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C.r. Puglia 21.12.17
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Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Colleghi consiglieri, un attimo di attenzione.
Prima di cominciare i lavori, è doveroso rivolgere l’ultimo saluto in quest’Aula a Rachele Sinisi, una delle protagoniste delle lotte sociali e civili in terra di Capitanata, componente di questa Assemblea nel corso della terza Legislatura regionale.
Si è spenta qualche giorno fa a Milano, all’età di 84 anni. Ma la sua vita politica e professionale si è svolta tutta a Lucera, dove si era stabilita col marito, il magistrato Biagio Ciliberti, scomparso nel 1978.
Era laureata in Lettere e ha insegnato per anni nel locale Istituto tecnico commerciale, lasciando un profondo ricordo per la umanità e la professionalità con cui esercitava un compito che considerava decisivo nei confronti delle giovani generazioni.
L’impegno politico nelle file del Partito Comunista l’ha condotta, dal 1980 al 1985, anche tra i banchi del Consiglio regionale, dove si è distinta per la misura e la compostezza con cui ha interpretato il ruolo istituzionale.
In seguito, le qualità morali e l’elevato senso della legalità le hanno consentito di svolgere al meglio l’incarico di giudice di pace, sempre nella sua Lucera.
Il Consiglio regionale esprime ai figli e ai familiari i sensi del più profondo cordoglio.
Vi invito ad osservare un minuto di raccoglimento.
Grazie.
Buongiorno a tutti.
Diamo per approvato il verbale della seduta precedente.
Non ci sono congedi. Abbiamo solo il consigliere Congedo in Aula.
Comunicazione ai sensi dell’articolo 48. A seguito di coordinamento formale, è stato necessario espungere dal testo del disegno di legge n. 220, così come approvato con deliberazione consiliare, il proposto articolo 9, in quanto la norma ha fatto riferimento a un articolo abrogato dalla legge regionale n. 32.
Il Governo nazionale, in data 18 dicembre, ha deliberato la non impugnativa per le seguenti leggi regionali: la n. 41 e la n. 42.
Sono state assegnate alla I Commissione una serie di debiti fuori bilancio. Non c’è altro.
Mozioni presentate: Abaterusso “Per un nuovo rilancio delle aziende colpite da Xylella”; Bozzetti, Barone e Laricchia “Impegno della Regione ad attivare un’interlocuzione con il MIUR per quanto riguarda l’istituzione a Brindisi di un Polo universitario della nautica”; Bozzetti, Galante e Laricchia “Transito dei medici convenzionati del 118 nella dirigenza medica”.
Passiamo all’ordine del giorno.
Prima di procedere all’ordine del giorno, consentitemi di informarvi sin d’ora, come da decisione assunta nella Conferenza dei Presidenti, che il prossimo Consiglio regionale si terrà il 9 gennaio 2018 e sarà dedicato alle monotematiche che abbiamo rinviato. La prima, in mattinata, riguarderà la sicurezza nel trasporto ferroviario e la seconda, nel pomeriggio, le questioni relative alla sanità. Ovviamente, prima di procedere alle due monotematiche dobbiamo riprendere da dove ci fermammo per il venir meno del numero legale, cioè gli ordini del giorno relativi all’Ilva.
Chiamo il primo punto all’ordine del giorno: “Bilancio del Consiglio regionale”.
Se non ci sono interventi, proverei a metterlo in votazione. Votiamo? Stiamo approvando il primo punto. Ci sono interventi? Il bilancio del Consiglio regionale. Stiamo votando il bilancio del Consiglio regionale. Se desiderate ancora essere pagati nel 2018, dovete votare; sennò vi dovete arrangiare.
Speaker : MARMO.
Non solo i consiglieri, anche il personale.
Speaker : PRESIDENTE.
Anche il personale, ovviamente.
Ci siamo? Allora, avete votato tutti? Collega Turco, già è cominciato il tourbillon? Che cosa ti manca? Va bene, sei autorizzato.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 32, contrari 6.
È approvato.
Adesso vi propongo di unificare la relazione e la discussione generale sul punto n. 2) e il punto n. 3), il Documento di economia e finanza e il bilancio di previsione.
La parola al Presidente Amati. Ovviamente, l’ordine dei lavori è questo: dopo la relazione, la discussione generale e la replica dell’assessore Piemontese, scioglieremo il Consiglio e per quell’ora è consentito presentare gli emendamenti per avere poi tutti gli uffici a refertare.
Chiedo agli assessori di garantire la presenza dei dirigenti per poter refertare gli emendamenti di vostra competenza. Bene. Tutto questo al fine di viaggiare informati, come recita la famosa trasmissione.
La parola al Presidente Amati.
Speaker : AMATI, relatore.
Signor Presidente, colleghi, accogliendo l’invito del Presidente ad unificare le relazioni sui punti iscritti all’ordine del giorno, mi avvio ad esporre la relazione di accompagnamento al Documento di economia e finanza regionale 2018-2020 su cui l’Assemblea è convocata per esaminarlo ed approvarlo.
Con delibera della Giunta regionale n. 617 del 2017 la Giunta ha approvato gli obiettivi strategici 2017-2019, che costituiscono elemento di indirizzo per l’elaborazione del Piano delle performance 2019.
L’adozione del Documento di economia e finanza regionale rappresenta il presupposto per l’attività di controllo strategico e per la valutazione dei risultati conseguiti, nonché persegue un obiettivo di trasparenza nei confronti dei cittadini, delle imprese…
Ogni tanto mi interrompo per consentire le conversazioni. La mia interruzione è soltanto per questo, per agevolarle.
… per l’attività di controllo strategico e per la valutazione dei risultati conseguiti, nonché persegue un obiettivo di trasparenza nei confronti dei cittadini, delle imprese, degli operatori sociali e culturali, degli enti locali e del territorio rispetto alle linee strategiche e ai risultati attesi.
Il 23 settembre del 2017 il Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2017.
Il DEF…
Speaker : PRESIDENTE.
Posso chiedere ai giornalisti …Ragazzi, non è possibile! State seduti, calma, che non abbiamo ancora cominciato. Lo dico anche al pubblico: un po’ di silenzio!
Speaker : AMATI, relatore.
Il DEF, previsto dalla legge 39 del 2011 e presentato alle Camere entro il 10 aprile di ogni anno, è lo strumento della programmazione economico-finanziaria ed indica la strategia economica della finanza pubblica nel medio termine.
L’11 aprile del 2017 il Consiglio dei Ministri ha approvato il DEF 2017 predisposto dal Governo che si compone di tre sezioni: la sezione sul Programma di stabilità dell’Italia; la sezione sulle analisi e le tendenze della finanza pubblica; la sezione sul Programma nazionale di riforma.
Dopo l’esame parlamentare, il Programma di stabilità e il PNR sono trasmessi alle istituzioni europee entro il 30 aprile di ogni anno.
Il 23 settembre 2017 il Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al DEF 2017, trasmettendola alle Camere per l’approvazione. A seguito dell’approvazione, a livello nazionale, dei suddetti documenti programmatici, le Regioni provvedono alla predisposizione del DEF ed in base a questo è stato presentato il documento che è sottoposto all’attenzione del Consiglio regionale.
La presente proposta di DEFR è stata elaborata secondo l’assetto organizzativo definito dal decreto del Presidente della Giunta regionale n. 443/2015 e dal decreto del Presidente della Giunta regionale n. 316 del 2016, in relazione alle azioni strategiche da attuare e della mission istituzionale.
Come previsto all’articolo 25 del decreto presidenziale, il già detto 443 del 2015, la Giunta regionale adotta il Documento programmatico triennale ed individua gli indirizzi e gli obiettivi strategici coerentemente con i contenuti e le linee programmatiche di governo, nonché degli atti di programmazione settoriale.
La I Commissione ha esaminato il Documento di economia e finanza regionale ed ha espresso a maggioranza dei voti dei commissari presenti parere favorevole. In virtù di tanto, il documento è sottoposto all’esame dell’Aula.
Anche con riferimento agli altri punti dell’ordine del giorno, in particolare il bilancio di previsione della Regione Puglia per l’esercizio finanziario 2018 e pluriennale 2018-2020 iscritto all’ordine del giorno di questa Assemblea. Il Collegio dei revisori dei conti della Regione Puglia si è espresso positivamente sulla manovra finanziaria del bilancio preventivo 2018 e sul pluriennale 2018-2020.
Il disegno di legge è composto dal Titolo 1 (norme di bilancio), contenente 17 articoli. Allo stesso sono annessi lo stato di previsione dell’entrata, lo stato di previsione della spesa per l’anno 2018 ed il bilancio pluriennale della Regione Puglia per il triennio 2018-2020.
Lo stato di previsione delle entrate per il 2018 della Regione Puglia è di euro 16.585.272.933,19 in termini di competenza e in termini di cassa è di euro 25.676.022.323,41, il tutto per l’anno finanziario 2018. Il bilancio pluriennale della Regione Puglia per il triennio 2018-2020 in termini di competenza per l’anno finanziario 2019 è di euro 15.681.934.843,8 e in termini di competenza per l’anno finanziario 2020 è di euro 13.747.201.833,29.
Il risultato di amministrazione presunto dell’esercizio finanziario 2017 è determinato in euro 3.618.526.910,41 ed è così composto: c’è una parte accantonata, che ammonta ad 1.181.693.142,94, e una parte vincolata, che ammonta ad euro 2.847.833.444,67.
L’esame del disegno di legge in I Commissione è stato preceduto da quello delle Commissioni di merito, sulle parti di propria competenza, i cui pareri espressi si allegano al provvedimento finanziario. È stato esaminato dopo il disegno di legge sulle disposizioni per la formazione di bilancio.
Inoltre, si è svolta l’audizione dei rappresentanti regionali delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali, dell’UPI, ANCI, Lega d’autonomia, Università degli studi di Bari, Lecce, Foggia e Politecnico, in realtà solo una parte di questi hanno accettato l’invito a rendere audizione alla I Commissione, alcuni hanno giustificato la loro assenza, altri hanno scritto comunicando il poco tempo a disposizione per interloquire e dare i propri suggerimenti, altri invece non hanno riscontrato l’invito della I Commissione. Comunque, a coloro i quali hanno partecipato sia alla Commissione sia con comunicazioni scritte va il ringraziamento dell’intera Commissione.
La discussione, non tanto su questo punto quanto sul punto sulle disposizioni, è stata ampia, approfondita e costruttiva. In realtà su questo punto la discussione non c’è stata, nel senso che è stato approvato in coda alla riunione del bilancio quando era già passata la mezzanotte da mezz’ora, ed è stata un’approvazione molto fluida, senza nessun intervento. Ciò non è accaduto, invece, per il disegno di legge contenente le disposizioni per la formazione del bilancio di previsione, su cui siamo chiamati a effettuare la nostra analisi ed eventualmente l’approvazione.
Questo provvedimento è posto in stretto collegamento con il progetto di bilancio 2018, di cui vi ho già presentato una relazione, e il disegno di legge contiene anche una serie di norme di carattere settoriale, finalizzate a tracciare un quadro di riferimento coerente con le attuali esigenze gestionali e le disponibilità finanziarie.
“Anche per il triennio 2018-2020 la programmazione regionale è condizionata dall’adozione da parte della legislazione nazionale di provvedimenti normativi in materia di finanza pubblica di natura emergenziale”, così comunica il Governo regionale.
Nell’ambito della programmazione finanziaria 2017-2019 sono, inoltre, da considerarsi gli effetti della legge n. 56/2014, avente ad oggetto “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni in relazione all’esercizio delle funzioni non fondamentali delle Province e delle Città metropolitane”. Tali funzioni sono state riallocate, ma le Regioni non hanno ancora beneficiato della sentenza della Corte costituzionale n. 205/2016, che prevede che i risparmi delle Province e delle Città metropolitane riversati allo Stato siano successivamente riassegnati agli enti subentranti nell’esercizio delle stesse funzioni non fondamentali.
Il Governo centrale non ha ancora dato attuazione alla sentenza citata dalla Corte costituzionale.
La Conferenza delle Regioni ha promosso specifici emendamenti al disegno di legge di bilancio statale per l’anno 2018. Il disegno di legge di bilancio statale 2018 e la legislazione vigente delineano un residuo contributo da imputare al miglioramento della finanza pubblica da parte delle Regioni a Statuto ordinario pari ad un importo corrispondente alla parte attualmente non coperta di 2,69 miliardi di euro per l’anno 2018.
La riduzione delle risorse trasferite alle Regioni per l’anno 2018 fa riferimento ad un corredo normativo che vi risparmio e vi rinvio direttamente alla lettura della relazione, perché sono soltanto riferimenti alfanumerici.
Sul fronte della gestione finanziaria la Regione Puglia ha assicurato il rispetto degli impegni in termini di vincolo di bilancio decisi a livello nazionale, rispettando gli stretti margini di spesa imposti dal pareggio di bilancio.
Da tempo le politiche di bilancio della Regione sono improntate al rispetto degli equilibri finanziari ed alla sana e corretta gestione finanziaria. Questa è una valutazione tecnica che prescinde dal giudizio politico.
La Regione Puglia, pur in un contesto finanziario nazionale, caratterizzato da rinnovate riduzioni di risorse trasferite agli enti territoriali, non ha aumentato la pressione fiscale.
La stessa pressione fiscale dell’esercizio finanziario 2017 viene riproposta per l’esercizio finanziario 2018.
La complessità del disegno di legge rende abbastanza dispendiosa un’illustrazione dettagliata. Per cui, il relatore consiglia un rinvio al testo legislativo e ai relativi allegati, anche perché il corpo normativo ha decine di articoli.
Nel complesso il disegno di legge si compone di due Titoli, due Capi e 65 articoli. Annuncio che i Capi, ove il Consiglio regionale dovesse approvare, diventerebbero tre perché è intenzione del relatore presentare un maxiemendamento che recepisca tutti i debiti fuori bilancio, così come è capitato nella scorsa sessione di bilancio per l’approvazione del bilancio di previsione per il 2017. Però, allo stato, il testo si compone di due Titoli, due Capi e 65 articoli.
In I Commissione, dove il lavoro è stato proficuo, partecipato e politicamente sentito, sono stati presentati 85 emendamenti. Di questi sono stati approvati 33 emendamenti più 7 subemendamenti. È stato abbastanza complesso per i tempi reperire – lo dico in particolare al Presidente e all’Ufficio di Presidenza – i referti tecnici, i quali referti tecnici, almeno per alcuni, non vengono intesi come referti tecnici, ma si spingono anche nell’espressione di un parere che in realtà appartiene (o dovrebbe appartenere, ma meglio appartiene) al Governo regionale, essendo imputabile ai dirigenti nella sede legislativa solo ed esclusivamente il giudizio di conformità alla normativa, in particolare sotto il profilo dell’attribuzione.
In questo senso rivolgo al Presidente e all’Ufficio di Presidenza un voto affinché possa essere rivolto ai dirigenti della Regione un chiaro invito in questo senso, anche per rendere più fluido e meno conflittuale il dibattito all’interno della Commissione referente.
Il Titolo I – Disposizioni di carattere contabile contiene indicazioni di carattere contabile, dalle quali si evincono le disposizioni finanziarie in ordine alla spesa di carattere pluriennale e al cofinanziamento regionale dei Programmi comunitari.
Il Titolo II – Norme settoriali di rilievo finanziario diverse è composto da due Capi. Il Capo 1 contiene 61 articoli. Vengono citati uno dopo l’altro nella relazione, però facendo semplicemente riferimento al settore di intervento. Nel Capo secondo, invece, sono contenute le disposizioni finali relative alla copertura della spesa previste dal Titolo I e dal Titolo II per l’esercizio finanziario 2018 e pluriennale 2018-2020.
La discussione, come già ho anticipato, è stata politicamente partecipata e tuttavia serena. Io ringrazio tutti i commissari per il lavoro svolto, per il contegno assicurato, per la regolarità e il rispetto delle regole nell’esercizio dell’attività della Commissione, così come ringrazio l’assessore al bilancio, che ha partecipato ai lavori della Commissione, e la struttura tecnica della direzione bilancio della Regione Puglia per l’assistenza fornita.
Esaurita la discussione e il confronto sulle linee generali e dopo aver esaminato i disegni di legge articolo per articolo, con i relativi emendamenti presentati, e nella sua interezza la Commissione ha espresso a maggioranza dei voti dei commissari presenti parere favorevole sul progetto legislativo, così come emendato.
In tale veste lo sottopongo all’esame dell’Assemblea legislativa della Puglia.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Amati.
Il primo a parlare è il collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente.
Colleghi consiglieri, io siedo tra questi banchi dal 2005 ed ero abituato a ben altro modo di approcciarmi alla legge di bilancio. I luoghi del confronto erano le Commissioni e poi l’Aula consiliare. Le Commissioni erano un luogo di confronto fecondo, che fruttava molto e che, comunque, ci metteva a contatto con parti sociali, con sindaci, con le comunità per poter capire e per poter determinare una scelta di priorità di intervento più confacente ai reali bisogni della nostra collettività.
La bussola che guidava la politica in questi anni non era certamente quella fatta di slogan, ma era fatta di azioni di grande responsabilità che partivano dalla presa in carico e dalla coscienza dei problemi della Puglia per poter dare una risoluzione. Io vedo che, invece, abbiamo iniziato un percorso di involuzione in questo senso. I luoghi del confronto oggi sono i giornali, le televisioni, l’assenza, l’assenza delle parti sociali che, addirittura, hanno disertato le convocazioni. Ovviamente, poste nelle condizioni di poter prendere atto e coscienza del disegno di legge in sole poche ore, avevano poco da dire e da dirci rispetto alle scelte strategiche di questa programmazione regionale.
Gli slogan. Noi abbiamo assistito negli ultimi tempi a delle parole forti, parole che hanno tradito la Puglia per la sua essenza. Abbiamo sentito parlare di Melendugno come Auschwitz. Abbiamo sentito parlare di Calenda come un disperato. Sono termini che non si addicono a chi governa una grande regione e che nel confronto con lo Stato deve essere dentro un patto di leale collaborazione che è delineato dalla nostra Costituzione. La capacità della politica si misurava sulla volontà, sulla forza di agire nella soluzione dei problemi attraverso le leggi e di dare attuazione complessiva ai problemi, nel senso che si lavorava per prendere atto e analizzare i problemi, programmare, organizzare e legiferare, ma anche fare in modo di monitorare lo stato di attuazione delle leggi sul territorio.
Oggi, invece, si rincorrono le emergenze. Non si fa nulla di più. Giustamente la stampa critica e dice “mance e mancette”, che sono indispensabili, sono indispensabili se vogliamo porre una pezza a tutte quelle défaillance che una politica assente di governo della regione e della collettività determina nella vita di questa nostra terra.
Sono al palo le questioni relative alla gestione dei rifiuti. Guardate, siete venuti qualche anno fa per dire che l’AGER era la soluzione ideale a tutte le emergenze della gestione dei rifiuti. Oggi ringrazio il collega Blasi, perché non siamo stati noi in Commissione a porre il problema, dal momento che il collega Blasi ammette candidamente che la gestione dei rifiuti in questa regione è fallimentare, tanto da proporre un emendamento che sembrava di provocazione, ma che comunque aveva una sua ratio, l’emendamento di eliminare l’ecotassa per 16,5 milioni di euro, partendo dal presupposto che, se i Comuni non riescono a raggiungere obiettivi di raccolta differenziata, c’è una responsabilità forte della Regione. E oggi cosa si fa? Sempre la norma che rincorre l’emergenza: un emendamento che mette tre milioni di euro per pulire i territori dei comuni devastati dai rifiuti. Ma non si pensa che il vero problema è la buona organizzazione e la capacità di organizzare in maniera efficiente ed efficace il sistema di gestione e di raccolta dei rifiuti.
Si rincorre l’emergenza nella sanità, in una situazione in cui continuiamo, ma facciamo anche bene, a porre delle risorse che derivano dal bilancio autonomo per porre rimedio a una cattiva gestione del fondo sanitario regionale, dove la capacità di dare una svolta a questo nostro sistema sanitario, che deve convertirsi da una forte spinta ospedalocentrica all’azione di potenziamento e rafforzamento della prevenzione e della medicina territoriale, e questo non c’è. Non c’è perché noi troviamo un sistema di governo di questa regione dove il Presidente è anche assessore alla sanità, la cui assenza addirittura permette, non perché noi riusciamo a fare un manifesto con uno schiaffo, assolutamente no, ma perché era sentita forte quella esigenza di partecipazione e di reazione dei 1.500 medici che non si è mai vista in questa Regione. Non si è mai vista: 1.500 medici tutti insieme a sfilare su via Capruzzi in precedenza non si erano mai visti. Una reazione del genere non si era mai vista. Oggi non si prende ancora coscienza della necessità di assumere nelle mani il governo della sanità per determinare un cambiamento.
Quando noi vogliamo determinare il cambiamento il discorso che si fa è quello che non c’è la copertura finanziaria. È chiaro. Se non si ha la capacità di razionalizzare la spesa ospedaliera e potenziare la prevenzione e la medicina territoriale, la capacità economica di finanziare, il cambiamento non ci sarà mai, perché non c’è la volontà di governare questo sistema.
Agricoltura. Anche qui, emendamenti sulla Xylella che sono accettabili, sono encomiabili, sono lodevoli, ma qualcuno dovrebbe dire al nostro Presidente di fare sistema con l’Europa, con il Governo, per trovare una soluzione che sia complessiva al problema della Xylella. Non possiamo andare avanti a tentoni a mettere delle pezze: oggi troviamo un milione di euro per questo, domani troviamo un milione di euro per quest’altro.
Presidente, chiedo un po’ di silenzio.
