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C.r. Puglia 21.07.2020
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Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutti.
Diamo per approvato il verbale della seduta precedente.
Hanno chiesto congedo il consigliere Abaterusso e l’assessore Leo.
È pervenuta risposta scritta alla seguente interrogazione di Gatta “Blocco dell’attività degli informatori scientifici del farmaco”.
Assegnazioni alle Commissioni.
Alla I Commissione una serie di debiti fuori bilancio; alla III Commissione “Richiesta parere deliberazione della Giunta n. 1079”; alla V Commissione “Disegno di legge, Istituzione del Parco naturale del Mar Piccolo; “Richiesta determina del direttore generale dell’Asset numero 103”; alla II Commissione e V Commissione “Proposta di legge a firma dei consiglieri Damascelli, Marmo, Gatta, Interventi a sostegno degli aeroclub pugliesi”; alla VII Commissione il disegno di legge già approvato; IV e V Commissione “Parere della Giunta n. 1074”; IV e VI “Richiesta parere delibera di Giunta n. 1042”. Sono state presentate le seguenti interrogazioni: Damascelli “Crisi settore vitivinicolo”; Damascelli “Indennizzi alle Aziende agricole colpite dalle gelate di febbraio 2018”; Damascelli “Approvazione nuovo piano accreditamento RSA”; Gatta “Accertamento residui attivi Regione Puglia”; Damascelli “Contributo alloggiativo ‒ nuovo requisito”; Gatta “Regime semiresidenziale Centro ‘Angeli di Padre Pio’”.
Le mozioni sono: Marmo e Laricchia “Impegno della Regione a istituire un prestito di formazione”.
Prima di procedere con l’ordine del giorno, sono state concordate nella Conferenza dei Presidenti tre mozioni.
La prima è a firma Damascelli “Assistenza scolastica e disabilità”.
Chi è d’accordo alzi la mano. Contrari? Astenuti?
È approvata.
La seconda mozione è a firma del collega Marmo e di tutti i Capigruppo: “Istituzione della rete di assistenza e cura dei pazienti affetti da linfedema”.
Chi è d’accordo? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvata all’unanimità.
Ultima mozione: “Attivazione percorsi di esenzione ticket per mutazione genetica”.
Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvata all’unanimità.
Passiamo all’ordine del giorno, al primo punto, dove ci siamo fermati per il venir meno del numero legale: prosieguo esame disegno di legge n. 152.
Ci fermammo sul subemendamento a firma Ventola, De Leonardis, Barone e Di Bari.
Ci sono ulteriori interventi? Ribadisce la richiesta di voto segreto? Va bene.
Il subemendamento è a conoscenza di tutti.
Procediamo con il voto segreto. Ovviamente chi è favorevole vota “sì”, chi è contrario vota “no”, chi si astiene, come diceva il mio predecessore Onofrio Introna.
Procediamo al voto segreto sul subemendamento. Come? No, abbiamo detto di procedere. Non ho trovato obiezioni a proseguire da dove ci eravamo lasciati. Stiamo votando – ripetiamo ancora una volta – con la richiesta di voto segreto sul subemendamento a firma del consigliere Ventola ed altri, su cui l’ultima volta venne meno il numero legale. A norma di Regolamento, siamo obbligati a partire da lì. Nella Conferenza dei Presidenti non sono state avanzate obiezioni, quindi procediamo.
Presenti 31, votanti 29, favorevoli 20, contrari 9, astenuti 2.
È approvato.
Ovviamente, se non ha preso il voto dell’assessore Stea, aggiungiamo il voto dell’assessore Stea.
Siccome ho numerose sollecitazioni a chiudere in tempi rapidi il Consiglio regionale, vi prego di stare seduti un paio d’ore e proviamo a svolgere un lavoro proficuo. Non cominciamo ad andare avanti e indietro, sennò perdiamo tempo e non riusciamo ad andare avanti.
Adesso passiamo con il voto sull’emendamento a prima firma del consigliere Di Gioia, che ovviamente è stato subemendato con l’esclusione del lavoro interinale. Quindi, rimangono in piedi i concorsi strutturali, quelli a tempo indeterminato, mentre viene meno la parte relativa alle assunzioni interinali.
Ci sono interventi? Possiamo procedere? Avendo votato un subemendamento, rimane in vita l’emendamento, che viene privato di quella possibilità di fare assunzioni con carattere interinale. Non è chiaro, ancora?
È chiaro che cosa stiamo votando o no? È la conseguenza logica. Va bene.
Presenti 33, votanti 32, favorevoli 23, contrari 9, astenuti 1.
È approvato.
Nel frattempo, le approfondite riflessioni dei consiglieri hanno portato un’altra serie di emendamenti, che spero abbiate sul tavolo.
Cominciamo dall’emendamento aggiuntivo, a firma Zullo, di pagina 16. Votiamo. È la correzione tecnica di un emendamento già approvato.
Presenti 31, votanti 30, favorevoli 29, contrari 1, astenuti 1.
È approvato.
Questi sono i problemi che si determinano. C’è un emendamento, a firma dell’assessore che qui non c’è. A norma di Regolamento, lo devo togliere di mezzo.
Ragazzi, io non so che fare. È roba da matti.
Passiamo a pagina 20, emendamento a firma del Capogruppo Campo.
Possiamo procedere? Votiamo.
Blocca la votazione, per favore.
Chiedo a Campo di farlo illustrare, così facciamo prima?
Prego, Presidente Campo.
Speaker : CAMPO.
È necessario procedere per legge. Si pensava potesse essere sufficiente un atto regolamentare o una delibera di Giunta. Purtroppo, è necessario procedere per legge. Si tratta sostanzialmente della possibilità di riconoscere a chi ha svolto il corso di formazione di ottenere il relativo riconoscimento.
È chiaro? Sono stati svolti corsi di formazione per operatori della pet therapy. Se non ricomprendiamo quei formatori nella norma, coloro che hanno fatto il corso 2019 rischiano di non potersi vedere rilasciato l’attestato. Si pensava si potesse procedere con delibera di Giunta, gli uffici, invece, hanno suggerito che fosse necessario un atto che avesse valore legislativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Ci sono obiezioni? Procediamo al voto.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 21, astenuti 10.
È approvato.
Emendamento a firma del consigliere Santorsola “Norme a sostegno della relazione genitoriale fra detenuti e figli minori”.
Possiamo procedere? Ci sono obiezioni? Procediamo.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
È approvato.
Emendamento di pagina 22, a firma del consigliere Zullo ed altri.
Il Governo che dice? Parere sull’emendamento di pagina 22? Non c’è norma finanziaria. Il parere del Governo è contrario?
Va bene, parere favorevole del Governo. Paolo, ancora emendamenti?
Presenti 31, votanti 25, favorevoli 18, contrari 7, astenuti 6.
È approvato.
Adesso siamo a pagina 23, a firma di Campo, Romano, Conca, Zullo.
Assessore, ha visto di cosa stiamo parlando?
Parere favorevole.
Presenti 32, votanti 26, favorevoli 25, contrari 1, astenuti 6.
È approvato.
Pagina 24. Assessore, questo lo deve guardare.
Rimane il primo comma. Viene cancellato il secondo comma.
Votiamo. Ferma un poco.
Che problema c’è?
Speaker : AMATI.
Vorrei sapere una cosa dall’assessore. Qui si tratta di incrementare la dotazione di posti nella RSA di proprietà dell’ASL di Bari insistente nel Comune di Poggiorsini. La proprietà della ASL di Bari, quindi una struttura pubblica.
Rispetto alla dotazione del fabbisogno, che cosa accade? La Giunta regionale ha approvato una delibera sul fabbisogno. Quando vedo “pubblica” la ASL di Bari, nessun problema. Ma che cosa accade come riverbero sul fabbisogno? Questa è la domanda che porrei all’assessore.
Non vorrei che, da un lato, approviamo questa norma e poi, da un punto di vista amministrativo, non si possa fare. Quindi, gestiamo anche una forma di illusione. Tenuto conto che, nonostante si tratti di una struttura pubblica, ripeto, io sono a favore, perché si tratta di una struttura pubblica dell’ASL di Bari, una norma che si riferisca a Poggiorsini è una norma che va quantomeno giustificata nell’ambito del fabbisogno per capire qual è il problema sottostante all’inferiore dotazione e qual è la questione che viene posta per giustificare l’ulteriore dotazione.
È vero che non bisogna suggerire, però mi andrebbe bene pure capire che siamo di fronte...
Speaker : PRESIDENTE.
Originariamente quant’era? Lì c’era una dotazione originaria.
Speaker : AMATI.
L’emendamento del collega Zullo è chiaro.
Va bene. Quindi, do la parola all’assessore Zullo.
Grazie.
Sto scherzando.
Speaker : ZULLO.
Colleghi, Presidente, quello che afferma il collega Amati è giustissimo. Se si conosce la storia di questa RSA probabilmente ci togliamo ogni dubbio. La storia nasce da un accordo Comune di Poggiorsini-ASL Bari 3, precedentemente, con il quale per ottenere e utilizzare i finanziamenti dell’edilizia sanitaria, della legge n. 67/1988, il Comune di Poggiorsini cede all’ASL Bari questa struttura, che precedentemente era nata per asilo nido, per fare una RSA di sessanta posti letto. Per cui, l’atto che esiste tra ASL Bari e Comune di Poggiorsini riguarda sessanta posti letto. Fu finanziato un primo stralcio per trenta posti letto. Che succede? Che poi l’ASL Bari 3 sparisce, entra nell’ASL Bari e nessuno sa che quell’atto prevedeva sessanta posti. Succede che fanno l’ultimazione del primo stralcio e lo mettono a gara, ma va deserta ogni gara, perché nessun gestore vuole gestire una RSA che non è stata nemmeno realizzata per trenta, ma mi pare per ventotto posti letto. Nel frattempo, il Comune di Poggiorsini ha fatto causa all’ASL e dice: siccome l’atto originario diceva che, se tu entro “x” anni, che sono scaduti – mi pare venti anni –, non realizzi l’RSA di sessanta posti letto, l’immobile ritorna al Comune di Poggiorsini, con tutti i danni.
Il problema è questo. Nell’ambito della ricognizione dei posti, il direttore generale dell’ASL Bari non ha detto che aveva questo impegno a Poggiorsini, ha detto che aveva un impegno di trenta posti letto. Ebbene, questo serve per porre rimedio a tutto un casino che è successo, perché lì abbiamo una proprietà pubblica che non si può gestire e che è rimasta lì, abbiamo un contenzioso tra il Comune di Poggiorsini e l’ASL Bari. Allora, si tratta di aderire all’accordo originario, rimuovere il contenzioso e poi fare in modo che questa RSA vada avanti a sessanta posti letto, possa essere data in gestione, possa funzionare e possa essere funzionale a tutto quello di cui abbiamo bisogno per dare assistenza agli anziani.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Presidente, grazie.
Seppur lecite e facili da capire le motivazioni che riporta il collega Zullo, per come è scritta la norma qui stiamo andando in deroga al fabbisogno. Stiamo andando in deroga al fabbisogno. Uno. E se non andassimo in deroga al fabbisogno, qual è il territorio che rimette trenta posti letto. Cioè, chi mette trenta posti in meno nella pianificazione e programmazione che ha fatto la ASL di Bari prima e adesso, perché ci sono gli ultimi atti.
Tra l’altro, non mi convince un fatto, perché già ci sarebbe da ridire sulla programmazione dei fondi FESR su cui abbiamo litigato con buona parte dei territori su chi è stato dichiarato prioritario e chi non prioritario, ma è una scelta della Giunta che ha fatto gli atti, su cui poi i dirigenti si sono determinati. Sarebbe più opportuno trovare le risorse perché rimandare a una programmazione già chiusa che va rendicontata, perché siamo al 2014-2020, su cui già abbiamo un elenco prioritario…
Non ho capito. Questo pezzo sta qui. Non è stato.
L’emendamento non riporta…
Va bene. Allora, questa cosa la stralciamo, perché, effettivamente…
Venendo meno quindi il dato della programmazione FESR, se va in deroga al fabbisogno, si devono trovare le risorse da destinare a questa operazione. Lo ripeto, da destinare a questa operazione. Altrimenti, né dalla parte pianificatoria (i 30 posti), né per le risorse che servono ad evitare questo contenzioso, che non so a che punto è, perché il contenzioso è aperto, da quello che ha detto il collega Zullo, tra il Comune e la ASL, per far rispettare l’accordo sottoscritto vent’anni fa. Però, è strano pure che si arriva a vent’anni e il management dell’ASL continua a portare avanti, nonostante il lavoro che c’è stato con gli uffici, non solo di pianificare il numero dei posti e le strutture per dare spazio di manovra all’intero territorio, in questo caso della provincia di Bari, ma nella pianificazione regionale.
Speaker : AMATI.
La parte maggiore di quello che dovevo dire l’ha detta il collega Pentassuglia. Assessore, il problema è questo. Noi siamo favorevoli a ciò che dice Zullo, che ci ha spiegato bene e ci ha convinto, ma il problema è che lei ci deve dire o chi perde questi posti rispetto al fabbisogno oppure ci deve dire qual è la copertura che dà a questa norma. Questo è il problema.
Noi vogliamo andare incontro a quello che chiede il collega Zullo. Siccome all’indomani dell’approvazione di questa norma così com’è, se non risolviamo questo duplice problema, noi non avremo nulla di tutto quello che chiede il collega Zullo, perché negli uffici nessuno farà una determina esecutiva di questa norma. È stata una norma inutile.
Siccome siamo d’accordo con quello che chiede il collega Zullo, a meno che qualcuno non ci suggerisca un’ulteriore idea, bisogna capire o chi perde oppure qual è la fonte di finanziamento di questo incremento di posti letto. Questa è la questione semplice, che tra l’altro il collega Zullo nel suo intervento ha anche posto in evidenza.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Zullo, prego.
Speaker : ZULLO.
Voglio dare un’informazione. La copertura di spesa si troverà nel finanziamento delle aree interne. C’è già un’interlocuzione con l’ingegner Bavaro, che lo ha ammesso. Questa storia, se ci fossero qui i dirigenti, è veramente voluta da tutto il mondo della sanità. È voluta dalla ASL, perché deve risolvere un contenzioso. È voluta dal Comune. Quando avevamo pensato ai fondi FESR non c’era la storia dei finanziamenti delle aree interne. Troverà copertura nel finanziamento delle aree interne.
