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C.r. Puglia 12.12.17
FILE TYPE: Video
Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Diamo per approvato il verbale della seduta precedente.
Hanno chiesto congedo i colleghi Mazzarano e Perrini.
Prima comunicazione. A seguito del coordinamento formale, è stato necessario apportare al testo unificato del disegno di legge n. 67, approvato con deliberazione consiliare n. 155 del 5 dicembre, le seguenti correzioni: al primo periodo del comma 1 dell’articolo 7, la parola “consiliare” è stata eliminata; il comma 3 dell’articolo 7 è stato riformulato come segue: “Il Piano ha durata quinquennale. Sei mesi prima della scadenza la Giunta regionale, previa acquisizione del parere del Comitato tecnico regionale e del parere della Commissione consiliare competente, approva il piano valevole per il quinquennio successivo”; il secondo periodo del comma 2 dell’articolo 45 è stato riformulato come segue: “La Giunta regionale regolamenta, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i casi e le modalità di sospensione e revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività di tassidermia e imbalsamazione”.
La Conferenza dei Presidenti del 4 dicembre ha deciso di rinviare per approfondimenti alla III Commissione la proposta “Norme in materia di concreta attuazione in Puglia della legge n. 194”.
La I Commissione consiliare permanente ha trasmesso a questa Presidenza il resoconto del Comitato Tecnico Regionale. Il Consiglio dei ministri, in data 11 dicembre, ha deliberato la non impugnativa per la legge della Regione Puglia n. 40, il Co.Re.Com..
Sono stati assegnati alla I Commissione una serie di debiti fuori bilancio; alla II Commissione la proposta di legge a firma del consigliere Colonna “Modifica della legge regionale numero 28”; Commissione III, proposta di legge a firma dei consiglieri Santorsola, Zinni, Leo, Colonna, Mennea, Borraccino “Norme per la promozione del parto a domicilio nelle case del parto”.
Interrogazione Trevisi, Di Bari: “Programma Garanzia giovani”;
Trevisi, Laricchia: “Stato di attuazione delle previsioni del Piano regionale amianto”;
Galante: “Lavori di sistemazione idraulica del fiume Lato”.
Gatta: “Adeguamento ai requisiti strutturali, tecnologici e strumentali dei reparti operatori”.
Mozione Galante, Conca: “Abolizione Commissioni invalidi ASL”.
Passiamo all’ordine del giorno.
Adesso chiamiamo il punto n. 1.
Do la parola al Presidente Pino Romano, per la relazione.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Presidente, ritorniamo in Aula sulla legge n. 9 per alcuni impegni formalmente assunti dal Presidente Emiliano rispetto ad alcuni approfondimenti sulla legge n. 9, richiesti dalla struttura tecnica nazionale, prima dell’approvazione in Aula della legge.
Avendo assunto il Presidente Emiliano impegni formali circa la rivisitazione di alcune incongruenze tra testo nazionale e fattispecie regionale rispondiamo con la rivisitazione del disegno di legge stesso.
Passo alla relazione. Il presente ddl di modifica alla legge n. 9 del 2 maggio 2017 viene proposto in adesione alle osservazioni formulate dal Ministero della salute nella nota del 26 giugno 2017 ed a seguito della riunione congiunta del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, tenutasi presso il Ministero delle finanze, durante la quale è stata rilevata la necessità di attribuire alla competenza regionale il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di tutte le strutture, ancorché rientranti nella specialistica ambulatoriale, fino ad oggi di competenza comunale. Questo è il meno congruo delle osservazioni.
Si precisa che il testo originario del disegno di legge in oggetto conteneva ulteriori modifiche non attinenti alle prescrizioni ministeriali. Pertanto, la Commissione, nella seduta del 28 settembre, ha ritenuto opportuno chiedere al Governo regionale di modificare la legge n. 9 limitatamente alle osservazioni ministeriali. Nella seduta del 5 ottobre, su proposta del Governo, è stato emendato il DDL n. 166 del 2 agosto, recependo solo le modifiche ministeriali.
Il presente provvedimento non comporta implicazioni finanziarie a carico del bilancio regionale.
La struttura amministrativa della III Commissione ha rivisto il disegno di legge secondo le regole del drafting normativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Intanto chiedo ai consiglieri di prendere posto, perché dobbiamo cominciare a votare. Spero che non cominci a venir meno il numero legale. Chiedo agli assessori di stare con me seduti per un po’. Non dico per molto tempo, ma per un poco.
Allora, sto per proporvi, al fine di accelerare i lavori, in attesa che gli emendamenti vengano catalogati, numerati e distribuiti, di passare al punto n. 2), che riguarda le modifiche agli IRCCS, in modo tale che lo votiamo dato che non ci sono emendamenti e non ci sono problemi, e così procediamo. Okay? Bene.
Prego, Presidente Romano.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, con la legge n. 17 del 29 maggio è stata emanata la nuova disciplina regionale in materia di organizzazione e funzionamento degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) di diritto pubblico della Regione Puglia, che ha sostituito integralmente la precedente disciplina di cui all’articolo 14 della legge regionale 12 agosto 2005, n. 12, determinandone un testo compiuto.
Il Ministero della salute ha formulato sulla suddetta legge le seguenti osservazioni: primo, la previsione del Collegio di direzione non risulta in linea con quanto disposto dall’articolo 8 dello schema tipo di Regolamento di organizzazione e funzionamento degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, a norma del quale sono organi dell’istituto il Consiglio di indirizzo e verifica, il direttore generale, il direttore scientifico ed il Collegio sindacale; secondo, l’assegnazione al direttore generale degli obiettivi annuali di ricerca e assistenziali non risulta in linea con le attribuzioni del direttore scientifico del medesimo istituto, che in generale è responsabile della ricerca ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 288/2003, e successive modificazioni, nonché ai sensi dell’articolo 12 del citato schema tipo di Regolamento allegato all’atto di intesa del 1° luglio 2004.
Il Ministero dell’economia e delle finanze ha formulato un’osservazione in relazione all’articolo 10, comma 1, della legge n. 17, che si pone in contrasto con l’articolo 10, comma 19, del decreto legislativo n. 98/2011, che prevede espressamente che i rappresentanti del Ministero dell’economia e delle finanze, nei Collegi di revisione o sindacali delle Pubbliche amministrazioni, di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto 30 marzo 2001, n. 165, e delle autorità indipendenti, sono scelti tra gli iscritti in un elenco tenuto dal predetto Ministero in possesso di requisiti professionali stabiliti con decreto di natura non regolamentare, adeguati per l’espletamento dell’incarico.
Con il provvedimento che si sottopone oggi all’esame dell’Assemblea si recepiscono i rilievi formulati dal Ministero della salute e dal Ministero dell’economia e delle finanze.
Si evidenzia, infine, che il provvedimento in argomento non rientra nella fattispecie di cui all’articolo 34 della n. 28 del 16 novembre 2001, né tantomeno nella fattispecie di cui all’articolo 38 del decreto legislativo n. 118/2011.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Romano.
Come avete poco fa ascoltato, ci sono puri e semplici adeguamenti alle osservazioni dei Ministeri. Quindi, passo all’articolato.
Articolo 1. Non ci sono emendamenti, ovviamente.
Votiamo l’articolo 1.
[…] posso pregarvi. Io sono un notaio qui.
Bene. Non siamo in numero legale. Ci aggiorniamo fra un’ora.
Consiglieri, per favore, prendete posto. Cominciamo.
Collega Di Bari, dobbiamo cominciare a votare.
Riprendiamo da dove ci siamo fermati. Stavamo votando l’articolo 1 del disegno di legge n. 182, secondo punto all’ordine del giorno.
Articolo 1.
[…] favorevoli 26. È approvato.
Votiamo l’articolo 2.
[...] favorevoli 26.
È approvato.
Votiamo l’articolo 3.
Presenti 32, votanti 27, favorevoli 27, astenuti 5.
È approvato.
Votiamo l’articolo 4.
Presenti 31, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 5.
È approvato.
Votiamo l’articolo 5.
Presenti 31, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 6.
È approvato.
Votiamo l’intera legge.
Presenti 32, votanti 27, favorevoli 27, astenuti 5.
È approvata.
In attesa di sistemare un paio di emendamenti arrivati poco fa, comunico che il punto n. 3) all’ordine del giorno è rinviato. Il punto n. 4) è rinviato. Andiamo al punto n. 5).
Credo che la relazione la possiamo dare per letta.
È il disegno di legge n. 203. Sono anche questi adeguamenti a osservazioni del Governo nazionale. Non ci sono emendamenti.
Votiamo l’articolo 1. Siamo al punto n. 5) all’ordine del giorno.
Sulla legge di cui al punto n. 1) non accetto più emendamenti. Non è possibile procedere così. Adesso si tratta di andare a rinumerare tutto. Abbiate pazienza.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Articolo 2.
Presenti 30, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 5.
È approvato.
Articolo 3.
Presenti 31, votanti 27, favorevoli 27, astenuti 4.
È approvato.
Articolo 4.
Presenti 30, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 4.
È approvato.
Votiamo l’intera legge.
Presenti 33, votanti 27, favorevoli 27, astenuti 6.
È approvata.
Come concordato nella Conferenza dei Presidenti il punto n. 7) è rinviato, per cui passiamo al punto n. 8): Proposta di legge di iniziativa popolare sui progetti integrati.
Consigliere Pentassuglia, la diamo per letta? C’è una lunga relazione. Decidesse il Presidente. Okay.
Prego, consigliere Abaterusso.
Speaker : ABATERUSSO.
Grazie, Presidente.
I Comuni di Alessano, Andrano, Acquarica, Bagnolo, Cannole, Castro, Castrignano, Corsano, Cursi, Diso, Gagliano, Giurdignano, Minervino, insomma trentuno Comuni della provincia di Lecce e del Capo di Leuca hanno presentato al Presidente del Consiglio regionale questa proposta di legge “Norme per programmi d’Area Integrati”.
Questa proposta di legge, in sostanza, dando per letta la relazione e facendo una breve sintesi, propone che i Comuni, non solo quelli che sono i firmatari di questa proposta, ma tutti i Comuni di Puglia, possono mettersi insieme e possono chiedere e ottenere sia da parte della Regione Puglia sia da parte dell’Unione europea programmi concordati che guardano al loro presente e al loro futuro.
È un’esperienza importante, questa, che permette per la prima volta in questa regione che i Comuni siano i soggetti che decidono il loro futuro e che insieme possano organizzare la distribuzione di risorse al servizio di progetti ben individuati.
Io credo che questo sia un esperimento importante, che vale per tutta la regione, per tutta la Puglia, che potrà sicuramente essere seguito da altri sindaci di altre Amministrazioni e da altri Comuni di tutta la regione.
Questa proposta di legge è stata approvata in maniera spedita nella Commissione IV grazie all’azione veloce del Presidente Pentassuglia, con parere positivo da parte della V e della VI, tutte e tre le Commissioni – lo voglio sottolineare – hanno deliberato l’approvazione di questa proposta all’unanimità, e di questo noi ringraziamo tutti i componenti.
Spero che in maniera altrettanto veloce questa proposta venga approvata oggi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Abaterusso.
Due assessori che erano qui seduti sono scomparsi. Dobbiamo votare. Avete un telecomando?
Articolo 1. Votiamo.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato.
Articolo 2.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato.
Articolo 3.
Articolo 4.
Presenti 32, votanti 31, favorevoli 31, astenuti 1.
Articolo 5. C’è un emendamento aggiuntivo?
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato.
Adesso avete sul tavolo un emendamento aggiuntivo, a firma di Colonna, Programma d’Area integrati interregionali.
È un emendamento aggiuntivo dopo l’articolo 5. L’hanno distribuito sul tavolo, da solo. C’è un unico emendamento a questa legge. Non l’avete distribuito? È possibile?
Chiedo agli addetti d’Aula se hanno distribuito le copie. È un articolo solo, unico.
La parola al collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Buongiorno. Grazie, Presidente.
Si tratta semplicemente di un articolo che prevede la possibilità di utilizzare questo strumento di programmazione che coinvolge più livelli istituzionali e in particolare prevede una gestione aggregata o coordinata di funzioni di enti locali. Estende quindi la possibilità di applicare questo strumento del programma d’area anche ad ambiti territoriali di carattere sovra regionale. Ovviamente un’ipotesi del genere non può essere contemplata semplicemente con la legge, ma l’articolo prevede sostanzialmente che la Giunta regionale in un’ipotesi del genere avvii un tavolo tecnico interistituzionale, quindi con il coinvolgimento dell’altra Regione interessata, oltre che degli enti locali della Regione interessati perché si addivenga alla definizione dei contenuti, degli obiettivi di un programma d’area, le risorse, le misure, il coordinamento interistituzionale e così via. Il tutto poi è finalizzato alla sottoscrizione di un accordo di programma o intesa, ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, che è necessario qualora si intervenga a modificare o incidere sui procedimenti amministrativi, tant’è che il 117 della Costituzione poi prevede questa possibilità di intesa tra le Regioni. Il tutto poi deve passare da una ratifica del Consiglio regionale, ove si addivenga allo strumento dell’intesa.
Se, invece, il livello dell’accordo non contempla modifiche di carattere procedimentale o modifiche sulla gestione e l’esercizio di funzioni amministrative proprie, in questo caso non è necessaria l’intesa, ma è sufficiente un accordo. Quindi, semplicemente l’articolo contempla questa possibilità di un accordo su un programma d’area sovraregionale e definisce sostanzialmente lo strumento attraverso cui si addiviene all’individuazione del programma d’area nell’accordo o nell’intesa che seguiranno il regime proprio previsto per legge o un accordo, che non passa dal Consiglio, o l’intesa, che deve necessariamente passare attraverso il Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 117.
Si precisa, sempre nell’articolo, che in questo caso si deve trattare sempre di un ambito territoriale caratterizzato da omogeneità di carattere economico, culturale e sociale, e devono coinvolgere comuni che siano tra loro contigui uno all’altro, restando quindi sempre nell’ottica e nell’impostazione definita dalla proposta di legge che stiamo esaminando.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Colonna.
Speaker : COLONNA.
Presidente, se posso permettermi, giusto per essere ancora più concreto, il pensiero va ad aree ovviamente limitrofe ad altre regioni che già vivono forme di simbiosi, di connessioni strette dal punto di vista economico, sebbene non di tipo amministrativo, a cui eventualmente si potrebbe sopperire con questo strumento. Penso all’area della Murgia, con le relazioni strettissime con la Basilicata, penso a tantissimi territori del foggiano, con le connessioni strette con il Molise, con la Campania e con la Basilicata. Cioè, pensiamo a queste aree contermini che possono vedere nello strumento del programma d’area una forma coordinata di azioni tra le Regioni e gli Enti locali di ambiti territoriali regionali differenti.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Votiamo l’emendamento… Ma ho chiesto…
Votiamo.
Presenti 38, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 8.
È approvato.
Passiamo, adesso, all’articolo 6, ultimo articolo.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Adesso votiamo l’intera proposta di legge.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
È approvata.
Votiamo l’urgenza per alzata di mano.
È approvata.
Chiedo agli uffici se sono pronti gli emendamenti sul punto n. 1). Sono stati distribuiti a tutti? Li avete tutti? Bene.
Torniamo con un po’ di calma al punto n. 1) all’ordine del giorno.
L’assessore all’agricoltura mi chiede di poter svolgere il punto n. 5), quello sulla Xylella, visto che c’è un solo articolo, in attesa di completare per bene gli emendamenti.
Passiamo al punto n. 11).
Sulla Xylella alcuni emendamenti che sono arrivati per ultimi li stanno sistemando.
Donato, possiamo dare per letta la relazione? Va bene, grazie.
C’è una discussione generale su questo articolo 1? Nell’altra seduta l’assessore ha già illustrato le motivazioni dell’urgenza.
Votiamo? Aspettate. C’è Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente. Noi abbiamo già affrontato l’argomento nella IV Commissione senza la presenza del Presidente e dell’assessore, benché, ecco, si tratti di un argomento ancora molto, ma molto delicato.
È giusto che le eradicazioni vengano svolte, perché se la pianta è infetta, a prescindere dal fatto che sia una pianta monumentale o meno, rischia poi di far propagare il batterio e quindi poi distruggere tutte le altre. Quindi, da questo punto di vista siamo d’accordo, e ci mancherebbe altro. Tutti vogliamo frenare questo aspetto. Però, abbiamo ricordato in Commissione e lo ricordiamo quest’oggi in Aula che sull’argomento Xylella, su cui la Puglia e il Governo regionale avrebbe dovuto porre una particolare dedizione quotidiana, al di là di questi piccoli interventi normativi che servono un po’ a tamponare la gravissima situazione, non c’è null’altro, né di attività politica, né di attività di politica agricola.
Gli uffici sono in contatto con i Sindaci, fanno le trasmissioni e le comunicazioni, ma non c’è una seria e concreta attività di divulgazione delle buone pratiche per spiegare al meglio agli agricoltori e ai proprietari terrieri come cercare di evitare il propagarsi di questo fenomeno.
Io sono fortemente preoccupato, perché, pur non essendo arrivato nei territori più a nord della Puglia, la minaccia incombe ogni giorno da questo punto di vista e ricevo sollecitazioni e segnalazioni da parte di agricoltori e anche di Amministrazioni comunali. Per esempio, il Comune di Toritto ha già organizzato, e vi ho partecipato, un incontro istituzionale in cui ha chiamato la Regione, ma ha chiamato anche l’Università, perché temono che il propagarsi del batterio possa arrivare anche nel loro territorio.
Spero che ci sia un cambio di rotta rispetto all’atteggiamento sinora assunto da parte del Governo regionale. Noi non possiamo assolutamente considerare questa problematica quasi con atteggiamenti remissivi. Dobbiamo aggredirla, prima ancora che continui a propagarsi. Siccome ci sono sempre più nuovi casi che dimostrano che il batterio sta avanzando verso la zona di Bari, ultimamente anche a Cisternino, quindi al confine della provincia di Bari, sono state rilevate piante infette, io con toni pacati, assessore, e anche con la disponibilità a collaborare nelle attività in cui la Giunta avrà necessità di sostegno istituzionale penso che sia necessario dare una sterzata. E su questo dobbiamo metterci tutti quanti la faccia e l’impegno, perché non si può fare demagogia o strumentalizzazioni su un problema così importante, di rilevanza, a mio sommesso parere, internazionale, che però ad oggi resta ancora un argomento non adeguatamente attenzionato.
Voglio ricordare, non per richiamare o tirare le orecchie al Presidente, ma perché in effetti è così, che il Presidente Emiliano aveva garantito che il primo problema dell’agenda politica del Governo regionale da lui presieduto doveva essere la risoluzione della Xylella fastidiosa. Benissimo. D’accordissimo da questo punto di vista con il Presidente. Però, ahimè, purtroppo questo non sta avvenendo. Ci rendiamo conto che bisogna fare l’assessore alla sanità, bisogna fare il leader nazionale, bisogna fare anche il Presidente della Regione, quindi il tempo forse per occuparsi della Xylella è sempre più ridotto. Però, guardate, secondo me, come Regione Puglia stiamo affrontando questo problema con troppa superficialità e leggerezza. Lo ricordava il mio collega Marmo che è da nove anni che la Puglia convive con questa problematica, io sono in quest’Aula da due anni e cinque mesi e mi permetto di dire che in questi due anni e cinque mesi ho riscontrato, anche all’interno dei consessi istituzionali regionali, come per esempio all’interno della Commissione, che manca una seria e forte attività politica a contrastare questo batterio.
