Prova prova prova prova.
Prova prova.
Utili grazie alla scuola, grazie al dirigente, ai professori, a tutti i presenti, do la parola alla dottoressa Zarrillo per l'appello.
Buonasera a tutti ben trovati procede all'appello Buti presente, Guidarelli, presente Pasqui, assente Giovannini.
Assente Panzacchi, assente.
Maracani di me, un presente.
Morini, presente Brunetti, presente, ulivi presente, Mordini presenti al Curti presente Nastasi, presente sono-boe, sono assenti, per il momento, sì, è presentatesi Poli Monica, sono assenti per il momento come consiglieri Pasqui, Giovannini, Panzacchi.
Seduta valida.
Sì, buonasera a tutti, allora iniziamo questo Consiglio sulla Festa della Toscana.
L'argomento di quest'anno è don Milani don Milani, il prete di Barbiana che è qui vicino a Vicchio e che lui fu spostato da Calenzano a Barbiana.
Pe praticamente gli hub gli hanno dato una punizione e lui a Barbiana.
Obbedendo alla chiesa, scusatemi da noi a questa cosa, ubbidendo alla Chiesa ha portato avanti la sua missione, ecco Giovannini, dottoressa ha portato avanti la sua missione insegnando a tutti là a tutti i ragazzi della zona limitrofa Barbiana, anche ai figli dei contadini, che allora erano molto poveri.
Ed è riuscito a istruirli in un modo particolare,
Per cui su questo argomento molto importante do poi la parola Poli Monica, che si è preparato una relazione e basta, non mi dilungo altro perché se perché abbiamo i tempi stretti?
Monica.
Allora, buon pomeriggio, a tutti benvenuti, questa è la Festa della Toscana alla festa, un momento di incontro.
Diversamente in paese può essere.
Arricchita con pranzi, Brindisi e quant'altro, mentre invece, quando?
In questo caso, invece, è l'incontro fra l'ente, l'Amministrazione e voi scolari, insomma alla scuola ora io ho preparato qualche cosa, insomma su don Milani, ma pochissimo perché so che i vostri insegnanti vi hanno preparato benissimo, quindi sarò io che imparerò da voi e volevo un attimino insomma fare alcune mie considerazioni sempre riguardo, insomma questo argomento poi dopo magari ne parliamo insieme mi dite quindi effettivamente si don Milani era un prete che insegnava ai bambini poveri,
E disagiati nella scuola di Barbiana.
I suoi iscritti innescarono aspre polemiche, coinvolsero soprattutto la Chiesa cattolica, era sostenitore dell'obiezione di coscienza, che significa prima era obbligatorio, al servizio militare, che durava anche 18 mesi con l'uso delle armi e quant'altro, chi invece era contrario a questo utilizzo? Don Milani, insomma, da questa opportunità dell'obiezione di coscienza e per questo motivo per questa sua idea, così insomma, innovativa è diversa dalle abitudini consolidate che fu processato. Quindi immaginatevi quale poteva essere la concezione e la mentalità del tempo. Insomma, lui lavorava a Calenzano per una scuola popolare di operai, era troppo Franco, era troppo vicino agli emarginati e quindi venne effettivamente mandato in punizione a Barbiana che Barbiana, adesso è un posto bellissimo, isolato nella campagna toscana, mentre allora era praticamente irraggiungibile, ci volevano ore, quindi era poco frequentato, anche per per quel motivo.
Venne a contatto con la povertà, perché proprio c'era la miseria vera e l'emarginazione sociale, appunto per questo stato di di povertà e istituì alla alla scuola, insomma a tempo pieno, appunto per coloro che non avevano i mezzi e che sarebbero de erano destinati ad abbandonare la scuola e e a non farsi, insomma, una cultura suscitò diverse critiche. Lui, siccome era una persona sovversiva, la risposta alle critiche che gli venivano fatte scrisse una lettera, le un libro, insomma, intitolato lettere alla professoressa, dove denunciava questo metodo didattico, che favoriva le classi più abbienti, che potevano continuare proseguire gli studi, mentre invece.
I poveri, insomma, non potevano studiare per questo che l'analfabetismo era sempre più diffuso, adottò nella sua appunto a Barbiana, il, il motto, I care che significa ho a cuore la differenza era che abolì, insomma, tutti le forme di punizione corporale che allora venivano applicate come la bacchetta, come stare in ginocchio su qualcosa che facesse male, insomma le ginocchia e invece era sostituito dalla perdita del sorriso o del del del benestare, insomma, del dell'affetto del del docente. Quindi lui rispetto al metodo autoritario che utilizzavano gli altri insegnanti preferiva il docente amico. Insomma, questo rapporto voleva educare anche le figlie dei contadini,
Perché crescessero nella parità di diritti. In una lettera che è stata rinvenuta pochi anni fa lui scriveva voglio educarli in tutti i modi per farne delle figlioli intelligenti, furbe, sveglie, capace di difendersi, di guadagnare il pane e di mandare avanti una famiglia. Per questo motivo io ho voluto approfondire e studiarmi, insomma, andarmi a leggere lettera a una professoressa nell'introduzione c'è questa scritta dove spiega, insomma, che gli autori sono otto ragazzi della scuola di Barbiana,
E i ragazzi dicono altri compagni hanno lavorato anche loro alla stesura di questo testo, però alla domenica perché gli altri giorni lavoravano.
Quindi già questo vi dice insomma, in quale condizione?
Che crescevano insomma, e poi ho estrapolato una frase sempre rivolta alle bambine che è all'interno di questo di questo libro e dice le bambine di paese delle bambine di paese non ne venne neanche una a scuola.
