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C.r. Puglia 09.07.2020
FILE TYPE: Video
Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutti. Prendiamo posto.
Hanno chiesto congedo Abaterusso, Caracciolo ed Emiliano.
Prima di passare al punto n. 1), per ragioni tecniche e organizzative vi chiedo di votare la delibera dell’Ufficio di Presidenza “Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2019”.
Chi è d’accordo? Bisogna alzare la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Primo punto all’ordine del giorno: “Proposta di legge Laricchia, Trevisi ed altri ‘Censimento e mappatura degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili a servizio di edifici pubblici’”.
La parola al Presidente Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, la presente proposta di legge si pone l’obiettivo di realizzare un censimento degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili a servizio degli edifici pubblici presenti sul territorio regionale, al fine di collezionare dati e informazioni indispensabili per provvedere a un’efficiente programmazione degli interventi e delle risorse economiche destinate a rendere gli edifici pubblici sostenibili dal punto di vista ambientale.
Il monitoraggio costituirà uno strumento importante per gestire nel migliore dei modi il contributo del settore pubblico al conseguimento degli obiettivi di consumo di energia da fonte rinnovabile e di abbattimento delle emissioni di CO2.
La proposta di legge intende creare, attraverso la mappatura, una nuova forma di collaborazione tra Regione e Comuni per cooperare alla realizzazione di uno strumento condiviso e immediatamente intellegibile.
Lo sviluppo di una simile architettura integrata nel sistema informativo territoriale (SIT) della Regione Puglia, a cura della Sezione tutela e valorizzazione del paesaggio, fornirà un accesso ai dati attraverso strumenti e funzionalità che garantiscono semplicità di utilizzo.
L’utente potrà consultare interattivamente le informazioni sugli impianti rinnovabili a servizio degli edifici pubblici accedendo ai loro dati tecnici principali, conoscere lo stato di funzionamento e manutenzione dell’impianto, individuarne l’esatta collocazione e ogni ulteriore utile caratterizzazione.
Con la presente proposta di legge si intende pervenire unicamente al censimento degli impianti installati a servizio degli edifici e delle strutture di proprietà delle amministrazioni pubbliche di cui al comma 2 dell’articolo 1 del decreto legislativo n. 165/2001 destinati allo svolgimento di una funzione di interesse pubblico.
La presente proposta di legge non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
Nella seduta del 25 luglio 2019, la presente proposta di legge, corredata da due emendamenti, è stata approvata alla unanimità dei voti dei commissari presenti.
Si ringrazia la Commissione tutta e il Dipartimento competente per la fattiva collaborazione e si rimette il provvedimento alla valutazione del Consiglio regionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Se ci consentite un po’ d’ordine, possiamo procedere più speditamente.
Articolo 1. Procediamo al voto.
Ne mancano cinque. Io non posso fare nulla. Io cinque volte non posso votare. Vediamo il risultato. Quanti ne mancano? Non ci siamo.
Hanno già votato. Quando siamo tutti d’accordo…
Ho capito. Come abbiamo già concordato, avete spinto il bottone per Bozzetti? Vi siete dimenticati. Per Aloisi valeva la stessa cosa, come da accordi.
Ragazzi, siccome abbiamo precedenti, ci vediamo fra un’ora. Non voglio creare precedenti.
Il Regolamento lo conoscete. Abbiamo votato. Non si può ripetere.
Peraltro, anche se alcuni consiglieri stanno sugli spalti, l’accordo era che potevate votare tranquillamente. Avete votato.
Ci aggiorniamo qui tra un’ora. Non posso fare diversamente. Abbiamo superato l’ora, per cui riprendiamo i lavori del Consiglio regionale.
Primo punto all’ordine del giorno. Eravamo al voto sull’articolo 1. Votiamo.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
È approvato.
Articolo 2.
Presenti 26, votanti 25, favorevoli 25.
È approvato.
Articolo 3.
Presenti 27, votanti 26, favorevoli 26, astenuto 1.
È approvato.
Articolo 4.
Presenti 26, votanti 25, favorevoli 25, astenuto 1.
È approvato.
Ci sono dichiarazioni di voto? No.
Votiamo l’intero testo di legge.
Presenti 25, votanti 25, favorevoli 25.
È approvato.
Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno: “Proposta di legge Liviano D’Arcangelo ‘Valorizzazione antropologica-storica-culturale Mar Piccolo di Taranto’”.
La parola al Presidente Santorsola. Bene, la relazione viene data per letta.
Non ci sono interventi in discussione generale, anche se vedo il collega Santorsola iscritto a parlare. Bene.
Articolo 1.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
È approvato.
Articolo 2.
Manca un voto.
Presenti 25, votanti 25, favorevoli 25.
È approvato.
Articolo 3.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato.
Sulla norma finanziaria c’è un emendamento sostitutivo. Votiamo.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
È approvato.
Dichiarazioni di voto.
Votiamo l’intero testo.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Punto n. 3) all’ordine del giorno.
Su questo punto ci sono tanti emendamenti. Va bene. Sono emendamenti aggiuntivi.
Siamo al punto n. 3) all’ordine del giorno.
Articolo 1. Poi seguiranno una serie di articoli aggiuntivi, di emendamenti aggiuntivi.
Articolo 1.
Presenti 25, votanti 21, favorevoli 21, astenuti 4.
È approvato.
C’è qualche problema, Presidente Marmo? Lei si distrae. Si fa distrarre. L’ho richiamato due volte. Siamo al punto n. 3): integrazioni alla legge regionale 19 dicembre, n. 36. È un disegno di legge.
Adesso abbiamo votato un articolo, il primo, l’articolo 1. Poi seguiranno una serie di emendamenti aggiuntivi.
Il primo emendamento è a firma Loizzo.
Votiamo.
Presenti 27, votanti 20, favorevoli 20, astenuti 7.
È approvato.
Secondo emendamento aggiuntivo, pagina 2, a firma Pisicchio.
La parola all’assessore Pisicchio.
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
Grazie, Presidente.
Si tratta di un emendamento che tende a chiarire un aspetto nella legge n. 10/2014, la legge regionale, che aveva lasciato delle interpretazioni che, in realtà, non dovevano essere lasciate.
Mi spiego in maniera sintetica. Il DPR n. 1035/72 – ovviamente si tratta di una legge nazionale – all’articolo 11, comma 2, declina in questa maniera: “non può essere assegnato un alloggio con numero di vani abitabili superiore al numero dei componenti il nucleo familiare dell’assegnatario, aumentato di uno”. Ovviamente, la legge n. 10, nell’articolato specifico, non aveva inserito questa specifica indicazione, quindi poteva succedere che un monofamiliare poteva avere alloggi più grandi rispetto alla determinazione del nucleo familiare. Con questo, quindi, stiamo ponendo chiarezza nell’interpretazione, praticamente rendendola analoga a quella del DPR.
Speaker : PRESIDENTE.
Non vedo interventi.
Procediamo al voto dell’emendamento aggiuntivo di pagina 2, a firma dell’assessore Pisicchio. Votiamo.
Presenti 29, votanti 25, favorevoli 24, contrario 1, astenuti 4.
È approvato.
Andiamo a pagina 3. Leggete con attenzione: a firma Di Gioia. Il Governo? Sì, è l’ex assessore Di Gioia. Va bene. Procediamo
Presenti 29, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 4.
È approvato.
Non vedo altri emendamenti. Li hanno presentati in questi minuti? Bene, dammeli qua. Emendamento a pagina 4, a firma Fabiano Amati e Sebastiano Leo.
Possiamo procedere al voto? Votiamo.
Presenti 32, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 4.
È approvato.
Adesso andiamo all’emendamento aggiuntivo a pagina 5, a firma Amati, Santorsola, Vizzino. Questo è per le aziende faunistiche.
Votiamo.
Presenti 26, votanti 24, favorevoli 22, contrari 2, astenuti 2.
È approvato.
Emendamento a pagina 6, a firma Amati: “Il termine ‘30 aprile’ previsto al primo periodo del comma 7 è prorogato al ‘30 luglio’”.
Votiamo.
Presenti 27, votanti 22, favorevoli 20, contrari 2, astenuti 5.
È approvato. Emendamento di pagina 7, Pentassuglia.
Collega Pentassuglia, vuole illustrarlo? Va bene, votiamo.
Presenti 27, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 5.
È approvato.
Emendamento di pagina 8.
La parola al proponente. Presidente Pentassuglia, prego.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente.
Questo emendamento mira a risolvere i problemi dei lavoratori che hanno fatto il progetto “Mi Formo e Lavoro”, perché, per un discrimine dovuto a una valutazione dei titoli, restano fuori alcuni lavoratori. È una platea molto piccola che solo con una norma può essere recuperata. Questo emendamento mira a risolvere un problema di corsi fatti che possono chiusi rispetto a una norma che definisce il percorso in maniera chiara e inequivoca.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo.
Presenti 25, votanti 20, favorevoli 20, astenuti 5.
È approvato. Emendamento di pagina 9, a firma Amati.
Votiamo.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
È approvato.
Emendamento di pagina 10, Pentassuglia.
Votiamo.
Presenti 25, votanti 18, favorevoli 18, astenuti 7.
Emendamento di pagina 11. Non riesco a leggere la firma. Colonna? Va bene.
Votiamo.
Come dici? Aspettate un poco. Non lo so. Siamo in fase di voto. Lo abbiamo approvato.
Spero che sia un emendamento utile.
Prego, consigliere Colonna.
Speaker : COLONNA.
Presidente, l’emendamento che abbiamo presentato va nella direzione di consentire l’espletamento di gare cinofile…
Speaker : PRESIDENTE.
È un’illustrazione postuma. Non vi preoccupate, non succede niente.
Speaker : COLONNA.
La legge precludeva, a caccia aperta, di espletare queste gare cinofile. Siccome il nostro territorio, soprattutto in questa fase di emergenza, sta diventando molto interessante, appetibile per l’espletamento di queste gare, che significano attività, turismo e movimento, si dà la possibilità anche in questa fase di espletare le gare cinofile.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Okay. Come dici? Abbiamo già votato! Prego.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie.
È un indirizzo che abbiamo ricevuto del Comitato tecnico faunistico venatorio regionale, che ci hanno chiesto le associazioni venatorie, per cui avevamo già espresso una posizione favorevole e che oggi abbiamo finalmente sanato e sostenuto anche in questa sede votando a favore.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ripete il quadro riassuntivo della precedente votazione? Va bene. Andiamo avanti.
Siamo all’emendamento a pagina 12, a firma del Presidente Blasi.
Votiamo. Scusate, ho chiesto di illustrarlo, adesso votiamo. Calma, calma. Sospendi un momento la votazione. È una procedura eccezionale, però… Vuoi illustrarlo? Così mi hanno detto: non lo vuole illustrare. Sergio, pensavo che fosse il tuo pensiero, rappresentato in maniera collettiva. Prego.
Speaker : BLASI.
Presidente, l’emendamento che ho presentato riguarda le strutture di riabilitazione psichiatrica e le case per le cure palliative che, dentro il fabbisogno, sono accreditate, previa naturalmente la richiesta di compatibilità. Tutto qua. Si tratta di aumentare delle opportunità. No, dentro il fabbisogno. Lo dice espressamente.
Speaker : PRESIDENTE.
L’illustrazione è stata fatta.
Votiamo. Va bene? A volte va bene, a volte va male. Io qua registro. Che cosa succede? Non ci siamo: 9 presenti. Non ho visto niente là sopra, Fabiano. Abbi pazienza. Io leggo il monitor, non vedo lì. Io non ho quattro occhi. Io leggo il monitor. Che cosa vi devo dire? A questo punto che cosa vi devo dire? Sospendiamo la seduta e vediamo… Se ci sono state queste incertezze sul voto, sospendiamo dieci minuti. Ho capito che aspettando l’intervento di Fabiano Amati – se capisco bene – molti non hanno votato. È questo che mi state dicendo? Fabiano, io guardo il monitor. Sospendiamo un momento, tanto abbiamo fatto qualche altra eccezione. Prego.
Speaker : AMATI.
Presidente, questo emendamento presentato dal collega Blasi, che ha illustrato, vedo che ha l’opposizione di alcuni colleghi. Naturalmente, non ho capito finora qual è l’opposizione dei colleghi, perché mentre il collega Blasi ha formalizzato le ragioni del suo emendamento, non ci sono stati colleghi che hanno eccepito su questo emendamento così da dialogare e poter decidere eventualmente anche il ritiro.
Perché intervengo? Perché è chiara la sorte di questo Consiglio regionale allo stato. Se a un certo punto i colleghi dell’opposizione non dovessero partecipare al voto, mancherà il numero legale e quindi il Consiglio regionale salterà e assieme al Consiglio regionale salteranno una serie di cose che abbiamo appena approvato (gli studenti dell’ADISU, i fagiani, vari altri provvedimenti).
Questo intervento in questo momento serve a capire, nel merito… Tra l’altro, vedo che è una cosa tutta consiliare, perché i colleghi consiglieri e assessori presenti stanno partecipando, poi ci sono anche gli assenti, non è che non ci accorgiamo di questo e della dinamica. È tutto un fatto consiliare. Siccome è un fatto consiliare, prego i colleghi di far conoscere qual è il motivo e ovviamente li invito a partecipare ai lavori del Consiglio regionale per portare in porto questo provvedimento che è tutto consiliare, sia della maggioranza che dell’opposizione.
Faccio un esempio e lo dico non per captare la benevolenza del collega Damascelli, c’è un emendamento che ho presentato io per salvare la legge del collega Damascelli sul problema del settore lattiero-caseario, altrimenti lo impugna il Ministero. Quindi, è una correzione della norma finanziaria per evitare l’impugnazione.
Chi è rimasto è opportuno che rimanga fino alla fine su questo provvedimento. Per far ciò, quindi, dobbiamo eliminare molti motivi di dissenso. Sull’emendamento presentato dal collega Blasi, lo ha spiegato, invito i colleghi che non sono d’accordo a spiegare quali sono le ragioni del disaccordo, così si può decidere o di ritirarlo oppure di convincersi reciprocamente. Una cosa non possiamo fare, lo dico ai colleghi consiglieri presenti e mi rivolgo agli assessori in qualità di colleghi consiglieri, cioè utilizzare questo avvenimento per ragioni estranee alla dinamica consiliare e alle questioni di merito sollevate attraverso il gioco delle assenze, perché a noi interessa, invece, a tutti i consiglieri regionali, salvaguardare un provvedimento che evidentemente non ha una natura da maggioranza o da minoranza.
Questo intervento è finalizzato a chiedere a tutti i colleghi presenti di restare in Aula per portare in porto il prodotto finale. Diversamente da ciò, in Consiglio regionale mancherà il numero legale. E quando manca la seconda volta, come voi sapete, finisce il Consiglio regionale nella seduta odierna. Quindi, vi invito a conoscere i motivi di dissenso rispetto all’emendamento presentato dal collega Blasi, affinché si possa, poi, decidere se confermarlo oppure ritirarlo.
Ovviamente, vi chiedo di essere presenti e di partecipare al voto. Non possiamo essere strumento di dispute estranee al merito del provvedimento.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Chiedo ai consiglieri di prenotarsi tempestivamente. Io leggo il monitor. Non posso guardare quelli che si accingono a chiedere di parlare.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Abbiamo compreso dall’intervento del collega Amati che le sue premure non sono tanto per questo emendamento quanto per la conclusione dei lavori dell’Aula. E questo possiamo condividerlo.