È chiaro che le piante vanno eradicate per evitare il propagarsi. Ma, al di là di questo piccolo intervento che oggi andiamo ad approvare in Consiglio regionale, ancora non vi è una visione completa di una politica che contrasti seriamente la Xylella fastidiosa.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente, mi associo alle parole che ha detto il collega Damascelli. Credo che la questione sia stata presa sotto gamba sin dall’inizio ed ora sia sfuggita di mano.
Innanzitutto, questa norma arriva tardi ed è scritta male. Probabilmente doveva essere scritta insieme agli altri Assessorati, agli altri uffici che si occupano proprio dei vincoli che sono qui elencati per mera descrizione. La domanda è questa: si può predisporre un disegno di legge senza indicare con precisione, con puntualità quali sono le norme derogate? Questa legge sembra un ordine del giorno. È come se il Consiglio, un giorno, si sveglia e dice: “Si predisponga una norma che vada in deroga”, quindi gli abbattimenti sono attuati anche in deroga a disposizioni normative e regolamentari, del tutto generiche, vigenti nella regione Puglia in materia di vincoli forestali, ambientali, idrogeologici e paesaggistici.
Prima c’era pure “eccetera” in Commissione. O si precisa quali sono le norme derogate o una norma così general generica è assolutamente inutile e non avrà alcuna efficacia. Come non è efficace il comma secondo, quello che ordina ai proprietari dei fondi di mettere in campo... “Le misure fitosanitarie obbligatorie sono disposte dal Servizio fitosanitario regionale e sono eseguite immediatamente dai proprietari conduttori”. E se questi non lo fanno, chi lo fa? Probabilmente doveva essere inserito che lo fa comunque la Regione o l’ARIF agendo, poi, in danno di coloro i quali non applicano le norme fitosanitarie.
L’altra cosa, Presidente, che ci rende molto perplessi rispetto a questa normativa e a tutta la conduzione dell’affare Xylella è che si sono spesi più soldi per la ricerca, che non è ancora compiuta, e meno soldi per l’abbattimento delle piante, che probabilmente andavano abbattute sette anni fa, otto anni fa, proprio attorno a Taviano, per evitare che si spargesse il virus in tutta la regione.
L’altra cosa che chiediamo al Governo regionale è una relazione puntuale al Consiglio che ci dica dove, come, quando e quante piante sono state abbattute in questo periodo, perché credo che ne sono state abbattute molto poche e il batterio dilaga, anche perché, ed è scritto male, non è il batterio che deve essere fermato, ma deve essere fermata la sputacchina che trasporta il batterio perché questo è un batterio immobile, che una volta entrato nei canali linfatici dell’ulivo addio. Il batterio è fermo. È la sputacchina che va aggredita con ogni mezzo possibile consentito dalla legge, anche quello che non è gradito agli ambientalisti, ma che la legge ci permette di utilizzare. Questo è quello che dobbiamo fare e noi non vediamo un’attività forte su questo tema.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Barone, prego.
Speaker : BARONE.
Grazie, Presidente. Noi riteniamo questo testo del ddl nel merito assolutamente condivisibile in quanto effettivamente c’è necessità di dar vita a delle misure di contrasto alla diffusione di questo batterio, misure che devono essere tempestive ed efficienti.
L’altro giorno in Commissione gli uffici tecnici hanno più volte spiegato quanto fosse difficile far andare avanti l’iter delle autorizzazioni magari per l’espianto, magari per venire meno a questi vincoli.
Capiamo perfettamente che c’è un problema effettivo nel poter contrastare il batterio in maniera efficace e tempestiva, però nel metodo questa proposta che oggi ci proponete non possiamo accettarla. Non la possiamo accettare perché, secondo noi, l’impianto della norma non è assolutamente consono e presenta diverse criticità, probabilmente anche dal punto di vista costituzionale.
Proprio in rapporto a tutto questo, chiediamo agli uffici legislativi della Giunta di poter fornirci l’ATN, perché l’ATN, anche in questo caso, laddove sono disegni di Giunta viene meno.
In questo caso, invece, andiamo in deroga alla legge regionale 29/2011, articolo 7, dove si dice che qualsiasi provvedimento, sia del Consiglio che della Giunta, deve essere fornito supportato dall’ATN. Invece in questo caso, se non la fretta, non c’è assolutamente un supporto di questo tipo ed è molto grave perché è una legge di questa maniera che va in deroga ai vincoli che discendono direttamente da norme statali riteniamo che debba necessariamente, forse più di altre proposte di legge, forse più di ddl, avere un supporto dell’ATN perché sono diverse le criticità.
Come diceva il consigliere Marmo. Prima di tutto sono norme assolutamente generiche. Parliamo in generale, parla in generale, appare totalmente generico, perché in generale parla di norme regionali che prevedono vincoli ambientali, paesaggistici o idrogeologici, ma non specifica quali sono queste norme. Soprattutto ricordiamoci che qualsiasi vincolo discende direttamente da norme statali, anche quelle regionali, pertanto si produce l’effetto di disporre, con una normativa regionale, deroghe a disposizioni di stretta competenza statale. Oltre al fatto che non siamo in uno stato di emergenza, ma in ordinaria amministrazione, in gestione ordinaria, quindi questa fretta… Capiamo che si potrebbe andare in ulteriore infrazioni e capiamo perfettamente l’esigenza degli uffici, ma riteniamo che non sia questo il metodo, cioè di andare in deroga a norme statali.
Anche se trattasi di applicazione di misure fitosanitarie obbligatorie che afferiscono alla materia della profilassi internazionale, non c’è nessuna legge regionale che può introdurre deroghe al regime vincolistico che abbia la sua fonte in norme statali, soprattutto laddove si tratta di materie, come in questo caso, riservate in via esclusiva al legislatore statale, ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione.
Vado avanti? No, non c’è l’ATN. In pratica, è soltanto dagli Uffici legislativi… Sì, però non spiega nel merito obiettivamente se questa legge… Va bene, andiamo avanti. Perfetto. Va bene.
Le criticità, per quanto ci riguarda, riguardano proprio la gerarchia delle fonti, poiché non può una legge regionale andare in deroga ai vincoli che derivano direttamente da leggi statali. Anche il PPTR, come ha già detto anche il consigliere Ventola durante la Commissione IV, quando fece riferimento a questo, è adottato ai sensi del Codice dei beni culturali e paesaggistici (Codice n. 42/2004), che deriva… In pratica cosa succede? Lo sapete meglio di me. Il PPTR è frutto di un’intesa interistituzionale tra il Ministero dell’ambiente, il Ministero dei beni e delle attività culturali e la Regione Puglia, e poi viene calato da norma statale e la Regione Puglia lo ha approvato a febbraio 2015 con la delibera di Giunta n. 176, e questo PPTR prevede tantissimi vincoli, alcuni regionali, che la Regione obiettivamente con questo DDL potrà superare, mentre altri vincoli sono prettamente statali. Tu dici di no, va bene. Mi contesti. Va bene, non fa niente.
Inoltre, l’eventuale violazione dei vincoli paesaggistici comporta una responsabilità penale, ai sensi dell’articolo 181 del Codice dei beni culturali, che verrebbe comunque superato da questo DDL.
Infine, ad ulteriore conferma dell’impossibilità del DDL di introdurre deroghe ai vincoli esistenti, va ricordato quanto prescrive l’articolo 183, comma 6, dello stesso decreto legislativo n. 42, che afferma: “Le leggi della Repubblica non possono introdurre deroghe ai princìpi del presente decreto legislativo” cosa che, invece, stiamo facendo oggi “se non mediante espressa modificazione delle sue disposizioni”.
Il progetto di legge che oggi ci presentate, quindi, vìola sia valori costituzionalmente tutelati, come la tutela del paesaggio (articolo 9) e quello dell’ambiente (articoli costituzionali), sia le disposizioni sul riparto di competenze che riserva alla competenza esclusiva statale la materia della tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali (articolo 117, comma 2, lettera s) della Costituzione).
Capiamo benissimo – ribadisco – nel merito che è giustissimo dare alla Regione degli strumenti più efficaci, più tempestivi, ma nella stessa maniera e nel bilanciamento, se vogliamo, tra i due interessi fondamentali, vale a dire la tutela del paesaggio e, dall’altro lato, quello di contrastare la diffusione del batterio, nella stessa maniera riteniamo che dovrebbe essere lo Stato... Magari sedetevi, coordinatevi con le norme statali, con il Governo, che è della stessa parte politica vostra, e magari date vita a una norma statale che può derogare tutti i vincoli di questo mondo. Non è una legge regionale che può derogare vincoli statali.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Colonna.
Speaker : COLONNA.
Presidente, questa discussione l’abbiamo anche svolta in Commissione. Io voglio ribadire, per rasserenare tutti, che la disposizione non si permette minimamente di toccare vincoli statali o normative statali. Si attiene, molto modestamente, a occuparsi dell’eventuale deroga, necessità di deroga di disposizioni normative e regolamentari della Regione Puglia, vigenti “della” Regione, non vigenti “nella” Regione Puglia. Non altro.
Voglio anche ricordare, siccome è un tema che abbiamo affrontato sempre in Commissione, il richiamo al PPTR. Il PPTR – mi possono correggere i colleghi con esperienze più collaudate della mia – contiene una serie di possibilità di deroga di per sé. Mi riferisco, ad esempio, a opere pubbliche, di interesse strategico, sistemazioni idrauliche. C’è tutto un sistema di regole e, come ogni regola, ha anche una previsione di eccezioni o deroghe alla disciplina di carattere generale.
Ci si sta semplicemente muovendo nel solco di prevedere, per le misure obbligatorie fitosanitarie, quelle imposte, rinvenienti, che hanno un fondamento nella Costituzione, articolo 17, comma 2, lettera q, cioè rivenienti e riconducibili a profilassi internazionali su cui noi non abbiamo alcun potere, alcuna competenza e alcun margine di elasticità, di deroga e quant’altro, stiamo dicendo che per l’attuazione di quelle misure fitosanitarie obbligatorie, la Regione, adeguandosi, procede in deroga. Qui si dà coerenza al sistema normativo in scala regionale. Voglio sottolineare il lavoro svolto con il Presidente Pentassuglia in Commissione, perché abbiamo anche, questo sì, circoscritto l’ambito rispetto alla previsione originaria, da qui la proposta agli atti, che modifica anche il titolo del disegno di legge, perché rispetto alla versione originaria che contemplava un corpo normativo autonomo, sebbene limitato a un solo articolo, che in via generale e generalizzata disponeva la deroga generalizzata a quel regime normativo regionale in materia di foreste, ambiente e paesaggio, noi abbiamo incanalato, invece, e ponderato la deroga solo con riferimento ad un corpo normativo esistente come era la legge sull’emergenza Xylella.
Abbiamo modificato l’intervento inserendo questo articolo a completamento, ad integrazione della legge sulla Xylella prevedendo che per le misure obbligatorie derivanti dall’applicazione di quella legge si possa procedere anche in deroga ai vincoli regionali in materia ambientale, paesaggistica, forestale e idrogeologica. Ridimensioniamo un po’ il tenore del nostro dibattito.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Congedo, prego.
Speaker : CONGEDO.
Grazie, Presidente. Non faccio parte della IV Commissione, quindi non ho seguito i lavori preparatori a questa proposta di legge, ne è stata letta la relazione. Per cui, volevo chiedere al Governo regionale se volesse illustrare il senso di questa proposta di legge. Non sono qui a ricostruire una vicenda della Xylella che per chi vive il territorio salentino è una vera e propria tragedia che si è abbattuta sul territorio sotto il profilo non solamente delle opportunità agricole e dell’economia, ma anche sotto il profilo della tradizione, della storia, della cultura che l’ulivo rappresenta.
Siccome in questi anni si è proceduto quasi in ordine sparso, e non starò qui a ricordare anche i proclami delle campagne elettorali, vorrei comprendere come questo provvedimento si innesta nel puzzle dei vari provvedimenti che la Regione ha fin qui attuato, per comprenderne fino a fondo il senso. Quindi, chiederei al Governo regionale se ritiene di illustrare il senso della legge e anche eventualmente di replicare alle osservazioni che sono arrivate dai colleghi circa non solo l’opportunità del provvedimento ma anche la compatibilità con il quadro normativo nazionale ed europeo.
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso il collega Di Gioia risponderà, però voglio ricordare che le motivazioni dell’urgenza furono già illustrate nel precedente Consiglio. Però, adesso provvederemo di nuovo a illustrarle.
Prego, consigliere Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Il disegno di legge non nasce così. Era diverso, era un disegno di legge ex novo. In Commissione, siccome ci siamo accorti che qualcosa non quadrava – ecco perché ho detto che non c’era il Governo, non perché volevo rimarcare l’assenza, ma perché volevo far notare che si è approvata un po’ in modo frettoloso –, è stato modificato. Ma l’ATN si riferisce al primo disegno di legge mandato in Commissione, che è un altro, che non è questo che è stato modificato. L’ATN si riferisce al disegno di legge originario. Poi in Commissione si è pensato di trasformare – ecco perché era importante la presenza della Giunta, in quanto disegno di legge, per capire se loro erano d’accordo – il DDL in un DDL di modifica della legge regionale sulla Xylella, aggiungendo un nuovo articolo, io direi posticcio.
Del resto, all’interno della legge sulla Xylella ci sono già gli articoli dove è prevista l’eradicazione, dove ci sono i divieti, dove ci sono gli obblighi e quant’altro. Quindi, magari era opportuno creare un comma ad hoc per integrarlo all’interno della legge sulla Xylella e non aggiungere un ulteriore articolo che è all’ultimo posto, dopo le norme finali, rendendo la precedente legge anche un po’ disorganica. Di qui la necessità di evitare un’approvazione frettolosa.
Lo ripeto, non è soltanto nella sostanza ma anche nella forma che è importante in questo caso. Non stiamo dicendo che non vanno abbattuti. È chiaro che vanno eradicati perché sono infetti, ci mancherebbe altro, però questo articolo aggiuntivo a noi sembra una cosa posticcia, fatta in modo frettoloso e che può soltanto arrecare ulteriore disorganicità ad una legge esistente.
Tra l’altro, lo ribadisco, l’ATN si riferisce – se leggete – al DDL iniziale: “Sotto il profilo del drafting, la scrittura è corretta, ma si suggerisce di rubricare l’articolo 1 nel seguente modo: ‘Ambito di applicazione destinatari’”. Invece, l’attuale DDL che noi stiamo trattando parla di modifiche e integrazioni alla legge regionale n. 4/2017. Due cose discordanti tra loro.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Amati.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Noi voteremo a favore del disegno di legge. Non l’avremmo annunciato e avremmo votato di default se nessuno avesse eccepito, sull’attività del disegno di legge, la proposta del Governo.
Interveniamo anche perché noi non vorremmo che alla fine di questa discussione i titoli o i post sui social fossero di questo tenore: “La Xylella non esiste, è un grande complotto e viene utilizzata per favorire la speculazione paesaggistica”. Verosimilmente, mi pare ci siano tutti gli elementi sintomatici per poter raggiungere questa conclusione di comodo. Vi faccio vedere perché. Se provate a fare l’anatomia dell’intervento della collega Barone (mi interesserebbe sapere chi ha collaborato nella scrittura di quelle teorie giuridiche), l’intervento classicamente fa “la mongia e la pongia”, come si dice da queste parti, cioè da un lato dà ragione alle tesi negazioniste, però senza dirlo; dall’altro, invece, vuole dare ragione agli agricoltori, senza dirlo. Insomma, lo schema è sostanzialmente questo.
Noi mica contestiamo che si debba intervenire. Noi poniamo problemi legulei. Questo è in sostanza. Così, alla fine di questa seduta di Consiglio regionale, si può dire a chiunque si dovesse incontrare: “Noi abbiamo sostenuto le vostre ragioni”. Provate a fare l’anatomia dell’intervento e vi accorgerete che questo è.
In particolare, noi ci renderemmo conto che uno degli argomenti più utilizzati è quello della tutela paesaggistica. È stato detto, e la collega Barone, che è deliziosa nel suo comportamento nei confronti dei colleghi, me lo riconoscerà, che con questa norma si violano le disposizioni regionali in materia di Piano paesaggistico ed è stato utilizzato l’argomento della co-pianificazione così come deriva dal testo unico.
Il Piano paesaggistico si occupa di due cose, di vestire i vincoli, come si dice, perché c’è un’attività di vestizione dei vincoli, che sono i beni così qualificati dalla legislazione nazionale su cui la Regione non può fare nulla, e individua gli ulteriori contesti, che è una attività discrezionale di tipo regionale.
La co-pianificazione servì soltanto ad accelerare il procedimento di rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche. Ciò vale quanto dire che in virtù della co-pianificazione in Puglia gli interventi coerenti con il Piano paesaggistico sugli ulteriori contesti non hanno bisogno del parere della Sovrintendenza. Esattamente perché ci fu la co-pianificazione. Ai sensi della disposizione del testo unico dei beni culturali ambientali la situazione è questa. La norma cosa dice? La norma dice, con riferimento agli ulteriori contesti, poiché c’è un problema di profilassi internazionale coperto dalla lettera q) dell’articolo 117, secondo comma, della Costituzione, competenza esclusiva dello Stato, la quale può interferire con competenze esclusive della Regione, la norma proposta dal Governo dice che in questa materia è possibile derogarvi. Punto. Non c’è stato nessun attentato né a beni paesaggistici, la cui regolamentazione è assegnata alla Regione, né a valori idrogeomorfologici, la cui fonte di riferimento del vincolo è legislazione sovraregionale, cioè statale, e non c’è nessuna ovviamente violazione in tutte le altre materie.
Alla fine, questa legge serve soltanto per accelerare un processo che non può trovare sulla sua strada l’interferenza delle varie normative, comprese quelle regionali.
È, come direbbero gli inglesi nella loro attività amministrativa, una legge che ad esempio alla funzione one shot del provvedimento amministrativo, cioè tu una volta parli e, quando parli, inglobi in quel provvedimento tutte le discipline, i nullaosta, le autorizzazioni o i pareri favorevoli di tutte le autorità amministrative che concorrono. Magari nella nostra burocrazia e nella nostra amministrazione fosse sempre così.
Noi purtroppo – ed è questo il vero dramma – sappiamo rispondere in questo modo soltanto quando siamo presi dall’emergenza. Insomma, l’Italia è il Paese che vive nello stato di eccezione e nello stato di eccezione dà il meglio di sé, e produce anche perle di buona amministrazione e di buona risposta amministrativa ai problemi che si presentano.
