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C.r. Puglia 11.07.2023
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Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutte e a tutti, care colleghe e cari colleghi.
Diamo lettura e consideriamo per approvato il processo verbale della scorsa seduta.
Do la parola al consigliere Clemente, nostro segretario, per la lettura degli atti. Prego.
Speaker : CLEMENTE.
Hanno chiesto congedo il consigliere Caracciolo e la consigliera Laricchia.
Sono state assegnate alla I Commissione: proposta di legge a firma dei consiglieri Bruno, Caracciolo, Di Gregorio ed altri “Circolazione dei crediti fiscali per efficientamento energetico del patrimonio edilizio”; disegno di legge n. 100 del 26/06/2023 “Riconoscimento di debito fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, derivante dalla sentenza dell’ufficio del giudice di pace di Taranto n. 1087/2023”; disegno di legge n. 101 del 26/06/2023 “Riconoscimento debito fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, derivante da sentenza dell’ufficio del giudice di pace di Taranto n. 1402/2023”; disegno di legge n. 102 del 03/07/2023 “Riconoscimento ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera e) decreto legislativo 118/2011 della legittimità del debito fuori bilancio relativo ai servizi afferenti l’Avvocatura regionale e variazione al bilancio di previsione – sesto provvedimento 2023”; disegno di legge n. 103 del 3.7.2023 “Riconoscimento ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a) decreto legislativo 118/2011 della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da CdA Bari ordinanza 502 Corte di Cassazione. Sentenza 1338 del 2022”; disegno di legge n. 104 del 3.7.2023 “Riconoscimento ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera e) decreto legislativo 118/2011 – liquidazione fatture”; disegno di legge n. 105 del 3.7.2023 “Riconoscimento debito fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a) del 23 giugno 2011 n. 118, riveniente da sentenza del Tribunale di Brindisi, Sezione civile, pagamento spese di giudizio”; disegno di legge n. 106 del 3.7.2023 “Riconoscimento debito fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a) derivante da sentenza n. 1271 del 2021 emessa dalla Corte d’Appello di Lecce – I Sezione”; deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 186 del 27 giugno 2023 “Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio 2022”.
Assegnata alla Commissione III: proposta di legge a firma dei consiglieri Picaro, Ventola, Caroli, De Leonardis, Gabellone, Perrini: “Contributi e rimborsi per le spese di trasporto sanitario ordinario sostenuto dai cittadini residenti in Regione Puglia per la cura delle patologie oncologiche e loro accompagnatori, nonché istituzione del tariffario per le organizzazioni che operano nel settore trasporto infermi”; proposta di legge a firma del consigliere Romito “Istituzione del Garante regionale per i diritti degli animali e ulteriori disposizioni in materia di animali”; richiesta parere deliberazione della Giunta regionale n. 919 del 3.7.2023 “Attuazione deliberazione di Giunta regionale n. 412 del 28.3.2023. Approvazione schema di regolamento recante modifiche del Regolamento regionale n. 14 del 2020 – Aggiornamento rete ospedaliera ai sensi del DM n. 70/2015.
Alla Commissione IV: proposta di legge a firma dei consiglieri Conserva, De Blasi, Romito, Splendido: “Progetti di lavoro – volontariato socialmente utile attraverso l’impiego di detenuti per la protezione dell’ambiente e per la manutenzione del territorio”; alla I Commissione, in sede referente (e alla Commissione II, III, IV, V, VI e VII in sede consultiva: deliberazione della Giunta regionale n. 908 del 30/06/2023 “Documento di economia e finanza regionale”.
Alla Commissione II e IV in seduta congiunta: proposta di legge a firma dei consiglieri Conserva, De Blasi, Romito, Splendido “Promozione dell’ideale sportivo e del volontariato nel mondo dello sport”.
Interrogazioni e mozioni presentate.
Interrogazione Mazzotta, Cera “Disattivazione del punto di primo intervento nel comune di Spinazzola. Revoca e modifica dell’articolo 7 della DGR n. 239 del 28/02/2017 inerente al Piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia; interrogazione del consigliere De Leonardis “Trasferimento postazione servizio del 118 Rodi Garganico”; interrogazione Mazzotta “Nuovo Piano ospedaliero e criticità negli ospedali della provincia di Lecce”.
Mozione Caroli, Perrini, Picaro: “Presenza di lupi in Valle d’Itria”; mozione Parchitelli, Caracciolo, Mazzarano, Di Gregorio, Metallo, Lopalco, Campo, Ciliento, Capone, Paolicelli “Emergenza abitativa nel territorio regionale, nonché di contrarietà alla sospensione del fondo di sostegno all’affitto e per morosità incolpevole di cui alla legge di bilancio 2023”.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie al consigliere segretario.
Vorrei fare gli auguri oggi, per il primo insediamento nell’Ufficio di Presidenza, al collega Napoleone Cera a nome di tutto il Consiglio.
Partiamo con l’ordine del giorno. In Conferenza dei Capigruppo abbiamo pensato di costruire questo ordine del giorno. Al primo punto la proposta di legge collocata al n. 2 dell’ordine del giorno, quindi “Colon al sicuro. Progetto di ricerca per la diagnosi precoce del tumore al colon attraverso l’esame del sangue”. Al secondo punto si prosegue con l’esame del disegno di legge n. 39 sulla transizione energetica. Dopodiché, ci saranno la mozione sui letti bariatrici e due altre mozioni sui medici di famiglia e sul punteggio da attribuire alle donne medico in gravidanza, che sono la 27, la 97 e la 98, anche per consentire all’assessore Palese di esserci, posto che ha un impegno alle 15.30 con la Conferenza Stato-Regioni. Perdonatemi, dopo la n. 1 e la n. 2, la n. 17, che è una legge che contiene un debito fuori bilancio, rispetto alla quale è stato già preannunciato un emendamento.
Dopo le mozioni nn. 27, 97, 98, la n. 28.
Allora, riprendiamo: la n. 1 è quella collocata al 2 all’ordine del giorno, la n. 1 diventa n. 2, poi al n. 3 va la n. 17, poi nn. 27, 97, 28 e le mozioni successive.
È previsto che i lavori si chiudano alle ore 16.00.
Procediamo con il punto n. 2 all’ordine del giorno, primo in ordine di chiamata: Proposta di Legge - Fabiano Amati, Ruggiero Mennea, Sergio Clemente, Massimiliano Stellato - “Colon al sicuro. Progetto di ricerca per la diagnosi precoce del tumore al colon attraverso l’esame del sangue”, relatore il Presidente Vizzino che non vedo.
La diamo per letta? Okay, allora la diamo per letta, quindi procediamo con la richiesta di interventi.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Tutolo. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : TUTOLO.
Io volevo chiedere all’Assessore, vista la richiesta nello scorso Consiglio di ritirare l’emendamento riguardante le liste d’attesa, cosa mi dice in buona sostanza, perché ritengo che sia degno di attenzione quell’emendamento e quindi vorrei capire se si sia arrivati ad un punto di accordo, d’intesa.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Palese, prego, ne ha facoltà.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Grazie, Presidente.
Sì, l’emendamento che aveva formalizzato nell’ultima seduta il Presidente Tutolo riguardava una fattispecie abbastanza conclamata sin dal 1998, in un contesto in cui, in presenza di una prescrizione di prestazione sanitaria da erogarsi da parte del Servizio sanitario regionale nei tempi fissati dal prescrittore, nel caso in cui la parte pubblica e accreditata istituzionale non provvedesse nei tempi dovuti, c’è la possibilità che il paziente che deve effettuare questa prestazione possa, previa documentazione da acquisire (non mi dilungo su questa fase), effettuare questa prestazione presso una struttura accreditata privata.
Questo è già un dato inconfutabile che è stata quindi non autorizzata, ma deve essere accreditata, la struttura, elemento che è stato anche oggetto di valutazione e di approfondimento da parte non solo del Dipartimento, ma anche delle interlocuzioni con lo stesso Ministero, per poter poi effettuare il rimborso.
Il problema è come rendere operativo, come disciplinare dal punto di vista regionale questi aspetti. In questo senso, si sta avendo un approfondimento in questo contesto, nel raccordare le norme nazionali, norme regionali già esistenti sulle liste di attesa e quant’altro per poterlo poi portare, nella prossima seduta. Io mi auguro che il 25 sia assolutamente pronto, questo è un impegno che posso prendere, in maniera tale da avere un confronto, dal punto di vista meramente tecnico, in un contesto di disciplina, o di regolamentazione della norma contenuta nella norma stessa, in modo da poter poi sostanzialmente procedere anche ad una valutazione positiva di quello che avevo proposto.
Ripeto: questo è un meccanismo che è poco conosciuto; due: è un meccanismo che anche nel momento in cui le persone lo conoscono, purtroppo è ignorato completamente dalle ASL, e questo è un problema, signora Presidente. Per la governance delle ASL, da questo punto di vista, proprio non ci sono parole. Poi si lamentano che l’assessore dice questo, ma i fatti sono quelli che contano, sono inconfutabili.
Ogni volta che qualche paziente ricorre a questo strumento… Finora, sostanzialmente, dal ‘98 sono le ASL che debbono provvedere, mica c’è bisogno che la Regione, che questo, che quello… No, è già stabilito tutto nel decreto del 1998, e anche a seguire.
Dopodiché, quando arriva la richiesta formulata, e non sono molte, non hanno riscontro, quindi poi vengono ribaltate dai soggetti interessati, alla Regione, a cui si dice: da quattro mesi, da cinque mesi, da sei mesi, da sette mesi. È successo pure, qualche volta – io sono intervenuto – che l’abbiamo dovuta mandare noi, perché chissà dov’era finita.
Queste cose noi dobbiamo dirle in maniera chiara, perché questo è il problema di fondo. Per questo motivo Tutolo due o tre mesi fa ha insistito che c’era questa disfunzione. Noi abbiamo anche già richiamato le Direzioni generali delle ASL rispetto a questa disfunzione, ma evidentemente c’è bisogno forse di qualche cosa di molto perentorio, e non ce ne dovrebbe essere bisogno, ma paradossalmente la Regione deve dire agli organi operativi e ai bracci operativi, che sono le ASL: guardate che esiste questa legge; guardate che dovete rispettarla; guardate che dovete farlo in questi tempi. Questo e questo lo faremo.
In questo senso prendo l’impegno che nella prossima seduta dobbiamo cercare di farlo, rispettando anche le situazioni nazionali, perché non possiamo sconfinare e fare una norma così delicata, così importante che non possiamo metterla a rischio di valutazione di Corte costituzionale, perché parliamo di un intervento abbastanza impegnativo anche da questo punto di vista.
Prendo l’impegno, quindi, con il Presidente Tutolo che nella prossima seduta sarà ultimato, perché onestamente è un lavoro complesso.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie. Ringrazio l’assessore per questa presa di posizione e per questa voglia di affrontare il tema, quindi rinuncio a presentare l’emendamento oggi. Sono felice che il 25 luglio affronteremo questo argomento, che credo sia molto importante, e spero che l’Aula vorrà approvarlo all’unanimità.
Mi permetto di segnalare ancora qualche altro passaggio, visto che lei ha parlato di ASL che spesso non ascoltano o, meglio, non fanno probabilmente quello che dovrebbero fare. Assessore, le faccio l’esempio della provincia di Foggia. Le dico una cosa che sicuramente non va nella direzione, perché poi noi siamo quelli che ci prendiamo le responsabilità delle inefficienze, anche quando, ahimè, non dipendono da noi proprio le gestioni. Però, siamo quelli che ci mettono la faccia. Le posso dire che lo scorso anno alle strutture accreditate, a quelle che dovevano erogare delle prestazioni, sapete quando è stato assegnato il budget? Sapete quando hanno detto a quella struttura: tu hai un tot di budget e, quindi, devi fare questo numero di prestazioni? Gliele hanno assegnate a dicembre. Cioè, alla fine dell’anno hanno detto: tu quest’anno, cioè da gennaio a dicembre, puoi spendere 1 milione di euro per fare gli accertamenti diagnostici ai pazienti della provincia di Foggia. Glielo diciamo non da gennaio ad aprile, ma a dicembre. È ovvio che questo non va nella direzione di favorire una limatura di quelli che sono i tempi di attesa.
Ecco perché urge un provvedimento che liberi almeno le persone più bisognose, quelle che non hanno la possibilità di andare a pagamento, perché è sacrosanto che questi signori, non avendo questa capacità economica debbano POT, debbano avere una diagnosi, perché altrimenti veramente è finito il mondo.
Aggiungo anche, Assessore, che siamo a luglio, non è che l’anno scorso l’abbiamo avuto a dicembre, ad oggi, a luglio, ancora non viene data neanche quest’anno l’assegnazione del budget, cioè nessuna struttura sa ancora quando avrà a disposizione.
Su questa cosa del budget, Assessore, se mi permette - e concludo, Presidente - chi l’ha detto che deve esserci una struttura che ha 1 milione di euro di budget e una che ha 100.000 euro? Chi ha stabilito quali sono? Perché non ci sono dei criteri oggettivi, sembrano dei santuari, delle cattedrali intoccabili, dove non so per quale ragione vengono assegnati questi budget a chi milionari e a chi magari... ma noi dobbiamo preoccuparci delle cattedrali o dei fedeli che entrano in quelle cattedrali? Perché io credo che sia più quella la nostra mission, quindi l’impegno che chiedo a tutti e sono certo che l’Assessore metterà è quello di comprendere anche queste dinamiche, che sono quelle che probabilmente diranno...
Ne parlavamo stamattina con il collega Galante, perché non ci può essere un sistema aperto, in cui ognuno va dove meglio viene trattato, dove gli fanno il sorriso invece di dargli un calcio, dove si dimostrano disponibili? Sono soldi che mettiamo noi come Regione, quindi mi sembrerebbe la cosa più naturale, mentre a questi privilegi, a queste prese di posizione, a queste rendite è ora di porre un limite e un freno e di ripartire da zero.
Grazie comunque, Assessore.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, grazie.
Adesso ha chiesto di intervenire il consigliere Galante. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Io approfitto di questo intervento del collega Tutolo e dell’impegno preso dall’assessore Palese per portare a conoscenza anche l’Aula che con tutti i colleghi tarantini, i consiglieri tarantini, abbiamo avuto modo di incontrare le strutture private accreditate, come è successo per diverse questioni, diverse branche della medicina. Si cerca di andare incontro soprattutto ai cittadini per l’abbattimento delle liste d’attesa per in qualche modo cercare di alleggerire la normativa e svincolarli da alcuni criteri che potrebbero migliorare l’offerta sanitaria, l’offerta dei servizi ai cittadini.
Ad esempio, nella legge di bilancio avevamo proposto un emendamento per creare un criterio che andasse incontro ai cittadini per sopperire alla mancanza di prestazioni che vengono erogate dal pubblico dove lo stesso assessore, addirittura, aveva messo 2 milioni di euro per aumentare l’offerta.
Purtroppo, però, il collega Amati ci ha detto che quello era un privilegio che noi stavamo dando alle strutture private perché probabilmente, ripeto, non era stato compreso il nostro emendamento. Per evitare problemi anche di strumentalizzazione lo abbiamo ritirato con l’impegno, assessore, preso anche da lei, di rivedere esattamente quell’emendamento che va anche incontro a quello che chiede Tutolo, sempre per i cittadini.
La questione delle strutture private accreditate, in questo momento storico, che riguarda tutta l’Italia, non è solo un problema…
Presidente, chiedo scusa, non vorrei sembrare… Però, c’è un certo brusio che disturbo completamente l’Aula.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego i colleghi e le colleghe consigliere di fare silenzio per ascoltare l’intervento.
Speaker : GALANTE.
Di solito non lo faccio, Presidente, perché può capitare, anche dal pubblico, anche qua. A volte, però, non si riesce a parlare.
Dicevo, visto che c’è questo impegno per il 25 luglio, ripresenteremo alcuni emendamenti che vanno nella direzione dell’abbattimento delle liste d’attesa e che vanno a rivedere alcuni criteri di attribuzione dei budget, per rivedere anche quelle economie che vengono dalle mancate erogazioni delle prestazioni.
Noi sottolineavamo anche al collega Amati che non c’era nessuna variazione di spesa, non c’era un aumento dei tetti di spesa, ma, ripeto, non era stato compreso in maniera corretta, anche se abbiamo cercato di spiegarlo. Quindi, lo faremo meglio il 25.
L’altra cosa per quanto riguarda le indicazioni della Regione, assessore, quindi del Dipartimento dove vengono previsti…
Questa è stata la richiesta che ci è stata fatta dalle strutture private accreditate, dove ci stanno questi vincoli.
Speaker : PRESIDENTE.
Un attimo solo.
