONSIGLIERE RIA:
Grazie, Presidente.
Io devo essere innanzitutto coerente con le cose che ho detto nel precedente intervento. Io, per ragioni diverse dal Consigliere Perrone, che è entrato nel merito di sistemi di calcolo e di contenuto della delibera, avevo detto che la delibera successiva, secondo me, andava rinviata, tant’è che ero disponibile a votare a favore sugli equilibri se ci fosse stata una dichiarazione di rinvio.
Perché doveva essere rinviata, e secondo me può e deve essere rinviata? Perché questa delibera, così come è formulata, dà atto che ci sono squilibri, come è stato detto, per circa 30 milioni di euro, dopo che noi nella precedente delibera abbiamo dato atto che squilibri non ce ne sono, anzi che i conti del Comune sono in equilibrio. La discussione che c’è stata tra il Sindaco e il Consigliere Perrone mi conferma questa mia posizione, questa riflessione sulla richiesta di rinviare questa delibera.
Questa delibera perché va rinviata? Perché lo dice il contenuto della delibera stessa, Sindaco. La delibera dice: siccome noi dobbiamo esaminare entro il 30 settembre la decisione della Corte dei Conti e nel riscontro a quella decisione noi dobbiamo dire quali misure pensiamo di approvare per risanare i conti dell’Ente, io non vedo nulla di strano che questa delibera oggi sia rinviata. Anche perché rimane lì la delibera di Giunta. Oggi con questa delibera prendiamo atto, diamo indirizzo, esaminiamo le tre ipotesi a cui fa riferimento la Giunta, che è l’indirizzo che il Governo dà rispetto a una strada da seguire per risanare i conti, e la delibera di Giunta sta lì e rimane lì.
Mi permetto, però, di aggiungere anche un’altra cosa rispetto a questa delibera. Questa delibera individua tre strade. La prima, quella di procedere con gli strumenti ordinari previsti dagli articoli 188 e 193 in uno o, al massimo, tre anni per ripianare lo squilibrio. Quella alternativa non c’è più e non c’è più perché gli articoli 188 e 193 li abbiamo già utilizzati con la delibera degli equilibri avendo già pagato i debiti fuori bilancio.
La lettera c), l’ipotesi c), la terza alternativa nemmeno c’è perché l’emendamento a cui si fa riferimento, salvo poi a vedere il Parlamento cosa farà… Ahimè, ho una qualche esperienza. Dire che poi il Parlamento troverà una soluzione perché, oltre a Lecce, c’è Napoli, c’è Catania, c’è Canicattì vale poco dal punto di vista formale. Sta di fatto che l’emendamento a cui qui si fa riferimento a firma di Crosetto, a firma di Boccia, a firma di chi vogliamo, non è stato approvato nel decreto Milleproroghe. Per cui noi qui oggi facciamo riferimento a tre alternative, due delle quali non esistono più.
Rimane l’unica possibilità, quella della lettera b) dell’articolo 243-bis, e cioè della procedura di riequilibrio pluriennale in un periodo massimo di 15 anni, rispetto alla quale, io rifletterei, non abbiamo l’urgenza.
Entro il 30 settembre dobbiamo esaminare la decisione della Corte dei conti. Abbiamo 90 giorni da quella data per avviare il Piano di risanamento.
Ad oggi, Sindaco, esprimo il mio punto di vista: abbiamo una delibera con la quale approviamo il rendiconto di gestione 2017 in data 21 maggio, nella quale delibera non io, ma gli uffici, i revisori, la relazione allegata alla Giunta, mi dicono che rispetto ai parametri previsti dalla legge per poter avviare la procedura dell’articolo 243-bis, la legge dice che ce ne vogliono almeno cinque, questa delibera me ne indica tre.
È chiaro che con la valutazione della Corte dei conti, con la relazione del dirigente di Ragioneria quei parametri aumentano e possono aumentare, ma facciamolo con le procedure corrette, facciamolo con le modalità previste dalla legge. Ecco perché mi permettevo di dire nella precedente delibera: liberiamo il campo dall’esame dei conti del Comune, che sono disastrati, che sono dell’eredità, tutto quello che vogliamo. Sono d’accordo. Però, liberiamolo per un momento, in primo luogo perché ci mettiamo in contraddizione con la delibera precedente, che abbiamo approvato, in secondo luogo perché abbiamo ancora del tempo, lo diciamo nella delibera, per esaminare compiutamente la strada che vogliamo seguire.
Lo dico qui e poi non so manco se posso intervenire di nuovo. A me dispiace tornare o meglio citare questo argomento.
In questo caso mi rivolgo alla Presidente del Consiglio, c’è un problema di agibilità – arrivo a dire di agibilità democratica – nel funzionamento di questo Consiglio, per una ragione molto semplice.
Il Regolamento del Consiglio scandisce quali sono, come tutti i Consigli, come tutte le Assemblee elettive, i passaggi attraverso i quali si arriva al voto. Questi passaggi sono che il Governo, qualsiasi Governo, dal Comune più piccolo al Governo nazionale, fa la relazione. Poi ci sono gli interventi, poi c’è la replica del Governo e poi ci sono le dichiarazioni di voto. Mi è stato detto che è stato sempre così, per cui prima era Perrone a concludere. Sarà stato sempre così, ma, secondo me, non deve essere così, perché se dopo la relazione del Governo, in questo caso del Sindaco Assessore, dopo gli interventi, non c’è subito la replica, il Consigliere comunale che qui svolge il ruolo di Consigliere comunale che può decidere, naturalmente è vincolato da una appartenenza ad una maggioranza, non c’è dubbio, è vincolato anche un po’ a seguire le indicazioni del proprio Gruppo, non c’è dubbio, ma se un Consigliere volesse comunque discostarsi, a questo Consigliere deve essere data la possibilità di esplicitare il proprio pensiero. Questo lo può fare dopo che, a seguito della replica, il Sindaco dice: “Se ci fosse stato Ria avrebbe fatto così”. È giusto, è così. Se i gettoni che dà alla Caritas… Scusami, non ti ho capito, rispetto ad una battaglia che io ho condotto per ridurre complessivamente le spese che si riferiscono al funzionamento delle Commissioni. Prima ho usato un’espressione, e non mi ricordo quale, sono stato snobbato e forse ho detto così. Adesso dico che sono stato massacrato in tutti i sensi e da tutti. Adesso, che ho mantenuto, anche in via riservata, questa mia liberalità mi devo sentir dire che la liberalità la posso fare in tante altre cose. Certo, ma io, con il dottor Maggiore, mi sono prima informato. Lui mi ha detto: “L’unico modo è quello che tu faccia una lettera per dire che rinunci”. Il dottor Maggiore, che ha fatto il suo dovere, nel verbale della Commissione nella quale Fragola ha voluto discutere del Regolamento per il 5 per cento, ha dichiarato – sta lì verbale – che ognuno dispone del proprio gettone di presenza. Rispetto a tutto questo mi sarei aspettato maggiore attenzione per arrivare ad una copertura di quella spesa senza clamore.