Quello che non condividiamo è l’andamento che ha preso la seduta. Se vi ricordate, la volta scorsa, sia in Consiglio che in riunione di Capigruppo, ricordai a tutti, facendo la seguente domanda: ma non avevamo un Omnibus da costruire insieme? L’Omnibus non c’è più. L’Omnibus è ricomparso quest’oggi. Se ci fossimo dati, da galantuomini, un accordo per presentare emendamenti e costruire un Omnibus l’avremmo potuto fare tutti quanti insieme, senza il problema che evidenzia Amati, e cioè che ognuno di noi tira la tessera e fa questioni di numeri, di maggioranza o di minoranza.
Rispetto a questo, tutto è cambiato. Ogni volta cambia una cosa, fino all’ultimo Consiglio regionale. Per cui, se ci fossimo detti qualche cosa probabilmente tutti quanti avremmo partecipato con maggiore convinzione a presentare le nostre proposte e avremmo costruito insieme l’Omnibus. Purtroppo, in questo Consiglio è difficile organizzare qualche cosa di comune accordo.
Veniamo all’emendamento. L’emendamento è semplicemente equivoco, non è chiaro, perché noi abbiamo approvato, Presidente Romano, di recente una normativa che andava a modificare e a semplificare la normativa esistente proprio in materia di accreditamento. L’abbiamo fatto. Quella partita doveva essere chiusa così come è andata.
Io leggo adesso questo emendamento, espungendo le parti tra parentesi del burocratese che complicano la lettura e la comprensione di un emendamento. L’emendamento dice: “Le comunità riabilitative assistenziali psichiatriche e le comunità alloggio di cui al regolamento regionale 27 novembre 2002, n. 7, e i centri residenziali per cure palliative e hospice ricompresi nel fabbisogno disciplinato dal regolamento regionale 2 marzo 2006, n. 3, sono accreditabili”. Che cosa vuol dire? Se lo sono, lo sono. Non è che lo diventano in virtù di questa norma. Se sono accreditabili è perché hanno una storicità per la quale hanno questo requisito di accreditabilità, ivi comprese le strutture già autorizzate all’esercizio ricadenti nel periodo di vigenza del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 114.
Comma 2: “I gruppi appartamento e i centri diurni di cui al regolamento regionale n. 7 autorizzati all’esercizio dell’attività alla data di entrata in vigore della presente legge sono accreditabili”, a prescindere se avevano o non avevano le condizioni di accreditabilità. Ma sono accreditabili per il semplice fatto che oggi noi approviamo questa norma e diventano accreditabili. Vuol dire che forse non avevano il requisito dell’accreditabilità. E se è così, mi dovete spiegare perché noi dobbiamo così, ad occhi chiusi, senza essere stati interpellati da nessuno, mentre per la legge sulle semplificazioni abbiamo audito il mondo intero, tutti, qui le audizioni le ha fatte solo lui? Io non sono stato interessato da nessuno. Oppure qualcuno si è iscritto – ve lo chiedo perché forse lo sapete – al registro degli operatori lobbistici della nostra regione per andare a colloquiare con Tizio, Caio o Sempronio?
Comma 3: “Sono ammesse a domanda”. Perché sono ammesse? Se avevano questo diritto, erano ammissibili. Sono ammesse a domanda. Sono ammesse a domanda in virtù di questa legge. “A valutazione fino al rilascio del parere di compatibilità le richieste presentate entro sessanta giorni”. Quindi, spostiamo di altri sessanta giorni e facciamo un sacco di discussioni? Presidente Romano, sessanta giorni, centoventi giorni: non ne posso più di queste discussioni. Chiudiamola questa storia.
Allora, o li concordiamo gli emendamenti, sennò ve li votate voi da soli e noi ce ne andiamo. Che modo di fare è questo? Già abbiamo un Presidente che scompare, ed è l’assessore alla sanità e doveva darci il suo parere qua. Collega Amati, ti ricordi che non si facevano Consigli se non c’era la presenza del Presidente Vendola in Aula? E costringemmo il Presidente Vendola a essere presente in Aula. Questo signore scompare. Oggi è pure in congedo. Pure lui prende il congedo. Ma stiamo scherzando.
Allora, chiudiamola qua questa storia, andiamo avanti, ritirate l’emendamento, e basta.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Trevisi.
Speaker : TREVISI.
Grazie, Presidente.
Io voglio fare un richiamo al buonsenso perché ci sono una serie di provvedimenti importanti sugli studenti, sul Mar Piccolo, sulla moneta. Ricordo la legge sulla moneta che è stata approvata all’unanimità in IV e I Commissione, poi è stata esaminata in Consiglio, avete chiesto un approfondimento, abbiamo fatto un approfondimento con tutte le associazioni di categoria, che hanno dato parere positivo alla legge, quindi un iter di tre anni, discussa, ridiscussa quattro volte, diverse audizioni, Commissioni e così via, quindi sono stati tutti provvedimenti meditati, studiati, riesaminati decine di volte.
Sono rimasti due Consigli regionali, evidentemente se piazziamo degli emendamenti su cui non ci sono più i tempi per un’ampia discussione, e penso che i miei colleghi non abbiano capito l’emendamento del collega Blasi, perché se non c’è stata un’ampia discussione prima è evidente che rischiamo che questi due Consigli che sono rimasti, che sono un’occasione sia per le cose importanti che la maggioranza ha proposto sia per le cose importanti che l’opposizione ha proposto, noi dovremmo utilizzare un po’ di buon senso. Ormai questa legislatura volge al termine, per cui cerchiamo di essere tutti presenti. Io sarò presente alle Commissioni e ai Consigli per votare le cose che abbiamo deciso insieme di essere utili per questa regione. Non piazziamo delle cose all’ultimo momento, sennò rischiamo di far saltare tutti i provvedimenti importanti che abbiamo votato insieme in Commissione.
Quindi, vi prego di eliminare gli emendamenti piazzati all’ultimo momento, che ci sono stati al tempo, e non ci saranno per la discussione, perché questi emendamenti faranno saltare le vostre proposte di legge e le mie proposte di legge.
Oggi sono disponibile a votare tutto, però non mi mettete anche in una situazione imbarazzante, perché non posso votare qualcosa che non è chiaro, che non ho compreso bene e non ci sono più i tempi per approfondire. Aiutiamoci a vicenda, ma non nell’interesse nostro, nell’interesse dei pugliesi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Romano, prego.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Parliamo dell’interesse dei pugliesi? Parliamo dell’interesse dei pugliesi questa mattina, va bene. Non so di cosa stava parlando il collega Amati, non so, giacche tirate, non capisco. Capisco che questo emendamento deve essere ritirato. Questo è chiaro, perché stravolge un lavoro che è stato fatto in Commissione rispetto ad un principio fondamentale che abbiamo voluto in Commissione alla unanimità: regole definite e certe quando c’è la opportunità per l’intrapresa. Questa è la regola. Avevamo bandierine con le proroghe, con i sei mesi più sei mesi, due anni più dodici mesi, il Comuni che chiede, quello che scrive e così via, che ha bloccato, di fatto, in Puglia tutto il fabbisogno, mettendo, con il parere di compatibilità, tante bandiere.
Questo emendamento, Sergio, è eccessivamente… È individuabile il soggetto, non è possibile approvarlo. In primo luogo perché smentisce quello che abbiamo fatto in tutti questi mesi con gli ultimi regolamenti che abbiamo approvato e in secondo luogo espone tutti noi a introdurre norme che sono eccessivamente circoscritte al fabbisogno, alla necessità. Lo ritiri.
Non ci sono, Fabiano, altri problemi. Stiamo approvando cose su cui molti di noi non sono d’accordo. Le abbiamo approvate? A questo punto non possiamo caricare il risultato finale di questa sorta di Omnibus di una cosa che, oggettivamente, mette in discussione il lavoro fatto in cinque anni in quella Commissione, con tutti i regolamenti e le leggi che ci siamo dati, sino alla semplificazione. Abbiamo approvato due settimane fa la legge sulla semplificazione del procedimento in materia sanitaria. Questo rimette in discussione tante cose di quella legge. Ritiralo e andiamo avanti. Non ci sono altre soluzioni. Io non lo posso votare.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Galante, prego.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente. Per rispondere subito alla richiesta che ha fatto il collega Amati, il problema è che questo emendamento sta dicendo che vengono accreditati a prescindere dal fabbisogno. Questo è il punto.
C’è una accreditabilità di queste strutture a prescindere. Aggiungo qualcos’altro. Innanzitutto, la scorsa volta noi siamo usciti dall’Aula e il DL sulla semplificazione è stato approvato solo dalla maggioranza. L’unanimità c’è stata solo per quello, perché noi siamo contrari a tutto l’impianto che è stato fatto della riorganizzazione delle reti.
Ieri avevamo qui fuori i gestori, che si lamentano del fatto che si sono create delle confusioni enormi. Figuriamoci questo emendamento cosa va a creare ancora. Tra l’altro, non concordato, come è stato fatto, sempre con le strutture psichiatriche. La Giunta non ha convocato i gestori. Sono stati fatti dei lavori senza convocare correttamente gli attori principali.
È chiaro, consigliere Amati, qual è il problema. È arrivato, come anche il Presidente Romano ha detto, in maniera individuabile, chi ha chiesto questo emendamento.
Del resto, ci siamo ritrovati con tutti questi emendamenti al DDL n. 152, che avete trasformato in Omnibus, in maniera scorretta. Non è stato neanche avvisato il nostro Capogruppo che oggi arrivavano tutti questi emendamenti sulla caccia, sull’ADISU, sugli enti di formazione. Ci chiedete responsabilità. Il collega Amati ci chiede responsabilità su questo, che noi abbiamo sempre avuto. Al massimo siete voi che dovreste essere responsabili ed essere presenti in Aula e non chiedere a noi di mantenere il numero legale.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, assessore Stea.
Speaker : STEA, assessore alla qualità dell’ambiente.
Presidente, solo per dire che per me questi lavori ulteriori che stiamo continuando a fare sono illegali e illegittimi. C’è stata una votazione, la seconda votazione, e non c’è il numero legale.
Per quanto mi riguarda, i lavori sono conclusi.
Speaker : PRESIDENTE.
Ora vediamo. Calma.
Collega Marmo, non parli in francese.
Consigliere Blasi, prego.
Speaker : BLASI.
Presidente, se i colleghi che hanno espresso il loro dissenso, parlo ai colleghi di fronte a me, visto che hanno espresso il loro dissenso rispetto a questo emendamento, hanno la compiacenza di ascoltarmi, dirò quali sono le mie determinazioni rispetto all’emendamento che ho presentato.
Innanzitutto voglio ricordare al collega Trevisi che il sottoscritto, senza mai essere interpellato né da lui né da altri suoi colleghi del Movimento 5 Stelle, è tra quei consiglieri, penso, in assoluto di maggioranza che ha votato il maggior numero di leggi proposte dal Movimento 5 Stelle, senza che mai nessuno mi avesse interpellato. Siccome abbiamo l’onore – non l’onere, l’onore – di servire queste Istituzioni, il nostro lavoro è quello di provare a leggere – non dico a studiare, a leggere – le norme che arrivano in Commissione o in Consiglio e a farsi un giudizio autonomo e indipendente.
Mi dispiace che il Presidente Marmo, del quale ho grandissima stima, e lui lo sa, e per il quale nutro anche grande affetto, per essere un veterano di quest’Aula, dopo che per due legislature siamo stati insieme, quindi ha potuto misurare il mio lavoro, possa pensare che io sia iscritto a qualunque o a qualsivoglia registro lobbistico. Questo offende me… Se ho capito male, ne prendo atto. Ne prendo atto.
Io ho provato a dare risposta a una diffusa richiesta in quelle due specifiche situazioni che ho registrato e dentro il fabbisogno determinato dall’Amministrazione regionale, affinché le strutture di riabilitazione psichiatrica e quelle legate sostanzialmente al fine vita potessero ampliare la loro offerta. Quindi, era meramente questo, di fronte a un crescente bisogno registrato da tutti gli istituti. Volevo fare solo questo.
Siccome siamo in presenza di un provvedimento normativo che, attraverso una serie di emendamenti, anche questi non credo concordati con parti politiche presenti, Gruppi consiliari presenti in questo Consiglio, ma determinati sulla base di problemi, situazioni, provvedimenti necessitati dalla vita reale, dalle situazioni reali, io non voglio essere di impedimento. Potrei anche chiedervi di bocciarlo, ma sarebbe cosa inutile e superflua. Quindi, proprio perché non sono affiliato a nessuna casacca, ma solo all’interesse generale – questo mi ispira, poi non so quando e quanto ci riesca, la mia persona e il mio lavoro in quest’Aula – siccome non sono affiliato a nessuna casacca, se non a quella di una appartenenza, e in questo sono partigiano, a un quadro di valori e di ideali che mi collocano dentro il campo politico da una parte molto chiara, netta e nitida, che è quella di servire soprattutto le ambizioni di giustizia sociale, di uguaglianza e di libertà, io non ho nessuna difficoltà a ritirare questo emendamento, perché era ispirato solo da questo sentimento.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Santorsola.
Speaker : SANTORSOLA.
Grazie, Presidente.
Cercherò di essere breve e di usare dei termini buonisti. Mi sono trovato oggi di fronte a una situazione che è piuttosto imbarazzante per me, trovarmi un punto n. 3) denso di emendamenti che incidono su leggi importanti, che io non ho avuto modo di leggere e che, per essere fedele alla maggioranza, dovrei votare come atto di fede. Ma un atto di fede ha bisogno anche di atti di fiducia dall’altra parte e l’atto di fiducia dall’altra parte oggi io non l’ho ricevuto nel comunicarmi in maniera preventiva che c’era un omnibus, come giustamente ha detto il collega Marmo – una volta ogni tanto gli posso dar ragione –, che a un certo momento evita che gli altri colleghi possano utilizzare lo stesso mezzo, lo stesso carrier per approvare in piena legislatura quelle leggi importanti.
Io non ne metto in dubbio l’importanza. E mi dispiace che il collega Blasi debba ritirare il suo emendamento. Né metto in dubbio l’importanza delle altre leggi. Anzi, uno di questi emendamenti l’ho anche firmato io, presentato dal collega Amati, perché me l’ha detto, l’ho condiviso e l’ho firmato. Però, in fine di legislatura presentarmi un punto n. 3) nel quale sono sovvertite alcune regole di leggi importanti che io non ho avuto modo di discutere all’interno del mio Gruppo, all’interno della maggioranza e all’interno del Consiglio credo che non sia giusto.
Sono d’accordo anche con il collega Romano che non è possibile disfare il lavoro di una Commissione durato anni, che è costato audizioni, tempo, fatica e probabilmente denaro. Per cui, faccio una proposta. Facciamo gli altri punti all’ordine del giorno. Lasciamo in sospeso, come è successo altre volte, il punto n. 3), lo concordiamo, lo analizziamo nella prossima seduta in maniera che tutti i punti possano essere…
Presidente, capisco il suo no, però lei deve capire la mia richiesta, perché non credo che io possa dire “sì” o “no” a un provvedimento che non ho avuto modo di approfondire. Non credo che neanche gli altri colleghi potranno avere questa possibilità. Per cui, ripropongo di mettere da parte questo provvedimento al punto n. 3) e di analizzarlo, dopo averlo concordato in riunione di maggioranza e in Commissione dei Capigruppo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Proviamo a mettere in ordine il prosieguo dei lavori.
Chiariamo intanto l’aspetto precedente. È del tutto evidente, dai numeri che sono apparsi, anch’io sono rimasto meravigliato, che è nato un equivoco circa il fatto che si stesse votando o meno avendo la maggioranza soprattutto capito, io non l’avevo visto, che il collega Amati aveva chiesto di parlare e quindi stavano aspettando l’intervento di Amati per determinarsi successivamente.