Scusate, anche al pubblico, che è numeroso oggi e che ringrazio per essere presente, devo chiedere di fare il massimo silenzio. Il collega si è bloccato perché è difficile parlare. Scusate, colleghi. Potete tornare al vostro posto? Grazie.
Prego, continui pure.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Procederemo insieme una parte con i colleghi tarantini a presentare delle richieste per modificare attualmente l’attribuzione di questi tetti di spesa che vengono attribuiti in dodicesimi, mensilmente, anche se per un anno, ma poi, tra l’altro, c’è il problema che ha sollevato già Tutolo. È uscita adesso l’indicazione per le prestazioni che potevano essere erogate per mesi e quindi addirittura sono in sanzione se hanno erogato maggiori prestazioni rispetto a quelle che adesso e quindi retroattivamente loro devono in qualche modo pagare per quello che è stato fatto, senza rendersi conto che il fabbisogno è flessibile. Ci possono essere messi in cui ci sono richieste maggiori per un ECG, per una radiografia e mesi dove non ce ne sono.
Le strutture private, almeno per quanto riguarda il tarantino, chiedono di poter utilizzare la parte di prestazioni che non vengono erogate anche in altre branche della medicina. Attualmente non è permesso, quindi, in un certo senso, quei soldi si perdono. A parte che noi chiediamo dove vengono recuperati, in quale economia viene recuperata, se dell’ASL o della Regione, una parte che credo che sia anche compatibile con quello che noi chiedevamo nella legge di bilancio è che lasciando la possibilità alle strutture private accreditate di utilizzare lo stesso quella parte di risparmio dovuta comunque a una mancata prestazione, a una mancata erogazione della prestazione, che sia la ASL poi a decidere quali sono le prestazioni da acquistare (questa era l’agevolazione che noi davamo), mettendo addirittura è al primo posto gli 048, ad esempio, persone che non devono rischiare di non avere l’erogazione delle prestazioni nei tempi dovuti.
Per il 25 luglio mi auguro che questa discussione, assessore, si possa fare prima di arrivare in Consiglio, dove noi creiamo un pacchetto di emendamenti, insieme a quello del collega Tutolo, se sarà possibile, e lo studiamo, se sarà possibile. Nessuno di noi naturalmente è contrario ad aiutare soprattutto quelle fasce di popolazione che non possono rivolgersi al privato accreditato pagando, quindi, insieme alle altre, andare incontro, in questo momento. Ripeto: non è un problema della Puglia, è un problema nazionale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Galante.
Ci sono altri due che vogliono intervenire. Se vuole aspettare, così dà una risposta unica, assessore. Prego, collega Stellato.
Speaker : STELLATO.
Presidente, sono seduto da quest’altro lato dell’Emiciclo.
Intanto, il consigliere, collega Galante ha anticipato la riflessione che ci eravamo impegnati a fare come consiglieri regionali del territorio della provincia jonica insieme agli altri colleghi.
Credo però di incarnare il pensiero anche di tutti quanti gli altri, che a quella chiacchierata con le strutture sanitarie private accreditate hanno partecipato.
Assessore Palese – è una domanda che volevo rivolgere a lui, ma non lo vedo più – in buona sostanza le strutture ci segnalavano la necessità di rivedere il calcolo che al tempo fu effettuato per l’assegnazione dei fondi alle ASL, in particolare, un calcolo che a loro dire è stato sbagliato, in quanto il fondo 2009 calcola soltanto le attività di natura chirurgica, estromettendo da quel calcolo finale l’attività protesica. Quindi, per questo motivo la ASL di Taranto, a loro dire, riceve un’assegnazione intorno ai 13-14 milioni di euro in meno.
La seconda richiesta era sulla questione delle prestazioni non erogate, su alcuni fondi, su alcuni capitoli di bilancio già coperti e stanziati, quindi loro, in buona sostanza, dicevano: se in alcuni settori c’è maggiore domanda, utilizziamo quei fondi disponibili per le prestazioni non erogate su quei fondi invece che hanno necessità di maggiori risorse.
Ovviamente, noi ci riserviamo come consiglieri regionali del territorio di preparare, così come avevamo auspicato e concordato, un documento di sintesi da offrire tanto all’assessore Palese quanto al dipartimento.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Consigliere Perrini, prego.
Speaker : PERRINI.
Aspetto che si sieda l’assessore Palese, perché vedo che va girando.
Dovevamo fare questo documento come consiglieri regionali di Taranto prima che iniziasse questo Consiglio regionale e giustamente Marco ha anticipato, come anche il collega Stellato. sui documenti lo faremo, però poi lo depositiamo, passerà un mesetto, poi ci sono le vacanze, arriveremo a ottobre, caro assessore Palese, avendoti già parlato… Assessore, mi ascolti. È vero che lei ascolta quando le conviene. Mi ascolti. Il documento lo facciano. Però, questo provvedimento non può aspettare ottobre, novembre o dicembre. Io non riesco a capire che ci sono liste d’attesa di 8-9 mesi di interventi seri. Non sto parlando di interventi al menisco, sto parlando di interventi oncologici, che bisognerebbe fare in trenta giorni, massimo sessanta, e ci sono persone che sono arrivate a 7-8 mesi, se non addirittura un anno di attesa. Poi, ci sono le cliniche private che, quando ci convengono, le chiamiamo, come durante il Covid, e si mettono a disposizione, mentre quando non ci convengono le lasciamo là.
Naturalmente adesso l’assessore Palese mi dirà tanti di quei fatti, che c’è la legge nazionale, poi succede che c’è questa legge fatta nel 2011, tutte le cose, però noto che quando si deve fare a Bari un provvedimento si fa, quando si deve fare a Taranto, dove si sta in emergenza seria, assessore Palese… Le ho date anche alcune soluzioni su alcune cliniche, lei dice sempre “sì, sì e sì”, ma non arriva mai alla conclusione. Ora lo dico pubblicamente. Del resto, non è che le cliniche le sponsorizziamo quando ci conviene. Se stanno nel sistema in questo momento sanitario e abbiamo un problema serio, dobbiamo dare conto a questa problematica.
A Taranto, con la scusa del San Cataldo e con la scusa di altre problematiche della nostra città, abbiamo problemi seri. C’è tanta gente che chiama al telefono. Io, dalla mattina alla sera, come tanti altri colleghi, come l’assessore Pentassuglia, come i colleghi che hanno partecipato anche all’incontro dell’altra sera, perché abbiamo fatto un incontro con tutte le cliniche, veniamo sollecitati dalla mattina alla sera e non sappiamo come rispondere.
Vogliamo fare questo provvedimento (io parlo di Taranto, ma sto sentendo anche Lecce, che ha lo stesso problema) e vedere se tutto il Consiglio regionale sia d’accordo su questa situazione? La vedo come una questione di emergenza, non ho detto che debba diventare un’abitudine, perché se su Taranto c’è questo problema, assessore Palese, la chiudiamo fino al 2026, perché ogni sei mesi sento che partirà il San Cataldo, quindi facciamolo a sei mesi, ma così non si può più stare, perché con questo documento che faremo - sono d’accordo, perché ne abbiamo parlato con gli altri colleghi di Taranto - dobbiamo arrivare ad una conclusione dal 1 agosto sull’agenda delle cliniche, che stanno là ferme, hanno una Ferrari nelle mani e vanno con i motori della 500.
Se vogliamo organizzarci, credo che a questo il Consiglio regionale non possa dire di no, non è una questione di colore politico, se ci sono dei problemi e il Consiglio regionale deve esprimersi, credo che su questa situazione, caro assessore Palese, tutti voterebbero a favore. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Palese, un attimo solo, ha chiesto di intervenire il consigliere Caroli. Prego.
Speaker : CAROLI.
Grazie, Presidente.
Assessore, io vorrei attirare un attimo la sua attenzione su una questione realmente seria, vorrei fare appello alla sua sensibilità, alla sua competenza, alla sua...
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Caroli, non potendosi sedere deve alzare la voce.
Speaker : CAROLI.
Grandissima esperienza, per attenzionare la questione della sanità brindisina ed in particolare della emergenza urgenza.
Non so se lei sia al corrente di quanto è accaduto nel Comune di Torre, e - mi creda - io non voglio strumentalizzare la tragedia, ma ritengo che abbiamo superato ogni limite alla sopportazione. Faccio appello – ripeto - alle sue competenze, alla sua esperienza, alla sua sensibilità, perché non ci sono più le condizioni per andare avanti in questo modo.
Va bene il piano di emergenza, ma non si può continuare ad offrire questo genere di servizio, non è tollerabile e ritengo sia quanto mai opportuno che il modo in cui mi sono posto in questi anni non possa essere più lo stesso, la provincia di Brindisi non può seguitare ad essere trattata in questa maniera, quindi attendo immediatamente un intervento che possa consentirci nuovamente di riottenere quei livelli di servizi che anche noi meritiamo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Palese. Prego.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Prima di tutto, Presidente, penso di cogliere anche la volontà di diversi consiglieri che mi hanno informato, ma ero già informato, di quello che sta accadendo all’Ospedale Miulli. Speriamo che l’incendio venga domato e che non ci siano danni, perché è una struttura che eroga prestazioni sanitarie estremamente qualificate e importanti per il nostro servizio sanitario.
Inizio da Brindisi. Che ci sia un’emergenza e una difficoltà particolare su Brindisi, non c’è dubbio, è un dato di fatto.
Detto questo, non c’è nessuna intenzione di penalizzare o di non affrontare nella maniera dovuta la situazione di Brindisi, a cominciare da una […]. Io mi auguro che entro e non oltre la fine di questo mese ci sia anche la nomina del direttore generale, che è un punto di partenza.
Le procedure, però, sono una cosa incredibile. Il 18 la Commissione dovrebbe concludere l’esame, perché bisogna farlo, bisogna avvertirli quindici giorni prima, stiamo dietro questo tipo di situazione, ma, indipendentemente da questo, c’è l’attenzione dovuta. A me dispiace, e stiamo approfondendo anche gli effetti di questo dato, che riguarda noi ma riguarda anche l’intero Paese. È successo anche in Sardegna.
Riguarda anche questo riferimento.
Noi pensiamo ai nostri e penseremo ai nostri.
Speaker : PRESIDENTE.
Non interloquite.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Poi potremo andare nello specifico su Brindisi, e quanto prima lo faremo.
Certamente. Lo faremo come Governo.
Mi corre l’obbligo di apprezzare l’alto senso di responsabilità istituzionale che rilevo dal confronto con il neosindaco di Brindisi. È uno specchio di correttezza e dovrebbe essere un esempio per tutti. Ho un’interlocuzione continua con il Sindaco che a sua volta ce l’ha anche con la Conferenza dei Sindaci, che dovremmo prendere anche forse qualche volta come esempio.
A nessuno può sfuggire questo elemento: sul resto, Presidente, vedremo di valutare col Presidente Emiliano la necessità di fare anche un’informativa sulla situazione dell’accreditamento e dei servizi erogati.
Vedo infatti grandissimo interesse e concentrazione di interventi da parte del Consiglio regionale, che riguardano l’accreditato privato, e zero sulla parte pubblica e anche questo è un problema. È anche questo un problema: tanti e tanti interventi.
Non lo nascondo. Io poco fa a Michele Mazzarano dicevo che con mia grande sorpresa c’è un enorme, grandissimo interesse sulla situazione del sociosanitario, delle strutture accreditate, eccetera. Non ci sottrarremo a fare il punto e a fare anche la ricognizione di tutto quello che è stato chiesto; ma bisogna vedere anche che la produttività, i costi e come sono messi tutti gli ospedali pugliesi da questo punto di vista, e anche gli altri erogatori di prestazioni. Questo è un dato di fatto. Non è che si gira intorno al problema. Taranto: certo, conosco benissimo la situazione di Taranto, conosco bene l’esigenza delle strutture private; ma l’esistenza delle strutture private va gestita anche rispetto alle decisioni che l’Europa ha preso.
Io ieri ho anticipato nella Commissione sanità che a seguito del recepimento delle direttive europee, sul problema del disegno di legge di concorrenza, è stato recepito anche da parte del Governo sulla legge-delega il decreto che è uscito sulla situazione degli accreditamenti e delle procedure. È uscito a dicembre; entro settembre le Regioni tutte debbono dare attuazione a quel decreto. Il decreto è l’azzeramento, tanto per intenderci. Immagina tu: se già si parla tanto di tutte queste strutture in sedi grosso modo tranquille, con vari acuti e compagnia bella, qualche cosa accadrà nel momento in cui ci sarà l’azzeramento per attuare la situazione del diritto di concorrenza.
Io quindi penso, in maniera molto tranquilla, sono problemi assolutamente seri, che vanno affrontati tutti, che rispetto ad una serie di budget, di deregolamentazione e quant’altro, il Governo regionale non si sottrarrà a questo. Sono state già adottate una serie enorme di deliberazioni che venivano adottate nel passato, l’anno seguente. Ci sono deliberazioni che sono state approvate a gennaio per l’anno precedente sulla situazione dei tetti di remunerazione. Li abbiamo approvati tutti: riguardano il sociosanitario e riguardano anche la parte delle strutture accreditate private.
Rimane il problema, la situazione delle prestazioni che debbono eseguire, perché sulla situazione del budget è chiaro che dobbiamo andare a vedere rispetto ai fabbisogni e rispetto all’equilibrio territoriale, lo poneva il consigliere Tutolo, lo poneva poco fa anche il consigliere Galante. Su quello non c’è dubbio. Ma rispetto alle prestazioni che devono essere erogate non possono scegliere i privati, ma dobbiamo decidere responsabilmente noi quali devono essere erogate. Non è possibile che accada in questo contesto di prestazioni. Noi abbiamo bisogno di quelle di alta specialità e di alta complessità. Su questo non c’è dubbio. Sulla situazione di fare grande attenzione a fare i provvedimenti e a determinare questo aspetto, questo è esattamente quello che noi riteniamo di poter fare.
Nel contesto generale è fin troppo evidente che questi sono soggetti erogatori di raccordo e di completamento di quella che è la struttura del sistema pubblico. Il sistema pubblico è un sistema che regge e che, nonostante le grandi, le grandissime criticità dal punto di vista organizzativo e del personale, che non sto qui a ripetere, che voi conoscete molto meglio di me, adesso è stato citato anche un altro episodio per le difficoltà note di carenze che ci sono, ma a cui va tutto il mio riconoscimento per il grande impegno e il senso di responsabilità che dimostra questo sistema, parlo di tutta la parte pubblica, che in un contesto di grande difficoltà assicura, comunque, le prestazioni sanitarie. E di questo dobbiamo tener conto, perché teniamo anche prestazioni di natura sanitaria di livello, di livello! Le persone vengono fatte con interventi precisi. L’ultimo, una bimba di cinque anni salvata al Policlinico di Bari con asportazione di fegato a seguito di un trauma. Non è che tutto è calderone, tutto è disfunzione. C’è chi lavora, c’è chi lavora perbene, c’è chi assicura prestazioni dignitose, c’è chi assicura salute e certezza in questa regione da parte del sistema. Poi, che ci sia bisogno di migliorare, di essere più efficienti, di fare questo e di fare quello, non c’è dubbio. Ci mancherebbe pure. Mica lo neghiamo. Ma non è che è tutto continuamente… Sembra un procurato allarme: va male quello, succede questo, succede quello, sta accadendo questo, sta accadendo quello, come se la Puglia fosse in un contesto diverso da tutto il Paese. Noi riteniamo che debba continuare in questo senso.
Io sono comunque orgoglioso che siamo in una regione in cui i medici accettano la prestazione aggiuntiva e non fanno calciomercato con 2.000 euro a notte che chiedono, con 3.000 euro, con tutto quello che voi sapete molto meglio di me. Quindi, da questo Consiglio regionale è bene che esca un momento di grande riconoscimento a tutta questa gente che sta reggendo dopo la pandemia, come se non bastasse, quest’altra situazione tra mille difficoltà.
Cara Presidente, mi limito quindi a questo. In riferimento invece alla discussione sulla situazione degli accreditamenti, avremo modo e maniera, perché ce lo impone la legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Stellato. Prego-
Speaker : STELLATO.
Grazie, Presidente.
Assessore, però nell’intervento (forse lei era impegnato fuori dalla postazione) ho fatto due domande. La prima: le strutture di accreditamento ci riferiscono che il fondo 2009 sanità recita un numero, il calcolo da cui partono le ripartizioni, da allora una delibera dell’ASL ha calcolato e deliberato un numero diverso da x, questo gap da anni non viene colmato, quindi se per favore può appuntarsi questa cosa per la verifica necessaria attraverso gli uffici,.
La seconda domanda che abbiamo posto: per le prestazioni non erogate è possibile utilizzare quei fondi già stanziati lì dove c’è una maggiore domanda di salute? Queste sono le domande che avevo posto ma che nella sua risposta non ho trovato.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Perrini. Ovviamente il punto all’ordine del giorno è la legge.