Ci sono articoli ed emendamenti che tradiscono le finalità, perché le vere intenzioni sono diverse dalle finalità. All’inizio dell’articolo si dice “Al fine di”. Sono nobili. Ma quando poi andiamo a leggere fino in fondo l’articolo si vede che molte di queste intenzioni riguardano soprattutto la possibilità di fare una campagna elettorale in vista delle prossime politiche nazionali. Si rincorrono le emergenze e si dice: “Non aumentiamo la pressione fiscale”. Intanto per due situazioni, le leggi di stabilità nazionali ci dicono che non è possibile andare oltre da una parte, dall’altra parte cosa si vuole aumentare di più come pressione fiscale? La vera scommessa era quella di abbassare le tasse, di capire come e perché tanti pugliesi non ricorrono più alle cure e come tanti pugliesi devono ricorrere alla spesa privata, personale, per potersi curare e curare in tempo. Questo è. Se non si riesce, oggi, a tenere in stabilità il sistema finanziario del Fondo sanitario regionale, tanto che dobbiamo ricorrere sempre alle risorse del bilancio autonomo e a tassazioni per superticket eccetera, io credo che la vera scommessa di un Governo regionale che guarda alla povertà dei pugliesi sarebbe stata quella di dire: diamo un segnale di abbassamento delle tasse.
Non basta dire che abbiamo lasciato inalterata la tassazione.
Io ringrazio il collega Pentassuglia. Lo ringrazio perché quell’articolo sui laboratori della partecipazione gridava allo scandalo. Ed è chiaro che quando c’è qualcuno di noi che utilizza onestà intellettuale, utilizza la coscienza, utilizza il cuore, viene meno la forza muscolare dei numeri.
Noi saremmo stati soccombenti in Commissione, perché abbiamo pochi numeri rispetto alla maggioranza. Meno male che è venuto in soccorso il collega Pentassuglia! Ma come si può pensare di inserire nel bilancio 800.000 euro per fare una partecipazione che è effimera, quando poi non si favorisce la partecipazione effettiva alla discussione di questa legge di bilancio, all’ascolto delle parti sociali? Che partecipazione è?
A mio avviso, sarò maligno, ma la politica è fatta di percezione che il soggetto ha, che il cittadino ha. La mia percezione era quella che quei soldi servissero per andare in giro sotto l’idea di una partecipazione, ma per fare una campagna elettorale in vista delle prossime elezioni politiche. Ce lo dobbiamo dire, perché dicendocelo con chiarezza e lealtà forse riusciamo a crescere. E se cresciamo, forse con noi cresce la Puglia e la nostra collettività. Questo è. L’abbiamo tolto, ma l’abbiamo tolto…
Guardate, noi abbiamo in Puglia un sistema delle università che sta crepando, sta chiudendo le scuole di specializzazione. Certo, servono ingenti somme per poter recuperare quella situazione, ma io avrei capito un segnale che andasse incontro a questo tipo di situazione che riguarda il nostro futuro, che riguarda i nostri figli in funzione di una loro crescita professionale e che poi dà un ritorno sulla salute della collettività. E invece nulla! Non ci si preoccupa dei problemi reali, ci si preoccupa di come stare su una pagina di giornale, di come stare nei talk show, di come guerreggiare in una leadership nazionale, o con Renzi o con Gentiloni o con Calenda o con De Vincenti o con chiunque altro, purché emerga la nostra parola, la parola della Puglia su un giornale, che poi non serve a niente per il bene della collettività pugliese.
Cosa voglio dire? Presidente Loizzo, un po’ di responsabilità ce l’ha anche lei. Io lo dico con il massimo rispetto. Noi non possiamo avere i documenti il tale giorno, fare una Commissione dopo due giorni, poi venire in Consiglio e poi essere richiamati sempre al nostro senso di responsabilità, che non è mai mancato.
Un po’ di riflessione, il mettersi in discussione può servire. Lei, Presidente Loizzo, è stato un sindacalista. Lei, da sindacalista, era sempre partecipe a tutte le manovre di bilancio. Era audito, era ascoltato ed era portavoce di interessi diffusi e legittimi di una collettività che ansimava di poter capire e di poter rappresentare alla politica quelli che erano i propri bisogni, chiedendo un soddisfacimento legittimo da parte della politica che governava questa Regione. Chi ricopre quella carica che lei ricopriva in passato oggi questa possibilità non ce l’ha. È una riflessione che noi dobbiamo fare.
Noi siamo qui responsabilmente a compiere il nostro dovere. Ci avete chiesto responsabilità. Ve la stiamo donando. Però, Presidente, io penso che non possa più, anche l’anno venturo, ritornare questo tipo di farsa o questo tipo di percorso. È un percorso che non ci aiuta e credo che non aiuti neanche voi, neanche la maggioranza. La partecipazione non è solo di ausilio a chi sta in opposizione, in minoranza. La partecipazione è soprattutto di ausilio a chi sta in maggioranza che, attraverso il confronto, potrebbe giovarsene in funzione di una più efficiente e più efficace azione amministrativa.
Ve lo diciamo per l’ennesima volta. Non abbiamo tanta fiducia che possiate recepire i nostri messaggi. C’è sempre molta distrazione, c’è sempre molto pressappochismo. Però, Presidente, il nostro Gruppo è abituato a dire le cose con lealtà, con chiarezza. Le dice in Consiglio e quello che dice in Consiglio poi lo dice all’esterno. Non siamo un Gruppo che all’esterno dice qualcosa e poi in Consiglio dice altro. Scusateci per la nostra franchezza e la nostra lealtà: saremo duri, saremo anche spinosi, però a noi piace questa chiarezza, una chiarezza che mette in dubbio non solo il percorso, ma soprattutto la capacità di questa maggioranza e di questo Governo di dare una soluzione complessiva ai problemi della nostra terra e che si rifugia sempre nel rincorrere emergenze che lei stessa crea, in quanto incapace di dare una soluzione complessiva ai problemi della nostra terra. Lei crea le emergenze, lei tenta di porre rimedio, ma si ricordi, questa maggioranza, che alle emergenze non c’è mai fine e non ci potrà mai essere rimedio sufficiente, se non si ha la capacità del buongoverno e della buona amministrazione, che poi è quella che ci chiedono i pugliesi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Zullo.
Prego, consigliere Congedo.
Speaker : CONGEDO.
Grazie, Presidente.
Non so se vuole alternare interventi di maggioranza e opposizione, sennò procedo. Non ce ne sono. Perfetto. Questo a proposito di partecipazione.
Grazie, Presidente. Battute a parte, credo che sia doveroso innanzitutto rivolgere…
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Piemontese…
Speaker : CONGEDO.
…un ringraziamento…
Speaker : PRESIDENTE.
Aspetta, aspetta. È giusto che sia qui ad ascoltare. Assessore Piemontese? Però, un po’ di rispetto. Siccome la replica la deve fare lui, stiamo parlando di bilancio, un minimo, minimo, minimo di rispetto. Ho capito, ma qui noi non è che non abbiamo niente da fare mentre lei è impegnato. Pure noi qua siamo impegnati. Si tratta soltanto di avere un po’ di rispetto. Lei è l’assessore competente e sta parlando un Presidente di Commissione: è solo per questo. Poi lei faccia quello che vuole. Io ho il dovere di richiamarla a un minimo di attenzione.
Speaker : CONGEDO.
La ringrazio, Presidente.
Stavo dicendo che è doveroso ringraziare le strutture non solamente dell’assessorato al bilancio, ma di tutti gli assessorati che hanno partecipato alla redazione del bilancio, ai quali aggiungerei anche il ringraziamento alla struttura del Consiglio regionale, che, come sempre in questi momenti, è chiamato a un tour de force e a operare in condizioni quasi estreme.
Diceva bene il collega Presidente Zullo, ci sono dei momenti in cui la sostanza e la forma coincidono e, quando si discute del bilancio di previsione, questo è certamente uno di quei momenti in cui forma e sostanza devono coincidere, perché il bilancio è il documento politico per definizione, quello più importante, quello in cui un Governo regionale mette, sulla base dei suoi indirizzi programmatici, in cifre, numeri e interventi la sua azione di governo. È un momento che merita una solennità, merita tempi e percorsi gestazionali: gli indirizzi di governo, il lavoro negli assessorati, il confronto con le realtà economiche e sociali del territorio, il lavoro in Commissione e poi la discussione in Consiglio regionale.
Mi sembra che, quanto a forma, l’andazzo che ha preso questo bilancio lasci molto a desiderare. Innanzitutto, la mancanza del Presidente della Giunta regionale credo che sia indicativa di quale sia l’approccio a questa discussione del bilancio, ma anche il lavoro che si è sviluppato nelle Commissioni.
Sei Commissioni per la discussione di merito tutte in un giorno, la Commissione bilancio, e ringrazio il suo Presidente e i componenti, chiamata in una sola giornata alle audizioni, alla discussione generale e alla discussione dell’articolato, in alcune Commissioni il Governo non si è neanche visto, hanno accolto le audizioni solamente Coldiretti, ANCI, Confartigianato e ANBI.
Credo che sia la prima volta nella storia di questa Regione che non abbiano partecipato alle audizioni sul bilancio i sindacati e la Confindustria, cioè le associazioni datoriali, imprenditoriali e quelle sindacali. Anche per come è composto il bilancio, sono norme sparse senza un criterio che, apparentemente, possa apparire come un criterio logico nell’individuazione dei Titoli, dei Capi e dei 65 articoli. Non vedo un’idea forte che possa realmente caratterizzare questa manovra. Non c’è forma e, ahimè, non c’è nemmeno sostanza.
Questo bilancio sembra, più che altro, un concentrato di disordine, pressappochismo e mancanze di idee, che rispecchia un po’ quello che è l’andazzo dell’azione del Governo regionale, un Governo disattento, distratto, spesso lontano dalle questioni della Regione. Eppure il quadro economico e sociale, peraltro ben indicato nella relazione dell’assessore, meritava certamente ben altro approccio: l’economia in affanno, le partite IVA che calano, il blocco delle opere pubbliche, l’edilizia ferma, l’export sotto la media nazionale del Mezzogiorno, la disoccupazione che aumenta, l’emigrazione giovanile.
Nella relazione l’assessore ha inquadrato una manovra di circa un miliardo di euro individuando anche quali sono gli aspetti salienti di questa manovra, i punti qualificanti, i 30 milioni per la sanità, i 5 per l’efficientamento energetico, i 6 milioni per le discariche abusive e la decontaminazione dall’amianto, i 124 milioni per il trasporto, i 158 per il personale, i 151 per cofinanziare i programmi europei.
Io incentrerò qualche mia osservazione non tanto sull’articolato, su cui poi avremo modo di esprimere la nostra opinione nel corso della discussione del disegno di legge, ma su tre questioni principali: una riguarda i fondi europei; una riguarda le partecipate, almeno quelle maggiori, partecipate e agenzie (Acquedotto Pugliese, Aeroporti di Puglia e AGER); il terzo punto, le questioni che riguardano le politiche familiari.
Iniziamo dai fondi europei. Dalla relazione apprendiamo che, per quanto riguarda il POR 2014-2020, le procedure avviate si aggirano intorno a 3 miliardi di euro, di cui buona parte (2,7) per il FESR e 400 milioni per il Fondo sociale europeo; ci sono procedure in corso di avvio per 600 milioni e spese certificate per 106. In questo bilancio di previsione noi prevediamo 151 milioni per cofinanziare ulteriormente il POR 2014-2020 e, auspicando e dando per vero quello che viene sviluppato nella relazione, dovrebbero produrre investimenti per un milione.
C’è il Patto per la Puglia, un patto sottoscritto nel 2016 fra tante polemiche e anche tanta discussione. Uno stanziamento di 5,7 miliardi per 47 azioni. Poi c’è il Fondo di sviluppo rurale. Trattiamo dello strumento più importante per il comparto agricolo, dotazione finanziaria di circa un miliardo e 700 milioni. Anche qui registriamo sul territorio una certa preoccupazione delle aziende agricole e degli operatori riguardo al disordine e ai ritardi nei bandi, nelle graduatorie e alcuni problemi registrati sul Portale EIP.
Quello che ci preoccupa di più è però la percentuale di spesa, che ammonterebbe a non più del 5 per cento. Peraltro, aggiungo che alla luce della nuova decisione dell’Unione europea riguardo ai problemi della Xylella, credo che il Governo debba valutare fino in fondo se i 20 milioni stanziati siano sufficienti, se non sia il caso di rivedere quello stanziamento, perché in alcune parti del territorio pugliese si tratta veramente di ricostruire l’intera superficie agricola e paesaggistica, e potrebbe quella somma già stanziata non essere comunque sufficiente.
A questo aggiungo che anche per quanto riguarda il reimpianto, di recente ammesso dall’Unione europea, che consente la possibilità di reimpiantare cultivar resistenti al batterio. Si tratta di dare indicazioni precise agli operatori che ancora non ne hanno, delle vere e proprie linee-guida sul modo di approcciarsi a questa possibilità.
Stando ai numeri che vengono espressi nella relazione, noi parliamo di fondi provenienti da programmazione europea, da spendere sul territorio, pari a circa – se non ho sbagliato i calcoli – 10 miliardi. Credo che in una relazione che riguarda il bilancio di previsione fosse doveroso interrogarsi su quale sia lo stato di attuazione, qual è la percentuale realmente conseguita e spesa o, quantomeno, rendicontata di queste spese. Parliamo di programmazione 2014-2020 e il 2020 è, per così dire, alle porte. Non vorrei che, sottovalutando questo aspetto, ci trovassimo alla fine del 2020 a non poter utilizzare quello che realmente è l’ultimo treno che passa in termini di finanziamenti europei per il nostro territorio.
Passo alla seconda questione che avevo anticipato, cioè le partecipate. Parto da Aeroporti di Puglia di cui, come è noto, la Regione Puglia è socia al 99 per cento. Non sto qui a ribadire l’enfasi e quale sia l’importanza sotto il profilo economico e turistico delle infrastrutture aeroportuali della nostra regione, però credo che qui occorra veramente un po’ di chiarezza. Nel corso di questi mesi noi abbiamo ascoltato ipotesi di privatizzazione, ipotesi di fusione con GESAC, che è la gestione degli aeroporti campani, aperture a singhiozzo di ulteriori scali aerei. Si è parlato di Foggia, si è parlato di Grottaglie. Non capisco, a questo punto, se si aprono aeroporti, perché non si debba aprire pure quello del Salento, di Galatina.
C’è anche quello di Gioia. Perfetto.
Dico questo, Presidente, e ha fatto bene a ricordarmi anche Gioia, perché l’idea, visto dall’esterno, è che non ci sia una strategia complessiva in termini non solamente che riguardino gli aeroporti, ma in genere la trasportistica e la mobilità in questa regione da e per la Puglia e all’interno della nostra regione.
Seconda questione: Acquedotto pugliese, partecipata della Regione al cento per cento. Siamo socio unico di Acquedotto pugliese. Si è sviluppata negli ultimi Consigli regionali un’ampia discussione, sino ad arrivare all’approvazione, credo, nel Consiglio regionale del 1° dicembre, di una linea di indirizzo da parte del Consiglio regionale, che riassumo in due questioni: la richiesta di proroga della concessione e la conferma della partecipazione pubblica regionale dell’Acquedotto pugliese allargata ai Comuni. Ebbene, sfogliando i giornali di ieri e di oggi, apprendiamo invece che, al di là di quello che è stato detto nel Consiglio regionale e, quindi, nella massima Assemblea regionale, è allo studio l’ipotesi del Grande acquedotto del Mezzogiorno, che dovrebbe comprendere Puglia, Basilicata e Calabria, e che sia in atto una riorganizzazione dei gestori idrici interessati. Allora, anche da questo punto di vista sarebbe interessante comprendere se l’impostazione del Governo regionale è quella che è stata descritta e dichiarata nel Consiglio regionale o, mentre si dichiara in Consiglio regionale, in realtà ci sono tavoli di trattative e di intesa esterni alla Regione, di cui nessuno qui in Consiglio regionale, o forse pochi eletti, ne è a conoscenza.
Visto che si parla di Acquedotto pugliese e che la Regione, torno a dire, è socio unico di questa società per azioni, credo che non sia sbagliato se Acquedotto pugliese si interessi anche delle gare e dei bandi di Acquedotto pugliese, perché gare, per carità, conformi al Codice degli appalti, che prevedono ribassi così alti, quasi anomali, che arrivano al 60 per cento, possono pregiudicare non solamente la qualità dei servizi erogati, ma anche il mantenimento dei livelli occupazionali. Di questo aspetto credo che il Governo regionale debba interessarsi.
Questione rifiuti. Qualcosa l’ha già detta il collega Presidente Zullo. Nel 2016 viene creata questa agenzia regionale, che negli obiettivi del Governo doveva efficientare il ciclo dei rifiuti attraverso l’attuazione del piano regionale, la realizzazione e la gestione dei nuovi impianti.
Ad oggi, visto che sono passati venti mesi, quindi siamo oltre l’anno, credo che anche qui, visto che in questo bilancio previsionale stanziamo altri sei milioni di euro, tre per le bonifiche delle discariche abusive e tre per la bonifica da amianto, sarebbe interessante fare il punto della situazione. Del resto, se dovessi registrare quello che avviene sul territorio, direi che dal 2016 in tema di rifiuti noi abbiamo visto un aumento delle tariffe, senza nemmeno previa consultazione con i Comuni, la mancata individuazione delle tariffe di conferimento dei rifiuti negli impianti, che provocano disagi nei bilanci comunali, ecotassa al massimo in molti comuni della regione e in moltissimi comuni della provincia di Lecce, non in grado di raggiungere il 40 per cento non per incapacità delle Amministrazioni comunali, ma perché la Regione non è a posto, non ha messo in cantiere, non ha efficientato il sistema degli impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti. E poi, se proprio dobbiamo dirla tutta, Presidente, in meno di un anno oltre 64 incarichi – e mancano ancora i regali di Natale e il botto di fine anno – credo che la dicano tutta su quello che noi immaginavamo, essendo ahimè buoni profeti, individuando nell’AGER l’ennesimo carrozzone alle dipendenze del Governo regionale, che non avrebbe prodotto effetti per i cittadini, se non in termini di costi ulteriori per le amministrazioni comunali e per i loro cittadini.
Terza questione, e concludo: famiglia. Credo che tutti noi abbiamo ricevuto dal Forum delle famiglie, da tutte le sigle sindacali confederate e da oltre 40 associazioni la richiesta di un confronto sulle politiche familiari. L’abbiamo ricevuta tutti, non solo quelli che in campagna elettorale hanno siglato il Patto per la famiglia, del Forum delle famiglie, ma tutto il Consiglio regionale.
Che cosa si chiedeva in questo invito? Di istituire un tavolo di lavoro per la costruzione del nuovo piano triennale per le politiche familiari. Credo che sia stato un gravissimo errore, da parte del Governo, ahimè, e anche di noi consiglieri, quello di snobbare questo invito; un errore di carattere istituzionale, un errore di carattere politico, un errore proprio di merito.
Tutti noi leggiamo i giornali, leggiamo le indagini su questo territorio, che ci indicano, per esempio, uno scenario veramente difficile della nostra Regione, della nostra condizione socio- economica. Dei dati economici abbiamo parlato e comunque sono riportati nella relazione dell’assessore. Basso tasso di natalità, crescita naturale negativa, media figli fra le più basse d’Italia, contrazione della popolazione giovanile, famiglie che non sono in grado di farsi carico di componenti diversamente abili, anziani o non autosufficienti, famiglie che non possono curarsi perché devono scegliere se dar da mangiare ai loro figli o potersi spendere i soldi in cure e in medicine.
Allora, io credo che uno scenario di questo genere debba essere fronteggiato dall’amministrazione più importante di questa Regione con adeguate politiche familiari. Il bilancio 2018, il nostro bilancio, poteva essere l’occasione per dare un segnale concreto, con misure di contrasto alla povertà, di sostegno alla genitorialità, nell’armonizzazione dei tempi famiglia-lavoro, nelle politiche abitative, nel fisco a misura di famiglia.
Vado a concludere, ho finito, Presidente, con l’ultima annotazione. Fisco a misura di famiglia: in questa regione abbiamo tentato un accenno di fisco a misura di famiglia con le detrazioni sulle addizionali IRPEF. Quell’esperienza, secondo me, non solo va ripresa, ma andava rafforzata in maniera importante.
In realtà, in questo bilancio di previsione nulla di questo c’è. In questo bilancio di previsione il vero assente è la famiglia e le politiche familiari, che rispecchiano, anche qui, un’azione di assenza da parte del Governo regionale, non so se per scelta o per incapacità, sul fronte delle politiche familiari, sul fronte del lavoro, del fisco, del welfare familiare.
L’altro ieri – e finisco realmente – in un bellissimo editoriale di un importante giornale regionale veniva evidenziato come la nostra regione, che tutti immaginano come regione di immigrazione, in realtà sia, nei fatti e nei dati, una regione di emigrazione, perché emigrano le persone che non riescono a lavorare su questa terra, emigrano i pugliesi in cerca di lavoro, emigrano gli studenti in cerca di università che possano dare loro un titolo di studio spendibile sul mercato del lavoro, emigrano i giovani talenti in ricerca di opportunità, emigrano i nostri malati. D’altronde, anche nel bilancio vediamo 200 milioni di euro della cosiddetta “mobilità passiva”.
Emigrano, giustamente, i rifiuti. Oltre ai rifiuti, la sanità, i giovani e i disperati in cerca di lavoro che lasciano la nostra regione, in realtà, sta emigrando anche la speranza di tutte queste persone, delle quali questo Governo regionale, disattento e più proiettato su palcoscenici extra confini regionali, in tutt’altre faccende affaccendato, sembra essersi dimenticato.
Ecco perché anticipo sin d’ora il voto convintamente negativo del Gruppo di Fratelli d’Italia al bilancio di previsione 2018, a quello pluriennale 2018-2020 e al Documento di economia e finanza regionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Congedo.
Vi invito cortesemente a rispettare i quindici minuti.
La parola al Presidente Marmo.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente e colleghi consiglieri.
Ci troviamo ad approvare questo bilancio nelle condizioni date, che sono state illustrate dal collega Zullo e dal collega Congedo, condizioni abbastanza precarie per il decoro di un Consiglio regionale. Ricordo a tutti quando le sessioni di bilancio erano appassionate e vedevano la partecipazione di tutti i soggetti attivi sul territorio regionale, soggetti che partecipavano con convinzione, proponevano emendamenti, intervenivano attivamente, devo dire che quest’ultima approvazione ci ha visti in una desolazione totale e in una solitudine rispetto alla comunità pugliese.
Oltre al fatto del disordine in sé, di quello che si è rappresentato davanti ai nostri occhi, io sono andato a rivedere gli ultimi cinque bilanci della Regione Puglia, che sono relativi agli anni 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017, ebbene l’opera e l’azione dei Gruppi di minoranza si è vista, in quegli anni, molto attiva, in questa circostanza devo dire che siamo stati limitati nelle manovre.
