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C.r. Puglia 16.01.18
FILE TYPE: Video
Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno.
Diamo per approvato il verbale della seduta precedente.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Pellegrino e Bozzetti.
Alla I Commissione, una serie di debiti fuori bilancio; alla III Commissione, il disegno di legge n. 298; alla IV Commissione, il disegno di legge n. 299; alla V Commissione, il disegno di legge n. 291 “Schema di legge di modifica alla legge regionale n. 24” e la proposta di legge a firma del consigliere Colonna “Norme in materia di perequazione urbanistica e contributo straordinario”.
Interrogazioni con risposta scritta: Gatta “Piano di dimensionamento scolastico del Comune di Vieste”; Marmo, sempre con risposta scritta “Avviso pubblico per l’affidamento incarichi di supporto all’espletamento di attività nell’ambito del PSR 2014-2020”.
Mozioni: Congedo “Sentenza Consiglio di Stato diplomati al magistrale”; Borraccino “Docenti nominati in ruolo in Regioni del centro-nord”; Borraccino “Nomina rappresentanti infermieri nell’Assemblea del Consiglio sanitario regionale”.
Il Governo, in data 12 gennaio, ha deliberato la non impugnativa delle leggi regionali n. 44 e n. 45.
Prima di passare all’ordine del giorno, comunico all’Assemblea le decisioni scaturite dall’Assemblea dei Presidenti.
Oggi sull’ordine del giorno procediamo fino al punto n. 7). Poi vediamo le varie difficoltà. Il prossimo Consiglio regionale si terrà il 25, giovedì, per proseguire l’esame delle ulteriori leggi all’ordine del giorno. Poi, il mese di febbraio, per ragioni oggettive, il Consiglio regionale si fermerà e il prossimo Consiglio regionale è previsto per il 9 marzo.
Fatte queste comunicazioni, proseguiamo sull’ordine del giorno.
Punto n. 1).
Mi comunicano che non è stata raggiunta un’intesa, così come definita nella Conferenza dei Presidenti, sulla modifica ad alcuni articoli della legge sul pluralismo e l’innovazione dell’informazione e della comunicazione. Pertanto, sulla base delle decisioni assunte nella Conferenza dei Presidenti, rinviamo questo punto al prossimo Consiglio regionale, nella speranza che si possa determinare un’intesa sui miglioramenti da apportare alla legge.
Secondo punto: “Proposta di legge Damascelli, Gatta, Marmo ed altri ‘Disposizioni in materia di agricoltura sociale’”.
L’assessore Di Gioia chiede di intervenire.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Grazie, Presidente. In merito a questo disegno di legge, che disciplina una materia molto importante come quella dell’agricoltura sociale, che, ovviamente, ha a che fare anche non solo con il mio assessorato, ma anche con quello del welfare, io sono a fare una proposta qui oggi al Consiglio, che è quella di rinviare la discussione, con il rinvio del provvedimento alla Commissione sulla base di un sopravvenuto atto che in questo momento deve essere attentamente valutato da parte del Consiglio regionale stesso.
Infatti, in data 21 dicembre, il Ministro dell’agricoltura ha presentato alla Conferenza Stato-Regioni il decreto che discende dalla legge nazionale sull’agricoltura sociale, attraverso il quale individua i criteri minimi e le modalità di funzionamento di quelle che devono essere le attività in campo di agricoltura sociale.
In pari data, prima la Commissione politiche agricole che la Regione Puglia ha l’onore di coordinare e poi la Conferenza dei Presidenti hanno addivenuto all’idea di esprimere intesa favorevole su quel provvedimento e contemporaneamente hanno raccomandato al Ministro stesso, nella stesura definitiva, di tenere conto di un provvedimento di linee guida che potesse esplicitare un paio di indicazioni, che sono state allegate al provvedimento stesso, che in particolare hanno a che fare anche con profili fiscali, quindi legati al tema delle cooperative sociali.
Per queste ragioni, credo che, anche ai sensi dell’articolo 46, comma 2, che è lo stesso che abbiamo invocato nella discussione dell’ILVA, in presenza di un atto così importante, ci sia l’esigenza di fare un raccordo. Voglio anche dire che le Regioni che già avevano una legge sull’agricoltura sociale si sono oggi attivate per le modifiche e per rendere coerente questo provvedimento al provvedimento di rango sovraordinato, che è quello ministeriale.
Per queste ragioni, chiederei al Consiglio di soprassedere, evidentemente, oggi dalla discussione di merito, però, in aggiunta, di rimandare in Commissione il provvedimento ai fini di un raccordo con il testo che è stato emanato e che oggi è in discussione per i pareri consultivi alla Camera dei deputati e al Senato.
Per queste ragioni, inviterei ad un voto in tal senso.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Come i consiglieri hanno notato, abbiamo distribuito questi documenti della Conferenza dei Presidenti e del Coordinamento degli Assessorati all’agricoltura. Sono sul tavolo, sicuramente.
Scusate, avete distribuito i testi della Conferenza nazionale dei Presidenti? Lo ha trovato, consigliere Damascelli? Consigliere Damascelli, prego.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Conoscevo già quanto appena esposto dall’assessore all’agricoltura. Io lo ringrazio per aver detto che si tratta di un provvedimento così importante e fondamentale per la Puglia, che oggi approda in Aula dopo un lungo percorso di approfondimento, di ascolto dei corpi intermedi, delle categorie del terzo settore in audizione in Commissione.
Dopo le audizioni abbiamo emendato la proposta di legge inizialmente depositata agli atti delle Commissioni con anche i suggerimenti che sono stati proposti da tutti coloro che hanno partecipato, perché c’è stato un vero processo partecipativo alla redazione di questa proposta di legge che oggi finalmente arriva in Consiglio. È fondamentale, importante, perché in Puglia non esisteva. Quindi, bisogna istituire subito l’agricoltura sociale viste le opportunità che offre sia da un punto di vista sociale, attraverso terapie volte alla riabilitazione psicofisica delle persone diversamente abili, sia alla riabilitazione sociale, attraverso percorsi di inclusione di persone svantaggiate, prevedendo anche opportunità per minori in età lavorativa. È una legge che prevede, tra l’altro, anche momenti di educazione ambientale e di educazione alimentare.
Tra l’altro, è una opportunità per il mondo agricolo, perché è offerta la possibilità, quindi, agli agricoltori di diversificare le proprie attività. È un momento, come diceva l’assessore, abbastanza importante.
La proposta di legge che giunge in Consiglio regionale ha ottenuto, in data 28 settembre 2017, il parere unanime favorevole da parte della III Commissione, secondo la decisione numero 47 agli atti del Consiglio.
Invece, in data 2 ottobre 2017, la IV Commissione consiliare, in sede referente, presieduta dal collega Pentassuglia, ha esaminato e approvato, articolo per articolo e l’articolato finale, all’unanimità il testo di legge che oggi abbiamo agli atti del Consiglio regionale.
Questo è quello che è avvenuto a seguito di una proposta di legge depositata a giugno, poi rivista e ridepositata a luglio, poi emendata a seguito del procedimento di audizioni in Commissione.
Io conoscevo lo stato di attuazione dell’internazionale, ma voglio far rilevare all’Aula e all’assessore che si tratta soltanto di un’intesa e che il Ministro Martina ha chiesto l’iscrizione all’ordine del giorno dei lavori delle Camere, quindi della Commissione agricoltura, ma il decreto non esiste. Il decreto non esiste, non c’è. Non esiste un decreto. Esiste un’intesa approvata. Non è stato approvato. È una proposta che oggi non è approvata dal Parlamento italiano e non penso che entro questa legislatura il Parlamento italiano, le Camere riusciranno ad approvare il decreto attuativo.
Quindi, si tratterebbe di rinviare a forse dopo le elezioni, forse dopo il nuovo Governo che dovrà riprendere in mano la situazione, quindi rinviare sine die l’approvazione della legge. Io questo lo voglio dire. Siccome è una legge, una proposta di legge fortemente attesa – assessore, lei lo sa meglio di me – sia dal mondo del terzo settore sia dal mondo agricolo e ha recepito tutte le istanze, di tutti, e da un punto di vista legislativo, considerato anche il continuo confronto che c’è stato sia in Commissione sia con gli uffici legislativi, adesso, al di là di qualche emendamento che ho già preparato da presentare qui in Aula per ulteriori perfezionamenti, la legge è pronta ed è confezionata.
Per me non ci sono problemi. Possiamo discutere quanto vogliamo. Ragioniamo dell’opportunità o meno di ritornare in Commissione, però voglio dirvi questo: la gente l’attende. I corpi intermedi, le associazioni, tutti sono in attesa di questa legge. Ci sono i fondi nel PSR per l’agricoltura sociale. Noi abbiamo la necessità di normare al più presto. Non possiamo aspettare ancora. Poi, quando ci saranno i decreti attuativi, ma questo a mio parere... Il ritorno in Commissione significa impantanarla. Quando ci saranno i decreti attuativi, possiamo anche sicuramente ritornare e modificarla, però la legge prevede già un regime di transizione che consente di poter operare in tal senso e istituire già l’agricoltura sociale in questo momento.
Poi ognuno si assume le responsabilità. Noi siamo qui, siamo pronti a dialogare. Questa legge, Presidente Loizzo, è stato frutto di dialogo, altrimenti non era approvata all’unanimità né dalla III Commissione né dalla IV Commissione. C’è stata una collaborazione reciproca da parte di tutti e voglio ringraziare tutti i componenti della Commissione che hanno collaborato, che hanno partecipato, così come mi sento di ringraziare i soggetti auditi, quindi le organizzazioni di categoria agricole che hanno collaborato, quelle del terzo settore, perché tutti sono stati ascoltati.
Io ho avuto modo anche di questo, da un punto di vista del lavoro quotidiano, interloquire anche con la rete, con alcuni esponenti della rete delle fattorie sociali, che appunto anche loro hanno fatto delle osservazioni. Quindi, al di là di qualche emendamento che adesso possiamo presentare, la legge è pronta e confezionata.
Poi, stabiliamo insieme quello che vogliamo fare, perché se è stato frutto del dialogo sino ad ora, non vedo perché adesso deve diventare la legge della discordia. Io non voglio questo, io voglio che la legge sia approvata nell’interesse del nostro territorio, perché il nostro obiettivo, al di là delle parti, lo dico sempre questo e sono convinto di quello che dico, è quello di amministrare al meglio il nostro territorio per raggiungere insieme il bene comune. Io ci ho lavorato tanto ed intensamente e sono a disposizione per comprendere quali siano le necessità.
Il rinvio in Commissione può essere un aspetto da cogliere rapido, immediato e quindi ritornare subito in Consiglio? Io non penso che questo sia, perché andrebbe soltanto a bloccarla e ad impantanarla.
Ripeto, tutti hanno lavorato. Ho visto che ci sono anche altri disegni di legge, altre proposte di legge praticamente fotocopia, tra l’altro anche, perché è stata protocollata agli atti della Commissione, con un aspetto legislativo errato. È errato perché non prevede l’abrogazione e ve lo dico subito perché me lo sono appuntato, sempre perché ne parliamo un po’ con tutti e tutti insieme collaboriamo poi alla stesura definitiva.
Tra l’altro, quel disegno di legge non prevede l’abrogazione prevista, invece, da un altro decreto, quello del 2006, quindi fa riferimento ad un decreto che ormai non opera più e questo penso che sia importante. Non si tiene conto dell’abrogazione del decreto legislativo 24 marzo 2006, n. 155, operata dall’articolo 19 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 112, che prevede la revisione della disciplina in materia di impresa sociale a norma dell’articolo 2, comma 2, lettera c), della legge 6 giugno 2016, n. 106.
Questo è quello che sentivo di rassegnare al Consiglio regionale, che deciderà poi di conseguenza. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
A questo punto, in base all’articolo 46, dobbiamo procedere. Ho ascoltato le argomentazioni, legittime e sacrosante, del consigliere Damascelli, però è stata posta una questione formale. Dobbiamo procedere al voto.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Presidente, chiedo scusa, ma la questione formale la pongo io.
