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C.r. Puglia 28.07.2020
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Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutti.
Diamo avvio all’ultimo Consiglio regionale, nella speranza che non sia eccessivamente tormentato.
Diamo per approvato il verbale della seduta precedente.
Sono assegnati alla I Commissione i disegni di legge di variazione di bilancio, il disegno di legge n. 96 “Contributi ai Comuni della Regione Puglia”.
II Commissione: disegno di legge “Istituzione agenzie per la sicurezza territoriale della Protezione civile”.
I Commissione: deliberazione dell’Ufficio di Presidenza numero 291.
Interrogazione Damascelli: “Concorso unico per operatori sociosanitari. Ritardi e irregolarità”.
Mozione Laricchia, Bozzetti e Di Bari “Impegno della Regione Puglia per costituire un tavolo tecnico nell’istituzione di un Registro regionale degli archeologi pugliesi”; Di Bari, Bozzetti e Laricchia “Impegno della Regione Puglia a costituire un tavolo tecnico per l’istituzione di un Registro regionale degli artisti dello spettacolo pugliese”.
Passiamo all’ordine del giorno. Cosa è successo, collega Trevisi?
Primo punto all’ordine del giorno è il prosieguo dell’esame del disegno di legge n. 61. Non so dove sta. È quella firmata da tutti? Va bene, la troveremo.
Collega Trevisi, prego.
Speaker : TREVISI.
Io ho parlato prima con i colleghi chiedendo la cortesia di esaminare una legge molto veloce che ho presentato tre anni fa e che era stata approvata all’unanimità in tutte le Commissioni. Poi tornata in Consiglio, abbiamo chiesto approfondimenti, siamo andati di nuovo in Commissione, tutte le associazioni di categoria hanno dato parere favorevole a questa legge ed è ritornata in Consiglio.
Sono tre anni che ho presentato questa legge e, siccome oggi è l’ultimo Consiglio e non so come andrà a finire, senza fare discussioni personali, ma dando per letta la relazione, chiedo la cortesia se la possiamo votare velocemente. È la legge sulla moneta. Ne ho parlato con diversi colleghi e mi hanno detto che per loro va bene.
È logico che daremmo tutto per letto e andremmo direttamente al voto. Mi sembra che siano cinque articoli. Se i colleghi sono d’accordo, chiedo se la possiamo votare.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Trevisi, ovviamente devo ripetere ancora una volta come si sviluppano i lavori. Nella Conferenza dei Presidenti, dove vi erano due tue colleghe, il Movimento 5 Stelle era rappresentato da due Capigruppo, abbiamo deciso che la proposta di legge Trevisi di cui all’oggetto è al quinto punto, scavalcando due punti all’ordine del giorno. Dopodiché, tu hai la facoltà, in base al Regolamento, di chiedere di poter anticipare un punto attraverso un voto. Per cui, se l’Aula è d’accordo, la proposta Trevisi chiede di mettere al primo punto la legge sulla moneta (chiamiamola così per semplificare). È una tua facoltà. Io la devo mettere ai voti per alzata di mano.
Prego, collega Franzoso.
Speaker : FRANZOSO.
Presidente, io la invito a non sottovalutare la richiesta del collega Trevisi, perché non vorrei che ci ritrovassimo di fronte a un altro intervento a gamba tesa da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, da parte del Presidente Conte, perché il collega Trevisi mi ha assicurato che il Governo ha molto attenzionato la moneta complementare che lui propone in Puglia e che, tra l’altro, mi ha detto, volendola sperimentare in Puglia, considerata l’emergenza...
Per favore, colleghi, un po’ di silenzio.
Considerato il grave periodo di crisi economica che ci apprestiamo a vivere, la sperimentazione in Puglia potrebbe essere, poi, su scala allargata a tutta la Nazione, a tutto il Paese.
Quindi, considerato quello che è avvenuto per la legge elettorale, che è materia di competenza regionale, però il premier ha detto che potrebbe addirittura commissariarci, io non vorrei che arrivasse un’altra lettera del tipo: “Se entro la data non approvate il Pugliex, interverremo a livello di Consiglio dei Ministri con un decreto d’urgenza”.
Dato quello che sta accadendo e che questa Assemblea legislativa sta accogliendo con una debolezza sconcertante, vi invito a non sottovalutare la richiesta del collega.
Speaker : PRESIDENTE.
Come prevede il Regolamento, abbiamo trovato chi è a favore. Non so se c’è bisogno chi è contro.
Dopodiché, passiamo ai voti.
Il Regolamento, se ricordo bene, prevede anche l’alzata di mano. Però, per semplificare ed evitare di stare a contare, procediamo con il voto elettronico.
Chi è favorevole a portare al primo punto la legge Trevisi “Promozione di compensazione regionale”, eccetera. Ovviamente, chi è favorevole vota “sì”, chi è contrario vota “no” e chi si vuole astenere si astiene.
Presenti 36, votanti 30, favorevoli 23, contrari 7, astenuti 6.
È approvata.
Nel frattempo è arrivata la mozione a prima firma Grazia Di Bari e tutti i Capigruppo, che riguarda la valorizzazione turistica delle linee ferroviarie Barletta-Spinazzola, Rocchetta Sant’Antonio-Gioia del Colle.
Possiamo votare? Votiamo per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvata.
Passiamo, adesso, al punto n. 6).
Diamo per letta la relazione.
Articolo 1. Non vedo iscritti.
Presenti 35, votanti 31, favorevoli 28, contrari 3, astenuti 4.
È approvato.
Articolo 2.
Presenti 34, votanti 27, favorevoli 24, contrari 3, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 3. Votiamo.
Presenti 39, votanti 30, favorevoli 28, contrari 2, astenuti 9.
È approvato.
Alla norma finanziaria c’è un emendamento con cui viene sostituita.
Articolo 4, Norma finanziaria. Votiamo.
Presenti 37, votanti 30, favorevoli 26, contrari 4, astenuti 7.
È approvato.
Votiamo l’intero testo di legge.
Presenti 30, votanti 24, favorevoli 22, contrari 2, astenuti 6.
La legge è approvata.
Io vi ringrazio tutti perché abbiamo evitato i comportamenti autolesionisti da parte del collega Trevisi. Avevamo questo scrupolo addosso. Per cui, sono contento che il collega Trevisi sarà di nuovo con noi.
Procediamo adesso con l’urgenza.
È approvata.
Torniamo al punto n. 1).
Cominciamo le votazioni, perché poi seguiranno una serie di articoli aggiuntivi.
Articolo 1 (Demanio).
Si tratta di sistemazioni tecniche. Dobbiamo accelerare che dobbiamo fare trenta votazioni.
Presenti 40, votanti 24, favorevoli 24, astenuti 16.
È approvato.
Articolo 2.
Presenti 35, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 12.
È approvato.
Articolo 3.
Presenti 37, votanti 24, favorevoli 24, astenuti 13.
È approvato.
Articolo 4.
Presenti 39, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 17.
È approvato.
Articolo 5.
Presenti 27, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 15.
È approvato.
Articolo 6.
Presenti 36, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 13.
È approvato.
Articolo 7.
Presenti 37, votanti 24, favorevoli 23, contrari 1, astenuti 13.
È approvato.
Articolo 8.
Presenti 37, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 12.
È approvato.
Articolo 9.
Presenti 35, votanti 21, favorevoli 21, astenuti 14.
È approvato.
Articolo 10.
Presenti 35, votanti 24, favorevoli 24.
È approvato.
Articolo 11.
Presenti 32, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 9.
È approvato.
Articolo 12.
Presenti 33, votanti 24, favorevoli 24, astenuti 9.
È approvato.
Articolo 13.
Presenti 36, votanti 20, favorevoli 20, astenuti 16.
È approvato.
Articolo 14. Votiamo.
Presenti 36, votanti 24, favorevoli 24, astenuti 12.
È approvato.
Articolo 15.
Presenti 32, votanti 24, favorevoli 24, astenuti 8.
È approvato.
Articolo 16. Votiamo
Presenti 32, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 9.
È approvato.
Articolo 17.
Presenti 32, votanti 24, favorevoli 24, astenuti 8.
È approvato.
Articolo 18.
Presenti 31, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 19.
Presenti 35, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 10.
È approvato.
Articolo 20.
Presenti 36, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 14.
È approvato.
Articolo 21.
Presenti 30, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 22.
Presenti 37, votanti 24, favorevoli 24, astenuti 13.
È approvato.
Articolo 23.
Presenti 31, votanti 24, favorevoli 24, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 24.
Presenti 30, votanti 24, favorevoli 24, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 25.
Presenti 33, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 8.
È approvato.
Articolo 26.
Presenti 31, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 8.
È approvato.
C’è un 26-bis, a firma Longo, Vizzino e Loizzo.
Votiamo.
Presenti 32, votanti 21, favorevoli 21, astenuti 11.
È approvato.
Articolo 27.
Presenti 25, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 13.
È approvato.
Articolo 28.
Presenti 31, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 9.
È approvato.
Articolo 29.
Presenti 31, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 9.
È approvato.
Articolo 30.
Presenti 30, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 8.
È approvato.
Articolo 31.
Presenti 31, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 9.
È approvato.
Articolo 32, ultimo articolo del testo.
Presenti 33, votanti 24, favorevoli 24, astenuti 9.
È approvato.
Adesso passiamo a un subemendamento all’emendamento n. 2 al disegno di legge “Demanio e patrimonio regionale”. C’è un emendamento a firma dei consiglieri Amati e Vizzino e poi c’è un subemendamento.
Votiamo. C’è un emendamento al numero 2, a firma Amati e Vizzino, allacci al Servizio Idrico Integrato in aree di recupero: “Al comma 1, dopo le parole ‘provvede’ inserire le parole ‘su istanza?” e poi prosegue. Votiamo.
Presenti 37, votanti 34, favorevoli 34, astenuti 3.
È approvato.
Votiamo l’emendamento. Questo è stato uno degli emendamenti concordati nella Conferenza dei Presidenti.
Votiamo l’emendamento sugli allacci al Servizio Idrico Integrato in aree di recupero.
I consiglieri ce l’hanno presente perché era inserito nel disegno di legge di variazione di bilancio. Votiamo.
Presenti 37, votanti 33, favorevoli 33, astenuti 4.
È approvato.
Passiamo all’emendamento numero 3 a firma dell’assessore Piemontese. Anche questo era inserito nel testo della variazione di bilancio. È quello riferito al 1,1 milioni per far scorrere le graduatorie sulle videosorveglianze. Ne abbiamo discusso in Conferenza. Su questo abbiamo detto che eravamo d’accordo.
Presenti 42, votanti 37, favorevoli 37, astenuti 5.
È approvato.
Adesso andiamo all’emendamento aggiuntivo di pagina 4, a firma Franzoso. Anche questo era stato concordato ed era presente nel disegno di legge originario. All’emendamento precedente aggiungiamo il voto favorevole del consigliere Bozzetti.
Emendamento Franzoso.
Votiamo.
Presenti 36, votanti 34, favorevoli 34, astenuti 2.
È approvato.
Adesso andiamo all’emendamento a firma del consigliere Campo. È l’emendamento un po’ controverso.
La parola al collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente.
Come ampiamente previsto, l’emendamento del consigliere Campo non ha trovato una soluzione condivisa, per cui resta una inspiegabile attività della Regione a danno di tutte quelle abitazioni che non hanno ricevuto dai propri Comuni le urbanizzazioni primarie e, quindi, saranno costrette a iscriversi sul portale del turismo, a dover firmare e affermare che la propria abitazione è in regola, mentre non lo è, e questo a danno di tante attività che sono assolutamente private e lecite. Questo in un periodo in cui tutti quanti ci soffermiamo a pensare a quante risorse servono per una famiglia per andare avanti.
Credo che questo emendamento sia un’ingiustizia, un emendamento che ripristina lo stato dell’arte, quindi la legge precedente, che dal 1 luglio impone l’acquisizione di un codice e la sottoscrizione di una certificazione sull’agibilità o meno di alcune abitazioni. Credo che non sia giusto, perché gran parte del Salento non potrà più fare quello che ha fatto fino a quest’anno, quindi probabilmente una deroga per consentire almeno solo nelle circostanze in cui le opere di urbanizzazione sono in costruzione poteva darsi un’eccezione. Questo non è avvenuto. Ne prendo atto con dispiacere, ma tant’è.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Damascelli, prego.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente. Manco a farlo a posta, sabato mattina incontro un operatore del settore turistico che mi rappresenta proprio questo disagio, assessore. Parlo di un operatore turistico affermato della Puglia, che fa parte delle organizzazioni del settore turistico, evito di fare i nomi di organizzazioni di persone, che si lamentava proprio di questo atteggiamento del Governo regionale che, in questo caso, va contro gli interessi delle imprese regolarmente autorizzate e che mette in difficoltà un settore che ha grandissimi problemi nella ripresa proprio in questo momento dalla crisi del Covid-19.
Qui bisogna fare delle scelte. Fare politica, Paolo, significa scegliere. Rispetto a chi ti dice “Io ho una struttura importante, ho i dipendenti, pago le tasse, sono stato chiuso tre mesi e adesso sto lavorando al 40 per cento rispetto allo scorso anno, a settembre dovrò licenziare il personale; sto facendo di tutto”, quindi sono anche imprenditori con una coscienza e con una etica “sto facendo di tutto per mantenere i livelli occupazionali, perché i miei dipendenti sono parte della mia famiglia, sono i miei collaboratori, ma con questo provvedimento della Regione”… Questo sabato mattina, in occasione di un incontro a Giovinazzo organizzato dall’Amministrazione di Giovinazzo dove c’era anche un esponente di Pugliapromozione e c’era questo imprenditore turistico che mi fermò. Io andari ad ascoltare, ero un uditore, un semplice uditore. Ascoltavo perché bisogna ascoltare il territorio per capire le problematiche e poi cercare di affrontarle insieme. Ero un semplice uditore. Questo imprenditore poi mi riconobbe e mi rappresentò questo disagio non suo personale, dell’intera categoria. Mi disse: “Così voi sostenete chi non è in regola in danno rispetto a chi è in regola e fa una grande fatica a riprendersi”. Ecco perché prima di approvare questo emendamento, Presidente Campo, non è un intervento fazioso, io le riporto quello che ho ascoltato, le rivolgo questo appello a lei che è firmatario e anche all’assessore, e penso che sia un appello sensato, che riporta una realtà e un disagio che la nostra economia, i nostri imprenditori e i nostri operatori del settore del turismo stanno vivendo. Quindi, pensiamoci bene prima di approvare un provvedimento del genere, perché va a ledere una importante fetta di imprese che fanno occupazione e che offrono servizi importanti per l’accoglienza in Puglia.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Possiamo procedere? Vuole parlare? Prego, assessore Capone.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Mi permetto di rispondere al Presidente Marmo e al consigliere Damascelli, ringraziando il Presidente Campo di aver riproposto la questione in Consiglio regionale.
Consigliere Damascelli, quell’operatore, se è stato aperto, se paga le tasse, l’avrà ringraziata del fatto che c’è il CIS, perché il CIS (Codice Identificativo delle Strutture) serve proprio a garantire chi paga le tasse rispetto a chi è sommerso o abusivo. Quindi, quell’operatore l’avrà ringraziata. Forse non sarà stato molto chiaro nell’esprimersi nei suoi confronti, ma l’avrà certamente ringraziata. Tant’è vero quello che sto dicendo che hanno chiesto il CIS già oltre 11.000 strutture e sono felicissima che finalmente si sia fatto chiarezza tra chi preferisce rimanere nell’ombra e guadagnare e chi, invece, emerge, garantisce sicurezza e agibilità, paga le tasse e dà il diritto di essere riconosciuto. Questo è proprio il sistema attraverso il quale si garantisce chi è in regola.
Che cosa è successo? L’emendamento proposto, certamente al di là della volontà di chi l’ha proposto, ne sono certa per la stima che ho nei suoi confronti, introduce la possibilità che chi non ha le opere di urbanizzazione primaria e secondaria – tanto per intenderci, non ha né acqua né luce né fogna – ma non è neanche in regola con le fosse Imhoff e con i pozzi, quindi non offre al turista la possibilità di avere i servizi igienici essenziali. A costoro offre la possibilità di non avere il CIS, cioè di rimanere sommerso e affittare lo stesso. Quindi, è vero, come dite voi, come dice lei, dobbiamo scegliere qui, se consentire che chi non ha opere di urbanizzazione primaria e secondaria, magari non per sua colpa, ma non ce le ha, chi non ha neppure le condizioni igieniche essenziali in casa sua, perché non in regola, perché non ha neanche la fossa Imhoff per la fognatura e non ha neanche l’allaccio idrico all’interno di casa, l’emendamento presentato l’altra volta serve a garantire a costoro di non prendere il CIS e quindi di rimanere totalmente sommersi, estranei a qualunque tipo di verifica di agibilità. Con voi devo davvero fare una considerazione oggi. Qual è questa considerazione? Che cosa succede in questo periodo di pandemia? Succede che il CIS ha garantito tracciabilità e mappatura. Chi è stato in una casa affittata come bed and breakfast o come casa vacanza, ma ha chiesto il CIS ha la possibilità di essere mappato, con i turisti che vi hanno soggiornato, di essere tracciabile e dunque di garantire che la Puglia sia sicura, sia una Regione sicura.
Il CIS garantisce che la Puglia è una Regione sicura. È per questo che tutti i portali hanno agevolato il turismo in Puglia, l’hanno suggerito e stimolato, perché in Puglia, con il CIS, si garantisce la tracciabilità delle persone e quindi si garantisce che chi paga le tasse abbia anche l’opportunità di poter essere presente nei portali in tutta sicurezza.
Non solo. Che cosa succederebbe ove permanesse l’emendamento presentato in precedenza? Succederebbe che, sostanzialmente, chi non ha adeguato le proprie abitazioni al seppur minimo servizio igienico avrebbe la possibilità di farla franca, con tutte le norme, perché, non essendo identificabile, codice identificativo di struttura, non essendo identificabile, rimane sommerso e, quindi, non si viene neanche a sapere che esiste.
Il CIS, infatti, nasce perché? Perché nel DMS c’erano 6.000 operatori e sui portali (Booking.com, Expedia eccetera) comparivano 60.000 strutture, quindi tutte sommerse. Il CIS non serve per aggravare le posizioni economiche delle persone. Non si deve pagare nulla. Il CIS non è un obbligo di pagamento, non è una tassa, non è nulla di tutto questo. Serve soltanto a dire: esisto, quindi io come casa vacanza ci sono, io come bed and breakfast ci sono, ho questo codice. Ecco perché i portali stanno chiedendo di indicare il codice. Quindi, serve ai fini della sicurezza, ai fini dell’agibilità, ai fini dei servizi igienici essenziali. Serve perché non si dica che in Puglia si possono affittare anche le case senza fognatura, senza luce, senza acqua, senza neppure la fossa Imhoff, senza neppure un pozzo artesiano per poter bere, perché tutti possono farla franca. Questo non è possibile. Il CIS evita che questo accada.
Quindi, oggi con questo emendamento presentato dal Presidente Campo si garantisce che almeno ci possa essere la mappatura di tutte le strutture extralberghiere in Puglia, ci possa essere un’operazione di trasparenza e di sicurezza e, in questo periodo che ci ha visto così attenti alla sicurezza delle persone, ci possa essere anche la possibilità di tracciare, proprio perché c’è un codice di quella struttura, le persone sapendo dove si sono recate, cosa hanno abitato.
Questo è tutto. Ripeto, io capisco le migliori intenzioni, ma è troppo importante per la sicurezza delle persone, dei cittadini pugliesi, oltre che dei turisti, garantire un minimo di servizi igienici e sanitari, che sono quelli previsti dalle norme, e un minimo di trasparenza per le necessità che si hanno sia sotto il profilo della cittadinanza sia sotto il profilo dei turisti in merito alle strutture stesse.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente e colleghi, io non intervengo nel merito dell’emendamento, io intervengo per ricordare a tutti noi i patti che ci siamo detti nella Conferenza dei Capigruppo. Su questo emendamento si era detto che il collega Campo e il collega Marmo si uniscono, vedono se è da portare all’attenzione del Consiglio o se è da ritirare. O noi stiamo dentro quello che ci siamo detti oppure noi non la finiremo più. Questo è il discorso.
Questo emendamento lo stiamo discutendo, ma per i prossimi, Presidente, o noi stiamo… Sennò qui non si finisce più, nemmeno stanotte.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente.
Mi permetto di riprendere la parola per alcune inesattezze, che ritengo siano inesattezze, pronunciate dall’assessore. Come ha dimostrato il collega Damascelli, per una struttura turistico- ricettiva, è l’Amministrazione comunale che non ha predisposto le urbanizzazioni principali primarie.
L’emendamento che io ho presentato la volta scorsa si riferiva proprio a situazioni di questo genere. Da quando è partito il CIS, il codice identificativo di struttura? È come se ogni casa privata fosse una struttura. È partito nientepopodimeno che dal 1° luglio 2020, nell’anno in cui, Presidente, chiamo lei a testimone, non l’Aula, tutta la normativa italiana ed europea è stata derogata. Tutto è stato derogato tranne il CIS. Per cui, una famiglia che ha una villa, che può ricavarne un reddito e affittarla quasi sempre ad un’altra famiglia pugliese e non ad una famiglia che viene per fare turismo, perché probabilmente sceglierà strutture turistiche di altro tipo, non ha possibilità di poterla allocare ed è ritenuta un’attività a nero solo perché viene chiesto nel portale della Regione di autocertificare che tutte le urbanizzazioni sono in regola.
L’accordo che io pensavo di trovare, e non ho trovato, per cui quello che ha detto il collega Zullo vale, per cui se non c’era l’accordo sull’emendamento non doveva nemmeno procedere, perché l’emendamento che hanno fatto è uguale a quello di Campo presentato nel ddl della variazione di bilancio, è di consentire la possibilità di fitto di quegli immobili che hanno in corso la realizzazione delle opere di urbanizzazione da parte del Comune. L’assessore ha dichiarato un’inesattezza grandissima, e cioè che quelle strutture non si sono messe a posto o in regola per conto proprio. Ma che colpa ne ho io se la mia realizzazione e il mio edificio è in perfetta regola, ho pagato gli oneri di urbanizzazione e l’Amministrazione comunale non realizza le urbanizzazioni? Che colpa ne ho se la mia è un’abitazione sanata perché prima evidentemente abusiva, ma sanabile, sanata e sulla quale ho pagato gli oneri di urbanizzazione e le urbanizzazioni l’Amministrazione comunale non me le realizza? E perché questa severità nel 2020, che è l’anno delle deroghe in assoluto? Solo da quest’anno noi dobbiamo comparire come belli e bravi e non come eravamo e come siamo ancora oggi. E lasciamo un mare di persone senza reddito, senza reddito supplementare, nel momento in cui i soldi servono alle famiglie. Mentre io pensavo che fossero delle ville o delle abitazioni magari ricomprese in lottizzazioni che non hanno ricevuto le urbanizzazioni, sento che ci sono addirittura strutture turistiche che dai Comuni non hanno ricevuto l’urbanizzazione, pur avendo pagato sonanti euro per ricevere le urbanizzazioni.
Questo è il tema che noi poniamo, non di quelle che sono completamente abusive, non hanno ricevuto la sanatoria, non hanno pagato gli oneri di urbanizzazione, ma di quelle che sono regolari, che sono attualmente vissute e abitate da pugliesi. Questo è il problema. Nell’anno delle deroghe universali solo in Puglia e solo per questo non si danno deroghe. Anche perché coloro i quali hanno interloquito con gli uffici hanno chiaramente detto che è una scelta politica. Gli uffici non potevano derogare da soli.
Questo è il tema, non come posto dall’assessore, che le persone non si sono messe in regola. Non esiste questa cosa. Chi non è in regola perché l’abitazione è completamente sfasata non avrà nemmeno pagato gli oneri di urbanizzazione. Ma se io li ho pagati? Ora accade che per il mese di agosto dovrò affittare la villa e non potrò farlo. Questa è la questione. Qui non si tratta del turismo in generale o del miglioramento delle strutture turistiche per dove si trovano. Si tratta di utilizzo della proprietà privata. Dove è possibile? Naturalmente, dove le organizzazioni sono state pagate e le Amministrazioni non realizzano.
Speaker : PRESIDENTE.
Damascelli, ha chiesto di nuovo?
Speaker : DAMASCELLI.
Voglio spiegare e chiarire all’assessore la ratio del mio intervento. Era quella di combattere l’abusivismo. Era quella di evitare di poter dire... Siccome a me risulta, tra l’altro, assessore, questo però ce lo può smentire, che c’era un provvedimento del Governo regionale per far slittare ai bed and breakfast la possibilità di iscriversi al CIS, questo ce lo deve spiegare. Anche questo è un aspetto fondamentale.
Noi dobbiamo tutelare chi fa economia, chi paga le tasse, chi fa impresa, chi paga oneri sociali. Ecco perché bisogna farli venire fuori. Iscrivendoli tutti al CIS noi li facciamo emergere, facciamo emergere il nero. Questo era l’obiettivo del mio intervento.
Così come vorrei capire se è vero o meno che le altre strutture non alberghiere avranno una proroga nella disposizione che impone l’iscrizione al CIS. La imponeva, per la verità, dal 1° giugno. Avevo letto delle dichiarazioni pubbliche in cui, come sostegno Covid, crisi anti-Covid, si consentiva lo slittamento alla iscrizione al CIS. Questo è un altro aspetto fondamentale.
Grazie, Presidente.
Sono stato brevissimo, Presidente. Presidente Loizzo, sono stato breve.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Barone, prego.
Speaker : BARONE.
Sarò brevissima anch’io.
Voglio parlare non nel merito, ma nel metodo. Come ha detto il consigliere Zullo, in Capigruppo avevamo deciso che, se non arrivavano a un compromesso o comunque a una visione concordata il consigliere Marmo e il consigliere Campo, questo emendamento non sarebbe stato portato in Aula.
Noi dobbiamo cercare di essere abbastanza... Anche se nell’ultimo Consiglio... La parola ha un valore. Dato che non c’è stato accordo, credo sia corretto ritirare questo emendamento. Abbiamo oggi sottolineato la possibilità di essere seri e coerenti rispetto a quanto si è detto. Abbiamo fatto una Capigruppo di due ore. Abbiamo cercato di portare avanti dei princìpi. Questo è un principio.
Non c’è stato un accordo. A questo punto, l’emendamento va assolutamente ritirato proprio per mantenere la parola data in quella sede.
Speaker : CAMPO.
Nessun intento polemico, soltanto per chiarire i termini della questione e poi consentire, mi auguro, al Consiglio di procedere speditamente i suoi lavori.
Vorrei precisare e chiarire a tutti, anche a qualche consigliere che adesso mostrava imbarazzo ad ascoltare la discussione, che fino alla settimana scorsa il tema non esisteva, nel senso che fino all’ultima seduta di Consiglio regionale il problema non era stato mai posto.
La norma era quella che l’assessore Capone ha ricordato anche nelle sue implicazioni più pregnanti. Il sistema turistico pugliese non mi sembra fino all’altro giorno abbia posto alcun problema. Si stava facendo anche un lavoro territoriale per incentivare le aziende, sollecitare le aziende dal momento che ci troviamo in una condizione in cui dopo gli scenari Covid si compete aspramente come sistemi turistici per attrarre presenze e il tema della sicurezza, della sanità e della presenza delle condizioni minime di igiene è sentito, è avvertitissimo dai turisti.
Si stava facendo un’operazione per cui si diceva al mondo che la Puglia è sicura, la Puglia è Covid free, venite nelle nostre strutture perché sono belle, pulite e accoglienti. Fino a tre giorni fa il tema, ripeto, non esisteva.
Il consigliere Marmo, legittimamente, non dico di no, legittimamente ha posto una questione, ma la settimana scorsa in Consiglio regionale rilevando che in alcuni casi alcuni operatori avrebbero potuto patire delle penalizzazioni stante l’assenza delle condizioni richieste per l’ottenimento del CIS, non per colpa propria, ma perché latu sensu ci sarebbe stata una inadempienza dei Comuni o di chi doveva nella realizzazione delle urbanizzazioni primarie.
A parte il fatto, e lo dico da ex amministratore, mi sembra ben strano che possa…
Per le urbanizzazioni secondarie è molto verosimile che possa esservi un mancato intervento delle pubbliche amministrazioni. Anzi, ahimè, alle nostre latitudini capita anche con una certa frequenza, ma per le urbanizzazioni primarie, sinceramente, io non riesco a intravedere, faccio fatica a intravedere o potrebbero essere rari i casi, e sarebbero gravissimi, in cui addirittura in assenza di urbanizzazioni primarie sia consentito l’esercizio dell’attività turistica. Io non escludo che casi limitati e sporadici di questo tipo possano esistere, ma non credo che per provare, pur nelle buone intenzioni del consigliere Marmo, la settimana scorsa a tendere una mano a qualcuno che si trova in difficoltà noi dobbiamo rischiare di vanificare un processo virtuoso che la Puglia aveva messo a sistema, a regime, che era già stato recepito dai tour operator, dalle agenzie che in qualche modo ormai orientano la scelta delle destinazioni, e mi riferisco – non voglio fare nomi – ma coloro che su internet – possiamo anche citarli, credo non si commetta nulla di male – Booking e via dicendo ci richiedono questa cosa.
Rosa, non stiamo cercando, con un atto proditorio oggi, con questo emendamento di sovvertire un sistema. È stata – lo ammetto, a cominciare da me – la mia, la nostra colpevole disattenzione e la coincidenza dell’assenza dell’assessore Capone in un momento in cui sembrava che il Consiglio volgesse al termine e l’emendamento era stato proposto in apertura di seduta con la mia colpevole sottovalutazione non aver inteso che quell’emendamento del consigliere Marmo che sembrava là per là cogliere una finalità comprensiva nei confronti di alcuno potesse mettere addirittura in discussione la tenuta del sistema turistico e dell’accoglienza pugliese in un momento delicato come questo.
Quello del consigliere Amati, in Conferenza di Capigruppo, che si potesse trovare una via d’intesa era un auspicio, ma evidentemente la formulazione della norma per la sua complessità non consentiva di tener fuori eccezioni, alcune delle quali magari ragionevoli. Pertanto, io non ritengo di aver tradito lo spirito del mandato della Capigruppo e ritengo che, invece, sia doveroso per noi riparare a una modificazione delle norme che era avvenuta la volta scorsa, non che avviene oggi, Rosa. La modificazione dello stato normativo era avvenuta la volta scorsa. Oggi si ripristina la situazione così com’era prima dell’emendamento del consigliere Marmo. Quindi, nessun blitz. Un blitz, semmai, era stato quello del consigliere Marmo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Pendinelli.
Speaker : PENDINELLI.
Presidente, io volevo soltanto a seguito dell’intervento del collega Campo e dell’intervento dell’assessore, fare una precisazione, perché mi sfugge l’incidenza sul testo della legge dell’emendamento.
Ognuno conosce la propria realtà. Dobbiamo sapere che ci sono territori della nostra regione in cui numerosissime strutture ricettive, addirittura villaggi turistici, operano in assenza di opere di urbanizzazione, ma con tutta una serie di norme che consentono di ovviare alla mancanza delle opere di urbanizzazione. Volevo soltanto avere un chiarimento da parte dell’assessore. Ci sono soluzioni alternative alla presenza di opere di urbanizzazione?
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Capone, prego.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Assolutamente sì. Se ci sono le condizioni igienico-sanitarie dell’abitazione per essere in regola...
Perfetto. Assolutamente sì.
L’emendamento incideva in precedenza sulla possibilità che l’abitazione non fosse in regola, al di là delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega De Leonardis.
Speaker : DE LEONARDIS.
Presidente, non voglio entrare nel merito della questione, ma dobbiamo darci una regolata se vogliamo fare qualcosa di positivo e di concreto oggi.
In Conferenza dei Capigruppo, mi dispiace collega Paolo Campo, abbiamo preso una decisione. Gli emendamenti erano quelli specifici. Se sull’emendamento che stiamo adesso discutendo non c’era accordo non si doveva procedere.
Te lo abbiamo detto in quattro, io e tutti i presenti. Non si doveva procedere. È stato fatto questo ragionamento. Tant’è che altri emendamenti non li stiamo discutendo, qualche altro emendamento che voleva qualche altro collega.
Non possiamo tornare, dopo due ore e mezza di discussione, sempre sullo stesso punto, perché ci accingiamo anche ad esaminare proposte di legge più corpose, più complicate, dove avremo da fare un ragionamento diverso. Se ci iniziamo ad incartare...
È così. Collega Campo, abbiamo preso questa decisione. Invito il Presidente anche a far rispettare questo accordo, sennò iniziamo a fare una discussione chilometrica su un emendamento, che non mi sembra dirimente. Non mi sembra sia la fine del mondo se oggi non ne discutiamo e lo tralasciamo, ma serve per rispettare le regole, perché se noi non rispettiamo mai le regole non ne usciamo più. Te l’ha detto il collega.
Presidente Campo, per intervenire sull’argomento che non conosco e che solo per una questione di metodo ti sto ribadendo quello che abbiamo deciso, perché se continuiamo così poi non ne usciamo su niente oggi. L’intesa era quella. Evidentemente, su cinque in quattro abbiamo capito in un modo e solo tu in maniera differente.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Franzoso, prego.
Speaker : FRANZOSO.
Grazie, Presidente. Torno all’assessore Capone.
Assessore Capone, lei al collega Pendinelli ha risposto che ci sono altre vie per poter ottenere il CIS in assenza di opere di urbanizzazione primaria qualora si garantisca che ci sono le condizioni igienico-sanitarie indispensabili. Io le chiedo quali sono gli altri modi, perché andando sul portale per registrarsi e ottenere questo CIS il portale richiede un’autocertificazione in cui io, proprietaria di un immobile, che non ha le opere di urbanizzazione primaria, non perché io non ho provveduto, ma perché il mio comune di residenza non me le ha fornite, dovrei dichiarare, per poter ottenere il CIS, invece di averle.