Per questi motivi voteremo convintamente “sì”, perché non attentiamo a nessun bene protetto da disciplina sovraordinata rispetto alle competenze della Regione, ma proteggiamo o tentiamo di proteggere il nostro territorio da ulteriori avanzate della contaminazione da Xylella.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, assessore Di Gioia.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Il tema della Xylella è sempre molto avvincente. Diciamo che, comunque, quello che deve rimanere, credo, costante negli interventi di tutti quanti è la logica di voler portare un contributo alla discussione, perché tutta la materia deve essere incentrata alla maggiore possibile velocità di attuazione di quelle che sono le prescrizioni.
Per come la vedo io, e questo lo dico ai colleghi che sono intervenuti, il decreto del Ministero, che è quello che implementa la decisione europea, è immediatamente efficace in Puglia. Anzi, è obbligatorio attuarlo. Nella parte finale – il decreto è un articolo unico – è scritto esplicitamente che il presente decreto che istituisce le misure fitosanitarie per contenere la diffusione della Xylella, la cui lotta è obbligatoria nel territorio della Repubblica italiana, e approva il Piano nazionale di emergenza. Quindi, per quanto mi riguarda la semplice indicazione nel decreto e, quindi, la semplice decisione della Commissione rende obbligatorio il taglio, in deroga a tutte le leggi anche nazionali.
Che cosa è successo? Che i nostri funzionari, di fronte a una norma che è sovraordinata, che è questa decisione europea trasferita in un decreto, si trovano, però, a dover avere a che fare con tutta una parte di Regione che si occupa di questi vincoli e con una prassi, che è quella, comunque, di rispettare le leggi regionali.
Per facilitare il compito a queste persone e per evitare che questa attività fosse oggetto di un’eventuale attenzione agli occhi superficiali di chi poteva pensare che si stava autonomamente derogando a delle leggi, gli uffici hanno chiesto comunque di scrivere una norma che sancisse questa deroga sulla legislazione regionale. Per andare incontro a chi lavora e a chi assume queste responsabilità, io mi sono fatto carico di fare questo disegno di legge, che poi, per opportunità della Commissione, è stato aggiunto quale articolo alla vecchia legge sulla Xylella, ma che per me è assolutamente non dico “inutile”, però è semplicemente un modo per mettere agli atti di una legislazione regionale, che ovviamente non è notiziata delle sopravvenute norme di rango superiore, che esiste questo problema e che lo si affronta con questa modalità.
Il decreto del Ministero impone obbligatoriamente le cose che stiamo dicendo qui dentro e secondo me i funzionari che non dovessero attuarlo sono passibili di essere “accusati” di rallentare misure obbligatorie a tutela della integrità e della salvaguardia nazionale in termini fitosanitari. Questo è un di più che si fa per rispetto a chi pone in essere le attività amministrative e credo sia un di più scritto anche in maniera molto giusta, come diceva il consigliere Amati, che ricollega l’efficacia e l’applicabilità di questa norma agli atti amministrativi che ciascuno, poi, deve firmare e sottoscrivere.
Visto che l’attività sulla Xylella è stata oggetto anche di un’attenta analisi di organi giurisdizionali, quindi è sempre bene essere cauti e essere consequenziali anche nell’applicazione delle norme, si è ritenuto bene di formalizzare questa attività all’interno della legislazione regionale. Però tutto questo impegno a bloccare un’attività obbligatoria, un’attività che è già, secondo me, consentita ed è un’attività a tutela dei territori credo sia sprecato. È un modo, secondo me, non corretto di affrontare il problema della Xylella.
La Regione ha l’obbligo di fare questi tagli. Chiedo semplicemente che chi li fa non debba passare un guaio per aver rispettato una decretazione nazionale a dispetto di norme che hanno altre funzioni e che hanno altri obiettivi, che saranno pure giuste, ma che in questo caso diventano dei vincoli amministrativi insopportabili e non compatibili con la tempistica che ci viene imposta. Qui nessuno si è svegliato pensando di fare le deroghe per fare le cose così, senza regole.
Stiamo facendo ciò che ci viene obbligatoriamente chiesto dalla Commissione europea. Questo è il senso di questo articolo, che se non fosse per il rispetto alle persone e ai dirigenti che firmano, che hanno ricevuto attente analisi anche nel merito delle istruttorie che hanno preparato sui singoli provvedimenti, che sono soggetti a controlli giornalieri del Ministero, della Commissione, della magistratura, se non fosse per rispetto a loro, avrei anche evitato di portare, ma che sicuramente non disturba all’interno delle norme regionali e che diventa perfettamente coerente con quello che sta sovraordinato alla nostra legislazione.
Per questo motivo, vi chiederei di rivedere la posizione e di votarlo all’unanimità, quantomeno per garantire questa unitarietà di intenti sul taglio degli alberi, che diventa per noi una delle attività più importanti. Gli alberi sono stati tagliati al 97 per cento di quelli trovati malati. Poi faremo la relazione che chiede il consigliere Marmo, in modo che sia quanto più aggiornata. Questo 3 per cento che manca è o vincolato a decisioni del TAR, e abbiamo visto che il TAR, dopo due anni e mezzo, ha detto che avremmo potuto abbattere gli alberi in origine, quando le procedure amministrative furono fatte e furono corrette, e una parte perché legati a questi vincoli dove gli uffici non se la sentono di affrontare la materia direttamente, pur, secondo me, avendo un supporto legislativo e sovraordinato. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Passiamo al voto. Votiamo l’articolo 1. Credo che dovremo fare una sola votazione, tanto è un articolo unico.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Speaker : VENTOLA.
Signor Presidente, assessore, colleghi consiglieri, in Commissione ho seguito personalmente questa attività e il nostro voto è stato di astensione proprio perché avevamo, e permangono ancora, dei dubbi legati alla possibilità di derogare con una norma generica tutto un sistema vincolistico, seppur di carattere regionale, perché ogni vincolo ha una sua norma tecnica di attuazione e andandolo a modificare bisognerebbe entrare nel merito di ogni singolo vincolo.
Condivido appieno il suo intervento, assessore. Questo è un disegno di legge che non serve. Obiettivamente non serve, perché comunque non preclude la possibilità del legittimo proprietario di ricorrere al TAR o altro. Quello che, invece, è emerso in Commissione, ed è piuttosto grave rispetto a quelle che sono le competenze regionali, è la difficoltà dell’Osservatorio fitosanitario, perché è scarso di risorse umane. Non ha persone per poter effettuare tutti questi interventi. Ed è emerso anche in Commissione che la stessa ARIF, che si è rivolta a professionisti esterni, al quale ha chiesto ausilio, la maggior parte si sta tirando indietro di questi professionisti, perché le somme messe a loro disposizione non coprono nemmeno le spese di spostamento.
Allora, quello che servirebbe è una norma o, meglio, un intervento della Giunta che sostenga l’attività dell’Osservatorio fitosanitario, mettendo a loro disposizione delle risorse umane e delle risorse economiche per poter fare bene il loro lavoro, altrimenti non ce la fanno, e che riveda le tariffe messe a disposizione, che l’ARIF ha approvato, rivolgendosi a professionisti esterni, perché se fino a qualche mese fa erano una settantina le professionalità che avevano dichiarato la loro disponibilità a collaborare, oggi si sono ridotte a meno di trenta.
In più, probabilmente era l’occasione per affrontare in maniera non emergenziale, ma in maniera ordinaria le competenze regionali sulla Xylella, perché l’emergenza è finita da tempo. Abbiamo protestato, non noi, ma si è protestato a livello regionale contro i poteri commissariali, si è parlato tanto di chi doveva fare cosa, ora che siamo noi competenti, grazie a Dio c’è un decreto ministeriale che impone, lo ripeto, se si tratta di sostenere l’Osservatorio fitosanitario mettendo a loro disposizione risorse umane e risorse economiche è bene, altrimenti questa norma, concordo con lei, non serve a nulla. E impegnare il Consiglio su qualcosa che può comunque lasciare un’alea di giudizio in sede di ricorso da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri su un argomento del genere io lo eviterei proprio, perché quello che direbbe il Ministro Martina è: “Ma che cosa state facendo? Vi ho già fatto un decreto per poter intervenire, che cosa intervenite? Che cosa intervenite? In una Regione che si è dotata di una legge speciale a tutela dell’ulivo secolare”. Cioè, noi siamo la Regione che ha tutelato la pianta dell’ulivo e noi stessi oggi diciamo, con una norma generica, di poter derogare a qualsiasi cosa, perché non si ha, questo sì, il coraggio di dire che probabilmente abbiamo perso troppo tempo e che il Piano Silletti, che qualcun altro aveva imposto, probabilmente era quello più giusto, e che sicuramente il Piano Silletti andava supportato con le risorse economiche e finanziarie non solo recuperare gli stessi agricoltori che hanno subìto questo danno con un giusto e sacrosanto ristoro, ma anche quei proprietari di ulivo che non sono agricoltori a titolo principale e che sono esclusi da qualsiasi tipo di ristoro. Ci sono tanti pensionati, c’è tanta gente che ha ereditato, che non la ritiene la sua attività prioritaria e che oggi è esclusa da questi livelli di ristoro.
Io vi inviterei a soprassedere su questa legge e ad attuare quello che è previsto dal decreto ministeriale, mettendo a disposizione persone, risorse umane e soldi all’Osservatorio fitosanitario e all’ARIF.
Per queste ragioni, e non per il merito, ma per queste sacrosante ragioni, invito l’assessore e il Governo regionale, una volta per tutte, a dirci qual è il proprio “piano strategico” per affrontare un tema che non è emergenziale. Non è il terremoto, che è successo adesso e, magari, succederà chissà quando. Bisognerà convincere i nostri agricoltori che con questa malattia, purtroppo, bisognerà convivere per i prossimi anni. Bisogna avere il coraggio di dire che non è un’emergenza, ma è diventata una patologia, che oggi si chiama Xylella, ma fra non molto sentiremo altri organismi di patogeni da quarantena che non sono stati assolutamente più presi in considerazione dall’Osservatorio fitosanitario perché sono poche persone. Se fra un po’ non si produrranno più le percoche a Loconia piuttosto che altri prodotti in altre realtà perché non si sta facendo questo tipo di attività, è chiaro che poi avremo emergenze perenni.
Per queste ragioni, il nostro voto sarà contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Per l’ultimo intervento, consigliere Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente.
Molto velocemente, non solo per il voto favorevole, ma per un richiamo al Governo regionale, quello che è venuto fuori dalla Commissione. Lo accennava il collega Ventola, come Presidente della Commissione, ma a titolo davvero personale, come consigliere regionale, richiamo l’assessore al personale e l’assessore all’agricoltura a guardare con attenzione all’Osservatorio fitosanitario. Le incombenze sono tante. Possiamo fare qualsiasi norma. Il personale è all’osso e le competenze sono tantissime. Bisogna lavorare a stretto contatto con i centri di ricerca e con le università. Il personale non è in grado di adempiere a tutti gli obblighi che cadono sull’Osservatorio.
Oggi stiamo parlando degli ulivi. Ci possono essere altri patogeni. Io non entro nel merito, però, vista la forte azione di messa in campo di nuovo personale nell’ambito regionale, c’è uno sforzo da compiere, in qualsiasi modo vogliate affrontarlo: quello del personale, perché davvero, con una struttura così all’osso, non so come si potrà arginare un fenomeno così dilagante, che ormai ha attraversato già la provincia di Brindisi ed è alle porte della provincia di Bari, e fortificare le azioni sotto il controllo dell’Osservatorio, perché nonostante il grande lavoro dell’ARIF, non serve soltanto fare il censimento, ma il problema è governare la fase. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Barone, ha un minuto.
Speaker : BARONE.
Grazie. Volevo rassicurare Amati che non c’era nessuna intenzione di fare articoli di quella maniera, perché non era quella la nostra intenzione. Così come voglio rassicurare l’assessore che assolutamente siamo a favore del servizio fitosanitario, perché capiamo la difficoltà. La dottoressa l’altro giorno è stata molto esplicita, ha fatto comprendere quanto fosse difficile l’iter, quanto fosse complicato andare avanti. La burocrazia italiana interessa tutti noi tutti i giorni. Quindi, è ben chiaro. Però, alla stessa maniera, perdonatemi, per quanto ci riguarda e per quanto riguarda… Invito Amati magari a venire a conoscere chi ci ha aiutato nella nostra relazione, perché sinceramente i dubbi legati ai profili di incostituzionalità non sono stati, per quanto mi riguarda, sciolti.
Di conseguenza, penso in maniera del tutto legittima, ma continuo nel metodo, non nel merito, perché nel merito noi eravamo d’accordissimo. Sul fatto che dobbiamo, in qualche modo, sconfiggere, ridurre, confinare il batterio siamo tutti d’accordo e che gli uffici debbano avere mano libera e magari maggior personale, maggiori fondi siamo tutti d’accordo. Però, se questo è il metodo, dato che i dubbi non sono stati tolti e poiché l’ATN, perdonateci, non ci è arrivata e non è comunque riferibile al testo ultimo, che invece è un obbligo di legge, ricordiamo la legge n. 29 del 2011, articolo 7, che riguarda sia i provvedimenti della Giunta che quelli del Consiglio e invece purtroppo spesso e volentieri quelli della Giunta non presentano l’ATN. Alla luce di tutto questo, noi, in maniera totalmente legittima, ma a favore chiaramente dei lavoratori, del servizio fitosanitario, diamo una botta al cerchio, come direbbe il dottor Amanti, però veramente con assoluto buon senso votiamo contro proprio nel metodo e non nel merito. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Votiamo. Stiamo votando ovviamente l’intera legge.
Presenti 44, votanti 39, favorevoli 29, contrari 10, astenuti 5.
È approvata.
Torniamo adesso, dopo che tutti gli emendamenti sono stati sistemati, al punto n. 1) all’ordine del giorno: Disegno di legge n. 166, modifica alla legge n. 9.
Cominciamo dall’articolo 1.
Iniziamo dall’esame del primo emendamento a firma Marmo, Romano ed altri. È un articolo aggiuntivo. Il collega Marmo vuole esporlo o posso porre in votazione il primo emendamento? Emendamento a pagina 1, articolo aggiuntivo.
Poniamo, allora, in votazione l’emendamento a pagina 1, a firma Marmo, Romano ed altri.
Presenti 36, votanti 35, favorevoli 35, astenuto 1, contrari 0.
È approvato.
Andiamo adesso all’emendamento a pagina 2, un altro articolo aggiuntivo, a firma Marmo, Romano ed altri. Il parere del Governo è favorevole. Possiamo disporre il voto… Un attimo. Al microfono, Presidente, non si sente.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
È a pagina 2, giusto? È questo? La lettera b). Quindi, la questione la guardiamo dopo? Allora, su questo il parere è favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere favorevole del Governo.
Si può disporre il voto elettronico. Presenti 39, votanti 39, favorevoli 34, contrari 5.
È approvato.
Votiamo l’articolo 1, così come emendato.
Si può disporre il voto dell’articolo 1 nella sua interezza, così come emendato.
Presenti 36, votanti 32, favorevoli 32, astenuti 4.
È approvato.
Passiamo all’emendamento di pagina 3: “Punto n. 3: la lettera c) del comma 1 dell’articolo 4 della legge n. 9/2017 è soppresso”.
Abbiamo votato l’articolo 1 nella sua interezza, come emendato. Adesso passiamo all’esame dell’emendamento di cui a pagina 3, relativo all’articolo 2. Ripeto: “La lettera c) del comma 1 dell’articolo 4 della legge n. 9/2017 è soppresso”.
Il parere del Governo, Presidente. Prego.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Fa riferimento alla legge da modificare.
Parere favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Il parere del Governo è favorevole.
Si può disporre il voto.
Esito del voto: presenti 36, votanti 36, favorevoli 31, contrari 5.
È approvato.
Adesso votiamo l’articolo 2, così come emendato. Esito del voto: presenti 37, votanti 32, astenuti 5, favorevoli 32, nessun contrario.
È approvato.
Passiamo adesso all’esame dell’emendamento a pagina 4, a firma di Morgante ed altri. È un emendamento al comma 2 dell’articolo 3 del testo di legge, del disegno di legge n. 166 del 2 agosto 2017. Credo che i colleghi abbiano la copia dell’emendamento. Pagina 4. Sostituisce il comma 2 dell’articolo 3 del DDL n. 166.
C’era la richiesta di intervento da parte del collega De Leonardis. Ne ha facoltà.
Speaker : DE LEONARDIS.
Presidente, qui si tratta solo di meglio specificare quello a cui sono soggetti coloro i quali vogliono attivare queste procedure. Si va ad ampliare il campo attorno al quale le società, le ditte che vogliono fare delle attivazioni procedono. Quindi, oltre ad attivare per le funzioni anche per i servizi e le discipline. I servizi intesi come attività di laboratorio, diagnostica ed altro e le discipline intese come veri e propri riparti, quindi cardiologia, ortopedia, eccetera.
Abbiamo solo inserito in questo articolo queste parole per meglio chiarire e non lasciare dubbi di interpretazione agli uffici. Gli uffici avranno così anche una chiarezza maggiore per quanto riguarda un aspetto più ampio di attivazione in questo settore.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Parere del Governo, Presidente?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere contrario del Governo.
Può disporsi il voto.
Presenti 37, votanti 34, favorevoli 10, contrari 24, astenuti 3.
Non è approvato.
Siamo all’esame dell’emendamento di cui a pagina 5, a firma di Galante e Conca. È ritirato.
Emendamento di cui a pagina 6, emendamento all’articolo 3, sempre del disegno di legge n. 166, comma 3.3.2, dopo le parole “un rischio per la sicurezza del paziente” aggiungere la parola “tutte”, a firma dei colleghi Romano, Lacarra, Perrini, Marmo ed altri.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere favorevole.
Può disporsi il voto.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato.
Emendamento a pagina 7 sempre all’articolo 3, comma 3.3.2: dopo le parole “con apposito provvedimento di Giunta regionale” aggiungere le parole “sentiti gli ordini professionali”.
Non c’è nessuna richiesta di intervento. Può disporsi il voto… Sì, dopo “sentiti gli ordini professionali” aggiungere una virgola.
Presenti 30, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 4, nessun contrario.
È approvato.
Adesso l’emendamento a pagina 8 sempre all’articolo 3: dopo il comma 3 vi sono due nuovi commi, il comma 3-bis e il comma 3-ter. L’emendamento è a firma di Marmo, Lacarra, Romano, Perrini, Cera, Pendinelli, Pellegrino ed altri.
Parere del Governo? Presidente, l’emendamento a pagina 8.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
A pagina 8? Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere favorevole.
Prego, disporsi il voto.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
È approvato.
Emendamento a pagina 9 a firma di Marmo, Romano, Lacarra ed altri, sempre all’articolo 3, questa volta comma 4: all’ottavo rigo sostituire “3.3” con “3.2”.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
È una correzione materiale.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
È favorevole il parere del Governo.
Prego di disporre il voto.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato.
Emendamento di cui a pagina 10, sempre all’articolo 3: “Dopo il comma 4 aggiungere un nuovo comma: comma 4bis”. Emendamento a firma dei consiglieri Marmo, Romano, Lacarra, Perrini e altri.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere favorevole.