Considerato che si è determinata questa cosa abbastanza chiara, altrimenti non riuscivo a capire perché stavano appena credo nove votanti, era evidente che era nato questo problema. Per questa ragione, considerato anche il fatto che l’Aula è sovrana e decide di autodeterminarsi nella misura in cui lo ritiene, io penso, salvo che non ci siano impedimenti verificabili, che si possa annullare la votazione, visto anche che l’oggetto della discussione, l’emendamento Blasi, è stato ritirato, quindi chiedo di annullare la votazione e di procedere al voto.
È arrivata una seconda proposta del collega Santorsola, che chiede di non andare oltre gli ulteriori emendamenti, di non procedere sul completamento del punto n. 3). Siccome è una proposta a norma di Regolamento, anche legittima, con cui chiede di non procedere, non posso fare altro che sottoporla al voto. Lei sta utilizzando una norma del Regolamento con cui un consigliere regionale può chiedere, a un certo punto, di non procedere oltre nell’articolato su cui si sta discutendo. Formalizzi questa proposta. Ho capito bene? Io non posso fare altro che procedere al voto.
L’emendamento è stato ritirato. Quello è risolto. Abbiamo risolto la prima questione, che riguardava la modalità di procedere rispetto al voto che si è determinato. Sto motivando le ragioni per cui chiedo l’annullamento di quel voto sull’emendamento Blasi. È chiaro?
Calma. Poi si è aggiunta una proposta. Risolto il primo problema, nella misura in cui ho detto… Ritenendo la Commissione, rispetto anche alla questione posta dall’assessore Stea... Io non so se sia legittimo o meno. Non sono un grande giurista. Ho imparato che l’Assemblea è sovrana e può determinarsi in qualsiasi momento e con qualsiasi orientamento.
Dopodiché, ripeto, chiedo di annullare il voto, salvo diverse determinazioni dell’Assemblea, e di procedere avanti con il punto n. 3). Per poter procedere con il punto n. 3), su quello che abbiamo già fatto e quello che troveremo dopo, di cui anch’io non so bene, man mano che andiamo avanti li leggeremo insieme, c’è la proposta del collega Santorsola, il quale, utilizzando un preciso articolo del Regolamento, chiede all’Assemblea di sospendere la procedura su quel punto e di non andare oltre. Su questo, siccome non posso decidere, è sempre l’Assemblea quella che si deve determinare, andiamo al voto.
Credo sia l’articolo 7. Sì, può parlare uno a favore e uno contro, non c’è dubbio, prima di procedere al voto.
Lo ricordo a memoria. Non ce l’ho qui.
Il collega Damascelli ha chiesto di parlare? Prego. La parola al collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Il fatto che lei, con il consenso dell’Aula, abbia annullato la votazione precedente è oggettivo, perché mica c’erano nove consiglieri in Aula. Per la verità, neanche forse avevamo capito che era aperta la votazione, perché c’era il collega Amati che chiedeva la parola e noi che stavamo cercando di comprendere come procedeva l’andamento dei lavori. Quindi, è normale. Forse l’assessore Stea è affaccendato in altre vicende, ma dovrebbe stare qui in Aula insieme a tutti i componenti del Governo regionale visto che si celebra uno degli ultimi Consigli regionali, e noi siamo qui perché cerchiamo di risolvere, come diceva prima il collega Amati, i problemi dei cittadini. Le campagne elettorali le facciamo in un altro momento.
Ma la questione posta dal collega Santorsola non è ricevibile in questo momento, Presidente. O la si poneva all’inizio della discussione di questo provvedimento e valeva per tutti gli emendamenti, oppure non può arrivare all’improvviso e bloccare gli altri. Mi dispiace. Valeva ed era una proposta legittima, se posta all’inizio, per tutti gli emendamenti. Noi non possiamo nemmeno votarla. Non può arrivare nel bel mezzo, quando ci sono magari degli emendamenti che, tra l’altro, tranne uno, non sono nemmeno dei componenti della maggioranza. Non mi sembra corretto e leale nei confronti del lavoro dei consiglieri della minoranza e di tutta l’Aula.
Quindi, la proposta del collega Santorsola, a mio sommesso parere, è irricevibile, non può essere sottoposta a votazione e si deve procedere con l’emendamento presentato dalla collega Franzoso, poi con quello presentato dal collega Colonna e poi con l’emendamento presentato dal collega Di Gioia, che vogliamo discutere e votare in questa seduta. E non ci può essere impedito da parte di nessuno di votare e discutere un emendamento, ma non soltanto quello, anche gli altri emendamenti, che noi riteniamo importanti, come diceva il collega Amati. Ha fatto una giusta riflessione, che sento di condividere e anche di sostenere, e cioè siamo qui nell’interesse di tutti i consiglieri regionali, quindi nell’interesse di tutte le necessità dei cittadini pugliesi. Se è così, noi non possiamo non trattare anche gli altri emendamenti, altrimenti cade quello che ha detto il collega Amati e la proposta andrebbe soltanto a dividere l’Aula e molto probabilmente a far venir meno il numero legale sulla seduta odierna.
Noi siamo stati responsabili, siamo stati qui in Aula a votare a favore o con l’astensione sui provvedimenti finora esaminati, adesso la stessa responsabilità e la stessa lealtà ci aspettiamo dai colleghi della maggioranza.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente, per esperienza ho visto che spesso quasi tutte le maggioranze alla fine di una legislatura sono allo sbando con sé stesse, e questo sta accadendo anche oggi.
Innanzitutto chiarisco al collega Blasi che non intendevo nel modo più assoluto riferirmi a lui quando ho parlato di lobby. Io mi riferivo soltanto alla ridicola iniziativa di inizio legislatura del Presidente Emiliano di registrare sul registro tutti i lobbisti che vengono a parlare con noi. Non so quanti ne abbia registrati il Presidente Emiliano su quel registro. Ma non mi riferivo al collega Blasi, mi riferivo a come sono andati avanti questi cinque anni con un Presidente che si è preso beffe dell’Aula consiliare.
Questa maggioranza appare double face. C’è il consigliere Amati che sostiene ragioni condivisibili, ne abbiamo preso atto e tutti noi stiamo cercando di andare avanti, e poi c’è un altro consigliere che, invece, ritiene esattamente il contrario e di pretendere che all’improvviso si interrompa la discussione su un disegno di legge, cosa impossibile.
L’articolo 47 – lo leggiamo insieme per il verbale – recita: “Prima della discussione generale, ciascun consigliere può sollevare la questione pregiudiziale – Presidente, non è stata sollevata nessuna questione pregiudiziale –, quella cioè che un dato argomento non si abbia a discutere, o la questione sospensiva, quella cioè che rinvia la discussione al verificarsi di scadenze determinate”. Nulla di tutto questo. “Il richiedente, rispetto a quello, può illustrare la questione da lui posta per cinque minuti […]. Dopo la discussione generale sul disegno di legge o su una proposta di legge, prima del passaggio agli articoli, il Consiglio deve esaminare eventuali ordini del giorno diretti a impedire il passaggio all’esame degli articoli”.
Nessun ordine del giorno è stato presentato. Nessun ordine del giorno è stato presentato che poneva la questione del non passaggio agli articoli. “Salva la richiesta, nelle forme previste dal presente Regolamento, di altra forma di votazione. Nel caso in cui le richieste in tal senso siano accolte dal Consiglio, non si darà luogo alla discussione o all’esame degli articoli dei progetti in esame”.
Noi avevamo già acquisito alla volontà di tutti, approvando l’articolo 1, il disegno di legge e andavamo ad approvare gli emendamenti che si sono susseguiti. Durante la discussione generale possono essere presentati ordini del giorno, che non sono stati presentati, e siamo agli emendamenti. Di che cosa stiamo parlando? Ci siamo contati. Voi i numeri ce li avete, a meno che, ad uno ad uno, non andate via, come sta accadendo fra i banchi della Giunta, a cominciare da un assessore che già se ne è andato, poi un altro se ne è andato pure lui. Di che stiamo parlando? I numeri ce li avete per bocciare gli altri emendamenti, se non vi piacciono. Perché vi volete sottrarre a questo gioco, che è la democrazia?
Non si può sospendere la discussione di un disegno di legge che è in fase di approvazione. Non c’è alcun ordine del giorno che doveva essere pregiudiziale, non c’è nulla.
Prego il Presidente e l’Ufficio di Presidenza di continuare nella seduta e chi non vuole votare una proposta, un emendamento, voti contro. Non c’è ragione per cui accada questo parapiglia, che è assolutamente incomprensibile. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Colleghi, non appena abbiamo discusso dell’emendamento del collega Blasi io sono intervenuto, come ricorderete, per chiedere che voi faceste conoscere gli elementi, le obiezioni per poi decidere. Abbiamo capito che c’è un dissenso. Non sappiamo cosa prevale. Non l’abbiamo saputo e né lo potremo sapere. Il collega Blasi, siccome stiamo parlando di un’iniziativa consiliare, ha tolto ogni imbarazzo e lo ha ritirato, perché ha notato che, a fronte di un provvedimento di iniziativa consiliare, maggioranza e opposizione, l’emendamento presentato dal collega Blasi portava a far saltare l’iniziativa consiliare, tutta finalizzata a questioni di merito che travalicano da tutti i problemi politici e anche dall’obiettivo scontro o confronto tra maggioranza e opposizione.
Ringrazio il collega Blasi. In virtù di questa sua decisione, noi possiamo continuare a discutere e tenere in piedi, possibilmente, la speranza di vedere approvate varie norme, non c’è bisogno che vi elenchi che tipo di norme sono, che finora abbiamo approvato.
Per fare la fotografia di questo momento, tutto questo si è determinato perché c’è un ulteriore emendamento dopo. Lo possiamo dire? Lo diciamo a tutti? C’è un ulteriore emendamento, un emendamento presentato da tanti colleghi dell’opposizione, che interviene nuovamente, sia pure per altro verso, nella questione delle agenzie, ARPAL, ARPA, chiamatele come volete...
Come? Collega, c’è questo emendamento. Siccome arriveremo a questo emendamento, probabilmente, intervengo subito per capire se possiamo veramente giungere ad un momento di concordia tra noi.
È chiaro che se uno da un lato dice a Blasi di ritirare ciò che è controverso, e Blasi lo fa...
No. E Blasi lo fa. No. E Blasi lo fa.
Vi ringrazio della stima che mi state manifestando dicendo che sono forte.
E Blasi lo fa, è del tutto evidente... E voi sapete nelle mie corde che tipo di suono c’è con riferimento ad alcune vicende. Voi lo sapete. Però, per mantenere un minimo di razionalità, devo dire: se chiedi a Blasi di eliminare i motivi di contrasto per portare fino al termine un provvedimento del genere, uno, nel momento in cui lo dice, si rende conto che ha già disseminato un sasso sul percorso. Quindi, in virtù di tale prudenza su cui ha costruito l’intervento su Blasi, che significa previdenza, elimina pure il proprio. Se uno non elimina il proprio, nel gioco delle assenze finisce il Consiglio regionale, e chi salta sono tutte le categorie o le persone interessate a tanti emendamenti che abbiamo già approvato e sui quali siamo tutti d’accordo all’unanimità.
Un inciso, collega Marmo. Credo di potermelo permettere. Ci conosciamo da tanti anni e abbiamo fatto diverse esperienze qui. Quando si presenta un emendamento come quello che voi avete presentato, si presenta su un disegno di legge della Giunta, non si può presentare… Mi faccia finire. Si presenta su un disegno di legge della Giunta, su cui la Giunta spende tutta la sua autorevolezza politica. Tant’è che ne vuole perseguire il risultato. Si fa così. E me l’ha insegnato il collega Marmo e tutti quelli come il collega Marmo che hanno più esperienza di me. Io per tanti anni li ho ascoltati in silenzio e ho imparato. Tutto ciò che so della tattica consiliare la so perché loro l’hanno insegnata. È vero, collega Marmo? Non è che è la prima volta.
Allora io vi chiedo di ritirare quell’emendamento. Se ritirate quell’emendamento, voi avrete ritirato un elemento di dissenso forte, che è evidente che c’è, probabilmente recuperiamo militanza alla causa del numero legale al Consiglio regionale, perché tutti quanti vogliamo quegli emendamenti. Tant’è che abbiamo votato tutti a favore. Diversamente, io non vedo soluzioni. Diversamente, vedo soltanto la soluzione che mancherà il numero legale e noi potremo soltanto dire a quelli del mondo lattiero-caseario: ragazzi, il Governo l’ha impugnato perché purtroppo noi non vi abbiamo messo riparo. Ai ragazzi che attendono di essere qualificati come fuori sede nel bando benefici e servizi dell’ADISU: mi dispiace, perderete per quest’anno la possibilità di partecipare a quel bando. Alle grandi strutture commerciali eccetera… Prego? Guardi, io non sto facendo la sentenza. Io non ho l’abitudine di sentenziare e dare le colpe. Scusa, collega Galante, questa abitudine è di altri. Io non sto sentenziato colpe. Io la ammiro, perché lei è in grado di emettere non sentenze, ma ordalie, che rispetto alle sentenze sono una cosa addirittura… sono giudizi senza nemmeno ascoltato la controparte. Io la invidio.
Io sto semplicemente facendo una fotografia di questo momento e sto dicendo che, se non si ritira quell’emendamento, noi non avremo i numeri per portare a casa un provvedimento che risolve tanti problemi. Collega, il collega Blasi, maggioranza, avendo colto che non avremmo avuto i numeri, ha ritirato il suo emendamento. Va bene? Ha ritirato il suo emendamento. Adesso io vi sto chiedendo questo gesto. Dopodiché, voi decidete. Ci mancherebbe, non sta a me dire di chi è la colpa, se avete fatto bene o avete fatto male. Però, è di tutta evidenza che questa è la situazione. Poi vedremo noi quale rimedio potremo trovare per appagare queste richieste dei cittadini. Poi vedremo. Non lo so.
Collega Marmo, in particolare, le chiedo, solo perché lei ha posto il problema, le chiedo di meditare. È evidente che, se uno presenta un emendamento su un argomento così spinoso, vuole portare allo scontro consiliare in questa condizione numerica e a far dissolvere la seduta odierna, punto. Non è che c’è da discutere a lungo. Allora, siccome il collega Blasi ha fatto questo, al servizio di quegli altri provvedimenti che sono importanti, non perché egli abbia cambiato opinione, sarebbe il caso che tutti quanti facessimo così.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Galante.
Speaker : GALANTE.
Innanzitutto noi non abbiamo fatto la premessa che, se ritirava l’emendamento Blasi, noi andavamo avanti. Abbiamo, anzi, criticato che a nessuno è stato riferito che questo era stato trasformato in omnibus e non avete concordato con il nostro Capogruppo eventuali emendamenti. Il consigliere Blasi sta cercando di rivoltare la frittata, tentando di diluire le responsabilità, ma la responsabilità è vostra che state abbandonando la nave e voi avete impedito.
Se proprio vogliamo sottolinearlo, l’emendamento Blasi mette ancora più in risalto il fallimento dopo quattro anni che stiamo sopra le riorganizzazioni delle strutture sociosanitarie e sanitarie. Questo è stato il problema, che voi non volete ammettere. Ieri c’erano i gestori, i lavoratori, gli assistiti, le persone a dirvi che avete fatto una schifezza su quelle ristrutturazioni.
Indubbiamente, come dice il consigliere, io ho cercato di accogliere la richiesta di queste strutture, che la Giunta e tutti quanti non hanno ascoltato nel tempo. Quindi, ancora di più rafforza il fatto che c’è stato il fallimento totale. Questa cosa sia chiara: il vostro fallimento. Poi chiedete a noi ancora di fare una cosa del genere.
