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C.c. Lecce 12.07.2018, ore 16.00
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Speaker : PRESIDENTE:
Buonasera a tutti. Prendiamo posto.
Segretario, l’appello.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
Buonasera. Procediamo all’appello.
Battista Luciano, Bianco Giuseppe, Calò Laura, De Benedetto Federica, De Matteis Marco, Finamore Antonio (assente), Fragola Massimo (assente), Giannotta Marco (presente), Gigante Paola (assente), Giordano Michele, Guido Andrea (presente), Mariano Mariano Natalia (presente), Martini Severo, Mazzotta Paride (assente), Messuti Gaetano (assente), Molendini Gabriele (presente), Monosi Attilio (assente), Monticelli Cuggiò Bernardo (presente), Murri Dello Diago Cosimo (presente), Nuzzaci Marco (presente), Pala Giorgio, Pasqualini Luca (assente), Patti Pierpaolo (presente), Perrone Paolo (presente), Povero Paola (presente), Ria Lorenzo, Rotundo Antonio (presente), Russi Alberto (assente), Salvemini Carlo (presente), Spagnolo Angela Maria (presente), Tondo Angelo (assente), Torricelli Antonio, Valente Fabio (presente).
Assenti sono: Finamore Antonio, assente; Fragola Massimo, assente; Gigante Paola. È entrata. Quindi, lo diamo per presente e correggiamo. Mazzotta Paride. Dov’è? Mazzotta Paride è assente. Messuti Gaetano, presente. Monosi Attilio, ancora assente. Pasqualini Luca, ancora assente. Russi Alberto, ancora assente. Tondo Angelo, ancora assente.
7 assenti. Ci siamo. 26 presenti e 7 assenti.
La seduta è valida.
Speaker : PRESIDENTE:
In piedi per gli inni.
Prego.
Prima di darvi io delle comunicazioni, passerei la parola alla dottoressa Anna Guglielmi per comunicazioni in merito al sistema informatizzato di gestione delle sedute consiliari.
Prego, dottoressa Guglielmi.
Speaker : SEGRETARIO GENERALE:
Di nuovo buonasera.
Ho fatto una prova con il nuovo sistema informatizzato in uso presso il Comune di Lecce per verificare e testare, prima di questa seduta, il funzionamento e mi sono resa conto che tra i votanti nella stampa che poi viene resa dal sistema figurano anche gli astenuti, quando notoriamente gli astenuti non sono votanti. Quindi, mi preme sottolineare che il documento che poi fuoriesce e viene stampato sotto questo profilo non deve essere preso in considerazione, il totale dei votanti, perché mette anche gli astenuti.
Così come ho verificato che, in base al vostro Regolamento, come in tutti i Regolamenti d’Italia, per poter essere assenti bisogna allontanarsi dall’Aula, mentre il Consigliere presente che non schiaccia il tasto astenuto, ma rimane in Aula viene comunque configurato come astenuto. Quindi, mi preme ricordare che chi vuole essere assente si deve allontanare dall’Aula, per vostro Regolamento consiliare. Mentre il sistema, al solito, lo dà come non votante, che non significa niente, perché il non votante comunque è astenuto, se rimane in Aula.
Volevo solo chiarire questo aspetto.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
È arrivata oggi: “Gentile Presidente, preso atto che nell’odierno Consiglio comunale sono previste numerose interpellanze e mozioni, tenuto conto che sono presenti altresì proposte di deliberazioni urgenti, la cui mancata approvazione potrebbe determinare la perdita dei finanziamenti, tutti i Gruppi consiliari chiedono di discutere nell’odierna seduta esclusivamente le proposte di deliberazione, rimandando al prossimo Consiglio comunale, che potrà, ove possibile, essere fissato per il giorno 17 luglio, nel pomeriggio, la discussione di interpellanze e mozioni”. Firmato dai Capigruppo.
Personalmente ho accolto questa richiesta e vi confermo anche la data del 17 luglio, nel pomeriggio, però ai fini dell’articolo 28, comma 3, del nostro Regolamento, essendo questa una variazione dell’ordine del giorno, devo porre ai voti questa richiesta. Per cui, vi chiedo di procedere con il sistema elettronico. Grazie.
Consigliere Pala, Consigliere Giordano, Consigliera Spagnolo, Molendini.
Operazione conclusa: presenti 24, favorevoli 24, nessun contrario, nessun astenuto. L’ordine del giorno relativo alle mozioni viene rinviato al 17, quindi penso che non sarà necessario riconvocare i Capigruppo, arriverà direttamente la convocazione.
Passiamo alle comunicazioni: “Nomina di un componente del Comune di Lecce in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione Casa Bianca di Lecce”. Quindi, decreto di nomina per il dottor Ilario Musci, nato a Lecce il 5.10.1975, quale Consigliere in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione di partecipazione denominata Fondazione Casa Bianca.
Vi comunico altresì che con decreto sindacale n. 55 del 6 luglio 2018 viene nominato l’avvocato Maria Teresa Romoli Vice Segretario Generale del Comune di Lecce. Buon lavoro alla dottoressa Romoli.
Possiamo adesso passare alle domande di attualità. La prima domanda di attualità è a firma del Consigliere Battista Luciano. Prego.
Domanda di attualità.
Parlate al microfono, vi prego.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
… io Presidente, le domande. Ho due domande di attualità che sono a mia firma. Le interpellanze…
Speaker : PRESIDENTE:
Allora: io ho domande di attualità una a firma del Consigliere Battista Luciano, una a firma del Consigliere Rotundo e due domande di attualità a firma del Consigliere Bernardo Monticelli Cuggiò, per cui io devo procedere, scusatemi.
Mah, abbiamo deciso che mozioni e interpellanze le trasferiamo al Consiglio di martedì 17. Le domande di attualità, comunque le discutiamo.
Allora, Consigliere Battista, io leggo, scusatemi, “domanda di attualità”, per questo.
Prego. Però al microfono.
Speaker : CONSIGLIERE BATTISTA:
Sta acceso, il microfono.
Speaker : PRESIDENTE:
Va bene, prego.
Speaker : CONSIGLIERE BATTISTA:
Allora, Presidente: probabilmente avrà ragione. Poiché ci sarebbe una mia domanda di attualità, ma l’ha preparata Angelo Tondo, io dovrei attendere un attimo che venga lui, questo è tutto. Sarà quella congiunta ad Angelo Tondo, la mia.
Speaker : PRESIDENTE:
D’accordo, non ci sono problemi, per me. Io ho voluto rispettare quello che mi è stato dato.
Speaker : CONSIGLIERE BATTISTA:
Perfetto, ha ragione, ha ragione, ha ragione. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Allora, Consigliere Antonio Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Allora, la domanda di attualità è attuale, nel senso che anche stamattina del tema si è occupata la stampa, ma io non entro nel merito perché ritengo che su questo tema di tutto abbiamo bisogno tranne che di polemiche.
Parliamo di Acquatina. Acquatina abbiamo avuto nel 2016 la Giunta regionale della Puglia che ha approvato un protocollo d’intesa, lo schema di un protocollo. Nel 2016 la Giunta Perrone ha approvato lo stesso schema. L’Università ha approvato lo stesso schema, seppure con ritardo, con la Giunta Salvemini, di fatto, il protocollo d’intesa si invera. Perché richiamo i tempi di approvazione dei protocolli? Per dire che abbiamo davanti a noi un problema grande che non possiamo far finta di non vedere.
Noi parliamo di Acquatina dove esiste da ben 32 anni una concessione all’Università che per ricerca, ma io come questo Consiglio comunale ha sottolineato due anni fa, quando ha approvato una mozione su cui tornerò tra poco, non è una ricerca generica. La concessione dell’86 all’Università di Lecce è concessione finalizzata alla “riproduzione prima fase di accrescimento e luogo di approvvigionamento del novellame per ripopolamento della costa salentina”.
Sulla base di questa concessione demaniale i Governi nazionali e regionali, soprattutto la Giunta Vendola, ha cospicuamente finanziato questo tipo di ricerca. Chi va ad Acquatinta oggi può vedere come lì c’è una situazione che io definisco a dir poco di degrado e di totale abbandono, perché il Centro di ricerca per la pesca, inaugurato nel 2009, dal 2012 lì è tutto fermo. Dico questo perché noi dobbiamo, nel discutere, andare nel merito della questione. Noi abbiamo Acquatina dove sono stati spesi molti soldi pubblici per la ricerca finalizzata al novellame di cui parlavo e dove da sei anni è tutto fermo, va tutto in malora. Io ho fatto centinaia di fotografie. Va tutto in malora.
I tre soggetti (Comune, Provincia, Università) partendo da questa situazione hanno detto: “Mettiamoci insieme per vedere come non fare di questo un cimitero dello spreco, un monumento allo spreco e tentare di pensare ad una progettualità”. Quando richiamo la convenzione dico che la convenzione prevede per i tre soggetti di costituire un Comitato, il quale Comitato, entro due mesi, aveva l’”obbligo” di presentare prime proposte progettuali alla comunità e alle nostre Assemblee. Quindi, il tempo è abbondantemente scaduto alle nostre spalle. Per cui penso che noi, e vengo alla mozione, il Consiglio comunale nostro nel 2006, in vista di quel protocollo d’intesa, disse apertamente che chi avrebbe rappresentato il Comune di Lecce a quel tavolo doveva lavorare per lo sviluppo e aveva espresso chiaramente l’indicazione che bisognava aprire a forme di partenariato e di progetti pubblico-privato con il coinvolgimento di soggetti imprenditoriali privati.
Noi abbiamo preso atto che senza il coinvolgimento dei privati quella situazione di degrado di cui parlavo fino a poco fa non avrebbe decollato, non avrebbe avuto la possibilità di andare avanti. Per questo, quando ho visto l’altro giorno, a Consiglio comunale convocato, che le testate giornalistiche e televisive si sono occupate di questo progetto presentato di 8 milioni, di possibili nuovi occupati, di 60 più 60, ho pensato che fosse giusto che la Giunta, l’Assessore Delli Noci, che segue insieme all’Assessore Miglietta nella cabina di regia questo protocollo d’intesa, riferisse in quest’Aula sullo stato dell’arte, perché la volontà di coinvolgere i privati – vorrei dire a qualcuno – non è la volontà di qualcuno. È la volontà di questo Consiglio comunale. Noi tutti dobbiamo avere consapevolezza che senza la ricerca, certo...
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Rotundo, la prego di stringere i tempi.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Attraverso procedure di trasparenza, procedure di evidenza pubblica. Proprio questo era l’obiettivo, quello di fare un avviso pubblico per una manifestazione di interesse, verificare se ci sono soggetti privati che insieme a noi vogliono condividere un progetto di risanamento e di rilancio.
Per questo la mia domanda di attualità è quella di dire all’Esecutivo nostro, a chi ci rappresenta in quel comitato d’intesa, di andare avanti su questa linea perché, al di là di questa linea, c’è solo da chiederci come sono stati sprecati decine e decine di milioni di euro.
Siccome noi dobbiamo guardare avanti...
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, la prego di chiudere.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Dobbiamo dare risposte positive alla nostra città.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Il Governo? Prego, Vice Sindaco.
Speaker : ASSESSORE DELLI NOCI:
Grazie, Consigliere Rotundo.
La sua mozione dà occasione di mettere in ordine un po’ di cose. Allo sviluppo di Acquatina questa Amministrazione ha dimostrato fin dal primo giorno di tenerci molto, di tenere molto al rilancio, all’adeguamento e alla riqualificazione delle aree contermini. Non a caso, lo scorso giugno, con un notevole sforzo progettuale, l’Amministrazione comunale, con l’assessorato all’urbanistica e alle marine guidato da Rita Miglietta, ha presentato un progetto alla Regione Puglia per la riqualificazione di tutta la parte costiera e di una parte del bacino, immaginando la possibilità di espropriare alcune aree, di adibire aree a parcheggio, di riqualificare la parte costiera.
Inoltre, abbiamo avviato in questi mesi diverse interlocuzioni con l’ERSAP per acquisire tutte le aree intorno, per generare servizi attorno a un’area che, come lei ha detto, da 32 anni è occupata dall’Università del Salento e che la comunità di Frigole, e non solo, chiede di poter fruire.
È chiaro che davanti alla ricerca – quindi, è un interesse collettivo e pubblico – il territorio può essere solo orgoglioso se viene svolta un’attività lodevole, ma dal momento – come dice lei – che dal 2012 l’attività è ferma, la comunità si pone degli interrogativi. Si pone interrogativi di come poter immaginare quel luogo. Questo è il motivo per cui l’Amministrazione precedente e l’attuale hanno avviato e hanno aderito a questo protocollo d’intesa, di cui fa parte anche la Regione, per cui ci sono stati diversi tavoli di incontro in cui eravamo presenti sia io che l’Assessore Miglietta. In questi tavoli si è ribadita fortemente la necessità di costruire un progetto che non riguardi solo la parte demaniale lasciata all’Università, ma che riguardi lo sviluppo complessivo dell’area.
Ognuno doveva fare il suo. All’Università il compito, come previsto dal verbale di incontro del 26 febbraio: definizione da parte dell’Università del Salento delle aree destinate alla valorizzazione economica, nonché delle opere di manutenzione e miglioria da inserire nell’avviso pubblico di manifestazione di interesse che l’Università dovrà pubblicare al più presto per poi valutare le imprese interessate a definire il bando di concessione. Questo era uno dei problemi che abbiamo affrontato, oltre a quelli dell’annosa questione della foce, della qualificazione della foce, del ridisegno delle aree, di far sì che quella diventi finalmente un’area fruibile tranquillamente da tutti i pescatori di Frigole.
Successivamente a questo incontro, non ci sono stati incontri ufficiali del tavolo. Attendevamo da parte dell’Università del Salento la pubblicazione della manifestazione di interesse e solo nel mese di aprile il Consiglio di Amministrazione dell’Università si è riunito e ha discusso su questo punto, e successivamente abbiamo avuto comunicazione di richiesta di aiuto da parte dell’Università per redigere il bando, cosa che personalmente non ho ritenuto non utile, ma credo che l’Università abbia l’autonomia per fare questo. Del resto, solo successivamente all’ufficiale ricevimento di manifestazione di interesse da parte di soggetti privati, l’Università può chiedere alla Regione e al Demanio la possibilità di variare la destinazione d’uso dei luoghi.
Questa manifestazione di interesse non è mai uscita. Per il supporto richiesto dall’Università nel redigere l’avviso pubblico, la mia risposta all’Università del Salento è stata quella che la via più opportuna era quella di chiedere un supporto non solo all’Ufficio legale dell’Università, ma anche a quello dell’Avvocatura dello Stato, o comunque alla Facoltà di giurisprudenza della stessa Università, che ha tantissimi esperti in materia.
Da quella mia comunicazione nessuna risposta, se non successivi incontri, in cui l’Università, all’interno del progetto Trematerra poco fa citato, ha rinnovato l’impegno a riqualificare e rivalutare quei luoghi. Lo ha fatto anche in incontri pubblici, perché sono state organizzate delle manifestazioni pubbliche sportive importanti, che hanno avuto grande successo e che ci hanno confermato la volontà della comunità di fruire in maniera differente e partecipata di quei luoghi.
Dopodiché, le notizie sono quelle di questi giorni sulla stampa, secondo cui c’è un soggetto privato che lamenta la difficoltà di avere delle risposte per poter fruire dei luoghi, e a questo grido di dolore di un soggetto privato, uno dei tanti che hanno presentato domanda, la mia risposta ferma è stata quella di sollecitare l’Università del Salento alla pubblicazione dell’avviso pubblico, ricordando che, a prescindere da chi la fa, da qualsiasi soggetto privato, è un’occasione importante per il territorio, alle condizioni che non venga deturpato dal punto di vista ambientale e che venga sviluppato uno stabilimento produttivo e di ricerca nel settore dell’acquacoltura, perché, sì, quello è un luogo di ricerca, ma di ricerca fissa, non di ricerca solo finanziata dalla Regione Puglia o dall’Unione Europea, perché dal 2012 non si fa attività di ricerca. La mia ferma uscita pubblica era a tutela della comunità, ribadendo che la variabile tempo in un investimento privato è una variabile fondamentale.
Inoltre, è arrivata ieri una comunicazione, che oggi avete letto sulla stampa, da parte del professore De Bellis, in cui credo e spero, tra l’altro, che non parli a nome dell’Università, perché rovinerebbe un po’ quello che è il clima di collaborazione per lo sviluppo e la crescita del territorio, che ha un po’ superato i limiti dei rapporti istituzionali. Infatti, in un passaggio dice che io ho agito da sponsor di un privato. Visto che non l’ho fatto in nessuna occasione, né pubblica né privata, e visto che non ho interessi nella produzione dei gamberi, tutelerò me stesso e l’Amministrazione nelle sedi opportune.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Assessore.
Onorevole Rotundo deve esclusivamente dichiarare la propria soddisfazione o insoddisfazione.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Io sono molto soddisfatto delle parole del Vice Sindaco. Non avevo dubbi sul fatto che noi, come Comune, a quel tavolo abbiamo dato un contributo fortemente positivo.
Dopodiché, faccio una considerazione e chiudo. Se dovesse permanere una situazione di passività da parte dell’Università, se l’inerzia dovesse continuare, io credo che noi abbiamo il dovere di chiedere se esistono ancora le condizioni che hanno giustificato la concessione demaniale, perché di fatto da sei anni il Demanio ha concesso quell’area, ma…
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, non un intervento, la prego.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
…l’Università non ha fatto niente.
Speaker : PRESIDENTE:
Non un intervento. Grazie.
Allora: domanda di attualità a firma del Consigliere comunale Bernardo Monticelli Cuggiò. Prego, Consigliere.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Grazie, Presidente.
L’intervento che si intende porre all’attenzione dell’Assise comunale, come in precedenza già svolto per altri settori dei servizi sociali – ricordo così, per memoria dei presenti quello sugli asili nido che poi ha registrato un’attenzione da parte dell’Amministrazione che parrebbe essere arrivato a soluzione con il ritiro della proposta di deliberazione –, quest’oggi io lo pongo per quanto riguarda due altri servizi che sebbene con notevolissimo ritardo rispetto a quella che era la calendarizzazione dei servizi in concessione, parrebbe essere arrivato a conclusione.
Tratterei, se è d’accordo il Sindaco o l’Assessore, le due domande di attualità, per economia di tempo, in un unico intervento.
È proprio di questi giorni il subentro, nel centro del Dopo di noi, un centro residenziale per disabili gravi, dove fino a poco tempo addietro erano ospitati 16 ragazzi, che nell’ultimo periodo, in concomitanza con il passaggio dal vecchio gestore al nuovo ha registrato le dimissioni contestuali di quattro unità, di quattro ragazzi. È allora doveroso, per un’Amministrazione che è presente e di questo do atto all’Assessore Citraro, di comprendere che cosa sia accaduto. Questi ragazzi che sono stati dimessi, cioè, hanno scelto una soluzione alternativa? Questi ragazzi non si trovavano bene? Che cosa ha indotto le famiglie a ritirare tra virgolette questi ragazzi dalla struttura, che è sempre stata riconosciuta come un fiore all’occhiello della nostra Amministrazione, in quanto è forse l’unica, o una delle poche presenti nella provincia di Lecce?
Dico questo anche perché la mancata presenza di quattro ragazzi determina un problema di natura economica. Non so se risponda a vero, ma se le notizie che mi pervengono dovessero essere confermate, la cooperativa che si è aggiudicata la concessione proprio nei giorni scorsi, forse il 10, ha tenuto un incontro con le organizzazioni sindacali e forse anche con i rappresentanti dei dipendenti per rappresentare una probabile non sostenibilità economico-finanziaria del servizio.
Io non so se questo, Assessore, risponda a vero, ma mi preoccupa. Mi preoccupa perché noi abbiamo una struttura che rappresenta un qualcosa di irrinunciabile per il territorio, e io sono preoccupato se dovesse essere vero quello che risulta, e cioè che quando abbiamo pubblicato il bando, quella che era la sostenibilità economico-finanziaria del servizio è sbagliata. Mi si dirà, probabilmente: quella era, ne hai preso atto, ma non è così semplicistico. Vi sto già anticipando la risposta. Questo è un aspetto che riguarda, Assessore, il Dopo di noi.
Altro aspetto, in contemporanea, anzi, più recente perché riguarda proprio i giorni scorsi: si è venuto a verificare il subentro del nuovo concessionario al Centro polivalente di via Carmiano, dove ci sono 50 ragazzi, quindi 30 ragazzi gravi e 20 meno gravi. Lì il problema è di un’altra natura, e su questo eventualmente chiedo all’Assessore ma anche al Sindaco, nella sua veste di primo cittadino, che deve essere portatore degli interessi di tutto il popolo dei lavoratori che prestava servizio in quella struttura di leggere con attenzione il contenuto di questa domanda di attualità. Dico questo perché è emerso, in sede di verifica e di intervento nel momento in cui c’è il subentro, che alcune figure professionali non ci sono. Forse sono state messe ieri. Altre figure professionali in maternità non sono state sostituite, ma quello che è più grave, se dovesse rispondere al vero, è che nell’ultimo periodo una figura professionale che ha un ruolo importante, quello dell’assistente sociale, Assessore, non poteva essere presente, per un semplice fatto, perché era già dipendente del “Dopo di noi” a 24 ore, e c’è l’obbligo di legge di un assistente sociale 18, 24 più 18 fa 42. Quindi, è una struttura che nell’ultimo periodo, ovviamente, non ha visto la presenza qualificata dell’assistente sociale. Come sempre, conoscete i miei interventi, sono sempre propositivi e non intendono eventualmente demonizzare chicchessia, ma è necessario che la parte politica operi un controllo presente, un controllo incisivo, un controllo continuo sulla gestione di questi centri, perché sono frequentati da ragazzi gravi, sono frequentati da ragazzi che hanno bisogno di assistenza continua.