Tenete anche presente un’altra cosa. Ovviamente, fino a quando si realizzeranno questi 30 posti, probabilmente cambierà qualcosa nella sanità. È una proprietà pubblica. È un contenzioso tra due enti pubblici. Abbiamo sanato tante altre situazioni.
Tenete presente che nel territorio dell’ASL Bari c’è stata una trasformazione, c’è stata l’unione di tante ASL nel 2006. Chiaramente, si sono succeduti tanti direttori generali che, ovviamente, non avevano le informazioni di tutto quello che era avvenuto nelle precedenti ASL. E qui è successo il patatrac. Noi dobbiamo porre rimedio a questo tipo di discorso.
Io voglio risolvere un problema che riguarda il pubblico, riguarda il nostro patrimonio. Se non lo risolviamo, lì abbiamo una cattedrale nel deserto, con 30 posti letto già tutti pronti, che resta lì e che sarà destinata ad essere una cattedrale nel deserto, ad andare in demolizione.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Pentassuglia, ha chiesto di nuovo di parlare?
Speaker : PENTASSUGLIA.
Sì, Presidente. Per confermare che non è ostativo il nostro ragionamento alla soluzione del problema, ma riteniamo che l’impostazione data...
No, Ignazio. Io lo imposterei per risolvere tutte le cattedrali nel deserto. Infatti, sono intervenuto per questo, perché le rassicurazioni che abbiamo avuto io e il collega Galante, che siamo andati in un Consiglio comunale a dire che c’era una priorità per Ginosa, che poi non è diventata priorità per altre scelte, se trova soluzione nella definizione di un FESR ha una ratio, se invece è che risolviamo al momento un contenzioso di oggi, quello di domani e quello di dopodomani è un’altra storia.
Se voi estrapolate il secondo comma, quindi la parte del FESR, perché ci sono i fondi per le aree interne, ma nel frattempo i fondi non sono stati destinati, stiamo facendo una norma che gli uffici non potranno applicare.
Io voterò favorevolmente, ma sto solo segnalando che le volontà a voce degli uffici, individuati anche in persone serie e perbene, non trovano domani applicazione perché abbiamo impostato male una cosa che già il direttore generale dell’ASL, nella sua fase di pianificazione e programmazione con la Giunta, avrebbe dovuto riportare tra le priorità dell’ASL di Bari, che sicuramente è un insieme di tante entità, ha solo 175 strutture da gestire, di quelle che ha adesso, e sicuramente dobbiamo trovare la veste giuridica per risolvere il problema. Hai ragione, dopo vent’anni è strano che qualcuno non se ne sia accorto o non abbia risolto diversamente il contenzioso. Ma di priorità sul territorio ti garantisco ce ne sono altre e le rassicurazioni di un ufficio che troveremo le risorse, siamo al 2020, finisce la legislatura e aspetteremo il nuovo Governo, che sicuramente deve fare solo spesa.
È solo questo. Per il resto, possiamo essere d’accordo.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Conca.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente.
Giusto per fare un po’ di memoria storica. A parte che la questione dei FESR mi pare ridondante essendo stata stralciata. Qui il problema non è mai stato dei soldi perché… L’hanno stralciata, Donato. L’ha detto il Presidente. Ma stiamo parlando di un emendamento che è stato cancellato con un altro subemendamento, che è in mano alla segretaria dell’Aula. Quindi, stiamo parlando di qualcosa che… Donato… L’hanno fatto.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Pentassuglia, stiamo mettendo ai voti solo il primo comma, perché è stato ritirato il secondo comma. È chiaro?
Il collega Zullo ritira il secondo comma. Noi stiamo votando l’emendamento con il solo primo comma.
Possiamo procedere?
Speaker : CONCA.
Volevo chiarire questo passaggio. Per il momento non ritengo di andare oltre.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Romano, prego.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Va bene, è chiaro. Non era chiaro, non era definito il ritiro del secondo comma dell’emendamento, dell’articolo aggiuntivo. Adesso, anche se le perplessità della dotazione finanziaria in deroga rimangono, si definisce quantomeno il contenzioso e si ripristinano i 60 posti letto del contratto in essere. Così va bene.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Acquisiti i dovuti chiarimenti, procediamo.
Fabiano Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente. Io lo voterò, così togliamo ogni equivoco. Ovviamente, io so in questo momento, mettetelo a verbale, che sarà interpretato come un atto in deroga. Collega Conca, il problema non è il “se”, il problema è il “come” perché vedo che lei stava già intervenendo nello spiegarci ciò che già abbondantemente ci ha spiegato, convincendoci, il collega Zullo.
Io lo voterò. Il problema quale sarà? Che quando le cose si trasformano nel come, cioè bisogna scrivere la determina dirigenziale, lì sarà interpretato in deroga al fabbisogno. Nel momento in cui lo interpreteranno in deroga al fabbisogno dovranno avere la copertura.
L’assessore era impegnato, penso per questo motivo.
Lo interpreteranno come in deroga e quindi gli dovranno dare la dotazione finanziaria. Sino a quando questa dotazione finanziaria non la troveranno è difficile che possano fare una determina priva di dotazione finanziaria. Se la dotazione finanziaria sarà quella che il collega Zullo, e non ho motivo di dubitare, ci ha indicato, bisognerà aspettare il momento in cui si materializzerà tale circostanza.
Tuttavia, allo stato, la norma è priva di copertura. Siccome io non voglio essere male interpretato, perché ho capito che corro questo rischio, perché io pongo il problema tecnico e il collega Zullo ribadisce la bontà dell’iniziativa, sulla quale io ci sono. Diversamente da come faccio sempre, anche perché ho fatto per cinque anni il Presidente della Commissione bilancio, voterò una norma che so che sarà al limite eseguibile quando quella copertura finanziaria emergerà. Però, per evitare equivoci, almeno l’ho detto. Questo anche con riferimento alla comunità di Poggiorsini, che attende ‒ giustamente, io penso ‒ questo provvedimento.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, assessore Ruggeri.
Speaker : RUGGERI, assessore al welfare.
Per quanto riguarda i fondi, perché è quello che in questo momento interessa, ho parlato con Albanese e con l’assessore al bilancio Piemontese, i quali hanno rassicurato che i fondi vengono dal Fondo nazionale sanità e, a questo punto, c’è la copertura finanziaria. Questo è quanto mi viene riportato. Ci dicono che i fondi ci sono.
Dopodiché, ci rimettiamo all’Aula.
Speaker : PRESIDENTE.
Vedo lì un “senza tessera” che ha chiesto la parola. Non so chi sia. Era Ruggeri. Bene.
Procediamo al voto, con il parere favorevole del Governo.
Presenti 29, votanti 25, favorevoli 24, contrari 1, astenuti 4.
È approvato.
Adesso andiamo a pagina 25: deroga estemporanea [...] strutture sociosanitarie. Primo firmatario, Romano.
Il parere del Governo è favorevole.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 34, astenuto 1.
È approvato.
Adesso andiamo a pagina 26, emendamento a firma del consigliere Di Gioia.
Governo? Programma di alienazione degli immobili del patrimonio regionale. Prego.
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
È già prevista nella norma la possibilità di alienare alcuni alloggi della legge Gozzini, che sono delle forze dell’ordine. Ci sono già stati degli incontri con il prefetto, c’è già la disponibilità, tant’è che stiamo andando avanti con i vari prefetti di tutte le province per andare avanti con la possibilità di cedere questi alloggi. Comunque, è in linea con quello che si sta già facendo con le ARCA.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Di Gioia. Non ho capito il parere del Governo.
Speaker : DI GIOIA.
Mi pareva che con il Governo si convenisse sul fatto che ricalca un’attività che hanno già iniziato e che oggi formalizziamo in via legislativa. Però, è un’attività già fatta.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo è favorevole? Okay.
Votiamo.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 28, contrari 1.
È approvato.
Vi chiarite a Foggia. Vi vedete a Foggia.
Emendamento di pagina 27, sempre a firma Di Gioia: “Riconoscimento dei gruppi di azione locale quali agenzie di sviluppo locale”. Il Governo?
Il collega Pentassuglia ha chiesto di parlare. Prego.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente. Solo per esternare la mia particolare attenzione alla norma. Ringrazio l’ex assessore alle politiche agricole che ha riconosciuto, alla fine dei cinque anni, la valenza dei GAL. Lo ringrazio e lo voglio dire pubblicamente lasciandolo agli annali della storia della X legislatura, perché dopo le diatribe per il riconoscimento dei GAL e le loro azioni sul territorio vedo una riforma presentata con un emendamento che voterò favorevolmente, perché è una cosa sana e giusta.
Speaker : PRESIDENTE.
Ci sono altri?
Speaker : DI GIOIA.
Presidente, la norma ha solo l’obiettivo di costruire una cornice tutta poi da doversi andare a disegnare sulla tela, diciamo così. È la Giunta che poi capirà quali funzioni si possono delegare, se ci sono le risorse o meno. È una cosa che l’ANCI aveva chiesto fortemente anche durante il nostro mandato, il mio mandato. Ho pensato bene di fare quest’ultimo regalo in materia agricola.
Speaker : PRESIDENTE.
Possiamo procedere? Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Presidente, credo che questo emendamento sia del tutto inopportuno, perché non penso che si possa trasformare la vita dei GAL con un semplice emendamento, come è stato detto poco fa, poi da riempire attraverso le volontà o le risorse che la Giunta regionale troverà.
I GAL nascono come azione specifica dei Piani di sviluppo rurale, dei finanziamenti europei. Credo che su questa questione dovremmo stendere un pietoso velo di cemento armato. È impossibile parlare di questa storia senza irritarsi.
In passato ‒ Presidente, lei ne è stato testimone ‒ abbiamo presentato una norma che consentiva alla Regione Puglia di entrare e di trasformare in una vera e propria Agenzia di sviluppo locale quello che era, ed è, il Patto Territoriale Nord Barese Ofantino, ma nonostante una legge approvata la Giunta non ha proceduto all’ingresso con una quota minima di soli 10.000 euro nell’azionariato, nella partecipazione di quell’agenzia, che era importante, ed è importante, per quel territorio e che poteva essere, coordinata con Puglia Sviluppo, un’Agenzia di sviluppo locale, quale è stata nel tempo. E lo è ancora.
Con un emendamento, trasformare la natura dei GAL, che sono strettamente correlati ai finanziamenti europei, significa che quando smette il finanziamento europeo o se, per pura ipotesi, il terzo pilastro non sarà più disegnato nella riforma della PAC, che si sta decidendo a Bruxelles, quelle Agenzie di sviluppo locale decadono. Per rimanere in piedi, dovranno poi ricorrere ai finanziamenti dei Comuni, i quali Comuni a loro volta non sono in condizioni di mantenerli, non hanno le risorse necessarie, perché tutti i Governi hanno tagliato tutte le risorse ai Comuni. Ora ce ne usciamo noi, alla fine della legislatura, e ci inventiamo che i GAL diventano Agenzie di sviluppo locale. Credo che questo non sia possibile, perché non c’è un ragionamento complessivo, non c’è una strategia, ci vogliono documenti, ci vogliono approfondimenti. Non credo se ne possa uscire così, con un emendamento che trasformi ciò che è intrasformabile per sua natura, perché vive in base ai finanziamenti europei.
Spero che il collega abbia il buonsenso di ritirare l’emendamento, al quale comunque annuncio il mio voto contrario. Prego, consigliere Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
I GAL nascono con buone intenzioni, ma purtroppo spesso hanno preso strade impervie e, in tanti casi, anche sbagliate. Voglio fare questa pubblica denuncia in quest’Aula, perché ci sono stati GAL eccezionali che veramente hanno trasformato i territori, e rivolgiamo i complimenti e le congratulazioni alla governance di quei GAL, ma ci sono stati altri GAL del territorio pugliese che sono stati utilizzati come agenzie elettorali o addirittura come agenzie per tornaconti personali. Spesso in alcuni GAL, nei consigli di amministrazione e alle presidenze sono stati individuati politici, politici trombati, politici che erano in cerca di una sistemazione, di un incarico per poter continuare a svolgere la propria attività.
Dobbiamo selezionare la governance dei GAL e dobbiamo fare molta attenzione, perché sui territori c’è chi si è impegnato a far arrivare risorse che potevano rappresentare uno sviluppo del territorio, ma purtroppo questa azione si è concretizzata in una visione miope della propria dimensione territoriale. Questo si è verificato in tante realtà e in tanti comuni. Così come anche la selezione del personale di questi GAL, che, utilizzando fondi pubblici, avrebbero dovuto adottare procedure trasparenti.
Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, perché so che ci sono GAL dall’attività encomiabile. Però, come spesso è avvenuto, ci sono stati dei GAL che, invece, hanno portato avanti alcune attività nell’interesse non generale collettivo, ma addirittura particolare. Mi dispiace che questo sia avvenuto e spero in un cambiamento generale della mentalità di approccio rispetto ai GAL.
Sono convinto che l’AssoGal potrà dare una svolta a questo sistema, potrà indirizzare quei GAL che non hanno governato nell’interesse della collettività i loro processi verso, invece, una iniziativa che punti allo sviluppo del territorio in modo serio e concreto.
Voglio essere fiducioso da questo punto di vista, ma nel contempo sento il dovere di denunciare quello che è avvenuto nel passato, con l’auspicio che questo non avvenga più.
La gente sa quali sono stati quei GAL che sono stati utilizzati in modo abbastanza particolare rispetto, invece, a quei gruppi di azione locale che hanno svolto una straordinaria attività di valorizzazione del proprio territorio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Vorrei un pensiero del Governo su una normativa abbastanza delicata. Adesso è momentaneamente assente.
Che succede? Come dobbiamo votare? Io non voto.
Il Consiglio non approva.
È a favore, collega Laricchia? Non sei mai a favore di una cosa, Antonella Laricchia. Mai.
C’è il voto contrario anche della collega Laricchia.