Il senso di questa indicazione, Presidente, è questa: nel 2013 avevamo la legge n. 45/2012, composta di 60 articoli, la legge di bilancio del 2014 di 46 articoli, la legge di bilancio 2015 di 11 articoli, e la legge di bilancio 2015 fu determinata grazie esclusivamente all’opera delle minoranze, che impedirono di fare un bilancio, una finanziaria che sarebbe poi sfociata nelle elezioni del 2015. Quindi, 11 soli articoli. Quell’anno – il collega Zullo lo ricorderà e il collega Congedo pure – riuscimmo a evitare la congerie di interventi plurimi che si manifestano in quell’occasione e a far sì che il bilancio fosse asettico, limpido, chiaro e si evincesse quella che era la manovra del Governo.
Poi si è ripreso nel 2016 con 65 articoli e nel 2017 con 69 articoli. Con questa manovra si entra in Commissione con 40 articoli e se ne esce con 65, più il sessantaseiesimo che è stato preannunciato dal collega Amati, che riguarderà praticamente i debiti fuori bilancio messi in un unico articolo.
La situazione è stata quella della desolazione. Nessun colloquio con le parti sociali. Ma mentre discutevamo del nostro bilancio, mentre oggi siamo qui in discussione di questo bilancio, parimenti a livello centrale, in Parlamento, si sta discutendo del bilancio dello Stato, e ciò accade in un quadro in cui le Regioni, tutte le Regioni a maggioranza di centrosinistra, a stragrande maggioranza di centrosinistra, perché sono tre (la quarta, di recente, la Sicilia) ascrivibili al centrodestra, il giorno 14 dicembre hanno dato un parere favorevole al bilancio dello Stato sottoposto all’attenzione delle Regioni, ma con molte critiche. Quindi, un parere favorevole abbastanza articolato e contraddittorio, se è vero come è vero che il parere favorevole poi si è dimostrato un parere prettamente politico. Tanto è vero che le sei richieste delle Regioni, tre delle quali citerò per brevità, hanno riguardato il mantenimento del livello di finanziamento pubblico del Servizio sanitario nazionale al di sopra del 6,5 per cento ed è noto a tutti che le Regioni sono riuscite a ricavare un minore taglio di 375 milioni, ma sempre tagli ci sono stati alle Regioni, soprattutto nel settore della sanità.
Il rinnovo dei contratti dei dipendenti della sanità, l’altra eccezione sollevata dalle Regioni, per cui non comprendiamo perché noi appostiamo 10 milioni per il rinnovo del contratto decentrato dei medici e dei sanitari, e dall’altro lato noi non abbiamo i fondi per il contratto nazionale principale. È abbastanza curiosa questa storia.
L’altra richiesta fondamentale, soprattutto per le Regioni del Sud, è la richiesta di flessibilità del costo del personale sanità rispetto alla spesa dell’anno 2004, che era diminuita dell’1,4 per cento. Il motivo è giusto: il limite non è più coerente e attuale rispetto alle evoluzioni organizzative e di erogazione dei servizi sanitari. Quindi, credo che questa debba essere una battaglia di tutte le Regioni nei confronti del Governo nazionale. Al Governo nazionale non siamo solo noi a rivolgere delle critiche, ma queste critiche sono rivolte con molta durezza e con molta chiarezza dallo stesso assessore Piemontese nella sua relazione di accompagnamento al DEFR, una relazione che è diversa rispetto a quella dell’anno scorso, proprio con queste cifre. Per il resto, sia il DEFR che la relazione sono quasi tutte uguali, con i virgolettati anche delle leggi che era inutile riportare.
Quello che dice l’assessore Piemontese è chiaro come l’acqua. È ormai risaputo quanto, nel corso degli ultimi anni, siano andate sempre più riducendosi le risorse regionali per effetto dei tagli, al fine di garantire gli equilibri di finanza pubblica. In pratica, le Regioni hanno contribuito al pareggio di bilancio del bilancio dello Stato. Perciò, quando si accusano le Regioni di essere le artefici dello sperpero di denaro pubblico, noi dobbiamo ricordare che questo sperpero è determinato, invece, dal fatto che con la nascita delle Regioni lo Stato centrale non ha diminuito le proprie competenze e le proprie funzioni.
Le cifre sono grandi, tanto è vero che nel 2017 le Regioni hanno ceduto 10,7 miliardi, nel 2018 sono previsti quasi 13 miliardi, nel 2019 quasi 15 miliardi. La nostra Regione – viene indicato pure questo dato – nel 2017 ha ceduto circa 800 milioni di euro e nel 2018 cederà circa 970 milioni di euro.
Questa, signor Presidente, è la situazione in cui ci troviamo a navigare, una situazione del sud, del Mezzogiorno d’Italia, dove molti indicatori evidenziano ritardi strutturali. Altro elemento che ci porta a riflettere sulla situazione della Puglia: anche se il PIL è cresciuto al sud di più che al nord, questo è spiegato dal fatto che il sud ha più da recuperare rispetto al nord, che è già pingue di infrastrutture e di redditualità. Il sud ha bisogno, invece, di un grande Piano industriale.
Signor Presidente, assessore, colleghi, la battaglia che questa Regione deve fare è quella sulle infrastrutture e, prima di tutto, sulle infrastrutture umane. Come è stato già detto dal collega Congedo, la demografia segna un forte declino della nostra regione. C’è una diminuzione della popolazione, che nel 2065 sarà di 5 milioni in meno al sud. Negli ultimi quindici anni 200.000 laureati si sono spostati verso il nord, il centronord d’Italia e l’estero, facendo diminuire di circa 30 miliardi di euro la redditività del sud. Poi c’è la denatalità e i consumi che crescono solo al nord.
In questo panorama, credo non sia fuori luogo richiamare i dati della ricerca dello SVIMEZ, che ogni anno aggiorna i suoi dati sul sud. Cari colleghi, forse non ci siamo accorti che sono solo tre le Regioni che trainano il sud. Se il nostro PIL è stato maggiore che al nord questo è dovuto soprattutto a tre Regioni del sud. Da queste tre regioni del sud è stata espunta, purtroppo, la Puglia. La prima è la Campania, con il +2,4 per cento, la seconda è la Basilicata con il 2,1 per cento e addirittura il Molise con il +1,6 per cento, la media nazionale del PIL del 2016 è 1,1, il centronord è lo 0,8. Noi siamo stati capaci di essere inferiori alla media del nord, e cioè la Calabria ha un +0,9 e la Puglia +0,7.
Credo che questa sia la fotografia della grave situazione di confusione programmatica e strategica in cui si trova la nostra regione, e si trova, come è stato detto dal collega Congedo, soprattutto per un dato, che è quello delle esportazioni. Sono calate le esportazioni perché è calata l’esportazione dell’ILVA di Taranto. Questo è il dato fondamentale. E sull’ILVA si gioca una partita tremenda: sembra di giocare a scacchi, di assistere a una partita di gioco a scacchi.
Aumenta fortemente il livello di povertà, nonostante gli interventi del ReD, che avevamo chiesto di non attivare perché probabilmente sarebbe venuto il ReI, il reddito di sostegno del Governo centrale. Di fatti, appena introdotto il ReI si è sospeso il ReD nella nostra regione, creando ulteriore confusione.
Ma quello che è più drammatico è che i Governi del sud, le Regioni del sud e la nostra in particolare non si rendono conto della diminuzione grave degli investimenti in infrastrutture, il deficit infrastrutturale. Nel 1970 avevamo una spesa pro capite per infrastrutture pari a euro 673, oggi abbiamo un investimento per infrastrutture come spesa pro capite di soli euro 107.
Io credo che questo sia un dato estremamente grave, che deve far pensare a come siano state scarse e poco incidenti anche le politiche regionali. Abbiamo visto partire con forte ritardo gli investimenti previsti dai fondi comunitari, con molto ritardo. Soprattutto nel settore dell’agricoltura abbiamo visto partire in enorme ritardo numerosi bandi, per poi vederli partire tutti insieme, con una difficoltà posta in capo agli agricoltori e alle aziende, la difficoltà di scelta su quale misura porsi e su quale cofinanziare e, quindi, spendere un po’ di soldi.
Colleghi, io vorrei che fosse chiaro a tutti quanti che questo bilancio si discute oggi e presumibilmente si concluderà domani, per l’alto senso di responsabilità delle minoranze, di tutte le minoranze che hanno partecipato ai lavori della Commissione. Quello che rileviamo da questo bilancio è l’assoluta mancanza di una strategia chiara, aperta e condivisa, perché non riusciamo più ad avere per la nostra Regione, per i dati che abbiamo esposto, un futuro chiaro, un futuro limpido, un futuro strategico.
L’altro elemento che manca, in questa nostra situazione, è la presenza di un regionalismo collaborativo col Governo centrale. Noi invece assistiamo a scontri continui e infiniti su ogni tema che riguarda il Sud, che riguarda la Puglia. Lo abbiamo visto con TAP, lo abbiamo visto con ILVA, dove ci appare del tutto assurdo che non ci si renda conto, non solo da parte del Governo regionale, a cui abbiamo chiesto di ritirare i ricorsi per andare a discutere come si deve discutere… Anzi ci ha fatto specie che un DPCM emanato dal Governo non sia stato concordato con il Presidente della Regione.
Io credo che questo sia un dato grave, che stigmatizza il comportamento non solo del Governo regionale, ma anche e soprattutto del Governo centrale. Io credo che il regionalismo collaborativo debba essere la nuova frontiera; non più il regionalismo dell’antagonismo, altrimenti noi ci ritroveremo più, come non ci siamo ritrovati con i fondi per il Patto per il Sud. Erano 6 miliardi da destinare alla Regione Puglia, ma per via dei litigi che ci sono stati con l’allora Presidente del Consiglio noi abbiamo avuto meno della metà di quei fondi.
Oggi forse li riavremo, perché magari ha fatto pace, ma non si può disegnare una politica in base all’umore o al litigio o al tweet che l’ex Presidente del Consiglio si ricorda solo oggi di fare per invitare Emiliano e il Ministro Calenda a pranzo. Ma si potevano chiudere in una stanza ben prima di arrivare allo scontro finale dove ogni istituzione non può più fare un passo indietro.
Io credo che questo sia il segno distintivo della nostra Regione, dove tutti possono aver avuto e possono avere gran parte della ragione, ma non per dare ragione a Tizio e a Caio contemporaneamente, perché sicuramente il torto non è solo da una parte.
Credo sicuramente che noi dovremo renderci conto che la nostra strada è solo, e lo ripeto per la terza volta, un regionalismo collaborativo. Non si può ammiccare alla teoria dell’autonomia, come hanno fatto le Regioni Lombardia e Veneto. Abbiamo visto il nostro Presidente cinguettare ora con il Presidente del Veneto e ora con Maroni, il Presidente della Lombardia. Non si può cinguettare su questo tema, perché di autonomia ne abbiamo parlato noi quando c’era il vento del federalismo e dell’autonomia. Oggi non è più cosa. Oggi abbiamo una prevalenza dell’interesse nazionale rispetto al ragionamento dell’autonomia, perché abbiamo visto dove certe parole possono condurre.
L’autonomia porta al caso Catalogna e questo non deve accadere in Italia. Noi vogliamo una Regione che sia forte, perché è una Regione che ha solo... Lo dicono i componenti del Comitato che accompagna la I Commissione nella valutazione della spesa della Regione. Presidente e colleghi, noi abbiamo solo il 68 per cento di autonomia finanziaria. Tutto il resto è derivato dal finanziamento dello Stato.
Se tu oggi insinui il pensiero o la teoria del federalismo o dell’autonomia tu vuoi male alla tua regione. Tu oggi hai solo il 68 per cento di autonomia finanziaria. Dipendi, per il resto, dal Governo centrale.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, mi atterrò ai tempi, e chiedo scusa se ho sforato di due minuti, per dire che noi non siamo soddisfatti di questo bilancio. Non siamo soddisfatti per la congerie di articoli che sono stati presentati in Commissione e che presenteremo anche noi in questa parte, perché riteniamo che alcune questioni vadano migliorate, come l’attenzione a quei bambini di Taranto che in occasione del wind days, delle giornate di vento, non possono andare a scuola e stanno in mezzo alla strada. Lì abbiamo un tema fondamentale. Di fronte a tanto interessamento, molteplice, che abbiamo avuto anche negli altri bilanci rispetto a Taranto, questa è una proposta concreta che avanzeremo con la collega Franzoso.
Per il resto, possiamo solo sperare che si riduca al massimo l’inventario di quello che oggi tutti quanti noi vorremmo presentare, per fare in modo che il bilancio sia il più coerente possibile con la spesa che questa Regione può fare, ben sapendo che potremo fare poco per quanto ci riguarda e non so se saremo ascoltati fino in fondo, ma l’auspicio è che questo non sia un bilancio elettorale, ma speriamo che sia un bilancio veramente utile alla Puglia e ai pugliesi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Marmo.
La parola al consigliere Casili.
Speaker : CASILI.
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi e ai cittadini che sono in Aula.
Questo bilancio rappresenta – lo possiamo dire con serenità – il fallimento del Governo Emiliano. Io più che bilancio parlerei di sbilancio, dove quella “s” non è soltanto un gioco di parole, ma è una “S” che priva di significati quello che dovrebbe essere il bilancio, frutto della dialettica politica, della partecipazione politica che non c’è stata. Tranne poi gli inseguimenti del Presidente Emiliano che destina 800.000 euro delle risorse dei cittadini pugliesi a una sua legge del tutto autoreferenziale, che poi di partecipazione non ha nulla, perché già a partire da quello che succede in quest’Aula la partecipazione è assente dal dibattito politico. Quindi, lui è già il primo fautore della mancanza del dibattito in quest’Aula, tant’è che oggi ha avuto anche impavidamente la sfacciataggine di non essere presente in Aula e ascoltare i nostri giudizi e pareri sul bilancio che ci apprestiamo a discutere in quest’Aula.
Io parlerei, appunto, di sbilancio, a favore purtroppo – lo devo dire, non me ne vogliano i colleghi di maggioranza – dell’irresponsabilità anche dei colleghi di maggioranza, che trasformano questo sbilanciamento in mance, mancette e marchette sui territori di riferimento.
Capisco che siamo vicini alle politiche e che qualche collega di maggioranza non farà parte, anzi noi ringraziamo che ci sia anche questo ricambio generazionale in Aula, perché dopo oltre metà della legislatura, quindi abbiamo superato il primo giro di boa, questa Regione non ha uno straccio di programmazione, il che manifesta tutta l’incapacità del Governo Emiliano soprattutto nel triennio di riferimento 2018, 2019 e 2020 che dovrebbe caratterizzare il Documento di economia e finanza regionale, un documento dove si leggono tante parole e dove all’inizio, in realtà, si adducono le motivazioni della mancanza di risorse regionali dovute ai tagli del Governo su alcuni settori per raggiungere l’equilibrio di finanza pubblica, settori come la sanità, le politiche sociali, l’edilizia sanitaria, il trasporto pubblico locale, che segnano un quadro di indeterminatezza delle risorse disponibili.
Ma, come qualche collega di minoranza ha ricordato, noi abbiamo ben 10 miliardi, se sommiamo tutti i fondi a disposizione da parte delle risorse comunitarie, la cui ricognizione oggi è molto difficile. Ci dovremmo impegnare a capire dove e quali siano gli strumenti che sta ponendo in essere il Governo regionale per utilizzare al meglio le risorse comunitarie, che dovrebbero segnare il passo per una Regione che, come si diceva, invece si contraddistingue per l’emigrazione di tanti giovani che decidono di scappare. Questa Regione, vorrei ricordarlo, è una delle prime regioni per esempio agricole del Paese, e poi mi soffermerò un po’ di più sulla questione agricola pugliese, che interessa ben 270.000 aziende. Non c’è settore più dell’agricoltura che assorbe le aziende e tanti lavoratori che contraddistinguono il settore agricolo di questa Regione.
Se andiamo a leggere il documento di finanza, andiamo a guardare nell’asse prioritario 4, dove si parla di gestione del ciclo dei rifiuti: anche qui si segna il fallimento del Presidente Emiliano, che è pronto, prontissimo, ad andare a fare le passeggiate nel momento in cui scoppia il caso Burgesi o nel momento in cui c’è un’emergenza di sicurezza pubblica a Castellino, a Nardò, città da cui provengo.
Allora, oltre alle passeggiate, agli spot da parte del Presidente, vorremmo capire effettivamente sulla gestione dei rifiuti cosa si deve fare, piuttosto che vessare i sindaci e le amministrazioni locali con un’ecotassa che ormai è salita alle stelle, con un’impiantistica che non c’è. Abbiamo più volte manifestato – lo ha fatto anche, devo dire la verità, il collega Blasi – la inefficienza dell’impiantistica, che oggi è invece appannaggio dei privati. Pendono tantissimi progetti all’interno degli uffici urbanistici di ogni singolo Comune, progetti di impianti anaerobici o di altro tipo, a fronte dell’impiantistica pubblica, a cui il Presidente Emiliano più volte ci ha accennato, ma su cui noi non abbiamo visto alcuna traccia.
Bonifica delle aree inquinate e riconversione. Anche qui, una sconosciuta, eppure si pone anche nel documento di finanza un accento molto importante su questo settore. Valorizzazione della biodiversità e della promozione delle risorse naturali e culturali. Anche qui bisogna veramente sforzarsi per capire quali sono le politiche regionali per la valorizzazione della biodiversità e per il potenziamento della promozione delle risorse naturali e culturali.
I depuratori. Anche in questo caso abbiamo assistito, eppure ci siamo posti non solo come forza politica che voleva fare sterile polemica... Anche in questo caso abbiamo dimostrato un contributo molto forte. A parte gli annunci, poco si è visto sul potenziamento dei depuratori pugliesi, su questo riutilizzo – che anche noi abbiamo chiesto in modo molto forte – dei reflui urbani in agricoltura. Anche in questo caso non si comprende bene, lo abbiamo chiesto più volte all’assessore Di Gioia, come si fa a riutilizzare i reflui se abbiamo affossato i Consorzi di bonifica, e li abbiamo affossati alla grande. È ben scritto all’interno del documento di finanza pubblica, dove si dice che grazie alla collaborazione di AQP e dei Consorzi si può finalmente finalizzare il tanto decantato riutilizzo dei reflui voluto dal Governo Emiliano. Io da tecnico e da cittadino faccio uno sforzo molto grande per capire chi e qual è il soggetto finale che dovrà recuperare queste acque e destinarle in agricoltura in una delle regioni più peninsulari d’Italia, con quasi 900 chilometri di costa. Segnano la possibilità alla nostra costa di essere effettivamente valorizzata piuttosto che scaricare a mare, come stiamo facendo e come abbiamo fatto negli ultimi anni, un refluo di cattiva qualità, addirittura in tabella 1.
Raccontiamoci e narriamo le cose per come in realtà sono, altrimenti ci scontriamo con le conflittualità locali. Purtroppo, Presidente Emiliano, interessano anche noi consiglieri di minoranza quando andiamo sui territori e siamo pungolati costantemente dai cittadini che ci chiedono conto delle cose che facciamo in quest’Aula. Da tempo avevamo presentato, anche con altri consiglieri di maggioranza, una mozione – poi approvata in questo Consiglio – per la modifica e l’integrazione del Piano di tutela delle acque. Anche in questo caso, nessuna traccia della modifica e dell’integrazione del Piano di tutela delle acque.
La sanità. Non lo so se il collega Conca vorrà intervenire. Si segna l’aumento della mobilità passiva, che comunque segna un risultato negativo, considerando anche quello che abbiamo come introito da parte della mobilità attiva. La spesa farmaceutica è salita alle stelle e ha superato il tetto massimo ammissibile. È questa la grande manovra sanitaria del Presidente Emiliano, che ha tenuto fortemente a sé la delega per la sanità. Allora, noi vorremmo capire qual è effettivamente lo scopo di trattenere la delega. Noi pensiamo – a pensar male, diceva qualcuno, si fa peccato – che tenere la delega più importante da un punto di vista della potenza politica e della possibilità di essere più forti è facile capire poi perché il Presidente Emiliano conserva questa forte e tiene forte a sé questa delega alla sanità, che richiederebbe non un lavoro a mezzo servizio perché, a meno che il Presidente Emiliano non sia forte, ubiquitario e abbia questa capacità di fare tutto, andrebbe assegnata a un assessore che se ne occupasse ventiquattro ore al giorno e non dodici, perché non sarebbero sufficienti.
È stato detto del Patto per la Puglia. Anche in questo caso, i litigi costanti con il Governo, ma non litigi che nel merito potevano essere giustificati effettivamente da qualche prerogativa che il Presidente Emiliano dovrebbe avere effettivamente a salvaguardia e tutela dei pugliesi, ma semplicemente perché andare contro l’allora Presidente del Consiglio serviva al nostro Governatore per fare qualche passaggio in più in televisione e per essere più appetibile da un punto di vista mediatico. Questo lo hanno capito anche i non addetti ai lavori.
Arriviamo al punto dolente, visto che è rientrato anche l’assessore all’agricoltura, e cioè quello delle politiche agricole. Come dicevamo, 270.000 aziende. Non c’è settore di questa regione che assorbe più aziende rispetto ad altri settori, visto che il TAC è ormai purtroppo fallito da tempo e sconta una crisi che è frutto anche di quello che succede nei mercati internazionali.
Anche in questo caso, però, cosa si è fatto? Un PSR che è partito in ritardo, addirittura c’è la preoccupazione che alla fine di questa legislatura potremmo non spendere le risorse. All’inizio di questa legislatura abbiamo più volte detto: partiamo nei tempi che ci siamo prefissati in modo tale da spendere le risorse non quantitativamente ma qualitativamente, perché così si dovrebbero spendere le risorse comunitarie, con una forte partecipazione e anche un forte dibattito e dialettica insieme alle associazioni di categoria. Invece, siamo arrivati a metà legislatura e lo strumento informatico non funziona, i tecnici sui territori manifestano le loro perplessità e difficoltà, alcune misure sono partite, come dicevamo, e partite male, tantissime aziende ancora non sono in grado di fare gli investimenti che dovrebbero fare.