Voi stessi dovreste dire che, in effetti, non si può oggi utilizzare la campagna elettorale, andare a fare campagna elettorale con assunzioni e roba varia. Dovreste firmarlo tutti quanti questo emendamento, non ritirarlo, proprio per far vedere che noi ai cittadini li mettiamo in libertà. Questa sarebbe l’altra condizione.
Quello che ha detto il consigliere Amati, sul fatto che noi dovevamo avere la responsabilità, lo giro di nuovo a lui. Da quanto tempo sapete dei problemi di ARIF, di ADISU, dei Consorzi, dell’Acquedotto, della sanità? All’ultimo momento volete risolvere tutti i problemi dei pugliesi e chiedere a noi di fare questo sforzo di responsabilità? Noi l’abbiamo detto dall’inizio questo. Spero che i cittadini siano stati attenti al suo discorso iniziale e finale.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Santorsola, prego.
Speaker : SANTORSOLA.
Grazie, Presidente. Per questo intervento vorrei la presenza della dottoressa Gattulli, perché è lei che dovrebbe avere il polso della situazione legale.
Speaker : PRESIDENTE.
Può parlare anche senza la presenza della dottoressa Gattulli.
Speaker : SANTORSOLA.
Presidente, io mi preoccupo, perché credo che ognuno di noi tiri le norme nella direzione in cui vuole. Io per primo sono stato oggetto di ritiro di leggi ed emendamenti approvati parzialmente e ritirati sulla base di articoli che ho accettato per quieto vivere.
Questa volta l’opposizione fa spacca in quattro il capello e questo la dice lunga su quanto l’Omnibus stia loro a cuore. Vorrei entrare nel pratico e quindi chiedere alla dottoressa Gattulli, da un punto di vista normativo, è giusto che se si interrompe il provvedimento gli emendamenti approvati non sono validi? Si può interrompere la discussione e rimandarla? In subordine, si può mandare la proposta in Commissione per un approfondimento visto che gli argomenti trattati sono numerosi e necessitano della presenza di almeno qualche rappresentante della struttura che possa dare in merito delle delucidazioni ai consiglieri che devono votare?
A queste domande io ritengo che sia necessario avere delle risposte di merito, non delle risposte politiche, e mi rivolgo pertanto alla Segreteria.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Conca, prego.
Speaker : CONCA.
Grazie.
Davvero pensavo che dovessimo concludere presto, ma in realtà poi ho scoperto che una legge effettivamente diventa un Omnibus. Anche altri colleghi avrebbero potuto presentare degli emendamenti per risolvere le tantissime criticità.
Io non volevo intervenire, però avallare addirittura in emendamenti questioni che sono irrisolte, come ad esempio Mi Formo e Lavoro... Noi continuiamo ad autorizzare... Mi dispiace per quei ragazzi che non possono accedere al tirocinio, ma qui chi ha fatto già il tirocinio non accede alla linea B. Quel placement, quel collocamento nel mondo del lavoro non avviene. Come non avviene in Garanzia Giovani. Ormai la formazione è diventata una produzione industriale di corsi, che con lo smart working, che peraltro continua, bypassano tutte le disposizioni del DPCM sul distanziamento sociale. Non si può arrivare in Aula con questioni importanti, come quella, ad esempio, sui centri della salute mentale, o anche questioni annose, come l’agricoltura di precisione piuttosto che la caccia... Queste sono cose che andavano fatte in Commissione. Bisognava avere il tempo di approfondire, di sentire le associazioni, gli uffici, che ogni volta, quando vogliamo fare qualcosa, dobbiamo invocare e ci chiedono lo stralcio.
Francamente, non so se si concluderà questa votazione o se cadrà il numero legale, ma sicuramente voterò contro. Ho sentito parlare di questioni legate alle case popolari. È una questione davvero incresciosa che in una regione dove ci sono 50.000 alloggi gestiti dalle varie ARCA, che si venderebbero ad un prezzo di 26.000 euro, perché quella è la media fatta in tanti Comuni, questi alloggi sono spesso appannaggio e sono stati anche oggetto di indagini penali, di mercimonio elettorale, mi ricordo, ad esempio, nel leccese, piuttosto che di appalti fatti all’acqua di rose. C’è l’abusivismo che affligge questi alloggi per il 20-25 per cento. Si consuma la compravendita a nero a livello di Comuni. I Comuni non fanno, ovviamente, i bandi. La gente si va a ricoverare a ottant’anni e quando torna trova la casa con la serratura cambiata e nessuno dice niente.
Io mi aspettavo di parlare di case popolari, pensavo di parlare di una rivoluzione copernicana, cioè del diritto alla casa, di rispondere al fabbisogno di salute, non certo di andare a dare palliativi a un sistema che ormai non risponde più al fabbisogno, molti sono morosi, non si fanno gli sfratti, gli abusivi rimangono lì e si è instaurato un regime simil-mafioso. Ovviamente, la brava gente va a finire a dormire dai parenti o sotto i ponti, oppure cerca altre soluzioni.
Se vogliamo parlare di problemi seri come la formazione o come il fabbisogno abitativo, non si può confinare il tutto a una legge di fine legislatura che è trasformata in Milleproroghe. Io ricordo che a dicembre si votò un bilancio asciutto con la promessa di fare un bilancio con tutto ciò che serviva. Non è mai stato fatto. Poi è arrivato il Covid, che ritroviamo anche qui. Ovviamente si parla di ARIF. L’assessore Stea fa quell’esternazione probabilmente perché tra gli emendamenti c’è pure quello che impedisce ad ARPAL di fare concorsi a fine legislatura, così come lo si dovrebbe impedire a tutti gli enti, come le Sanitaservice. Poi dobbiamo sentire magari che queste persone che sono state nominate dal Presidente Emiliano e dalla sua Giunta a quel ruolo in maniera fiduciaria e senza concorso si candidano con lui. Non è assolutamente possibile che un amministratore unico di una Sanitaservice possa avere la possibilità legale di potersi… Non so se Cassano si candiderà, ma non dovrebbe farlo. Ho sentito, questa mattina, che Lopalco addirittura – spero di aver sentito male – si dovrebbe candidare dopo che l’ha chiamato a 120.000 euro di stipendio, si è fatto la pubblicità grazie al Covid, è diventato l’epidemiologo più famoso d’Italia, è andato a cantare Buonanotte Fiorellino dalla Venier, e noi stiamo qui a fare gli stupidi. Queste sono le utilità che contesta la Procura, ma quelle contestate sono bazzecole rispetto a queste. Chi è che se ne occupa, Presidente? Non è che stiamo qui a pettinare le bambole.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Grazie, Presidente.
Colleghi, io intervengo, per quanto possa servire, per condividere a voce alta le riflessioni che ha svolto il collega Fabiano Amati, che mi trova assolutamente in linea.
La seconda cosa che vorrei dire è finalizzata a sgombrare il campo da un equivoco che serpeggia un po’ nei nostri banchi, vale a dire che si sia trasformata questa iniziativa legislativa, tra l’altro così circoscritta, era un quarto di frase di articolo, un problema puntualissimo, una correzione tecnica e niente di più, in un Omnibus. Soprattutto mi dispiace che venga riferito che questa decisione sia stata assunta non si sa da chi, con un’azione concertata. Non è affatto così.
Le iniziative, come vedete, sono sporadiche, frammentate, temi più disparati. È semplicemente una tecnicalità offerta dai lavori d’Aula. Io ho presentato un emendamento, che vedete è successivo, sullo slittamento temporale in ordine al recupero dei sottotetti e seminterrati a uso, nel primo caso, residenziale o commerciale. Lo abbiamo fatto tutti gli anni, mentre l’ultima volta non l’abbiamo fatto perché il Piano Casa ha subito un’altra sorte, è andato con la legge di stabilità, il ripopolamento, il problema emerso degli studenti fuorisede provenienti da una provincia diversa rispetto alla sede universitaria e tanti piccoli problemi. È un lavoro d’Aula.
Io posso confessarvi, alla fine di questo mandato, che forse nella storia – lo ritengo un elemento di assoluto pregio –, pur nella sua caoticità, quest’Aula credo che abbia espresso un protagonismo in questi cinque anni senza precedenti, per me legato a una democrazia rappresentativa. Per me questo è un valore. Abbiamo portato avanti iniziative legislative nate, confezionate e sostenute fortemente dall’Aula, anche non in linea con l’impostazione di Governo, con l’impostazione di dipartimenti, con impostazioni fintamente, come dice anche il collega Marmo, a volte presentate come valutazioni tecniche, ma in realtà di tecnico non avevano nulla, ma erano valutazioni di merito.
Io credo che noi dobbiamo andarcene, con tutti i limiti e anche con i tratti folcloristici dei nostri lavori, con orgoglio alla fine di questo mandato. Se permettete, questa coda finale, pur modesta, perché modesta è la fattura dei nostri emendamenti, non coordinati, ognuno ha preso la sua iniziativa, li ha presentati, io stamattina li ho presentati, ho detto qual è la sede in cui collocare l’emendamento? Per un fatto di pura tecnica. È frutto dell’iniziativa dei consiglieri. Nessuna azione concertata, tanto meno dal Governo, tanto meno dalla maggioranza o da chicchessia.
Sono qui a ribadire – e non la ripeto – l’argomentazione offerta da Fabiano Amati. Quando si sta in Aula ci si compone: ogni patto lavorativo o compromesso non significa unità di intenti. Gli accordi non sono mai unità di intenti. Non c’è una comune volontà. C’è semplicemente il condividere un percorso, condividere un procedimento, un processo, un’iniziativa. Qui stiamo dicendo che con i consiglieri presenti, e vivaddio sono consiglieri che da tutti i banchi hanno onorato quest’Aula, vogliamo continuare a farlo. Questa cosa passa attraverso delle reciproche comprensioni come quella manifestata dal collega Sergio Blasi. È un momento di lavoro d’Aula, come ce ne sono stati tanti e tante volte abbiamo fatto un ottimo lavoro. Per questo, vi chiedo di andare avanti per quello scampolo ancora di lavoro che ci resta.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Per andare avanti dobbiamo risolvere un paio di problemi.
Il primo problema è quello che sollevava il collega Amati, perché se non risolviamo quel problema, quello che non avverrà adesso avverrà dopo, per cui noi chiuderemo la seduta con il venir meno del numero legale, se a quell’appello non corrisponde un esito positivo come al primo appello, per poter portare a compimento quelle questioni che si sono stamattina determinate nelle modalità corrette che adesso richiamava il Presidente Colonna, perché così è avvenuto. Non c’è stata una predeterminazione organizzata per costruirlo. Ognuno, sulla base delle sollecitazioni, legittime, che aveva, stamattina ha portato un pezzo di una sua richiesta all’Assemblea. L’Assemblea poteva accettare o poteva respingere. Non c’è stata un’organizzazione premeditata. Si è determinata, forse anche per la circostanza che siamo ormai alla fine della legislatura, questa situazione.
Chiarito questo, abbiamo un’altra questione, che è quella sollevata dal collega Santorsola.
Presidente Marmo, se stiamo alla interpretazione letterale dell’articolo 46, è come dice lei. Tuttavia, deve anche convenire, fermo restando che è l’Assemblea che può decidere, che sul punto n. 3) nessun consigliere poteva esercitare preventivamente una sua richiesta, sempre da sottoporre all’Assemblea, non da imporre, perché l’articolo 3... C’è un solo articolo. Punto e basta. Quindi, non conosceva, un qualsiasi consigliere, gli sviluppi della situazione e non poteva sollevare prima...
Sto cercando di arrivare al fatto, partendo da alcuni ragionamenti, che la procedura letterale non è stata seguita perché siamo di fronte, come voi dite, a una situazione inedita, nel senso che un consigliere a un certo punto scopre che un provvedimento...
A un certo punto, nel corso dei lavori, scopre...
Sto semplicemente affermando il diritto di un qualsiasi consigliere...
Sto semplicemente sostenendo il diritto, in questo caso di Santorsola, ma di qualunque consigliere che, a un certo punto, al di là dell’aspetto letterale dell’articolo 46, chiede, ed è una sua prerogativa, avendo constatato che un provvedimento che stiamo completando e discutendo sta prendendo, a sua opinione, a suo parere, una cosa che lui non conosceva e non condivide... Non ci impone una strada. Chiede semplicemente, rivendicando un diritto, che io dico, al di là del senso letterale, è un diritto che va salvaguardato, chiede all’Assemblea, sulla base della motivazione che ha fatto... Quindi, l’ordine del giorno è sostanzialmente quello che verbalmente ha motivato. Quello è il senso dell’ordine del giorno. Non l’ha scritto perché ha verificato in questo momento quello che stava avvenendo, ma sostanzialmente...
Scusate, sto cercando di sviluppare un ragionamento di buonsenso. Penso che sia legittimo, fermo restando che l’Assemblea, come dite voi... Può, un articolo, essere accettato o respinto. L’Assemblea si determini. C’è una proposta, che non è un’imposizione, con gli argomenti che io ho cercato di portare, si vota. Se l’Assemblea ritiene di andare avanti, come voi ritenete, e vedo che c’è una maggioranza anche alla luce di quanto proposto dal collega Colonna, risolviamo il problema, si vota e l’Assemblea si determinerà nell’andare avanti, come ho capito che c’è una maggioranza. Poi quello che succederà sul primo punto lo vediamo dopo. Io penso di non stare a forzare nessun regolamento. Sto cercando semplicemente di salvaguardare la prerogativa di un consigliere regionale, che oggi si chiama Santorsola e domani potrebbe chiamarsi Giovanni.
Colleghi, io penso che noi possiamo procedere al voto su questa proposta del… Prego, collega Santorsola. Perché le altre questioni che tu hai posto non si possono risolvere. Non si può mandare nulla in Commissione perché non siamo di fronte a un articolato ben definito, che a un certo punto si decide di mandarlo in Commissione, perché qui stiamo ancora definendo quello che dobbiamo fare.
Speaker : SANTORSOLA.
…anche chiedere di avere le strutture che mi diano informazioni…
Speaker : PRESIDENTE.
Di avere?
Speaker : SANTORSOLA.
I rappresentanti delle strutture.
Speaker : PRESIDENTE.
Di avere che cosa? Non sento.
Speaker : SANTORSOLA.
I rappresentanti delle strutture. Voglio sapere se a un certo momento è legittimo…
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Santorsola, anche qui lei sta ponendo la questione dei referti? Chiariamo ancora una volta che abbiamo sancito in questa Assemblea che i referti sono obbligatori soltanto per quanto riguarda gli emendamenti che hanno un carattere finanziario. Per quanto riguarda gli emendamenti di carattere normativo, noi non solo abbiamo fatto a meno dei referti, ma abbiamo votato anche contro i pareri negativi dei referti, ritenendo che l’Assemblea è sovrana. Per cui, non solleviamo alla fine della legislatura questioni che abbiamo risolto per cinque anni. Abbiate pazienza. Così veramente uno impazzisce.
L’emendamento Blasi è stato ritirato, per cui tutto il resto degli emendamenti hanno tutta la legittimità di essere presentati, sulla base della prassi che abbiamo consolidato. Dopodiché, c’è la questione che sappiamo bene porta ad Amati… Ho immaginato qual è la volontà maggioritaria, per cui risolviamo un problema.
Prego, collega De Leonardis.
Speaker : DE LEONARDIS.