Sui giornali di oggi il titolo qual è? Taglio all’indennità. Non è così, perché il messaggio che abbiamo voluto dare è questo, ed è un messaggio che va al di là anche delle tue intenzioni. Sono sicuro che è così, ma non possiamo noi dare messaggi errati. Ormai sono desueto nelle cose. È chiaro che inseguire tutto il confronto di oggi… Seguono i social, seguono le dichiarazioni, seguono le conferenze stampa. Forse una politica diversa voleva un po’ di anni fa che ci fossero più incontri, più riunioni, più confronto prima di arrivare alle decisioni. Mi rendo conto che il susseguirsi, la necessità di dare anche celerità alle cose, il periodo estivo… Tutto questo io lo capisco e mi rendo conto, ma non dare attenzione ad un fatto che da un lato è tecnico, c’è una copertura di debiti della Lupiae con quello che già abbiamo previsto come debiti. Non stiamo togliendo nulla. Tu dicevi: “Lo togliamo ai servizi”. Non è vero, perché io avevo detto: 630.000 euro togliamoli a somme presunte da pagare a professionisti, di cui ancora non conosciamo né nomi, né parcelle, addirittura il dirigente Guido a suo tempo disse “non ci sono manco i fascicoli”, però teniamo lì accantonati circa 3 milioni, teniamoli lì accantonati oneri per 750.000 euro.
Una imputazione diversa, secondo me, sarebbe stata una buona cosa.
Presidente, se c’è una replica uno ha la possibilità di dire “forse mi ha convinto”, ma se non c’è la possibilità di esprimere poi il proprio pensiero, alla fine, credo che nn ci sia senso. Al di là delle cose che mi hai potuto dire, anche offensive, quando sono venuto molto sommessamente a chiederti di poter esprimere il voto in dissenso dal Gruppo, al di là di questo, io credo che tu debba riflettere.
Mi rivolgo anche alla Segretaria. Se per anni la mancata partecipazione al voto, dal momento che c’è il sistema elettronico… Se c’è da alzare la mano è un conto, ma se c’è questo sistema e uno sta seduto – è stato sempre così – viene considerato. Lei dice che non è così, ma non l’abbiamo mai né formalizzato né c’è una prassi che cambia perché…
Non c’è dubbio. Ha mandato una lettera.
Siccome io avrei voluto esprimere un voto, ma non mi è stata data la possibilità…
Lei è qui anche per dare interpretazione al Regolamento. Invece, lei mi ha detto: “Io non c’entro, c’entra la Presidente”. Ma se lei non sta qui per interpretare e non viene data a me la possibilità di motivare il voto io credo…
Speaker : PRESIDENTE:
Va bene.
Speaker : CONSIGLIERE RIA:
È passato il quarto d’ora?
Molendini dice che è passato, non lo so. Al di là di questo, devo essere coerente con le cose che ho detto prima.
Speaker : PRESIDENTE:
Non sono passati.
Speaker : CONSIGLIERE RIA:
Lo so, altrimenti mi avrebbe già tolto la parola.
Speaker : PRESIDENTE:
Due minuti e quarantaquattro.
Speaker : CONSIGLIERE RIA:
Lo dico con il sorriso sulle labbra.
Credo, Sindaco, che davvero non ci sia oggi…
Le tre ipotesi stanno lì, formalizzate in una delibera di Giunta. Due di queste oggi non sono più attuali. Perché tutta questa fretta di mettere insieme le due vicende.
Se non viene ritirata, coerentemente come ho fatto prima, a questo punto, se non posso esprimere il voto e la Segretaria dice che mi devo allontanare, mi allontano se non lo devo esprimere oppure mi astengo formalmente, come bisogna astenersi.
Speaker : PRESIDENTE:
Va bene.
Prego, Segretaria.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
Che sia chiaro: non è il Segretario Guglielmi, è il legislatore che prevede il voto favorevole, contrario o astenuto. Il non votante non esiste nella natura giuridica della Repubblica italiana.
Dopodiché, lei e tutti gli altri, se vi allontanate dall’Aula siete assenti. Il non votante, ergo, è astenuto.
Speaker : PRESIDENTE:
Va bene.
Scusate. Basta.
Io volevo sapere se ci sono altri interventi. Prego, onorevole Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Rapidamente. Mi sarei aspettato da chi... Leggevo adesso i verbali dell’amico Assessore Monosi, del lascito, marzo 2017, quando in quest’Aula ha reso il conto a nome dell’Amministrazione, della Giunta Perrone di due mandati. Sostanzialmente, lo dico ai colleghi. Tra l’altro, questo bel termine diventò poi...
Stiamo discutendo la delibera...
Speaker : PRESIDENTE:
È il dibattito, Consigliere. Qual è il problema?
No. Lei mi aveva chiesto...
No, guardi. Io ho aperto il dibattito...
Parli al microfono.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Se la pregiudiziale presentata dal Consigliere Perrone venisse approvata, è evidente...
Speaker : PRESIDENTE:
Onorevole Rotundo, le chiedo di riprendere successivamente. Accolgo la richiesta del Consigliere Tondo.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Posso terminare, Presidente? Scusatemi un attimo.
Se l’ordine del giorno del Consigliere Perrone viene messo ai voti, si fa uno a favore e uno contro.
Un minuto, Sindaco. Un minuto soltanto.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Ho capito già, Angelo. C’è un punto. Se noi richiamiamo il Regolamento... Ti spiego.
Speaker : CONSIGLIO TONDO:
Se viene approvato, non c’è bisogno della discussione.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Ti spiego subito.
Il Consigliere Perrone pone una mozione d’ordine, una pregiudiziale. Sostanzialmente...
Speaker : PRESIDENTE:
Non è un ordine del giorno.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Chi si dichiara favorevole e chi si dichiara contro.
Il Consigliere Perrone, che ha più esperienza di tutti noi messi insieme, presenta l’ordine del giorno. L’ordine del giorno, per Regolamento, viene approvato dopo la delibera. Allora, o si dichiara quell’ordine del giorno irricevibile oppure, se si formalizza con un ordine del giorno, si aspetta la discussione, si approva la delibera e poi c’è l’ordine del giorno.
È evidente che, dopo l’approvazione della delibera, quell’ordine del giorno non ha ragion d’essere.
Speaker : PRESIDENTE:
Accolgo quello che ha detto il Sindaco, le parole.
Prego, Consigliere Rotundo.
Lo voteremo dopo l’approvazione della delibera. Se un ordine del giorno...