È vero, Assessore, che circa dieci giorni fa, in virtù di un sopralluogo, è stato accertato che non c’erano dipendenti? Penso di sì, è vero. Quando è stato fatto il precedente sopralluogo? Sempre con intento positivo, la preghiera che io formulo al Governo è questa: nell’ambito dei servizi sociali ci vuole grande sensibilità, grande attenzione, grande impegno e grande dedizione.
La buona volontà, purtroppo, non basta e delegare molto alla struttura burocratica è un errore.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, le ho dato più tempo perché sono due in una, però la prego…
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Concludo, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE:
Le ho dato più tempo.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
È un invito, solamente un invito. Assessore, è proprio un modo per rappresentarle un bisogno: la necessità di seguire quotidianamente cosa avviene in quei centri e negli altri centri, con una presenza diretta, senza delegare alla macchina amministrativa. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Il Governo? Prego.
Prego, Assessore Citraro.
Speaker : ASSESSORE CITRARO:
Ringrazio anche il nostro consigliere Monticelli, che mi dà sempre spunto per spiegare come stanno le cose. Cominciamo dal “Dopo di noi”.
Come sempre, nel corso delle procedure di gara, prima di giungere allo scadere dei termini prestabiliti per la presentazione delle offerte tutti i concorrenti interessati partecipano ed effettuano un sopralluogo, in modo da consentire loro di conoscere le caratteristiche generali e particolari della struttura e del servizio.
Perché dico questo? Perché il gestore aggiudicatario definitivo ha preso visione sia dell’immobile e di ogni elemento necessario e utile per elaborare la propria offerta tecnica. L’inizio attività, il gestore aggiudicatario definitivo, è avvenuta in data 16.06. In data 19.06.2018, fermo restando che il gestore aggiudicatario ha premesso di assumersi tutte le responsabilità derivanti da una propria errata valutazione iniziale, ha comunicato alcune criticità, che ha evidenziato nel momento in cui c’è stato il subentro nel servizio.
In particolare, lamenta la mancata sostenibilità per il servizio a seguito di dimissioni volontarie di numero quattro ospiti, come giustamente detto dal nostro Consigliere.
Sul punto bisogna dire che in merito alla richiesta se l’Amministrazione è a conoscenza delle motivazioni per cui questi si sono dimessi volontariamente dalla struttura, si rappresenta che nei nostri uffici non è pervenuta alcuna nota informativa in merito. Noi ufficialmente non sappiamo perché si sono dimessi volontariamente.
In data 10 luglio il gestore ha, poi, incontrato le organizzazioni sindacali, al fine di discutere in merito alle criticità rappresentate. In relazione alle soluzioni che l’Amministrazione intende assumere per garantire la prosecuzione del servizio mai interrotto, si evidenzia che proprio in data odierna è pervenuta nota del gestore che chiede all’Amministrazione e ai sindacati un tavolo di concertazione – quindi oggi, urgente – per individuare i mezzi e gli strumenti al fine di risolvere le problematiche emerse in merito al servizio. Ovviamente, noi saremo presenti e vi daremo notizie degli sviluppi. Proprio oggi siamo stati convocati per questo tavolo d’urgenza.
Noi non sappiamo perché si sono dimessi volontariamente, cosa che hanno fatto presso la ASL. Noi abbiamo avuto notizia dalla ASL della loro dimissione spontanea. È ovvio che ci sono supposizioni, ma sono solo supposizioni, caro Consigliere.
Andiamo al centro di via Vecchia Carmiano. Cominciamo un po’ più indietro. In data 20/12/2017 sono pervenuti all’ambito i livelli occupazionali impiegati nel servizio da parte dell’operatore uscente. Quindi, la Pegaso ci ha comunicato il numero degli operatori al fine di garantire il loro passaggio alla nuova gestione. In data 7 febbraio 2018 è pervenuto un ulteriore livello occupazionale erroneamente non indicato dall’operatore uscente con una sua nota, quella del 20 dicembre. L’Amministrazione, pertanto, ha preso atto di tutti i livelli occupazionali in questione, anche quelli integrati, e li ha resi noti sull’Albo pretorio online e in Amministrazione trasparente, al pari di tutti gli atti di gara.
Successivamente all’aggiudicazione definitiva – mi piace dire sempre le date – in data 29/06/2018 nelle opportune sedi sono intervenute le concertazioni sindacali tra operatore uscente e operatore subentrante, al fine di formalizzare ogni passaggio dovuto per legge per salvaguardare il personale indicato precedentemente nei livelli occupazionali pubblicati. In merito a questo incontro è stato redatto un apposito verbale. C’è un verbale già depositato per questo. In particolare, nel corso di questo incontro è emerso che un lavoratore non era stato indicato negli elenchi dei livelli occupazionali da salvaguardare. In tale sede, l’aggiudicataria definitiva si è riservata una valutazione di merito rispetto alla posizione del lavoratore sopra richiamato. Infatti, tra le parti c’è uno scambio di PEC tramite i loro avvocati.
Però una cosa bisogna precisarla. Si precisa che il livello occupazionale in questione risulta sconosciuto all’Amministrazione appaltante e all’Ufficio autorizzazione del welfare del Comune, il quale per competenza, comunque, detiene l’elenco personale e funzionale al rilascio di apposita autorizzazione all’esercizio del servizio. Si precisa, comunque, che gli operatori sono 20 e in data 2 luglio è stato comunicato il nome sia del dirigente (è stata nominata responsabile la dottoressa Antonella Robortaccio) sia dell’assistente sociale (si chiama Valeria Nives Gismondi). Quindi, siamo al completo da questo punto di vista.
Sempre in sede di concertazione sindacale, sono state rese note delle sospensioni di servizio per maternità, in merito alle quali il gestore subentrante ha espresso formale impegno di assumerle al termine del periodo di astensione obbligatoria. Ad oggi il gestore subentrante non ritiene necessario assorbire risorse umane in sostituzione temporanea delle lavoratrici ferme per maternità, perché la propria organizzazione è in grado di proseguire il servizio nel rispetto dei parametri e degli standard previsti dalla legge regionale 2006. L’Amministrazione, quindi, sotto questo profilo, in qualità di garante della correttezza delle procedure di salvaguardia dei livelli occupazionali, nonché in qualità di responsabile del rilascio del nuovo provvedimento, ha comunque preso visione dell’organizzazione interna dell’operatore aggiudicatario e non ha rilevato ad oggi alcuna anomalia.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Assessore Citraro. La prego, consigliere Monticelli: due-tre minuti io capisco…
… ma non intervenga… Il Regolamento.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Sarò sintetico.
Speaker : PRESIDENTE:
Lo so. Prego, prego.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Solo per dire che le preoccupazioni, Presidente, erano fondate, allora.
Se oggi arriva una comunicazione da parte della Cooperativa PAM, che convoca oppure che chiede un incontro all’Amministrazione, evidentemente quelli che erano i rumors tra i dipendenti, tra le famiglie, erano veri. C’è quindi una preoccupazione che trova fondamento.
Non posso essere soddisfatto, per un semplice motivo, Assessore: perché la concomitanza di quattro dimissioni non può che alimentare il dubbio.
Dice: che cosa sta succedendo? Vediamo che cosa c’è. E siccome queste situazioni “di disturbo”, di disagio erano già presenti nei giorni precedenti, da maggio e quant’altro, noi avremmo dovuto, come parte politica governare il problema. Poi è chiaro che noi non possiamo eventualmente impedire alla famiglia di esercitare un suo diritto e di dimettersi. Però, dimettersi per fare cosa? Per tenerlo a casa? Per avere un problema? Per perdere eventualmente il percorso della graduatoria, quando dovrà di nuovo promuovere la domanda per essere inserito dopo la SVAMA, dopo tutto?
Allora, da parte nostra, io penso che ci sarebbe dovuta essere un poco più di attenzione.
Per quanto riguarda l’altro aspetto del lavoratore a cui non è stata applicata la clausola sociale, badate bene, io non imputo una responsabilità all’Amministrazione, anche se l’Amministrazione dovrebbe essere a conoscenza di quella che è la platea dei lavoratori che prestano servizio in quella struttura. Purtuttavia, quello che eventualmente mi permetto di eccepire come soggetto co-protagonista è di prendere le redini della vicenda e di sedersi intorno a un tavolo, azienda concessionaria vecchia, azienda concessionaria subentrante e dire come principali attori: ma Bernardo Monticelli, azienda tra virgolette che hai concluso il tuo lavoro, ha lavorato?
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, la prego di sintetizzare.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Un secondo. “È stata una dimenticanza”, e si risolve il problema, perché sennò, ovviamente, questo povero Cristo dovrà ricorrere all’autorità giudiziaria per vedersi riconosciuti quelli che sono i suoi legittimi diritti.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Adesso passiamo a una rettifica, è una presa d’atto che dobbiamo votare: la rettifica dei verbali n. 66, n. 67, n. 68 e n. 69.
Ha deciso che…? Non ho problemi, Consigliere Battista. Quindi, non è interpellanza ma domanda di attualità. Certo, prego, le do la parola.
Speaker : CONSIGLIERE BATTISTA:
Allora: la domanda di attualità è rivolta al Sindaco, che non vedo in Aula. Mi farebbe piacere se potesse intervenire.
Speaker : PRESIDENTE:
Eccolo, eccolo, il Sindaco, state tranquilli.
Speaker : CONSIGLIERE BATTISTA:
Bene, la ringrazio, Sindaco, per essere intervenuto per ascoltarmi.
Allora: si tratta di questo. Io e il Consigliere Tondo abbiamo ritenuto di esporre questa domanda di attualità con riferimento ad una edicola che si trova ormai in stato di abbandono, di cattiva manutenzione in via Rudiae. È un’edicola per la quale è stata revocata anche l’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico.
Questa edicola, tra l’altro, è oggetto prevalentemente e soprattutto, o soltanto durante le ore notturne, in quanto questa edicola permette, poiché è collocata in un punto tra il marciapiede e delle civili abitazioni che si trovano alle sue spalle, un’attività di prostituzione che la notte crea seri problemi agli abitanti che abitano alle spalle di questa edicola. Problemi seri, signor Sindaco, che la notte creano allarme, creano preoccupazione e creano anche disturbo alla quiete pubblica, anche perché gli abitanti di queste palazzine, ovviamente la notte, soprattutto d’estate, non possono consentirsi di dormire con le finestre aperte, in quanto dall’attività di prostituzione che si svolge, ripeto, dietro questa edicola, provengono chiaramente dei lamenti che non si comprende se siano lamenti di dolore o di piacere.
Per cui, signor Sindaco… Queste sono cose serie. Guardate, voi ridete, ma le persone che ci abitano, purtroppo, stanno pagando le conseguenze da tempo. Pertanto, signor Sindaco… Senza parlare tra l’altro del fatto che questa attività è oggetto anche molto spesso di litigi tra le persone che ovviamente sono attente e quindi provvedono a far svolgere l’attività a queste signorine in mezzo alla strada, quindi ci sono litigi tra di loro.
Orbene, alla luce di tutto questo, io le chiedo, signor Sindaco, munito dei suoi poteri di ordinanza, di provvedere con ogni consentita urgenza alla rimozione di questa edicola che, ripeto, comporta dei disagi veramente seri per i cittadini che ci abitano, sia per la pubblica e privata incolumità, ma anche ai fini del decoro cittadino. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere. Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Consigliere Battista.
Le do qualche informazione di dettaglio su una questione che giustamente lei pone. È nota all’Amministrazione perché è stata segnalata da un Comitato di residenti e confermata poi dal lavoro svolto comunque dalla Polizia Municipale.
Per quanto riguarda la rimozione del chiosco, rammento che c’è un’ordinanza dirigenziale, Settore Attività Produttive del 12 settembre 2016, 1308, notificata alla signora che risulta essere coniuge del titolare intestatario ora defunto, con il quale si intima la rimozione entro 30 giorni dalla notifica della stessa (del 2016). Naturalmente, lei… La situazione è quella nota. Pertanto, si è proceduto ad effettuare un’indagine anagrafica per cercare di verificare l’attuale residenza della signora coniuge dell’intestatario defunto.
Contestualmente, nel giugno del 2018 è stato chiesto alla società Lupiae di predisporre un preventivo per la rimozione del chiosco i cui lavori sono stati programmati per il 27 agosto 2018. Evidentemente non si poteva fare prima.
Contestualmente è stata trasmessa alla signora Neculai una raccomandata per precisare e avvertirla che nelle more dell’esecuzione d’ufficio dell’ordinanza di demolizione essa potrà comunque provvedere spontaneamente alla stessa, evitando quindi l’addebito delle relative spese che ammontano a 4.200 euro più IVA al 22 per cento. Quindi, salvo iniziative assunte dalla signora, entro il 27 agosto quel chiosco verrà rimosso.
Questione controllo del territorio, piazzale Rudiae e aree limitrofe vengono coperte da un servizio quotidiano di una pattuglia 18-24. Dal 1° gennaio 2018 al 12 luglio 2018 sono stati emessi 17 verbali per attività di consumo, attività ai clienti naturalmente, questo nel tentativo di dissuadere la domanda dall’incontrare l’offerta, perché poi è l’unico modo.
Voi sapete che il tema della prostituzione di strada è di difficile risoluzione. Siamo in presenza anche qui di sanzioni amministrative e non di reati, così come avviene per il cosiddetto parcheggio abusivo. Sono fenomeni che contrastarli diventa non semplice. Quindi, da una parte è avviata l’attività di rimozione del chiosco, programmata…
Speaker : PRESIDENTE:
Scusi, signor Sindaco. Consigliere Monticelli, se dovete fare una riunione potete spostarvi un attimo fuori, così ascoltiamo la risposta. Grazie.
Chiedo scusa. Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
D’altra parte, viene comunque esercitato dalle forze di polizia un controllo, altrimenti in sette mesi 17 verbali nei confronti di clienti sono un dato statistico non banale. Significa che l’attività viene svolta, ma ciononostante il fenomeno continua a essere quotidianamente riproposto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego, Consigliere. La prego, brevemente, dichiari la sua soddisfazione o insoddisfazione.
Speaker : CONSIGLIERE BATTISTA:
Sarò brevissimo.
Speaker : PRESIDENTE:
Bravo.
Speaker : CONSIGLIERE BATTISTA:
Sono sempre molto telegrafico, Presidente. Signor Sindaco, io mi ritengo soddisfatto. Aspetterò con grande piacere il 27 agosto. Dopodiché, dopo questa data, le farò sapere io se questa edicola è stata rimossa o meno, così, giusto perché lei ne prenda atto sia nel senso positivo o nel senso negativo della sua risposta.
Con riferimento al discorso dei verbali, io non avevo sollevato questo motivo perché preferivo non parlare di questo. Poiché lei, però, ha messo in evidenza che da gennaio ad oggi sono stati effettuati circa 17 verbali per l’attività di prostituzione, io le dico solo questo, che se veramente la percentuale dell’attività si rivelasse quella di 17 verbali su 100, penso che l’attività di prostituzione probabilmente da lì si sarebbe spostata altrove. Purtroppo così non è, signor Sindaco. Sicuramente i verbali ci sono stati, è chiaro che su una miriade di clienti 17 verbali in tanti mesi sono pochi e niente. Concludo, io stimo molto il comandante Zacheo, conosco il suo impegno. Però, purtroppo, signor Sindaco, l’attività 18-24 non serve, è inutile. Dico “purtroppo” perché io abito in via Rudiae, quindi conosco perfettamente le zone di via Rudiae, via Diaz, stazione, San Pio. Quelle sono zone che io frequento ogni giorno. Per cui, le posso garantire che una pattuglia – se deve esserci una pattuglia – deve esserci dalle 24 alle 5 del mattino, signor Sindaco. Dalle 24 alle 5 del mattino, ogni giorno, e devono circolare a piedi. Ovviamente, bisognerà mettere persone, per svolgere l’attività, che siano giovani, che non abbiano problemi di deambulazione e che abbiano la forza di circolare effettivamente per queste sole poche ore.
La prego, se lei potrà, di mettersi d’accordo con il comandante per verificare se il comandante ha la possibilità di organizzarsi in tal senso. Sennò, diversamente, signor Sindaco, mi creda, quell’attività è inutile. Sarà meglio impiegare quel personale in altro tipo di attività.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere Battista.
Adesso dobbiamo prendere atto della rettifica dei verbali nn. 66, 67, 68 e 69 della seduta del Consiglio Comunale del 21 giugno 2018.
Avete ricevuto tutti la rettifica. Riguarda l’azzeramento della mia postazione.
Vi chiedo di votare la presa d’atto e di non leggerla, per accelerare anche i tempi. Siamo d’accordo?
Prego. La presa d’atto della rettifica dei verbali. Votiamo.
Consigliere Tondo, Consiglieri Martini, Pala, Russi. Il Consigliere Martini è assente. Lei ha votato al posto di Monosi. Azzerato? Abbiamo azzerato, perfetto.
Operazione conclusa. Risultato: presenti 28, favorevoli 28, nessun astenuto, nessuno contrario.
La presa d’atto viene approvata.
Adesso passiamo al primo punto: “Ratifica variazione di bilancio adottata con deliberazione di Giunta comunale n. 437 del 13/06/2018 avente ad oggetto ‘Partecipazione sperimentazione SIOPE. Approvazione relazione finale esito sperimentazione. Provvedimenti ex articolo 21-ter del decreto legge n. 50/2017 convertito nella legge n. 96 del 21 giugno 2017. Proposta variazione di bilancio’”.
Prego.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Presidente, è una ratifica di variazione di bilancio approvata in Giunta. Se non vi sono richieste di chiarimento da parte dei Consiglieri, la sottoporrei al voto dell’Aula, essendo stata licenziata senza problemi in Commissione.
Speaker : PRESIDENTE:
Va bene. Quindi, possiamo passare alla votazione.
Prego. Consiglieri Russi, Battista e Tondo. Sindaco. Consigliere Pala. Consigliera De Benedetto. Prego. Operazione conclusa.
Esito: presenti 28, favorevoli 28, nessun astenuto, nessuno contrario.
Immediata eseguibilità, per alzata di mano. Prego. Ragazzi, scusate, perché il Segretario deve prendere nota: Consigliere Rotundo, Consigliere Torricelli, per favore: l’alzata di mano.
Perfetto. Stesso esito.
Secondo punto: “Ratifica variazione di bilancio ‘ Completamento del restauro del Teatro Apollo con valorizzazione e fruizione degli scavi archeologici’. Variazione urgente di bilancio, ai sensi del comma 4, articolo 175, decreto legislativo n. 267/2000. Utilizzo avanzo vincolato”.
Prego.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente.
Come sopra, se ci sono richieste di chiarimento, altrimenti chiedo il voto dell’Aula per ratifica della stessa. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Nessuna richiesta. Procediamo con il voto. Grazie. Consigliere Messuti, consigliere Perrone, consigliere Patti. Operazione conclusa.
Presenti 28, favorevoli 28, nessuno contrario, nessuno astenuto. Per alzata di mano, immediata eseguibilità. Consigliere Rotundo, il signore è un dirigente, non ci fa vedere.
Prego, grazie.
L’immediata… stesso esito.
“Articolo 51, comma 2 del Regolamento sul Funzionamento del Consiglio comunale. Proposta di modifica all’articolo 27 del “Regolamento per l’accesso e la circolazione dei veicoli nelle zone a traffico limitato del centro storico cittadino”.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Sì, grazie, Presidente.
Prendo atto di una determinazione unanime della Commissione Traffico, congiunta Statuto, per rinnovare in via sperimentale, esclusivamente per un anno, il transito e la sosta breve delle auto ibride nelle zone a traffico limitato. Tengo soltanto a precisare che il tema del carico veicolare all’interno della ZTL del nostro centro storico non è esclusivamente legato alla tipologia di mezzo inquinante, ma è anche fortemente caratterizzato dalla limitatezza degli spazi disponibili a fronte degli accessi che vengono autorizzati. Che siano inquinanti o che siano ibride, la questione comunque resta. Noi abbiamo circa poco meno di 5.000 mezzi autorizzati all’accesso nella ZTL, a fronte di un numero di stalli autorizzati, sempre nel perimetro della stessa, di poco meno di 1.000. C’è quindi un rapporto proprio di carico che indipendentemente dall’uso del carburante, se metano, diesel, o benzina, in questo caso elettrico o ibrido, definisce proprio un problema di spazi. Questo lo dico perché in futuro probabilmente, indipendentemente dalla… In un prossimo futuro, se tutti e 5.000 i mezzi fossero tutti elettrici, si porrà comunque un problema di possibilità di offrire loro uno spazio parcheggio. Questo è il tema che prima o poi, io mi auguro molto prima che poi, comunque definisce un orizzonte di sostenibilità ambientale, ci dovremmo comunque porre. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, è aperto il dibattito.