Ovviamente, lei sa perfettamente che un’autocertificazione, qualora non dovesse essere veritiera è un problema per chi la fa. Allora, io mi chiedo, di fronte a una responsabilità che non è del privato, ma è dell’Amministrazione pubblica, perché non permettere a queste persone di registrarsi e di ottenerlo quel CIS, perché esattamente quello che lei in questo modo otterrà è l’opposto di quello che va predicando. Lei otterrà una serie innumerevole di persone che hanno delle abitazioni e che probabilmente affitteranno a nero, perché non avendo la possibilità di registrarsi perché per registrarsi dovrebbero autocertificare il falso semplicemente non lo faranno.
Ovviamente, così come dice il collega Marmo, qualora si desse a tutti la possibilità di registrarsi senza però richiedere un’autocertificazione falsa perché noi altrimenti stiamo dicendo “se volete fittare, dovete autocertificare il falso”, senza chiedere questo, dobbiamo far sì che queste persone possano registrarsi, fotografare in questo modo, avere un’istantanea in questo modo di qual è il reale stato delle strutture delle case che vengono affittate, e provvedere, con un lavoro di squadra tra Regione e Comune, perché il collega Marmo insegue Comuni da un anno e mezzo per questa vicenda, Comuni che sono assolutamente inadempienti su questo tema. Allora noi vogliamo far sì che la gente continui ad affittare, come avviene… Apro e chiudo parentesi. Io non lo so chi ha detto, credo il collega Campo, che gli sembra strano che manchino le opere di urbanizzazione primarie. Mi fa piacere sapere che esiste una parte della Puglia che io non conosco, perché invece io conosco tantissime zone della Puglia in cui sono assenti le opere di urbanizzazione primarie, anche per colpa della Regione. Comunque, lasciamo stare questo capitolo.
Apro e chiudo una parentesi. La maggior parte delle case vengono affittate a nero, a nero. E noi vogliamo continuare a far sì che questa procedura continui, perché non diamo la possibilità alle persone di registrarsi, di ottenere quel CIS, di avere una fotografia del reale stato delle strutture e di far sì che i Comuni vadano a servire anche quelle aree.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente e assessore, io non volevo entrare nel merito perché per me valeva quello che avevamo concordato, però tento di dare un contributo alla soluzione di questo impasse.
Se una struttura, una casa non è servita da opere di urbanizzazione primarie non significa che non possa essere dichiarata abitabile o agibile, perché ci sono dei sistemi alternativi alla rete fognante dinamica e ci sono sistemi alternativi all’approvvigionamento idrico. Però, assessore, un conto è che io debba dichiarare che la mia struttura o la mia abitazione sia agibile o abitabile, allora io la dichiaro, è dichiarata agibile, è dichiarata abitabile, altro conto è se io devo dichiarare che è servita da opere di urbanizzazione primarie. Nel sistema, se io devo fare l’autodichiarazione che è servita da opere di urbanizzazione primarie chiaramente io mi metto in difficoltà. Se, invece, io devo dichiarare, pur non essendo servita da opere di urbanizzazione primarie, che è comunque dichiarata agibile o abitabile, io lo dichiaro, perché è la verità.
Se questo mio intervento serve ad accordarvi su qualcosa, a subemendare e ad andare avanti, perché la giornata è dura, oggi abbiamo una giornata dura, se serve ad andare avanti, fermatevi, mettetevi d’accordo, ritornate all’accordo della Conferenza dei Capigruppo, quindi si ricompone la questione. Fermatevi tutti e tre e cercate di risolvere.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore, prego.
Speaker : MARMO.
La richiesta è questa: fate iscrivere tutti al portale, senza autocertificazioni, così emerge tutto, potete controllare tutto e far mettere a posto tutto dopo. Questa è la richiesta, questa è la mediazione, Presidente.
È inutile che chiediamo autocertificazioni su agibilità, abitabilità e persistenza di urbanizzazioni primarie. Io sto rincorrendo da due anni il Comune di Pulsano, che è stato richiamato per iscritto dall’Autorità idrica pugliese, per sapere perché, pur stanziati i fondi, non realizzano le urbanizzazioni. Questo è tutto. Non è nemmeno casa mia. È una parte della Puglia. Sono una parte di pugliesi. Fateli iscrivere tutti. Nell’anno delle deroghe universali, fate iscrivere tutti al CIS. Poi li andate a pescare uno per uno e andate a verificare. Cribbio! Direbbe un’altra persona.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Capone, prego.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
La soluzione che avete dato è già presente. Perché è già presente? Perché effettivamente la maggior parte delle case che vengono affittate o che vengono utilizzate, che sono fuori dal perimetro urbano, non dispongono di opere di urbanizzazione secondaria, soprattutto di opere di urbanizzazione secondaria.
Noi dobbiamo essere chiari su che cosa vogliamo offrire ai turisti. Se vogliamo offrire...
Un momento.
Se vogliamo offrire trappole per topi o se vogliamo offrire case.
La soluzione che esiste è esattamente quella che è stata tracciata dagli interventi che mi hanno preceduto, compreso il suo, Presidente Marmo, cioè la soluzione che chi ha le opere di urbanizzazione primaria e secondaria lo dichiara. Chi non ce l’ha deve semplicemente certificare che la sua casa è a posto, che se entra un turista ci trova l’acqua, che se entra un turista può andare tranquillamente nei servizi igienici, perché i servizi igienici esistono. E non si può dire “non deve dire niente”, altrimenti che cosa accade? Accade che si mette un CIS anche a una topaia, abusiva e senza alcun servizio igienico. Ecco perché quel codice serve a dire o che esistono le opere di urbanizzazione primaria e secondaria o laddove non esistono casi che oggettivamente si riscontrano, almeno il privato che non usa per sé, ma sta affittando, lucrando ovviamente quello che può lucrare, legittimamente, sta affittando ad un turista, che sta accogliendo un turista in una casa agibile. È chiaro? Se la tenesse per sé quella casa… Lucrando nel senso che sta guadagnando quella piccola cifra che serve per poter compensare il suo investimento, ma comunque sta dando al turista…
No, il portale è perfetto sotto questo profilo. Il privato deve dichiarare che ci sono i servizi igienici, che la sua casa è in regola. Se dichiara questo, non c’è nessun problema.
Raccolgo in maniera estremamente positiva le dichiarazioni fatte dal consigliere Zullo e da tutti voi sotto questo profilo, ma devo dire che il consigliere Damascelli, nel momento in cui ha detto io sono contro l’abusivismo, l’unico modo che ha è di votare questo emendamento, perché, diversamente, le case abusive, purtroppo, senza servizi igienici, potranno tranquillamente aspettare un’altra epoca perché qualcuno se ne accorga.
Né proroghe né deroghe per nessun albergo. Lei ha detto che il sistema alberghiero ha goduto delle proroghe. Per quanto riguarda l’extra alberghiero, nel provvedimento generale delle proroghe avevamo inserito anche la proroga nella richiesta del CIS. Fatto sta che per le ragioni che ho detto prima e cioè che proprio nelle strutture ricettive è indispensabile garantire mappatura e tracciabilità, abbiamo dovuto reinserire l’obbligo del CIS, perché in questo modo si garantisce… In piena pandemia eravamo e anche a seguito della riapertura, quando i turisti hanno cominciato a tornare, in piena situazione di questo tipo abbiamo dovuto reinserire l’obbligo del tracciamento, quindi del CIS. Assolutamente per gli extra alberghieri, perché mentre gli alberghieri hanno un sistema di accoglienza facilmente tracciabile, gli extra alberghieri non ce l’hanno e vi devo dire che proprio l’extra alberghiero ci ha chiesto di reinserire il CIS perché questo garantisce tutta una serie di esoneri da responsabilità che, invece, sarebbe quasi in re ipsa. Ecco perché le dicevo che praticamente serve proprio a consentire questa opportunità.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Barone.
Speaker : BARONE.
Insisto sul metodo perché non era proprio da dover più valutare questo tipo di emendamento, in quanto quanto avevamo deciso in Capigruppo, e non penso di essere stata la sola di averlo compreso, perché anche il collega De Leonardis ha detto lo stesso, questo emendamento laddove, come in questo caso, non trovava un accordo fra le due parti non doveva essere più considerato. Anche perché, perdonatemi, se non dico male, è nell’ultimo Consiglio che è stato votato, quindi è una cosa fresca. Non è neanche giusto ritornare ex novo in brevissimo tempo sempre sugli stessi argomenti. Oltre che laddove le case sono abusive, laddove il proprietario è abusivo, probabilmente non si va proprio a registrare. Quindi, è anche un’incongruenza. Quindi, non ha proprio senso. Probabilmente sarebbe un modo anche per mappare da parte della Regione laddove ci sono delle zone che non sono strutturate, non hanno le opere di urbanizzazione. Ritengo che vada visto in maniera più propositiva e positiva non in maniera conflittuale.
Quindi io credo che vada ritirato e magari la prossima legislatura chi ci sarà andrà a rivedere il tutto. Ma laddove sono abusivi sicuramente non si vanno a segnare, perché sono tanti purtroppo gli abusivi. Penso proprio che non abbia senso tutto questo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, io non sono esperto della materia, ma vi ho ascoltato attentamente e temo che stiamo litigando su una cosa su cui, invece, siamo tutti d’accordo, se ho capito bene. La questione è che o sono autorizzati laddove ci sono i servizi primari strutturali oppure immagino che uno possa avere, come diceva il collega Zullo, i servizi alternativi, fosse Imhoff o altro approvvigionamento idrico. Io non immagino che uno possa affittare una casa dove non ci sono né i servizi primari né quelli alternativi, cioè non ci sono servizi igienici e acqua. Mi pare di capire. Io non credo che possa esistere questo. Non so se avviene questo in giro. Per questo non riesco a capire su che cosa state litigando.
Stiamo dicendo tutti la stessa cosa. Qui stiamo sostenendo che sono autorizzati sia quelli che hanno i servizi primari sia quelli che si sono dotati del minimo di servizi alternativi, che può essere la fossa Imhoff oppure l’approvvigionamento idrico attraverso autobotti, con la cisterna. Questo è. Io non posso credere che ci sia qualcuno che affitti case che non hanno né i servizi igienici né l’acqua nemmeno la cisterna. Non lo so. Portano le taniche dal nord, non riesco a capire. Non vi seguo su che cosa state litigando.
Temo che stiamo dicendo la stessa cosa. Stiamo salvaguardando l’esistente al netto del puro abusivismo.
Per cui, vi chiedo, francamente, di procedere al voto, perché i chiarimenti sono intervenuti. Credo che ci siamo capiti.
Votiamo l’emendamento Campo. Facciamo tutti uno sforzo, che la giornata è lunga.
Presenti 28, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 3.
È approvato.
Non ci sono più emendamenti. Ci sono dichiarazioni di voto? Procediamo al voto sull’articolato per intero.
Presenti 34, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 11.
È approvato.
Votiamo l’urgenza.
L’urgenza è accordata.
Andiamo adesso al punto n. 2) dell’ordine del giorno: “Istituzione del Parco Costa Ripagnola”.
Diamo per letta la relazione.
Dobbiamo stare un po’ attenti perché ho visto una serie di emendamenti. Io devo fare la mia parte e voglio ricordare a tutti che in Commissione è stato sviluppato un lavoro importante, a cominciare dal Presidente della Commissione e da tutti i componenti. Io ho partecipato a un paio di riunioni dove abbiamo tutti condiviso la necessità che per istituire il Parco di Costa Ripagnola bisognava tener conto, come sempre è avvenuto in tutte le istituzioni degli undici parchi della nostra regione, dell’opinione dell’Amministrazione comunale laddove risiede il 90 per cento della perimetrazione del Parco di Costa Ripagnola. Eravamo arrivati a una conclusione unanime su questo criterio, che io ritengo di assoluto buon senso, spero che adesso con questi emendamenti che ho visto presentati non andiamo a snaturare un lavoro che io credo sia stato fatto con grande intelligenza e con grande equilibrio. Non conosco gli emendamenti, però mi fido che stiamo lavorando per precisare alcune questioni, migliorare alcuni testi. Ma che non si vada verso lo stravolgimento, perché altrimenti rischiamo di non farne nulla.
Questo è l’appello che faccio a tutti i consiglieri che si stanno cimentando nel presentare emendamenti. Vediamo che succede. Adesso vediamo gli emendamenti uno per uno.
Articolo 1.
Ci sono emendamenti? Collega Conca, prego.
Speaker : CONCA.
Presidente, prima di cominciare con l’articolato e con gli emendamenti, io ne ho presentati un po’, ma li ho presentati per cercare di riportare il tutto da dove era iniziato. Il disegno di legge n. 13 che è stato presentato… Si può?
Speaker : PRESIDENTE.
L’assessore Pisicchio ha avuto un problema, si è allontanato, ma ritorna fra poco. Spero che arrivi in tempo utile.
Prego, collega Conca.
Speaker : CONCA.
Dicevo, Presidente, bisogna ascoltare tutti, sicuramente anche i sindaci, ma soprattutto quelli che si sono avvicendati nelle conferenze di servizio, che sono le associazioni ambientaliste, i pastori della costa in questo caso, un po’ i movimentisti in generale, ma dobbiamo prendere a riferimento il disegno di legge, che è un provvedimento della Giunta del 25 febbraio 2020, n. 13. Il passaggio in Commissione ha snaturato l’obiettivo iniziale, perché con le lettere i), g) e h), in buona sostanza, si è consentito al Parco istituendo Costa Ripagnola di avere più possibilità di costruire, di snaturare l’orografia del territorio rispetto allo stesso PRG del Comune di Polignano, che oggi non ottempera al PPTR, perché non gli conviene perché più restrittivo, ma con questo salvacondotto, con i comparti contrassegnati, di fatto, crea disomogeneità in questo Parco. Sembra un Parco a intermittenza. A mio parere, se deve passare così come è stato emendato in Commissione, meglio non farlo. Lasciamolo così com’è perché tutela molto di più quei trulletti che vanno a caratterizzare quel tratto di costa tra Monopoli e Polignano, che ci invidiano, che non ce ne sono tanti.
Questo Parco nasce fondamentalmente per tutelare quel paesaggio, ma se poi noi dobbiamo non tener conto delle relazioni di accompagno alla legge, al ddl o delle note del Dipartimento che ha scongiurato…
Non so adesso i referti tecnici degli emendamenti cosa dicono, ma evidentemente mireranno a tutelare la situazione ex ante quella che era nata in Giunta con il ddl n. 13. In Commissione si è stravolto, si è consentita la demolizione di manufatti di particolare valore storico ed identitario.
Io sto leggendo una relazione di chi ha seguito tutto l’iter. In aggiunta, si osserva il divieto di realizzare nuove costruzioni. Rappresenta una misura di salvaguardia necessaria a traguardare la finalità di tutela e conservazione nelle more dell’approvazione del Piano del Parco.
C’è la previsione di concedere fino al 20 per cento in più, anziché il 15, come la legge di riferimento impone. Poi, dulcis in fundo, c’è la possibilità di manufatti che non prevedono l’acquisizione di titoli abilitativi che possono anche fare presagire a sale amovibili, visibili, che vanno naturalmente a snaturare quel luogo.
Credo che se dobbiamo approvare una legge dobbiamo rispettare la volontà di chi quella legge l’ha perorata. Il Sindaco di Polignano ha semplicemente cercato di metterci una pezza, ma non è per lui che stiamo a parlarne oggi. Ecco, un Sindaco può dare suggerimenti, ma parlare di emendamenti di un sindaco, un sindaco non può emendare una legge regionale, può suggerire. Io ritengo che le ragioni rappresentate nei referti o nella relazione che ha risposto, sulla mappa, sulla cartina che ho potuto vedere ci sono le C2, le 2TA, le C4, le C5, io comprendo, ma l’Italia è fatta così, cioè uno decide e l’altro esegue. Capisco che un sindaco voglia poter decidere del suo territorio, ma qui non stiamo parlando di una cosa che appartiene a una singola comunità. Gli 800 chilometri di costa della regione Puglia, quello è un tratto bello, da preservare, ma da preservare così com’è. Ci sono in quel tratto già tanti campeggi, magari ancora abusivi, ci sono delle strutture ricettive, Polignano e Monopoli sono già famose per quello che hanno, io non credo che ci sia la necessità di andare a cambiare lo skyline di quel tratto di costa che costeggia la statale 16 e che è molto trafficata, e io quando ci passo ecco ci butto sempre l’occhio perché è un bel vedere.
Io ho presentato questi emendamenti sia agli allegati che nella parte dell’articolato per portare semplicemente la situazione a prima della Commissione V che l’ha snaturata. Davvero, se non dovessero passare quegli emendamenti, io ovviamente voterò contro questa decisione del parco, perché con questa istituzione noi diamo la possibilità ai sindaci che con il PRG erano limitati e dal PPTR erano limitati, noi non potremo far altro che dargli un salvacondotto, una sorta di San Marino, di Vaticano, dove addirittura da preservare si potranno fare molte più cose in deroga a tutto, anche al buonsenso.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri iscritti.
Procediamo con calma. Prima di procedere all’articolo 1, abbiamo l’allegato A, a firma di tutti i Capigruppo. È l’emendamento sull’allegato A, che sostanzialmente allinea, se ho capito bene, tutta la planimetria a quelle che sono le piantine già presentate. Votiamo. È firmato da tutti i capigruppo. È l’emendamento 001. C’è un problema al tasto della postazione di Zinni. Qual è la postazione? Cosa è successo? È una cosa complicata, però adesso vediamo.
Sentiamo l’assessore. Blocchiamo la votazione, visto che c’erano anche delle difficoltà tecniche. Prego.
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
Grazie, Presidente.
Volevo riferire che se noi dovessimo votare questo emendamento, seppur votato all’unanimità, ovviamente, ha già la descrizione di tutta la perimetrazione questo emendamento. Diamo già per scontato che tutti gli emendamenti presentati non siano validi perché, di fatto, la perimetrazione e le parti catastali sono già state individuate con questo emendamento. Siccome dentro questa perimetrazione ci sono delle forti perplessità anche degli uffici rispetto a questo, io chiederei, se fosse possibile, discuterlo nella fase finale. Andiamo sull’articolato e poi andiamo a discutere il dato catastale così come verrà rappresentato alla fine degli emendamenti.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Laricchia, prego.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere ai firmatari di questo emendamento esattamente di indicarci, per ognuna di queste voci in elenco, a quale parte dell’area fanno riferimento, cosa è contenuto in quell’area, quali particelle, chi sono i proprietari. Insomma, di che stiamo parlando? Sono certa che chi ha firmato questo emendamento sia pienamente consapevole della portata di ognuna di queste voci in elenco. Come possiamo votare una riperimetrazione contenuta in un allegato che solitamente – Presidente, mi corregga se sbaglio – si votano alla fine dell’intera valutazione del testo di legge.
Speaker : PRESIDENTE.
La procedura prevede che si cominci dal testo principale, poi via via decadono. Se il testo principale non viene approvato, si prosegue con i testi secondari. Questa è la procedura che abbiamo sempre seguito.
Speaker : AMATI.
Il motivo per cui, secondo me, va votato l’allegato subito è che l’articolo 1, comma 2, approva gli allegati.
È facile venire incontro a quello che dice la collega Laricchia, lei ci dice tutte le proprietà, tutte le caratteristiche paesaggistiche identitarie di quello attualmente allegato, lei ci dice che ci agevola nel lavoro, che si potrebbe anche collegarsi on-line con il catasto e farlo, però lei che ci fa questa domanda sicuramente sa già quali sono le stesse cose sull’attualità, quindi una volta che ci avrà fornito questo abbondante lavoro che immagino avrà fatto, noi invece segnaleremo le leggere differenze, che null’altro sono che la conseguenza degli emendamenti approvati in Commissione.
In Commissione avevamo già presentato un emendamento ricognitivo. Se non ricordo male, era il n. 37. Presidente Vizzino, non mi ricordo qual era. Comunque, lo ritirammo perché ritenemmo che c’era la necessità di fare un approfondimento di carattere tecnico, su cui i consiglieri regionali non avvertivano di avere la cultura adeguata per farlo seduta stante.
Collega Laricchia, se è interessata, visto che mi ha chiesto i catastali, sto per darle le proprietà, gli elementi identitari. Dopo che me li avrà dati lei ovviamente su quelli che… Benissimo. In Commissione, quindi, lo ritirammo perché deducemmo che c’era l’opportunità di fare un esame approfondito in sede tecnica. C’è stato un carteggio tra gli uffici della Commissione V, gli uffici del Comune di Polignano a Mare, collega Conca, Ente pubblico riconosciuto dalla Costituzione, cioè non una roba così, eletto dai cittadini, dal popolo, c’è stato, quindi, un carteggio tra Comune di Polignano a Mare, Assessorato regionale e V Commissione proprio su questo argomento e tutti hanno avuto modo, evidentemente, di confrontarsi. Se lei, collega Conca, legge quella nota allegata, lo dico per l’ultima volta nell’ultima seduta del Consiglio regionale, lo dico in particolare ai dirigenti, noi non siamo in un Comune.
Per una norma di legge non è richiesto il parere di regolarità tecnica. Al Comune è così. Con riferimento ad un’Assemblea legislativa c’è il referto tecnico che riguarda la copertura finanziaria ai sensi della legge, scusatemi questa digressione tecnica, e poi c’è il parere del Governo sugli elementi discrezionali. Spero che all’ultima seduta, nonostante l’Ufficio di Presidenza l’abbia ripetuto tante volte, saremo in grado di assodare questo problema. In quella relazione, infatti, che io ho letto con interesse, perché poi mi interessano sempre tutti i suggerimenti da parte di chiunque, non esiste il problema posto dai colleghi, esiste un punto di vista su valutazioni discrezionali. Dicono, legittimamente, “noi pensiamo che queste aree non dovrebbero essere qui piuttosto che lì”. Si accoglie il punto di vista, ma stiamo parlando di attività discrezionale dove, se permettete, io difendo la prerogativa mia di consigliere regionale e quella di tutti gli altri 50 consiglieri regionali. È materia nostra questa. È materia nostra. Infatti, noi vedrete che anche nella, chiamiamola così per comodità, relazione tecnica non esiste il problema che pone la collega Laricchia, ma esistono altre questioni che attengono alla scelta. La materia quindi della scelta riguarda noi e ho visto che ci sono degli emendamenti di colleghi che intervengono sulla scelta, legittimi, alcuni non li condivido, ma sono legittimi e in questo senso accetteremo, nonostante sia stata approvata all’unanimità, il confronto evidentemente. Però, in questo momento non abbiamo la questione della rispondenza della cartografia, anche perché non è stata posta. Sarebbe stata certamente posta poiché conosciuta attraverso l’abbondante carteggio, tant’è che se l’assessore dovesse dirci in questo momento che c’è una particella catastale che non rinviene immediatamente correremmo a correggerla, perché noi non abbiamo mai presentato modifiche di tipo puntuale. Le nostre modifiche sono sempre all’interno di un progetto. Quindi, la questione, secondo me, adesso si pone con riferimento al comma 2 dell’articolo 1. Con il comma 2 dell’articolo 1 si approvano gli allegati. Quindi, come ho detto in Commissione, noi possiamo fare una cosa, ma per venire incontro a questa richiesta, e cioè per fare in modo che il Consiglio regionale valuti gli emendamenti che eventualmente decadrebbero a seguito dell’approvazione degli allegati. Potremmo accantonare l’articolo 1. Abbiamo usato questa tecnica in Commissione. Collega Laricchia, immagino che i colleghi della Commissione V le abbiano riferito, di solito voi siete molto puntuali nelle conversazioni interne, che abbiamo fatto così: potremmo accantonare l’articolo 1 ed esaminare tutti gli emendamenti, affinché non fossero esercitate troppe preclusioni. Su questo non c’è obiettivamente nessuna difficoltà.
Per i titoli di proprietà di ogni particella catastale, per le caratteristiche geomorfologiche dei terreni, quelle artistiche e quelle culturali, collega Laricchia, credo tutti – credo di potervi coinvolgere – dichiariamo l’impossibilità ad appagare la sua gentile richiesta. Però, se lei ci aiuta con le stesse annotazioni riferite agli allegati esistenti, noi probabilmente sul sito on-line del catasto avremmo un lavoro da fare molto, molto più breve e, quindi, saremmo in grado di appagare la sua gentile richiesta. Diversamente, credo che sia più ragionevole eventualmente procedere attraverso l’accantonamento, l’esame degli emendamenti e alla fine votare l’articolo 1.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : CONCA.
Io semplicemente ritenevo si dovesse seguire lo stesso iter della Commissione. La parola “allegato” in genere si trova alla fine. Perché in Commissione – io non c’ero – pare che si sia operato in quella maniera. Poi capisco che il sindaco di una città dica la sua, consigliere Amati, come tutti noi diciamo la nostra. Ma se non serviamo, non c’è neanche bisogno di discuterne. Ecco, io capisco tutti.
Io non ho sicuramente nessuna di quelle particelle, non conosco né quelle attuali né quelle future. Mi devo fidare di quelli che hanno approfondito la materia, condividendo la ratio sia degli emendamenti che dell’istituzione del Parco. Ovviamente, non mi devo prestare o nascondere dietro il titolo che poi nasconde clausole che sono il contrario di quello che la legge voleva tutelare.
Speaker : ZULLO.
Presidente e colleghi, un conto sono i lavori della Commissione, che entrano nel merito, tentano di capire, si prolungano nelle audizioni, altro conto sono i lavori del Consiglio. È evidente che noi abbiamo il primo articolo che fa riferimento a questo emendamento e così abbiamo alla nostra attenzione gli emendamenti dei colleghi che sono alternativi o contrari rispetto al primo articolo.
Ognuno di noi oggi ha la possibilità di dire e di capire che se vota il primo articolo è evidente che è contrario a tutti gli altri emendamenti. È evidente. Se io voto il primo articolo è perché sono contrario agli altri emendamenti, perché se sono a favore degli emendamenti io al primo articolo voto contro. Oggi noi esprimiamo il parere definitivo, non stiamo di nuovo a entrare nel merito a valutare, a studiare, a capire, eccetera eccetera, eccetera.
Presidente, per l’economia dei lavori, il suo metodo, secondo me, era giusto, perché io alla mia attenzione ho questo emendamento e gli altri emendamenti. Nel momento in cui voto a favore vuol dire che sono contro agli altri emendamenti. Se l’Assemblea vota a favore di questo vuol dire che è contro gli altri emendamenti. Questa è la chiave di volta per poter procedere economizzando i tempi. Questo è, secondo me.
Presidente, mi affido a lei, però perdiamo solo tempo.
Speaker : PRESIDENTE.
Girando girando sempre qui arriva il punto.
Collega Colonna, prego.
Speaker : COLONNA.
Presidente, chiedo scusa se intervengo, intanto per salutarvi, ma per chiarire sul da farsi dopo le puntualizzazioni di Fabiano che faccio mie.
Ignazio, gli emendamenti sono diversi tra di loro. L’approvazione del primo articolo non impedisce in alcun modo l’esame e la votazione su alcuni degli emendamenti presentati. L’unico punto su cui dobbiamo fare chiarezza nella metodologia di lavoro e capire, come suggerisce Fabiano, se accantonare l’articolo 1, ma non tanto per il suo contenuto, quanto per il richiamo agli allegati, oppure, se partiamo dall’articolo 1, dobbiamo prendere in considerazione tutti gli emendamenti, non nella numerazione che viene presenta, tutti gli emendamenti che integrano o correggono nel senso di escludere o di comprendere nelle perimetrazioni, nelle zonizzazioni rispettivamente di cui all’Allegato B e all’Allegato A presentati. Mi riferisco ad alcuni emendamenti del collega Mario Conca, ad alcuni del collega Ruggiero Mennea. Insomma, dobbiamo esaminare tutti gli emendamenti relativi agli Allegati A e B. Oppure, decidiamo di soprassedere sull’articolo 1, andare al contenuto disciplinare e su questo ci sono emendamenti in particolare sull’articolo 9, cioè sul regime transitorio in attesa della definizione del piano e così via. È chiaro?
PRESIDENTE. A me è chiaro che, qualora approvassimo l’emendamento come abbiamo cominciato, non c’è la decadenza di tutti gli altri emendamenti, perché gli altri emendamenti hanno ben altra natura. Ci sono alcuni che, guardando attentamente, decadrebbero perché incidono proprio sulla perimetrazione. Non c’è dubbio.
Siccome la materia è complessa, onde evitare che si possano determinare interpretazioni, possiamo seguire anche l’altra strada. Fino adesso abbiamo seguito sempre la strada principale, cioè c’è l’emendamento principale che si vota, essendo tutti consapevoli, come ha ricordato il Presidente Zullo, che se si vota l’emendamento principale è chiaro che c’è la consapevolezza. Vi sto dicendo che so bene che ci sono subemendamenti o emendamenti che non hanno nulla a che fare con l’allegato. Dopodiché, per evitare che si determinassero problemi di difficoltà, potremmo anche procedere nella maniera che è stata suggerita da Fabiano Amati.
Accantoniamo l’articolo 1 con gli allegati e procediamo con gli altri emendamenti. È questa la proposta? Va bene. Ho capito. I colleghi Mennea e Conca potrebbero qui fare i subemendamenti con cui si chiede di estrapolare quelle proposte. O facciamo in questo modo… Cioè, diventano subemendamenti all’allegato A, all’allegato B, credo, a questo punto. È così? Quelli di Mennea. Quelli di Conca. Quelli che incidono sulla cartografia, quelli che, lo diciamo un po’ rozzamente, tolgono e aggiungono territorio al Parco, diciamolo in maniera più semplice.
Collega Conca, è d’accordo su questo metodo? Trasformiamo i suoi emendamenti in subemendamenti all’allegato A. Il risultato non cambia. Sempre quello è.
Speaker : CONCA.
Io non so, per esempio, se questo primo emendamento ha modificato interamente quello su cui io ho presentato gli emendamenti. Quindi, di fatto, saranno escluse molte particelle, posso immaginare o altro adesso non so. Ci sono venti fogli, trenta fogli. Io ho fatto emendamenti su un testo che non era questo. Se l’avessi visto… Che cosa subemendo adesso? Subemendo quello di prima. Tanto vale che questo lo si fa dopo, a mio parere.
Speaker : PRESIDENTE.
La sostanza non cambia. Votiamo gli emendamenti o respingiamo i subemendamenti che volevamo trasformare e arriveremo alla stessa conclusione, se votiamo in maniera ordinata. Accantoniamo e procediamo.
L’allegato dobbiamo accantonarlo, il primo allegato che stavamo votando, esatto. Accantoniamo l’articolo 1 e gli allegati.
Il vincolo è al comma 2, dove si parlava di allegati. Accantoniamo l’articolo 1 e proseguiamo con gli altri emendamenti.
All’articolo 2 non ci sono emendamenti. È l’ente di gestione.
Votiamo l’articolo 2.
Presenti 34, votanti 33, favorevoli 33, astenuti 1.
È approvato.
Non ha registrato il voto? C’è qualche tecnico che può risolvere la postazione di Conca, Zinni e Mennea? Allora abbiamo votato? Abbiamo calcolato anche Zinni, Mennea e Conca? Che cosa succede alla cabina di regia? Prima è apparso. Dovevamo aggiungere solo i tre. Articolo 3. Conca, non funziona ancora? Adesso è andato. Zinni non è andato.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 39 (si aggiungono i voti favorevoli di Zinni e Mennea), contrario 1.
È approvato.
Articolo 4.
Non ci sono emendamenti.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato.
Rimane sempre il problema di aggiungere il voto di Zinni, che è rimasto in difficoltà.
Articolo 5.
Non ci sono emendamenti.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
È approvato.
Articolo 6 (Regolamento del parco).
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 40.
È approvato.
Articolo 7.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
È approvato.
Articolo 8.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 40.
È approvato.
All’articolo 9 c’è un emendamento esplicativo a firma del collega Pentassuglia. È un po’ complicato leggerlo. Verrà distribuito. C’è il parere negativo degli uffici. Va bene.
Se viene approvato, decadono.
Stiamo votando l’emendamento di pagina 004/1, a firma Pentassuglia, all’articolo 9. Votiamo.
Presenti 33, votanti 31, favorevoli 23, astenuti 2, contrari 8.
È approvato.
A questo punto lo 01 di Conca decade, lo 02 decade, lo 03 decade.
Lo 04 di Conca interviene nella modifica della lettera i) dell’articolo 9, che non è stata toccata dall’emendamento Pentassuglia, quindi guardando bene questo emendamento vive. Pagina 04, lettera i) dell’articolo 9. Gira la pagina 03 e trovi la pagina 04. È firmato Conca, all’articolo 9, lettera i). Mentre gli altri articoli decadono perché era chiaro il riferimento alle lettere modificate da Pentassuglia…
Speaker : PENTASSUGLIA.
Si inserisce il capoverso a seguire perché io parlo di fabbricati non aventi valore storico documentale e che, però, sono legittimati e autorizzati dalla data di entrata in vigore del parco, come prevede il PPTR e il DPR n. 380.
Non vado a modificare alcunché.
Speaker : PRESIDENTE.
Con questa interpretazione, sono norme aggiuntive alle lettere, che rimandano alla parte principale che rimane per intero.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Specificano quel tipo di intervento, che è previsto dal PPTR e dal DPR, in ossequio alla norma, lasciando il lavoro della Commissione.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Questi li possiamo votare, non decadono a questo punto. Va bene. Seguiamo questo ulteriore chiarimento.
Collega Laricchia, prego. Dovremmo procedere con lo 01 del collega Conca.
Speaker : LARICCHIA.
Volevo capire una cosa. Se allora non è sostitutivo l’emendamento di Pentassuglia, ma aggiunge, non dovrebbe essere valutato dopo gli emendamenti sostitutivi?
Speaker : PRESIDENTE.
Lui aggiunge normative che non vengono toccate dai vari emendamenti, sono specificazioni, se ho capito bene.
Speaker : LARICCHIA.
Sullo stesso articolo ci sono anche degli emendamenti sostitutivi, che sostituiscono intere lettere.
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso le stiamo votando. Se vengono approvati, sostituiscono quelli che abbiamo approvato.
Speaker : LARICCHIA.
Pensavo facessimo prima i sostitutivi e dopo quelli che emenda.