Prego di disporre il voto.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato.
Votiamo, adesso, l’articolo 3, così come emendato.
Presenti 37, votanti 32, favorevoli 32, astenuti 5, nessun contrario.
È approvato.
Adesso passiamo all’esame dell’emendamento di cui a pagina 11, a firma dei consiglieri Conca e Galante. È un emendamento all’articolo 4: “Dopo la lettera a) sono aggiunte le seguenti lettere”. La lettera b) adesso, perché abbiamo disposto la separazione degli emendamenti. La lettera b). Parere del Governo, Presidente?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere contrario.
C’è una richiesta di intervento da parte del collega Conca. Prego.
Speaker : CONCA.
Io volevo semplicemente spiegare l’articolo, perché probabilmente non è chiaro. Siccome gli uffici hanno sollevato questa criticità, quindi sono gli uffici che il Presidente sovrintende, è necessaria questa modifica di estendere a 120 giorni perché una delibera di Giunta regionale del 2013 ha previsto, a seguito delle condanne che la Regione ha ricevuto da sentenze del Consiglio di Stato, di darsi un tempo di 60 giorni entro il quale valutare il parere di compatibilità.
Oggi cosa succede? La Regione andava in ordine cronologico. Il Consiglio di Stato ha detto che non va bene. Quindi, si prendono 60 giorni di tempo entro i quali fanno una fotografia e su quella scelgono in base ai criteri previsti dalla delibera di Giunta regionale. Quindi, se noi diamo 60 giorni all’ufficio regionale, quando deve stare fermo 60 giorni solo per esprimersi, non ha il tempo materiale per poter procedere con il parere di contabilità. Diversamente, nei Comuni, che quando fanno la richiesta di parere di compatibilità hanno già fatto tutto l’iter autorizzativo, 120 sono eccessivi, andrebbero bene 60 giorni.
Si tratta semplicemente di dare la possibilità agli uffici regionali, che stanno lì a valutare le pratiche per l’accreditamento, di avere il tempo che loro stessi e la Giunta regionale si sono dati.
Ci tenevo a puntualizzare che è semplicemente una richiesta degli uffici vostri, non nostri.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene, collega Conca.
Presidente, il parere del Governo alla luce di questa esposizione?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Se la minoranza non ha problemi a concedere più giorni agli uffici per decidere, non motivo per opporci. Ringraziamo l’opposizione per lasciare maggiore tempo agli uffici per adottare gli atti. Certo, questo ovviamente raddoppia i tempi di verifica degli accreditamenti. Ripeto, non abbiamo un particolare problema, però, in tutta sincerità, ci pareva che il raddoppio del termine comportasse, per chi attende il provvedimento, un’attesa eccessivamente lunga. Noi siamo indifferenti. Però, credo che ci sia libertà di voto da parte della maggioranza.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è una richiesta di intervento da parte del collega Romano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
È chiaro che gli uffici richiederebbero il raddoppio dei termini in tutti i casi, collega Conca. Questo lo voglio dire. Siccome tu vai raccogliendo tutte le lamentele del mondo, è chiaro che, potendo, tutti gli uffici raddoppierebbero tutti i termini, in modo tale che fanno tutto con calma, fino a che non si abituano, perché poi chiederebbero nuovi raddoppi nel momento in cui si abituano.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è una richiesta di intervento del collega Romano.
Prego.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Io sono in sintonia con il primo intervento del Presidente Emiliano per due ordini di motivi. In primo luogo, al pari del consigliere Conca, io svolgo una funzione istituzionale, sono Presidente di una Commissione, e gli uffici cosiddetti della Regione Puglia, non hanno mai fatto riferimento a me per pormi un problema di questo tipo. La lamentela sul fatto che sono pochi, sono indisponibili, sono tanti, sono oberati e così via è una regola nella struttura amministrativa regionale, in tutti i settori. Però, avendo il legislatore come riferimento la persona, l’interesse, per dipanare un diritto negato, io credo che la celerità della risposta sia un prerequisito per l’azione amministrativa e non esattamente il contrario. È il servizio che si confà alla domanda o la domanda che si confà al servizio. Credo che la necessità di una risposta quanto più celere possibile è una necessità del sistema. Poi vediamo se è possibile non darla o darla a seconda del modello organizzativo del personale che è incaricato su quella prestazione, ma non viceversa.
Comunque, lo ripeto, lagno pubblicamente il fatto che non si faccia riferimento anche al Presidente della Commissione, per esempio, su questa lagnanza della struttura amministrativa. Questo per chiarire come la penso, non perché sono geloso e invidioso, ma perché forse è ingiusto…
Speaker : PRESIDENTE.
Un attimo, un attimo. Ha finito, collega Romano? La parola al collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente e colleghi, un po’ mi ha preceduto il Presidente Romano. È singolare che gli uffici parlino con il consigliere Conca e non parlino con l’assessore. È singolare.
Speaker : CONCA.
Sono io che li vado a trovare. È diverso.
Speaker : ZULLO.
Per carità. Per carità…
Speaker : PRESIDENTE.
Possiamo evitare questi ping-pong?
Speaker : ZULLO.
Posso parlare di questa singolarità? L’assessore vive gomito a gomito, non sa nulla e dà un parere sfavorevole.
Detto questo, qui dobbiamo capire quali sono i valori che noi coltiviamo. Noi, come forza politica, coltiviamo il valore dell’efficienza della pubblica amministrazione e della risposta alle istanze dei cittadini che siano quanto più celeri possibile.
Poi c’è un problema di organizzazione? C’è un problema di carichi di lavoro? C’è un problema di tutt’altra natura? Non possiamo adeguare le leggi a questo e, quindi, penalizzare i cittadini, ma dobbiamo, invece, agire sull’organizzazione del lavoro, sui carichi di lavoro, sulle dotazioni organiche per poter rispondere in tempi brevi e giusti ai cittadini. Per cui, il valore che noi coltiviamo è l’efficienza della pubblica amministrazione, tempi certi, tempi brevi, perché poi queste strutture non nascono per caso, nascono per rispondere a esigenze di bisogni di salute della popolazione, quindi non possono aspettare i 120 giorni, i 180 giorni, per poter poi alleviare le liste di attesa e tutto quello che comporta, i disagi, eccetera, eccetera, eccetera. Per cui, anch’io sono per il voto contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente.
Io non sono preoccupato di dove vada in giro il consigliere Conca e se gli uffici non hanno tenuto in considerazione il Presidente della Commissione, certo è che credo di non sbagliare nel dire che, durante i lavori della Commissione e della sotto-Commissione, facemmo il possibile per ridurre i tempi e non per allungarli. Quindi, questo emendamento è sorprendente per questo fatto, che tutta la Commissione e la sotto-Commissione ragionava in termini di velocità nella risposta all’utenza.
Con tutto il rispetto che porto verso la struttura regionale, ci mancherebbe altro, che fa un lavoro eccellente, e non devo dire altro, ma noi dobbiamo fare leggi che affrontino i problemi del sistema e di come il sistema possa essere efficientato. Ci deve essere una struttura che affronti le necessità di un sistema che sia rapido, veloce ed efficiente.
Per questo, anche noi siamo contrari a questo allungamento dei termini proposto dal collega Conca.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Marmo.
Collega Conca, brevemente.
Speaker : CONCA.
Evidentemente non mi sono espresso bene. Anche io sono per l’efficienza amministrativa, che denuncio tutti i giorni, ma se poi ti fanno capire, con atti di delibera di Giunta regionale, che non è possibile perché 60 giorni ci vogliono come tempo di attesa per valutare il parere di compatibilità che i Comuni chiedono, dovresti fare almeno 61 giorni, 62. 120 sono tanti. Facciamone 80, 90. È questo il motivo.
Per me non c’è nessun problema. Io vado a sincerarmi quando non ho capito una cosa e se me la spiegano e la comprendo ho anche l’umiltà di poter cambiare idea o, comunque, di dirvi che c’è questo problema che ha prodotto contenzioso perché il Consiglio di Stato ha detto che non puoi usare la cronologicità nell’assegnazione del fabbisogno del parere di compatibilità. Devi usare più criteri, che sono previsti dalla delibera di Giunta Vendola, visto che c’era lui all’epoca.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente, il parere del Governo alla luce di tutti questi interventi?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Consigliere Conca, insiste?
Sennò non puoi tornare all’ufficio a prenderti il caffè con...
Va bene. Parere contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere contrario del Governo.
Si può disporre il voto.
Esito della votazione: presenti 37, votanti 36, favorevoli 6, contrari 30.
Non è approvato.
Passiamo, adesso, all’emendamento di cui a pagina 12. È un emendamento a firma sempre dei consiglieri Conca e Galante. Questa volta, però, è la lettera c). Emendamento a pagina 12. Consigliere Conca, lo deve esporre o possiamo chiedere il parere del Governo? È l’emendamento di cui alla pagina 12, dove c’era l’emendamento che abbiamo discusso prima.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Il parere del Governo è contrario. No, è esattamente il contrario. Si sostituivano le parole “60 giorni” con le parole “120 giorni”. Qui, invece, al comma 5 – quello di prima era il comma 3 -, dopo le parole “comune entro” sostituire le parole “120 giorni” con le parole “60 giorni”. Qui riduciamo. Con l’emendamento precedente, invece, ampliavano il lasso temporale. Ho capito. Sto dicendo che questo è un altro emendamento. Non sto entrando nel merito.
Collega Conca, avete presentato due richieste emendative nello stesso foglio. Poiché gli emendamenti bisogna dividerli, scinderli, adesso discutiamo il secondo, quello che prevede la sostituzione di 120 giorni con le parole “60 giorni”. Ci siamo? È chiaro? Vuole esporre le ragioni sottese alla richiesta di emendamento? Prego.
Speaker : CONCA.
Voglio semplicemente dire che si tratta di enti diversi, che avevate già voi predisposto nel vostro articolato di legge. Lo dicevo prima, siccome il Comune, prima di chiedere il parere, ha fatto già tutta l’istruttoria, è semplicemente ridicolo che non concediamo ad un ufficio 120 giorni e li diamo all’altro e comunque devi aspettare per un parere. Questa efficienza e questa velocità dell’iter amministrativo è semplicemente ossimorica. Togliamo giorni a uno e li diamo agli altri. Il risultato non cambia. Non lo ritiro.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. La parola al collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente, io mi dichiaro favorevole su questo emendamento, anche se su questa questione ricevemmo il parere contrario in Commissione degli uffici della Regione, perché si trattava di intervenire sui tempi attribuiti ai Comuni.
Se dobbiamo impostare il ragionamento della celerità nel rilascio…
Speaker : PRESIDENTE.
Per favore, un po’ di silenzio, colleghi. Diventa difficile.
Speaker : MARMO.
Credo che la riduzione… Se andiamo a vedere il comma 5 della legge n. 9, il Comune, entro 120 giorni dal ricevimento del parere favorevole di compatibilità, rilascia l’autorizzazione alla realizzazione. Il Comune ha già mandato alla Regione la richiesta di parere di compatibilità. Quindi, il Comune è già cognito di quello che deve fare la Regione e di quello che deve fare il Comune. Quindi, io credo che accorciare i tempi per il Comune nel rilasciare l’autorizzazione alla realizzazione sia assolutamente utile, e quindi è importante che anche i Comuni si adeguino per rilasciare in tempi rapidi. Io sono favorevole a questo emendamento.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Il collega Marmo è favorevole a questo emendamento.
La parola al collega Pendinelli.
Speaker : PENDINELLI.
Questo discorso era già stato affrontato nella prima valutazione, quindi quando abbiamo approvato la legge n. 9, affrontato anche con il parere dell’ANCI.
Sfugge probabilmente ai colleghi che il Comune, nel momento in cui c’è il parere di compatibilità, e questo non può avvenire anche per l’attività del soggetto proponente prima, solo dopo il parere di compatibilità parte la definizione di una pratica urbanistica che può anche comportare la variante, perché nella stragrande maggioranza dei comuni della regione Puglia questi interventi vengono effettuati su aree che sono tipizzate molto spesso come agricole, perché non tutti gli strumenti urbanistici hanno delle aree espressamente dedicate a questo tipo di interventi. Dire che il Comune in sessanta giorni può concludere una pratica urbanistica di questo tipo significa dire una cosa che è assolutamente irrealizzabile. Ecco perché si passò alla previsione dei centoventi giorni, con l’accondiscendenza e la predisposizione di ANCI a questa modifica, che venne già discussa nella precedente fase di elaborazione della legge n. 9.
Noi non possiamo pensare che venga prodotta una pratica edilizia complessa come questa se non c’è il parere di compatibilità da parte della Regione. Una volta acquisito questo, non possiamo pensare che la pratica urbanistica venga licenziata in sessanta giorni. Significa non avere proprio consapevolezza di quello che è il procedimento e i tempi di una pratica che ha bisogno anche di una fase di pubblicizzazione, perché le varianti urbanistiche devono essere anche per trenta giorni pubblicate per legge regionale.
Questo è il motivo per cui i sessanta giorni sono diventati centoventi.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente e colleghi, noi dobbiamo distinguere…
Speaker : PRESIDENTE.
Prego i colleghi di fare un po’ di silenzio, perché diventa difficile seguire gli interventi.
Speaker : ZULLO.
Noi dobbiamo distinguere un parere endoprocedimentale, che è l’autorizzazione alla realizzazione, che rilascia l’ufficio, ed è evidente che il parere endoprocedimentale è giusto, ed era giusto mantenere i sessanta giorni. Lo dico al collega Marmo.
Poi c’è il provvedimento finale, che è l’autorizzazione alla realizzazione che rilascia il Comune. Quando entra, nulla vieta che il Comune lo faccia in 30 giorni, lo faccia in 60, lo faccia in 90, lo faccia in 120 giorni. Per cui, noi stiamo discutendo di qualcosa... Potremmo anche togliere il termine. Il Comune rilascia l’autorizzazione alla realizzazione. Potremmo. Non accumuliamo le due cose.
Entro i 60 giorni il parere di compatibilità: è un parere endoprocedimentale e dovevamo giustamente mettere i 60 giorni. Qui, invece, ha ragione il collega Pendinelli, quando abbiamo legiferato sulla legge n. 9, nel percorso di valutazione del disegno di legge, abbiamo avuto un’interazione con l’ANCI. L’ANCI ci ha detto: “Anziché – mi pare – 90, mettete 120 giorni”. Per cui io mantengo l’impegno che ho assunto nella prima stesura della legge n. 9 e confermo che abbiamo fatto bene per i 60 giorni per il parere di compatibilità, perché è un parere endoprocedimentale.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri interventi.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Rimane contrario. Se c’è un’intesa con l’ANCI, è evidente che questa intesa, almeno da parte della maggioranza, va rispettata.
Speaker : PRESIDENTE.
Il parere è contrario.
Può disporsi il voto.
Presenti 36, votanti 36, contrari 26, favorevoli 10.
Non è approvato.
Adesso votiamo l’articolo 4 nella sua interezza.
Può disporsi il voto.
Esito del voto: presenti 38, votanti 31, favorevoli 31, astenuti 7, nessun contrario.
È approvato.
Non vi sono emendamenti all’articolo 5, per cui può disporsi il voto per l’articolo 5.
Presenti 39, votanti 33, favorevoli 33, astenuti 6, nessun contrario.
È approvato.
Articolo 6. Anche per l’articolo 6 non ci sono emendamenti.
Può disporsi il voto.
Presenti 40, votanti 33, favorevoli 33, astenuti 7, nessun contrario.
È approvato.
Articolo 7. Anche qui non ci sono emendamenti.
Può disporsi il voto.
Presenti 38, votanti 33, favorevoli 33, astenuti 5, nessun contrario.
È approvato.
Passiamo all’emendamento di cui all’articolo 13. È un emendamento all’articolo 8, sempre del disegno di legge n. 166 del 2017, a firma di Lacarra, Romano, Perrini, Cera, Pendinelli, Marmo e Pellegrino. Al comma 3 dell’articolo 12 della legge regionale n. 9/2017, dopo le parole “comma 1.1.1” aggiungere le parole “e negli ambulatori accreditati”.
Il parere del Governo è favorevole.
Possiamo disporre il voto sull’emendamento di cui a pagina 13.
Presenti 35, votanti 34, favorevoli 34, astenuti 1.
È approvato.
Adesso c’è un subemendamento a pagina 14, a firma di Pellegrino all’emendamento Romano all’articolo 8. L’emendamento viene così sostituito: lettera b, al comma 6 dell’articolo 12 sono eliminate le parole successive alla locuzione “ambulatori non residenziali” del terzo rigo fino alle parole “socio sanitaria” del sesto rigo. Spero sia chiaro ai colleghi. Quindi, l’emendamento viene così sostituito, rileggo: lettera b), al comma 6 dell’articolo 12 sono eliminate le parole successive alla locuzione “ambulatori non residenziali” del terzo rigo fino alle parole “socio sanitaria” del sesto rigo. È un emendamento a firma del consigliere Pellegrino.
Il Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Il parere del Governo è favorevole.
Non ci sono richieste di intervento, può disporsi il voto.
Presenti 36, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 7.
È approvato.
A seguito dell’approvazione del subemendamento, l’emendamento a pagina 15 immagino debba intendersi decaduto, a firma di Romano, Lacarra, Marmo, Pellegrino, Cera e Perrini.
Adesso vi è un altro emendamento a pagina 16, a firma del consigliere Pentassuglia. È un emendamento all’articolo 8: dopo la lettera a) all’articolo 12, comma 5, sono aggiunte le seguenti parole. Parere del Governo? Emendamento a pagina 16, Presidente.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Chiedo scusa, emendamento a pagina 16. È favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
A firma del collega Pentassuglia.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
È favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Il parere del Governo è favorevole.
Può disporsi il voto.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato.
Adesso, invece, andiamo all’emendamento 16/1 a firma del consigliere Trevisi, emendamento sempre all’articolo 8, comma 1: è aggiunta la seguente lettera b). Questo è decaduto, perché è stato posto ai voti precedentemente.
Adesso passiamo all’esame dell’emendamento a pagina 17, del collega Saverio Congedo. È uguale e decade.
La prossima volta diamo una medaglia a chi lo presenta prima.
C’è un emendamento a firma del collega Pellegrino, a pagina 17.1: “All’articolo 8 del DDL n. 166/2017, comma 1, lettera a), dopo le parole ‘punto 1.1’ aggiungere le parole ‘e 1.6’”.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Favorevole.
Può disporsi il voto.
Pagina 17.1, emendamento a firma del collega Pellegrino.
Vi sono alcuni emendamenti che non sono stati collazionati assieme al blocco iniziale.
Presenti 34, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 6.
È approvato.
Adesso passiamo all’emendamento a pagina 18, a firma dei colleghi Romano, Lacarra, Marmo e altri.
Non lo vedo uguale. Pagina 18.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Non è uguale. Almeno a me non risulta.
Il personale previsto nel DPCM. Non credo sia gemello. Può verificare anche il collega Pentassuglia, magari, se è identico al suo. A me non risulta. Viene ritirato, allora? Parliamo dell’emendamento a pagina 18, Presidente.