No, non faccia gesti, Consigliere Perrone, perché io ho rispetto di tutti. Abbia pazienza!
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Dopodiché...
Speaker : PRESIDENTE:
Lei mi ha scritto “ordine del giorno”.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Se il Consigliere Perrone vuole porre la questione, ritira l’ordine del giorno dicendo che ha sbagliato e lo presenta come pregiudiziale. Votiamo la pregiudiziale. Ritira l’ordine del giorno e fai la pregiudiziale.
Qua non è che si fanno i professori a fasi alterne.
Speaker : PRESIDENTE:
Qua c’è “ordine del giorno” scritto. Lo voteremo...
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Al banco della Presidenza ho rappresentato al Presidente e al Segretario le mie volontà.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
No. Tu hai letto un ordine del giorno presentato all’Aula come ordine del giorno.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Non mi interrompere. Sono andato e ho presentato... Ho scritto “ordine del giorno”.
Speaker : PRESIDENTE:
C’è scritto “ordine del giorno”. Non l’ho scritto io. Mi è stato consegnato e c’è scritto “ordine del giorno”.
Speaker : CONSIGLIERE PERRONE:
Presidente, io ti avevo rappresentato quale era la mia volontà.
Speaker : PRESIDENTE:
Va bene. È un ordine del giorno. Lo voteremo dopo la delibera.
Consigliere Rotundo.
Tutti possiamo sbagliare.
Speaker : INTERVENTO:
Una pregiudiziale si può votare? E votiamola.
Speaker : PRESIDENTE:
Me la modifichi.
Un attimo di attenzione. Votiamo la pregiudiziale, ha corretto il Consigliere Perrone siglando da “ordine del giorno” a “pregiudiziale”.
Con il sistema elettronico, votiamo.
Ho sbagliato, scusate. Ho sbagliato.
Molendini, Spagnolo. Consigliere Leucci, il suo voto lo deve esprimere verbalmente.
Operazione chiusa. Risultato: 16 contrari, 13 favorevoli, 2 astenuti su 30 presenti. Viene respinta la pregiudiziale.
Onorevole Rotundo, le chiedo scusa, prosegua.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Per dire che permangono le ragioni del voto di questa delibera. D’altro canto, lo ricorderà il collega Perrone, l’altro giorno in Commissione bilancio, pur essendoci una relazione validata dagli uffici finanziari, a maggiore garanzia di quella relazione, il collega Perrone chiese in Commissione bilancio di avere il parere dei revisori. Io, intervenendo, sostenni la richiesta, che Perrone aveva avanzato, di avere sulla delibera il parere dei revisori.
Davanti al parere dei revisori, che ci è pervenuto questa mattina, il 14/09, dove i revisori esprimono, all’unanimità dei presenti, parere favorevole sulla delibera di Giunta n. 623, pensavo che, a quel punto, il dato della rappresentazione della situazione finanziaria fosse un dato oggettivo. Gli uffici lo hanno certificato, i revisori dei conti lo hanno confermato. Quindi, pensavo non ci fosse alcun tipo di problema, almeno per dire che la rappresentazione dei conti fosse la insorgenza di un extra deficit di circa 30 milioni. Invece, penso – e questo conferma la pretestuosità delle richieste di rinvio – che non ci sia nessuna ragione che possa giustificare la richiesta di Perrone di rinvio, anche alla luce dell’impegno del Sindaco, che dice: “Se entro quindici giorni, da qui al 30, dovesse venir fuori un problema interpretativo, noi siamo pronti a esaminare la situazione”.
Quindi, non c’è nessun atteggiamento preclusivo, se non – penso – la volontà. Io lo voglio dire qui. Perrone è andato via: questa è un’operazione, caro Perrone, anti-dissesto. Con l’operazione di riequilibrio finanziario noi impediamo il dissesto. Questa è l’operazione che l’Amministrazione sta facendo. E io ho le registrazioni delle tue dichiarazioni, quando in una conferenza stampa solitaria o in solitudine hai detto che non ci sono le condizioni del dissesto e che qui il Sindaco Salvemini vuole andare verso il dissesto. Invece, ci sono semplicemente le condizioni per fare un piano di riequilibrio finanziario.
Io penso, allora, che correttezza avrebbe richiesto che davanti all’effettiva proposta che di fatto viene con questa delibera il Consigliere Perrone avesse un altro atteggiamento, di responsabilità. Invece, vedo che continua la fiera della irresponsabilità di quelle forze politiche che hanno portato il Comune sull’orlo del dissesto e oggi addirittura montano una polemica verso chi ha governato l’ultimo anno, dicendo addirittura che il Sindaco Salvemini ha aggravato i conti e, quindi, alla fine la responsabilità è pure dell’Amministrazione Salvini.
Per queste ragioni noi votiamo la delibera posta all’ordine del giorno.
Speaker : PRESIDENTE:
Altri interventi? No.
Dichiarazioni di voto? Nessuna.
Procediamo con il sistema elettronico, prego. Consiglieri Bianco, Mazzotta, Battista e Martini. Tutti assenti. Operazione conclusa. Lei ha dichiarato, Consigliere Leucci?
Le presenze sono 21, scusatemi, perché lei non risulta qui. Quindi, non è 20. Presenti 21, favorevoli 16, contrari 3, astenuto 1. La delibera viene approvata.
L’abbiamo detto. Favorevoli 17. Risolviamo questo problema della Consigliera Leucci.
Immediata esecutività, per alzata di mano. Stesso esito.
Questo è un punto aggiuntivo che vi aveva inviato: “‘Completamento del Lungomare di Torre Rinalda’. Approvazione definitiva…”
Scusatemi. Chiedo scusa.
“Lupiae Servizi SpA copertura perdita di esercizio 2017 – Ricapitalizzazione –Piano di risanamento. Provvedimenti”. Chiedo di nuovo scusa.
Prego.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Questo è il provvedimento conclusivo dell’articolata manovra che abbiamo presentato questa mattina.
Preso atto del verbale dell’Unità di controllo delle società partecipate, che fa parte integrante e sostanziale del provvedimento, con il quale si dichiara che il piano, così come approvato dal CdA della Lupiae, su proposta dell’advisor, non è idoneo a prevenire l’aggravamento della crisi, correggerne gli effetti ed eliminarne le cause, quindi dallo stesso non risulta comprovata la sussistenza di concrete prospettive di recupero dell’equilibrio economico delle attività svolte, la delibera ribadisce che il piano non può essere approvato, ribadisce che il Comune ha stanziato le risorse finalizzate alla ricapitalizzazione e invita il Collegio sindacale, per il tramite del socio unico, a predisporre nel più breve tempo possibile un nuovo piano di risanamento, ai sensi dell’articolo 14 del decreto Madia, e a garantire contestualmente la continuità aziendale.