Passiamo all’emendamento 28, sempre a firma Di Gioia.
Il parere del Governo è contrario.
Speaker : MARMO.
L’emendamento elettorale del collega è nei fatti, nelle cose. Come fa ad essere contro il Governo?
Ah, voi siete preoccupati al contrario. Prima non volevate l’altro...
Speaker : PRESIDENTE.
Il collega Marmo ha parlato.
Consigliere Di Gioia, prego.
Speaker : DI GIOIA.
Se dovesse passare il voto contrario, il direttore generale, secondo me, non può più fare le stabilizzazioni, perché c’è un voto palese del Consiglio che si esprime in difformità ad un’opzione, non un obbligo di legge per il direttore. Quindi, mi pare difficile che si possa dire che il Governo è contrario a una cosa per la quale ha attivato ampiamente tutte le procedure.
Poi ve ne assumete le responsabilità.
Speaker : PRESIDENTE.
Leggendo il testo, se questi hanno già i requisiti di legge, non capisco perché non si può procedere. Se hanno i requisiti...
Speaker : DI GIOIA.
Non essendo un obbligo di legge stabilizzare, c’è bisogno di una volontà politica. Questa volontà politica, per le vie brevi...
Presidente, chiedo scusa, giusto per presentare l’emendamento.
Noi stiamo semplicemente, come abbiamo fatto in altre circostanze con i Condifesa, con altre situazioni simili, cristallizzando la volontà politica di procedere a un piano di stabilizzazioni di personale che non ha un diritto a essere stabilizzato ad oggi. Se il Consiglio si pronuncia contro, io scommetterei che il nuovo direttore non possa dare seguito alle stabilizzazioni. Possiamo opinare sul fatto che si possa ritirare e fare un atto di Giunta, ma non possiamo dire che il Governo è contrario a quest’atto, salvo assumervene le conseguenze.
Se di elettorale c’è l’emendamento, di elettorale c’è anche il parere contrario e il ritiro. Quindi, se l’assessore vuole firmare con me l’emendamento, lo facciamo assieme e facciamo un atto di giustizia a persone che aspettano da dieci anni.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Conca.
Speaker : CONCA.
Io condivido la ratio dell’emendamento perché abbiamo detto più volte che il personale di ARIF va assunto in maniera full time per superare la precarietà, ma soprattutto per fare tutti quei lavori che devono prevenire gli incendi boschivi che puntualmente si verificano. Ma credo che l’articolo 20, comma 2, del decreto legislativo n. 75 non contempli il lavoro interinale. A meno che io non sia informato male, mi pare che tutti coloro che lavorano in ARIF siano assunti per il tramite di agenzie interinali. La legge Madia stabilizza il lavoro flessibile, ma di assunzione pubblica. A meno che io non ho… No, se sono tempi… Tu ti riferisci a quelli assunti da ARIF? Ma quelli sono già coperti dalla legge Madia, se rientrano hanno… Ho capito. Ma se l’hanno fatto in sanità, possono farlo altrove. La legge vale per tutti. Io pensavo ti riferissi, invece, al tempo determinato del lavoro interinale, che non è contemplato dalla norma.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Zullo.
Speaker : ZULLO.
Per dire, Presidente e colleghi, che noi l’emendamento lo voteremo. Ci fa specie che questo Governo esprima parere contrario alle stabilizzazioni. Lo voteremo perché si porta in giro l’idea che il centrodestra è contro le stabilizzazioni, è contro i concorsi. No. Noi siamo per le stabilizzazioni previste da una legge e quindi in linea con la Costituzione. Siamo per i concorsi, quelli seri, che si adattano al merito. Ovviamente, con l’emendamento che l’Assemblea ha votato precedentemente, siamo contro quella sfilza di assunzioni che si sarebbero potute fare con le agenzie interinali in questo periodo elettorale.
Se leggo l’emendamento – lo dico anche al collega Conca – il collega Di Gioia dice: “Tu, Direttore generale ARIF, nell’applicazione della legge Madia, stabilizzi personale ARIF avente i requisiti di legge”.
Per cui, caro collega Conca, se non hanno i requisiti di legge alcuni, non rientrando nella legge Madia, non saranno stabilizzati. Ma se ci sono altri che hanno i requisiti di legge noi siamo a favore della stabilizzazione in linea con una norma nazionale e in linea con la Costituzione.
Prendiamo atto e spero che anche la stampa prenda atto che il Governo di Emiliano è contro la stabilizzazione dell’ARIF. Questo è. Dicendo “contro” voi avete detto che siete contro la stabilizzazione del personale a tempo determinato dell’ARIF che si trova nei requisiti di legge previsti dalla legge Madia.
Prendiamo atto. Però, la favola del centrodestra che è contro toglietevela dalla testa, non ne parlate più, perché, ripeto, noi siamo a favore dei concorsi che si applicano seguendo la meritocrazia e siamo a favore delle stabilizzazioni che si applicano in linea con la legge nazionale che le prevede e in linea con la Costituzione.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Blasi, prego.
Speaker : BLASI.
Presidente, intervengo per consegnare a verbale il mio parere. Credo che il parere frettolosamente espresso dal Governo, di contrarietà a questo emendamento, è perché subodorava una volontà quasi elettoralistica da parte del collega Di Gioia. Credo, invece, che vada ripensato quel parere, anche perché noi, come Consiglio regionale, su questa stessa materia – se si riesce ad avere un po’ di silenzio sugli spalti sarebbe gradito, grazie – più volte siamo intervenuti anche in quest’Aula su questa materia, persino con un articolo di legge nella finanziaria del 2018.
Apro e chiudo una parentesi. Tra l’altro, la stessa Madia, subito dopo l’emanazione della sua legge, nella circolare interpretativa sostiene anche la necessità, a proposito di stabilizzazioni, di valorizzare persino il lavoro somministrato. Quindi, non è del tutto escluso neanche il lavoro somministrato.
Io penso, invece, che riaffermare qui la volontà politica di procedere alle stabilizzazioni in quell’agenzia, dopo anni in cui, a più riprese e da più parti, in sit-in improvvisati, in manifestazioni organizzate dalla maggioranza e dall’opposizione, si è detto che c’era la volontà politica, dalla maggioranza e dall’opposizione, di procedere a dare garanzie definitive a chi il lavoro lo aveva in maniera alternata, cioè precaria, non stabile... Ecco perché, a cominciare dal Governo, proprio perché ha iniziato ed è in atto questo processo, credo che il Governo debba fare proprio questo emendamento, che tra l’altro è di un collega che lungamente ha svolto funzioni di Governo proprio in quell’assessorato.
Chiedo al Governo di ripensare quel primo parere, secondo me espresso frettolosamente, e di aggiungere la sua firma a quell’emendamento, proprio perché sia una volontà unanime di questo Consiglio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Buongiorno, Presidente e colleghi.
Per chiedere al Governo, non so chi stia seguendo degli assessori questa vicenda, di articolare un subemendamento che sostanzialmente confermi, almeno stando a quello che apprendo qui, i lavori in corso e non ci riduca a votare sia l’emendamento così com’è, che sembra quasi contraddire il lavoro che si sta facendo, e allo stesso tempo nemmeno bocciarlo, perché sembrerebbe contraddire il lavoro che si sta facendo.
Invito il Governo, qualcuno dai banchi della Giunta, a subemendarlo, dando conto e supportando il lavoro di stabilizzazione dei precari ARIF che si sta facendo, anche ‒ mi permetto di dire ‒ eliminando il riferimento ai 30 giorni dalla legge, che può essere un po’ stringente nei confronti delle procedure in corso.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola a Nunziante.
Speaker : NUNZIANTE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla protezione civile e al personale.
Nessuno – dico nessuno – è contrario alle stabilizzazioni, punto. Le stabilizzazioni che abbiamo fatto noi sono previste espressamente dalla legge. Su questo argomento, il sottoscritto, con il capo di gabinetto e tutto il resto dello staff, ha chiesto e ottenuto un incontro alla Funzione pubblica per vedere come poter procedere alla stabilizzazione di queste persone.
Se nell’emendamento, caro Leo, tu mi metti “entro trenta giorni”, tant’è vero che è stato fatto un apposito quesito alla Funzione pubblica e la Funzione pubblica ci sta rispondendo. Quindi, questi trenta giorni possono diventare un boomerang contro di noi perché, se sfioro il trentunesimo o il trentaduesimo, io sfioro questa situazione e non li potrò più, quando c’è una legge nazionale. Io non ho facoltà.
Le 265 persone che noi abbiamo regionalmente stabilizzato sono previste dalla legge. L’articolo 20, come dice il collega Conca, è inconferente, perché questo articolo 20 fa capo a coloro che sono stati assunti in via interinale. Quindi, nessuno mette. È in atto questa volontà politica di poter assumere queste persone.
Questo è il quadro. Ecco perché il mio non è un parere negativo politico. Condivido quello che ha detto il collega Colonna: innanzitutto dobbiamo togliere i trenta giorni, Leo; altrimenti, noi ci castriamo con le nostre mani. Al momento è quello. Ecco perché non mi puoi mettere trenta giorni.
Ecco perché così come ho visto l’emendamento… Tant’è vero che condivido anche quello che tu dici: far sì che sia la Giunta a portare avanti questo discorso, grazie anche ai suggerimenti del Consiglio. Ma così facendo andiamo ad approvare una norma illegittima. Come faccio io poi a continuare nel procedimento?
[…] Tenuto conto del parere, attua – l’italiano che cos’è? – le stabilizzazioni, cioè è tenuto a fare le stabilizzazioni.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
In realtà, intervengo per un invito al Vicepresidente Nunziante.
Caro amico Nunziante, questo emendamento ti sta immergendo in una grande finzione, e noi non dobbiamo farci trascinare nelle finzioni. Questo emendamento dice quello che stanno già facendo e, ove non vi fosse nessun atto conseguente a questa norma di legge, non succederebbe nulla.
Lo scopo elettorale, legittimo, che adesso, a seguito delle vostre eccezioni, ragionevoli, fa impuntare il collega Di Gioia, ci dà l’opportunità di offrirgli un grande palcoscenico. Allora, per scuola antica, quando si è di fronte ad una finzione, la cosa che bisogna fare subito è calare il sipario. Come si cala il sipario? Approvandoglielo. Perché non ci possiamo far inghiottire da una norma che viene inserita per chiara speculazione elettorale, chiedendo esattamente cosa? La nostra resistenza per una cosa che, ovviamente, si farà ai sensi dell’ordinamento italiano. E questa norma non cambia nulla.
Quindi, prego il collega e amico Nunziante di non farsi irretire in questa finzione e, quindi, di dichiarare non tanto come Governo, ma sulla base del buonsenso che noi su questa finzione caliamo il sipario, offrendogli il nostro voto favorevole.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Di Gioia, prego.
Speaker : DI GIOIA.
Dopo quello che ha detto Amati, lo ritiro. Sono d’accordo con lui.
Speaker : PRESIDENTE.
Lo ritiri?
Speaker : DI GIOIA.
Ritiro il mio intervento.
Speaker : PRESIDENTE.
La fortuna nostra è che i lavoratori interessati sanno perfettamente che tra poco si procederà. Questo è quello che io so dalle organizzazioni sindacali. Sono stati a Roma, alla Funzione Pubblica, e hanno risolto, hanno avuto l’okay. Noi possiamo fare tutto quello che vogliamo, ma vi posso assicurare che i lavoratori sanno perfettamente che tra poco si procederà.
Per cui, fate come volete. Approviamolo. Non è un tema che crea grande entusiasmo.
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
Grazie, Presidente.
Parlo, naturalmente, al collega Di Gioia e al collega Amati. Siccome la questione è meramente elettorale, cioè stiamo parlando, su alcuni emendamenti, di dinamiche che sono state già avviate e in cui adesso una forza politica prova a dire “lo abbiamo fatto fare noi”, siccome tecnicamente le cose stanno come le ha poste il Vicepresidente Nunziante, Leo, scriviamo un subemendamento, che ha come primo firmatario il Vicepresidente Nunziante, che lo mette tecnicamente così com’è, e lo votiamo assieme tutti. Facciamo una cosa di questo tipo.
Se l’obiettivo è fare in modo che ci sia la stabilizzazione del personale dipendente precario in possesso dei requisiti di legge, siccome siamo tutti d’accordo, passa l’emendamento firmato da tutti, che vede come primo firmatario l’assessore al ramo, che si è già prodigato su questa cosa. Se diventa un fatto politico, di chi deve mettere il marchio, è evidente che non guardiamo all’interesse dei lavoratori, ma guardiamo alla dinamica che spiegava prima il collega Fabiano Amati. Siccome l’obiettivo è quello di attuare le stabilizzazioni del personale dipendente precario in possesso dei requisiti di legge, il Vicepresidente Nunziante appronta il subemendamento, lo firmiamo tutti e diamo una risposta di merito, in maniera tale che nessuno è scontento. Questo è il tema. Visto che stiamo parlando prettamente di una questione politica, considerato che la procedura è già iniziata, si è già chiesto il parere al Ministero, l’ARIF ha già dato mandato.
Questa è la proposta, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Di Gioia.
Speaker : DI GIOIA.
Volevo evitare di intervenire, perché mi pareva che l’intervento del consigliere Fabiano Amati, seppur con un po’ di ironia, avesse trovato una ragione intelligente per evitare di allungare ulteriormente questo ragionamento.
Non penso che questa cosa cambierà le sorti della campagna elettorale, non penso che questa cosa cambierà il giudizio che ognuno di noi ha su quello che è successo in questi cinque anni. Però, su questa materia io ho lavorato almeno quattro anni in maniera intensa e nessun dirigente e direttore in particolare di ARIF ha mai voluto firmare queste stabilizzazioni. Per adottare il piano dei fabbisogni ci son voluti almeno un paio d’anni, con i pareri contrari degli uffici regionali, che sistematicamente rimandavano indietro gli atti. Tant’è vero che non hanno il coraggio di firmare o la capacità di farlo che, cosa assolutamente fuori dalle ordinarie attività che abbiamo sempre posto, siete andati e sono andati a Roma a chiedere al Ministero se si poteva fare, quando non mi risulta che il Ministero sia un organo consulenziale. Sono andati non in segreto o in delegazione tecnica, sono andati con tanto di comunicato stampa e con tanto di eclatante testimonianza di presenza del capo di gabinetto e altri, che non solo volevano risolvere il problema, ma volevano raccontarlo anche quale atto di buona volontà verso i lavoratori.
