Di seguito una breve descrizione dei principali servizi disponibili:
Cliccando su “CC”, posizionato nell’angolo in basso a destra del video, potrai attivare o disattivare la visualizzazione dei sottotitoli.
Per ciascuna seduta sono disponibili:
- le trascrizioni integrali degli interventi;
- l’elenco degli interventi in ordine cronologico e degli argomento all’ordine del giorno trattati.
La mediateca è interamente esplorabile.
- Ricerca semplice per:
- Oratore: consente di selezionare solo le sedute di Consiglio in cui uno o più degli oratori selezionati hanno effettuato interventi.
- Argomento all’ordine del giorno: consente di selezionare solo le sedute di Consiglio durante le sono stati trattati all'ordine del giorno, gli argomenti desiderati.
- Data o periodo temporale: consente di selezionare le registrazioni di seduta svoltesi durante uno specifico arco temporale o una specifica data.
- Ricerca Avanzata: è possibile ricercare singole parole, nomi, frasi, argomenti trattatati durante le discussioni in Consiglio e ottenere come risultato tutte le registrazioni delle sedute durante le quali se ne è discusso, potendo riascoltare tutti i punti esatto in cui sono state pronunciate la parole di interesse.
CONTACT US
C.r. Puglia 24.10.17
FILE TYPE: Video
Revision
Speaker : .
(Segue inno nazionale)
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutti.
Colleghi consiglieri, prima di avviare i lavori, dobbiamo ancora una volta assolvere al dovere della memoria nei confronti di un collega scomparso nelle scorse settimane.
Il 7 ottobre, infatti, è mancato improvvisamente, all’età di sessant’anni, l’ex consigliere regionale e parlamentare Cosimo Mele, detto Mimmo per gli amici e i concittadini di Carovigno. Un’ischemia cerebrale lo ha condotto alla morte, preservando gli organi e consentendo di fargli compiere, con la donazione, un atto di solidarietà di alto valore civico e umano.
Era nato a Carovigno il 7 marzo del 1957, laureato in amministrazione aziendale, imprenditore nel settore minerario e nelle costruzioni, si era impegnato fin da giovane in politica militando nella Democrazia Cristiana e nei partiti di centro.
La carriera nelle Amministrazioni locali lo ha visto componente di Consiglio e di Giunte tanto nel Comune della sua città quanto nella Provincia di Brindisi. Alle regionali del 2000 è stato eletto in questa Assemblea, in cui ha fatto ingresso il 13 giugno di quell’anno, nelle file dell’Unione di Centro, per restarvi nel corso dell’intera VII Legislatura.
Dal 2006 all’aprile 2008 è stato deputato. Nel breve corso del XV Parlamento repubblicano, prima di un nuovo impegno nella politica locale, che lo ha visto Sindaco di Carovigno dal 2013 al febbraio del 2015. La comunità cittadina alla quale era legato lo ha ricordato con commozione.
Il Consiglio regionale si associa a questo ricordo ed esprime ai familiari il più sentito cordoglio e la più fraterna vicinanza.
Invito l’Aula ad osservare un minuto di raccoglimento.
(L’Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Do per approvato il verbale della seduta precedente.
Hanno chiesto congedo Amati, Emiliano e Negro.
Sono pervenute risposte scritte alle seguenti interrogazioni: Casili, Note del Dipartimento della funzione pubblica; Marmo, Conservazione recupero delle zone umide della Capitanata; Galante, interventi messi in sicurezza del sito dell’ex stabilimento gruppo oleario di Taranto.
Alla I Commissione sono stati assegnati debiti fuori bilancio. Alla III Commissione: Proposta di legge a firma del consigliere Turco, modifiche e integrazioni alla legge regionale numero 29.
Commissione V, Petizione Emergenza Pertusillo.
Commissione VI, Proposta di legge a firma dei consiglieri Bozzetti e Barone, Norme per l’accoglienza e la convivenza civile e l’integrazione degli immigrati.
Sono state presentate ulteriori interrogazioni: Gatta, Classificazione delle aree rurali del PSR; Gatta, Emergenza assistenza sanitaria a Vieste; Casili, Trevisi, Progetto Parco eolico Santa Teresa; Gatta, Avviso pubblico biblioteche e comunità; Barone, Recupero e valorizzazione del villaggio turistico Macchia di Mare.
Mozioni: Conca, Galante ed altri: Impegno alla Regione Puglia a sollecitare un confronto con il Governo nazionale sul futuro dell’impianto di San Nicola di Melfi; Colonna, Inserimento delle linee ferroviarie dismesse o sospese presenti nel territorio; Bozzetti e Di Bari: Impegno alla Regione a istituire presso l’assessorato all’industria turistica le linee guida, un tavolo tecnico; Laricchia, Di Bari e Bozzetti: Impegno della Regione a potenziare l’attività di comunicazione orientamenti Puglia Sviluppo;
Santorsola, Mennea ed altri, Attivazione della centrale operativa 118 ASL/BAT.
Passiamo all’ordine del giorno.
Prego di prendere posto. Chiedo al pubblico un po’ di silenzio.
Sull’ordine del giorno? Prego.
Speaker : BOZZETTI.
Presidente, grazie.
Sull’ordine dei lavori, per quello ho chiesto un intervento subito. Chiedo, in base all’articolo 33 del Regolamento, di mettere a votazione e di spostare il secondo punto all’ordine del giorno, così come dovrebbe essere, e metterlo in coda agli altri, come ultimo punto all’ordine del giorno, semplicemente per una sorta di rispetto nei confronti di tutti gli altri provvedimenti che attendono di essere discussi ormai da mesi e mesi.
Dal nostro punto di vista, non ci sembrava corretto che una proposta di legge approvata solo in Commissione meno di una settimana fa venisse già calendarizzata come secondo punto all’ordine del giorno.
Quindi, chiedo di mettere ai voti lo spostamento, secondo l’articolo 33 del Regolamento, del secondo punto all’ordine del giorno.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Io devo comunicare all’Assemblea che l’ordine dei lavori lo avevamo deciso all’unanimità nella Conferenza dei Capigruppo.
Tuttavia, siccome viene invocato l’articolo 33, uno contro e uno a favore. Chi è contro questa proposta? Oppure votiamo. C’è qualcuno contro? Si prevede che uno voti a favore e uno contro. Quello a favore lo abbiamo trovato. Stavo chiedendo se c’è qualcuno che vota contro.
Zinni.
Speaker : ZINNI.
Presidente, credo che la Conferenza dei Capigruppo abbia una sua funzione istituzionale, che non è un ammennicolo di questo Consiglio regionale. Se in Conferenza dei Capigruppo si prende un orientamento, che poi una persona di un Gruppo qualsiasi, il cui Capogruppo è stato d’accordo rispetto a questa decisione, smentisca il suo Capogruppo non mi sembra proprio un gesto di grande fair play, almeno nei confronti del proprio Capogruppo. Poi per il resto la cosa si commenta da sola, dopodiché siamo pronti a votare.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Laricchia, immagino a favore.
Speaker : LARICCHIA.
Sì. Grazie, Presidente.
Naturalmente interveniamo a favore della richiesta del consigliere Bozzetti non solo perché, come già ha giustamente detto lui, ci sono dei provvedimenti che sono in attesa da mesi di essere discussi dall’Aula e non si capisce perché dobbiamo spostare al secondo punto all’ordine del giorno un provvedimento che, invece, è passato da pochi giorni in Commissione VII. Ma soprattutto tra questi provvedimenti in attesa da mesi c’è addirittura il bilancio consolidato, che dovrebbe essere approvato dal Consiglio regionale entro il 30 settembre, e siamo già oltre. Quindi, mi sembra doveroso, come minimo, spostarlo in seguito a tutti questi provvedimenti, in particolar modo in seguito a quest’altro.
Ovviamente, il nostro Capogruppo è assolutamente d’accordo e informatissimo della nostra azione e ritiene che in Capigruppo di fatto non è che si sia proprio discusso nel merito di questa questione, quindi quello che propone Bozzetti e che propongo anch’io è perfettamente in linea con quello che propone Conca, ovviamente in un momento diverso perché il Regolamento permette, anche dopo la Conferenza dei Capigruppo, di mettere a votazione, secondo l’articolo 33, lo spostamento all’ordine del giorno. È, quindi, un’altra possibilità che vogliamo dare a questo Consiglio di fare le cose perbene.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Conca, no. Il Regolamento è uno a favore e uno contro. Poi i chiarimenti troverà il modo per farli strada facendo. Non è possibile.
Pongo in votazione la proposta di spostare il secondo punto all’ordine del giorno, avanzata dal collega Bozzetti.
Chi è favorevole alzi la mano… No, è previsto per alzata di mano, credo. Chi sono favorevoli? Uno, due, tre, quattro, cinque, sei con Borraccino. Ho visto bene, Segretario? Sì. Chi è contrario? Mi pare che la maggioranza è contraria a questo spostamento. Astenuti? Congedo. Lo vedo sempre astenuto da un po’ di tempo.
Primo punto all’ordine del giorno. Sia pure con un po’ di ritardo, devo procedere a comunicare all’Aula l’esito delle operazioni di voto che abbiamo svolto il 3 ottobre 2017.
Hanno ottenuto voti Blasi Felice 26, Saracino 22, Cirillo Marigea 17, Di Chio Francesco 16. Quindi, in data odierna sono eletti componenti del CORECOM il dottor Felice Blasi, la signora Lorena Saracino e la signora Marigea Cirillo.
Chiuso il primo punto, passiamo al secondo punto: Proposta di legge Campo, Pellegrino ed altri.
La parola al Presidente Congedo.
Speaker : CONGEDO.
Grazie, Presidente.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, la VII Commissione ha esaminato la proposta di legge a firma dei consiglieri Campo, Pellegrino, De Leonardis, Zinni, Pendinelli, Marmo, Abaterusso, Zullo “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 28 febbraio 2000, n. 3 (Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per Comunicazioni (CORECOM)”, assegnata alla Presidenza del Consiglio regionale in data 13 ottobre 2017.
L’articolo 50 dello Statuto individua il CORECOM tra le autorità di garanzia anche in ragione di questa previsione e ritenuto che nella sua composizione deve essere assicurata la rappresentanza delle minoranze.
L’AGCOM, nella deliberazione n. 52 del 1999, recante gli indirizzi generali relativi ai Comitati regionali, prevede che la loro composizione ordinaria, compreso il Presidente, sia di norma di cinque membri. Sempre con la stessa deliberazione l’AGCOM prevede che il procedimento di nomina dei Comitati regionali veda coinvolto il Consiglio regionale con garanzia del ruolo delle opposizioni consiliari.
La rappresentanza delle minoranze appare fondamentale in un organismo di garanzia come il CORECOM, chiamato a svolgere una funzione fondamentale nel settore delle telecomunicazioni. Nella recente elezione dei componenti del CORECOM, avvenuta in vigenza della legge n. 3/2000, come modificata dalla legge regionale n. 14/2012, pur essendo previsto il voto limitato proprio per garantire la rappresentanza delle minoranze, sono risultati eletti solo candidati espressione della maggioranza.
La presente proposta di legge di modifica e integrazione della legge regionale n. 3/2000 si pone l’obiettivo di eliminare quello che può essere considerato un vulnus, che rischia di compromettere l’equilibrio e il ruolo di garanzia del CORECOM.
Con l’articolo 1 della proposta di legge si intende riportare a cinque il numero dei componenti il Comitato, ritenendosi fatta composizione più adatta ai numerosi e delicati compiti assegnati al Comitato, nonché idoneo a garantire una reale rappresentatività delle minoranze.
Con l’articolo 2 vengono dettate le disposizioni transitorie per adeguare la composizione del Comitato eletto nella X legislatura alle nuove disposizioni, specificando che l’integrazione prevista non comporta maggiori spese per il Consiglio regionale.
La VII Commissione, dopo aver esaminato, emendato e votato il provvedimento articolo per articolo, nella seduta del 18 ottobre 2017, a maggioranza dei voti dei commissari presenti, ha espresso parere favorevole al testo emendato del provvedimento sopra indicato.
La proposta di legge è ora sottoposta alla valutazione dell’Aula per l’approvazione definitiva.
Naturalmente, Presidente, mi riservo di intervenire non da Presidente di Commissione che fa la relazione, ma nel merito della questione, se il dibattito me ne darà occasione e in quella sede le spiegherò anche i motivi della mia astensione alla votazione ultima e anche in Commissione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Passiamo al voto. Non ci sono iscritti.