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso, se intervengono in maniera sostitutiva sulla lettera dove il collega Pentassuglia ha aggiunto alcune specificazioni, decade l’intera lettera, compresa l’aggiunta del collega Pentassuglia, se viene approvato. Quindi, decade l’intera lettera a cui si riferisce.
L’emendamento Pentassuglia lo abbiamo approvato. Adesso passiamo all’emendamento 01.
Il primo emendamento che mi danno qui è relativo alla lettera f) “Limitatamente alla zona 3 di cui all’articolo 4”.
Dagli uffici mi dicono che ho lo 01, 02, 03 e 04. Trovati? Potete dare una copia al collega Conca? Bene.
Il primo emendamento a firma Conca non agisce sull’intera proposta che abbiamo fatto, ma agisce sulla parte originaria, non cambiata dalla norma Pentassuglia. Per cui, se dovesse essere approvato… Esatto. Questo sto dicendo.
Prego, collega Conca.
Speaker : CONCA.
Nella mia spiegazione iniziale sulle motivazioni che mi spingevano a portare in Aula questi emendamenti, su cui mi risulta un referto tecnico, e gradirei sentire il parere del Governo, questi riportano la situazione a quella del disegno di legge che la Giunta regionale ha approvato. Quindi, se non dovessero essere approvati, la Giunta ha cambiato idea quantomeno o smentisce sé stessa. Adesso non so.
Speaker : PRESIDENTE.
Non è un reato cambiare idea.
Va bene. Abbiamo capito perfettamente.
Parere del Governo.
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
Il parere del Governo ovviamente non può che essere positivo relativamente alle indicazioni, però voglio spiegare che qui abbiamo tenuto una Commissione che ha dovuto fare anche delle sintesi per arrivare a una valutazione complessiva del disegno di legge. Quindi, di fatto non è un rimangiarsi, ma è soltanto una sintesi del lavoro fatto da più parti, da più consiglieri e da più richieste.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo. Stiamo votando l’emendamento del collega Conca. Aspettate un attimo. Qual è il problema, collega Colonna? Orientiamoci, perché la materia è molto complessa.
Prego, collega Amati.
Speaker : AMATI.
Presidente, scusi, è soltanto per capire che cosa stiamo votando.
Speaker : PRESIDENTE.
L’emendamento di pagina 01.
Speaker : AMATI.
L’emendamento del collega Pentassuglia che abbiamo approvato aggiunge alle lettere f), g) e h) un ulteriore caso, cioè il caso in cui “i fabbricati di recente edificazione non aventi valore storico documentale…”. Quindi, sulla base di quello che ha emendato il collega Pentassuglia, prendiamo, per esempio, l’articolo 9, lettera f), la lettera f) dice così: “Limitatamente alle zone 2 di cui all’articolo 3, la realizzazione di interventi di ristrutturazione edilizia di cui all’articolo 3, comma 1, lettera d) del DPR 380 del 2001”. Continuando, sempre alla lettera f), dice “Limitatamente all’articolo 3” e inserisce quell’ulteriore fattispecie.
L’emendamento di Conca adesso interviene sul primo inciso. È così? Noi stiamo votando sul primo inciso del collega Conca, che è uguale al primo inciso dalla collega Laricchia.
La collega Laricchia ne ha fatto uno intervenendo su quattro lettere e invece il collega Conca è intervenuto soltanto su una lettera.
Speaker : PRESIDENTE.
Poi arriveranno gli altri che stanno su altre lettere.
Speaker : AMATI.
Il mio intervento è per chiederle, Presidente, e per capire. Noi quindi stiamo procedendo sull’emendamento del collega Conca, primo inciso della lettera f), e poi, quando andremo a votare sull’emendamento della collega Laricchia, al di là dell’esito, la collega Laricchia avrà un emendamento senza la lettera f), perché nel frattempo avremo già votato sulla lettera f). Quindi, ci sarà un emendamento sulle altre lettere che ella ha presentato. È così? Qualora passasse…
Speaker : PRESIDENTE.
Se viene respinto, rimane la lettera f).
Speaker : AMATI.
Qualora questo viene respinto è come se venisse respinto anche quello successivo contenuto nell’emendamento della collega.
Speaker : PRESIDENTE.
Certo, è simile.
Speaker : AMATI.
Quindi, l’emendamento della collega Laricchia, a quel punto, sarebbe un emendamento senza la lettera f), senza l’emendamento alla lettera f). Ci siamo? È così?
Speaker : PRESIDENTE.
È identico.
Speaker : AMATI.
Sull’emendamento del collega Conca, lo dico come dichiarazione di voto, e vale pure sugli emendamenti della collega Laricchia, sono contrario non fosse altro perché forse i colleghi del Movimento 5 Stelle ed ex 5 Stelle non lo sanno, ma di recente il PD, il Movimento 5 Stelle, LeU eccetera nel Governo nazionale abbiamo approvato assieme un decreto-legge, che si chiama decreto-legge “Semplificazioni”, che è quello che, grazie al nostro intervento, ha salvato il Piano Casa. PD, Cinque Stelle, LeU e tutti gli altri partiti che compongono la maggioranza di Governo. La lettera d) del nuovo articolo 3, con vocazione politica nostra comune, dice che rimane fermo che, con riferimento agli immobili sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali (decreto legislativo n. 42/2004) nonché a quelli ubicati nelle Zone omogenee A (centri storici), gli interventi di demolizione e ricostruzione e gli interventi di ripristino di edifici crollati o demoliti costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia soltanto giustamente ove siano mantenuti sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche.
Noi non siamo molto disciplinati come partito, perché voi conoscete che siamo abbastanza estrosi, però condividiamo l’intervento normativo del nostro partito che ha reso il decreto “Semplificazioni”. Se voi non lo condividete, mi aspetto una insurrezione dal Ministro Di Maio a tutti gli altri Ministri, però è una cosa che vedremo poi sul sito dell’Ufficio stampa del Consiglio regionale della Puglia.
Quindi, dire oggi, noi, qui, dopo che abbiamo sostenuto un punto di vista, addirittura per gli immobili vincolati, mi sembra francamente una cosa che genera una certa contraddizione. Siccome non possiamo incorrere in una contraddizione, non sono passati nemmeno dieci giorni da quando siamo in sede di esaltazione di questo intervento normativo, io personalmente voterò contro all’emendamento del collega Conca, ex Cinque Stelle, e all’emendamento dei colleghi dei Cinque Stelle per fedeltà al voto dei Cinque Stelle. Vedete un po’ come è curiosa la vita. Chi me l’avrebbe mai detto di manifestare la fedeltà a un punto di vista dei Cinque Stelle. Però, la vita è così.
Quindi, da questo punto di vista magari un giorno potremo pure dire che sono stato io o noi a difendere la vostra posizione. Però, anche questo è bello perché ci aiuta a rinforzare e rendere saldo questo rapporto di collaborazione. Grazie.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente. Io ho fatto i quattro emendamenti che potevano essere anche compendiati in un unico articolo, ma la paternale dell’avvocato Amati non mi appartiene, perché non sono rappresentato in questo momento al Governo. Ti ringrazio per i consigli, ma non è a me che li devi dire.
Io sono una persona libera e autonoma e se decido che quello che mi viene suggerito è condivisibile non ho padroni.
In questo caso, però, se dobbiamo guardare un po’ lo storico, Fabiano, non me ne volere, ma molti dei tuoi provvedimenti sono stati impugnati. Non so adesso in che termini percentuali. Quindi, non è che quello che tu dici è garanzia del vaglio della Corte costituzionale. Francamente, non posso prendere per oro colato quello che tu dici. Mi devo fidare di quello che gente disinteressata ha approfondito e io sono qui a portare la loro voce. Semplicemente questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Conca, pure noi siamo tutti uomini liberi e autonomi. Non abbiamo padroni. Anzi, è una vita che li andiamo combattendo provando a farli ragionare sui diritti dei lavoratori. Tanto per chiarire. Andiamo avanti.
Il comma 1 mi pare chiaro. Emendamento di pagina 01, a firma Conca.
Collega Laricchia, è chiaro che il suo è uguale, perché ho visto che avete lavorato insieme, pur essendo un po’ separati. Sono identici gli emendamenti.
Speaker : LARICCHIA.
Presidente, volevo solo spiegare una volta per tutte, così si chiarisce la questione e il punto di vista del Movimento 5 Stelle, sul Parco di Costa Ripagnola di cui credo abbiamo parlato per la prima volta noi in quest’Aula in questa legislatura. Devo aver fatto un paio di interrogazioni, forse anche di più, essere tornata più volte sull’argomento e avervi avvertito dal 2016-2017 che c’era una legge regionale. Io avevo undici anni quando qualcuno qui l’ha approvata. Era il 1997 quando è stata approvata. Mentre io frequentavo evidentemente la quinta elementare, questo Consiglio chi lo rappresentava decise che quell’area doveva diventare, insieme ad altre, una zona protetta. Perfetto. Io sono cresciuta nel frattempo, sono arrivata addirittura qui e ho visto che tra le varie cose questa zona non era ancora stata istituzionalizzata. Ho fatto subito un’interrogazione, perché il territorio lo chiedeva. Sapevo che pendevano due richieste di iniziative imprenditoriali, tra l’altro anche lecite in un Paese che accetta l’iniziativa privata, se ovviamente rispetta certe regole, e cioè il bene comune. Per cui, c’è stato un tavolo e ci sono state diverse contrattazioni. Io, nel frattempo, chiedevo di attivarsi con l’istituzione di questo parco, perché vi avvertivo – testuali parole – dicendo “attenti che arriveranno prima le autorizzazioni e poi si sveglierà il Consiglio a chiedere il parco”. Purtroppo è esattamente quello che è accaduto.
Voglio essere molto chiara. Anche l’istituzione del parco non fermerà quelle autorizzazioni, che sono già state fatte. La politica non può più fermarle. Qua dobbiamo essere sinceri con i cittadini che sono all’esterno: chi vi fa credere questo è qualcuno che probabilmente vuole prendere tempo, aspettare le elezioni, fare ammuina, come si suol dire, e sperare che ci si dimentichi di tanti anni di inerzia. L’unico che può fermare queste autorizzazioni è eventualmente qualche giudice che dovesse ritenere che l’iter non è stato lecito. Ma in qualche modo le autorizzazioni sono già state prese prima dell’istituzione del parco. Quindi, se anche, come io mi auguro, oggi istituiremo il parco, le autorizzazioni ci sono e resteranno valide. Questo lo devono sapere i cittadini. Continueremo a difendere il paesaggio, nonostante l’inerzia della vecchia politica, con un problemino, con una difficoltà in più.
Che cosa abbiamo fatto?
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Laricchia, noi non siamo in discussione generale. Poteva chiederla all’inizio la parola. Qui stiamo già in fase di discussione e approvazione degli emendamenti. Poi ci sarà la dichiarazione di voto, dove è giusto che lei possa fare tutte le sue considerazioni.
Speaker : LARICCHIA.
C’è chi addirittura ha messo sul tavolo questioni romane, quindi mi permetta di difendere la visione che abbiamo.
Detto questo, quello che è accaduto è stato, ovviamente, attivarsi in fretta e furia all’ultimo momento, nonostante le pressioni cittadine da tantissimi anni, e fare danni, perché qua è successo di tutto, il Comune, i privati, i cittadini, semplici cittadini con le autorizzazioni a un certo punto bloccate. Non parlo soltanto di grandi imprenditori.
Noi con grande senso di responsabilità e non verso il Governo nazionale, non verso il Partito Democratico, non verso quella che è una maggioranza temporanea ovviamente a Roma, ma verso il bene comune e quei cittadini di cui abbiamo portato noi per la prima volta in Aula, per ben due volte in questi anni, la voce, abbiamo scelto di comunque approvare in Commissione l’iter, approvare in Commissione l’istituzione del Parco nonostante tutti i limiti e nonostante la presa in giro, perché non si può – questo voglio dirlo chiaramente – chiedere e pensare di essere creduti di un pentimento finale due mesi prima delle elezioni quando per cinque anni si è avuta la possibilità di ascoltare la nostra voce. Noi non abbiamo mai voluto poltrone. Abbiamo voluto ascolto. Per cinque anni abbiamo proposto e non siamo stati ascoltati. A due mesi dalle elezioni, offrire poltrone o mettere in campo il Governo nazionale non serve, non serve a questo territorio. Detto ciò, i nostri emendamenti servono come minimo a riportare la discussione a poco prima dell’ultima modifica presentata dal consigliere Amati, che ascoltava comunque le richieste di un Comune, nonostante ci siano state già delle modifiche dopo il ddl che noi abbiamo anche accettato, perché, effettivamente, in quella fretta non si era potuto dare voce ad alcune voci dei cittadini in particolare. A tutto questo abbiamo detto sì. Quello a cui diciamo no, e cerchiamo di farlo con i nostri emendamenti – ovviamente votiamo favorevolmente anche gli emendamenti che sono come i nostri, ma non hanno la nostra firma – è a tutto quello che ha rappresentato l’ultimo atto, l’ultima prova di forza finale che potrebbe inficiare tutto.
Detto questo, i nostri emendamenti servono semplicemente, senza mettere in ballo questioni romane, a riportare il testo di legge a quello che è stato poco prima degli emendamenti presentati all’ultimo secondo, ricevuti probabilmente in notturna, come la leggenda qui racconta, da parte del consigliere Amati, ricevuti dal Comune.
Tutte le altre voci ascoltate in audizione, chiamate anche da noi, sono ascoltate e siamo felici che siano qui in un procedimento limitato, non tempestivo, all’ultimo momento, ma è bene che ci sia perché dopo tutti questi anni almeno è un punto di partenza da migliorare.
Speaker : AMATI.
È chiaro, Presidente, che non mi altererò, perché si vede che sono parol dal sen fuggite. Se facciamo l’autopsia delle parole, ci accorgiamo che sono parol dal sen fuggite. Tanto che son fuggiti che, se lo chiedessimo, adesso non se ne ricorderebbe nemmeno. Quindi, ricapitolo che ha detto. Ha detto che, di notte, il Comune di Polignano avrebbe offerto a me, non lo so se in un sottoscala, non so dove, degli emendamenti, che poi io, con le stesse modalità evidentemente furtive, ho portato in Commissione. Questo è chiaramente un atteggiamento diffamatorio, però ho detto che sono parol dal sen fuggite.
Tra l’altro, viene smentita la collega Laricchia… Non so se, Presidente, ha notato che l’unico argomento che non ha trattato nella sua prolusione che i Cinque Stelle sono d’accordo con noi sull’articolo 10 del decreto “Semplificazioni”. Ma non lo tratta. Anche se ha annunciato che loro sono loro e Di Maio è Di Maio, quindi ci attendiamo una presa di posizione. Questo anche l’ha detto. Ma immagino che anche queste siano parol dal sen fuggite.
Il Comune di Polignano ha mandato i suoi emendamenti a mezzo mail alla Giunta regionale, alla Commissione, non so se alla Giunta, ma alla Commissione certamente. I colleghi dei Cinque Stelle, in Commissione, sanno che abbiamo soltanto agevolato la discussione di quegli emendamenti facendoli propri. Quindi, io capisco che lei voglia diffamare perché viene bene poi tagliare il video, lei lo pubblica su Facebook, mette qualche cosa e tutti quanti “like”, “Brava, Antonella”, “A Emiliano, mi raccomando, fagli questo e fagli quest’altro” e lei “sì, benissimo”. Io capisco che le serva a questo, così come l’è servito sul TFR, un argomento inesistente, inesistente. Esistono, invece, degli sms scambiati tra colleghi, ma i colleghi sono gentiluomini e non mostrano gli sms. Si ricordi, glielo dico nell’ultima seduta della legislatura, perché noi siamo gentiluomini, e il gentiluomo è, come dicevano i cavalieri medievali, colui che sa sorridere guardandosi nella tomba. Quindi, io capisco che serva per questa sceneggiata. Ma non diffami, non diffami. Anche perché a smentirla ci sono le mail, gli orari e anche gli allegati. Quindi, lei può avere un punto di vista diverso da Di Maio e io la rispetto perché finalmente ha un sussulto di orgoglio rispetto alla piattaforma Rousseau, ma non ci coinvolga nell’attività di diffamazione o nelle sue rese dei conti.
Grazie.
Speaker : COLONNA.
Presidente, io non sarei intervenuto perché dovevamo consegnare a una certa velocità i nostri lavori, però sono costretto, dalle argomentazioni della collega Laricchia, che trovo davvero – lo dico con tutto il rispetto, Antonello – insopportabili, un po’ per le ragioni che ha sottolineato il collega Fabiano Amati, ma anche per questo tono che porta sempre a tradurre il proprio lavoro, le proprie verità per oro, diamanti luccicanti e per il contributo di altri per sterco maleodorante.
A smentire la collega Laricchia e anche il collega Mario Conca ci sono i vostri stessi emendamenti. Mi riferisco a questo e a quello immediatamente successivo. Voi che cosa dite in questo emendamento? Che l’intervento di ristrutturazione edilizia, che ha una sua precisa definizione nell’articolo 3 del Testo unico recentemente integrato dal Decreto Semplificazioni che ha ricordato Fabiano, dite che questi interventi sono possibili solo nelle zone 3. Il testo agli atti del Consiglio lo prevede anche nelle zone 2, che sono zone, articolo 4 che abbiamo già votato, sì di valore naturalistico, ma connotate dalla presenza di nuclei abitati e produttivi. Quindi, vivaddio, prende atto che ci sono nuclei abitati e produttivi.
Fare un intervento di ristrutturazione significa dare la possibilità a chi già abita, a chi già opera, di rinnovare il patrimonio edilizio esistente. Ma non basta questo argomento che può sembrare banale da parte mia. Io mi rifaccio ai vostri emendamenti ed esattamente al successivo, perché nel successivo emendamento voi smentite quello che avete presentato ora, dicendo che nelle zone 2 sono possibili interventi di trasformazione, che è il concetto alla base della ristrutturazione, e di ampliamento nel limite del 15 per cento.
Quindi, prima dite che non è possibile fare nemmeno la ristrutturazione, che è la sostituzione del materiale edilizio esistente, e subito dopo dite che nelle Zone 2 volete la trasformazione e gli ampliamenti. Insomma, mettetevi d’accordo e soprattutto accettate l’idea che ciascuno di noi non è depositario di verità, ma di proposte, che condivise con gli altri forse arricchiscono il patrimonio comune.
Speaker : PRESIDENTE.
Torniamo all’emendamento Conca, ampiamente illustrato e discusso, che dobbiamo votare.
Devo fare sempre la ramanzina? Chi è a favore vota “sì”, chi è contrario vota “no”. Votiamo.
Presenti 39, votanti 37, favorevoli 9, contrari 28, astenuti 2.
Non è approvato.
Adesso andiamo sempre a pagina 02, a firma Conca. Viene cambiata la lettera g). Possiamo procedere? Non comando io qua. Voto soltanto. Comandate voi qua. Magari potessi comandare io. Chissà che cosa avrei combinato. Bene, votiamo.
Presenti 38, votanti 36, favorevoli 6, contrari 30, astenuti 2.
Non è approvato.
Adesso andiamo sempre a pagina 03, lettera h). Votiamo.
Presenti 31, votanti 30, favorevoli 5, contrari 25, astenuto 1.
Non è approvato.
Adesso andiamo all’articolo di pagina 04, che modifica la lettera i). Vuoi parlare? Possiamo votare? Sì, per dichiarazione di voto. Votiamo.
Presenti 38, votanti 36, favorevoli 7, contrari 29, astenuti 2.
Non è approvato.
Adesso siamo agli emendamenti Laricchia, che avendo lavorato insieme con Conca sono identici a quelli che abbiamo bocciato. Per cui, credo che decadano.
Questi li accantoniamo insieme agli allegati e andiamo all’articolo 9.
Prego, collega Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Se non ci sono altri emendamenti, perché da quelli che almeno ho io a video non ci sono altri emendamenti, dobbiamo votare l’articolo 9, così come emendato, perché i miei emendamenti si aggiungono nella scrittura già definita dal DL.
Speaker : PRESIDENTE.
Certo.
Votiamo l’articolo 9, così come è stato emendato dall’emendamento Pentassuglia votato prima.
Avrà qualche problema al dito il collega Zinni. Dove arriva lui la postazione non funziona più. Avrà qualche calamita.
Presenti 41, votanti 34, favorevoli 33, contrari 1, astenuti 7.
È approvato.
Andiamo all’articolo 10. Non ci sono emendamenti.
Presenti 39, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato.
Articolo 11.
Presenti 39, votanti 38, favorevoli 38, astenuto 1.
È approvato.
Articolo 12.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato.
Articolo 13.
Presenti 36, votanti 34, favorevoli 34, astenuti 2.
È approvato.
Articolo 14.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato.
Articolo 15.
Presenti 37, votanti 36, favorevoli 36, astenuto 1.
È approvato.
Articolo 16.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 37, contrario 1.
È approvato.
Articolo 17.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato.
Adesso passiamo con calma agli allegati. Ci sono emendamenti?
Questo è un articolo aggiuntivo. Lo teniamo presente. Stiamo completando Costa Ripagnola. Poi arriverà l’articolo aggiuntivo.
Adesso passiamo agli allegati.
All’allegato A che succede? L’allegato A che sta al testo è uguale all’allegato A che avete presentato, Fabiano? L’allegato A che era allegato alla precedente proposta viene modificato da questo allegato A. È così? Bene. Viene sostituito. Poi ci sono gli emendamenti che dobbiamo votare prima.
All’allegato A non ci sono emendamenti. Non ne vedo. Non ce ne sono. Chiedo agli uffici.
Prego, collega Amati.
Speaker : AMATI.
In realtà, l’allegato A ha soltanto i file, i file della cartografia. L’allegato B, invece, ha i catastali. In quel caso, siccome la narrativa prevale sulla grafica, l’orientamento, ovviamente, nella compilazione, deve sempre tener conto dell’aspetto narrativo e non quello grafico.
Adesso sarei in difficoltà. Se uno mi chiedesse qual è l’incidenza sul file dell’eventuale approvazione di un emendamento, francamente non lo so, non so nemmeno geometra quindi figuriamoci se potessi dire una cosa del genere.
Non saprei proprio cosa dire. Posso soltanto dire che se procediamo all’approvazione dell’allegato A interamente sostitutivo e poi dovessimo approvare l’allegato B ogni eventuale discordanza tra i file dell’allegato A e l’allegato B che ha i catastali, ovviamente, comporterebbe un adeguamento dell’Allegato A, perché la parte normativa prevale sulla parte grafica. È l’unica cosa che sono in grado di dire.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo a votare l’emendamento all’Allegato A, che sostituisce l’Allegato A del testo originario. Cominciamo così. Votiamo… Consigliere Colonna, prego.
Speaker : COLONNA.
Mi permetto di suggerire di votare prima gli emendamenti, comunque. Hanno dei riflessi, ovviamente, anche sull’Allegato A. Gli emendamenti sono espressi, riproducendo i termini di Fabiano, in termini narrativi, escludiamo queste fattispecie, escludiamo questi ambiti del PRG del Comune… Ma comunque hanno influenza anche sull’Allegato A. Sono un unicum. Quindi, per andare più tranquilli, secondo me si votano prima gli emendamenti e poi la resa sia grafica che dei dati catastali.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
Voglio intervenire ricordando che abbiamo avuto una cartografia con gli allegati diversi oggi rispetto a quello che abbiamo approvato in Commissione. Quindi, avremmo una difficoltà oggettiva oggi a individuare, così come diceva il collega Amati, di che cosa stiamo parlando, visto che in Commissione abbiamo effettuato e, quindi, gli uffici hanno lavorato su una cartografia e oggi viene presentata in Aula una nuova cartografia. Quindi, oggettivamente abbiamo una difficoltà. Volevo soltanto rilevarla.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Amati.
Speaker : AMATI.
Ovviamente ha ragione l’assessore. Faccio una proposta. Però, la prego di valutarla.
In realtà, l’Allegato A spiega la superficie del parco e poi dà notizie su come sono stati costruiti i file, in fondo questo dice, e poi inserisce i nomi dei file e l’impronta. Se c’è l’allegato B, l’allegato B null’altro è, sia nella prima versione che nell’altra, le istruzioni sull’allegato A, salvo che l’assessore mi dica che non è così. Se sono le istruzioni di cui all’allegato A, uno potrebbe pure concludere… Però, è in termini dubitativi: eliminiamo l’allegato A tanto si approva soltanto l’allegato B e poi l’allegato A con file e l’impronta si ricostruisce. Però, questo non sono in grado io di dirlo. Altrimenti, potremmo usare la soluzione che avevo proposto, quella che si approva l’allegato A, l’allegato B e la perimetrazione è quella dell’allegato B. Non è che si può fare una perimetrazione diversa da quella dell’allegato B.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Pisicchio, prego.
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
Vedremo anche con gli uffici, ma non so se è possibile approvare gli emendamenti e ragionare poi successivamente con gli allegati.
La perimetrazione viene costruita attraverso gli emendamenti e l’approvazione degli emendamenti e l’articolazione effettuata. La cartografia viene costruita successivamente in base a quello che noi abbiamo approvato. L’allegato A verrebbe realizzato in una fase successiva dalla delibera, coerentemente, ovviamente, con quello che approviamo in Consiglio.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Io vi seguo. Non ho le competenze tecniche. Collega Zullo, prego.
Speaker : ZULLO.
Colleghi, per quanto mi è dato di capire, la guida la fa la parte normativa. La parte normativa ci dice quello che dobbiamo fare. Gli allegati rendono su un piano cartografico o comunque i file delle particelle ci dicono quello che poi la parte normativa prevede o non prevede.
Noi potremmo anche approvare gli allegati, però con un riferimento, con una norma che dice che in caso di discordanza fa fede la parte normativa. Questo dobbiamo dire. Però, non fare gli allegati, le particelle, potrebbe essere una diminutio per la legge, che potrebbe ingenerare qualsiasi equivoco. Noi dobbiamo dare atto che la prevalenza, in caso di discordanza, la fa la parte normativa, perché questo è un adattamento alla parte normativa. Per cui, nell’approvare gli allegati scriviamo questa piccola riga. Se non è previsto già nell’articolato. Se poi è previsto nell’articolato… Sempre.
Speaker : PRESIDENTE.
Quello che sono riuscito a capire: passiamo a votare gli emendamenti sull’Allegato B, in quanto mi dite, voi tecnici, che l’Allegato A discenderà da quello che avverrà sull’Allegato B. È così che voi intendete procedere? Bene.
C’è questa cosa del collega Zullo che non so se è necessario spiegare o meno, che la normativa prevale sulla cartografia. Se è necessario, troviamo alla fine un emendamento che chiarisce questo aspetto. Chiedo al collega Colonna, che ha chiesto la parola. Prego.
Speaker : COLONNA.
Presidente, so tutt’altro, perché anch’io di vettoriali e roba del genere non capisco nulla.
Mi preme intervenire per dare un po’ di coerenza ai nostri lavori. Purtroppo frettolosamente, a cose fatte, ho riletto l’articolo 16, che presenta intanto delle criticità dal punto di vista redazionale, perché fa riferimento alla data di pubblicazione di questo disegno di legge, quindi andrebbe rivisto proprio dal punto di vista redazionale. Ma soprattutto dal punto di vista del contenuto credo che presenti una contraddizione con norme sulle misure di salvaguardia e il regime autorizzatorio che abbiamo appena votato, qualche articolo prima, perché rinviando all’articolo 6, comma 3, della legge quadro nazionale sulle aree protette in quel comma si prevede, in via generalizzata, in attesa della redazione del Piano del parco, che non siano possibili interventi di nuova costruzione fuori dai centri abitati edificati, e qua ci può anche stare, ma nemmeno la trasformazione di quelle esistenti. Quindi, per un verso, nell’articolo 9, con una serie di cautele, distinguendo le zone, abbiamo previsto quando è possibile l’intervento di ristrutturazione, di adeguamento e così via, poi con questo rinvio generico e generalizzato rischiamo di contraddire quello che abbiamo disposto prima.
Per quello che ho potuto vedere, credo che sia necessario mettere ordine, altrimenti rischiamo di introdurre elementi di difficoltà interpretativa non da poco.
Speaker : PRESIDENTE.
Io non posso aiutarvi. Se c’è questa incongruenza provate a chiarire questi aspetti e alla fine possiamo fare una norma aggiuntiva. Io su questo non ho le competenze per aiutarvi.
Se c’è questa incongruenza, provate a chiarirla e intanto andiamo avanti.
Procediamo con gli emendamenti all’allegato B.
Speaker : AMATI.
Per risolvere il problema posto dal collega Colonna e quindi per toglierci ogni dubbio, secondo me, potremmo aggiungere un articolo con il quale diciamo che non sono applicabili le norme statali derogabili e le norme regionali incompatibili, in contrasto con la presente proposta di legge. In questo modo noi andremmo a risolvere il problema che ha posto il collega Colonna. Se c’è una norma che rinvia ad una legge regionale e vanifica l’articolato così come lo abbiamo approvato questa norma di chiusura rende inapplicabili sia le norme statali disponibili che le norme regionali diverse da quella che abbiamo approvato. Questo è l’unico modo per poter eventualmente risolvere il problema seduta stante.
Speaker : PRESIDENTE.
Procedete a costruire una norma e la votiamo alla fine. Dopo gli allegati la votiamo. Poi, dal punto di vista redazionale vediamo dove collocarla. La collocheremo subito dopo l’ultimo articolo, l’articolo 17, lasciando gli allegati per conto loro.
Eravamo rimasti d’intesa che procediamo a votare gli emendamenti all’allegato B, a cominciare dal primo emendamento, a firma Mennea, 003.
Non so che c’è un parere del Governo. Caro assessore, siamo all’emendamento 003, a firma Mennea.
A me pare una norma di buonsenso. Poi, non so.
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
È il primo emendamento di Mennea. È giusto? Stiamo parlando del primo emendamento di Mennea. È un emendamento che, alla luce delle disposizioni contenute nell’articolo 14, comma 3, del ddl n. 13 2020, è ridondante. Però, nulla ci osta a darlo ulteriormente.
Speaker : PRESIDENTE.
possiamo votarlo. Votiamo.
Presenti 34, votanti 30, favorevoli 29, contrario 1, astenuto 1.
È approvato.
Emendamento 004, sempre a firma Mennea.
Consigliere Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente. Una buona notizia per lei. Secondo noi, il problema che abbiamo sottoposto un istante fa si può risolvere in sede di coordinamento formale, perché evidentemente è stato lasciato in quel testo così come rinveniva dal disegno di legge. Perché cosa dice in effetti? Dalla data di pubblicazione del disegno di legge e fino all’entrata in vigore della legge, sull’intero territorio si applicano quelle norme. Però, quando questa norma entrerà in vigore, questo articolo non avrà più effetto, perché era un articolo che si trascinava dal disegno di legge. Quindi, in sede di coordinamento formale molto semplicemente bisogna eliminarlo.
Speaker : PRESIDENTE.
Bisogna eliminarlo. Va bene.
Speaker : AMATI.
Comunque, così abbiamo chiarito.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Abbiamo risolto definitivamente un problema.
Torniamo all’emendamento Mennea 004. Il Governo?
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
Il Governo esprime parere negativo sul secondo emendamento a firma Mennea.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo.
Presenti 37, votanti 31, favorevoli 16, contrari 15, astenuti 6.
È approvato.
Adesso passiamo agli emendamenti sempre all’Allegato B a firma Conca. Cominciamo con lo 005. Possiamo procedere o hai bisogno di illustrare? Non fare commenti, decidi che cosa vuoi fare. Possiamo procedere? Prego, collega Conca.
Speaker : CONCA.
Procedete. Io evito di intervenire oltremodo, tanto i referti sono contrari, il Governo è contrario e li approvate. Fate vobis. Fate voi, come si dice a Londra.
Speaker : PRESIDENTE.
Noi siamo reversibili, come tu sai, da tempo, per cui non c’è problema.
Votiamo l’emendamento 005, a firma Conca, all’allegato B. Non l’avete? È possibile? Il parere del Governo? Ha detto già che è favorevole.
Presenti 39, votanti 38, favorevoli 13, contrari 25, astenuti 1.
Non è approvato.
006, sempre a firma di Conca, all’allegato B. Votiamo.
Presenti 34, votanti 33, favorevoli 3, contrari 30, astenuti 1.
Non è approvato.
007, sempre a firma di Conca.
Presenti 33, votanti 32, favorevoli 6, contrari 26, astenuti 1.
Non è approvato.
Non funziona la votazione? Adesso proviamo di nuovo, con calma.
Votiamo lo 008. Dove ci sono problemi? Turco, stai calmo. Non ti agitare. Già qui siamo nei guai. Non ti agitare. Siete riusciti a votare? Laricchia non riesce a votare. Il voto è favorevole, immagino. Bisogna aggiungere il voto favorevole della collega Laricchia.
Era respinto. Ci dà la schermata conclusiva? Va bene, nel frattempo votiamo lo 009. Votiamo.
Presenti 36, votanti 35, favorevoli 4, contrari 31, astenuto 1.
Non è approvato.
La schermata finale dello 008 è la seguente: presenti 33, votanti 33, favorevoli 5, contrari 28.
Non è approvato.
Adesso rimane lo 009. Sono finiti gli emendamenti a firma Conca.
Adesso dobbiamo passare finalmente agli allegati.
Votiamo l’emendamento sostitutivo dell’Allegato B.
Presenti 42, votanti 32, favorevoli 31, contrario 1, astenuti 8.
È approvato.
Adesso votiamo l’Allegato A, così come verrà modificato dall’Allegato B. Seguirà la modifica dell’Allegato B.
Prego, collega Amati.
Speaker : AMATI.
Non solo, mi pare che abbiamo anche approvato degli emendamenti…
Speaker : PRESIDENTE.
Li abbiamo già considerati quelli nell’Allegato B, i due di Mennea.
Speaker : AMATI.
Allegato B di cui all’emendamento. Adeguare quello che voteremo, Allegato B, a quegli emendamenti e poi l’Allegato A in conseguenza.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Quelli erano i subemendamenti all’Allegato B. Essendo stati approvati, l’Allegato B comprende anche i due subemendamenti di Mennea.