Prego, Consigliere Pala.
Speaker : CONSIGLIERE PALA:
Per precisare, anche in base a quello che ha appena detto il Sindaco. I problemi posti all’attenzione delle Commissioni riguardo le auto ibride e quelle elettriche sono stati proprio questi, motivo per cui ho dovuto ritirare la mia iniziale proposta e modificarla.
Sostanzialmente, il motivo della proroga di un anno, così come stabilito sotto la Presidenza dei colleghi De Matteis e Giannotta, è proprio quello di consentire nel successivo anno un periodo di studio, che evidentemente non è stato fatto in quello precedente, per capire anche poi l’effettivo impatto dal punto di vista del mercato per quanto riguarda l’eventuale acquisto da parte dei leccesi di ulteriori auto di questo tipo, perché è normale che laddove poi la cittadinanza leccese nell’arco di qualche anno andrà ad acquistare tantissime auto di questa tipologia, ci si dovrà porre un problema diverso, che non potrà essere legato al mero consumo di carburante piuttosto che alla trazione elettrica.
Ad oggi, però, secondo i dati che furono portati inizialmente anche in una Commissione Traffico da me presieduta qualche mese fa, essendoci oggi circa una sessantina di auto ibride, quindi un numero effimero, irrilevante, che sicuramente non va ad aggravare più di tanto il carico veicolare del centro storico, secondo me, adeguandoci anche a quello che accade nelle altre città, è giusto equiparare le auto ibride a quelle elettriche, poiché nel centro storico esse devono transitare necessariamente per motivi di spazio a meno di 50-60 chilometri orari, altrimenti andrebbero a sbattere alla prima curva. Di conseguenza, le auto ibride vanno in automatico a trazione elettrica, quando transitano sotto i 50-60 chilometri orari. Di conseguenza, penso che quello raggiunto in sede di Commissione sia un compromesso che può consentire all’Amministrazione comunale di studiare nel prossimo anno l’impatto sul mercato di questi autoveicoli. Di conseguenza ovviamente sono favorevole a quanto proposto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere Pala. Consigliere Rotundo, prego.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
… talmente d’accordo col Sindaco che eravamo contrari alla proposta di Pala, perché il centro storico è invivibile, il carico è insopportabile.
Abbiamo convenuto questa proroga mettendo il limite che chi transita può stare massimo venti minuti. Questa è stata la mediazione, ma sostanzialmente noi riteniamo che il tema dell’accesso non sia quello della qualità del consumo da parte delle auto, ma il fatto che come giustamente diceva il Sindaco, il centro storico non è nelle condizioni di ospitare ulteriori auto, anche perché c’è un disagio molto molto forte dei residenti, di cui noi dobbiamo tener conto.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Prego, consigliere Guido.
Speaker : CONSIGLIERE GUIDO:
Sì, grazie Presidente. Nel Regolamento ho avuto modo di prendere atto che le auto per quanto riguarda l’assistenza OSA e OSS, viene data la possibilità della sosta di 45 minuti. Però, il servizio assistenziale presso le persone gravemente ammalate sono di un’ora. Mi sembra assurdo farli di 45 minuti quando già di per sé svolgono l’attività di un’ora presso casa dell’ammalato, quindi dovremmo modificare l’orario e dargli la possibilità di parcheggiare la macchina almeno un’ora e mezzo all’interno del centro storico. È assurdo dare la possibilità a chi opera presso casa dell’ammalato, che svolge l’assistenza sanitaria, 45 minuti, quando per Regolamento svolgono un’ora e noi gli consentiamo solo 45 minuti. Gli dovremmo consentire la possibilità di svolgere le proprie funzioni presso casa dell’ammalato per poi andare tranquillamente a trovarsi la macchina senza ritrovarsi la multa, ecco.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego, consigliere De Matteis.
Speaker : CONSIGLIERE DE MATTEIS:
Grazie, Presidente.
La segnalazione del consigliere Guido l’avevamo già discussa e me l’aveva proposto in qualità di Presidente della Commissione Traffico e gli avevo già anticipato che, comunque, il regolamento per l’accesso della ZTL presenta effettivamente qualche lacuna e andrebbe, comunque, modificato.
Per l’appunto per questo articolo, del quale non ricordo di preciso il numero, secondo me, sarebbe il caso di valutare una modifica del tempo di sosta.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Ricordo al consigliere Guido che il regolamento di accesso alla ZTL è stato licenziato dopo un lungo lavoro della Commissione consiliare nella precedente Amministrazione.
Naturalmente i regolamenti possono essere modificati ed è giusto intervenire laddove si verifichino e si documentino eventuali inadeguatezze, insufficienze o incongruenze.
Nello specifico, però, senza voler anticipare esiti, che sarà poi oggetto della Commissione verificare, ricordo a tutti che i permessi di accesso alla ZTL sono rilasciati a coloro i quali hanno possibilità di accedere alla stessa dalle ore 21 alle ore 6 essendo, dalle ore 6,01 alle 20,59 la ZTL largamente percorribile in molte sue parti.
Il tema, quindi, è: chi sono i soggetti che hanno necessità di entrare nella ZTL dalle ore 21 alle ore 6 del mattino? I residenti sicuramente e le categorie che noi riteniamo essere…
Se partiamo da questa premessa, ci si rende conto che molti dei soggetti oggi individuati come autorizzati potrebbero anche farne a meno. D’altra parte vi ricordo che tutti coloro i quali lavorano nel centro storico, che siano essi commercianti, che siano essi impiegati nelle attività di commercio, che siano essi dipendenti, funzionari, dirigenti di banche o di uffici pubblici, non hanno nessuna possibilità di poter fruire di questo permesso, anche per ragioni legate all’orario di lavoro, evidentemente, gli stessi amministratori pubblici, tanto per fare un esempio.
Il tema è che il centro storico dovremmo convincerci che può essere raggiunto anche senza pretendere di parcheggiare dentro, magari a ridosso dell’abitazione che dobbiamo andare a visitare.
Questo è un tema che naturalmente è molto sentito, fa parte del modo con il quale la città si muove all’interno del centro storico. Però, se mettiamo a fuoco quali sono le necessità sarà molto più semplice individuare le categorie che sono destinatarie di questi provvedimenti. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Possiamo passare alla votazione. Prego. Il Consigliere Russi è assente. Consigliere Pala? Non lo vedo.
Presenti 27, favorevoli 27, nessun astenuto, nessuno contrario.
Per alzata di mano, immediata eseguibilità.
Consigliere Torricelli? Grazie. Stesso esito.
Progetto di demolizione e ricostruzione dell’ex Cinema Santa Lucia alla via San Lazzaro: Riqualificazione dell’ambito urbano di Piazzetta Congedo e dell’incrocio via Salvatore Grande e via Foscarini.
Governo? Prego, Assessore Rita Miglietta.
Speaker : ASSESSORE RITA MIGLIETTA:
Grazie, Presidente.
La delibera propone al Consiglio comunale l’inserimento nel Piano delle opere pubbliche e nell’elenco annuale, con contestuale variazione del bilancio triennale 2018-2020, di due progetti riguardanti due aree all’interno del quartiere di San Lazzaro.
Naturalmente la delibera propone anche l’approvazione di questi due progetti definitivi. I progetti scaturiscono da un intervento di demolizione e ricostruzione di un edificio dismesso dal 2013, che è l’ex cinema Santa Lucia, intervento edilizio consentito da una legge regionale, la n. 14/2009, titolata “Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia”, una legge molto particolare che consente di favorire l’attività edilizia, che – è un fatto acclarato – è in crisi cronica da lunghi anni, attraverso meccanismi di incentivi, incentivi volumetrici, flessibilità nel reperimento delle aree a standard, soprattutto di quelle aree a standard che derivano dagli incrementi volumetrici previsti dalla legge. È una legge che è cambiata più volte da quando è stata emanata, dal 2009 fino ad oggi. Prima i bonus erano previsti solo per gli edifici residenziali. Adesso questa legge consente la sostituzione edilizia anche per edifici non residenziali. In ogni caso, pone le Amministrazioni comunali di fronte ad una maggiore flessibilità nel garantire la sostituzione di quei pezzi di città consolidata che bisognano di interventi di efficientamento energetico, tant’è che la legge presuppone che la ricostruzione avvenga nel rispetto di criteri di sostenibilità ambientale, oltre ad una serie di altre condizioni.
I progetti che proponiamo di approvare in via definitiva e di inserire nel programma delle opere pubbliche scaturiscono dalla monetizzazione proposta dal proponente del permesso a costruire, che ha certificato agli uffici l’impossibilità di reperire le aree a standard; le aree a standard non di tutto l’intervento, ma dell’incremento volumetrico pari al 35 per cento garantito dalla legge. Perché la legge consente questa flessibilità nelle monetizzazioni e dà facoltà ai Comuni di garantire la monetizzazione? Perché lì dove la città deve sostituirsi, soprattutto nei tessuti più densi, è molto più complicato e difficile reperire le aree a standard.
Per questa monetizzazione gli uffici hanno ritenuto valida la motivazione espressa dal proponente ed è stata, quindi, calcolata la somma della monetizzazione dell’area a standard. Quindi, l’Amministrazione ha proposto al proponente di redigere una progettazione definitiva relativamente a due aree, due spazi pubblici importanti all’interno del quartiere di San Lazzaro, che sono Piazzetta Congedo, che – vorrei ricordare – solo nominalmente si può definire una piazzetta, perché invece è un ampio slargo asfaltato, un luogo pubblico dismesso, perché oggi si presenta come l’esito della dismissione di un benzinaio, che ha lasciato uno spazio informe asfaltato, un luogo insicuro, che non consente sicurezza agli attraversamenti pedonali, non favorisce i collegamenti trasversali tra le due sponde di Piazzetta Congedo e si presenta come un’area ostaggio di parcheggi disordinati e impropri, oltre ad essere un luogo indecoroso per una strada molto importante, che è via San Lazzaro. Piazzetta Congedo è proprio la testa di ponte di via San Lazzaro.
Pertanto, il progetto, che è stato presentato in Commissione, prevede la realizzazione di una piazza di circa 1.500 metri quadri, con nuove alberature, nuove aree a verde, sedute, con l’obiettivo di dotare una parte della città, nella quale ci sono molti esercizi commerciali, di spazi anche per poter favorire, per esempio, piccoli dehors e creare comunque un luogo di aggregazione. Analogamente, l’altro progetto che riguarda invece l’incrocio di via Salvatore Grande e via Foscarini è un incrocio la cui gestione della mobilità non funziona tanto bene, tant’è che insiste una rotatoria definita da un sistema di “panettoni”. La visibilità sull’incrocio e l’efficienza stessa dei flussi veicolari non è adeguatamente garantita, quindi l’Amministrazione ha ritenuto di dover riqualificare anche quest’incrocio per ispessire la parte pedonale del marciapiede sul lato di via Foscarini, creando anche lì una piazzetta e per dare maggiore consistenza al disegno stesso dell’incrocio, per favorire maggiore fluidità ai flussi carrabili.
La monetizzazione ha portato ad una quantificazione della somma pari a 85.000 euro. Gli uffici sono a disposizione dell’Aula per spiegare qual è stato il criterio di calcolo, ed è una monetizzazione che è riferita proprio a questo surplus di standard, determinato dal 35 per cento della volumetria.
La delibera propone, oltre all’approvazione dei progetti, all’inserimento nel programma delle opere pubbliche e alla modifica di bilancio anche l’approvazione di una convenzione che prevede anche una fideiussione a tutela dell’ottenimento da parte dell’Amministrazione comunale di un progetto esecutivo.
La delibera in Commissione che comunque ha ottenuto la votazione della maggioranza dei presenti ha suscitato un dibattito intenso, fisiologico, io penso, nel momento in cui si tratta di un progetto di trasformazione di un luogo che ha attraversato per lungo tempo la vita pubblica della città. La discussione si è animata sulla corretta interpretazione della norma della legge regionale, sulla corretta interpretazione dello strumento urbanistico. All’ufficio è stato chiesto di verificare se l’immobile che è di proprietà privata non fosse sottoposto a vincolo, e pertanto quindi escluso dalla possibilità della legge regionale.
L’immobile non è sottoposto a vincolo, intanto anche perché è un immobile privato. È stato sventrato negli anni, perché durante la sua attività era necessario ammodernarlo. Lo sventramento ha determinato una perdita del suo pregio architettonico. L’intervento è coerente con le previsioni dello strumento urbanistico che tipizza il sito come un’area D5, che consente interventi misti tra commercio e residenza, nel caso specifico, come pure la legge regionale di riferimento consente a un proponente privato, nel rispetto delle destinazioni d’uso previste dallo strumento urbanistico vigente di poter trasformare sia nella consistenza volumetrica che nella funzione, un edificio preesistente. Questo perché, non vorrei risultare monotona, ma dobbiamo ricordarcelo, questa legge regionale ha proprio l’obiettivo di rendere più flessibile, più facile e immediata l’attività edilizia all’interno della città, con lo scopo di migliorarne la qualità architettonica.
L’Amministrazione quindi ha deciso di restituire in maniera contemporanea all’intervento un pezzo di città pubblica, ritenendo importante la possibilità di far sì che la monetizzazione che per legge regionale deve comunque riguardare il miglioramento dei servizi pubblici e degli spazi pubblici della città, fosse immediatamente concretizzabile all’interno dello stesso quartiere, e che questa monetizzazione non andasse dentro altre ipotesi progettuali. Questo perché – non è mai stato fatto dall’Amministrazione – la legge del Piano Casa che vige dal 2009, proprio perché è una legge straordinaria e temporanea, sebbene più volte prorogata ma comunque vigente, chiede ai Comuni una relazione annuale per rendicontare l’impatto della legge regionale sul territorio comunale. Proprio perché se garantisco incentivi volumetrici e monetizzazioni, l’Amministrazione deve garantire il controllo e l’uso di queste monetizzazioni.
In tal senso, agganciare in maniera appunto contemporanea due spazi pubblici di cui uno pari a 1.500 metri quadri nello stesso quartiere, si è ritenuto essere lo strumento migliore per rispondere alla facoltà del privato di poter ottenere la monetizzazione. Questo è anche il modo migliore per l’Amministrazione per garantire la riqualificazione di un pezzo di città, in modo totalmente trasparente, visto che chiediamo appunto l’approvazione dei progetti e l’inserimento degli stessi all’interno del programma delle opere pubbliche. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Assessore Miglietta. Consigliere Giordano.
Speaker : CONSIGLIERE GIORDANO:
Assessore, abbiamo fatto molte chiacchierate, questo è vero, nel corso delle Commissioni che si sono susseguite su questo argomento.
Sarebbe bene anche dire un po’ tutto, dire anche che stiamo portando avanti un progetto che desertificherà la situazione commerciale di tutta l’area, perché si tratterà poi di installare non voglio chiamarlo un ipermercato, perché non è ipermercato, ma comunque una superficie importante destinata ad attività commerciale.
Non mi pare che per quello che riguarda il programma di questa Amministrazione ci fosse una forte volontà di favorire situazioni di questo genere ai danni dei piccoli commercianti, perché dobbiamo dircela tutta, non possiamo parlare solamente di quattro aiuolette, perché poi con 85.000 euro non è che si riescono a fare miracoli, questo lo sappiamo.
D’altra parte, viene in Consiglio comunale proprio perché vogliamo parlare di riqualificazione di ambito urbano, perché se no, lo potevate fare tranquillamente come ufficio, visto che ci ha detto che è regolare, che non ci sono problemi, ci ha parlato della legge regionale più volte prorogata. Ma poi, alla fine, ci sono delle scelte politiche. E la scelta politica è che favorendo questo modello di investimenti, noi creiamo una serie di problemi a un comparto che è già pieno di problemi, questo ce lo dobbiamo dire. Quindi prendiamo atto di questo nuovo modello di intendere la gestione di situazioni di questo tipo da parte dell’Amministrazione comunale, ed è un modello che sinceramente, lo dico per quelle che sono le strutture commerciali della zona, a me preoccupa e immagino preoccuperà anche queste persone. Questo ve lo avevo già detto in Commissione e tenevo a ripeterlo in Consiglio, perché sinceramente non mi aspettavo un atteggiamento di questo genere nei confronti di questo tipo di problematiche. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Consigliere Messuti.
L’ho segnato. Io ho Messuti, Monticelli e Molendini. Lei non parla più? Dopo? Va bene.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Io penso che l’Assessore non creda a questo intervento. Il tono dimesso, la mancanza di qualsivoglia entusiasmo a rappresentare un intervento che dovrebbe essere ritenuto importante per l’Amministrazione, il tono così dimesso io lo capisco. E sapete perché lo capisco? Perché ha difficoltà a rapportarsi con un Consesso come quello di adesso, smentendo tutto quello che è stato detto in precedenza. Perché questo? Perché poi non dobbiamo avere la memoria corta. Qualcuno di noi era presente nella precedente consiliatura e quando si è trattato questo argomento si sono alzati legittimamente gli scudi dell’allora opposizione oggi maggioranza avverso il permesso a costruire che era stato rilasciato per questo intervento senza passare dal Consiglio comunale. Non vedo perché debba passare oggi. Ma questo è un aspetto tecnico. Lei sorride sempre. Secondo me, per quello che avete proposto non doveva passare perché un minimo intervento da un punto di vista dei lavori pubblici non è necessario, quando non supera determinate cifre, farlo transitare dal Consiglio comunale. Però, io non sono un tecnico e quindi, eventualmente, mi affido a quello che lei dice, perché oltre a essere l’Assessore è anche un tecnico. Però, io ricordo e quando non ricordo mi documento: “Lecce città pubblica chiederà la convocazione urgente della Commissione urbanistica per ragioni di natura politica e tecnica. È giusto che un progetto che interviene su un immobile che è parte della memoria di Lecce, fino a pochi anni fa appartenuto alla vita pubblica della comunità, venga spiegato, presentato e illustrato agli amministratori e alla cittadinanza”. Noi ne stiamo parlando qui. La cittadinanza mi pare che di questo nulla sappia. “È giusto che trasformazioni importanti come questa avvengano nella condivisione”. Lei sempre sorride e mi fa piacere, perché evidentemente è allegra.
Carlo, ci vuole rispetto nei confronti di chi parla. Sorridere è irrispettoso, perdonami.
Esattamente. Siccome io sono rispettoso di tutti, sinceramente disagia vedere l’Assessore che ride quando un Consigliere può dire le castronerie più alte e viene irriso. Credimi, forse tu da questa parte ti comporteresti nello stesso modo. Perdonami, Carlo, perché tu sai che io sono molto rispettoso di tutti, nessuno escluso. Consentitemi di continuare a leggere quello che avete dichiarato. “È importante verificare se questo procedimento che, di fatto, prevede una modifica della destinazione d’uso, trasformando un cinema in un edificio a destinazione prevalentemente residenziale non debba incardinarsi su una variante”. Io non lo so. Può darsi che effettivamente avevi ragione, che ci voleva una variante, e concludevi, perché io ti riconosco il lavoro che tu facesti a suo tempo sul contributo straordinario: “E quindi si debba prevedere una decisione del Consiglio comunale per la valutazione dell’interesse pubblico e il pagamento del contributo straordinario”, che fu oggetto di un grande dibattito politico nella precedente consiliatura. E con il tuo contributo fu recepito, tanto che fu applicato per il Palazzo delle Poste e, se non sbaglio, con Villa Ghilardi, Villa Himera. Dico questo perché, effettivamente, è imbarazzante vedere come ci sia stato proprio un cambio repentino di valutazione su quella che è l’idea di città che uno intendeva avere un anno e mezzo fa e con quella idea di città si era presentato agli elettori e ha chiesto il consenso e gli elettori, io devo ritenere, Sindaco, che sono delusi anche lo sa perché? Perché io non li vedo più. Non li vedo più i suoi elettori che venivano qui a battere le mani. Non li vedo più. C’è stata un’interruzione del feeling?
Io ho assistito meravigliato ai primi tre, quattro, cinque Consigli comunali quando c’erano i tifosi. Ogni volta che qualcuno di noi si permetteva, legittimamente, di parlare veniva… Oggi non c’è nessuno. Siamo a luglio, ad agosto, sono impegnati, ma pure nei precedenti Consigli comunali. Quindi, probabilmente, qualcosa è cambiato. Qualcuno avverte la delusione nella scelta che ha portato avanti e lo comprendo, a meno che non ci sia la consapevolezza da parte vostra di dire “abbiamo cambiato idea”. È legittimo. Uno può cambiare idea. Anzi, è un segnale di grande intelligenza dire: “Guardate, forse, effettivamente la situazione era diversa; adesso vogliamo fare questo intervento, vogliamo consentire questo intervento”, che – diciamocela tutta, Sindaco – è un intervento privato. Il privato legittimamente fa i suoi interessi. È giusto. Il privato non è che, eventualmente, può interessarsi della cosa pubblica. Il privato chiede il permesso a costruire per un residence oggi. Ieri erano residenziali, quindi appartamenti. In funzione di che cosa? In funzione di ottenere o di cercare di intercettare – l’ho letto dai giornali – un finanziamento regionale di 9 milioni di euro. Legittimo. Se dovesse intercettare quelle risorse, buon per lui.