Fatto tutto questo ragionamento e avuta la rassicurazione dal Ministero, si stanno aspettando le carte scritte, perché ancora nessuno firma. Contemporaneamente, il commissario che è andato a Roma l’hanno pure mandato via, dopo che aveva messo in piedi il procedimento e il processo di stabilizzazione, almeno teorico.
Quindi, al di là delle simpatiche affermazioni che fate sul fine elettorale o meno, e vi dovreste riferire alle parate che andate facendo in giro in provincia, poi ne parliamo, Raffaele, in amicizia, invece di dire che questo è un emendamento elettorale, cercate di dare sponda agli amministratori che non riescono a trovare la forza di firmare pure a fronte di compensi importanti che percepiscono.
Stiamo stabilizzando personale che ha diritto, stiamo scrivendo un atto che, per vostra sfortuna e distrazione, proviene da me, però poteva benissimo essere il Presidente a portarlo, come diceva prima anche il collega. Ce ne sono stati altri equivalenti, non ne farei una questione di prima firma, come invece mi pare che stia cercando di fare tu, mettendo avanti quella di Nunziante.
Io farei un atto di giustizia verso dei ragazzi che per la indecisione della nostra burocrazia regionale, di cui siamo stati vittime soprattutto all’assessorato all’agricoltura, questi ragazzi stanno patendo un travaglio che credo non sia giusto far arrivare fino alle elezioni. Almeno questi teneteli fuori dalle elezioni.
Abbiamo detto che Cassano può fare i concorsi, abbiamo detto che le cose ordinarie sono fattibili, ma almeno questi ragazzi, che sono da tanti anni sofferenti, in attesa di giudizio, cerchiamo di liberarli dal giogo della politica.
Di elettorale sai che c’è? Che quando sapranno che per legge gli spetta questa cosa ognuno voterà come vuole. Invece, oggi, di elettorale c’è che stanno fuori alle porte di chi deve firmare sperando che qualcuno utilizzi la penna. Quindi, con estrema serenità, non avendolo fatto per tanti anni l’opportunista, né da quella parte, né da questa parte, vi dico “chiudiamo questo ragionamento”. Vicepresidente, firmalo pure tu l’emendamento e quindi la cosa credo che si sani senza dover fare ulteriori polemiche. Alla fine i ragazzi sapranno scegliere quello che è giusto per la Puglia, per la quota che spetta a loro di voto.
Dai, metti la firma e siamo a posto.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Franzoso, prego.
Speaker : FRANZOSO.
Grazie, Presidente.
Ovviamente, il carosello delle stabilizzazioni elettorali lo avete aperto voi. Lo avete aperto voi in sanità, lo state aprendo voi adesso con l’ARIF e la cosa vergognosa è che stiamo parlando di persone che penso scrivano a tutti, scrivano da quel lato, scrivano a questo lato, chiedendo interessamento, partecipazione, chiedendo “aiutateci, abbiamo maturato il diritto per essere stabilizzati, e lo abbiamo maturato mica oggi, a ridosso delle nuove elezioni; lo abbiamo maturato da tanti anni”, però questo Governo regionale, prima questo Governo regionale di quest’Aula, questo Governo regionale se ne occupa e se ne preoccupa solo alla vigilia delle elezioni, con manifestazioni pubbliche. Partiamo dalla sanità. Emiliano che si fa fotografare all’atto della firma dei contratti. Una cosa vergognosa. Quando la Bellanova dice “il peggiore notabilato meridionale” ha ragione. Non si è mai vista in giro una cosa del genere. Strumentalizzare la speranza di queste persone è semplicemente vergognoso. E che lo stiate facendo a luglio del 2020, quando a settembre, il 20 settembre, si vota, lo è ancora di più.
Lo avete aperto voi questo triste, tristissimo capitolo e adesso, ovviamente, vi state scannando all’ultimo su chi deve prendersi la paternità di quest’atto. Non sia mai, adesso, dovesse essere il collega Di Gioia ad aver velocizzato la stabilizzazione dei dipendenti dell’ARIF, stabilizzazione che spetta loro ‒ mi auguro che tutti i ragazzi e tutti i dipendenti dell’ARIF ci ascoltino ‒ per diritto. Non devono dire “grazie” a nessuno. A voi non devono dire “grazie”. A voi sapete che cosa devono dire? “Ma perché ci avete fatto aspettare tanto?”. Questo devono dirvi. Verso di voi devono solamente rivolgere un atto di accusa, perché, non nell’interesse di quei dipendenti, nel vostro interesse elettorale avete scelto questo momento, questo tempo.
E adesso, tra questi banchi, vi state solamente agitando perché la paternità deve essere di uno di voi. A noi non interessa. Se queste persone hanno maturato un diritto, e noi siamo sicuri, da questa parte, che lo hanno maturato, ben venga l’emendamento del collega Di Gioia. Spiegheremo alle persone che non devono dire “grazie” né al collega Di Gioia né tantomeno a voi, che avete cominciato questo gioco cattivissimo nei confronti della vita delle persone prima del collega Di Gioia.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Mi chiede la parola? Prego.
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
Collega Franzoso, capisco che è il penultimo Consiglio regionale e capisco anche che oggi è più comodo per lei accusare noi e non altri, ma il concetto di fondo è che siccome… Ma perché mi sta interrompendo? Di che cosa sta parlando? Di che cosa sta parlando? Io sto parlando di un’altra cosa. Rilassati. Stavo dicendo, se le cose sono andate come ha detto l’ex assessore Di Gioia, vanno in una direzione totalmente opposta rispetto a quelle che lei ha rappresentato. L’ex assessore Di Gioia ha detto che il Governo regionale, di cui lui ha fatto parte, voleva già da tempo, ha provato già da tempo, da quattro anni, collega Franzoso, a stabilizzare i lavoratori precari. Io capisco che lei è anche un po’ in difficoltà, nel senso che oggi il consigliere Di Gioia sta dicendo una cosa, e cioè che il Governo voleva farlo, ma poi c’era una burocrazia che non ci ha consentito di farlo, oggi si è arrivati sostanzialmente alla fine della cosa, e quindi lo voleva o non lo voleva il Governo regionale? Ha ragione o non ha ragione il consigliere Di Gioia quando dice che il Governo regionale li voleva stabilizzare già da quattro anni? Quindi, non siamo noi i cattivi che non volevano stabilizzare i lavoratori. Noi vogliamo stabilizzare i lavoratori, tant’è che questo tentativo è in atto già da quattro anni.
Questa legge, se era questa la soluzione, la si presentava due anni fa, tre anni fa, lo stesso emendamento lo si presentava due o tre anni fa, se era questo l’emendamento risolutivo. Sì, però non è praticabile che dobbiamo uscire… No, non dobbiamo uscire fuori dicendo che noi che ci siamo sorbiti continuamente… E dove sta? Quindi, ci sta già. Ci sta già. Ci sta già. Quindi, il Governo ha sempre voluto stabilizzare i lavoratori. Questo è. Come ha detto l’ex assessore, aveva difficoltà con la tecnostruttura che non si assumeva la responsabilità di farlo. È così.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Campo, prego.
Speaker : CAMPO.
Presidente, per sgombrare il campo da ogni malinteso ed evitare i rischi connessi alla formulazione dell’emendamento che paventava saggiamente il presidente Nunziante, visto che siamo tutti d’accordo, si potrebbe subemendare la proposta di cui stiamo discutendo in questo modo: “Il Consiglio regionale impegna la Giunta e gli organi di governo dell’ARIF a concludere le stabilizzazioni del personale precario in possesso dei requisiti di legge”. Chiusa la partita.
Non posso scrivere “impegna”. Comunque, questo è il senso.
Tolgo “il Consiglio regionale impegna”. Sì, è vero, è una norma, hai ragione. Ho fatto una fesseria. Tolgo “impegna”.
Non c’è l’allusione ai trenta giorni e non c’è l’allusione alle norme invocate, visto che pende il confronto con il Ministero della funzione pubblica. Non disponiamo né dei…
Questo è l’iter in cui siamo. Non mettiamo in discussione tutto!
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Campo, ha finito di parlare?
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente. Intervengo solo per stigmatizzare. Ogni volta che si parla di assunzioni si scaldano gli animi.
L’assessore Piemontese se la prende con il collega Di Gioia, accusandolo di fare campagna elettorale senza lasciargli niente. Dobbiamo parlare di ARPAL, dobbiamo parlare delle strette di mano, dobbiamo parlare dei contratti a tempo determinato prorogati per ingannare la gente quando c’è un concorso degli OSS da scorrere. Oppure partecipano alle cene quando chiamano i dipendenti della sanità privata, e poi devi sentire che a loro non interessano queste cose.
Di che cosa stiamo parlando? Questo è semplicemente ridondante rispetto a quello che la norma prevede. Se la Giunta regionale nomina... Su ARIF ne hai nominati tanti. Ho perso il conto. Se si assumono responsabilità...
Prima stavano i commissari. Adesso il direttore. Non so nemmeno come si chiama. Certo è che ARIF è un carrozzone, ma questo lo sanno tutti. Se ne parla da sempre. Io da cinque anni sto qui e ogni volta sento parlare di giornate, di proteste, di soldi.
Io dico semplicemente una cosa: lo ritirassero questo emendamento. Siccome ci sarà tanta gente che lavora lì con le agenzie interinali, penserà che tocca anche a loro. Stiamo illudendo anche quelle persone. Quelli che sono a tempo determinato e hanno maturato i trentasei mesi entro il 31.12.2018 o 2019, quando arriveranno, sono già stabilizzabili. Lo dice la legge, il decreto legislativo n. 75/2017. È già stato adottato in Puglia. Se un direttore generale di un’agenzia regionale viene preso, segue l’indirizzo della politica. Non può assumere scelte politiche.
Quindi, qui stiamo semplicemente mettendo un cappello sopra e stiamo litigando con il collega Di Gioia per cercare di fare un subemendamento, così ci scriviamo “Campo”, quindi PD. Mettiamo tutti una firma, così qualche voto di ARIF uscirà pure a noi.
Francamente, è stucchevole. È ridicolo. L’ipocrisia che leggo, di voler mascherare... Tutto adesso l’interesse per questi lavoratori. Per favore. Li avete tenuti nel precariato per tante ragioni per anni. Oggi siamo tutti preoccupati di questa questione.
Francamente, non mi presto a questo gioco. Io non partecipo a questa votazione. Fate come volete. Per me chi merita e rispetta i requisiti di legge sarà stabilizzato. Qui ci dobbiamo preoccupare di fare i concorsi, non di stabilizzare. Noi siamo arrivati a sanare ex post storture che hanno portato ad alimentare il precariato. Lo spacciamo come favore. La stabilizzazione la dice la legge. A che serve stare qui a discutere se dobbiamo stabilizzare entro 30 o 60 giorni? Basta, per favore. Io le vedo e le ascolto le cose. Qui si fa la campagna elettorale pure partecipando alle cene dei dipendenti, cioè che si incontrano per parlare di aumento del contratto AIOP e poi si presenta il consigliere o l’assessore o il Presidente. Ma di che stiamo a parlare? Qui stiamo dicendo adesso che vi preoccupate di ARIF. Meno male.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Mi permetto di chiedervi un po’ di rispetto per i lavoratori, che non credo si facciano abbindolare così facilmente. È ora di mettere un punto fermo su questo dibattito. Non siamo di fronte a quattro stupidi che non sanno qual è il loro destino, quello che è successo e quello che faranno legittimamente in campagna elettorale. Che non si esageri pensando che siamo di fronte a dei burattini.
Prego, consigliere Laricchia.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente.
Io intervengo esattamente a tutela e a difesa di quei lavoratori che lei cita, perché mi stupisce che si continui a parlare e a citare l’ARIF da quei banchi, dopo tutto quello che è stato combinato da quando l’ARIF è nata.
Ricordo che siamo stati i primi a chiedere un piano del fabbisogno, perché le assunzioni si programmano e non devono spuntare poco prima di competizioni elettorali. Si programmano per tempo, in un piano del fabbisogno del personale che sia triennale.
Guardate, oggi parliamo di lavoratori, ed è giusto, ma ricordiamoci che l’ARIF ha una mission finale, per cui i lavoratori sono una risorsa preziosa, un capitale umano che serve a ottenere quel risultato, e cioè i servizi agli agricoltori e le politiche forestali.
Io sono di Adelfia e nel mio paese ogni anno gli agricoltori sono lì ad elemosinare l’acqua, perché gli impianti non funzionano, perché la manutenzione non c’è stata, perché la messa in funzione preventiva non c’è stata. Arriva giugno, arriva luglio, ci accorgiamo che gli impianti non funzionano. Questa cosa è successa per me la prima volta, mi sono accorta di questa cosa la prima volta nel 2015 e ho pensato: sarà un problema di quest’anno. Ma è successo nel 2016, è successo nel 2017, chiedendo ogni anno, sempre, le audizioni perché se ne parlasse per tempo, perché l’ARIF si accorgesse per tempo delle inefficienze degli impianti di irrigazione. Invece no. Questo non è mai accaduto.
Per questo abbiamo chiesto un piano del fabbisogno, perché l’obiettivo è: partiamo dalla fine. Cosa ci serve? L’ARIF ci serve a cosa? Serve agli agricoltori, serve alle politiche forestali. Bene. Vediamo quali risorse abbiamo, economiche, umane, da valorizzare, da motivare da far sentire partecipi a un progetto; un progetto e un servizio finale che devono rendere orgogliosamente. Tutto questo non c’è mai stato.
Il Piano del fabbisogno è arrivato nonostante io fossi qui ogni anno mi ricordo a luglio a chiederlo, perché spesso venivano fuori questi emendamenti. Nonostante fossimo qui ogni anno a ripetere le stesse cose è arrivato alla fine, quando la situazione del management è più che confusa. Abbiamo, infatti, chiesto un’altra audizione.