Forse era la difficoltà della strada, forse la mentalità dei genitori credono che una donna possa vivere anche con il cervello di gallina i maschi e non le chiedono ad essere intelligente e razzismo anche questo.
Questo perché vi ho voluto approfondire insomma, questa cosa, per per ricordarvi un attimo ritornare al 25 novembre, no, che è una giornata che è passata da poco, per il quale, insomma, ho chiesto anche a voi di di di di esprimere un vostro pensiero che avete scritto su questi cuori rossi perché perché è una piaga sociale,
Perché comunque la donna ha sempre questo ruolo o comunque sia diverso nella società e non è apprezzata come lo è un uomo,
Quello che succede lo vedete, insomma nei media è sempre una violenza continua, non mi riferisco alla violenza che è avvenuta pochi giorni fa, insomma una settimana fa, ma le 104 vittime che ci sono state dall'inizio dell'anno, quindi è una piaga sociale, è un fenomeno molto grave, grave che va assolutamente preso in considerazione dalle istituzioni, dalla scuola e dalla famiglia.
È un fenomeno trasversale la violenza sulle donne, che riguarda gli enti individui, di qualsiasi estrazione sociale.
Ricchi, poveri di di di qualsiasi tipo di di di nazionalità.
E ci sono diverse violenze, sempre che è quella fisica, a quella psicologica, allo stalking e il mobbing.
È troppo spesso nella nostra società prevale l'indifferenza di fronte a degli atti che sono palesemente lesivi della dignità di una donna.
E bisogna agire appunto per questa piaga emergenza, tutti insieme la scuola deve promuovere la rivoluzione culturale delle coscienze maschili, affinché il ragazzo che si forma insomma nelle nelle nelle aule non diventi un carnefice, ma che sia colui che sa camminare al fianco di di una donna di una ragazza e per dà per per aiutare insomma a non a non a non accompagnarla nel difficile percorso della per una concreta e reale emancipazione femminile in questi giorni avete visto sondaggi le donne non non non sono.
Considerate come gli uomini, nemmeno quando svolgono la stessa mansione, ma hanno uno stipendio più basso, non occupano statisticamente dei ruoli più importanti, perché sono donne, perché hanno altri impegni e quindi, insomma bisogna cercare di dare dei servizi di fare in modo che le di sostenere le donne affinché anche loro possano comunque raggiungere insomma, questa considerazione è uguale.
Rispetto a un uomo, quindi è proprio nella scuola che si sperimentano le prime emozioni.
Le prime frustrazioni e i ragazzi insomma, devono essere in grado di.
Gestirle in un modo sano e in un modo corretto.
Nel momento in cui questo non ha più questo sviluppo diventa una patologia, quindi bisogna rivolgersi alle persone che curano questo tipo di patologie,
E mi riferisco soprattutto alle ragazze, le quali devono capire che quando iniziano questi prima affetti anche insomma la vostra età e lo stare insieme a questa persona, il condividere determinati momenti deve essere un momento di benessere nel momento in cui sopraggiunge un malessere, una cosa che vi fa sentire male dentro che vi procura disagio e tristezza dovete fare riferimento alle persone più grandi, ai genitori, agli educatori e farvi aiutare per cercare di capire che cosa vi sta succedendo e come si può insomma risolvere la cosa? Io ho sono stata molto contenta di questo progetto che abbiamo realizzato insieme,
Questa idea che abbiamo portato avanti sono stata molto contenta perché comunque spero che voi rimaniate quelli che siete con le emozioni e sentimenti che avete espresso su questi cuori, grazie.
Grazie, Monica.
Io, a questo punto aprirei il dibattito, chi vuole la parola,
Ah, sì, andiamo avanti con loro bene.
Prova prova di il nome Leonardo.
Salve, ne usciamo la quarta e abbiamo fatto questo cartellone che parla dell'articolo 3 della Costituzione italiana, che ne abbiamo associato al moto di don Milani, I care.
Mi chiamo Luca e faccio parte della quarta nei parlavamo, del che noi dobbiamo accettare tutti, anche se siamo diversi fra noi.
E questo ce lo insegna don Lorenzo Milani, dalla che costruito la nostra scuola.
Io mi chiamo Francesco Karami e ora mi sembra, al momento di ricordarvi l'articolo 3 della Costituzione italiana.
Che davanti alla legge persone di colore diverso di pelle, di opinioni politiche diverse o sociali o di religioni diverse davanti alla legge hanno.
Hanno pari dignità.
Io mi chiamo Diego, grazie mille di averci ascoltato, questo è il nostro cartellone, ovviamente parla di I care e speriamo di rivederci l'anno prossimo.
Allora.
Io mi chiamo Matteo Rigamonti e sono rappresentante de sì, sono rappresentante della quinto B io mi chiamo bianca Tonini e sono la rappresentante della quinta B.
Vi.
Bianca, Tonini.
Bianca e vi dirò parleremo della del tema della Festa della Toscana quest'anno, il tema della Festa della Toscana era don Milani per festeggiare il suo centenario e la maestra grazie alla maestra Emanuela ci hanno fatto ascoltare la canzone, I care che ti parla della lettera di don Milani rivalsa e rivolta ai suoi alunni dove ti dice di quanto vorrebbe rivederli dopo essersi ammalato.
E la canzone, l'ha scritta Aleandro Baldi. Abbiamo fatto questo cartellone con tutte le nuvole, i cuori con scritto di chi chi abbiamo a cuore.
Vi ringrazio a tutti.
Sono NOE, sono e sono, faccio parte della Quinta, io sono Alessio e sono Vice rappresentante della quinta.