Speaker : PERRINI.
L’assessore Palese ha fatto un’altra mezz’oretta, non ho capito cosa ha detto, ma...
Nessuno ha parlato male dei medici, è proprio per aiutare i medici negli ospedali, che sono sotto stress, perché abbiamo delle eccellenze in Puglia, a Taranto e dappertutto ci sono professionisti seri che stanno scoppiando. Con questo modo di agire, di parlare di un fatto girandola su un altro, deve smetterla e parlare di quanto le ho chiesto, ci dobbiamo fermare, sempre rispettando la legge, perché - ripeto di nuovo - a Bari c’è una legge, a Taranto un’altra.
Poiché lei è un tecnico della materia e da trent’anni fa questo mestiere, voglio capire a Taranto, Bari e Lecce, dove ogni tanto si verificano cose che non devono succedere, come sia la situazione.
Avete fatto quel riordino di posti letto. Non so quando lo avete fatto. Di notte? Io ho letto che durante una nottata avete fatto questo riordino senza passare dalle Commissioni.
Negli ospedali potete aggiungere migliaia di posti letto, ma se mancano i medici hai voglia a fare posti letti da aumentare a Castellaneta, a Martina, a Taranto o a Bisceglie! Quello non è un premio che state dando. Se mancano i medici, hai voglia a fare posti letto!
L’aiuto, tornando alle cliniche private, e non perché qualcuno di noi sponsorizzi qualche clinica, ma te ne accorgi perché alcuni stanno fermi… Sempre rispettando la legge, caro assessore Palese, perché poi devo andare a prendere quello che succede a Bari sulle cliniche e quello che succede a Taranto. Okay? Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Di Cuia. Prego. Ah, c’è Di Gregorio prima? No, il collega Di Cuia.
Prego.
Speaker : DI CUIA.
Grazie, Presidente.
Solo per una puntualizzazione su quanto hanno riferito i colleghi del territorio tarantino.
Assessore, sulla questione di questa discrasia che sussiste tra la spesa storica consolidata nel 2009 e quella che effettivamente poi è stata riconosciuta alla ASL di Taranto c’è un errore – poi, se lei me lo consente, le fornisco anche un appunto manoscritto - nella delibera del Direttore generale della ASL, la n. 1149 del 2010. Sostanzialmente, a fronte di una spesa di 89 milioni viene invece riconosciuta, erroneamente, una spesa di 75.875.000. Quindi, sostanzialmente, mancherebbero all’appello 15 milioni di euro. Questo ha determinato degli effetti che si sono andati a riverberare negli anni successivi in termini di spesa e dunque di prestazioni.
Qui nessuno fa una battaglia per la sanità privata in antitesi a quella pubblica. Credo che l’obiettivo comune di tutti sia quello di mirare a un migliore funzionamento dell’offerta sanitaria e certamente non possiamo non riconoscere che il mancato riconoscimento di un budget alla ASL di Taranto per le cliniche accreditate, per le strutture accreditate, si è tradotto, nel corso degli anni, in una penalizzazione per il territorio in termini di mancate prestazioni erogate all’utenza.
Voi sapete meglio di me che a Taranto, come in tutta la Puglia, ma a Taranto in particolare, c’è un problema serissimo sulle liste d’attesa. Quindi, quello che stiamo segnalando, ovviamente, nel fare un encomio ai medici che oggi nelle strutture pubbliche, così come in quelle private, stanno reggendo un sistema che sopporta mille criticità. Quello che stiamo segnalando è che il territorio di Taranto, negli anni passati, e probabilmente anche in quelli avvenire, sta subendo una penalizzazione in termini di budget, una penalizzazione ingiusta, in termini di budget, quindi in termini di prestazioni sanitarie.
Dopo il dibattito, dopo l’approvazione della legge, assessore, le fornisco questo appunto. Le chiediamo – poi seguiranno anche, probabilmente, degli atti formali da parte di tutti i consiglieri di Taranto –, ovviamente chiediamo al Governo un approfondimento sulla questione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Consigliere Di Gregorio, prego.
Speaker : DI GREGORIO.
Grazie, Presidente.
Il collega Di Cuia si riferiva a una parte che mancava quando fu calcolato il budget che era riferito alle protesi, per cui quella differenza di 15 milioni era stata completamente saltata.
Assessore, anch’io sono orgoglioso dei nostri medici, del livello che hanno raggiunto, dell’abnegazione che mettono nel lavorare, quel gruppo sparuto, ormai, che è rimasto nei nostri ospedali.
Voglio ricordare infatti che ormai siamo quasi al 50 per cento rispetto alla pianta organica prevista.
Certamente, però non possiamo fare gli struzzi; noi non siamo qui per fare gli struzzi. Immagini che io, che sono di Taranto, provengo da una terra martoriata, per le note vicende legate anche all’ambiente, siamo in una situazione drammatica.
Qualcosa si deve pur fare. Si abbia il coraggio di fare degli atti forti, anche commissariare, se serve, perché questa è una guerra, e quando c’è la guerra bisogna fare qualsiasi tipo di azione per eliminare le parti negative che ci sono. Si metta in giro, e si metta a disposizione anche chiedendo la sanità militare. Si faccia qualsiasi tipo di sforamento, quando si può, perché ormai la cosa che abbiamo capito tutti, e che vedo invece che qualcuno ancora non ha capito, è che dobbiamo mettere di nuovo al centro le persone, con i bisogni. Invece qui, ancora si pensa a sforare di mezzo milione da una parte, o di mezzo milione da un’altra, una cosa veramente vergognosa.
Sulle persone tutti parlano, tutti pensano di dire quello che vogliono sentire, ma poi quando, si parla di tradurre in fatti concreti, queste cose non avvengono.
Lei immagini, assessore, che l’80 per cento delle richieste di prestazioni serie (e quando dico “serie” parlo di esenzione 048, parlo di TAC, risonanze magnetiche, traumatologia, radiologia) a Taranto sono a due e a tre anni: a due e a tre anni. Lei mi deve spiegare come fa uno a curarsi a due e a tre anni. Come fa a richiedere…? Non mi venga a dire adesso la solita favola delle esenzioni 048, del COrO: non è così, si deve cambiare la sanità. La gente quando esce dai reparti deve già sapere quando ha il controllo. Il controllo lo deve già indicare il reparto, lo deve prenotare, non deve essere mandato un disperato in giro per gli ospedali della Puglia a chiedere di prenotare una TAC o una risonanza magnetica. Questo si deve fare. Così come sono nove mesi che aspetto la soluzione ai problemi del pronto soccorso, e ne ho anche indicata una che eliminerebbe totalmente le file ai pronto soccorso, ma non si vuole attuare, perché alla fine – glielo dico papale papale – delle persone non se ne fotte niente nessuno, nessuno!
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Se non ci sono altri iscritti a parlare, come non ce ne sono, passiamo alla votazione.
Articolo 1 (Finalità e obiettivi).
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
L’articolo 1 è approvato all’unanimità.
Articolo 2 (Unità operativa di riferimento).
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato all’unanimità.
Articolo 3 (Durata del progetto).
Al precedente possiamo aggiungere il voto del consigliere Tammacco, per cortesia? Grazie.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
È approvato all’unanimità.
Articolo 4 (Piano operativo).
La votazione è aperta.
Votiamo, colleghi. La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
Approvato all’unanimità.
C’è un emendamento aggiuntivo, Colon sicuro (ce l’avete tutti, perché è stato pubblicato) all’articolo 5... un momento, perché vediamo se è aggiuntivo.
È sostitutivo, quindi dobbiamo votarlo prima, dobbiamo votarlo subito. All’articolo 5 sostituire le parole da "adottare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge" con le parole "ovvero con deliberazione della Giunta regionale a stralcio e anticipazione sul riparto alle aziende sanitarie delle risorse per l’esercizio 2023, nell’ambito delle attività di progetto delegate, da adottare comunque entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge", a firma Amati, refertato positivamente.
La votazione è aperta sull’emendamento all’articolo 5.
Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 35, favorevoli 35, nessun contrario.
Approvato all’unanimità.
Articolo 5, Norma finanziaria.
La votazione è aperta.
Votiamo, colleghi.
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
Approvato all’unanimità, come emendato.
Votiamo sulla legge nel suo complesso.
La votazione è aperta.
Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
Approvata all’unanimità la proposta di legge.
Adesso passiamo al secondo punto all’ordine del giorno: Prosieguo esame Disegno di Legge n. 39 del 27/03/2023 “Legge regionale 7 novembre 2022, n. 28 “Norme in materia di incentivazione alla transizione energetica”. Modifiche”
Chi relaziona? A dire la verità era già cominciato, quindi non è necessario riprendere con la relazione. Era già cominciato il dibattito. C’è qualcuno iscritto a parlare? Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Vorrei reiterare, in apertura di questa seduta, l’invito in realtà a seguire l’indicazione del Presidente Emiliano. Questo è l’invito.
In data 23 maggio 2023 il Presidente Emiliano, intervenendo nell’Aula sull’argomento, dice: “Volevo dire che il consigliere Amati – poi fa una battuta di spirito del tutto casualmente – ha ragione. Se noi abbiamo preso un impegno, e il Governo l’ha impugnata lo stesso, a questo punto non si è chiuso nessun sinallagma”. E chiede: “È questo il concetto?”.
Il Presidente dice: “È così, ormai è sotto impugnativa”. Dopo un mio intervento sull’argomento riprende la parola il Presidente Emiliano e dice, giustamente: “L’unica mia preoccupazione è che se noi… Purtroppo qui non c’è la lettera che mi hanno fatto firmare di impegno alla modifica. Volevo essere sicuro che il Governo sul punto dove noi ci eravamo impegnati alla modifica ha impugnato comunque. Se è così – dice il Presidente Emiliano – non c’è nessun problema, non siamo costretti neanche a mantenere l’impegno e non abbiamo neanche questo vincolo morale. Questo volevo dire, solo che agli atti non c’è questa lettera”, perché in quel momento non c’era la lettera.
Agli atti, ovviamente – noi conosciamo tutti gli atti – non c’è questa traccia e, peraltro, pur ove ci fosse stata, il Governo ha spiegato un’impugnativa. Quindi, eventualmente, non c’è stato nessun obbligo. Quindi, come dice giustamente il Presidente Emiliano, noi non siamo obbligati a fare queste modifiche. Tant’è che, come ho già detto, il 19 settembre c’è l’udienza della Corte costituzionale che deciderà su questo problema.
Quindi, seguendo esattamente quello che ha detto il Presidente Emiliano, giusto, sacrosanto, lineare, inviterei a soprassedere dalle modifiche, perché la Puglia non ha alcun interesse a sottrarre il giudizio dinanzi alla Corte costituzionale. Al limite, abbiamo l’interesse contrario. Quindi, facendo mie le parole del Presidente Emiliano, chiedo al Governo regionale e all’assessore di manifestare in qualche modo l’accondiscendenza rispetto a questa indicazione politica che mi sembra ragionevole. Io infatti sosterrò questa indicazione politica, che mi sembra giusto sostenere. Lo farò tentando di persuadere tutti i colleghi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho iscritti a parlare.
Prego, consigliere Pagliaro.
Speaker : PAGLIARO.
Grazie, Presidente.
Diamo seguito anche al dibattito che abbiamo iniziato la volta scorsa, condividendo sia lo spirito della legge, ma condividendo anche gli emendamenti che sono stati proposti dal consigliere Amati, soprattutto quello che va a incidere in maniera significativa sulla lettera a) dell’articolo 1 del presente DDL.
Per noi è un mantra, che ripetiamo da sempre, che la Puglia, in termini di produzione di energia, ha già dato. Ha dato e continua a dare più di quanto sarebbe tenuta, anche secondo una logica del federalismo energetico che dobbiamo bilanciare con il contributo che ciascuna Regione ha l’obbligo di produrre in energia per il Paese.
Lo schema della legge Marzano lo conosciamo, ma le misure di compensazione non possono essere un terno al lotto. Non ci può essere una discrezionalità da parte di alcuno: oggi sì, domani no.
Noi avremmo bisogno di certezze, in questo senso, soprattutto per il nostro territorio, che già tanto ha dato in termini di sacrificio ambientale e paesaggistico, anche per la produzione energetica da fonti rinnovabili.
Deve essere chiaro questo concetto, premesso che abbiamo già dato, premesso che dovremmo decidere noi dove impiantare queste centrali di produzione di energia rinnovabile, premesso che il paesaggio va salvaguardato prima di ogni cosa, e che la bellezza della nostra terra è l’ambiente. Premesso tutto questo, chi vuole venire a produrre qui da noi, deve, ha l’obbligo imperativo di ristorare i territori e le nostre comunità.
Ma noi non ne facciamo una questione solo di ristori, perché nessun ristoro può mai ripagare lo sfregio del paesaggio, la perdita del bene più grande, che è la bellezza della nostra regione, quella che alimenta gran parte della nostra economia, non solo turistica. Dunque, lo ribadiamo: servono limiti agli appetiti delle multinazionali, attraverso regole più stringenti del PEAR, che speriamo di vedere presto aggiornato in questo senso, ed è stato già annunciato da parte della Giunta a mezzo stampa, e attraverso anche un altro elemento molto importante, ancora più di stringente attualità, che è quello della gestione dello spazio marittimo.
Speriamo che il Governo nazionale recepisca le indicazioni che la Giunta ha già dato in questo senso con la delibera, che ha indicato come aree marine idonee agli impianti offshore per la produzione dell’energia le zone portuali già vocate allo sfruttamento industriale, facendo così salve le aree di maggiore pregio paesaggistico.
Il business delle rinnovabili non può essere slegato dal benessere dei nostri territori e dal rispetto della natura – rinnovabili sì, ma con giudizio: questo lo diciamo da sempre, continuiamo a dirlo e lo faremo fino alla fine – fissando così paletti ben saldi alla difesa del paesaggio, per evitare lo scempio che è stato già fatto nelle campagne invase da distese di pannelli solari e da pale eoliche.
Le multinazionali hanno preso di mira il nostro mare. Già nel 2022 avevano presentato richieste di autorizzazione per 550 torri lungo tutta la costa adriatica, dal Gargano al Capo di Leuca. Oggi sono molti, ma molti di più.
Gli obiettivi dell’Unione europea, neutralità climatica entro il 2030 e azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050, non sono realizzabili anche se riempissimo di pannelli fotovoltaici e di torri eoliche l’intero territorio nazionale. Questo deve essere chiaro, così sfatiamo questa idea delle rinnovabili a tutti i costi. Non è così e non può essere solo così. Questo sia chiaro.
Attenzione, quindi, ad arrenderci a questa invasione, in particolar modo del nostro mare, che potrebbe distruggere in maniera irreversibile la bellezza delle nostre coste e minare seriamente un potenziale straordinario che abbiamo, che è quello dell’attrattività turistica.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
ha chiesto di intervenire il consigliere Mazzarano. Prego.
Speaker : MAZZARANO.
Sì, Presidente, intervengo perché credo che non si possa affrontare un argomento così importante in maniera criptica e stitica nella comunicazione istituzionale del Governo regionale.
Stiamo parlando di una vicenda che caratterizza la politica industriale della Puglia e caratterizza uno dei momenti di maggiore scontro che questa Istituzione ha avuto con un soggetto privato. Noi per lungo tempo abbiamo difeso il principio secondo cui in questa Regione, rispetto agli investimenti industriali anche sovraordinati, bisognasse sostanzialmente difendere il paesaggio, la costa e la risorsa più importante del nostro territorio, che è appunto il mare e la valorizzazione del turismo.
Il Presidente della Regione ha portato avanti una battaglia, non c’è mai stata, nonostante i perpetrati inviti, la possibilità di sedersi ad un tavolo per ragionare allora di possibili compensazioni di natura ambientale, poi ad un certo punto interviene una novità mondiale, la guerra in Ucraina, e si pone davanti all’Italia e all’Europa il tema dell’approvvigionamento energetico. Cambia sostanzialmente l’approccio su questo tema e, dopo qualche settimana, in quest’Aula arriva una proposta di legge il cui primo firmatario è il collega Amati, che propone la necessità di intravedere nella legge Marzano un contenuto che ha a che fare con la soggettività delle Regioni, quindi degli Enti locali, quindi la possibilità di trasformare queste compensazioni in sconto in bolletta.
Eravamo nei mesi iniziali del carovita, del caro bollette, degli effetti inflazionistici della guerra e di tutto ciò che si stava abbattendo pesantemente sui cittadini. Dopo c’è quello che tutti sappiamo, l’impugnativa del Governo davanti alla Corte.