Poi arriviamo a uno dei punti che il Presidente Emiliano ha messo in campo durante la sua campagna elettorale e anche nella strategia di governo, che è quello sulla lotta e il contenimento, purtroppo, di una iattura che è capitata a noi pugliesi, e su questo anche la Comunità, l’Unione europea dovrebbe assumersi le responsabilità, però sembra quasi che, in questo caso, l’Europa matrigna possa semplicemente intimidirci e intimorirci con le continue procedure, manifestazioni di procedure di infrazione.
Però, in questo caso le risorse messe in campo, i 6 milioni di euro ci sembrano veramente uno schiaffo alle tante aziende olivicole pugliesi. Abbiamo presentato una mozione, presenteremo anche un emendamento per chiedere all’assessore e al Presidente Emiliano di mettere in campo misure che possono effettivamente essere utili, come far partire questi studi sul germoplasma locale, oggi appannaggio soltanto di pochi imprenditori, che con le loro forze cercano di studiare empiricamente il fenomeno. Anche in questo caso, però, il vuoto assoluto.
Sulle nostre aziende pugliesi, in realtà, l’ho più volte ricordato, su 95.000 ettari, la maggior parte (60.000 ettari) sono detenuti da piccoli produttori, da produttori che non riceveranno mai un euro, perché non hanno neanche un fascicolo aziendale. Allora anche in questo caso le belle parole, ho sentito parole come rigenerazione del territorio, anche ciò a cui si assiste sulla questione del rimpianto, per il quale nessuno di noi ha posto qualche veto…
Abbiamo semplicemente detto che lasciare queste decisioni all’associazione di categoria x o all’autodeterminazione del territorio è molto pericoloso. Dobbiamo cercare invece, con senso di responsabilità, di capire cosa sta avvenendo sul territorio della provincia di Lecce, perché il contenimento – lo vorrei ricordare ai colleghi – si fa a nord, fuori dalla provincia di Lecce, il contenimento e la gestione di questa importante fitopatia che ha colpito il nostro territorio e come abbiamo più volte ricordato, ma l’hanno ricordato i 200 ricercatori che nel 2014 si sono riuniti, provenienti da tutto il mondo, a Gallipoli, in un famoso simposio, dove io ero presente, e hanno detto: controllare e gestire una fitopatia del genere sarà impossibile; dovete mettere in campo ciò che è stato fatto in altre parti del mondo, dove già da moltissimi anni e decenni cerchiamo di gestire e convivere con questa fitopatia.
Allora perché effettivamente non sederci e dibattere, e aprire quella dialettica giusta, piuttosto che comparire sui giornali, andando a scaricare sulle conflittualità locali, sull’antiscientismo, sull’ambientalismo le colpe di una cattiva gestione della fitopatia. Abbiamo 1,637 miliardi di euro all’interno del PSR e non si comprende come mai non riusciamo a calare bene le misure di intervento nel territorio da cui dovrebbe partire, effettivamente, una gestione oculata della fitopatia, che è la Provincia di Lecce. Non è una questione di campanilismo.
Poi arriviamo al servizio idrico. Anche in questo caso lo avevo già detto...
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Casili...
Speaker : CASILI.
Mi accingo alla conclusione.
Anche in questo caso, il vuoto. Stiamo per arrivare al 2018 e non riusciamo a prendere una decisione. Non so cosa si aspetta in ordine alle questioni legate all’Acquedotto pugliese.
Chiudo sulle politiche a sostegno delle famiglie. Non c’è traccia all’interno delle strategie di governo, all’interno del Documento di programmazione. Il ReD si è inabissato di fronte alle misure del Governo nazionale. Noi avevamo posto più volte le nostre perplessità su questa misura di intervento per contrastare la povertà.
Sui rifiuti ho già detto. Concludo sui trasporti. L’ultimo punto. Siamo bravi a parlare di sicurezza dei trasporti, a parlare addirittura, pochi giorni fa, dell’alta velocità da Brindisi a Lecce, e poi si è scoperto che quest’alta velocità non c’era, i treni vanno ancora a cento all’ora e i nostri viaggiatori sono costretti a vivere e a viaggiare ancora ammassati all’interno di vetture obsolete, all’interno di vetture pericolose per i nostri cittadini pugliesi, non soltanto per i turisti. Ogni anno il turismo segna flussi sempre più importanti, però siamo bravi a devastare ciò che di buono stanno facendo non la politica, ma gli operatori locali.
Anche nel caso dei trasporti si dovrebbe aprire una seria discussione piuttosto che assistere alle parole roboanti contenute all’interno del Documento di programmazione e di finanza pubblica.
Noi vorremmo sentire queste parole da parte del Presidente Emiliano, da parte dei colleghi di maggioranza. Vorremmo poter dibattere su un bilancio che entri nel merito delle problematiche dei cittadini pugliesi, ma – ahimè – concludiamo questo 2017 nel peggiore dei modi e, purtroppo, apriremo di nuovo un triennio 2018, 2019 e 2020, che porterà alla conclusione di questa legislatura, nel peggiore dei modi. In ognuno di questi settori, purtroppo, si segnano risultati negativi e a pagarne le conseguenze non siamo soltanto noi, ma i tanti cittadini indigenti pugliesi, che saranno costretti, purtroppo, a vivere questo triennio nel peggiore dei modi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola al collega Trevisi.
Speaker : TREVISI.
Grazie, Presidente.
In continuità con quello che ha già illustrato il collega Casili, che è stato molto bravo a dire tutto quello che manca in questo bilancio, vorrei un attimo soffermarmi su quel poco che c’è, perché è una questione anche di rispetto dei rapporti fra di noi, fra noi consiglieri regionali e maggioranza, fra noi e assessori, perché notiamo che alcuni articoli, ma anche altri emendamenti che oggi propone la maggioranza, sono stati presentati, ad esempio l’emendamento sul primo soccorso pediatrico, lo scorso anno da noi e sono stati bocciati.
Oggi vediamo che la maggioranza, e cogliamo con piacere il fatto che la maggioranza si sia ricreduta, presenta i nostri emendamenti, ce ne sono ben tre, presentati lo scorso anno e bocciati dalla maggioranza, con il proprio cappello, con il loro nome. Ma noi lo accogliamo con piacere. È solo una questione di correttezza nei rapporti, però comunque quello che ci interessa è che le cose si facciano e che l’interesse sia quello soprattutto per i cittadini e per il benessere dei cittadini.
Così come accolgo con molto piacere che una mia proposta di legge, quella del reddito energetico, che ho presentato lo scorso mese, dopo tanti confronti con i dirigenti di questa Regione, oggi sia presente all’articolo 21 e l’assessore Mazzarano ci voglia mettere il cappello finanziandola con cinque milioni di euro.
Ecco, sarebbe giusto e corretto riconoscere, come anche la proposta di legge sull’economia circolare, che c’è stato forse un consigliere che l’ha presentata un anno e mezzo fa e oggi la Regione dice: vogliamo presentare una proposta sull’economia circolare. Così c’è una proposta sul reddito energetico che è stata presentata un mese fa a mia prima firma e oggi l’articolo 21 la ricopia. Allora, non è corretto, questo. Questo non è corretto. Perché noi vogliamo anche collaborare sulle buone proposte, perché siamo convinti che le buone proposte e le buone idee devono essere patrimonio di tutti. Però, non è corretto che sul lavoro di altri consiglieri regionali gli assessori ci mettano il cappello. È una questione di rapporti, di rapporti istituzionali.
Bisogna riconoscere che il reddito energetico è una proposta del Movimento 5 Stelle ed è una proposta che noi dimostreremo che a differenza, infatti abbiamo fatto tante simulazioni e tanti studi, che il Governo non ha nelle mani, che a differenza di altre proposte che oggi vengono passate come opere strategiche, mi riferisco al TAP, investendo gli stessi soldi sul reddito energetico, invece di aumentare le bollette dei cittadini riusciamo a ridurle in 25 anni di 10.000 euro per ogni famiglia, grazie al reddito energetico, e riusciamo invece di spendere i 45 miliardi che oggi si stanno spendendo su TAP, con gli stessi soldi, a fare introitare, nel giro di 25 anni, quindi nel medio e lungo periodo, 5 miliardi di utile allo Stato.
Con la nostra proposta, che è la vera proposta di interesse nazionale e regionale, riusciamo a dimostrare che la generazione distribuita è possibile, la generazione pulita dell’energia è possibile, si può fare a basso costo, si può fare senza inquinare l’ambiente, non abbiamo bisogno delle fonti fossili.
Noi vorremmo che comunque la maggioranza abbia un’onestà intellettuale e dica che c’è dietro un lavoro fatto da consiglieri su queste proposte. Non è giusto che qualcuno ci metta il cappello, facendo finta che non ci sia stato qualcun altro, qualche altro consigliere che mesi prima aveva fatto la stessa proposta. Non è possibile vedere emendamenti che ha presentato il Movimento 5 Stelle l’altro anno e che sono stati bocciati e oggi la maggioranza li ripresenta a suo nome. Non è possibile, non è rispettoso nei nostri confronti. Non è possibile vedere le nostre proposte di leggi, che abbiamo presentato addirittura un anno fa, un anno e mezzo fa, o quella del reddito energetico rivederla nell’articolo 21 di questa legge, la nostra proposta di legge, e vedere stanziati 5 milioni di euro! Non va bene, non è corretto nei confronti di chi ci ha lavorato, di chi ha proposto queste idee.
Comunque, noi le accogliamo con piacere, perché noi pensiamo che innanzitutto l’interesse dei cittadini pugliesi debba prevalere su tutto, anche su questo modo di operare. Però saremmo stati più contenti di avere un confronto, di avere comunque la possibilità di collaborare, di avere la possibilità di dire anche la nostra. Questo confronto spesso manca e pertanto noi sollecitiamo alla maggioranza di avere un rapporto più corretto con chi comunque sta qui nell’interesse di tutti e per collaborare. Non ci deve essere questa mancanza di rispetto nei nostri confronti.
Con questo vi esorto, almeno per i prossimi atti, a confrontarsi e a dare priorità in base alla data di protocollo di una proposta. Non è possibile che la stessa proposta, protocollata anni o mesi prima, poi venga ripresentata a nome di qualcun altro. Questo non è corretto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. La parola alla collega Laricchia.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente. Diciamo subito che ci sono due modi, secondo me, secondo noi, di fare politica. C’è il modo di fare politica di chi è finalizzato a una sua rielezione, semplicemente, e c’è il modo di fare politica di chi, invece, lo finalizza a risolvere i problemi di una regione o a migliorare la situazione se non ha moltissimi problemi.
Questa manovra di bilancio che noi abbiamo visto è proprio emblematica, da scuola di partito, di un modo di fare politica di chi vive soltanto la preoccupazione di dover essere rieletto. Avete presentato emendamenti, la maggioranza ha presentato emendamenti come se fosse opposizione, cioè tantissimi, con poche risorse destinate alle più disparate destinazioni e, soprattutto, approvate con l’ansia che, se non fossero state approvate, la maggioranza probabilmente non ci sarebbe stata più.
Questo è importante dirlo e saperlo perché, purtroppo, è il modo di fare politica di chi si candida magari in tantissime coalizioni, così si assicura in qualche modo un’elezione, però poi, di fatto, non riesce a governare. Ed è anche quello che ha, in qualche modo, stimolato e ispirato la legge elettorale con cui andremo a votare a marzo, cioè favorire le grandi coalizioni perché così ci si assicura di più la rielezione, ma di fatto chi se ne importa se poi, una volta eletti con le coalizioni, non riusciamo a governare, non riusciamo a dare una priorità a questa regione, a destinare le risorse in base alle priorità che, come forza politica, anche in coalizione, dovremmo condividere in qualche modo. L’importante è che io mi rassicuri una rielezione. Questo è evidente nella manovra di bilancio che ci avete presentato, nel modo in cui ce l’avete presentata e nel modo in cui avete, ovviamente, continuato a lavorarci in Commissione.
È stato inspiegabilmente bocciato l’emendamento del Movimento 5 Stelle che avrebbe aiutato le famiglie pugliesi a risolvere uno dei più importanti drammi che stanno vivendo in questo momento, ovvero la possibilità che l’acqua non riesca ad arrivare ai piani più alti dei condomini. Ci stanno chiedendo in tutti i modi di essere aiutati. Hanno bisogno sicuramente di autoclave e di impianti di pressurizzazione. Non sempre riescono a trovare le intese e a mettere insieme le forze economiche per fare questi acquisti. Hanno chiesto a Regione, a Acquedotto e al Comune di aiutarli in tutti i modi e noi, e voi, naturalmente, voi, avete ignorato questo grido di dolore. Io mi auguro che nel frattempo, in questi giorni, ci abbiate ripensato e che in qualche modo si interverrà adesso, in questa due giorni di seduta di Consiglio regionale, perché in Commissione è stato bocciato l’emendamento nostro che prevedeva di stanziare almeno 300.000 euro per questa cosa ed è stato approvato, invece, di tutto. E io proprio su questo “di tutto” voglio intervenire, perché ci sono state delle marchette imbarazzanti.
Interventi per abbattere le barriere architettoniche dei plessi scolastici situati nei centri storici e che risalissero a prima del 1400. Ovviamente, capite bene che è sempre tutto molto utile, abbattere le barriere architettoniche naturalmente non se ne parla, è una priorità, però intervenire in questa maniera… Sarebbe stato più onesto dire esattamente a quale scuola vi volete riferire, ovviamente, se pubblica o privata, tra l’altro.
700.000 euro in tutto per le manifestazioni per valorizzare la figura e ricordarla di don Tonino Bello. Davvero sarebbe stato curioso poterlo sentire e sapere che cosa ne pensa di questo intervento.
300.000 euro per contributi straordinari agli istituti scolastici per progetti di integrazione di extracomunitari. Su questo io credo che dobbiamo fare un attimo di pausa, perché c’è un’altra lezione, perfetta, da scuola di politica e di vecchio partito che i pugliesi devono conoscere. Nella prima versione, evidentemente per la fretta, l’articolo era stato scritto in maniera troppo sporca, era troppo evidente. Diceva: “Al fine di concorrere all’integrazione culturale dei cittadini extracomunitari, la Regione può concedere contributi straordinari agli istituti scolastici pubblici primari allocati in edifici di particolare interesse storico e culturale, che siano collocati nei centri storici, che abbiano più del 55 per cento di extracomunitari iscritti e che non abbiano ricevuto adeguato supporto economico da parte dei Comuni di residenza”. Ovviamente, accorgendosi che la cosa era davvero esagerata, era evidente che c’era una precisa scuola a cui si voleva riferire questo finanziamento, è intervenuto non ricordo esattamente chi, probabilmente dall’opposizione, ma probabilmente anche no, certamente non da noi, una rivisitazione. E allora è cambiato con: “Al fine di concorrere all’integrazione culturale dei cittadini extracomunitari, la Regione può concedere contributi straordinari agli istituti scolastici pubblici primari che abbiano extracomunitari iscritti e che non abbiano ricevuto adeguato supporto economico da parte dei Comuni di residenza […]”. Si spoglia delle vesti più orribili, si pulisce degli elementi veramente più imbarazzanti, ma se potessi vivere il futuro di questa Regione come nel film Sliding doors – avete presente? – cioè vedere cosa sarebbe accaduto in un caso e cosa sarebbe accaduto nell’altro, sono certa che vedremmo esattamente che il finanziamento arriverà alla stessa scuola, sia in un caso che in un altro.
Ancora, i 500.000 euro per contributi straordinari a conservatori di musica e istituti musicali pareggiati: importantissimo finanziare queste realtà, però è curioso che questo emendamento e questo articolo venga proprio un mese dopo, meno di un mese dopo che dal conservatorio di Monopoli, il cui presidente è il consigliere Amati, viene richiesto un contributo straordinario alla Regione Puglia.
Così come i 900.000 euro per l’editoria, rimborsi ai professionisti del comitato di esperti della Commissione I, 10.000 euro. Questo comitato è formato da esperti di bilancio, e ogni forza politica ha potuto sceglierne uno. Noi per primi abbiamo ovviamente nominato un nostro esperto là dentro, ma abbiamo sempre detto che accettavamo quel comitato perché era a costo zero per la Regione e che comunque, essendo appunto un dipendente e rientrava un dipendente del Gruppo, davamo la possibilità ai Gruppi di non intervenire con risorse aggiuntive, ma facendo riferimento alle risorse del Gruppo, appunto, per dare questo aiuto e quindi ovviamente contribuire ai rimborsi a questi professionisti ma senza fare in modo che questa diventasse una spesa aggiuntiva per la Regione.
Ci dispiace che il vaccino antimeningococco B non sia più gratuito. Probabilmente non lo è mai neanche stato; ci avete provato nella scorsa manovra di bilancio, abbiamo anche pubblicizzato l’informazione, ma poi di fatto oggi si torna indietro. Si affidano anche ad Alidaunia tutti i servizi di manutenzione eccetera, per legge. Io ho il dubbio che non si possa assolutamente fare.
E poi il finanziamento ai cinema monosala nei paesi con meno di 15.000 abitanti. Anche in questo caso, è curioso che la proposta venga proprio da chi vive in un paesino con meno di 15.000 abitanti e che probabilmente ha anche qualche collaboratore o comunque conosce bene chi ci lavorava o ci lavora. Ecco, qual è il problema di tutto questo? È ovvio che, preso singolarmente, ognuno di questi interventi ha il suo perché, ha le sue motivazioni. Si tratta di cultura, in qualche caso di disabilità, di sport, di conoscenza, di identità, si tratta di questo. Però, messi insieme, non vi hanno permesso di poter programmare attraverso le priorità, attraverso una gerarchia delle priorità, lo sviluppo di questa Regione. È questo che a me e ai pugliesi, sicuramente, dispiace. Non siete nelle condizioni di amministrare perché, purtroppo, il bene di questo Paese evidentemente non coincide con quello vostro personale. Evidentemente state pensando più a conservare il vostro posto di lavoro piuttosto che a garantirne altri ai pugliesi. Per questa ragione, non riuscite ad amministrare. Io so e credo che voi vorreste amministrare meglio, ma non siete nelle condizioni di farlo.
Ho visto in Commissione I con che imbarazzo eravate costretti ad accettare gli emendamenti che venivano dalla maggioranza, emendamenti – ripeto – come se fosse opposizione, pochi spiccioli per qualsiasi tema pur di tenerci insieme e pur di rimanere qui. Questo perché, probabilmente, il problema della vecchia politica in generale è che le è permesso di fare politica per tutta la vita.
Io non credo che nel Movimento 5 Stelle ci siano persone migliori rispetto ai vecchi partiti. Assolutamente no. Semplicemente, quelle persone accettano delle regole che li rendono amministratori migliori, quindi in grado di gestire le priorità e di decidere su cosa intervenire e su cosa non intervenire.
Noi abbiamo presentato, ovviamente, i nostri emendamenti. Ancora una volta ci riproviamo con il taglio dei costi della politica, per esempio. Ci riproviamo con le priorità legate all’emergenza idrica, all’agricoltura, al turismo e a tutto ciò che può rappresentare uno sviluppo per questo territorio. Però, naturalmente, siamo sempre una forza di opposizione, quindi, purtroppo, dobbiamo fare i conti con gli spiccioli che voi ci lasciate.
Io quello che vi chiedo è questo: non contendetevi gli spiccioli per rimanere insieme. Fate o un’azione di responsabilità seria, cioè definite le priorità e cosa davvero serve a questa regione per svilupparsi, oppure ammettete la sconfitta e tornate a casa. Questa regione merita molto di più rispetto allo spettacolo che le avete fornito finora e merita, naturalmente, un futuro diverso, che evidentemente non siete nelle condizioni di dare.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola al collega Abaterusso.
Speaker : ABATERUSSO.
Grazie, Presidente.
Intervengo per porre, durante la discussione della legge di bilancio, alcune questioni di carattere generale, politica generale, non volendo entrare nello specifico, perché questo compito se lo riserva il collega Pino Romano.
Io voglio dire alcune cose partendo dal fatto che la nostra regione, la Puglia, non è affatto un’isola felice rispetto alla situazione che sta vivendo in generale il nostro Paese, il nostro Paese che fino a qualche mese fa era definita la locomotiva d’Europa, ci dicono i dati che oggi è l’ultima in Europa quanto a crescita e a sviluppo, e la Puglia all’interno di questa situazione non è un’isola felice. Abbiamo una serie di problemi evidenti, con cui quotidianamente siamo costretti a misurarci. L’abbiamo detto ripetutamente, a partire, per esempio, dal problema della sanità, settore dove noi l’anno scorso abbiamo approvato, anche noi, con il nostro voto favorevole, il Piano di riordino ospedaliero, una necessità che si è posta al Governo, alle Commissioni, al Consiglio, insomma all’Ente Regione, perché altrimenti se si sforava il termine del 2016, ci venne detto e così era, saremmo incorsi in alcune situazioni di disagio. Quel piano, però, proprio perché c’era l’urgenza di procedere speditamente alla sua approvazione, non corrisponde totalmente a quelle che sono le esigenze del territorio.
Allora noi diciamo, lo abbiamo detto e continuiamo a dirlo che c’è la necessità di riconnettersi con il territorio delle varie province di questa regione per vedere, ascoltare e – perché no? –, laddove sia possibile, condividere le esigenze dei territori, dei cittadini, delle Amministrazioni. Stiamo parlando di un settore nel quale le opzioni, in un senso o nell’altro, possono riguardare la vita o la morte dei cittadini, quindi dobbiamo porvi un’attenzione massima.
Il problema del lavoro e dello sviluppo, di cui tanto si parla. In Italia si vanta, in questo momento, il fatto che negli ultimi tempi c’è stato un aumento di 850.000 posti di lavoro. Abbiamo letto ieri su alcuni giornali regionali che alcuni di questi 850.000 lavoratori sono persone che lavorano a 30 centesimi l’ora e a 92 euro di reddito mensile. Siamo passati, cioè, grazie alle leggi che il Governo nazionale ha approvato negli ultimi anni, dalla possibilità e dalla volontà dichiarata di superare il precariato nel campo del lavoro al risultato che, invece, siamo passati dal precariato allo sfruttamento vero e proprio del lavoro.