Noi si festeggia la Festa della Toscana per per ricordo perché nel 1.786 fu tolta la pena la pena di morte dal granduca Leopoldo, ma non solo, per cui da non solo per lui, ma anche per don Milani, perché quest'anno ha fatto 100 anni, si festeggia anche per don Milani perché è stato una persona speciale,
Perché ha preso dei bambini poveri e li ha portati degli ha fatto da insegnante, però era anche un su un sacerdote, gli ha insegnato la vita quotidiana per sfortuna, è morto a 44 anni perché il povero don Milani era malato,
Grazie per averci ascoltato.
Il Presidente della Consulta.
Siamo, sono qua per dire che per noi è doppiamente importante celebrare il centenario di don Milani.
Perché noi si studia in istituto con che porta il suo nome,
Basta, grazie.
Anche lì.
Io mi chiamo Brian, sono della classe terza B in classe, abbiamo letto un libro, la scuola più bella che c'è di Francesco Niccolini, da da cui abbiamo portato questi riassunti dei capitoli.
Don Lorenzo ha avuto una vita molto agiata, aveva una famiglia molto ricca e nonostante però vivesse in una famiglia di scienziati, lui non andava mai bene, a scuola era molto ribelle, sboccato, fu riformato e non fece il militare.
E quando arrivò, al momento di dover decidere, l'università disse ai genitori di voler fare il pittore.
Ai genitori non andava assolutamente bene perché era una famiglia prestigiosa, però, per la testardaggine del Di Lorenzo gli fecero comunque fare il pittore e lo mandarono, dà il pittore espressionista, Stade e li regalare, o non atelier, che si diceva più grande anche di quello di Picasso.
A Milano.
Si trasferisce a Milano e si innamora di Tiziana.
Una ragazza conosciuta in una Pinacoteca di Brera e in primavera però si fidanza con Carla Carla e Lorenzo erano molto innamorati e si scrivevano lettere quasi ogni giorno, infatti, quando Lorenzo la presenterà ai suoi allievi, la la nominerà come la persona, forse l'unica persona a cui ha fatto del male nella propria vita perché nonostante tutto Lorenzo e Carla non si sono mai persi di vista.
Mi chiamo borbottii, Davide Kiribati, Davide Corbettina video.
Quando tutto sembra normale, nell'ambito di Lorenzo, il 1943 a Firenze si avvertì comunque un po' Guerro.
Lorenzo mangia un panino di Panebianco nella via, do Oltrarno in un avvio dell'Oltrarno e una signora vedendo dalla finestra Iurlo, non si viene a mangiare Panebianco né nelle vie dei poveri e questo incontro, insieme alla morte di un piede, un privato molto giovane lo segnò per sempre, infatti noi in una settimana si converte, si cresima divento socio, decide di farsi prete lasciando gli stessi genitori entra in seminario.
E saranno anni burrascosi perché era un, come ha detto il mio compagno, precisamente rose.
Era sboccato e aveva sempre voglia, di cioè voleva sempre per ragioni, la sua prelievo pratica, fu dopo tre anni e mezzo di seminario e nel frattempo il padre è morto.
Sono i cui membri ad Orazio allora nel luglio a Ginevra nel luglio del 1947, Lorenzo viene consacrato prete e la Curia di Firenze decide di mandarlo temporaneamente.
Ah Montespertoli, dove lui non era affatto contento, perché lì la famiglia aveva una villa e dove tutti i contadini lavoravano per il padre.
Allora e li Lorenzo capi, la differenza tra ricchi e poveri e quindi decise di metterlo di metterlo, cioè di di mettere al Villa a disposizione dei dei contadini del doposcuola.
Dopo la cura di di Firenze, lo manda a Calenzano da Don Puglisi, dove li conosce e da e Giulia, due donne fondamentali per la sua vita,
Allora io mi chiamo Miriam Geroni.
Allora, già dalla sua esperienza Calenzano, si capisce che a Lorenzo stanno a cuore i poveri che, in grandi difficoltà e che non frequentano la parrocchia, è convinto che la Chiesa debba fare di più per loro e debba dare loro gli strumenti per diventare uomini e donne e prima ancora di diventare i fedeli.
Ai più poveri serve la scuola, sì, la scuola per tutti.
So già con Nunzio e della terza B.
Così dolo Renzo si mette a fare il maestro in parrocchia per chi non app, per chi non ha paura della sufficienza, è convinto che i diritti sovrani sovrastano i poveri, non solo perché hanno più soldi, ma anche perché hanno più parole, si poveri avessero più parole saprebbero leggere i contratti non si farebbero sfruttare allora in parrocchia si gioca a calcio si leggono i giornali, si fa scuola una scuola lunga e durissimo ma i giovani secondo Lorenzo e a molti questo fatto non piace.
Piacere sono Giovannini.
Chi non apprezza il valore di don Milani inizia a gettare fango, su di lui comincia a circolare voce che don Milani era un imprese rosso, era un comunista.
E che era il modo migliore per metterlo in cattiva luce davanti alle cardinale Elia Dalla Costa.
Eppure era un sacerdote che va salvato molti ebrei insieme a Gino Bartali Bartali.
In realtà, don Lorenzo, non era affatto un comunista in una lettera A pipetta, un suo amico ex partigiano, dell'attivista del Pci si del PC, scrive, è un caso Sai che tu mi trovi a lottare contro i signori, ma il giorno che avremo installate insieme la casa dei poveri nella reggere il ricco ricordatevi Vivetta non fidarti di me, quel giorno ti tradirò quel giorno non resterò con te,
Io tornerò nella tua Casucci piovose e puzzolente a pregare per te davanti al mio Signore crocifisso.