Questo è il passaggio che è stato anche richiamato nei precedenti interventi, quello che definirà il possibile percorso di riequilibrio della nostra società partecipata, che dovremmo naturalmente esaminare quando noi potremmo leggerlo. Quello che è stato presentato non è adeguato per una serie di ragioni, che sono espressamente richiamate nel verbale, che sono valutazioni dirimenti e molto argomentate e che, quindi, sono anche riportate a tutela degli amministratori oggi pubblici che chiamano quel provvedimento, perché incauti ripiani di perdite di esercizio nei confronti di società partecipate che non hanno garanzie di risanamento e riequilibrio trasferiscono responsabilità erariali a carico di chi le approva. Quindi, questa delibera è anche una garanzia per tutti noi di non incorrere in incaute elargizioni di denaro nei confronti della società partecipata date le condizioni richiamate.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Sindaco.
Prego, Consigliere…
No, un attimo, c’era il Consigliere Giordano prima di lei. Va beh, tanto voi due avete chiesto, vai.
Un duetto è complicato.
Speaker : CONSIGLIERE GIORDANO:
Va bene. Tanto ormai siamo diventati pochi qua, Presidente, quindi cerchiamo anche di stemperare un po’ gli animi.
Il dibattito, di fatto, Sindaco, l’abbiamo fatto prima e le perplessità che avevamo prima le abbiamo ancora adesso. Da tutto quello che ci siamo detti non emerge il dato più importante, cioè quello di capire il livello degli impegni dell’Amministrazione quale sarà. Perché se va fatto un piano di risanamento, se deve intervenire un advisor, comunque sia dei parametri il socio ha il dovere di darglieli, ma qui mi sembra che il socio questi parametri non glieli voglia dare, quindi vogliamo continuare a procedere con questo sistema di andare incontro a una situazione che potrebbe essere buia e ancora più buia.
Cosa pensiamo per quello che riguarda la situazione dei lavoratori ve l’abbiamo già detto, le perplessità che avevo entrando in quest’Aula si sono dilatate a dismisura dopo aver sentito il dibattito, pertanto ero molto preoccupato e adesso sono ancora più preoccupato. Siccome faccio l’imprenditore, ho il dovere di essere ottimista: mi auguro di sbagliarmi. Però, secondo me, non stiamo facendo quello che dovremmo fare nella maniera in cui situazioni di questo genere si affrontano.
Ripeto, mi auguro di sbagliarmi. Però, siccome qua è in ballo il destino di una serie di persone e delle loro famiglie, io credo che cautela, prudenza e soprattutto spirito imprenditoriale debbano caratterizzare l’azione del soggetto controllante. Noi continuiamo a chiamarla partecipata, ma questa non è una partecipata, è una controllata a tutti gli effetti, dove c’è una situazione che è quella di essere anche l’unico committente, la monocommittenza. Se si fosse trattato di azienda privata che si rapportava con lavoratori di altra azienda privata, ciò avrebbe comportato la cosa che ho detto prima, cioè l’assorbimento degli stessi all’interno di chi offriva l’appalto. Questa è l’unica differenza: noi siamo una struttura pubblica. Ma se questo principio per il privato è valido, significa che tutto sommato un fondamento di ragione alla base c’è.
Ripeto, perplessità e dubbi permangono, la preoccupazione addirittura aumenta, per cui – anticipo anche la dichiarazione di voto per brevità dei lavori – il voto di Fratelli d’Italia sarà contrario.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego, Consigliere Monticelli Cuggiò.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Siamo tra pochi intimi.
In occasione del primo intervento mi sono limitato a parlare di quelle che sono le voci della salvaguardia degli equilibri di bilancio, che riportavano eventualmente la necessità di integrare quei famosi 750.000 euro con le ulteriori risorse. Ho rappresentato in quella stessa occasione il motivo per cui si arrivava a fare quella delibera in virtù di un bilancio che è sicuramente presentato dal Consiglio d’amministrazione, ma necessariamente interagisce con l’organo di indirizzo, con la proprietà, con il Comune.
Adesso, dopo aver preso questi 600.000 euro più i 750.000 euro li abbiamo accantonati. Una cosa voglio chiedere: i 150.000 euro dei dirigenti, che vengono eventualmente utilizzati, accantonati e messi in un salvadanaio, ove mai non si dovesse procedere al risanamento, di cui non conosciamo il contenuto, che cosa succede?
Dei 150.000 euro del premio che cosa succede?
In definitiva, ritornano a favore dei dirigenti.
Questo voglio capire. Siccome Alessandro mi diceva che tornano…
L’Amministrazione, in definitiva, domani, potrebbe eventualmente riconoscere queste somme, che prima aveva distratto con l’accordo vostro in un calderone e ridarvele.
Con un’altra variazione di bilancio. Avevo compreso bene. Probabilmente adesso siamo tutti tranquilli perché non ci sono i dipendenti della Lupiae e tutti quanti, sia da una parte che dall’altra, attribuiscono a sé il mantenimento dei posti della Lupiae, come se la mancata delibera della salvaguardia degli equilibri di bilancio avesse determinato la liquidazione della Lupiae e gli stessi che oggi l’hanno votata, le dieci ricapitalizzazioni fatte prima, bene o male, non le hanno votate.
La preoccupazione che si pone, Sindaco, è già stata oggetto di dibattito: che cosa si vuole fare? Perché il Piano di risanamento può essere di diverse sfaccettature. Noi dobbiamo verificare se questo Piano di risanamento vuole avere come protagonista la proprietà oppure la proprietà unitamente al soggetto terzo, che potrebbe essere anche il tribunale, deve cogestire i vari passaggi.
Sono convinto, Sindaco, che forse lo sai soltanto tu. Soltanto tu sai qual è l’idea che tu vuoi portare avanti per la Lupiae. Non lo sanno neanche i tuoi Consiglieri che hanno votato la prima delibera e voteranno questa. Sfido chiunque a dire che se vogliamo portare avanti un progetto dobbiamo sapere di che cosa stanno parlando. Non a caso, Sindaco, i tuoi Consiglieri dell’UDC, di Andare Oltre, di Prima Lecce hanno lanciato un messaggio e hanno detto: “Noi sosteniamo tutto il popolo dei lavoratori”. Allora, io ti dico: oggi quei Consiglieri in mancanza di conoscenza di quello che è il Piano di risanamento che tu vuoi proporre come fanno a esprimere il loro voto, favorevole o contrario?
Il Piano di risanamento è il faro che, in definitiva, deve essere portato in funzione di quello che è il risultato, ma non sappiamo di che stiamo parlando e, ripeto, secondo me, non lo sa nessuno.