Noi siamo forza politica di opposizione per il momento e abbiamo questi strumenti: chiamare in audizione, parlare, mettere le categorie davanti a un tavolo con un verbale alla mano, non nelle stanze dove non si sa cosa ci si è detti e cosa ci si è promessi.
Vi anticipo che non possiamo partecipare a questa pantomima. Non è possibile prendere in giro nuovamente i lavoratori perché, giustamente, come è stato fatto notare, parliamo delle vite delle persone. Quando avete voglia di giocare dovete farlo davanti alle casse vostre e non in Aula e non soprattutto con la vita delle persone.
Vi prego di avere rispetto delle persone che lavorano e soprattutto dei servizi agli agricoltori e ai cittadini delle politiche forestali che mancano. Invece, c’è un’enorme necessità che le cose funzionino perché il lavoro è un aspetto centrale, è il problema principale dei pugliesi.
Quelli che lavorano facciamoli lavorare serenamente, mettiamoli nelle condizioni di lavorare e produrre. Parlo degli agricoltori, ma parlo anche dei dipendenti di ARIF.
Speaker : PRESIDENTE.
Io non l’ho visto. Esatto. C’è una manifestazione sotto.
Allora: “Il direttore generale dell’ARIF, ai sensi dell’articolo 20, comma 2, del decreto [...], tenuto conto del piano triennale dei fabbisogni, procede alla stabilizzazione del personale dipendente precario in possesso dei requisiti di legge”.
Questo subemendamento assorbe l’emendamento, praticamente.
Votiamo.
Procede subito, entro domani mattina. È scritto qui.
Prego, collega Franzoso.
Speaker : FRANZOSO.
Scusate, perché qua il cervello all’ammasso ancora non l’abbiamo buttato. Può procedere per la legge dello Stato. Quindi, che cosa dobbiamo scrivere? Mentre lui indicava un tempo...
No. Non c’è bisogno che questo emendamento diventi una norma per far procedere. Può procedere oggi. Mentre noi stiamo qui a parlare, lì possono procedere.
Lui dava un tempo. Siccome questo “procede” è un tempo indefinito, che si sa quando è iniziato (2017) e non si sa quando finirà, allora lui aveva indicato un tempo. L’elemento di novità era quello. Adesso voi state semplicemente trasferendo la legge statale in una norma regionale. A fare cosa?
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente e colleghi, qui la questione non è procedere, perché si sta procedendo da anni. Il problema è capire: entro quando si concludono le procedure? Se per voi va bene immediatamente, dite: si concludono immediatamente le procedure di stabilizzazione. Se va bene immediatamente, visto che siete così a favore, mettiamo: si procede immediatamente a concludere le procedure di stabilizzazione. Questo è il tema.
Se poi vogliamo girare intorno… I trenta giorni, i sessanta giorni sono importantissimi, perché noi dobbiamo dare una certezza a questi signori. Questo è. Senno, con “procede” siamo nella aleatorietà dei tempi. Noi dobbiamo mettere la conclusione delle procedure.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Aloisi.
Speaker : ALOISI.
Grazie, Presidente.
Colleghi, è vero che la campagna elettorale ci pone nelle condizioni di essere veloci, ma la velocità deve essere coniugata con l’attenzione e con la capacità di scrivere qualche cosa. Mi rivolgo a quell’altra parte, dove c’è il consigliere Amati, che è bravo e capace nell’elaborazione di leggi e di emendamenti.
Un subemendamento che dice “procede” ha solo una sorta di firma politica su qualcosa che doveva già essere accaduto. E non voglio fare questo tipo di dibattito perché è già stato sviluppato. Se noi realmente vogliamo, da una parte, dare un’accelerata e, dall’altra, risolvere in maniera definitiva il riconoscimento di diritti acquisiti nel tempo, come previsto dalla legge, noi dovremmo caratterizzare due momenti. La prima: “deve procedere entro il” pena la decadenza dell’amministratore. Se mancano questi due elementi, le certezze per i lavoratori non esistono. Stiamo aumentando qualcosa che doveva già accadere, che qualcuno dice lo stesso Governo regionale aveva pensato di realizzarlo, poi la burocrazia ha l’ha fermato, poi la legge nazionale c’era, ma comunque è stata disattesa. Che cosa ci costa non mettere questi due elementi? Mi riferisco al quando (30-40 giorni) e se questo non viene ad essere realizzato la decadenza dell’amministratore o di chi deve portare a questa…
Senza questa cosa ci stiamo raccontando qualche cosa che è surreale, non è di Assemblea legislativa. Per cui, inviterei, sia chi ha presentato l’emendamento sia chi ha presentato il subemendamento a correggere questa posizione con il tempo e la decadenza, ovvero il riconoscimento dei diritti passa attraverso la capacità di individuare un tempo massimo e la pena. Pena intesa come chi non adempie subisce qualche cosa. Non possiamo addossarla ai dipendenti, ma sicuramente a chi, già nel corso del tempo, non ha provveduto a riconoscere questi diritti. Si elimina in questa maniera anche una sorta di corteggiamento politico, che è normale, è naturale che ci sia. Scritta in questa maniera da un’Assemblea legislativa, votata magari all’unanimità, sgombra il campo da qualsiasi fantasia di campagna elettorale. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non vedo altri interventi.
Il subemendamento è stato formalizzato. Non posso fare altro, nel momento in cui viene confermato, che procedere al voto.
L’ho già letto: “Il direttore generale dell’ARIF, ai sensi dell’articolo della legge nazionale famosa, sulla base del piano triennale del fabbisogno, che sappiamo, procede alla stabilizzazione del personale dipendente precario in possesso dei requisiti di legge”. Votate contro. Che posso fare io? Posso costringere a ritirare un subemendamento? Lo formalizzate e si vota. Me lo devo portare a casa?
Procediamo al voto.
Scusate, non riesco a capire.
Collega Di Gioia, vuole parlare sul subemendamento? Prego.
Speaker : DI GIOIA.
Il subemendamento, di fatto, raccoglie tutte le indicazioni prioritarie dell’emendamento. Però, dico al Vicepresidente, di fatto aggrava la posizione che aveva enunciato. Se 30 giorni ti paiono pochi, immediatamente...
“Procede” significa “immediatamente” in diritto. Nel momento in cui non c’è un termine, lo deve fare domani mattina, quindi prima di avere il parere della Funzione Pubblica. Io non riesco a capire l’incongruenza. Me la posso ricordare, però su questo atto faccio fatica a capire perché vi volete complicare la vita. Se io vi dico “30 giorni” e non vi vanno bene mettiamone 60, assumendovi la responsabilità che il termine, però, deve essere adeguato per chiudere le procedure entro il 31.12.
Propongo io 60 giorni. Va bene. Io e il Vicepresidente insieme, 60 giorni.
Grazie. Mettiamolo in votazione così. Come sta scritto, 60 giorni.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Zullo, a che cosa? Portatelo qua.
Speaker : DI GIOIA.
Ignazio, scusa. Aspetta un attimo.
Ragazzi, la procedura non è tutta nella disponibilità del solo direttore. Quindi, non si può imporre il termine di conclusione se non è l’unico...
Perdonami, Ignazio. Una volta...
Speaker : PRESIDENTE.
Il subemendamento di Ignazio va in questa direzione: “entro 60 giorni”.
Speaker : DI GIOIA.
Entro 60 giorni deve avviare l’iter...
Speaker : PRESIDENTE.
Attua le stabilizzazioni.
Speaker : DI GIOIA.
Sì, però è un iter. Inizia ad adottare gli atti, dopodiché ci potrebbero essere delle questioni che sono fuori dalla volontà del direttore e che necessitano di altri passaggi.
Speaker : PRESIDENTE.
È la prima volta che viene una norma giuridica che dice “atto che conclude”. Non riesco proprio a capirvi. Cioè, dobbiamo scrivere “atto che conclude”.
Speaker : DI GIOIA.
Ignazio, secondo me, per come stava scritto, concedendo un termine più lungo per via del parere, alla fine il risultato credo che sia… Trenta a sessanta. Io quello sto dicendo.
Speaker : PRESIDENTE.
È proprio quello che stiamo dicendo.
Speaker : DI GIOIA.
No, l’hanno già ritirato.
Speaker : PRESIDENTE.
No. Stiamo ritirando il subemendamento…
Speaker : DI GIOIA.
Facciamo sessanta giorni.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha detto che vanno bene, il consigliere Campo, i sessanta giorni.
Speaker : DI GIOIA.
Così abbiamo detto. Okay.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Capogruppo dice che va bene. Ritira il subemendamento e la parola “entro 30 giorni” diventa “entro 60 giorni”. Okay? Bene. Gli altri sono tutti ritirati.
Votiamo.
Presenti 31, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 5.
È approvato.
Adesso passiamo all’emendamento di pagina 29, a firma del consigliere Pentassuglia. L’avete visto? Possiamo procedere? Dopo le parole “scienze naturali” aggiungere le parole “o biologiche”.
Votiamo l’emendamento di pagina 29.
Presenti 32, votanti favorevoli 31, astenuti 1.
È approvato.
Emendamento di pagina 30, sempre a firma Pentassuglia, che riguarda gli ATC. Ci sono problemi? Votiamo.
Presenti 31, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 2.
È approvato.
Sempre a firma Pentassuglia, abbiamo l’emendamento di pagina 31.
Votiamo.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 1.
È approvato.
C’è un subemendamento di cui non riesco a capire la firma. Mi dicono Pellegrino. All’emendamento 32: “Al comma 1 aggiungere le parole ‘senza risorse ulteriori’”.
È un subemendamento all’emendamento 32 “Norme per l’utilizzo dei farmaci nelle strutture pubbliche e private”.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Presidente, se leggiamo l’emendamento in pratica noi andiamo ad imporre agli istituti di ricovero presso i servizi delle tossicodipendenze SerT, che sono pubblici, nelle case di cura private e in tutte le altre strutture pubbliche e private, dove sono utilizzati i farmaci, la presenza di un farmacista. Questo impone dei costi in più per la struttura che dovrà assumere e prendere in carico un farmacista.
Credo che questo vada inquadrato in tutto quello che riguarda la corresponsione di rette, di tariffe che i privati ci hanno sempre richiesto di aggiornare. Oggi noi andiamo a caricarli di un ulteriore obbligo, senza avere un corrispettivo. Mi sembra che questo sia lapalissiano, non abbia bisogno di alcun commento, anche se in linea di principio può essere bello avere un...
Appunto. In un centro diurno andiamo a mettere il farmacista? Tutti quanti noi vogliamo che tutti i farmacisti laureati siano occupati. Ma come? In quale modo? A tariffe invariate? A costi invariati? Questa è la domanda. Ci vorrebbe il parere del Governo su questo, anche se è firmato da un assessore.
Speaker : PRESIDENTE.
Pellegrino Paolo, prego.
Però questa storia deve finire tra tutti e due, Raffaele. Stiamo facendo il Consiglio regionale.
Consigliere Pellegrino, prego.
Speaker : PELLEGRINO.
Stanno festeggiando, forse, l’accordo fatto con la maggioranza.
Questo emendamento tende a inserire all’interno dell’organizzazione degli istituti di ricovero, quindi non dei centri diurni, ma degli istituti di ricovero, e presso anche istituti o strutture nelle quali vengono trattati farmaci per le tossicodipendenze e nelle case di cura pubbliche e private ‒ si intende che sono tutte strutture di ricovero ‒ un metodo di lavoro che sia a garanzia degli utenti.
Posso anche convenire che, se l’organizzazione della struttura pubblica o privata... Perché qui non dice che vanno assunte altre risorse. Dice che, nell’ambito delle risorse disponibili, deve essere che l’utilizzo dei farmaci, la manipolazione dei farmaci debba essere fatta da persone qualificate. Se voi avete o volete crearvi un’esperienza, potete andare in qualsiasi casa di cura o in qualsiasi ospedale e vedrete che purtroppo i farmaci spesso sono manipolati da OSS, sono manipolati da persone che non hanno alcuna qualificazione professionale. Questa legge dà ordine di utilizzare quel personale.
Può darsi che ci siano strutture pubbliche o private dove adeguarsi a questa norma può creare dei costi, ma mi pare che il costo che noi imporremmo nel caso in cui non ci fosse già all’interno dell’organizzazione dove impatta questa legge il farmacista sia idoneo e sia proporzionato con la finalità dell’emendamento, che è quella, lo ripeto, di garantire che ai pazienti ai quali viene somministrato il farmaco e le persone che lo manipolano sappiano che ciò è avvenuto all’interno di un sistema di sicurezza, che basa nella professionalità del farmacista il suo fondamento. Mi pare che non ci siano obiezioni.
Votare contro questo emendamento mi sembra che significhi perpetuare un sistema che è sicuramente inadatto a quelle condizioni di sicurezza alle quali l’emendamento stesso mira. Ancor di più oggi, in un momento di emergenza sanitaria derivante dal Covid-19, credo che questa norma sia maggiormente idonea, perché ci troviamo di fronte a farmaci, a strutture e a procedure farmacologiche ancora non validate e che, quindi, abbisognano ancora di più dell’attenzione di un farmacista nella gestione di questi problemi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente e colleghi, diceva il collega Marmo “non mi hai convinto”. È la norma che non convince. E non convince perché, quando si dice strutture pubbliche e private, siamo nel mare magnum delle strutture pubbliche e private. Per quanto riguarda le strutture, esistono dei regolamenti, dei requisiti che devono tenere queste strutture per essere accreditate o autorizzate, dove prevedono i requisiti organizzativi, quindi struttura per struttura è prevista, nel caso, anche la figura del farmacista. Quando si dice giustamente “io devo avere i farmacisti, come dice Marmo, nelle case di cura private. È normato. Se deve avere il farmacista è detto nei requisiti dell’autorizzazione e dell’accreditamento. “E nelle altre strutture pubbliche e private”.