Anche perché quegli stessi dati che parlano di 850.000 posti di lavoro dicono contestualmente che le ore lavorative sono diminuite di 1 miliardo e 200 milioni. Quindi, ci troviamo di fronte al lavoro precario, al lavoro a sprazzi, al lavoro a tempo, al lavoro gratuito, a stage senza retribuzione, insomma a una situazione di vero e proprio disastro nel campo della produzione e del lavoro.
Così come nel campo dello sviluppo, all’interno della situazione nazionale, ripeto, che è ultima in Europa, ci troviamo in una situazione in cui la nostra Regione, purtroppo per noi e non per colpa di questo Governo ovviamente, cresce meno di quanto sta crescendo oggi la Grecia, il che è tutto un programma.
Noi in questo settore abbiamo più volte chiesto interventi di carattere strategico, così come nel campo dei trasporti, dove noi quotidianamente ci troviamo a misurarci, soprattutto l’estate, con problemi drammatici, con carrozze, su cui viaggiano gli studenti in inverno e i turisti d’estate, piene di zecche, situazioni insopportabili.
Così come ci troviamo di fronte a un problema serio per la nostra Regione: all’interno di un problema nazionale che riguarda 5 milioni di persone appartenenti alla fascia di povertà, la Puglia non è indenne o esente da questo problema. Ci sono 320.000 pugliesi che oggi appartengono alla fascia di povertà e appartenere alla fascia di povertà – attenzione, voglio sottolineare questo dato – non significa vivere in una situazione leggermente più difficile di quella che vivono le persone privilegiate come noi, se così possiamo dire. No, appartenere alla fascia di povertà significa che tu ti alzi la mattina e non sai come fare per procurare il pranzo o la cena alla tua famiglia, il latte per i bambini, per pagare la luce elettrica. Insomma, è una situazione di disagio enorme e quasi il 10 per cento dei pugliesi vive in questa situazione.
L’altro problema con cui abbiamo dovuto confrontarci in questi anni è il problema dell’agricoltura e, all’interno del problema dell’agricoltura, il dramma della Xylella, che ha vissuto la provincia di Lecce prima e il Salento oggi. Che cosa abbiamo fatto noi per la Xylella, per affrontare e risolvere questo problema?
Credo che noi – non è un atto d’accusa, è una constatazione nella quale mi ci metto anche io come corresponsabile – abbiamo affrontato secondo noi in maniera superficiale questo tema, non poche volte assecondando esigenze che venivano dal popolo e che non erano in sintonia con quello che ci chiedeva l’Europa, per esempio. La situazione in cui oggi viviamo è che un intero territorio (ripeto, non più la provincia di Lecce, ma il Salento) è costretto a cancellare la propria storia, non soltanto la propria economia, la propria storia, il proprio paesaggio, la propria tradizione, mettendo sul lastrico migliaia di persone che hanno vissuto in questo settore.
Poi abbiamo il problema dell’ILVA. A proposito della Xylella, per esempio, noi dobbiamo chiedere con forza che la Regione si impegni di più in questo campo. Noi abbiamo presentato un emendamento su questa questione. Siccome si tratta di un vero e proprio dramma, quello che sta vivendo il Salento, ormai, a causa di questa materia, noi dobbiamo aprire un capitolo che ci permetta di utilizzare somme importanti.
L’assessore all’agricoltura non lo vedo. Lo chiedo al Presidente Emiliano. Noi avremo, nei prossimi anni, una spesa per l’agricoltura di 1,6 miliardi. Si prenda atto, si prenda impegno che per un dramma così forte, come quello della Xylella, che mette sul lastrico migliaia di persone, la Regione è vicina a queste persone, è vicina a questo dramma, è vicina a questa tragedia e impegna il 20 per cento, non quisquilie, non regalie, ma una somma importante, il 20 per cento delle somme previste nel PSR per affrontare e risolvere il problema conseguente a questa tragedia, intanto per ristorare gli interessati dei danni subiti e poi per permettere, con un impegno ingente, la possibilità di recuperare una nuova aziendalità per quanto riguarda le persone colpite.
Poi abbiamo il dramma dell’ILVA, altro dramma che riguarda la nostra regione. Una situazione veramente imbarazzante nella quale il Governo nazionale ci ha messo. Io condivido quasi tutte le cose che dice il Presidente Emiliano nel merito. Ho detto già nel Consiglio regionale in cui si è discusso del problema ILVA che non condivido il metodo di ricorrere ai tribunali, perché io credo nella politica, credo che le questioni vadano poste in maniera forte, pesante sul tavolo della discussione politica, senza ricorrere ai tribunali. Anche perché non sta scritto da nessuna parte che i tribunali nelle questioni di carattere politico abbiano ragione.
Credo che bisogna battersi, anche con ferocia alcune volte, quando è necessario, come si sta facendo, ma nelle sedi proprie. Noi dobbiamo denunciare il fatto che in Puglia 10.000 persone rischiano di perdere il posto di lavoro a causa dell’inerzia, dell’incapacità del Governo nazionale, che non riesce, dopo dodici decreti, a risolvere il problema dell’ILVA.
Poi c’è un’altra questione, quella dei fondi comunitari. Noi stiamo rischiando... Se non è così e mi si smentisce io sono il primo ad essere contento, ma i dati in mio possesso dicono che i fondi europei, che ormai sono l’unico strumento su cui si basa la progettualità per cercare di cambiare la situazione dei nostri territori, perché nella realtà i fondi europei sostituiscono e non si aggiungono più ai fondi ordinari, il 31 dicembre 2018, cioè l’anno prossimo, dovremmo, secondo la normativa, aver impegnato e speso il 30 per cento dei fondi europei. Da quanto mi risulta noi non saremo assolutamente nelle condizioni non solo di spendere il 30 per cento, ma ad oggi forse non riusciamo a spendere neanche il 10 per cento del 30 per cento.
Poi c’è la grande questione che riguarda il Salento, ma non solo il Salento, quella del TAP. Noi stiamo vivendo una situazione emblematica dell’arroganza di chi cerca di cancellare la dignità, il fatto dei cittadini non solo di Melendugno, ma di Lecce e della Puglia: aver imposto una scelta in quella situazione, senza la minima condivisione di quella decisione con i territori è ancora qualcosa su cui abbiamo posto delle domande e su cui ci aspettiamo delle risposte. Ma, ad oggi, tutti i responsabili di quelle scelte fuggono, senza dare alcuna risposta.
Vorrei ricordare, prima di tutto a me stesso e poi agli altri, che nelle ultime settimane si è arrivato a impedire alle persone di circolare liberamente in quel territorio. Si è militarizzata un’area. Hanno preso i giovani che protestavano legittimamente il loro dissenso, sono stati portati in caserma, sono stati denudati e nei loro confronti è stata usata violenza, finché non c’è stato l’intervento del Parlamento, con delle interrogazioni parlamentari, che ha permesso di fare marcia indietro su questo oltraggio nei confronti dei cittadini e dei giovani che protestavano legittimamente.
Ebbene, di fronte a questa situazione la domanda che mi pongo io è questa: questo bilancio, su cui oggi stiamo discutendo sulle questioni generali e da domani cominceremo a entrare nei particolari, affronta queste situazioni? È in grado di affrontare e di risolvere alcune almeno di queste questioni? La risposta che do è che questo bilancio non è all’altezza delle questioni che ci si pongono davanti.
Io credo che noi avremmo dovuto dimostrare, nel presentare questo bilancio, di avere una strategia su come affrontare e risolvere questa situazione che non è certo rosea. Nella riunione di maggioranza che si tenne in primavera, nella quale il Presidente Emiliano ci annunciava che avrebbe proceduto a un rimpasto della Giunta, noi non eravamo interessati a presenze nella Giunta, ma dicevamo che, invece, bisognava cogliere quell’occasione per fare un check-up alla situazione del Governo regionale e per vedere se c’erano delle criticità per affrontarle con un progetto di fine legislatura che permettesse, all’intero centrosinistra o comunque al Governo che dal 2015 governa la Puglia, se c’erano le condizioni per arrivare, con slancio, alla scadenza del 2020.
Debbo rilevare con estremo disagio che noi non fummo ascoltati allora. Non fummo assolutamente ascoltati. Si è continuato a seguire una strada completamente diversa, con i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Quali sono questi risultati? I risultati sono che qui in Puglia si sta seguendo esattamente la strada che si segue a Roma: si guarda altrove, si guarda a destra, si volge lo sguardo a destra e si trascura la sinistra. Quando si fa questo tipo di operazione – Roma insegna – si perde, perché se il nostro recinto viene abbandonato, si cerca di scavalcarlo cacciando via da quel recinto una parte di coloro che l’hanno costruito, è chiaro che si entra in difficoltà.
Se non è così, io sono contento di essere smentito, ma se non è così, perché fino ad oggi è stato così, se per il futuro si vuole cambiare strada e non si vuole più seguire questa strada, allora noi siamo disponibili a condividere questo cambio di passo. Quello che noi chiediamo è che si passi anche qui in Puglia… Noi siamo un po’ allergici agli uomini soli al comando. Siamo allergici quando questo avviene a Roma, ma siamo allergici anche quando avviene qui. Quello che bisogna fare qui in Puglia, lo dico con garbo, con moderazione, senza voler assolutamente… Noi dobbiamo passare dalla politica dell’uomo solo al comando alla politica della condivisione. I gigli magici che si chiamino giglio o che si chiamino in un altro modo, i cerchi magici non ci piacciono e non ci piacciono su tutto. Noi siamo allergici a questo modo di interpretare l’azione politica, così come siamo allergici alle arroganze varie che si distribuiscono sul territorio e anche alla maleducazione, a volte, di alcuni componenti del Governo, che trascurano il rapporto diretto con i consiglieri e in alcuni casi lo calpestano.
Finisco, Presidente, due minuti ancora.
Voglio citare un esempio, mi permetta, Presidente, ho finito, qualche minuto ancora. Siamo stati attaccati e io personalmente sono stato attaccato per aver presentato un emendamento soppressivo dell’articolo 32 previsto nella prima stesura della legge di bilancio. Di fatto, non era un articolo, era una legge intera sul turismo che era stata inserita in una legge sul bilancio. Tutto legittimo, per carità, ma mi chiedo, e ci siamo chiesti in molti, ma a chi ha inserito quell’articolato nella legge di bilancio è possibile che non sia venuta in mente l’idea di consultare, di fare un minimo di consultazione, per vedere se quella era una cosa che si poteva oppure non si poteva fare? Come si pretende che si dia il parere favorevole sull’intera legge, trasformata in un articolo dentro la legge di bilancio, che ti obbliga di fatto a votarla, a una legge che stravolge tutto senza aver minimamente voluto consultare non dico tutto il Consiglio regionale, ma almeno i vari Gruppi, su una questione che peraltro è stata all’ordine del giorno tutta questa estate e che di fatto stravolgeva (adesso fortunatamente è stata cancellata) l’idea di turismo che noi abbiamo apertamente dimostrato?
Così come sulle zone economiche speciali, un dibattito che si sta sviluppando in questi giorni, è possibile… Io prendo atto del fatto che l’assessore Mazzarano è venuto dappertutto, ha consultato imprenditori, organizzazioni di categoria, imprenditoriali e quanto altro, ma la politica è assente da questa discussione? I gruppi politici non hanno diritto di esprimere il loro parere su una questione di vitale importanza come quella delle zone economiche speciali? Ecco, non sono critiche a prescindere, ma sono critiche che io intendo rivolte al Governo regionale in maniera costruttiva. Noi abbiamo un obiettivo, quello di mantenere fede all’impegno che abbiamo preso nel 2015 con i nostri elettori, che hanno sostenuto la maggioranza che oggi governa insieme al Presidente Emiliano questa Regione.
Noi voteremo sì a questo bilancio. Ovviamente abbiamo presentato degli emendamenti. Non sono emendamenti per bonus, per marchette, sono emendamenti che hanno una strategia e che noi auspichiamo che il Governo regionale approvi, dia il proprio assenso per la loro approvazione. Noi votiamo sì al bilancio perché abbiamo la volontà di mantenere ancora questo impegno, perché siamo convinti che il Presidente Emiliano, che a volte sembra disattento, invece disattento non è e sa guardare alle questioni che si pongono. Attenzione, lo voglio dire a tutta la maggioranza: se noi facciamo in Puglia quello che si fa a Roma, fra due anni il risultato della Puglia sarà esattamente il risultato che sta succedendo a Roma, cioè il centrosinistra diviso ognuno per conto suo e le porte del Governo vengono spalancate ai Governi del centrodestra o dei movimenti antisistema.
Ecco, non vorrei che in Puglia succedessero queste cose da qui a due anni. Auspico che quanto prima si trovi un tavolo in cui si possa discutere delle grandi questioni e delle maniere che servono per risolvere queste questioni.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola al collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Grazie, Presidente.
Colleghi, questo bilancio di previsione, questo bilancio per il 2018, che pure ha degli spunti interessanti che ha anche acquisito durante il lavoro della Commissione bilancio, non ci appassiona più di tanto. Gli spunti importanti, penso, ad esempio, alla vicenda dell’integrazione nelle scuole per gli immigrati, per gli extracomunitari, così come agli spunti importanti per le produzioni a chilometro zero o nel campo dell’implementazione delle attività culturali, sono iniziative importanti che, però, nel contesto generale, che noi oggi affrontiamo e discutiamo... Il bilancio di previsione, il bilancio di una Regione è un atto importante, è un atto che ti consente di guardare retrospettivamente a quello che è accaduto pensando di poter proiettare quelle scelte su quello che avverrà nell’anno successivo.
Se noi guardiamo indietro in quest’ultimo anno, ma anche un po’ più indietro, ci rendiamo conto che, ad esempio, una parte importante delle critiche mosse prima di me dal collega Ernesto Abaterusso sono condivisibili. Non lo dico io perché appartengo ad un partito che in questi mesi e in quest’ultimo anno, come qualcuno ha detto, ha dato filo da torcere al Presidente Emiliano, pur restando all’interno della maggioranza. È un dato facilmente riscontrabile dal parere dei cittadini pugliesi, a partire dal tema della sanità, che proprio in queste ore, ancora una volta, ci fa toccare con mano quello che poteva essere fatto e che, purtroppo, non è stato fatto.
Penso, ad esempio, a quello che sta avvenendo nei nostri Pronto soccorso. Penso al caso limite del Pronto soccorso di Taranto, del S.S. Annunziata, che nei giorni scorsi ha visto contestualmente l’accesso di 79 persone che non potevano essere assolutamente accolte. Questo è il frutto di un lavoro programmatorio sbagliato, perché ha visto la chiusura contestuale di due pronto soccorso nella provincia di Taranto, che noi abbiamo fortemente contestato.
Parimenti, dal punto di vista della stabilizzazione del personale precario ai sensi della legge Madia, abbiamo presentato, insieme ad alcuni colleghi della provincia di Taranto, per il Centro salute e ambiente di Taranto un emendamento in tale direzione, vede ancora, nonostante una legge nazionale chiara, l’incapacità di chi governa le politiche sanitarie e la difficoltà ad affrontare questo.
Così come non possiamo non guardare quello che sta accadendo in tanti territori, con popolazioni in grande movimento di protesta, perché riconoscono che quelle scelte fatte dal Piano di riordino ospedaliero, al quale ricordo Sinistra Italiana e il sottoscritto hanno votato contro, sono assolutamente sbagliate e stanno producendo la mancanza delle risposte di salute ai cittadini pugliesi, con ospedali chiusi sulla carta, ma che di fatto realmente non lo sono, che creano grandi difficoltà di gestione e che portano essenzialmente difficoltà al sistema regionale sanitario pugliese a dare risposte di salute ai cittadini pugliesi.
Per non parlare dei temi dell’agricoltura. Come qualcuno prima di me diceva, le difficoltà ad avviare il PSR, con grosse difficoltà in un settore che a fatica, nel decennio scorso, era diventato un punto di forza importante dell’economia pugliese, che stenta a decollare. Quando parliamo di agricoltura, non possiamo dimenticare le difficoltà che stiamo avendo, nonostante leggi approvate da questo Consiglio regionale, a chiudere partite importanti sui Consorzi di difesa, sull’ARIF, sui dipendenti dell’ARIF, che stiamo avendo difficoltà e dobbiamo aspettare questo bilancio per chiuderla definitivamente, i lavoratori precari dell’ARIF che sono stati oggetto di un intervento e di un emendamento approvato in Commissione, presentato da Sinistra Italiana, che prevede delle dotazioni importanti per far giungere quei lavoratori almeno al minimo sindacale, che è quello delle 151 giornate agricole, per poter percepire l’indennità di disoccupazione.
Così come non possiamo non pensare ai lavoratori dei Consorzi di difesa che ancora aspettano, nonostante l’interessamento legislativo, di avere una risposta.
Così come è sotto gli occhi di tutti l’incapacità a dare risposte a due settori prioritari, a due aziende importanti speciali, che sono il fiore all’occhiello della nostra regione, e penso all’Acquedotto pugliese e ad Aeroporti di Puglia. Ad Aeroporti di Puglia, insieme al compianto Guglielmo Minervini, che sedeva qui al mio fianco in Consiglio regionale, avevamo proposto, nell’ottica di una parziale privatizzazione che voleva fare il Governo, e adesso non se ne parla più, di pensare eventualmente in quell’ottica almeno a trovare dei partner industriali capaci di far fare un salto di qualità ad Aeroporti di Puglia.
Noi oggi ci troviamo senza una chiara visione di che cosa vuole fare Aeroporti di Puglia con la governance delegata in toto ai vertici, al management di Aeroporti di Puglia e con delle delibere che noi abbiamo fatto che restano appese.
Penso, ad esempio, a quello per l’aeroporto di Grottaglie, al tavolo di studio, al finanziamento, che resta lì bloccato e che non si risolve nulla, così come su Acquedotto Pugliese. Purtroppo è stato rigettato l’ordine del giorno a firma del sottoscritto che era stato condiviso con fior fiore di docenti universitari, di giuristi, che intravedeva e lasciava aprire la possibilità per la creazione di un’azienda pubblica speciale.
Purtroppo questo Consiglio regionale ha rigettato, non ha votato con l’esclusione soltanto di alcuni colleghi consiglieri della minoranza quell’ordine del giorno da me presentato per l’azienda pubblica speciale.
Per non parlare alcune volte di alcune scivolate su un confuso meridionalismo da parte del Presidente Emiliano che è sfociato poi in un patetico neo borbonismo, e chiudo qui sulla questione del riconoscimento, della festa, delle vittime, del meridionale, della lotta meridionale eccetera eccetera, che è meglio non sollevare, su cui c’era una forte effusione d’amore e politica con alcuni settori che hanno fatto del neo borbonismo la loro fortuna politica e non soltanto politica.
Dal nostro punto di vista, legittimo, noi non condividiamo assolutamente quel modo di fare. Per non parlare della prova muscolare alla quale stiamo assistendo in queste ore, in questi giorni sulla vicenda ILVA. Noi lo abbiamo detto senza mezzi termini, senza se e senza ma, che noi siamo per il rispetto delle leggi di valutazione di tutela della salute fatte dal Consiglio regionale nel decennio vendoliano. Siamo per il rispetto della legge per le emissioni della diossina, siamo per il rispetto delle emissioni del benzopirene, siamo per il rispetto della legge sulla valutazione del danno sanitario e abbiamo chiesto che quelle leggi fossero inserite all’interno dell’autorizzazione integrata ambientale che sbagliava il Governo Renzi e il Ministro Calenda a non tenere dentro.
Il Presidente Emiliano sbaglia a chiedere queste cose all’interno dei tribunali, a fare il ricorso al TAR, perché questa prova muscolare non porterà giovamento alla città di Taranto, non porterà giovamento al futuro di un’azienda che rischia di veder scappare, di veder andare via gli imprenditori che volevano acquistarla e quindi noi rischiamo realmente di rimanere senza risanamento ambientale e senza un futuro occupazionale per Taranto. Questo è un dato di fatto importante che non può sfuggire a nessuno.
Infine, la nota dolente che è paradigmatica dell’azione di questa prima metà, di questo giro di boa del Governo regionale: la vicenda sul personale, su tutte le funzioni di personale, su un’ottica che dal nostro punto di vista è quella della privatizzazione, quella della esternalizzazione. Lo stiamo vedendo con la volontà di arrivare ad un’unica Sanitaservice, con tutti i rischi connessi, per una parte di quei lavoratori, di tornare nelle aziende private. Per brevità, e per non essere assolutamente prolisso, ma abbiamo specificato molto bene che cosa volevamo dire, siamo contrari a quella logica, così come siamo contrari a questa gara unica che si vuole fare per i centri cottura, che rischia, nonostante una fantomatica clausola sociale, di togliere garanzie a quei 1250 lavoratori delle mense ospedaliere, soprattutto con un servizio peggiore che noi daremmo ai nostri malati, con i cibi precotti, che noi certamente non vorremmo assolutamente mai mangiare, e pensiamo ai nostri malati, ai nostri degenti che cosa dovrebbero avere.
Sulla vicenda dell’ADISU si sconta una nomina – e arriviamo alla vicenda delle nomine tra poco – di un responsabile dirigente di un’università telematica privata a dirigente e direttore generale dell’Agenzia del diritto allo studio universitario, e nello stesso tempo vedere un tentativo (per fortuna l’assessore Leo ha rassicurato, sventando questa ipotesi) di una privatizzazione e di un’esternalizzazione anche dei collegi dei ragazzi delle case degli studenti. Allora, rispetto a tutto questo, c’è un’attività paradigmatica, che è quella di un tentativo di privatizzazione. Si è visto con la gestione del randagismo, dei canili; lo abbiamo visto nel campo della sanità, con l’affidamento dei centri di riabilitazione, i centri risveglio (è già partito a Ceglie Messapica, ma non voglio essere lungo su questo).
Sino ad arrivare alla questione delle nomine, il caso emblematico su cui purtroppo assistiamo ad un fenomeno quasi di logorrea delle nomine a favore di personaggi del centrodestra, personaggi buoni soltanto secondo la logica e lo stile, purtroppo io dico, del Presidente Emiliano, che aveva esordito invece su altri elementi importanti che noi all’inizio della legislatura salutavamo felicemente, su questa logica delle nomine di persone del centrodestra che devono servire ad ingrossare le file del partito di un uomo solo al comando.