Questo disegno di legge sostanzialmente è un disegno di legge che mette il Governo regionale nelle condizioni di intervenire in questa vicenda, di non farlo, capisco, in modo conflittuale, ma sostanzialmente di avanzare una proposta. Io mi fermo qui perché non sarei nelle condizioni di capirci di più. Quindi, vorrei che l’assessore Delli Noci, trattandosi di un tema altamente importante, altamente sensibile, dicesse all’Aula, ma io sono un membro della maggioranza e vorrei capirlo da membro della maggioranza, qual è l’obiettivo del Governo, dove stiamo andando e che cosa realmente propone di alternativo rispetto alla strada, che mi sembra abbia qualche fondamento, proposta dal collega Amati.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho iscritti a parlare. Prego, assessore.
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Mi permetto di rispondere per rispetto al consigliere Amati, perché pensavo che il dibattito si fosse consumato nella scorsa seduta.
Nello specifico l’obiettivo dell’Amministrazione regionale è riuscire ad arrivare all’interno della Conferenza di servizi a ottenere il massimo di compensazioni ambientali e territoriali su tutti gli impianti di energia presenti sul nostro territorio, rinnovabili e non.
Questo sta già avvenendo all’interno della Conferenza di servizi. Abbiamo dato un indirizzo specifico sui temi anche della tipologia di compensazioni, sui temi della sostenibilità.
Nello specifico, per quanto riguarda TAP, è stato sollecitato, esiste un decreto del 2018 che dà mandato alla Regione e agli Enti locali interessati dalla realizzazione dell’opera e dalle misure di ristoro ambientale con i territori interessati. Noi abbiamo oggi un decreto che abbiamo il dovere di attuare alla luce di tutto.
Nella legge, così come emendata, in accordo con il Governo, si dà un’ampia possibilità rispetto all’ampliamento che si prevede dell’impianto, di definire le condizioni per attuare la legge citata dal consigliere Amati e ottenere le compensazioni questa volta anche più giuste previste per il nostro territorio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Amati. Prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Sono contento che nel frattempo ci ha raggiunto il Presidente Emiliano, perché io proprio avrei chiesto di dibattere con lui, perché su questo argomento la pensiamo allo stesso modo.
Lo dico per il Presidente Emiliano: prima che lui raggiungesse l’Aula, io ho letto proprio il resoconto della seduta del 23 maggio, dove in realtà il suo punto di vista è il mio. Il suo punto di vista cioè è che se il Governo ha impugnato, ovviamente non siamo obbligati a niente, perché se è impugnato è evidente che non c’è stato nessun impegno specifico. Ovvero, se a seguito di un impegno specifico, il Governo comunque ha impugnato, noi non siamo obbligati a nulla, tenuto conto, lo dico in particolare a tutti i colleghi, che l’udienza dinanzi alla Corte costituzionale è fissata il 19 settembre, cioè domani, fra qualche settimana.
Ora, quando l’assessore Delli Noci dice “noi con queste modifiche chiediamo con un atto di orgoglio che si applichino le compensazioni su tutti gli impianti di energia”, non dice però che la legge vigente che noi stiamo modificando prevede che si applichi non a seguito di un negoziato, dove ci deve essere un incrocio di volontà; si applica perché si deve, questo tipo di compensazione, è dovuta, ed è dovuta in virtù della legge Marzano.
Quindi, attualmente la legge dice che sono dovute, queste compensazioni, anche sugli impianti esistenti. Se modificheremo la legge, avremo il risultato che dovremo negoziare sugli impianti a realizzarsi. compresi gli impianti oggetto di potenziamento. Quindi, per gli ampliamenti, la legge vigente ci dice che dobbiamo applicare, e c’è un obbligo di applicazione delle compensazioni; con le modifiche, invece, dobbiamo negoziare. Perché dobbiamo negoziare? È di tutta evidenza: se si dice che dobbiamo fare una conferenza di servizi, nessun incrocio di volontà. Qual è la questione tecnica?
La questione tecnica è capire qual è il significato di quell’inciso della legge Marzano. Noi l’abbiamo interpretata in un certo modo, in collaborazione con il Dipartimento dell’Assessorato allo sviluppo economico. Peraltro, l’abbiamo interpretata così e ci abbiamo lavorato assieme. Abbiamo fatto anche una stima degli sconti in bolletta all’epoca, perché la cifra degli sconti in bolletta stimati, cioè quei tanti milioni, proviene dal dipartimento. Se modifichiamo, invece, si apre soltanto la formula negoziale.
Ora c’è l’impugnativa, il fondamento della legge Marzano, abbiamo l’opportunità di sapere dalla Corte costituzionale come va interpretata la legge Marzano, perché in fondo questo è l’unico desiderio che abbiamo. Sapete, ma come va interpretata la legge Marzano? Perché dobbiamo rinunciare? Perché dobbiamo andare incontro al sopravvenuto difetto di interesse? Perché è chiaro che, se facciamo questa modifica, nel momento in cui il Governo si presenterà all’udienza del 19 settembre, dirà: guardate che hanno modificato, quindi hanno accolto “sopravvenuto difetto di interesse”, “cessata materia del contendere”. Quindi, non sapremo nemmeno come è applicabile la legge Marzano.
Guardate, invece, lo scenario diversamente virtuoso. La Corte costituzionale dice che abbiamo ragione noi nell’interpretare la legge Marzano. In quel modo il Governo regionale si siede a tutti i tavoli in una posizione di forza. È di tutta evidenza. Perché? Perché c’è una legge a protezione di un punto di vista. Quindi, ne beneficiamo. Nel caso, invece, la Corte costituzionale dovesse dire che è incostituzionale per alcuni aspetti, conosceremo quali sono gli aspetti che fanno ritenere incostituzionale la nostra norma, per cui potremmo addirittura apportare delle modifiche per costituzionalizzarla. Oppure, potrebbe dirci: guardate, avete sbagliato tutto. Ma a quel punto avremmo avuto l’opportunità di sapere che abbiamo sbagliato tutto. Ma non abbiamo perso niente, perché rimane comunque in piedi il fatto che il Governo regionale può negoziare. Quindi, da qualsiasi prospettiva la si veda è inutile essere remissivi. È inutile apportare delle modifiche che ci portano dritto dritto al sopravvenuto difetto di interesse, depotenziando la forza del Presidente Emiliano, del Governo regionale, della Regione Puglia. Perché dobbiamo ridurre la forza del Governo regionale? Tenuto conto che in piedi, come ha detto bene il collega Mazzarano, c’è un intento, che fu l’intento che ci mosse, e cioè quello di prendere le compensazioni per il riequilibrio territoriale… Peraltro, nella vicina Basilicata, sia pur con oggetto diverso, perché lì si tratta di una concessione di estrazione, però nella vicina Regione Basilicata sull’argomento dell’energia c’è la possibilità per i lucani di ottenere degli sconti in bolletta, quindi non capisco per quale motivo dovremmo disarmarci senza andare a chiedere alla Corte Costituzionale, la cui udienza è domani, il 19 settembre.
Peraltro, faccio osservare rinnovando un elogio che l’Avvocatura regionale si è costituita in quel giudizio, e si è costituita sulla base di un mandato dato dalla Giunta regionale, non è che ha preso il mandato da sola. Nell’atto di costituzione l’Avvocatura regionale sostiene, con fare gagliardo da un punto di vista giuridico, le posizioni della legge regionale, quindi io non capisco perché dobbiamo depotenziarci, dobbiamo di fatto smentite la difesa che abbiamo già spiegato dinanzi alla Corte Costituzionale, con il risultato che, se abbiamo una chance di portare gli sconti in bolletta dando forza al Governo regionale, stiamo rinunciando a questa chance.
Francamente, è a saldo meno, è a saldo negativo tutta questa operazione, per cui veramente chiedo al Presidente Emiliano, visto che è una questione che non riguarda il singolo Assessore e non vorrei che sembrasse una disputa tra me e l’assessore Delli Noci, perché non ho dispute con nessuno, men che mai con l’assessore Delli Noci, però siccome è una questione importantissima che riguarda il Governo regionale nel suo complesso, invito il Presidente Emiliano a valutare nel suo giudizio, rappresentandoci tutti, questo andamento normativo con riferimento al contenzioso, per giungere alla conclusione di un’utilità. Abbiamo bisogno di intravedere un’utilità rispetto a questo gesto remissivo, e francamente, da qualsiasi prospettiva non la vedo.
In accordo con le dichiarazioni del Presidente Emiliano del 23 maggio, penso di poter insistere affinché sia rivalutata posizione. Attendiamo l’udienza del 19 settembre, che secondo me sarà un momento decisivo per dirimere questa questione, ma anche per dire a tutte le Regioni come si interpreta la legge Marzano, perché finora nessuna Regione ha mai applicato la legge Marzano, quindi potrebbe essere addirittura utile alla causa italiana.
Ecco perché vi invito e invito il Presidente Emiliano a rivalutare, alla luce di queste indicazioni, la vicenda e ovviamente a fornire il proprio punto di vista. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Amati.
Non ho altri iscritti a parlare.
Procediamo al voto.
La votazione è aperta. Scusate, all’articolo 1 c’è un emendamento: “Alla lettera a) dell’articolo 1 sostituire le parole ‘possono’ con le parole ‘devono’”.
Consigliere Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Ovviamente sono costretto ad illustrarlo. Però, francamente, non capisco perché dobbiamo fare questa cosa, per dare prova di abilità oratoria, per dare prova di abilità consiliare? Francamente non capisco. Anche perché, se intervenissimo sulle questioni di merito, io sarei disponibile ad essere persuaso. Francamente non capisco questa ostinazione.
Comincerò, nell’illustrare l’emendamento nei dieci minuti che mi sono consentiti, dicendo che questa mattina su Facebook un nostro collega della scorsa legislatura, Enzo Colonna, scrive un post molto interessante, non so se vi è capitato di leggerlo.
Io lo voglio citare anche per onorare il suo impegno nella scorsa legislatura su questi argomenti. Non so come andrà il dibattito, adesso vi cito la parte che più aiuta a comprendere qual è l’attività che dovremmo verosimilmente compiere.
Dice: “Il disegno di legge di modifica sottoposto al Consiglio perde, qualora approvato, l’occasione di fare chiarezza”. Non sto citando Amati, sto citando un consigliere regionale, peraltro di una formazione politica con cui non abbiamo il medesimo movente culturale, abbiamo moventi tecnici, ma non abbiamo il medesimo movente culturale. È una formazione politica che, in realtà, dovrebbe tener conto moltissimo dei beni comuni, perché poi queste cose, fuori dal tecnicismo, grondano significato di tipo culturale e politico.
Dice: “perde anche oggi”… Ho fatto qualcosa?
Speaker : PRESIDENTE.
Chiedevo dal pubblico se… Okay, grazie.
Speaker : AMATI.
“Perde anche oggi l’occasione di fare chiarezza, non correggendo l’impianto originario che confonde e sovrappone discipline dalle procedure e dai contenuti distinti. Per le misure compensative previste a fronte della realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili e per quelle previste da negoziare con i proponenti le altre infrastrutture energetiche.
Per converso – udite qui perché questa cosa non l’avevo notata nemmeno io, quindi glielo dico riconoscendoglielo – apporta modifiche su punti neanche oggetto di censura, dinanzi alla Corte costituzionale”. In effetti, sono andato a controllare, ed è così. Il disegno di legge, cioè – ecco perché lo dico a tutti i colleghi – apporta delle modifiche su punti che non sono oggetto di censura, cioè, non vanno nemmeno a paralizzare i profili sollevati, “destinate solo ad annacquare la portata precettiva della legge”. Cioè, le modifiche vengono previste, non tutte, addirittura, all’interno del solco previsto dalla Corte costituzionale, e a giudizio del professor Colonna, addirittura per “annacquare la portata precettiva della legge”.
Se non credete che ha scritto così, potete seguirmi su Facebook, così gli faccio un po’ di pubblicità, ala pagina “Enzo Colonna”, perché qualcuno può pensare “ah no, tu stai piegando il post”: no, no, è scritto così.
Su tutte colpisce… Quali sono queste modifiche? Su tutte colpisce quella che flette il testo dell’articolo 1, “Oggetto e finalità” dal – tra virgolette – “sono dovute misure di compensazione dalla versione originaria ad una impalpabile”: “possono essere previste”. Quindi, si passa da “sono dovute misure di compensazione”, alla modifica “possono essere previste”, che a dire dal professor Colonna rende impalpabile – che ovviamente è un’espressione non giuridica, è un’espressione letteraria, sta su Facebook, luogo di letteratura – e che trasforma la legge in una – udite questo – in una contrita e remissiva dichiarazione di buone intenzioni. È proprio il libro Cuore. Dice che è il libro Cuore. Mentre noi tutti sappiamo che il male è del mondo – mi permetto di interpretare così il professor Colonna –, mentre tutti sappiamo che il male è del mondo, oppure, come avrebbe detto Kant, l’uomo è un legno storto, noi, invece, con queste modifiche che cosa facciamo? Passiamo da “sono dovute misure di compensazione” a “possono essere previste”. C’è della contrizione in questa espressione. È vero, collega Vizzino? C’è contrizione. C’è remissività. È vero, collega Campo? Questa differenza c’è, si nota. Quindi, a essere gagliardi, lei si ricorda… Lo dico al collega Campo, perché lui è il Presidente della Commissione che in questa materia ha fatto molto. Si nota la differenza, vero? Devono e possono. C’è remissione evidente, di buone intenzioni. Quindi, noi siamo tutti buoni. Ah, com’è bello il mondo, assessore Barone. Lo dico a lei perché lei è assessore al welfare, quindi lei ha per motivi istituzionali il cuore, la bontà. Quindi, buone intenzioni.
Noi confidiamo che quelli di TAP, avendo visto la nostra remissività contrita, possano dire: beh, ci avete convinto. Quindi, noi stiamo sconfiggendo, assessore, l’idea che esiste il male nel mondo, proprio l’idea che c’è il male nel mondo, che ha accompagnato dibattiti filosofici da fare spavento, dalla teodicea in poi. Noi stiamo dicendo: guardate, il male non esiste. Questo dice il professor Colonna, quindi, contrita e remissiva.
La circostanza colpisce ancora di più – continua il professor Colonna – dopo che il Consiglio si è arrischiato, cioè si è preso dei rischi, consapevolmente. Ovviamente non credo che i colleghi abbiano preso dei rischi inconsapevolmente. Collega Tupputi, lei, quando ha votato, si è preso un rischio inconsapevole? No, non credo. Lei è l’uomo della consapevolezza e penso che fosse consapevole. Il Consiglio si è arrischiato consapevolmente a violare un territorio – questo lo dico all’assessore Maraschio – chiaramente non di sua competenza come quello della tutela dell’ambiente e del paesaggio. Perché dice questo Colonna? Perché nella parte precedente, quando costruisce il post, dice "in quel Consiglio ho visto che hanno assunto un provvedimento sui parcheggi dove è chiaro che la competenza non è loro" - scrive così prima – "però l’hanno fatto".
Tuttavia un istante dopo, quando stavamo discutendo delle compensazioni energetiche dove la competenza c’era ed era una competenza concorrente, cosa hanno fatto? Stavano proponendo questo atteggiamento contrito e remissivo.
Qui, invece, si tratta di una materia di legislazione concorrente - vero, avvocato Berlingerio? Ho visto che abbiamo trattato abbondantemente di questo, abbiamo trovato tutti gli elementi e la coinvolgo soltanto per onorare il suo impegno dell’epoca, non per coinvolgerla nell’eventuale dialettica politica - materia di legislazione concorrente, produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, per cui la Regione è chiamata a legiferare nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dalla legislazione statale, nello specifico dalla legge n. 239 del 2004, che impegna Stato e Regioni insieme a garantire un adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture energetiche, prevedendo eventuali misure di compensazione e di riequilibrio ambientale, e riconosce a Regioni ed Enti locali il diritto di stipulare accordi per misura compensativa, fatto salvo quanto previsto in materia specifica per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili.
In realtà, qui mi manca - senza offesa per gli altri colleghi - il collega Pentassuglia, che, se fosse stato seduto nei banchi del Consiglio, avremmo potuto suddividerci l’attività, ma lo sanno tutti, non stiamo svelando un segreto. Su tale materia la Regione sembra abdicare ai suoi doveri e rinunciare all’esercizio del suo diritto in virtù di un travisato senso del limite della propria competenza, che in questo caso ha la possibilità di essere verificato e tracciato nel giudizio che tra un paio di mesi sarà definito dalla Corte costituzionale.