Riguarda.
Mi chiamo mannaia Hernandez son della terza B.
Le proteste per attengono il loro scopo, don Lorenzo, venne nominato priore, allontanano dalla Calenzano la destinazione di un versata per lui a Barbiana, un Paese non che non si trova neanche su una mappa, dove non arriva neanche la strada.
Ed è Giulia, decidono di seguirlo e il dicembre del 54, quando arrivano a Barbiana con la pioggia e il fango, ad aspettare non c'era nessuno, cosa che non era successa, Calenzano a Barbiana don Lorenzo Milani, trovò una chiesa abbandonata senza luce né acqua, né il riscaldamento intorno ai boschi silenzio e Lupi.
Mi chiama Sofia.
Non è da don Lorenzo abbattersi, la sera va a pregare poi la mattina si sveglia e passa tra le case dei contadini analfabeti a chiedere di poter prendere i loro bambini per una maggiore istruzione, ovviamente la maggior parte dei contadini rifiuta, perché ritiene che i bambini debbano stare a casa a lavorare.
Però Lorenzo è molto piaciuto e per questo ri rimane davanti alle loro abitazioni finché il il capofamiglia non viene a parlargli, eccede la scuola apre all'inizio, sono solo in sei una scuola senza voti senza pagelle senza banchi, senza Catherine lavagne Consolo dei tavoli con delle sedie una libreria, un procuriamo molto tosto che che inizia dalle 8 di mattina e finisce alle 7 di sera tutti i giorni domenica in chiuse.
Io mi chiamo Matilde o rubati.
Matilde.
Allora a Barbiana arriva un nuovo studente di nome Luciano, viene da una famiglia che sa a malapena a scrivere e leggere, mentre lui non sa né leggere né scrivere abitano molto lontano, per questo Luciano, ogni giorno deve fare un'ora a piedi e attraversa questo piccolo fiumiciattolo attraversando un tronco,
Un giorno il tronca, il tronco controlla e Luciano casca in acqua.
Si bagna, arriva qua tutto bagnato e dopo si ammala, per questo vanno in protesta Vicchio per ottenere un ponte, così lo tengano e Luciano fa una dedica, ti scrive a me.
Io mi chiamo Ginevra Pinzuti, la scuola di Barbiana inizia alle 8 e va avanti fino a sera dentro la canonica, se fa freddo fuori sotto il pergolato, quando fa caldo, il pomeriggio, è il momento delle lettere, Lorenzo Lorenzo, leggere la posta e tutti insieme si risponde anche a quelle difficili. Ogni parola che non capisci oggi è un calcio in cui lo che prenderà di domani Michele e Franco, orfani, orfani, di origine pugliese, vengono quasi adottati e vivono con Lorenzo EDA e Giulia la scuola cresce, arrivano anche dei ragazzi e di domenica un sacco di adulti salgono a Barbiana per vedere come funziona.
Un paesino che non era nemmeno sulla mappa è diventato il centro del mondo,
Io so Jacopo Ruffini, son della terzo B da Barbiano, si parte alla scoperta del mondo, il primo sarà Michele, che ha 17 anni per la no, partirò per la Germania e andrò a lavorare alla Mercedes e altri andranno a Londra e Algeri, le rivoluziona bambino si chiamano amore è a conoscenza,
E a Barbiana, nulla è impossibile, infatti nelle notti serene il priore, i ragazzi osservano le stelle dicendo perfino di costruire un nostro, l'ovvio,
Vi chiamo giovedì erano Gioele.
È l'aprile del 1959 un giornalista milanese, ha invitato i ragazzi di Barbiana alla Scala a vedere la VM, partono in sei vestiti di tutto punto, con già capito prestate, dopo aver visitato la città, i suoi monumenti e ISEE e le sedi dei giornali i ragazzi entrano in teatro senza il Priore negli anni 50 la Chiesa veniva vietava Church ai sacerdoti, l'ingresso agli spettacoli hanno un palco, hanno un palco laterale, sono incantati quando il direttore d'orchestra dal via un brivido corre lungo la schiena dei ragazzi, l'hanno ascoltata per settimane ne conoscono ogni parola.
Allora?
A Barbiana si tengono le conferenze a Giacomo Scarpelli.
A Barbiana si tengono conferenze interviste volte qualcuno si offende e se ne va sbattendo la porta.
Don Lorenzo, però non si fa impressionare e difende le sue idee con chiunque, non aveva un bel carattere, perdeva la pazienza, urlava diceva parolacce, insomma voleva sempre aver ragione, lui però si sente più debole, fratello Adriano, divenuto medico, scopre che ha una grave malattia.
Informa, no, info.
Nemmeno nel nemmeno alla, ma nemmeno nella malattia, però al momento riesce a fermarlo, dovevo riuscire a crescerli, ancora un po' poi faranno da soli.
E io mi chiamo Anna Anna.
Anna Anna.
Don Lorenzo, viene invitato a un convegno sull'educazione dal sindaco di Calenzano, lui, è felicissimo di poter tornare nel paese della sua prima parrocchia, di rivedere gli ex parrocchiani e gli altri ragazzi che sono ormai sono diventati grandi e soprattutto di poter parlare di scuola a tutti.