A noi piaceva ricordare il Presidente Emiliano sulle battaglie sulle trivelle, quella sulla decarbonizzazione, quella sulla Buona Scuola, quella sul ReD, ma purtroppo, strada facendo, quelle battaglie importanti si sono perse e noi pensiamo che man mano che si sono perse quelle battaglie di principio, ideologiche, importanti, che erano condivise anche dal sottoscritto, sta venendo giù anche la popolarità e l’indice di affidabilità nella nostra Regione da parte del Presidente.
Cari colleghi, cari amici della maggioranza, cari colleghi consiglieri regionali, non possiamo non notare che la Puglia, purtroppo, si è fermata, è ferma. Quelle poche cose importanti sono ancora il frutto del lavoro del decennio precedente fatto. Non assistiamo più a cose positive, a leggi innovative, come è stata la stagione della primavera, della rinascita pugliese del 2005, 2006, 2007, sulle politiche giovanili, sul turismo, sull’urbanistica, cose straordinarie che sono state fatte, sui servizi sociali, ma che, invece, adesso stentiamo a riconoscere su quella matrice.
Chiudo da dove avevo iniziato. Per Sinistra Italiana, per noi, e chiudo davvero, stanti i dodici minuti di intervento, tredici minuti, per noi il Consiglio regionale del 9 gennaio sulla sanità sarà una cartina di tornasole importante. Sulla sanità si è rinviato già più volte un Consiglio regionale richiesto dal sottoscritto insieme al collega Romano, che vedo, e ad altri colleghi. Per noi quella sarà una cartina di tornasole importante. Se non ci saranno risposte chiare e inequivocabili di cambio di marcia su una sanità che rappresenta la cosa più importante gestita dalla Regione Puglia, per quanto riguarda Sinistra Italiana, sarà davvero molto difficile continuare a restare in questa maggioranza.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola al collega Campo.
Speaker : CAMPO.
È oggettivamente difficile intervenire in un contesto di questo tipo. Gli ultimi interventi che abbiamo sentito di maggioranza credo abbiano riguardato molto poco la discussione sul bilancio, ma abbiano posto temi e questioni generali di ordine politico, anche per certi versi contraddittorie tra loro, non al proprio interno, ma tra di loro, che appartengono fino a un certo punto all’agenda politica regionale, ma che sono più un riflesso mi verrebbe in tutta onestà da dire di una discussione più complessa nella quale ormai siamo avvitati. Ci sono altri emendamenti, assessore. Ci sono altri emendamenti? Siamo arrivati a 200?
Appartengono molto poco – dicevo – all’agenda politica regionale per quanto sia comprensibile che la fase pre-elettorale offra spunti di riflessione di questa natura. Io non ritengo che sia pienamente responsabile utilizzare la sede consiliare dell’approvazione del bilancio regionale per introdurre elementi che con il bilancio hanno molto poco a che fare, che sono anche ormai elementi di riflessione latenti. Non è che non ritengo siano legittimi, ma sono elementi di riflessione latenti nella nostra discussione, che condizionano e appesantiscono l’azione di Governo e che, in qualche modo, meriterebbero di essere risolti in sedi più politiche, ove mai la politica, ahimè, avesse ancora una sede, piuttosto che il concedersi, e non mi riferisco adesso tanto agli interventi che ho ascoltato in ultimo, ma mi riferisco anche ai tanti che ho ascoltato dai banchi dell’opposizione, che ora non vedo occupati, che poi devono scontrarsi anche quando hanno una portata demagogica, deve esservi anche un corpo recettore. Qui manca anche l’oggetto di un’ondata demagogica. Sembrano sfoghi fini a se stessi, molto spesso contraddicono anche dati fattuali che le carte di bilancio, tante, contengono e davvero mi sembra oggi che, al di là delle intenzioni, si sia offerta alla Puglia, non esageriamo alla Puglia, ai bravi e pazienti cronisti e ai pochi ospiti che ci hanno onorato fino a questa ora della loro presenza, abbiano offerto la Puglia spunti di riflessione davvero importanti, in un momento in cui, è vero, il quadro generale è difficile, la Puglia è un pezzo dell’Italia, del Mezzogiorno d’Italia. È vero, timidi indicatori che annunciano una ripresa in atto in certe aree del Paese, più o meno in atto in certe aree del Paese, in qualche verso lo testimoniano i fatti, in certe aree della Puglia. Non risolvono alla radice il problema, non risolvono le tante criticità, non risolvono problemi delle famiglie che vivono in povertà, come ricordava Ernesto, che aumentano, non risolvono i problemi dei giovani che cercano un’occupazione. Io credo che non contribuiscano a risolvere questi problemi nemmeno le nostre diatribe quando sono fine a se stesse e sembrano chiaramente declinare questa esperienza verso la lunga volata elettorale, che a questo punto c’è da augurarsi entri subito nel vivo e ci conduca a quel che dovrà condurci. Poi non so se governerà il centrodestra, il centrosinistra, le forze antisistema, come ha detto qualcuno, si sperimenteranno altre ipotesi. Chi vivrà vedrà.
Invece, questo era un bilancio che non è chiaramente il Piano Marshall. Si chiede al bilancio regionale ciò che non si può chiedere, primo elemento, secondo me, di incongruenza politica. Si chiede al bilancio regionale la soluzione, si invoca la soluzione di problemi. Ci ricordava Mino Borraccino che sembra la Puglia abbia scoperto oggi… La vita è stranissima, ma a volte essere l’unica voce che difende il Presidente Emiliano in questa Assemblea era ciò che forse mi toccava, ecco.
Come se le enormi criticità legate alle gestioni di personale precario siano nate oggi; come se i bubboni conclamati dei Consorzi di bonifica in tutte le loro declinazioni, minori, maggiori, di difesa, del centro, del nord, del Salento, del tarantino, del foggiano, approdati alle leggi di bilancio di questa consiliatura non fossero bubboni che ci portiamo dietro, che ci trasciniamo dietro non da anni ma da decenni, come se noi d’improvviso abbiamo fatto irruzione in uno scenario in cui era tutto rose e fiori e, piuttosto che danzare bucolicamente, ci siamo messi sotto i piedi tutto quello che avevamo di fronte, come se, a parte il merito, il Piano di riordino ospedaliero, su cui anche io ho espresso, non con la radicalità di Mino Borraccino, su alcuni aspetti, delle perplessità, non fosse il frutto di un’eredità pesantissima che ci portiamo sulle spalle da tempo, come se l’emergenza rifiuti sia l’emergenza rifiuti perché è nata oggi, come se non vi fossero stati tentativi – mi riferisco, ora, anche alle opposizioni, che non vedo – di più antico lignaggio, come se le soluzioni alla chiusura del ciclo dei rifiuti, che datano ormai fine anni Novanta, inizi anni Duemila, lì, sì, in cui si pensava che allegramente la privatizzazione avrebbe dato d’emblée la soluzione a tutti i problemi, siano questioni che non ci siamo trovati sul tappeto fino all’altro giorno. Fino all’altro giorno, quando mettere in campo la scelta dell’agenzia sicuramente, di per sé, non risolveva i problemi.
Quello strumento, oltre al suo concepimento, conteneva un’indicazione di marcia. Visto che non ha funzionato fino ad oggi l’attendismo rispetto alle magnifiche e progressive sorti che l’imprenditoria privata nel settore ci doveva portare o coloro che teorizzano da decenni soluzioni idilliache, per cui il rifiuto lo facciamo diventare anche oro, perché non cominciamo, invece, a fare un piano ragionato, serio, credibile, possibile, avendo a disposizione le risorse che abbiamo, ripristinando anche una fisiologia del dibattito, della discussione pubblica su questo tema con i territori, che poi è stato il vulnus principale che ha congiurato contro ogni tipo di soluzione.
Non mettiamo al centro il tema della – chiamiamola così, anche se non è un termine che amo moltissimo – ripubblicizzazione di questo processo, che richiede tempo. Forse ne sta richiedendo più del necessario, ma sembra che noi stiamo scambiando il problema con la soluzione se diciamo che, ad oggi, a causa delle scelte che abbiamo compiuto poco più di un anno fa, ci troviamo la Puglia in emergenza rifiuti, come se dimenticassimo che c’erano 36 procedure di infrazione che riguardavano impianti e depuratori, e non da oggi. Alcune datano un ventennio.
Io sono stato un amministratore, non di quelli che faceva le marchette, come a [...], per esempio. Ne abbiamo tre tuttora in atto. 33 sono stati risolti con esiti positivi in questi anni. Così come se fingessimo di non sapere che avevamo una linea pubblica dei trasporti obsoleta. Quelle littorine e quelle carrozzine sono le stesse che io prendevo quando facevo il servizio civile a Carovigno. Invece non possiamo dimenticare che, almeno a far data dal 2013, sono stati impegnati circa 300 milioni di euro per una manutenzione che non è mai stata fatta del nostro sistema trasportistico specialmente su ruota.
Potrei andare avanti, ma credo che non abbia molto senso, perché poi anche a chi ha parlato prima dai banchi dell’opposizione è sembrato necessario non fare i conti con la necessità di stare pedissequamente alle risorse di cui disponiamo, perché oggi lo diciamo quasi come fosse una litania stanca a ripetersi, ma è vero: le norme che presiedono la formazione del bilancio e che presiedono la spesa pubblica sono diventate molto più rigorose per ragioni che conoscete tutti e che si sono inasprite soprattutto negli ultimi anni per una congiuntura internazionale senza precedenti e che, però, ci ha messo nelle condizioni di tenere al riparo ciò che pure in passato abbiamo rischiato di perdere, sia il cofinanziamento dei fondi strutturali che sta generando, ne parlavamo con Michele Mazzarano la settimana scorsa… Non è vero che non sta generando frutti positivi, nuovi investimenti, nuovi grossi e veri investitori cominciano a guardare di nuovo alla Puglia, certo in terra di Bari per il momento, ma le risorse ci sono.
Il PSR sta producendo i suoi frutti, un grande dinamismo. Mi diceva Leo che a fronte di un bando in cui le risorse erano abbastanza sufficienti, pareva, per 600 investimenti, ricordo, cito a memoria, le richieste erano almeno il triplo, sintomo di una vitalità evidentemente che riprende, che è un segnale che dobbiamo incoraggiare, certo guardando alle questioni critiche con maggiore approfondimento, va bene, confrontandoci di più, d’accordo, facendo in modo che sulla Xylella non si mettano in piedi ogni volta sarabande diverse, le più diverse per assecondare oggi la soluzione geniale di uno o domani la soluzione geniale dell’altro, stando fuori da un contesto che per me quando è scientifico qualcuno me lo deve certificare che è scientifico, ai nuovi scienziati…
Ci sarà un’organizzazione che certifica la scientificità delle soluzioni. Abbiamo spesso ascoltato e parlato, io non mi sono mai permesso, ma credo che abbiamo generato una nuova generazione di esperti di batteri fastidiosi in quest’Aula. Ormai se ne contano almeno sei o sette e credo anzi, Presiedente, dovremmo mettere a frutto con un stanziamento di bilancio. Il centododicesimo emendamento, assessore Piemontese, è il mio, una borsa di studio ai consiglieri che hanno studiato di più il fenomeno della Xylella fastidiosa, e così per molte altre questioni.
La vicenda Sangalli, lo so che non interessa a nessuno perché non sta nel Salento, ma ha visto una soluzione non dico positiva, ma un avvio di soluzione, dopo che per un anno, un anno e mezzo non si sono fatte le barricate fuori dalle Aule, non si sono portate le truppe cammellate qui in Consiglio regionale, ma ragionevolmente si è pensato anche di veder tutto vanificato, ieri abbiamo avuto, Presidente, una buona notizia, e non l’ha detta nessuno in quest’Aula: non solo la CIGS è stata procrastinata… A Manfredonia lo sanno, Presidente. Ma abbiamo finalmente un interlocutore, che speriamo di non mandar via. Qui i ricorsi proviamo a non farli. Scherzo, era una battuta.
Così come sull’ILVA, io ho detto, anche in un colloquio personale con te, Mino, e l’ho detto anche a Ernesto, che sono rimasto anch’io sorpreso dal fatto che l’iniziativa (chiamiamola così) giudiziaria abbia messo fortemente in imbarazzo una trattativa che almeno chi non sta nell’epicentro del problema riteneva avesse imboccato una direzione di marcia positiva, dopo, anche lì, anni, decenni, ventenni. Gli avvelenamenti credo siano ben più datati, tant’è che, come tu ricordavi, fu necessario fare una grande cosa come la legge sulla diossina.
Ebbene, alcune delle riflessioni che ha svolto il Presidente Emiliano in quest’Aula non è che non mi abbiano convinto poi, perché questi temi, quando poi ce ne ricordiamo a distanza di decenni, ho provato a dirlo quel giorno, forse era un po’ emozionato per esserci passato nella mia città, e forse qualche presa di posizione a volte un tantino che concede meno alla ragionevolezza, ma mi verrebbe da dire di più alla richiesta di garanzia, ogni tanto ci vuole. Poi il buonsenso e la politica dovrebbero sempre consigliarci dove fermarci.
Detto questo, siccome non vivo su Marte, so bene che, specialmente vista la difficoltà dei partiti e delle forze politiche di farsi carico di quella funzione di mediazione che prima svolgevamo, oggi ve ne sono, tra l’altro, pochi di partiti, e tra quei pochi molti sono nuovi e in cerca ancora di una vera identità, e tra quelli più antichi l’identità forse la stiamo smarrendo, ma forse è il caso che alcune delle questioni poste oggi che con il bilancio contano meno possano trovare la dignità necessaria nella riannodatura di un progetto di maggioranza, che, secondo me, ha ancora spazio e vitalità, che non va compromesso in vista dell’occasione elettorale. Qui dobbiamo stare attenti tutti, essere bravi tutti, e abbiamo ognuno di noi un grado di responsabilità diverse, sono d’accordo con voi.
Poi ci sarebbe da augurarsi un’opposizione che abbia un profilo diverso. Nulla contro il Movimento 5 Stelle...
Ho terminato.
Sentire sempre le stesse cose anche rispetto a un quadro che cambia, quando hai la certezza che sono le stesse cose dette rispetto a una cosa diversa, viene il sospetto che c’è una capacità di lettura ridotta che forse non aiuta quanto potrebbe anche il processo di confronto, di cui – sono assolutamente convinto – vi è bisogno in quest’Aula e in Regione Puglia.
Io mi auguro che quello del bilancio non sia un passaggio in cui, visto che abbiamo ancora altri cento emendamenti sui quali dovremo attardarci domani, si provi a correre per quel che c’è e poi l’8, il 9 facciamo i conti. Io dico che, invece, dovremmo fare uno sforzo per fare di questo bilancio lo strumento quanto più utile possibile alla Puglia, anche a quei piccoli interventi che magari non si ha l’occasione di fare diversamente e si fanno in occasione del bilancio. Scandalizzarsi per le mance, le mancette... È addirittura fastidioso. È l’occasione per quei piccoli interventi per cui magari non si ha lo strumento normativo pronto. C’è un bisogno e lo si coglie.
Non mi sembra affatto che sia stato un bilancio costruito su queste esigenze, tant’è che ci stiamo arrivando col passare delle ore. Quindi, è anche ingeneroso nei confronti di chi ha lavorato e ha prodotto questo, non quattro mancette, dire che questo è un bilancio fatto di mancette. Poi ci sarà qualche richiesta parziale, molto particolare, uti singuli. Se ne può non tener conto. Molto spesso conta anche come vengono poste le questioni. Porre una questione anche specifica può avere un senso. Porre quella questione specifica dicendo “o passa o altrimenti ha un senso diverso il mio atteggiamento” quella è molto più che una mancetta. Non vorrei che poi si passasse dalle mancette alle minacce, perché non siamo venuti qui per essere minacciati da nessuno, ma, per quanto possibile, per rendere un servigio ai pugliesi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola al collega Romano.
Speaker : ROMANO.
Per stare dentro la battuta finale del collega Campo e del “bravo” dell’assessore al bilancio, rispondo in questo modo. Se è vero che la contestazione non può essere digerita e non si vota, è altrettanto vero che la mancetta è anche quella indigesta. Quindi, il tema non è la mancetta né la giustificazione.
Non c’entra il riferimento. Io non interrompo e prego di non interrompere. Non c’è l’offesa su questo. È un ragionamento politico ad alta voce perché io vengo da una scuola che mi ha consegnato i rudimenti della politica, del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Quando la politica incomincia a vedere il bicchiere mezzo pieno alla fine sbatte. Quando la politica continua a guardare sempre anche, se va tutto bene, a gonfie vele, il bicchiere mezzo vuoto non rischia di non sintonizzarsi con le persone.
La fase è abbastanza complicata, delicata, per carità, ma il ragionamento sui populismi, il ragionamento politico sugli enti sistema io non riesco più a comprenderlo, atteso che una democrazia importante come quella statunitense ha consegnato il mondo ad un certo Donald Trump perché è una persona per definizione antisistema. A questo punto io dico che siamo in una fase di contestazione. Ragioniamo su quello che è utile fare per sintonizzarci quanto più è possibile con le persone.
Io in questa fase il bicchiere continuo a vederlo mezzo vuoto. Questo non vuol dire che rinnego quello che si sta facendo e quello che è stato fatto. Siamo e sono una persona di coalizione, siamo e sono una persona del centrosinistra, sono una persona preoccupata che il 2020 il centrosinistra buchi esattamente come sta accadendo a Roma. Questo è il tema che mi sostiene nel ragionamento politico.
Sul ragionamento politico io dico oggi che chi ha richiamato la sacralità di questa assise elettiva, di questo ordine del giorno, il bilancio, l’autorevolezza della sessione di bilancio, quella che abbiamo vissuto nelle legislature passate 2014-2013, le discussioni generali, l’asciugatura dell’articolato stesso che si fece nel 2013 e nel 2012 grazie ad una battaglia legittima e giusta che fece il centrodestra allora con Rocco Palese, se non ricordo male. È stata una battaglia che allora aveva un senso. Oggi, come ho detto nelle Commissioni competenti, con le leggi comunitarie, con la parifica della Corte dei conti e così via, questa sacralità è venuta un po’ meno. Questo vuol dire, però, che quel bilancio, che questo strumento dà alla Puglia le coordinate dentro le quali vuole muoversi, dà delle priorità. Io non posso accettare emendamenti che vengono presentati nel bilancio soltanto perché siamo arrivati a un punto di non ritorno rispetto a una emergenza. Non va bene. E non va bene perché l’emergenza non la stabilisce la popolazione, l’emergenza è una scelta politica di fare e affrontare oppure non fare. Se l’affronti in sede di bilancio, stai negando una funzione che può svolgere il consigliere regionale. Quando un articolato, un problema, una risposta anche tecnica, e dirò alcune cose che vanno bene, si chiude dentro un articolo con venticinque commi sotto-commi, questo vuol dire che stai negando all’articolato democratico di un’Assemblea elettiva di esprimere il suo parere, il suo punto di vista.
Ecco perché non siamo d’accordo ed ecco perché io continuo a vedere il bicchiere mezzo vuoto, perché sono interessato a rilanciare l’esperienza di Governo, che su alcune materie non sta andando bene, per quello che ci riguarda.
Io voglio fare alcuni esempi, che sono stati anche la discussione di merito di questa Assise, alcuni esempi positivi. La partita, la competenza, la problematica che è stata presentata e incardinata nell’articolato del bilancio in materia ambientale è una competenza che mi convince, è un percorso amministrativo che aiuta, agevola le resistenze che abbiamo costruito negli anni passati, durante l’esperienza di centrosinistra del secondo mandato e anche del primo mandato, sto parlando della VIA e così via. È una competenza, è una materia che mi convince. È una presentazione di una problematica che mi convince. Mi convince l’articolato per il quale si pone un problema che da sindaco abbiamo avuto: le periferie intasate di rifiuti di ogni genere, per la rimozione dei quali gli Enti locali non hanno un euro da spendere. Allora, quando questo diventa un articolato, un obiettivo politico, è giusto che non ci si fermi a tre milioni di euro, perché un altro milione lo dobbiamo dare a Pino Romano perché ha fatto la richiesta per il suo Comune di aprire l’ombrellone a Campo di Mare, sulla spiaggia. Credo che sia una priorità politica questa.
Come mi convincono le cose che sono state dette nell’articolato di riferimento specifico a proposito dei distretti. Mi dispiace che l’assessore Mazzarano non è presente in Aula. Ecco, in materia di sviluppo economico noi dobbiamo guardare, dobbiamo stare attenti, perché in questi anni abbiamo letto con il bicchiere mezzo pieno la Puglia, e non è così. Le risorse finanziarie destinate al sostegno dello sviluppo economico in Puglia ci siamo chiesti in più occasioni, e parlo non di adesso, di ieri e di oggi, naturalmente. Abbiamo chiesto in più occasioni l’investimento a sostegno dello sviluppo, a sostegno dell’economia quanta occupazione aggiuntiva ha prodotto e se la comparazione tra il dare e l’avere, in termini di stabilizzazione occupazionale, ha determinato risultati positivi oppure no. Questo dato non l’abbiamo avuto.
Quando l’assessore Mazzarano parla dei distretti commerciali fa una scelta importante che io condivido, atteso che il distretto commerciale, il suo rilancio, la sua pervasività nel sistema economico pugliese fa pendant con un altro problema, un altro obiettivo, un’altra priorità, che è quella del turismo, dell’accoglienza, della presentazione. Ritengo che si riferisca, quando parla di distretti commerciali, al cosiddetto “ipermercato all’aperto” come sostegno.
Però su quella materia noi dobbiamo fare il punto sul funzionamento. Dobbiamo ingegnerizzare, atteso che la legge l’abbiamo fatta per superare una criticità, le ASI. Nacquero così i distretti in Puglia, mutuati dall’esperienza toscana. Dopo tanti anni abbiamo ancora il conflitto della titolarità giuridica dell’aggressione al finanziamento comunitario. Se il soggetto economico, distretto, che è un punto di riferimento un po’ abbozzato... La Confindustria. Gli interessi. C’è un conflitto che non è stato mai dipanato in termini neanche di Regolamento. Forse affrontando questi aspetti rilanciamo la materia e troviamo soluzioni per fare un passo in avanti a sostegno dello sviluppo.