Adesso stiamo approvando l’Allegato A così come scaturirà dall’Allegato B. Votiamo l’Allegato A.
Presenti 33, votanti 31, favorevoli 30, contrari 1, astenuti 2.
È approvato.
Adesso c’è un articolo aggiuntivo, chiamiamolo così, a firma di Santorsola, relativo al Piano Casa.
Prego, collega Santorsola. Ovviamente è come se fossero due articoli. Voteremo due volte, il primo e il secondo. Prego.
Speaker : SANTORSOLA.
Presidente, io non entro nel merito dell’emendamento. Vorrei solo far notare, anche per evitare atteggiamenti schizofrenici da parte del Consiglio, che l’emendamento è assolutamente coerente con il punto 2 dell’articolo 9, dove è scritto a chiare lettere che nelle aree esterne ai centri edificati dovranno essere utilizzate e rispettate le tipologie edilizie. Non lo continuo tutto.
Ricordo ancora che la volta precedente il primo punto è stato approvato dal Consiglio e poi, per meccanismi strani che di solito sono contro il Regolamento, non è stato più preso in considerazione.
La terza cosa che vorrei far notare è che il parere del Governo a suo tempo era favorevole. Per cui, cerchiamo di votare in maniera coerente, non soltanto con noi, ma con allora.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere del Governo.
Cominciamo dal primo comma, dall’1-bis così evitiamo di stare a riscrivere perché non si possono votare due emendamenti. Votiamo prima uno e poi l’altro.
Il Governo?
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
Una premessa, Presidente.
Ovviamente capisco, ma l’inserimento dentro la legge del parco non è che sia una cosa coerente con il ragionamento che faceva il consigliere Santorsola, perché la legge del Piano Casa non attiene a quella dell’istituzione di un parco. Tra l’altro, la legge del Piano Casa non può influire all’interno di un parco, che ha delle regole e delle situazioni.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, ma usate il veicolo del parco per discutere.
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
Sto ragionando perché aveva rapportato il Piano Casa al parco, e il Piano Casa al parco non può essere rapportato.
Detto questo, il parere ovviamente rimane sempre favorevole del Governo, ma va anche ricordato che c’è un decreto sulla semplificazione che ha già ragionato su questo argomento. Quindi, il parere rimane favorevole da parte del Governo.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo l’1-bis dell’emendamento Santorsola, che diventerà, qualora fosse approvato, un articolo aggiuntivo. Dobbiamo procedere al voto. Ci sono iscritti? No.
La votazione è aperta.
Presenti 34, votanti 33, favorevoli 10, contrari 23, astenuto 1.
Non è approvato.
Adesso votiamo l’1-ter, che è sempre nello stesso 0010.
Parere del Governo? Come sopra. Bene.
Procediamo.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 9, contrari 24.
Non è approvato.
Favorevole Laricchia.
Non so se ve l’hanno distribuito. C’è il collega Liviano D’Arcangelo che, che come si dice a Bari, si è messo a parte civile. Ha preso tutto l’articolato relativo al Parco del Mar Piccolo e lo ha trasformato in un emendamento, con un capitolo aggiuntivo al testo del disegno di legge di Parco naturale di Costa Ripagnola. Per cui, quello che stiamo votando è esattamente quello che già conoscete, che è l’istituzione del Parco del Mar Piccolo. È chiaro? A scanso di equivoci, parere favorevole. Però, dobbiamo procedere con i singoli articoli. Articolo 1… Lo votiamo tutto insieme? Va bene. Diventa un secondo capitolo, un secondo capo aggiuntivo. E il titolo della legge seguirà con la modifica: l’istituzione del Parco di Costa Ripagnola e l’istituzione del Parco del Mar Piccolo. Quello lo faranno poi gli uffici.
Mi dicono che possiamo votare con una sola votazione l’intero testo relativo al parco. Votiamo.
Presenti 37, votanti 37, favorevoli 37.
È approvato.
Aspettate un momento, il collega Di Gioia, Capogruppo della Lista Emiliano, Sindaco di Puglia, è vero? Sto scherzando. Qua siamo un po’ stanchi. Non so, mi ricordo vagamente così. Non lo so. Può darsi che sia impreciso. Non ve la prendete. La vita già è un po’ triste, ogni tanto scherziamo un poco.
Con questo emendamento – ne abbiamo già discusso in Conferenza dei Presidenti – chiede di fare una modifica che rettifica una sentenza del Consiglio di Stato relativa alle esternalizzazioni nelle strutture sociosanitarie assistenziali.
Io ribadisco la richiesta al collega Di Gioia, a cui do la parola: è utile ritirarlo, non mi far dichiarare inammissibile l’emendamento. Prendi atto che questa cosa non si può fare.
Speaker : DI GIOIA.
Vista la presentazione che mi è stata fatta, adesso valutiamo.
Presidente, il tema è abbastanza semplice. Nessuno chiede di rettificare le sentenze, anzi io sono quello che chiede di applicare le sentenze e mi pare che ci siano altri uffici che in questa Regione non le applicano. Quindi, il tema è esattamente al contrario. C’è una sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione alla Regione in materia sanitaria, in materia di assistenza sociale, e che evidentemente ha a che fare con delle regole che sono state scritte e che avranno i loro effetti. Quello che chiedo io, visto che questa sentenza impone un cambio di organizzazione alle RSA e per via delle applicazioni e anche delle restrizioni Covid, è che si applichi questa materia a partire in questo caso, per quello che è scritto nell’emendamento, dal 31/12/2021.
In pratica, per dirla in maniera abbastanza semplice e sintetica, se applicassimo immediatamente questa sentenza, che poi in realtà se applicassimo immediatamente il Regolamento della Giunta, noi avremmo l’effetto che molte cooperative che oggi lavorano per conto delle RSA verrebbero a cessare le loro funzioni e contemporaneamente si avrebbe una eventuale internalizzazione parziale o totale del personale. In molti casi sarà una internalizzazione parziale, perché i vantaggi fiscali di cui godono le cooperative non sono trasferibili alle strutture accreditate, che hanno altre forme giuridiche.
Per evitare che questo accada nel momento di massima esigenza di organizzazione e anche di massima esigenza di personale per l’assistenza alle persone bisognose, sempre nella speranza che non ci debbano essere ulteriori questioni impattanti, come un ritorno del virus e, quindi, anche della pandemia, io dico che, così come abbiamo fatto per tanti altri casi, potremmo spostare l’applicazione di questa norma regolamentare a quando il tema sarà un po’ più semplice e più applicabile, attuabile. Diversamente, voglio capire in che tempi la Giunta pensa di poter far adeguare a questa norma le strutture, quali sono le sanzioni, la revoca della convenzione in un momento in cui non credo ci siano le condizioni per affrontarlo in maniera così analitica.
Detto questo, a questo punto, io non lo ritiro l’emendamento. Votate in coscienza sapendo che, in fondo, abbiamo fatto proroghe molto più impegnative addirittura di leggi regionali e di leggi che avevano un impatto, ad esempio, elettorale, penso ai Consorzi di bonifica, nell’ultimo provvedimento.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Di Gioia, conosco soprattutto le preoccupazioni delle cooperative, che erano i soggetti delle esternalizzazioni. Le posso assicurare che anche dopo la sentenza del Consiglio di Stato non sono in atto procedure tempestive di attuazione. Sono in corso con calma procedure per cui attraverso anche le organizzazioni sindacali stanno concordando le modalità – le dico quello che risulta soprattutto per la mia provincia – per evitare che il ritorno del personale dipendente alle dirette dipendenze dei titolari dell’autorizzazione all’esercizio possa determinare una qualche riduzione occupazionale.
Stanno lavorando per cercare di garantire la salvaguardia cosiddetta della clausola sociale, anche se in questo caso non ci sarebbe in punta di legge. Non vedo da parte del Governo regionale o delle strutture deputate all’applicazione una rincorsa sulle strutture ad adeguarsi immediatamente alla sentenza del Consiglio di Stato. È un processo in itinere. Per cui io le chiedo sommessamente di ritirarlo anche perché sarebbe un modo per eludere una sentenza di un Consiglio di Stato. Non credo che noi possiamo fare una legge, al di là delle motivazioni temperate che ha introdotto, non possiamo approvare un testo che elude un disposto del Consiglio di Stato. La trovo una cosa un po’ abnorme.
Non mi far dire che è inammissibile. Entriamo in un terreno un po’ complicato. Le chiedo soltanto di ritirarlo e poi vediamo di affrontare le situazioni che via via si determineranno. Non credo che fino a dicembre ci sarà un’applicazione rigida e a tappeto su tutto il territorio regionale, perché sono in corso vari passaggi.
Prego, collega Di Gioia.
Speaker : DI GIOIA.
Non so se come viene giustificata la cosa semplifica, perché che si possa stabilire per legge di prorogare gli effetti di una legge non della sentenza è sicuro che si può fare, ma il fatto che tu possa dire che tanto si fa fino a dicembre senza che sia scritto da nessuna parte, secondo me, è un errore. Capisco la buona volontà di dire “ritiriamo l’emendamento, perché non è pertinente, perché la Conferenza dei Capigruppo non voleva, facciamo questo sforzo da questo punto di vista”, però l’idea che la Giunta non applicherà il Regolamento per cinque mesi è una cosa che non si può sentire.
Il Regolamento, se è in vigore, lo deve applicare e siccome quel Regolamento fa solo danni in quella parte lo deve pure modificare per come dico io. L’assessore adesso ci dica se il Regolamento lo applica o no e io poi revoco il…
L’assessore è presente, sta qua.
Speaker : PRESIDENTE.
Mica è Ruggeri l’assessore competente delle RSA.
Speaker : DI GIOIA.
Non so se ha preso pure questa delega il Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
È materia sanitaria.
Speaker : DI GIOIA.
Sulle RSA. L’hai seguita tu in Commissione o sbaglio?
Speaker : PRESIDENTE.
Capisco che dobbiamo fare tutte le parti in commedia, ma io non ho detto che la Giunta non sta approvando… Sappiamo come vanno gli adeguamenti a una sentenza. Non c’entra la data “x”.
Stanno procedendo piano piano.
Speaker : DI GIOIA.
Mario, quando cerchi di essere simpatico mi indispettisci solamente. È chiaro? Non so che cosa sono le parti in commedia, non so che cosa siano…
Speaker : PRESIDENTE.
“Le parti in commedia” è un modo per dire che sappiamo benissimo come procedono gli adempimenti al Regolamento. Non c’è una data “x”, non c’è una violazione da parte del Governo regionale o dell’Assessorato sui vincoli del Regolamento.
Questo volevo sostenere.
Speaker : DI GIOIA.
È chiaro. Se si dice che in fondo la sentenza non si può contraddire e per legge, per quanto mi riguarda, si può introdurre qualunque altro articolo che sia compatibile con le norme sovraordinate anche in difformità di un orientamento. Però, diciamo che questo non è il tema. Il tema era quantomeno, a questo punto, di capire che cosa succederà di tutto questo personale che si trova in questa situazione.
Prendiamo per buone le rassicurazioni che sono venute, facciamo una epurazione di tutto ciò che di più, secondo me, è uscito in questo ragionamento un po’ per goliardia, un po’ per stanchezza, un po’ perché siamo tutti quanti in attesa della legge che verrà dopo, io l’emendamento lo ritiro sapendo che questa cosa la dovete affrontare in maniera importante nel bene delle persone che lavorano, ma anche e soprattutto dei pazienti o degli ospiti.
Speaker : PRESIDENTE.
Ringrazio il collega Di Gioia. Chiedo scusa per la frase, ma non era un’offesa, era un modo per sostenere il tema. Dopodiché, so bene che è un tema aperto, che riguarda i soggetti delle cooperative e riguarda i dipendenti. Spero che si possa con la necessaria duttilità arrivare al risultato dell’applicazione della sentenza in tempi non dell’ora “x”, ma via via provando a salvaguardare l’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici interessate.
Prego, consigliere Liviano D’Arcangelo.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Presidente, chiedo scusa se torno un attimo indietro rispetto all’argomento, torno sulla votazione del Parco del Mar Piccolo. Mi fanno notare alcuni colleghi che non è forse certissimo che la votazione fatta possa essere considerata valida, perché mi suggeriscono di votare articolo per articolo. Ora io mi rimetto a lei, Presidente. Io non ho particolari competenze, quindi non so che cosa è giusto fare, ma mi dicono che andrebbe votato articolo per articolo. Poi se lei mi dice diversamente e mi garantisce che, invece, al contrario va bene, ci mancherebbe.
Speaker : PRESIDENTE.
Vi avevo proposto di procedere al voto articolo per articolo, perché anche a me sembra che non si possa votare un emendamento con dieci articoli. Perlomeno devono essere dieci emendamenti. Ma non può essere un emendamento che riassume dieci articoli. Ve lo stavo proponendo all’inizio. Mi avete detto che potevamo procedere e io mi sono adeguato.
Adesso dobbiamo tornare indietro? Torniamo indietro. Basta che ci mettiamo d’accordo. Si tratta di fare quattro votazioni, insomma. Non è la fine del mondo. Come? Altra cosa è se lo riscriviamo come articolo 1 e quelli diventano i commi. Però, poi in ogni articolo ci sono i commi, a sua volta. Sperando che ci sia l’unanimità, sennò ci dobbiamo mettere a contare chi è contrario e diventa un problema. Va bene.
Articolo 1.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 2.
Chi è favorevole? Chi è contrario? Astenuti?
È approvato.
Articolo 3.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 4. Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 5.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 6.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 7.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 8.
Contrari? Favorevoli? Astenuti?
È approvato.
Articolo 9 (Norma transitoria).
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 10 (Norma finanziaria).
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Norme di rinvio.
Contrari? Favorevoli? Astenuti?
È approvato.
Così va un po’ meglio.
Adesso votiamo tutto il testo. Cosa c’è? Ci sono dichiarazioni di voto? No, votiamo. È vietato, dice l’assessore Giannini. Votiamo tutto, dal Parco di Costa Ripagnola all’emendamento del Parco del Mar Piccolo e la manovra finale. Votiamo l’intero provvedimento, che si compone… L’ho chiesto prima delle dichiarazioni di voto. La vuoi fare? Prego.
Speaker : CONCA.
Giusto per dare il la a Domenico Damascelli.
Io voglio naturalmente stigmatizzare oltremodo la schizofrenia di questa legge istitutiva del parco, che poi ha ricompreso altro, ma anche questo è diventato un modus operandi. Tutte le leggi sono Milleproroghe, sono Omnibus, non lo so. Ma di fronte alla richiesta che proveniva dalla piazza, dalle associazioni ambientaliste, dai movimenti, dai pastori della costa, dalle conferenze di servizio, di fronte ai pareri negativi degli uffici tecnici dell’Assessorato e del Dipartimento, di fronte all’imbarazzo evidente dell’assessore che cercava di mediare con la sua maggioranza e con il silenzio assordante del Presidente Emiliano, che si era comunque impegnato per Costa Ripagnola, io non posso fare altro che stigmatizzare oltremodo l’aver snaturato il disegno di legge n. 13 della Giunta regionale, avendolo modificato nei tratti essenziali.
Io voterò contro, perché ovviamente non mi renderò complice di questo sistema, ma soprattutto perché ho provato a spiegare con nove emendamenti, sembrava che si stessero votando, poi è intervenuto il collega Amati e, senza una guida, evidentemente ha convinto i suoi a votare contro. Bene, vi assumerete questa oltre a tutte le altre responsabilità di questa legislatura.
Io, ovviamente, ribadisco il mio voto contrario e soprattutto l’ennesima farsa su una legge della partecipazione che avete voluto, che avete fatto nelle sagre prima della vostra elezione e che probabilmente state riproponendo in questa anomala campagna elettorale. Davvero è sconvolgente l’ipocrisia e, ovviamente, il disinteresse puntuale che si fa verso le fasce più deboli della popolazione che deturpa l’ambiente, ovviamente con la mancanza di coraggio che sicuramente nel prosieguo della seduta odierna sarà ancora più evidente con la legge elettorale.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Noi voteremo a favore dell’istituzione del Parco Costa Ripagnola, perché è una riserva naturale straordinaria e bellissima che va tutelata, però auspichiamo che il parco rappresenti una nuova opportunità per il nostro territorio e rappresenti una risorsa per la comunità non soltanto di Polignano a Mare, ma dell’intera Puglia.
Se proprio la dobbiamo dire tutta, la politica regionale sui parchi è totalmente fallimentare. Oggi in Puglia i parchi sono istituiti soltanto sulla carta. Non c’è nessuna attività di valorizzazione nei parchi regionali. Ma vi è di più, vi è un’attività che porta addirittura al profondo degrado di quelle riserve naturali. Allora perché questa ipocrisia istituendole sulla carta e poi non consentendo, invece, che siano sviluppate all’interno di questi territori delle potenzialità che hanno, che siano sviluppati dei progetti belli, che possono anche rappresentare un’attrazione, può diventare un attrattore anche turistico sicuramente un parco regionale? E vediamo che il Parco regionale di Lama Balice, che ha il 70 per cento nel territorio del Comune di Bitonto e il 30 per cento del Comune di Bari, è soltanto ricettacolo di rifiuti, lavatrici, frigoriferi, carcasse di auto, ci sono continuamente incendi e vi è un degrado spaventoso. Poi vediamo il Parco di Lama San Giorgio, dove addirittura la Regione Puglia, nonostante, caro Presidente Emiliano, abbiamo svolto, e ringrazio il Presidente Vizzino su questo perché ha collaborato, delle audizioni importanti per dire “no” allo scarico del recapito finale della fogna di quel territorio nel Parco Lama San Giorgio, ad oggi quel problema non è ancora risolto. Un parco regionale diventa recapito finale dello scarico delle acque di fogna, anche se depurate, nel caso del troppo pieno. C’è stata una forte attività di interazione con le associazioni del territorio, con l’Amministrazione comunale, a prescindere dalle appartenenze politiche e partitiche, in cui abbiamo chiesto tutti insieme che lo scarico finale del troppo pieno delle acque depurate di Lama San Giorgio non deve comunque avvenire. Però, sino ad ora tamquam non esset, purtroppo, o come direbbe qualcun altro c’è soltanto una voce nel deserto.
Su questo provvedimento il Governo regionale, cari colleghi, non ha fatto una bella figura, perché chi non è componente della Commissione V non sa che il Governo regionale aveva presentato al disegno di legge iniziale degli emendamenti che andavano a trasferire alcune zone dalla numerazione 1 alla numerazione 2. Sennonché all’improvviso, durante una seduta della Commissione consiliare, una delle ultime sedute, cari colleghi, quegli emendamenti sono spariti, si sono volatilizzati, il Governo regionale li ha ritirati. Quindi, ha ritirato la sua idea sul Parco di Costa Ripagnola per fare spazio a un accordo e a un intrigo politico elettorale con l’Amministrazione del territorio temendo di perdere il sostegno e i voti di quella Amministrazione. Questo i cittadini devono saperlo.
Ciò non toglie, lo ribadisco, che noi si è votato a favore in Commissione e lo faremo anche in Consiglio regionale, perché un parco è sempre un’opportunità e va istituito. Però, va anche fatto rilevare che questo Governo regionale non ha avuto una sensibilità alle tematiche ambientali nella gestione di questo disegno di legge, ma ha avuto soltanto una sensibilità numerica ed elettorale. Quindi, ha istituito questo Parco con delle modifiche che andavano sicuramente a suffragare un accordo per queste elezioni regionali. Questa non è una bella pagina di politica della nostra Puglia. Noi comunque siamo a favore e votiamo a favore per l’istituzione del Parco regionale di Costa Ripagnola, auspicando che sia una risorsa e una opportunità per la nostra comunità e per il nostro territorio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Laricchia, prego.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente. Sono ovviamente dispiaciuta del fatto che quello che doveva essere un percorso collettivo e sereno di un territorio dove i cittadini, imprese, Amministrazioni comunali, Istituzioni avrebbero trovato un’intesa e la realizzazione massima delle proprie esigenze e delle proprie aspirazioni si sia trasformato in una corsa isterica e schizofrenica a qualcosa che, naturalmente, non ci rende soddisfatti. Tuttavia, non possiamo votare contro questo provvedimento per diversi motivi. Prima di tutto perché finalmente vediamo la realizzazione di quello che chiediamo ormai dal 2016 in quest’Aula soli nonostante i vari avvertimenti. Poi, c’è stata anche la bella sorpresa finale dell’aggregazione della possibilità per l’area protetta del Mar Piccolo. È un percorso in cui crediamo, così come crediamo nel Parco di Costa Ripagnola, perché va ad arricchire quel processo anche che vede lo stanziamento di 50 milioni per il Museo del Mare nel tavolo permanente, un percorso che si sta creando e intorno a un tavolo sta mettendo insieme le esigenze di tutte le parti in campo.
Ripeto, votiamo a favore di un provvedimento che è migliorabile, ma che è bene che ci sia piuttosto che non ci sia e che si riparta da zero. Siamo pronti a migliorarlo sperando in un Consiglio, in un’Amministrazione completamente differente al più presto, perché i territori chiedono e le imprese chiedono certezza.
Quello che è stato fatto, il danno più grave è questa sensazione, questo clima di incertezza continua per le nostre imprese, di cui non hanno proprio bisogno, anzi. È quanto di più dannoso si possa fare a un imprenditore, allo sviluppo, a un progetto di sviluppo del territorio. Si poteva e si doveva fare meglio. Si è fatto in qualche modo e le elezioni hanno aiutato a farlo, perché altrimenti sarebbero passati probabilmente altri anni, così come sono passati anni dalla prima volta che l’abbiamo chiesto qui, ma adesso andiamo avanti, mettiamo questo punto e andiamo avanti a migliorare quello che maldestramente qui oggi voi avete fatto.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Liviano D’Arcangelo, prego.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Presidente, non posso nascondere la soddisfazione per l’evoluzione positiva del percorso relativo al Parco regionale del Mar Piccolo. Anche se scherzando con i miei amici mi dicevano di non ringraziare, io non posso non ringraziare l’intero Consiglio per la condivisione del percorso, anche per la pazienza.
Davvero ringrazio l’intero Consiglio, ringrazio le Commissioni che con tempi velocissimi, il Presidente Vizzino e il Presidente Amati che con tempi velocissimi hanno approvato il disegno di legge della Giunta, ma ugualmente i dirigenti tutti dell’Ufficio Parchi, l’assessore Pisicchio che tanto ha lavorato, l’ingegner Valenzano, tutti i dirigenti, la dottoressa Di Bitonto, la dottoressa Loconsole, l’architetto Grifoni, i dirigenti delle Commissioni, la dottoressa Di Cosmo. Insomma, davvero è stato un lavoro collegiale, un lavoro che in verità è iniziato a Taranto due anni e mezzo fa insieme a una serie di stakeholder locali. Abbiamo costruito insieme un percorso con gli attori economici, culturali, gli Ordini professionali, i sindacati, le associazioni di categoria. È stato un percorso lungo, di condivisione, di sforzo di sintesi. Probabilmente questo sforzo di sintesi e questo lavoro comune poi ha reso più facile nella Conferenza dei servizi il lavoro fatto qui a Bari.
Sono contento. Proviamo nel nostro piccolo… Oggi termino questo mandato di consigliere regionale. Tutto il lavoro fatto in questi anni è stato finalizzato a dare una mano alla città, ad evolversi della situazione di one company town, di città dipendente dall’Ilva, senza slogan, come molti fanno, ma provando invece a costruire concrete possibilità di diversificazione.
Il Parco evidentemente non è la risoluzione dei problemi del mondo, ma è un piccolo tassello che racconta un’altra città. Grazie a tutti e buon lavoro per il futuro. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Chiedo un po’ di calma. Prendete posto alle vostre postazioni perché dobbiamo votare l’intero articolato di legge.
È chiaro che stiamo parlando dell’istituzione del Parco di Costa Ripagnola e del Parco del Mar Piccolo.
Votiamo. Chi manca? Bisogna aggiungere il voto del collega Ventola. Sto calcolando i voti. Avete votato? Che cosa è successo? Allora chi è che non è riuscito a votare? Laricchia. E poi? Solo Laricchia. E Ventola. Quindi, bisogna aggiungere ai presenti e ai votanti, con voto favorevole, anche Laricchia e Ventola. Ventola risulta. Va bene. Però, mi dovete dare la schermata di nuovo.
Presenti 46, votanti 46, favorevoli 44, contrario 1, astenuto 1.
È approvato.
Adesso andiamo al punto n. 3).
Ha chiesto la parola il collega Marmo? Ragazzi, bisogna stare un po’ calmi. Il collega Zullo ha chiesto la parola? Non c’è più Marmo, sta soltanto Zullo. Ho chiamato il punto n. 3), relativo alle modifiche alla legge regionale in tema di parità di genere.
La relazione c’è? Siccome siamo andati avanti dando per letta… Prego. Va bene.
Speaker : CONGEDO.
Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi consiglieri, come è noto, la legge regionale n. 2 del 28 gennaio 2005, recante “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale”, disciplina la procedura di elezione del Presidente della Regione e dei componenti il Consiglio regionale.
La presente norma è stata oggetto di successive integrazioni che ne hanno emendato i contenuti sia in merito alla modalità di elezione dei candidati sia con riferimento alle modalità di presentazione delle candidature. In particolare, l’articolo 7 della legge in commento, come sostituito dall’articolo 5 della legge regionale n. 7 del 2015, interviene su alcuni aspetti afferenti al voto di lista e all’assegnazione delle preferenze da parte dell’elettore.
L’argomento è stato oggetto di diverse proposte di legge presentate durante l’attuale legislatura, a partire dalla proposta del collega Abaterusso, depositata il 3 agosto 2015 e assegnata in sede referente alla VII Commissione il giorno successivo, è stata iscritta all’ordine del giorno della VII Commissione per ben undici volte. Successivamente, in data 4 giugno 2018, la collega Maurodinoia ha presentato una proposta di legge sulla stessa materia e a stretto giro l’allora consigliere Borraccino ne ha presentata un’altra.
Nella seduta della VII Commissione del 27 giugno 2018 si decise, quindi, che la discussione dei provvedimenti aventi ad oggetto la parità di genere in ambito elettorale sarebbe stata affidata, trattandosi di materia politicamente sensibile, ai Capigruppo per permettere ai Gruppi politici di considerare una serie di valutazioni più ampie e successivamente di discutere un testo condiviso.
L’argomento è tornato a essere trattato dalla VII Commissione allorquando il 2 luglio ultimo scorso il Segretario generale del Consiglio regionale comunicava al Presidente della VII Commissione che, nella Conferenza dei Presidenti del 23 giugno, era stato concordato di riavviare l’esame di tutte le proposte aventi ad oggetto le modifiche alla legge elettorale.
Successivamente, il 7 e il 14 luglio venivano assegnati, per l’esame in sede referente da parte della VII Commissione, altri due provvedimenti, la proposta di legge della consigliera Laricchia ed altre colleghe e il disegno di legge n. 87 della Giunta regionale. I provvedimenti presentati, cinque in tutto, intervengono sostanzialmente tutti in favore dell’espressione della doppia preferenza cosiddetta di genere, prevedendo l’annullamento dell’eventuale seconda preferenza rivolta ad un candidato di medesimo genere. Differiscono per quanto attiene alle quote di lista da attribuire ai candidati di genere diverso alcune, Maurodinoia, Laricchia e il disegno di legge della Giunta, lasciando immutata la progressione minima richiesta dall’attuale legge vigente n. 2 del 2005, ovvero del 60-40 per cento, altre, in particolare la proposta Abaterusso e Borraccino, richiedendo la rappresentanza di entrambi i sessi nelle liste dei candidati nella misura del 50-50. Tuttavia, tutte le proposte convengono, salvo il disegno di legge della Giunta regionale, che non si esprime al riguardo, nel sanzionare la mancata osservanza di tale criterio di rappresentatività di genere con l’inammissibilità della lista.
Ulteriori differenze tra le proposte di legge presentate si rivengono con riferimento alla presenza paritaria dei candidati di entrambi i generi, nei programmi di comunicazione politica offerti dalle emittenti televisive e dalle emittenti radiotelevisive pubbliche e private e nei messaggi autogestiti e dalla soglia di sbarramento, in particolare quella del collega Borraccino.
Con riguardo al tema delle preferenze, lo Statuto regionale, ai sensi dell’articolo 6, comma 2, dispone che la legge regionale promuove parità di accesso fra donne e uomini alle cariche elettive e pubbliche allo scopo di favorire l’equilibrio della presenza fra generi.
La legge 15 febbraio 2016, n. 20, emana disposizioni di principio volte a garantire, in attuazione dell’articolo 51 della Costituzione, l’equilibrio della rappresentanza di genere, che ad oggi la Regione non ha recepito. La modifica di cui si tratta nella seduta odierna rispetta per analogia la disposizione dell’articolo 4 della legge 2 luglio 2004, n. 165, lettera c-bis), rubricata “Promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive”. Qualora la legge elettorale preveda l’espressione di preferenza in ciascuna lista, i candidati sono presenti in modo tale che quelli dello stesso sesso non eccedano il 60 per cento del totale e sia consentita l’espressione di almeno due preferenze, di cui una riservata a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento delle preferenze successive alla prima.
La VII Commissione si è riunita in data 15 luglio per l’esame abbinato dei provvedimenti, così come richiesto dal comma 3 dell’articolo 12 del Regolamento del Consiglio regionale.
Durante la seduta di Commissione le proposte di legge a firma Abaterusso, Maurodinoia, Borraccino e Laricchia sono state ritirate e pertanto si è proseguito l’esame in sede referente del testo del disegno di legge della Giunta regionale.
La Commissione si è espressa sul provvedimento in modo favorevole rispettando la maggioranza richiesta dal comma 2 dell’articolo 20 del Regolamento interno al Consiglio regionale che, come è noto, prevede una maggioranza di tre quarti.
La proposta di legge non comporta oneri a carico del bilancio regionale e quindi non rientra nella fattispecie di cui all’articolo 34 della legge regionale n. 28 del 2001.
Prima di chiudere, vorrei fare, a margine della relazione, qualche breve osservazione e considerazione.
La prima è un ringraziamento che rivolgo ai Vicepresidenti Campo e Di Bari, al segretario Zinni, ai commissari che si sono alternati nel corso di questa legislatura in Commissione, così come al segretario generale, al dirigente della sezione Assemblea, alle loro strutture e ovviamente al dirigente e alla struttura della VII Commissione per il lavoro svolto in Commissione che ci ha consentito di esaminare e di licenziare provvedimenti importanti.
Ricordo, per esempio, la riforma del sistema di governo regionale e territoriale a seguito della legge Delrio e l’istituzione della Commissione regionale di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata con interessanti audizioni ed espressioni autorevolissime e prestigiose della magistratura e dell’avvocatura, l’istituzione del nuovo Comune di Presicce e di Acquarica che andrà al voto al voto contestualmente al rinnovo del Consiglio regionale e infine la legge elettorale che ha previsto l’introduzione della doppia preferenza di genere.
L’unico rammarico è il fatto che essendo materia di esclusiva competenza regionale, così come ho rilevato in Commissione, penso sarebbe stato opportuno che fosse una proposta del Consiglio, quindi una proposta di legge e non un intervento da parte della Giunta e quindi un disegno di legge.
Da cittadino elettore e da consigliere regionale vorrei fare un’ultima considerazione. Lo faccio nel rispetto che si deve all’Istituzione di rango superiore, nella fattispecie alla Presidenza del Consiglio; lo faccio a prescindere dalla colorazione politica di chi oggi guida il Governo nazionale e lo faccio anche sulla base della forza di aver votato in Commissione insieme al collega De Leonardis e quindi ai consiglieri di Fratelli d’Italia, contravvenendo anche alla prassi che prevede l’astensione del Presidente in Commissione, ma l’abbiamo fatto per far arrivare in Commissione il provvedimento con il voto favorevole. Sottolineo questo anche a beneficio di qualche giornalista evidentemente distratto che abbiamo visto che oggi sui siti online ha pubblicato un articolo che, obiettivamente, non ha né testa né piedi, in cui accusa Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto e Giorgia Meloni, di essere contrari alla doppia preferenza di genere e quindi di essere contrari alle donne.
Ciò detto è evidente che la considerazione mia si rivolge alla diffida che è arrivata dal Governo nazionale sulla base dell’articolo 120 della Costituzione.
L’articolo 120 secondo comma della Costituzione prevede che il Governo possa sostituirsi a organi delle regioni, delle Città Metropolitane, delle Province e dei Comuni, tra l’altro, quando lo richiedono, la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. Sinceramente, non sono né un giurista né un costituzionalista per dire se un intervento di questo genere ha un fondamento di carattere costituzionale. Faccio, però, una valutazione di carattere squisitamente politico: è singolare che un Governo non eletto da nessuno, sostenuto da una maggioranza di nominati in un Parlamento di nominati, entri a gamba tesa su competenze che, come è stato ricordato, riguardano Assemblee elette con preferenze, come il Consiglio regionale.
Le elezioni a preferenza probabilmente non sarà il miglior modo, la miglior legge elettorale possibile, il miglior modo per far esprimere ai cittadini la propria indicazione di voto, però è certo che esalta l’espressione massima del principio di sovranità di partecipazione e di libera scelta.
Peraltro, aggiungo, che un Governo che rivendica legittimamente e sottolineo legittimamente il diritto di esistere e di resistere al Governo sulla base di una maggioranza parlamentare e quindi di un’Assemblea legislativa poi intervenga in questo modo in un’altra Assemblea legislativa, che è vero, come mi viene ricordato, che è di rango inferiore rispetto al Parlamento, ma è sempre un’Assemblea legislativa con poteri ben stabiliti e fissati nella Costituzione, come a dire che l’Assemblea legislativa a Roma ha un pregio e un valore e quella qui regionale, a Bari, è un’Assemblea invece formata da straccioni.
Ciò detto, ringrazio per l’attenzione e mi scuso per qualche riflessione forzata rispetto ad una relazione che dovrebbe vedere il Presidente leggere solamente i lavori svolti in Commissione. Però, mi sono sentito di fare questo tipo di considerazioni, di osservazioni e di notazioni, ricomprendendo nella relazione anche un intervento di carattere più politico, che invece avrei forse potuto e dovuto fare nel dibattito che immagino si svilupperà nella discussione di questa legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente e colleghi.