Presidente, io intervengo non tanto per l’importanza della questione o meno, perché mi appassiona veramente poco, ma perché non vorrei che qui si facesse oggi, per la prima volta, e poi questo diventa un punto che potrebbe essere richiamato un domani da chiunque di noi, uno strappo al Regolamento evidente. Il Regolamento, il tenore letterale, non prevede questa possibilità che lei oggi vuole dare. O si faceva sulla discussione generale, e se non si è fatta la discussione generale perché era un articolo di legge come ne abbiamo fatti tanti non può essere questo un momento giustificativo di quella questione. E poi l’ordine del giorno andava fatto in un momento ben preciso.
Il senso di questo punto del Regolamento, secondo me, e da quando sono in quest’Aula io, ma anche il collega Marmo, una cosa del genere non è mai successa, quindi stiamo qui a creare un precedente, che cosa succede? Che noi andiamo a creare un precedente per cui si alza, durante la discussione, qualsiasi consigliere e dice: dobbiamo votare se proseguire o meno sulla discussione di questo argomento. Questa non è una cosa possibile, Presidente. Gli strumenti che la maggioranza ha sono altri. L’articolo va bene o non va bene, lo boccia. Non è che noi interveniamo per sospendere la seduta.
La democrazia ha delle regole, Presidente, e qua adesso lei ce le vuole far calpestare. Questo non è possibile. Non possiamo fare una cosa che è contro il Regolamento. Io chiedo, prima di procedere, che ci sia una cosa scritta dell’Ufficio di Presidenza, anche con la dottoressa Gattulli, che autorizzi e ci dica le motivazioni per cui noi oggi dobbiamo procedere in questo termine. Questo lo faccio non perché mi interessi la questione, perché non me ne frega niente né dell’una né dell’altra, ma perché non possiamo inventarci oggi un Regolamento e cambiarlo come vogliamo in base alle esigenze che vengono fuori. Qua siamo legislatori e non possiamo fare le cose in questo modo.
Se mi date un referto scritto con la firma dell’Ufficio legislativo e della dottoressa Gattulli che giustificano che oggi possiamo procedere a una cosa del genere, che è uno scempio giuridico, allora procediamo. Non possiamo andare così, Presidente. L’Aula può essere sovrana quanto le pare, però ci sta il Regolamento e le leggi da rispettare, perché noi siamo in un’Aula legislativa. Qua ci inventiamo le cose, diamo interpretazioni astruse. Ci vogliono delle motivazioni giuridiche. Francamente non me ne frega niente dei concorsi di Cassano, però non può essere che oggi passa un precedente giuridico in cui ci si alza nel Consiglio regionale e si dice “Qui non si discute più, perché non sono d’accordo su questa questione”. Non è mai successo in quest’Aula. Se la maggioranza non è d’accordo su una cosa, la boccia. Questa è la democrazia. Non si va a decidere se si deve procedere o meno. È molto semplice, Presidente. Questa è la democrazia. Il Regolamento non può essere calpestato. Le chiedo veramente, Presidente, su questo un po’ di serietà. Non perché ce l’abbia con lei, ma perché dobbiamo rispettare le regole. Se iniziamo a non rispettare le regole noi come Consiglio regionale non usciamo più da questa cosa.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Di Gioia, prego.
Speaker : DI GIOIA.
Grazie, Presidente.
Credo che la situazione che è venuta oggi a crearsi sia dovuta a una disorganizzazione di base, che non nasce da questo Consiglio. Nel momento in cui è stato validato il principio che si potessero presentare degli emendamenti…
Presidente, negli ultimi Consigli è passato il principio che si potessero presentare emendamenti non strettamente pertinenti all’argomento che discutevamo. Quindi, il fatto che oggi ci sia un Omnibus non ha alcuna radice in una pre-organizzazione. Valutato il fatto che si possono presentare emendamenti, qualora fossero ritenuti accoglibili, anche fuori da quella che è la materia originaria della proposta, non credo che ci sia nessun problema a votare qualunque degli articoli proposti in forma aggiuntiva. Noi abbiamo avuto non la premura, avevamo l’esigenza di valutare alcune questioni e l’abbiamo fatto. Non dico che è manchevole chi non l’ha fatto, pur avendo capito come funzionava, però dico che questa cosa evidentemente si potrà riproporre al prossimo Consiglio su qualunque altro provvedimento. Quindi, viene meno, secondo me, la pregiudiziale del fatto che non era stata organizzata adeguatamente e notiziato adeguatamente come avrebbe preso forma questo disegno di legge.
Però, è vero anche che le materie non sono tutte della stessa portata. Alcune hanno rango, se vogliamo, di provvedimento amministrativo; altre hanno più una valenza politica ed elettorale, per certi versi, direi, o di neutralizzazione di perversioni elettorali. Tenere insieme tutte queste materie probabilmente diventa complicato.
Presidente Loizzo, chiedo scusa. Vorrei avere un contributo. Sulla proposta che sto cercando di fare spero di trovare una minima condivisione. Non era un rimprovero. Era solo per chiedervi di valutare quello che sto per proporre.
Abbiamo tutti l’esigenza di salvare gli emendamenti già approvati. Tra questi emendamenti c’è anche il commissariamento legittimo, la prosecuzione legittima del commissariamento di ARIF, le cui conseguenze sono rilevanti per tante persone e per tante attività che ARIF svolge. Ci sono anche le cose che hanno detto i colleghi e materia viva, quale quella degli allevatori che potrebbero beneficiare di risorse che diversamente non si sa dove stanno.
La mia proposta è questa. Lo dico anche alla minoranza, che con me ha firmato il provvedimento. Se fosse possibile ritirare l’emendamento da questa norma, chiudere la votazione e riproporre lo stesso emendamento sulla successiva legge che andremo, eventualmente, a discutere e votare, scegliendola tra quelle che sono all’ordine del giorno, per poter ragionare nel merito su questo argomento, che per me è prioritario, cioè fare in modo di discutere di questa materia, che è materia importante. Mantenere in piedi questa opacità anche di comunicazione, su come vengono fatti i concorsi, sul perché vengono fatti, su quali tempistiche, è rilevante. Farlo su questo provvedimento potrebbe danneggiare tante persone che nulla hanno a che fare con questa cosa e che, invece, legittimamente aspettano da noi una risposta.
Il tema è: ritiriamo l’emendamento, se siamo tutti d’accordo. Lo spostiamo sul prossimo articolato, come primo punto di discussione, e teniamo salvo il provvedimento, a cui tutti quanti teniamo.
Se riuscite a perfezionare la cosa, io sono a disposizione, ovviamente assieme ai colleghi che con me hanno firmato il provvedimento.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Santorsola.
Speaker : SANTORSOLA.
Sono d’accordo con la richiesta del collega De Leonardis. Una spiegazione scritta del Regolamento. Ma insieme a quello che dice il collega De Leonardis vorrei anche che fosse scritto che non si può chiedere il supporto delle strutture competenti e che non si può rinviare un provvedimento in Commissione, anche se il provvedimento è fatto di due sole righe. Se c’è questa spiegazione da parte della Segreteria, io sono d’accordo con quanto dice il collega De Leonardis.
Speaker : PRESIDENTE.
Allora, siccome a un certo punto bisogna pur decidere, ribadisco ancora una volta che in Commissione non si può mandare nulla, perché non siamo di fronte a un articolato ben definito su cui il proponente può chiederne il rinvio in Commissione. Stiamo parlando d’altro.
Io continuo a ribadire la mia interpretazione dell’articolo 46, nel senso che la ritengo assolutamente percorribile e di buonsenso. Peraltro, non c’è nessuna imposizione, perché è sempre l’Assemblea quella che, alla fine, dovrebbe decidere. Tuttavia, siccome anche qui il Regolamento non mi dà i poteri totali per decidere da solo, mi sono consultato con gli altri due Presidenti e con l’Ufficio di Presidenza, i quali ritengono che dobbiamo attenerci alla rigidità dell’articolo 46. In effetti, ai sensi dell’articolo 46, so bene pure io che lo devi fare all’inizio. Ho provato a dire qual era la cosa di buonsenso. Un consigliere non fa una pregiudiziale su un testo che non conosce. Il punto n. 3) era un’altra cosa. A mano a mano che si è sviluppata la discussione, quando un consigliere vede che, a suo modo di valutare, sta prendendo un’altra piega, non esercita un obbligo o un’imposizione, ma chiede che l’Assemblea possa valutare, motivando, le ragioni di un rinvio. Questa è la mia interpretazione.
Ovviamente so bene che è un’interpretazione forzata rispetto alla procedura letterale dell’articolo 46. Però, siccome mi devo attenere all’opinione dell’Ufficio di Presidenza, a quel punto l’Ufficio di Presidenza è per l’interpretazione letterale dell’articolo 46. Quindi, poiché né la pregiudiziale né la sospensiva sono intervenute all’inizio della discussione del punto, in effetti io accetto questa interpretazione. Sempre nello spirito che il Presidente Marmo richiama, che l’Assemblea è sovrana, mi stavo rimettendo all’Assemblea. Per cui, non stavamo accettando la proposta di un consigliere, la stavamo semplicemente sottoponendo alla valutazione dell’Assemblea. Non era la violazione del Regolamento, era semplicemente un’interpretazione di una procedura, avendo quelle caratteristiche che ho detto prima. Però, siccome io mi devo attenere anche all’opinione dell’Ufficio di Presidenza, ne prendo atto, quindi il rispetto dell’articolo 46 non consente di mettere a voto la proposta del collega Santorsola. Per cui, adesso c’è la proposta del collega Di Gioia. Io non so come formularla questa cosa, perché siamo in una situazione…
Ritira l’emendamento e poi lo ripresenta.
Va bene. Assessore Leo, avendo anche qui accettato il principio o la prassi che gli emendamenti si possono presentare con qualsiasi veicolo, come dice il collega Amati, a prescindere dalla totale attinenza o meno al tema principale, l’abbiamo tutti fatto, l’abbiamo tutti affermato, dove lo collocherà, in quale veicolo riterrà Di Gioia ce lo farà capire dopo.
Siete tutti nervosi. Capisco che siamo tutti in tensione, però vi dovete calmare. Ho semplicemente ribadito la sua proposta.
Non posso decidere io dove lo dobbiamo…
Tu lo ritiri. Avendo affermato il principio, che puoi utilizzare un veicolo degli altri punti all’ordine del giorno, decidi dove presentarlo.
Speaker : DI GIOIA.
Presidente, posso parlare?
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : DI GIOIA.
Anzitutto, non avendo chiara qual è la consecutio delle leggi sicuramente la prossima è sul demanio. Il demanio è una riforma talmente ampia che non è adatta a questo tipo di opportunità. Ci sono 50 articoli, sono 50 pagine di legge, non è quella. Ci vorrebbe una norma più o meno snella sulla quale…
Scegliesse l’Ufficio di Presidenza qual è il prossimo punto. Dopodiché ancora gradirei, Presidente, a nome anche di chi ha presentato, sentire dai consiglieri di maggioranza l’impegno politico a rimanere in Aula a discutere l’argomento. Poi, sul voto ciascuno si regola come vuole, se vuole mantenere il numero o no, se vuole fuggire o se vuole entrare in una questione analitica di come esprimere la propria posizione. Però, chiedo un impegno da galantuomini per salvare la legge che tutti quanti avete a cuore e per consentire a noi di discutere un argomento che è fondamentale. Questo è quello che chiedo se è possibile realizzare.
Speaker : PRESIDENTE.
Io impegni a nome della maggioranza non ne posso assumere. Quello che possiamo decidere è che, anziché...
Galante, prego.
Trevisi, io so qual è il suo pensiero. L’ho capito. Lei teme che i pugliesi si impoveriscano se non approviamo la norma sulla moneta... Vediamo un pochino.
Cosa voleva dire?
Speaker : GALANTE.
Ha già chiarito, Presidente.
Il mio intervento era per capire se stava interpretando in quel modo l’articolo 46, che ha correttamente, poi, interpretato.
Speaker : PRESIDENTE.
Sei arrivato un po’ dopo, allora.
Speaker : GALANTE.
Io mi ero già prenotato. Poi è intervenuto lei e ha chiarito.
Speaker : TREVISI.
Io sono tre anni che aspetto questa legge. Possiamo anteporre il voto della moneta...
Speaker : PRESIDENTE.
Ho capito la sua ansia.
Speaker : TREVISI.
Poi fate quello che volete.
Speaker : PRESIDENTE.
Andiamo avanti e poi vedremo quello che succederà. Non mi pare, collega Di Gioia, che qui ci siano pronunciamenti.
Collega Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Io, per parte mia, siccome sono stato sempre presente, nonostante noi abbiamo avuto la marchiatura dei dissidenti... Ma dissidenti un po’ strani: dissidenti sempre presenti e sempre a dare il voto anche quando il numero legale rischiava di non mancare.
Per me è di tutta evidenza che resterò, come sono rimasto sempre, fino a quando il Consiglio regionale sarà in numero legale. Se mi chiede, il collega Di Gioia, cosa penso, mi vedrà davanti a lui. Usciremo assieme.
Il mio impegno evidentemente c’è. Anche fino a domani mattina.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente.
Penso che agli appelli che sono stati resi dai colleghi in Aula per portare a casa il provvedimento che ha dentro articoli importanti che riguardano la pelle delle persone, la pelle dei pugliesi... Il fatto che il collega Blasi, da un lato, abbia ritirato su richiesta e, valutando l’opzione del collega Di Gioia, che lo ritira in questa fase per discuterlo, perché pone un tema di discussione politica sul prossimo provvedimento, avevamo individuato anche il punto n. 6), che ha solo quattro articoli, perché il punto n. 4) ne ha più di venti, io confermo il fatto che, come sto ogni volta dalle 10,30 in Aula, rimarrò in Aula per rispetto all’impegno che ci siamo dati di affrontare le questioni dei pugliesi fino all’ultimo giorno della legislatura, perché questo ci ha chiesto di fare la Puglia. Dopodiché, ognuno può votare come vuole. Comunque, penso che, come stiamo in Aula adesso, nonostante chi si è allontanato, i ventiquattro per il provvedimento che serve approvare per dare risposte ai pugliesi possa essere reso e non vanificare la giornata di oggi e il lavoro, che invece va portato a compimento.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Di Bari.
Speaker : DI BARI.
Se ho capito bene, il Presidente Pentassuglia dice di presentare l’emendamento alla legge di cui al punto n. 6), giusto? Scusami, Donato, era soltanto per capire, per essere chiari. Era soltanto per questo. È questa, quindi, la proposta.
Speaker : PRESIDENTE.
Suggerisce.
Speaker : DI BARI.
Sì, ma è questa la proposta? Leonardo, fai questa proposta?
Speaker : BLASI.
Presidente, naturalmente…
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Galante, per favore.
Speaker : BLASI.
Aspetto che finisca il collega Galante, perché ho sempre molto da imparare. Non vorrei che… No, ho sempre da imparare da quello che dici. Non mi sembra che sia offensivo. È offensivo quello che sto per dire: di non scagliarti troppo contro il Governo Emiliano, perché non vorrei che il proprietario della tua sigla ti chiedesse di allearti.
Siccome ci ha chiesto un impegno politico, il collega Di Gioia, e siccome io sono assolutamente convinto della necessità di procedere e di approvare questo dispositivo di legge che contiene una serie di emendamenti aggiuntivi che vanno a sanare una serie di situazioni che riguardano la vita di tanti pugliesi e che sono assolutamente importanti, riconfermo che io sarò in Aula per discutere e poi mi determinerò nel voto, evidentemente. Rimarrò in Aula per discutere l’emendamento che adesso si accinge o propone di ritirare, a fronte dell’impegno a rimanere in Aula, il collega Di Gioia. Quindi, riaffermo, come sempre sono stato, dal primo giorno della mia consiliatura e sin dalla passata legislatura regionale, di rimanere in Aula fino alla fine.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo. Siamo all’emendamento aggiuntivo numero 13, a firma della collega Franzoso. Ci sono problemi? Chiarimenti? No. Possiamo procedere al voto. Votiamo.