Probabilmente, in quello che è stato il dibattito concitato degli ultimi quindici giorni, è emersa una situazione ibrida, che quindi non vi ha consentito di dire che cosa volete fare. Personalmente - forse lo ricorderai, Carlo – sono stato critico nella gestione della Lupiae. Io ho detto che quando c’è stato il cambio da Scrimieri alla Turi c’è stata un’inversione e quindi c’è stata una riduzione dei costi, si è rimodulato tutto, anche se la sofferenza per i debiti all’erario è alta. Però, un Piano di risanamento, che la legge Madia ci impone, bisognerebbe conoscerlo. Bisogna avere l’idea di quello che si vuole fare con un Piano di risanamento, quello che uno vuole dare alla Lupiae e la Lupiae potrebbe eventualmente proseguire. A meno che ci sono intenzioni diverse. Se ci sono intenzioni diverse, queste intenzioni le vorrei sapere.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Molendini, prego.
Speaker : CONSIGLIERE MOLENDINI:
Grazie, Presidente.
Questo intervento sarà anche un annuncio di dichiarazione di voto favorevole al provvedimento. Sono molto rammaricato di dover parlare di questo provvedimento vedendo molti posti vuoti nelle file della nostra controparte. Apprezzo, ovviamente, chi è rimasto, ma sta diventando un vezzo molto ripetuto quello di abbandonare l’Aula esaurita l’esibizione scenica.
Non sono intervenuto in precedenza, ma ho notato, con mio rammarico, che gli interventi sono andati proprio in questa direzione, perché hanno tenuto poco conto di quello che si andava a votare e si parlava della terza delibera, della seconda delibera. C’è stata una confusione totale di cui non ho compreso il senso. Io mi atterrò a questa.
Per mia abitudine e per consuetudine anche professionale sono aduso a guardare i bilanci e quindi cercherò di dare qualche piccola nota sui bilanci della Lupiae. Mi sono accorto che molte volte ci sono dichiarazioni e prese di posizioni che di tutto parlano tranne che dalla realtà di questa società.
È un’azienda, una in house providing, che, sostanzialmente, nel tempo, ha aggravato una serie di problemi ed è stata tenuta in questa situazione probabilmente anche per una serie di interessi politici più volti a mantenere uno status quo che a risolvere i problemi.
Non mi soffermo sull’excursus dei bilanci in perdita, che è stato già ripetutamente sollevato e dico anche che c’è da notare che rispetto alle fatture non riconosciute, che è una prerogativa dei dipendenti, che non è una scelta politica, se queste fatture non riconosciute non si fossero trovate nei bilanci probabilmente avremmo avuto altri bilanci pregressi in perdita.
Se il credito vantato verso il Comune di Novoli, che è del 2006, non del 2016, parlo anche al Consigliere Giordano che diceva di avere un’azienda, se, come un buon imprenditore, il titolare di un’azienda, in questo caso Lupiae, il fondo sulla dubbia esigibilità del credito, il fondo svalutazione del credito lo avesse appostato anno per anno, come avrebbe dovuto fare dal 2006, oltre a sterilizzare la posta, probabilmente, avremmo visto altri bilanci in perdita, perché i bilanci precedenti sono stati camuffati da manovre, da escamotage e da alchimie finanziarie che hanno dissimulato una realtà che è diversa da quella che è apparsa. Va bene, abbiamo visto che ci sono stati molti bilanci in perdita, anche cospicua, qualche bilancio più o meno in pareggio, raffazzonato perché ha nascosto i dati, però vi chiedo: che cosa ci dice sostanzialmente il bilancio 2017?
Ci dice che la Lupiae è una società che ha ricavi per 9,6 milioni e quest’anno perde 1,4 milioni per una serie di cause. C’è un altro punto, che è quello nodale. Il punto nodale della Lupiae è la sua situazione patrimoniale: i debiti e i crediti. La Lupiae è una società schematica, semplice, è una società di servizi. La massima parte si riferisce al costo del personale. Quindi, anche i riflessi di uno stato patrimoniale a questo si riferiscono.
Qual è il problema vero della Lupiae? Il problema vero della Lupiae è che la Lupiae ha quest’anno 3.700.000 euro circa di debiti fra tributari e previdenziali. Per la precisione, circa 2 milioni di tributari e circa 1,7 di previdenziali.
A questi si aggiungono 1,5 milioni circa di debiti bancari, debiti bancari che, si badi bene, sono anche piuttosto anomali. Mentre normalmente vengono anticipati... Cos’è l’anticipo dei crediti? Tu hai effettuato una prestazione, ti viene pagata con una certa dilazione e tu cerchi di colmare quel gap anticipandoti il credito. Che cosa succede, invece, per la Lupiae Servizi? Non lo dico io. È un virgolettato del Presidente Turi nella relazione al bilancio: “Al 31/12/2017 il sistema bancario ha anticipato ricavi contrattuali per servizi da svolgere nei primi mesi del 2018”. Che cosa ha fatto la Lupiae e che cosa fa abitualmente con questa situazione dei conti? Anticipa i crediti che svolgerà nel 2018, li anticipa nel 2017 per pagare dei debiti del 2016. Questa è fantascienza di bilancio.
Mi chiedo, e credo che tutti se lo chiedano: come è possibile che una società, una società che bisogna salvare... Io sto solo enumerando i problemi. Se non si comprendono i problemi, non si può comprendere la diagnosi, quindi la terapia. Una società che ricava 9 milioni come fa ad avere un indebitamento così alto? Io me lo sono chiesto e sono andato a leggere i bilanci, anche precedenti, e la relazione. La società che fa? La società ogni mese paga 50.000 euro, per dodici mesi, perché, sostanzialmente, ha dilazionato i debiti verso l’erario, i debiti verso gli istituti previdenziali. Dilazionandoli, paga per il pregresso 50.000 euro al mese. Questo perché? Perché negli anni ha accumulato, ha accumulato e ha accumulato questi debiti. Il conto economico rappresenta la società che ha già in sé il nucleo di quello che deve succedere dopo, perché non ha la capacità di pagare il corrente. Una società normalmente che fa? Questa è una società molto semplice. Con i ricavi che deve fare? Deve pagare i costi del personale, gli oneri sociali, deve pagare i tributi di pertinenza, la previdenza. Questa società non è in grado.
Dice l’avvocato Turi nella relazione al bilancio, virgolettato: “I flussi di cassa in entrata sono in grado di dare solo parziale copertura alle uscite di cassa correnti”. Che significa? Significa che nel corso dell’anno non ci sono entrate idonee a pagare quello che dovrebbe essere pagato con i ricavi del 2017. Quindi, anche quest’anno e anche nel 2018 succederà: i tributi, la previdenza, le ritenute verranno in larga parte accantonati come debito, aspettando che maturino le cartelle e aspettando che si sommino agli altri. Questo porta una società al collasso. Questo fa sì che ci dobbiamo interrogare non su come rimpiazzare il milione e quattro di perdita di quest’anno, ma su come risolvere il problema strutturale della situazione di bilancio della Lupiae.