Noi siamo in presenza di un decreto ministeriale che è passato dalla Conferenza Stato-Regioni del 21, ha avuto l’intesa il 21 dicembre. È stato approvato in Conferenza il 15 dicembre ed è passato alla Conferenza Unificata il 21 dicembre. Per diventare, poi, decreto effettivo deve avere il parere delle due Commissioni parlamentari delle due Camere, che non si riuniranno per questioni ordinarie, ma solo per questioni straordinarie. Quindi, il decreto è come se non ci fosse.
Anche se noi volessimo dare per buono il decreto del Ministro, se lo andiamo a leggere vediamo che nulla modifica di quello che è il testo di legge, perché è un provvedimento che inquadra nelle linee generali quelle che devono essere le attività che svolgono le Regioni. In sostanza, sono talmente general generiche che non rappresentano motivi ostativi al procedimento legislativo di un provvedimento come questo.
Infatti, all’articolo 1 c’è la petizione di principio: “Ciascuna Regione provvederà a fissare i termini temporali per garantire la continuità delle attività di agricoltura sociale”. Poi: “Le diverse attività, di cui al comma 2, sono realizzate, ove previsto dalle specifiche norme di settore, in collaborazione con i servizi sociosanitari, con gli enti pubblici competenti per territorio e con gli altri soggetti di cui all’articolo 1”. E poi: “I soggetti possono ricorrere agli strumenti contrattuali di natura associativa”. E poi: “Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano rendono pubblici i nominativi degli operatori riconosciuti mediante l’istituzione degli albi” che vengono resi pubblici. I destinatari sono soggetti destinati a tali percorsi, coloro che si trovano in una situazione di disagio sociale e la proposta di legge nasce per questo. Il comma 3 dice: “Nel caso di percorsi inquadrabili in tirocini vanno verificate e certificate le competenze acquisite in base a quanto previsto dalle linee guida in materia di tirocini”, anche questo è un accordo della Conferenza Stato-Regioni del 25 maggio 2017. E poi che “le prestazioni e attività sociali di servizio per le comunità locali, realizzate mediante l’utilizzazione delle risorse materiali e immateriali dell’agricoltura, di cui alla lettera b) devono essere svolte da soggetti di cui al comma 2”.
Presidente, siamo in presenza di un documento talmente generico che può comprendere e comprende bene le motivazioni che portano alla stesura di una proposta di legge.
Poi io sollevo un’altra eccezione, che è formale ed è di garanzia di quelle che sono le proposte dei consiglieri regionali, che non possono essere vanificate per il semplice fatto che, con qualsiasi mezzo siano arrivate all’Aula prima di un’eventuale proposta del Governo, debbano subire l’onta di essere arretrate per far camminare prima quella proposta dal Governo che, peraltro, è arrivata in ritardo.
Generalmente quando arriva in ritardo il consigliere ci viene detto: “Prepara gli emendamenti e presentali in Aula e vedremo se potremo accoglierli”. Il Governo ha tutta la facoltà di presentare emendamenti e quindi di adeguare, ove questo decreto ministeriale fosse utile all’adeguamento, ma non credo che questo atto sia utile all’adeguamento. Questo atto arriva in ritardo per dire alle Regioni: “Potete fare certe cose con la normativa vigente, quella delle cooperative sociali, il riconoscimento delle ASL, le convenzioni con altre strutture pubbliche che possono essere le scuole”. Non ci troviamo di fronte a un documento impeditivo del procedimento.
Chiudo il mio intervento dicendo, Presidente, che siccome questo provvedimento del Ministro non è assolutamente impeditivo rispetto ai contenuti della proposta di legge, che cosa prevale in questo caso? Prevale la garanzia da dare alle prerogative del consigliere, che una sua proposta di legge trovi udienza all’Aula e che quindi il Governo, in questo caso, si adegui con emendamenti che servano anche, eventualmente, ove occorra, ad adeguare quella proposta di legge al decreto ministeriale.
È una storia, Presidente, lei lo sa, che va avanti da diverse sedute. C’è stato qualche altro tentativo nei confronti del collega Damascelli di convincerlo a fare retromarcia. Non credo che sia un buon comportamento e un buon trattamento di un consigliere che fa, anche se dall’opposizione e con scarsi strumenti, il suo dovere di consigliere proponente di una proposta di legge. Credo che vada tutelato prima il lavoro del consigliere.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Marmo.
Consigliere Casili, in base al Regolamento, ha a disposizione cinque minuti.
Speaker : CASILI.
Grazie, Presidente.
Anche per noi è molto strano che l’assessore chieda di ritirare questa proposta di legge del collega Damascelli, che è stata oggetto di discussione in IV Commissione, non solo, ma anche di concertazione con le associazioni di categoria.
Vorrei mettere in evidenza anche quello che è successo, per esempio, con una proposta di legge poi diventata legge, cioè la legge regionale del 29 maggio 2017, n. 15, quella che riguardava il contrasto dell’abbandono dei suoli agricoli. Mentre discutevamo quella legge, anche il Governo nazionale incardinava una sua legge per contrastare l’abbandono e il consumo dei suoli. Noi abbiamo fatto e abbiamo portato a termine, grazie all’apporto di tutti i consiglieri, una legge (così come dicono anche gli operatori del settore, non soltanto le associazioni di categoria) nettamente migliorativa rispetto al procedimento proposto dal Ministro Martina.
Questo Consiglio regionale deve andar fiero di aver fatto una legge. Chiedo a tutti i colleghi, di minoranza o di maggioranza, di andare, se vogliono compararle, a vedere quanto ha lavorato questo Consiglio regionale. Ripeto: ringrazio per il lavoro da parte di tutti i colleghi, di minoranza e di maggioranza.
Noi abbiamo portato a casa un provvedimento, la Regione Puglia ha dotato i pugliesi di un provvedimento superiore a quello che è stato il provvedimento governativo da parte del Governo nazionale.
Io non capisco perché non si debba oggi aprire a questa discussione in Aula e, in un certo qual modo, cercare di avere rispetto del lavoro che è stato fatto in ben due Commissioni e soprattutto per rispetto anche di chi è stato audito in queste Commissioni. Quindi, riteniamo retorico il pensiero dell’assessore Di Gioia e soprattutto non poggia su basi oggettive che possano impedire la discussione del provvedimento oggi in Aula.
Noi siamo per la discussione di questo provvedimento in questa situazione. Questo rimane. Io spero veramente che l’assessore possa cambiare idea e che si possa discutere anche alla luce dell’esperienza con altri provvedimenti. Io ho ricordato, ripeto, e senza questioni di autoreferenzialità, una proposta di legge poi diventata legge, che mi ha riguardato come primo firmatario, insieme anche al collega Colonna. Tra l’altro, in Conferenza dei Capigruppo il Governo non ha eccepito nulla al riguardo, quindi non capisco perché l’assessore si arroghi questa responsabilità di ritirare il provvedimento dopo che in Capigruppo si è deciso qualcosa, nelle Commissioni e nelle audizioni si è deciso di approvare i regolamenti. Oggi riteniamo che si debbano quantomeno discutere in Aula.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo al voto. Prego i consiglieri.
Qui c’è uno senza tessera, non ho capito bene chi è. Prego, collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Scusi, Presidente. Secondo me, secondo il nostro Gruppo, cari colleghi, Presidente, bisognerebbe procedere. Bisognerebbe procedere perché noi non vediamo, come diceva il collega Marmo, elementi ostativi o impeditivi in questo decreto della Conferenza Stato-Regioni. Anzi, assessore, è questa la proposta, io vedo che gli articoli della proposta di legge sono complementari rispetto agli articoli che stanno nel decreto della Conferenza Stato-Regioni.
Io credo che potremmo fare un emendamento con un articolo conclusivo in cui facciamo un rimando: “Per quanto non previsto nella presente legge, si rimanda al decreto”. Io vedo che sono situazioni differenti. Quindi, non vedo perché non si debba procedere.
Un certo fondamento di ragione ce l’ha anche il collega Casili. Questa è una Conferenza Stato-Regioni del 21 dicembre. Ieri noi abbiamo fatto la Conferenza dei Capigruppo. Non abbiamo saputo nulla di tutto questo. Non possiamo ritrovarci ogni volta qui in Consiglio con il coniglio che viene fuori dal cilindro, come la sorpresa dell’ultimo momento. Non è possibile. Un coinvolgimento preventivo rispetto a delle innovazioni che si verificano nel percorso credo sia indispensabile per tenere insieme Giunta e Consiglio. Non possiamo arrivare nella seduta del Consiglio e trovarci con il classico coniglio che viene tirato fuori dal cilindro per non procedere.
Noi siamo per proseguire e lavorare per migliorare il testo di legge in discussione, integrandolo, magari, con quelli che sono gli elementi che vengono apportati da questa Conferenza Stato-Regioni.
Speaker : PRESIDENTE.
Se non ci sono altri iscritti a parlare, procediamo al voto sulla richiesta di rinvio in Commissione formulata dall’assessore Di Gioia.
Votiamo.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 26, contrari 18.
È approvata.
Quindi, il punto n. 2) è rinviato in Commissione. Spero che si possa rapidamente tornare in Aula.
Punto n. 3).
Io ho ricevuto una richiesta dal collega Presidente Pellegrino, che è ammalato ed è in congedo, di poter rinviare questo punto, perché lui vuole essere presente.
La parola al consigliere Abaterusso.
Speaker : ABATERUSSO.
Non sapendo della richiesta da parte del Presidente Pellegrino, stavo per chiedere esattamente la cosa che abbiamo chiesto per il punto precedente, cioè un breve rinvio in Commissione per approfondire l’argomento.
Speaker : PRESIDENTE.
Credo non ci siano problemi su questa richiesta.
Procediamo al rinvio.
La parola al consigliere Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
In quanto firmatario di questo progetto di legge, per comunicare che il rinvio di questo punto all’ordine del giorno molto importante, lo dobbiamo dire per una questione di correttezza, significherà far slittare questo punto all’ordine del giorno almeno di due mesi, perché sappiamo bene che l’attività legislativa si interromperà a fine mese, non ci riuniremo più in Consiglio regionale nelle sedute del Consiglio e quindi torneremo ad occuparci di questi temi il 9 di marzo dove nella Conferenza dei Presidenti ieri è stato deciso che il 9 marzo ci saranno le interrogazioni e le mozioni. Quindi, arriveremo, nella migliore delle ipotesi, a metà marzo, fra due mesi, a discutere di un tema molto, molto avvertito dai cittadini pugliesi.
L’occasione di questo intervento la utilizzo anche per chiedere ancora una volta al Presidente del Consiglio, come ho fatto ieri nella riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo e dei Presidenti di Commissione, di non attendere la ripresa dei lavori a marzo, ma di utilizzare una delle date degli ultimi giorni del mese di gennaio per discutere nel Consiglio regionale monotematico sulla sanità, perché è un aspetto importante e io penso che sia anche mortificante per i consiglieri che hanno richiesto quella convocazione ad ottobre dover aspettare quasi sei mesi per discutere di un tema che interessa tutti i quattro milioni di cittadini pugliesi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Presidente, noi siamo d’accordo al rinvio di questo provvedimento, ma non alla prossima seduta. Noi siamo d’accordo invece al rinvio in attesa del decreto del Ministro attuativo dell’esito di quanto stabilito nella Conferenza Stato-Regioni del 7 settembre 2017. Fino ad oggi il decreto attuativo del Ministero non c’è stato. Quindi, è obbligo attendere il nuovo Governo, attendere le nuove Camere e attendere un nuovo Ministro che recepisca l’accordo in Conferenza Stato-Regioni, se il nuovo Governo intenderà recepirlo, e quindi provvedere ad un decreto non di cornice come quello precedente, ma un decreto attuativo.
Io dico che va rinviato sine die. Lo dico oggi e lo dirò il 25. Mentre sul provvedimento precedente, Presidente, che è stato rinviato, mi consenta di dirle soltanto una cosa. Noi abbiamo rinviato alla Commissione un provvedimento che avrà questi contenuti nella riunione della Commissione, cioè il riesame della proposta di legge Damascelli, con gli eventuali emendamenti del Governo che, siccome è stato inerte fino ad ora e non li ha presentati fino ad ora, si dovrà peritare di presentarli in Commissione. Vigileremo su quello che il Governo farà. Non si può destrutturare una proposta di legge per far piacere all’assessore. Questo è l’errore che ha commesso il Consiglio prima offendendo il lavoro di un consigliere.