Prego, la parola al collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Noi abbiamo votato tutta quella questione...
Speaker : PRESIDENTE.
Se, però, facciamo un po’ di silenzio cerchiamo di capire tutti. Non è facile. Ci sono emendamenti con fogli volanti.
Speaker : ZULLO.
Abbiamo votato la questione della responsabilità dei laboratori di analisi. Questa era regolamenta dal DPCM 10/2/84. Diciamo la stessa cosa, cioè che quelli che hanno avuto direzione di laboratori di analisi con cinque anni di esperienza pubblica o privata accreditata sono abilitati a continuare in questa responsabilità. È la stessa cosa. Se votiamo questo, duplichiamo la norma. Invece, va ritirato questo emendamento, altrimenti facciamo una legge farlocca.
Speaker : PRESIDENTE.
Perdonate, io ritengo così, da un’analisi comparativa dei due testi, che non siano gemelli. Poi, se voi volete, lo ritirate. Se ritenete che sia assorbito da quello precedente, lo ritirate. Il primo firmatario è il consigliere Paolo Pellegrino più gli altri. Viene ritirato? È ritirato.
Il 19, a firma di Galante e Conca. Anche questo lo ritirate? Galante e Conca, pagina 19. Collega Galante, lo ritirate? Viene ritirato l’emendamento a pagina 19.
Votiamo adesso l’articolo 8, così come emendato. Non vi sono richieste di intervento.
Prego, disporsi il voto.
Presenti 39, votanti 33, favorevoli 33, astenuti 6.
È approvato.
Andiamo adesso all’esame dell’emendamento di cui a pagina 19.1, a firma di Lacarra, Pendinelli, Romano. Parliamo del subemendamento di cui a pagina 19.1: All’articolo 14, comma 11 della legge regionale n. 9 del 2017, dopo le parole “la sanzione si riduce” eccetera, eccetera, eccetera… È qualificato nel testo come subemendamento dai proponenti. Così è scritto.
Il parere del Governo, Presidente… Un attimo solo, Presidente, c’è una richiesta di intervento da parte del collega Zullo. Prego.
Speaker : ZULLO.
Scusate, una richiesta di chiarimento.
Noi abbiamo votato un articolo che dice che la sanzione si riduce a un terzo qualora non si ravvisi comportamento doloso… Ah, non l’abbiamo votato questo?
Speaker : PRESIDENTE.
No, dobbiamo votarlo. Se lei vuole intervenire… Prego, collega Lacarra.
Speaker : LACARRA.
Grazie.
Solo un chiarimento. Noi andremo a votare un emendamento, che è quello a cui ha fatto riferimento il collega Zullo, che prevede esattamente che la sanzione si riduce a un terzo qualora non si ravvisi comportamento doloso. Noi abbiamo voluto estendere l’ambito applicativo di questa norma anche ai procedimenti in corso non esecutivi, per cui abbiamo presentato un subemendamento integrativo rispetto a questa disposizione che, ovviamente, essendo un subemendamento, andiamo a votare prima.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Favorevole. Può disporsi il voto.
Presenti 33, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 6.
È approvato.
Adesso andiamo a pagina 20, c’è un articolo aggiuntivo, un emendamento con un articolo aggiuntivo, a firma dei consiglieri Romano, Pendinelli, Marmo ed altri: all’articolo 14, comma 11, legge regionale n. 9/2017, alla fine del periodo, dopo le parole “della struttura”, aggiungere la seguente frase “la sanzione si riduce di un terzo qualora non si ravvisi comportamento doloso”. Questo integra, non decade.
Il parere del Governo, Presidente.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere favorevole.
Prego disporsi il voto.
Presenti 28, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 2.
È approvato.
Adesso passiamo all’emendamento contenente un articolo aggiuntivo, a pagina 21, a firma dei consiglieri Marmo, Romano, Lacarra e altri.
È un articolo aggiuntivo, quello di cui al comma 1, che titola: “Il comma 13 dell’articolo 14 della legge n. 9/2017 è così sostituito” e sostituisce il comma 13 dell’articolo 14.
C’è una richiesta di intervento da parte del collega Marmo. Prego.
Speaker : MARMO.
Colleghi, questo emendamento sostitutivo del punto n. 13 rende più chiara la procedura che viene attribuita ai Dipartimenti di prevenzione, dove gli stessi Dipartimenti effettuano sia l’accertamento che la contestazione che l’irrogazione delle sanzioni.
I colleghi hanno osservato che probabilmente il Dipartimento di prevenzione non sia soggetto qualificato a determinare l’irrogazione. Io credo che, invece, ripensando a quello che mi ha detto poco fa il collega Lacarra, quando riceviamo una contravvenzione qualsiasi da un vigile urbano, dalla polizia della strada, dalla Guardia di finanza, quando ti ferma e non hai lo scontrino, stabiliscono nel verbale qual è l’importo dell’irrogazione e poi l’Ufficio contenzioso regionale procede a tutto il resto. Credo sia coerente con il contenuto di tutto.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Marmo.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Il parere è contrario perché l’atto dell’irrogazione della sanzione non sta in capo alla competenza del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria locale, questo è il punto, ma ad altro ufficio, che è l’Ufficio contenzioso.
Questa è l’unica perplessità che abbiamo ed è la ragione del parere contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Nel testo della legge n. 9 stabiliamo quali sono le sanzioni. Quindi, non è che deve essere demandato ad un altro ufficio inventarsi qual è la sanzione. È nella legge e l’ufficio che la rileva sanziona, irroga la sanzione, e poi va all’ufficio contenzioso, e all’ufficio contenzioso chi è interessato fa la sua opposizione. Io credo che sia coerente con tutte le attività svolte da chi opera nelle attività ispettive. Non lo so. Non c’è un referto tecnico. È stato accolto dall’ufficio, solo che poco fa i colleghi mi hanno sollevato la questione dell’irrogazione delle sanzioni.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Siccome oggi è il suo compleanno, noi vorremmo evitare che lei, giusto oggi, compisse il primo errore della sua carriera politica. È per questo che avevo chiesto il referto tecnico. Ci sono dei colleghi suoi che le sono così affezionati che hanno fatto sapere al Presidente che… Non arrivo a questo livello di raffinatezza. Comunque, tantissimi auguri da parte della Giunta. Se ci danno una mano tecnicamente a venirne fuori, forse è meglio.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è una richiesta di intervento da parte del collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Fate qualche telefonata a qualche Direttore di Dipartimento di prevenzione! I Dipartimenti di prevenzione irrogano già le sanzioni in materia di igiene e sicurezza del lavoro, in materia di igiene e sicurezza alimentare, in materia di igiene pubblica, in materia di igiene e sanità veterinaria. Irrogano già le sanzioni. L’ufficio contenzioso è come un secondo livello, che interviene per le opposizioni.
Poi, se non lo volete approvare, è un altro discorso. Fate una telefonata ai Direttori dei Dipartimenti di prevenzione.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Non c’è alcuna opposizione di natura politica, ma solo questa questione tecnica.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego i colleghi, perché tanto non ne veniamo a capo… Il parere del Governo, Presidente Emiliano, è negativo, è sfavorevole?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
La struttura tecnica che è presente in Aula continua a insistere che l’emendamento ha un vizio tecnico e che quindi non può essere accolto per questa ragione.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Zullo, un brevissimo intervento.
Speaker : ZULLO.
Io ho lavorato nel Dipartimento di prevenzione e l’irrogazione di sanzioni era pane quotidiano. Era ed è. Poi, fate quello che volete.
Speaker : PRESIDENTE.
Sembra che non vi siano altre richieste di intervento. Possiamo disporre il voto… Il collega Marmo dice di avere il parere favorevole dell’ufficio. Chiedete la parola, se dovete intervenire, così rimane agli atti. Non vedo altre richieste di intervento, possiamo disporre il voto. Parliamo dell’emendamento, lo ripeto, a pagina 21, a firma Marmo, Romano, Lacarra e altri. Prego.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 9, contrari 24.
Non è approvato.
Adesso votiamo l’articolo 9. Prego.
Presenti 34, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 6.
È approvato.
Adesso l’emendamento a pagina 22 a firma Galante e Conca. È un articolo aggiuntivo: al comma 2 dell’articolo 20 della legge regionale n. 9/2017, dopo la lettera h), è aggiunta la seguente lettera i): “per le strutture che erogano prestazioni […] per la restante parte 20 per cento”.
Il parere del Governo.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere contrario.
Non vedo richieste di intervento, può disporsi il voto. Siamo in fase di votazione.
Presenti 36, votanti 35, favorevoli 7, contrari 28.
Non è approvato.
Adesso votiamo l’articolo 10.
Non vedo richieste di intervento, non vi sono emendamenti, votiamo l’articolo 10. Collega Zullo, siamo in fase di votazione.
Colleghi, siamo in fase di votazione.
Articolo 10.
Presenti 38, votanti 31, favorevoli 31, astenuti 7.
È approvato.
Adesso passiamo all’emendamento di cui a pagina 22.1. È un emendamento a firme illeggibili. Lacarra e altri. All’articolo 11. Modifica all’articolo 23 della legge regionale 2017: “All’articolo 23 dopo le parole ‘di cui all’articolo’ sostituire il numero ‘30’ con il numero ‘29’”. Mi sembrerebbe un emendamento di natura tecnica.
Prego disporsi il voto.
Presenti 37, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 7.
È approvato.
Adesso passiamo all’emendamento di cui a pagina 22.2, a firma sempre del consigliere Lacarra, all’articolo 11. Modifica all’articolo 23 della legge regionale n. 9/2017: “Al comma 1 dell’articolo 23 dopo le parole ‘è istituito presso’ sostituire le parole ‘la competente Sezione dell’assessorato regionale’ con le parole ‘l’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale della Regione Puglia’”.
Non vedo richieste di intervento. Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Favorevole.
Prego disporsi il voto.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 1.
È approvato.
Adesso votiamo l’articolo 11, così come emendato.
Prego disporsi il voto.
Presenti 35, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 6.
È approvato.
Adesso vi è un emendamento con un articolo aggiuntivo, l’11-bis, a firma di Pellegrino, Perrini, Cera, Marmo, Pendinelli e altri: aggiungere il seguente articolo 11-bis, modifica all’articolo 24 della legge regionale n. 9 del 2017. All’articolo 24 della legge regionale n. 9/2017, dopo il comma 6, è inserito il seguente comma 7 “I soggetti accreditati” eccetera, sino a “laboratorio di analisi”.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Può disporsi il voto.
Presenti 37, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 7.
È approvato.
Votiamo l’articolo 12. Articolo 12, modifica l’articolo 25 della legge regionale 9/2017, che prevede l’abrogazione dell’articolo 25, del comma 2 dell’articolo 25 della legge regionale 9 del 2017.
Esito del voto: presenti 36, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 7.
È approvato.
Votiamo l’articolo 13.
Presenti 36, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 7.
È approvato.
Adesso abbiamo un articolo aggiuntivo di cui a pagina 24. Dopo l’articolo 28 della legge regionale 9/2017 è aggiunto il seguente articolo: Articolo 28-bis, Disposizioni a tutela dei lavoratori. Si compone di due commi.
Parere del Governo? È a firma Galante e Conca.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è una richiesta di intervento del collega Galante. Prego.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente. Questo è un articolo aggiuntivo, è una disposizione a tutela dei lavoratori. Ci tengo a sottolineare che in queste strutture, perché mi dispiace che il collega Zullo dice che sul territorio ci dovrebbe stare più flessibilità, qui parliamo della salute dei cittadini e la tutela dei lavoratori è fondamentale per la qualità che viene erogata nell’assistenza e nelle cure per quanto riguarda queste strutture sul territorio. Quindi, mi sembra assurdo che non stiamo votando a favore una legge che, tra l’altro, mette in sicurezza, come clausola sociale, i dipendenti qualora ci fosse un cambio di gestore o alla chiusura per un fallimento, sempre compatibilmente con la riorganizzazione di impresa. Quindi, lo scriviamo anche. Però, è meglio metterlo in una legge per tutelare i lavoratori. Inoltre, in un certo senso tuteliamo per quanto riguarda le retribuzioni ai pagamenti. Presidente, anche questa è a tutela dei lavoratori, dei fornitori e dei creditori, perché noi diciamo, in poche parole, che l’ASL può pagare direttamente i dipendenti.
Quindi credo che sia una norma, lo ripeto, che va verso la tutela dei lavoratori e va anche verso la qualità dell’assistenza, e mette un senso di giustizia e di sicurezza.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è una richiesta del collega Zullo. Prego.
Speaker : ZULLO.
Presidente, noi dobbiamo riportare tutta la materia nel suo alveo.
Intanto io sono a favore della tutela dei lavoratori. Quello che io contestavo è perché si richiede che ci sia l’80 per cento di assunti solo nelle strutture territoriali e non si richiede nelle strutture ospedaliere. Questo per me era assurdo, dicendo che nelle strutture ospedaliere l’attività è ben codificata, nel senso che si hanno i posti letto, eccetera, eccetera, nelle strutture territoriali è ben diverso e c’è maggiore flessibilità di lavoro. Questo ho solo detto.
Che cosa voglio dire? Guardate, io sono abituato a proporre dei testi di legge che siano possibili, coerenti. Secondo me, non è materia, questa, da inserire dentro questo provvedimento di legge. Primo appunto.
Secondo appunto. Se noi ci troviamo di fronte a una struttura che non regge, che va a fallimento e che noi dobbiamo salvaguardare proprio a tutela di quei lavoratori e mettiamo lacci e laccetti, probabilmente non salveremo mai niente.
Terzo. Quando si dice l’articolo 30, comma 6, del decreto legislativo n. 50/2016, ci riferiamo al Codice degli appalti, ed è una norma non applicabile agli accordi contrattuali. Lo abbiamo già visto in questa Regione.
O si propongono delle norme che siano coerenti per la buona legislazione oppure io non ci sono. Questo non significa che io non coltivi il principio della tutela dell’occupazione e del lavoro, dell’igiene e della sicurezza sul lavoro, degli emolumenti, dei contratti, eccetera. Significa che dobbiamo proporre le norme nella maniera più coerente possibile con il testo che abbiamo di fronte, da una parte, e che siano coerenti con le norme nazionali.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Galante, per una brevissima replica.
Speaker : GALANTE.
Non ho capito, consigliere Zullo. Dato che negli ospedali non si può applicare, non lo applichiamo neanche al privato. Hai detto praticamente questo. Primo punto, come hai detto tu. Quindi, né all’uno né all’altro.
Seconda cosa. Io ho messo una relazione. C’è una relazione, una spiegazione di quello che dici sul Codice degli appalti. C’è anche una sentenza della Corte costituzionale dove, brevemente, perché devo essere brevissimo, vengono legittimate le ASL. Lo possono fare. Possono sostituirsi e pagare direttamente i lavoratori. Lo hanno già fatto. C’è una sentenza. Quindi, se non lo fate, siete contro la tutela dei lavoratori. La maggioranza si spaccia di sinistra e continua a fare cose contro i lavoratori o non fa proprio niente.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Romano.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Io non volevo intervenire, però quest’ultima parte mi invita a nozze. Cerchiamo, intanto, di comprenderci. C’è un problema che riguarda le persone, la prestazione, il diritto delle persone alla buona salute. L’altro problema riguarda i dipendenti delle strutture autorizzate ed accreditate. Mischiare e sovrapporre le due questioni è sbagliato, non è igienico. Il suo emendamento parla di una platea che, probabilmente, è molto...
Speaker : PRESIDENTE.
Colleghi, un po’ di ordine. Avete avuto la possibilità di parlare. Adesso fate parlare il collega Romano.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Io non le consento di parlare di tutela dei lavoratori in quei termini. Nasca, faccia qualche altro mese di vita e poi parli di tutela dei lavoratori. Di questo parla...
Speaker : PRESIDENTE.
Colleghi.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Parla della condizione di dipendente di una struttura autorizzata, e non è igienica questa cosa. Mi sono spiegato?
Sul problema della tutela dei dipendenti vi sono contratti collettivi di lavoro, vi sono clausole sociali, vi sono applicazioni di contratti collettivi, vi sono scivolamenti, vi sono ASL che intervengono quando il diritto del lavoratore è negato. Questa è dottrina. Vi sono leggi e c’è tutto questo. Spacciare questa cosa per la tutela dei lavoratori, con la rivendicazione di un diritto legittimo, per carità, non sto dicendo questo… Questa materia è trattata in modo diverso e non può essere agganciata a una legge, perché quando mi parli dell’applicazione del 20 per cento è la clausola sociale che viene applicata in tutti i contratti collettivi, quando il diritto è la prestazione alla persona, o sbaglio?
Speaker : PRESIDENTE.
C’è una richiesta di intervento del collega Conca.
Speaker : CONCA.
Queste sono strutture convenzionate accreditate. Si applica il decreto legislativo 50 del Codice degli appalti. È fresca la vicenda della GMS di Capurso Padre Pio, dove la ASL di Bari ha anche esercitato il potere sostitutivo in alcuni casi. Di che stiamo parlando? La sanità la fanno le persone e se le persone non vanno a lavorare perché non prendono lo stipendio offrono un servizio inadeguato.
Speaker : PRESIDENTE.
Un po’ di silenzio.
Speaker : CONCA.
Ieri si è parlato di umanizzazione della sanità. Ma quale? Un’insufficienza generale per tutta la Puglia perché la maggior parte delle persone magari lavora in ambienti poco meritocratici e poco edificanti. Trovate altre argomentazioni.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Abbiamo terminato con gli interventi. Possiamo procedere. Parere del Governo, Presidente?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere contrario.
Pongo in votazione l’emendamento a pagina 24. È un articolo aggiuntivo a firma di Galante e Conca. Prego.
Esito del voto: presenti 39, votanti 38, contrari 30, favorevoli 8.
Non è approvato.
Adesso andiamo a pagina 25. È sempre un emendamento con un articolo aggiuntivo, a firma di Galante e Conca, quello di cui alla lettera a). È una modifica della legge regionale 9/2017. All’articolo 29 sono apportate alcune modifiche, al comma 1.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Contrario.
Può disporsi il voto.
Presenti 37, votanti 36, contrari 29, favorevoli 7.
Non è approvato.
Andiamo adesso all’altro emendamento a pagina 26, sempre a firma Galante e Conca. È un articolo aggiuntivo, che inserisce la lettera b): il comma 3 è sostituito dal seguente “dalle strutture già accreditate entro il termine di scadenza di ogni triennio”.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Contrario.
Può disporsi il voto.
Presenti 37, votanti 35, favorevoli 5, contrari 30, astenuto 1.
Non è approvato.
Andiamo adesso a pagina 27, vi è un emendamento all’articolo 14, a firma del consigliere Marmo: l’articolo 29, comma 7, della legge regionale n. 9/2017 è così modificato: al secondo capoverso, dopo la parola “Comuni”, aggiungere le seguenti parole “dalle ASL” e, dopo la parola “FESR”, aggiungere la frase “e/o con fondi regionali” fino a “attività sociosanitarie”.