Non abbiamo presentato emendamenti importanti. Io mi sono rifiutato di presentare emendamenti perché non condivido la struttura del bilancio. Questo non vuol dire che, perché ho preso un impegno con te, Paolo, e ho preso un impegno con Marco Lacarra, il Segretario del PD, il bilancio lo avremmo votato, ma io sto consegnando all’Assemblea elettiva e alla maggioranza il filo che ci tiene insieme e che deve essere riannodato in positivo. Se andiamo a guardare la struttura del bilancio...
Voglio affrontare una questione, un articolo che mi lascia un po’ appeso. Gli interventi a sostegno del venticinquennale della morte di don Tonino Bello, una persona che guardiamo tutti con attenzione e con rispetto. Non è possibile sparare tutte le risorse possibili quando quell’articolo del comma 2, se non ricordo male, parla di progetti mirati a far crescere tra le piccolissime generazioni della scuola dell’obbligo la cultura dell’accoglienza, la cultura della pace, la cultura della solidarietà. L’avrebbe detto don Tonino Bello a noi. Fate con le scuole, con il mondo dell’istruzione questo messaggio e questo rapporto.
La convegnistica, i 100.000 euro a San Pietro Vernotico per celebrare i 25 anni, ha un senso politico per la Regione oppure no? Noi crediamo che non sia negata l’idea, l’obiettivo. È negato l’utilizzo, perché l’utilizzo ci porta a parlare di una deriva un po’ elettoralistica e non è così, è sbagliato, come quando parliamo della modifica della legge n. 33 voluta dal nostro carissimo amico che abbiamo tutti nel cuore, l’assessore che è morto, scusate, Minervini.
Con Minervini abbiamo fatto lo sport per tutti per superare una grossa difficoltà che ci consegnò il Presidente Fitto, fatto nel 2014, gli oratori e così via. Abbiamo fatto quella legge con il contributo importante di Guglielmo. Adesso, dopo dieci anni di applicazione, quella legge va reingegnerizzata. Gli spazi per rivederla, per rilegittimare l’obiettivo dello sport per tutti attraverso quello che è successo in tutti questi anni è un obiettivo legittimo.
L’articolo 28, l’articolo 23, i due articoli che parlano dello sport per tutti mirati alla… Vi sono due articoli, scusate. Ho gli appunti, ma sono andato un po’ a braccio e forse questa cosa è sbagliata.
Vi sono due articoli con i quali noi sosteniamo l’acquisto sul territorio, l’inclusione e così via. Se noi rivediamo la legge e legittimiamo il sostegno alle comunità locali di un’aggressione delle difficoltà anche di barriera, se noi utilizziamo la legge per aprire all’associazionismo che ha nel suo corpo associato un elenco di persone che sono in difficoltà ad essere incluse ed inserite, abbiamo fatto una cosa che mette le mani nell’articolato complessivamente inteso oppure no?
Noi poi andiamo alle questioni che riguardano gli aspetti culturali. Affrontiamo l’articolo 28, l’articolo 29, acquisizione dei beni culturali, l’articolo 30, educazione all’uso consapevole eccetera.
Su questi articoli è possibile che si vada ad un DL, ad una proposta di legge, ad un disegno di legge che fa l’Esecutivo, che sia una risposta organica a questa problematica oppure no? Queste sono le priorità sulle quali è possibile dare un messaggio alla comunità.
Poi, abbiamo una serie di interventi. Articolo 53, li ho trovati, le eccellenze sportive pugliesi e l’articolo 56 per la promozione delle pratiche sportive ai minori a rischio. Queste cose sono ingegnerizzazioni di una legge che già abbiamo. Non è necessario che siano articoli. Ma c’è l’urgenza di intervenire adesso. L’urgenza la stabilisce anche la politica e forse, stabilendo questa urgenza, il risultato si ottiene lo stesso. Poi abbiamo l’altro esempio che vi ho fatto dei beni culturali.
In buona sostanza, il ragionamento che facciamo sul bilancio è un messaggio ampio sull’obiettivo che si intende raggiungere. Noi abbiamo una riforma che è stata bloccata dal referendum, quella dell’abolizione delle Province, e abbiamo un sistema delle Autonomie locali che è in grossissime difficoltà, hanno problemi di bilancio asfittico, hanno problemi di personale. Abbiamo nel 2014, assessore, e gliel’ho detto già nel bilancio del 2016, una legge istitutiva che sostiene, che agevola, che vorrebbe spingere l’Unione dei Comuni in questa nostra regione, per fare massa critica sui servizi, sulle prestazioni, sulle erogazioni di risposte alle problematiche amministrative che sottopongono i cittadini agli Enti locali, che vivono in un mare di difficoltà.
Questa cosa in un bilancio dovrebbe essere la priorità politica, perché questo fa massa critica rispetto alle difficoltà che nelle Istituzioni si hanno nel rapporto con la Pubblica Amministrazione con la domanda che arriva dalla comunità. Se non c’è questa risposta, diventa difficile camminare e dare un messaggio chiaro sul percorso che si intende raggiungere. Questo è il merito.
Chiudo con un metodo. Noi dobbiamo stare attenti, perché un metodo di comunicazione sbagliato rischia non di sostenere il populismo, l’anti-sistema. Io questa roba qua l’ho già lasciata, l’ho abbandonata, però rischia di alimentare, di motivare, di sostenere il non voto. La disillusione verso la politica ha grosse difficoltà, la politica è percepita nella società come un disvalore ormai.
Noi, allora, non dobbiamo continuare a lavorare intorno a questa maggioranza con il chiacchiericcio delle Giunte, con il chiacchiericcio degli assessori che entrano, con le telefonate che bloccano gli assessori, perché vi sono telefonate che vengono da Roma, con la discussione sui direttori generali che entrano. Dobbiamo dare messaggi chiari su una politica coerente, che sceglie e fa, decide e fa. Le veline che sostengono il lavoro di questa maggioranza nel governo quotidiano stanno facendo male alla coalizione.
Allora il merito l’ho detto prima, il metodo lo sto dicendo adesso. Ciò non toglie che noi questo bilancio siamo disponibili a sostenerlo sino in fondo, con la speranza che le cose che abbiamo detto, prima Ernesto Abaterusso, il mio Capogruppo, e quelle che ho detto adesso io, possano essere quantomeno, ad un certo punto, prese in considerazione. Il noi aiuta tutti ad arrivare al 2020 con un risultato importante e con una penetrazione nella società pugliese che oggi vediamo molto appannata.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Grazie. Buongiorno, Presidente e colleghi.
Come dissi già in una recente occasione, credo che il compito della politica sia quello di muoversi sul terreno dell’avanzamento del possibile contro quello che, invece, è il rischio del probabile. Il probabile è o un atteggiamento di paralisi, immobilismo o, peggio ancora, un atteggiamento di rassegnazione allo stato delle cose.
Lo dico con estrema franchezza. Che ci siano duecento emendamenti, proposte che vengono avanzate da tutti i Gruppi consiliari e da tutti i consiglieri, che l’articolato del disegno di legge di stabilità sia così ricco oltremodo di articoli, credo sia un elemento di valore, di ricchezza piuttosto che di impoverimento del nostro agire politico. Cerco di spiegarlo.
Faccio una premessa. Non ho seguito diversi altri interventi, ma credo che sia stato un ottimo intervento quello messo in campo oggi in Consiglio dal collega Marmo, che non vedo. Credo sia stato un intervento di estrema lucidità e serietà. Si infilano una serie di dati che sappiamo, ma che non vengono dichiarati. Condizioni di pareggio di bilancio a cui una Regione è costretta, un federalismo decentrato che tale non è, la necessità di una leale collaborazione – reciproca, ovviamente – tra Stato centrale e Regione. Ha posto l’attenzione sulle vere risorse a disposizione di una Regione, che sono i fondi strutturali europei. Aggiungo i pesanti tagli nei trasferimenti statali evidenziati nella relazione iniziale di Fabiano Amati. Sono tutte le condizioni che ci portano a dire che il bilancio di una Regione, il bilancio autonomo di una Regione non è che lasci margini a grandi manovre.
Nella relazione che avete letto tutti riproduciamo ancora una volta il dato: è noto a tutti come l’85 per cento del bilancio della spesa corrente è vincolato e impegnato sulla sanità.
Queste sono le strettoie in cui la politica regionale si deve muovere. Come si è mossa in queste strettoie? Ebbene, io devo dire che i segnali che emergono dal bilancio indicano una strada, indicano un’ambizione di una squadra di Governo e li ha illustrati l’assessore Piemontese molto efficacemente nei giorni scorsi. Riprendo alcuni dati: 158 milioni di cofinanziamento regionale per progetti e misure europee, cioè significa credere fino in fondo nella vera leva di sviluppo di rilancio di tutela anche delle persone, che è data dal Programma operativo regionale (158 milioni di cofinanziamento), 124 milioni destinati al trasporto pubblico locale, 3 milioni per i distretti urbani del commercio, 5 milioni destinati all’implementazione di impianti di produzione di energie da fonti rinnovabili per le residenze o immobili privati, sanità risorse aggiuntive per 20 milioni, 6 milioni per interventi in campo ambientale che vanno dalla rimozione dell’amianto da immobili privati, 3 milioni, 3 milioni per la rimozione di rifiuti da aree pubbliche e così via, 6 milioni destinati alla Xylella, per affrontare l’emergenza Xylella, 7,5 milioni per i Consorzi di bonifica. Insomma, io vedo le tracce di tentativi di risposta.
Aggiungo un ultimo dato: la spesa sociale che è aumentata da 57 a quasi 61 milioni di euro. Vedo le coordinate di un’azione di Governo. Io mi muovo con estrema difficoltà nei meandri di un bilancio, perciò continuo a dire che mi basta capire qual è lo spirito di fondo e le parole chiave di un bilancio, e mi basta poi, alla luce di tutte le difficoltà che ho cercato di mettere in evidenza, come la Regione confermi ancora una volta l’invarianza anche nella pressione fiscale. A questo poi si aggiunge l’apporto del Consiglio regionale.
Ebbene, gli emendamenti presentati in Commissione e gli emendamenti sottoposti ora all’Aula, ripeto, sono domande, sono la mappatura di bisogni, di sensibilità, e non mi scandalizza affatto anche un certo particolarismo. Mi piace ricordare un passo di Calvino dalle sue Le città invisibili quando scriveva che di una città – potremmo dire di una regione – non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma godi la risposta che dà a una tua precisa domanda, e quando diciamo “tua” mi riferisco certamente non alla domanda del singolo consigliere, ma alla domanda di un territorio, di un bisogno collettivo e così via.
Allora qual è il lavoro che ci tocca? E qual è il lavoro che si propone l’Aula consiliare per il 2018? È quello che ha offerto quel ventaglio di emendamenti, che non costituiscono soluzioni. Non credo che nessuno di noi abbia o coltivi l’illusione, se non sconfinando in qualche altra patologia, di dare una risposta. È semplicemente il tentativo di fornire una domanda, l’emersione di un bisogno, ed è qualcosa che noi consegniamo a tutti quanti noi e al Governo per il prossimo anno.
Io per primo sono stato ispiratore di un paio di articoli, un altro paio di emendamenti li ho presentati, ma sono semplicemente tentativi di domanda, su cui incardinare politiche, perché l’illusione che continuiamo a rimarcare qui in Aula è che le risposte stanno nei numeri. Le risposte non stanno nei numeri. Le somme, certo, sono importanti, le cifre sono importanti, ma siccome non siamo ragionieri, con tutto il rispetto per la categoria, ma siamo politici, le risposte stanno nelle politiche, e le politiche sono quelle che si consumano con atti amministrativi, che si consumano con la qualità dell’azione amministrativa e con la qualità della produzione legislativa, che è il compito a cui noi siamo chiamati.
Io non trovo la risposta e non credo che la risposta stia nei numeri, ma nelle politiche che mettiamo in campo. Siamo in sede di chiusura di anno solare. Questo Consiglio regionale, questo Governo regionale quest’anno ha consumato azioni e ha consumato politiche con una loro specifica efficacia, evidente efficacia. Mi piace citare solo un paio di azioni messe in campo. Sul trasporto in generale mi rifaccio alle parole che ha speso Paolo Campo, con il lavoro che ha svolto Giannini negli anni scorsi, proseguito ora dall’assessore in carica. Il rinnovo del parco veicoli, infrastrutturazione, e così via.
Mi piace ricordare gli interventi e le azioni messe in campo sul settore dell’innovazione. Prima Loredana Capone, ora Michele Mazzarano. Il successo che hanno avuto bandi come [...] Innolabs, TecnoNidi, ancora in corso, danno il segno non solo della vitalità dal basso, ma danno il segno di una politica che spinge, dà stimoli al contesto sociale. Noi non diamo risposte. Diamo domande. Le domande si pongono con bandi, azioni, misure, leggi che sollecitano una risposta dal basso. Una società non si salva dall’alto. Si salva dal basso.
Il successo che ha avuto il primo bando, la prima misura del programma Smart-in, che continuo ancora una volta a sottolineare, è il segno che la domanda posta dal Governo regionale, con il suo programma completo, di 100 milioni di euro per lo Smart-in (beni culturali, per precisare meglio) è il segno della bontà di un’azione. Oltre 160 candidature di soggetti pubblici per le biblioteche di comunità. Una risposta entusiastica che ha messo in moto professionalità, progettazioni, corpi intermedi. Una strepitosa azione non solo economica, ma di ricerca sociale, un ritrovarsi davvero in comunità.
Il nostro compito non è mettere insieme i numeri. Basta anche, spesso, una piccola azione, piccole risorse per generare nuove energie. Questo è il tentativo: generare nuove energie. Allora, i 200 e passa emendamenti e i 50-60 articoli del disegno di legge non sono altro che dei tentativi, come ho detto in Commissione, tutti rispettabilissimi, tentativi che ciascuno di noi sta mettendo in campo per porre la giusta provocazione nel corpo sociale che noi siamo chiamati a rappresentare e a difendere.
Cito un esempio per tutti, che ho seguito in modo particolare. L’anno scorso, in bilancio, vi ricorderete che ci fu una piccola norma, che tra l’altro fu votata all’unanimità se non ricordo male, misure destinate a un territorio specifico, perché ovviamente la somma era assolutamente modesta, 150.000 euro, e mi riferisco al territorio della Murgia barese e tarantina al confine con Matera, che ha generato un entusiasmo, una risposta ed energie messe in campo dal basso straordinarie. Perciò io rispetto fino in fondo, salvo la bontà di come viene confezionato ovviamente, il tentativo che ciascuno di noi ha fatto elaborando un emendamento o suggerendo una misura. Questa è la politica. Sono tentativi di sperimentare un nuovo possibile per non rischiare di consegnarsi alla rassegnazione. Dicevo, quella misura, concorso di idee, progettazione messa in campo, i Comuni attivati per misure di animazione sociale: è questo il nostro compito. Noi non ci dobbiamo limitare a rappresentare una realtà esistente, non possiamo stare seduti su una realtà esistente. Non siamo notai, certificatori di un dato di fatto. Noi dobbiamo sperimentare nuovi percorsi. E il lavoro di quest’anno sta tutto lì.
Se posso permettermi una sola sollecitazione, che è rivolta al Governo regionale nella sua complessità, è che dobbiamo mantenere sempre più vivo questo rapporto tra il corpo consiliare e gli assessori, perché il corpo consiliare, proprio perché non è investito, a differenza degli assessori, del peso dell’enormità della gestione quotidiana di un settore, come fanno gli assessori, ma hanno forse maggiormente l’occasione di cogliere ciò che pulsa nelle realtà, capacità di raccogliere sollecitazioni e spunti, ebbene con questa osmosi possiamo tramutare in azioni tante cose, che poi traduciamo con l’emendamento.
Perciò, io mi ritengo davvero gratificato dal lavoro fatto in Commissione e da quello che faremo in Consiglio regionale, al di là dell’affaticamento fisico e psichico a cui ciascuno di noi sarà costretto, perché credo che questi saranno tutti spunti che noi semplicemente consegniamo.
Io per primo – lo dico sin da ora – non mi adombrerò se un emendamento non dovesse passare. Io mi auguro che siano tutti accoglibili, tutti coperti anche finanziariamente, ma il mio lavoro sarà pienamente soddisfatto se quella sarà una sollecitazione, uno spunto raccolto dal Governo per andare avanti.
Le risposte, poi, sono politiche, di sistema. Quindi, se posso augurare qualcosa a tutti quanti noi è di proseguire al di là di défaillance che questo Consiglio regionale ha consumato. C’è stata la vicenda di un organismo che non evoco, è quasi diventato un totem intoccabile, che ci ha bloccato per 3-4 mesi. A pensarci, un’inezia rispetto alla complessità dell’intero sistema, anche se c’erano battaglie di principio, assolutamente rispettabili, messe in campo da colleghi di quest’Aula.
Il lavoro fatto in Consiglio è stato lodevole. Lo dico a Pino Romano. Pino Romano, con la sua iniziativa come Presidente di Commissione e con tutti i colleghi della III Commissione sanità, ha messo in campo un’azione di rigenerazione di tutto un apparato normativo e regolamentare nel settore dei servizi sanitari e sociali. Lo vogliamo rivendicare a merito della politica o dobbiamo continuare a fustigarci a vita?
La nostra è un’arte vivifica. Lo facciamo, sottolineiamo questo, con l’apporto di tutti, l’apporto prezioso anche dei colleghi consiglieri del 5 Stelle. Perché mortificare il nostro lavoro? Ciascuno per le sue funzioni, ciascuno per il suo ruolo, ciascuno per la sua collocazione. Non possiamo mortificare il lavoro che tocca alla politica. Sperimentare sentire nuovi, riprendere il percorso di chi ci ha preceduto e proseguirlo guardando avanti.
La mia è un’attestazione di stima nei confronti del lavoro svolto dall’assessore, di stima nei confronti del lavoro svolto dal Governo regionale quest’anno, da questo tentativo tradotto nella manovra di bilancio e, se permettete, grande stima nei confronti di una struttura regionale che ha delle eccellenze davvero strepitose, in questo caso direttamente investite in primo luogo dalla struttura diretta dal dottor Albanese. Sappiamo tutti quanti noi cosa pulsa negli uffici in termini di intelligenza e di prospettiva.
Insomma, il nostro compito, senza abbracci confusi, è quello di continuare ad alimentare qualcosa che si fa realtà, e questo passa attraverso continue provocazioni, continue sollecitazioni. È un lavoro quotidiano.
I segnali che vedo in questo bilancio, con i limiti di sistema di cui ha parlato molto meglio di me il collega Marmo e che qui ribadisco, ci impegnano a proseguire un’attività legislativa, a confermare intuizioni che questo Consiglio ha messo in campo. Ne cito due per tutte, e chiudo, proprio per dire come alla fine non possiamo mortificarci sempre, ma dobbiamo far emergere dati di realtà. Se abbiamo avuto una défaillance sul Co.Re.Com., possiamo dire che, ad esempio, gli spunti che abbiamo fornito sulla legge di riforma dei Consorzi di bonifica sono stati spunti interessanti, che stanno, lentamente ovviamente, producendo risultati sulla definizione dell’esposizione debitoria, sull’assetto di gestione complessiva degli schemi idrici? Possiamo rivendicare il merito del lavoro di quest’Aula, di quest’anno di attività politica, il merito di quelle intuizioni?
Ne cito un’altra. Sulla vicenda dell’Acquedotto pugliese, possiamo rivendicare il merito del lavoro comune, pur con posizioni differenziate, che è stato svolto prima in Consiglio, poi al tavolo paritetico tecnico-politico e poi di nuovo in Consiglio, che ci ha portato a ragionare su quella traccia, cioè la difesa di un soggetto pubblico come Spa, o quella che sia la forma, ma un soggetto interamente pubblico come AQP, e ragionare su una proroga della concessione? Possiamo prendere con grande soddisfazione che la risposta che il Parlamento sa dare, molto più limitata rispetto alla nostra, va esattamente in quella direzione, di prorogare la concessione a favore di AQP? Possiamo dire che qualcosa di buono viene prodotto, poco di buono, nel senso che non è tanto, ma poco di buono, nel senso che c’è qualcosa di buono?
La mia è un’attestazione, ripeto, di stima per il lavoro svolto sino ad ora, un lavoro che deve essere proseguito e che ci impegna tutti.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie al collega Colonna. Il collega Damascelli chiude gli interventi e poi la replica dell’assessore Piemontese.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente Gatta. Siamo a metà mandato e quindi approviamo la legge di stabilità, il bilancio regionale di metà mandato. Ci aspettavamo, di conseguenza, una legge che prevedeva una programmazione strategica in base ai risultati sino ad ora conseguiti da questa maggioranza e dal Governo regionale, agli obiettivi raggiunti, per programmare altri obiettivi da raggiungere. Ma noi in questa legge di stabilità regionale per l’anno 2018, al di là di piccoli interventi fatti di articoli e articoletti, in taluni casi anche condivisibili, non vediamo una programmazione strategica per lo sviluppo socio-economico della nostra regione.
Ci aspettavamo una legge di alto profilo politico, con una valenza importante da un punto di vista amministrativo, ma così non è stato. Ben vengano gli articoli indicati che servono, come diceva qualcuno, a risolvere anche diversi interventi attraverso la legge di stabilità. Ma il cuore dell’atto qual è? Dov’è? Che cosa è previsto? Quale visione si ha della nostra Regione, verso quale settore si vuole andare, su che cosa si vuole puntare, lo si fa con un bilancio, lo si fa con una legge di stabilità. Si programma ciò che si vuole dare e assicurare ai pugliesi, ma questo purtroppo noi non riusciamo a riscontrarlo.
Forse, in alcuni casi, addirittura registriamo anche, caro collega, una serie di insuccessi. A cominciare dalla vicenda relativa alla sanità. Parliamo di bilancio, parliamo di spesa pubblica, parliamo di soldi dei cittadini, ma in Puglia ad un taglio dei reparti e ad una chiusura degli ospedali corrisponde un aumento della spesa pubblica sanitaria; un ingiustificato ed inspiegabile aumento della spesa sanitaria. Nonostante la medicina ospedaliera sia sempre più penalizzata e la medicina territoriale non riesca a decollare, quei tanto promessi e assicurati potenziamenti non sono ancora avvenuti; addirittura si rischia anche di perdere i fondi europei a disposizione nella medicina del territorio. Ed è notizia di ieri sera. C’è stata una riunione in cui è stato annunciato a tutti i Sindaci di quei Comuni in cui sono allocati i punti di primo intervento territoriale che dal 1° gennaio 2018, ad eccezione di alcuni casi, quei punti di primo intervento territoriale, quei presìdi di primo soccorso saranno chiusi dall’Amministrazione regionale della Puglia.