Speaker : PRESIDENTE.
Io spero che la Commissione possa trovare la soluzione migliore per rispondere alle prerogative di ognuno di noi.
La parola al consigliere Barone.
Speaker : BARONE.
Approfitto un attimo per far presente che questa legge, che chiaramente è molto importante, che dovrebbe essere rivista, dovrebbe essere introdotta... La Commissione regionale antimafia, che mi onoro di presiedere, ha previsto che questa legge contro il GAP, contro il gioco patologico, debba essere assolutamente introdotta nel Testo unico della legalità.
Magari potremmo vedere, in qualche modo, di far inserire o comunque bypassare magari anche le Commissioni o comunque, poiché a breve il Testo unico dovrebbe essere completato, quindi portato all’Aula, potremmo far introdurre il GAP direttamente nella legge del Testo unico della legalità, in maniera da non doppiare e far sì che questo Osservatorio che dovrebbe nascere sia assolutamente efficiente e incisivo per questa problematica, che è assolutamente da debellare a tutti gli effetti.
È importante che la Regione Puglia, nel più breve tempo possibile, possa ottenere la legge più efficace e più attiva.
Grazie, Presidente. Solo questo volevo dire. Se può essere utile questa osservazione o questa nota che volevo far presente all’Aula, in quanto nel Testo unico della legalità il GAP è assolutamente previsto come uno dei pilastri stessi del Testo unico che avevamo già previsto l’anno scorso.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Posso chiedere ai consiglieri un pochino d’ordine?
Collega Galante, prego.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente. Io voglio solo attirare l’attenzione del Presidente Emiliano per quanto riguarda la questione del gioco d’azzardo, sulla quale ci sono dei numeri allarmanti.
Anche in bilancio, Presidente, sono stati inseriti 100.000 euro l’anno scorso e quest’anno l’assessore Piemontese ha riconfermato i soldi per quanto riguarda l’Osservatorio regionale. Io chiedo un impegno ad istituirlo perché è fondamentale. I soldi sono stati messi.
Chiedevo, infatti, al Presidente Emiliano di poter accelerare questo iter, perché indico solo i dati più importanti che sono per esempio in Bari e in tutta la Provincia 2 miliardi vengono spesi per tutti i giochi. In tutta la Puglia sono 6 miliardi. Quindi, io credo che da parte di tutti ci debba essere una sensibilità profonda, maggiore, verso questo problema. Sappiamo benissimo che sono tantissimi soldi che potrebbero essere investiti, invece, in attività produttive, nel recupero, nell’investimento nei servizi sociali che vengono sempre meno. Spero che a prescindere da quando andremo a discuterle, a nuovo Governo o comunque dopo aver visto le osservazioni sollevate anche dal consigliere Abaterusso, si possa iniziare comunque ad istituire l’Osservatorio regionale.
Presidente Emiliano, le chiedo semplicemente di prendere l’impegno e dare mandato all’ARES, perché in questo caso dovrebbe essere l’ARES, di attivare l’Osservatorio.
È un Osservatorio fondamentale perché i numeri poi non rispecchiano la realtà. Le ASL hanno dei numeri irrisori di chi soffre di azzardopatia. Nella realtà noi sappiamo che la percezione è devastante. I numeri dicono ben altro. Io mi sono anche interfacciato con il direttore Gorgoni, che in un certo senso aspetta anche che ci sia un coordinamento con l’assessorato alla sanità.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Romano, prego.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Presidente, mi scusi, ma intervengo sulla sollecitazione che è intervenuta dal consigliere Borraccino in quanto Presidente della Commissione III e primo firmatario della richiesta di convocazione del Consiglio monotematico sulla sanità.
Nel Consiglio precedente lei ha informato l’Aula, ha chiesto all’Aula di sospendere, di aggiornare, di rinviare la discussione sul monotematico sulla sanità in quanto era intervenuto quella mattina il Piano operativo approvato dal Governo nazionale.
Ieri, nella Conferenza dei Capigruppo, abbiamo riproposto l’argomento e ho informato la Conferenza dei Capigruppo e i Presidenti delle Commissioni che si era deciso in Aula, con il consenso di tutti i componenti del Consiglio regionale, perché da me contattati, prima di licenziare, di consumare il Consiglio monotematico, di tornare in Commissione per discutere del piano operativo. Questa la discussione di ieri mattina.
Ieri, appena rientrato nella mia stanza, ho chiamato il dottor Ruscitti – sono atti ufficiali – e ho chiesto la sua disponibilità per una Commissione, con lui, per discutere il piano operativo. La risposta è stata inviata a tutti i commissari, compreso Borraccino, perché il direttore generale del dipartimento, dottor Ruscitti, mi ha dato la disponibilità per il 1° febbraio per la discussione. Oggi mi ha scritto confermando questa roba e comunicandomi che arriverà il piano operativo nelle prossime ore.
Quindi, se dobbiamo ripetere per utilizzare le tribune per fare le cose che riteniamo... A me va benissimo, però lo scavalco delle posizioni che io assumo non lo consento a nessuno.
Abbiamo deciso insieme in Aula, abbiamo informato la Commissione, mi sono periziato di comunicare a tutti i commissari la disponibilità del dottor Ruscitti, questa mattina la conferma. Dopodiché, il Consiglio si terrà, essendo primo firmatario, quando consumeremo questi passaggi.
Speaker : PRESIDENTE.
Ringrazio il Presidente Romano, che mi ha evitato di introdurre qualche altra polemica assolutamente non necessaria, perché ha puntualizzato esattamente il percorso e gli orientamenti che ieri avevamo assunto.
Detto questo, io non ho altri iscritti a parlare. Per cui, procediamo al rinvio del punto n. 3).
Anche sul punto n. 4) c’è una richiesta sia dell’assessore Leo, ma anche del collega Bozzetti, che come avete visto è in congedo, di poter rinviare questo punto.
È rinviato, ovviamente, al 25.
Passiamo, adesso, al punto n. 6): “Interventi per la valorizzazione dei rituali festivi legati al fuoco”.
Passiamo al punto n. 6). Per un momento, superiamo il punto n. 5), in quanto c’è bisogno di organizzare gli emendamenti già presentati. Approfitto di questo per chiedere a tutti i consiglieri, qualora avessero intenzione di presentare emendamenti, di farlo subito, al punto n. 5), relativi alla modifica dell’ARTI.
Adesso passiamo al punto n. 6), con la relazione del Presidente Pentassuglia. Anche qui, ricordo ai colleghi consiglieri che, siccome passeremo poi al punto n. 7), la legge chiamata su Taranto, se c’è bisogno di presentare emendamenti, lo facciano subito.
La parola al collega Pentassuglia. Ricordo che siamo al punto n. 6).
Speaker : PENTASSUGLIA, relatore.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, i rituali festivi legati al fuoco tutelano e allo stesso tempo esaltano le tradizioni e la cultura dei popoli.
Essi rappresentano la forma più originale ed efficace per esprimere i sentimenti e l’anima di un territorio. Le rappresentazioni legate al fuoco assumono una importanza rilevante nell’accrescimento dello scambio interculturale tra le diverse etnie e popolazioni, molto spesso geograficamente lontane tra loro, ma unite dalla comune volontà di esaltare, mediante i riti legati al fuoco, le proprie tradizioni, così favorendone la divulgazione e la conoscenza in un’ottica globale.
La proposta di legge si pone l’obiettivo da un lato di contribuire ad assicurare un maggior rispetto del patrimonio culturale e folkloristico, legato ai riti del fuoco, diffondendone soprattutto il valore umano e dall’altro di far crescere la consapevolezza a livello locale, nazionale e internazionale dell’importanza di tali manifestazioni le quali favoriscono la diffusione della cultura e la conoscenza delle tradizioni e del territorio della nostra regione.
Si è altresì pensato di creare un apposito registro dei rituali festivi legati al fuoco che si svolgono sul territorio pugliese di cui si occuperà la struttura regionale competente in materia di turismo, affidando alla Giunta regionale il compito di definire i criteri e le modalità ai quali fa riferimento per l’inserimento nel registro dei soggetti aventi titolo.
I rituali festivi legati al fuoco quali espressioni dell’anima e delle tradizioni più antiche necessita di un’apposita normativa a tutela delle tradizioni popolari.
Si rimette il provvedimento al vaglio del Consiglio per la sua trattazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente. Io non ho emendamenti. Sono arrivati.
C’è il primo emendamento, a firma di Grazia Di Bari, all’articolo 1.
Collega Di Bari, non lo so, decida lei. Non c’è bisogno di illustrarlo? Bene.
Collega Manca, ha chiesto la parola. Siamo sull’emendamento di pagina 1.
Speaker : MANCA.
No, io volevo parlare prima dell’emendamento. Lo faccio dopo.
Speaker : PRESIDENTE.
Avete tutti i testi? L’assessore competente è Loredana Capone.
Parere negativo del Governo? Va bene.
Procediamo al voto. Per la maggioranza vedo banchi vuoti. Vedo che il più disciplinato è diventato il collega Turco, che sta lì fermo al suo posto, contrariamente al suo agitazionismo.
Consigliere Lacarra, rischia di essere punito se fa venir meno il numero legale. La avviso. Piemontese è l’irrequieto strutturale. Gli daremo il premio a fine legislatura: il consigliere più irrequieto. Una targa d’oro al collega Piemontese, assessore.
Presenti 37, votanti 37, favorevoli 5, contrari 32.
Non è approvato.
Non ci sono altri emendamenti all’articolo 1.
Votiamo l’articolo 1.
Presenti 40, votanti 39, favorevoli 34, contrari 5, astenuti 1.
È approvato.
Andiamo all’articolo 2.
Credo di aver visto un secondo emendamento di pagina 2, sempre a firma di Grazia Di Bari: “L’articolo 2 è soppresso”.
Credo che non ci sia bisogno di illustrarlo. È chiarissimo.
Il Governo? Parere contrario del Governo.
Votiamo.
Presenti 39, votanti 38, favorevoli 6, contrari 32, astenuti 1.
Non è approvato.
Votiamo adesso l’articolo 2.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 33, contrari 6.
È approvato.
Andiamo all’articolo 3. C’è l’ultimo emendamento di pagina 3. No, ce ne sono altri. Sempre a firma di Grazia Di Bari. Abbiamo approvato l’articolo. Siamo adesso all’articolo 3. C’è l’emendamento di pagina 3, a firma di Grazia Di Bari.
Ha chiesto di parlare la collega Di Bari.
Speaker : DI BARI.
Presidente, mi sa che decade questo emendamento, non avendo approvato l’emendamento precedente, il primo, dove chiedevamo di estendere la previsione di questa norma anche per riti che non fossero legati esclusivamente ai fuochi, perché così era stato deciso in Commissione. Invece, poi, ci ritroviamo con una legge che va a normare soltanto quel tipo di manifestazione. Quindi, io penso che questo decada.
Speaker : PRESIDENTE.
Qui c’è scritta l’istituzione di un registro che non c’era prima…
Speaker : DI BARI.
Sì, però siccome non avevamo previsto…
Speaker : PRESIDENTE.
Ho capito. È ritirato. Collega Colonna, voleva parlare? È ritirato l’emendamento, collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Mi ha anticipato la collega. Segnalavo forse la decadenza di questo come anche dei successivi, sino a pagina 6, perché tutti sono legati alla riformulazione del primo articolo.
Speaker : PRESIDENTE.
Okay, va bene. Quindi, a questo punto, non ci sarebbero più emendamenti. Si passava prima il registro e poi la promozione, pur facendo riferimento allo stesso oggetto. Quindi, tutti decaduti.
Votiamo l’articolo 3.
Presenti 44, votanti 43, favorevoli 37, contrari 6, astenuti 1.
È approvato.
Adesso andiamo all’articolo 4. Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 39, votanti 38, favorevoli 33, contrari 5, astenuti 1.
È approvato.
Adesso passiamo all’emendamento, sempre a firma di Grazia Di Bari, che introduce un 4-bis.
La parola alla collega Di Bari.
Speaker : DI BARI.