Siamo convinti che ciò, che è sicuramente censurabile da un punto di vista politico, è ammissibile da un punto di vista tecnico? L’Assessore, che non sorride più, adesso mi deve dire se nelle zone... Io, eventualmente, prendo atto dall’Assessore e dall’ingegnere, però poi avrò anche la possibilità di valutare il riscontro. Se è consentita l’applicazione del Piano casa sulle zone D5, mi pare, che prevede la demolizione e la ricostruzione riconoscendo il bonus volumetrico del 35 per cento. Io penso che si debba, eventualmente, fare una valutazione attenta, perché lo avete fatto transitare in Consiglio comunale. Se non fosse transitato in Consiglio comunale avremmo dovuto fare una battaglia politica sui giornali. La responsabilità se la sarebbe assunta il dirigente e l’avrebbe portata avanti. Una volta che passa in Consiglio comunale, noi qualcosa la dobbiamo pur dire. No?
Poi chiedo questo. Se effettivamente voi aveste voluto confermare il vostro orientamento politico preelettorale, quindi salvaguardando quello che era il contenitore culturale che ci ha visti crescere un attimino, perché non avete fatto la domanda affinché venga riconosciuto l’interesse culturale da parte della Sovrintendenza? È possibile farlo. È possibile farlo. Lo hanno fatto altri Comuni in situazioni analoghe. Io parlo poco, se so. Sennò mi documento. Altri Comuni hanno interessato su immobili privati... Lei mi ha detto, Assessore, durante la Commissione, che è privato e quindi non possiamo fare niente. È sbagliato. Allora ho capito male io. La Sovrintendenza può essere interessata da un’Amministrazione per il riconoscimento dell’interesse culturale di un bene. Poi sarà la Sovrintendenza, se ritiene che questo immobile sia meritevole della dichiarazione di interesse culturale, a porre un vincolo. Voi non l’avete fatto. Voi vi siete posti al fianco del privato e avete consentito, o intenderete consentire... Io chiedo il ritiro di questa delibera per approfondimenti di natura tecnica.
Quello che c’è – lo ha detto anche il collega Michele Giordano – è un intervento che di per sé... Io questa mattina, Assessore, sono passato proprio da lì e ho visto che lì c’è un alimentari, una salumeria, una macelleria, un fruttivendolo, un panificio. Lei è convinto di fare bene il suo mestiere quando, durante la campagna elettorale, avete detto: “Noi saremo al fianco degli esercizi di vicinato”? Gli esercizi di vicinato automaticamente chiuderanno la saracinesca. Automaticamente. D’accordo.
In definitiva, quello che voi avete portato avanti stride con il messaggio che ha voluto trasferire alla città. È un altro aspetto perché ci sono, nella sua struttura, nel suo Assessorato, poi eventualmente ne parlerà in altra sede, tante domande di interventi che giacciono. Mi ricordo il Presidente Torricelli, correggimi se sbaglio, Antonio: all’epoca facesti un’osservazione di questa fatta. Dicesti: perché non istituiamo un Regolamento sulla cronologia delle domande, qualche cosa? In altra occasione, eventualmente, gliene porrò un altro, di quesito. Quindi, quello che voglio dire è questo: la tempistica con la quale dal 20 maggio al primo giugno, al 2 giugno, il dirigente ha dato il permesso a costruire condizionato all’approvazione del Consiglio comunale per quanto riguarda questi aspetti, evidentemente rappresenta una fretta ingiustificata. C’è il finanziamento che si volatilizza, i fondi della Regione eventualmente vengono indirizzati altrove?
Beh, Sindaco, sinceramente, quando ne abbiamo parlato in Commissione io ero convintissimo che questo punto all’ordine del giorno avrebbe meritato un maggiore approfondimento.
Allora io chiedo, lo chiedo ovviamente alla parte tecnica e ovviamente anche all’Assessore: noi siamo convinti che possiamo autorizzare per le zone D5 una demolizione e una ricostruzione, consentendo un aumento della volumetria del 35 per cento che è assolutamente invasiva? Non parlo della monetizzazione, evitiamo. Ma è possibile? È possibile. Allora, me lo spiega, eventualmente, e lo verifichiamo.
Come? No, io sto facendo una domanda, Sindaco, una domanda che di per sé stesso poi mi convincerà a scriverlo, che è possibile. Cioè, documentalmente io ritengo, ma posso sbagliare, che in una precedente deliberazione del 21 marzo 2017, in cui il Comune veniva… Può darsi, mi posso sbagliare, non sono un tecnico, che recepiva quelli che sono gli indirizzi del Consiglio comunale sull’applicazione del cosiddetto “Piano Casa. Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia e per il miglioramento” riporterebbe che nelle zone omogenee D sono consentiti gli ampliamenti. Posso sbagliare, però convincetemi che io sto sbagliando.
Allora, Sindaco, questo intervento è un intervento ad esclusivo interesse del privato, che comprendo – lo comprendo, eh, il privato fa i suoi interessi –, ma è la migliore soluzione per la città? Nel Piano regolatore che vorrai presentare alla città si sarebbe potuto porre un limite per la realizzazione di questo intervento? Forse sì.
Speaker : PRESIDENTE:
Si avvii alla conclusione, Consigliere. Ha 45 secondi, prego, un minuto, non c’è problema.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
… non siamo al bisturi, Presidente, concludo.
Io le dico questo: per una questione di rispetto nei confronti dei vostri elettori che si sentiranno ingannati e turlupinati da questo provvedimento, forse sarebbe il caso di fermarsi, ritirarlo e vedere se effettivamente questo intervento può essere portatore degli interessi privati, ma anche, eventualmente, è un interesse da parte dell’Amministrazione, possa essere garantito, al di là della piazzetta. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego. Prima di dare la parola al consigliere Messuti, mi ha chiesto di intervenire l’Assessore Miglietta. Prego, Assessore. Dopo? Consigliere Messuti, prego.
Speaker : CONSIGLIERE MESSUTI:
Grazie, Presidente.
Io vorrei trattare in maniera molto sintetica i profili politici che in passato hanno animato la battaglia politica di Carlo Salvemini, sull’importanza culturale del luogo. Avevo qui una rassegna di Lecceprima di anni orsono, laddove appunto veniva evidenziata l’essenza culturale, appunto, di quel contenitore. Voglio pure sorvolare sulla successiva campagna elettorale regionale dell’allora candidato Sindaco Michele Emiliano, che individuò appunto quel sito, quel contenitore, la famosa sagra delle idee, rivendicando all’interno di quel contenitore che si respirava aria di cultura. E voglio passare al dato tecnico: io ho letto la delibera, e l’ho letta attentamente. Leggendola, mi sono posto il problema. E perché è stata portata in Consiglio comunale? Perché, differentemente da quello che ha detto l’amico e collega Bernardo Monticelli, ritengo che l’applicazione del Piano Casa sia una fattispecie appunto compatibile, trattandosi appunto di un intervento residenziale commerciale. Quindi, anche in presenza di una D5, c’è la compatibilità dell’utilizzo dello strumento, se c’è, del Piano Casa.
Poi leggo i giornali e leggo che l’iniziativa privata vola sull’onda forte, sull’onda lunga, ora non ho compreso se di un finanziamento che ha ottenuto, o di un finanziamento che deve ottenere, e quindi di un PIA turismo in relazione alla possibilità di realizzazione dell’intervento: sbaglio, Assessore? Se trattasi di un PIA turismo, siamo in presenza di un finanziamento che non consente questo tipo di intervento, avendo dei connotati e delle modalità di beneficio che non riguardano le fattispecie residenziali.
Mi sono annotato sul cellulare quale tipo di interventi vanno ad essere finanziati. In tutti non è previsto l’intervento sul residenziale, solo sul ricettivo e turistico-ricettivo, sia nella fattispecie di nuova realizzazione, sia nella fattispecie di demolizione e nuova realizzazione. Quindi, l’accezione alberghiera-turistico-ricettiva rappresenta il requisito significativo per poter partecipare ed essere beneficiari del finanziamento del PIA turismo. Se così è, ritengo che questo passaggio in Consiglio comunale, ripeto, se è così è, qui avremo anche l’Assessore alla legalità, che diventa certamente un po’ vile come tentativo di farlo passare in Consiglio comunale, potendo essere quella un’iniziativa procedimentale che poteva non passare dall’Assise e coinvolgere tutti quanti i Consiglieri comunali, che poteva essere affrontata poi dagli uffici, facendone poi le verifiche sia sull’aspetto tecnico-realizzativo e progettuale, sia rispetto a quelle che sono le compatibilità delle risorse economiche volte a sostenere l’intervento.
Però mi si dice che nella delibera viene portata perché si modifica il Piano delle Opere Pubbliche. Non ho mai visto che per un intervento di 85.000 euro vi sia la modifica del Piano delle Opere Pubbliche. Stiamo parlando di un intervento di semplice manutenzione ordinaria, da quello che ricordo, in relazione all’entità dell’importo. Sarebbe bastato mandare la corrispondenza all’Ufficio Urbanistica, all’Ufficio Lavori Pubblici per sapere quale tipo di interventi pubblici, di lavori pubblici siano previsti relativamente alle zone, alle aree interessate. Mi dispiace per l’assenza dell’ingegnere Puce, perché forse avrebbe potuto dire che su quelle zone ci sono degli interventi pubblici che sono riconducibili al project del Massa (project dell’area Massa, che sono previsti a carico del privato sulla viabilità in relazione a via San Lazzaro, via Paisiello, con la compromissione di Piazzetta Congedo). Avrebbe potuto dire che nella convenzione modificata, l’ultima convenzione che è passata è passato in Consiglio comunale, vi è una ridistribuzione del tema della sosta a sostegno del contenitore, del parcheggio dell’area Massa. Sono tutte cose che non compaiono nella interlocuzione tra Ufficio tecnico dell’urbanistica e Ufficio tecnico dei lavori pubblici. Forse sarà stata la celerità del procedimento che il privato ha attivato e che è stato evaso in maniera altrettanto veloce da parte dell’Ufficio amministrativo in maniera straordinaria a far saltare appunto questi passaggi. Però, io invito l’ingegnere Guido a verificare quelli che sono gli interventi pubblici a carico del realizzatore del project sulle zone interessate, che tipo di compromissione avranno gli interventi su Piazzetta Congedo e via Salvatore Grande in relazione… E come si renderanno compatibili questi due interventi.
Lì c’è la modifica del Piano delle opere pubbliche. Qui non si legge. Ci state dicendo che è una procedura prevista dalla legge che, effettivamente, la legge assevera nelle caratteristiche generali. Non ci state dicendo nulla. I fatti essenziali, che tipo di risorse economiche, che tipo di investimento o che tipo di finanziamento i privati hanno ottenuto o devono ottenere per realizzare l’intervento? Questo, se lo sa, ce lo deve dire. Se non lo sa, mi permetto di consigliarla di apprenderne la conoscenza e di verificare la compatibilità degli interventi di lavori pubblici sulle zone interessate rispetto agli interventi che state portando in delibera su Piazzetta Congedo e su via Salvatore Grande. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie. Consigliere Molendini, prego.
Speaker : CONSIGLIERE MOLENDINI:
Grazie, Presidente. Quando ero ai tempi dell’Università ricordo che frequentavo un corso che si chiamava “Esegesi delle fonti del diritto romano”. Ringrazio il collega Bernardo Monticelli che mi riporta all’esegesi, perché ha fatto l’esegesi delle fonti di Lecce città pubblica. Farò la interpretazione autentica in quanto Presidente di Lecce città pubblica all’epoca.
Nel 2016 Lecce città pubblica, l’attuale Sindaco Carlo Salvemini, scrisse, perché hai citato solo una parte dell’intervento, cito testualmente, sta anche ancora sul sito quindi si può leggere: “Da una prima lettura non pare configurarsi come una realizzazione – si riferiva ovviamente all’intervento del 2016 – invasiva, ad esempio, riguardo sia le superfici commerciali che quelle residenziali”. All’epoca fu ripetuto che pareva che potesse configurarsi, c’era il dubbio che potesse configurarsi come un intervento necessitante una variante urbanistica e per valutarne questo profilo si riteneva opportuno che si facesse un passaggio nelle sedi opportune. Quindi, fu chiesta la convocazione di una Commissione che poi si tenne e durante la quale fu valutato questo profilo. Dato che mi sta appassionando questo tema dell’esegesi, l’allora Assessore Martini, Assessore all’urbanistica, disse: “L’edificio e la zona in cui sorge non godono di alcun vincolo e, quindi, si può procedere”.
Quello a cui vi state riferendo, caro Bernardo, sia tu che Gaetano Messuti che in questo momento credo si sia allontanato, è un riferimento alla legge regionale n. 14 del 2009 afferente il Piano Casa; legge regionale che è stata modificata con la legge regionale n. 49 del 2014. Se aveste avuto la pazienza – specialmente Gaetano che l’ha citata – di mettere mano alla legge regionale n. 49 del 2014, che è una legge che, come le precedenti, ha inteso legiferare dando impulso all’attività economica per un periodo limitato di tempo nell’ambito regionale all’attività economica edilizia, quindi via via, con la legge inizialmente del 2009 e con le altre che hanno dato proroga, ha voluto anche ampliare i campi di applicazione. Quindi, la n. 49/2014 ha aggiunto nell’articolo 4, accanto alla definizione “edifici residenziali”, l’ulteriore definizione “e non residenziali”.
Quindi, quello che stiamo andando a discutere, che non riguarda questo profilo, perché stiamo parlando – come abbiamo detto – della variazione del Piano delle opere pubbliche, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno, ma quello di cui stiamo parlando attiene a un progetto che afferisce alla parte “no residenziale”, che quindi beneficia, ai sensi della legge n. 49/2014, degli incrementi volumetrici del Piano casa e che è possibile benefici anche del PIA turismo. Questo è un fatto loro privato, perché è un intervento direzionale commerciale.
Detto questo, voglio anche far rilevare che un’importante novità è, in questo caso, la cosiddetta “monetizzazione” degli standard, cioè l’impossibilità di reperire le aree da cedere a standard; quella di monetizzarlo vede, a differenza del pregresso, un elemento che la differenzia non da poco. Non sono state incassate le somme previste a titolo di monetizzazione tout court e incamerate alle casse del Comune per poi decidere il da farsi, bensì è stato definito l’incameramento di queste somme finalizzato a un obiettivo specifico: la riqualificazione nell’ambito dello stesso quartiere San Lazzaro, dove verranno riqualificati l’area della Piazzetta Congedo, attualmente orfana di quel distributore di benzina e lasciata priva di un progetto vero di riqualificazione, e l’incrocio di via Salvatore Grande, quello che è stato definito come delimitato da quei panettoni in cemento.
L’operazione importante è che si è prescritto alla società di redigere un progetto esecutivo a suo carico e, nella corresponsione di questa monetizzazione, è stato specificamente deciso che queste somme... Non era necessario farlo per legge, perché sarebbe stato pienamente legittimo e conforme alla normativa regionale introitare i corrispettivi della monetizzazione senza doverli specificamente legare all’obiettivo. La novità sta proprio in questo. Noi abbiamo deciso, l’Amministrazione ha deciso – di cui appoggio, ovviamente, l’operato – di assumere queste somme e di destinarle a un progetto di riqualificazione della stessa area ove sorge l’intervento assentito.
Per questi motivi, questo progetto, che già nella passata consiliatura, sotto l’egida di un altro proponente privato, era stato positivamente valutato da un semplice atto dirigenziale (non è andato neanche in Giunta), dalla stessa vostra parte politica era stato riconosciuto come un intervento che non necessitava di valutazione di vincoli, non necessitava di valutazione di varianti. Dalla mia parte politica era stato richiesto che questo aspetto venisse discusso in Commissione, come poi fu fatto. Non sono stati mossi altri rilievi. Vi sfido a trovare una sola parola di rilievo su questo, dal punto di vista urbanistico.
In relazione a quanto detto prima da te e poi da Gaetano Messuti sulla legge regionale del Piano casa, devo dedurre che questa analisi si sia fermata alla legge regionale del 2009 e che, quindi, non abbia tenuto conto di quanto il campo della legge sul Piano casa della Regione Puglia abbia ampliato il contesto degli interventi, riconducendo alla possibilità dell’incremento volumetrico del 35 per cento di tutte le destinazioni, sia quelle residenziali, caro Gaetano, che quelle non residenziali, come modificato dalla legge n. 49/2014.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere.
Prego, consigliere Tondo.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Grazie, Presidente.
Presidente, prima di intervenire sull’argomento, le rinnovo la richiesta di una sistemazione logistica differente. Fisicamente non ci entriamo, qua dentro, lo abbiamo fatto notare già nella seduta precedente, però… Se è possibile, se troviamo una soluzione, visto che mancano tre Consiglieri, oggi. Se per cortesia…
Speaker : PRESIDENTE:
Ha perfettamente ragione. Se nella prossima riunione dei Capigruppo, vediamo di affrontare e di mettervi d’accordo. Ha fatto bene a ricordarlo, ma non dipende da me, eh!
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Io volevo chiedere a lei, Presidente. Faccia come ritiene utile, ma purtroppo se siamo tutti, non c’entriamo.
Speaker : PRESIDENTE:
Siamo d’accordo.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Veramente, nel merito dell’argomento.
Sindaco, mi rivolgo a lei perché in Commissione non abbiamo analizzato bene, diciamo analizzato, io mi aspettavo una discussione un po’ più approfondita però purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di farla, onestamente, all’inizio dei lavori della Commissione io ho posto un problema rispetto alla possibilità che un Assessore possa proporre un atto deliberativo al Consiglio comunale. L’ho posto, lei mi conosce, lo sa, non perché volessi trovare il cavillo, perché onestamente non immaginavo, non credevo che lei quella delibera la conosceva. Quindi, c’è stato tutto un dibattito, pure abbastanza acceso su questo. Ovviamente, le dico che il nostro Statuto non prevede la possibilità, come lei ben sa, ma quando noi abbiamo fatto lo Statuto, si ricorderà, quella possibilità di proporre solo al Sindaco o alla Giunta fu fatta proprio perché in precedenza alcuni atti arrivarono in Consiglio comunale e oggettivamente non erano a conoscenza dei Sindaci. Quindi, l’idea di una delibera proposta non era un puro caso formale, ma era in questo caso sostanziale, perché onestamente questo cambio di pensiero da parte sua mi meravigliava molto.
Le devo dire la verità, perché così come ha detto il consigliere Monticelli, durante la campagna elettorale si sostenevano, indipendentemente dal singolo articolo, Consigliere. Era evidente che l’allora opposizione, e in modo particolare il candidato Sindaco del centrosinistra, erano contrari a quell’intervento, è pacifica, questa cosa. Se ci mettiamo a discutere anche su questo, vuol dire che evidentemente…
Onestamente, non credevo. Nel momento in cui abbiamo chiarito che il Sindaco era a conoscenza di questa delibera, abbiamo continuato la discussione e con garbo abbiamo posto alcuni problemi. Qui entriamo nel merito, invece, della deliberazione stessa. Abbiamo posto alcuni problemi per i quali ci aspettavamo, oggi, io, così come il Consigliere Torricelli, che espressamente le ha richieste in Commissione, alcune risposte su alcuni temi. Il primo tema è l’applicabilità della legge regionale n. 14 e le successive modificazioni che conosciamo benissimo, evidentemente, sul quale nutriamo alcuni dubbi. Guardi, Sindaco, noi, almeno per quanto riguarda il nostro Gruppo, noi ci avviciniamo a questo problema senza pregiudizi, non siamo in modo pregiudiziale contrari alla delibera, non abbiamo questo pregiudizio (il nostro Gruppo, ho detto). Quindi, evidentemente… Però, ci aspettiamo alcune risposte, che siano risposte credibili e che siano sostenute da un punto di vista normativo e che siano sostenute anche da esperienze.
La legge n. 14… Gabriele, a me non appassionano neanche le sfide. In urbanistica certezze non ne ha nessuno, per esperienza te lo dico. L’urbanistica è una cosa così elastica, a volte, che purtroppo lascia molto all’interpretazione della norma, lascia molto all’interpretazione spesso dei giudici, perché grandi cose in urbanistica non sono state mai decise dalle Aule consiliari, Gabriele, sono state sempre decise in altre Aule, te lo posso garantire, questo – purtroppo, devo dire la verità.
Quindi, non ti appassionare in questa materia alle sfide, perché troverai tutto e il contrario di tutto. Nel caso specifico, Sindaco, noi abbiamo la norma regionale che è vero che prevede gli interventi in zone differenti da zone residenziali, o da usi residenziali, secondo così come modificata la legge. Però lo fa solo ed esclusivamente con una destinazione, con delle destinazioni specifiche. Le destinazioni specifiche sono l’uso preesistente, legittimo o legittimato, dice la norma, quindi se è stato condonato o meno e quant’altro; ovvero, l’uso residenziale; ovvero, altri usi consentiti dallo strumento urbanistico. Queste sono le tre destinazioni, Gabriele, che la norma prevede.
Noi stiamo facendo un intervento in zona D5, zona artigianale, direzionale, commerciale, in cui ci sono degli interventi che sono previsti dalla norma. La differenza tra questo progetto e quello precedente è che nella precedente Amministrazione erano previsti appartamenti, erano previste residenze, così come diceva il Consigliere Monticelli. In questa nuova stesura del progetto la differenza è che noi facciamo una struttura ricettiva, perché il residence è regolato dalle norme della legge regionale in materia, come struttura ricettiva.