Prego, Liviano.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Premetto ovviamente il voto favorevole, da componente di questa maggioranza, per senso di responsabilità e per fedeltà all’appartenenza alla maggioranza, però il senso d’appartenenza, il senso di fedeltà a un progetto, in verità, non possono cancellare la libertà di pensiero e il desiderio di non portare il cervello all’ammasso.
Con tutto il rispetto possibile, premettendo che davvero è una cosa che sto dicendo a me stesso, è una cosa che sto dicendo a me stesso come componente di questa maggioranza, e non è un’accusa verso alcuno, ma è veramente una condivisione a voce alta così di un pensiero, quattro Consigli regionali, una legge fatta ad arte, una legge non rispettata e poi cambiata in itinere, un accordo tra maggioranza e opposizione, fa pensare che stiamo parlando di sanità, fa pensare che stiamo parlando di Ilva, fa pensare che stiamo parlando di problemi importanti della signora Maria o di interessi degli imprenditori o di problemi dei disoccupati, dei giovani. In realtà, stiamo parlando del CORECOM. Io davvero ho difficoltà a pensare che la signora Maria, che abita nel quartiere più periferico della mia città, sappia che cos’è il CORECOM o si possa preoccupare un attimo di cosa succede nel CORECOM o di quali siano i componenti.
Ribadendo il voto favorevole, ribadendo il voto favorevole per appartenenza alla maggioranza, però mi permetto di riflettere a voce alta su quello che abbiamo fatto, cioè cosa stiamo facendo, qual è l’idea che diamo alla gente, che tipo di politica stiamo rappresentando, se queste cose che facciamo sono veramente risposte ai bisogni del territorio, delle persone o se, al contrario, stiamo ragionando su scenari diversi, su accordi diversi.
Nel dubbio condiviso a voce alta, concludo il mio intervento ribadendo il voto favorevole.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Quante cose si potrebbero dire su questo tema. Quindici minuti potrebbero non bastare, ma cercheremo di essere quanto più snelli e slim possibili, nonostante io non lo sia. Non lo so. Se fosse l’assessore Pisicchio, sicuramente sarebbe slim.
Sicuramente questo tema – come dice il collega Gianni Liviano, che apprezzo per la sua onestà intellettuale – non è un tema degno di poter e dover bloccare un mese di attività del Consiglio regionale. Probabilmente, qualcuno dirà: “Non è che se si fossero approvate delle leggi in questo mese, le sorti della Regione Puglia sarebbero cambiate”. Forse è vero, ma è un dato di fatto che l’attività istituzionale, con leggi importanti, è stata paralizzata per espressa volontà di piegare l’esito di un voto, che già giungeva in forma anomala rispetto a quello uscito dalla Commissione competente che, ricordo ancora una volta, aveva inserito negli elenchi delle persone idonee a poter ricevere l’incarico fiduciario di responsabilità, di controllo, di piena autonomia tra le persone che non avevano già svolto quel ruolo.
Quindi, già votando un rappresentante che scopriamo oggi ufficialmente, ma che lo si apprendeva già man mano dal consigliere Turco, nella sua qualità di consigliere Segretario. Dalla sua voce ascoltavamo i nominativi e ci rendevamo conto che si andava incontro alla nomina di una persona sulla quale nulla di personale, nulla sul suo ruolo svolto, che, anzi, mi dicono ha portato avanti anche in maniera più che soddisfacente, ma soltanto andava contro ad una legge di questo Consiglio regionale, e ricordo a me stesso e a tutti quanti che siamo in presenza di un’Assemblea legislativa. Quindi, o le leggi fatte in questo Consiglio hanno un valore, oppure siamo in presenza di una macroscopica operazione farlocca. Una volta il consigliere Zinni utilizzò questo termine e alcuni colleghi dell’opposizione si arrabbiano perché utilizzò la parola “farlocca”.
Io penso che, nel momento in cui questo Consiglio regionale ha votato senza modificare la legge che adesso si vuole modificare – e vi prego di seguire l’excursus storico-temporale –, nel momento in cui questo Consiglio regionale ha votato una persona che, secondo la legge n. 14/2012, non poteva ricevere quell’incarico, ha già commesso una cosa che non è in linea con le leggi approvate da questo Consiglio regionale.
Ma questo non è bastato. Probabilmente si poteva chiedere a quella persona di rimettere il proprio mandato perché non in linea con quello previsto dalla legge vigente e dichiarare eletti gli altri tre consiglieri. Ma qui nasce l’altra vicenda veramente degna… In tempi di spettacolarizzazione della politica, ci sarebbe voluto qualche Tapiro o qualche inchiesta delle Iene o di Striscia la Notizia per rappresentare di un Consiglio regionale, Assemblea legislativa, ripeto, che non prende atto di una votazione di un intero Consesso che, legittimamente e democraticamente, senza la spinta di nessuno, ha votato degli organismi per un organo di garanzia e di supervisione, e questo Consiglio ha tenuto sospeso per quasi un mese l’esito di quella votazione.
Io penso che su questo tema probabilmente si potrebbe aprire una giurisprudenza per dire quanto questo atto sia fuori dalla consuetudine, dalla norma, dal buon andamento di un Consiglio regionale e dal rispetto delle regole. Secondo me, quello è un atto ai confini della legittimità amministrativa. Probabilmente non lo ha. Infine, arriviamo alla pantomima del confezionamento di una norma che è un mostro giuridico, perché si arrampica sugli specchi pur di arrivare a contemperare la possibilità di tenere insieme la voglia di eleggere qualcuno che non poteva essere eletto, perché non aveva le prerogative previste dalla legge n. 14, e dall’altra da una cosa non scritta nella legge, perché non si può scrivere. Parlo della rappresentanza delle opposizioni, perché un organo che nasce come organo di garanzia del Consiglio non può prescrivere, nel suo ordinamento, che un rappresentante o due rappresentanti devono essere dati all’opposizione. Non può, perché è un organo di garanzia. Anche un rappresentante eletto dalle opposizioni, con i voti dell’opposizione, deve essere bipartisan, deve essere al di sopra di tutto e di tutti, deve garantire la pluralità dell’informazione della Regione Puglia, non soltanto del consigliere Borraccino che lo ha votato, per non fare il nome di altri consiglieri. Quindi, si voleva contemperare l’esigenza di tenere dentro il rappresentante indicato dalle opposizioni, ed è giusto, perché questa formula di voto garantisce di per sé l’opposizione, perché con due voti su tre, per i numeri dell’opposizione del Consiglio regionale, l’opposizione avrebbe potuto tranquillamente eleggere ciò che gli competeva di toccare, su cui sono il primo a dire che è sacrosanto che ci siano le lamentele dei consiglieri dell’opposizione. Va detto, però, che ciò non è avvenuto perché l’opposizione su questo tema non era unita ed una parte dell’opposizione ha scelto, dal loro punto di vista, legittimamente, ma io non condivido, l’accordo con una parte della maggioranza, in particolare con il Partito Democratico, per eleggere un nome della maggioranza e un nome rappresentante dell’opposizione. Se l’opposizione avesse, invece, all’unanimità, trovato l’accordo tra i loro banchi non ci sarebbe voluto l’accordo con un pezzo della maggioranza che ha generato quello che poi ha generato. Quindi, per contemperare – dicevo – l’esigenza della rappresentanza dell’opposizione insieme alla rappresentanza di chi non poteva ricoprire, lo dico per essere chiaro, ai sensi della legge n. 14/2012, ci inventiamo questo mostro giuridico. Ci inventiamo l’aumento delle postazioni, redarguito da tutti, anche dall’Agcom. Ci inventiamo che escono fuori queste poltrone in più, abbassando l’importo, abbassando la corresponsione del gettone di presenza.
Mi pongo, a questo punto, una domanda: io, Mino Borraccino, pubblicista giornalista, che ho partecipato ad un bando, e lo chiedo al Consiglio, lo chiedo al Segretario generale, io che partecipo a un bando per tre posti di CORECOM per un importo di euro “tot” e mi vedo cambiare quel bando in corso d’opera, oggi quel bando è ancora valido? Quelle votazioni che noi abbiamo fatto di quelle tre persone sono valide? Sto facendo delle domande alle quali chiedo una risposta tecnica, non politica, perché qui l’aspetto è di natura tecnica.
Per me quel bando va annullato, deve cadere. Si deve, eventualmente, a chi vuole votare questa norma... Io non la voterò, ovviamente. Voterò contro tutti gli articoli e non voterò convintamente questa legge. Bisogna annullare quella votazione e bisogna chiedere, pubblicare un nuovo bando per cinque persone con l’importo che si vuole dare. Altrimenti, si è proceduto con un atto illegittimo e chiunque delle persone presenti nell’elenco dei nove che avevano diritto e che non sono stati votati può fare ricorso. Sicuramente, l’immagine del Consiglio regionale non sarà delle migliori.
Mi spingo a chiedere ancora una volta all’arbitro di questo Consiglio regionale di vestire l’abito di arbitro. Invece, è chiaro che il Presidente Loizzo in questa vicenda ha tolto gli abiti dell’arbitro e ha messo quello del centravanti di sfondamento. Su questo tema, il Presidente Loizzo, che avrebbe dovuto garantire il rispetto della norma, di cui lui è geloso custode e garante, il rispetto della normativa, della legge n. 14/2012, il Presidente, che è il notaio, ha chiesto un parere legale per verificare la fattibilità di quella legge. Nonostante i problemi, ha scelto di andare avanti. Nonostante il parere della Commissione che, all’unanimità dei presenti, maggioranza e opposizione, ha votato quell’elenco tenendo fuori le persone che avevano svolto quell’incarico, nonostante questo, nonostante una votazione che aveva indicato altre cose, il Presidente non è stato garante del rispetto della legge n. 14/2012 e non è stato all’altezza della situazione nel non proclamare immediatamente il voto. Non si è visto in nessuna Assemblea legislativa, io dico in nessun Consiglio comunale, del Comune più piccolo della Regione Puglia, che si votano, ad esempio, i revisori dei conti, tanto per dirne una, e non si tiene conto della votazione e si aspettano più sedute, dopo un mese, per dare l’esito del voto.
È una pagina amara e triste della politica pugliese. Per fortuna parliamo di una cosa che interessa il 2 per cento, il 3 per cento della popolazione pugliese. Anche al ceto politico, se si chiede cos’è il CORECOM, la stragrande maggioranza delle persone non sanno di che cosa stiamo parlando.
Però c’è un vulnus. C’è il vulnus della democrazia, c’è la volontà di piegare, di tentare di fare una torsione della norma che vada nella direzione indicata, arrivando a proporre un mostro giuridico. È davvero brutta questa pagina. Non uso altri termini, ma è una pagina brutta. Si potrebbe avere un sussulto di dignità nel dichiarare illegale, nel chiedere ai rappresentanti eletti di rassegnare le dimissioni per quello che c’è stato, approvare una legge nuova (se la si vuole approvare) e fare il bando per cinque unità con il compenso ridotto. Ci sono forti dubbi. Questo bando per tre persone, che adesso viene ampliato a cinque, con una decurtazione dell’indennità, penso che sia davvero degno di qualche tribunale amministrativo regionale o di qualche, successivamente, Consiglio di Stato. Spero che ci sia soltanto la giustizia amministrativa ad interessarsi di questo tema.
Mi fermo, perché i quindici minuti sono terminati. Voglio rispettare il tempo a disposizione. Ovviamente, chiedo alla Segretaria generale di esprimersi, quando vorrà, durante il corso della discussione, o di informare il Presidente Loizzo, eventualmente, che è il Presidente, il garante di questa Assise, per capire se quel bando è valido, se le nomine che sono state fatte, alla luce della legge che stiamo facendo, sono valide o se non bisogna annullare tutta l’operazione che abbiamo portato avanti soltanto per la volontà di indicare qualcuno che non poteva svolgere questo incarico ai sensi della legge n. 14 del 2012.
Grazie.
Speaker : CONCA.
Presidente, grazie.
Innanzitutto una replica al collega Zinni relativamente alla Capigruppo, dove non si è discusso in merito all’ordine del giorno, che è prerogativa dell’Ufficio di Presidenza, e come tutti i consiglieri con l’articolo 33 possono esercitare ogni richiesta legittima.