L’altra puntata ve la leggo eventualmente negli interventi successivi. Colleghi, non è l’opinione mia o meglio non è soltanto l’opinione mia, ma io chiedo ancora una volta perché dobbiamo fare così. Perché i cittadini pugliesi devono rinunciare alla possibilità di sapere dalla Corte costituzionale se possono avere degli sconti in bolletta senza negoziare alcunché, ma soltanto in virtù di un obbligo che deriva dalla legge Marzano? Perché?
Uno può dire: perché noi vogliamo dialogare. Il dialogo è sempre assicurato. Qual è il problema? Il dialogo è sempre assicurato.
Immaginate un po’ rispetto al potenziamento delle infrastrutture energetiche. Voi pensate che le imprese delle infrastrutture energetiche non sono interessate al dialogo? Magari avessimo dialogato in passato!
Voi sapete che se avessimo dialogato in passato, TAP in particolare ci avrebbe offerto di tutto, ben di più di quanto oggi noi stiamo chiedendo con la legge Marzano? Perché in quel momento c’era l’importanza strategica che non tutti coglievano.
Dice bene Mazzarano. Quando l’abbiamo colta? L’abbiamo colta quando è entrata in casa la guerra, perché fino a quel momento nessuno l’aveva colta la questione. Perché dobbiamo fare così?
Io non riesco proprio a cogliere. Davvero, mi sto arrovellando. Qualcuno può pensare che sia un gesto meramente politico, no è un gesto tecnico: non capisco perché. Noi possiamo pure perdere dinanzi alla Corte costituzionale. Ecco, prendo questo versante, va bene? Prendo questo versante. Mettiamo che perdiamo dinanzi alla Corte costituzionale. Dice Colonna: “Vi siete arrischiati - usa questa terminologia alla Calamandrei, diciamo il linguaggio giuridico di un tempo – ma se vi siete arrischiati portate avanti questo punto di vista”. Perché, pur qualora la Corte costituzionale dovesse dire “avete torto” e ci deve spiegare a che serve la legge Marzano, almeno potremo dire ai cittadini pugliesi, ai familiari dell’assessore Palese che si lamentano per la bolletta alta del gas… È vero, assessore? Si lamentano i suoi familiari? Sì, è confermato. Potrà dire, l’assessore Palese, in maniera chiara-chiara, con un intervento breve-breve a casa: “Guardate che noi abbiamo fatto di tutto per ridurre la bolletta, ma la Corte costituzionale ha detto no”. E quelli in queste parole, da qualche secondo, coglieranno che l’assessore Palese ha contribuito a fare questo assieme a tutti noi.
Quindi, vi prego, colleghi. Davvero, vi prego. Io non voglio trovarmi nella posizione stranissima di chi è d’accordo con il Presidente Emiliano del 23 maggio 2023 in Aula detto a noi, però oggi stare qui da solo a difendere la posizione del Presidente Emiliano. Per quanto la cosa mi faccia pure piacere, e faccia piacere pure al collega Clemente, ha un non so che di paradossale.
Per cui, vi prego di valutare, visto che sono finiti i miei primi dieci minuti, questa possibilità.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Incredibile il tempismo sui dieci minuti, Presidente Amati.
Non ho iscritti a parlare.
Presidente Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Io sarei stato curioso di assistere a un confronto all’interno della maggioranza su questo tema. Onestamente, io giungo in Aula a parlare di un argomento delicato, importante. Una parentesi la voglio aprire sinceramente. Ho la massima stima e convinzione che l’assessore Delli Noci su questa e su tutte le materie che affronta ci mette il massimo impegno e la massima serietà.
Non ho apprezzato, collega Amati, il suo intervento dell’altra volta, quando parlava di voler fare dei favori evidenti a TAP. Non credo sia quello che ha mosso l’assessore. Questo lo devo dire per onestà intellettuale. Però, non avendo avuto alcun confronto sulle motivazioni, qualche perplessità ce l’ho.
Mi sarebbe piaciuto, ripeto, che in una riunione di maggioranza se ne fosse parlato, se ne fosse discusso. Ognuno aveva la possibilità di dire la sua opinione e poi potevamo pure... Venire in Consiglio regionale dopo aver votato qualcosa e essere portati al guinzaglio, così, a spasso, come un chihuahua... Onestamente, non mi sento un alano e nemmeno un doberman, ma un chihuahua non lo chiamo neanche “cane”. È più vicino al gatto che al cane.
Onestamente, questa parte mi pesa un po’. Pur, ripeto, sottolineando ancora una volta la mia discordanza con il suo passato intervento. Questo lo condivido, ma quello passato non lo condividevo nella parte in cui voleva far passare un messaggio che per me non esiste, perché conosco la correttezza, la serietà, la capacità e l’onestà dell’assessore Delli Noci.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Tutolo.
Non so se l’assessore Delli Noci vuole...
Sullo stesso punto, Presidente Amati? Okay. Va bene.
Prego.
Presidente Amati, però non sta intervenendo. Prego.
Speaker : AMATI.
Approfitto dell’occasione, sollecitato dal collega Tutolo, perché è giusto, anzi lo ringrazio per questa sollecitazione. Siccome la politica è anche battaglia, è chiaro che ci sono dei momenti in cui la battaglia assume il suo rilievo. Guai a noi se non avessimo passione. Per cui, delle frasi possono anche uscire male, mettiamola così.
Io ricordo bene cosa ho detto, però, a scanso di equivoci, l’ho anche risentito. Io ho detto: vuole fare un favore a TAP? È del tutto evidente che in quell’espressione, se si è letto, se qualcuno ha potuto leggere una ipotesi di complicità con TAP, ovvero un’ipotesi di influenzabilità da TAP, dico subito che non era questo il mio intento e chi l’ha pensato sappia che io in questo momento sto offrendo le mie scuse all’assessore Delli Noci. Anche perché voi sapete qual è il mio rapporto con queste cose. Vi vorrei ricordare che quando cominciò questa legislatura a colleghi che insinuarono sulla modalità di due colleghi di quest’Aula fui io che mi alzai e pronunciai, credo, delle parole decise e risolute e successivamente anche il Presidente Emiliano mi riconobbe da un lato questo e, allo stesso tempo, si associò a quelle parole.
Quindi, da questo punto di vista state parlando con uno come me. Pensate che in questo momento sto sostenendo la riforma Nordio in maniera proprio decisa. Sono contento che la stessa cosa stia facendo il Presidente Emiliano. Negli ultimi tempi andiamo d’accordo su tutto e quindi non so chi dei due si deve preoccupare, però su queste cose importanti, sulle cose importanti andiamo d’accordo, quindi io voglio chiarire che non ho voluto e, se sono stato frainteso in questo senso, io offro pubblicamente le mie scuse all’assessore Delli Noci.
Volevo dire in una frase lapidaria esattamente quello che ho detto prima. Perché dobbiamo fare questa cortesia a TAP? È un fatto politico, è un fatto amministrativo. Perché gli dobbiamo fare questa cortesia?
Ripeto e utilizzerò questo… Presidente, però non sono dieci che mi spettano adesso sono solo cinque, io mi fermerò a cinque. Vorrei, però, soltanto approfittate nuovamente di questa occasione in sede di dichiarazione di voto, per dire che io voterò a favore dell’emendamento.
Colleghi, lo dico in particolare a quelli che giustamente hanno chiesto un dibattito e un approfondimento. Votate pure voi a favore di questo, così noi assumiamo il senso di una volontà di dialogo, perché non c’è la volontà di sabotaggio da parte mia, da parte nostra. C’è la volontà di dialogare, per appagare la necessità di approfondimento che ora ha manifestato Tutolo, ma io conosco i colleghi, io immagino che anche gli altri colleghi vorrebbero approfondite e vederci più chiaro, perché io non penso che tutti quanti hanno occupato le loro ultime giornate a leggere il ricorso del Governo, la costituzione dell’Avvocatura. Non penso. Oppure, se gli altri l’hanno fatto, non fosse altro che per Tutolo che ha dichiarato di non averlo fatto, credo sia un fatto importante potersi fermare un attimo a discutere. In fondo io che cosa chiedo? Presidente Emiliano, che cosa chiedo? Chiedo di poter discutere, carte alla mano, razionalmente, senza foga, senza tentazioni tribunizie, che pure io ora ho perché sto svolgendo questa attività, e lo confesso. Anche questo serve per poter sostenere il proprio punto di vista.
Che cosa vi sto chiedendo? Colleghi, vi sto chiedendo di fermarci un attimo a discutere. Pure Elena dice a Ettore “fermati, parliamone”. E là stavano per entrare in guerra. Collega Tutolo, stavano per entrare in guerra. Elena, saggia e equilibrata, dice “fermati, vieni nella tenda, parliamone”. Non dico che dobbiamo fare l’invito di Elena a Ettore, ma una cosa così la possiamo fare. Vi prego, colleghi.
Annuncio il nostro voto favorevole all’emendamento, sempre con la richiesta di poterci fermare un attimo e discutere.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romito. Ne ha facoltà.
Speaker : ROMITO.
Presidente, io ho chiesto la parola per fare un’interpretazione contraria a quella del collega Amati rispetto alla presentazione di questo emendamento. Il collega, con grande enfasi, con grande abilità, raccogliendo anche l’invito dell’amico Antonio Tutolo, dice: votate favorevolmente rispetto a questo emendamento perché così noi apriremo il dialogo. Lo ha detto poc’anzi il Presidente Amati.
Mi tocca, invece, l’arduo compito di smentirlo. Collega Tutolo, votando questo emendamento si chiude il dialogo. E si chiude il dialogo per una motivazione molto semplice: aderendo all’impostazione di questo emendamento si stravolge la natura della legge concordata con il Governo, rispetto alla quale si erano assunti degli impegni con lo stesso Governo per evitare una nuova impugnativa in sede di Corte costituzionale. Dunque ‒ faccio l’interpretazione autentica di quello che sta accadendo ‒ votando favorevolmente questo emendamento, la proposta di legge di cui oggi noi stiamo parlando, per la verità di cui abbiamo parlato anche nella scorsa seduta, che è l’unica proposta di legge concordata con il Governo per evitare la nuova impugnativa in sede di Corte costituzionale, che supererebbe la sentenza del 19 settembre, quella di cui il collega parla sempre, votando favorevolmente questo emendamento si torna, nei fatti, all’impostazione originaria, dove non c’è più la facoltà di concordare un contributo, ma c’è la necessità di fissarlo.
Questo è quello che accadrebbe votando favorevolmente questo emendamento.
Peraltro, il collega Amati, nella precedente seduta di Consiglio regionale, a questo tendeva, legittimamente, utilizzando argomenti giuridici, retorici, politici per arrivare esattamente a questo punto, cioè quello di stoppare l’attuale versione della legge, concordata con il Governo, e tornare alla previgente versione, quella che, come ha detto lo stesso collega, di qui a breve sarà decisa dalla Corte costituzionale. Quindi, abbiamo già fatto degli appunti tecnici su questa norma, li abbiamo fatti nella scorsa seduta, non tornerò ancora a svolgerli oggi.
Fatto sta – questo è l’unico argomento che mi preme sottolineare in Consiglio, dato che stiamo per votare un emendamento che ha la capacità di stravolgere la legge concordata con il Governo – che ove mai questo emendamento dovesse passare la legge nei fatti sarebbe del tutto snaturata, tornerebbe nella sua previgente versione, perlomeno negli aspetti più importanti, uno degli aspetti più importanti, e dunque saremmo nuovamente dinanzi al conflitto che abbiamo esaminato nella previgente seduta di Consiglio regionale e, peraltro, in tutte le altre sedute in cui si è discusso di questa norma.
Questo, Presidente, solo per un’opera di illustrazione didascalica di quello che accadrà di qui a pochi secondi, quando questo emendamento sarà posto in votazione. Anticipo anche la mia dichiarazione di voto. Evidentemente io voterò contrariamente rispetto a questo emendamento del collega, perché credo che, invece, la versione concordata con il Governo, che il Governo ha concordato con Regione Puglia e che, dunque, oggi ha il crisma, questa volta sì, del dialogo che si è già instaurato fra Governo ed Ente regionale, ove mai dovesse essere votato, con questo emendamento quella fase del dialogo precedente sarebbe di fatto posta nel voto e si tornerebbe al punto di partenza. Questo è il motivo per cui io non solo voterò contrariamente a questo emendamento, ma invito anche gli altri colleghi, nel sano rispetto del dialogo e della leale collaborazione fra Governo ed Ente regionale, a fare altrettanto.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tutolo. Per dichiarazione di voto può intervenire, essendo già intervenuto. Prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie.
Io volevo preliminarmente ringraziare il collega Amati per la precisazione sul suo pensiero riguardo al collega. Quindi, grazie, collega Amati.
Riguardo, invece, al merito di questa questione a me, ripeto, lo sottolineo ancora una volta e vi motiverò anche perché, non sarebbe dispiaciuto avere un confronto all’interno della maggioranza per chiarire i miei dubbi e quindi votare in scienza e coscienza, perché io sono abituato a fare così, ma credo che ognuno di noi sia abituato a fare così.
Ad esempio un dubbio che ho è questo. Se qualcuno me lo toglie io ne sono lieto, felice e me ne vado arricchito dopo aver imparato qualcos’altro pure oggi. Qui parliamo probabilmente di energie rinnovabili. Forse è questo il tema? Bene, perché se il tema è questo, per quelle che sono le mie poche conoscenze, la materia è regolata dalle linee guida, se non ricordo male, del 2010, che, quindi, in buona sostanza, statuiscono, queste linee guida, che nel caso in cui ci siano queste compensazioni ambientali sono nella misura massima del 3%. Mi pare chiaro che ci sia un indirizzo preciso. Oppure, se non è questa la materia, bene, allora probabilmente potrebbe essere vera la interpretazione che si può applicare la legge Marzano. Questi dubbi io li ho e mi sarebbe piaciuto approcciarmi alla votazione di questo tema con maggiore consapevolezza.
Devo essere sincero, allo stato delle cose, non avendo avuto modo di approfondire e di discutere… Attenzione, i miei approfondimenti li ho fatti, ma quando ti confronti con altri probabilmente ti arricchisci perché le tue conoscenze vengono arricchite da quelle degli altri. È questo il senso di quella mia voglia di…
Però, ripeto, ciò non è stato e quindi ascolterò ovviamente l’assessore di cui, ripeto, nutro la massima stima, e lo sottolineo. Non ho alcun retropensiero su questa cosa qua e voglio sottolinearlo ancora una volta. Se mi convinco, bene. Se non mi convinco, mi perdoneranno, ma mi piace ragionare con i colleghi sulle cose. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Tutolo.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Delli Noci. Prego.
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Grazie, consigliere Tutolo, per aver consentito al consigliere Amati di chiarire un passaggio veramente brutto dell’ultimo Consiglio. Apprezzo il chiarimento rispetto a un’uscita che ritenevo veramente fuori luogo. Entrerò nel merito unicamente della questione dell’impegno che ha citato prima il consigliere Romito, credo sia opportuno e dovuto adempiere nell’ottica della leale collaborazione Governo e Assessorato.
In una nota del 22 febbraio, nella parte finale, cita esattamente che, nel momento in cui noi avessimo fatto una serie di modifiche, che sono parte della legge citata, i rilievi originari avanzati dallo scrivente ufficio verranno superati. Ciò premesso, qualora la Regione Puglia dovesse formalizzare l’impegno contenente anche il recepimento del suddetto ulteriore rilievo, lo scrivente ufficio legislativo, fatte salve le valutazioni in merito da parte del Consiglio dei Ministri, chiaramente, sarebbe orientato a non proporre l’impugnativa.
Il giorno successivo, il Presidente Emiliano manda una mail e una lettera ufficiale al Governo, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Dipartimento affari regionali, in cui indica tutte le modifiche concordate e prende l’impegno a mantenerle per conto del Governo regionale. Questo è l’impegno che noi riteniamo di dover mantenere.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Presidente Amati, l’ha già fatto.
Non ci sono altri iscritti a parlare.
Apriamo la votazione sull’emendamento all’articolo 1, che prevede la sostituzione della parola “possono” con la parola “devono”.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 27, favorevoli 2, astenuti 2, contrari 25.
L’emendamento è respinto.
C’è un altro emendamento all’articolo 1, lettera b), dove si prevede di eliminare la parola “anche”. Dove sta la parola “anche”? Lettera b, la parola “anche”: “Le parole ‘a carico dei proponenti di impianti e infrastrutture energetiche sul territorio pugliese, anche alimentate con combustibili di natura fossile’, sono sostituite dalle seguenti” eccetera, eccetera. Quindi, la parola “anche” è questa che ho appena letto.
Consigliere Amati, prego, ha chiesto di intervenire.
Speaker : AMATI.
Presidente, su questo innanzitutto presento un subemendamento chiedendo di sopprimere l’intera lettera b) e poi cogliendo l’occasione presento un subemendamento all’emendamento 3 e ulteriori tre emendamenti, quindi li deposito.