Parere del Governo… Quale quello precedente, collega Lacarra? Ma il 32 è successivo, chiedo scusa. Quindi, o lo ritira il collega Marmo, o si va al voto, o non lo so. È ritirato dal collega Marmo.
Andiamo all’emendamento a pagina 28, a firma Romano, Lacarra, Perrini e Cera, emendamento al comma 1 dell’articolo 14 del disegno di legge n. 166/2017: la frase “di cui all’articolo 5, comma 1.1.7” è così sostituita “di cui all’articolo 5, comma 1.1.2.7”.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Favorevole. Può disporsi il voto.
Presenti 31, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 6.
È approvato.
Adesso passiamo a pagina 29: “Il comma 1 dell’articolo 14 del DDL n. 166/2017 è così modificato”, eccetera. A firma dei consiglieri Morgante, De Leonardis e un’altra firma incomprensibile.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere contrario.
Può disporsi il voto.
Presenti 36, votanti 31, favorevoli 12, contrari 19, astenuti 5.
Non è approvato.
Pagina 30, emendamento a firma dei consiglieri Romano, Marmo, Pendinelli e altri all’articolo 14 del disegno di legge n. 166 del 2 agosto 1017: “Dopo il comma 1 aggiungere il seguente comma 1bis” e c’è l’elencazione.
Parere del Governo?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere favorevole.
Può disporsi il voto.
Presenti 36, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 7.
È approvato.
Adesso passiamo all’emendamento a pagina 31, a firma dei consiglieri Romano, Lacarra, Perrini, Pendinelli, Marmo, Pellegrino, Cera e altri, all’articolo 14 del disegno di legge n. 166, modifica all’articolo 29 della legge regionale n. 9/2017: “Aggiungere la lettera b)” e poi c’è tutto il testo.
Il parere del Governo è favorevole.
Si può disporre il voto.
Presenti 34, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 6.
È approvato.
Adesso a pagina 32 c’è un emendamento a firma dei consiglieri Romano, Marmo, Lacarra, Perrini e altri: “Il comma 7 dell’articolo 29 è così integralmente sostituito”. Quindi, si sostituisce integralmente il comma 7 dell’articolo 29.
Il parere del Governo è favorevole.
Può disporsi il voto.
Presenti 30, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 5.
È approvato.
Adesso andiamo a pagina 33. Vi è un emendamento a firma di Romano, Lacarra, Perrini, Cera e altri: al comma 1 dell’articolo 14 del disegno di legge 166 del 2 agosto 2017 la frase di cui all’articolo 5 comma 1 – silenzio, perché è difficile condurre i lavori così – punto 1.7 è così sostituita: di cui all’articolo 5 comma 1, punto 1.2.7.
Parere favorevole del Governo. Può disporsi il voto.
Esito del voto.
Presenti 25, votanti 25, favorevoli 25.
È approvato.
Votiamo l’articolo 14 così come emendato.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Votiamo l’intero testo, l’intera legge. Non vedo iscritti a parlare.
Prego disporsi il voto. Un attimo. Sospendete un attimo la votazione. Abbiamo approvato l’articolo 14. Ci sono problemi?
Possiamo procedere? No. Vi è una richiesta di intervento del collega Marmo. No? Possiamo disporre il voto per la votazione del testo di legge, dell’intero testo di legge.
Cortesemente, sospendete il voto un’altra volta. C’è una richiesta di intervento del collega. Adesso mi è apparso sul display. Prego.
Speaker : AMATI.
Presidente, solo per annunciare che, con riferimento all’emendamento 32, ormai è andata, però io proporrò una modifica nella legge di bilancio, perché ne viene fuori una cosa curiosa. Cioè, sono fatte salve le istanze di autorizzazione al funzionamento relative… E qui lo dico come dichiarazione di voto sulla legge in generale. Sono fatte salve le istanze di autorizzazione al funzionamento relative alle strutture di cui al comma 6 realizzate dalle Aziende sanitarie locali, dai Comuni o dai soggetti privati, con il contributo del FESR della Regione o dei Comuni. Cioè, restano fuori niente poco di meno che quelle della Regione, le ASP. Sicuramente non c’è stato dolo. È un problema.
Io, allora, annuncio in questa sede che in sede di bilancio proporrò un emendamento affinché siano contemplate in questa clausola di salvezza anche le strutture della Regione, realizzate con finanziamenti della stessa Regione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è una richiesta di intervento del collega Marmo. Prego.
Speaker : MARMO.
Siccome questa legge è stata abbastanza tribolata, cambiata, osservazioni del Governo nazionale che non sono pervenute e non abbiamo mai letto, oggi l’abbiamo modificata, so che attendono i regolamenti, anziché aspettare il bilancio, se c’è l’unanimità del Consiglio e possiamo ripararla adesso, prima del voto finale, io credo che si possa fare, se c’è l’unanimità del Consiglio, in modo che andiamo a verificarla adesso. Quindi, probabilmente andava bene il mio emendamento, che salvava, insieme alle ASL, anche i Comuni, e non tutto l’altro che abbiamo approvato, che mi hanno fatto ritirare. Allora, se andiamo a vedere, si tratta dell’articolo 29, comma 7. Nella pagina? No, non lo dico io, lo dice lui. Le ex IPAB sono una cosa. Sono le RSA attuali, che si sono trasformate da ex IPAB in ASP. Basta aggiungere qua le ASP senza fare un’altra legge. Noi abbiamo bisogno, adesso, di procedere celermente e di ricevere in Commissione i Regolamenti attuativi, sempre che questa legge, così come l’abbiamo modificata, non venga nuovamente osservata. Se c’è l’unanimità...
Speaker : PRESIDENTE.
Se c’è l’unanimità dei colleghi per questa modifica.
Speaker : MARMO.
Ritornare e fare un’altra legge apposta per questa cosa diventa...
Speaker : PRESIDENTE.
Il collega Amati ha rilevato la omissione nel testo delle ASP, delle Aziende dei servizi alla persona. Ha rilevato una dimenticanza. Ora il collega Marmo propone, al fine di evitare che con la legge di bilancio appesantiamo la discussione e introduciamo un’altra legge, quindi diventa tutto più lungo, complesso e farraginoso, se c’è l’unanimità, di apportare in questa sede un emendamento prima dell’approvazione del testo definitivo. Un subemendamento.
Se c’è l’unanimità, possiamo procedere in questa sede.
Speaker : MARMO.
È un subemendamento all’emendamento 32, dove inseriamo “ASP”, anziché fare un’altra norma di legge nel bilancio. Mi sembra più ordinato.
Siamo qui.
Speaker : PRESIDENTE.
Dobbiamo mettere ai voti questo...
Speaker : MARMO.
Catone il Censore ha detto “sì”.
Speaker : PRESIDENTE.
Lo facciamo per alzata di mano? No, facciamolo per voto elettronico. È preferibile, così rimane traccia.
Bisogna aggiungere soltanto la parola “ASP” all’emendamento di cui a pagina 32. Dico bene, collega Amati? L’emendamento a pagina 32. Dopo “Comuni” aggiungere “ASP”.
Se vi è l’unanimità, possiamo procedere in questa sede.
Prego disporsi il voto.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
È approvato.
Adesso possiamo procedere, finalmente, all’approvazione del testo definitivo.
Non vi sono iscritti a parlare.
Possiamo procedere alla votazione.
Presenti 40, votanti 34, favorevoli 34, astenuti 6.
È approvata.
C’è l’urgenza? Aggiungiamo anche il voto di Morgante, voto sul testo definitivo.
Viene richiesta l’urgenza.
Si può votare l’urgenza. È accordata.
Perfetto.
Passiamo al punto n. 6). Poi procederemo con la legge sull’editoria, sulla comunicazione.
Relatore Pentassuglia, la diamo per letta? Che vuole fare, Presidente?
Non ci sono emendamenti. Passiamo all’articolo 1. Siamo passati al punto n. 6): “Disegno di legge modifiche e integrazioni alla legge regionale numero 24”. Che è successo? Un emendamento arrivato fuori tempo massimo. Uno solo è? A che cos’è questo emendamento? All’articolo 1.
Collega Marmo, punto n. 6) all’ordine del giorno, le disposizioni alle leggi nazionali in materia di avversità atmosferiche.
All’articolo 1 c’è un emendamento, sarà forse l’unico, a firma di Rosa Barone: L’Agenzia regionale, dopo le parole “decreto legislativo numero 102” aggiungere “l’Agenzia regionale per l’innovazione in agricoltura di cui all’articolo 11 supporti i Comuni nello svolgimento delle funzioni amministrative ad essi delegate”.
Non l’avete, Marmo. L’ha portato adesso. Ho provato a leggerlo.
Che dice il Governo? Non esiste ancora l’operatività dell’Agenzia. Non c’è lo Statuto.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Quando faremo l’agenzia…
Speaker : PRESIDENTE.
Quando faremo l’agenzia, tra i compiti scriveremo anche questo.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Esatto, nei compiti è possibile prevederlo.
Speaker : PRESIDENTE.
Ho capito.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Però, adesso si crea un’aspettativa rispetto a una cosa che non c’è.
Speaker : PRESIDENTE.
Non c’è.
Okay. Quando si farà lo Statuto, tra le funzioni verrà aggiunto anche questo. Okay, è ritirato. Me lo conservo questo, così mi ricordo quando arriva lo Statuto. Va bene.
Articolo 1.
Votiamo. Il collega Piemontese è desiderato al suo tavolo. È vero, abbiamo la Capone. Assessore Leo, ha votato?
Presenti 35, votanti 32, favorevoli 32, astenuti 3.
È approvato.
Articolo 2.
Votiamo.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Articolo 3.
Prego, consigliere Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie.
Volevo soltanto una delucidazione, perché non ricordo in che Commissione fu data dall’assessore. L’articolo 3 stabilisce che gli importi dei contributi di cui alle lettere a), b), c) e d) del comma 1 dell’articolo 3 della legge regionale n. 24/1990 vadano dedotti dall’ammontare delle agevolazioni contributive concesse dal decreto legislativo n. 102/2004.
Io ho letto, ho reperito la legge regionale n. 24/90: parla di contributi della Regione, in casi specifici e particolari, a particolari aziende e quant’altro. Perché vanno dedotti dalle agevolazioni contributive concesse ai sensi del decreto n. 102?
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Damascelli, l’hai studiata la legge, sei stato in Commissione. Proprio adesso ti è venuto il dubbio? Da due mesi siamo lì. Ora vai a capire questa giostra.
Speaker : DAMASCELLI.
Questi sono contributi statali e questi sono contributi previsti dalla Regione, che sono separati. L’originario articolo 3, assessore, dice: “In caso di gravi calamità, la Giunta o il Consiglio”. La Giunta può proporre al Consiglio l’adozione di interventi finanziari supplementari.
Io ve lo spiego. La mia era una domanda, ma ho una risposta. L’articolo 3 dice che la Giunta può proporre al Consiglio interventi supplementari, quindi propri della Regione Puglia. Quelli, invece, del 102 sono gli interventi che vengono dal Ministero, quindi dallo Stato, dal Governo. Questo articolo va a sopprimere quelli supplementari della Regione. Perché dobbiamo sopprimerli?
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
[...] l’ufficio come un adeguamento a norme sopravvenute. Quindi, è un fatto assolutamente tecnico che viene formalizzato dall’ufficio per rendere coerente la norma regionale con la norma nazionale.
Quindi, su questo, sinceramente, non credo che ci sia un margine di discrezionalità. Tra l’altro, i dirigenti e i funzionari sono stati inviati in Commissione proprio per chiarire questo tipo di problematica. Adesso, in assenza dei dirigenti, ai quali, ovviamente, non potevamo dare una tempistica, perché sarebbero anche venuti, che cosa vuoi che ti dica? Questo è quello che hanno formalizzato gli uffici, refertato e dato parere positivo.
Speaker : COLONNA.
Io però, pur con estrema… Chiedo scusa, sto riprendendo il testo di legge. Pur con estrema cautela, l’articolo 3 propone di sostituire il comma 4 dell’originario articolo 3. Il comma 4 dell’articolo 3 riproduce pari pari lo schema, perché parla di importi dei contributi di cui alle lettere precedenti che vanno dedotti dall’ammontare delle agevolazioni creditizie concesse per la ricostituzione dei capitali di cui alla lettera b) dell’articolo 1 della legge dell’81. Lo schema è lo stesso, sostanzialmente.
Quei contributi, sebbene regionali, vanno dedotti da forme di sostegno nazionale. Lo schema è identico a quello della legge originaria. L’unica cosa su cui io non so dare risposta con certezza è se la natura dei contributi dalla legge dell’81, la 590, siano gli stessi ora riconducibili al decreto legislativo 102/2004. In questo senso, se c’è una sovrapposizione netta, lo schema dovrebbe essere analogo. Però, sul secondo aspetto non so dire se parliamo dello stesso tipo di contributo.
Speaker : PRESIDENTE.
Damascelli, è chiaro?
Speaker : DAMASCELLI.
Solo per chiarire al collega Colonna che non è la 590, ma è la 185, quella precedente alla 102, che disciplinava le avversità atmosferiche.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. L’assessore Di Gioia sta facendo una verifica con gli uffici, così se confermano che è un puro adempimento tecnico… Va bene? Votiamo l’articolo 4.
Lasciamo in sospeso l’articolo 3. Votiamo l’articolo 4.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Votiamo l’articolo 5.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Votiamo l’articolo 6.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
È approvato.
Votiamo l’articolo 7.
Presenti 28, votanti 27, favorevoli 27, astenuto 1.
È approvato.
Votiamo l’articolo 8. Prego i consiglieri di stare in Aula e di votare.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato.
Votiamo l’articolo 9.
Presenti 34, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 4.
È approvato.
Votiamo l’articolo 10.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Passiamo all’articolo 11.
Aspettate un poco, faccio una precisazione all’articolo 4: con deliberazione della Giunta regionale, anziché del Consiglio regionale.
Votiamo l’articolo 11.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato.
Articolo 12, ultimo articolo.
Presenti 32, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 4.
È approvato.
Ci sono dichiarazioni di voto?
L’articolo 3, è vero.
La parola all’assessore Di Gioia.
Lo avevamo lasciato in sospeso, è vero.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Nella ricostruzione, visto che noi stiamo facendo né più e né meno che l’adeguamento alla sopravvenuta legge n. 102, tra l’altro non era neanche in vigore quando abbiamo approvato la precedente legge regionale, il dirigente ha ritenuto esclusivamente di adeguare a una scelta dell’82 i riferimenti normativi corretti, quindi ha lasciato integra l’impostazione della legge precedente. Ovviamente, discrezionalmente, potremmo anche togliere quel comma, fatto salvo che questa attività richiederebbe comunque la possibilità di integrare veramente con i fondi regionali, cosa che non sempre è avvenuta.
Oggettivamente, si può anche togliere. È un maggior vantaggio per l’utente.
Speaker : PRESIDENTE.
L’articolo 3 viene soppresso, quindi seguirà una numerazione diversa in sede di stesura. Va bene?
Collega Damascelli, prego.
Speaker : DAMASCELLI.
Volevo ringraziare il Governo per la disponibilità.
Speaker : PRESIDENTE.
Dopo facciamo i ringraziamenti. Ora dobbiamo procedere.
Votiamo la soppressione dell’articolo 3, con i ringraziamenti del consigliere Damascelli all’assessore Di Gioia.
Consigliere Colonna, prego.
Speaker : COLONNA.
Se noi sopprimiamo l’articolo 3, resta in piedi il comma 4 originario della legge del ’90, che prevede sempre la deduzione dei contributi regionali rispetto al contributo nazionale. Quindi, o si fa la scelta di abrogare l’originario comma 4 oppure bisogna aggiornare il testo della legge del 90. Lasciarla così non ha senso.
Speaker : DAMASCELLI.
L’emendamento, se il Governo è d’accordo, è questo. Il comma 4 dell’articolo 3 della legge regionale 24 del 1990 è abrogato.
Speaker : PRESIDENTE.
Professor Colonna, va bene così?
Votiamo questo emendamento all’articolo 3, a firma Damascelli.
Votiamo.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Questo diventa il nuovo articolo 3. Adesso possiamo votare l’intera legge. Ci sono dichiarazioni di voto? No.
Votiamo. L’emendamento sopprime l’articolo e quindi non dobbiamo votare… Tu hai detto che l’articolo 3 diventa quello che hai detto tu. Quindi, che cosa rimane? Va bene. Poi vediamo nella stesura. È un po’ pasticciata la cosa.
Votiamo l’articolo 3, così come è stato emendato. È un pasticcio colossale. Poi vediamo nella stesura.
Presenti 32, votanti 31, favorevoli 31, astenuti 1.
È approvato.
Adesso votiamo l’intera legge. Abbiamo votato tutti?
Presenti 28, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 3.
È approvato.
Adesso passiamo al punto n. 10). È l’ultima legge che abbiamo concordato nella Conferenza dei Presidenti: “Disposizioni per la promozione e il sostegno al pluralismo e all’innovazione dell’informazione”.
La relazione credo che sia del Presidente Pentassuglia, se ricordo bene. Okay. Come vuoi, Presidente…
Speaker : PENTASSUGLIA.
Io vengo incontro alle vostre esigenze, ancora per poco.
Speaker : PRESIDENTE.
Chiedo un po’ di attenzione. Avete sul tavolo gli emendamenti.
Articolo 1.
Emendamento a pagina 0.1: Disposizioni per la promozione e il sostegno pubblico al pluralismo e all’innovazione dell’informazione e della comunicazione regionale. All’articolo 1, comma 2, lettera e), dopo le parole “rivolte ai giornalisti tecnici”, eliminare la parola “radiofonici”.
Parere del Governo? Con parere favorevole del Governo, votiamo. Ha chiesto la parola il collega Bozzetti.
Prego, collega.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente.
Vorrei che venisse illustrato l’emendamento per capire la ratio del perché viene eliminato “radiofonici”.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Cera.
Speaker : CERA.
Per consentire l’allargamento non solo ai tecnici radiofonici, quindi rivolti solo alle radio, ma ai tecnici in generale di tutti.
“Tecnici” è rivolta a tutti: radio, quotidiani, televisioni e altro.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo l’emendamento.
Presenti 32, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 3.
È approvato.
Non ci sono altri emendamenti all’articolo 1.
Votiamo l’articolo 1.
Presenti 31, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 3.
È approvato.
Articolo 2. Non ci sono emendamenti.
Votiamo l’articolo 2.
Presenti 30, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 4.
È approvato.
Emendamento a pagina 1 all’articolo 3: “All’articolo 3, comma 1, alla fine del periodo, dopo ‘indicati all’articolo 2’, aggiungere le seguenti parole: ‘fatto salvo il divieto di costituzione di posizioni dominanti nei singoli mercati che compongono il sistema delle comunicazioni.
Ha chiesto la parola prima il collega Congedo.
Speaker : CONGEDO.