Prego, collega Santorsola.
Speaker : SANTORSOLA.
Presidente, qui c’è un impegno di 500.000 euro. Possiamo avere il referto su questo emendamento? Possiamo parlare con qualcuno dell’ufficio?
Speaker : PRESIDENTE.
C’è il referto di un certo Nicola Paladino, il responsabile della Ragioneria o meglio il dirigente della sezione. È qui allegato. Io ce l’ho. Non so voi. Immagino di sì. Bene.
Collega Franzoso, ha chiesto di parlare? No.
Votiamo. Siete un po’ tutti nervosi. È lunga prima di arrivare al 20-21 settembre!
Presenti 31, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 1.
È approvato. Emendamento di pagina 14, a firma Colonna, Amati ed altri.
Possiamo procedere? Votiamo.
Presenti 28, votanti 21, favorevoli 21, astenuti 7.
È approvato.
Adesso siamo arrivati al famoso emendamento Di Gioia.
Speaker : DI GIOIA.
Ho provato a trovare un punto di mediazione, però le reazioni, anche emotive, di alcuni colleghi mi lasciano pensare che, alla fine dei conti, a fronte della nostra disponibilità, in Aula non troveremo nessuno per discutere di un argomento importante.
Ringrazio i tre consiglieri. Il fatto che tre consiglieri del PD si alzino per parlare piuttosto che il Capogruppo è evidente...
Speaker : PRESIDENTE.
Leo...
Speaker : DI GIOIA.
Presidente, chiedo scusa. Non vorrei che la disponibilità venisse scambiata per superficialità o inadeguatezza. Io so bene che molti vogliono alzarsi e andare via, perché questo è un argomento che, come abbiamo visto, anche per l’assessore che prima ha prodotto la performance giuridica, è molto sensibile. È un argomento che ha toccato sul vivo, evidentemente non soltanto quelli che stanno facendo i bandi, ma anche i referenti politici o i sottostanti politici di quelli che stanno facendo i bandi.
Per me, in una fase come questa, contemperare le esigenze di far approvare la legge e di garantire un sereno svolgimento delle attività elettorali è quasi equivalente. Ho dato la mia disponibilità, ma siccome qua nessuno è fesso e ci sono consiglieri che si sono rivolti, a fronte di questa disponibilità, in maniera, per certi versi, non proprio... No, educata. Alla fine dei conti si torna sempre su argomenti personali. Io questa disponibilità in questo momento la ritiro, mettiamo al voto anche l’emendamento.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Vorrei fare semplicemente alcune brevissime considerazioni.
A me davvero sembra un assurdo quello che si sta compiendo in quest’Aula, cioè collegare… Non c’è molto da ridere, davvero. A parte che con questo emendamento… Stanno litigando da quella parte. Solo qualche minuto, io non parlo quasi mai. Solo qualche minuto. Era anche ovvio che non si ritirava a un certo punto, a parte tutto il preambolo. Qui di lealtà ce n’è poca, davvero.
Stiamo facendo una discussione su un fatto, parlo dell’emendamento di pagina 15, che è un atto dovuto, su cui il Consiglio non dovrebbe proprio intervenire. Potrebbe essere anche illegittimo porre questo tipo di emendamento: ma di che cosa stiamo parlando? Cioè, noi vogliamo impedire lo svolgimento dei normali concorsi, che sono partiti mesi fa, anni fa addirittura, con la passata legislatura. Stiamo parlando di questo.
Ricordo che i Cinque Stelle, qualche tempo fa, dicevano: perché non si fanno i concorsi? Perché le risorse che il Ministro Di Maio ha dato per i centri per l’impiego… Ce ne sono altre ovviamente, perché questo emendamento si riferisce evidentemente a tutto, non solo ai centri per l’impiego. Però, sappiamo che questo è l’argomento più importante. Ma per quale motivo noi dobbiamo impedire questo svolgimento? Che cosa può succedere? Ma voi pensate davvero che lo svolgimento dei concorsi si possa svolgere in maniera anomala o possano essere fatte cose strane? Secondo me, stiamo parlando davvero di cose incredibili. Ma di che cosa stiamo parlando?
Io non voglio aggiungere altro, perché davvero mi sembra che in quest’Aula nell’ultimo periodo stiamo dicendo di tutto e di più, cose incredibili. Allora, come Governo dico che sono contrarissimo a questo emendamento. Quindi, mi auguro che la maggioranza – davvero lo chiedo alla maggioranza – voti contro questo emendamento, perché è stato legato ad arte. Caro collega Leo Di Gioia, lo hai legato ad arte, lo avete legato ad arte, per tutta questa discussione. Lo avete messo per ultimo. Non va bene. Questo non può succedere, non deve succedere. Questo è un tatticismo che non va bene, che non è possibile. Non si può. Ma di che cosa stiamo parlando?
Lasciamo perdere tutti noi, ma se noi parliamo con le persone che stanno fuori da questo Consiglio regionale… Voi state permettendo, chiedete di bloccare tutti i concorsi, il loro svolgimento, che chissà quando si faranno, perché il tempo sarà lungo, non è che i concorsi si aprono o si chiudono fra un mese o due. Passerà a tempo. Lasciamo perdere, lasciamo stare.
Secondo lei, consigliere, si stanno svolgendo adesso i concorsi perché è un momento elettorale. Io li avrei voluti fare un anno prima, due anni fa. Ho capito, ma è andata in questo modo, va sempre così o quasi sempre così, anche con le altre sezioni.
Non voglio entrare in polemica. Io penso questo. Il Governo dice che ovviamente dobbiamo bocciare questo emendamento. Io vi chiedo di bocciare questo emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Galante, prego.
Speaker : GALANTE.
Grazie.
Assessore Leo, noi avevamo a cuore, ad esempio, i concorsi che doveva bandire ARPAL. C’erano già i fondi, con l’interlocuzione avuta anche con la Ministro Catalfo. Il discorso è che noi pensavamo che ci sarebbe stata una discussione su tutta quella platea di lavoratori che con lei abbiamo spesso incontrato anche per capire come tutelarli per chi ha lavorato nei centri per l’impiego, per chi è stato anche preso in giro dalle province, per la provincia di Taranto, di Brindisi. Noi non vogliamo impedire i concorsi, però adesso sappiamo che verranno sospesi tutti i lavori e non possiamo avere più modo di intervenire per capire i bandi… Fu fatto questo durante la legge sull’ARPAL, se non ricordo male, assessore.
Qui nessuno vuole bloccare i concorsi, anzi, al contrario. Lei, invece, sta negando la possibilità a queste persone dell’ex centro per l’impiego di Taranto, alle venti persone che per vent’anni hanno lavorato là, alla Santa Teresa, a tutti, di poter partecipare e capire come entrare nel bando. Tutti avrebbero fatto il concorso, indubbiamente, però nessuno vuole bloccare il concorso per qualsiasi altro motivo, se non quello di capire insieme i lavori come dovevano essere svolti per un bando. Non so se è chiaro. Non so perché sta dicendo che non è così. Ho fatto solo quell’esempio.
Poi l’emendamento Di Gioia parla in generale: “tranne il sistema sanitario ARIF e la Protezione Civile” che non possono essere bloccati perché là indubbiamente ci possono essere anche delle emergenze.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Barone, prego.
Speaker : BARONE.
Oltre a sottolineare che è fino al 30 settembre, quindi dal 30 settembre in poi potremo fare tutti i concorsi del mondo, ulteriormente chiedo il voto segreto per questo emendamento.
Grazie.
Speaker : COLONNA.
La democrazia implica pazienza. Eravamo arrivati a un punto d’intesa sul percorso che stavamo facendo. Non lasciamoci travolgere...
Scusate, io sto ribadendo... Qui ci sono persone che davvero non si sono mosse, nel mio caso da quattro anni, dal proprio posto. Anche nelle situazioni più imbarazzanti, a volte.
Avevamo definito un percorso. Abbiamo votato, norma dopo norma, questo articolato, che è venuto fuori grazie al contributo di tutta l’Aula. Ritengo che sia davvero uno spreco...
Marco, scusami. Francesca. Marco Galante, scusami. Perché sprecare ‒ sto dicendo ‒ il percorso che abbiamo condotto, che ha consentito di arricchire questo articolato, forse esteticamente bruttarello, ma che risolve, articolo dopo articolo, piccole e grandi vertenze dei cittadini?
Chiudiamo, sigilliamo il lavoro, per non sprecare la giornata e soprattutto la nostra funzione, cui abbiamo assolto ora, e rinviamo questo emendamento al punto successivo. Da parte di diversi consiglieri vi è stata data, e io lo ribadisco, la piena disponibilità a stare in Aula, ad ascoltare le ragioni di tutto e, ovviamente, ad esprimersi nel voto come si riterrà di fare. Ma non sprechiamo il lavoro svolto.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Liviano.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Presidente, grazie.
Mi pare che lo sforzo di contemperare due esigenze differenti vada prodotto. Da un lato, il senso di responsabilità di portare a casa delle norme che sono state previste con gli emendamenti al punto all’ordine del giorno n. 3) e che evidentemente hanno da parte di tutti noi, destra, sinistra, Cinque Stelle, l’esigenza di fornire risposte ai bisogni dei ragazzi con il provvedimento dell’ADISU, ma una serie di provvedimenti che sono stati presi e che veramente raccontano responsabilità di tutti. Dall’altro, forse, un anelito di giustizia che il consigliere Di Gioia in qualche maniera... E lo dico da persona molto terza rispetto alla prossima competizione elettorale. Come è noto, io non mi candiderò, quindi non ho nessuna aspettativa di nulla rispetto a questa cosa, però l’aspettativa di giustizia, che credo faccia parte delle corde di tutti noi, perché siamo persone serie, perché siamo persone responsabili, racconta evidentemente una sorta… Però, Presidente, io le chiedo di ascoltarmi. La ringrazio, se mi ascolta. Dicevo, racconta evidentemente la necessità di una par condicio nella campagna elettorale. Cioè, occorre che chiunque competa nella campagna elettorale debba avere l’aspettativa di poter partecipare senza che altri possano avere un calcio di rigore all’ultimo momento perché amici dell’arbitro. Quindi, forse l’aspettativa prodotta dal collega Leo Di Gioia è un’aspettativa che condivido, che mi sento di fare mia.
Nonostante questo, nonostante mi paia molto giusto quello che dice Leo nella sua mozione, ritengo che sarebbe corretto, e per questo mi permetto di chiedere questo sforzo al collega Di Gioia, come si era detto, rinviarlo al punto n. 6), in maniera da consentire di approvare con senso di responsabilità quanto è stato previsto adesso negli emendamenti previsti al punto n. 3) all’ordine del giorno.
Le due cose, il senso di responsabilità e l’aspettativa di giustizia e di par condicio elettorale, vanno contemperate e forse lo sforzo di tutti noi può riuscire ad abbinarle.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ci sono ulteriori appelli al collega Di Gioia? Prego, collega Di Gioia.
Speaker : DI GIOIA.
Io, senza voler creare nessuna suspense particolare, penso che ci sia oggi in discussione materia viva e che questa materia viva non debba essere trascinata in contese politiche. D’altro canto, però, dico a persone a cui voglio anche bene, come Sebastiano, che l’arringa che ha fatto è un’aggravante. Fare coloro che si trovano per caso a passare e dire “ma i concorsi si fanno nelle pubbliche amministrazioni” è un atto quasi di lesione dell’intelligenza di chi ascolta.
Sebastiano, questa legislatura, questa consiliatura è già finita. Siamo in una proroga dovuta a questioni che vanno molto al di là delle nostre volontà. Questa legislatura, questa consiliatura ha espresso i tempi ordinari per poter fare tutto quello che anche sapevamo. Mi voglio mettere anche in un ragionamento dove ci si assume tutti quanti le responsabilità. Quello che non è comprensibile è che la vicenda di tante persone venga portata all’ultimo mese di vita della legislatura. Non è normale che all’ARIF dobbiamo sanare noi un’assurdità giuridica che la Giunta ha prodotto prorogando i termini di una legge regionale. Non è normale che dobbiamo sanare questa cosa per consentire di fare le stabilizzazioni che sono quattro anni che i ragazzi che lavorano lì attendono. Non è normale che all’ARPAL…
Sto parlando dell’ARIF, certo. Non è normale. Mi pare che ci sia stato un intendimento… Ma io sono d’accordo.
Mi riferisco alla tempistica. Noi avremmo potuto farlo prima. Si doveva fare prima. Ho lottato perché si facesse prima. È colpa di tutti se non si è fatto. Va bene? Però, non è normale che tutte le attività salienti che hanno a che fare con il Piano assunzionale, che hanno a che fare con le agenzie neonate, che hanno a che fare con le convenzioni che alcune agenzie di questa Regione stanno tenendo con l’assessorato all’agricoltura, spostando risorse dei fondi della pesca per poter assumere persone presso le agenzie su assistenze tecniche che non si possono invece espletare in quella maniera. Non è normale e non mi andava neanche di entrare tanto nel merito. Quello che chiedevo era l’impegno del Consiglio a parlare di un argomento che riguarda tutti quanti, senza cattiveria, perché quell’emendamento si poteva motivare in cento modi ma per rispetto di tutti e per il bene che voglio anche a tante persone lo abbiamo scritto nella maniera più dolce possibile non può essere che il Presidente della Regione vada a firmare i contratti insieme ai titolari delle agenzie per dare soddisfazione a quelli che trovano solo, invece, il soddisfacimento di un diritto. Non è possibile che si facciano articolati provvedimenti di Giunta quando sappiamo bene che questa doveva essere solo una fase ordinaria e transitoria.
Vanno bene i contributi, perché le persone hanno bisogno, ma non va bene, secondo me, questo modo di agire. Per questo io ho presentato l’emendamento. Alla fine, il voto su questo emendamento lo daranno i pugliesi quando andranno a votare. Non saremo solo noi a doverlo andare ad istruire, a doverlo votare noi stessi.
Voglio essere leale fino in fondo anche al lavoro che hanno svolto persone di cui ho stima e amicizia, che non sempre hanno ricambiato con me nei momenti delle votazioni in quest’Aula, ma voglio ricambiare questa lealtà.
L’emendamento, con il consenso di quelli che hanno firmato, lo voglio ritirare. Chiedo contemporaneamente che si faccia l’inversione...
Certo. Io l’ho detto, con il consenso, Gian Diego. Io ho avuto la gentilezza di condividerlo e non posso decidere da solo, però posso almeno dire quello che voglio fare io. Okay?
Contemporaneamente faccio la proposta di anticipare il punto n. 6) per consentirmi di ripresentarlo. Questo penso sia il dovere di un consigliere.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente.
Io avevo sottoscritto l’emendamento del collega Di Gioia. Ovviamente non intendo ritirare la mia firma. Con lui posso riproporlo io. È chiaro che, dopo aver sentito parlare di concorsi, di fine legislatura, mi viene da sorridere. Si sta concludendo in queste ore un concorsone, come quello degli OSS a Foggia, che è cominciato quasi tre anni fa.
Mi ricordo ancora il concorso bandito dall’ASL Bari nel febbraio del 2015 per assumere 199 infermieri, un concorso dove avevano partecipato decine di migliaia, forse 20.000 infermieri. Puntualmente, si votò il 31 maggio, l’11 maggio fu annullato in autotutela.