Speaker : PRESIDENTE.
Posso chiedere di prendere gli emendamenti? Grazie.
Speaker : AMATI.
Nell’illustrare questo emendamento, siccome è strettamente collegato al primo, utilizzo l’occasione per poter far presente che quella che ha letto l’assessore Delli Noci è una lettera che viene inviata a seguito dell’esame della nostra legge di modifica alla legge originaria. Colleghi, non so se vi ricordate che noi approvammo una legge e poi, sulla base di alcuni rilievi, venimmo in Consiglio ad accogliere i rilievi, con il suggerimento del Dipartimento.
Quando approvammo quella legge con i rilievi il Governo insorse sulle modifiche. Però, nel frattempo, è stato depositato… Sì sulle modifiche. Dice: guardate che noi – l’ha letto l’assessore Delli Noci - non proporremo impugnativa qualora voi accoglierete questi ulteriori rilievi. È scritta la parola “ulteriori rilievi”.
Adesso, siccome posso avere dei dubbi anch’io, la sequenza cronologica può essere o che questa è una rata dei rilievi precedenti oppure sono gli ulteriori rilievi successivi alla legge di modifica approvata.
Nel frattempo il Presidente Emiliano assume questo impegno. Il ricorso era stato già depositato. Il ricorso è già depositato, è incardinato. Il ricorso si discute. Su che cosa si discute? Qual è il primo ricorso? Qual è la parte essenziale? La parte essenziale del ricorso è se questi qui sono obbligati, devono, oppure se si apre il negoziato. Domanda ai colleghi consiglieri regionali che hanno approvato la legge prevedendo il “devono”. Non so se il collega Romito era già entrato in Consiglio regionale. Penso di no. Però, tutti gli altri colleghi di maggioranza e opposizione c’erano. Devo dire di più, si aprì anche una gara tra noi a chi la faceva meglio, a chi scriveva meglio questo obbligo. Tant’è che il collega Pagliaro insorse. Glielo dico così per fargli notare la contraddizione rispetto al suo voto positivo per due. Questo glielo dico per dirle che io qua sono di esperienza, mi accorgo di tutto. Il collega Pagliaro… Va beh, adesso non voglio discutere di questa cosa. Non voglio discutere di questa cosa. Il collega Pagliaro all’epoca aveva da obiettare, perché riteneva che quelle compensazioni non dovessero andare a tutti i pugliesi, ma dovessero essere limitate ad una parte della Puglia, assumendo anche delle ragioni. Ora, collega Pagliaro, lei passa con molta disinvoltura dal sostenere che quelle compensazioni dovessero andare ad una parte della Puglia al fatto che le dobbiamo negoziare. Quindi, non ci deve essere nemmeno l’obbligo. Adesso lei, se vorrà intervenire, spiegherà. Non c’è nessun problema.
Il collega Romito, invece, interviene dicendo che lui si stupisce perché, se si approva questo emendamento, cade l’impianto della legge. Collega Romito, in realtà quella era un’espressione non giuridica, era un’espressione politica. Lei non si faccia prendere troppo dal giuridichismo, perché il giuridichismo porta a conseguenze paradossali. Era semplicemente un invito a votarlo per dare un segnale politico e per dire: discutiamo. Voleva fermarsi lì. Non era un fatto di carte bollate, di cavilli, di marche da bollo (quando si usavano), di contributo unificato, di cancelleria. No, non era un problema del genere. Era un problema di un rango molto inferiore, era un problema politico. Volevo dire: se approvate, c’è un segnale, per cui ne discutiamo. Quindi, voglio acquietarla da questo punto di vista. I lavori di cancelleria sono fatti salvi, l’attività di cancelleria è fatta salva.
Quindi, noi in questo momento dobbiamo invece considerare che cosa vogliamo fare: vogliamo semplicemente dire che tutta quella partita vissuta è stata una partita inutile, per cui oggi, con un ricorso pendente, ci spaventiamo della Corte costituzionale? Cioè, noi ci spaventiamo della Corte costituzionale? Ci spaventiamo del giudice delle leggi? In uno Stato fondato sul diritto, ci spaventiamo del giudice delle leggi?
Il Governo nazionale, di qualsiasi colore, si risentirà se i poveri consiglieri regionali della Puglia invocano l’intervento del giudice delle leggi? Io non credo. Immagino che pure il Governo nazionale, pure il suo partito, collega Romito, pure il partito di Fratelli d’Italia, pure il partito di Forza Italia, almeno quello pugliese, avranno piacere di sapere dalla Corte costituzionale se per caso possiamo utilizzare queste risorse per fare gli sconti in bolletta?
Io vorrei sperare che questo sia possibile, o sia auspicabile anche per voi. È questo quello che sto chiedendo: qual è il meccanismo politico in base al quale noi ci spaventiamo della Corte costituzionale? Cioè, lo facciamo diventare un organo eversivo. C’è un fatto: no, attenzione, arriva la Corte costituzionale, come una cosa terribile, come se arrivasse un dittatore, come se arrivasse un torturatore, come se arrivasse una cosa… Invece no, è la Corte costituzionale.
Che c’è di male ad attendere qualche settimana? Quindi, colleghi, è questo il motivo che mi porta ancora una volta ad insistere con tutti voi. Noi abbiamo approvato una legge: una legge che è finalizzata a rendere eseguibile un’altra legge dello Stato. Non il diktat di un dittatore, ma una legge dello Stato: che c’è di male in questo? Perché non possiamo farlo?
Ma voi vi rendete conto che la Puglia è la regione geograficamente più appetibile, per fortuna? Ve lo dice un “Sì TAP” della prima ora. Io “Sì TAP” all’inizio, quando vidi, alla Bertolt Brecht, quando vidi che la stanza dei “No TAP” era affollata, me ne andai nella stanza dei “Sì TAP”, dove non c’era nessuno per prendere aria, parafrasando un verso di Bertolt Brecht, che diceva "quando vidi che la parte del torto era piena, me ne andai dalla parte della ragione" (questo era il verso di Bertolt Brecht).
Per quale motivo noi dobbiamo fare così? Per quale motivo? Non riesco proprio a capire chi si offenderà, collega Romito. Chi si offenderà, Salvini? Non penso. Ni faccia fare l’esegeta di Salvini, da un certo punto di vista Salvini è un populista, nel senso che va incontro al popolo, quindi se lei gli chiedesse se sia d’accordo per gli sconti in bolletta per i pugliesi "vai, Romito" dirà Salvini.
Giorgetti non lo so, nella dinamica non riesco a capirlo, ma su Salvini stia tranquillo. Chi dovrebbe sentirsi offeso nel Governo nazionale? Fitto? Io conosco Raffaele Fitto da quando eravamo ragazzi, da quando me lo presentò Emilio Colombo la prima volta e diventammo buoni amici, e Fitto è uno di quelli che da questo punto di vista tendenzialmente è portato a difendere....
Chi si offenderà? Per cui, colleghi, quello che vi chiedo ancora una volta, se è possibile, è di fermarci a discutere. Guardate che non si offenderà nessuno, ve lo assicuro, se volete vi presento una fideiussione, una garanzia patrimoniale sul fatto che non si offenderà nessuno, ve lo assicuro, però noi avremo tentato quella strada che, se riusciamo, è una strada utilissima per tutti noi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti a parlare, quindi adesso apriamo il voto sul subemendamento, che dice "all’articolo 1, comma 1, sopprimere la lettera b)".
Per dichiarazione di voto ha chiesto di intervenire il Presidente Amati, ma ha dichiarato tanto tanto, Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Lo so, Presidente, lei non so se si ricorda Pajetta, quelli sono dei maestri, li prendo a maestri, e guardate che questa pagina un giorno sarà rivista e tutti diremo che fu una bella pagina.
Ovviamente in questo momento non sembra, perché siamo su posizioni diverse, ma quando passa il tempo in cui si riduce la tensione del momento, noi diciamo che è stata una bella pagina, tant’è che a Pajetta, che era un personaggio, un grande personaggio, a un certo punto c’era Pannella che stava facendo una maratona oratoria, non so da quante ore, ma tante ore, tante ore, non gli venne in mente di dire: però, caro onorevole Pannella, tu hai parlato tanto, l’abbiamo capito. No, fece una cosa: si sollevò dal suo scranno, scese i gradini di Montecitorio e, prima di imboccare la porta di uscita, si rivolse a Pannella e disse: quando hai finito, spegni la luce. Che cosa voleva dire così Pajetta? Pajetta voleva dire: ti riconosco il diritto e il dovere di fare la tua battaglia con tutti gli strumenti che la democrazia ti consente, ti posso soltanto dire che io mi sono rotto un po’ le scatole, e siccome sono un uomo anche spiritoso ti dico: quando hai finito, spegni la luce.
Questo momento, che a qualcuno può sembrare un momento di soprammercato, in realtà è un momento che almeno a me sta facendo pensare. Per cui, sto usando semplicemente gli strumenti che mi vengono riconosciuti dall’ordinamento. E se stessimo all’opposizione, Presidente, io, Campo, Piemontese, il Presidente Emiliano e tutti gli altri, ce ne sono diversi, non voglio offendere nessuno, Mennea, Vizzino, Lopalco forse no, perché lui non è stato come noi da ragazzi, non ha montato i palchi… Vedo Piemontese sorride, perché questa cosa gli evoca dolci ricordi. Dicevo, se fossimo stati all’opposizione noi saremmo stati con duemila emendamenti tutti quanti a fare una sequenza di interventi che non sarebbero finiti più. E non vi dico Palese. Palese, in realtà, devo dire che usava un trucco. Adesso lo posso dire. Mi dispiace che non è presente. Lui diceva: devo presentare migliaia di emendamenti. In realtà, prendeva le risme di carta vuote, arrivava con un cartello dove le risme erano solo carta, dentro non aveva scritto niente. Lo usava come la pistola nei film western: lo metteva sul tavolo e diceva: guardate, io ho la pistola. Poi si faceva un accordo E palese ritirava non gli emendamenti, ritirava le risme di carta, si riportava le risme di carta. Ho detto una parte della sua biografia, assessore, così i biografi avranno la possibilità di ricordare questo evento.
Cari colleghi, io sto intervenendo perché voglio ripercorrere tutta la sequenza della vicenda, perché lo reputo importante. Noi stiamo in una regione incredibile, quant’è bella, Dio mio, ed è bello anche perché è la porta delle infrastrutture energetiche.
Io non posso tollerare… Un “Sì TAP” come me non può tollerare che TAP faccia gli interventi, però non dia le compensazioni. Guardate, mi sembra una contraddizione: qualcuno dirà… Assessore Delli Noci, a me, solo “Sì TAP” – ero da solo – sa cosa dicevano (basta che va su Facebook )? “È pagato dalle multinazionali”.
Io ce li ho tutti conservati. Io ero pagato dalle multinazionali. Tutti i “Sì TAP” erano pagati dalle multinazionali! Il Movimento 5 Stelle – mi dispiace che non c’è, però siccome gliel’ho detto tante volte, lo posso dire anche in assenza –, il collega Casili, in una manifestazione si ruppe il braccio. Venne qui dicendo che era stato caricato dalla polizia. Noi in realtà andammo al bar, andammo a vedere la moviola; la moviola ci restituì l’immagine che era Casili che stava caricando lo scudo della polizia, che gli aveva sferrato un pugno, si era fatto male perché il pugilato non era una cosa alla sua altezza. Però l’aveva ribaltata: disse che era la polizia che aveva caricato, invece la Polizia era così, ferma, con lo scudo. Non si muovevano, avevano avuto l’ordine di non muoversi: poveretti!
E io, che come Pasolini sto dalla parte della polizia – allora come ora –, vidi Casili che sferrò il pugno allo scudo della polizia. Perché vi dico queste cose?
Io non voglio che domani noi, in questa regione bellissima, riusciamo a fare una cosa che francamente non ha nessuna giustificazione. Per cui, chiedo ancora una volta all’assessore Delli Noci e al Presidente Emiliano: fermiamoci un attimo a riflettere, tanto arriva l’estate.
Il Governo non è che si arrabbierà poi tanto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo sul subemendamento.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, contrari… Votanti 27, contrari 27, astenuti 1.
Il subemendamento è respinto.
Passiamo al voto sull’emendamento all’articolo 1, lettera b), dove si chiede di eliminare la parola "anche", come dicevamo.
La votazione è aperta... È già intervenuto su questo emendamento... vada.
Speaker : AMATI.
Grazie. Ovviamente, la lettura del post Colonna la rinvio agli altri, adesso vi sottopongo un’altra questione che secondo me è decisiva, non perché le altre non lo fossero, ma questa francamente metterebbe in evidenza il massimo dalla contraddizione.
Eccellentissima Corte Costituzionale, atto di costituzione e memoria difensiva. "Per la Regione Puglia, in persona del Presidente Emiliano", con tanto di mandato in calce "rappresentati e difesi dall’Avvocatura regionale e in particolare dall’avvocato Tiziana Colelli", che cito per farle i miei complimenti, perché ha fatto un buon lavoro ed è giusto che chi lavora abbia i complimenti. Immagino (lo colgo anche dai sorrisi dei funzionari e dirigenti in Aula) con la collaborazione dell’avvocato Berlingerio, nonché della sua struttura, non conosco il cognome per cui, se me lo fate avere con un bigliettino per il prossimo emendamento, io chiederò scusa anche al funzionario o dirigente che ha collaborato.
Presidente Emiliano, la Regione Puglia, osservando il suo punto di vista, si presenta alla Corte Costituzionale dicendo, primo motivo, "sulla inammissibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse".
Dice l’Avvocatura regionale: "guardate che, con riferimento a quello che voi state dicendo, dal testo su riportato emerge incontrovertibilmente che le modifiche apportate alla disposizione qui impugnata sono tali da rappresentare una vera e propria abrogazione della legge regionale, della cui legittimità costituzionale si discute".
Le nuove disposizioni sono infatti, tant’è che per questo Colonna dirà... Interrompo il funzionario, a cui vanno i miei ringraziamenti, il dirigente, non lo so, e l’avvocato Mario Sicolo. Devo dire che questo atto di impugnazione – Presidente Emiliano e assessore Delli Noci, avete scelto bene, benissimo –, questa costituzione è stata imbeccata dal direttore del dipartimento e dall’avvocato Mario Sicolo, che credo sia dell’ARTI Puglia, non è incardinato nella struttura regionale, Ricordatevi sempre di ringraziare le persone che lavorano, perché dietro la nostra attività politica ci sono decine e decine di persone che lavorano. Ricordatevi sempre di ringraziare – se mi posso permettere questa divagazione, tanto il tempo ce l’ho – tutti. Io ho preso l’abitudine a ringraziare tutti… Non so se vedete i miei comunicati stampa: ringrazio questo, ringrazio quello, ringrazio quella. A volte addirittura sono così esagerato che a qualcuno viene addirittura il diabete. Questo perché mi colpì una storia. Quando John Fitzgerald Kennedy andò a visitare la NASA, a Cape Canaveral, cominciò ad andare in giro e salutava tutti. A un certo punto c’è un signore che stava spazzando per terra, lavava per terra, e Kennedy gli chiese: tu che cosa fai? E rispose quel poveretto che stava spazzando: contribuisco a portare l’uomo sulla Luna. Quindi, lui che stava lì alla NASA si rese conto in quel momento che lui aveva questa mansione, che non era una mansione ingegneristica, però anche scopando per terra, pulendo il pavimento, stava contribuendo a portare l’uomo sulla Luna. Quindi, ricordatevi sempre di tutti quelli che collaborano.
Dal testo soprariportato emerge incontrovertibilmente che le modifiche apportate… Però, Presidente, non sono cinque minuti, sono dieci. Sull’emendamento sono dieci. Presidente? Sull’illustrazione dell’emendamento sono dieci minuti. È sulla dichiarazione di voto che sono cinque. Adesso stiamo nella fase dieci. Dicevo, dal testo soprariportato emerge incontrovertibilmente che le modifiche apportate alla disposizione qui impugnata sono tali da rappresentare una vera e propria abrogazione della legge regionale n. 28/2022, della cui legittimità costituzionale si discute. Le nuove disposizioni sono, infatti, dotate di un contenuto radicalmente innovativo che la norma originaria dovrà intendersi implicitamente abrogata. Tali sopravvenute modifiche, infatti, determinano sul piano temporale una diversa portata precettiva delle disposizioni modificate che, se ritenute illegittime costituzionalmente, dovranno essere autonomamente impugnate, poiché il trasferimento della questione sullo ius superveniens supplirebbe impropriamente all’onere di impugnazione.