Qualcuno mi dirà: sì, però il residence a differenza delle altre strutture ricettive (casa vacanza e quant’altro) è assimilato alle residenze.
La giurisprudenza che conosco e i pareri dell’Ufficio tecnico del Comune che conosco, dicono che è vero che sono assimilate, ma nel momento in cui tu fai una trasformazione in cui hai una casa e la trasformi in residence, Assessore. Ma nel momento in cui fai una nuova edificazione, ti devi attenere alle norme dell’F27, non ti puoi attenere a norme diverse dall’F27, perché le strutture ricettive si fanno in zona F27 ricettive (lo strumento urbanistico, le differenze tra assistenziale e ricettiva).
Sostanzialmente, quindi, noi stiamo facendo una demolizione con una ricostruzione ex novo. Mi piacerebbe sapere in quale delle tre categorie, perché secondo un’interpretazione mia, sicuramente valida fino a prova contraria per quanto mi riguarda, l’uso preesistente non lo stiamo facendo, l’uso residenziale non lo stiamo facendo, “ovvero altri usi consentiti dallo strumento urbanistico” non li stiamo facendo. In quale casistica stiamo collocando l’intervento secondo le prescrizioni della legge n. 14, Consigliere? Perché lei è entrato nel merito, a differenza dell’Assessore, che su questo punto non è entrata nel merito.
Se ci date una risposta credibile su questo, noi non abbiamo pregiudizi. L’intervento della precedente Amministrazione ci andava bene “ad uso residenziale”; se su questo piano, su questo tema in modo particolare, non vogliamo affrontare gli altri temi, perché ce ne sarebbero altri, di valore magari meno importante, ma su questo tema, e lo dico, Sindaco – questa volta lo dico a lei, Sindaco – badi bene, della legge n. 14, principalmente le modifiche sono una grande porcheria, e lo dice uno che allo snellimento delle procedure principalmente ci crede e ci crede tantissimo.
Però, la legge n. 14 è stata modificata con un emendamento dell’ultimo minuto, il cosiddetto emendamento Amati, Gabriele, che ha trasformato la legge n. 14 da “residenziale” a usi anche non residenziali. Ovviamente, sto dicendo per quello che si demolisce, non per quello che si realizza, Gabriele, differenzia le due cose, perché adesso stiamo parlando… Mentre le destinazioni sono per l’edificio che costruirai, adesso stiamo parlando dell’edificio che vai a demolire, quindi è allargato anche l’intervento del Piano casa alle zone D e quant’altro, con questo creando un grossissimo problema per la Regione, tant’è che manda le lettere di monitorare, perché non è detto che l’approvazione di questi interventi, più approvazioni possano in qualche modo incidere sugli standard urbanistici previsti dal decreto n. 1444, che comunque noi dobbiamo rispettare. Glielo dico, è vero, che il Piano Regolatore del Comune di Lecce è abbastanza largo e quindi spazi di manovra in questo senso ne abbiamo tantissimi. Però, una verifica degli standard, forse… Siccome non mi risulta che sia soltanto il primo intervento, mi risulta che ce ne siano stati altri interventi di questa natura, forse bisogna iniziarlo a tenere in considerazione. Quindi, prima di approvare interventi… Non penso, devo dire la verità. Però, comunque bisogna non essere superficiali in questo senso. Quindi, una verifica degli standard, forse, non sarebbe male. Però, al netto di questa considerazione, la legge n. 14 prevede queste tre tipologie di intervento: a uso residenziale, a uso preesistente se legittimato, legittimo o legittimato, a usi consentiti dallo strumento urbanistico. Questo è il nodo della questione. In merito alla monetizzazione, la legge, Gabriele, da questo punto di vista è abbastanza chiara, invece, ed ha ragione il consigliere Messuti quando dice che non c’è bisogno di venire in Consiglio comunale. La legge è abbastanza chiara perché, proprio per gli aumenti e per i cambi di destinazione d’uso, prevede di appostare le somme in modo differenziato rispetto agli altri oneri. Mi sono informato e so che l’Ufficio di ragioneria ha provveduto a fare questo, anche se sollecitato dall’Ufficio urbanistica in tempo debito. Ha provveduto a farlo da qualche mese. Perché? Perché non è che si approva il progetto in funzione della piazzetta.
L’Assessore dice: “Abbiamo fatto – e anche tu – questo individuando le piazzette”. No, la legge è molto chiara e dice un’altra cosa. Tu metti da parte tutti i soldi, fai un Piano delle opere pubbliche da finanziare con quelle risorse, perché potrebbero essere più risorse e fare un intervento di 1 milione di euro, magari, e non di 85.000 euro. Però, su questo possiamo discutere, possiamo essere d’accordo.
È una “discussione” – tra virgolette – meramente tecnica, che non mi appassiona. Da un punto di vista squisitamente tecnico-amministrativo e politico dobbiamo capire se questi tipi di interventi…
Sindaco, è evidente che questo non è il primo, ma non sarà neanche l’ultimo. Quindi, dopo di questo, facciamo scuola. Quindi, questa cosa ci arriva dietro dopo un intervento di questa natura. Io avrei approfondito un pochettino di più. Non lo abbiamo fatto in Commissione. Prima del voto, sia io che il Consigliere Torricelli abbiamo chiesto un approfondimento. Ci aspettavamo una relazione prima della seduta del Consiglio comunale, che non ci è arrivata.
Il Consigliere Torricelli ha chiesto espressamente una relazione nel merito sull’applicabilità della legge. Sto dicendo qualcosa in più? No, per carità.
Penso che nel verbale della Commissione ci debba essere scritto questo. Però, comunque, io e lui abbiamo chiesto… Non perché se l’ha chiesto il Consigliere Torricelli è diverso da me, però mi aspettavo una relazione rispetto a quei dubbi che abbiamo sollevato, quindi veramente senza pregiudizio, così come abbiamo manifestato in altre deliberazioni che sono arrivate in Commissione urbanistica. Veramente senza pregiudizio gradiremmo avere una risposta tecnica, credibile, su questo, perché questo ha un’importanza notevole rispetto a quello che potrà avvenire per le politiche urbanistiche della nostra città, e dico “urbanistiche” e non “edilizie” apposta, perché rischiamo di stravolgere…
Speaker : PRESIDENTE:
Si avvii alla conclusione, Consigliere Tondo.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Rischiamo di stravolgere l’equilibrio urbanistico dell’intera città, perché è evidente, insomma, che casi di questi ne potranno arrivare a decine nei prossimi giorni. Ovviamente, ci aspettiamo una risposta prima di decidere su come comportarci per il voto.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Battista, poi Patti e Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE BATTISTA:
Con riferimento a questo progetto che l’Amministrazione intende perseguire, pregherei questa Assise di essere molto più semplici, più chiari nei confronti soprattutto dei nostri concittadini, perché questi dobbiamo metterli nelle condizioni di comprendere quello che oggi stiamo autorizzando o potenzialmente concedendo.
È inutile parlare di leggi, articoli, di strutture ricettive, residenziali. La verità qui è una, signor Sindaco. Precedentemente la vecchia Amministrazione parlava di un progetto residenziale. Oggi questa nuova Amministrazione parla di un progetto di struttura ricettiva. Ma come? Voi avete sempre fatto una battaglia, ieri, perché non si potesse distruggere quel contenitore culturale che rappresenta nella nostra città l’ex cinema Santa Lucia. Oggi improvvisamente sembra che nulla possa toccare la sensibilità nell’interesse culturale della nostra città. Sembra, oggi, che voi rappresentiate la destra di ieri e noi, invece, coerentemente manteniamo la nostra linea del passato. Io vorrei comprendere questo cambiamento che questa Amministrazione, che ieri era contraria a questo progetto, vorrei comprendere dall’Assessore, dal Sindaco, dal Vice Sindaco cos’è che vi ha portato a questo profondo cambiamento. Vorrei comprendere i motivi.
Pensiamo, poi, signor Assessore, Sindaco, alle conseguenze che le strutture commerciali subiranno da questa nuova realizzazione di struttura ricettiva. Vi rendete conto che voi, che avete fatto sempre battaglie per i lavoratori, per incentivare le piccole attività dei rioni, oggi intendete fare delle nuove piccole Coop in questa città? Ma veramente? Ma stiamo scherzando? Vice Sindaco, c’è poco da ridere. Lei dovrebbe essere serio davanti a certe affermazioni.
Le persone devono sapere che oggi voi rappresentate un cambiamento che esprime un’inversione di marcia rispetto a tutto ciò che in passato avete sostenuto. Questo è innegabile. Vi prego di redimervi da questa iniziativa e di annullare questo progetto, che sarà, secondo me, oltretutto una débâcle per tutte le attività commerciali che nella zona già oggi fanno tanto per continuare a sopravvivere.
Lei, Assessore, come al solito sorride, ma arriverà il giorno in cui quel sorriso lo perderà, quando i commercianti la additeranno dicendo che lei ha contribuito alla chiusura di tante piccole attività in quella zona.
Benissimo. Io le auguro di sorridere sempre, ma non in queste circostanze. Questa è un’Assise di un’Amministrazione comunale, dove si parla di cose serie. Il sorriso, quando si parla di cose serie, bisogna metterlo da parte. Qui bisogna essere seri.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere Battista.
Consigliere Patti. Poi Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE PATTI:
Grazie, Presidente.
Solo una battuta. Il sorriso ha portato bene e mi auguro e auguro a questa Amministrazione di non perderlo mai, perché è così, non in senso di scherno, ma in senso, mi lasci passare il termine, di leggerezza, nel non prendersi troppo sul serio forse si riescono ad affrontare meglio i problemi della gente.
Io non sono un tecnico, Assessore e colleghi Consiglieri, però mi limito a fare un ragionamento di principio. Ragionando sul principio mi accorgo subito, mi balza agli occhi subito l’articolo 41. Lo so, il Consigliere Battista ci ha invitato a non citare articoli. L’articolo 41 della Costituzione ci ricorda che l’iniziativa privata è libera. Quando sento il Consigliere Monticelli che commenta l’atteggiamento dell’Assessore Miglietta, dicendo “lei non ci crede, lei è disinteressata”, consigliere Monticelli, io rivendico questo. Quest’essere disinteressato per me è motivo di garanzia, per me è motivo di serenità ed è per questo che il sorriso…
Assolutamente, però consentimi la battuta. È per questo che anche il sorriso va colto per quello che è.
Dicevo, mi limito a fare un ragionamento di principio, perché, non essendo un tecnico, non riesco a spingermi oltre, non ho competenze in materia. Però, abbiamo la Costituzione che ci accoglie tutti e che dice che l’iniziativa economica privata è libera. Poi abbiamo, per dire dell’ex Assessore, dalle parole citate prima dal nostro collega Gabriele Molendini, un bene privato non vincolato. Poi abbiamo una legge regionale. Se in Italia e nella nostra Repubblica vige lo stato di diritto, e quindi vige una gerarchia delle fonti, dobbiamo necessariamente conformarci, una legge regionale. E in questo quadro, aggiungo, da non tecnico, mi correggerà l’Assessore se sbaglio, uno strumento urbanistico del 1989.
Sarò telegrafico, però su alcune cose dobbiamo fare chiarezza. A beneficio dei cittadini io non ho cambiato idea sebbene le idee citate prima non fossero state pronunciate da me. Io sono convinto che la grande distribuzione nuoce gravemente al piccolo commercio. Però, il primo profilo di chiarezza, va fatto, Consigliere Battista, nel non dire che l’Amministrazione intende perseguire un simile progetto, perché non è così. Il progetto è privato e ha la sua tutela giuridica nelle facoltà concesse ai privati. Noi, sia io che lei, e l’Assessore naturalmente, rispondiamo alla legge. A mio parere, modestissimo, se il quadro normativo è quello, se il quadro normativo è quello, esporsi in maniera diversa o meglio assumere provvedimenti differenti può – dico “può” perché non sono un tecnico urbanista e capisco che la materia è molto complessa – esporci a situazioni di altro tipo, non ultimo i contenziosi, ad esempio, perché se io ho un diritto e posso rivendicarlo non mi fermerò di certo davanti a un ente locale che nega un diritto mio, quindi una violazione di un interesse legittimo in questo caso.
Ripeto, non si tratta, a mio parere di un cambio di idea, perché così, posso assicurarvi, non è. Si tratta, però, di un profondo rispetto delle Istituzioni, rispetto al quale sia noi che voi siamo chiamati. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Rotundo e poi Valente.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Voglio dire ai colleghi che stiamo sovrapponendo piani diversi della nostra discussione. Molti degli interventi omettono di dire che noi abbiamo una competenza limitata come Consiglio comunale, nel senso che, a guardare l’atto deliberativo, il Consiglio comunale, in maniera dettagliata, non c’è nessun riferimento a competenze che non sono nostre.
Io però voglio dire – tornerò su questo – che molte delle cose che qui ho sentito non sono credibili per una semplice ragione. Perché noi abbiamo un permesso a costruire che ha la data dell’8 luglio 2016. Il permesso a costruire dell’8 luglio 2016, caro collega Luciano Battista, prevedeva già che 580 metri erano commerciali. Ha ragione Tondo quando dice che c’è la variante riferita a residenziale e non residenziale, ma con riferimento specifico alle preoccupazioni dei commercianti sareste stati più credibili se allora lo aveste detto al dirigente che rilasciava il permesso a costruire. Perché sempre di questo parliamo.
Il progetto è una variante e il permesso a costruire che gli uffici rilasceranno... Perché io non sono qui per fare una discussione da azzeccagarbugli, in cui tutti ci inventiamo urbanisti, avvocati, specialisti. Non compete a noi. Compete al dirigente dire che c’è la conformità. Io posso essere un contadino. Io sono un Consigliere comunale e non ho questo dovere. Io capisco la volontà di opporvi. Vi fa andare su un terreno che esula dai contenuti dell’atto deliberativo.
Io penso che il Consiglio comunale aveva, caro Angelo Tondo, uno spazio. Intanto, contesto che la legge sia stata modificata a colpi di singoli emendamenti. C’è un volume di qualche migliaio di pagine sull’iter di questa legge in questi otto anni. Sono ripetute leggi attraverso cui il Consiglio regionale è intervenuto. Non siamo davanti, quindi, ad un blitz, a qualcosa di momentaneo. Siamo davanti ad una discussione del Consiglio regionale. Però il Consiglio regionale ha dato a noi ripetutamente la possibilità di intervenire.
La legge originaria, quella del 2009, dava ai Consigli comunali sessanta giorni. La legge iniziale, quella del 2009, diceva: “I Comuni, con deliberazione del Consiglio comunale da adottare entro il termine di sessanta giorni, a pena di decadenza, possono disporre motivatamente”. Per cui, caro Luciano Battista e colleghi, noi avevamo la possibilità di escludere parti di territorio comunale dall’applicazione di questa legge. Il Consiglio comunale, già dal 2009, quando il legislatore regionale ha detto “per incentivare l’imprenditoria edilizia, noi diamo una spinta”, poi ha detto “i Consigli comunali entro sessanta giorni possono, con atti del Consiglio comunale”. Quindi, noi avremmo potuto intervenire proprio in relazione alle caratteristiche storico-culturali, morfologiche, paesaggistiche e funzionali. Saremmo potuti intervenire sulle perimetrazioni di ambiti territoriali nei quali “gli interventi previsti dalla presente legge possono essere subordinati a specifiche limitazioni o prescrizioni”, ma avremmo dovuto farlo con atto di indirizzo del Consiglio comunale.
Bravo! Lo abbiamo fatto. Lo abbiamo fatto nel 2009, il Consiglio comunale. Lo abbiamo fatto perché, come sapete, l’ultima legge che interviene è la n. 28 del 2016, che, sostanzialmente, abroga il passaggio che io ho citato: “entro sessanta giorni i Comuni, a pena di decadenza, possono” lo cancella. Quindi, dà a noi… Il Consiglio comunale di Lecce interviene a marzo del 2017, quindi da poco, quando il dirigente aveva già dato il “la” l’8 luglio 2016 al permesso a costruire. Quindi, il Consiglio comunale, a maggioranza di centrodestra, avrebbe ben potuto dire che quella parte del territorio era tolta. Lì non si interveniva con demolizioni e nuove costruzioni. E non l’ha fatto. Ecco perché io considero per davvero un tentativo maldestro quello di tentare andando a ritroso di prendere dichiarazioni, di attribuire. Non c’è nessuna dichiarazione in contraddizione con niente, perché gli atti deliberativi stanno lì e ben avrebbero potuto introdurre elementi di modifica.
Io lo voglio dire chiaramente.
Questa non è una proposta della maggioranza di centrosinistra o della maggioranza Salvemini-Delli Noci. Questo non è un punto programmatico della maggioranza per cui chiedete conto alla maggioranza. E mi sorprende che da quella parte venga un’obiezione di questo tipo. C’è un libero imprenditore o liberi imprenditori che presentano un progetto sul quale progetto noi non abbiamo neanche competenza. Noi non abbiamo neanche competenza, come dimostra il precedente permesso a costruire che non è passato dal Consiglio comunale. Un elemento di innovazione, che è quello di legare la monetizzazione al contesto urbano, al quartiere dove interviene quella modifica, da elemento positivo diventa un elemento che viene criticato e attaccato, perché noi questo approviamo. Anzi, io sarei persino, lo dico per renderla così più nitida, di togliere quel rilascio al permesso a costruire del punto 5, cioè di fermarci solo “a dare mandato al dirigente del settore programmazione e gestione del territorio di provvedere ai successivi adempimenti in merito alla firma dell’atto di cui al punto 4” e di togliere il riferimento al rilascio del permesso a costruire, perché noi siamo davanti ad un atto di questo tipo e quindi il tentativo di voler sovrapporre competenze di natura gestionale, entrando in contraddizione evidente con atti che proprio da questo punto di vista, gestionale, erano stati adottati già due anni fa, io lo trovo per davvero incomprensibile ed inaccettabile. Quindi, da questo punto di vista io penso che oggi una diversa determinazione sarebbe come voler contrastare che cosa? Avremmo potuto farlo, se l’Amministrazione comunale dell’epoca avesse manifestato la volontà di dire “Quella è un’area intensa, quell’area voglio salvarla”.
Io ho cercato di approfondire e l’altra possibilità che noi avevamo era quella di acquisirlo al patrimonio pubblico. Al di là di queste due strade, non abbiamo possibilità. Zero, residua zero oggi. A meno che non pensiamo che rispetto alla libera imprenditoria noi possiamo passare a carro armato contra legem. Ma questo è un altro discorso.
Noi avevamo due possibilità: o con la delibera di indirizzo del Consiglio comunale porre lì un vincolo e un limite in quella parte del territorio oppure decidere perché, come dice qualcuno, è un elemento identitario, di destinare, di acquisire a patrimonio. Ma siccome non è stato fatto, non è stata fatta nessuna di quelle scelte, oggi penso che il Consiglio comunale non abbia possibilità alcuna di fare la scelta che, secondo noi, è la più coerente, ovvero quella di dire che l’intervento che verrà autorizzato dal dirigente, avendo la monetizzazione, procurando 85.000 euro, leghiamo quegli 85.000 euro a migliorare Piazzetta Congedo e l’incrocio Foscarini, sempre di quel quartiere.
Speaker : CONSIGLIERE NUZZACI:
Grazie, Consigliere Rotundo.
La parola al Consigliere Valente.
Speaker : CONSIGLIERE VALENTE:
Grazie, Presidente.
Per carità, non voglio castrare il dibattito politico su questa faccenda, però sinceramente parlare un’ora di una delibera di 85.000 euro per sistemare delle piazzette, soldi rivenienti da un intervento di demolizione e ricostruzione di un immobile che, a mio avviso, e mi sembra confermato anche dagli uffici, non ha alcun valore, mi sembra quasi stucchevole.
Abbiamo parlato di tutto e il contrario di tutto. Si è partiti da una difesa del contenitore, che non ha assolutamente, ritengo, alcun valore, se non un valore affettivo per chi, magari, è stato lì sulle sedie verdi di legno dell’Arena o ha visto gli ultimi film all’interno del cinema Santa Lucia. Si è passato, poi, alla difesa dei commercianti. Si è pensato di dire che non è colpa dell’Amministrazione, ma sono i dirigenti che hanno fatto questo. Si sta parlando di leggi. Si sono intersecate discussioni sulle leggi.
Alla fine, sostanzialmente, penso siano ben altri gli scempi che si stanno compiendo all’interno di questa città, che non il riportare, il riqualificare un immobile che, altrimenti, tra quindici anni sarebbe completamente deperito e lasciato abbandonato, atteso il fatto che comunque è un’iniziativa privata e che, come tale, a mio avviso, va rispettata, al netto di eventuali interventi della Sovrintendenza che lo dovesse ritenere un bene prezioso. Non penso, perché forse non ha nemmeno cinquant’anni quel bene. Quindi, non dovrebbe nemmeno d’ufficio rientrare.