Presidente, anche questo decade, perché comunque prevede la promozione di manifestazioni storiche.
Speaker : PRESIDENTE.
Non è proprio così. Se lo ritira, facciamo prima. È ritirato?
Speaker : DI BARI.
Sì.
Speaker : PRESIDENTE.
Okay. Adesso andiamo all’articolo 5. Votiamo.
Presenti 41, votanti 40, favorevoli 36, contrari 4, astenuti 1.
È approvato.
Articolo 6.
Dobbiamo fare solo una modifica tecnica, in quanto la dotazione finanziaria è riferita all’esercizio finanziario 2018, anziché 2017. Stiamo votando l’articolo 6, così come è stato corretto.
Presenti 40, votanti 39, favorevoli 33, contrari 6, astenuti 1.
È approvato.
Prima di passare alla votazione sull’intero testo di legge, la parola al collega Manca per dichiarazione di voto.
Speaker : MANCA.
Prima che gli altri votino, è inutile che ripeta quello che ha già detto il Presidente Pentassuglia, l’importanza di questa legge. Non mi ripeto. Oggi è la festa di Sant’Antonio, per cui chi vota stia molto attento anche perché è il protettore del fuoco. Per cui, state attenti a quello che può succedere come ripercussione.
Io vorrei spiegare che questa legge… Ecco perché gli emendamenti dei 5 Stelle sono stati bocciati, perché questa rappresenta una legge soltanto per i rituali del fuoco, non potevamo fare una legge per tutte le feste, quindi soltanto per alcune realtà importanti che hanno una tradizione centenaria.
Su quello che viene fatto a Novoli, il falò, anche Winspeare ha fatto un film su questa tradizione, sull’importanza della festa. Naturalmente ci saranno altre realtà nelle altre province della Puglia che hanno anche queste una realtà centenaria. Quindi, è importante tramandare ai nostri figli, agli altri queste feste che hanno veramente una tradizione importante e quindi rappresentano anche il passato delle nostre radici, ma anche della Regione Puglia.
Naturalmente, visto che sono il primo firmatario, voteremo sì a questa legge perché credo sia importante per tutelare le feste che hanno una tradizione antica e naturalmente, come tutti sapete, rappresenta anche un volano importante per il nostro turismo. Siccome sono delle feste che hanno un risvolto internazionale, credo che sia importante votare sì.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Cera, prego.
Speaker : CERA.
Cari colleghi, siamo all’ultimo atto di una proposta di legge che ha avuto un’ampia discussione, devo riconoscere di grande interesse. C’è stata qualche polemica, spesso strumentale e di parte, non tenendo conto del principio alla base di una legge che non è una semplice elargizione verso determinati territori, perché, come ho avuto modo di dire nei miei interventi in Commissione e anche sulla stampa, non si tratta di una legge che esalta sagre e feste patronali, pur nel pieno rispetto e considerazione radicati nella cultura identitaria della Puglia, anche per evitare inutili banalizzazioni sul tema che avrebbero finito per vanificare il valore storico-culturale degli eventi legati ai rituali del fuoco.
Faccio riferimento, ad esempio, alla Focara di Novoli, a Grottaglie e, per restare in Provincia di Foggia, alla processione delle Fracchie di San Marco in Lamis o ai falò di Accadia e Bovino. L’ho sempre sottolineato, pur subendo le poche informazioni e i disarticolati attacchi di qualche collega consigliere che non ha molta frequentazione con rituali antichi e che sono rappresentativi della Puglia nel mondo.
La proposta parte da un presupposto: il culto del fuoco è rappresentazione del sacro in chiave popolare, mette insieme riti e tradizioni, temi cari alla promozione del “made in Puglia” nel mondo, così come riscontrato nell’azione dell’Assessorato al turismo o nelle iniziative dell’agenzia Pugliapromozione.
Quindi, non si tratta di cortei, di sagre o di manifestazioni locali, ma di qualcosa di più profondo che più suggestivamente appartiene al patrimonio materiale e immateriale della Puglia, che può avere un ampio respiro nazionale e internazionale, con collegamenti con la Spagna, con la Francia, con il Giappone.
Per questo, la proposta di legge ha una funzionalità che supera i confini campanilistici per esaltare aspetti di promozione territoriale, in coerenza con la programmazione culturale regionale. Mi pare quanto basta per poter ricevere la massima attenzione dell’Assemblea e un consenso che non è solo il riconoscimento al lavoro svolto, ma la piena consapevolezza che la ritualità del fuoco è tema identitario della nostra Regione, che merita di essere sostenuto e propagandato secondo l’importanza degli eventi che sono stati sottolineati.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Barone, prego.
Speaker : BARONE.
Grazie, Presidente.
Noi voteremo contro. Vogliamo assolutamente spiegare perché. Abbiamo cambiato prima e abbiamo dovuto emendare perché c’era scritto 2017 e non 2018. È dell’anno scorso questa legge. Mi ricordo benissimo che c’era anche il dirigente Patruno in Commissione, quando venne presentata, venne portata avanti dalla maggior parte dei commissari l’idea che non venisse favorito un tipo di tradizione rispetto a un altro tipo di tradizione. Noi siamo i primi a voler assolutamente tutelare le tradizioni, i riti, i fuochi, ma non si può fare una legge ad hoc per un tipo di tradizione, magari a discapito di tutte le altre tradizioni che esistono in Puglia, che portano turismo, portano mercato. Non si può fare figli e figliastri. Questo stesso principio fu portato avanti da Patruno, io lo ricordo benissimo.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusi, così non si può continuare. Cominciamo dal pubblico. Chi ha bisogno di dialogare lo può fare tranquillamente fuori.
Invito i consiglieri a stare un po’ seduti. Questa riunione, collega Di Gioia, si può rinviare? Va bene.
Speaker : BARONE.
Grazie, Presidente. Effettivamente il brusio era veramente fastidioso.
Anche il Governo in quella sede, in quelle diverse Commissioni, era la II, la VI, la IV, portava avanti i principi secondo me abbastanza logici e assolutamente equi che tutte le tradizioni che fossero legate al mare, che fossero legate ai fuochi, che fossero legate magari a un santo rispetto a un altro avessero la stessa partenza e le stesse possibilità che hanno oggi quelle legate ai fuochi.
Io lo so, voi così dite normalmente, che noi andremo sui giornali. A questo punto io lo so che andrete voi sui giornali e magari dicendo male ai commissari o ai consiglieri che sono di Foggia per San Marco in Lamis o che sono di Lecce per Novoli, perché direte che abbiamo votato contro una sovvenzione, un finanziamento a favore di riti e tradizioni di quel paese.
A noi non piace andare a favorire o a scegliere un rito o una tradizione rispetto a un’altra, anche perché nelle Commissioni e per più di un anno il concetto espresso da tutti i commissari, espresso anche dal Governo, espresso anche dal dirigente Patruno era che sarebbe stato molto più equo e più giusto che tutte le tradizioni e tutti i riti venissero esaltati, venissero anche sovvenzionati nella stessa identica maniera con cui oggi ci troviamo ad approvare.
Sappiamo che domani magari verremo noi sbattuti in prima pagina dicendo che abbiamo votato contro. Quindi, è ovvio che ognuno specula o viene speculato. Io ritengo che in assoluta buona fede e proprio per il senso di principio che riteniamo di dover portare avanti, perché vanno difesi tutti i rituali, non una zona rispetto a un’altra perché magari una zona ha il consigliere regionale e un’altra zona non ce l’ha e quindi non può tutelare un tipo di tradizione. Sentiamo di dover votare contro e siamo anche fieri di questo voto.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri iscritti. Per cui procediamo al voto sull’intero testo di legge. Presenti 42, votanti 41, favorevoli 34, contrari 7, astenuti 1.
È approvato.
Passiamo, adesso, al punto n. 7).
Ci sono già degli emendamenti che sono stati distribuiti. Qualora ci fossero degli altri, vi prego di darceli rapidamente.
La parola al Presidente Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA, relatore.
Presidente, sono sedici pagine. La relazione è corposa perché il disegno di legge meritava questo e anche il percorso fatto tra il disegno di legge in Giunta e il percorso attivato dal collega Liviano per conto della Giunta.
Mi dica lei, Presidente. I colleghi chiedono di darla per letta e di andare avanti.
Speaker : PRESIDENTE.
Se puoi, fai una sintesi. Sennò, leggere sedici pagine mi pare complicato.
Speaker : PENTASSUGLIA, relatore.
Chiedono di darla per letta.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Un minuto. Stiamo distribuendo gli emendamenti che sono pervenuti. Cominciamo con la discussione generale. Vedo già che Zullo ha chiesto di parlare su questa legge. Nel frattempo, recuperiamo tutti gli emendamenti.
La parola al consigliere Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente e colleghi, si parla tanto di questa città e di questa terra martoriata e si parla tanto anche in funzione dei problemi ambientali e sanitari, oltre che occupazionali e del lavoro.
Io credo che Taranto presenti un potenziale di risorse in campo ambientale e paesaggistico, ma soprattutto storico-culturale, che andrebbe fortemente valorizzato perché si può coniugare su Taranto un cambiamento della vocazione, una vocazione che negli anni scorsi, nei decenni scorsi è stata una vocazione soprattutto industriale. Si è puntato molto sull’industria, la più grande industria d’Italia, che ha dato tanto lavoro e che il lavoro ha occupato nel pensiero della politica, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni sociali il pensiero prioritario in quella città e in quella terra.
Ed è giusto che oggi si proponga un’idea di diversificazione dello sviluppo di questa Provincia. Però, quando noi pensavamo a una legge su Taranto noi pensavamo a una legge che contenesse in sé… Presidente, faccio un po’ fatica. Soprattutto da quella parte.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, cominciamo dal pubblico. Scusate, è possibile parlare fuori dall’Aula? Chiedo ai consiglieri di stare un po’ tranquilli. Pubblico, andate, per cortesia, dall’altra parte.
Speaker : ZULLO.
Presidente, senza nessuna polemica, è per avere proprio la possibilità di concentrarmi.
Dicevo, come Gruppo, ponevamo una serie importante di aspettative in questa legge, perché pensavamo che questa legge partisse da un’analisi profonda di quelle che sono le potenzialità che Taranto e la sua terra offre. Pensavamo che si facesse, così come questo Gruppo ha fatto con un’iniziativa molto importante, un’analisi di quelle che sono le prospettive di questa Taranto, partendo dalla risorsa mare, partendo dalla risorsa storia e da tutte le vestigia storiche che sono in quella terra, partendo anche dai resti archeologici, partendo da una possibilità di turismo che questa terra offre.
Tutto sommato siamo un po’ delusi. Lo diciamo con franchezza ma anche con molto rammarico, con molto dolore, perché è un’occasione persa. Noi avevamo auspicato un impegno affinché ci fosse una legge con obiettivi più concreti, più oggettivamente tangibili. In realtà, sono obiettivi e scritte fumose, poco concepibili, poco tangibili, e riguardano tutta quella che è già la programmazione della Regione Puglia.
Nel momento in cui si dice che nella programmazione comunitaria 2014-2020 si tiene presente di questo, questo e questo, credo che non ci fosse bisogno di una legge nuova per dire questo. Nel momento in cui si dice di riconvertire l’economia di questa Taranto, penso che sia una legge di intenti, ma noi volevamo andare oltre l’intento. Noi volevamo andare nel pratico, nel concreto, nella attuazione di quelli che sono gli intenti che – io sto qui dal 2005 – ci diciamo dal 2005.
Francamente, Presidente e colleghi, non siamo soddisfatti di questo disegno di legge. Noi pensiamo che Taranto meriti di più, che Taranto meriti una testimonianza più concreta e più tangibile, che Taranto meriti di capire, i cittadini di Taranto “guarda è stata fatta questa legge perché si farà questo e per fare questo c’è questa dotazione finanziaria. A Taranto convertiremo l’economia e per convertire questa economia ci sarà questo tipo di struttura che provvederà e a questo tipo di struttura è stata assegnata questa dotazione finanziaria…”. In realtà, noi di tutto questo non vediamo nulla. Noi vediamo semplicemente un indirizzo molto aleatorio, un indirizzo molto fumoso, un indirizzo che rimanda a un successivo Regolamento della Giunta regionale, che nei sessanta giorni chissà cosa deve regolamentare, Giunta regionale che, nonostante una legge di bilancio che dice che la Giunta regionale deve impegnarsi a elaborare tutti i Regolamenti che dicono le leggi precedenti, è fortemente in ritardo.