Ma, per tornare al tentativo di sanare una stortura in cui la politica doveva dettare le regole serenamente, invece è intervenuto a gamba tesa, contravvenendo a quello che è poi il senso del Comitato regionale per le comunicazioni, e cioè quello di essere apolitico. Invece, qui da mesi è ormai la politica che litiga e che deve interpretare una legge del 2012, se Blasi poteva essere rieletto o se non poteva esserlo, con pareri contrastanti.
Il problema grave è che si vuole sanare una stortura modificando la legge in corsa, che va anche a delegittimare un po’ e a sminuire la professione del giornalista, che ha partecipato ad un bando perché doveva avere un emolumento di 2.400 euro e oggi prenderà meno di quella cifra, che non so ancora esattamente a quanto ammonterà. Ma la cosa triste è che non si sta facendo una scelta meritocratica, ma sono scelte di partito, tant’è vero che i partiti stanno litigando.
È assurdo che una legge debba contenere il rispetto delle minoranze, perché si dovrebbe scegliere per garantire la massima espressione, i massimi esperti come garanzia del ruolo per cui sono stati scelti. E, invece, la stortura delle storture fa sì che sarà sempre la maggioranza, anche in questo caso, a scegliere, perché non è possibile che si possano esprimere due preferenze per esprimere due candidati. A quel punto dovevano esprimere una preferenza perché, anche se la maggioranza si astenesse, comunque sarebbe espressione della maggioranza, e quindi se proprio volete complicarvi ancora di più la vita, lasciate pure le due preferenze, così per il Tribunale amministrativo sarà ancora più semplice impugnare e cassare questa scelta.
Noi non prendiamo parte a questo teatrino, che è semplicemente scandaloso. A questo punto, quando non si possono sistemare le cose, si sfasciano completamente e si fa un nuovo bando, si modifica una legge, si fa con serenità. Non si può sanare in corsa derogando a leggi, facendo forzature e addirittura bloccando l’attività di un Consiglio per quattro Consigli consecutivi.
Oggi stiamo ancora a parlare di CORECOM, come se fosse l’organo deputato a regolare le questioni principali che attanagliano la Puglia e in realtà dovrebbe essere una parte marginale dedicata all’informazione, peraltro esautorata oggi da una legge nazionale. Stiamo qui a cercare di dire la nostra sapendo già che questo Consiglio ha deciso di approvare questa norma e di procedere con una successiva votazione che si terrà verosimilmente a novembre. Non è giusto. Non è giusto per chi non ha partecipato a questo bando quando ha visto che i posti erano tre. Se avessi magari visto i cinque posti mi sarei potuto anche decidere a partecipare, perché magari su cinque posti non tutti i nomi sono prerogativa di questo o quel partito.
Avevo anche chiesto la riapertura del bando mesi addietro e mi fu detto che non era possibile. Visto che avete creato questo mostro giuridico, abbiate la compiacenza e la lungimiranza di fermarvi prima di procedere con ricorsi che saranno inevitabili. Fate una cosa ex novo. Modifichiamola, emendiamola, vediamo cosa ci suggerisce l’AGCOM, vediamo di rispettare le leggi.
Dopodiché, riaprite i termini del bando, fate partecipare chi vorrà, dando la giusta pubblicità, perché, sarà stata sicuramente colpa mia, ma io ho saputo di questo bando il giorno prima della scadenza. Non sono stato attento, ma non è che abbia avuto tutto questo clamore e questa giusta informazione, che è quella che dovrebbe un Consiglio auspicare per far arrivare a conoscenza di chi veramente meriterebbe di sedere su quella sedia…
Io l’ho saputo il giorno prima, perché mi aveva avvisato un nostro portavoce al Parlamento. Altrimenti, per mio demerito, evidentemente, non ne avrei saputo nulla. Quindi, come non l’ho saputo io, è chiaro che in tanti non sono venuti a conoscenza, perché queste cose non hanno mai il giusto risalto.
Per ovviare, per mettere una pezza a tutte le criticità sollevate dal collega Borraccino e da noi a più riprese, oggi voi dovreste, secondo me, soprassedere, rimandare in Commissione questa legge, discuterla, assegnarla a qualche Commissione congiunta, dopodiché procedere con la riapertura dei termini. Sennò sarà semplicemente una forzatura del sistema, a cui noi non prenderemo parte. Un giorno qualcuno se ne dovrà assumere la responsabilità. È troppo comodo, poi, dare la colpa al TAR, che dovrebbe semplicemente far rispettare la legge e le procedure.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Barone.
Speaker : BARONE.
Grazie. Quando è arrivata mercoledì scorso in VII Commissione, sinceramente noi non ci credevamo che si poteva arrivare a tanto, cioè presentare ex novo questa legge, in fretta e furia, in una Commissione che non era la II, ma la VII, che, invece, prima non aveva analizzato le nomine del CORECOM. Non pensavamo, sinceramente, che si potesse arrivare a tanto, cioè che, non soddisfatti dei risultati, si potesse cambiare in corso d’opera una legge. Non pensavamo che si potesse arrivare a tanto, perché probabilmente siamo ancora, sebbene da un anno e mezzo e passa in questi banchi, così tanto benpensanti che non potevamo pensare che si cambiasse una legge in corso d’opera, che si modificassero solo e soltanto perché alcuni di voi non sono stati soddisfatti di quanto le elezioni, che sono state assolutamente limpide, regolari e giuste... Non sono state soddisfacenti.
Questo è un teatrino, è un papocchio. Purtroppo, è un papocchio in salsa pugliese che non fa neanche ridere, solo e soltanto perché sono saltati degli accordi. Ricordiamo che la legge è stata soltanto votata nel 2012. Magari molti di voi erano anche presenti nel 2012 quando il numero dei nominati passò da cinque a tre. Probabilmente, molti di voi l’avranno votata. Oggi, poiché non soddisfatti, torniamo a tre.
Vogliamo anche ricordare agli elettori e ai cittadini pugliesi, che magari stanno seguendo oggi in diretta questo Consiglio, che per questo CORECOM siamo andati avanti per mesi. Va dato atto al Presidente Borraccino che più volte ha stimolato il Presidente Loizzo a dar seguito alle votazioni che, invece, non venivano eseguite, probabilmente perché non c’era l’accordo. Poi per mesi ancora, un paio di mesi. Poi finalmente abbiamo votato, abbiamo votato e ognuno di noi è stato libero di scegliere, e le elezioni sono state più che regolari. Non sono piaciuti i risultati e addirittura in tutta fretta si cambia la legge e si ritorna indietro, quando questi che verranno nominati al CORECOM dovrebbero essere solo e soltanto garanti del pluralismo, garanti del controllo, garanti di quanto la televisione, di quanto i mezzi televisivi dovranno essere assolutamente scevri da qualsiasi condizionamento politico. Quindi, è l’apoteosi ed è il paradosso, perché laddove la politica non riesce a nominare nomi a lei vicini, a lei piacenti, a lei compiacenti addirittura si cambiano le regole in corso pur di avere quei nomi, pur di avere le garanzie, che quindi saranno soltanto di chi li ha scelti.
Allora io vi dico che noi, ovviamente, non voteremo e ancora oggi ci meravigliamo, e io sono contenta che ci continuiamo a meravigliare, che i tempi della politica diventano così celeri per problemi che non riguardano i cittadini pugliesi, ma che riguardano probabilmente amici o nomine che avevate promesso e che non sono state mantenute.
Questo è quanto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti a parlare. Procediamo alla votazione… C’è Laricchia.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie.
Presidente, volevo solo dirvi che siete diventati molto famosi. Addirittura il Presidente della Commissione vigilanza Rai della Camera dei deputati ha parlato di questo episodio della nomina dei componenti del CORECOM come emblematico del rapporto malato dei partiti con il potere, perché quello che sta accadendo è veramente vergognoso.
Cosa è successo? Lo hanno già raccontato tutti. Quello che mi scandalizza, che ci scandalizza è che per un inciucio perduto stiamo perdendo tutti quanti tempo, siete tornati indietro, addirittura con un atteggiamento schizofrenico, perché per la prima volta in cui si sarebbe dovuta applicare la legge che riduceva i membri del CORECOM da cinque a tre, in prima applicazione, siccome non riuscite a trovare il solito inciucio che di solito trovavate sempre, vi siete fermati e siete tornati schizofrenicamente al passato, da tre a cinque nuovamente.
Per la prima volta avrebbe dovuto attuarsi questa riduzione e non ce l’avete fatta, e la soluzione geniale qual è? Riallarghiamo il numero delle poltrone, ritorniamo al passato, torniamo da tre a cinque, come se le motivazioni per cui si è passati da cinque a tre non esistano più in questo momento.
Sicuramente, come diceva già il collega Borraccino, ci sono dei presupposti per cui qualcuno scontento possa fare i corsi. Il vostro atteggiamento irresponsabile sta esponendo la Regione Puglia, il Consiglio regionale a dei ricorsi. Io penso anche a quelle persone che non hanno partecipato, perché magari hanno visto un bando da tre e hanno pensato che, visto l’esiguo numero di membri a disposizione del CORECOM, non fosse il caso di partecipare, e adesso invece si vedono magicamente il bando allargato praticamente a cinque e, quindi, una nuova votazione, che non si capisce bene come si farà, per ritrovare ovviamente l’alleanza perduta.
La buona notizia, in tutto questo, è che potete fermarvi. Io vi prego davvero di fermarvi, perché già siamo arrivati alla ribalta nazionale per una cosa vergognosa. Se andiamo avanti rischiamo di esporre il Consiglio a contenzioso. Vi abbiamo dato la possibilità almeno di spostare questo punto agli ultimi punti all’ordine del giorno, perché ci sono cose molto più importanti del vostro inciucio da fare in questa Assise, cose molto più importanti e che hanno la priorità. E anche questa cosa ovviamente vi siete guardati bene dal farla.
Adesso, però, avete altre possibilità, avete delle votazioni su due articoli, sul voto finale: vi prego, fermatevi, perché state facendo vergognare la Puglia intera, state dando un’immagine vergognosa della Puglia in tutto il resto d’Italia e state anche esponendoci a un contenzioso e, quindi, alla fuoriuscita di risorse pubbliche, di risorse di tutti i pugliesi.
Speaker : PRESIDENTE.
Trevisi. Poi, per l’ultimo intervento, Campo.
Speaker : TREVISI.
Molto brevemente. Siamo ormai quasi a metà legislatura e noi, come abitudine, abbiamo un rapporto molto stretto con i cittadini perché ci sentiamo un tramite tra i cittadini e le Istituzioni. Ecco perché spesso noi non utilizziamo il titolo di consigliere, ma usiamo quello di portavoce, perché ci sentiamo questo tramite che collega i cittadini a queste Istituzioni.
In questa esperienza personalmente non mi sarei mai immaginato di cadere così in basso, perché affrontando diverse discussioni nei vari paesi sui problemi che riguardano i rifiuti, la sanità, non sappiamo dove portare i rifiuti, abbiamo i livelli di assistenza più bassi d’Italia, le persone che hanno delle serie malattie sono costrette ad andare fuori per curarsi. Cioè, noi abbiamo speso due anni e mezzo di questa legislatura per parlare del nulla. Non c’è un giorno che abbiamo parlato di rifiuti, di acqua. Ieri vedevamo l’acqua ad alta pressione che veniva buttata nelle vicinanze del Pertusillo, riuscire dalla terra rifiuti molto pericolosi, che rischiano di contaminare l’acqua che beviamo. Abbiamo il problema degli impianti e della carenza impiantistica, e le tasse in tutti i paesi stanno aumentando, le tasse locali, proprio per l’inefficienza di questa Regione, perché se le tasse a livello comunale oggi aumentano è proprio perché la Regione Puglia non fa nulla. Non fa nulla per fare una pianificazione seria sui rifiuti e quindi lascia un settore nelle mani dei privati. Noi oggi parliamo di poltrone, di CORECOM. C’era una statistica che diceva che negli ultimi quindici Consigli regionali forse in undici non si è parlato di nulla o quasi nulla. Mi chiedo se possiamo andare avanti così. Mettetevi la mano sulla coscienza, colleghi. Questo è un appello che faccio a tutti. Non si può andare avanti così. È meglio dimetterci e andarcene tutti a casa. Facciamo un servizio ai cittadini che ci pagano per stare qui a non fare nulla e di questo ce ne dovremmo vergognare tutti. Noi del Movimento 5 Stelle siamo mortificati delle tante istanze che abbiamo, che riceviamo ogni giorno dal territorio, però ci vediamo quasi impedita la nostra funzione di proporre, legiferare. Abbiamo forse una ventina di proposte di legge, abbiamo tantissime cose che vengono bloccate. Io penso alla legge sull’economia circolare Rifiuti Zero, che è protocollata da un anno e mezzo. Non si è visto mai una legge che sta un anno e mezzo ferma, una legge importante, una legge dove i cittadini aspettano delle risposte, aspettano di aprire un dibattito su questi temi: sanità, rifiuti, acqua.