Il Presidente Emiliano che si va a firmare i contratti della Madia stabilizzati non si può sentire. Lo ha fatto l’altro giorno, non so dove stava, ma lo farà sempre. Un concorso che parte oggi non potrà essere concluso entro la legislatura e tantomeno entro la data delle votazioni. Quindi, è un modo semplicemente per attaccarsi a qualcuno. Il sistema del mercimonio elettorale è stato denunciato da più parti, è all’attenzione delle Procure, quindi non vi sto raccontando nulla di nuovo.
Davvero, se non si fanno i concorsi in questo momento, salvo le cose emergenziali, come possono essere i Livelli essenziali di assistenza, come possono essere le Guardie boschive dell’ARIF, che peraltro ogni anno si parla e mai si stabilizzano queste persone attaccate alle giornate, lo tengo in piedi. Se poi non lo vorrete fare direte voi perché non si può fare.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Ventola, prego.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, colleghi consiglieri e assessore, soprattutto, non sfugge a nessuno che l’argomento degli ultimi giorni è riferito proprio all’intensa attività svolta dalle Agenzie, e non mi riferisco solo all’ARPAL, nell’acquisire professionalità a tempo determinato e anche attraverso incarichi di consulenza.
Non sfugge a nessuno che l’attività svolta dall’ARPAL negli ultimi dieci giorni non ha eguali rispetto agli ultimi due anni. L’Agenzia è nata da due anni, ma solo negli ultimi dieci giorni abbiamo un proliferare di pubblicazione di concorsi. Nulla contro i concorsi. Anche perché prima di poter essere espletati devono essere pubblicati sul Bollettino Ufficiale e ancor di più sulla Gazzetta Ufficiale dei concorsi italiana. Quindi, avrà un percorso abbastanza lungo. Però, venire in Aula e pensare di giocare a prenderci in giro sinceramente è una cosa che dobbiamo evitare di fare.
Vedere in Consiglio regionale gente che viene pagata con i soldi pubblici, quali i consiglieri del Presidente, chiamare e dire agli assessori “uscite dall’Aula, fate venire meno il numero legale” e altro è qualcosa di offensivo. E mi assumo le responsabilità di quello che sto dicendo. Noi siamo qui pagati dai cittadini per rispondere ai cittadini. I consiglieri del Presidente stessero a fare i consiglieri del Presidente della Giunta e non venissero in Aula solo per dire a noi “uscite o entrate”. E mi assumo le responsabilità di quello che sto dicendo. Bravi. Che si abbia rispetto nei confronti di tutti. Assessori che ritengono che questa Assise non sta svolgendo appieno il proprio dovere sono pregati di andare via, senza alcun tipo di problema, e non che siano chiamati all’occorrenza per entrare o uscire e vedere se si vota o meno.
Noi stiamo mantenendo il numero legale perché abbiamo condiviso questo percorso di portare a casa un risultato per migliaia di cittadini. In una fase in cui pensiamo solo a prendere i voti, uscire con una bella pagina di Consiglio regionale che approva all’unanimità un provvedimento che interessa migliaia di cittadini è il desiderata di tutti.
Ben vengano i concorsi. Ma non prendiamoci in giro. L’aspettativa del posto di lavoro è molto più pericolosa in campagna elettorale di un posto di lavoro. È molto pericolosa. E non prendiamoci in giro che ci sono rappresentanti politici ancora oggi in carica, dopo che il Presidente della Giunta regionale aveva preso impegni in questa Assise che non si sarebbe mai più occupato di politica, che sta girando per fare le liste, e secondo voi tanta povera gente, nel momento in cui si vede arrivare il Commissario straordinario dell’ARPAL a parlare di politica, qual è la visione che ha? Quando girano si WhatsApp i bandi che vengono pubblicati, non quelli formalmente pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, che consente al cittadino di partecipare da quel momento in poi, ma solo alla pubblicazione dell’Albo pretorio, secondo voi che cos’è? E noi dobbiamo prenderci in giro fino a questo punto? Voi sapete che esiste una determina, la n. 203, che non parla di concorsi, ma mette a disposizione immediatamente dell’ARPAL, attraverso la somministrazione di lavoro interinale, 236 persone per sei mesi. La determina è del 19 giugno ed è stata pubblicata sull’Albo pretorio dell’ARPA: 236 persone per sei mesi.
Assessore Leo, l’agenzia del lavoro crea lavoro, non crea precariato. Questo è quello che sta accadendo, ed è pure scaduto l’avviso. Se fate una ricerca non lo trovate più sull’Albo pretorio.
Siccome nessuno è contro i concorsi pubblici, anzi, quanta più gente partecipa meglio è, quanto più ampia è la platea, meglio è, non sfugge che la tempistica sarà anche quella che vedrà tutti quanti interessati nei prossimi mesi e che vedrà da noi i primi pubblicizzare i concorsi delle aziende partecipate, che sono un’occasione per tutti. Si metta fine a questo scempio. Preannunciamo, con un accordo spero di tutti, di presentare un subemendamento con cui blocchiamo solo il lavoro a tempo determinato attraverso le agenzie interinali, perché questo è un modo maldestro di carpire il consenso della gente. La società di lavoro interinale non farà una selezione pubblica per individuare 236 persone per sei mesi. Come questa ce ne sono diverse.
Chiediamo una mediazione per consentire a tutti di fare il nostro sacrosanto dovere nel migliore modo possibile, meno peggio possibile diciamo così, per i pochi reduci che siamo rimasti qui. Freghiamocene di chi non viene eletto e viene qui a dire quello che dobbiamo fare. Abbiamo rispetto di noi stessi e per tutte le migliaia di persone che rappresentiamo consentiamo che si facciano i concorsi e siamo i primi a pubblicizzarli, ma evitiamo che si vada avanti con le agenzie interinali e con il lavoro a tempo determinato nella pubblica amministrazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Gatta, prego. Si è cancellato, collega Gatta? No.
Speaker : GATTA.
Presidente, le confesso che mi sono fatto violenza perché non volevo intervenire. In questi cinque anni ho cercato di onorare il ruolo istituzionale che i colleghi, bontà loro, cinque anni fa, ritennero di esprimere votandomi, e li ringrazio ancora, e spero, nel mio piccolo, di esserci riuscito. Però, ci sono delle soglie oltre le quali, colleghi, non si può andare.
Lo dico a beneficio di tutta questa Assemblea. Qui siamo stati tutti votati liberamente dal popolo e credo che vi debba seriamente preoccupare che con artifizi e raggiri, proprio quelli citati nell’articolo 640 del Codice penale, visto che ci siamo fatti violenza anche nel fare i giuristi in quest’Aula per cercare in qualche modo di assolvere, di ottemperare a quelli che erano i ruoli istituzionali che quest’Aula ci aveva conferito, proprio per questo in questi anni abbiamo evitato polemiche e di entrare nel merito, perché il nostro compito era un po’ di fare i vigili urbani dell’andamento dei lavori del Consiglio, di garantire le prerogative dei consiglieri, di fare in modo che quei consiglieri, che sono stati democraticamente e liberamente eletti, potessero avere delle chance per poter ritornare in quest’Aula a parità di condizioni con gli altri.
Però, poi, Presidente, vede, quando si riceve il messaggio, che adesso vi leggerò, che mi è stato girato, di questo genere, ti rendi conto che poi quella soglia, quell’asticella che ti eri imposto per assolvere dignitosamente al ruolo che l’Assemblea aveva conferito è stata superata. Quando si riceve un messaggio di questo tipo: “Per fare chiarezza su come verrà gestita l’internazionalizzazione delle postazioni del 118 della Provincia di Foggia e quali saranno le modalità di reclutamento di contrattualizzati, volontari e graduatorie, abbiamo invitato presso la nostra sede d’Italia in Comune, sita in Manfredonia, alla via Tribuna 220, il signor ‒ poi c’è il nome del funzionario della ASL ‒ il quale si è reso disponibile per la data 16 luglio 2020”.
Questo è un messaggio che io chiaramente confermerò, perché ne farò tesoro per tutto ciò che verrà dopo.
Noi dobbiamo decidere se questa competizione elettorale la dobbiamo svolgere non dico ad armi pari, ma perlomeno nelle stesse condizioni in cui si svolge un incontro su un ring, senza però esercizio muscolare; soltanto dialettico, democratico, rispettoso, ma a parità di condizioni, dove c’è un detentore del titolo e c’è uno sfidante. Qui si stanno alterando le regole del gioco. Qui si stanno creando artifizi. Qui ci sono funzionari della ASL che vanno in giro nei comitati elettorali dei partiti a dire o a vendere menzogne, fumo, a mistificare certe realtà, ad arrogarsi e ad ascriversi meriti di assunzioni che, magari, ci sono state o ci sono state solo per competenze e capacità di chi quei concorsi li ha superati.
La dobbiamo smettere. Ho grande rispetto di voi.
Questo messaggio, Paolo, è stato già mandato a chi di dovere. Stai tranquillo. Io so fare sufficientemente bene l’avvocato. Questo messaggio è già stato inoltrato a chi di dovere. Poi vediamo chi lo ha mandato.
Detto questo, capisce, Presidente, che ci sono delle soglie oltre le quali anche il rispetto della dignità umana esige giustizia. Non è possibile alterare le regole del gioco con queste pratiche. Io credo che voi, quali uomini liberi e dignitosi che siete, vi dovreste ribellare a queste metodiche, vi dovreste indignare, perché queste retoriche penalizzano anche voi, perché sono poste in essere da parte di chi probabilmente consenso elettorale non ne ha e deve ricorrere a questi sotterfugi, a questi artifizi, a questi raggiri sulla pelle di tanti giovani che dignitosamente stanno aspettando che venga il loro turno, che scorrano delle graduatorie, che i più bravi debbano essere assunti e i meno bravi debbano aspettare ancora.
Questa storia deve finire, deve finire una volta per sempre. Questo duello democratico, questo esercizio di democrazia che va sotto il sostantivo di “elezioni” si deve svolgere ad armi pari, si deve svolgere nel rispetto reciproco e nel rispetto delle norme di legge. Ecco perché, Presidente, questo emendamento deve essere votato adesso, perché ognuno con il comportamento che adesso adotterà si assumerà la responsabilità su ciò che dovranno essere le logiche, i metodi, le politiche del futuro.
Dobbiamo decidere una volta per tutte se vogliamo che questi scontri elettorali debbano svolgersi seguendo un canone di correttezza o se, invece, ci debbano essere i soliti furbi che vanno girando per le città mistificando realtà e ingannando tanti ragazzi.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Blasi.
Speaker : BLASI.
Grazie, Presidente.
Riesco ancora a distinguere, fortunatamente, il valore di quest’Aula da un palco predisposto per i comizi. C’è stata una proposta del collega… Non ho fatto riferimento a nessuno. Io ho sentito il collega Ventola, il collega Gatta non parlare della proposta, perché qui siamo nell’Aula del Consiglio regionale, che ha fatto il collega Di Gioia dicendo “ritiro l’emendamento chiedendo l’impegno ad anticipare il punto n. 6), che è più idoneo per la proposta di legge che ha incardinato per reintrodurre l’emendamento che in questo momento sto ritirando”. Noi ci siamo alzati e abbiamo preso l’impegno e forse chi si è alzato a prendere questo impegno non ne aveva bisogno dal momento che dai verbali probabilmente risulterà che siamo stati i più non soltanto assidui frequentatori per numero di presenze ai Consigli regionali, ma anche tra quelli che non sono mai contrassegnati dalla assenza quando è venuto meno il numero legale. Siamo rimasti qui proprio per l’importanza, come abbiamo ribadito nei nostri interventi, dei provvedimenti che abbiamo di fronte. Però, non si può dire da una parte che sono importanti quei provvedimenti e rimaniamo in Aula come hanno fatto alcuni colleghi della minoranza e poi sottoporci ad ascoltare delle arringhe che spero, come ha detto il collega Gatta, sono già arrivate e denunciate a chi di dovere, perché poco hanno attinenza né con il merito di ciò che stiamo discutendo e tanto meno di quest’Aula. Forse hanno attinenza, se sono veritiere, con qualche altra aula e qualcun altro dovrà eventualmente verificarle e indagarle.
Chiudiamola qui, chiudiamola qui, anche perché chi come me ha non certo la giovane età di tanti colleghi del Movimento 5 Stelle ed è antico alla politica, determinate pratiche non solo le ha viste, ma le ha anche subite nella vicenda di questa terra, in anni non proprio lontanissimi e da cui questa terra e la gente di questa terra ha provato a liberarsi con il voto democratico che ha espresso in questi ultimi anni.
Ritorniamo al merito, Presidente Loizzo. C’è una proposta, decidiamo come si va avanti su quella proposta, se questo emendamento è ritirato oppure no.
Speaker : CONCA.
Presidente, bisognava che intervenissi ancora perché poi davvero a sentire poi i colleghi ti affiorano certe questioni che vanno stigmatizzate. Devo tornare a parlare della questione degli OSS dove, per dirvi qual è il sistema che poi porta ad ingannare le persone, stanno prorogando i contratti a tempo determinato al gennaio 2020, quindi per altri 4-5 mesi, perché da una parte lasciano la speranza a chi pensa di maturare i trentasei mesi e quindi ottemperare alla 175, la legge Madia, e quindi vantare poi una stabilizzazione, non curanti che ci sono 14.000 persone in una graduatoria che ha impiegato tre anni ed è questo un modo per non essere onesti con quelle persone.
Le Agenzie interinali che prendono quelli del CUP al Policlinico, che poi si va a scoprire che sono “figli di”... Chi è che li chiama? Le agenzie interinali non dovrebbero aver ragione di esistere. Il lavoro a tempo determinato nella Pubblica amministrazione non dovrebbe avere ragione di esistere. C’è l’articolo 97 della Costituzione che dice che in una Pubblica amministrazione si entra per concorso. Qui, invece, noi stiamo sempre a fare stabilizzazioni. E poi andiamo pure a stringere la mano. Non è possibile.
Questo emendamento, così come lo ha subemendato il collega, va sottoscritto, perché le agenzie interinali sono per l’azienda privata. Qui già abbiamo esternalizzato l’ira di dio. Abbiamo esternalizzato i servizi essenziali. Le lavanderie, le cucine, gli psicologi, la Domus e poi l’Auxilium. Non è possibile condannare alla precarietà queste persone.
Almeno in questa pausa elettorale, pre-elettorale... Già avete dalla vostra parte la reggenza di una Regione. Io non mi meraviglio che ci siano persone negli uffici che vanno a fare campagna elettorale. Ne ho viste tante. Anche il capo dipartimento Montanaro più volte è intervenuto al Libro Possibile non so a parlare di chi e con chi. Non è possibile.
Abbiate almeno la compiacenza di... Tanto la legge, una volta fatta, rimane disattesa, come la maggior parte delle leggi pugliesi. Quindi approvatela. Almeno ci date l’idea che stiamo facendo qualcosa di utile.
Speaker : PRESIDENTE.
Paolo Pellegrino, prego.
Speaker : PELLEGRINO.
Presidente, grazie.
Solo per un chiarimento doveroso in nome del partito che rappresento in quest’Aula. Il collega Gian Diego Gatta ha evocato, leggendo un documento che nessuno conosce, la sigla di Italia in Comune, che io ho l’onore di rappresentare. Non mi è sembrato corretto né dal punto di vista politico né dal punto di vista giuridico. Lei non ha letto la firma. Non sappiamo chi abbia firmato questo documento. Non ne conosciamo il contenuto. Lei, come si è astenuto dal dire chi ha firmato quel documento, avrebbe dovuto astenersi dall’indicare la sigla del partito. Poteva benissimo dire “un partito” dell’arco costituzionale, senza fare un nome. Io mi sento, adesso, in dovere di stigmatizzare questo suo comportamento.