Penso che questo Piano strategico Taranto futuro prossimo, da fare nei sessanta giorni... Mi potrò sbagliare, mi auguro di sbagliare, mi auguro di essere pessimista, mi auguro di essere smentito, ma questo futuro prossimo non ci sarà né nei prossimi sessanta giorni né fino alla fine di questa legislatura. Questo penso.
Ecco perché il nostro voto – e qui mi addentro, Presidente Loizzo, anche nella dichiarazione di voto – sarà contrario, con molto rammarico, con molto dolore. Sarà contrario perché a noi non piace legiferare sugli intenti. Gli intenti sono quelli della politica. Quando legiferiamo, poi, dobbiamo mettere sul campo delle azioni concrete che dobbiamo sostenere e concretamente attuare. La mancanza nella legge di azioni concrete, concretamente attuabili, tangibili non ci porta in quello slancio che dovremmo avere nell’accreditare questa proposta di legge con un voto favorevole.
Credo che il collega Perrini si sia distinto molto nell’essere al fianco e comunque presente per poter dare una possibilità, una proposizione di idee per la soluzione dei problemi. Credo che il collega Perrini abbia inondato questo Consiglio di interrogazioni e mozioni che partivano dalla necessità di riconversione e di rielaborazione di un progetto diverso di sviluppo di quella città, di quella terra.
Nulla è stato acquisito delle nostre proposizioni di idee e tanto, invece, è stato il condimento di questa proposta di legge, con le fumosità che sono tipiche di una sinistra che molto spesso illude con slogan e con belle parole, ma che poi delude, perché nei fatti non dà seguito agli slogan e alle belle parole.
Noi non ci associamo a questa fiera delle illusioni, non ci associamo a questa fiera degli slogan, non ci associamo a questa elencazione di intenti fumosi. Siamo per una maggiore praticità e concretezza. Per cui, ce ne dogliamo, non ve la prendete, ma credo che i cittadini di Taranto ci comprenderanno e soprattutto il tempo ci darà ragione perché dimostrerà che quanto stiamo dicendo oggi si avvererà, nel senso che di fumo si parla e di fumo continueremo a parlare. Non vorremmo respirare questo fumo, vogliamo respirare aria pura in quel di Taranto, ma ad oggi ancora c’è fumo che noi vogliamo diradare dalle vostre menti e vorremmo che in questa Regione fosse diradato per sempre per una strumentalizzazione che viene fatta dalla politica e soprattutto dalla politica della vostra parte, su quella terra tanto martoriata.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Consigliera Franzoso, prego.
Speaker : FRANZOSO.
Grazie, Presidente. Anche il nostro intervento è una dichiarazione di voto. Anche il Gruppo di Forza Italia voterà convintamente contro al disegno di legge su Taranto. Il perché è semplice. Il collega Zullo parlava di legiferare sugli intenti, parlava di fumosità. Come non dargli ragione? Io vorrei solamente sottoporre all’attenzione dell’Aula la concretezza degli argomenti nel sostenere e condividere quanto affermato poc’anzi dal collega Zullo. Nella legge su Taranto, all’articolo 4, il comma 1 dice: “Migliorare le condizioni sanitarie della comunità tarantina anche con eventuali deroghe alla normativa statale vigente”. Ora, quando ci è stato sottoposto il Piano di riordino della rete ospedaliera su queste deroghe ci siamo battuti più e più volte, indicando…
Speaker : INTERVENTO.
C’è brusio, Presidente.
Speaker : FRANZOSO.
Sono i 5 Stelle che sono rumorosi.
Indicando nel DM 70 il principale documento da cui poter attingere alle deroghe. Oggettivamente, rispetto alla concretezza di ciò che a Taranto è stato fatto, mi pare alquanto illusorio scriverlo in una legge, migliorare le condizioni sanitarie della comunità tarantina, attraverso una deroga che il Governo regionale avrebbe dovuto chiedere e avrebbe sicuramente ottenuto, dato quello che è indicato nello stesso DM, ossia le evidenze epidemiologiche del territorio. Ma ancora, davvero qui c’è da sorridere: nella legge è scritto “derogare agli effetti del patto di stabilità interno per il Comune di Taranto”. Ora, vogliamo davvero dire che l’Assemblea legislativa regionale ha il potere di concedere al Comune di Taranto una deroga all’obbligo del pareggio di bilancio? Allora, voi pensate di poter prendere in giro le persone, noi abbiamo il dovere di dire alla gente che la state prendendo in giro.
È semplice esprimere un voto a favore su un elenco di buoni propositi; molto più difficile, oggi, nel concreto, spiegare quali sono le ragioni meramente tecniche e non di puro pregiudizio per cui questa legge non avrà alcun valore e alcun impatto concreto nella vita dei cittadini di Taranto. È l’ennesimo strumento che utilizzerete per annebbiare – perché Taranto ha bisogno di una bonifica culturale, prima di tutto da parte della politica – ancora una volta di fumo quella città.
Noi sappiamo oggi di esserci messi dalla parte della verità e la verità è una sola: non avete il potere di derogare ad alcun obbligo di adempiere al pareggio di bilancio per un Comune, né tanto meno per il Comune di Taranto, e non avete avuto intenzione di attingere a delle deroghe già previste dal DM per la sanità a Taranto perché avete adottato un Piano di riordino della rete ospedaliera che non prevede deroghe.
Per questo motivo esprimiamo sin da oggi convintamente il nostro voto contrario, consapevoli che i cittadini alla fine capiranno quali sono state le ragioni, soprattutto da parte mia e penso anche del collega Perrini, a Taranto, di un nostro voto contrario.
Preferiamo alla falsità un voto contrario, spiegando alla gente dove sta la verità. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti. Prego, collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Grazie, Presidente.
Signori colleghi, io voterò a favore di questa legge. La legge per Taranto, fortemente voluta dal collega Gianni Liviano, rappresenta un momento importante non soltanto per quello che potrà rappresentare per Taranto nei prossimi anni.
Ci lamentiamo spesso della mancanza di attenzione per la nostra città. Chi mi conosce sa bene, e lo vede anche nella mia azione politica quotidiana, che non svolgo il ruolo di consigliere regionale del territorio. Lo faccio mettendomi a disposizione della mia comunità politica in tutte le sei Province, con grande fatica, ma con grande riconoscimento da parte degli amici e dei compagni della mia comunità politica.
Faccio questa premessa per dire che questo non è un intervento campanilistico perché devo difendere il territorio di Taranto. Dico questo perché, per la particolarità della città di Taranto in particolare (più che della Provincia, della città di Taranto), interventi come questi, dal mio punto di vista, nel pieno rispetto – lo dico per davvero – dei colleghi che voteranno contro, penso che quel voto contrario abbia il sapore del benaltrismo, cioè che ci vuole sempre ben altro rispetto a questo.
Oggi c’è questa legge, che è una mediazione importante, che è il frutto di mesi e mesi di lavoro, spesso in solitaria, del consigliere Liviano, alcune volte collegialmente. Quando il lavoro è stato in solitaria lo è stato per nostra scelta. Faccio mea culpa perché anch’io tante volte non ho partecipato alle riunioni estenuanti, per certi versi, che hanno visto gruppi di lavoro cimentarsi su questa legge.
Ovviamente, ora abbiamo lo strumento. Rispetto a questa legge, come alcune volte dice il collega Perrini, che mi fa sorridere quando dice “finché io non vedo le gru, io non credo agli interventi”. Bene, per vedere le gru, che non sono gli uccelli, chiaramente, ma che vorrebbero, secondo lo spirito imprenditoriale del collega Perrini, dare l’idea che si stanno iniziando le opere, per fare in modo di vedere le gru io dico che dobbiamo credere in questa legge. Dobbiamo non soltanto crederci, ma poi chiedere al Governo regionale di metterci le risorse necessarie per far partire la rinascita della città di Taranto. Altrimenti, rischiamo soltanto ogni volta di fare la fiera delle vanità, di far passare la logica che chi ha le parole più belle, chi riesce ad intervenire in maniera più entusiasmante probabilmente colpirà l’immaginario collettivo dei cittadini della nostra provincia, della nostra città.
Io penso che, invece, oggi questa legge per questi motivi vada approvata. Bisognerà lavorare per caricarla di contenuti, di finanziamenti per fare in modo che, accanto agli interventi che sono stati oggetto del Governo centrale di questi anni, penso al contratto istituzionale di sviluppo, e lo dico non da uomo del Partito Democratico e lo dico da avversario di quel Governo a livello parlamentare, ma che ha rappresentato un indubbio passo in avanti perché ha visto una cabina di regia per la promozione degli interventi con dei cronoprogrammi fissi, seri e quindi quello è un modello, un primo modello, un modello importante dove magari ci sono stati interventi già preordinati precedentemente, penso ai fondi per l’ospedale, penso a quelli per il porto. Ma c’è stato anche lo spazio per nuove iniziative concordate con i territori, con i Sindaci, con il partenariato, insomma con tutte quelle parti pulsanti della nostra provincia.
Da un lato c’è stato questo. Oggi la capacità che dovrà portare avanti il Consiglio regionale, io non dico la maggioranza o il Governo, io dico il Consiglio regionale su questa legge per fare in modo che la Regione Puglia, non soltanto con le parole, ma con i fatti, possa essere vicina alla città di Taranto.
Al di là di tutta la vicenda ILVA, al di là di tutto quello di cui abbiamo discusso nel precedente Consiglio regionale che non mi attarderò di nuovo a ripetere, oggi abbiamo invece la possibilità di uno strumento fattivo, positivo.
Starà a noi, starà a quest’Aula, starà alla politica regionale la capacità di lasciarla come una delle tante leggi che poi magari sarà oggetto di studio di qualche ragazzo che fra vent’anni, trent’anni farà una tesi di laurea e che andrà a vedere e a rispolverare questa legge buona sulla carta, ma mai applicata, oppure starà, come io spero, auspico e lavorerò, per fare in modo che la classe politica regionale, tutti i cinquanta consiglieri regionali, possano fare in modo che finalmente inizi una nuova primavera per la città di Taranto, anche grazie all’attivazione di questa legge.
Un sentito ringraziamento – non è del mio partito, quindi lo faccio in maniera davvero fuori da ogni logica – al consigliere Gianni Liviano per aver ciecamente e fermamente creduto a questa legge.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente. La difficoltà, indubbiamente, da parte di tutti e credo di tutti gli interventi che ci sono stati, ma anche di chi effettivamente nelle Commissioni ha sollevato la questione di questo disegno di legge, che si sofferma all’apparenza sugli intenti, che si sofferma solo su come viene definita una legge quadro, è la paura che possa rimanere come tantissime centinaia di leggi disapplicate. Credo che sia un problema che tutti abbiamo riscontrato e tutti temiamo.
Insieme al mio Gruppo abbiamo partecipato attivamente alla costituzione di questo disegno di legge. Lo abbiamo integrato, lo abbiamo supportato in diversi momenti. Voglio ricordare brevemente che nasce da un intento della Regione di affidare ai consiglieri tarantini, con il coordinamento del gruppo a Gianni Liviano, che potesse mettere insieme tutte le parti politiche e poter fare un percorso condiviso e partecipato per poter arrivare a quello che poi è il titolo del disegno di legge, cioè di una coesione economica e sociale che a Taranto manca. E molti sono coscienti. Il Presidente Emiliano non perde occasione per ricordare ai tarantini che dovrebbero essere loro per primi a unirsi, a essere coesi, perché – molto spesso lo diciamo, lo dicono tutti – Taranto è diventata purtroppo una città dove siamo l’uno contro l’altro, quindi manca questa coesione, per poter superare questo momento difficilissimo.