Questo è quello che sta avvenendo. Mi direte che forse è previsto anche dal decreto ministeriale n. 70, ma il nostro Presidente Emiliano, quando vuole, sa anche disobbedire alle direttive ministeriali. In certi casi bisogna anche saper puntare i piedi per tutelare la salute dei nostri cittadini e sbattere anche i pugni sulle scrivanie di certi Ministeri per cercare di non consentire il taglio. Non bisogna soltanto scaricare ad altri la responsabilità di un servizio che dal 1° gennaio 2018 in Puglia verrà a mancare, con decine e decine di migliaia di prestazioni erogate nei punti di primo intervento. È questo, purtroppo, quello che si sta verificando in Puglia.
Nella nostra legge di stabilità mi aspettavo un intervento serio e strutturale per le politiche familiari. Sappiamo che in Puglia il tasso di natalità è il più basso al mondo. I bambini che si iscrivono alle scuole dell’infanzia sono sempre meno perché sono numericamente inferiori e perché le rette sono troppo alte. Occorre adottare una politica equa della pressione fiscale regionale, facendo diventare strutturali gli interventi per le detrazioni dell’addizionale regionale dell’IRPEF dei carichi familiari per le famiglie numerose. Strutturali, non interventi tampone.
Così come ci aspettavamo delle risorse ben specifiche dedicate alle politiche familiari per un nuovo Piano regionale delle politiche familiari, ma questo, purtroppo, nella nostra legge di stabilità non è assolutamente citato e riportato, nonostante la famiglia sia la cellula fondamentale della nostra società. Non è nulla riportato di tutto ciò.
Dobbiamo cercare di essere rapidi. Quindici minuti non basterebbero. Passando al tema dello sviluppo economico e cominciando dalla questione relativa al settore primario, non me ne voglia l’assessore Di Gioia, ma stiamo vivendo, assessore, in Puglia una gestione del PSR ormai imbarazzante, non perché lo dice un consigliere regionale. Sono i dati che parlano. Siamo passati da anni di profondo buio, con la mancata pubblicazione dei bandi del Piano di sviluppo rurale, a un periodo di grande confusione, con continue proroghe, rinvii, proroghe e rinvii che stanno arrecando gravi disagi agli agricoltori e ai tecnici.
Le dico – ma penso che lei sia informato, le ultime proroghe si sono verificate in questi giorni – che il primo insediamento, la cui chiusura del bando era prevista il 7 dicembre, la chiusura dell’EIP prevista poi per il 18 è passata al 22 dicembre, la compilazione, stampa e rilascio SIA, prevista per il 20 dicembre alle ore 24 è stata prorogata all’11 gennaio 2018, la trasmissione dei documenti EIP prevista per il 22 dicembre è stata prorogata al 16 gennaio, e questa è la seconda proroga del primo insediamento che si doveva chiudere il 7 dicembre, ma è stato poi prorogato più di una volta.
Anche la misura 4.2 doveva chiudersi a settembre, ma ha avuto tante proroghe e l’ultima con chiusura al 31 gennaio e 5 febbraio 2018. Il problema qual è? Che chi ha lavorato sodo, chi ha programmato la sua attività, chi ha lavorato prima non può accedere a quei finanziamenti, quindi bisogna programmare i bandi, chiuderli e poi riaprire altri bandi nella programmazione 2014-2020.
Se si continua con le proroghe, chi ha già fatto tutto per il 7 dicembre si troverà ad aspettare fino a febbraio, fino a gennaio, e quindi non potrà procedere con gli investimenti.
Così come i tecnici… Io le riferisco quello che percepisco, non ho nessun interesse nel fare critiche del tutto inutili, però sento il dovere di riferire quello che io ascolto dalla gente comune, dai tecnici… Ho capito, però noi siamo la politica e possiamo dare un indirizzo. Guardi, io non sto facendo un attacco all’assessore, nel modo più assoluto. Le sto riferendo, assessore, il disagio – poi lei è libero di interpretarlo, di ascoltarci o no – delle aziende agricole e dei tecnici che manifestano questo. Io glielo riporto, con toni pacati e costruttivi, perché non ho nessun interesse di rivolgermi a lei con toni polemici, ma ho il dovere di far rilevare queste cose nella speranza che il Governo regionale si attivi ed eviti queste problematiche ai danni di un settore fondamentale e primario della nostra agricoltura.
Avrei voluto vedere, in questi anni, una seria attività di programmazione, di valorizzazione e tutela dei prodotti agricoli. Ne abbiamo più volte parlato, ma ad oggi non si vedono ancora né tavoli di filiera né convocazioni di organizzazioni per cercare di spingere sulla promozione e sulla valorizzazione nei prodotti tipici locali.
Un’altra questione importante dell’agricoltura, ancora irrisolta, è la gestione della risorsa irrigua, ancora carente e disomogenea.
Sui Consorzi di bonifica abbiamo tutti collaborato, abbiamo approvato, abbiamo tutti insieme, assessore Di Gioia, approvato e collaborato agli emendamenti che il Governo ha proposto, perché il nostro obiettivo era quello di rendere funzionali i Consorzi di bonifica, perché o capiamo che i Consorzi di bonifica vanno messi nelle condizioni di poter adempiere e servire adeguatamente il mondo agricolo oppure continueranno ad essere percepiti dagli agricoltori come degli inutili carrozzoni. Che cosa, secondo me, bisogna fare? Efficientamento dei costi, taglio delle spese superflue, non aumento della tariffa irrigua e portare in porto la questione delle 151 giornate che, nonostante la collaborazione e la buona volontà da parte anche delle opposizioni, non è stata più risolta.
Passando in rassegna la questione dello sviluppo industriale, anche qui, ahimè, devo registrare una grave perdita di credibilità nella nostra Regione, dovuta al caso ex OM. È stato veramente vergognoso assistere ad una inaugurazione in pompa magna di un’auto elettrica con cui si assicurava, con quell’inaugurazione, la reindustrializzazione dello stabilimento ex OM, ma in realtà, un mese prima, quell’azienda era già nel registro delle aziende in fallimento e si era preoccupata più che di prevedere un Piano di industrializzazione e assumere i 190 operai dipendenti della ex OM Carrelli, si era più che altro preoccupata di vendere le attrezzature contenute nello stabilimento ex OM, cioè fare cassa, fare moneta.
È una situazione imbarazzante anche questa di una gravità assoluta ed inaudita. Noi, Regione Puglia, avevamo una parte importante in quella trattativa con il MISE, con il Comune e con l’assessorato regionale allo sviluppo economico, che in questo caso, purtroppo, ha fallito, non conoscendo nemmeno la situazione della trattativa. Vogliamo giustificazioni. Non si può dire “stiamo interloquendo con nuovi investitori”. No, ci dovete spiegare perché quella trattativa è andata a finire così, in quella maniera assolutamente non condivisibile e che ci fa perdere di credibilità. Una macchina amministrativa efficiente e funzionante ha bisogno di personale qualificato e valorizzato. Non abbiamo rassicurazioni sull’assunzione di tutti i vincitori e idonei del concorso Ripam Puglia, in primis, su tutti, perché sono quelli che hanno vinto pubblici concorsi e quindi meritano di essere assunti prima di ogni altra categoria.
Poi non è stato previsto nessun tipo di riconoscimento alle progressioni verticali del personale interno a tempo indeterminato della Regione Puglia, conquistate attraverso procedure selettive interne, così come la Regione ha anche il dovere, come ha fatto per i Consorzi di difesa, di seguire l’annosa vicenda problematica dei dipendenti ex SMA. Anche loro hanno diritto ad ottenere un riconoscimento, dopo tanti e tanti anni di lavoro al servizio del nostro territorio.
Giungendo alla conclusione, non è stato bello, ieri, assistere a un servizio televisivo in cui si vedeva un treno – siamo alle porte del 2018 – fuori dai binari. Il trasporto pubblico regionale in Puglia è ancora carente. È incredibile che alla velocità di 50 chilometri all’ora in Puglia deraglino i treni. È assurdo, è inconcepibile. Nonostante si stiano svolgendo tanti investimenti e tanti interventi (l’assessore Nunziante ce ne ha reso pubblicamente conto in un’audizione della Commissione Trasporti) bisogna comunque continuare a puntare sulla qualità e sulla sicurezza. Le compagnie che non adempiono al loro dovere vanno bacchettate, controllate e sanzionate. Non si può assistere a scene da Far West, in cui i treni in Puglia deragliano.
È una proposta di legge che non può trovare la nostra condivisione, perché non ha una visione strategica per lo sviluppo socio-economico, turistico e anche sociale della nostra comunità. Ci sono ancora carenze nell’assistenza socio-sanitaria ai cittadini diversabili, così come i pazienti affetti da morbo di Alzheimer sono costretti a lunghe liste di attesa.
Noi non condividiamo l’impostazione generale di questa proposta di legge, che quindi non potrà vedere la nostra approvazione, ma nonostante tutto abbiamo cercato di offrire il nostro contributo, con la presentazione di alcuni nostri emendamenti che non hanno un fine ostruzionistico, nel modo più assoluto. Sono pochi, ma cercano di risolvere alcuni problemi e cercano di migliorare il bene comune del territorio che amministriamo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è una richiesta di trenta secondi dell’assessore Di Gioia. Staremo con il cronometro in mano.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Voglio solo ringraziare i tanti… Non Damascelli. Trenta secondi per Damascelli sarebbero troppo pochi. Intervengo un po’ per tutti quelli che hanno fatto riferimento alle questioni agricole. Voglio soltanto rilevare una cosa: la diffusione dei dati che ha dato oggi Coldiretti sull’agricoltura pugliese per l’anno 2017. C’è un incremento del 15 per cento della produzione lorda vendibile, con un significativo incremento sia in termini produttivi sia in termini di valore. Questo è un risultato unico che non ha precedenti per quello che riguarda il sistema agricolo pugliese, almeno non in questa dimensione percentuale e ovviamente io non voglia scriverlo alle dinamiche e alle politiche dell’assessorato, però a supporto delle tesi per le quali il nostro operato, secondo me, è molto più che confacente ai desideri dei nostri agricoltori, mi pregio di comunicarlo a tutti quelli che invece oggi, nel contesto del bilancio, hanno sfoggiato, in maniera un po’ approssimativa, quelle nozioni che hanno acquisito probabilmente da alcuni delusi della materia, ma sicuramente non da quelli che hanno cognizione di causa sulle attività che stiamo svolgendo.
Giusto per lasciarlo agli atti di questo Consiglio, senza alcuna valenza bilancistica, ma per ricordare che in fondo l’agricoltura in Puglia cresce e molto di più di quanto cresceva ai tempi dei nostalgici.
Speaker : PRESIDENTE.
Può intervenire, per l’intervento finale di replica, l’assessore Piemontese.
Prego, assessore.
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
Grazie.
Signor Presidente, io partirò dalle riflessioni che sono state fatte da Colonna e da Marmo circa il contesto finanziario nazionale in cui si iscrive questo bilancio, ed è un contesto finanziario nazionale che è caratterizzato ormai da diversi anni da riduzioni di risorse trasferite agli enti territoriali. Nel caso di specie, nel 2018, il contributo, complessivamente, delle Regioni italiane sarà di 12,95 miliardi di euro, sia in termini di saldo netto da finanziare che in termini di indebitamento netto. Quando parlo di indebitamento netto, naturalmente questo significherà che quest’anno la Regione Puglia non dovrà chiudere con un pareggio di bilancio pari a zero, ma sarà necessario produrre un avanzo di bilancio di + 187 milioni di euro, quindi questo significherà che la capacità degli spazi finanziari della Puglia sarà inferiore, perché scontiamo una parte dei tagli sul pareggio di bilancio.
In questo contesto di tagli di trasferimenti, noi abbiamo elaborato questo bilancio, un bilancio di 1 miliardo e 100 milioni di euro, al netto dei 7,2 della sanità. A fronte di questo, vi è una pressione fiscale che rimane invariata per il 2018, sono confermate tutte le agevolazioni in essere, confermando un’aliquota IRPEF tra le più basse d’Italia. La Regione Puglia si attesta tra le Regioni con il livello di tassazione più basso a livello italiano.
Confermiamo tutte le agevolazioni, le detrazioni per le famiglie numerose; infatti, ai contribuenti con più di tre figli a carico spetta una detrazione di imposta di 20 euro per ciascun figlio in proporzione alla percentuale e ai mesi di carico, a partire dal primo, compresi i figli naturali riconosciuti, adottivi o affidati. La detrazione di cui parlavo prima è aumentata di 375 euro per ogni figlio con disabilità.
A fronte di questo ci sono una serie di politiche che noi abbiamo fatto. Vedete, chi parla di questo bilancio avendo letto solo ed esclusivamente l’articolato, i 45 articoli, che poi in Commissione sono diventati 60 e dispari, naturalmente fa una valutazione estremamente parziale perché quella è una parte minima del bilancio della Regione Puglia e credo che per quelli come me che sono stati eletti per la prima volta nel 2015, considerato che questo è il terzo bilancio di previsione, ritengo che questo concetto debba essere chiaro, cioè che il bilancio, la legge di bilancio 2018 non è composta solo ed esclusivamente dall’articolato. Anzi, l’articolato è una parte minima del bilancio, perché la sostanza vera dei nostri investimenti sta su altre dinamiche.
Punto primo, partiamo dalle questioni che attengono al personale, visto che prima si parlava di personale. Io devo dare atto al Vicepresidente Nunziante, a tutta la struttura, alla Giunta, al Presidente Emiliano che quest’anno, nel 2018, a fronte di una spesa complessiva per il personale, che ammonta a 158 milioni di euro, una previsione che tiene conto delle risorse relative anche ai dipendenti delle ex Province transitati nei ruoli della Regione Puglia, negli anni 2017 e 2018 la Regione Puglia, in quanto regione virtuosa nel rapporto tra spesa del personale ed entrate tributarie non vincolate, usufruisce dell’innalzamento dal 25 al 75 per cento della percentuale del turnover. Perciò sono state assunte nel 2017 91 persone tra i vincitori del concorso Ripam Puglia, 35 disabili, per l’anno prossimo è prevista la stabilizzazione di 285 dipendenti del personale precario, oltre all’assunzione di ulteriori 63 idonei del concorso Ripam per categoria D e 22 idonei del concorso relativo alle categorie C.
Collega Nunziante, è perfetta. Questo sta a significare che noi sul punto abbiamo fatto non bene, di più. Siamo il Governo regionale che sta stabilizzando e sta dando una prospettiva di lavoro concreta a decine di giovani che hanno partecipato a concorsi pubblici e sta dando un futuro migliore a gente che fino a questo momento è vissuta con contratti precari.
Questo è un dato politico che nessuno può disconoscere rispetto al tema del personale e sfido chiunque, sul punto, a dare una versione differente. Questo è un risultato politico importante, dove parlano i numeri, da soli; i numeri che ho letto rispetto al personale sono quelli. Questa stabilizzazione, questo incremento degli occupati, a fronte di una spesa che resta la stessa, è un risultato del Governo Emiliano e, nel caso di specie, portato avanti dall’assessore Nunziante.
Questione che riguarda la spesa comunitaria. Un altro elemento politico di estrema importanza sta nel fatto che in questo bilancio noi abbiamo previsto 151 milioni di euro nel fondo per il cofinanziamento di tutti i fondi europei di sviluppo e di investimento. Questo tra le risorse del bilancio autonomo. Abbiamo rimodulato il mutuo BEI e nel 2018 abbiamo la disponibilità di oltre 150 milioni di euro che svilupperanno complessivamente, con la quota nazionale ed europea, un volume di investimenti di circa un miliardo di euro.
Aver trovato risorse così imponenti per generare questi volumi di investimento è un altro risultato politico. Chi vuol parlare solo dell’articolo di 100.000 euro che risponde ad una istanza specifica di un pezzo di territorio, per ragioni, non lo so, per criticare il bilancio, ci sta pure, ma non può non tener conto dei dati principali di questo bilancio.
Andiamo al tema che riguarda i trasporti. Al bilancio della Regione Puglia, oltre alle risorse del Fondo nazionale, che è pari a 390 milioni di euro, si aggiungono, da bilancio autonomo, ulteriori 124 milioni di euro sulle politiche del trasporto regionale.
Questo consentirà di dare piena attuazione a tutti i contratti di servizio, garantendo naturalmente il pieno diritto alla mobilità dei cittadini pugliesi. Anche nel caso di specie, su questo avevamo lavorato già da prima con l’assessore Giannini e poi con il collega Nunziante, riconfermiamo le agevolazioni vigenti.
Le agevolazioni vigenti prevedono per tutti i pendolari pugliesi un abbattimento del costo degli abbonamenti pari a 10 punti percentuali. Questo sviluppa una spesa di 6 milioni di euro, oltre a 2 milioni di euro che coprono le agevolazioni per determinate categorie svantaggiate. Anche su questo punto noi, sul tema del trasporto pubblico locale, teniamo i conti a posto, garantiamo il massimo possibile la mobilità dei cittadini.
Politiche sociali. Quest’anno incrementiamo le risorse sulle politiche sociali e mi fa specie che non siano stati citati da chi, in maniera attenta, guarda al bilancio.
Noi sulle politiche sociali riconfermiamo i 10 milioni di euro degli interventi per la connettività sociale e l’integrazione scolastica dei disabili, il sostegno a favore dei soggetti affetti da dislessia, il primo intervento con 10 milioni di euro, il secondo con 350.000 euro, gli interventi sociali in favore dell’integrazione scolastica degli alunni non vedenti, incrementandolo e portandolo a 350.000 euro, il mezzo milione di euro che parte dallo scorso anno e che lasciamo quest’anno di spese per il contributo all’acquisto delle parrucche per i pazienti oncologici, i 12 milioni di euro delle azioni mirate per la non autosufficienza e le nuove povertà, il milione di euro per il recupero e riutilizzo di eccedenze alimentari (una nuova proposta di legge), i 16,5 milioni del Fondo globale socio-assistenziale, i contributi a favore delle associazioni a tutela degli invalidi, i 350.000 euro per l’assistenza ai malati oncologici, i 4,5 milioni per l’ampliamento dell’impiantistica sportiva in Puglia, per gli impianti pubblici, i 3 milioni e 200.000 euro di fondo per la prima dote per i nuovi nati, il milione e 400.000 euro per i trasferimenti alle aziende sanitarie per l’assistenza economica ai pazienti psichiatrici.
Posso continuare a citare queste spese, che sono la parte su cui si concentra la stragrande maggioranza del bilancio, non l’articoletto di 150.000 euro su cui fare la propaganda. Ci sta, ma ragioniamo prima di questo, ragioniamo prima della sostanza del bilancio e poi andiamo anche a vedere l’articoletto che rappresenta lo 0,01 per cento del bilancio regionale.
Questo è il tema su cui dovremmo sforzarci: i 30 milioni di euro per la sanità, i 20 milioni per le quote degli investimenti in sanità relative agli acquisti di attrezzature sanitarie, manutenzioni straordinarie degli immobili, i 10 milioni di euro per il contratto integrativo della medicina generale per garantire gli accordi sottoscritti con i medici. Con il collega Sebastiano Leo abbiamo coperto, come l’anno scorso, tutte le istanze e i bisogni di diritto allo studio: 10 milioni di euro i contributi agli enti locali per il diritto allo studio, 7 milioni 600.000 euro di trasferimenti all’ADISU interamente dedicati alle borse di studio, ai prestiti d’onore per gli studenti universitari. Di questo, chiedo alla mia collega Laricchia, che cosa pensate? Di queste misure cosa pensate voi? Abbiamo fatto bene o abbiamo fatto male? Sono cifre più sostanziose rispetto a qualche istanza specifica che è nel bilancio e che nasce con lo spirito che descriveva Enzo Colonna prima. Questa è la dinamica di fondo.
Con il collega Mazzarano abbiamo messo altri 5 milioni di euro per il sostegno agli interventi di efficientamento energetico, altri 3 milioni di euro per i distretti urbani del commercio. Queste sono politiche concrete su cui noi interveniamo. Sul turismo e sulla cultura, con l’assessore Loredana Capone, passiamo ad uno stanziamento di 16,5 milioni di euro su questo settore, al netto naturalmente dei fondi strutturali su cui vi ho detto prima abbiamo fatto un grosso investimento come quota di cofinanziamento.
Questo è il bilancio 2018 della Puglia, un bilancio che guarda al sociale e guarda al sociale sulla base dei numeri, sulla base degli investimenti fatti. Abbiamo ripreso per 1,5 milioni i contributi per gli autistici che si avvalgono del metodo ABA, facendo un incremento rispetto alla cifra che abbiamo trovato all’inizio di questa legislatura.
Ecco, questi sono gli interventi su cui noi ci siamo concentrati. I 6 milioni di euro con l’assessore Caracciolo, 3 milioni e 3 milioni, a sostegno dei Comuni per contrastare le discariche abusive per la decontaminazione dell’amianto, altri interventi concreti che hanno un impatto sulla vita dei cittadini e sugli amministratori. Stiamo parlando di questo, di un bilancio che ha una visione ampia e che prova a dare risposte alle molteplici istanze che provengono dal territorio. Un bilancio in ordine, che ha avuto anche quest’anno il parere favorevole da parte del Collegio dei revisori, il giudizio estremamente positivo dell’ottobre 2017 dell’agenzia internazionale indipendente Moody’s.
Insomma, noi possiamo essere orgogliosi di come orientiamo questa spesa, perché parte dal sostenere i cittadini più deboli e investe nell’innovazione complessivamente, in tutti i settori che compongono la vita di questa terra.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, con l’intervento dell’assessore Piemontese la seduta è sciolta. Riprenderà domattina, alle ore 11. Prego la massima puntualità domattina.
Trasmetteremo adesso ai dirigenti gli emendamenti, perché possano stilare i referti.