Noi stiamo qui da quattro sedute a parlare di poltrone. L’ultimo Consiglio siamo stati qua quattro ore seduti mentre voi stavate sopra a litigare. È vergognoso. Deve finire questo, deve finire, non ce la facciamo più. Io perdo più tempo a fare la Lecce-Bari che venire qua a lavorare. È una cosa che non va bene. Noi siamo pagati dai cittadini e dobbiamo tornare a casa fieri di aver guadagnato quello stipendio, perché c’è tanta gente che si alza alle sei e quello stipendio se lo sogna. Noi non abbiamo un minimo di vergogna. Vedo che la stampa non parla mai di noi. Come Movimento 5 Stelle siamo tartassati dai giornalisti. Parlate solo di cose negative, spesso.
Per esempio, su quello che ha detto il guru di Obama la stampa non ha detto nulla e noi abbiamo denunciato alcune cose, anche su TAP, sui rifiuti. Spesso le cose più scomode non escono. Però, per chiudere, io vorrei che finalmente oggi chiudessimo questa orribile parentesi, questa parentesi vergognosa relativa al CORECOM e iniziassimo a lavorare seriamente. Abbiamo altri due anni e mezzo in cui possiamo fare tante cose per i cittadini pugliesi. Quindi, chiedo questo cambio di direzione che ormai è necessario. Chiudiamola quanto prima, votatevi chi volete, mettete i vostri amici, riempite queste poltrone come vi pare, però finiamola con questa telenovela e iniziamo a pensare alla sanità, ai rifiuti, all’acqua e ai problemi dei pugliesi.
Grazie.
Speaker : CAMPO.
Presidente, grazie per la parola.
Penso intanto che sia sotto gli occhi di tutti che sia iniziata ormai questa lunga campagna elettorale, anche perché i fatti stanno lì a dimostrare che molte delle cose che abbiamo sentito oggi non corrispondono al vero. Non è affatto vero che questo Consiglio non si è occupato di nulla. Noi lavoriamo nelle Commissioni tutte le settimane. Non rubiamo lo stipendio che i cittadini pugliesi ci riconoscono. Abbiamo parlato di sanità. Ne abbiamo parlato tantissimo in occasione del Piano di riordino ospedaliero, ad ogni piè sospinto, ogni volta che ce n’è stata la necessità. È stato un processo lungo ed elaborato.
Abbiamo parlato – abbiamo affrontato, abbiamo condotto a termine e ci apprestiamo a farlo ulteriormente – di strutture sociosanitarie. Abbiamo approvato Regolamenti importanti, un lavoro decisivo fatto dalla Commissione sanità, ma anche da altre Commissioni. Abbiamo approcciato il tema dei Consorzi di bonifica. Abbiamo parlato di acqua, di pozzi. Abbiamo parlato di Xylella. Abbiamo parlato di rifiuti quando abbiamo costituito l’Agenzia regionale. Abbiamo affrontato molti temi. Abbiamo parlato di agricoltura, abbiamo parlato di ARIF. Abbiamo parlato di personale. Ci siamo fatti carico di problemi insoluti che giacevano sul tappeto da molti anni e che poi, piacciano o non piacciano le soluzioni, questo è legittimo, di cui ci siamo occupati, ai quali si è provato a trovare una soluzione.
È vero che questa questione del CORECOM ormai ci tiene impegnati da qualche settimana. Comunque, l’ordine del giorno dei lavori è qui, è corposo. Abbiamo deciso di provare ad esaurirlo tra oggi e domani, ciò che sarà possibile esaurire. Abbiamo calendarizzato Consigli monotematici nel corso delle settimane che verranno. Se qualche proposta di legge giace e non viene all’attenzione del Consiglio è evidente che, forse, non vi è condivisione in Commissione, è evidente che non necessariamente le questioni che ognuno di noi pone, ogni Gruppo pone debbano essere condivise, altrimenti si concretizza un attentato alla democrazia.
Io credo che, invece, quello che facciamo oggi serva a ripristinare un corretto rapporto, così come vogliono le regole che presiedono la democrazia istituzionale, altro che inciuci, all’interno del Consiglio tra la maggioranza e le minoranze. L’Agcom, non il Presidente della Commissione di vigilanza sulla RAI, che è l’autorità deputata, indica, non suggerisce, dispone che i componenti del CORECOM non vengano indicati a maggioranza dal Consiglio, in maniera tale che la maggioranza consiliare si faccia interamente carico di selezionare le persone che hanno le migliori competenze, ma l’Agcom dispone che queste indicazioni siano quanto più possibile il frutto di una scelta condivisa o, meglio, che all’interno della stessa Commissione sia espressa l’opinione della maggioranza rispetto ai soggetti che hanno quelle qualità e l’opinione della minoranza rispetto ai soggetti che hanno quella qualità. Non si tratta di occupare poltrone o di immaginare che tra il Consiglio regionale e i rappresentanti del CORECOM vi sia un rapporto di rappresentanza, un legame di rappresentanza. Non è così. La competenza è del Consiglio regionale e al Consiglio regionale spetta il compito di selezionare le persone che si ritengono più all’altezza per lo svolgimento di questo compito, ove abbiano fornito la loro disponibilità.
È chiaro che ognuno di noi può avere un’opinione in ordine a chi mantenga i requisiti maggiori per far parte di questo organismo, ma si fa in modo che, siccome si tratta di un organo che svolge funzioni delicate nel settore della regolamentazione dell’informazione, specialmente nelle occasioni elettorali, si fa in modo che non sia la maggioranza del Consiglio a ritenere quali siano le persone più indicate, non che scatti un legame di rappresentanza, ma che vi sia un meccanismo di voto che garantisca anche alle minoranze, alle opposizioni la possibilità di indicare o fare in modo che le loro opinioni circa chi mantenga queste qualità, poi, si traducano in una indicazione, quindi si trasferiscano all’interno dell’organismo.
Nessun vincolo di rappresentanza, nessun poltronificio. Non sta scritto da nessuna parte, perché io sono in dissenso sull’operazione che fu fatta all’epoca di riduzione dell’organismo da cinque a tre, perché fu un’operazione fatta unicamente per ridurre i costi, in una fase in cui sembrava che la democrazia italiana avesse il problema dei suoi costi, invece la democrazia italiana mantiene problemi più profondi, che non sono soltanto legati ai costi, che in quel caso, tra l’altro, non sono neanche i costi della politica, ma sono i costi, tra l’altro anche marginali, di organismi di garanzia istituzionale per tutti, non sta scritto da nessuna parte che fosse necessaria la riduzione da cinque a tre. Tant’è che la maggior parte delle Regioni, anzi forse quasi in nessuna Regione italiana si è proceduto a ridurre così drasticamente il numero dei componenti del CORECOM, e né richiedeva questa drastica riduzione l’AGCOM. Si fece quella scelta per corrispondere in quella fase alla gogna mediatica che richiedeva a tutti i costi una riduzione di spesa.
Detto questo, vengo alla selezione dei componenti il CORECOM. Atteso che l’AGCOM stesso sollecita che la scelta sia condivisa tra maggioranza e opposizione e il meccanismo di voto limitato, come è noto, al di là di ciò che è scritto nella norma di voto limitato, è stato predisposto proprio per consentire che si produca questo effetto, non a caso il voto è limitato, perché questo effetto si deve produrre, al di là di quello che scriviamo nella legge, non è che viene scelto con un concorso pubblico o con un bando. Noi non abbiamo fatto nessun bando né nessun concorso, né abbiamo predeterminato il compenso di alcunché, perché, tra l’altro, il compenso non lo stabilisce neanche il Consiglio regionale. Il compenso è una facoltà di altro organismo, che lo può modificare anche in corsa. Non è che c’è stato un bando in cui erano predeterminati numero e compenso. Si è detto: chi vuol partecipare, chi dà la disponibilità a far parte del CORECOM inviasse il suo curriculum. Non è un bando, non è un concorso, è un semplice avviso pubblico. Ed è nella discrezionalità di altro organismo stabilire il compenso, per quanto il Consiglio regionale oggi dica, ad invarianza di spesa, in maniera tale che non si possa strumentalizzare l’aumento del numero dei componenti come la volontà di moltiplicare poltrone ai fini di beneficiare qualcuno di un’indennità o di un rimborso spese e non era prescritto da nessuna parte, nell’avviso, ripeto, non nel bando, che il numero fosse immutabile, perché è nella disponibilità del Consiglio regionale scegliere anche in corso d’opera, rimeditare anche rispetto alle leggi che già ha approvato. Altrimenti, ciò che è fatto è fatto e non potremmo intervenire su nulla. Perché lo facciamo? Perché ci siamo determinati a farlo? Perché ci siamo resi effettivamente conto che l’esito di quella votazione ha tradito lo spirito della norma e ha contraddetto le disposizioni dell’AGCOM dal momento che, al di là delle intenzioni, i soggetti che sono stati indicati tra coloro che avevano dato la disponibilità a quell’avviso, ripeto, non a un bando, sono stati indicati tutti dalla maggioranza. Non – ripeto – un legame di rappresentanza, ma una selezione avvenuta unicamente tenendo conto, diciamo così, delle opinioni e del gradimento della maggioranza. Questo è un dato che sul piano politico non può essere sottovalutato e non può essere nemmeno sottovalutato sul piano di un corretto svolgimento della dialettica democratica in relazione a un organismo che ha funzioni delicate. Se poi alcuni di coloro i quali hanno dato la loro disponibilità potesse o meno, a termini di legge, essere eleggibile, consigliere Borraccino, non è che lo stabilisci tu, io o la Commissione, che ha espresso un parere meramente consultivo, tanto è che l’Ufficio legislativo ha espresso opinione difforme da quella della Commissione. Vi era un dubbio interpretativo che forse poteva essere risolto in questa sede, ma si è scelto di non farlo per non appesantire la norma di legge.
Le opinioni circa la eleggibilità o meno dei componenti che sono stati oggi proclamati, di cui ha dato comunicazione il Presidente, era oggetto di opinioni difformi. Se il Consiglio ha scelto, se alcuni consiglieri hanno scelto di votare soggetti che tu ritieni o la Commissione nel suo parere consultivo e non vincolante ha ritenuto non essere eleggibili evidentemente larga parte del Consiglio o i consiglieri che invece hanno espresso la loro preferenza hanno ritenuto di dover esprimere un’opinione diversa dalla tua e da quella di altri. Di questo non si può fare loro una colpa o perché uno non la pensa come te su un punto, sull’interpretazione di una legge… Nino, non è così? Invece, è così. No, non mi sto arrampicando sugli specchi. Non mi sto arrampicando sugli specchi. Non mi sto arrampicando sugli specchi. La legge, nell’approfondimento che si è fatto nella discussione consiliare, si presta o è stato evidenziato prestarsi a interpretazioni difformi, diverse. Poi, tu ritieni o altri ritengono che un’impugnativa a un organismo terzo sancirà l’interpretazione corretta? Si vedrà, ma non è che se uno ha un’opinione diversa sta violando la norma. Ha votato il Consiglio, tra l’altro, non il Presidente del Consiglio.
Questa norma serve, invece, sì l’ampliamento, a sanare un vulnus che, contraddicendo le disposizioni dell’Agcom, lo spirito della legge, che prevedeva un voto limitato, che altrimenti non avrebbe avuto senso se non fosse finalizzato alla garanzia di una presenza delle minoranze all’interno dell’Agcom, ripristina una fisiologia del rapporto tra maggioranza e opposizione. Se qualcuno la ritiene una cosa di poco conto io me ne dolgo, ma secondo me gli spazi di rappresentanza, le questioni istituzionali, gli impegni anche reciprocamente assunti, perché era giusto che si assumesse da parte della maggioranza l’impegno a riconoscere che anche la minoranza potesse contribuire a selezionare le persone più idonee a ricoprire quel ruolo... Gli impegni si rispettano e quando questo viene meno – e, ripeto, è venuto meno al di là dell’intenzione della maggioranza stessa – credo che bisogna fare ogni sforzo, utilizzando gli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione, per rimediare a un problema politico.