Avevo presentato al fotofinish un emendamento, che aggiungeva una lettera al comma 1, in particolare la lettera m) in cui, tra gli altri requisiti, che le emittenti, soggetti persone fisiche o giuridiche, devono avere per accedere a questa legge è che non abbiano procedure fallimentari o concorsuali in corso anche nell’ultimo quinquennio. Credo che sia un requisito minimo anche in termini di trasparenza e che attesi anche la solidità delle aziende.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo dà parere favorevole.
Prego, collega, venga un attimo.
Do la parola alla collega Barone.
Speaker : BARONE.
Grazie, Presidente. Perdonatemi.
La ratio di questo emendamento è chiara. È quella di aumentare soltanto la garanzia, quindi ulteriore garanzia. Questo avviene sia a livello europeo con l’articolo 102 del TFUE, Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, quanto con l’ordinamento italiano con l’istituzione anche dell’Agcom. La ratio è assolutamente chiara ed è quella di aumentare soltanto la garanzia per far sì che non ci sia, nell’ambito del mercato, una posizione dominante rispetto all’altra e quindi che ci sia garanzia e un mercato più libero e senza eventuale eccezione di legge, con un riconoscimento del principio di generale applicabilità delle norme antitrust, per favorire in una certa maniera il mercato in maniera più garante per tutti quanti.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere negativo del Governo.
Votiamo l’emendamento a pagina 1. Votare.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 5, contrari 24, astenuto 1.
Non è approvato.
Emendamento a pagina 2 della collega Barone. Votiamo con il parere negativo del Governo… Bene, è ritirato, allora, l’emendamento a pagina 2.
Emendamento a pagina 3 del consigliere Cera ed altri. Il Governo? Favorevole da parte del Governo. Votiamo… Collega Bozzetti, voleva parlare? Le chiedo scusa, ma non è uscito sul video. Va bene.
Presenti 30, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 2.
È approvato.
Emendamento a pagina 4 del consigliere Cera e altri.
Il Governo è favorevole.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Perché mai, Presidente, lo chiedo ai sottoscrittori, i contratti di lavoro...
Sì, ma ci sono anche altre organizzazioni, come la FRT, la Federazione radiotelevisioni private, che sottoscrivono contratti di lavoro con le organizzazioni dei dipendenti delle televisioni private. Perché solo con la Federazione nazionale della stampa?
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Cera.
Speaker : CERA.
Innanzitutto, noi facciamo riferimento alla FNSI, soprattutto riguardo ai contratti dei giornalisti. Noi abbiamo ripreso esattamente quello che ci indica anche la legge nazionale, l’ultimo Regolamento ministeriale, che ci indica come contratto collettivo nazionale per i giornalisti l’FNSI.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo è favorevole.
Mettiamo ai voti l’emendamento a pagina 4.
Presenti 39, votanti 38, favorevoli 38, astenuti 1.
È approvato.
Emendamento a pagina 5, sempre a firma del collega Cera.
Il Governo è favorevole.
Lo mettiamo ai voti.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Emendamento a pagina 6.1, a firma del collega Congedo: “Dopo la lettera h) aggiungere la lettera i): attestare di non trovarsi in stato di fallimento e di non essere soggetto ad altra procedura concorsuale e che tali procedure non si siano verificate nell’ultimo quinquennio.
Parere favorevole da parte del Governo. Votiamo. L’ho appena letto.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Emendamento a pagina 6 del collega Bozzetti e della collega Barone. All’articolo 3, comma 2, lettera j) le parole “pari a quattro o uno” sono sostituite dalle seguenti “pari a quattro o due”.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Presidente, l’emendamento incide su questa parte dell’articolo, che dice “naturalmente più in particolare i soggetti di cui al comma 1, per poter beneficiare degli interventi regionali di sostegno, devono. Relativamente ai soggetti di cui all’articolo 2 nell’intero anno di riferimento del beneficio un numero minimo di dipendenti con prevalenza di giornalisti regolarmente assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato e determinato pari a quattro, e quindi andava scritto meglio l’articolo, pari a quattro nel caso di soggetti esercitanti attività di editoria quotidiana, e mi sembra normale che un giornale quotidiano abbia almeno quattro giornalisti assunti, ma mi sembra eccessivo obbligare a due giornalisti assunti quando poi si tratta di quella periodica. Quella periodica non può che essere quindicinale, mensile, bimensile e trimestrale o addirittura annuale. Ci sono giornali che escono una volta all’anno. Secondo voi, un giornale periodico che esce ogni mese, ogni due mesi, può sopportare il peso dell’assunzione di due giornalisti, oltre naturalmente al titolare, all’editore o a quelli che comunque portano avanti la baracca? Significa incidere con costi fissi qual è quello appunto dei due giornalisti, che diventa insopportabile per una piccola testata. Del resto, qua non stiamo parlando delle grandi testate a tiratura nazionale, stiamo parlando di piccoli mensili locale dove magari nessuno è assunto o sono fatte da associazioni che sono più di volontariato e tengono in piedi un periodico locale, oggi che nessuno più, e vediamo come diminuiscono le vendite dei quotidiani e dei periodici. Quindi, credo che sia eccessivo obbligare colui il quale ha una testata che è periodica, che è oltre il quotidiano, può essere settimanale o quindicinale, ad avere due giornalisti assunti a tempo pieno, o determinato o indeterminato, ha dei costi che renderebbero assolutamente insostenibile mantenere un’azienda così piccola.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto la parola il collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Presidente, io comprendo bene le ragioni che ha esposto il Presidente Marmo, ma noi, con Napoleone Cera e il collega… Non riesco a individuare il terzo collega firmatario di un successivo emendamento. Dicevo, anche noi avevamo portato a due la soglia minima per quanto riguarda l’editoria periodica, però combinando questa modifica con una modifica del comma 3 dello stesso articolo, prevedendo che, nel computo del numero minimo dei dipendenti, fosse compreso anche quello del direttore di testata. Quindi, in realtà si tratta di un’altra, almeno un’altra figura di dipendente, con contratto a tempo determinato o indeterminato, qualunque sia il profilo, non solo necessariamente giornalistico. Ma lo spirito è anche spingere per una… Insomma, ognuno ha le sue opinioni, collega Marmo. Intendiamoci, qua siamo sul terreno dell’opinabile, quindi ognuno è libero di esprimere la sua. Noi siamo dell’idea che l’informazione o il sostegno al sistema informativo passa anche attraverso una forma di professionalizzazione della materia, perché siamo stanchi anche di un’informazione pret-a-porter, condotta al mattino.
Stiamo ragionando in termini di sostegno da parte della Regione. La legge non condiziona la libertà di organizzarsi i giornalini, ma il sostegno regionale non può passare... Formulo meglio l’affermazione: si deve scongiurare il rischio di formule editoriali che siano riconducibili a una persona che, da un giorno all’altro, monta su un prodotto editoriale in funzione solamente del contributo regionale.
Prevedere almeno due figure – non tre, ma due – di direttore e una figura di dipendente è una forma di garanzia quando si chiede un contributo regionale, scongiurando il rischio che ci sia un soggetto che dalla mattina alla sera vede un’opportunità nella contribuzione regionale e avvia un nuovo prodotto editoriale consumato in casa, prodotto in casa, magari con risultati, dal punto di vista qualitativo, discutibili.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Bozzetti, prego.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente.
Visto che si discute il nostro emendamento, ho notato che, in realtà, questa era una richiesta che veniva anche dalla Commissione, dove, a quanto vedo, è stata recepita dal proponente della legge e anche da altri colleghi consiglieri, perché è presente l’emendamento successivo identico a quello mio.
Qua parliamo di fornire dei contributi. Quindi, proprio perché stiamo andando a fornire dei contributi, è il caso che non solo la singola persona... Magari domani 10, 20, 30 persone si vanno ad aprire un singolo sito internet giornalistico on line, quindi possono tranquillamente andare a recepire i contributi messi a disposizione. Così quantomeno si cerca di incentivare l’occupazione giovanile anche nell’ambito delle testate on line per poter avere, sostanzialmente, oltre il direttore, anche una figura lavorativa che possa coadiuvare, in questo caso, il direttore.
Il senso è proprio questo, cioè evitare che i contributi che vengono dati possano essere “dispersi” con decine e decine di singoli siti internet on line che possono nascere e, quindi, recepire questi contributi.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Il Governo è favorevole.
Prego, collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente, io voglio solo far notare che noi dobbiamo avvicinarci sempre di più alla possibilità della libera circolazione delle idee e quindi far nascere non una, ma dieci testate, a prescindere dal fastidio che mi possa apportare una testata, due testate o che siano scadenti, perché è il mercato che determina se un giornale si vende o non si vende, se è scritto bene, se è scadente, se è buono o se è bravo. Questa legge diventa non tanto la legge del sostegno all’editoria, quanto l’invito ad autosostenersi per l’editoria, nel senso che voi obbligate una persona, un’azienda piccola, piccolissima, una associazione, quello che sarà, non sappiamo la struttura sociale che avrà, ad assumere per forza due soggetti con contratto della Federazione nazionale della stampa e che avrà un certo costo.
Probabilmente noi stiamo discutendo dall’accedere al sostegno della Regione, perché qui avete stanziato solo 100.000 euro. Può darsi che ci saranno altri 100.000 euro in un altro anno, ma probabilmente l’azienda il premio se lo darà non accedendo al finanziamento regionale e non assumendo un altro giornalista, perché il premio sarà quello, saranno 2.000 euro al mese che si terrà per sé e li utilizzerà evidentemente per tanti collaboratori ai quali, secondo i temi e gli argomenti che la rivista si organizza, finanzierà. Io credo che così non ne usciamo, così come quando chiediamo la correntezza, la regolarità contributiva, probabilmente dovevamo pensare anche al fatto che le aziende che sono in crisi proprio perché si vendono meno giornali avrebbero avuto bisogno di un sostegno diverso per rientrare nella regolarità contributiva, e già sarebbe stato un successo perché significava pagare i contributi per quei giornalisti che poi li mettono da parte naturalmente per la pensione. Rispetto a questo io credo che vada bene. Chi ha ideato la legge ha fatto bene ad inserire “pari a quattro per i quotidiani e uno per i cosiddetti periodici”, che non è detto che sia il direttore, perché il direttore per mantenere in vita una rivista di cui magari ha passione e volontariato può anche non prendere niente e assumere un’altra persona.
Noi dobbiamo conoscere il mondo reale. Avete mai fatto un giornalino di paese, che stampa al massimo mille copie? E un giornalino che fa mensilmente mille copie e che le vende a uno o due euro, quanto incassa? Poi lo andate a penalizzare nell’altro articolo, perché gli dite che non deve avere più del 50 per cento degli introiti in pubblicità, ma il 40 per cento per accedere al grandioso contributo della Regione Puglia. Ma che cosa state a fare? Non credo che questi debbano essere i ragionamenti portati a sostenere l’editoria e la libera circolazione del pensiero.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, con il parere favorevole del Governo votiamo l’emendamento a pagina 6. Votare.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 30, contrari 2.
È approvato.
L’emendamento a pagina 7 decade.
Emendamento a pagina 8 a firma della consigliera Barone. Governo? Prego, assessore.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Se magari la consigliera Barone lo può rileggere, perché la lettura non è chiara, non è di facile interpretazione. Quindi, magari ci chiarisce se è un problema di punteggiatura, oppure se si riferisce davvero a qualunque controversia su qualunque questione.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Barone, prego.
Speaker : BARONE.
Parla di provvedimenti amministrativi, quindi nel caso in cui uno abbia procedimenti pendenti ritenevamo che, in qualche modo nell’ambito giudiziario, non potesse poi accedere a questi finanziamenti pubblici. Se avesse procedimenti pendenti nell’ambito amministrativo? Per indebita percezione di risorse pubbliche. Io non comprendo, sinceramente, il dubbio. Non ci siamo compresi.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto la parola il collega Cera.
Speaker : CERA.
Sembrerebbe, dalla lettura, che chiunque abbia una causa non può accedere. Secondo me, servirebbe una virgola dopo “procedimenti amministrativi”.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo?
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Consigliera, i provvedimenti o le azioni esecutive pendenti dinanzi all’Autorità giudiziaria devono essere connesse anche con atti amministrativi relativi alle azioni di revoca per indebita percezione. È così? Sia le une che le altre. Invece, per come è scritto, sembrerebbe che solo i procedimenti amministrativi devono essere connessi con atti di revoca. Tutte e due, invece?
Lo possiamo rinviare, magari, a subito dopo questo emendamento?
Speaker : PRESIDENTE.
Lo rifate?
Sospendiamo l’emendamento a pagina 8.
Collega Di Bari, prego.
Speaker : DI BARI.
Grazie.
Assessore, “per entrambi i procedimenti aventi ad oggetto atti di revoca”. Va bene così?
Lo riscriviamo e glielo sottoponiamo. Va bene.
Speaker : PRESIDENTE.
Sospendiamo l’emendamento a pagina 8.
Emendamento a pagina 9, sempre a firma della collega Barone. Il Governo per l’emendamento a pagina 9. Assessore, siamo all’emendamento a pagina 9.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e cultuale.
È già previsto con la regolarità contributiva e retributiva.
Speaker : PRESIDENTE.
E quindi? È superato?
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e cultuale.
È superato, sì.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Barone, che fa, lo ritira l’emendamento a pagina 9 perché risulta superato?
L’emendamento a pagina 9 è ritirato.
Emendamento a pagina 10, sempre della collega Barone.
Il Governo?
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e cultuale.
Sfavorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere negativo da parte del Governo. Votiamo l’emendamento a pagina 10.
Votiamo con il parere negativo del Governo. Votiamo.
Presenti 26, votanti 24, favorevoli zero, contrari 24, astenuti 2.
Non è approvato.
Emendamento di pagina 11 del collega Cera ed altri. Il Governo è favorevole.
Votiamo l’emendamento a pagina 11, con il parere favorevole del Governo. Votiamo l’emendamento a pagina 11.
Presenti 25, votanti 25, favorevoli 25.
È approvato.
Emendamento a pagina 12 del collega Cera ed altri. Il Governo? Il Governo dà parere favorevole. Votiamo.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
È approvato.
Emendamento di pagina 13 del collega Cera ed altri. Il Governo?
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
A pagina?
Speaker : PRESIDENTE.
13.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
13. Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Con il parere favorevole del Governo votiamo… Un attimo, il consigliere Bozzetti ha chiesto la parola.
Speaker : BOZZETTI.
Era per chiedere perché si chiedeva la soppressione del comma 6.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Cera, al microfono.
Speaker : CERA.
Già precedentemente abbiamo inserito la regolarità. Al posto di “correttezza” abbiamo inserito “regolarità contributiva e retributiva” precedentemente.
Sempre precedentemente abbiamo inserito che i giornalisti devono far riferimento all’ordine di FNSI.
Speaker : PRESIDENTE.
Allora, il Governo sull’emendamento a pagina 13? Con il parere favorevole del Governo… Vedo che ha chiesto la parola il collega Colonna. Bene, allora votiamo l’emendamento a pagina 13. Votiamo.
Presenti 28, votanti 27, favorevoli 27, astenuti 1.
È approvato.
Un attimo solo. Stiamo rivedendo l’emendamento a pagina 8.
L’emendamento a pagina 8 è sostituito con un altro: “All’articolo 3, comma 2, è aggiunta la seguente lettera l): ‘Attestare l’assenza di provvedimenti e/o azioni esecutive pendenti dinanzi all’Autorità giudiziaria e di procedimenti amministrativi, entrambi aventi ad oggetto atti di revoca per indebita percezione di risorse pubbliche’”.
Parere del Governo?
Quindi, attestare con autocertificazione l’assenza di provvedimenti.
Con il parere favorevole del Governo, votiamo l’emendamento a pagina 8.
Presenti 32, votanti 31, favorevoli 31, astenuti 1.
È approvato.
Ora votiamo l’articolo 3, così come emendato.
Votiamo. Votiamo.
Presenti 27, votanti 25, favorevoli 25, contrari zero, astenuti 2.
È approvato.
Emendamento a pagina 14 della collega Barone. Bozzetti ha chiesto la parola. Prego.
Speaker : BOZZETTI.
Presidente, sull’ordine dei lavori, una cortesia. Non votate per il Presidente Emiliano se non è in Aula. Ve lo chiediamo per favore perché probabilmente… Non voglio accusare nessuno. Però, probabilmente, c’è la tessera e qualcuno vota per il Presidente Emiliano.
Speaker : PRESIDENTE.
Non c’è la tessera. Collega Bozzetti, non c’è la tessera.
Speaker : BOZZETTI.
Fino ad ora, se controlliamo le votazioni precedenti, probabilmente è successo. Probabilmente è successo. Siamo un un’Aula legislativa. Cerchiamo quantomeno di avere un attimo di correttezza.
Speaker : PRESIDENTE.
Faremo attenzione.
Speaker : BOZZETTI.
Non solo attenzione. È questione di correttezza e anche di rispetto nei confronti di chi qui sta seduto e sta cercando di lavorare con tutti i problemi che conosciamo.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Il Governo sull’emendamento a pagina 14? Con il parere favorevole del Governo votiamo l’emendamento a pagina 14. È della collega Barone. Votiamo.
Presenti 26, votanti 25, favorevoli 24, contrari 1, astenuti 1.
È approvato.
L’emendamento a pagina 15 decade.
Emendamento a pagina 16 della collega Barone. Il Governo? Emendamento a pagina 16.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e cultuale.
Sfavorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Con il parere negativo del Governo, votiamo l’emendamento a pagina 16. Votiamo. Presenti 27, votanti 26, favorevoli 2, contrari 24, astenuto 1.
Non è approvato.
Emendamento di pagina 17 del consigliere Santorsola. Il Governo?
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere favorevole del Governo.
Prego, collega Marmo.
Speaker : MARMO.
La formula della perequazione: che significa questo articolo? Come avviene la forma della perequazione tra testate giornalistiche? Ce lo potete spiegare?
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, votiamo con il parere favorevole del Governo… No, collega Colonna. Prego.
Speaker : COLONNA.
Mi stavo permettendo di suggerire, però per un fatto puramente redazionale, che questo intervento non si aggiunge alla numerazione di cui al punto elenco di questo articolo, ma costituisce sostanzialmente un secondo comma, quindi se redazionalmente ne possiamo tener conto, insomma. Va bene? In quanto il primo come è retto da “sono esclusi gli interventi di cui alla presente disposizione”, e c’è un punto elenco che finisce con la i). No, questo comma dovrebbe aggiungersi a parte.
Il mio suggerimento è quello di farne un comma a parte, lasciando l’articolato così com’è, altrimenti c’è un problema un po’ di coordinamento con il testo. Quindi, dovrebbe essere un comma, un secondo comma, in cui si rinvia alla Giunta la disciplina di meccanismi perequativi.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Grazie.
Noi abbiamo la lettera i) del comma 1 dell’articolo 4 che dice: “I soggetti che hanno beneficiato nello stesso anno di interventi erogati in forza delle presenti disposizioni da parte della Regione Puglia per un importo maggiore o uguale a 80.000 euro sono esclusi dagli interventi di cui alla presente legge”. Ma se questa legge deve entrare in vigore, come può un soggetto aver già avuto un finanziamento ai sensi della presente legge e partecipare ad un altro finanziamento ai sensi della presente legge. Quindi, già questo punto i) del comma 1 è abbastanza complicato da leggere.