Cerco di essere velocissimo. Vi dico solo che nell’anno 2017 la sommatoria dell’indebitamento tributario e previdenziale di Lupiae è aumentata, rispetto all’anno precedente, di 430.000 euro. Significa che quest’anno la situazione di salute della partecipata è peggiorata e va peggiorando ogni anno. È un fatto matematico, aritmetico.
Vado a concludere. Ho sentito fare delle domande strane. Questa situazione è normata, anche innovativamente rispetto al pregresso, in parte dal nuovo Codice degli appalti del 2016 e in parte dalla legge Madia e dal decreto successivo correttivo.
Quando i dirigenti fanno le attestazioni, quando si è riunita l’unità di controllo, che prevede anche i revisori, e ha dato le indicazioni non si è potuto far altro che constatare che il Piano di risanamento, che è previsto dalla legge... Per cui, noi non possiamo mettere le somme accantonate per ripianare la perdita, se non valutando il Piano di risanamento. Il Piano di risanamento faceva acqua. Faceva acqua per due motivi. Uno, più generale, senza leggere il resto, perché dice: non ho controllato i numeri; mi baso su quello che hanno detto gli amministratori. E francamente, per me, è inaccettabile, come amministratore, votare un piano del genere. Due, perché parte da assunti totalmente falsati. Addirittura si vede nel Piano di risanamento che da qui a fine anno scompaiono 400.000-500.000 euro di debiti bancari, situazione impossibile da verificarsi. Scompaiono perché? Perché fa un ragionamento astruso, sulla base del quale, pagando il Comune a trenta giorni, diminuisce il ricorso al credito. Il Comune paga già a vista, quindi hanno informazioni sbagliate. Hanno fatto un piano che non sta né in cielo né in terra.
Concludendo. Oggi che cosa stiamo facendo? Approviamo una delibera. Attenderemo un Piano di risanamento serio, certificato, asseverato, sulla base del quale troveremo la via per fare quello che bisogna fare, ma con un piano chiaro, con idee che saranno enucleate in base a queste valutazioni e troveremo tutte le vie possibili e ragionevoli per trovare una via di uscita per la Lupiae, per il Comune di Lecce e per le famiglie che vi sono legate.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Fragola, prego.
Speaker : CONSIGLIERE FRAGOLA:
Grazie, Presidente.
Sarò breve. Vi avevo anticipato precedentemente che avrei presentato un emendamento, e così farò. Permettetemi, però, di spendere due parole e di chiedermi cos’è la Lupiae. La Lupiae credo sia, o debba essere, per il nostro Comune di Lecce un’azienda di cui andare orgogliosi. Nel quotidiano, sono quelle persone che operano e lavorano per la comunità della città. Le ritroviamo qui all’interno di Palazzo Carafa, all’interno di tanti uffici, e non solo per strada, a supportare la nostra politica amministrativa.
La Lupiae non è un competitor. La Lupiae siamo noi. La Lupiae è il Comune di Lecce. Il Comune di Lecce – lo hanno ribadito in tanti – è il socio unico di questa società. Al di là delle fazioni politiche, dei supporter, degli ultrà delle operazioni verità, che non appartengono sicuramente a questo Consiglio comunale, perché non siamo noi che possiamo dire qual è la verità e quale non è la verità, credo che questa Amministrazione, che si è definita dal primo giorno un’Amministrazione del cambiamento, debba assumersi vere responsabilità.
Qui sono d’accordo con il Consigliere Ria, quando dice che non possiamo accettare che il titolo di un giornale sia “Salviamo la Lupiae con l’indennità”. Non è così. Non è così noi. Dobbiamo salvare la Lupiae con l’assunzione di responsabilità da parte di tutta l’Amministrazione, Sindaco in testa, dagli Assessori a tutti i Consiglieri comunali, che quotidianamente, da oggi in poi, dovranno metterci del proprio per supportare l’azienda.
Forse avremmo già dovuto farlo, Sindaco, dal momento in cui ci siamo insediati in questa Amministrazione. Sono passati quindici mesi da quando governiamo la città. Mi chiedo, al di là di dare le responsabilità a chi c’è stato prima di noi, cosa abbiamo concretamente fatto affinché si arrivasse, in questo giorno, a queste condizioni.
Il mio emendamento va proprio in questa direzione. Rileggendo la delibera o la proposta di delibera ho semplicemente apportato delle piccole correzioni. Ad esempio, al punto 5 vi è scritto “a richiedere”, io ho semplicemente variato scrivendo “a supportare fattivamente con criteri ed indirizzi economici il Consiglio di Amministrazione della Lupiae Servizi – ora magari ne faremo copia e lo distribuirò – per la presentazione di un adeguato piano di risanamento, predisposto con l’assistenza di un advisor che ne verifichi l’attendibilità sotto i profili della sostenibilità economica, finanziaria e patrimoniale”. Faccio un passo indietro: “di demandare il Sindaco e/o suoi delegati”, perché, come dicevo prima, è importante che sia l’Amministrazione tutta a contribuire al piano di risanamento, quindi immagino un team di lavoro che, a fianco all’advisor, stili questo piano di risanamento. Idem al punto 6: “demandare altresì, per tutto quanto premesso, il Sindaco e/o suoi delegati, nella qualità di socio unico, a supportare il Consiglio di Amministrazione della Lupiae Servizi nell’assumere tutte le iniziative idonee a garantire la continuità aziendale”.
Sono delle piccole modifiche che, secondo me, rendono il senso del mio intervento e rendono anche un’assunzione di responsabilità, che non demanda esclusivamente all’advisor che dovrà presentare il piano, ma ad un lavoro di squadra che mira, appunto, al salvataggio dell’azienda e dei lavoratori.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Disponiamo le copie per i Consiglieri.
Abbiamo altri interventi? Consigliere Valente, prego.
Speaker : CONSIGLIERE VALENTE:
Grazie, Presidente.
Io un po’ riprendo il discorso che ho fatto durante l’intervento sulla prima delibera riguardante la Lupiae. Intanto ringrazio per la lectio magistralis che ci ha fatto il Consigliere Collega Molendini su flussi di cassa, indebitamento, situazione patrimoniale e quant’altro. Ma io in realtà più che…
Come?
Non voglio dire questo. Io penso che la situazione sia molto più semplice di tutte queste alchimie contabili, che sicuramente per mantenere i conti in equilibrio vanno fatte.