È stata sollevata la questione da Direzione Italia, da Zullo (credo che si chiami ancora Direzione Italia, se non hanno cambiato nome), o anche dalla consigliera Franzoso, il problema che sono norme fumose e che non c’è nessun supporto reale. Noi abbiamo gli esempi – e viene anche messo nella relazione iniziale – di tutte le situazioni, di tutte le zone in cui ci sono state grandi crisi industriali, dove, se non ci fosse stata l’unione da parte di tutte le forze politiche, sociali, delle università, dei centri di ricerca, delle associazioni dei cittadini per superare le crisi, non si sarebbe mai riusciti a venirne fuori. Ci sono tantissimi esempi. Ne ricordo qualcuno che conosciamo. C’è Bilbao, c’è Pittsburgh in America, c’è Linz in Polonia, c’è la Ruhr. Sono tantissime crisi industriali dove si è avuto la capacità, da parte di tutti, di mettersi insieme e capire che bisognava superare questo momento, questa crisi economica, sociale, ambientale e sanitaria. Colpisce tutte le matrici naturali, ambientali e sociali.
Lo sforzo che è stato fatto da parte del consigliere Liviano è quello di mettere insieme le più grandi menti della Regione Puglia. Effettivamente, ha coinvolto tutti quanti, supportato anche da dati nazionali e internazionali sulla crisi del territorio, e di come ci voglia uno strumento forte e una comunione di intenti per poter superare questo momento.
Vorrei ricordare a tutti i consiglieri che bisogna essere onesti. Più che onesti, bisogna dire con coerenza quello che si vuole fare di Taranto. Noi vogliamo andare oltre il siderurgico o no? Noi vogliamo superare questa fase della monocultura dell’acciaio a Taranto e della crisi ambientale o no? Comprendo che ci possano essere operai, ci possano essere investitori che hanno grossi interessi e hanno paura di perdere questa realtà, perché per adesso è l’unica che dà il pane alle famiglie, ma se non cominciamo a dare fiducia ai cittadini, che siamo tutti uniti sull’idea che dobbiamo andare oltre questa fase di stallo su Taranto, oltre questa crisi ambientale, economica, sociale di Taranto, come facciamo, da dove dobbiamo cominciare?
Noi nella legge mettiamo un Piano strategico. Il consigliere Liviano sarebbe pronto a partire. Quindi, abbiamo bisogno di questa legge per vedere effettivamente se riusciamo, poi, insieme a tutti, a sviluppare quello che c’è in tutti gli articoli. La difficoltà – ripeto – forse è nell’ammettere se si vuole o no andare oltre il siderurgico, se si vuole cercare una strada e avere una visione futura dove non si vede più questa realtà che ha danneggiato, in sessant’anni della sua vita, tutto il territorio e i cittadini.
Credo che non ci sia nessuno scandalo. Ripeto: c’è la paura, forse, perché sono centinaia di leggi disapplicate che possono sembrare spot elettorali. Il Presidente Emiliano ha dato a noi questo onere di andare oltre, di vedere se siamo capaci a essere uniti almeno noi consiglieri su Taranto. Ci ha messi insieme con una delibera. Vediamo che cosa siete capaci di fare. Io voglio capire anche dal consigliere Perrini che cosa ha proposto lui su questa legge, visto che sono fortemente convinti nel votare contro. Lo stesso la Franzoso, che cosa hanno proposto per andare oltre questa crisi ambientale ed economica.
Tutte le volte che ci siamo incontrati abbiamo sempre cercato di proporre qualcosa, di capire se effettivamente c’era la possibilità per andare oltre. Abbiamo partecipato, siamo intervenuti in parti fondamentali della legge, che sono state inserite. Non tutto può essere inserito, ma bisogna cominciare da qualche parte altrimenti c’è incoerenza da parte di chi dice che questa è una legge fumosa, che non serve a nulla.
Ripeto, lo sappiamo tutti, stiamo sotto il cielo, stiamo tentando tutti di andare oltre. Per superare la crisi di Taranto si deve stare uniti. Altrimenti, se uno cerca di fare il forte con un’altra situazione, con un’altra realtà politica non ce la faremo mai. Ci saranno sempre degli scontri, ci saranno ritardi e allungheremo ancora di più l’agonia di quel territorio che chiede a gran voce innanzitutto unione di intenti, quella che viene contestata, assurdamente viene contestata da parte delle altre forze politiche dicendo che praticamente questa è una legge sugli intenti. Lo sappiamo, dobbiamo andare oltre. Facciamo il Piano strategico, controlliamo passo passo quello che deve essere fatto e vediamo se siamo capaci. Tutto qua, è inutile girarci intorno. Questa è la realtà dei fatti, secondo me e secondo il nostro Gruppo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Liviano D’Arcangelo, prego.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Grazie, signor Presidente.
In realtà io non ho verità da raccontare. Questa legge non ha verità da raccontare, non rientra nella nostra formazione. Abbiamo, invece, forse qualche “grazie” da dire. Abbiamo da dire “grazie” evidentemente alla Giunta regionale per averci chiesto di poter fare questo percorso. Abbiamo da dire “grazie” ai consiglieri di maggioranza o di opposizione, al di là del loro pensiero specifico su questa legge. È evidente che alcuni, penso al consigliere Galante, si siano impegnati molto, altri meno. Sto parlando dell’opposizione. Ringrazio la maggioranza, ma ringrazio ugualmente l’opposizione. Altri un po’ di meno, in verità. Però, voglio dire grazie a tutti per la disponibilità, per l’impegno e anche per aver detto di no quando, come in questa circostanza, lo hanno ritenuto opportuno.
Non è scontato che dobbiamo essere tutti per forza d’accordo, anche di fronte a delle cose che potrebbero sembrare evidenti, però può succedere che, in verità, la si possa pensare diversamente.
Credo di dover dire “grazie” agli attori economici, sociali, culturali del territorio che hanno collaborato nell’estensione della stesura di questa legge, ma anche lì non ci sono verità. Ci sono opinioni, ci sono idee, ci sono prospettive di futuro, c’è passione, ci sono competenze che sono state condivise, ma evidentemente nessuno può dire certamente che quella è la strada piuttosto che quell’altra.
Il grazie più sentito, forse, se mi posso permettere, vorrei dirlo a Franco Milella e a Rino Montalbano, che hanno lavorato gratuitamente, gratuitamente, gratuitamente per un anno per darci una mano alla costruzione di questa legge.
Detto questo, i passaggi successivi, se mi posso permettere, credo che debbano essere... Al di là di chi poi, concretamente, segua le cose, faccia le cose, ma è evidente che stiamo ragionando su un tentativo di costruire una prospettiva di diversificazione di futuro alla comunità di Taranto.
A proposito, la consigliera Franzoso non c’è, ma per la cronaca nell’articolo 5, a cui fa riferimento, comma 1, si dice: “Derogare agli effetti del Patto di stabilità” non “derogare al Patto di stabilità”. Derogare agli effetti del Patto di stabilità per il Comune di Taranto. Il problema è che il Comune di Taranto, per quanto bravi possano essere i politici attualmente che lo guidano, ha una debolezza clamorosa nella pianta organica. Quindi, bisogna dare una mano in questo senso. Questa era l’idea. Quindi, derogare agli effetti del Patto di stabilità, che è una cosa un po’ diversa da derogare al Patto di stabilità, in verità.
Detto questo, credo che l’obiettivo sia quello di strutturare, nei tempi più rapidi possibili, un programma strategico, ovviamente in accordo con il Comune di Taranto. Questa cosa ha un senso se seguirà un programma strategico, in accordo con il Comune di Taranto, incontrando e condividendo le priorità della città. Questa cosa ha un senso se non è terza rispetto al programma del CIS, cioè se fatta in maniera coordinata con il CIS. Se, invece, è fatta per conto proprio, stiamo raccontando di un’isola che stiamo costruendo diversa da quella che, invece, sta facendo il Governo nazionale. Evidentemente, va coordinata, va condivisa. Questa cosa ha un senso se ci sono delle risorse.
Non è pensabile, non avrebbe nessun senso pensare che le risorse vanno attinte dal bilancio ordinario della Regione. Non è questo che dobbiamo fare. Dobbiamo provare ad attivare un programma di intervento con i fondi europei destinati allo sviluppo e alla coesione del territorio. Quindi, occorre, evidentemente, destinare una parte dei fondi europei come strumento per la realizzazione di questo programma e per l’elaborazione di un Piano strategico e dei punti di primo intervento. Questa cosa darebbe significato e senso a questa legge. Diversamente, sarebbe solamente un esercizio di buone intenzioni.
Noi confidiamo che ci sia un punto b), un momento successivo, cioè quello dell’elaborazione, insieme al Comune di Taranto, di un Piano strategico condiviso, magari anche attraverso, per esempio, un laboratorio urbano territoriale.
Grazie a tutti ancora.
Speaker : PRESIDENTE.
Io non ho altri iscritti a parlare. Procediamo all’articolato.
Articolo 1. Chiedo ai consiglieri di prendere posto. Abbiamo il primo emendamento di pagina 1, a firma di Galante, dopo le parole “contesto editoriale” aggiungere “basate sullo sviluppo sostenibile”. Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo l’emendamento di pagina 1.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato.
Non ci sono altri emendamenti. Votiamo l’articolo 1.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato.
Articolo 2. Non ci sono emendamenti. Votiamo l’articolo 2.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato.
Articolo 3. C’è un primo emendamento di pagina 2, a firma Galante: aggiungere, dopo le parole “agroalimentari”, “anche legate alla blue economy”. Il parere del Governo è favorevole. Votiamo.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Sempre a pagina 3, all’articolo 3, Galante: aggiungere “riconversione sostenibile”.
Il parere del Governo è favorevole.
Presenti 27, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 1.
È approvato.
Votiamo, adesso, l’articolo 3, così come è stato emendato.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Votiamo, adesso, il 3-bis.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato.
Adesso andiamo all’articolo 4.
Votiamo il 3-bis. Non lo abbiamo fotocopiato. È a firma di Liviano, dove si chiede di sostituire “120 giorni” anziché “60 giorni”, al comma 1.
Votiamo.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato.
Adesso passiamo all’emendamento all’articolo 4 di pagina 4, a firma Galante: “anche nell’ambito della blue economy”. È la conseguenza del primo emendamento, credo. Dopo le parole “economia imprenditoriale”.
Il parere del Governo è favorevole.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Votiamo l’articolo 4.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
È approvato.
Passiamo all’articolo 5. Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato.
C’è l’emendamento, credo che sia l’ultimo, di pagina 5 con cui si chiede di sostituire l’intero articolo 6, a firma Galante.
Possiamo procedere al voto? Il Governo?
La parola al collega Galante.
Speaker : GALANTE.
Lo abbiamo articolato meglio. Con l’assessore Mazzarano avevamo concordato, in effetti, di puntualizzare meglio quando il Piano strategico doveva essere messo a disposizione. Quindi, vi sono questioni di scadenze, di dati da pubblicare proprio per una maggiore trasparenza nelle spese, nei lavori. È solo stato articolato meglio l’articolo precedente, che noi chiediamo di sostituire.
Se volete, lo leggo punto per punto.
Speaker : PRESIDENTE.
No. Abbiamo il testo.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Premesso che farò la mia dichiarazione di voto sul provvedimento, quindi mi prenoto già, Presidente, per la dichiarazione di voto, non abbiamo partecipato al voto degli articoli precedenti, alcuni Gruppi della minoranza, ma su questo articolo, così come sostituisce l’articolo 6, io voterò a favore, ma come mero segno di sfida. Io sono oltremodo curioso di verificare che, ferme restando le procedure di valutazione e controllo di esecuzione del Piano strategico, che per noi è di là da venire, “il Consiglio regionale esercita il controllo sull’attuazione della presente legge e ne valuta i risultati ottenuti. A tal fine, la Giunta regionale, trascorso un anno dall’entrata in vigore della presente legge e successivamente al 31 marzo di ciascun anno, presenta al Consiglio regionale” e poi tutte le altre condizioni.
Voto a favore di questo articolo proprio per verificare quella che è una legge delle pure intenzioni, se sarà effettivamente attuata e come sarà attuata. Quindi, il mio voto favorevole è solo a questo articolo. Poi non parteciperemo al voto e mi prenoto per la dichiarazione di voto finale.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Il parere del Governo è favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Votiamo.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Non ci sono altri articoli.