Poi, si parla del SerT, i servizi per le tossicodipendenze. È un discorso molto aleatorio. Gli altri servizi pubblici e privati quali sono? L’ambulatorio è un servizio pubblico e privato? Una struttura ambulatoriale deve avere il farmacista? Dice il collega Pellegrino che non si parla dei centri diurni, ma è una struttura pubblico-privata. Le RSA, le RSSA…
C’è una genericità che fa spavento. Un conto è dire che negli ospedali ci deve essere il farmacista, ma questo è normato, altro conto è dire che in tutte le strutture pubbliche e private ci deve essere il farmacista. Poi, c’è un altro aspetto sul quale io, francamente, sarei poco d’accordo, sulla norma nazionale. Condivido che anche un farmacista semplicemente iscritto all’Ordine possa operare. Però, le regole del Servizio sanitario nazionale prevedono una specializzazione per i farmacisti, così come per i medici. Anche questo è un aspetto che sarebbe impugnabile da parte del Governo.
Francamente, non me la sento di votare una norma di questo tipo. Capisco che i farmacisti, i ragazzi che si laureano in farmacia hanno grossissimi problemi per poter impiegarsi nel lavoro, però, fatta così, penso che creeremmo problemi a tante strutture che non reggerebbero i costi. Alla fine sarà un deserto non solo per i farmacisti, ma anche per tutti i dipendenti, a meno che qui non ci mettete una norma nella quale dite che la Regione compenserà i maggiori costi, e allora siamo d’accordo. Però, la dovete mettere.
Noi siamo d’accordissimo, però dovete dire che la Regione ai gestori delle strutture private deve rimborsare i maggiori costi per poter impiegare la figura del farmacista.
Sarebbe più corretto. Se qui ci mettete la norma che al pubblico non c’è bisogno, che ai privati rimborsate i costi del farmacista, penso di parlare anche per voi, Nino, lo votiamo, perché noi vogliamo che i farmacisti possano trovare il lavoro, ma devono trovare il lavoro non con una norma che è solo una norma, anche questa, per dire “guardate, che noi abbiamo provato; sarete impiegati”. Però i gestori, se non hanno il ristoro dei costi, può darsi che chiudano tutto e non sono impiegati né i farmacisti né gli altri che ci lavorano.
Fate un emendamento, mettete la norma finanziaria e noi lo approviamo.
Speaker : PRESIDENTE.
Prima di dare la parola a Galante, mi puoi dare una spiegazione, per votare consapevolmente? Leggendo la norma, che significa? Che in ogni reparto ospedaliero, dove vengono distribuiti i farmaci... C’è scritto qua: per la distribuzione nelle altre strutture, pubbliche e private. Deve stare un farmacista? Non si intende questo? Okay. Va bene. Siccome è scritto “nelle strutture pubbliche e private dove vengono distribuiti i farmaci”... Va bene.
Collega Galante, prego.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Pur ammettendo che la figura del farmacista è importante all’interno di strutture dove c’è la somministrazione di farmaci, la fine della relazione dice che “la presente non comporta oneri di spese a carico del bilancio regionale”. Credo che, invece, questo sia impossibile, dato che ancora oggi, se calcoliamo che le tariffe non sono state adeguate, stiamo dicendo alle strutture, con tutti i problemi che già hanno, che non hanno visto ancora concludere tutto l’iter di accreditamento, e poi ci sarà la contrattualizzazione, stiamo dicendo di inserire un’ulteriore figura sempre a carico loro, non avendo ancora la tariffa adeguata.
Per me è sbagliato dire che non ci sarà nessun aumento per il bilancio regionale.
Poi, consigliere, quando lei dice nella relazione ‒ non so come è stata scritta ‒ che nelle strutture dove abbiamo a che fare con pazienti che assumono farmaci viene fatto in via estemporanea da parte di persone che non sono consapevoli che stanno somministrando farmaci... Sta dicendo questo? Ha detto che gli OSS somministrano farmaci nelle strutture? O che medici e infermieri lo fanno in via estemporanea, non sapendo quello che stanno facendo? Veramente non riesco a credere alle parole che ho sentito. All’interno di queste strutture ci sono professionisti che sono responsabili di quello che fanno. Nel momento in cui un professionista, un infermiere, un medico somministra un farmaco è responsabile, anche se non c’è il farmacista. Sia chiaro. Oggi vi siete accorti che, se non c’è il farmacista, vengono dati i farmaci e noi mettiamo a rischio e a repentaglio la vita dei pazienti? Ha detto questo prima, consigliere, in pratica.
Forse dovreste farvi una domanda a monte: è dall’inizio che vi stiamo dicendo che non ci sono controlli, che non esistono controlli. Ogni tanto si sente in qualche struttura. Ma tutte le volte che noi abbiamo chiesto se nelle strutture private e anche pubbliche a livello di RSA e di RSSA ci sono mai stati effettivamente dei controlli e le figure preposte ai controlli a me non è mai arrivata nessuna risposta. Anzi, la risposta in via informale è stata data, dicendo che è quasi impossibile, che il personale manca, che i dipartimenti di prevenzione e igiene, che dovrebbero agire, non hanno personale adeguato numericamente. Quindi, al massimo l’errore sta sempre a monte, vale a dire che non ci sono i controlli.
Lo ripeto, pur ammettendo che all’interno di queste strutture sia necessaria una forma in più a livello multidisciplinare, si completa il team, si collabora con tutte queste figure professionali, perché noi siamo d’accordissimo, perché anche l’emergenza Coronavirus ha messo in evidenza che molte volte i settori all’interno della sanità lavorano per compartimenti stagno e non ci sta, invece, un’interdisciplinarità, una multidisciplinarità tra le diverse professioni. Quindi, ben venga. Però, messa così questa norma non porterà assolutamente a nulla, come gran parte della legge sulla riorganizzazione delle strutture, che ha creato confusione e ancora oggi sta creando confusione, sia perché non è ancora completo l’iter per l’accreditamento, sia perché la tariffa non viene ancora adeguata.
Le stesse strutture per le tossicodipendenze, di cui ci siamo occupati, consigliere Pellegrino, lì abbiamo fatto adeguare le strutture a livello di requisiti strutturali e organizzativi, ma ancora la Regione non è intervenuta e non è andata incontro nell’adeguamento delle tariffe e soprattutto nell’adeguamento dell’accreditamento e della contrattualizzazione di queste strutture. Quindi, stiamo dicendo che adesso devono mettere un’altra figura, a spese loro. Perciò, in questo caso non capisco perché si dice che non è a spese della Regione.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Marmo.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente.
Toglierò solo due minuti per far notare altri due elementi che sono, secondo noi, discutibili. Premesso che sono d’accordo con quello che hanno detto i colleghi. Se dobbiamo fare una politica per l’assunzione e per trovare lavoro ai farmacisti, noi siamo perfettamente Però, con norme chiare e non equivoche.
Il comma 2. Il comma 2, Presidente, recita: “Le strutture di cui al precedente comma hanno 90 giorni dalla data di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione per adeguarsi alla presente legge”.
Nell’emendamento precedente non si volevano dare i termini per la stabilizzazione dei dipendenti ARIF da stabilizzare, qui, invece, ad un soggetto privato si danno 90 giorni.
Dopodiché, queste persone devono essere assunte nei ruoli che diranno. C’è un atto di prepotenza assolutamente gratuito.
Terzo comma. Abbiamo recentemente approvato – è la seconda volta che intervengo su questo tema – una legge sulla semplificazione in materia sanitaria in uno degli ultimi Consigli. Il terzo comma dice: “L’ottemperanza alla presente legge viene riconosciuto quale requisito per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di cui…”.
Credo che anche questo sia un elemento distorsivo. Chi può farlo lo fa, chi non può farlo dal punto di vista economico non lo fa e non ha alcuna preferenza. Credo che questo argomento debba essere inquadrato nella revisione della normativa e delle tariffe, non può essere presa così e decisa all’improvviso nell’arco di una discussione quasi di un quarto d’ora, non di più, che stiamo svolgendo tutti quanti.
L’emendamento non è presentabile. Anche perché è vero che non comporta oneri per il bilancio regionale, ma comporta oneri per i bilanci dei privati. Per cui, usciamo dagli equivoci, evitiamo queste discussioni inutili ed eliminiamo questo emendamento.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Romano.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Grazie.
Parto dalle ultime considerazioni che venivano fatte, che hanno un fondamento rispetto alla questione che viene posta. Però, richiamo i colleghi, soprattutto il Presidente Marmo e il collega Ignazio Zullo, in quanto medico e i medici presenti in Aula, che comunque un problema di gestione della somministrazione nel sistema c’è. Questo riguarda le corsie. Sono accaduti casi particolari di somministrazione non dovuta da un certo personale, che ha letto male, magari, la prescrizione. Riguardo alle strutture sanitarie, richiamo soltanto in quest’Aula che l’unica Regione che ha superato la prescrizione del medico di base quando il paziente viene ricoverato in una residenza sanitaria è la Lombardia. Noi abbiamo tentato, i colleghi della Commissione lo sanno, e abbiamo forzato molto questo concetto per prevedere nelle strutture con un certo numero di posti letto il medico competente che sta là, come convenzionato, come dipendente, perché fosse lui a prescrivere, non un medico di base del quale il paziente era cliente da anni, ma che nella struttura sanitaria non è mai andato per prescrivere. Non ci siamo riusciti per una resistenza culturale del sistema stesso pugliese. Però il problema c’è.
Seguitemi e poi vediamo di formulare. Secondo la mia personale esperienza, la mia personale considerazione, credo sia utile, e non per offrire alla platea dei farmacisti laureati una opportunità di lavoro... Non è questo. Non è così. Credo sia utile, però, affrontare quell’aspetto della prescrizione, da un lato, e della distribuzione, dall’altro. La responsabilità non può far capo al medico generico nelle residenze sanitarie, quando il medico generico non ci passa mai, né la struttura è obbligata ad avere, magari in convenzione con altri, in consulenza con altri, un consulente direttore sanitario. In quelle strutture che cosa accade? Prescritto il farmaco, chi lo somministra non ha una responsabilità diretta.
Se noi siamo più chiari, e su questo avete ragione, nel chiarire il rapporto della figura con la struttura, ed è un primo aspetto, se noi ci fermiamo al primo comma dell’emendamento ed eliminiamo l’inquadramento... Perché questo può portare problemi e aggravio di spesa per il bilancio delle strutture accreditate. Ci fermiamo all’ordine professionale, quindi un farmacista inquadrato, con tutti i requisiti per poter esercitare, ed eliminiamo “inquadrato nell’organigramma secondo le dimensioni della struttura”... Perché eliminando “inquadrato nell’organigramma” è chiaro che questa figura può essere consulenziale rispetto anche ad altre strutture. Possono trovare una forma di equilibrio che non incida, al momento, sull’adeguamento della spesa, ed eliminiamo, perché anche questo può essere un vincolo, il secondo e il terzo comma. Quindi, affrontiamo l’aspetto della somministrazione e della presa in carico del farmaco in tutte le strutture, che non deve essere un dipendente, perché non prevediamo l’inquadramento nell’organigramma della struttura stessa, ma c’è una responsabilità definita.
Il resto, anche l’adeguamento della retta, è successivo, perché non ci sono i tempi per fare questo ragionamento. Lo ritengo utile perché, durante questa fase di emergenza Covid, molte situazioni al limite si sono presentate anche nei centri diurni, che hanno operato in assenza di presenza, hanno operato in remoto, e sono accadute cose incresciose per il paziente e per i familiari del paziente, ai quali è stata scaricata la responsabilità anche della somministrazione. Il principio per il quale ci sia un responsabile farmacista inquadrato e iscritto all’albo credo che possa essere salvato in questo modo.
Propongo, quindi, se il collega Presidente Pellegrino è d’accordo, di fermarci all’iscrizione all’albo e di eliminare tutto il resto con un subemendamento. Quindi, l’articolo 1 diventa: “Negli studi di ricovero presso i servizi per le tossicodipendenze SerT – anche qua, sai di che cosa stiamo parlando, Ignazio? Dei SerT – […] la distribuzione degli stessi, quindi approvvigionamento, conservazione, allestimento e distribuzione degli stessi, deve avvenire sotto la responsabilità di personale farmacista in possesso dei requisiti”. Senza che questo sia dipendente della struttura, perché eliminiamo “inquadrato nell’organigramma”, perché questo sì che appesantirebbe il modello organizzativo e anche la retta. Ed eliminiamo anche il comma 2 e il comma 3.
Questa è la proposta che io faccio. Credo che così possa essere un contributo per superare una difficoltà che oggettivamente c’è. Stiamo parlando di somministrazione di farmaci.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Domenico Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente Gatta.
Credetemi, io non sono contrario a questo emendamento, ma certe volte vado in confusione perché non riesco a capire se la maggioranza sa qual è l’attività politica programmatoria nei termini di governo della sanità pugliese o non lo sa, sa quello che avviene nelle strutture regionali che governano il welfare e la sanità o non lo sa. Potrebbe anche essere un buon indirizzo quello di richiedere la presenza di un’ulteriore figura professionale al servizio dei cittadini, ma come si fa ad imporre, per esempio, alle strutture private che, a seguito del provvedimento regionale scorso, non fa altro che penalizzare queste strutture, le RSA, le RSSA, in considerazione del fatto che vengono tagliati i posti a disposizione e viene contrattualizzato e pagato soltanto il 30 per cento e in virtù del fatto che queste strutture, anche a seguito del Covid, hanno subìto delle limitazioni e quindi dei minori introiti, ma sono state costrette, invece, a sostenere ulteriori costi, con spazi dedicati per l’emergenza Coronavirus e nuove assunzioni.
La cosa ancor più raccapricciante è che le tariffe sono ferme al 2010. Sappiamo che in questi giorni ci sono state vibrate proteste da parte dei gestori delle residenze sanitarie assistenziali, delle residenze sociosanitarie e dei centri diurni perché non ce la fanno più con i lacci e lacciuoli, le limitazioni imposte dal Governo regionale ed anche con le tariffe sempre più basse.
Se veramente vogliamo considerare la figura e il ruolo professionale del farmacista, bisogna sostenere e dare la possibilità a queste strutture private di poter assumere un farmacista. Ribadisco, sono già in difficoltà, e non lo dico io, ma lo dicono loro, lo hanno comunicato al Governo Emiliano, hanno fatto delle manifestazioni anche nelle ultime sedute del Consiglio regionale qui, hanno comunicato alla Presidenza della Regione la loro grande difficoltà a seguito di questi esempi che vi ho appunto poc’anzi enucleato.