Dico che altri sono gli scempi perché vorrei ricordare che un altro cinema, l’Ariston, è stato trasformato in una sala Bingo. Penso sia ben più grave e nessuno ha fatto la levata di scudi di oggi, nessuno ha fatto la levata di scudi su quello che poi si sarebbe di lì a poco abbattuto, con il Governo che sta intervenendo e stoppando la pubblicità sul gioco d’azzardo. Alla fine, si sta creando il problema della ludopatia e siamo anche noi responsabili, perché nel centro della città abbiamo una sala Bingo. Nessuno a suo tempo, nel 2001, ha fatto tutta questa levata di scudi. Abbiamo tolto un importante immobile che era destinato, anche quello, alla cultura con cinema e teatro, l’Ariston e il cinema Fiamma sottoposto, e nessuno ha fatto niente. Nel 2001, a settembre, è diventato una sala Bingo. Tutti contenti. Come siamo belli. E oggi stiamo parlando qui di ludopatia e di un intervento del Governo.
Poi vorrei citare anche l’istituto Margherita, che è del 1400. Sta a cento metri da qui e sta cadendo. Noi dovevamo fare una Commissione itinerante e non è stato possibile. È nei beni del Comune e nessuna Amministrazione, né la precedente né quest’altra, sta trovando il sistema per intervenire e preservare quasi 8.000 metri quadri di un importante bene architettonico.
L’altro scempio, visto che si parla della zona di San Lazzaro, è l’ex caserma Massa. L’altro giorno una nostra senatrice è intervenuta, Margherita Corrado, in qualità di membro della Commissione cultura del Senato. Stiamo provando a difendere i commercianti. Vi rammento che a cento metri di là sorgerà un importante centro commerciale. Quindi, chi difende i commercianti dovrebbe rendersi conto che è stato anche autore del... Non c’è nessun centro commerciale? Un centro direzionale? Che cosa ci sarà? Un centro direzionale.
Stiamo, comunque, intervenendo su una zona archeologica del 1500, che forse andava riqualificata e non creati migliaia di metri cubi di cemento nel centro città. Forse sarebbe stato opportuno, una volta scoperta la parte archeologica, intervenire in tal senso. Capisco la fame di parcheggi che c’è, però solitamente i parcheggi si tendono a fare all’esterno della città, atteso che a breve si aprirà – ci auguriamo tutti – il parcheggio ex Enel, che comunque serve il centro della città.
A tal proposito, quindi accomuno anche le due Amministrazioni, vorrei dire che l’Amministrazione attuale sta portando avanti questo progetto dell’ex caserma Massa. Vorrei leggervi che cosa scriveva nel 2017 la dottoressa Paola Tagliente sulla rivista Archeomafie: “Il caso Leccese – parliamo dell’ex caserma Massa – è diventato paradigmatico di un certo malcostume. Tutto nasce da una grave inadempienza comunale nella fase di progettazione preliminare”. Questo perché? Perché si dava colpa alla Sovrintendenza dei rallentamenti. Proprio di base parte una gestione, non so, a questo punto, a livello anche amministrativo, della progettazione.
Se dobbiamo essere i difensori della cultura della città, si partisse intanto dall’ex caserma Massa, che insieme all’ex IPAB, all’istituto Margherita, sono due monumenti che, a mio avviso, dovrebbero essere tutelati. Magari, si eviterebbe di fare delle discussioni che, alla fine, non portano a niente. Oggi stiamo discutendo soltanto della riqualificazione di un’area che, dal punto di vista architettonico e culturale, ha ben poco da essere valorizzata.
Grazie.
Speaker : CONSIGLIERE NUZZACI:
Grazie, Consigliere Valente.
La parola al Consigliere Torricelli.
Speaker : CONSIGLIERE TORRICELLI:
A dire la verità, quando sono entrato in questo Consiglio comunale – oggi, ovviamente – avevo deciso di non intervenire, ma come fa solitamente, perché ci prova gusto, il consigliere Tondo, mi tira per la giacchetta. Quindi, ho l’obbligo, quantomeno personale e umano, di precisare alcune cose e confermarne altre.
Partiamo dall’ultimo intervento, quello del consigliere Valente. Fino ad un certo punto, diciamo a metà, il suo intervento l’ho condiviso integralmente. Poi anche lui, però, è entrato nel vortice, non si è lasciato sfuggire il tema politico di fondo. Anche lui ci ha messo dentro Margherita, Massa. Sicuramente avremo bisogno di discutere sulla progettualità complessiva urbanistica di questa città. L’appuntamento lo avremo con il PUG, penso, prima o poi.
La precisazione che devo fare riguarda l’intervento dell’amico Tondo. Anch’io mi sono associato alla richiesta di una relazione. È sfuggito un passaggio al Consigliere Tondo. Io la relazione la chiedevo in funzione della delibera che oggi è oggetto di valutazione, cioè alla monetizzazione. Per quel poco di esperienza che ho e che ho maturato per tanti anni in questa sala, sapevo e so che le competenze... Tu lo sai per averlo discusso con me tante volte. Io sono un maniaco del rispetto delle competenze, anche quando il dirigente, l’ex dirigente del settore urbanistico, con un permesso a costruire ed esclusivamente attività dirigenziale, approvò la variante del Palazzo delle Poste.
È vero, quando cambiano le maggioranze, lo si voglia o no, si finisce per lambire il percorso del gioco dei ruoli. Per cui, tutto quello che ieri era possibile oggi è impossibile. Guardandoci, però, negli occhi, sgombriamo il campo intanto da un equivoco. Non vorrei che questa sala o questo Consiglio comunale finisse per dare lauree honoris causa.
L’Assessore Miglietta ha presentato, penso convinta, questo progetto. Non è come sostiene, bontà sua. L’ha guardata negli occhi: “Lei lo sta presentando così”. Ecco perché la laurea in psicologia non te la riconosco. Tu hai ben altre professionalità. Io potrei dire, invece, perché è il risultato di una mia valutazione ascoltando e anche leggendo in qualche intervento, in quasi tutti gli interventi dell’opposizione che neanche voi avete troppa voglia di opporvi a questo progetto. Non state facendo il muro contro muro. Qualcuno se ne è andato. Perché sapete benissimo, lo avete insegnato voi a noi, che quando c’è un’attività privata che presenta un progetto rispettando le norme non può essere un Consigliere comunale a dire “sì” o “no” alla voglia imprenditoriale di provarsi in una progettualità e in un investimento, perché quella competenza è dell’attuale dirigente dell’Ufficio urbanistico che ha già detto, e lo scrive nella delibera, che con determina dirigenziale si propone o approva il permesso a costruire dopo “a condizione che”.
Io su questo ho espresso le mie perplessità.
Prima. Riconoscerete la mia coerenza, io ho sempre fatto una battaglia, insieme anche a Carlo e a tutta l’opposizione, contro la monetizzazione tout court. L’ho sempre fatta, perché sono partito da un presupposto logico di esperienze in altri Comuni. La monetizzazione prevista dalla 1440 e poi dalle norme successive è un’eccezione alla regola delle cessioni delle superfici. L’augurio che io mi faccio, e lo dico con molta franchezza, con la stessa coerenza che spero abbia contraddistinto la mia azione politica, è la monetizzazione che oggi il Consiglio comunale è chiamato a deliberare, sulla cui procedura direi una fesseria se dicessi che non ho qualche perplessità. Però, poi, riflettendoci ho detto: “Tutt’al più, se viene investito il Consiglio comunale, forse risponde a quella famosa logica della maggiore consapevolezza, dell’apertura, della trasparenza, della partecipazione, perché personalmente penso che nessun Consiglio comunale possa prendere atto di una decisione che spetta al dirigente o, comunque, la delibera va fatta in modo tale che non ci sia scritto “si prende atto”.
Il Consiglio comunale, tra le tante competenze che ha, non ha questa. Però, capisco pure che c’è la necessità di ragionare e discutere, ma non sul permesso a costruire. Chiariamolo una volta per tutte. Ha ragione il Consigliere Valente, abbiamo perduto due ore di tempo e, tra l’altro, abbiamo subito delle lezioni politiche sulla volontà di questa Amministrazione di aprire centri commerciali per rovinare il piccolo commercio.
Signori miei, ma vi siete dimenticati che avete approvato un Piano di valorizzazione degli immobili comunali che prevede una valorizzazione di 1.800.000 metri cubi di terreni ed immobili? 1.800.000 metri cubi in più per direzionale e commerciale soprattutto. E voi state venendo qui a fare una lezione a noi che abbiamo fatto sempre e da sempre questo ragionamento, caro Consigliere Tondo, sugli standard? Ricordatevi ogni tanto che purtroppo sugli standard non possiamo intervenire perché il Piano regolatore generale, che fu approvato a suo tempo, prevede un dimensionamento di una città di 115.000 abitanti e noi siamo 95.000 abitanti. Quindi, di standard ne abbiamo a profusione.
Sono le ragioni che hanno, in maniera premiale, durante o poco prima della campagna elettorale, permesso all’opposizione o alla ex opposizione di a quel Piano urbanistico generale che prevede un dimensionamento di 130.000 abitanti. Ancora non abbiamo concluso, non abbiamo chiuso il circuito urbanistico edilizio del vecchio Piano regolatore generale e abbiamo già immaginato un PUG per 130.000 abitanti.
A livello nazionale, mi insegni, caro Fabio, si discute del tasso di natalità in questo Paese. Per cui, è difficile immaginare che nel 2025, come prevedeva quel Piano, questa città possa avere 120.000 abitanti e poi, dopo cinque anni, 130.000.
Quindi, caro Consigliere e amico Monticelli, evitiamo le lezioni di parte di volta in volta: per 500 metri quadrati, come ha detto, che sono previsti al piano terra per destinazione commerciale, stiamo rivoluzionando i mercati di questa città, il piccolo commercio di questa città! Fate ridere i polli, per essere molto chiari.
Io ho posto un altro problema, che è quello a cui io penso si possa arrivare anche ad una riflessione, nel senso che sulla monetizzazione noi abbiamo sempre detto, lo abbiamo affermato più volte, che quando il privato presenta un progetto è evidente che preferisce monetizzare.
La vecchia Amministrazione, le vecchie Amministrazioni, in vent’anni ce l’hanno dimostrato abbondantemente. Non c’è stato un progetto approvato in questo Consiglio comunale che non abbia previsto la monetizzazione. Non ce n’è stato uno. Si è sempre prevista la monetizzazione, con la solita generica frase utilizzata dal privato che non riescono ad individuare o a reperire aree da cedere. Qual è l’eccezione che ho sempre formulato e che spero e mi auguro possa essere nel futuro presa in considerazione? Quando il privato chiede la monetizzazione con una dichiarazione molto generica, basta vederla, come hanno sempre fatto, peraltro, ed è legittimo da parte del proprietario, perché fa i suoi interessi, non è il proprietario che decide di trasformare in monetizzazione le aree da cedere, è il Comune che lo decide. Non posso deciderlo io Consiglio comunale, come è previsto da quest’atto deliberativo, perché non ho nessuna competenza a legittimare la richiesta del privato. Quella competenza ce l’ha il dirigente dell’Ufficio urbanistico che, con relazione appropriata, deve dire che sono vere le ragioni addotte. Anch’io ho studiato il progetto e non riesco a vedere che ci possano essere aree reperibili da cedere nella dimensione di 580 metri quadrati. Questo è il punto della situazione che io voglio porre all’attenzione del Consiglio comunale, perché questa monetizzazione è relativa: 580 metri quadrati. Come anche il valore.
Non spendo due parole per dire che è interesse di quel privato monetizzare per 85.000 euro 580 metri quadrati in Piazza San Lazzaro.
Voglio ricordare a tutti che un magistrato, perché il Comune ha espropriato 2.000 metri quadrati per realizzare la Piazza di Settelacquare, non un edificio, Piazza di Settelacquare, abbiamo espropriato 2.000 metri quadrati e un magistrato ha dato, dopo un contenzioso, un valore a quei 2.000 metri quadrati, nella allora disperata periferia della 167, di 450.000 euro. Al Comune di Lecce è toccato sborsare 650.000 euro, perché erano passati nel frattempo dieci anni. Quindi, capite bene che anche sui valori, che non dipendono dai calcoli e dai criteri di oggi, dipendono da alcune valutazioni che sono state fatte nel passato quando il Consigliere Tondo ricorderà abbiamo più o meno monetizzato o scambiato, stabilendone i valori, lotto zero e gli oneri di urbanizzazione con quell’immobile piccolino che c’è, dove oggi ballano, e una pista che è assolutamente impraticabile ed è rimasta abbandonata a se stessa.
Da quei valori partono, forse, un po’ di ingiustizie che riguardano soprattutto l’interesse del Comune e non l’interesse privato. Forse andrebbero rivisti, perché sono assolutamente sproporzionati a danno del Comune, allora a beneficio del privato.
Il problema che io ho posto, e mi dispiace non averlo potuto ulteriormente discutere... Come mi ha detto l’Assessore, questo è un problema che riguarda il dirigente. Io al dirigente devo dire, ma non al dirigente Maurizio Guido, bensì al dirigente dell’urbanistica, dopo vent’anni di utilizzo smisurato della monetizzazione al posto della cessione delle aree dovute per legge e soltanto eccezionalmente monetizzabili, che nel momento in cui il Comune accetta la proposta del privato deve – il Comune – dimostrare che non ci sono aree cedibili in rapporto alla proposta. Non basta una generica affermazione...
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, si avvii alla conclusione, per favore.
Speaker : CONSIGLIERE TORRICELLI:
Questo è l’intendimento. Quindi, nessuna voglia...
Io sapevo benissimo che la 28 prevede all’articolo 4, con le modifiche che apportano alla legge precedente del 2009, la possibilità di demolizione e ricostruzione con il 35 per cento.
Certo, Assessore. Se si fa riferimento ai princìpi che devono regolare le decisioni, vi è anche da sottolineare il fatto che è vero che la legge prevede demolizione e ricostruzione con quella modifica, con il 35 per cento, quindi la cessione delle aree, ma è anche vero che la delibera del 2017, in presenza già della 28... Il Consiglio comunale ha deliberato. Quel locale è D3, non è D5. Quello è D3. Catastalmente è D3. Catastalmente è D3. Quelle aree è evidente che sono state prese in considerazione dalla volontà del Consiglio comunale.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, la prego. Devo essere imparziale. Si avvii alla conclusione.
Speaker : CONSIGLIERE TORRICELLI:
Quella delibera ha previsto la sola applicazione dell’articolo 3, quindi dell’aumento. Siccome la legge prevale sulla regolamentazione, almeno per quanto riguarda i privati, del Comune, quel permesso a costruire è legittimamente concesso.
Io ho posto solo un problema, che vuole essere di inizio di discussione per quanto riguarda la considerazione della monetizzazione, che non possiamo noi, nuova Amministrazione, considerare come regola costante, come hanno fatto le Amministrazioni...
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Consigliera Spagnolo. Poi Lorenzo Ria.
Speaker : CONSIGLIERE SPAGNOLO:
Sarò brevissima. Grazie, Presidente.
Mi premeva intervenire perché anche nella mia Commissione abbiamo trattato tutta quella zona più volte. Come sappiamo bene, sono previsti in tutta questa zona degli interventi di recupero che la renderanno sicuramente diversa, più fruibile e sicuramente più bella per la nostra città.
Credo che questa proposta, di cui oggi l’Assessore Miglietta ha relazionato, secondo me senza nessuna tristezza, Consigliere Cuggiò, anzi con dettagli, di urbanistica condivisa tra pubblico e privato, non potrà fare altro che migliorare – come dicevo prima – quella zona.
Voglio rassicurare anche per quanto riguarda l’atteggiamento del piccolo commercio che esiste lì in zona. Io sono andata a fare un giro, ho parlato con i commercianti: sono molto contenti – ho anche avuto modo di dirlo allo stesso Assessore – e non vedono l’ora che la piazzetta finalmente si riqualifichi, perché, come bene lei ha sottolineato, tutto si può dire fuorché una piazzetta quella Piazzetta Congedo, e anche l’incrocio che verrà finalmente rivisto e risistemato di via Salvatore Grande. Loro non aspettano altro che essere coinvolti per poter dare nuova speranza anche a quella zona di città e che si sia lanciato anche un ponte, come spesso succede a zone che vengono marginalizzate verso il centro, per poter avere nuove funzioni urbane anche per zone che, appunto, rimangono sopite, marginalizzate, anche se centralissime. Stiamo parlando di una zona della città, la zona San Lazzaro, che è a un passo sia dal centro storico che da Piazza Mazzini. Lì sapete bene – come è stato già ricordato – che abbiamo il Palazzo delle Poste, abbiamo la caserma Massa, la stessa chiesetta di Santa Lucia. Ci sono una serie di interventi che veramente potranno cambiare l’aspetto di quella zona della città e fare in modo che ci siano fruizioni e funzioni diverse che hanno, secondo me, molta pregnanza all’interno della città. Gli stessi cittadini lo vogliono, perché sono stanchi di vedere zone della città così centrali lasciate al degrado.
Credo che si debbano accogliere determinati interventi con predisposizione benevola, nel senso che un miglioramento della città... Ho sentito troppi interventi negativi su questo tipo di riqualificazione. Io, lo sapete, sono abbastanza convinta che si debba andare in questa direzione: riqualificare la città, renderla fruibile e fare in modo che vecchie strutture non cedano al degrado assoluto, ma vengano recuperate e valorizzate, e che le due cose debbano andare nello stesso senso. Quindi, non soltanto centro storico, ma anche zone limitrofe al centro cittadino più moderno e al centro storico che possano rendere la nostra città sempre migliore.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Onorevole Ria, prego.
Speaker : CONSIGLIERE RIA:
Grazie, Presidente.
Io ho chiesto la parola semplicemente per illustrare l’emendamento presentato da me e da Antonio Rotundo, un emendamento che, in qualche modo, rende anche visibile l’impostazione che noi come Gruppo, come maggioranza, credo, abbiamo voluto dare a questa discussione, una discussione che si è sviluppata ed è andata avanti su due livelli. Naturalmente, nessuno di noi può limitare, impedire, strozzare il dibattito. Per cui, quando si discute in Consiglio comunale, lei lo sa, io sono stato sempre dell’avviso che bisogna dare spazio e quanto più spazio possibile.
In effetti, la delibera che è stata sottoposta alla nostra approvazione, liberata e sfrondata da tutto il resto, è una delibera finalizzata a stabilire che, con i proventi derivanti dalla monetizzazione dell’intervento, per l’impossibilità per il privato di reperire gli standard urbanistici, con quella monetizzazione noi stiamo realizzando due interventi piccoli (quelle sono le somme che stanno entrando), ma due interventi che, come ha detto sia in Commissione sia in Aula l’Assessore Miglietta, servono a riqualificare quella parte della città.
Due livelli di discussione. Per la verità, la discussione del Consigliere Tondo è partita in Commissione, se vogliamo anche con uno scontro, su una questione che poi è stata superata. La questione che tu hai posto all’inizio, addirittura, era quella che l’Assessore non poteva proporre la deliberazione.
Non può, addirittura. Proprio perché si insiste su questo, io vorrei semplicemente dire, ma naturalmente nessuno ha la pretesa in queste cose di dire la verità, che se lo Statuto dice che la delibera può essere proposta – mi rivolgo, in questo caso, alla Segretaria – dal Sindaco, dalla Giunta o da un singolo Consigliere, nel potere di delega – è sufficiente consultare anche cose minime dal punto di vista della legislazione, del diritto degli enti locali – nel potere di delega c’è il trasferimento di atti o dell’esercizio di funzioni di competenza del delegante. A me sembra una cosa così scontata, eppure, rispetto alla discussione, rispetto a come è nata la discussione, su questo all’inizio ci eravamo scontrati, pur avendo io chiarito in Commissione che la delibera comunque non sarebbe stata votata perché non c’era la firma dell’Assessore, non c’era la firma del dirigente e che avremmo rinviato ad una seduta successiva l’esame e il voto sulla delibera. Detto questo, ci tenevo a dirlo anche per un chiarimento, anche in Commissione è stata posta la questione relativa all’applicabilità della legge n. 14, alla conformità allo strumento urbanistico ed è stata anche posta la questione da ultimo sollevata da Torricelli circa la monetizzazione possibile o non possibile o se l’Amministrazione debba o non debba accettare tout-court la richiesta fatta dal privato o se non debba, invece, valutare in ordine alla stessa richiesta.
Mi appassionavano molto le questioni legate al diritto, soprattutto il diritto urbanistico, è stata questa un po’ la mia attività dal punto di vista professionale. Però, nella mia esperienza di amministratore mi sono sforzato sempre di tenere distinte, anche prima dei decreti Bassanini, le competenze e le funzioni gestionali da quelle di indirizzo politico. Qui la gran parte delle cose che sono state dette riguardano la gestione, riguardano addirittura il rilascio di un permesso a costruire.
Chiediamoci quanti permessi – naturalmente non lo chiedo nemmeno al dirigente che non mi saprebbe dare una risposta – sono stati rilasciati dal 2009 ad oggi sulla base della legge cosiddetta “Della Casa”. Forse centinaia. Quanti permessi a costruire vengono rilasciati, ahimè non tantissimi, stante ancora la crisi, quanti permessi a costruire vengono rilasciati e naturalmente è il dirigente e chi rilascia il permesso a costruire che stabilisce la conformità o meno allo strumento urbanistico. Anche, non lo so, se vogliamo, concessioni o permessi a costruire di maggiore rilevanza, ma non è questo, perché anche per un semplice piccolo ampliamento o sopraelevazione il dirigente è tenuto a verificare la compatibilità. Ma tutto questo attiene e riguarda la gestione, non quella che è la funzione propria del Consiglio comunale, che è quella dell’indirizzo politico. In questo caso l’indirizzo qual è? Un indirizzo su cui, se vogliamo, si è voluto minimizzare, si è voluto dire “di questo si tratta”, di un piccolo intervento. È un segnale che la Giunta, l’Assessore, l’Amministrazione, il Sindaco hanno voluto dare, cioè di utilizzare, di finalizzare, come ho detto prima, gli oneri versati per questo intervento a riqualificare quella zona.