Se poi leggiamo il punto i) trasformato dal collega Colonna, che or ora ha detto che vuole che diventi, invece, il comma 2, non sappiamo se lasciando la lettera i), quindi facendo un altro comma, dice praticamente così: “La Giunta regionale disciplina l’erogazione dei contributi di cui alla presente legge assicurando forme di perequazione tra i soggetti beneficiari, al fine di perseguire il pluralismo”. Prima abbiamo cancellato il pluralismo obbligando testate, anche periodiche, ad avere almeno due dipendenti che, tra contributi e paga base, costerebbero abbastanza. Poi ci si preoccupa del pluralismo inventandosi una sorta di perequazione, perequazione che, stranamente, viene fatta con una delibera di Giunta. Mi fa specie che un consigliere regionale non si sia preoccupato, invece, di chiedere un Regolamento per il quale accedere ai contributi. Il Regolamento viene in Commissione e i consiglieri possono pure controllarlo.
La disciplina è un atto amministrativo che fa la Giunta di sua sponte, che disciplina come erogare, ma non è detto come avviene la perequazione. Perché mai, se ci sono dei criteri da rispettare, qualcuno dovrà accedere a qualcun altro? In virtù di che cosa? Di favorire un giornale che è pluralisticamente amico mio o meno pluralisticamente amico di un altro?
L’articolo è indefinito. È vero che la norma deve essere generica e astratta, ma questa forma di perequazione... Non siamo mica tra le regioni del nord e del sud dove si determina una forma di perequazione. Se qualcuno si oppone, poi abbiamo i ricorsi al TAR, come è successo tempo fa con l’erogazione dei contributi elettorali alle emittenti.
Credo che questo articolo non vada bene, anche perché se la Giunta vorrà fare una disciplina la potrà fare a prescindere dal fatto che lo dica, senza specificare come, o che non lo dica.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto la parola il collega Santorsola.
Speaker : SANTORSOLA.
Credo che abbia ragione il collega Colonna a suggerire che sia formulato come un secondo comma.
Per quanto riguarda, invece, la indicazione per la quale l’abbiamo presentato, si riferisce ad evitare che le risorse comunque presenti qualora ingenti rimangano non utilizzate, assicurando a tutte le testate la possibilità di partecipare alle somme erogabili. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Sospendiamo questo emendamento e andiamo oltre. Nel frattempo, il collega Santorsola…
Un attimo, collega Marmo. Assessore, l’emendamento a pagina 18… Con il parere negativo del Governo, mettiamo in votazione l’emendamento a pagina 18. Votiamo l’emendamento. Stiamo votando l’emendamento a pagina 18. Poi, riprenderemo quello di pagina di… Avevo già chiamato prima l’emendamento a pagina 18.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 4, contrari 24.
Non è approvato.
Collega Barone, prego.
Speaker : BARONE.
Io volevo chiedere: in pratica noi stiamo votando senza sapere se verrà sostituito o meno lo stesso articolo, lo stesso comma particolarmente. In più, purtroppo prima ci siamo un po’ innervositi, ma abbiamo fatto passare – e questo è molto grave – la cosa che non avranno soldi quei giornalisti, quegli editori che distribuiscono i giornali gratuitamente, tipo E-Police, Metro, non mi vengono in mente altri giornali… Il Notiziario. Cioè, ci sono dei giornali che non vengono pagati, sono gratuiti e a questi gli togliamo i soldi. Paradossalmente sono giornalisti uguali, paradossalmente questi offrono un servizio gratuito ai cittadini e da noi non avranno soldi. Questo è uno.
Secondo, stiamo votando senza sapere se decade o non decade, e va bene. Dopodiché, è molto grave, perdonatemi, perché quello che avete ora bocciato era nelle Commissioni IV e VI e prima era 40.000 la soglia, poi l’avete alzata a 80.000, poi l’avete tolta e poi l’avete riposizionata a 80.000.
Allora, noi vi chiediamo con questo emendamento che almeno, se ricevono i soldi dallo Stato o da altri Enti pubblici, e sono 80.000, credo che possono effettivamente bastare quei soldi e non avere altri soldi dalla Regione Puglia. In più, ribadisco che abbiamo bocciato assurdamente che chi lavora per carta stampata, per giornali gratuiti, che fanno veramente forse un servizio pubblico, da noi non avranno soldi. È gravissimo.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Il Governo sull’emendamento a pagina 19?
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere contrario del Governo.
Votiamo l’emendamento a pagina 19.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 5, contrari 24, astenuto 1.
Non è approvato.
Ritorniamo all’emendamento a pagina 17: cancellare la lettera i) e aggiungere il comma 2: “La Giunta regionale disciplina l’erogazione dei contributi di cui alla presente legge, assicurando forme di perequazione tra i soggetti beneficiari, al fine di perseguire il pluralismo.
Il Governo? Pagina 17. Il Governo è favorevole .
Votiamo.
È stata abrogata la lettera i).
Collega, l’ho letto. È stata eliminata la lettera i) e aggiunto il comma 2. Se vuole, lo rileggo. È stato presentato, collega, come subemendamento.
Votiamo.
Presenti 30, votanti 28, favorevoli 24, contrari 4, astenuti 2.
È approvato.
Emendamento a pagina 20, a firma della collega Barone.
Collega Laricchia, prego.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente.
Il consigliere Marmo è preoccupato perché, giustamente, abbiamo votato due emendamenti che, in realtà, dovrebbero risultare decaduti, dato che siete intervenuti sull’emendamento precedente che ha modificato totalmente il corpo che aggrediva il nostro emendamento.
Purtroppo, penso che questo sia il problema minore rispetto a quello che sta succedendo in questo momento in Aula. Abbiamo visto di tutto. Abbiamo visto il Presidente Emiliano che, pur essendo nell’altra stanza, riusciva a votare. È riuscito nel dono dell’ubiquità, cosa che non avrebbe creduto nessuno. Quello che è più grave è che voi stavate riuscendo a fare qualcosa che probabilmente non stava succedendo e non sarebbe successo in nessuna Regione, cioè stavate riuscendo a ottenere un voto, magari di astensione, magari anche a favore, del Movimento 5 Stelle rispetto a un finanziamento del genere perché andava veramente, per come era strutturato all’inizio, a supporto dell’informazione, del servizio dell’informazione, perché c’era un limite, c’era un limite dei 40.000 euro, poi trasformato negli 80.000 euro. Si diceva che non avrebbero preso finanziamenti quelle aziende, quei giornali, come vogliamo chiamarli, che in qualche modo avevano già preso finanziamenti fino a 40.000 euro pubblici, poi diventati 80.000 euro. C’era anche lo strumento degli enti locali, il supporto ai Comuni per istituire degli uffici stampa in associazione tra Comuni e quindi avere questa possibilità.
Ci sembrava tutto abbastanza positivo, nonostante qualcosa di negativo. Ci sembravano questi elementi positivi che avrebbero in qualche modo favorito un nostro voto favorevole, oltre ovviamente al sostegno al precariato, che naturalmente vede tutto il nostro sostegno.
Tuttavia, siete riusciti, ci avete provato già prima, a introdurre qualcosa che avrebbe vanificato tutto, ovvero la possibilità in questa legge per la Giunta di intervenire e rendere del tutto inutile sostanzialmente tutti i limiti previsti in questa legge. Ci siamo riusciti a bloccarvi, evidentemente anche con la nostra reazione in Commissione. Adesso che avete fatto? Avete eliminato la lettera che metteva quel limite dei 40.000 euro o 80.000 euro e avete sostituito questo limite, che era una garanzia veramente per i piccoli editori, per le piccole realtà che hanno bisogno di sostegno, l’avete sostituito con uno strapotere alla Giunta che ha il potere ovviamente con una parola bellissima e per qualcuno anche incomprensibile, non certamente per noi, ma per qualcuno magari sì, perequazione, che confonde un po’ le idee, perché appunto è la Giunta che ridistribuisce un po’ tutte le risorse.
Stavate riuscendo nell’impresa di farci votare favorevolmente a un provvedimento che sembrava davvero sostenere l’informazione, quella reale, quella locale, quella piccola, che ha bisogno di sostegno e di dire la verità in giro e invece siete riusciti nuovamente naturalmente a farci votare contro da questo momento in poi perché avete eliminato tutti quei vincoli e tutti quegli aspetti positivi che questa legge conteneva.
È un vero peccato, perché avremmo potuto fare qualcosa insieme, avremmo potuto votare a favore, avremmo potuto dare una garanzia e un supporto alle piccole realtà e invece avete rovinato tutto per l’ennesima volta.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola al collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Per una volta devo concordare con la collega Laricchia, ma questo non ti autorizza a fare un video dicendo che hai ragione. Ti diffido. Quell’articolo, limitando a 80.000 euro e dicendo in quale periodo andavano percepiti, secondo me, chiariva molto e significava ancora di più rispetto al pluralismo di cui il collega Colonna si è fatto crociato con il suo emendamento, perché il dato emerge chiaramente: non è più una legge per il sostegno dell’editoria piccola o media, ma anche medio-grande, alla quale comunque si pongono dei limiti, ma diventa una cosa che è disciplinata assolutamente senza un regolamento, come ho detto prima, che poteva venire in Commissione.
Da un provvedimento che nasce dal Consiglio, perché questa è una proposta di legge di alcuni consiglieri anche della maggioranza, diventa poi una parte trasferita al potere dell’Esecutivo, quindi è in contraddizione palese rispetto a quello che ci eravamo proposti.
Quindi, abbiamo condotto male la seduta, non ci è stato dato il tempo di riflettere opportunamente su che cosa significava l’emendamento, poi rettificato, di soppressione della lettera i), e questo è stato un errore gravissimo. Anche noi siamo addolorati per questa scelta fatta dalla maggioranza.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Io credo che negli ultimi minuti si sia persa tanta lucidità, anche da parte del collega Marmo, che confonde un intervento che cercava di spiegare e di correggere… Mi ha attribuito la paternità di un emendamento che non ho fatto. Io credo che ci sia stato qualche problema redazionale in tutto quanto.
Prima, rispetto alla proposta formulata dal collega Santorsola, avevo suggerito non di sostituire la lettera i) o tantomeno di eliminarla, ma di aggiungere un comma 2 che rinviava… Guardi, collega Marmo, per esempio su quell’emendamento, così come è stato letto dal Presidente, io mi sono astenuto, nel senso che non condividevo quella formulazione. Le sto spiegando che c’è stato un problema evidentemente redazionale e di comunicazione… Allora, la proposta che ho formulato prima era di sistemare il testo su meccanismi e forme di perequazione demandate alla Giunta come comma ulteriore, che non cancellava né sostituiva la lettera i). Ritorno a esplicitare quello che ho detto.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Cera, prego.
Speaker : CERA.
Se siamo tutti d’accordo, io direi di ripristinare la lettera i) così com’era.
La g) va tolta?
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
L’emendamento che prevedeva la soppressione della lettera g) non è stato approvato. È chiaro? Quindi, la lettera g) è rimasta.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Turco… Allora, riprendiamo… Colleghi… Colleghi, è stato presentato l’emendamento 19.1, un emendamento soppressivo: “All’articolo 4, comma 1, è soppressa la lettera g)”. Collega Marmo…
Speaker : MARMO.
E mi sta distraendo. Voi mandate gli emissari a distrarmi.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, dicevo, collega Marmo, un emendamento soppressivo a pagina 19.1: “All’articolo 4, comma 1, è soppressa la lettera g)”. Va bene? Il Governo? Con il parere favorevole del Governo votiamo. Votiamo. È stato votato l’emendamento 19.1.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Emendamento a pagina 20 della consigliera Barone. Il Governo?
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Cosa vuol dire “i giornali quotidiani e periodici e i fornitori di servizi di media audiovisivi”? Media audiovisivi.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Barone, lo ritira?
L’emendamento a pagina 20 è ritirato.
L’emendamento a pagina 21, a firma del collega Santorsola, è ritirato.
Speaker : SANTORSOLA.
Sì, lo ritiro.
Speaker : PRESIDENTE.
Emendamento a pagina 22, a firma delle colleghe Laricchia e Di Bari.
Chiedo scusa. Votiamo l’articolo 4, così come emendato.
La lettera i) è rimasta.
Prego, collega Cera.
Speaker : CERA.
Colleghi, la lettera i) rimane così come emendata dal collega Santorsola.
Sistemi di perequazione, eccetera. Soppressione e ridistribuzione con sistemi di perequazione. Gli uffici ci dicono che se noi poniamo un limite di 40.000-80.000 euro rischiamo, con i fondi che noi mettiamo, che oggi possono essere un milione, ma domani possono essere anche di più, di non spenderli tutti.
Se poniamo il limite rischiamo di non spenderli tutti.
Speaker : MARMO.
Se c’è il limite di 80.000 euro è quasi certo che li spenderai tutti. Se non poni limiti non sappiamo che cosa può accadere. Noi avevamo chiesto di ritornare indietro, e siamo ritornati indietro, sulla lettera g), così come chiedevamo di tornare indietro sulla lettera i), facendo in modo che rimanesse integro il punto i) e che ci fosse l’aggiunta del comma dove si attribuisce alla Giunta la disciplina per la mera perequazione. Però, gli 80.000 restano, anche perché l’emendamento che è stato corretto e poi disdetto è stato scritto e presentato lì, ma non è arrivato a tutti i consiglieri. Non lo abbiamo letto tutti quanti.
Speaker : PRESIDENTE.
Io l’ho letto comunque.
Speaker : MARMO.
Tu l’hai letto, ma non è sufficiente. Almeno uno per Gruppo doveva essere attribuito in modo da essere chiari.
Noi desideriamo che la lettera i) resti integra e gli uffici non si preoccupassero. Rimangono 80.000 euro. Poi, i colleghi hanno chiesto la nascita di un punto 2, un comma 2 che disciplina quello che farà la Giunta.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola alla collega Laricchia.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie. Inoltre, volevo ricordare che pochi minuti fa l’assessore Capone ha detto che quello che era successo, cioè la sostituzione della lettera i) era accaduto per un disguido. In realtà, voi siete d’accordo con il limite dei 40.000 euro o 80.000 che siano, ma per un errore avete modificato questa lettera i).
Ora questa storia degli uffici non riesco bene a comprenderla in relazione a ciò che poco prima ha detto l’assessore Capone.
Di conseguenza, credendo valido, volendo credere valido ciò che ha detto prima l’assessore Capone, vi chiedo di dimenticare quello che eventualmente qualche ufficio dovesse avervi detto, se ve l’ha detto, e cercare di ritornare sulla strada della modifica della lettera i) che stavate portando avanti prima, dato che quello che è successo è successo per un disguido e non per altro.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al Presidente Loizzo.
Speaker : LOIZZO.
Scusate, se la maggioranza, al di là di queste discussioni, è d’accordo per sopprimere la lettera i), che si proceda. Capisco tutte le vostre obiezioni, però la maggioranza chiede che quella lettera i)…
Prego.
Speaker : PRESIDENTE.
È stato approvato l’emendamento che cancella la lettera i).
Speaker : LOIZZO.
Io come consigliere non posso parlare? Dove sta scritto? In che Regolamento? Possibile? Mi devo dissociare da Michele? Non posso. Dal Presidente Emiliano non mi posso dissociare.
Speaker : PRESIDENTE.
L’emendamento a pagina 17 è stato votato, con la cancellazione della lettera i). ù
È stata abrogata. la parola all’assessore Capone… Allora, prima al collega Santorsola e poi alla collega Di Bari.
Speaker : SANTORSOLA.
Presidente, io ho presentato un emendamento, l’ho firmato e lei l’ha letto. Io credo che non ci rimanga altro che votare. Poi ognuno esprimerà…
Speaker : PRESIDENTE.
È stato votato già.
Speaker : SANTORSOLA.
Perfetto. Se è stato votato, non è più da discutere.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, andiamo avanti. Prego, collega Di Bari.
Speaker : DI BARI.
Chiedo scusa, Presidente, e anche al consigliere Santorsola, ma il suo emendamento non parla di soppressione, parla di modifica, modifica. Quindi, siccome lo stesso consigliere Colonna, che ha parlato per lei, ha detto che c’è stato un disguido di interpretazione con gli uffici, noi abbiamo votato una cosa che non volevate neanche. O lo volevate? A questo punto ditelo che volevate togliere quel limite degli 80.000 euro e a tutti sarà chiaro qual è la volontà della maggioranza. Lo dovete dire. Lo dovete dire chiaramente, per una volta, se ci riuscite.
Speaker : PRESIDENTE.
C’era il subemendamento del collega Santorsola a pagina 17, che dice di cancellare la lettera i) e poi di aggiungere il comma 2: “La Giunta regionale disciplina l’erogazione dei contributi di cui alla presente legge, assicurando forme di perequazione tra i soggetti beneficiari, al fine di perseguire il pluralismo”. Questo è stato approvato. Collega Marmo, successivamente noi, con l’emendamento 19.1, a firma del collega Cera, abbiamo approvato e votato la soppressione della lettera g): “All’articolo 4, comma 1, è soppressa la lettera g)”. Andiamo avanti.
Votiamo l’articolo 4.
Collega Ventola, prego.
Speaker : VENTOLA.
Presidente e, soprattutto, consigliere Cera, noi abbiamo votato favorevolmente e abbiamo contribuito affinché questa legge potesse avere il massimo consenso possibile. Uno degli elementi dirimenti era proprio la possibilità che tutti, avendo i requisiti, potevano accedere, con la possibilità che ci fosse un tetto, perché questo dava la possibilità anche ai più piccoli di partecipare ed evitare che i grossi gruppi, senza un limite, potessero fare man bassa.
Questa è una questione molto fondamentale. Se la volontà politica della maggioranza è cambiata in Aula dopo i lavori consiliari... È chiaro, noi ci stiamo attaccando alle possibilità dell’emendamento, ma se la volontà politica è cambiata ditelo chiaramente, non perché gli uffici ci hanno detto che forse non si spenderanno i soldi. Sarà un problema del Consiglio se si spenderanno o meno.
Il nocciolo è che qui si sta togliendo un limite e chi ha più dipendenti, chi ha già altri contributi avrà maggiori possibilità. È una scelta politica. Ve ne assumete la responsabilità. Tutti possono cambiare. Prendiamo atto che in questo Consiglio avete cambiato il vostro pensiero rispetto a ciò che è stato fatto insieme in Commissione.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Cera, prego.
Speaker : CERA.
Ormai l’emendamento Santorsola è stato approvato.
Io direi, a questo punto, facendo le opportune valutazioni anche con gli uffici, la riproposizione di un emendamento sostitutivo di quella lettera i) anche in sede di bilancio per modificare la legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Metto in votazione l’articolo 4.
Presenti 23, votanti 16, favorevoli 16, astenuti 7.
Non è in numero legale la votazione.
A questo punto il Consiglio si aggiorna.
Il Consiglio è chiuso. Ci aggiorniamo con la sessione di bilancio.
Grazie e buona serata a tutti.