Quindi, prepara i suoi ragazzi con il vestito buono, il loro unico vestito buono tutti sono molto orgogliosi di questo invito, quando però arriva un telegramma dalla Diocesi di Firenze che dice di sospendere la partecipazione al al convegno perché è ritenuta inopportuna, proprio come era accaduto con il suo libro Esperienze pastorali cinque anni prima don Lorenzo aveva obbedito per anni perché per un prete,
L'obbedienza è una virtù, però questa volta è diverso, decide di tappezzare la città con il testo del telegramma, poi si mette in sciopero da parroco e niente più omelia la domenica e neanche la spiegazione del Vangelo quella solamente a scuola, perché quella non la chiude mai è il 1963 e don Lorenzo e sacerdoti da ormai 16 anni e la sua salute non è delle migliori, i restano solamente pochi mesi di vita, però lui non ne vuol sapere di lasciare Barbiana,
Salve mi chiamo Raffaella pignoli.
A Firenze è arrivato un nuovo cardinale monsignor Florit, i rapporti con lui sono molto difficili e senza luce e senza giri di parole invita, don Lorenzo, lasciare alla chiesa don Lorenzo, però non ne vuole sapere di discutere, di discutere perché, essendo malato, vuole impiegare le sue energie ai ragazzi e alla scuola di Barbiana.
La salute peggiora sempre di più e infatti, a insegnare alla scuola arriva una nuova insegnante di Nomadelfia, che era stata trasferita a Borgo San Lorenzo, per essere più vicina a Barbiana.
Una studentessa manda una lettera a don Lorenzo dove gli chiede come può incontrare Dio e i poveri e don Lorenzo gli risponde, se vuoi trovare Dio e i poveri, bisogna fermarsi in un posto e occuparsi solo di far scuola ai ragazzi dell'età dell'obbligo, quando avrei perso la testa come l'ho persa io dietro a poche decine di creature troverai Dio come premio.
Io mi chiamo umano e Rosetti.
È sempre più stanco, don Lorenzo, e però non si vuole fermare, infatti una delle sue idee, costruire una piscina e a Barbiana, adesso arrivano sempre molte più persone, Sindaci, scrittori, giornalisti e i posti non bastano più durante le giornate, non non sente tanto la malattia e poi durante la sera ci sono le,
I dialoghi con la madre, che è sempre stata vicina al al a lui e non ha non si sono mai smesso, non hanno mai smesso di sentirsi.
E la piscina però è molto piccola, però la loro piscina.
Ed è anche una buona idea per.
Per far andare via la paura e la timidezza dei montanari dell'acqua e per fare imparare i ragazzi a notare.
Mi chiama GAIA, un giorno arriva a Barbiana Mario Lodi, maestro elementare, che a Piadena in Lombardia, stava portando avanti nella scuola pubblica, una ruga rivoluzione è simile a quella di Barbiana, gli studenti delle due scuole si scrivono, i lombardi chiedono com'è la vostra scuola, i cari ragazzi, cari ragazzi, la nostra scuola è privata e in due stanze della canonica più due che ci servono da officina d'inverno ci stiamo un po' stretti, ma ad aprile, da aprile a ottobre, il posto non ci manca. Ora siamo 29 3 bambini e 26 ragazzi, il più piccolo ha 11 anni, il più grande di sotto a poco a poco abbiamo scoperto che questa è una no, una scuola particolare, non c'è né voti né pagelle nel rischio di bocciare o di ripetere la scuola di Barbiana, la scuola più bella che c'è.
Mi chiamo Angelica.
Lo stato della salute Lorenzo peggiora sempre più più velocemente e dopo aver scritto una lettera di cui parlava che chi voleva andare in guerra poteva andare e chi non voleva non non ci poteri, ci poteva non andare,
Lì sono arrivate molte lettere di minacce insulti,
Poi, dopo pubblica, un'altra lettera da rinascita, dove afferma che l'obbedienza non è più una virtù.
E dopo vengono dopo o in conseguenza di questa lettera pubblicata, vengono denunciati proprio Pavolini il direttore e don Lorenzo, però si infuria anche l'arcivescovo di Firenze Florit che lo minaccia e gli dice che d'ora in poi dovrà fare sottoporre le lettere alla sua autorizzazione, sennò verrà sospeso.
Sei mesi dopo inizia il processo.
Lorenzo, non si presenta perché sta molto male e non vuole nemmeno un avvocato, perché si difenderà da solo o con una delle sue lette la lettera ai giudici è una corretta difesa del suo lavoro, della sua scuola, dei suoi ragazzi e delle sue idee come quella che vuole riconosciuto il diritto di rifiutare le armi in primo grado sia lui che Pavolini vengono assolti e nel processo d'appello Paolini viene condannato a cinque mesi e 10 giorni don Lorenzo no, per uno dei più crudeli motivi il giudice non procede per morto, è avvenuto.
Lorenzo, ormai non si alza neanche più dal letto, però prima di morire vuole comunque portare a termine una un'ultima sua opera, l'ultima lettera l'ultimo terremoto che appunto Lettera a una professoressa, il libro è una rivoluzione di pensiero, un capovolgimento totale dell'idea di scuola di quella scuola che guarda dal basso verso l'alto i figli ignoranti dei poveri e li boccia,
Se la scuola non davano opportunità a chi nella vita non ne ha avute, allora non funziona. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati, cari professori, vi paghiamo perché dovete insegnarci a vivere, non per bocciarci se ci bocciati in massa, soprattutto noi che siamo gli ultimi che non abbiamo i soldi di bambino e Mammina per le ripetizioni, vuol dire che non siete buoni a niente. La lettera è un'accusa, ma è anche un racconto, il racconto di una scuola in cui tutti sono felici di stare 12 ore al giorno, 365 giorni l'anno una scuola durissima, ma in cui si aspettano a tutti perché appassionarsi. Questa è la rivoluzione, senza perdere neanche un ragazzo.
Allora.