Dichiarazioni di voto? Interventi per dichiarazione di voto? Il collega Marmo si è già prenotato.
Speaker : MARMO.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, noi voteremo contro questo disegno di legge. Non se l’abbia a prendere il collega Liviano, di cui riconosciamo l’attenzione e l’impegno con cui si muove nei confronti di Taranto, ma riteniamo che non si possa approvare una legge di meri principi, piena di buone intenzioni che nella pratica non riverserà su Taranto alcunché. Infatti, io avrei modificato, in una sorta di emendamento immaginario dell’ultimo momento, proprio il primo articolo dove si dice “Con le presenti disposizioni la Regione Puglia affronta i problemi peculiari”. Con questa legge la Regione Puglia non affronta un bel niente. Io avrei aggiunto: “La Regione Puglia immagina di affrontare i problemi peculiari della città di Taranto”.
Credo che sia il requisito mancante a questo disegno di legge che continua nella strategia di disattenzione nei confronti di un territorio che non è solo il territorio di Taranto, tant’è vero che avrei aggiunto, come ipotetico emendamento, che le presenti disposizioni si applicano nell’ambito territoriale del Comune di Taranto e io avrei aggiunto “e i Comuni contermini” perché non hanno colpa di essere confinanti con Taranto e di essere qui assolutamente bistrattati.
Gli obiettivi. La presente legge si propone i seguenti obiettivi, cioè sostenere un processo di trasformazione del tessuto socioeconomico attraverso iniziative finalizzate eccetera, eccetera.
La legge si propone una trasformazione quasi epocale, quasi secolare nei tempi di attuazione. È di tutta evidenza che una legge di questa struttura non potrà fare alcunché.
Poi si occuperà, stranamente, al punto 2 dell’articolo 3 del comma 1, all’attrazione di investimenti strutturali esterni e all’internazionalizzazione delle PMI, che sono due cose diverse. Le PMI che vengono accompagnate all’estero, che non c’entra con Taranto, perché tutta la Puglia dovrebbe essere interessata alla internazionalizzazione e alla esportazione di prodotti, e il soggetto che maggiormente incrementa l’indice di esportazione delle produzioni pugliesi all’estero guarda caso è proprio l’ILVA.
Quindi, attrazione di investimenti strutturali esterni. Che cosa sono gli investimenti strutturali esterni? Il puntare alla rigenerazione urbana, che è già prevista da norme nazionali, da bandi nazionali, da finanziamenti nazionali; far crescere il tasso di permanenza dei giovani. Sarebbe bello sapere in quale modo si pensa di trattenere i giovani, con quali azioni.
E poi abbiamo l’articolo 3-bis: “Con Regolamento regionale sono stabiliti i criteri e le modalità per la concessione e l’erogazione di incentivi per la stipula dei contratti”. Vuol dire che questa legge prevede una spesa. Se noi demandiamo al Regolamento regionale la possibilità di spendere e di attribuire incentivi... Poi vediamo che il parere tecnico dice addirittura “nulla osta” con riferimento alla copertura finanziaria: “Si prende atto della dichiarata assenza di oneri a carico del bilancio regionale, trattandosi di norma di tipo ordinamentale”. Noi abbiamo parlato di tutto ciò che ci aspettiamo di bello dalla Befana che è passata, forse domani da Sant’Antonio, ma di fatto su Taranto non c’è niente, perché non può esserci nulla.
La Giunta regionale è delegata ad adottare, entro 60 giorni dall’entrata in vigore delle presenti disposizioni, il Piano strategico. Entro 60 giorni. A 120 giorni non cambia nulla, perché un Piano strategico, che deve avere un respiro, una visione che guardi veramente al futuro, avrà bisogno di tempo. Io vi dico sin da ora che tra 120 giorni dalla pubblicazione della legge sul Bollettino Ufficiale noi, con un’interrogazione, vi chiederemo di risponderci per iscritto e per dirci quali azioni avete fatto e qual è il Piano strategico per Taranto.
Poi il giochetto lessicale, collega Liviano, di immaginare che non si deroga al patto di stabilità, ma agli effetti… Credo che bisogna avere un po’ di rispetto per l’intelligenza degli altri colleghi, perché quello che vieta, applicandosi il patto di stabilità, sono proprio gli effetti. Quindi, io non posso derogare al patto di stabilità, perché produce effetti dannosi per i bilanci e non può essere una norma regionale a derogare ad una norma nazionale. Attenti, qualora esistesse, perché la norma nazionale sul patto di stabilità non c’è più. Oggi si chiama pareggio di bilancio. Quindi, la Regione Puglia, dall’alto dei suoi immensi poteri che mostra ogni giorno, i muscoli, manifestando quali sono questi poteri, dice al Comune di Taranto che tu puoi derogare al patto di stabilità. È chiaro che lo può dire, il patto di stabilità non c’è più, ma c’è il pareggio di bilancio. Che cosa può fare, allora, il Comune di Taranto? Può derogare e quindi può indebitarsi, può non avere il pareggio di bilancio. Io credo che potevamo risparmiarci questo disegno di legge per entrare ancora più in concreto sui temi che riguardano Taranto, perché questa è polvere negli occhi ed è strumento probabilmente di propaganda elettorale, ma non voglio scendere così…
È polvere negli occhi, è nulla, è il nulla perché la Giunta regionale ha, quando vuole e quando vuole sottrarsi al giudizio di quest’Aula, la possibilità di intervenire attraverso delibere di Giunta che stabiliscono la disciplina di qualcosa o regolamenti regionali. La Giunta ha un potere che quest’Aula non ha e non ha mai avuto negli ultimi anni, dalla riforma del 2001: ha il potere di incidere su come vengono spesi i fondi strutturali, i fondi europei. Ha la programmazione comunitaria, e poteva lì stabilire come evitare una marea di spese a pioggia per concentrarle su determinati territori ed intervenire pesantemente, dal punto di vista finanziario, per rendere compatibile l’ambiente, di fare quello che era possibile fare. Poteva e può utilizzare la revisione di medio termine della spesa comunitaria e proporre azioni immediate su questo o quell’altro tema o problema che riguarda quel territorio.
No. Oggi venite in Aula con un provvedimento general generico, denso di tante buone intenzioni e di tanti bei termini che soddisfano senz’altro l’udito di tutti quanti noi, ma non soddisfano l’esigenza di un territorio e di un contesto, che è la Puglia.
Credo che, andando avanti così, noi dovremo vedere tra un po’ una legge dello stesso tipo: indirizzi per lo sviluppo dell’area di Brindisi. Poi, indirizzi di sviluppo per l’area di Foggia. E via dicendo. Questo rinunciando a pensare all’unitarietà della nostra Regione e a come i singoli territori dialogano e si rafforzano reciprocamente. Hai voglia a rafforzare il collegamento mare Grottaglie se non hai un contesto attorno al quale si sviluppa l’economia, che non può essere solo quella di Taranto, ma deve essere quella di un contesto più allargato.
Queste sono le considerazioni che ci hanno portato a non votare gli articoli che sono stati sottoposti alla nostra attenzione, a votare a favore dell’articolo 6, che è la clausola valutativa, per la quale vi chiederemo il 31 marzo 2019 che cosa è stato fatto. Ve lo chiederemo tra 120 giorni, il 31 marzo 2019, per dimostrare che tutto ciò che è scritto qui sono solo parole che servono a soddisfare le esigenze di affermazione di una volontà di potenza che, in realtà, è assoluta impotenza del Governo regionale rispetto alle reali esigenze della Puglia.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, colleghi consiglieri, assessori, come preannunciato dal nostro Capogruppo, noi voteremo contro questo disegno di legge, perché riteniamo che l’ennesimo Piano strategico per la città di Taranto, ma questo vale anche per altri territori, tra l’altro con l’indirizzo voluto da un Consiglio regionale e successivamente da una Giunta regionale, credo sia - lasciatemi passare il termine – offensivo soprattutto per i tarantini.
Ho seguito la fase di costituzione dei diversi tavoli di lavoro che c’è stata in seno alla Commissione. Bene, nessuno si è reso conto che nel 2007 e 2008 la Regione Puglia finanziava un Piano strategico dell’area tarantina. Non è stata fatta un’analisi SWOT su quello che è stato realizzato o meno. Per cui, sono state investite risorse ingenti in quell’area su un Piano strategico che è stato anche validato dal Nucleo di valutazione per i fondi pubblici.
Qualche giorno fa c’è stata l’ennesima riunione per la redazione del Piano strategico della zona economica speciale prevista dal DPCM per l’area portuale di Taranto, ma è come se il Consiglio regionale fosse distante da quello che sta accadendo nella realtà. È come se quello che è accaduto negli anni con l’investimento di risorse pubbliche sia un qualcosa da dimenticare senza averlo adeguatamente analizzato. Allora si giunge, in una fase tra l’altro molto critica da un punto di vista proprio di interlocuzione politica tra Regione, Comune e Governo centrale, mentre da una parte lo scorso Consiglio regionale ha dovuto accogliere, seppure a maggioranza, una richiesta del Presidente della Regione che invitava a prendere, a soprassedere da alcune decisioni importanti sul tema Taranto, a distanza di una settimana lo stesso Consiglio, a maggioranza, e da quello che si è appreso sinora, con i voti anche del Movimento 5 Stelle, sostiene una legge che parla di indirizzi per sviluppare il territorio di Taranto, ma poi specifica, solo il Comune di Taranto.
Se non è una presa in giro questa, come la definireste?
Il Presidente della Camera di commercio di Taranto, per esempio, che ha partecipato alla redazione del Piano strategico di area vasta, che siede al tavolo dell’Autorità portuale come organo interessato per la redazione del Piano strategico della zona economica speciale, oggi che apprenderà di una nuova legge che dà ulteriori indirizzi e che dà potere alla Giunta regionale di redigere un Piano strategico in 120 giorni… Io solo a dirlo non ho capito niente. Immaginate se un cittadino di Taranto può comprendere quello che noi stiamo facendo.
Io mi sarei aspettato che la Giunta regionale o chi si è adoperato, i consiglieri che si sono impegnati in questo avessero presentato una relazione su quello che è accaduto sull’area vasta e sul Piano strategico di area vasta, già esistente, approvato, validato dagli organi preposti, non il libro dei sogni.
Il Sindaco Melucci ha convocato un incontro il 22 dicembre, quindi non 3.000 anni fa, il 22 dicembre, dove ha preteso di fare il punto sulla situazione dell’attuazione del Piano strategico di area vasta di Taranto. E ci sono delle criticità sul laboratorio, leggevo, per quanto riguarda alcuni investimenti che erano stati già previsti all’epoca dal Piano strategico.
Il Sindaco Melucci sa che oggi il Consiglio regionale sta invadendo le prerogative di un territorio dicendo che siamo noi dall’alto a dire quali sono gli indirizzi sui quali si dovrà redigere l’ennesimo Piano strategico?
Capisco che a volte bisogna necessariamente dare un senso anche al proprio impegno, ma perché cancellare le cose che vengono fatte? La storia deve servire per non commettere gli stessi errori, per valorizzare le cose positive che vengono fatte e migliorare. Io mi sarei aspettato non una legge, ma una delibera di Giunta regionale che riprendeva quel Piano strategico e faceva uno stato di attuazione, non di persone che gratuitamente vengono ad offrire la loro disponibilità per formularci una legge. Qualcuno dovrà pur tirare fuori fosse pure un euro per redigere il Piano strategico, o lo faranno anche gratis? Chi farà questo Piano strategico? L’ennesimo tavolo sul Piano strategico su Taranto? Noi a questa giostra non ci stiamo e per queste ragioni voteremo contro.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Perrini, prego.
Speaker : PERRINI.
Io all’inizio su questa legge ho partecipato, ho collaborato, ma gli ultimi mesi non ho più partecipato perché, giustamente, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, Zullo, Franzoso e Ventola, alla fine notavo che c’erano tante di quelle cose che non andavano tra cui l’ultimo passaggio, che è fondamentale, che io ho chiesto più volte anche all’assessore Mazzarano e anche al collega Liviano questi progettisti, questo Piano strategico chi lo deve far pagare. È volontariato? Io non credo nel volontariato. Credo su alcune cose, ma soprattutto quando si tratta di progettazione credo che qualcosa di concreto a questa gente che lavora bisogna darlo.