Guardate, e concludo, non si tratta affatto di una moltiplicazione di poltrone. Al di là dei toni urlati, che pure chi ci ascolta, rende il conto di questa Assemblea, percepisca o abbia fino in fondo contezza della portata di questo intervento, non si tratta di una moltiplicazione di poltrone, non si tratta di riconoscere ulteriori indennità a Tizio, Caio e Sempronio e né chi andava lì può dire di averlo fatto perché aveva l’aspettativa rispetto a una retribuzione, a un’indennità, il che, sì, sarebbe grave. Chi va lì va a svolgere una funzione e un servizio.
Si tratta unicamente di recuperare una distorsione che si è prodotta nel rapporto che dovrebbe, invece, essere rispetto a scelte di questo tipo, quando si discute di organismi di questo tipo, improntato alla reciproca lealtà tra maggioranza e opposizione, se i 5 Stelle non intendono dare il loro contributo, io me ne dolgo, ma nessuno gli ha negato questa possibilità.
Io, quindi, direi in conclusione nessuno scandalo, nessuna violazione di legge, nessuna forzatura, unicamente la possibilità di ampliare spazi di democrazia e di ripristinare la corretta fisiologia dei rapporti tra maggioranza e minoranza. Se poi vi siano altri disegni dietro o altri interessi, a me sfugge l’accaloramento che ha circondato più parti. Le ragioni per cui ci si è tanto accalorati a me sfuggono, nel dibattito, sia tra coloro che sostenevano una tesi, sia tra coloro che ne sostenevano un’altra. Ma ritengo che sia il caso oggi di porre termine a questa vicenda, riportare il CORECOM a cinque membri e metterlo in linea con la maggior parte dei CORECOM di tutte le regioni italiane, corrispondere alle indicazioni dell’AGCOM, rimediare a una sottovalutazione che la maggioranza ha compiuto, non aggravare di spese la Regione e soprattutto fare ciò nella consapevolezza che non si è violato il diritto di nessuno, perché questo non era né un concorso né un bando pubblico, era un semplice avviso, avviso, per verificare le disponibilità, un avviso tra l’altro non richiesto dalla legge, non richiesto dalla legge, dal momento che il Consiglio regionale avrebbe potuto scegliere anche a prescindere dall’avviso e dalle autocandidature che i soggetti che hanno deciso di farlo hanno posto partecipando all’avviso medesimo.
Io, quindi, dico che possiamo votare e poi, sì, concentrarsi sull’approvazione e sulla discussione di un ordine del giorno che è nutritissimo, che è nutritissimo, a testimonianza del lavoro che si svolge e che svolgiamo tutti quotidianamente anche in Commissione, che ci vedrà impegnati, tra l’altro, anche nelle settimane che verranno con Consigli monotematici sui temi che voi stessi e anche alcuni colleghi di maggioranza hanno sollevato all’attenzione del Governo, perché nessuno vuole sfuggire alla soluzione dei problemi che attanagliano i pugliesi, ma mi meraviglia la minimizzazione che si fa di un tema così importante come quello della garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione, specialmente in tempi in cui l’informazione, e voi dovreste saperlo, colleghi 5 Stelle, l’informazione e i mezzi di comunicazione hanno un altissimo potenziale di condizionamento, tanto della vita politica quanto dell’opinione pubblica. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Congedo.
Chiedo di essere un pochino più sintetici.
Speaker : CONGEDO.
Grazie, Presidente.
Le confesso che intervengo innanzitutto per rassicurarla. Non sono in fase di incertezze, di disorientamenti o di sdoppiamento della personalità. Quindi, quando mi astengo, lo faccio perché decido di astenermi, non perché sono disorientato.
Le voglio anche un po’ illustrare come sono andate le cose in VII Commissione, a lei e ai colleghi, anche per mettere fine ad un atteggiamento subdolo, che si sarebbe scelta la VII Commissione perché la proposta di legge avesse una corsia preferenziale. Le questioni sono state affrontate in Commissione, tutte legittime da parte dei colleghi di maggioranza e di opposizione, hanno riguardato perché la VII? È una scelta che ha fatto l’Ufficio di Presidenza e che io condivido, perché l’articolo 10 del nostro Regolamento individua le competenze delle Commissioni. Una cosa è valutare i curricula e quindi è competenza della Commissione affari generali, altra è esaminare una proposta o un disegno di legge che attiene ai rapporti istituzionali tra la Regione e i suoi organi o comunque le società partecipate. Quindi, secondo me, bene ha fatto l’Ufficio di Presidenza ad assegnarla alla VII.
Riguardo alla tempistica, come mai arriva in Commissione un provvedimento che viene immediatamente messo in discussione, l’atteggiamento che si è dato la Commissione è stato quello di iscrivere all’ordine del giorno esclusivamente quei provvedimenti che avessero l’iter completo, cioè provvedimenti che fossero corredati di pareri tecnici e della nostra ATN (Attestazione tecnico-normativa).
In questo caso, il provvedimento, quando è stato trasferito dall’Ufficio di Presidenza in Commissione, aveva questi due requisiti e come tale è stato iscritto all’ordine del giorno seguendo l’ordine cronologico dei provvedimenti in giacenza. Alla VII, grazie al lavoro anche dei colleghi consiglieri, provvedimenti in giacenza che abbiano queste caratteristiche non ce ne sono. Li abbiamo sostanzialmente smaltiti tutti. Peraltro, se una valutazione politica dovesse essere fatta, aver inviato il provvedimento nella VII Commissione piuttosto che in altre lo ha sottoposto anche a un iter un po’ più complicato. È notorio, ai sensi degli articoli 11 e 20 del nostro Regolamento, che la VII Commissione, per la delicatezza delle questioni, perché è presieduta dall’opposizione, perché sono materie che fisiologicamente necessitano di un’ampia condivisione, approva con la maggioranza dei tre quarti, il che significa che occorrono nove voti favorevoli perché la Commissione approvi un provvedimento o, comunque, esprima una decisione.
Nella fattispecie, in Commissione il Presidente si è astenuto. Innanzitutto, credo sia una prassi consolidata che nelle Commissioni, quando siamo di fronte ad uno “scontro politico” quando ci sono posizioni contrastanti, che il Presidente, che è sostanzialmente arbitro dei lavori, abbia un atteggiamento terzo, un atteggiamento super partes.
Nella fattispecie, considerando quello che avevo già detto prima, la peculiarità della VII Commissione, quindi la maggioranza qualificata, la delicatezza delle materie assegnate alla VII Commissione, questo atteggiamento, secondo me, deve essere ulteriormente rafforzato. Per cui, per come interpreto io il ruolo di Commissione, mi asterrò tutte le volte che le questioni che arrivano in Commissione producono un atteggiamento di confronto politico non unanime.
Ovviamente, io sono Presidente di Commissione, ma sono anche consigliere regionale. Per cui, nel momento in cui opero da Presidente di Commissione ho, obiettivamente, un atteggiamento. Nel Consiglio regionale sono uomo di parte, nel senso che faccio parte di una opposizione, faccio parte di un partito, faccio parte di uno schieramento. In questa sede, la mia votazione è meno ancorata ad un atteggiamento di correttezza e di profilo istituzionale.
In questa occasione – questa vale anche come dichiarazione di voto, così accolgo il suo invito alla sobrietà dell’intervento – voterò a favore del provvedimento, ma non, Presidente, perché mi convinca, perché credo che non convinca più di tanto nessuno (peraltro, condivido anche l’impostazione del Presidente Campo, quando dice che qui occorre arrivare in Consiglio per porre rimedio ad un vulnus che si è provocato), ma perché conosco le regole della politica, conosco la solidarietà di coalizione, conosco il rispetto per lo sforzo che il Consiglio regionale, nella sua unanimità, quasi unanimità, sta facendo per superare una fase di difficoltà nei rapporti istituzionali e all’interno del confronto tra maggioranza e opposizione.
Le confesso, e concludo veramente il mio intervento, quindi mi tengo nei sei minuti, che probabilmente, Presidente, non si doveva arrivare a questo punto.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Colonna, prego.
Speaker : COLONNA.
Buongiorno e grazie, Presidente.
Forse sono la persona meno indicata a esprimere delle valutazioni su questa vicenda, per ragioni oggettive, insomma. Credo che il nostro Gruppo abbia espresso anche e nella misura in cui ha espresso posizioni differenziate note a tutti. Lo faccio perché scatta una sorta di reazione, se mi consente il Presidente e se mi consentano i consiglieri, nel momento in cui in quest’Aula vengono evocati giudizi a dir poco approssimativi. Poiché sono rispettoso dell’opinione degli altri, mi limito e mi contengo con le parole. Ma credo che debba essere allarme di tutti quando in un’Aula consiliare vengono evocate espressioni come “vergogna”, “tempo perso”, “inciucio”, “spartizione” e via discorrendo.
Poiché io sono fermo al mio caro buon Pascal, chi vuol essere angelo e bestia, cerco di mettere in fila due o tre frasi, se ci riesco, nel contesto difficile in cui purtroppo dobbiamo operare. Voteremo questa legge. Sfido chiunque disponibile a votare questo intervento normativo a dire che lo farà con convinzione. Nessuno è convinto. Come capita, credo, nella stragrande maggioranza dei casi in cui ci si ritrova a votare o a prendere una determinazione, non solo in una sede istituzionale, ma anche nella vita privata. Solo chi confonde piano dei desideri, delle ambizioni e delle idee con la realtà può credere che quell’idea, quelle ambizioni e quei sogni siano la realtà. Quello, invece, corrisponde a una forma patologica che gli esperti chiamano paranoia. In quest’Aula, realisticamente, e in tutti i contesti pubblici, ci deve essere comunque e sempre qualcuno che si fa carico dei problemi, si fa carico della realtà. Ebbene, se siamo arrivati a questo punto è perché una maggioranza, che ovviamente non ha espresso il meglio di sé in termini di compattezza e di linearità della sua azione, si è fatta carico di due o tre circostanze, che mi fanno dire come gli argomenti che sono stati usati da molti colleghi in quest’Aula siano davvero paradossali.
Il primo paradosso si accusa in tutta l’Aula consiliare, tranne una componente che, per definizione, invece, è immune da queste condotte, salvo la prova della verifica nei contesti in cui da qualche mese, da poco tempo si trova ad amministrare, Roma e altri contesti, si accusa l’intera compagine politica espressa nelle sue articolazioni in quest’Aula di spartizione. Primo paradosso.
Se proprio volete trovare un limite in tutta questa vicenda è proprio o l’assenza di spartizione o almeno l’incapacità della spartizione, perché il risultato di quel voto, con quei tre nominativi è proprio l’esito di una mancata lucida, scientifica, spartizione e quindi è proprio l’incapacità della spartizione.
La spartizione si ha quando ci si siede a un tavolo e si pianificano voti, scelte, obiettivi e si perseguono. Se siamo qui, ci siamo proprio per il contrario. Secondo paradosso.
Si accusa in particolare la maggioranza di aver paralizzato i lavori del Consiglio da due o tre sedute. È vero. È vero nella misura in cui è vero anche per buona parte dell’opposizione. Dico a qualche collega che parlava di una perdita di tempo di quattro ore che in quel contesto c’era anche il Capogruppo del Movimento 5 Stelle. Eravamo tutti coinvolti nella vicenda.
Ebbene, il paradosso sta nel fatto che si accusa la maggioranza di aver paralizzato, per non so quali motivi, i lavori consiliari. È vero, ma la ragione è esattamente contraria agli interessi della maggioranza. La realtà emersa, purtroppo, da quel voto ha visto un’indicazione, in quel Comitato di controllo, il Comitato di garanzia, meglio, che è il CORECOM, non aver espresso una pluralità di indicazioni che avrebbe dovuto, invece, rappresentare le varie sensibilità di quest’Aula. Ebbene, il paradosso sta nel fatto che si imputa alla maggioranza di avere un supplemento di responsabilità, di pazienza e di disponibilità proprio per andare incontro alle buone ragioni della minoranza.