Noi abbiamo entrate e uscite in questa società perché, come ha detto lei, sono molto semplici, la società è semplice: eroga dei servizi ed ha degli introiti da questi servizi; il principale costo sono i dipendenti. Qui le soluzioni sono due: o noi, come Ente – parlo come Ente –, decidiamo di dare altri servizi alla società affinché possa ripianare le perdite del passato, perché ricordiamo che paga una serie di aggi e di interessi sulle varie rateizzazioni, oppure l’arrivo del Messia, che dovrebbe essere questo advisor, non farà altro che intervenire sull’altra voce che veramente in questo caso andrebbe ridotta, che sarebbe quella del personale. Se interviene un advisor e noi non diamo un segnale, l’advisor veramente potrebbe falcidiare il personale, e sono sicuro che all’interno di questa Assise nessuno voglia questo. Allora, o l’Ente si piglia le responsabilità e inizia a dare servizi, a dare flussi di cassa maggiori a questa azienda per poter salvare tutti… Del resto, le voci due sono tutte. Non è che siamo una società che produce auto e, allora, ci inventiamo di produrre un nuovo modello di auto per poi andare sul mercato dell’Est magari per rivenderlo a un costo più basso. Qua la società ha un unico committente, che siamo noi, quindi o le diamo più lavoro, o veramente non so l’advisor che soluzioni possa portare. Quindi, vedo che la situazione è abbastanza semplice.
Per l’ennesima volta invito il Sindaco, in qualità di socio unico, a proporre delle soluzioni – e in questo mi ricollego a quanto detto dal Consigliere Fragola – all’advisor, perché altrimenti rischiamo che l’advisor l’unica soluzione che ci dà sia il taglio dei personale, e questo lo posso garantire non lo vuole nessuno.
Con questo, comunque, anticipo la nostra dichiarazione di voto, che è contraria per quanto riguarda questa delibera.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere Valente.
Abbiamo altri interventi? No.
Dichiarazioni di voto? Nessuna.
Prego, Sindaco. Ha chiesto la parola? Prego.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Volevo dare qualche elemento di chiarimento ulteriore.
Mi pare che si faccia fatica a entrare nel merito della questione per come essa è, ma la descriviamo per come la vorremmo. È singolare che nessuno degli interventi dei Consiglieri di minoranza abbia minimamente sfiorato la questione di un piano di risanamento che è stato approvato dal CdA della Lupiae su advisor dalla stessa individuato e che, per ragioni abbastanza eclatanti, non sono tali da garantire il risanamento della società. Perché voi parlate di un piano di risanamento che non c’è, quando in realtà dovremmo partire da quello che è stato presentato, che è stato approvato dalla società e con il quale siamo stati chiamati a fare i conti.
Quel piano di risanamento ha una serie di questioni piuttosto articolate e complesse che lo rendono sostanzialmente inattendibile, quali la mancata previsione di una clausola di salvaguardia sui dipendenti del Ministero di grazia e giustizia, l’indicazione dell’applicazione di un contratto multiservizi nell’esercizio 2018, dove in realtà la vigenza è quella del contratto commercio e terziario, la mancata previsione all’interno dei piani triennali di una ulteriore prudenziale sterilizzazione del rischio di soccombenza, la mancata indicazione della voce “imposte e tasse” sull’esercizio 2018 e successivi. Ebbene, quello era il piano di risanamento che la società partecipata Lupiae o controllata Lupiae ha approvato attraverso il suo organo amministrativo, su indicazione dell’advisor da essa stessa indicato, sulla base delle indicazioni da essa stessa ricevute. Quello è il piano di risanamento. È evidente che questa delibera non può indicarne contestualmente uno nuovo, ma deve creare le condizioni perché se ne possa predisporre uno nuovo, e quel piano di risanamento noi saremo chiamati a verificare, assumendoci quella responsabilità, che mai è venuta meno, Consigliere Fragola, rispetto ai passaggi che stiamo affrontando.
D’altra parte, mi si chiede: “cosa si è fatto?”. Mi piacerebbe sentire da un Consigliere di maggioranza cosa si sarebbe dovuto fare e non è stato fatto relativamente alla Lupiae. D’altronde, noi abbiamo sostanzialmente garantito il rispetto delle convenzioni siglate sino alla loro scadenza naturale, abbiamo garantito quello che è stato fatto e che era necessario fare, nei confronti di una società in grande affanno, in termini di anticipazioni finanziarie sulle prestazioni da svolgere, garantendo, come è stato fatto in passato, gli 800.000 euro all’anno. Se queste iniziative di controllo e di mantenimento degli impegni assunti non fossero state garantite, la questione Lupiae sarebbe già deflagrata in modo piuttosto problematico e clamoroso.
Sulla vicenda che riguarda il ruolo del Consiglio di Amministrazione mi sono già espresso. Riguardo all’attività di controllo che il socio esercita nei confronti della partecipata, richiamo le note trasmesse a mia firma riguardo a chiarimenti sulla relazione sulla gestione allegata al bilancio 2017, richiamo l’attività di controllo svolta dal sottoscritto in qualità di socio unico sull’attendibilità del Piano di risanamento. Richiamo l’attività svolta dall’Unità di controllo delle partecipate che, informo il Consiglio, non disponeva di alcun verbale degli anni precedenti.
Noi abbiamo fatto il lavoro che eravamo chiamati a svolgere nei confronti della società partecipata. Oggi ci troviamo di fronte a scadenze che indicano alcuni inevitabili adempimenti e obblighi e a quelli stiamo adempiendo.
Ho detto ai sindacati, ho detto ai lavoratori che dobbiamo ragionare su una società che non può essere l’esatta riproposizione di ciò che è stato, perché, diversamente, non saremmo nelle condizioni di poter dire “veniamo fuori da una situazione di difficoltà”.
La Lupiae ha questi indicatori evidenti che ne definiscono la sua anomalia o fragilità. In una società di servizi il rapporto tra valore della produzione - parlo a imprenditori – e costo del personale è mediamente del 20-25 per cento. Qui stiamo circa al 90 per cento. Dipende da cosa fanno, naturalmente. È evidente che questo richiamo che ha fatto anche il Consigliere Valente mi consente di poter dire una cosa importante: non è che la Lupiae non può essere “ripianata e rilanciata” in termini assoluti. Non può esserlo nelle condizioni date rispetto alla situazione nella quale ci troviamo noi come socio unico, perché se disponessimo di un avanzo di amministrazione di 25 milioni di euro potremmo ripianare la perdita, ricapitalizzarla, azzerare la debitoria fiscale e previdenziale di 5 milioni di euro, che è il vero nodo gordiano della Lupiae Servizi e, contestualmente, adeguare l’importo delle convenzioni per garantire una specie di equilibrio maggiore fra valore della produzione e costo del personale, operazione che ci costerebbe dai 9 ai 15-16 milioni di euro all’anno. Siamo nelle condizioni, secondo i vincoli di bilancio dell’ente, di poter affrontare questa operazione? Io dico di no. Mi assumo la responsabilità di dirvelo, perché conosco i conti di bilancio, perché ve li ho trasferiti attraverso quella relazione. Se l’ente avesse questa forza, se l’ente non avesse una sua sofferenza economico-finanziaria e si trovasse in condizioni diverse potrebbe immaginare una Lupiae diversa attraverso un raddoppio o un’integrazione significativa della sua dotazione finanziaria. Purtroppo così non è, salvo non voler rimuovere i dati di realtà e rappresentarci una situazione di socio unico e cliente esclusivo diverso. Ci si muove in questo sentiero.