Apprezzo il lavoro dei miei colleghi, soprattutto dell’amico Galante. Io sono vicino a questa legge, ma starò con gli occhi aperti perché i contenuti devono essere pieni. “Pieni” significa non dare il contentino a qualche consigliere regionale, in questo momento di campagna elettorale, per comprare il silenzio o per cercare di stare in silenzio. Io vorrei che nella legge per Taranto ci fossero un po’ di soldi, un po’ di concretezza di tutto quello che io ho letto. Ho partecipato in parte e alcune volte in Commissione ho votato. Il mio voto è contrario non su quello che si è scritto, perché ci sono tanti passaggi che io condivido e apprezzo, ma a tanti progetti, a tanti tavoli di concertazione e tante filosofie certe volte bisogna mettere anche dei contenuti economici. Io non ne vedo proprio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Se non ci sono altri iscritti a parlare, procediamo al voto sull’intero testo di legge.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 32, contrari 8.
È approvato.
Adesso passiamo all’ultimo punto all’ordine del giorno della seduta, punto n. 5): “Riordino dell’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione”.
La parola al Presidente Pentassuglia.
Presidente, lei può decidere.
Speaker : PENTASSUGLIA, relatore.
Accolgo la richiesta dei colleghi. La diamo per letta.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Un emendamento cumulativo a firma del Governo abbiamo dovuto spacchettarlo per consentire un corretto esame. Assessore Caracciolo, può stare qui con noi un po’. Poi dopo dialogate bene. Avete il testo? Spero di sì.
La parola all’assessore Mazzarano sul primo emendamento e immagino sul resto degli emendamenti.
Speaker : MAZZARANO, assessore allo sviluppo economico.
Grazie, Presidente. Intervengo per chiarire il minimo comune denominatore degli emendamenti proposti. Sono emendamenti che attengono sostanzialmente ad una scelta, cioè la scelta di non modificare, come nella proposta originaria…
Speaker : PRESIDENTE.
I foggiani già uno per uno sono pericolosi. Se ne mettiamo tre insieme…
Speaker : MAZZARANO, assessore allo sviluppo economico.
Di non modificare, come nella proposta originaria, il nome dell’Agenzia regionale per la ricerca e l’innovazione tecnologica, perché avremmo sostanzialmente disconosciuto un brand che nel corso degli anni si è affermato, mi permetto di dire, anche con successo in Puglia e anche fuori dai confini regionali.
Il cambio di denominazione, inoltre, avrebbe comportato delle difficoltà di natura organizzativa ed economica, come, ad esempio, quella di introdurre rilevanti costi per le comunicazioni obbligatorie. Quindi, in tutti gli emendamenti, sostanzialmente, non si interviene sulla sostanza della riforma e del disegno di legge e di riordino di ARTI, ma sostanzialmente si allinea il nuovo testo a questa esigenza, a partire dal titolo.
Ricordo che la riforma proposta riguarda solo ed esclusivamente l’adeguamento del valore strategico dell’Agenzia al nuovo modello di governance della Regione; un’Agenzia che nel corso degli anni ha avuto la capacità di imporsi per capacità di proposta sulla frontiera della ricerca, dell’innovazione, dell’introduzione nei sistemi innovativi per la ricerca e l’innovazione.
Molti dei bandi, molti degli avvisi rivolti alle imprese che vogliono investire in ricerca e innovazione, sono istruiti e proposti dalla nostra Agenzia ARTI e poi fatti propri dall’assessorato. Per cui, il senso che i consiglieri conoscono, che il Presidente della Commissione conosce, che è stato già oggetto di valutazione della Commissione, non cambia. Cambierebbe con questi emendamenti la possibilità di definire la nuova Agenzia ARIN. Questi emendamenti, sostanzialmente, confermano il nome per il quale questa Agenzia è conosciuta in Puglia e fuori dalla Puglia.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Il senso a me pare chiaro degli emendamenti, però dobbiamo andare con ordine e votare uno per uno.
Abbiamo il primo emendamento di pagina 1, che agisce sul titolo.
Votiamo. Stiamo votando.
Presenti 35, votanti 27, favorevoli 26, contrari 1, astenuti 8.
È approvato.
Il titolo è così sostituito.
Andiamo all’articolo 1. C’è il primo emendamento di pagina 2, che chiede di cambiare il titolo da “istituzione” a “principi”.
Votiamo. Prego.
Speaker : MARMO.
Se noi sostituiamo la parola “istituzione” con “princìpi” nell’articolo 1 poi non troviamo i princìpi, non c’è niente. Dice: “L’Agenzia regionale per la tecnologia denominata ARTI, istituita dall’articolo 65 della legge del 2004 è rinominata ARIN”. Questo va modificato.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è il secondo comma che allude: “personalità giuridica di diritto pubblico ed esercita…”.
Speaker : MARMO.
Ho capito, ma non sono princìpi. La parola “princìpi” non trova nell’articolo i princìpi. Non va bene “princìpi”.
Speaker : PRESIDENTE.
Non sono riassunti i princìpi di tutto l’articolato.
Speaker : MARMO.
Quindi non si può sostituire.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola all’assessore Mazzarano.
Speaker : MAZZARANO, assessore allo sviluppo economico.
Il cambio della parola, collega Marmo, riguarda il fatto che con le modifiche proposte non parliamo di nuova istituzione. Se noi cambiassimo sostanzialmente il nome dell’Agenzia staremmo proponendo una nuova Agenzia. Trattandosi di una conferma, l’articolo 1 è sostanzialmente legato ai princìpi. Per cui, soprattutto, come diceva il Presidente Loizzo, nel comma 2, si recepisce l’idea di che cos’è l’Agenzia.
Quindi, se c’è un altro modo per sostituire la parola “istituzione” forse potremmo farlo. Noi abbiamo pensato di introdurre il titolo “princìpi” per questa ragione, sostanzialmente.
Speaker : PRESIDENTE.
Credo si possa lasciare così. È meglio “princìpi”. Qual è la proposta? “Istituzione” lo dobbiamo cambiare, perché abbiamo cambiato il titolo. Per cui, “istituzione” non può più stare. Però avevamo già votato.
Speaker : AMATI.
Io mi rendo conto che abbiamo già votato...
Noi stavamo discutendo mentre si tentava di venire a capo del problema.
Speaker : PRESIDENTE.
L’importante è che siamo su un terreno costruttivo.
Speaker : AMATI.
Il problema posto dall’assessore, anche con la presentazione degli emendamenti, era quello di dare continuità giuridica al soggetto per evitare una serie di problemi. Quindi, che significa? Anche in base al titolo che noi abbiamo già votato, che avremmo dovuto votarlo alla fine, ma questo è un altro problema, stiamo riordinando l’Agenzia regionale, cioè l’ARTI, quella istituita ai sensi del comma 1 dell’articolo 65 della legge regionale numero 1 del 2004. Quindi, l’articolo 1 dovrebbe essere “l’Agenzia regionale è riordinata con la presente legge”. Punto. Quello dovrebbe essere l’articolo 1.
In questo modo l’articolo 1 diventa e pone questa disciplina in continuità con quella precedente, perché la finalità di questa legge è riordinare. Quindi, è riordinata. Questo dovrebbe essere l’articolo 1, con la presente legge e si pone anche in continuità giuridica. L’articolo 1 e la rubrica sarebbe “finalità”.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Sicuramente dirà la stessa finalità. Che dubbio c’è? È un rafforzativo. Io credo che non ci sia nessuno stravolgimento. Capisco le varie obiezioni e puntualizzazioni, però abbiamo già votato e penso che possiamo procedere in questo modo. Punto.
Presenti 34, votanti 28, favorevoli 26, contrari 2, astenuti 6.
È approvato.
Andiamo a pagina 3. A pagina 3 c’è il primo comma che viene sostituito, ovviamente nel senso che prima abbiamo richiamato. Ritorna l’ARTI, anziché l’ARIN. Stiamo sempre a pagina 3, all’articolo 1, comma 1, sempre nella stessa logica. Non ci sono emendamenti di sostanza.
Avendo cambiato il titolo, di conseguenza, ci adeguiamo: anziché ARIN si chiama ARTI. È chiaro o no? Ti mancava la pagina? Ti hanno fatto un trucco, collega Amati, per confonderti. Ci siamo? Ci siamo intesi? Bene.
Collega Colonna, chiede pure di parlare su una cosa scontata? No?
Speaker : COLONNA.
Per tentare di recuperare il discorso precedente, in questa fase…
Speaker : PRESIDENTE.
Abbiamo già votato, Colonna, per favore.
Speaker : COLONNA.
Sto dicendo, siamo sull’articolo 1, si può presentare un subemendamento che va nella direzione di integrare, come suggeriva Fabiano, modificando il titolo. Sarebbe l’aggiunta di un primo comma ulteriore, la presente legge ha la finalità di riordinare l’Agenzia, con conseguente modifica del titolo. Così si avrebbe il titolo “finalità” con l’aggiunta di un comma.
Speaker : PRESIDENTE.
Se volete, fatelo. Per adesso andiamo avanti. Il Governo? Lo vuole Amati.
Prego, assessore Mazzarano.
Speaker : MAZZARANO, assessore allo sviluppo economico.
Io sono d’accordo con la proposta Colonna. Pronto? Sono d’accordo con la proposta del collega Colonna a patto che sia compatibile con l’ordine dei lavori.
Speaker : PRESIDENTE.
Secondo me, non cambia assolutamente nulla. Forse è un perfezionismo. Se il collega Amati è d’accordo, possiamo recuperare anche attraverso la scrittura definitiva del testo, perché non mi pare ci sia sostanza. Sono soltanto fattori ripetitivi. Abbiamo già votato.
Ripristiniamo l’ordinato svolgimento. Stiamo adesso sull’articolo 1, comma 1, pagina 3. Stiamo discutendo di questo subemendamento.
Speaker : MARMO.
Presidente, noi abbiamo la legge istitutiva dell’ARTI, che è l’articolo 65 di una legge di bilancio, e dice: “È istituita l’Agenzia regionale per la Tecnologia e l’Innovazione, denominata ARTI. L’Agenzia ha personalità giuridica ed è sottoposta alla vigilanza della Regione. L’ARTI ha autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile, può darsi ordinamenti autonomi nel rispetto delle proprie finalità istituzionali e con proprio Regolamento”.
Articolo 66, finalità: “L’ARTI è organismo politecnico operativo e strumentale della Regione mirato allo sviluppo tecnologico dei settori produttivi”. C’è già una legge. Ne avevate fatta un’altra che modificava i titoli e ripeteva. Ora noi possiamo approvare una legge che nei contenuti è la stessa di quella già esistente e creiamo un’altra legge con gli stessi contenuti, dove andiamo a confermare che si chiama ARTI.
Abbiamo rinviato tante leggi, scusate, ma che stiamo facendo adesso?
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Marmo, intanto, da come ha letto, le parole sono già diverse. Non c’è nessun principio giuridico che vieta di rafforzare un provvedimento legislativo. Per cui, procediamo...
Speaker : MARMO.
Chi glielo ha detto?
Speaker : PRESIDENTE.
Te lo dico io. Non c’è scritto da nessuna parte che non si può ripetere una legge.
Speaker : MARMO.
Si fa un’altra legge per rafforzare un pensiero giuridico.
Speaker : PRESIDENTE.
Andiamo avanti. Governo, possiamo procedere? Bene.
Speaker : MARMO.
Mi appello al buonsenso del Consiglio.
Speaker : PRESIDENTE.
Non te la prendere con me. Non sono io il proponente. Io devo soltanto provare a chiudere quest’ordine del giorno.
Articolo 1. Siamo all’emendamento di pagina 3: “Sostituire il primo comma”. Votiamo.
Gli irrequieti, prima o poi, devono essere puniti. Non possiamo rincorrere la gente. Abbiate pazienza. Lo dico con determinazione, io sono per chiamare il voto. Dai il quadro. Così non è possibile. Basta. Spero che una buona volta i consiglieri imparino a stare seduti al tavolo, perché così non si può procedere.
Non c’è il numero legale.
La seduta è tolta.