Guardate, non funziona il mondo diviso con confini ben netti e chiari. Invidio chi ha questo tipo di visione. La realtà è un’altra. Appunto, il farsi carico del confronto con la realtà. La realtà è un’altra. Il dato che è emerso è quello. Ci si sta facendo carico di assicurare un quadro di rappresentanza in quel Comitato il più plurale possibile, il più rappresentativo possibile di questa sensibilità perché è dovere non scritto di una maggioranza farsi carico delle buone ragioni della minoranza. Si ha democrazia quando una maggioranza si prefigura come minoranza di domani, ma ci vorrebbe altrettanto anche dalle forze di minoranza, avere la capacità di prefigurarsi come maggioranza, quindi condividere responsabilità, condividere un carico di lavoro.
Quello che è venuto fuori su questa vicenda è che nessuno, davvero nessuno può autoassolversi. Come ricordava Mino Borraccino, e condivido pienamente il suo passaggio, in quella votazione non ha funzionato la maggioranza perché non è stata maggioranza, nel senso di una posizione univoca, per assenza di quei calcoli a cui facevo riferimento prima, ma anche perché c’è stata una minoranza che non è stata minoranza. Questo implica incontri, dialoghi, come diceva qualcuno, non abbracci confusi. Questa ostentata presa di posizione che porta ad isolarsi, a smarcarsi dal contesto è un errore colossale, perché contraddice il dovere della politica, che è stare in un contesto, condividere, ciascuno con ruoli differenti, una responsabilità e incontrarsi, dialogare.
Il voto, come ricordava Mino, prevede appunto che una minoranza si incontri e riesca a esprimere una voce univoca, e quello è quello che è emerso. E ci stiamo facendo carico, tutti quanti in quest’Aula, di questa difficoltà che è emersa dal dato di realtà.
Terzo paradosso. Non ho capito bene se è stato un problema aumentare ora o è stato un problema ridurre a tre. Ci si lamenta che qualcuno avrebbe potuto presentare la propria candidatura. Non ho capito bene se il problema è che fossero troppo pochi o il problema è che si prefigurasse un Comitato con più componenti. Non l’ho capito sinceramente. Fatto è che proprio il quadro politico che ci consegna la realtà è un quadro forse con una difficoltà anche a incontrarsi, credetemi, non ad abbracciarsi, a incontrarsi, ed è un quadro che ormai è stabilmente collocato su una sorta di tripolarità. Riportare a cinque il numero dei componenti consente, appunto, di assicurare alle minoranze la possibilità, con le sue componenti, di nominare, di indicare una propria scelta.
Chiudo. Nessuno può autoassolversi e quel rispetto che abbiamo nei confronti delle minoranze dovrebbe indurre i colleghi del 5 Stelle a difendere fino in fondo una propria posizione. Ma ciò che non è consentito loro è, davvero, accusare il mondo intero, cioè tutti gli altri, di una serie di nefandezze, che sanno bene non appartenere sicuramente a tantissimi di noi. Non c’è perdita di tempo, c’è un lavoro che si sviluppa giorno per giorno. È vero, si è perso molto tempo su questa vicenda, troppe energie e troppo impegno che avrebbero meritato sicuramente miglior sorte, però se siamo qui è perché ci sentiamo in dovere di farci carico di una realtà, una realtà in cui non ha brillato la maggioranza, ma non ha brillato neanche la minoranza.
È una storia che spero si chiuda, con le grandi difficoltà che abbiamo visto in queste settimane, che spero si chiuda oggi e che ci riporti di buona lena ad affrontare le altre questioni che stanno sul tappeto che, come questa, meritano attenzione.
Era una questione che andava affrontata. Non ci potevamo sottrarre. Altra storia è immaginare di cancellare completamente se fosse possibile, ma non è possibile, un Comitato regionale di controllo sulle comunicazioni. Tuttavia, tocca a tutti noi, ripeto, confrontarsi con i dati di realtà e cercare di migliorare, per quello che è possibile, il quadro esistente.
Speaker : BORRACCINO.
Grazie, Presidente. Non voglio abusare del tempo, ma semplicemente per chiarire al collega Congedo un aspetto importante.
Il Presidente Congedo giustamente afferma che la proposta di modifica della legge sarebbe dovuta passare dalla VII e della VII è passata. Io dico semplicemente al consigliere Congedo – chiaramente posso sbagliarmi, e quindi invito eventualmente poi l’Ufficio legislativo a verificare quello che sto dicendo se è vero o meno – che la legge istitutiva del CORECOM, la n. 3 del 2000, passò dalla II Commissione.
Presidente Loizzo, la legge di modifica, la n. 14 del 2012, e qui molti attori, molti giocatori di questo Consiglio regionale se lo ricorderanno, perché probabilmente stavano loro nella II Commissione, anche la legge di modifica del CORECOM, la n. 14 del 2000, è passata dalla II Commissione.
Il sentimento della gelosia non mi appartiene. Non sono mai stato geloso nella vita affettiva, non lo sono mai stato nella vita politica, men che meno in quella istituzionale. Prendo atto, purtuttavia, Presidente Loizzo, che c’è stata una indicazione difforme a quella che c’è stata nel 2000, quando è stato istituito il CORECOM, e nel 2012, quando quello stesso CORECOM è stato parzialmente modificato, cosa che è stata fatta, invece, al senso opposto.
Pertanto, se nel 2000 è passata dalla II Commissione, se nel 2012 è passata dalla II Commissione, il mistero – non voglio essere blasfemo e quindi non continuo per dire quello che si potrebbe dire. Vedo già che il consigliere Zinni mi guarda storto. È un mistero, non altri misteri, che non sia passato dalla VII Commissione, che non sia passato nella II Commissione e che, invece, sia stato assegnato alla VII Commissione.
Inoltre, al Segretario generale, oltre alla cortesia di fornirmi quella risposta, faccio un’altra domanda tecnica. Tutte le leggi, la n. 3/2000, la n. 14/2012 e quella che, eventualmente, il Consiglio si appresterà a votare, dicono che, una volta nominati prima cinque, poi tre, adesso ci approcciamo o, meglio, l’Aula si approccia a votare cinque, c’è la possibilità... Non “la possibilità”. È previsto che, dopo aver nominato con la prima votazione i componenti, si deve votare il Presidente.
Pertanto, noi oggi abbiamo preso atto di tre componenti, ma il passaggio successivo non l’abbiamo fatto. Ancora oggi il Consiglio regionale è monco del CORECOM. La stampa, ovviamente con il rispetto che si deve, non devo dire io quello che deve scrivere, prenda appunto di questa cosa, perché oggi sono stati votati, chiaramente, i componenti del CORECOM, ma per quell’organo non si è votato, invece, il Presidente. Sia la legge n. 3/2000 sia la n. 14/2012 sia quella che stiamo per modificare dicono che si deve prendere atto.
Pertanto, noi oggi stiamo compiendo, dal mio modestissimo punto di vista (non sono un giurista, ma almeno so leggere e scrivere e le cose che leggo cerco di interpretarle; probabilmente sto sbagliando, per questo chiedo delucidazioni a chi di competenza, al Segretario generale), dal mio punto di vista, noi oggi abbiamo fatto un altro pastrocchio. Ci deve essere, prima di questa discussione, se si vuole tener conto di quella votazione, l’elezione del Presidente.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie.
Come “di nuovo”? Non sono intervenuto, Presidente. Non ho detto niente ancora. È il mio primo intervento.
Speaker : PRESIDENTE.
Siccome ci lamentiamo...
Speaker : BOZZETTI.
Per l’amor di Dio. Non è per colpa del mio intervento che non approviamo le leggi.
Presidente, cercherò di essere abbastanza breve, come sempre nei miei interventi, tra l’altro.
È inutile ribadire quanto già detto. A me dispiace che in alcune circostanze alcuni consiglieri rimangano male o se la prendano di alcune terminologie utilizzate, “inciucio” piuttosto che “spartizione”, il termine “vergogna”. Possiamo chiamarli come vogliamo, ma la matematica ci insegna che, scambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. Probabilmente, molto spesso non si può dire, ma sicuramente lo si fa, perché quello che è successo con la storia del CORECOM è assolutamente una delle pagine più brutte, quantomeno dal nostro punto di vista. Poi si potrà non essere d’accordo, per l’amor di Dio, però è sicuramente una delle pagine più brutte della storia del Consiglio regionale pugliese, e di questo mi dispiace anche che il Presidente Emiliano non ne prenda atto, ma, anzi, probabilmente per motivi istituzionali, che, guarda caso, cadono ogniqualvolta ci sono dei Consigli un po’ più caldi, non è anche oggi presente. Anche perché personalmente li avrei voluto fare i complimenti perché, comunque, oggi probabilmente si scrive una delle pagine più brutte della Regione Puglia e verrà ricordato sicuramente anche per questo.
Vorrei fare anche una precisazione sulla perdita di tempo perché, se per alcuni è una perdita di tempo e per altri no, io richiamo solo un articolo molto interessante di Repubblica di qualche giorno fa, dove si parlava, anche con un certo dettaglio, degli ultimi dodici Consigli su quindici dove praticamente non si è quasi fatto assolutamente nulla in Consiglio regionale, al di là della questione del CORECOM, dove, oggi il CORECOM, ieri il numero legale per altre questioni, non si è riusciti a “portare a casa” il risultato, ovvero dei provvedimenti che possano alleviare quantomeno i problemi dei cittadini pugliesi. E questo è un dato molto, molto importante perché, se parliamo di dodici Consigli sugli ultimi quindici, probabilmente stiamo parlando di quasi sei mesi di Consigli regionali.
Anche l’aspetto da me e anche da qualche altro collega del Movimento 5 Stelle e portato in VII Commissione, ovvero il passaggio ambiguo in VII non per il rilievo del Presidente della VII, ma proprio perché, come ha rilevato il Presidente Borraccino della II Commissione, ci sono stati tutti i passaggi precedenti in II e non si capisce perché è stato assegnato dall’Ufficio di Presidenza quest’ultimo provvedimento in VII. Probabilmente perché in II non ci sarebbero stati i voti necessari per approvare questo provvedimento.
Credo che siamo andati oltre, veramente oltre ogni limite, come ho già detto altre volte. Si è anche svalutata e offesa la dignità di chi quel ruolo all’interno del CORECOM domani lo dovrà ricoprire, anche da un punto di vista prettamente finanziario. Questo, comunque, poi sarà tutto da verificare e tenere gli occhi ben aperti. C’è un’assicurazione sul fatto che lo stipendio dei tre sarà spalmato sugli altri due, ma poi bisognerà su questo verificare. Questa a casa nostra si chiama semplicemente spartizione. Detto questo, credo che non sia più il caso di svilire ancora il ruolo di queste persone, queste persone che dovranno ricoprire un ruolo assolutamente di garanzia e super partes. Speriamo che possano assolvere al meglio il loro ruolo, atteso che la categoria, e mi riferisco in generale alla categoria dei giornalisti, è una delle più tartassate, una delle più colpite dalla crisi, non ultimo il comunicato del Presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti che classifica otto giornalisti su dieci sotto la soglia minima di povertà, ovvero sotto i 10.000 euro al mese. Questo la deve dire lunga anche sulla mortificazione di un ruolo assolutamente importante nel nostro Paese che è quello dell’informazione e in questo caso quello della garanzia dell’informazione e dell’essere super partes all’interno dell’organo del CORECOM. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare il consigliere Casili.
Con l’intervento di Casili io considero chiusa la discussione.
Speaker : CASILI.
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Io mi ero ripromesso di non intervenire su questo argomento, perché non mi ha appassionato fin dall’inizio. Tuttavia, quello che è noto è come la dialettica politica su alcuni temi, che evidentemente non sono io a voler mortificare, perché il Comitato di garanzia, cioè il CORECOM, è evidentemente un Comitato importante per le nostre Istituzioni, è un organo di garanzia fondamentale per le attività che esso svolge.
Tuttavia, sentivo il collega Colonna parlare di più paradossi. Il collega Colonna è sempre abituato a trovare i paradossi lì dove, forse, questi paradossi provengono proprio da un atteggiamento di irresponsabilità da parte delle Istituzioni, perché avremmo dovuto esaurire questo argomento in pochissimo tempo. Tuttavia, spiace constatare come su alcuni temi la dialettica politica si enfatizzi ancora di più lasciando da parte temi molto importanti.
Ieri il Presidente Emiliano era a Presicce-Acquarica per la fusione dei Comuni di Presicce e Acquarica. Sarebbe più importante vederlo qui per capire quale fusione vuole concretizzare nella sua maggioranza, visto che molti dei colleghi che vedo seduti lì in maggioranza non ci saranno dopo le politiche del 2018.