Il Piano di risanamento, Bernardo, non lo conosco io e lo tengo nascosto agli altri. Vedo che ti eserciti sempre su una specie di preveggenza su cosa succede nella testa altrui. Non ce l’ho io.
Mi sono concentrato in queste settimane con i miei uffici finanziari e con tutta l’Unità di controllo a esaminare quello che mi hanno consegnato. Questo è stato il lavoro frenetico che abbiamo fatto dal 31 agosto ad oggi. Il Piano di risanamento ci è stato consegnato la prima settimana di novembre e per assumersi la responsabilità di dire che quel Piano purtroppo non è idoneo abbiamo dovuto lavorare, abbiamo dovuto studiare anche per garantire tutti voi Consiglieri dal rischio di essere chiamati, insieme a noi, a una ricapitalizzazione “incauta”.
Vi dico un dato. Il Piano di risanamento indica un utile d’esercizio del 2018. Ho scritto alla Lupiae chiedendo quale sarà presumibilmente il risultato d’esercizio 2018, perché, stranamente, nella relazione sulla gestione, nella nota integrativa, pur trovandoci nel terzo trimestre dell’esercizio 2018, non si fa alcun riferimento all’andamento della gestione.
La risposta del socio, degli amministratori è che l’esercizio 2018 presumibilmente si chiuderà in perdita. Perché? Perché sei delle voci che vengono indicate nella relazione sulla gestione come causa della perdita di esercizio 2017 si ribaltano automaticamente nell’esercizio 2018. Eppure questo dato non viene riportato.
Io non mi aspetto che voi ringraziate me o chi ha lavorato per me per verificare come quel Piano, così com’era, non potesse essere approvato e si è assunto la responsabilità di dirvi che quel Piano, così com’è, non può garantire il risanamento della società, la sua sostenibilità economico-finanziaria e patrimoniale. Questo è stato il Piano che ci è stato consegnato, e su quello ci siamo dovuti misurare. Ora ne serve un altro e quindi ci vogliono le risorse per la ricapitalizzazione, e ci stanno, i flussi finanziari per garantire la continuità aziendale, e ci stanno perché le convenzioni sono validamente sottoscritte e vengono confermate. Adesso serve un nuovo Piano di risanamento.
Il Piano di risanamento, mi rivolgo al Consigliere Fragola che ha presentato l’emendamento, non può essere affidato a un soggetto qualificato terzo al quale non si possono aggiungere altri consulenti per una ragione di evidente normativa e anche buonsenso. Si affida un incarico a soggetti qualificati capaci di fare non soltanto presentazione di un Piano, ma anche revisione contabile, perché quale è stato il punto di debolezza di questo lavoro, e voi che siete dei professionisti me lo confermate? È indicato nel disclaimer in apertura del Piano: “La società non si assume nessuna responsabilità sull’attendibilità dei dati ad essa consegnati dagli organi amministrativi”. Detto in altre parole, abbiamo predisposto un Piano su ciò che gli amministratori ci hanno detto, senza poter verificarne l’esatto…
Capite bene che una situazione come questa, che è una situazione complicata, impone un diverso approccio, un diverso rigore, una diversa valutazione, una diversa analisi, un diverso approfondimento, ed è quello che vogliamo e dobbiamo garantire noi tutti alla società Lupiae per poter venire a capo di questa vicenda.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Sindaco.
Prima del voto della delibera c’è l’emendamento. Devo aprire il dibattito sull’emendamento. Vi comunico che c’è il parere negativo del dirigente.
È aperto il dibattito sull’emendamento. Ci sono interventi? Nessuno. Dichiarazioni di voto? Nessuno.
Votiamo l’emendamento. Prego, Massimo Fragola.
Speaker : CONSIGLIERE FRAGOLA:
Grazie, Presidente. Leggo del parere negativo e rimango un po’ basito. In qualità di socio, lo dicevo prima, credo che come Comune di Lecce dovremmo essere noi a dare gli indirizzi economici all’advisor. Però, se così ritenete, si proceda. Il buonsenso dice questo.
Speaker : PRESIDENTE:
Va bene. Possiamo votare l’emendamento. Prego. Consigliere Murri, Consigliere Rotundo, Consigliera De Benedetto. Operazione conclusa. Risultato. Come si esprime, Consigliera? Contraria.
Presenti 22, favorevoli 4, contrari 18, nessun astenuto. Viene respinto l’emendamento.
Adesso dobbiamo votare la delibera generale. Abbiamo dichiarazioni di voto in merito a questo? No.
Procediamo. Consigliere Rotundo. De Matteis.
Operazione di voto chiusa. Prego.
Consigliera Leucci, cosa dichiara?
Presenti 22, favorevoli 16, contrari 5, un astenuto. La delibera viene approvata.
Ultimo punto. Siccome sparirete tutti, mi permetto, prima di leggere...
Immediata eseguibilità, per alzata di mano.
Stesso esito.
Colleghi, prima di leggervi l’ultimo punto, volevo comunicarvi che il Consigliere Monosi ha rassegnato le dimissioni irrevocabili da Consigliere comunale. Quindi, a norma di Regolamento, entro dieci giorni dovremo provvedere alla surroga della Consigliera Guerrieri. Faremo in modo, in quella sede, di vedere anche le mozioni, così come eravamo rimasti.
Ultimo punto: completamento del Lungomare di Torre Rinalda. Approvazione definitiva della variante urbanistica, ai sensi dell’articolo 16 della legge regionale del 2001, n. 13.
Prego.
Per favore.
La diamo per letta.
Interventi? Dichiarazioni di voto? Procediamo.
Ria, Spagnolo, Nuzzaci, Fragola, Gigante, Calò. Nuzzaci non è presente. Sindaco, vuole votare?
Operazione chiusa. Consigliera Leucci, cosa dichiara?
Presenti 21, favorevoli 21, nessuno contrario, nessuno astenuto. La delibera viene approvata.
Immediata esecutività, per alzata di mano.
Grazie a tutti. Buona giornata.