Grazie.
Speaker : GATTA.
Vorrei rispondere al collega Pellegrino.
Una brevissima risposta al collega Pellegrino, con il quale tra l’altro ho un ottimo rapporto, e non inficia il nostro rapporto. Paolo, il problema è che, se anche non avessi citato il partito, la sede di via Tribuna è adibito al comitato elettorale di quel partito. Quindi, avrei dovuto sostanzialmente sottacere la via, il numero civico, il partito e anche il funzionario, che è indicato in quel messaggio. È un comitato elettorale di candidati di quel partito. Ma non è un attacco al partito. Se vuoi, lo possiamo chiamare partito “x” o “y”. È il metodo, sono queste metodiche, sono queste logiche, sono questi comportamenti che alterano la correttezza del gioco, la lealtà nel gioco. Non era un attacco a quel partito… Questo dico.
Io mi sono limitato a leggere un messaggio, che tra l’altro verrà posto all’attenzione di chi di dovere, che è pervenuto a tutti coloro i quali si sono trovati in qualche modo coinvolti in questa vicenda. Poi saranno altri che si pronunceranno.
Speaker : PRESIDENTE.
Proviamo a ricapitolare. Se ho capito bene, l’emendamento non è ritirato. È così? Bene.
Prego, collega Amati.
Speaker : AMATI.
Presidente, grazie.
È l’ultimo appello che faccio, perché ho bisogno forse di descrivere lo scenario. Lo dico con tanta amicizia nei confronti di tutti i colleghi. Nessuno ha espresso giudizi sul merito dell’emendamento. Noi non abbiamo espresso giudizi. Sapete, peraltro, che la nostra condotta è sempre stata una condotta presente, militante, diretta a garantire il numero legale, il funzionamento dell’Istituzione, l’impegno sui singoli problemi di merito, pezzi di mondo che stanno fuori e che chiedono a noi. E questo è chiaro. Quindi, se uno chiede adesso di votare quell’emendamento e soprattutto addirittura con il voto segreto, sta chiedendo di far saltare il Consiglio regionale. Questa è la richiesta. Anche sul subemendamento per una serie di ragioni, ma io ho detto che non interverrò nel merito, sta decidendo di far saltare il Consiglio regionale. Salvo a inventarsi qualcosa, questo è l’esito.
Il prossimo Consiglio regionale si ricomincia di qui, e magari si infila la legge sulla parità di genere, sulla doppia preferenza, magari si infila la legge sulla Costa Ripagnola, l’istituzione del parco, magari si infilano diverse altre leggi. Va bene?
Colleghi, non è obbligatorio ascoltare. Colleghi, non è obbligatorio ascoltare, perché dipende dall’interesse che suscita il relatore, ma è obbligatorio fare silenzio. Ascoltare no, perché dipende dall’interesse che suscita l’oratore. Voi state dicendo, voto segreto o non voto segreto, che finisce il Consiglio regionale qui, per una serie di motivazioni di carattere politico su cui, ovviamente, non avete bisogno della mia interpretazione, siete in grado da soli di farlo meglio di me. Abbiamo stabilito un bel tappo sul Consiglio regionale. Il prossimo Consiglio regionale non potrà avviarsi se non cominciando da qui e si riproporrà tutto il problema che peraltro abbiamo già visto, c’è il morto in casa.
La proposta di Leo Di Gioia, lo dico ai colleghi che con tanta facilità fanno gli spadaccini dicendo “si vada al voto”… Vi informo che questa condotta, che è una condotta che è in difformità rispetto a quello che dice il collega Di Gioia, cioè che ci aveva assicurato di farlo transitare su un altro provvedimento, un provvedimento più neutro rispetto agli interessi urgenti delle persone, non inutile, utile, però non urgente, e di lì aver risolto il problema con tutte le caratterizzazioni politiche del caso. A questo impegno noi avevamo dato la nostra disponibilità ad essere presenti in Aula. Poi, è intervenuto l’assessore Leo e io francamente dissento, assessore Leo. Il legislatore può decidere quello che vuole. Nessuno può andare dal legislatore e dirgli che è opportuno o non è opportuno. Il legislatore propone quello che vuole. Allora, in questo modo avremmo risolto il nostro problema. Poi, magari qualcuno avrebbe deciso di votare a favore o contro, sarebbe il caso di non avere il voto segreto, così si capisce chi vota a favore e chi vota contro e non avremmo messo tappi al Consiglio regionale. Per cui, non interverrò più.
Insistere sull’emendamento e sul voto segreto significa sancire la fine di questo Consiglio regionale, di questa seduta del Consiglio regionale. Questo è il risultato politico. Ovviamente con tutto ciò che questo significa, cioè che non abbiamo assunto i provvedimenti necessari.
Collega Franzoso, lo ripeto anche a lei. Non è obbligatorio ascoltare, però è obbligatorio stare in silenzio.
Questa è la situazione. Rispetto a questa situazione dovete semplicemente dirci non ARPAL, ARPA, eccetera. Dovete dirci se voi volete o meno dare questo esito al Consiglio regionale. Lo state dicendo, peraltro, e qui è un problema di carattere personale, mio e di altri colleghi, a persone che in qualche modo hanno lavorato su questo provvedimento, anche con voi, concordando con voi. Sono cinque anni, un’intera legislatura, che l’unica cosa che hanno di mira è il merito dei provvedimenti, a volte anche subendo gravi frizioni con la propria maggioranza. Ci sono colleghi che non hanno mai ascoltato nessun consigliere e Presidente, dei colleghi vostri, molti di noi, che magari li invitava facendo il tattico della barca a vela. Non so se sapete le varie funzioni. Di uscire, entrare. Non li hanno mai ascoltati. Hanno fatto quello che rinveniva dal loro dovere, e qualche volta sono anche entrati in urto.
Sto parlando per un pezzo della mia biografia, come della biografia di diverse persone.
Voi potete fare pure così, ma tenete conto che, sulla base di rilievi che state eccependo ad altri colleghi, state travolgendo anche il lavoro di colleghi che in modo appassionato, continuativo, senza esitazioni e senza nessuna iattanza, ma al limite uno spirito di collaborazione, per cinque anni hanno svolto questa funzione.
A me verrebbe semplice alla fine di questo Consiglio regionale. Il Consiglio regionale della Puglia ha fondato le esigenze di quelli, le esigenze di quelli. È facile fare un video. Da un punto di vista strettamente politico mi è più conveniente un video del genere. Voi sapete che i “like” vengono attratti dalle brutte notizie e non dalle buone notizie. Quindi, politicamente è preciso. Però in questo momento mi rendo conto che ci sono mille persone, persone in carne e ossa, che hanno un problema a cui noi dobbiamo corrispondere. Vogliamo corrispondere a questo problema? La soluzione proposta dal collega Di Gioia ci sembrava congrua. La risposta può essere quella data dagli altri firmatari dell’emendamento di Di Gioia, dicendo: noi insistiamo. Benissimo. Molto spesso l’insistenza per raggiungere l’ottimo è la forma più straordinaria per non raggiungere nemmeno il bene. E questo dovrebbero saperlo persone come noi che addirittura evocano di dire che rappresentano il popolo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Barone.
Speaker : BARONE.
Io ritratto sul voto segreto perché non vorrei che fosse questo il motivo per cui la legge va avanti o meno. Però, io volevo soltanto sottolineare una cosa, e chiudo. Sarò molto rapida. In pratica, state preferendo poter fare campagna elettorale sulla pelle di queste povere persone che non portare a casa dei provvedimenti… Va bene.
Speaker : PRESIDENTE.
Calma, colleghi.
Speaker : BARONE.
Non è che mi riferivo a questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Barone… Calma. Consigliere Galante…
Speaker : BARONE.
Non mi pareva di essere stato così tanto…
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Galante, la vuoi finire?
Speaker : BARONE.
Sinceramente non era sul personale. Non era certamente un attacco personale. Stavo parlando in generale. Stavo parlando in generale. Secondo me, oggi come oggi, invece di portare a casa dei provvedimenti importanti, stiamo parlando di campagna elettorale sulla pelle delle povere persone, in rapporto a questo bando.
Questo è tutto nel merito. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : FRANZOSO.
Grazie, Presidente.
La cosa che mi dispiace è che le misure anti Covid non consentano più che ci sia un pubblico in quest’Aula, perché a settembre ci sono le elezioni e oggi più che mai c’è stata la palese dimostrazione di chi qua dentro è un uomo e una donna libera, e parlo della maggioranza, e di chi non lo è. Quello che ha visto il collega Ventola l’abbiamo visto tutti. Noi, essendo molto vicini al luogo in cui Procacci detta le sue direttive in quest’Aula, abbiamo sentito le disposizioni che venivano impartite. Quindi, la cosa che mi dispiace davvero è che non ci sia stata la possibilità per tanti di vedere chi tra voi della maggioranza può annoverarsi tra gli uomini liberi e chi, invece, non può annoverarsi tra gli uomini liberi.
Seconda cosa. Anch’io ho votato quell’emendamento e ritiro la mia firma, anche se non serve il ritiro della mia firma, serve che tutti ritiriamo quella firma, perché pongo un quesito ai colleghi. Ha ragione il collega Amati. Noi oggi abbiamo la possibilità di decidere se vogliamo che i lavori del Consiglio terminino qui o non terminino qui. Quello che io chiedo ai colleghi dell’opposizione è: abbiamo deciso che i lavori devono terminare qui, considerato che la maggioranza è in un cul de sac da cui non uscirà? Voi non uscirete più, siete ormai in una crisi profonda che non riuscirete più a risolvere. Quello stesso emendamento riproponiamolo alla prossima legge, senza demandare all’Ufficio di Presidenza quale, alla prossima legge. In quel modo decidiamo come far terminare i lavori del Consiglio, ma perlomeno portiamo a casa una legge che ha visto il contributo di tutti, di maggioranza e di opposizione e che intercetta gli interessi di tante persone al di fuori di quest’Aula. Domani non parleranno delle beghe della nostra campagna elettorale, non diranno “Ma come sono stati bravi”. No, a loro non interessa nulla. Loro domani vedranno gli studenti, le case popolari, vedranno solamente se sono stati ascoltati o se non sono stati ascoltati. Portiamo a casa questo provvedimento e poi congediamoci perché è ovvio che questa opposizione al prossimo disegno di legge, alla prossima proposta di legge riproporrà quell’emendamento che oggi ritiene fondamentale su cui oggi ritiene si stia giocando buona parte della vostra campagna elettorale, non della nostra.
La preghiera che faccio ai colleghi è di ritirare l’emendamento, per far sì che questo disegno di legge oggi venga approvato e dopo lo ripresenteremo.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega De Leonardis, prego.
Speaker : DE LEONARDIS.
Presidente, avevo provato a cercare un’ipotesi di mediazione venendo incontro alle legittime esigenze per esempio dell’assessore Borraccino, che vuole eliminare il lavoro non stabile con le stabilizzazioni su cui ci sarebbe da parlare perché a Foggia la Sanitaservice sta procedendo alle stabilizzazioni per concorso. C’è un concorso a Foggia per il CUP e il Contact Center per cui tu se vuoi entrare a lavorare dopo 15 anni che hai lavorato per un’azienda esterna devi fare il concorso. I posti di lavoro sono 80 e i partecipanti sono 100. Quindi, ci sarà, giocoforza, della gente che resterà fuori. Le politiche del lavoro di questa maggioranza che andavano verso un certo tipo di percorso sono state, da un punto di vista tecnico e anche in contrasto con la delibera regionale, che andava a determinare alcune cose in relazione allo standard del lavoro... Si sta comportando in maniera diversa a Foggia. C’è il concorso la settimana prossima. Quindi, saranno alcuni dentro e alcuni fuori. Non si capisce. Ci sono sempre questi funzionari di Sanitaservice che chiamano le persone: “Non ti preoccupare, me la vedo io, stai tranquillo”. Lo dico chiaramente.
La mediazione qual è, quella che volevo proporre ai colleghi di maggioranza? È di votarla tutti assieme questa cosa. Invece di bloccare i concorsi, che è una cosa forse anche forte, limitiamoci, assessore Borraccino, ad evidenziare, che cosa? Non consentiamo di andare avanti sul lavoro che non è il lavoro stabile, il lavoro che non deve aver bisogno della raccomandazione, non deve aver bisogno della consulenza, è una cosa determinata, che c’è sempre il punto interrogativo, che oggi c’è e che domani non c’è. Approviamo all’unanimità l’emendamento Di Gioia, dicendo che non è che noi blocchiamo tutti i concorsi (fino al 30 settembre, sempre), ma blocchiamo solo quelli fatti attraverso il lavoro interinale, cosa peraltro...
Collega Amati, come ha detto fino ad ora? Che non si deve parlare e bisogna ascoltare. Fabiano, in amicizia.
Evitiamo di procedere in quella direzione, quindi blocchiamo solo il lavoro a tempo determinato, il lavoro che viene fatto attraverso le Agenzie di lavoro interinale. Tutto il resto lo consentiamo. Diamo anche un’impronta di centrosinistra con questo emendamento. Presidente, lei che viene da un sindacato storico importante e che ha svolto un ruolo importante in questo sindacato sicuramente non può essere contrario a questo emendamento.
Collega Amati, ci prendiamo carico di quella parte di maggioranza che non c’è e consentiamo a voi, che avete fatto il vostro lavoro, e a noi, che abbiamo fatto il nostro lavoro, di approvare importanti emendamenti. Evitiamo che chi sta facendo questi rapporti a tempo determinato con le Agenzie di lavoro interinale possa incappare anche in qualche problema, cosa che non auguriamo a nessuno, e risolviamo il problema. Se noi blocchiamo solo ed esclusivamente la possibilità di fare questi lavori con le Agenzie di lavoro interinale risolviamo agevolmente la cosa.
Approviamo la legge, manteniamo il numero legale e proseguiamo i lavori. Mi sembra una mediazione, un’ipotesi di lavoro di buonsenso, che tanti esponenti della sinistra storica che sono qua non possono non accettare, a cui non possono non venire incontro.
Questo era l’appello che volevo fare, così saltavamo tutto il lavoro e davamo la possibilità anche a chi deve fare i concorsi di fare i concorsi e a chi, invece, deve essere sottoposto a una selezione di un’ipotetica società di lavoro interinale, probabilmente influenzabile, facciamo sì che questo non accada.
Questa mi sembra un’ipotesi plausibile di mediazione che possiamo portare avanti, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Calma, calma.
Noi non abbiamo distribuito un subemendamento del collega De Leonardis, però è del tutto evidente che per fare un subemendamento deve restare in vita l’emendamento. Se qui viene accolto l’appello, formulato per ultimo dalla collega Franzoso, a ritirarlo, è chiaro che il subemendamento decade. Quindi, fatemi capire. Collega Conca, sto dicendo che se non viene accolto l’appello… Bene.
L’emendamento è confermato. Quindi, a questo punto vive anche un subemendamento che va nella direzione che il collega De Leonardis ha spiegato, e cioè limitare soltanto al non fare i lavori interinali. Questo è il senso. Lo dobbiamo distribuire? O avete comunque capito il senso? Bene.
Votiamo, quindi, il subemendamento De Leonardis, che limita il blocco solo ai rapporti di lavoro interinale.
Presenti 18, votanti 13, favorevoli 13, astenuti 5.
Non siamo in numero legale.
La seduta è aggiornata sulla base delle decisioni che assumerà la Conferenza dei Presidenti.