Arriva il giorno in cui don Lorenzo deve rassegnarsi e lasciare Barbiana, perché è impossibile farsi curare la su troppe gravi, le sue condizioni fisiche e quindi con grande sofferenza, si deve trasferire a Firenze, dalla madre, finché una mattina chiede che facciano tornare Francucci Franco Gesualdi che stavo là che sta lavorando in Algeria il tempo sta finendo li vuole tutti accanto e nessun infermiere vuole parlare con il fratello Adriano dicendogli che se lo può lasciare morire in pace e senza cure.
Non è dal numero di giorni che passa che passo sulla tabella che si giudicherà la mia vita, proprio come non si giudica dall'importanza del posto dove ho fatto quello che ho fatto,
Io sono Iole tedeschi, don Lorenzo Milani è morto il 26 giugno 1967 ha nemmeno 44 anni, il suo funerale non fu celebrato dal cardinale, come prevede la norma, perché né lui né nessun'altra autorità si scomodo a salire a Barbiana, dove aveva scelto di farsi seppellire al suo funerale solo i suoi ragazzi e da e Giulio.
Caro Michele, caro Francucci, cari ragazzi, ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho la speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze.
Gaia.
Soltanto Papa Francesco nel 2017 ha ristabilito la figura di don Lorenzo Milani, un sacerdote bello e tagliente come un diamante ha tolto ogni divieto di censura per i suoi libri.
Francesco è andato a Barbiana e si è fermato a pregare da solo nel piccolo cimitero.
Dal 1967 anno di pubblicazione di lettere a una professoressa ci sono state 12 riforme della scuola che hanno cercato di renderla più accessibile e democratica.
L'Italia, però, è ancora uno dei Paesi con il maggior numero di abbandoni scolastici d'Europa.
L'abbandono scolastico colpisce di più le aree interne e periferiche.
Don Lorenzo da Lorenzo, ci ha insegnato che la scuola è il luogo dove ragazze e ragazzi possono diventare cittadini sovrani.
Questo libro.
Il lavoro ora questa è una versione vecchia della presentazione, ma in una versione nuova c'è una foto di un lavoro che le 2 terzi hanno fatto con il professor Abbarchi, mentre io provo a cercare l'immagine, do velocemente la parola deleghe, in ogni caso ce lo racconta.
Allora?
Nella cartellone che abbiamo fatto c'è una frase con scritto, i diritti non sono come piume al vento che vorrebbe indicare ciò che pensa don Milani, cioè che l'uguaglianza è importante per tutti, ma i diritti lo sono ancora di più, soprattutto la libertà, la libertà è fondamentale per ognuno di noi.
La foto.
Grazie.
Allora io aprirei il dibattito, dico solo due parole, intanto vi ringrazio per gli interventi appassionati e molto belli, volevo aggiungere oltre il Papa quest'anno a Barbiana c'è stata anche la visita del Presidente della Repubblica e che Barbiana è diventato proprio un un posto, come qualcuno di voi ha detto al centro del mondo da lascio la parola a chi la vuole.
Sì, e allora io sono Marisa, Mordini.
Ho ascoltato con enorme piacere gli interventi di questi ragazzi e apprezzato molto il vostro lavoro, avete veramente fatto un lavoro eccellente e ci avete fatto conoscere ancora di più e la figura di don Milani.
È la Festa della Toscana, quest'anno era incentiva e da incentrata, appunto sulla figura di don Milani in relazione ai diritti fondamentali della persona umana, che lui ha sempre sostenuto e portato avanti e che sono riassunti ed espresse in modo esemplare né in Lettera ad una professoressa del 67, voi pensate che io nel 70 l'università era un libro e nella facoltà di pedagogia che andava a che praticamente lo leggevamo tutti per.
Già aveva fatto molto scalpore, è un testo scritto in un linguaggio preciso, diretto, a volte quasi Tagliente,
Il Presidente Nicolò ha detto appunto che avete parlato di don Milani ed avete fatto questo studio perché è il vostro Istituto Comprensivo, è intitolata appunto don Milani.
Io c'ero e quello fu appunto intitolato nel 2007, quando fu inaugurata la scuola media, la nuova scuola media, quella dove attualmente studiate e furono riuniti nel polo scolastico tutti gli ordini di scuola, dall'infanzia alla primaria, alla scuola media,
Ed è un polo scolastico Co Co. Credetemi, molto bello, forse uno dei più complete più belli del Mugello, anche se purtroppo è piccolo, e la scelta che fu operata dagli organi collegiali dell'istituto.
Appunto per intitolare.
L'Istituto Don Milani. Per me fu una scelta appropriata sia per la lungimiranza e l'attualità del pensiero di don Milani, come avete al sposto voi molto chiaramente e per molte affinità di Barbiana da un punto di vista territoriale, con la situazione scolastica del nostro Comune in quello stesso periodo, cioè negli anni 60, anche noi a Firenzuola avevamo tantissimi perplessi,
Più di 30. Ora non so di preciso. Il dies in tutto il territorio comunale andavamo da Visignano Bordini, hanno Monti Marzocco, corniolo di Bruscoli, insomma, erano tantissimi ed erano Scoletta come la scuola di don Milani vi frequentavano figli di.
E maggior parte contadini e comunque di famiglie molto umili erano quasi tutte pluriclasse ed erano dislocate in queste frazioni. In questi borghi molte erano ospitate nelle canoniche oppure presso le abitazioni di famiglie, come era la scuola di Barbiana.
Nel pensiero di don Milani, come voi avete rilevato, la scuola occupa un posto centrale, è una scuola.
Come avete detto che sa prendere posizione che è in grado di dare pari dignità a tutti gli alunni, a tutti i docenti?