Da quello che io ho potuto capire, è un cambio di impostazione che noi salutiamo con favore. Vengo all’emendamento. Come dicevo prima, l’intervento del collega Rotundo era chiaro: noi dobbiamo occuparci di quella che è la competenza del Consiglio. Come noi rafforziamo questa impostazione? La rafforziamo espungendo dal punto 5 della parte dispositiva, dove diamo mandato…
Noi nella parte deliberativa prendiamo atto della dichiarazione del richiedente di non poter cedere le aree a standard, di ritenere quell’introito, di finalizzarlo “a”, quindi di accogliere questa richiesta, di approvare lo schema di convenzione, perché tutto questo è disciplinato da una convenzione che, come Consiglio, siamo competenti ad approvare e diamo mandato al dirigente di provvedere ai successivi adempimenti in merito alla firma dell’atto di cui al punto 4, che è, appunto, la convenzione che deve essere sottoscritta. Ma noi non diamo mandato al dirigente per il rilascio del permesso di costruire, non solo perché è stato già rilasciato, sia pure a condizione il permesso a costruire, ma perché il Consiglio comunale mai e poi mai avrebbe la competenza a rilasciare il permesso a costruire, ma mai e poi mai avrebbe la competenza a dare mandato al dirigente di rilasciare il permesso a costruire.
Naturalmente, invece, inseriamo, pure qui, io andrei anche oltre quello che mi sembra Monticelli ha detto, o Messuti, se non sbaglio, cioè che il Piano delle opere pubbliche quando si tratta di interventi… Lui ha parlato di interventi minimi, io aggiungo che la vecchia normativa diceva che sotto i 100.000 euro non si modifica il Piano delle opere pubbliche. Io aggiungo e vado anche oltre. La nuova legge del Codice degli appalti o Codice dei contratti, recentissima, ha addirittura abrogato la norma – segretaria, mi corregga se sbaglio – della legge comunale e provinciale che dice che tra gli allegati al bilancio c’è anche il Piano delle opere pubbliche. È stata eliminata. Quindi, anche da quel punto di vista noi manteniamo la variazione al bilancio, così come è stata qui prevista da questa delibera e ci limitiamo a fare solo questo, cioè quello per il quale è competente il Consiglio comunale.
Scusami, ho concluso. Vorrei soltanto dare lettura dell’emendamento, ma vedo che è stato già distribuito: al punto 5 eliminiamo la parte di dare mandato e al rilascio del permesso di costruire, perché noi non diamo mandato a nessuno a rilasciare il permesso a costruire.
Speaker : CONSIGLIERE MONTICELLI CUGGIÒ:
Volevo soltanto rilasciare questa dichiarazione. Io sono assolutamente contrario, però purtroppo non posso partecipare perché alle 19 avevo un altro appuntamento.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Monticelli.
Abbiamo consegnato un primo emendamento a firma di Lorenzo Ria e di Antonio Rotundo, che è stato anche illustrato nell’intervento. Abbiamo un secondo emendamento a firma del Consigliere Molendini.
Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Solo per precisare qual è il senso dell’emendamento che adesso verrà presentato, che fa tesoro delle sacrosante osservazioni che sono state poste dal Consigliere Torricelli e che io perfettamente condivido, totalmente condivido, perché è un principio di trasparenza della delibera.
Nel momento in cui il privato proponente dichiara l’inesistenza di aree da cedere a standard, l’atto deliberativo deve essere accompagnato da un asseveramento o un’attestazione del dirigente del settore urbanistico, perché altrimenti sembrerebbe, forse in assoluta inconsapevolezza, che le scelte riguardo il ricorso alla monetizzazione siano una facoltà concessa al privato e non una necessità laddove il dirigente lo determina.
Il senso dell’emendamento è questo ed è perfettamente coerente alle cose che sono state precisate e che riguardano anche scelte e battaglie politiche del passato. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Sindaco. Il secondo emendamento l’avete ricevuto? Perché il Consigliere Molendini vuole dire due parole. Prima di dare la parola al Governo, vuole dire qualcosa?
Speaker : CONSIGLIERE MOLENDINI:
L’ha già illustrato il Sindaco.
Speaker : PRESIDENTE:
Perfetto. Ci sono interventi per il primo e per il secondo emendamento? No.
L’Assessore Miglietta aveva chiesto la parola.
Speaker : ASSESSORE RITA MIGLIETTA:
Sinteticamente perché il dibattito ha già evidenziato domande e risposte. Intanto questo procedimento parte a dicembre e non a maggio. Seconda cosa, l’immobile non ha nessuna tutela perché ha perso qualsiasi elemento di interesse storico-architettonico, perché, ribadisco, è stato sventrato.
Immagino che tutti voi abbiate frequentato l’edificio e possiate avere memoria di qual è lo stato.
L’immobile è dismesso dal 2013. Lo spirito della legge è quello di evitare che immobili dismessi occupino porzioni di città per troppo tempo.
Altra questione è stata sollevata relativamente ai due progetti che non sarebbero coerenti con il programma delle opere pubbliche dell’Amministrazione.
Il progetto è stato trasmesso all’Ufficio lavori pubblici, Settore traffico, e ha ottenuto parere favorevole. D’altra parte, non interferisce in nessun modo con il progetto di Piazza Tito Schipa. Non interferisce in alcun modo. Non interferisce in nessun modo.
C’è poi un principio che vorrei affermare, che ritengo molto importante e che sta nel cuore della delibera. È stato citato da Lorenzo Ria, dall’onorevole Rotundo, da Antonio Torricelli, da Gabriele Molendini e anche da Pierpaolo Patti, attraversato in parte dal Consigliere Tondo. Il programma delle opere pubbliche non può essere il programma delle opere faraoniche, poche, ma importanti opere. Il programma delle opere pubbliche di un’Amministrazione comunale a un certo punto deve iniziare ad occuparsi della città più minuta, degli spazi che comunque fanno parte della vita quotidiana delle comunità dei quartieri. Questa è una città che si è concentrata su grandi previsioni di opere pubbliche e di progetti distraendosi sul fatto che abbiamo interpretato per troppo tempo lo spazio pubblico come un manto stradale senza neanche attrezzarlo di marciapiedi. Questo incide molto sulla libertà di spostamento, che è un diritto delle persone. Non voglio enfatizzarlo. Voglio, però, trasferire quanto un progetto di una piazza chiamata “la piazzetta” e la sistemazione di un incrocio può favorire il miglioramento della qualità della vita dei residenti e la rigenerazione commerciale.
Quindi, lo spirito con il quale l’Amministrazione ha inteso proporre al Consiglio comunale l’approvazione di questi due progetti, incidendo nel programma delle opere pubbliche, perché questo è l’oggetto della delibera, era lo spirito di incidere nel progetto della città pubblica. Non ci sono altre questioni in ballo sull’oggetto della delibera.
Sulla interpretazione della normativa, è vero, l’urbanistica è interpretazione. Prima di tutto è un fatto politico l’urbanistica, oltre che giuridico. Il Consiglio comunale deve esprimersi anche sulla base di una valutazione politica. In questo caso, la valutazione politica è stata quella di non disperdere questa monetizzazione senza individuare, lì dove era possibile subito, una progettazione pubblica. È stato fatto riferimento al fatto che la legge prevede di accantonare gli oneri per grandi interventi. Io non so in quale articolo la legge regionale prevede questo. Al contrario, invece, la legge regionale sul Piano casa prevede che annualmente le Amministrazioni comunali rendicontino alla Regione Puglia gli effetti del Piano casa, cosa che non è stata mai fatta e che per la prima volta stiamo facendo adesso. Portare una delibera in Consiglio comunale, quindi condividendo con l’Aula, con la massima istituzione dell’Amministrazione, un’opera pubblica ci è sembrato il modo più adeguato per rendicontare gli impatti del Piano casa, anche perché spesso si tratta di piccoli ampliamenti, non di demolizioni e ricostruzioni. I piccoli ampliamenti si monetizzano perché gli spazi a cedere sarebbero talmente piccoli... Parliamo di poche decine di metri quadri.
Quando, invece, la monetizzazione può avere un impatto positivo sulla città – ribadisco, una piazza di 1.500 metri quadri non sarà una grande opera, ma è uno spazio importante per il quartiere – è giusto valutarne la fattibilità all’interno del piano delle opere pubbliche.
Adesso c’è una valutazione su come nel tempo l’Amministrazione comunale, negli ultimi vent’anni, ha interpretato lo standard. Lo ha interpretato male. Lo ha snaturato. Lo ha reso incapace di rafforzare le attività commerciali, le relazioni fisiche tra le persone. Ci sono quartieri interi nei quali gli spazi pubblici sono diventati spazi condominiali, nei quali le strade si chiudono perché non definiscono una maglia viaria adeguata.
Pertanto, è giusto riflettere sugli impatti della legge del Piano casa. È un invito che colgo, Consigliere Tondo, ma le assicuro che invertire la rotta di una traiettoria che velocemente ha, invece, favorito il Piano casa, senza mai porsi il tema degli impatti, come invece stiamo facendo adesso, non è facile.
Non dico nulla sulla corretta interpretazione della normativa e sulla corretta interpretazione della norma, anche del PRG. La delibera del 2017 si riferisce alle aree residenziali delle D, non in senso lato alla D5 e alla D3. Si riferisce espressamente all’ampliamento consentito nelle aree D. Non dice che non è ammessa. D3 e D5 lì dove c’è la residenza, ma non dice che non è ammessa la demolizione e la ricostruzione.
Gli uffici sono a disposizione anche per rispondere alla corretta interpretazione del residence come residenza. Il residence non è un albergo. È un’attività ricettiva, ma non è un albergo ed è assimilabile alla residenza, ai sensi...
Comunque, gli uffici sono qui per rispondere.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Assessore.
Prego, dottor Guido.
Speaker : INGEGNERE GUIDO:
Volevo confermare che l’intervento è un intervento di demolizione e ricostruzione in area D. È stato approvato in base alla legge n. 14/2009, il cosiddetto “Piano casa”. Quindi, si rilascia semplicemente con permesso di costruire.
Per quanto riguarda la destinazione d’uso risultante, è quella residenziale. Il Piano casa prevedeva che si potesse fare anche tutto residenziale. L’intervento proposto riguarda esclusivamente il residenziale. Il residenziale è equiparato, comunque, all’interno con la legge regionale n. 11/99. I residence sono ricompresi all’interno della legge n. 11/99 come destinazione residenziale.
Per cui, da questo punto di vista, è stato approvato in base a questa normativa.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, dottor Guido.
Vorrei rammentare ai dirigenti che è vero che siete di supporto al Governo, però vorrei gentilmente... Sennò io l’avrei superato. Non me ne ero accorta.
Credo che possiamo passare alla votazione dei due emendamenti, prima di votare l’intera delibera.
Se non ci sono dichiarazioni di voto... Chi sta parlando?
Prima gli emendamenti e poi la delibera comprensiva degli emendamenti, Consigliere Tondo.
Possiamo votare o avete dichiarazioni di voto?
Emendamento a firma dell’onorevole Rotundo e Lorenzo Ria. Prego di procedere al voto.
Consiglieri, vi prego. Consigliera De Benedetto, la prego di prendere la sua postazione per il voto.
Lo so, ma è meglio per l’ordine. Altrimenti non ci troviamo con le votazioni.
Consiglieri Tondo, Monosi e Guido. Tondo. Non mi piace questa cosa, Consigliere. Vi prego di mantenere le postazioni e vi prego di non sostituirvi ad altri Consiglieri, anche se presenti, nel voto. Non perché non mi fido, ma per correttezza dei lavori.
Consigliere Tondo, voti. Operazione conclusa. Prego.
Presenti 23, favorevoli 18, astenuti 4, contrari 1.
Il primo emendamento è passato.
Secondo emendamento a firma del consigliere Molendini. Prego. Consiglieri Tondo, Monosi, Guido, Molendini, Torricelli, Spagnolo. Guido? Operazione conclusa.
Presenti 23, favorevoli 17, astenuti 6, nessuno contrario.
Anche il secondo emendamento è passato.
Passiamo alla votazione della delibera. Dichiarazioni di voto. Ci sono dichiarazioni di voto in merito alla delibera comprensiva degli emendamenti?
Prego, Consigliere Tondo. Poi, Fragola.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Inizio dal Consigliere Torricelli. Sarò breve. Non sono lungo come il Consigliere Torricelli.
Speaker : PRESIDENTE:
Vi prego, attenetevi alla dichiarazione di voto.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Sarò telegrafico, Presidente.
Il Consigliere Torricelli ha detto una cosa giusta, che noi non abbiamo fatto opposizione. Per quanto ci riguarda, il nostro Gruppo non è contrario all’intervento, Consigliere Torricelli. Assolutamente non è contrario all’intervento. D’altronde, l’abbiamo consentito nella precedente Amministrazione.
Tutti gli interventi fatti da me e dai colleghi in questo senso sono andati a richiedere la giusta interpretazione della norma. Io l’ho fatto, Assessore, nella consapevolezza che, indipendentemente dall’intervento in questione, questa delibera può avere degli effetti notevoli nel prosieguo dell’attività amministrativa del Comune di Lecce, perché è uno dei casi particolari che evidentemente si possono…
Il Consigliere Torricelli ha ragione quando dice che noi non stiamo facendo opposizione. Non siamo contrari all’intervento, siamo contrari al modo in cui si sta arrivando a questa deliberazione. Ritornerò successivamente sull’altra cosa, invece, che non condivido del Consigliere Torricelli.
Consigliere Rotundo, lei ha approfondito, ma non abbastanza. Lo dico con molta franchezza, perché le competenze del Consiglio comunale sono di indirizzo, ma principalmente sono di controllo. Mi dispiace per lei che ha detto che le competenze sono soltanto d’indirizzo. Le competenze del Consiglio comunale sono di indirizzo, ma principalmente di controllo. Quindi, il fatto che sia di competenza del dirigente non esclude in questo caso. Tant’è che, come ha detto il Consigliere Messuti…
No, l’obbligo di controllo ce l’ha in questa sede. Tu sei organo di controllo individualmente. Sei organo di controllo sia individualmente, da Consigliere comunale, sia come Consiglio comunale.
Anche su questa delibera. Non sul permesso a costruire, su questa delibera. Però, siccome uno degli atti presupposti a questa delibera è il permesso a costruire, non puoi tu immaginare che non svolgi un’attività di controllo, anche perché ormai la discussione è di dominio pubblico, non è una cosa tra privati.
Consigliere Rotundo, oltre a questo, che non ha compreso bene quali sono le competenze di ogni singolo Consigliere comunale e del Consiglio comunale stesso, non ha compreso neanche un’altra cosa, che la differenza tra il primo progetto e il secondo progetto è sostanziale. Non è una differenza di poco conto, perché le finalità del Piano Casa sono quelle di realizzare case.
Noi qui stiamo facendo una struttura ricettiva. Non ha approfondito neanche l’iter legislativo della Regione Puglia, perché si sarebbe accorto, così come le ho detto, che l’emendamento di applicare la norma anche alle destinazioni non residenziali è l’emendamento fatto all’ultimo momento dal Consigliere Amati. Però, non è organico alla stesura della legge, tant’è che proprio sull’emendamento, se lei leggerà con attenzione la legge, si accorgerà che ci sono molte contraddizioni nella legge stessa, che evidentemente non riguardano il nostro Piano.
Io non mi sono posto il problema del pregio e del valore identitario. Io avrei fatto cose diverse, Consigliere Rotundo, l’ha detto lei. Io avrei fatto cose diverse, perché quell’immobile…
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Tondo, le ricordo che sono cinque minuti per dichiarazione di voto.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Ho finito, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE:
Volevo solo ricordarlo.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Le ricordo che non abbiamo fatto le dichiarazioni di voto anche sugli emendamenti. Indipendentemente da questo, il pregio, Consigliere Rotundo, l’immobile è l’unica architettura razionalista che c’è nella nostra città, l’unico elemento di architettura razionalista. È identitario, perché tutti hanno identificato il quartiere San Lazzaro con il cinema Santa Lucia. Io non mi sono avventurato, si è avventurato lei. Io avrei fatto cose diverse. Io avrei mantenuto in qualche modo gli elementi architettonici dell’immobile esistente e la ristrutturazione avremmo visto come organizzarla. L’abbiamo fatto altre volte, l’abbiamo fatto in quest’Aula, l’abbiamo fatto altre volte, mantenendo gli elementi di pregio. Però, l’ha detto lei. Se è convinto che non è di pregio, io la sfiderei, a questo punto, ha ragione il Consigliere Gabriele, la sfiderei a chiedere il parere della Sovraintendenza. Però, mi riguarda poco e non lo faccio.
Mi riguarda poco anche l’intervento e le considerazioni… Non per essere irrispettoso, Assessore, ma perché le condivido. Alla fine, il fatto di avere…
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, le ha dato due minuti in più.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Alla fine, il fatto di aver individuato le piazzette non era una cosa pregiudizievole rispetto alla valutazione della delibera, Assessore. Lei ha fatto tutto un intervento su quello. Siamo d’accordo. Sulle piazzette da 85.000 euro io non ho detto nulla. Ho detto soltanto che le risorse devono essere mantenute differenti dalle altre risorse rinvenienti da oneri.
Le monetizzazioni, Consigliere…
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Consigliere. Non mi piace spegnere il microfono, però…
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Ho capito, però…
Speaker : PRESIDENTE:
Ma io non posso essere discrezionale a seconda dell’argomento, della tipologia o di chi parla. Lo sappiamo tutti.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Se mi fa finire, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE:
Un minuto e completi.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Per quanto riguarda la monetizzazione è differente la monetizzazione rinveniente dalle varianti urbanistiche da quelle del Piano Casa, perché ha ragione il Sindaco quando dice “se c’è l’attestazione che non ci sono aree da parte del dirigente, non c’è bisogno che venga in Consiglio comunale la delibera”. Quindi, ha ragione il Sindaco.
Su quello, invece, che non mi è stato risposto o perlomeno mi è stata data una risposta telegrafica da parte del dirigente, e io avrei gradito, Sindaco, un approfondimento maggiore, perché di questo ne vale il futuro delle politiche urbanistiche della città, e richiamo l’attenzione rispetto a questo punto, se noi prevediamo…
Ingegnere Guido, ci sono istruttorie fatte dall’Ufficio tecnico che identificano…
Speaker : PRESIDENTE:
Per cortesia. La prego. Grazie.
Consigliere Fragola. Poi Monosi e Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE FRAGOLA:
Grazie, Presidente.
Il mio intervento sarà velocissimo, sarà una semplice dichiarazione di voto. Avrei voluto fare un intervento prima, ma ho rinunciato.
Ero presente nel 2013 quando chiuse il cinema Santa Lucia. Ero presente facendo un flash mob per rilanciare quello che doveva essere un progetto culturale per la città. Oggi sono qui in qualità di Consigliere comunale e voterò convintamente a favore del progetto, perché ritengo che ridare a quella zona di città una riqualificazione, una propria identità, quindi ridare uno spazio che possa essere vissuto dai residenti e dai commercianti... È vero quello che ha detto la Consigliera Angela Maria Spagnolo. Anch’io ho avuto modo di interloquire con i commercianti della zona. Sono tutti molto contenti di quello che si farà.
Quindi, assolutamente non possiamo tirarci indietro ad un progetto che vuole dare bellezza ad un luogo che oggi è un luogo abbandonato, è un luogo che possiamo definire, forse, un semplice parcheggio selvaggio.
Ribadisco il voto favorevole del movimento Andare Oltre. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE:
Non posso darle la parola perché per il suo Gruppo ha già parlato il Consigliere Tondo.
Va bene.
Prego.
Lo so. Va bene.
Consigliere Rotundo.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Non so da quale cattedra il professor Tondo dà lezioni non so di che cosa. La delibera, così come è stata migliorata dagli emendamenti, davvero non vi dà nessun appiglio, se non di essere una forza, al di là del teatrino, puramente oppositiva.
Vedete, quello che hanno detto adesso Fragola e Angela Maria Spagnolo noi lo abbiamo verificato. Siamo andati sul territorio, siamo andati nel quartiere. Quindi, quello che dice Tondo è nella sua testa. La gente del quartiere non la sente come identitaria. D’altro canto, caro Angelo Tondo, che facevi tu a febbraio dell’anno scorso, quando avete approvato la delibera e quando potevi...
Quando potevi alzarti e dire le corbellerie che hai detto oggi, che quella è una...
Che quella è una struttura identitaria...
Speaker : PRESIDENTE:
Non vi interrompete. Prego.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Tutto possiamo fare, anche una battaglia politica, però dobbiamo avere l’onestà intellettuale di non cambiare le carte in tavola. Voi avevate la possibilità, in Consiglio comunale, di escludere parti del territorio proprio per le caratteristiche storico-culturali. Non lo avete fatto. Non lo avete fatto e un anno prima c’era stato il rilascio del permesso a costruire.