Ovviamente, il linguaggio è un linguaggio da avvocati, è il linguaggio che piace a me, a Romito e a tutti gli altri avvocati che stanno qua. Però, sostanzialmente, vuole dire, con quest’atto di costituzione, che le modifiche apportate hanno determinato una sopravvenienza, ovviamente, di inconsistenza delle doglianze segnalate.
Per cui il Governo nazionale, se avesse voluto collaborare veramente, avrebbe dovuto dire “io ritiro questo ricorso”: “ritiro il ricorso, voi vi impegnate, voi fate le modifiche, e sulla base della leale collaborazione, giungiamo alla conclusione che tutto quanto si sistema per il verso giusto”. Invece, no. Invece, no.
Tant’è che è ancora fissata ad oggi l’udienza, dinanzi alla Corte costituzionale, per il 19 settembre. Non è fissata? No, no, è fissata: biglietto di cancelleria, è fissata. Il tema della decisione è esattamente questo ricorso, anche perché in base al principio devolutivo, non è che la Corte costituzionale può decidere su argomenti a piacere. Non è come da noi, dove ogni tanto succede che ci lasciamo andare ad argomenti a piacere.
Punto n. 1/2. Sull’infondatezza delle questioni di legittimità costituzionale della legge regionale 28 del 2022, e qui entriamo nel succo, quindi non più nella questione procedurale, ma nel succo. Le censure sollevate dall’Avvocatura erariale, cioè coloro i quali difendono lo Stato sono inammissibili e infondate, in quanto muovono da una lettura parziale e pretestuosa delle disposizioni regionali estrapolate dal più ampio contesto normativo, sia nazionale che regionale, in cui le stesse si inseriscono.
Al fine di individuare l’esatta portata delle disposizioni censurate, invero, occorre esaminare la normativa nazionale di riferimento, posto che le disposizioni regionali circoscrivono puntualmente l’ambito applicativo, limitandolo al perimetro della competenza legislativa e amministrativa riservata dalla Costituzione alla potestà regionale, senza prevedere alcuna deroga, né alcun vulnus alla normativa statale.
Quindi, dice giustamente l’Avvocatura regionale: guardate che voi, per poter impugnare, dovete limitare la vostra impugnativa a cosa? Alla competenza legislativa e amministrativa riservata dalla Costituzione alla potestà regionale, cioè ricordatevi che siete in sede di legislazione concorrente, quindi quando impugnate non potete travolgere il tutto come se foste nella condizione della competenza esclusiva, tipo l’ambiente per citare un argomento che abbiamo trattato.
Quando quindi impugnate, quando sollevate la questione, cercate di circoscrivere l’argomento dell’impugnazione alla questione propria che attiene alla vostra competenza in termini di competenza concorrente.
Ovviamente io so che nessuno è obbligato ad ascoltare, perché non esiste l’obbligo di ascolto, perché l’argomento non si fa ascoltate facilmente, tranne nei casi in cui racconto di Pajetta e quelle cose lì, mi rendo conto, però forse è opportuno, Presidente, il silenzio. Con questo invito di metodo che varrà per gli interventi successivi concludo la mia illustrazione dell’emendamento in discorso. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
All’articolo 1, lettera b), eliminare la parola... presidente Tutolo, non l’avevo vista. Prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Avendo già espresso il mio pensiero sul merito della questione, cerco di dare una lettura anche politica di questa storia di oggi, e devo dire (almeno io la sto vedendo così, poi qualcuno mi correggerà, se sbaglio) che è come se fossimo nella stagione degli amori, dove ci sono dei corteggiamenti, dove ci sono degli ammiccamenti.
Io ho fatto il mio precedente intervento dicendo che mi sarebbe piaciuto, in una riunione di maggioranza, essere coinvolto, essere convinto di una buona votazione. Adesso invece voglio capire un’altra cosa, perché dalla precedente votazione, Presidente, mi pare che lei abbia detto 28 presenti, 27 favorevoli e 1 astenuto. Siccome l’astenuto sono io e gli altri erano tutti favorevoli, non ho capito il Presidente Amati se non ha votato o cosa ha votato. Così come non ho capito neanche il collega Mennea. Così come noto l’assenza del collega Clemente. Allora io mi chiedo: state quasi per convincere me, che sono l’allocco della situazione, quello che si lascia convincere con una certa facilità dei buoni propositi? Però, alla fine cercate di convincermi anche con l’esempio, perché se il Capogruppo di Azione che propone queste cose e quelli che compongono Azione non li vedo, onestamente, o meglio, li ho visti, ma al momento della votazione erano assenti, credo che fossero assenti… Mi dà conforto, Presidente, di questa mia… Perché sui 28 ci sono 27 favorevoli e 1 astenuto, siccome sono stato io, qua o qualcuno si è sbagliato a votare o non ha votato, e quindi vorrei capire quello che sta succedendo. Alla fine perché la stagione dell’amore? Perché qua c’è chi vuole stare in maggioranza, ma non sa che deve fare. Decidetevi, perché poi arriva l’estate. La primavera è la stagione dell’amore, poi arriva l’estate, poi arriva l’inverno e si raffredda tutto.
Io apprezzo il collega Amati per i contenuti e per la capacità espositiva, però poi si mortificano delle belle argomentazioni con atteggiamenti politici che, onestamente, non condivido. Su questi argomenti secondo me ci dovrebbe stare una libertà di coscienza assoluta. Ognuno valuta. Non è che si può andare schematicamente, però una roba del genere onestamente io neanche nel Consiglio, non comunale, ma neanche al Consiglio… Non lo so, non voglio offendere niente e nessuno. Però, onestamente una roba del genere diventa per me una cosa che non si può vedere.
Io voglio capire su questo argomento noi consiglieri della Regione Puglia cosa vogliamo decidere. Siccome ci sono delle argomentazioni che a me non dico che convincono, ma che mi fanno tentennare, che mi fanno pensare, che mi fanno riflettere, tant’è che, ripeto, lamento ancora una volta che mi sarebbe piaciuto avere un confronto, però, diamine, seppure i proponenti, quelli che dovrebbero sostenerlo con forza, ebbene datemi quel coraggio, perché io voglio schiacciare pure il ditino su quello verde. Fino ad ora l’ho fatto su quello bianco. Ma se voi non fate né bianco, né rosso, né verde, onestamente mi sento in difficoltà io. Quindi, se mi spiegate quello che sta accadendo, perché questa roba di terzo polo, di quarto polo, di quello che è… Io non credo che si possa giocare su argomenti come questo; io non credo che sia questo il motivo affinché uno possa determinare l’ingresso in maggioranza o il non ingresso in maggioranza.
Qui stiamo parlando di questioni che interessano i cittadini della Puglia, quindi oggi capisco che il Presidente Amati ci fa un’arringa sulle bollette dei pugliesi che potrebbero essere alleggeriti, e lo capisco, perché già lo ha fatto nel momento in cui abbiamo votato quella legge. Quindi, come Capogruppo di Azione, cerca di convincere il Consiglio, più volte sottolineandolo ai cari colleghi, però chiama prima i tuoi colleghi, quelli del Gruppo, per capire. Dice: cari colleghi del mio Gruppo, voi a chi appartenete? Di quale parrocchia? Sennò, qua, non si capisce veramente nulla.
Io onestamente non mi innamoro di queste questioni. Io sono uno di quelli, forse insieme a lei e a qualcun altro, estremamente pragmatici. Però questa roba è veramente evidente. Avrei voluto anche non vederla. Però mi pare grossolana, come cosa. Quindi vorrei capire: questa stagione degli amori quando la vogliamo concludere? Perché io mi sono stancato di sentire il gatto sotto il balcone che fa i miagolii alla gatta: o vi mettete insieme, o bisogna capire che cosa volete fare.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Amati, per cosa? Perché interviene?
Dichiarazione di voto. Prego.
Speaker : AMATI.
Il collega Tutolo non prende in considerazione l’unica ipotesi, una sola ipotesi, le prende tutte in considerazione. Non ne prende in considerazione una, quella più facile, in base al “rasoio di Occam”. Quella più facile qual è? È che naturalmente quelli di Azione, che stanno combattendo una battaglia di maggioranza sugli interessi dei pugliesi sperano che manchi il numero legale: è la ragione semplice, semplice.
Siccome sperano che manchi il numero legale, perché la battaglia prevede – è vero, collega Pentassuglia? – anche questo, è di tutta evidenza che se speri che manchi il numero legale, non è che ti metti a votare pure tu; perché se ti metti a votare, sei computato nel numero legale. Per cui, la battaglia si fa sul merito, si fa sulla tecnica consiliare, utilizzando tutti gli strumenti della democrazia.
Ora, lei, infatti, non ha posto un interrogativo, ha detto siamo 28, quelli dell’opposizione presenti quanti erano? Se non avessero votato, il numero legale non ci sarebbe stato, quindi, tanto per cominciare, c’è un dato politico: che il Consiglio regionale si sta tenendo, perché l’opposizione... è un dato politico, queste cose le sapete voi, io non mi intendo di queste cose, queste sono cose di letteratura... tra rosa e nera che letteratura ci può essere? Letteratura grigia? Lei, collega Campo, che ha una libreria (lo faccio per pubblicizzare la libreria del collega Campo) mi dica come possiamo definirla...
C’è che questa ipotesi, quindi io non voto per questo motivo e gli altri di Azione non votano per lo stesso motivo.
Se lei invece vuole discutere degli argomenti di merito, perché mi pare che ne abbia l’esigenza, non voti nemmeno lei, quindi diventa uno in meno, così nel caso manchi il numero legale noi potremo discutere pacificamente, che è l’intento che ho detto dal primo momento e immagino sia anche l’intento dell’opposizione, perché non credo che l’opposizione non abbia voglia di discutere seriamente nel merito della questione, immagino che sia un desiderio collettivo.
Ecco perché credo di aver spiegato il motivo. Non c’è alcun dissapore.
Sulla questione che lei pone, ovviamente lo faccio soltanto per onore di firma, perché capisco che lei vuole provocare, perché lei da questo punto di vista è un uomo di esperienza, e a lei che fa così amabilmente non posso non restituire la cortesia, lei pone l’argomento politico e l’argomento politico è semplice per quanto mi riguarda, l’ho già detto: noi un giorno fummo cacciati con parole roboanti, poi tutto ad un tratto le parole roboanti non ci sono state più e abbiamo cominciato ad approvare le proposte di legge e ne abbiamo approvate diverse in una ritrovata pace.
Siccome noi stiamo qui nell’interesse dei pugliesi e questa questione riguarda gli interessi dei pugliesi, è di tutta evidenza che combattiamo.
Inoltre lei, collega Tutolo, se vuole, non è necessario che lei mi ascolti, però era per lei, e tra l’altro lei deve considerare che lei ha visto solo questa legislatura, ma nella X legislatura, a parte il fatto che chi si allea con me diventa Assessore, prima è successo a Leo Di Gioia, poi è successo ad altri, quindi a chi vuole diventare Assessore conviene fare un’alleanza con me (lei è già assessore, quindi non si faccia tentare. Ma a parte questa questione, guardi che, per esempio, nella scorsa legislatura io e Donato Pentassuglia, in maggioranza, senza nessun problema politico, sa quanto abbiamo combattuto sugli argomenti di merito? Ma semplicemente per gli argomenti di merito. Poi lei tenga conto che, se prende il prospettino dei voti dati e delle presenze assicurate in Aula – lei si faccia dare questo prospettino –, lei vedrà che sui voti dati la maggior parte dei voti dati a favore, sia pur dopo modifiche e attività ordinaria, forse avrà una sorpresa, perché provengono esattamente da chi le parla o da persone che hanno condiviso le iniziative politiche. E delle presenze non ne parliamo. Non ne parliamo! Anzi, molto spesso il numero legale viene assicurato esattamente da chi le parla, che pure in certi momenti avrebbe avuto più di una ragione per far saltare le cose. Quindi, da questo punto di vista spero di averla rassicurata. Invito anche lei, visto che vuole saperne di più sull’argomento, ad assumere questo contegno di votazione, che serve soltanto per dire amabilmente e pacificamente all’assessore e al Presidente Emiliano: fermiamoci e parliamone. Quindi, le chiedo di aiutarci in questa iniziativa.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO.
Per lo stesso motivo di cui sopra. Grazie, Presidente.
Come sempre, il Presidente Amati sa che io adoro la sua capacità espositiva, e questo lo dico con sincerità. È piacevole. Però, non sempre riesce a convincermi. Mi fa tentennare, ma gli manca quello scatto, quella cosettina in più che ti fa buttare il cuore oltre l’ostacolo. Io sono disposto a non votare e, quindi, a far venir meno un altro, però ho quattro minuti e quindici secondi di tempo: lei chiami i suoi due colleghi, li faccia venire in Aula, gli faccia dire che sono contrari a questo provvedimento e che loro si alzano e se ne vanno non perché in disaccordo con la sua linea, ma semplicemente perché loro ritengono che sia strategicamente opportuno far mancare il proprio voto per far mancare il numero legale. Allora, sì, io sarò il quarto della compagnia. Ma quelli non vengono qua neanche sotto tortura. Questa è la realtà. Ho tre minuti e trentasei secondi, ma l’ho detto a quattro minuti: li fai venire qua, tutti e due, e dicono che a loro questa modifica non va bene. Sennò, veramente diventa avvilente, collega.
Ripeto: noi due, che abbiamo quasi la stessa idea, ma ripeto, dobbiamo discutere mentre gli altri non ci stanno, mi fa specie.
Io sarei strafelice di essere tra quelli che determinano la possibilità di discuterne, l’ho detto per primo. Però, dove stanno? Sennò alla fine mi pare che non sia così evidente, non credo che pesi tanto… Io e lei, in Consiglio, al pari di altri – non di tutti, ahimè, purtroppo – abbiamo una presenza costante. Così come oggi facevo osservare che grazie alla presenza della minoranza c’è il numero legale. Non è un’eccezione, è una costante, questa, perché noi, di Consigli regionali ne avremmo fatti veramente forse uno o due, con i voti della maggioranza.
Probabilmente, quando c’era da eleggere qualche… Non voglio fare polemica, diciamo qualcosa del genere.
Quindi, mi dispiace. Ripeto: se arrivano i due compagni di partito a dire quello che lei sta dicendo, e a confermarlo, per amore del Cielo, farò anch’io la mia parte. Farò in modo che possa venire… A parte che non mi pare che ci debba essere un grande sforzo, perché alla fine, quando si fa il calcolo… Lei è più esperto di me, per me è la prima consiliatura, però per lei non è difficile fare il conteggio, quindi capire se c’è la possibilità di farlo mancare, il numero, o di non farlo mancare.
Lei da solo… 28, 27 più 1, 28, per 25 sono 3. Uno e trino, in questo caso, non vale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Adesso possiamo aprire la votazione sull’emendamento all’articolo 1.
La votazione è aperta.
Comunque, Presidente Tutolo, la lezione sulla dignità della presenza in Aula è importante. Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 26, astenuti 4, contrari 26.
L’emendamento è respinto.
Adesso c’è un emendamento a firma Caroli: «al comma 1, punto b), dopo le parole "della trasformazione", aggiungere le seguenti "nonché della riattivazione"», ed è un altro emendamento all’articolo 1. È stato pubblicato, vuole illustrarlo o lo diamo per letto?
Speaker : CAROLI.
Vorrei che si esprimesse l’Assessore, tenendo conto di quella che è la legge, tenendo conto del disposto della n. 239/2004, ma probabilmente è sfuggito ed è un refuso, non abbiamo tenuto conto del disposto contenuto del DL 29/12/2003, cui al punto 5 dell’articolo 1 della legge Marzano si fa espressamente riferimento.
Ritengo quanto mai necessario meglio disciplinarlo, anche perché è contenuto all’interno del DL 2003.
L’emendamento prevede di aggiungere al comma 1, punto secondo, dopo le parole "della trasformazione" le seguenti "della riattivazione". Vorrei conoscere la posizione del Governo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Delli Noci. Prego.
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Io vorrei un chiarimento: se parliamo della riattivazione di impianti esistenti, con modifica dell’impianto, rientra automaticamente. Se invece parliamo di impianti spenti che vengono riattivati, non ci sono modifiche oggi in essere per poterne giustificare la compensazione.
È una modifica infrastrutturale, una riattivazione infrastrutturale, una riattivazione dell’esercizio.
Speaker : CAROLI.