Voglio dire prima di tutto che il Gruppo non ha motivo di essere contro la doppia preferenza. Anzi, sosterrà questo disegno di legge in quest’Aula, così come i componenti del Gruppo che si rifanno a Fratelli d’Italia hanno fatto in Commissione, dove hanno votato a favore.
Voglio dire, però, che noi siamo di fronte a una questione molto seria, molto seria perché coinvolge anche la possibilità di formare un prodotto legislativo che possa essere foriero di ricorsi. Per cui, dobbiamo essere molto attenti, secondo me, a essere precisi nel formare questa norma di legge.
Vedete, io sono stato, nel 2015, all’interno del percorso che ha portato a modificare la legge del 2005 e quel percorso l’abbiamo fatto interagendo con i tecnici della prefettura, facendo diverse proiezioni, testando la legge, e poi tutto sommato è venuto fuori un impianto legislativo che ha retto a ben dodici ricorsi, dodici ricorsi che sono stati vagliati dal giudice amministrativo, dal giudice ordinario e dal giudice delle leggi, ovvero dalla Corte costituzionale. Ha retto.
Detto questo, io richiamo anche un dato politico, che tutte le forze esistenti in Parlamento hanno sempre sostenuto: le leggi elettorali non si cambiano né a colpi di maggioranza né in prossimità delle elezioni. Che cosa voglio dire? Voglio dire che noi dobbiamo stare attenti a tutta questa serie di emendamenti. Ci sono emendamenti che sono molto pericolosi, molto pericolosi perché alcuni non si inquadrano nel dettato dello Statuto, quindi confliggono con lo Statuto. Altri sono pericolosi perché richiamano delle forme di incompatibilità o di ineleggibilità che sono già richiamate dalla legge vigente, perché la legge vigente al riguardo delle ineleggibilità richiama la norma nazionale del 1968. Quindi, attenti. Ci sono altri emendamenti che entrano a gamba tesa in un processo che ormai si è avviato.
Allora, qual è il consiglio, l’auspicio? È che noi dobbiamo occuparci della doppia preferenza, e basta. Stare a pensare di introdurre altre modifiche può essere pericoloso, perché ci può introdurre su un terreno scivoloso per cui è possibile che quell’impianto esistente che ha retto l’esame, attraverso dodici ricorsi, dei tre diversi giudici che entrano nella valutazione delle leggi elettorali, se lo cambiamo e lo snaturiamo, è possibile che si possa arrivare anche a una invalidazione delle elezioni. Ci vuole, a mio avviso, molta prudenza.
Qualcuno ricostruisce i nostri duemila emendamenti come se noi volessimo osteggiare l’introduzione della doppia preferenza. È una ricostruzione che non attiene alle nostre intenzioni. Noi siamo pronti a votare la doppia preferenza e ad andare a casa. È chiaro che, se abbiamo presentato duemila emendamenti, è perché vorremmo che non si inseriscano di qua e di là delle modifiche che possono snaturare, ripeto, l’impianto della legge vigente.
La questione che oggi ci occupa è la questione della doppia preferenza. L’unica cosa che ci viene segnalata dal Governo nazionale, in virtù di una legge che è stata approvata nel 2016, è la doppia preferenza. Il disegno di legge che ci ha presentato la Giunta riguarda la doppia preferenza, e basta. In Commissione si è discusso della doppia preferenza, e basta. Ora presentare emendamenti su emendamenti, emendamenti, emendamenti, emendamenti, ci porta a un rischio reale. Voi sapete che, se le elezioni sono invalidate, c’è spesa, c’è danno, c’è mancata continuità di amministrazione e c’è sicuramente una baraonda, che noi dobbiamo scongiurare.
Per cui l’appello che io faccio, Presidente Loizzo, Presidente Emiliano, lo faccio a tutti noi, è di asciugare questo nostro stare in Aula, asciughiamolo con l’introduzione della doppia preferenza, la votiamo e andiamo a casa. Ritiriamo tutti gli emendamenti, Presidente. È inutile che stiamo a discutere su situazioni che, ripeto, possono determinare un danno alla Puglia, un danno a un sistema democratico che noi dobbiamo mantenere in vita dando validità al risultato elettorale di quello che sarà. Questo è l’appello che io faccio.
I nostri emendamenti li ritireremo subito, però non entriamo in quella fase che attiene all’ostruzionismo, che non vogliamo fare. Non lo vogliamo fare. Però, è l’unica maniera che una forza politica se si trova di fronte a una forza muscolare dei numeri che non riesce ad ascoltare ragione.
Per cui noi ribadiamo: approviamo la doppia preferenza in un baleno, in un attimo; noi voteremo a favore, tutto il Gruppo di Fratelli d’Italia voterà a favore. Ribadisco questo: approviamo la doppia preferenza, chiudiamo e ritorniamo a casa.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente.
La mia contrarietà al tema che ci riguarda credo sia nota, al di là delle modifiche e delle opinioni che si sono intraviste in alcuni Gruppi di minoranza, che si intravedono in altri colleghi e che si intravedevano già nei voti segreti da parte della maggioranza, che è sempre stata unita e compatta nel non andare avanti su questo tema.
Ma la mia contrarietà, a parte il mio voto finale, che naturalmente potrà essere differente, è determinata da tre motivazioni in particolare. La prima è la convinzione personale che le doppie preferenze sono un misfatto. All’epoca ci siamo battuti contro le triple e le quadruple preferenze che si presentavano nelle Amministrazioni comunali, concordate con cordate di potere che si stabilivano all’interno dei Comuni. Oggi accade che per seguire quello che i tecnici definiscono il mainstream, cioè il pensiero unico che si è stabilito in Italia, a cominciare dal Presidente del Consiglio dei Ministri, il quale ritiene di avere qui una serie di consiglieri che, come allocchi, abboccano sia alla sua prima lettera del 3 luglio 2020 sia alla risibile diffida che viene presentata a tutti noi, a un Organo di rilevanza costituzionale che deve votare.
Stavo dicendo, appunto, che la mia prima contrarietà è di principio. Io sono per la preferenza unica in ogni modo, proprio per garantire la parità. Così come ero – alcuni colleghi possono dimostrarlo – portatore di un’altra proposta di legge elettorale per la nostra Regione, e cioè quella con i collegi uninominali, con i collegi unici, sul modello della ex Provincia, dove ogni partito presentava la sua lista di candidati in ogni collegio e i candidati sarebbero stati evidentemente 50 per cento e 50 per cento. Io credo che quella sarebbe stata la strada maestra, anziché ripercorrere la strada che vediamo anche oggi a livello nazionale di riproposizione di nuove leggi elettorali, di rimescolare sempre le carte per verificare chi deve vincere e chi deve perdere, per tentare di vincere e tentare di non perdere.
Per cui, la prima è una convinzione profonda, personale sul fatto che le donne si rispettano di più con la preferenza unica, perché ritengo che non sia assolutamente un mezzo uno strumento ad essere elevato a principio costituzionale.
Su questo vi devo dire l’altra considerazione che faccio: noi arriviamo a modificare la legge elettorale in limine mortis del Consiglio regionale. Questa è l’ultima seduta. Il Presidente ci ha comunicato che non avrebbe più convocato il Consiglio regionale e noi siamo oggi, l’ultimo giorno, a svolgere il Consiglio regionale con la diffida di sua Eccellenza il Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 luglio che ci diffida ad adeguare la nostra legge elettorale proprio entro il 28 luglio. Anche se avessimo spostato la data, si sarebbe trovato fregato da solo. Rispetto a questo, signor Presidente, la prima convinzione è quella personale, è quella profondamente culturale, cioè del fatto che uno vale uno perché in questo modo uno non vale uno, e lo stiamo verificando proprio redigendo le liste elettorali nei Comuni dove vediamo oggi persone che si candidano, formano una corte di damigelle che dovrebbero supportarlo per farlo eleggere, ma stiamo vedendo anche il contrario, che una candidata si organizza con una corte di soldatini che l’aiutano ad essere eletta.
È la strumentalità fatta a persona, è strumentalizzare l’uomo, in questo caso, ma ancor più la donna. Credo che non ci sia rispetto per le donne in questa proposta di legge, anche perché che le donne non siano rispettate da voi tutti noi lo verifichiamo dalla mole di emendamenti che non sono i 2.000 che avremmo presentato, ce ne sono anche di nostri, ma i nostri li abbiamo presentati, e sono pronti ad essere depositati, quale strumento di deterrenza a questa iniziativa della maggioranza.
Questi emendamenti sono la dimostrazione del mancato rispetto delle donne. Si utilizza lo strumento della doppia preferenza per pensare “Chissà non sono rieletto, magari vado a fare il consigliere supplente”. Non è vero che la clausola di invarianza è reale, perché significa otto consiglieri in più. Quindi, questo emendamento non contiene l’invarianza di bilancio. Significa pagare otto consiglieri in più. Poi abbiamo gli altri emendamenti che sono tutti quanti contestabili, a parte quelli che sono tecnici e che si limitano ad adeguare la scheda sulla base dell’eventuale positiva votazione della legge sulla doppia preferenza.
Credo che su questo non ci troviamo. Si utilizza una richiesta delle donne del Comitato Pari Opportunità, una delle tante richieste che abbiamo ricevuto e che rispettiamo e che rispetteremo. Certo, noi siamo qui riuniti per la diffida del Presidente del Consiglio, consentitemelo, siamo qui riuniti perché l’abbiamo deciso noi di riunirci oggi per fare alcuni provvedimenti e insieme questo.
L’altro motivo per cui sono contrario è che non stiamo discutendo il disegno di legge di Abaterusso depositato il 15 luglio del 2015, il che vi sta a dimostrare che avete avuto cinque anni per discutere di questo argomento e siete stati a dormire tutti quanti. Avete preso in giro le donne, avete detto sempre sì, salvo poi nascondervi nel voto segreto.
Allora, sono contro il disegno di legge del Governo, presentato da Emiliano. Non è mai accaduto che in materia elettorale fosse il Governo regionale ad invadere il campo. La legge che è ancora in vigenza, la nostra legge elettorale, come ha detto il collega Zullo, ha superato ben dodici ricorsi tra TAR e Consiglio di Stato. Questo significa che ha un’impostazione quadrata ed è tutto sommato valida. Quella legge fu partorita dall’Ufficio di Presidenza su mandato del Consiglio regionale. Non fu opera della Giunta regionale. Sono contrario anche per questo motivo. Avrei anche potuto firmare io quel giorno in Commissione la proposta di legge di Abaterusso per non farla decadere, ma avrei contraddetto la mia opinione, firmandola e portandola avanti.
L’altro elemento che mi porta a essere fortemente contrario è questa entrata a gamba tesa del Governo centrale e del Ministro Boccia. Guardate, nel provvedimento di diffida del Presidente del Consiglio si cita l’articolo 51 della Costituzione, l’articolo 117, settimo comma, e l’articolo 122. Allora, l’articolo 51 recita: “A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini con opportuni provvedimenti”.
Ma ancora più simpatico, ma devo dire simpatico e al limite del comico, è il riferimento all’articolo 117, settimo comma, il quale recita: “Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne prima di tutto nella vita sociale, nella vita culturale e nella vita economica”. Sono i tre aspetti fondamentali della vita delle donne e della vita delle famiglie, che tanto è stata dimenticata dalle Regioni, e non solo da questa Regione, che pure ha partorito, anch’essa in limine mortis, un piano per le famiglie, che non sappiamo quando vedrà la luce, ma ha visto comunque l’elaborazione di un documento a favore delle famiglie. Quindi, questi tre elementi dovevano essere eliminati dal lavoro delle Regioni: le disparità nella vita sociale, culturale ed economica. “Promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”. Avete avuto anche cinque anni per dire: guardate, nella prossima competizione dovete rispettare per forza il rapporto 60-40, altrimenti andiamo a penalizzare coloro i quali non rispettano il rapporto 60-40. Ci avete impiegato cinque anni e arrivate l’ultimo giorno – l’ultimo giorno – per aggiungere anche questa modifica, quando le liste sono già fatte.
C’è poi l’articolo 122 della Costituzione, che è citato pure dalla fenomenale diffida: “Il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità ed incompatibilità sono disciplinati con legge della Regione”. L’ha letto poco fa il collega Congedo, perché l’articolo che è richiamato, l’articolo 120, che il Governo può sostituirsi agli organi delle Regioni quando c’è il mancato rispetto delle norme e dei trattati internazionali, quando c’è grave pericolo per l’incolumità pubblica e la sicurezza pubblica. E abbiamo avuto il periodo in cui per motivi di incolumità e di sanità vi è stato un assorbimento di poteri al Governo centrale. In particolare, dice l’articolo 120 “la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali”. I livelli essenziali delle prestazioni.
Allora mi fa specie che il Governo centrale, che discuterà in questi giorni dei fondi del Recovery Fund, discuta e porti ad esempio nella diffida i livelli essenziali delle prestazioni, riferendosi solo alla doppia preferenza, che è una modalità di espressione della parità di condizioni, dimenticando le scuole come parità di trattamento e come livelli essenziali delle prestazioni tra nord e sud, le autostrade, la digitalizzazione, le università, il finanziamento del fondo sanitario e ancora gli asili nido, gli asili nido, che il Presidente di una Commissione bicamerale, presieduta – lo diciamo – da Giorgetti secretò gli atti quando si accorsero che tutti gli asili nido erano finanziati al nord e non al sud. E chi si occupa di quei livelli delle prestazioni? Oggi parliamo solo di un livello delle prestazioni, che secondo il mainstream e il pensiero unico si racchiuderebbe solo nella doppia preferenza.
Rispetto a questo, cari colleghi, io non posso accodarmi a questo timore reverenziale verso un atto che pensa di mettere in difficoltà un organo legislativo di rilevanza costituzionale minacciando interventi dello Stato centrale.
Credo che questo non accadrà, perché può essere questo intervento arbitrario, incostituzionale, non previsto dalla Costituzione come l’elemento da cui può scaturire il ricorso dell’eventuale sconfitto alle prossime elezioni regionali.
Quindi, il Governo si occupi delle cose gravi di cui si deve occupare per l’Italia. Non si occupi di cose che non lo riguardano.
Il Consiglio regionale avrebbe fatto bene a svegliarsi dal vivacchiare sonnolento di questi cinque anni per fare quello che oggi intendono fare, al quale io non mi opporrò, ci mancherebbe altro, a una unanimità così schiacciante da come è stata dichiarata. Potrò solo aggiungere la mia astensione.
Credo, cari amici, che le questioni siano queste e siano tutte nel nostro libero arbitrio e nella nostra libera determinazione su quelle che sono le scelte politiche di coscienza che ciascuno di noi deve realizzare oggi, senza diffide ridicole e senza minacce di alcunché.
Credo che questi siano i termini della questione. Per cui, io condivido quello che ha detto il collega Zullo, se è vero che volete rispettare le donne e non voi stessi, se è vero che volete fare in modo che tutto si svolga nel più breve tempo possibile, eliminate tutti gli emendamenti che non sono tecnici e andiamo avanti con la procedura, perché questa storia non sta in piedi. Volete approvarvi la doppia preferenza? Fatelo. Sappiate bene che la politica non è altro che circolazione delle élite e in questo caso di cattive élite, cioè quelle che si organizzano all’interno delle liste per fare cordate ed espellere qualcuno che non la pensa come voi.
Questo è quello che accade. La politica è circolazione delle élite e questo accade all’interno dei partiti. Questo è un momento in cui la circolazione delle élite determinerà che una femminuccia si porterà tre candidati e sbaraglierà tutti gli altri e farà fuori qualche altro. Al maschietto credo che non toccherà niente perché oggi stanno attente le candidate.
Riflettete e votate secondo coscienza. Io non chiederò il voto segreto, sia chiaro. Vedo che qualcuno sorride, perché evidentemente condivide.
Non chiederò il voto segreto, ma ritengo che il voto segreto sia un presidio di libertà rispetto alla pubblica gogna, rispetto alla pubblica gogna di chi è a favore, di chi è contro, chi ha votato e chi non ha votato. Io ho sempre espresso il mio pensiero, per cui non sono riconducibile alla pubblica gogna. Quello che ho sempre detto gliel’ho detto anche direttamente. Ritengo, cari amici, che il voto segreto sia un presidio di libertà in questo caso, soprattutto per la prevaricazione avanzata dal Governo centrale, dal Presidente del Consiglio dei ministri in prima persona e dal Ministro delle regioni, il quale non ha nessun ruolo nelle leggi regionali, nell’approvazione delle leggi regionali che sono potestà esclusiva del Consiglio regionale.
Speaker : CAMPO.
Colleghi consiglieri, credo che oggi il tema che noi affrontiamo non è la diffida del Presidente del Consiglio dei ministri. Quella è un’iniziativa politica, evidentemente. La si può condividere o meno, la si valuterà, ma io vi pregherei di tenerla per un attimo fuori dalla nostra discussione, perché oggi siamo riuniti, abbiamo una responsabilità di fronte ai pugliesi di dire come la pensiamo riguardo a un’eventualità, ossia quella di correggere la nostra legge elettorale consentendo una doppia preferenza e nel caso uno avesse l’intenzione di esprimere la doppia preferenza dovrebbe riguardare persone di due generi diversi.
Esiste un problema in questo Paese – muoviamo da qui – che riguarda le possibilità più in generale di accesso delle donne al mondo del lavoro, al mondo dell’istruzione, alle carriere universitarie, alla possibilità di progredire nel mondo del lavoro, alla possibilità di ottenere le stesse retribuzioni degli uomini, pur a parità di livello nel mondo del lavoro? Esiste in Italia un problema di questo tipo? Non lo dico io, lo dicono indicatori oggettivi. Studi e ricerche ci dicono che le donne in questo Paese, per ragioni storiche, per ragioni culturali, per ragioni sociali, per responsabilità politiche, per responsabilità di varia natura. Non è questo il momento di applicarci. Questa discussione la possiamo anche fare. Ma ci dicono che questo problema esiste. Le donne hanno più difficoltà ad accedere al mondo del lavoro, hanno più difficoltà rispetto agli uomini a far carriera nel mondo del lavoro, hanno oggettivamente più difficoltà ad accedere agli stessi livelli di istruzione degli uomini, a far carriera nelle istituzioni universitarie, e ci sono casi eclatanti che potremmo citare a questo riguardo. Non lo farò, ma sono dati accessibili e disponibili a tutti. Le donne purtroppo in questo Paese, tant’è vero quel che dico che esiste un problema che principalmente ha natura culturale, molto spesso sono oggetto di reati, sono oggetto di offese, sono oggetto di maltrattamenti da parte degli uomini. E anche questa è cronaca, non sono studi. È cronaca quotidiana.
C’è un problema più generale che riguarda, insomma, questo Paese ed è quello che la nostra Costituzione riconosce diritti uguali, la nostra Costituzione promuove la parità dei generi, la nostra Costituzione di fatto, nonostante queste previsioni, resta largamente inattuata. Quest’Aula consiliare – il Presidente Emiliano lo rilevò all’inizio di questa legislatura – ne è la dimostrazione lampante: ci siedono poche donne, pochissime donne. Questo vale non solo per quest’Aula consiliare, ma per molte Istituzioni di questo Paese.
Il tema non è se una forza politica al suo interno si preoccupa di sostenere e di far votare o meno una donna. Il tema è creare condizioni affinché questi limiti di accesso vengano rimossi. Non è detto che basti esclusivamente una legge elettorale di questo tipo, ma una legge elettorale di questo tipo sicuramente favorisce questa possibilità. Tant’è che oggi noi, tra l’altro, dovremmo essere chiamati non a corrispondere a una diffida del Governo, ma a corrispondere un obbligo normativo, perché una legge nazionale recita che, qualora la legge elettorale preveda l’espressione di preferenza, in ciascuna lista i candidati siano presenti in modo tale che quelli dello stesso sesso non eccedono il 60 per cento del totale e sia consentita l’espressione di almeno due preferenze, di cui una riservata a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento delle preferenze successive alla prima. È vero, avremmo dovuto corrispondere a quest’obbligo già nella passata consiliatura. Non ce l’abbiamo fatta. La legislatura. Per la precisione, siamo legislatori. Questo era un impegno politico che questa maggioranza aveva assunto, che il mio partito aveva assunto, ed è vero che non siamo riusciti. Questa è una responsabilità di cui la maggioranza sul piano politico deve farsi carico. È inutile. È inutile girarci intorno. Questa responsabilità ce l’abbiamo. Avremmo dovuto provvedervi prima e non arrivare in scadenza di mandato. Ma non si sono create le condizioni evidentemente perché si giungesse a questo risultato. Oggi, invece, ci siamo. Oggi, invece, ci siamo. Quindi, mi interessa molto poco l’argomento “avreste potuto farlo prima”. Il punto è che oggi siamo nelle condizioni di farlo, possiamo farlo e non mettiamo in difficoltà assolutamente nessuno.
Non esiste il rischio che la nostra legge elettorale, quella che oggi partoriremmo introducendo la doppia preferenza, possa venire impugnata, semplicemente perché una modifica di questo tipo corrisponderebbe a un obbligo che già discende da una legge di rango superiore. Non esiste nemmeno la possibilità, per il tenore degli emendamenti che io ho sotto gli occhi, quelli che mi sono noti, poi la valigia non l’ho ancora aperta, che vi siano emendamenti che rischino di vanificare la tornata elettorale perché produrrebbero modifiche tali suscettibili di essere osservate da organismi giurisdizionali. Non mi sembra affatto il caso.
Anche gli emendamenti in questione, nessuno di essi, alcuni incidono sulla modalità per cui la scheda dovrebbe essere in qualche modo adeguata alla possibilità della doppia preferenza, sì. Poi c’è un tema che riguarda un obbligo che già c’è, quello di comporre le liste in maniera tale che non vi sia la prevalenza di un genere rispetto all’altro oltre il 60 per cento, che oggi è sanzionato in maniera lieve, praticamente una sanzione che ne rende pressoché facile l’inosservanza, e che, invece, alla luce della possibilità di esprimere due preferenze, verrebbe sanzionata, quella inosservanza, con l’inammissibilità della lista. È necessario che sia così, se non vogliamo prenderci in giro. Che cosa vorrebbe dire altrimenti, riconoscere la possibilità che si esprimano due preferenze e che queste riguardino due persone di genere diverso, e poi consentire che le liste presentate non contengano individui dell’uno o dell’altro genere perché tanto, se uno mette tutti uomini o tutte donne, mal che gli vada paga una sanzione economica e la lista si può presentare? Non ha nessunissimo senso. Allora dobbiamo venir fuori dall’equivoco.
Poi si può anche sostenere che non si concorda e bisogna avere il coraggio e assumersi la responsabilità politica di dirlo. È chiaro che non si attenta alla Costituzione. Se uno ha un’opinione diversa, la esprime. Si assume la responsabilità politica della sua opinione e tira dritto. Ma dire che noi ammettiamo la possibilità che si esprima la doppia preferenza e non tradurre questa possibilità in un obbligo sostanziale di presentare liste che abbiano perlomeno il 40 per cento di presenza dell’un genere diverso dall’altro vuol dire praticamente prenderci in giro.
Noi, dunque, siamo d’accordo acché passi il disegno di legge e noi, dunque, pensiamo che sia necessario che dall’inosservanza dell’obbligo del rispetto delle quote 60-40 discenda non una sanzione qualsiasi, ma una sanzione che renda cogente quell’obbligo, dunque l’inammissibilità della lista stessa. E non siamo dell’opinione che si debba combinare pasticci. Ma se ci sono altre proposte intese a migliorare la legge elettorale o a prevedere possibilità di candidature che oggi sono escluse e che non riguardano affatto il meccanismo elettorale, ma sono scelte precipue che competono a questo Consiglio regionale, siamo disposti a valutarle assieme agli altri, senza mettere a rischio il lavoro fatto egregiamente da chi l’altra volta partorì la legge elettorale con il concorso della prefettura e degli organismi di vigilanza, senza correre il rischio di andare a impicciarci in alcune delle dodici vicende che hanno richiesto il pronunciamento di organi giurisdizionali in tema di legge elettorale, ma stando evidentemente soltanto su questioni sostanziali, semplici, chiare, lapalissiane, che ci consentano oggi di portare a casa un risultato, che colpevolmente non abbiamo contribuito a realizzare nella passata legislatura e tardivamente in questa legislatura, ossia l’adeguamento della nostra legge elettorale a quel che prevedono le leggi nazionali e a quel che noi riteniamo giusto: provare, attraverso questo meccanismo elettorale, a favorire la partecipazione delle donne alla politica e alla vita delle Istituzioni che in Italia, per ragioni, tante e antiche, è un problema che noi avvertiamo e avvertiamo gravemente.
Grazie.
Speaker : DI BARI.
Grazie, Presidente.
Siamo all’ultima seduta di questo Consiglio regionale ed è l’ultima chiamata per introdurre la doppia preferenza di genere.
Io, in generale, sono una persona ottimista, quindi non la vedo come una cosa sbagliata o comunque apocalittica aver scelto l’ultimo Consiglio di questa legislatura per introdurre la doppia preferenza di genere. Io sono infatti contraria alla parola “ormai”. Per me non esiste “ormai”. Qualsiasi momento, anche risicato, anche all’ultimo minuto, anche all’ultimo secondo può essere utilizzato per finalmente adeguare la nostra Regione a quello che è un dettame della nostra Costituzione, che è richiesto da una previsione normativa.
Siamo l’ultima Regione, quindi sarebbe davvero non compreso sia dall’opinione pubblica, ma soprattutto sarebbe una figuraccia a livello nazionale se oggi noi non utilizzassimo questi ultimi momenti di Consiglio regionale, questi ultimi momenti, questo stralcio della nostra ultima attività in Consiglio per adeguarci a quella che è una richiesta di civiltà più che altro.
Sapete che noi non eravamo all’inizio tanto propensi ad introdurre la doppia preferenza di genere, perché ritenevamo che comunque non fosse necessario come strumento in quanto noi siamo l’unica forza politica che ha da subito espresso quattro donne. All’inizio eravamo soltanto cinque in Consiglio regionale ed è veramente una percentuale risicatissima se ci pensiamo.
Pensiamo anche che, a differenza di qualcuno che pensa che il voto segreto possa essere garanzia della libertà di espressione della propria volontà politica, io la vedo invece come una mancanza di responsabilità e di coraggio di difesa delle proprie idee, perché se uno ha il coraggio della propria idea la difende fino alla fine, anche se dovesse essere contraria rispetto all’introduzione della doppia preferenza di genere. Non possiamo fermarci qua. Non basta questo per poter veramente garantire che nella prossima legislatura ci sia una corposa rappresentanza femminile all’interno di questo Consiglio. È necessario che venga prevista anche l’inammissibilità di quelle liste che non dovessero rispettare la percentuale del 60 e 40 per cento, perché è troppo semplice pagare una sanzione, sistemare con i soldi quello che non si segue o non si rispetta. È troppo semplice. Invece no, deve essere inammissibile quella lista che non rispetta questa differenza.
È una conseguenza della doppia preferenza di genere, dell’introduzione della doppia preferenza di genere. Altrimenti, sarebbe una presa in giro. Ancora una volta avremmo eluso quello che è il nostro dovere istituzionale di rappresentare quella che è la richiesta dei cittadini e delle cittadine soprattutto. Andiamo fino in fondo a questa questione, risolviamola fino in fondo, non fermiamoci a metà come spesso abbiamo fatto in altre occasioni. Sarebbe bello oggi, scriveremmo veramente una bellissima pagina di questo Consiglio e daremmo la giusta conclusione a questa legislatura, che non è sempre stata delle migliori. Abbiamo questa possibilità.
È ovvio che non è che introducendo la doppia preferenza di genere noi aiutiamo fino in fondo le donne ad avere la possibilità di scegliere se fare la vita politica, se lavorare e fare carriera o se dedicarsi soltanto alla famiglia. Ce ne sarebbe da fare. Ecco perché è importante che nel Consiglio tra i legislatori ci sia l’occhio e l’attenzione della donna. Ho sentito parlare degli asili nido. È vero, mancano, siamo la Regione che ha meno asili nido in tutta la nazione. Dovremmo anche recuperare questo gap. Questo potrebbe essere uno strumento essenziale, un servizio essenziale da dare alle donne, un vero aiuto da dare alle famiglie, anche se chi ne ha parlato poi nella propria città l’ha fatto chiudere l’asilo nido per i troppi debiti.
Concludo questo mio intervento auspicando che oggi non si facciano giochetti, che oggi nessuno chieda il voto segreto. Abbiate il coraggio, dobbiamo avere coraggio.
Mi auguro anche che per il futuro, con un nuovo Consiglio ci siano più donne. Sarebbe bellissimo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Liviano D’Arcangelo, prego.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Grazie, Presidente.
Parlo da cittadino e onestamente da cittadino non me ne importa niente che le persone che eleggo siano uomini, donne, gay, eterosessuali, omosessuali, non è quello il criterio su cui faccio la scelta del mio voto. Io vorrei votare persone capaci, competenti, oneste, efficienti. Onestamente, che siano uomini o donne non me ne frega assolutamente niente. L’obiettivo del mio voto non è consentire un percorso pedagogico di un sesso, l’evoluzione di un sesso piuttosto che di un altro, ma consentire a me stesso di avere dei rappresentanti che siano capaci e competenti. Credo che ci siano tanti uomini capaci e competenti e tante donne capaci e competenti, come ci sono evidentemente uomini che non lo sono e donne che non lo sono.
Comprendo, però, che esistono le mode e che esiste la retorica. Questa fase storica che stiamo vivendo è una fase di retorica e di mode in cui, cercando permanentemente il consenso per ogni cosa, si racconta alle persone ciò che le persone vogliono sentirsi dire. Quando qualcuno sui social dice che è necessario dare il doppio voto di preferenza per consentire anche alle donne di avere maggiori possibilità di essere rappresentate all’interno delle Istituzioni pubbliche andiamo dietro alle mode e raccontiamo alla gente quello che la gente vuole sentirsi dire.
Onestamente, non apprezzo la politica che è retorica, non apprezzo la politica quando è fatta di inseguimento di mode. Non mi piace, non la apprezzo.
Detto questo, però, con molta onestà, non voglio concedere il palcoscenico degli eroi a quelli che, invece, inseguono la retorica e le mode. Non mi interessa lasciare gli spazi di protagonisti a quelli che raccontano con enfasi alle persone ciò che le persone vogliono sentirsi dire pensando magari esattamente il contrario e facendo i calcoli su come mettere nelle liste donne che abbiano pochi voti, che servono invece agli uomini portatori di voti mettendo da parte eventualmente invece le donne capaci e competenti. Queste dinamiche un po’ tristi non mi affascinano, ma il mio voto sarà a favore di questo provvedimento, perché non voglio assolutamente consentire a chi strumentalizza queste dinamiche di diventare nell’immaginario collettivo protagonista o eroe, e quelli che, invece, fanno ragionamenti di serietà diventare cattivi, monelli o quelli che non hanno consentito dei percorsi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : MAURODINOIA.
Grazie, Presidente.
Solo qualche minuto perché credo che stia passando un messaggio sbagliato. L’introduzione dell’istituto della doppia preferenza non prevede l’obbligo per l’elettore di votare due candidati di genere diverso. Stiamo dando una possibilità all’elettore di farlo. Quindi, chi ritiene potrà continuare a votare un solo candidato.
Io ho sottoscritto e voterò favorevolmente, ovviamente, l’emendamento presentato dalla collega Di Bari, perché era parte integrante della mia proposta, e cioè quella della non ammissibilità della lista in caso non venga rispettata la proporzione stabilita.
Approfitto anche di questo intervento per dire che la mia proposta risale a maggio 2018, esattamente un mese dopo la mia entrata in Consiglio. Quindi, per contraddire chi dice che nulla è stato fatto in questi anni io devo dire che, invece, da quel momento mi sono attivata per farla conoscere e approvare sia in Regione che fuori Regione attraverso dibattiti, manifestazioni, raccolta di firme. Qui ne ho quasi 10.000 a sostegno della mia proposta, più ordini del giorno approvati all’unanimità da diversi Comuni. Nonostante il lavoro fatto, non ho avuto nessuna difficoltà a ritirare la mia proposta in favore di un atto che potesse trovare maggiore condivisione, e cioè il disegno di cui oggi stiamo parlando.
In questo momento vorrei anche esprimere un mio parere per quanto riguarda l’introduzione della doppia preferenza dopo aver ascoltato alcuni interventi. La doppia preferenza non è uno sfruttamento di un uomo o di una donna, non è una contrapposizione uomo contro donna, io credo che sia una battaglia che insieme l’uomo e la donna devono affrontare per raggiungere quel risultato che tutti speriamo, e cioè quello di ristabilire la presenza femminile all’interno delle Istituzioni. Soprattutto dobbiamo colmare quella disparità che la Regione Puglia ha nei confronti delle altre Regioni.
Poi mi chiedo se questa doppia preferenza non faccia che sfruttare l’uomo o la donna, la candidata o il candidato, perché la si utilizza nei Comuni? Le stesse persone che non la vogliono, che non sono d’accordo con la doppia preferenza in Regione Puglia continuano, invece, a utilizzarla nei Comuni.
Io, ovviamente, voterò favorevolmente non solo l’emendamento, ma anche il provvedimento.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, colleghi consiglieri e assessori, io sono il firmatario di 1946 emendamenti. Sono io. Me ne prendo il merito perché ancora di più, sentendo gli interventi in quest’Aula e vedendo gli altri emendamenti, ne sono pienamente convinto, per una semplice ragione. Più volte questo Consiglio, attraverso le Commissioni, soprattutto la VII e la Commissione pari opportunità, ha dibattuto su questo tema. Ci sono stati anche dei luminari, dei costituzionalisti che sono venuti in Aula e hanno affrontato con noi questa possibilità di dover modificare la legge elettorale.