È capace di rendere i ragazzi par protagonisti, come emerge dal vostro resoconto liberi e consapevoli,
Mi so ah, da questa scuola così piccola, così di sbloccata.
È comunque sono partiti da parte di don Milani dei messaggi molto forti, molto incisivi, Lapidari inquietanti anche nei confronti delle scuole e delle istituzioni dell'epoca.
E io a qualche uno o due di questi messaggi era già ha espresso un ragazzo,
Se si perdono i ragazzi più difficili, la scuola non è più scuola, è un ospedale che cura i sani e respinge malati.
Che cosa vuol dire qui qui c'è il tema dell'inclusione, dell'accoglienza, del disagio, delle situazioni più fragili, che sono temi purtroppo ancora attuali, da qui l'attualità del pensiero di don Milani.
Un'altra espressione significativa è molto efficace e questa, almeno a parer mio, non c'è giustizia più grande che fare parti uguali fra disuguali, perché se si dà a tutti, indipendentemente dalle loro condizioni, le opportunità, le stesse opportunità, gli stessi aiuti, si fa una disuguaglianza perché a chi ha di meno dobbiamo dare di più.
A chi ha più bisogno dobbiamo dare più aiuti.
E qui è il tema, appunto, della disuguaglianza, della disabilità in questo discorso generale.
È anche il discorso relativo alle disparità tra uomo e donna e donna che ha.
Illustrato l'Assessore.
E dobbiamo trattare la scuola, deve trattare e tutti.
In modo che tutti possano dare al meglio delle loro possibilità.
Pensiamo, per esempio, mi è venuto in mente quando ho letto questa frase ha come la pandemia, che di recente, che è stata indubbiamente un dramma per tutti, perché è stato un dramma per tutti, però dobbiamo pensare quale dramma è stato per quelle famiglie che hanno per esempio a persone disabili oppure che vivevano in delle case ristrette disagiate e che erano prive talvolta pur meno male che ci sono situazioni abbastanza lievi da questo punto di vista ma erano prive del dotazioni tecnologiche adeguate.
E pensiamo per esempio alla sanità, a chi non può permettersi e visite mediche specialistiche o vi occorre specifiche. Ci sono ancora tante famiglie in Italia che incontrano queste difficoltà, un'altra cosa.
Il clima sociale in cui nel quale don Milani esercitato il suo ruolo di sacerdote, ma anche di pedagogo, perché il tema dell'educazione al centro del suo pensiero era quello degli anni 50 60 del dopoguerra in cui veniva richiesto.
Insieme in cui veniva richiesta l'istruzione, insieme allo sviluppo economico, alla necessità di manodopera specializzata e, allo stesso tempo, venivano richieste che le fasce di popolazioni più povere più umane avessero una grado d'istruzione, al pari degli altri, perché solo la cultura e l'istruzione rendano rendono uguali.
Si potrebbe obiettare che la realtà attuale.
Vive ben altre condizioni e contraddizioni, e questo è indubbio, perché è chiaro che ci sono stati progressi e siamo andati avanti, però, in realtà, le analogie con gli obiettivi della scuola di Barbiana sono più numerose di quanto possa sembrare al di là di condizioni di vita certamente mutate certamente migliori anche nella realtà contemporanea ci si.
E ci si interroga su questioni cruciali come il significato e il ruolo della scuola. Non ultimo, è attualissimo il tema dell'introduzione dell'educazione affettiva sentimentale a scuola, è un tema di cui si parla tutti i giorni in questo periodo. Purtroppo.
E quindi di fronte al dilagare di modelli di vita nuovi, di spesso dominati dall'etica del successo del denaro, di tecnologie non sempre facilmente dominabili, tipo i social.
E ci si chiede quale modal modello di scuola si può proporre e noi, con don Milani, diremmo sicuramente la scuola della consapevolezza che garantisca percorsi di formazione verso una cittadinanza consapevole, che sappia comprendere trasformazioni, dominarle che sappia farsi carico degli ultimi dei fragili in quanto capace di offrire opportunità e crescita tutti però ricordati ve l'ho detto anche don Milani, questa non è una scuola facile, ma è una scuola che richiede impegno che rende consapevoli e pari dignità però,
È una ri, è una scuola che esige.
Io mi fermo qui e devo dire, grazie a questi ragazzi e auguro a questi ragazzi ho percorso scolastico molto proficuo.
È.
Ringrazio gli insegnanti, la dirigenza e soprattutto, naturalmente, voi che siete vi siete preparati con grande impegno e spero che sia stato un insegnamento che vi porterete dietro grazie.
Al Curti, aggiungo solo una cosa al volo. Io voglio innanzitutto fare i complimenti a tutte e tutti voi per per questo bellissimo lavoro agli studenti e alle studentesse, terza alla a tutta la scuola che è rappresentata qui dal presidente da tutta la Consulta, per averci anche quest'anno arricchiti rapiti con i vostri interventi e il vostro lavoro, e non lo dico per dire, vi ringrazio perché oggi mi avete insegnato degli tanti aspetti della vita di don Milani che fino a oggi, devo confessarvi, non conoscevo, e quindi per me oggi un grande arricchimento. Io voglio fare anche, ovviamente, come tutti gli anni, i complimenti alla scuola, la dirigenza e a tutti i docenti, non solo per il lavoro che svolgono tutti gli anni in occasione di questa festa e vi confesso anche questo che è un Consiglio comunale che attendiamo sempre con molto entusiasmo e con molta emozione, ma anche per appunto l'educazione civica applicata che questa scuola da anni porta avanti, per esempio, il lavoro della Consulta.
Vengo al dunque e voglio condividere un ragionamento con voi, riallacciandomi un po' anche al vostro lavoro.