Quindi, oggi, quello che dice Tondo non succedeva neanche in Unione Sovietica, quando la politica soverchiava le scelte di natura gestionale. Siccome il TUEL lo conosco a memoria, so bene che il Consiglio comunale ha compiti di controllo, ma non il controllo che dici tu. No. L’articolo 41 dice: “Il Consiglio è l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo” non dell’atto di permesso a costruire del dirigente. Di che cosa state parlando?
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Tondo, la prego di stare calmo. Consigliere Tondo.
Speaker : CONSIGLIERE ROTUNDO:
Dopo la replica dell’opposizione, abbiamo una ragione in più per votare positivamente.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere Rotundo, le dichiarazioni di voto non sono un contro-ribattere. Per cortesia.
Abbiamo altre dichiarazioni di voto? Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Grazie, Presidente.
Grazie, Consiglieri, per il contributo che avete dato al dibattito. Come sempre, ascolto in religioso silenzio le lezioni di politica, coerenza, credibilità e competenza che vengono espresse da chi, poi, non ha neanche la pazienza e la serietà di rimanere in Aula ad ascoltare il dibattito conclusivo, i chiarimenti del capo dell’Amministrazione e il voto finale dell’Aula.
È singolare, e questo rafforza le osservazioni del Consigliere Valente, che ci si sia impegnati oltre quattro ore su un provvedimento che aveva lo scopo di riportare all’interno della massima Assise cittadina, il Consiglio comunale, un progetto che si sarebbe potuto rilasciare con semplice permesso a costruire. Per quelle ragioni di coerenza che avete voluto richiamare, lo abbiamo voluto condividere, per le ragioni che ci spinsero allora a pretendere altrettanto dalla precedente Amministrazione. Evidenziare, partendo dalla significatività del luogo e dalla memoria civica, quello che si stava andando a fare. La delibera di oggi ha questo obiettivo: spiegare alla città, al Consiglio comunale e, da domani, alla comunità, dopo la delibera che licenzieremo, cosa andremo a fare, cosa si andrà a fare per la parte privata. A noi interessa spiegare cosa si andrà a fare per la parte pubblica.
Vedo che siete molto attenti a verificare se il mio consenso, quello dell’Amministrazione, è in calo. Siete preoccupati addirittura di suggerirmi provvedimenti che possano mettermi in difficoltà con il mio elettorato. Siamo a un capolavoro della argomentazione politica. Ho dovuto ascoltare Consiglieri di minoranza che si dicevano preoccupati che questo provvedimento avrebbe determinato un voltafaccia dei miei elettori e che, quindi, partendo da questa premessa, avrei dovuto ritirarlo. Credo, a ragione, che qualcuno preferisca uscire dall’Aula piuttosto che ascoltare la replica del Sindaco.
Sono state fatte anche delle dichiarazioni leggere in quest’Aula. Io vi invito a pesare le parole quando si insinuano eventuali ombre sul procedimento e sui tempi di rilascio e di predisposizione delle delibere. Fate molta attenzione a quello che dite. Questa Amministrazione non teme alcun confronto sulla battaglia della legalità.
Lo sto riferendo. L’ha detto qualche Consigliere di minoranza. Non ha nessun timore a difendere il principio di legalità. Nessuno. Chi parla di ombre si assuma le responsabilità di quello che deve dire.
Speaker : PRESIDENTE:
La prego. Il Sindaco ascolta tutti in silenzio. Vi prego, nel rispetto non solo dei ruoli, di avere l’accortezza di stare in silenzio. Non è la prima volta.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Sono stato quattro ore e mezzo. Ora non mi si può impedire di rispondere partendo dal presupposto di chi c’è in Aula, chi non c’è, chi ha avuto la pazienza e la sensibilità di rimanere e, invece, chi ha preferito proferire dichiarazioni e uscire.
Speaker : PRESIDENTE:
Per favore.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Consentirai che, quando si adombra la legittimità di un procedimento, il capo dell’Amministrazione possa anche alzare il tono della propria voce per difenderne la trasparenza e la linearità.
Non mi sfugge l’osservazione che viene fatta riguardo un precedente che si costituisce.
A me sorprende che dopo 20 anni di gestione del Piano Regolatore a botta di varianti, dove si è dato seguito a operazioni di riqualificazione urbana che hanno fortemente sacrificato l’idea dello spazio pubblico, di fronte a provvedimenti che sono andati in variante di destinazione d’uso e che erano stati predisposti addirittura con rilascio di permesso a costruire senza previsione regolamentare della determinazione del cosiddetto plusvalore che fu quest’Aula a predisporre e a imporre, si adombri il rischio che si inneschi uno stravolgimento della pianificazione urbana di questa città.
A me sinceramente sorprende. Lo raccolgo come osservazione, perché a me sta a cuore come sta a cuore a questa Amministrazione che Lecce si sviluppi con una pianificazione che sia sostenibile, che sia coerente con i propri obiettivi e che recuperi l’idea della cosiddetta città pubblica, il principio della definizione dei cosiddetti standard comuni di qualità della vita. Sarebbe altrettanto forte che questa raccomandazione tenesse conto anche di un bilancio che ci è consegnato, che probabilmente su questi argomenti sconta qualche deficit.
Io sono quindi pienamente convinto che questo provvedimento così come impostato dovesse venire all’attenzione dell’Aula per le ragioni che sono state ribadite, riconosciute e confermate dagli interventi. Chi si impegna a voler evidenziare contraddizioni e incoerenze del sottoscritto per innescare meccanismi di confronto polemico, l’invito è di farlo bene, il proprio lavoro. Se cioè si vuole andare alla consultazione sulle fonti digitali (Google on line, o il sito carlosalvemini.it) per vedere “cosa ha detto sul Santa Lucia, vediamo se riusciamo a…”. Sul Santa Lucia ci sono dichiarazioni in cui io sostenevo che era doveroso per l’Amministrazione comunicare al Consiglio comunale l’intervento che si andava facendo; d’altra parte ritenevo, avendo partecipato anch’io a quel flash mob che richiamava Massimo Fragola, che l’Amministrazione pubblica, pur dolendosi –o la comunità civica – della chiusura di un’ulteriore sala, non poteva che prendere atto di una tendenza generale di chiusura progressiva delle sale cinematografiche in Italia, e non poteva in alcun modo impedire la volontà di un soggetto privato non più in condizioni di poterne garantire l’apertura, salvo volersi sostituire ad essa, acquistandolo.
È la storia triste di una esperienza imprenditoriale che si conclude, ma naturalmente non si può non prendere atto che questa è la realtà.
Mi si è detto anche che questo intervento è addirittura incoerente con il patto che ho siglato con la cittadinanza riguardo le previsioni di sviluppo commerciale. È stato ribadito e richiamato: il volume dei 580 metri quadri circa rientra in una M1, quindi non sottoposta a programmazione, ma è singolare che questa cosa mi venga rimproverata quando l’Amministrazione che si insedia sta lavorando per rimediare a un colpevole ritardo, alla redazione del documento strategico del commercio che si sarebbe dovuto predisporre in allineamento al piano urbanistico generale che si voleva far adottare dal Consiglio comunale, ed è singolare che si parli di possibile stravolgimento del tessuto commerciale del quartiere a fronte di 12.500 metri quadri autorizzati in eccesso rispetto al piano delle medie strutture di vendita dell’amministrazione Poli che ne prevedeva 25.000 – e ne sono state autorizzate 37.000.
Io allora vorrei che ci confrontassimo sui dati di realtà. Poi, vogliamo fare la ricostruzione caricaturale di quello che si dice o non si dice? Discutiamo di questo, chiedeteci “a che punto sta il documento strategico del commercio, Sindaco?”. Lo porteremo presto alla discussione e ad un primo esame in Consiglio comunale, e lì si coglierà, partendo dai dati che sono oggi acquisiti, quale deve essere l’indirizzo che l’Amministrazione dovrà perseguire specificatamente alla tutela del cosiddetto esercizio di vicinato, o esercizio di prossimità, proprio in considerazione di quella necessità di rianimazione dei quartieri, che diventa un elemento imprescindibile della vita della nostra comunità.
Quindi, vi ringrazio nuovamente per la passione che comunque avete manifestato su un provvedimento che si poteva anche licenziare con minore vigore polemico. Evidentemente c’erano ragioni che ne giustificavano anche alcuni eccessi che si sono consumati. Adesso approviamolo, andiamo avanti e grazie per l’attenzione.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Sindaco.
Mi spiace… Come no? Mi dica.
Per fatto personale? Però la prego di rimanere nei tempi, Consigliere Tondo.
Le do la parola. Prego.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Lei, Sindaco, ha detto che è stato accusato di stravolgere le destinazioni urbanistiche. Sindaco, siccome è l’unica cosa che ritengo di aver detto io, le altre non colgo… Perché poi bisogna capire: il Consigliere Torricelli dice che non facciamo opposizione, lei dice che abbiamo fatto eccessi, io dico che non siamo contrari all’intervento, perché questa è stata la mia dichiarazione di voto, però voteremo contro perché abbiamo chiesto delle delucidazioni che nel merito dell’applicazione della legge non ci sono state date. Per questo votiamo contro, non perché siamo contro l’intervento, Sindaco.
Il fatto personale è che lei ha ritenuto che l’intervento mio rispetto allo stravolgimento degli standard urbanistici… Non ritengo che con questa delibera si stravolgano gli standard urbanistici, non ho detto questo, Sindaco. Ho detto che questa delibera potrà essere la prima delibera che con un’interpretazione di questa natura rispetto alle strutture ricettive e rispetto alle strutture residenziali, con l’assimilazione, perché alcuni pareri dell’Ufficio tecnico – abbiamo il motivo, il perché… Hanno detto che è assimilabile, nel senso che se c’è una residenza, può essere trasformata la struttura ricettiva, ma se c’è una nuova edificazione, quella deve essere fatta su zona F27 perché gli standard sono differenti, Sindaco. Ecco perché rispetto a questo io continuo a chiedere all’Amministrazione un approfondimento.
Tra l’altro, Sindaco, c’è pure una sentenza del TAR che dice che l’Amministrazione ha ragione su questa interpretazione, a dire che la nuova edificazione di residence – residence, non residenze – debba andare su zona F27 e non debba andare su altre tipologie. Quindi, glielo dico per dovere. Non era mia indicazione dire che questa delibera, stiamo parlando di uno spillo, sostanzialmente, stravolge gli standard urbanistici della città, assolutamente. Però può essere una prima delibera, Sindaco, che apre una strada a tutte le zone D5, a tutte le zone D3, a tutte le altre zone con destinazione diversa dalla residenza – a tutte le destinazioni diverse dalla residenza – a realizzare trasformazioni urbanistiche. Questa è la mia paura, e rimane, perché non mi è stata chiarita.
Assessore, se fosse stata chiarita questa mia perplessità mi sarei posto anche nell’atto deliberativo in modo differente.
Speaker : PRESIDENTE:
Consigliere, si avvii a conclusione, perché più che fatto personale, la sua è una difesa della minoranza e di coloro che sono andati via…
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Assolutamente, rispetto le parole del Sindaco e il Sindaco sa benissimo le battaglie che abbiamo fatto insieme sul plusvalore, mi deve dare atto che come Presidente della Commissione Urbanistica abbiamo fatto delle battaglie, insieme, sulla determinazione del plusvalore prima rispetto all’approvazione della deliberazione.
Quindi, rispetto a questo, Sindaco, non colgo la cosa. Anzi, le devo dire che forse non ha colto lo spirito veramente costruttivo, su questa e sulle altre delibere, Sindaco, che abbiamo contribuito a migliorare. Così come ci deve essere un’opposizione costruttiva, quale vogliamo essere noi.
Non ci siamo opposti aprioristicamente contro.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Ti devo fare i complimenti personalmente, perché con la tua esperienza d’Aula hai utilizzato la motivazione della difesa personale per concludere l’intervento che precedentemente la Presidente del Consiglio non ti aveva fatto fare.
Speaker : PRESIDENTE:
Qua il Sindaco ha ragione. Io non voglio essere rigida, sia chiaro, però lei ha fatto una difesa di coloro che sono assenti della minoranza. Il Sindaco non l’ha chiamato in causa. Chiudiamo.
Per cortesia, votiamo con il sistema elettronico. È che tutti quanti ci crediamo sempre più furbi, questo è il punto.
Prego.
Consigliera De Benedetto, Nuzzaci. Prego prima di venire qui. Operazione conclusa.
Presenti 22, favorevoli 18, contrari 4, nessun astenuto. Immediata eseguibilità, per alzata di mano.
Stesso esito. La delibera è approvata.
“Ratifica variazione di bilancio adottata con deliberazione di Giunta comunale: Nomina RUP e variazione di bilancio progetto TOO(L)SMART”.
Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO SALVEMINI:
Salvo che non ci siano richieste di osservazioni, è una verifica di bilancio, quindi chiedo il voto dell’Aula. Grazie.
Speaker : CONSIGLIERE NUZZACI:
Chi deve intervenire? Consigliere Torricelli, prego.
Speaker : CONSIGLIERE TORRICELLI:
Sindaco, solo per dovere d’ufficio.
In Commissione avevamo discusso, e qualcuno aveva posto dei problemi, per la delibera con la somma che il Comune riceve come quota parte della partecipazione al progetto di trasferimento, evoluzione e diffusione delle buone pratiche nella pubblica amministrazione.
Qualcuno aveva pensato che i 58.000 euro, ripeto, quella quota parte su 654.000 euro che investe il progetto a capofila Torino, potesse essere indirizzata come possibile incentivo o straordinario nei confronti del personale. Quindi, insieme al dottore Parlangeli ci eravamo impegnati in Commissione a presentare un emendamento a chiarimento.
Il dottor Parlangeli ieri mi ha mandato una mail con cui fa riferimento ad una circolare che è citata nell’atto deliberativo, in cui si precisa che le somme incamerate sono incamerate dal Comune in quanto quota ipotetica per la spesa del personale impegnato in quel progetto, e che è esclusa qualsiasi forma di incentivo o straordinario a carico del Comune. Quindi non c’è bisogno di presentare emendamento, è sufficiente il riferimento fatto alla circolare.
Speaker : CONSIGLIERE NUZZACI:
Grazie, consigliere Torricelli. Ci sono altri interventi?
Votiamo col sistema elettronico.
Quelli col giallo. Patti? Patti non c’è. Mariano Mariano? Okay, perfetto. Patti non c’è. Il Presidente non c’è, non vota.
Perfetto, okay. La votazione è chiusa.
Presenti 18, favorevoli 18, zero contrari, zero astenuti.
Approvato.
Immediata esecutività, per alzata di mano. Stesso esito. Okay.
Il Consiglio è chiuso, buona serata a tutti.
Scusate, ho chiesto al Segretario. Perfetto. Scusate avevo dato per scontato che era chiuso.
Allora, procediamo con i punti aggiuntivi.
Oggetto “Legge Regionale del 10 giugno 2008 n. 13 ‘Norme per l’abitare sostenibile’ articolo 12 - Adozione incentivi. PROTOCOLLO ITACA 2017’”.
Assessore Miglietta, prego.
Speaker : ASSESSORE RITA MIGLIETTA:
Grazie.
La delibera è stata discussa in più sedute della Commissione competente. Se non c’è necessità di illustrarla nel dettaglio, devo però annunciare un emendamento proposto dal Presidente Ria, perché in sede di Commissione era emersa questa necessità.
Confermo il fatto che la delibera è stata condivisa e abbiamo assorbito alcuni input che sono arrivati anche dalla minoranza. Devo però dire anche grazie agli Uffici, perché aver messo in delibera questa cifra che è 1.295.000 euro di mancate entrate a valle di una graduazione degli incentivi sull’abitare sostenibile che non aveva molto controllo è un dato sul quale comunque riflettere.
Speaker : PRESIDENTE:
Prego. Lorenzo Ria, prego.
Speaker : CONSIGLIERE RIA:
Grazie. In effetti, anche gli emendamenti, oltre alla delibera discussa e approvata da tutta la Commissione, sono stati concordati in Commissione, per cui li presento a nome dell’intera Commissione.
Nel periodo a pagina 2, l’ultimo periodo “che in relazione alle previsioni” (non lo leggo tutto), bisogna aggiungere “4 e 5” perché è riferita ai livelli oltre 1 e 2, già indicati in delibera: anche i livelli 4 e 5.
Invece, al punto…
Speaker : PRESIDENTE:
Scusa, Consigliere, ma questi emendamenti, li avete…? Siccome non erano arrivati…
Speaker : CONSIGLIERE RIA:
È l’unica copia, quindi li sto prima leggendo e poi li deposito.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie.
Speaker : CONSIGLIERE RIA:
Subito prima di “potranno essere incentivati gli interventi di edilizia sostenibile”, prima, aggiungiamo questo periodo “che rimangono invece invariati rispetto alla delibera del Consiglio comunale n. 99 del 18.12.2014 gli incentivi sia volumetrici che di riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria e del costo di costruzione la cui valorizzazione e incentivazione, oltre che richiamata nella legge regionale 13 del 2008 rimane un obiettivo primario dell’Amministrazione”.
Poi, invece, l’altro, importante è che nella tabella 3, che è quella riferita agli interventi di nuova costruzione di edilizia residenziale sociale, “i livelli di riduzione non sono quelli indicati in delibera”, cioè 20, 50, 70 e 80, ma sono invece “30 per cento, 60 per cento, 75 per cento e 85 per cento”.
Lo deposito e chiedo l’approvazione dell’emendamento.
Speaker : PRESIDENTE:
Abbiamo consegnato a tutti i Consiglieri? Noi dobbiamo comunque votare l’emendamento, per cui vi chiedo di intervenire sull’emendamento.
Prego, Consigliere.
Speaker : CONSIGLIERE TONDO:
Presidente, facciamo un unico intervento, così velocizziamo gli interventi.
Sindaco, solo per sottolineare che su questa delibera c’è stata veramente un’attività di condivisione rispetto a una che penso possa essere condivisa da tutti: migliorare la qualità dell’edificato. Su questo ci siamo ritrovati, abbiamo partecipato, abbiamo dato il nostro contributo. Penso che abbiamo fatto un buon atto. Sicuramente saranno una serie di… Questo è un atto che penso che fra un anno o due comunque andrà rimodulato rispetto a quello che avviene, perché ci sono i costi che cambiano rispetto agli interventi edilizi, edificare bene oggi costa sicuramente meno rispetto a quello che costava prima. Quindi, migliorare l’edificato secondo me è uno degli elementi che ci dobbiamo porre sempre nel… Quindi, non diamo per scontato che questa delibera deve essere perenne. Fra due anni, fra un anno ci rincontreremo, e magari sarà oggetto di correttivi, di miglioramenti che evidentemente…
Allo stato attuale ci è sembrata la migliore delibera che noi potevamo portare all’attenzione del Consiglio comunale e l’abbiamo condivisa sia con la maggioranza, sia con l’Amministrazione e con l’Assessore.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Tondo. Abbiamo altri interventi relativi all’emendamento? Allora votiamo l’emendamento. Vi chiedo, siccome gli emendamenti sono tre, se votiamo. La Segretaria mi poneva, e quindi io vi chiedo se volete votare in un’unica soluzione tutti e tre gli emendamenti, o se volete votare emendamento per emendamento. Unica soluzione? Va bene.
Prego, votate.
Operazione conclusa. Prego.
Presenti 18, favorevoli 18, contrari nessuno, astenuto nessuno.
L’emendamento è approvato.
Adesso passiamo alla votazione della delibera. Abbiamo dichiarazioni di voto? Già fatte. Prego, votiamo tutta la delibera.
Rimanete al vostro posto durante le operazioni di voto.
Operazione conclusa. Vi prego di rimanere seduti, abbiamo un altro aggiuntivo.
Presenti 18, favorevoli 18, nessuno contrario, nessuno astenuto.
Immediata eseguibilità, per alzata di mano. Stesso esito.
Seconda delibera aggiuntiva: “Immobile comunale ‘Scipione Ammirato’ Bando Storico Artistico e Culturale 2017 – ‘Fondazione con il Sud - il bene torna comune’. Sottoscrizione convenzione e presa d’atto del contratto di locazione”.
Prego Assessore.
Speaker : ASSESSORE RITA MIGLIETTA:
Questa delibera è stata votata all’unanimità in Consiglio comunale, quindi se non è necessario non la illustrerei…
In Commissione, sì.
Riguarda comunque la sottoscrizione della convenzione e la presa d’atto del contratto di locazione che riguarda l’immobile dell’Ammirato dopo che lo stesso è stato selezionato a seguito della delibera di Giunta alla partecipazione al bando di “Fondazione con il Sud”, superando la selezione e potendo adesso entrare nella seconda fase di avviso pubblico per candidare attività e il recupero stesso dell’immobile per un importo complessivo di 300.000 euro.
Per poter procedere dobbiamo impegnarci a garantire l’impegno per dieci anni dell’immobile per gli scopi previsti dal bando di “Fondazione con il Sud”, quindi diamo mandato al Sindaco di stipulare la convenzione.
Speaker : PRESIDENTE:
Grazie, Assessore.
Abbiamo interventi? Nessuno? Dichiarazioni di voto? Nessuno.
Votate. Operazione conclusa.
Presenti 18, favorevoli 18, nessuno contrario, nessun astenuto. Aspettate.
Immediata eseguibilità. Stesso risultato.
Buonasera a tutti.