Ora sarà stato il Covid che ha colpito un po’ tutti, ma credo che tutti quanti si era nell’intenzione, prima della fine del mandato elettorale, di affrontare questo tema, se non altro perché c’erano e ci sono colleghi consiglieri che avevano presentato delle proposte di legge e, quindi, meritavano giustamente l’epilogo finale, qualunque esso sia.
Il dibattito politico e anche soprattutto mediatico ci ha portato alla ribalta nazionale su un tema che obiettivamente sembra quasi che hai il Segretario come Presidente del Consiglio o Ministro che ti prepara la letterina e qualcuno la firma, perché un Presidente del Consiglio, in piena pandemia, se trova il tempo per diffidare la Regione Puglia credo che sia balzato agli occhi di tutti i sessanta milioni di italiani che evidentemente stia lì a fare il burattino. Mi sembra un po’ di vedere le ordinanze “Speedy Gonzales” del Presidente Emiliano durante l’emergenza Covid, quelle ordinanze che venivano emesse la notte alle 2 e alle 11 venivano revocate o quelle ordinanze che preannunciano l’apertura delle estetiste, ma non potevano aprire se non ci fosse stato il DPCM del Presidente del Consiglio. Quindi, è una manfrina che purtroppo in questi mesi ha prevalso sul buonsenso.
Ma noi non lasciamoci travolgere da questo modo di fare. Siamo o no, e mi pare di sì, al netto di qualche intervento, tutti d’accordo nel modificare la legge consentendo al cittadino di poter esprimere due preferenze? È di questo che credo dobbiamo occuparci, non di altro. Perché sono esattamente coloro che parlano di altro che evidentemente hanno il retropensiero di non voler approvare questa legge. Si è sentito di tutto, votazioni al buio, emendamenti che procrastinano nel tempo, Fratelli d’Italia che non vuole, comunicati stampa anche adesso, di recente, di Repubblica, che evidentemente è così informata da sapere pure il nostro pensiero, quando formalmente abbiamo votato “sì”, ma l’importante è apparire che si è contrari.
Il nostro leader Giorgia Meloni, venendo a Bari, ha detto che vanno benissimo due preferenze, perché dare la possibilità al cittadino di esprimere due voti… Meglio due che uno. Quindi, va benissimo. Ma perché ci inserite dell’altro? Con chi vi siete confrontati? In questi quattro anni con chi avete parlato di assessori che si dimettono, di abbassamento di soglie, di incandidabilità, del 60-40 obbligatorio a dieci giorni dalla presentazione delle liste? In quale dibattito pubblico c’è stato, un convegno, una manifestazione, una Commissione? Dove ne avete parlato? Ma le leggi elettorali le decidiamo noi perché abbiamo il potere di farlo, ma a cosa devono servire se non a facilitare il cittadino a esprimere il proprio voto? E l’obbligatorietà lascia al cittadino la libera espressione o lo costringe a fare una scelta? Scusate, ma veramente le donne ne hanno bisogno? Nessuno mai ha parlato di obbligatorietà nelle Commissioni pari opportunità e in altre. Noi stiamo dicendo: ti devi candidare per forza. O all’uomo o alla donna. Pur se non ce ne sono in quel momento storico nel territorio, dobbiamo candidarli per forza. Noi siamo legislatori che obblighiamo.
Noi dobbiamo sancire un diritto: la possibilità che il soggetto, il cittadino possa esprimere due voti, uno che sia donna e uno che sia maschio. E va benissimo. L’approviamo in due secondi e io che sono firmatario di 1946 emendamenti li ritiro immediatamente, perché è quello che vogliamo, votare la parità di genere, con le modifiche tecniche che proporrà l’assessore Nunziante, a una legge che ha funzionato, che non lascia spazi a ricorsi.
Convinceteci di questa obbligatorietà, convincete il popolo pugliese, riaprite il dibattito pubblico, richiamiamo le donne, gli uomini, i gender, tutti, chiamiamoli, apriamo un dibattito, un convegno, e capiamo se è giusto prevedere una obbligatorietà. L’obbligo è: esclusione di partecipazione al voto. Fatemi capire, se siete così convinti apriamo un dibattito pubblico. Chi siamo noi per dover decidere? Perché l’avete tenuto nascosto fino ad ora? Ma chi ci crediamo di essere noi? Oggi dovevamo stare a casa e qui doveva esserci un nuovo Consiglio. Chi ci crediamo di essere? Una volta tanto facciamo un bagno di umiltà. La realtà è la parità di genere e quella dobbiamo votare, non altro, perché sennò significa che avete altri interessi, e questo non va bene. Siccome succedono i capannelli, chi parla per trovare la mediazione è l’arte della politica. Possiamo anche sospendere, Presidente. Possiamo anche sospendere qualche minuto e capire perché sono emerse queste novità, perché in Aula sono emerse queste novità. Convinceteci di questa obbligatorietà. Noi diciamo a un territorio che se sbaglia a fare la lista in quel territorio quella lista non partecipa. Rendiamoci conto. E questo lo facciamo a dieci giorni dalla presentazione delle liste. Volete farlo? Facciamolo dal 2025. Farò un ulteriore emendamento, il millenovecentoquarantasettesimo emendamento che dirà che l’obbligatorietà è a valere dal 2025. Magari chiediamo pure il voto segreto. Poi chiediamo il voto segreto su tutti gli altri emendamenti e secondo me arriviamo al 21 di agosto e siamo ancora qua. Non è una minaccia, perché mi conoscete benissimo, ma credo di essere non meno di voi serio in quest’Aula nell’affermare che quello per cui siamo qui è la parità di genere, consentire al cittadino di esprimere due voti, non altro. Qualsiasi altra cosa può creare dei problemi ai tecnici nel verificare anche il voto.
Noi ci siamo preoccupati in questi giorni di parlare con la struttura, con Venneri e gli altri e ci hanno detto: “Toccate il meno possibile” perché la nostra legge funziona, ha superato dodici sentenze del Consiglio di Stato, principi di costituzionalità. L’hanno detto i tecnici nominati da voi: “Andate solo sulla parità di genere e ci sta” e noi ci siamo convinti di questo. Per cui, diciamo, senza ombra di smentita, che il nostro Gruppo voterà senza alcun tipo di problema il disegno di legge venuto fuori dalla Commissione, non altro. Non altro. Grazie.
Speaker : RUGGERI, assessore al welfare.
Visto che siamo tutti d’accordo sulla doppia preferenza, io che sono stato sempre nella mia vita politica il responsabile per quanto riguarda il mio partito delle liste, cerco soltanto di far comprendere in questi dieci secondi che parlerò cosa può succedere nel momento in cui si fanno le liste. Giustamente si dice “facciamo soltanto il voto di genere, la doppia preferenza”. Benissimo. Io che sono il responsabile della lista metto tutti uomini. Come facciamo a far votare il voto di genere? Se non c’è una regola dove tu metti…
Il cittadino conta. Il cittadino conta, ma soprattutto deve devono contare le regole. Il cittadino conta, ma soprattutto devono contare le regole e le regole devono metterti nelle condizioni di poter espletare una campagna elettorale con la possibilità…
Dico soltanto che bisogna avere buonsenso, non avere condizionamenti perché nel momento in cui noi andiamo a mettere il 50 e 50, il 60 e 40, il 70 e 30 diamo la possibilità veramente di dire che stiamo votando e stiamo dando la possibilità delle due preferenze. Altrimenti, noi possiamo fare tutti i giochi che vogliamo, ma sempre l’egoismo ci porterà a fare le liste per quelle che sono le nostre convenienze.
Speaker : PRESIDENTE.
Io non ho altri iscritti a parlare.
Collega Conca, prego.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente. Io ho ascoltato un po’ tutti gli interventi, poi mi sono allontanato e mi sono perso alcuni. Davvero mi sembra ipocrita tutto questo ragionamento. Qui si parla di legge elettorale ormai da anni. Io mi ricordo che durante questa legislatura più di un consigliere aveva idea di cambiarla su vari punti, ma ovviamente con la legge elettorale non è che la si fa per garantire governabilità o per assicurare rappresentatività. No. Si fa per cercare di fregare l’avversario politico o cercare di spegnere velleità sul nascere o per tante altre ragioni.
Poi arriva il Ministro Boccia, il Governo, si monta un po’ la polemica, ci sono alcune proteste da parte delle donne, ma davvero io ritengo che la Costituzione anche in questo caso sia stata vituperata, perché davanti alla Costituzione siamo uguali, senza sesso, senza gusti, senza religione. In realtà, da una parte assistiamo a chi professa da sempre la parità dei sessi, dall’altra anacronisticamente e paradossalmente va a ricercare una quota di genere.
Il problema delle donne in politica esiste, perché nei numeri le donne sono più degli uomini, ma è un problema di partito. È all’interno dei partiti che non si dà spazio alle donne. Ma non è certamente la legge elettorale che impedisce loro di candidarsi. Non è assolutamente così. Le donne stanno subendo un ulteriore danno, perché le donne verranno sfruttate con la cosiddetta “bicicletta”, quella che si fa nei Comuni. Poi ci sono anche donne che hanno dietro i maschi e sfruttano i maschi a loro volta. Ma di fatto la maggior parte delle donne subirà questa scelta.
Si dice che esiste nei Comuni, esiste in quasi tutte le altre Regioni, esiste al Parlamento europeo, ma questa è l’Italia della schizofrenia, dove ognuno fa come dice. Lo Stato parla di preferenze e lo Stato non ha le preferenze, ma si viene eletti con il listino bloccato. Ha forse una parità di genere, ma non credo che abbia tutti questi vincoli. Quindi, di che cosa stiamo a parlare? Il Presidente Conte e tutti quelli che stanno con lui sistemassero la legge dello Stato, reintroducessero le preferenze e non invadessero un campo previsto dalla Costituzione.
Io non so se veramente possono fare una legge ad hoc per costringere le Regioni a farlo, ma io ritengo che la legge elettorale vada cambiata e vada modificata. Ma ci sono cose più importanti della parità di genere, che, ripeto, è contro le donne ed è a favore degli uomini furbi e delle donne furbe, perché così è successo, e la storia recente ce lo ha insegnato, l’ho visto anche nel mio Comune, le donne sono già avvantaggiate di loro. Sono meno quelle che si impegnano in politica e di fatto la vera competizione è tra gli uomini. Ma se poi dobbiamo parlare di parità di genere e perorare una quota di genere, io davvero rimango basito.
Io voglio capire tutti quelli che si preoccupano di garantire la rappresentatività delle donne perché, in un Paese dove insiste il referendum senza quorum, dove facciamo la legge sulla partecipazione senza ascoltare nessuno, dobbiamo invece ancora mantenere soglie di sbarramento, che non esistono al Parlamento nazionale, al 3 per cento, in Europa al 4, in alcune Regioni al 3 e al 4? Qui dobbiamo evidentemente tutelare l’accozzaglia, le quindici liste, le otto liste, le dieci liste, per cercare naturalmente di fottere i cittadini pugliesi, perché più candidati metti, più voti porti e più è sicuro che vieni eletto.
Ma sapete che, se il presidente Emiliano, confermerà le quattordici liste e i settecento candidati, il 97 per cento si troverà a portare acqua al mulino della mala politica? È così, della malapolitica, quella che io ho contestato in questi anni. Ho preso due querele da parte del Presidente Emiliano, una terza me l’ha minacciata durante la pandemia. Ma mi ha querelato il primario, ti querela la Pessina, ti minaccia quell’altro. Ma va bene, quelle sono per me sintomatiche del fatto che tu non fai finta di occuparti dei problemi.
Ovviamente ognuno ha la sua sensibilità. Io non è che posso essere contro le donne: ne ho quattro a casa, tre figlie e mia moglie. Poi c’è mia madre, quindi sono cinque. Quindi, io le donne le ho in famiglia. Ma non veniteci a mettere davanti le donne, perché qui vi interessano solo i fatti vostri. Io sono certo che, se ci fosse il voto segreto, questa legge sarebbe nuovamente bocciata, come lo è stata nel 2015. Questa è l’ipocrisia. È inutile approvare una legge che deve avere vigenza a partire dalla XII legislatura. È falso. Tutti vorreste non votarla. E poi cosa deve dire la gente? Abbiate un po’ le palle! Ditelo apertamente: io sono contrario a questa legge della doppia preferenza. Anzi, io la toglierei dove esiste. Reintrodurrei le preferenze al Parlamento. Eliminerei la soglia di sbarramento, perché la soglia di sbarramento c’è già. Se non prendi il 3 per cento, il 2,5 per cento, tu non fai maturare neanche un seggio.
Poi per essere in linea con tutto ciò che avviene nel mondo. Non è che prendiamo le altre Regioni o le altre leggi e come gli esegeti decontestualizziamo e ci prendiamo quello che ci piace. Questa è ipocrisia. Abbiate almeno il coraggio di dire pubblicamente il vostro pensiero. Io molti che voteranno a favore so bene che non la vogliono. Come so bene che non ci può essere una legge che tuteli un genere umano. No, non c’è una legge. Per la stessa ragione io sono contro la legge sugli LGBT, perché quando fai una legge li stai discriminando. Allora di che cosa stiamo parlando? Quella legge è sparita, non se n’è parlato più, perché magari forse non era conveniente. Di ipocrisie ne ho viste tante in questi anni, ma davvero il coraggio di affermare le proprie idee l’ho ritrovato in pochissime persone. Il cambiamento di idee, quello sì, è frequente.
Allora vediamo: votate segretamente e approvatela. Io sarò curioso. Io non partecipo a questa pantomima, perché se si parla di leggi elettorali si discute delle cose serie, di dove tu discrimini il genere umano, non le donne, e in quel genere umano stanno i disabili, stanno gli agricoltori, stanno le famiglie, stanno le donne e gli uomini, ci sono gli omosessuali, c’è di tutto.
Se volete fare le cose fatte seriamente, è bene; sennò, fatevelo voi, adeguatevi e conformatevi a un sistema che non funziona, ma questo purtroppo lo subiamo tutti, ma non chiedete sostegno, perché il sostegno si fa se l’approccio è complessivo, se davvero è fatto nell’interesse di tutte le forze politiche e soprattutto nell’interesse dei cittadini.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : ALOISI.
Presidente e colleghi, rischiamo in quest’ultima seduta di Consiglio regionale di sviluppare un dibattito falsato già in partenza, falsato anche perché la rete complessiva fatta dalla politica nazionale, fatta dai mass media ha tentato di rappresentare la discussione odierna come una sorta di solco fra due posizioni inconciliabili, sembrerebbe, fra chi intende favorire la presenza delle donne nel Consiglio regionale, unicamente nel Consiglio regionale, e chi invece è contrario, ostile a questa ipotesi che è in valutazione. È un dibattito falsato e appartiene a una logica inesatta, che non è la razionalità, è la logica di chi dice: questo è un cappello grande, va in una testa piccola. Questa è logica, ma non è razionalità.
Se noi volessimo realmente tentare di migliorare la legge, per il dibattito che si è sviluppato è chiaro che dovremmo ritirare tutti gli emendamenti immediatamente e in due minuti approvare questa modifica, lasciando peraltro ai partiti, che poi verranno giudicati attraverso il voto nei rappresentanti che sono nella lista, la capacità di essere organizzati e recepire le istanze dell’opinione pubblica. Ma pensate che veramente, per esempio, tutte le donne oggi immaginano che il 60-40 sia una precondizione o la condizione per incentivare l’accesso delle donne in Consiglio regionale? Pensate che il dibattito che si sviluppa sia un dibattito esaustivo, nel momento in cui peraltro non c’è stato realmente, se non nelle forme di chi in termini di cittadinanza attiva – ben vengano – hanno sollecitato e hanno animato questi tipi di dibattito?
Nell’ultimo Consiglio regionale immaginate di stravolgere completamente, e non perché c’è la possibilità di ricorsi, che comunque rimangono, ma io credo che non ci sia stata una reale interlocuzione con i diversi rapporti per capire se una legge approvata – questo ditecelo – all’ultimo minuto dell’ultimo Consiglio regionale passa in maniera tranquilla all’esame della possibilità dei ricorsi? Quali pareri sono stati chiesti e perché è stato fatto recentemente, perché all’ultimo minuto utile una discussione del genere?
Guardate, io vedo una seduta senza via d’uscita, in cui noi saremo obbligati a fare ostruzionismo, con tantissimi emendamenti. Io ho detto anche pubblicamente che non avrei chiesto il voto segreto, ma non è escluso che le minoranze, di fronte alla possibilità di essere schiacciate dalla mancanza di un dibattito, possano andare anche in questa direzione, anche se ci è stato detto in maniera chiara che non è un’indicazione da inseguire e perseguire. Ma le minoranze richiamano alla responsabilità le maggioranze, le invitano a riflettere, a discutere.
Proprio perché il mio intervento va in questa direzione, cioè nella possibilità di migliorare con la parità di genere, sull’ipotesi di inserire la possibilità della seconda preferenza vi invito veramente tutti a riflettere, noi stessi, come Gruppo di minoranza, ma soprattutto la maggioranza, senza andare al muro contro muro, senza utilizzare, lo ripeto, tutti gli strumenti che sono nelle mani della minoranza, perché nessuno di noi, fino a questo punto, ha immaginato di chiedere il voto segreto, perché il dibattito che c’è in quest’Aula, anche quello che non appare, lo conosciamo tutti.
Come si diceva prima, si cerca di essere galantuomini fino all’ultimo, ma fino all’ultimo significa non per sembrare gli ultimi, ma per partecipare da protagonisti tutti insieme. Proprio in funzione di questo intervento, di questa possibilità, della ricerca di una via d’uscita, io chiedo che ci sia una sospensione di dieci minuti, di un quarto d’ora, per vedere se esistono le condizioni per incontrarci, per capire, perché qua ci sono tanti emendamenti. Qualcuno lo sappiamo, tanti altri non credo che li conosciamo. Molto probabilmente li conoscete voi della maggioranza. C’è bisogno che siano distribuiti. Noi siamo tutte persone intelligenti, tutti capaci, tutti giuristi e “fancazzisti”, per cui saremo tutti nelle condizioni di dire “questo va bene, si inserisce in maniera organica, questo va benissimo, stiamo facendo una cosa seria alla legge elettorale”.
Vi invito e invito il Presidente del Consiglio, se è possibile, a mettere ai voti la richiesta di sospensione per capire se esiste una via d’uscita, se c’è la possibilità di un incontro fra le diverse posizioni per mettere in piedi una legge elettorale che non è né della maggioranza né della minoranza, perché anche qua c’è stato un ritardo della maggioranza, doveva essere fatta prima, ma queste sono le dinamiche politiche. Spesso si accelera in politica, spesso si frena. Io sono per la fase in cui si ragiona, perché nel ragionamento esiste la possibilità di tirar fuori una legge elettorale che abbia una ratio vera e che non venga elaborata solo perché qualcuno pensa che elaborandola in quella maniera, realizzandola in quella maniera si hanno dei vantaggi. Io dico sempre, e parlo per l’esperienza di quando modificammo la legge elettorale noi, che tutte le variazioni molto probabilmente vanno male a chi immagina di poterle utilizzare. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Laricchia, prego.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente.
Voglio fare una proposta per accogliere in qualche modo la richiesta di ridurre tutti questi emendamenti. Oggi stiamo parlando di donne e devo dire che in tutti questi anni, nonostante ci siamo scontrati con tantissimi di voi, io in particolare, lo ammetto, non ho avuto mai la sensazione di essere offesa in quanto donna, anche dagli avversari con cui mi sono scontrata in maniera più dura nel merito delle questioni a volte siamo anche andati forse sul personale, ma come donna io non mi sono mai sentita offesa.
Probabilmente, il peggio è rimasto fuori. Benissimo. Proprio per questo mi piacerebbe, anche per onorare il fatto che sia l’ultima seduta, rinunciare a una serie di emendamenti e ipotesi di modificare la legge elettorale a cui io tengo pure tanto, ci sono degli emendamenti che fermerebbero la candidatura del professor Lopalco, che mi piacerebbe pure votare, però sono d’accordo sul fatto che dobbiamo oggi forse rendere omaggio alle donne e quindi mi limiterei, se siete d’accordo, a tutti quegli emendamenti che parlano in qualche modo di donne. Ce ne sono alcuni, che non trovano la mia approvazione, dell’assessore Pisicchio, però nel merito parlano in qualche modo di parità di genere. Io lascerei oggi questi tre, quattro, cinque non so quanti sono che affrontano solo il tema delle donne e tutto il resto lo terrei fuori. Ormai è tardi per intervenire su altri aspetti. In questa maniera concluderemmo veramente in bellezza con una seduta esclusivamente dedicata a loro in cui ci confrontiamo schiettamente, ma solo ed esclusivamente sul contenuto parità di genere.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Stea, prego.
Speaker : STEA, assessore alla qualità dell’ambiente.
Grazie, Presidente.
Credo che onestamente in quest’ultimo Consiglio regionale stiamo discutendo una legge che è bugia che ne stiamo discutendo da oggi.
Voglio ringraziare il Presidente e tutto il Comitato di Pari Opportunità che ha lavorato su questa legge da anni. Il ringraziamento mio personale va a tutti loro. Voglio ricordare che a livello comunale si vota la doppia preferenza e viene rispettata la parità di genere. Come liste del Parlamento europeo, e abbiamo votato, si può votare maschi e donne.
Non capisco come mai il tutto non lo si vuole portare a livello regionale e solo della Puglia, perché anche la Liguria si è adeguata qualche mese fa.
Caro Francesco, usare il baratto in questo ultimo Consiglio regionale con 1960 o 1980 emendamenti, quelli che sono, io starei fino a domani e anche dopodomani. Non ci sono problemi. Però, c’è un principio che deve essere valido: doppia preferenza, ma dobbiamo chiarire che è giusto che ci sia il 40 per cento di genere femminile, perché poi, alla fine, chi fa le liste si prende una multa, mette sette uomini nella provincia di Taranto, li posso mettere pure io e finisce là. Non si dà la vera opportunità a una donna di essere eletta.
Credo che è arrivato il momento di dare dignità finalmente alle donne che si vogliono affacciare alla politica nella nostra Regione. Questo credo che sia l’esempio che dobbiamo dare tutti quanti, perché tutti quanti ci devono mettere la faccia con un voto palese, non con un voto segreto, perché il voto palese serve a dimostrare che noi tutti la vogliamo questa legge, perché ci sono minoranze all’interno delle maggioranze e visioni diverse delle opposizioni.
Io credo che oggi si possa esprimere in modo democratico, ognuno con un voto palese, quello che è il proprio pensiero. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
È stata formalizzata la richiesta di una sospensione.
Credo, come abbiamo fatto sempre, che sia utile una breve sospensione perché se perdiamo mezz’ora, ma riuscissimo a recuperare sette o otto ore rispetto ai 1900 emendamenti sarebbe cosa utile. Per cui, è bene tentare, sapendo benissimo quali sono le posizioni in campo. È inutile che pensiamo di girare intorno. Le posizioni sono chiare. Perdiamo mezz’ora se può essere utile a capire che oltre un certo limite non si può andare. Proviamo, con la buona pazienza di tutti, a chiudere al meglio quest’ultimo Consiglio regionale.
Per cui chiedo la presenza dei Capigruppo per provare rapidamente a trovare un’intesa, senza che stiamo a fare lunghi discorsi. Il nodo è chiaro. Lo affrontiamo e decidiamo in maniera serena. Ci vediamo nella saletta.
Colleghi, dopo una lunghissima riflessione, procediamo. Dobbiamo partire dall’articolo 1 del disegno di legge.
Prego, collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente, le chiedo la cortesia di distribuire e fotocopiare gli emendamenti, per favore.
Speaker : PRESIDENTE.
Che cosa? Non abbiamo la macchina per fare 1.900 emendamenti.
Speaker : ZULLO.
Non mi pare di aver bestemmiato, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Così non è più […], è soltanto provocare, Zullo. Che significa andare a stampare 1.900 pagine.
Speaker : ZULLO.
Come provocare, Presidente?
Speaker : PRESIDENTE.
Non c’è nessuno, non c’è la macchina, non ci sono i lavoratori. Non c’è nessuno. Siamo solo noi.
Speaker : ZULLO.
Presidente, le dirò che io non conosco il contenuto degli emendamenti, perché il collega Ventola li ha presentati sua sponte, non mi ha fatto vedere niente, non ho visto niente…
Speaker : PRESIDENTE.
Te li leggo io uno per uno.
Speaker : ZULLO.
Ma io lo faccio con spirito collaborativo…
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Zullo, lascia perdere.
Speaker : ZULLO.
…perché conoscendomi posso dire a Ventola ritiralo.
Speaker : PRESIDENTE.
Quando si esagera si esagera. Ora basta. Te li leggo io uno a uno.
Speaker : ZULLO.
Scansionateli.
Speaker : PRESIDENTE.
Sono già tutti scansionati. Sono in ordine.
Allora cominciamo…
Speaker : ZULLO.
Presidente… Presidente…
Speaker : PRESIDENTE.
Non capisco dove volete arrivare. Francamente non capisco adesso che cosa significa questa storia.
Speaker : ZULLO.
Presidente, seguiamo le regole.
Speaker : PRESIDENTE.
Le regole sono di fare gli emendamenti e andare avanti.
Speaker : ZULLO.
Le regole sono che ci dovete scansionare gli emendamenti.
Speaker : PRESIDENTE.
Ora li leggiamo uno per uno.
Speaker : ZULLO.
No, che leggiamo. Io li voglio capire.
Speaker : PRESIDENTE.
Te li spiego io a mano a mano che andiamo avanti.
Prego, collega Vendola.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, se io prendessi questo emendamento e lo strappassi, sarebbe una mancanza di correttezza nei confronti dei colleghi? I miei emendamenti li deve distribuire a tutti, perché tutti devono avere piena cognizione di che cosa votano. O si ha il rispetto di tutti… Io non ho lavorato per sentirmi dire che c’è qualcuno che sta a casa. Li paghiamo chi sta a casa, li pago io, ma dobbiamo distribuire gli emendamenti. Oppure, si utilizza la tecnologia per scannerizzarli e noi li vediamo al computer. Ma non che io devo poter leggere gli emendamenti degli altri e i miei non devono essere presi in considerazione, assolutamente.
Speaker : PRESIDENTE.
Li leggeremo tutti.
Speaker : VENTOLA.
Se vale per me, vale per tutti. Se tutti hanno avuto gli emendamenti distribuiti, fotocopiati 300.000 volte, è sacrosanto ed è giusto, ma se invece i miei emendamenti devono stare là dietro io pretendo la pari dignità, la pari dignità. Presidente, lei parli al microfono quando deve parlare. Parli al microfono o faccia un altro video Skype con Barbara D’Urso.
Stiamo parlando di cose serie qua. Io voglio le prerogative di tutti i consiglieri. Se tutti i consiglieri che hanno presentato gli emendamenti e sono stati fotocopiati, altrettanto pretendo io. Oppure vengano scannerizzati. Presidente, non sento.
Grazie, Presidente. Detto da lei è un complimento. Io voglio pari dignità. La propria dignità… Siamo stati fermi. Io gli emendamenti li ho presentati alle 13. Ho detto e lo ripeto: se votiamo solo la doppia preferenza, noi votiamo in due secondi, ma se invece dobbiamo affrontare la riforma della legge elettorale è giusto che tutti abbiano i miei emendamenti. Da me il primo, che non ho le copie.
Speaker : PRESIDENTE.
Vediamo un pochino. Si tratta di stare qui tre ore fermi. Ma non è meglio finirla? Ma non è meglio finirla? Siete contenti di esasperare all’ultimo Consiglio in questo modo? Nessuno sta mancando di rispetto a nessuno. Stiamo cercando di capire come reggere una richiesta, perché stare a scannerizzare qui adesso a quest’ora non è facile. Peraltro, non si capisce la ragione per cui dobbiamo stare altre due ore fermi per attendere la scannerizzazione quando possiamo tranquillamente illustrare l’emendamento e andiamo avanti. Era solo un problema di opportunità, non di mancanza di rispetto. Non abbiamo qui un esercito pronto adesso a scannerizzare… Non bisogna stare a esasperare.
Io non capisco a cosa serva questa esasperazione. Calma. Sarebbe utile, però non posso mandare i carabinieri per ognuno. Provando, con la santa pazienza… Davvero non capisco questa esasperazione. Non fa bene. Adesso vedo degli iscritti.
Volete parlare? Collega Bozzetti, prego.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Il primo pacchetto è in riproduzione.
Speaker : BOZZETTI.
Visto che quello a cui stiamo assistendo è un teatrino poco edificante per tutti ed in particolare per il merito della legge, dell’importanza della legge.
Speaker : PRESIDENTE.
State calmi. Ora diventano tutti paladini della rissa, improvvisamente.
Speaker : BOZZETTI.
Per favore, Presidente. Innanzitutto, va bene la giacca, capisco, non me ne voglia… Anche da questa parte c’è stato qualcuno che ha fatto un intervento prima senza la giacca, collega De Leonardis. Non attacchiamoci veramente a tutto pur di attaccarci a qualcosa. Sono d’accordo, però è obbligatoria per tutti. Io pure, nonostante non mi piaccia. È obbligatoria per tutti. A parte questo, volevo comunicare che visto che durante le ore di discussione, questo un paio d’ore insomma di discussione noi come Movimento 5 Stelle abbiamo avuto la possibilità di visionare gli emendamenti e non abbiamo necessità né di vederli online né di vederli cartacei, non so se i colleghi dall’altra parte hanno avuto anche la stessa modalità, però per quanto ci riguarda non c’è bisogno di stamparli.
Il collega Ventola, eventualmente, o il Presidente li illustrerà singolarmente. Stiamo in Aula per questo. Credo che anche per gli altri colleghi non ci sia nulla di strano. È legittimo richiederli per chi li vuole richiedere per chi li ha già visti e sa come deve votare, noi lo sappiamo benissimo, quindi non ce ne è assolutamente bisogno. È uno spreco di carta e spreco di tempo dal nostro punto di vista.
Dal nostro punto di vista, dal Movimento 5 Stelle, possiamo andare avanti così, votando, così come chiedeva il collega Ventola, subito gli emendamenti della doppia preferenza di genere e del 60 e 40.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Zullo, prego.
Speaker : ZULLO.
Presidente, credo che dobbiamo tutti adoperarci per capire che questa sarà una nottata un po’ particolare. È inutile che ci siano queste intemperanze.
Presidente, le è stato chiesto dal collega Ventola… Presidente, ci sono tante volte che non riusciamo a capire le finalità. Se poi si sforza, lei è una persona intelligente, non è che si deve sforzare tanto, lo capirà subito. Quello che voglio dire, Presidente, è che lei deve tenere l’Aula. Se il collega Ventola parla, non ci può essere un altro consigliere, nemmeno il Presidente Emiliano, che possa parlare su Ventola. Ma non lo dico per rimproverare nessuno. Qui non la teniamo l’Aula. Se io parlo sul Presidente Emiliano, il Presidente Emiliano parla su Ventola, l’Aula non la teniamo, diventa una bagarre. Se il collega Turco, e posso anche capire, interviene, non ce la facciamo più.
Stiamo seduti e in maniera calma e tranquilla si fa il lavoro che comunque dobbiamo fare. Che problema c’è? Se noi siamo, Presidente Emiliano, al ritorno al passato, contro le donne, non vogliamo le donne, lo dimostreremo con gli atti. Non lo deve dire lei. Lo diciamo noi e lo diremo noi con i voti, con gli atti, con il nostro pensiero che esporremo. Quindi, stia tranquillo, Presidente Emiliano. Siamo arrivati all’ultimo giorno del Consiglio e ora vedremo chi è a favore, chi non è a favore eccetera, eccetera. Quindi, lasci stare il discorso delle donne. Ci sono tanti pensieri. I colleghi hanno espresso il loro pensiero sull’utilizzazione e la strumentalizzazione delle donne in lista. Ma Ventola, che fa parte del mio Gruppo, ha detto, per mia voce di Capogruppo, che il Gruppo di Fratelli d’Italia è a favore della doppia preferenza. Quindi, rimescolare questa situazione non fa bene ai lavori dell’Assemblea.
Una preghiera, caro Presidente Loizzo. Se viene fatta una richiesta e la richiesta è nell’alveo del Regolamento, lei può anche non capire la finalità, anche non accettarla, ma deve soddisfare la richiesta. Cerchiamo di non parlarci l’uno sull’altro, di non scontrarci. Aspettiamo che finisca il collega, poi uno prende la parola e parla. Sennò, questa Assemblea stanotte non la teniamo.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Congedo.
Speaker : CONGEDO.
Grazie, Presidente.
Io credo che occorra riportare in Aula un minimo di serenità. Ribadisco che il Gruppo di Fratelli d’Italia, e lo ha dimostrato con i fatti in Commissione votando, come ho detto a margine della relazione, è assolutamente favorevole alla doppia preferenza di genere. Lo abbiamo dimostrato votando in Commissione e anche io assumendomi la responsabilità di un atteggiamento fuori dalla prassi che ha sempre visto i Presidenti di Commissione astenersi quando il voto aveva una valenza di carattere politico. In qualità di Presidente di Commissione ho votato favorevolmente alla proposta di legge, pur non condividendo non il merito della legge, ma il metodo, perché, come ho ribadito in quella sede, avrei preferito che su questa tematica, che è una tematica di competenza del Consiglio regionale, ci fosse una proposta di legge, quindi un’iniziativa dei consiglieri comunali e non un atto di Giunta come è invece un disegno di legge.
Ciononostante, per agevolare quel percorso, per portare il provvedimento in Aula con il parere favorevole di una Commissione, che ricordo approva i provvedimenti con maggioranze di tre quarti, quindi maggioranze ampissime, ho votato favorevolmente cambiando l’astensione, che è il voto di prassi, con il voto favorevole, tant’è vero che il provvedimento è arrivato in Aula con il voto favorevole.
Ora trasformare questa Aula in un palco da comizio elettorale, utilizzando degli slogan come quelli che abbiamo sentito “siete il passato”, “ti devi vergognare”, “sei contro le donne”, “vuoi lasciare le donne a casa” non è assolutamente accettabile, Presidente.
Non è assolutamente accettabile che in una Aula consiliare di un’Assemblea peraltro legislativa vengano utilizzati questi termini da comizio che probabilmente lei sarà autorizzato a utilizzare nelle piazze, ma non in quest’Aula, Presidente.