L’articolo 12 parla chiaro, parla di costruzione ed esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili e di interventi di modifica, potenziamento, rifacimento, totale o parziale, e riattivazione. Non lo dico io, lo dice l’articolo 12. È chiaro? Motivo per cui io le porto un esempio: ove domani mattina, per qualsiasi motivo, si dovesse interrompere la produzione e, quindi, l’utilizzo del gasdotto TAP, per sei mesi, per motivi non imputabili a terzi, ma imputabili all’azienda stessa, e di qui a un anno dovesse essere poi riattivata, possiamo…? Prego? Le porto un altro esempio. Noi abbiamo la centrale Enel “Federico II” di Brindisi, che è andata in attività nel 1997. Approfitto per sollecitare ancora una volta che a tutt’oggi dal 1997 qui parliamo di compensazioni, di ristori, di ritorni ambientali, a tutt’oggi i territori interessati, mi riferisco in particolare ai territori di Torchiarolo e San Pietro Vernotico, non hanno ottenuto un centesimo. Quindi, io le chiedo, assessore: siccome gli impianti sono quattro, ove questi, come è accaduto, passassero all’utilizzo di due e per qualsiasi motivo in corso d’opera dovessero ritornare a produrre i quattro impianti, in questo caso sarebbe applicabile o no?
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
È applicabile nel momento in cui c’è una trasformazione e un potenziamento. Tendenzialmente da un punto di vista ingegneristico qualsiasi riattivazione porta a una nuova Conferenza di servizi e, quindi, a una richiesta di autorizzazione all’esercizio.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Caroli.
Speaker : CAROLI.
Ha sottomano l’articolo 12? Lo dice in maniera chiara: rifacimento totale o parziale e riattivazione di un impianto. Allora, io le chiedo: la riattivazione di un impianto è da inserire o no? È da considerare o no? Le ho portato questo esempio: quattro impianti lo riduco a uno… Prego? No, ascolti. Probabilmente è questo che le sfugge. La legge Marzano fa spesso riferimento all’articolo 1, punto 5. Poi alla fine fa salvo quanto previsto dall’articolo 12 del DL 29 dicembre 2003 n. 387. Nel DL n. 387 del 2003, l’articolo 12 disciplina quanto le dicevo poc’anzi, e parla chiaramente di riattivazione degli impianti, che è una cosa diversa rispetto al rifacimento totale o parziale, o al potenziamento. Potenziamento è una cosa, lo disciplina in maniera chiara ed inequivocabile, così come disciplina in maniera chiara ed inequivocabile la riattivazione.
Io quindi a titolo esemplificativo, per chiarirci, ove ci trovassimo di fronte a quanto è accaduto nella centrale Enel Federico II, che da quattro impianti sono passati a due, e ora sono ritornati a quattro, questo è da considerare a tutti gli effetti una riattivazione dell’impianto?
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, assessore Delli Noci. Ha chiesto di intervenire, ne ha facoltà.
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Credo che sarebbe stato più opportuno farlo pervenire anzitempo, questo, in maniera tale da fare un referto tecnico specifico. Nel dettaglio, questa legge è un’applicazione della legge Marzano.
Lei cita, se non sbaglio, la 387. Noi stiamo applicando la legge Marzano, e quella previsione specifica riguarda le fonti di energia rinnovabili.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore, non ho capito… Okay.
Consigliere Caroli, vuole intervenire di nuovo? Velocissimo.
Speaker : CAROLI.
Velocissimo. Lui l’abbiamo fatto parlare per quattordici ore.
Non sono io a citare la 387, mai è il punto 5, l’articolo 1, punto 5. La legge Marzano recita così come segue “Le Regioni, o gli enti locali territorialmente interessati dalla localizzazione di nuove infrastrutture energetiche, ovvero, dal potenziamento o trasformazione di infrastrutture esistenti, hanno diritto di stipulare accordi con i soggetti proponenti che individuino misure di compensazione e riequilibrio ambientale coerenti con gli obiettivi generali di politica energetica nazionale, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 12 del DL 29 dicembre 2003 n. 387”. Non lo dico io, lo dice la legge Marzano.
Quindi, sulla scorta di questo, io chiedo – per lei è stato un refuso – se fosse possibile inserire all’interno anche la riattivazione. Probabilmente è sfuggito. Siccome al punto 2 non è previsto, possiamo inserire anche la riattivazione? Lo dice la legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Assessore Delli Noci, prego. Ha chiesto di intervenire?
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Dai confronti veloci con gli uffici mi dicono che non si può applicare questa legge.
Se avesse fatto pervenire questo emendamento, dovremmo... io non faccio il tuttologo ancora, però appena mi riesce lo faccio, glielo giuro, faccio anche quello.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, prego. Ha chiesto di intervenire per cosa, mozione d’ordine?
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
Presidente, io chiedo a lei e all’Aula se sia possibile sospendere la discussione di questa proposta di legge e occuparci della votazione dei debiti fuori bilancio, per i quali è stato già presentato dal Governo un emendamento che ha a che fare con la spesa farmaceutica ed è utile anche per le interlocuzioni che noi abbiamo con l’eccellentissima Corte dei conti.
Su questo chiederei questo di dare la possibilità di approvare i debiti fuori bilancio.
Speaker : PRESIDENTE.
Sulla mozione d’ordine interviene uno a favore e uno contro, sospendere la discussione vuol dire riprenderla subito dopo, perché l’assessore Palese aveva detto che sarebbe dovuto andare via per la Conferenza Stato Regioni intorno alle 15:30 16, siccome ha presentato questo emendamento che sta sulla legge dei debiti fuori bilancio, a causa del fatto che deve essere coerente e non è coerente con la transizione energetica, chiede che si possa discutere prima, fermo restando che dopo si riprende con la legge in discussione, quindi si tratta di interrompere per pochi minuti, trattare quella norma e poi ritornare su questa.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Noi siamo a favore della richiesta in realtà per una pluralità di motivi… Come? No, noi, noi davvero.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego l’Aula di stare in silenzio.
Speaker : AMATI.
Per una pluralità di motivi. Il primo motivo è la questione posta dall’assessore Piemontese. Naturalmente vorrò soltanto vedere l’emendamento che propone l’assessore Palese sulla questione della spesa farmaceutica, perché ce ne siamo occupati a lungo anche in Commissione. Però, immagino, da ciò che ho sentito, che sia una cosa in qualche modo razionale.
Poi perché vorrei anche che si approfittasse di questa sospensione anche per l’emendamento Caroli, del quale io francamente non ho avuto il testo, per cui non riesco a capire proprio qual è l’obiettivo, e naturalmente anche per fare in modo che l’assessore approfondisca con i suoi uffici per poter dare la possibilità anche al collega Caroli di presentare la sua proposta. Quindi, per una pluralità di motivi sono d’accordo.
Inoltre – non mi nascondo – se questa diventa ulteriormente l’occasione per stimolare una richiesta di approfondimento della questione di cui stiamo discutendo pacificamente, facciamolo. Guardate che non è una cosa brutta se lo facciamo. Non riempie di onte sinistre nessuno, né mette ombre sulla carriera di amministratore e di cittadino pugliese. Credo sia soltanto un fatto di ragionevolezza.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Quindi, ha parlato a favore.
Non c’è nessuno che parla contro? No.
Votiamo sulla mozione d’ordine. Ripeto, la mozione d’ordine è quella di sospendere la discussione della legge sulla transizione energetica e trattare il debito fuori bilancio, su cui è incardinato un emendamento proposto dall’assessore Palese ed altri.
La votazione è aperta sulla mozione d’ordine.
Votiamo.
Due voti contrari? Donato, hai votato contro? Donato, sei contro la mozione d’ordine? Delli Noci? La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 24, contrari 5.
La mozione d’ordine è approvata.
Adesso passiamo a trattare il DDL al punto 17.
Si tratta di un debito fuori bilancio. Diamo per letta la relazione? La diamo per letta.
Si vota sull’articolo 1.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 22, favorevoli 22.
L’articolo 1 è… Mancano i 26 per il voto. Non il numero legale, non possiamo scrivere “respinto”. Non c’è il numero legale per la votazione. Ci vogliono 26 che approvano. Ci vogliono 26 che approvano.
Solo alla fine deve essere maggioranza qualificata, articolo per articolo? Sto aspettando. Per ogni articolo sul debito fuori bilancio, no? Teniamo ferma la videata, perché c’è una questione di interpretazione che sta sollevando il Presidente Amati,
Speaker : AMATI.
Sto provando a suggerirvi la soluzione. Secondo me, la maggioranza qualificata deve esserci sull’approvazione finale del provvedimento e non sui singoli articoli, perché in realtà il bilancio, i 26 voti, su cosa li pretendiamo? Sul voto finale, come l’assestamento.
All’interno del bilancio quante norme non di bilancio sono contenute? Tante, però su cosa viene chiesa la maggioranza qualificata? Sul voto finale, per cui ho ripetuto diverse volte questa cosa, ma in realtà abbiamo sempre fatto così, io penso che sul voto finale debba essere garantita la maggioranza qualificata.
Speaker : PRESIDENTE.
Im effetti, nell’ambito della legge di bilancio ci possono essere norme che non contengono disciplina finanziaria, in questo caso, però, l’articolo 1 è una norma finanziaria che interviene.
Speaker : AMATI.
Nell’ambito del bilancio ci sono tante norme finanziarie e inoltre norme non finanziarie, perché la maggioranza qualificata viene chiesta nella votazione finale, perché il nostro Regolamento prevede che in quella materia, che è la fase essenziale teleologica ci sia la maggioranza qualificata, come se il Governo ponesse la questione di fiducia.
Ecco perché sostengo e ho sempre sostenuto che sul voto finale debba essere ottenuta la maggioranza qualificata, perché altrimenti cosa succederebbe, voi pensate al bilancio Norma finanziaria, singola norma finanziaria che va a fare assestamento, singola norma che va a fare una variazione della legge precedente.
Se passa con 22 voti, non è respinta, però io ho sempre avuto questa interpretazione sul voto finale, perché non esiste nel Regolamento un’indicazione specifica, siccome non esiste un’indicazione specifica, penso che sia così, poi posso anche sbagliarmi.
Speaker : PRESIDENTE.
Non si può dire che sia respinto, ma semmai che manchi il numero legale, però su questo punto credo che sia giusto far intervenire l’ufficio perché da sempre c’è il sostegno a questa tesi da parte del Presidente Amati, ma da sempre il Consiglio si è comportato in maniera diversa.
Un attimo solo, adesso passo la parola alla dottoressa Gattulli per chiarire ulteriormente quello che ho già detto.
Speaker : GATTULLI, Segretario generale.
Noi abbiamo sempre applicato l’articolo 35, quarto comma, del nostro Statuto, che richiede una maggioranza qualificata per tutte le deliberazioni in materia tributaria e di bilancio. Il Presidente Amati sa che l’interpretazione è stata sempre molto rigorosa e su tutto quello che atteneva ad una variazione economica di bilancio e finanziaria è sempre stata richiesta la maggioranza qualificata. Più volte lei, consigliere Amati, ha anche affermato questo e noi ci siamo attenuti a questa norma.
All’interno del bilancio poi ci possono essere, come spesso accade, norme di carattere giuridico che non richiedono la maggioranza qualificata e per le quali noi nella votazione non richiediamo questa qualificazione.
Il voto finale è sempre a maggioranza qualificata sulle leggi in materia tributaria e di bilancio.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Adesso dovremmo… No, scusate, una discussione sull’interpretazione no.
Il punto è che per costante interpretazione di questo Consiglio le norme finanziarie sono approvate con la maggioranza qualificata. Ecco, quello che manca è la maggioranza qualificata. Non è che è stato respinto il… Prego.
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
Io non voglio soffermarmi sul fatto se la votazione del singolo articolo ha bisogno della maggioranza qualificata o meno.
La cosa che naturalmente al Governo interessa è che noi non si possa considerare respinto, dottoressa Gattulli, il riconoscimento di un debito fuori bilancio nei confronti di cittadini pugliesi che magari hanno vinto una controversia giudiziale, perché nonostante ci sia il numero legale non vi è la maggioranza qualificata sul singolo articolo. Quindi, se la seduta viene meno per mancanza del numero legale, noi riprendiamo la prossima volta da qui, ma non abbiamo di certo respinto, votato contro il legittimo riconoscimento di un debito fuori bilancio, che mi sembrerebbe una enormità. Per quale motivo cioè noi dovremmo dire no a chi ha un credito certo, liquido ed esigibile?
Speaker : PRESIDENTE.
L’articolo 1… Noi abbiamo votato su tutto l’articolo 1.
Speaker : GATTULLI, Segretario generale.
Faccio chiarezza: questi sono debiti di cui alla lettera a), cioè, sono quei debiti che decorsi 30 giorni possono essere comunque pagati. Quindi, anche aver respinto questo articolo non produce danno ai fini della […] perché li espungiamo dagli altri debiti che comunque esistono.
Speaker : PRESIDENTE.
E che però hanno bisogno dell’approvazione per gli altri…
Speaker : GATTULLI, Segretario generale.
Quando decorrono i trenta giorni.
Speaker : PRESIDENTE.
Quando decorrono 30 giorni.
Speaker : GATTULLI, Segretario generale.
Quando decorrono i 30 giorni…
Speaker : PRESIDENTE.
Dall’inserimento.
Speaker : GATTULLI, Segretario generale.
Questo è inserito all’interno di una legge. Li stiamo togliendo dall’arrivo qui, in Consiglio regionale e dall’approvazione.
Non produce danno, però dobbiamo votare l’articolo 2, e questi sono lettera e), questi non possono essere respinti.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, facciamo chiarezza.
Quindi, è chiaro? L’articolo 1 è respinto.
L’articolo 2 invece deve essere messo al voto.
Un richiamo al Regolamento lei lo può fare. Intanto, abbiamo fatto chiarezza rispetto al “respinto”?
Speaker : AMATI.
Però, in realtà, se mi posso permettere, ove fosse valida l’interpretazione, l’esito è votazione non valida, tant’è che nel display della Camera, quando succedono queste cose, appare "non valida", quindi non è né respinto, né accolto.
Speaker : PRESIDENTE.
Lo abbiamo già detto prima, sì.
Speaker : AMATI.
Qual è il problema? La questione lettera a), lettera e) è una questione che va nel merito, adesso la questione è un’altra, che la norma dello Statuto dice "le votazioni che riguardano materie tributarie devono avere la maggioranza qualificata", ma le moto le votazioni che hanno un effetto legislativo, non le votazioni endoprocedimentali al procedimento legislativo.
Se vedete i precedenti in tutte le legislature, vi accorgerete che in realtà il voto dei 26 è richiesto soltanto alla fine, perché la votazione che ha effetti legislativi significativi è quella finale, tutte le votazioni interne sono votazioni sul procedimento legislativo.
Qual è il problema che io intravedo? Che, se voi dite che la votazione non è valida sull’articolo 1 dei debiti fuori bilancio, a cosa si attaccano gli emendamenti, su una votazione non valida? Decadono gli emendamenti.
Tra l’altro, il vero fatto pratico è questo, quindi penso che sulla votazione finale debba essere preservata la maggioranza qualificata e non all’inizio, dopodiché ho detto per l’ennesima volta la mia, fate come ritenete.
Va bene. Su questa questione del richiamo al Regolamento? Prego.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Perché io ho sentito l’interpretazione che è stata data finora e non metto in discussione se si vuol continuare così, però qui c’è da stabilire esattamente se in un contesto del genere, nelle prossime sedute, il riferimento sia quello che è stato detto, norma di carattere finanziario durante l’approvazione del bilancio, dei rendiconti, delle variazioni, degli assestamenti, nel momento in cui c’è un articolo che stanzia 5 milioni di euro per l’autismo, per ricordarne alcuni nell’ultimo bilancio, 1.500.000 per la PMA, oltre 1 milione per i carnevali, e su quei singoli articoli non c’era bisogno di 26 voti.
Se finora è stato così, io non discuto di mettere in discussione la prassi, però dovete andare a rivedere questa situazione, perché è assurdo che da un lato che si faccia così su centinaia di articoli, su migliaia, poi si arriva su questo, perché poi sulla variazione, su quelli, lì, sì, ogni volta occorre la maggioranza qualificata. Non c’è dubbio che è così.
È veramente un peccato perché davanti a una situazione del genere si scioglie il Consiglio, si prende tempo, si chiedono interpretazioni. Ma come? Noi non abbiamo bisogno di un’interpretazione, noi abbiamo bisogno di un momento di verità. Il richiamo che fa il consigliere Amati sulla legge finale è così. Ma è così anche alla Camera, è così dappertutto. Abbiate pazienza. Nel momento in cui si riscontra l’oggettività proprio in riferimento a quello che ha detto poco fa il Segretario generale del Consiglio. È chiarissimo. Poi, se si vuol fare in quella maniera, per carità, è una responsabilità che vi assumete.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Grazie, assessore.
Articolo 2.
Votiamo sull’articolo 2.
La votazione è chiusa.
Presenti 19, votanti 12, favorevoli 12, astenuti 7.
Manca il numero legale.
Il Consiglio si aggiorna. Ci rivediamo al prossimo Consiglio.