Quindi, tagli dei posti a disposizione, tariffe ferme al 2010, nuovi spazi e nuove assunzioni per far fronte all’emergenza Coronavirus, nessun sostegno da parte della Regione Puglia. Anche gli hospice hanno le tariffe ferme a tantissimo tempo fa. Il costo della vita aumenta, ma la Regione non investe e non aggiorna.
Se non vogliamo fare demagogia e vogliamo veramente introdurre questa figura, si deve prevedere che per le strutture ci sia la possibilità, da un punto di vista economico, di poter pagare queste figure professionali, perché poi le strutture pubbliche saranno inadempienti e siccome sono strutture pubbliche nessuno gli dice niente. Le strutture private, se non riescono ad adempiere a questi nuovi obblighi di legge, vengono sanzionate, perché alle strutture pubbliche nessuno si presenta a fare sanzioni e alle strutture private sì. E si subiscono, naturalmente, le ritorsioni di questi provvedimenti di legge.
Quindi, sì all’introduzione di queste figure professionali, ma diamo realmente la possibilità di essere assunte e pagate e che sia data anche dignità ad un ruolo professionale, che ritengo importante.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Gian Nicola De Leonardis.
Speaker : DE LEONARDIS.
Grazie, colleghi.
Volevo fare un intervento anche in relazione alle aperture del Presidente Romano. Noi stiamo facendo, qui, un intervento legislativo senza sentire le altre parti, pubbliche e private, né i sindacati né le associazioni di categoria né le associazioni di rappresentanza, dicendo che cosa? “Negli istituti di ricovero (‘ricovero’ è un concetto molto generico), presso i servizi delle tossicodipendenze, SerT (e ci siamo), nelle case di cura private (e ci siamo) ed in tutte le altre strutture pubbliche e private ove sono utilizzati i farmaci”. Vogliamo definire quali sono queste strutture pubbliche e private ove sono utilizzati i farmaci? In un centro per anziani in un paese, preso un appalto del Comune, dove l’anziano si prende la pillola per la pressione, dobbiamo far mettere la consulenza del farmacista perché l’anziano si deve prendere la pillola per la pressione?
In un asilo nido, dove un bambino necessita di prendere, per una patologia, o in un asilo più grande, dei farmaci, dobbiamo mettere il farmacista in materia di consulenza o in altra materia? Lo chiedo ai colleghi, con molta calma e tranquillità. Ci sono Regolamenti ben precisi che individuano, in base alle strutture specifiche, le cose che vanno fatte, le persone che vanno messe, le specifiche situazioni. Intervenire oggi, qua, in mezzo a una legge Omnibus senza aver sentito nessuno, senza esserci confrontati con i sindacati, con le associazioni di categoria, come facciamo sempre in Commissione, e non aver capito che con questa legge rischiamo solo di danneggiare piuttosto che aiutare queste strutture, che sono in grandi difficoltà, come avete sentito or ora... Facciamo le cose, ma facciamole in un senso, con ordine, con tranquillità. Non è che uno è contrario che ci sia il farmacista in queste strutture. Ma vogliamo capire che, se noi scriviamo delle cose del genere, dovunque lo devi mettere il farmacista, in tutte le strutture pubbliche e private, da tutte le parti? Non è che è una cosa specifica qua. Noi diciamo che il farmacista va da tutte le parti. Se tu ti vuoi misurare la pressione in Consiglio regionale, deve stare il farmacista. Vogliamo specificare bene? Se dobbiamo parlare di regolamenti da modificare, vanno modificati nel luogo giusto. Quindi, ci vuole anche la struttura della dirigente dell’Assessorato. Ritiriamo questo emendamento.
Peraltro qui è scritto: “L’ottemperanza della presente legge viene riconosciuto quale requisito per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio”. Oggi tu per chiedere l’autorizzazione all’esercizio la chiedi al Comune, per cui devi avere già il farmacista assunto nel momento in cui chiedi l’autorizzazione all’esercizio.
Vi chiedo, colleghi, di ritirare questo emendamento, di rivederlo, perché ci sono delle cose oggettive da considerare. È troppo generico, è troppo aleatoria la situazione. Vediamo regolamento per regolamento, struttura per struttura, dove dobbiamo integrare la figura del farmacista, in collaborazione con le associazioni di categoria, con i sindacati anche dei farmacisti, e facciamo le cose perbene. Non è una questione politica, ma è proprio una questione di buon senso, e mi sembra che qui oggi siamo oltre.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola alla collega Rosa Barone.
Speaker : BARONE.
Sarò velocissima.
Da farmacista credo di poter dire la mia. Sono assolutamente a favore del principio di poter in qualche modo favorire una maggiore professionalità anche a chi, durante il Covid, in qualche modo ha dimostrato una grossissima abnegazione per il lavoro, in prima fila, forse al pari di altre categorie, però forse anche molto meno menzionata. Credo, quindi, che vada dato a questa categoria di professionisti assolutamente encomiabili.
Dall’altro lato, però, una cosa del genere è veramente fatta male, perché credo che ci voglia serietà per introdurre una professionalità di questa maniera con questo tipo di proposta di legge, con questa norma, nella quale ulteriormente, come diceva benissimo il collega De Leonardis, non soltanto a qualsiasi livello pubblico e privato, ma anche a qualsiasi ora, perché alcuni farmaci vanno dati di notte o al primo mattino. Quindi, dovrebbe esserci un farmacista ventiquattr’ore su ventiquattro in tutte queste strutture pubbliche e private, il che è veramente inopportuno, oltre che vanno ascoltate credo le parti sociali, i sindacati e tutte le parti interessate.
Quindi, anche se può avere un senso, anche di buonsenso o comunque può essere condivisibile per alcuni aspetti, va assolutamente introdotta una figura del genere in maniera seria, anche perché non può gravare sulle tasche magari dei pensionati o di chi si va a ricoverare, perché alla fine, magari, pur di avere l’accredito, metteranno la figura e questa figura, che è una figura professionale, quindi vanno adeguate le tariffe alla sua normativa, queste tariffe potrebbero poi pesare alla fine su chi magari è ricoverato e ha grosse già difficoltà (bambini, adulti o anziani). Va visto in maniera assolutamente seria.
Chiedo di ritirarlo. Immagino che ci siano farmacisti che stando a spasso vorrebbero essere introdotti nelle cliniche o nei SerT, però ritengo che vada fatta anche un’introduzione in questa maniera a tutto tondo, a 360 gradi, ma soprattutto in maniera molto, molto più seria e ragionata. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Paolo Pellegrino.
Speaker : PELLEGRINO.
Soltanto pochi secondi per dire che il dibattito su questa proposta mi pare che sia andato al di là delle stesse intenzioni del proponente.
Questa iniziativa, a firma di parecchi consiglieri della maggioranza, è nata anche sulla base di una proposta di legge che a suo tempo fu presentata da parte di un altro consigliere, in particolare dal consigliere Borraccino, che non aveva avuto un iter, ma si era fermata non so in quale meandro del procedimento. Di fatto, si è pensato di prendere di questa proposta di legge, di quella proposta di legge un momento di principio. Questo emendamento ha la finalità, almeno così l’ho pensato io e sono d’accordo nell’iniziativa di Pino Romano di eliminare il secondo e il terzo comma, perché questi due commi danno una valenza alla norma diversa da quella che, invece, noi vogliamo darle.
Il principio che in tutte le strutture dove è a rischio la vita delle persone a seguito del maneggio e della somministrazione di farmaci, questa procedura deve essere sviluppata da un farmacista. Questo è il principio di questa norma. Ecco perché sono d’accordo sugli emendamenti proposti da Pino Romano, e cioè di eliminare la parte che fa pensare ad assunzioni strutturate, quindi aprire lo spazio anche a rapporti consulenziali, ed eliminare i due commi, il secondo e il terzo, che lasciano pensare pure che questo sia un elemento di automatismo nel procedimento di accreditamento.
Che cosa voglio dire? È evidente che le perplessità di De Leonardis vanno sciolte attraverso un Regolamento. Ci sarà un’integrazione del Regolamento che dirà quando, dove e perché questa presenza, questo controllo, questa responsabilità del farmacista si debba concretizzare nell’ambito del procedimento assistenziale, perché questo è quello che dice questa norma. Il Regolamento sarà un’esplicazione...
Sì, ma tutte le strutture significa che il Regolamento dirà per quale tipo di somministrazione sarà necessaria la responsabilità del farmacista. L’idea di dire che ci vuole il farmacista se devono somministrare la pillola al bambino mi sembra un po’...
No, non dice questo.
Ridicolizzare un’iniziativa che mi sembra, invece, commendevole.
Credo che con le correzioni che ha proposto il Presidente Romano questa norma possa valere come principio ispiratore per la regolamentazione futura. È evidente che se dall’esperienza dovesse nascere...
Fammi finire, scusa.
È evidente che se da questa esperienza dovesse nascere un aggravio di spesa per il privato, di questo, poiché le tariffe vengono determinate sulla base dei costi, soprattutto delle risorse umane, si terrà conto all’interno della nuova tariffa che si andrà a determinare. Non c’è questo rischio, ma affermiamo un principio di civiltà perché evitiamo che il maneggio e la responsabilità della somministrazione dei farmaci avvenga al di fuori di quelle che sono le competenze professionali adeguate a questa somministrazione e a questo maneggio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Presidente, molto rapidamente. La perplessità espressa dal collega De Leonardis credo sia puntuale. La norma si consegna, per un verso inevitabilmente, ma per l’altro verso dobbiamo porre rimedio, alla sua genericità. Però potremmo porre rimedio, a mio parere, più che dettagliando la tipologia, cosa che andrebbe fatta, però, come dice Paolo, magari in una fase attuativa, potremmo benissimo correggere il richiamo all’utilizzo dei farmaci, perché il concetto di utilizzo è molto generico, effettivamente anche in un asilo il farmaco viene utilizzato, e sostituirlo con l’espressione “somministrazione”, cioè parlando di strutture in cui ordinariamente ci sia… Questa è una perplessità di fondo. Però, sicuramente la somministrazione è un concetto un po’ più circoscritto, più puntuale, che fa riferimento a una struttura in cui ordinariamente, svolgendosi attività di cura e assistenza, c’è la somministrazione. Del resto, l’utilizzo è anche il farmaco del tutto casualmente utilizzato all’occorrenza, come può avvenire in una struttura come quella a cui facevamo riferimento.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Conca.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente.
Volevo informarvi che esiste più di una delibera di Giunta regionale, e ve le cito così magari qualcuno può verificare, la delibera n. 1668 del 7 agosto 2012, la delibera n. 1795 del 6 agosto 2014 e la delibera n. 813 del 7 maggio 2016, con cui la Regione ha approvato, a partire dall’anno 2012, lo schema di contratto tipo per l’erogazione e l’attività di prescrizioni sanitarie in regime riabilitativo residenziale e semiresidenziale.
In buona sostanza, in materia di approvvigionamento di farmaci e prestazioni strumentali e specialistiche non ascrivibili a trattamenti riabilitativi in questo caso, l’erogazione da parte delle ASL potrà avvenire necessariamente su presentazione di ricetta medica. Insomma, senza dover andare avanti, già oggi tutte le strutture private hanno la possibilità di approvvigionarsi. Io non ho capito a cosa serva fare un ulteriore… Si dice che non funzionano le farmacie territoriali, non funzionano le farmacie ospedaliere, e adesso ne vogliamo fare altre all’interno di strutture private, molte delle quali non hanno neanche il direttore sanitario in alcuni casi. Ma immagino che si riferiscano a strutture che hanno un direttore sanitario.
Francamente la ritengo inutile, perché chi vuole approvvigionarsi già lo fa. È solo un modo per esternalizzare un’altra parte di servizio che dovrebbe assicurare il servizio sanitario regionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Che dobbiamo fare?
Speaker : PELLEGRINO.
Se siamo d’accordo…
Speaker : PRESIDENTE.
Non lo so. Non l’ho ancora capito.
Speaker : PELLEGRINO.
Sto per fare una proposta, Presidente.
Raccogliendo anche le sollecitazioni che sono venute sia in ordine al titolo che in ordine all’inciso “in tutte le strutture pubbliche e private”, riformulerei l’emendamento integrando la modifica che ha fatto Pino Romano e togliendo questo inciso “in tutte le altre strutture pubbliche e private”. Sicché, la norma sarebbe concentrata nel modo seguente: “Negli istituti di ricovero presso i servizi per le tossicodipendenze, nelle case di cura, pubbliche e private, ove sono utilizzati farmaci di approvvigionamento…”. Così si toglie quella genericità “strutture pubbliche e private” che, effettivamente, potrebbe far pensare che anche in una scuola pubblica o in una scuola privata ci vuole il farmacista. Questo è tutto.
Se siamo d’accordo su questo punto, lo riscrivo. Se mi date cinque minuti, lo riscrivo e correggo anche il titolo.
Speaker : PRESIDENTE.
È già pronto?
Vediamo un po’.
L’emendamento definitivo che propone il proponente è questo: “Negli istituti di ricovero presso i servizi per le tossicodipendenze e nelle case di cura pubbliche e private ove sono utilizzati farmaci l’approvvigionamento, la conservazione l’allestimento e la distribuzione deve avvenire sotto la responsabilità di personale farmacista in possesso di abilitazione all’esercizio professionale iscritto al relativo Ordine. I commi 2 e 3 sono eliminati”.
Questo è il testo definitivo. Votiamo.
Presenti 25, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 3.
È approvato.
Emendamento di pagina 33, a firma Ventola.
Speaker : DI BARI.
Se volete, lo spiego. È firmato da entrambi, in realtà.
Si tratta del cambiamento di destinazione d’uso di somme che erano già appostate nel bilancio di previsione del 2018, quindi non comporta oneri di spesa. Si tratta soltanto di utilizzare quelle somme per la sistemazione dei piloni del Ponte Romano di Canosa.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo. Stiamo organizzando un po’ meglio gli emendamenti. Stiamo votando l’emendamento Ventola.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 28, contrari 1, astenuti 1.
È approvato.