Lei dovrebbe essere d’esempio, avere un atteggiamento equilibrato e dare la possibilità ai consiglieri di svolgere a pieno il loro ruolo e non esercitare il suo posto privilegiato di Presidente della Regione addirittura per insultare i consiglieri regionali.
Glielo dico con molta pacatezza, ma con forte convinzione: è un atteggiamento assolutamente inaccettabile. Torno a ribadire che lo dico da componente di un Gruppo che in Commissione si è espresso in maniera favorevole alla doppia preferenza di genere.
Presidente del Consiglio, riprenda in mano la situazione, riporti un po’ di calma, inviti tutti noi, me per primo alla serenità, e procediamo per come si è sempre proceduto in quest’Aula a svolgere un dibattito sereno.
Peraltro, torno a ribadire che se oggi avessimo portato in Aula esclusivamente il deliberato della VII Commissione, che ha visto un voto pressoché unanime esclusivamente con una astensione e il voto contrario del collega Marmo, noi avremmo approvato quella legge nel giro di cinque minuti.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Perrini.
Speaker : PERRINI.
Presidente, mi puoi guardare un attimo? Poi scrivi.
Io oggi ero venuto qua perché mi ero sentito con Congedo, perché è il Presidente della VII Commissione, sulla legge che hanno fatto in Commissione. Ha detto: dobbiamo approvare quella legge e siamo tutti d’accordo. Ed è quella legge su cui lei si è vantato di dire che noi siamo contro le donne. Raffaele, adesso devo chiamare anche a te in causa su una cosa. E che cosa è successo? È successo tutto questo casino. Ho detto prima a Ignazio Zullo che voi non dovete andare a parlare con Piemontese o con Campo perché la partita non la chiudete. Prendetevi il Presidente. È tornato Zullo e ha detto: è tutto a posto. Invece, non è niente a posto, perché poi ho visto il comportamento agitato del Presidente.
Io sono ancora del parere che la cosa si può ancora recuperare, invece di stare qui fino a domani mattina, perché domani mattina alle sei mi devo alzare perché vado a fare anche un altro lavoro. Allora, se ci mettiamo d’accordo, un accordo si può trovare. Si siede il Presidente con i Capigruppo e una soluzione si può fare. Anche perché quello che ha approvato Erio Congedo in Commissione andava bene a tutti. Non ho capito perché poi si arriva qua e non va più bene. Chi è proprio a favore delle donne, altro che quello che dice il Presidente Emiliano, che sta molto nervoso.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Nel momento in cui si presentano degli emendamenti – è bene che lo sappiano tutti in Puglia – che non sono emendamenti nel merito, perché per scrivere 2.000 emendamenti devi spostare gli avverbi, le parole, le virgole. Non c’è in nessuno di quegli emendamenti un senso logico. Già solo fare così – si chiama ostruzionismo – è una cosa normalmente vergognosa in un’Aula di Consiglio. Dopodiché, la vergogna sta nel creare la finta rappresentazione. L’ipocrisia del vecchio che voi rappresentate sta in questo, nel fingere di essere favorevoli alla doppia preferenza e contemporaneamente, ma grazie a Dio è su tutti i blog di tutta la regione Puglia, presentare 2.000 emendamenti senza senso che mirano a bloccare la norma. Voi dite: “ma noi siamo favorevoli alla doppia preferenza, ma non vogliamo le liste composte 60 e 40 in modo obbligatorio, perché vogliamo una cosa più lassa”. La norma che prevede la doppia preferenza, se voi non candidate le donne in una giusta proporzione, non ha nessun senso. Ecco perché, sinceramente, ho perso la calma. Ho perso la calma, come mi capita quando mi indigno, quando guardo in faccia qualcuno che anziché fare il proprio dovere, cioè dire sì o no alla doppia preferenza di genere, prende in giro la mia gente, in questo caso la parte che ha più difficoltà a entrare in Consiglio regionale, cioè le donne.
Siccome io quelle donne le difendo, ho perso la calma. Ho perso la calma di fronte a chi non solo presenta mille emendamenti, ma chiede che siano (anzi duemila) fotocopiati per 50 persone per fare 100.000 fotocopie solo per farci perdere tempo e fare non solo l’ostruzionismo dell’emendamento, ma anche l’ostruzionismo della fotocopia. Questa cosa è vergognosa, non c’è altro modo per definirla e io ve lo dovevo dire, perché io sono il Presidente in carica di questa Regione, li rappresento quei pugliesi che voi state prendendo in giro, li rappresento e li rappresenterò con tutta la forza di cui dispongo fino a che loro me lo consentiranno. Questo è il punto chiave.
Siccome tutti possono vedere quegli emendamenti che sono lì, e siccome mi pare che la gran parte dei consiglieri di opposizione, dei vostri Gruppi del centrodestra, non hanno bisogno di vedere quegli emendamenti e siccome voi li avete prodotti e immagino che li conosciate, possiamo darli per conosciuti e consentire di votarli al Presidente solo leggendoli?
Se voi rispondete “sì” vuol dire che questo momentaneo tentativo di fermare il Consiglio non solo con l’ostruzionismo ordinario, che è consentito, ma con l’ostruzionismo delle fotocopie e della scannerizzazione, almeno avete rinunciato a quest’altra parte di ostruzionismo, che mi pare il minimo per essere corretti anche con i colleghi che, per colpa vostra, dovranno stare qui per ore perché semplicemente vi abbiamo detto che dovete rispettare il principio della legge nazionale che noi abbiamo l’obbligo di rispettare. È un obbligo “non sanzionato”, ma non per questo è meno rilevante, perché tutte le Regioni italiane hanno un rapporto 60-40, perché voi dovete togliere tre o quattro donne dalle liste? Che soddisfazione vi togliete con questo meccanismo? Cosa pensate di dimostrare? Voi non dimostrate nulla. Non dimostrate nulla.
Proviamo a votare all’unanimità questa legge, come prescritto dalle leggi nazionali, 60-40 e usciamo da questa vergogna che dura da troppo tempo e che riguarda la Regione Puglia, perché di questo io mi assumo la responsabilità, del fatto che in questi cinque anni io non sia riuscito, nonostante tutti i miei tentativi, a indurre il Consiglio a votare una legge elettorale che consenta la parità di genere. Se noi stasera riusciremo a superare questa vergogna, noi non avremo agevolato la sinistra o la destra, noi avremo fatto il nostro dovere, con l’aiuto dell’opposizione. E in questo non c’è niente di male e non c’è niente di cui vergognarsi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Franzoso. Ha parlato già due volte, Zullo. Non si può parlare quattro volte sullo stesso tema. Poi vediamo. Ma ho dato la parola a Franzoso, che non abbiamo ascoltato.
Speaker : FRANZOSO.
Intervengo, Presidente, non tanto per dire quello che penso io, perché è noto, sulla doppia preferenza di genere, ma perché quello che mi ha indignato stasera profondamente sono stati i vostri discorsi, e qua dentro penso siate quarantacinque. Che quarantacinque uomini che si stanno occupando e preoccupando delle donne fuori da donna mi indigna. Mi indigna sentire discorsi pieni di stereotipi di genere “io voto a favore delle quote di genere perché altrimenti sarei contro le donne”. Io non sono un genere, io sono una persona. La cosa incredibile è che lei, stasera, si alzi in piedi, Presidente, e tuoni dicendo “io le rappresento”. Lei non le rappresenta le donne. Le donne si rappresentano da sole. Quello che sta accadendo questa sera qua dentro è il segnale dell’arretratezza culturale di questo Consiglio regionale, ma ancora di più dell’arretratezza culturale in cui è piombato l’intero Paese negli ultimi anni, perché noi stiamo ritornando indietro. Io conosco un sacco di donne che, come la sottoscritta e come le altre che siedono in quest’Aula, sono donne fiere, che non hanno avuto bisogno di nessuna riserva indiana e di nessuna scorciatoia, che nelle professioni, nel mondo del lavoro e nel mondo della cultura si sono fatte strada da sole, senza che gli uomini le abbiano lasciato un posto o senza che qualcuno di voi – Presidente, nelle sue liste sta accadendo questo – le abbia detto “vieni, bambina, ti sistemo io in un posto in lista, e poi sai cosa faccio? Magari mi occupo e preoccupo anche del materiale elettorale e sul materiale elettorale ci scriviamo il nome della donna e il nome dell’uomo, perché entri nella lista, ma entri abbinato con me. Questa è la mortificazione che stanno subendo le donne oggi, quelle donne che non erano fuori a questo Consiglio regionale, che non si sono prestate, che non hanno prestato il fianco alla provocazione, alla terribile scena che sta andando in atto qui questa sera.
Questo Consiglio regionale, questa Assemblea legislativa ha già dimostrato con illustri precedenti che le donne, se vogliono, sanno arrivare come più e meglio degli uomini lì dove vogliono arrivare. Quindi, state parlando di qualcosa che è passato e voi ci state arrivando adesso e vi state vestendo di paladini delle donne. Allora, siete i paladini delle donne? Assessore Pisicchio, lei ha presentato un sacco di emendamenti che con le donne non c’entrano niente. Li ritiri tutti. Li ritiri tutti. Non c’entra niente il consigliere che poi diventa assessore e libera il posto per un altro consigliere. Quello produce spesa. Con la legge elettorale, con la doppia preferenza di genere non c’entra niente. Non stiamo in questo momento facendo ostruzionismo noi, siete voi che avete utilizzato la legge sulla doppia preferenza di genere sciacquandovi la bocca con il voto a favore delle donne per aprile la legge elettorale e infarcirla di tutto quello che in questo momento fa comodo a voi da un punto di vista elettorale. Ritirate quegli emendamenti.
Da questa parte, chi è contrario rimarrà contrario. La sottoscritta, da donna, trovandola una mortificazione… Io non ho bisogno di voi, noi non abbiamo bisogno di voi. Voglio che la scelta sia per quello che valgo, non per il genere che rappresento. Il genere non è un merito. Ci sono uomini che valgono e uomini che non valgono, donne che valgono e donne che non valgono.
Io voglio competere alla pari con voi: o scelgono uno di voi o scelgono una di noi, non entrambi.
Per evitare che si strumentalizzi in questo momento l’operato dell’opposizione, ritirate i vostri emendamenti. L’opposizione poi si determinerà di conseguenza.
Speaker : ZULLO.
Voglio esperire un tentativo per non esasperare, non per esasperare, Presidente.
Che strumenti ha l’opposizione per far valere qualche piccola prerogativa? Che strumenti ha? Zinni, visto che mi interrompi, rispondi tu. Allora, vieni al posto mio e fallo tu l’intervento. Zinni, se vieni al posto mio, ti lascio la parola e fai l’intervento per me, per conto mio. Allora, se vuoi sentire il mio mi lasci parlare.
Che strumenti ha l’opposizione? Volete Zinni per Capogruppo? No? Allora, Zinni, mi faccia parlare. Poi prende la parola e mi risponde. Bisogna avere pazienza, l’ho detto all’inizio. Bisogna aver pazienza.
Allora, dicevo, che strumenti ha l’opposizione se non quello dell’ostruzionismo, Presidente Emiliano? Quindi, non si infervori. Noi non abbiamo timore di dirlo. Sì, stiamo ponendo in atto una prerogativa che ci è concessa dai regolamenti, dalle norme, dall’agibilità politica che hanno le opposizioni. Perché stiamo ponendo questo? Perché evidentemente naturalmente e umanamente non possiamo avere lo stesso pensiero, non possiamo essere tutti fatti alla stessa maniera e pensare tutti nello stesso modo. Abbiamo dei pensieri differenti. Abbiamo tentato di trovare una sintesi tra i pensieri differenti, però questa sintesi è stata difficile, ed è stata difficile perché non ci siamo ritrovati. Allora, se non ci siamo ritrovati, purtroppo dobbiamo lavorare. E quando lei dice “state trattenendo, non trattenendo”, ci stiamo trattenendo pure noi. È il nostro lavoro. È la nostra carica che ci pone… Tante volte nei Consigli regionali sono stato tutta la notte.
Quindi, stiamo calmi, andiamo avanti, nessuno pensi di parlare al posto mio, perché parlo io per me. Andiamo avanti.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : VENTOLA.
Presidente Emiliano, nel suo intervento, anziché porre rimedio, ha ulteriormente affondato il colpo e questo mi dispiace, soprattutto per le diverse figure istituzionali che ha ricoperto.
Voglio solo segnalare che la legge pugliese prevede già il 40 e 60, quindi non è un suo merito. Lo prevede già. Se il suo partito e le sue liste insieme alle altre nelle ultime competizioni elettorali non hanno rispettato quella percentuale dire oggi che lei è il difensore delle donne non è cosa raccontano i blog della vita irreale, è la vita reale. Si vada a vedere le sue liste insieme a quelle anche dell’opposizione e verifichi se lei ha rispettato quel 40 per cento. Vada a verificare tra tutti i capi dipartimento di sua nomina quante donne ha nominato. Non dovevano partecipare nemmeno ad un concorso, le nominava lei, persone di sua fiducia. Ne ha nominata una su sei. Vada a verificare. Doveva rispettare due assessori esterni, aveva una donna insieme all’assessore Capone, che fine ha fatto la Curcuruto? Persone da lei nominate, donne validissime che ha sacrificato all’altare della politica vecchia che è sua, perché lo dimostrano i fatti. Le faccio nome e cognome. Ci dica chi sono i direttori generali delle ASL che lei ha nominato, che sono donne.
L’unico obbligo che lei mette è in questo Consiglio, non in Commissione, non con un dibattito aperto, non con un confronto con le opposizioni, non con un confronto con i consiglieri, ma viene in Aula e utilizza la legge sulla parità di genere del doppio voto, lei la sta utilizzando, presentando questa obbligatorietà. Se ne accorge solo adesso. Lo dimostri nei fatti. Nomini subito un assessore donna, cambi i direttori generali e nomini le donne.
Visto che sta rinnovando l’AQP, nomini tutte donne all’AQP. Nomini le donne come direttori generali, come capi di dipartimento, perché lo deve fare solo lei. Non ha bisogno di essere il difensore della Puglia delle donne. Lei è il Presidente della Regione ed è sua facoltà. Nomini come direttore generale dell’ARPAL una donna, non che abbiamo ancora oggi una nomina abusiva e lei non dice nulla su questo. Lei ancora oggi ha un commissario straordinario abusivo, che lei stesso ha prorogato per tre o quattro volte. Non c’è una donna in Puglia brava da poter ricoprire il ruolo di commissario dell’ARPAL?
Lei viene a fare lezioni a noi che in Aula sta strumentalizzando. I nostri emendamenti sono stati gli ultimi ad essere presentati, gli ultimi, perché se non fosse stato presentato nessun emendamento i 1.946 emendamenti non ci stavano. Siete voi che li avete presentati, dimostrando all’intero popolo pugliese e a una Commissione che quasi all’unanimità aveva votato una legge di volerla cambiare, concordandola con chi? Con chi? Forse l’ha deciso lei. Ma lei è il Presidente della Regione, non rappresenta cinquanta consiglieri. Rappresenterà quattro milioni di pugliesi, ma qui vota lei come unica persona. E non ha avuto nemmeno il coraggio di presentarlo lei l’emendamento. Perché quando ha fatto il disegno di legge in Giunta non l’ha presentato lei 60-40 obbligatori? Perché? Quella è una cosa che doveva fare lei. Quindi, lei si erge a paladino sulle cose che devono fare gli altri, ma su quello che deve fare lei desiste. Questo deve andare sui blog, questa è la vita reale. Poi sul blog va che noi abbiamo presentato 2.000 emendamenti e siamo ancora in discussione. Ma la vita reale è che lei, quando deve firmare, delle donne se ne infischia. Questa è la realtà. Poi lei racconterà la sua, ma noi porteremo nomi e cognomi, con le determine, con i nomi dei direttori generali, dei capi dipartimento, degli assessori in Giunta, dei commissari. Mi dice un’agenzia che è presieduta da una donna? Chi le fa le nomine delle agenzie? Chi le fa? Sarà una su sette, otto, nove. ASSET, ARIF, ARPA, Puglia Promozione, ATI, ARES. Mi dica lei. Se il rapporto è 60-40, quanti ne avrebbe dovute nominare. Lo so, lei sicuramente nel suo intervento potrà… Presidente, sicuramente lei, se riterrà di intervenire, mi farà nomi e cognomi e percentuali di quelle cose che le ho detto, e io sommessamente mi inginocchierò a lei e le chiederò scusa. Ma se così non è, allora vorrà dire che lei sta prendendo in giro. Il rispetto si ha con le nomine, con i fatti, non con le parole. Con i fatti. Con i fatti. Con i fatti.
Lei ha fatto un disegno di legge, lo ha approvato in Giunta e prevedeva il 60-40 obbligatorio? Mi risponda: lo prevedeva? No. È un fatto. È un fatto. Chi l’ha previsto 60-40 in Aula? I colleghi consiglieri dei Cinque Stelle e qualche altro consigliere. Non lei. Non è paladino di nessuno. Forse è in grado di difendere sé stesso. Se lo avesse approvato in Giunta, probabilmente in Commissione sarebbe passato. Avremmo avuto tutti più tempo per renderci conto. Invece no, ha fatto trascorrere… Lascia perdere gli emendamenti. Io ho tutto il tempo che voglio perché vengo pagato dai cittadini pugliesi e ho tutto il tempo a disposizione. Ho poco tempo per andare in televisione a scapito dei cittadini né tanto meno di fare il consulente nella task force e fare campagna elettorale.
Io vengo pagato per quello che devo fare, non per altro. Nelle task force quanta gente ha nominato? Lei ha detto che è il paladino e difensore delle donne e parla a nome delle donne. Lei ha detto… Possiamo ascoltare la registrazione. Lei ha detto che è il difensore delle donne.
Per fortuna è tutto registrato e sicuramente quello sì che andrà sul blog, perché a fianco alla sua affermazione che è difensore delle donne metteremo “quante donne sono state nominate nella task force del Covid?”.
La Giunta ha approvato la legge elettorale con 60 e 40? No. Quindi, come vede, con me deve decidere come vuole giocare, ma a carte scoperte, sul tavolo che vuole, ma a carte scoperte, anzi sul campo che vuole da pallacanestro o da calcio, così possiamo pareggiare, come vuole, ma deve essere corretto. Quando dice una cosa deve assumersi la responsabilità. Io qui vedo in Giunta una sola donna e la legge prevedeva che lei doveva rispettare la parità di genere. Ce le ha due donne in Giunta? Non le ha: 1 a 0.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Ventola, non personalizziamo.
Speaker : VENTOLA.
Mi dica pasticcione, mi dica che mi devo vergognare, mi dica che sono imbroglione. Del suo parere non mi interessa. Del suo parere non mi interessa, perché io la rispetto come ruolo istituzionale, ma non la rispetto per quello che lei pensa e per quello che lei dice.
Mi dispiace, ma non mi convincerà mai. Non mi ha convinto per cinque anni, si figuri se mi deve convincere ora. Prendo atto di quello che sta accadendo e mi dispiace fare questo intervento all’ultimo Consiglio, perché sa l’atteggiamento che personalmente ho avuto in questo Consiglio. È lei che mi ha offeso. Nessuno l’ha tirata in ballo. Lei mi ha offeso. Lei ha detto che io sto strumentalizzando. Io sto strumentalizzando? Quando in due secondi potevamo votare la legge. In due secondi. Offende me, che sono stato l’ultimo a presentare gli emendamenti. Mi dice che vado sui blog perché vuole bloccare la legge. Lei le massacra le persone. Ma che sta dicendo? Votiamola subito, votiamo il primo articolo e andiamo via?
Votiamo il primo articolo, che è parità di genere e andiamo via.
È d’accordo a farlo? Lei è la prova vivente che non c’è il 60 e 40. Ha fatto le liste quattro anni fa e non le ha presentate 60 e 40.
Se lei ha un problema che per essere rispettoso di una norma deve avere per forza una sanzione capisco… Benissimo. Ma lei non può pensare che altri siano…
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Ventola… Collega Ventola…
Speaker : VENTOLA.
Lasci fare ai partiti…
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Ventola, c’è un limite all’intervento. Sono già dieci minuti, basta. Basta!
Speaker : VENTOLA.
Sto finendo.
Lasci fare ai partiti e alle liste civiche il loro ruolo di trovare le persone che si vogliono candidare, non che si devono candidare. Quindi, votiamo il primo articolo e finiamola qua.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Fermatevi qua e poi andiamo avanti. Abbiamo finito. Calma. Possiamo procedere? Possiamo procedere.
Gli emendamenti sono stati distribuiti. Ormai i primi cinquanta li hanno. Dobbiamo cominciare da questo.
Il primo emendamento è stato presentato all’articolo 6 della legge n. 2 del 2005, a firma di Damascelli, che avete. Damascelli dov’è? Damascelli non c’è? Questo è l’emendamento all’articolo 6 della legge originaria. Poi c’è l’emendamento all’articolo 7 della legge originaria, che è quello della doppia preferenza. Poi arriveranno i subemendamenti all’articolo 8 e via via.
Damascelli e Conca. Lo ha sottoscritto il collega Conca. Dopo ce n’è uno identico, collega De Leonardis.
Avete inquadrato l’emendamento? Penso di sì. L’abbiamo distribuito: “Al comma 1 dell’articolo 6 della legge regionale numero 2 dopo le parole ‘Comuni della Regione’ sono aggiunti all’articolo a cui è riferita l’ineleggibilità le seguenti parole ‘i soggetti nominati a qualunque titolo nelle task force della Regione Puglia che siano alle dirette dipendenze della stessa o che abbiano stipulato contratti di consulenza o collaborazione’”.
C’è un articolo che mira ad estendere le ineleggibilità.
Prima me lo fa leggere e poi lo vuole illustrare? Mi faccia capire.
La parola al collega Conca.
Speaker : CONCA.
L’ho firmato. So che il collega Damascelli voleva intervenire. Condividevo perché lo avevo denunciato a più riprese. Qui, ovviamente, non c’è il nome, ma si sta parlando di Lopalco. Anche se non è specificato, se parliamo della task force del Covid, stiamo parlando di una persona che è stata chiamata a dirigere una task force dal Presidente Emiliano; è stata chiamata ovviamente in maniera fiduciaria. Io non l’avevo mai sentito nominare prima. Spero per lui che fosse conosciuto dagli addetti ai lavori. Certo è che dopo i mesi dell’emergenza è arrivato al grande pubblico, ha frequentato tutti i salotti televisivi nazionali e internazionali ed è stato pagato con uno stipendio lordo di 120.000 euro mi pare all’anno, ovviamente per la quota parte dei mesi che ha lavorato.
Ritengo che questa chiamata, pubblicizzo urbi et orbi, e poi messo in lista per portare voti questo per me si chiama assolutamente mercimonio. Questo emendamento va… Come non si può candidare un amministratore unico di Sanitaservice, come non si può candidare un direttore generale amministratore di ARPAL piuttosto che di AGER, piuttosto che di InnovaPuglia, piuttosto che Aeroporti di Puglia, piuttosto che Acquedotto Pugliese. Queste persone vengono chiamate in maniera fiduciaria. Già hanno possibilità, e lo fanno, di fare clientelismo, e questo lo sappiamo tutti, ecco queste famose utilità che qualcuno contesta da più parti sono anche queste. Io non ritengo giusto che uno sconosciuto venga messo su un posto pubblico, pagato con soldi pubblici, senza un concorso pubblico, poi venga messo in lista per portare il voto al suo datore di lavoro. Ecco, io questo lo trovo ingiusto, quindi ritengo che l’emendamento del collega Damascelli, al quale cedo la parola perché nel frattempo è tornato, sia doveroso e sia votabile.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Ho presentato questo emendamento affinché si possano sanare delle situazioni alquanto strane che si sono verificate in questa Regione. L’emendamento prevede che anche coloro che sono stati nominati a qualunque titolo nelle task force della Regione Puglia che siano alle dirette dipendenze della stessa o che abbiano stipulato contratti di consulenza e collaborazione siano dichiarati ineleggibili in questa competizione elettorale, come è previsto per i sindaci, salvo dare la possibilità all’interessato di poter rimuovere la causa di ineleggibilità, come per i sindaci, entro il termine di presentazione delle liste. Entro il giorno in cui si presentano le liste, questi soggetti possono rimuovere la condizione di ineleggibilità e, quindi, candidarsi.
Penso che sia di buonsenso. È previsto per i dipendenti regionali che vanno in aspettativa, è previsto per tutti coloro che fanno parte di aziende, società, enti, istituti o consorzi che hanno capitale regionale o che siano sorvegliati dalla Regione Puglia. Quindi, penso che questo emendamento sia un emendamento di buonsenso.
Una breve riflessione politica che mi ha indotto a presentare questo emendamento la voglio fare. È veramente deplorevole che uomini della scienza di Stato, assoldati da un Ente pubblico come la Regione Puglia per dare un contributo importante in una pandemia che ha segnato la vita di ognuno di noi possa all’improvviso decidere di candidarsi nella competizione elettorale nei fatti trasformando una task force regionale in un comitato elettorale, quindi utilizzando il ruolo che occupa nella task force della Regione Puglia per acquisire visibilità e fare campagna elettorale. Questo è molto, ma molto grave perché fa perdere di credibilità a queste persone, perché fa perdere di credibilità alle Istituzioni, perché fa perdere di credibilità a tutti quanti noi nei confronti dei cittadini.
Non si doveva verificare una cosa del genere, non me la sarei mai aspettata, ve lo dico sinceramente, perché non pensavo si arrivasse a tanto pur di vincere una competizione elettorale.
Quando si parla di salute, quando si parla di eventi così tragici per la popolazione mondiale, il momento elettorale va assolutamente messo da parte. Sono aspetti che noi dobbiamo sentire tutti insieme non come una questione di una parte politica, perché tutti abbiamo il dovere di impegnarci per la salute della nostra comunità. Invece, che cosa succede? Che un evento così tragico, una tragedia, una pandemia viene utilizzato per raggiungere obiettivi elettorali. Credetemi, questo fa veramente male ed è irrispettoso non soltanto nei confronti dei cittadini, ma di tutti quegli operatori della sanità, quei professionisti della sanità che hanno messo a rischio ogni giorno la propria vita e la salute dei propri cari per strappare tante vite umane al virus killer e poi si vedono nominare a capo di liste elettorali come capolista quella persona che in Puglia era venuto per guidare gli operatori della sanità.
Scusatemi, ve lo dico al di là di ogni polemica, ma non perché sono della opposizione, perché è pazzesca una cosa del genere.
Abbiamo tutti un’etica, abbiamo tutti una coscienza, per la miseria, evitiamo di assumere questi atteggiamenti e di consentire addirittura che queste persone possano diventare capolista. È un simbolo, diventa un simbolo di una coalizione e un simbolo di una campagna elettorale. Ma vi rendete conto? Capolista in tutte le circoscrizioni di una lista civica del Presidente in carica. Niente di più brutto, niente di più deplorevole, niente di tutto questo. Allora quantomeno cerchiamo, colleghi, di sanare questa situazione.
Purtroppo potrà candidarsi comunque perché, quando si dichiara una ineleggibilità, si deve dare la possibilità di poterla rimuovere quella ineleggibilità. Quindi, oggi se la votiamo dobbiamo dare la possibilità di poter sanare a queste persone la causa di ineleggibilità, di conseguenza si potrà comunque candidare. Io spero di no. Spero che il buon senso porti a evitare che persone così scientificamente autorevoli diventino soltanto dei portatori di voti o, comunque, dei sostenitori di una coalizione, lo ripeto, per rispetto ai cittadini, per rispetto a tutte quelle persone che hanno perso la vita a causa del Coronavirus e per rispetto a tutti quei professionisti della sanità che ci hanno messo tanto, tanto impegno e che sono stati i nostri veri angeli custodi.
Io mi appello al Consiglio affinché voti questo emendamento per far sì che, così come tante altre figure oggi hanno una causa di ineleggibilità, anche queste figure possano rimuovere la loro ineleggibilità o, comunque, si dimettano prima delle elezioni, per un fatto di correttezza e di giustizia verso tutti.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente.
Io non discuto la scelta di una persona di candidarsi. Anzi, è encomiabile. C’è bisogno di molta partecipazione alle competizioni elettorali. Io discuto di un aspetto ben diverso, e cioè quando una persona viene chiamata al servizio di una collettività intera e diventa di parte, nel senso che eravamo di fronte a una persona che è venuta qui al servizio della Puglia, non al servizio di una maggioranza, era un servizio dovuto alla Puglia, e poi lo vediamo… Presidente, non riesco a concentrarmi. Un po’ di silenzio. Poi lo vediamo andare in giro con i colleghi della maggioranza e si va nelle varie aggregazioni, associazioni di artigiani a dire quali sono le regole Covid con il simbolo di un partito. Questo non va bene. Non va bene. È come se noi avessimo un dirigente della Regione che, ovviamente, è al servizio della Puglia e si pone al servizio dei consiglieri della maggioranza per le campagne elettorali. Non è possibile una cosa del genere.
C’è un altro aspetto che io ho sottolineato. Lo dico molto chiaramente, perché ci sono delle affermazioni che sono pericolose. Un altro aspetto ho sottolineato: quando parla Lopalco mi dovete spiegare parla da scienziato o parla da politico? Perché la differenza è sostanziale. La differenza, se non si riesce a capire il limite, diventa pericolosa perché io posso essere contro l’immigrazione clandestina o a favore dell’immigrazione, per cui Lopalco si dichiara a favore dell’immigrazione, e questo può non essere condivisibile, ma accettabile, rispettabile, però non si può dire che il virus viaggia sull’aereo, ma non sui barconi, come se il virus facesse il biglietto aereo o il biglietto del barcone. Il virus, se viaggia, viaggia perché è all’interno di un essere umano. Se questo essere umano prende l’aereo o prende il barcone, comunque viaggia. Quando si afferma che il virus non può viaggiare sul barcone si dice una cosa – non voglio dire il termine – che scientificamente è errata, perché se avesse ragione Lopalco non saremmo qui tutti a verificare tutti preoccupati, a fare i tamponi agli immigrati eccetera, eccetera.
Se avessero ragione Lopalco, non saremmo qui a leggere sui giornali quanti positivi tra gli immigrati arrivano di qua o di là. Questo non significa essere contro gli immigrati. Io sono per il rispetto della dignità della persona, qualunque sia la propria estrazione, razza, credo. Io sono per rispettare la dignità della persona, ma quando si fa un’affermazione così sbagliata, che il virus arriva con l’aereo, ma non può arrivare con il barcone, è un’affermazione che veramente è pericolosa. L’opinione pubblica, quando sente questa affermazione, che cosa pensa? Se l’ha detto un politico, tutto sommato ci può stare. Ne diciamo tante di sciocchezze. Ma se lo dice uno scienziato, diventa pericoloso per la collettività pugliese, perché stiamo vedendo cosa sta succedendo con gli immigrati che poi fuggono e non si sa dove vanno. Io ho l’esperienza diretta di un minore non accompagnato immigrato che arriva in una struttura dedicata e al quale all’arrivo fanno il tampone. Ebbene, nel periodo intercorrente tra l’esecuzione del tampone e l’esito del tampone, il ragazzo scappa, fugge. Quando arriva l’esito, il tampone è positivo. E lì succede la baraonda in una struttura. È questo il guaio, ed è un guaio forte.
Vi dico di più: tra poco entreremo nella par condicio e quando parlerà Lopalco come parlerà all’interno della par condicio, come scienziato o come politico? Cioè, potrà parlare più di me, più di Giovanni, più di Sebastiano, oppure allo stesso modo? Anche questa è una considerazione. Per voi tutto va bene, perché per voi ormai tutto va bene. Avete la forza dei numeri e la esercitate. Comandate voi. Giustamente ha detto il collega Ventola avete tutto il potere di dire che noi siamo contro le donne e voi siete a favore delle donne, però giustamente non dimostrate mai coerenza tra quello che dite e quello che fate, tra quello che professate e quello che mettete in pratica.
C’è un problema forte che va al di là dell’emendamento…
Speaker : PRESIDENTE.
L’abbiamo capito, Zullo. Ce l’hanno spiegato già due prima di te. sono sei minuti.
Speaker : ZULLO.
Presidente, siccome lei è garante del Regolamento e il Regolamento mi dà la possibilità di dieci minuti…
Speaker : PRESIDENTE.
Ha superato già di un minuto il Regolamento. Cinque minuti è previsto.
Speaker : ZULLO.
No, dieci minuti il primo intervento. Il secondo è cinque minuti.
Speaker : PRESIDENTE.
Questo almeno è il quarto.
Speaker : ZULLO.
Sto parlando a Ventola. Ventola, mi vuoi sentire tu? Scusate, Ventola mi vuole sentire.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Zullo…
Speaker : ZULLO.
Ventola mi vuole sentire.
Dicevo, è un problema serio, problema che voi dovete tenere in seria considerazione, perché qui si fa del male alla collettività, perché si dicono delle cose sotto la veste di scienziati che, invece, hanno natura politica e di scienziato non c’è niente. Ed è un problema grosso, forte. Cioè, dire che il virus prende l’aereo e non il barcone è una sciocchezza. Se fosse vero, tutta questa attenzione sull’immigrazione riguardo al Covid e all’importazione di casi Covid dall’immigrazione non ci sarebbe. Non sarebbero in allerta le prefetture, non sarebbero in allerta i dipartimenti di prevenzione che oggi sono dedicati solo agli immigrati, tralasciando la collettività italiana, giustamente.
Vi volete mettere in testa che non va bene questo discorso? Si deve candidare? Io sono contento. Si candidi, ma deve lasciare o perlomeno non deve più parlare. Non è possibile. Deve lasciare. Non può stare nella doppia veste di scienziato e candidato, anche perché la gente deve percepire, quando parla, parla per la gente o parla perché deve prendere qualche voto? La gente deve percepire, quando assume dei provvedimenti a favore di una categoria produttiva piuttosto che di un’altra, lo fa nell’interesse della categoria produttiva, lo fa nell’interesse della gente o lo fa per prendere voti?
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Zullo. Abbiamo capito.