E prendendo in prestito umilmente alcune parole di don Milani Don Milani diceva, ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio sortirne insieme politica, sortirne da soli è avarizia.
Allora quello che voglio condividere con voi e questo non dobbiamo dare ascolto e mi prendo la responsabilità di quello che dico, che la politica sia una cosa brutta, un luogo dove si ruba, perché la politica è tutto un magna magna, perché in realtà la politica è una cosa bellissima,
E l'aveva capito Don Milani e uscire insieme da problemi e trovare delle soluzioni ai problemi delle nostre comunità, prendere scelti efficaci per migliorare le condizioni della comunità. Poi è chiaro che, come in tutti gli ambienti, questo lo sappiamo, ci sono persone poco perbene, è chiaro, questo purtroppo fa parte di ogni ambiente della vita, ma non per questo si può dire che la politica sia una cosa brutta. Io, tra l'altro, ha avuto modo di sentire alcune delle vostre proposte durante la sentitissimo campagna elettorale per il rinnovo degli organi della Consulta, e mi mi voglio permettere di dire che credo abbiate colto veramente l'essenza della politica e della rappresentanza,
Credo che siano proprio il succo della rappresentanza, perché rappresentavano le esigenze della dei vostri compagni, delle soluzioni concrete studiate per migliorare le condizioni del delle vostre classi e della e della scuola.
Nel 2023 è ancora comune e se ne parlava né l'ha accennato, l'Assessore lo diceva anche Marisa si sente ancora nonostante, sì, è vero, siamo andati avanti, ma si sente ancora molto parlare di lotta per i diritti e qui mi riallaccio e prendo altre due parole in inglese che avete ricordato anche voi che don Milani attaccò anche nella sua scuola di Barbiana, che ho avuto la fortuna di visitare, che auguro a tutti voi di visitare perché veramente un luogo che conserva questa suggestione, che erano proprio I care, mi interessa, ho a cuore allora, siccome noi siamo la generazione dell'oggi anche del domani, ma anche dell'oggi e a costo questa frase che era i diritti, perché spesso.
Anche nei nostri giorni si sente parlare dei diritti con accanto degli aggettivi. No, ed è voglio dire, è utile per riuscire a capire no di che di che diritto si sta parlando, di chi si sta parlando, no diritti delle donne, diritti della comunità LGBTQ.
Per esempio, che son quelli che si sente molto, però non ci devono indurre in errore in questo senso, perché i diritti non sono mai solo di qualcuno. Il fatto che abbiano un aggettivo accanto non vuol dire che quei diritti sono di una categoria, che quindi non ci riguardano, perché i diritti sono della società in cui viviamo del nostro tempo. È nostro dovere combattere per i diritti Soran. Sono dei nostri figli, dei nostri amici, delle nostre fidanzate, mogli, delle nostre mamme, sono nostri e dobbiamo lottare con tutte le forze affinché questi diritti, che ovviamente riteniamo giusti e per cui crediamo giusto lottare e si portino a compimento, ma c'è una cosa difficile che spesso lottare per i diritti a scomodo Don Milani e l'esempio. Don Milani era un sacerdote che combatteva per i diritti e il primo scoglio. Il primo ostacolo che ha trovato è stato proprio nella chiesa, perché ora, fortunatamente, da un.
Il Papa Francesco è andato alla tomba, ma sappiamo che la guerra più più vigorosa gliela combattuta proprio la Chiesa, che ora fortunatamente è tornata sui suoi passi e riconosce riconosciuto l'importanza di questo individuo. Concludo dicendo solo che fare politica, tornando al discorso iniziale, non significa per forza fare i Consiglieri, gli Assessori, i Sindaci, i Ministri, Presidenti della Regione che, per carità, sono importantissimi e per i quali un ricambio generazionale,
Serve e noi dobbiamo costruire il futuro, ma politica si può fare anche semplicemente nella quotidianità, prestando volontariato in un'associazione del proprio paese, aiutando il prossimo, lottando per la giustizia e per i diritti nel quotidiano con le proprie azioni. Concludo,
I care mi interesso, ho a cuore.
Contro l'indifferenza.
Deve essere un modo di vivere, non solo di fare politica, allora quello che io voglio condividere con voi e che mi piacerebbe che condividessimo tutti insieme e che l'obiettivo in generale nel vivere deve essere di risolvere i problemi insieme, migliorare la società in cui viviamo, sortendo né insieme come diceva don Milani allora grazie ancora veramente di cuore a tutti per le vostre per i vostri interventi e grazie alla scuola,
Se non ci sono altri, dico due parole conclusive, allora vi ringrazio di questa di questa bella occasione, se siete stati molto bravi, ringrazio consiglieri, hanno fatto gli interventi e niente. Spero che spero che questo studio che voi avete fatto su don Milani vi serva veramente quando cresce rete, quando andrete alle scuole diciamo superiori e anche all'università perché è molto importante qualcuno lo diceva prima, combattere la dispersione scolastica perché purtroppo ancora c'è una percentuale abbastanza alta di dispersione scolastica e questo è grave perché senza istruzione e senza diplomi senza lauree purtroppo,
Non si riesce a entrare nel mondo del lavoro in maniera compiuta e consapevole, per cui, insomma, vi auguro a tutti.
Di avere una vita scolastica molto molto lunga, noi vi facciamo anche gli auguri per le prossime feste di Natale, sia a voi che all'Istituto Comprensivo, ai professori, a tutti quanti e vi diamo il consueto regalino che vediamo ormai da, diciamo da una vita è diventato è diventata una cosa standard, grazie ancora.