Adesso passiamo al 34, borse di studio in Medicina generale, a firma Pellegrino.
Parere del Governo? Possiamo procedere?
Collega Zullo, prego.
Speaker : ZULLO.
[...] questi medici rispetto agli altri? A me non pare.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho capito nulla. Lo sta ritirando?
Speaker : PELLEGRINO.
Ho chiesto la parola. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Sto cercando di capire.
Speaker : PELLEGRINO.
Volevo chiarire una cosa. Posso pure ritirarlo, però dico proprio a Zullo che questo emendamento tende a risolvere un conflitto giurisprudenziale che c’è stato in ordine al procedimento di definizione delle borse di studio in medicina generale. Attraverso questa legge, che io ho copiato da altre Regioni che hanno sanato quel conflitto giurisprudenziale, con questa norma si dà spazio e si sana una situazione che non dipende dai medici, ma dipende esclusivamente da una diversa visione di giudici diversi, giudici diversi che hanno detto che questa è materia che deve essere regolamentata da legge regionale. Io sto proponendo questa legge regionale. Però, se ritenete che, oggi come oggi, i giovani medici non vadano sostenuti e non vadano supportati in momenti di difficoltà per l’accesso alle borse, io lo ritiro. Non ho nessun figlio o fratello che deve avere…
Speaker : PRESIDENTE.
L’emendamento è ritirato.
Speaker : PELLEGRINO.
No, non ho detto questo, scusami. Siccome ha fatto delle obiezioni, il collega Zullo, se il collega Zullo, che ritengo competente in materia essendo un medico, lo ritiene opportuno io lo ritiro.
Speaker : ZULLO.
Scusate, ho letto l’emendamento e ho fatto una domanda. Qui si dice che i medici fanno la formazione per la medicina generale, ci sono alcuni che accedono con la borsa e alcuni in sovrannumero che non hanno borsa, e alla fine gli uni e gli altri ottengono l’attestato finale di formazione specialistica in medicina generale. Da quanto viene scritto in questo emendamento dice: “In considerazione anche della carenza di medici di medicina generale nella regione, sono ritenuti validi e privi di riserva alcuna come già a tal fine rilasciati”. Allora, io so che non c’è nessuna differenza tra i medici che acquisiscono il titolo con la borsa e i medici che acquisiscono il titolo senza borsa. Non c’è nessuna differenza. Questo so io. Allora io chiedevo: ma scusa, ti risulta che c’è una discriminazione tra gli uni e gli altri? A me non risulta. Per cui, questo emendamento lo ritengo ultroneo.
Se mi dici che c’è una discriminazione perché chi non ha avuto accesso alla formazione con la borsa non può prendere la medicina generale, non può fare la guardia medica eccetera, eccetera, allora è un altro discorso. Però, a me risulta che non c’è nessuna discriminazione, nessuna differenza tra gli uni e gli altri.
Speaker : PELLEGRINO.
Come si direbbe in un’aula di tribunale, data l’ora tarda io ritiro questo emendamento, perché la motivazione richiederebbe un dibattito notevole, ed eventualmente mi riservo di riproporlo alla prossima seduta.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Emendamento 34, a firma Marmo e Gatta: “Integrazione alla legge regionale n. 49”.
La parola al collega Marmo.
Speaker : MARMO.
La legge n. 49, che tutti quanti presumo conoscete, prevede che dal 1° luglio tutte le strutture che vengono fittate ai fini turistici debbano fare un’autocertificazione, i proprietari devono fare un’autocertificazione presso il portale della Regione e ottenere un codice, il cosiddetto codice CIS. Accade che in alcuni comprensori la richiesta che ci viene non è di un singolo cittadino, ma di una serie di cittadini che hanno immobili ville o abitazioni in zone turistiche per le quali dovrebbero erroneamente certificare che vi è tutta l’agibilità prevista dalle norme urbanistiche. Con questa aggiunta al comma 1 dell’articolo 10 della legge n. 49 noi andiamo ad escludere, per il momento, quelle abitazioni che, in virtù della loro esistenza in un contesto articolato, non hanno ancora ricevuto dalle Amministrazioni locali, e quindi i Comuni…
Io mi sono interessato proprio di una questione di questo tipo dove l’Amministrazione comunale non ha realizzato le urbanizzazioni primarie. Le case, però, esistono, sono case legittime, perché tutte quante condonate, ma i cittadini non potrebbero a questo punto provvedere all’affitto di queste abitazioni. In questo caso, con questa aggiunta, eliminiamo l’obbligo per queste abitazioni solo fino a quando la pubblica amministrazione non realizza le opere di urbanizzazione.
Credo che sia legittimo che un cittadino non sia penalizzato per il semplice fatto che una pubblica amministrazione, attraverso l’Acquedotto pugliese o attraverso l’AIP, non abbia le infrastrutture necessarie affinché ci siano tutte le previsioni urbanistiche e siano penalizzati dal fatto di non poter locare queste abitazioni.
È uno stato di necessità determinato dall’entrata in vigore dal 1° luglio del codice CIS.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Lo chiedo al collega Marmo. La norma a cui egli vuole aggiungere l’inciso proposto è una norma che prevede la soggezione alle disposizioni di quel Capo, cioè alle norme di trasmissione dei dati statistici sul movimento turistico. Il collega Marmo chiede di eliminare l’obbligo della rilevazione dei dati statistici del movimento turistico sulle strutture ubicate nei territori in cui l’Amministrazione pubblica non ha realizzato le opere di urbanizzazione primaria e ha adempiuto agli ulteriori obblighi di sua competenza.
Io non riesco a dare all’impronta un giudizio. Sarebbe necessaria la presenza dell’assessore, del Governo. Mentre colgo la proposta del collega, non riesco a cogliere il rilievo dei dati statistici e la privazione dei dati statistici sulla base di una serie di questioni, che possono essere questioni di carattere fiscale, possono essere questioni di carattere programmatorio, possono essere una marea di questioni.
Mentre l’intento del collega Marmo è chiaro, siccome quella esenzione interviene sul Capo II di quella legge, rubricato “Rilevazione dei dati sui flussi turistici a fini statistici”, quindi la trasmissione, le sanzioni per la mancata trasmissione... Quel Capo prevede anche che la mancata trasmissione dei dati statistici prevede una sanzione. Se, invece, l’intento del collega Marmo è quello esclusivo, cioè di eliminarli da quell’onere relativo a tutti gli adempimenti dei servizi è un conto, forse andrebbe specificato meglio, però io non li sottrarrei dalla rilevazione dei dati statistici, che è cosa diversa. È anche un dato che può servire alla Regione per effettuare la programmazione, anche per vantare il successo della Regione.
Quindi, se circoscriviamo l’esenzione a che tipo di esenzione noi facciamo beneficiare le strutture ubicate in territori in cui l’Amministrazione non ha realizzato le opere di urbanizzazione primaria mi sembra più utile. Ma se li escludiamo tout court dalla rilevazione statistica, mi pare che potremmo avere qualche problema.
Comunque, non c’è l’assessore al turismo, quindi proviamo a fare da noi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : MARMO.
Il problema, collega Amati, non è che queste persone, che sono una pluralità di abitazioni e di ville in una provincia pugliese, si rifiutano di rendere noto o di comunicare l’esistenza della struttura. Il tema è complicato e ho cercato di deviarlo in questo modo, perché il cittadino dal 1 luglio deve andare sul portale di Puglia Turismo e deve certificare che quelle abitazioni hanno tutte le agibilità previste dalla legge. Uno non può certificare il falso. Non riusciamo in questa fase a dire a Puglia Turismo “modifica il portale e fammi solo comunicare”? Anche perché con la comunicazione attraverso il portale io certifico in quel caso il falso e se qualcuno viene a fare l’ispezione poi subentra anche la dichiarazione di falso. Ma serve a ottenere un numero, che è il CIS, che serve poi a effettuare i controlli successivi.
Allora noi diciamo: esentiamo quelle strutture, quelle abitazioni, quelle case le cui Amministrazioni pubbliche non hanno fatto le urbanizzazioni primarie. Dopo che le hanno realizzate, nei due mesi successivi sono obbligate a iscriversi. Queste persone fino all’anno scorso, fino a due mesi fa potevano fittare e dal 1 luglio non possono fittare più, perché è una norma che doveva provvedere da sé all’esenzione.
Speaker : PRESIDENTE.
Ci sono altri interventi? Dobbiamo procedere al voto. Prego, collega Amati.
Speaker : AMATI.
Presidente, siccome l’intento è chiaro, io non so che cosa genera, io non lo so, ovviamente chi è assente è colpevole, perché poi non è che si può dire “ah no, il Consiglio ha sbagliato”, perché in Consiglio bisogna esserci, siccome l’argomento è un argomento, secondo me, imponente da un punto di vista tecnico, ma il collega ha lavorato e non è colpa sua evidentemente del fatto che non possiamo fare l’approfondimento. Noi favoriamo l’iniziativa, ognuno nel modo che vorrà, l’iniziativa del collega Marmo, purché poi, rispetto al problema posto, nessuno ci addebiti la complessità delle conseguenze. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo al voto.
Presenti 27, votanti 20, favorevoli 19, contrari 1, astenuti 7.
È approvato.
Torniamo agli emendamenti accantonati, a firma di Piemontese.
Il primo è di pagina 17.
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
È l’emendamento sulle spese del personale. È un emendamento tecnico. Sostanzialmente, stiamo adeguando le nostre norme regionali in materia di spending review al nuovo quadro delle norme statali che è intervenuto medio tempore. Quindi, è un adeguamento sostanzialmente al DL n. 124 del 2019.
Speaker : PRESIDENTE.
È un articolo aggiuntivo.
Poi, c’è un altro di pagina 19, con un subemendamento. Procediamo al voto.
Presenti 29, votanti 17, favorevoli 17, astenuti 12.
È approvato.
Emendamento di pagina 19.
C’è un subemendamento con cui si sostituiscono le parole “sei mesi” con “dodici mesi”.
Il subemendamento viene...
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
Lo avevo già scritto.
Speaker : PRESIDENTE.
Ho capito. Viene recepito...
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
Nell’emendamento, siccome erano più voci, c’è stato un errore tecnico, nel senso che ab origine l’indirizzo era quello di fare un rinvio di dodici mesi. È stato chiesto da più parti. Avevo detto anche al collega De Leonardis che avevo già corretto.
L’emendamento recepisce già i dodici mesi. La versione che ha il Presidente in mano, come vede...
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Ci sono interventi? Possiamo procedere.
Votiamo l’articolo aggiuntivo di pagina 19.
Presenti 26, votanti 20, favorevoli 20, astenuti 6.
È approvato.
Adesso dobbiamo votare l’intero articolato, così come via via si è composto.
Ci sono interventi? Votiamo.
Non c’è il numero legale? Adesso votiamo e vediamo quello che esce.
Presenti 29, votanti 27, favorevoli 27, astenuti 2.
È approvato.
Il collega Amati chiede l’urgenza.
Votiamo per alzata di mano.
È approvata.
Stavo contando – non credo che siamo ventisei – per provare a vedere i debiti fuori bilancio. Ma ho l’impressione che non ce la facciamo. Proviamo allora.
Chiamo il punto n. 7) all’ordine del giorno: “Riconoscimento del debito fuori bilancio”.
C’è un maxiemendamento che ha assorbito tutti i debiti fuori bilancio.
Votiamo l’emendamento di pagina 1, che sostituisce l’articolo 1. Votiamo e vediamo che cosa succede.
È aperta la votazione. sulla moneta, deve votare.
Andiamo avanti. Manca uno rispetto alla maggioranza? Ci vogliono 26 voti. Chiedo aiuto. Sull’emendamento non è sufficiente…
Non faremo un voto finale su questo testo? Allora, quello vale.
Presenti 32, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 6.
È approvato.
Votiamo un altro emendamento soppressivo. È una macchinazione quasi incomprensibile. L’importante è che votiamo.
Presenti 28, votanti 27, favorevoli 23, contrari 4, astenuti 1.
È approvato.
Adesso dobbiamo votare il debito fuori bilancio per intero. Ci vogliono 26 voti.
Presenti 34, votanti 27, favorevoli 27, astenuti 7.
È approvato.
Con questa approvazione decade il debito fuori bilancio numero 68 del punto n. 8).
Votiamo l’urgenza.
L’urgenza è accordata.
Passiamo al punto n. 2: disciplina del demanio e patrimonio regionale.
Il Presidente Caracciolo non c’è. La relazione la diamo per letta. A meno che non ci sia qualche Vicepresidente. No.
Cominciamo con le votazioni.
Prego, collega Di Gioia.
Speaker : DI GIOIA.
Volevo capire dall’assessore proponente qual è l’urgenza di farlo come ultimo atto del Consiglio e la portata di queste norme, che mi paiono impattare in maniera significativa su tutto il sistema. Quindi, una valutazione se è proprio necessario affrontare oggi come ultimo Consiglio una riforma così. Ce lo spieghi. Non l’ho guardata bene.
Il tema è che se viene meno il numero questo diventa ostativo a tutto il prossimo Consiglio, immagino. Facciamo una valutazione se è il caso di mettere questa pietra d’inciampo sul prossimo Consiglio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Il collega Di Gioia propone di non discuterlo proprio. Dice, se procediamo al voto e dovessimo trovare un inciampo...
Bisogna procedere.
Assessore, si sieda. Questo modo di procedere non riesco a sopportarlo. Si sieda. Dopodiché, c’è l’articolato. Adesso procedo con la votazione. Poi vediamo. Quello che succede lo affronteremo, a meno che il Governo non ritiri il provvedimento. Non esiste.
Articolo 1.
Votiamo.
Presenti 20, votanti 14, favorevoli 14.
Non siamo in numero legale. Sono obbligato a stare qui un’ora.
Il Consiglio è aggiornato alle ore 17,33.
La seduta è aggiornata a fra un’ora. Ci vuole un’ora.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 17,33, per Regolamento.
Poi, siccome non succederà nulla, ce ne andremo. Io qui lavoro un po’, faccio un po’ di telefonate e fra poco ce ne andiamo tutti.
La seduta è tolta.
Ci aggiorniamo a martedì 28 luglio.