Queste nuove dinamiche hanno appiattito... Questo lo possiamo dire tutti, sia noi di minoranza sia voi di maggioranza. Lo possiamo constatare anche nelle Commissioni. L’attività della Regione Puglia negli ultimi mesi si è appiattita, si è seduta su se stessa. Questo è il punto di allarme di cui vorrei farvi partecipi tutti quanti. Se fino a poco tempo fa qualcosa si muoveva, oggi, purtroppo, abbiamo, per esempio, una legge sull’attività venatoria che giace lì. È una legge importante non solo per l’attività venatoria, ma soprattutto perché ci sono 85 agenti dell’ex polizia provinciale (l’altro giorno ne parlavamo proprio in Commissione con l’assessore Di Gioia) che attendono un Regolamento. È una delle tante cose. Siamo qui, invece, a parlare di democrazia (l’ho sentito da parte dei colleghi), di pluralismo e quant’altro, quando ci sono una serie di cittadini, ma soprattutto di lavoratori, di professionisti che attendono una risposta.
Poi c’è l’assessore Capone, che vediamo molto attiva sui territori. Anche in questo caso, abbiamo la parvenza che la campagna elettorale incomba e all’assessore Capone abbiamo chiesto che cosa bisogna fare relativamente al bando delle guide turistiche, visto che sui territori poi pungolano e ci pungolano tutti quanti. E non è soltanto una semplice e sterile polemica, ma è questo il dibattito politico che dovremmo avere nell’Assise più importante della Regione Puglia.
Poi, per quanto riguarda i giornalisti, ci sono tantissimi giornalisti bravissimi, con cui abbiamo degli ottimi rapporti, il lavoro del giornalista è un lavoro molto difficile in questo Paese, perché creare un’informazione plurale è molto difficile per tutti, è un lavoro, anzi, più complesso di tanti altri, e noi dobbiamo essere vicini a questi giornalisti che, con sacrificio e spirito di abnegazione, svolgono un lavoro, cercando di dotare i cittadini dell’informazione più corretta facendo arrivare le notizie all’interno delle loro abitazioni e nella vita quotidiana di tutti i giorni. Però, ripeto, avremmo potuto… e veramente mi accingo alle conclusioni, anche perché, sennò, starei al gioco della dialettica politica di oggi che, ripeto, avremmo potuto tutti quanti, per senso di responsabilità, risparmiarci. Il collega Campo ha fatto un intervento di diciassette minuti, io l’ho ascoltato con attenzione, ma avremmo potuto tutti quanti restare nel perimetro di un tempo più limitato e cercare veramente di risolvere una questione come questa del CORECOM in pochissime ore, mentre l’abbiamo protratta per lungo tempo. E l’abitudine purtroppo della politica degli ultimi tempi è quella di aggrapparsi a dei temi per enfatizzarli, lasciando da parte, trascurando, mortificando, svilendo i temi che purtroppo attengono a tutte le problematiche dei nostri cittadini.
Questo è un discorso che credo dovrebbe responsabilizzarci tutti quanti, perché ho l’impressione, abbiamo l’impressione che da qui ai prossimi mesi, con le campagne elettorali che incombono… Vedete, qui noi siamo otto consiglieri portavoce del Movimento 5 Stelle e nessuno di noi si candiderà alle prossime politiche, perché da noi funziona che hai un mandato e quel mandato lo devi svolgere fino alla fine. Quindi, abbiamo tutti quanti forse delle criticità, però abbiamo dei princìpi, abbiamo una barra dritta e vorremmo che, quantomeno sulle attività di funzionamento della macchina amministrativa pugliese, fossimo tutti quanti, voi e noi, coinvolti perché questa macchina amministrativa negli ultimi tempi si è ingessata, immobilizzata.
All’interno di quest’Aula sono settimane e settimane che non si apre a una discussione su problematiche importanti. Ripeto, non voglio dire che il CORECOM, questo Comitato di garanzia non lo sia, ma abbiamo dei temi molto importanti che stiamo trascurando.
Non entro nel merito, però tutti quanti voi, tutti quanti noi dobbiamo ben comprendere che c’è tantissimo lavoro da fare. Questo lavoro, per rispetto e dignità di chi ci ha permesso di essere qui nell’Aula che rappresenta tutti i pugliesi, noi negli ultimi tempi non lo stiamo più svolgendo.
Speaker : PRESIDENTE.
Prima di procedere al voto, consentitemi una cosa. Non sono, ovviamente, il difensore d’ufficio del Presidente Emiliano, però, caro Bozzetti, almeno in questa circostanza, il Presidente Emiliano è stato convocato per una iniziativa dal Ministro dei trasporti e delle infrastrutture per inaugurare la nuova Galleria Pavoncelli. Per cui, non è un’assenza costruita. C’è lì l’iniziativa ufficiale. Così come anche il consigliere e Presidente Amati, per ragioni che non sto qui a spiegare, ma che ben comprendete, sta lì perché è stato uno dei protagonisti di quell’opera importante per la Puglia, soprattutto in situazioni di emergenza idrica.
Collega Marmo, votiamo prima. Per dichiarazione di voto? Prego, consigliere Marmo.
Come volete. Noi ci adattiamo. Facciamo dopo. Va bene.
Prima del voto finale ci sono le dichiarazioni di voto. Per questo mi ero permesso di dire al collega Marmo “dopo”.
Articolo 1.
Votiamo, ovviamente, con il sistema elettronico.
Collega Borraccino, lasci stare. Ha fatto due interventi. Adesso andiamo avanti. Siamo in fase di voto.
Articolo 1. Per cortesia, votiamo.
Poi avrà le risposte per iscritto. Procediamo al voto.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 37, contrari 7.
È approvato.
Articolo 2. Votiamo.
Continua a gridare. Non aggiungi nulla. Continua a gridare. Bene.
Articolo 2.
Le avrai dopo. Avrai tutte le risposte per iscritto. Avrai tutte le risposte per iscritto.
Abbiamo ascoltato tutto.
Articolo 2. Votiamo. Abbiamo votato tutti?
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 35, contrari 7.
È approvato.
Prima del voto finale, dichiarazioni di voto.
A malapena è la mia. Figurati la tua.
Consigliere Zullo, prego.
Non posso parlare, per questo andiamo avanti. Se avessi potuto, avrei fatto come Totò.
Prego, consigliere Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente, colleghi, non sfuggirà che io, a nome del Gruppo, ho sottoscritto questa proposta di legge. Se l’ho sottoscritta, l’ho sottoscritta convintamente e lo abbiamo fatto pensando a dei princìpi che informano la nostra attività politica, pur nel rispetto delle idee e dei pensieri di chi non condivide.
Intanto, noi pensiamo che i momenti di dialogo della politica tra maggioranza e opposizione possano essere anche un valore. Tante volte ci appelliamo a quello che pensano i cittadini. Quante volte i cittadini ci dicono “basta litigare tra maggioranza e opposizione, cercate di capire quali sono i momenti di confronto che uniscono la politica per risolvere i problemi”.
Pensiamo anche a quello che può essere l’arricchimento quando si è coinvolti in meccanismi e organismi della Pubblica amministrazione. Perché non arricchire questo coinvolgimento? Siamo stati forse deleteri nel 2012 nel ridurre il numero dei componenti. Qualcuno ha detto: chi era in Aula l’ha votata quella riduzione. Io ero tra quelli che l’aveva votata, e l’avevo votata insieme a tante altre norme che abbiamo votato e che partivano da un impulso, da una ribellione sociale, da un’antipolitica che ci portava a togliere tutto, a ridurre tutto, tanto fino a mettere a repentaglio lo stesso esercizio delle regole democratiche.
Quando ero dirigente, ero chiamato ad osservare le leggi. Nella mia attività e nella mia professione osservavo le leggi. Anche quando mi trovavo di fronte a casi umani, casi concreti, casi particolari, non potevo dire: cambio la legge. La osservavo e dicevo: purtroppo non ti posso far niente, muori… perché da medico molto spesso dicevo: la legge non contempla il soddisfacimento del tuo fabbisogno, muori, ma io non posso violare la legge.
Il popolo ha detto che devo essere un legislatore e il legislatore è colui che adatta la legge ai nuovi bisogni e ai nuovi eventi. Si è determinato un evento, piacevole o spiacevole, per come si è determinato o non si è determinato, e responsabilmente siamo stati chiamati a dare risposta a questo cambiamento e a questo evento che si è determinato. E se siamo stati chiamati siamo stati chiamati in primis… penso che la reazione primaria sia stata quella del Presidente Emiliano, che è il primo che ha detto: questa storia non può andare in questo modo. Io non ho mai apprezzato tanto il fare del Presidente Emiliano, ma in quella circostanza l’ho apprezzato molto. L’ho apprezzato molto perché ha riportato il senso della politica in quest’Aula, e il senso della politica in quest’Aula è anche il rispetto delle minoranze, perché quando il dialogo e il confronto si forma solo e sempre sulla forza muscolare dei numeri è evidente che noi avremmo avuto tre componenti che, all’interno di un sistema che tutti noi abbiamo voluto essere di garanzia… Perché il problema forte è, quando poi ci sono le elezioni, capire se il meccanismo della comunicazione è di garanzia per tutte le parti che sono in causa, e qui frana il pensiero di chi è contrario. Qui siamo a parlare di una garanzia per tutti, per tutto il mondo. È per questo che io dico che, da legislatore, ho voluto determinare un cambiamento di quella norma per rispondere a un fatto che si era determinato.
Queste sono le ragioni, condivisibili o non condivisibili, ma noi rispondiamo in primis alla nostra coscienza. Rispondiamo in primis a quelli che sono i nostri principi ispiratori. Non siamo qui a far perdere tempo a nessuno, ma vogliamo dire che convintamente noi voteremo favorevolmente questa proposta di legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente. Cercherò di essere brevissimo anche io. Io non ho afferrato quali sono stati i quesiti sottoposti dal collega Borraccino, ma spero che le prerogative del consigliere regionale vengano salvaguardate e in qualunque modo lei o l’Ufficio di Presidenza soddisfino le richieste del consigliere Borraccino, perché quantunque si possa pensare diversamente da quelle che sono le opinioni sui provvedimenti o su altre questioni, io credo che il rispetto del consigliere regionale non debba mai venir meno e credo che non debba mai venir meno soprattutto quando si esonda da quello che è il limite che tutti quanti ci dovremmo imporre per chiamare le cose con il proprio nome. Anche a me non ha fatto piacere, pur essendo parte della minoranza, che è stata parte lesa nella vicenda che ci sta riguardando in questo momento, io non ritengo, insieme ai colleghi Zullo, De Leonardis, Congedo e tutti i colleghi della minoranza, di aver partecipato ad alcun inciucio, Presidente, perché l’inciucio, prendendolo tranquillamente dal vocabolario Treccani, ci dice “accordo poco chiaro”. Io credo, invece, che l’accordo fosse implicito nella legge, che desse la disponibilità a ciascuno di votare i propri rappresentanti. Quindi, qualcuno ha esondato anche lì. L’inciucio non è avvenuto perché era la legge che garantiva alle minoranze e non le garantiva soltanto perché lo chiedeva il sottoscritto, ma erano garantite e sono garantite dalla delibera dell’Autorità garante per le comunicazioni, la quale dice che il procedimento di nomina vede coinvolto il Consiglio regionale con garanzia del ruolo delle opposizioni. Quindi, il ruolo delle opposizioni deve essere tenuto in considerazione o nel momento in cui si decide la modalità di voto o nella strutturazione della legge, come hanno fatto altre Regioni, ad esempio la Calabria, che ha riservato un consigliere del CORECOM alla minoranza direttamente, o altre Regioni, come l’Emilia-Romagna, che ha riservato il voto a uno per fare in modo che nessuno fosse preponderante su tutti gli altri.
“Inciucio” io lo rispedisco al mittente. L’inciucio, dice la Treccani, si raggiunge con compromessi. Il compromesso sarebbe stata la cessione di qualche cosa rispetto ad un’altra cosa che avremmo ricevuto illegittimamente. Credo che bisognerebbe comunque ragionare sui dati di fatto.
Io non sono abituato a parlare a vuoto, Presidente. Parlo almeno per il verbale. Per far registrare la mia voce al verbale, i colleghi devono fare silenzio. Altrimenti, le cose non vanno così.