Speaker : ZULLO.
Aspetti, Presidente. Altri due minuti così lo capisce meglio.
Speaker : PRESIDENTE.
Mi stava quasi convincendo. Se va avanti, adesso devo cambiare opinione.
Speaker : ZULLO.
Presidente, altri due minuti. C’è tempo, Giovanni. Non ti preoccupare. Prendo un po’ d’acqua. Aspettate un attimo.
Non mi fate perdere il filo, per favore. Dicevo, questo emendamento, al di là del voto che sortirà, va soppesato, va soppesato nella sua essenza anche perché, lo dico anche per voi, tanti di voi, con tanta esperienza politica, ritrovarsi un capolista così non è una cosa bella. È dequalificante. Un po’ di preoccupazione la porto anche per voi.
Soppesate queste situazioni, sono situazioni deleterie, fanno male alla politica, fanno male all’immagine della Regione fanno male a chi crede ancora che ci possa essere una separazione tra la scienza e la politica.
Speaker : PRESIDENTE.
Santorsola.
Speaker : SANTORSOLA.
Grazie, Presidente.
Presidente, vorrei fare una richiesta amichevole al collega Ventola. Io credo che, fino a quando distruggiamo il nostro tempo, ci stia bene. È il gioco delle parti: c’è chi fa ostruzionismo e chi deve mantenere il posto. Ma distruggere 2.000 fogli per cinquanta, che siamo noi, cioè 10.000, 100.000 fogli di carta io credo che sia davvero qualcosa di impensabile. Per cui, chiedo al collega Ventola di accettare che gli emendamenti siano letti e spiegati piuttosto che stampati. Mi sembra un atto di civiltà. Continuare in questo senso sarebbe davvero sbagliato.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare? Prego.
Speaker : VENTOLA.
Consigliere Santorsola, sinceramente mi sarei aspettato che l’esordio del suo intervento fosse nel merito e sapere cosa ne pensasse della possibilità che una persona… Infatti. Parliamo di Lopalco. L’emendamento è sulla task force…
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Ventola, non personalizziamo gli interventi. Faccia il suo intervento.
Speaker : VENTOLA.
Nel merito nel senso che non sfugge a nessuno che a tutti – ci mancherebbe altro – è data possibilità di concorrere a una competizione elettorale. Ci mancherebbe altro. Anzi, è auspicabile che tutti coloro che hanno un ruolo “pubblico” o comunque che si sono impegnati possano chiedere anche il consenso sul loro operato. Ma qui stiamo parlando di una situazione veramente paradossale, perché non parliamo di uno che ha vinto un concorso, lavora in ospedale o all’università, è un primario, quindi si pone in aspettativa e partecipa, qui stiamo parlando esclusivamente di nomine all’interno di una task force, il che significa che intuitu personae…
Significa, chi viene nominato in una task force, che viene utilizzato l’istituto legittimo dell’intuitu personae, quindi senza avviso pubblico, senza concorso, senza selezione.
Perché nasce una task force specie grazie susseguente al decreto di riconoscimento di protezione civile di pericolo? Perché mette in condizione chi poi è responsabile sul territorio della Protezione civile di fare quello che vuole. Se poi, addirittura, intervengono i decreti nazionali, legislativi, i decreti-legge poi convertiti, che depenalizzano chi ha avuto a che fare nelle task force, evitano i controlli della contabilità che vengono sottratti dal controllo della Corte dei conti, mi vien da dire per legge è abilitato a fare tutto, perché gli abbiamo dato tutte le coperture. Se uno ha sbagliato un qualcosa, se un medico sbaglia una diagnosi, deve pagare; se un bancario sbaglia a dare il resto, deve pagare; se uno della task force ha sbagliato qualcosa, non paga; se qualcuno ha per esempio commissionato 32 milioni di euro di acquisti di DPI e dopo due mesi revoca quelle determine in autotutela, non ha pagato. Ma è accaduto anche questo. Nessuno controlla.
Queste persone sono nominate intuitu personae. Abbia avuto il caso di chi è stato nominato nella task force che acquista i DPI da una ditta individuale che fa pannelli fotovoltaici ad Oristano, 9 milioni di euro. Poi, qualcuno ha segnalato. Che sta succedendo? Dopo due mesi arriva la revoca in autotutela. Poi, magari esce un altro che compra da Dream Distribution. Che fa Dream Distribution? Vende i cellulari. Però, probabilmente, all’ultimo momento ha potuto vendere anche i DPI e poi li compriamo dalla Cina e quindi se scrive un tale Marinacci e interagisce con la struttura e dice “Guardate, ho i ventilatori a 17.000 euro, ma dovete comprarli subito” interloquisce via mail con Emiliano, con la task force, con tutti questi soggetti, per due giorni silenzio e poi li compriamo a 38.000 euro. Accade di tutto. Nessuno controllerà mai, perché è intervenuta la norma che ha detto che chi ha avuto a che fare e ha a che fare con la Protezione civile è depenalizzato fino a prova contraria o comunque è sottratto dal controllo della contabilità della Corte dei conti.
Queste persone che sono state nominate dalla task force, secondo voi, possono essere candidate? Uno di questi può candidarsi? Non credo. Questo dice questo articolo. Visto che avete voluto parlare di legge elettorale, ci state mettendo tutti dentro, evitiamo di fare pure questi scempi. Dopodiché, se uno si vuole candidare, lascia il certo e va verso l’incerto, lascia il pane sicuro e va per strada a chiedere il consenso. E quelle sono le persone che noi rispettiamo, non quelle dalla poltrona facile.
Speaker : PRESIDENTE.
Dobbiamo votare. È stato chiesto il voto segreto sull’emendamento Damascelli. Va bene. Abbiamo accordato prima la sospensione, aspettiamo il parere del Presidente. In attesa che arrivi il Presidente, sospendiamo per dieci minuti. Calma, calma. Stiamo votando con il voto segreto.
Presenti 47, votanti 47, favorevoli 28, contrari 19.
È approvato.
Ovviamente, l’emendamento successivo, a firma De Leonardis, decade. È identico. Lo ritira?
Prego.
Speaker : DE LEONARDIS.
Grazie, Presidente. Questo emendamento riguarda sia la parte dei consulenti, ma riguarda anche tutti quegli amministratori che sono adesso in carica. Vi sono tanti consiglieri dei Consorzi di bonifica, Presidente Loizzo, vi sono gli amministratori delle ASP, delle fondazioni, i consiglieri di amministrazione dell’AQP, i consiglieri di amministrazione di tutte le altre società partecipate, controllate e collegate alla Regione Puglia.
Mi risulta, Presidente Loizzo, che qualcuno di questi, che ha anche ruoli di partito, per esempio segretari regionali di partito, qualche consigliere dei Consorzi di bonifica oppure qualche componente o commissario di ASP o di fondazioni nominate dal Presidente della Giunta o dalla Giunta regionale, siano in procinto di candidarsi alle elezioni regionali.
Qui torniamo un attimo all’etica della politica, perché sarebbe opportuno, Presidente, che questi che sono beneficiati da un ruolo istituzionale e, quindi, hanno delle prebende e hanno delle possibilità di incidere nella società, così come nelle varie amministrazioni delle Sanità Service, quasi tutti uomini per la verità, nessuna donna è stata nominata, siano in procinto, anzi molti hanno anche fatto i sei per tre e sono in campagna elettorale per questo momento elettorale che da qui a poco ci accingeremo a portare. Naturalmente che succede? Queste persone hanno un ruolo istituzionale, dirigono delle ASP, dirigono i Consorzi di bonifica, fanno assunzioni, fanno consulenze, nominano avvocati, nominano commercialisti, danno la possibilità di risolvere delle questioni a tutti, utilizzano – se mi consente – il ruolo nel quale sono stati nominati e potrebbero utilizzarlo anche in campagna elettorale, facendo di fatto un poco corretto utilizzo del proprio ruolo.
Con questo emendamento non chiedo che costoro non debbano legittimamente poter svolgere il ruolo che loro spetta candidandosi alle elezioni regionali, quello che chiedo è che, nel momento della presentazione della candidatura, ma anche prima, si dimettano dal ruolo per poter fare una competizione elettorale pulita, ragionevole, senza sfruttare il ruolo che fanno e avere la possibilità, assieme a noi, assieme ai colleghi di maggioranza, assieme a qualche altro assessore, di partecipare legittimamente alle competizioni elettorali senza avere vantaggi su nessun altro.
Mi sembra che questo sia, Presidente, un emendamento che vada nella giusta direzione di dare la possibilità di una competizione elettorale pulita, di dare la possibilità a tutti noi di avere un pari accesso agli elettori, senza avere chi un vantaggio in un modo e chi un vantaggio in un altro. Mi aspetto su questo, Presidente, un unanime consenso da parte di tutti i colleghi, perché qua veramente si tratta di un emendamento di correttezza, perché se ci sta chi vuole competere nella competizione elettorale non lo deve fare da commissario della ASP, da commissario della Fondazione, da commissario dell’ARPA, da consigliere del Consorzio di bonifica di Capitanata o da consigliere del Consorzio di bonifica del Gargano, ma lo deve fare da cittadino, come tutti quanti noi: poter competere senza avere un ruolo che peraltro gli è stato dato anche con il consenso della Regione Puglia. Questo è, Presidente, in buona sostanza il senso di questo emendamento, dare la possibilità a tutti di poter partecipare legittimamente alla competizione elettorale, senza aver nessun vantaggio di sorta.
Io ritengo che questo sia un emendamento di buonsenso, un emendamento che tutti quanti noi dobbiamo sostenere, perché è giusto che la campagna elettorale sia libera, sia aperta, non ci siano vantaggi per nessuno e piano piano ognuno di noi, facendosi conoscere per quello che ha fatto, per noi che siamo qua in Consiglio regionale, per quello che ha fatto nella società civile per le altre persone, possano chiedere un consenso legittimo, senza ergersi a paladini delle donne, senza ergersi a paladini di cose di cui non ci si può ergere, ma dicendo quello che è stato fatto, se abbiamo fatto bene nella sanità, se dopo cinque anni siamo ancora in piano operativo o se siamo usciti dal piano di rientro, se il PSR è stato uno strumento che abbiamo utilizzato al meglio o ci accingiamo a restituire centinaia di milioni buttando nel dramma tanti agricoltori pugliesi che si troveranno in grande difficoltà perché hanno fatto degli investimenti, hanno chiesto alle banche i mutui e oggi questi agricoltori che si aspettavano un contributo che veniva dal PSR non potranno avere questo contributo perché le nostre graduatorie sono state bocciate dal TAR, bocciate dal Consiglio di Stato e gli agricoltori sono sul lastrico. Dovremmo dire se tutto quello che è successo in questi anni se siamo stati in grado di fronteggiare un grave problema come quello della Xylella, quali sono le azioni che abbiamo fatto, se siamo riusciti a far sì che questo dramma si fermasse, restasse nel Salento, restasse nel tarantino, restasse nella provincia di Lecce oppure se è arrivato quasi alla provincia di Bari, a Monopoli. Dobbiamo spiegarlo questo agli olivicoltori. Certamente questo lo possiamo spiegare noi, ma chi oggi ha un ruolo istituzionale in qualche Amministrazione ed ha un ruolo che gli è stato dato dalla Giunta regionale e si accinge a fare una campagna elettorale da questo ruolo, noi non lo riteniamo corretto. Riteniamo, invece, che si debba dimettere e assieme a me, assieme a Luigi e assieme ai colleghi di maggioranza partecipare alla campagna elettorale in maniera pulita, perché la campagna elettorale si deve fare sui temi e non sull’utilizzo dei ruoli in cui ci si trova, ma si deve fare sulle idee, si deve fare sulla partecipazione, si deve fare veramente su quello che noi riteniamo sia giusto.
Questo emendamento, Presidente, a cosa serve? Serve che chi ha questi incarichi di consulenza o incarichi di amministratore in una società controllata o collegata alla Regione Puglia deve in qualche modo farsi un esame di coscienza prima con sé stesso e poi con gli elettori, rinunciare all’incarico, rinunciare alle prebende, rinunciare al compenso che gli deriva da questa situazione e poi candidarsi.
Non è possibile che io ti nomino nel consiglio di amministrazione, però tu poi ti devi candidare nella lista, ti nomino nella ASP, ti nomino nella task force, però siccome devo fare 12-13 liste ti devi candidare, perché se no io non so come devo fare. Certo, lì ci sono poche donne nominate, quindi bisogna trovarle fuori da questi incarichi che sono stati dati in tutti questi anni, bisogna trovare altri modi per trovare le donne. Però, tanti uomini ci stanno e una parte predominante per la composizione delle liste ci può essere.
Quindi, colleghi, chiedo a tutti quanti voi, a tutti quanti noi che ci accingiamo a fare questa campagna elettorale un voto favorevole a questo emendamento, un voto segreto, come diceva il collega Zullo, perché anche su questo noi dobbiamo dare un indirizzo ben preciso di etica, perché c’è bisogno di tornare al passato, è vero. Quando la politica era etica, c’erano dei valori che durante questa legislatura sono stati abbandonati e dobbiamo tornare a quei valori. Su questo concordo con lei.
Speaker : PRESIDENTE.
Stiamo parlando dell’emendamento 1-bis, a firma De Leonardis.
Prego, collega Campo.
Speaker : CAMPO.
Io insisto con la mia richiesta di sospensione.
Speaker : PRESIDENTE.
Dobbiamo sospendere per quale obiettivo?
Speaker : CAMPO.
Perché voglio concordare con la maggioranza come procedere. Non siamo in fase di voto, Presidente. Non siamo in fase di voto. Io mi ero prenotato per parlare. Sì, dieci minuti di sospensione.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al Presidente Campo.
Speaker : CAMPO.
Ho provato a esperire più di un tentativo per raggiungere un’intesa ed evitare questo massacro. Duemila emendamenti pendono all’attenzione del Consiglio. Rischiamo di stare qui una settimana, anche alla luce dell’ostruzionismo al quale abbiamo assistito fino ad ora dai banchi dell’opposizione.
Dal nostro punto di vista c’era una possibilità assolutamente lineare: non aggiungere altro alla nostra legge elettorale, ma stare, come anche il consigliere Zullo diceva, nei limiti di quello che richiede la legge nazionale, alla quale noi abbiamo l’obbligo di adeguarci; obbligo che abbiamo riconosciuto anche colpevolmente, al quale non abbiamo corrisposto.
Dunque, piuttosto che stare qui a discutere del nulla, anzi di 2.000 emendamenti farlocchi, ed essere incrociati ad ogni piè sospinto in una giornata che rischia di protrarsi chissà quanto a sfinimento, dal momento che c’è l’iniziativa in atto del Governo che ci aveva imposto entro il 28 di provvedere all’adeguamento, l’opposizione non ha voluto che si giungesse ad adeguare in Consiglio regionale la nostra legge alle previsioni normative nazionali. Lo farà il Governo, non per colpa nostra. Ce ne rammarichiamo. Abbiamo esperito ogni tentativo di mediazione, ma visto che questa è la volontà delle opposizioni, preferiamo non dar corso a questa farsa e prendere atto, domani, dei provvedimenti che il Governo adotterà per adeguare la nostra legge regionale, come è necessario, doveroso, richiesto dalle norme a quella nazionale. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non possono parlare in questo modo.
Si può parlare in queste condizioni? Sedetevi.
Viene prima Zullo.
Ha parlato troppe volte.
La parola a Marmo.
Speaker : MARMO.
Qualcuno ha parlato troppe volte, oggi, Presidente. Siamo in una situazione gravissima, dove il Consiglio regionale abdica al proprio ruolo di Assemblea legislativa per dire apertamente: lo faccia lo Stato centrale, il Governo centrale. Questo è gravissimo nell’ultimo giorno di Consiglio regionale, soprattutto quando vi è stata offerta una proposta, e l’abbiamo costruita qui, pur essendo io contrario.
Quindi, non dite chiacchiere. State dicendo bugie alla Puglia. È una vergogna inaudita. Non è possibile che il Consiglio regionale non abbia uno scatto di orgoglio e non faccia quello che deve fare. Abbiamo visto in questa legislatura un Consiglio trattato da tappetino. E ancora nell’ultima seduta. È veramente una vergogna.
L’emendamento che è stato presentato può essere efficace alla soluzione del problema, perché fa passare la doppia preferenza, di cui tanto si riempiono la bocca coloro i quali, poi, abbandonano l’Aula, a cominciare dal Presidente, e tiene da parte quella che è la cosiddetta “sanzione” e mantiene il rapporto 60/40 che stava per essere anche quello mercificato a 70/30. Allora, è un modo indegno di chiudere la legislatura. Ognuno la può pensare come vuole, vivaddio, ma non è possibile concludere in questo modo.
Un’Assemblea che decide di far decidere a chi? A Boccia? Ma state scherzando? State veramente scherzando! È una vergogna inaudita. Quindi smettetela, ritornate ai vostri posti e fate quello per cui siete stati eletti, fate i legislatori, fate voi le leggi, non ce le fa il Governo centrale. Mai e poi mai! Pensasse a risolvere altri problemi il Governo centrale.
Quindi, Presidente, io la invito a dare lettura dell’emendamento e a proseguire nella seduta, perché noi non abbandoniamo l’Aula. Poi vediamo chi vuole bene alle donne.
Speaker : ZULLO.
Presidente e colleghi, è vero, abbiamo esperito tanti tentativi di mediazione e di possibili accordi. Abbiamo praticato diverse strade, però credo che l’ultima proposta, molto condivisa da larga parte della maggioranza, mettesse in evidenza qualcosa che io voglio ripetere e che deve restare agli atti. L’ultima proposta firmata e consegnata che lei, Presidente, deve mettere ai voti – e poi vediamo se c’è il numero, se viene approvata oppure no – dice questo: doppia preferenza subito; rapporto 40/60 subito; oggi, subito, vale in caso di mancato rispetto la sanzione pecuniaria della legge per la parte 40/60; dalla prossima legislatura l’inasprimento attraverso l’inammissibilità delle liste. Perché? Abbiamo spiegato la ratio. Perché si è arrivati a dieci giorni dal momento della preparazione delle liste. Semplicemente per questo. Quindi, diventa difficile per i partiti o chi fa le liste reperire le persone disponibili a candidarsi, di un sesso o dell’altro. Del resto, quando parliamo di 40-60 dimentichiamo che 60 possono essere anche donne. Noi pensiamo sempre che il 60 siano gli uomini. No, il 60 o il 40 è di un sesso o dell’altro.
Io dico: ma perché abbandonare l’Aula? Non si è d’accordo? Si boccia. Perché abbandonare l’Aula di fronte a 2.000 emendamenti. Si lavora se si vuole veramente la doppia preferenza. Cioè, se uno tiene alla doppia preferenza, sta qui fino alla morte. Noi siamo qui per la doppia preferenza fino alla morte. Invece, si scappa.
Guardate, non si scappa perché non si ha fiducia della minoranza, si scappa perché non si ha fiducia della tenuta della maggioranza, perché quell’emendamento Lopalco ha evidentemente determinato, caro Francesco, il pensiero che si vada sotto anche per altre questioni. Oltretutto, il problema Lopalco è un fatto politico, Francesco. Indipendentemente, politicamente questa maggioranza ha determinato un discorso, che non è possibile una cosa del genere.
Per cui, Presidente, mettiamo ai voti l’emendamento, perché qui c’è tanta gente che vuole lavorare, quindi lavoriamo e vediamo. Se viene meno il numero legale, allora aspetteremo un’ora, ci riconvocheremo. E se il numero legale non ci sarà, vuol dire che andremo a casa. Però, andremo a casa, come diceva il collega Marmo, in una maniera codarda, perché questo Consiglio aveva la necessità di mostrare coraggio, il coraggio delle proprie scelte e delle proprie decisioni, il coraggio delle proprie autodeterminazioni. Invece, c’è una codardia che mettiamo in evidenza e che, a mio avviso, serve proprio a mascherare la vostra volontà di non avere la doppia preferenza. Chi non voleva la doppia preferenza era il Presidente Emiliano, non eravamo noi. Se il Presidente avesse voluto la doppia preferenza, un Presidente di Regione autorevole sarebbe stato capace di convincere maggioranza e minoranza. Invece, ha dimostrato di non voler utilizzare autorevolezza, casomai ne avesse, non ha utilizzato la propria carica istituzionale per unire il Consiglio, approvare una doppia preferenza e dare la doppia preferenza alla gente di Puglia.
La doppia preferenza la negate voi alla gente di Puglia, perché noi, ripeto, eravamo per approvare da ora e lo siamo quell’emendamento lì ai voti, da ora la doppia preferenza, da ora il 40 e 60 e rimandare solo alla prossima legislatura l’inasprimento della inammissibilità. Questa è la nostra idea e sarebbe stata una scelta di passo molto in avanti per una legge elettorale che finora prevedeva la sola preferenza e che, invece, si spingeva molto in avanti sul terreno della doppia preferenza. Per cui, Presidente, metta ai voti e vediamo.
Speaker : LARICCHIA.
Molto rapidamente per dire che quello che è accaduto proprio non lo meritano i pugliesi, non lo meritano le donne pugliesi. Noi abbiamo cercato di trovare un accordo ai fini della legge mettendo sempre al centro i contenuti. Non è stato proprio possibile, perché, evidentemente, la maggioranza non poteva contare sui suoi stessi uomini. Va bene, si era trovato un accordo addirittura con il centrodestra. Non ci convinceva. Però, adesso è evidente che questa fuga è per Lopalco. Ancora una volta la Puglia è ostaggio di accordi di amicizie e di alleanze che hanno tenuto in ostaggio questo Consiglio diverse volte. È successo per Massimo Cassano, è successo mi ricordo per il Corecom, per giorni e giorni si riuniva e non si quagliava mai nulla. Adesso sta succedendo di nuovo su questa vicenda. Non è possibile, non possiamo permetterlo e quindi rimaniamo, votiamo, continuiamo a votare gli emendamenti così nell’ordine come sono presentati ed eventualmente con i subemendamenti, ma andiamo avanti perché non possiamo permetterci di chiudere questa legislatura con questo spettacolo indecoroso finale.
Speaker : PRESIDENTE.
Dobbiamo riprendere da dove ci eravamo fermati, e cioè dall’emendamento De Leonardis.
Dobbiamo procedere.
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
Voto segreto, sì.
Presidente, parlo naturalmente a titolo personale, da consigliere regionale.
È evidente che oggi il Consiglio regionale tutto della Puglia ha perso un’occasione. Noi siamo l’unico Consiglio regionale che non ha ancora adeguato la propria legge regionale alla legge nazionale, che prevede non solo ed esclusivamente l’introduzione della doppia preferenza di genere, e noi siamo favorevoli alla doppia preferenza di genere, ma prevede anche l’obbligo di inserire nella lista il 60 per cento di candidati di un genere e il 40 per cento di un altro genere, in maniera tale da consentire ai cittadini di poter scegliere nelle liste il 60 per cento di candidati, donne o uomini, e il 40 per cento di candidati, uomini o donne.
È evidente che presentare 2.000 emendamenti, prima, andare ‒ come si sta facendo ancora adesso ‒ chiedendo sempre il voto segreto e, alla fine, presentare un emendamento, che è una soluzione monca... L’emendamento presentato dal centrodestra, questo emendamento, prevede la doppia preferenza da subito, però nelle liste si possono tranquillamente presentare ‒ parlo della Provincia di Foggia ‒ otto candidati tutti uomini, e non vi è alcuna sanzione rilevante. La sanzione è rimandata al 2025.
Quindi, qualora venisse approvata questa disposizione presentata dal centrodestra, potremmo trovarci nella condizione di avere, sì, la doppia preferenza, ma non ci adeguiamo alla legge nazionale perché nella mia Provincia, piuttosto che in un’altra, le liste possono essere tutte di uomini piuttosto che tutte di donne, e non vi è alcuna sanzione. La legge prevede la doppia preferenza e l’inammissibilità delle liste che non rispettano la percentuale del 60 e del 40.
Ora, l’occasione per questo Consiglio regionale, come è avvenuto per la Liguria qualche settimana fa, sarebbe stata quella – come abbiamo detto ripetute volte – di approvare all’unanimità una legge che prevede due aspetti: doppia preferenza e 60 e 40 nelle liste, a pena di inammissibilità. È evidente che se non vi è questo la prima parte viene meno. Ed è evidente che, qualora noi approvassimo una roba del genere, sarebbe comunque una disposizione monca, che dovrebbe vedere un intervento da parte del Governo nazionale.
Allora, se il Consiglio regionale non è nelle condizioni di adeguare la propria legge regionale al dettato nazionale, possiamo farlo qui ed ora in un minuto, doppia preferenza di genere, 60 e 40, unico emendamento firmato da tutti, senza voto segreto; si ritirano i 2000 emendamenti della minoranza e gli emendamenti altri che sono stati presentati, e noi in 90 secondi approviamo la legge regionale con la doppia preferenza e il 60 e 40 a pena di inammissibilità, è evidente. Adeguiamo la legge regionale alla legge nazionale. Noi chiediamo questo. Noi chiediamo che il Consiglio regionale pugliese adotti una legge seria. Se non siamo nelle condizioni, è l’ultimo giorno, la responsabilità… io non voglio attribuirla a una parte o all’altra. Se questo Consiglio regionale all’una e mezza di notte non è nelle condizioni di approvare un emendamento che prevede entrambe le cose e che adegua la nostra legge regionale a quella nazionale, è evidente che la soluzione dovrà essere quella di fare in modo che il Governo nazionale intervenga adeguando la legge regionale pugliese. Allora, non c’è da discutere su 2.000 emendamenti o su altri emendamenti presentati anche dalla maggioranza, qui c’è la necessità di dire immediatamente: vogliamo adeguare la legge regionale alla legge nazionale, doppia preferenza e 60-40? Se sì, facciamolo adesso tutti assieme, centrodestra, centrosinistra, Movimento 5 Stelle. Non c’è da discutere molto. Novanta secondi bastano per approvare questa legge. Non è difficile. Senza voto segreto, mettendoci la faccia.
Rinviare, come state chiedendo, al 2025 l’inammissibilità… Se il Partito Democratico in provincia di Foggia presenta otto candidati maschi, oggi è una responsabilità politica. Bene, la gente valuta. Allora, se tu la pensi come me, facciamo la legge e mettiamo che il 60 per cento deve essere di un genere e il 40 di un altro genere, adeguiamoci alla legge nazionale, non diamo spazio a nessuno di intervenire, c’è la maturità della massima Assise regionale, del legislatore regionale, e si chiude, come è avvenuto in Liguria. Novanta secondi. Se così non dovesse essere, è evidente che ci rimettiamo al Governo nazionale, su questo non vi è dubbio, perché stiamo ragionando da questa mattina. Questo è il tema.
Speaker : PRESIDENTE.
Qui non possiamo procedere con il dibattito generale. Qui stiamo di fronte a un emendamento che dobbiamo votare. Dopodiché, si possono aprire tutte le discussioni. Questo metodo non può andare avanti. Dopodiché, c’è l’emendamento De Leonardis, su cui il collega De Leonardis chiede il voto segreto. Poi le discussioni si fanno dopo. Quando passiamo ad altri emendamenti si discute. Non si può intervenire. Dobbiamo votare.
Dopo dobbiamo votare gli altri. Non arriviamo a questo prima, a meno che non c’è un accordo di cui parlava Piemontese.
Bene.
Non è sostitutivo di niente. Quello che ha presentato adesso incide su un altro articolo della legge, che riguarda le questioni delle modifiche all’articolo 7. Qui siamo ancora all’articolo 6. Per cui, state calmi.
Di che cosa è sostitutivo? Non lo sai manco tu! Io non devo chiamare nulla.
C’è l’emendamento all’articolo 6, a firma di Pisicchio. Non so se lo firma qualche altro. C’è Pisicchio, c’è Turco, c’è Borraccino.
Zullo, vatti a sedere che già hai creato troppo casino.
Collega Di Gioia, prego.
Speaker : DI GIOIA.
Vorrei rassegnare due brevi considerazioni in chiusura di questo Consiglio e poi fare un invito un po’ a tutti quanti.
Innanzitutto, un’analisi di quello che è accaduto e anche di quello che io non ho capito a quale titolo e per quale ragione Piemontese ha voluto accollare alla sua valutazione dell’accaduto. Il tema non è se il Consiglio è stato o meno in grado di trovare un accordo, qui il tema è che la maggioranza politica che deve garantire da cinque anni l’applicazione del programma non è stata in grado di farlo. Cinque anni fa, Emiliano entrando in questo Consiglio aveva detto che il primo atto che poneva in essere era quello della modifica della legge elettorale. Questa cosa è rimasta inevasa, in attesa per tanti mesi, per il solo fatto che non c’è in quel programma e con quegli eletti una maggioranza adeguata per poter ottenere quell’obiettivo.
Oggi, piuttosto che prendere coscienza di questo, Emiliano, giustamente, e la maggioranza e, devo dire, Piemontese inspiegabilmente, invece di fare mea culpa rispetto a questa inadeguatezza, per garantire ciò che avevamo sottoposto al voto, e lo dico avendo fatto parte di quella maggioranza, pensa bene di imputare ad altri delle responsabilità.
L’emendamento che è stato prodotto aveva in sé entrambe le fattispecie richieste dalla legge nazionale, ammesso che quella legge sia cogente ed imperativa, ma questo lo capiremo tra qualche giorno, quando il Governo eventualmente vorrà intervenire, e aveva in sé una clausola che serviva esclusivamente a rendere giustizia ad un lavoro che i partiti stanno svolgendo da mesi, cioè quello di reclutare personale politico da candidare con ragionevole motivazione, con adeguata motivazione in un periodo come quello del Covid, nel quale le elezioni sono state fatte slittare prima, per le quali elezioni è stata chiesta l’anticipazione al 6 luglio dai Presidenti delle Regioni uscenti e dove il punto di mediazione, un po’ egoistico, dei Presidenti è quello del 20 e 21 settembre.
Diciamo la verità: questa maggioranza non ha i numeri per approvare in quest’Aula la doppia preferenza. Anche il supporto del voto della minoranza non ha garantito il Presidente dal mettere in votazione due articoli che vedevano contemporaneamente, in teoria, il voto sia dei Cinque Stelle, che del PD, che delle Liste Civiche. Si è preferito andare via pur di non votare questi atti, neanche con i Cinque Stelle, perché la mancanza di fiducia rispetto a quelli che hanno operato prima il voto segreto era addirittura superiore all’umiliazione, per certi versi, di lasciare nell’ultimo Consiglio quest’Aula.
Questo è quello che è successo. Non c’è nessuna finzione scenica: io voto immediatamente; se tolgo questo articolo, voto; se non lo tolgo non lo voto. Qui c’è una difficoltà oggettiva delle liste che sono state già preparate con le vecchie regole e una difficoltà altrettanto evidente a tutti quanti, quella della maggioranza, di garantire un minimo di tenuta di quest’Aula. Questo Consiglio non è stato lasciato a se stesso come se fosse stato umiliato. Questo Consiglio ha fatto quello che ha voluto in assenza di una guida della Giunta, che non è riuscita mai a dare delle indicazioni di merito e con una maggioranza che mai si è attenuta alle indicazioni della Giunta. Questa è una cosa che deve essere oggetto del giudizio politico degli elettori, ormai. Non c’è possibilità di venire a fare alle due di notte il ragionamento per cui andiamo a ricorrere al Governo perché sono cattivi quelli dell’opposizione che hanno fatto gli emendamenti. Qui la maggioranza non esiste e i consiglieri di maggioranza non sono assolutamente allineati col Presidente. Se il voto segreto è lo strumento per fare emergere questa verità, il problema non è né del Consiglio né dei regolamenti. Il problema è di chi ha imbastito delle liste, anche con grande generosità, ma poi non è riuscito a tenerle in un progetto politico.
Le nostre liste si sono disgregate sui personalismi, sui territori che sono andati in conflitto anche con gli eletti, sul fatto che il Presidente della Regione ha voluto contemporaneamente essere il referente politico delle maggioranze e delle minoranze all’interno dei Consigli comunali. Questo è successo. Non voleva i suoi perché dei suoi non si fidava e i suoi non gli votano gli atti. Questo è un dato talmente evidente agli occhi di tutti che non è che dobbiamo dire “perché la legge non passa”; non passa perché nessuno sa in quale lista deve essere candidato nella maggioranza, perché le liste sono assolutamente personalizzate in base ai desideri di chi si deve candidare. Tutto questo crea un meccanismo deflagrante in questo Consiglio e questa Amministrazione, questa Istituzione non è stata mai messa al riparo da queste fibrillazioni.
Io, come al solito, faccio fatica a capire che dici, però questa volta, essendo tardi, lo attribuisco a questo motivo.
Quindi, qui non c’è da giustificare nulla. C’è una presa d’atto di un fallimento rispetto alla tenuta del Consiglio. Rispetto a questo, la soluzione di ricorrere al Governo nazionale… Io non so se ha realmente i poteri per potere esercitare quello che è stato anticipato; non so se sia bello che un Presidente non scrive la legge con i suoi consiglieri ma la scrive col suo Ministro; non so se è normale che non si capisce quale sarà la data di elezione, a questo punto, perché se lo strumento è quello del decreto, quando si dovrà convertire e come lo si dovrà fare lo dovremo apprendere probabilmente dai giornali. Allora, facciamo una valutazione che sia conclusiva, però mettiamo fine quanto prima a questa drammatica situazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Metto al voto l’emendamento a firma dell’assessore Pisicchio, ma firmato anche dai consiglieri Borraccino e Romano, con cui si chiede di aggiungere le parole “superiore a 5.000 abitanti”. È la non ineleggibilità per i sindaci fino a 5.000 abitanti. Andiamo al voto. C’è Borraccino, il proponente. C’è pure Romano. Va bene. Okay.
Procediamo al voto dell’emendamento all’articolo 6, che riguarda la non ineleggibilità per i sindaci sotto i 5.000 abitanti.
La votazione è aperta.
L’Assemblea non è in numero legale. Aggiorniamoci a tra un’ora. Va bene.
I lavori del Consiglio terminano qui.
Auguri a tutti. Buona fortuna.
La seduta è tolta.