Rispetto alla questione dei cinque membri, Presidente del Consiglio, io invito tutti, anche le opposizioni portavoce, le opposizioni politiche che sono qui in Consiglio, ad andarsi a vedere il resoconto stenografico della seduta n. 17 del 30 maggio 2012. Anche all’epoca qualcuno si è mosso sulla direttrice indicata dall’Autorità garante delle comunicazioni, la quale dichiara...
No, forse non ci siamo capiti.
Dichiara che la composizione ordinaria, compreso il Presidente, sia di norma di cinque membri. Qualcuno la legge n. 14 non l’ha votata per questo motivo, perché riteneva che dovessero essere almeno cinque per garantire la pluralità della presenza in un organo di garanzia. Voglio ricordare al collega Liviano e al collega Casili, che reclamano che bisognerebbe occuparsi dei tanti altri problemi che assillano i pugliesi e che assillano, magari, la signora Maria di Sava o di qualche altro posto, che la signora Maria ha diritto come tutti quanti noi, come tutti i cittadini di Puglia alla par condicio nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa. Alla par condicio. È una cosa che riguarda tutti noi, coloro i quali sono seduti in questo Consiglio, coloro i quali si avventureranno in altre avventure politiche.
Rispetto a questo, Presidente, noi non ci siamo trattati con la maggioranza “questo a te e questo a me”. La maggioranza aveva delle sue scelte da operare e l’ha fatto. Alla minoranza è stato impedito. La risposta l’ha data, con grande ingenuità, genuinità, devo dire, più che ingenuità, il collega Conca, il quale ha affermato con molta chiarezza: noi non eravamo a conoscenza del bando. Io stesso mi sono permesso di domandare anche ad alcuni colleghi del Movimento 5 Stelle se vi erano delle indicazioni o dei soggetti sui quali si poteva discutere e la risposta è stata “no, non abbiamo nessuno”, e comunque – sottinteso – “con voi non trattiamo”. E questo va bene. Questo è nell’ordine delle cose. Anche la posizione politica e il clamore che assume il Movimento 5 Stelle va bene, pur andando a scomodare il Duce della Commissione parlamentare di vigilanza sul sistema radiotelevisivo, il silente Presidente della Commissione, silente sia nel Movimento che nella Commissione, dove non si occupa della Rai ma – guarda un po’ – si occupa delle umane cose dei signori consiglieri regionali. Si occupa di questo. Affermando, peraltro, un’assoluta approssimazione nei suoi giudizi, caro Presidente, dicendo “l’illegalità all’interno dell’Assemblea”. Ecco, io non immaginavo che un Presidente di Commissione parlamentare non riuscisse a distinguere il termine “illegalità” dal termine “illegittimità”, perché noi eravamo all’interno di un procedimento amministrativo. E questo credo che sia molto grave. Qui non è stata commessa alcuna illegalità, perché il sottoscritto ha chiesto che si ponesse riparo a una votazione, e così il Consiglio regionale si sta adeguando.
Rispetto a questo “io non sapevo che il bando c’era”, c’è la determinazione n. 4 del 26 gennaio 2017 che dà il via al bando. C’è una seconda determinazione, la n. 7, che il 15 febbraio riapre i termini e riadegua le questioni. C’è la determinazione n. 21 che stabilisce la Commissione che valuterà i titoli e stabilisce chi sono coloro i quali hanno titolo. Poi c’è la Commissione del 10 luglio, la Commissione consiliare, che dà il via. Partecipano venticinque persone, un numero sufficiente acché si possa attingere anche nella fase successiva di aumento del numero dei componenti, sulla quale io sono favorevole. Ma undici vengono dichiarati senza titoli, tredici con i titoli e una non poteva essere presentata. Quindi, abbiamo tredici nominativi sui quali il Consiglio, quel giorno, poteva legittimamente decidere.
Allora, rispetto a questo, signor Presidente, io credo che oggi non si risolva completamente il pasticcio in cui siamo caduti tutti quanti – mi assumo anch’io la mia parte di responsabilità – ma oggi si pone mano a una soluzione che è provvisoria, secondo me, perché io ritengo che tutta la legge sull’attività del CORECOM debba essere rivista e adeguata almeno allo standard nazionale che vige nelle altre regioni. Per questo motivo abbiamo sottoscritto la proposta di legge, per questo motivo sosteniamo che il CORECOM riprenda presto a lavorare.
L’altra questione, che è molto più importante e che è sottolineata anche dal Presidente della Commissione vigilanza Rai, è sull’adeguatezza o meno delle persone che ciascuno di noi ha indicato. Io vorrei che ognuno si mantenesse nel livello di rispetto degli altri, perché nessuno è in grado di dire o di sostenere a priori se quello eletto dalla minoranza o eletto dalla maggioranza sia indegno di essere autonomo dai poteri economici, radiotelevisivi, editoriali e politici. Nessuno lo può dire prima. È il comportamento dopo di queste persone che potrà essere motivo di rilievo. E io rispetto quelli che sono stati eletti o che saranno eletti. Sono giornalisti a prescindere dalle loro appartenenze, e il lavoro del giornalista va rispettato, va tutelato. Così come siamo solidali con quei giornalisti che si sono presi l’avviso di garanzia per aver pubblicato notizie che magari hanno ricevuto dalla stessa Procura, e qui non si risolve mai il problema sulle intercettazioni e sulla diffusione di notizie. I giornali si difendono sempre o non si difendono mai. Per cui nessuno azzardi nulla sulla dignità delle persone che si sono sottoposte al pubblico ludibrio di quest’Aula e del voto. Non c’è un Marmo qualsiasi o un Presidente di chi che sia che possa dire sono degni o non sono degni, solo perché nel segreto dell’urna ognuno di noi ha votato. L’AGCOM lo dice chiaramente: “Per essi siano previste le seguenti incompatibilità limitatamente al solo periodo del mandato” e non prima, al solo periodo di mandato. Quindi, prima di fare i deputati, prima di fare i consiglieri regionali, che studino almeno, che studino almeno e dicano le cose con cognizione di causa e rispettino le persone. Questo è il primo elemento che tutti quanti noi dovremmo avere nella nostra attività. Rispettare singolarmente una persona significa rispettare la comunità pugliese e non solo la signora Maria.
Speaker : PRESIDENTE.
Sempre per stare nel contesto del rispetto, volevo dire al collega Marmo che io non ho mancato di rispetto a nessuno. Sono state poste questioni in punto di diritto, che meritano di avere risposte puntuali e per iscritto. Se il rispetto vale per i consiglieri, vale pure per il Presidente. Come avrei notato, non lo chiedo. Sono ormai tre o quattro sedute che sto sopportando. Siccome conoscete il mio carattere, non so fino a quando riuscirò a sopportare. Ciononostante, sto qui in silenzio ad ascoltare cose assurde. Per cui, il rispetto vale per tutti in questo contesto.
Ciò detto, andiamo avanti.
Collega Di Bari, prego.
Speaker : DI BARI.
Grazie, Presidente. Io faccio il mio intervento iniziando dalle parole che ha pronunciato il collega consigliere, nonché Presidente, Marmo. Lei parla di rispetto, rispetto delle persone. A lei sembra di aver avuto rispetto nei confronti del nostro Presidente della Vigilanza Rai definendolo “duce”? Questa è la sua appartenenza politica, non certo la nostra, non certo la nostra.
Per noi non è un complimento. Forse per lui lo è, ma non per noi, se dobbiamo parlare di rispetto.
In ogni caso, vi volevo soltanto fare una precisazione. Abbiamo perso quattro Consigli regionali, ore e ore, fiumi di parole perché avete detto che bisognava rispettare, nella nomina dei componenti del CORECOM, maggioranza e minoranza. Forse non vi siete accorti che dei tre componenti che sono stati votati due appartengono alla maggioranza, cioè a Emiliano, e uno è di chiara rappresentanza renziana. Quindi, abbiamo perso tempo inutilmente.
Al di là della battuta, è vero, consigliere Colonna, noi siamo incapaci, incapacissimi di spartirci le poltrone, perché noi riteniamo, probabilmente, che il ruolo del consigliere regionale sia ben altro. Dobbiamo risolvere i problemi, i tantissimi problemi che, purtroppo, la Puglia ha, passando dai trasporti, ai rifiuti, alla sanità. Pensiamo che dobbiamo fare questo e non spartire poltrone, perché questo è stato fatto.
Quando noi parliamo di competenze, quello vogliamo che venga fatto. Se si fosse parlato di questo, se si fosse parlato di dare il posto all’interno del CORECOM valutando meritocraticamente le competenze dei componenti allora sì che avremmo partecipato. Visto che per voi questo non si fa, ma deve essere tenuta in conto soltanto l’appartenenza politica, poi guarda caso lo fate per il CORECOM, però quando è stato eletto l’Ufficio di Presidenza di questa Regione nessuno si è preoccupato del fatto che la prima forza di opposizione, cioè il Movimento 5 Stelle, non è stata votata all’interno dell’Ufficio di Presidenza. Là nessuno ha detto nulla. Tutti in silenzio, perché tanto ve le dovevate spartire voi le poltrone nuovamente, perché era scomodo avere uno di noi all’interno dell’Ufficio di Presidenza, che avrebbe controllato effettivamente quello che viene fatto. Era scomodissimo. Molto meglio mettere soltanto voi stessi. Su quello nessuno ha parlato. Va bene. Continuiamo. Siamo incapaci, sì. Siamo incapaci di fare questo, perché noi riteniamo che deve essere dato il merito, deve essere premiato il merito. Chi doveva far parte del CORECOM... Doveva essere data la possibilità a tutti di partecipare, a chiunque ne avesse avuto le capacità, e non certo perché sei amico dell’amico e, comunque, hai l’appartenenza politica, perché stiamo parlando di un organo di garanzia.
Io mi chiedo come può un organo di garanzia fare bene il suo lavoro se il componente sa benissimo per quale motivo è stato votato all’interno di quell’organismo? Controllore e controllato. Va bene.
Avete continuato, Avete fatto anche ben altro, perché si sa che il diavolo fa le pentole, ma non certo i coperchi. Quindi, adesso ci proponete di votare questa ulteriore stortura, di allargare nuovamente le poltrone. Noi non voteremo. Anzi, voteremo contro. Non voteremo quando procederete poi all’elezione degli altri due componenti, ci mancherebbe. Dobbiamo anche partecipare a questo.
In ogni caso, visto che ci sono stati anche altri consiglieri regionali che hanno detto di essere contrari a questa legge, di essere non contenti di questa ulteriore modifica che viene fatta alla legge istitutiva del CORECOM, noi preannunciamo che abbiamo intenzione di depositare, anzi è già pronta, una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Emiliano. E questo perché? Non soltanto per quello che è accaduto relativamente all’istituzione del CORECOM, ma per tutte le manchevolezze che ci sono state nel corso di questi due anni e mezzo.
È chiaro… è chiaro che ci mancano ancora due… è chiaro che ci mancano delle firme, quindi chiederei a quei consiglieri che si sono stracciate le vesti prima del mio intervento, chiederei proprio a quei consiglieri di firmare con noi questa mozione, che, come dicevo, trae la sua origine sia per la mancanza del numero legale più volte, che ha comportato lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale, sia per le varie Commissioni saltate, nonché per la mancanza proprio vostra, della maggioranza, che non vi permette di votare i vostri provvedimenti, vedi, uno tra tanti, il Piano di riordino, che è stato bocciato da due della vostra maggioranza.
Noi abbiamo bisogno di altre tre firme, la mozione è pronta, voglio vedere chi ha veramente il coraggio di andare avanti rispetto alla posizione che ha detto di fare per quanto riguarda l’istituzione del CORECOM.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso procediamo al voto sull’intero articolato di legge. Votiamo, ovviamente, con il sistema elettronico. Sto aspettando che arrivino tutti. Aspetti un poco. Mi pare che siamo tutti nelle vicinanze.
Votiamo Il Consiglio approva.
Votiamo l’urgenza per alzata di mano.
L’urgenza è accordata.
Come da accordi nella Conferenza dei Presidenti, il punto n. 3) e il punto n. 4) sono rinviati a domani mattina, anche perché non c’è il relatore.
Passiamo al punto n. 5). Consigliere Vizzino, prego.
Speaker : VIZZINO.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, con il presente disegno di legge viene soppressa l’Agenzia regionale per la mobilità nella Regione Puglia, denominata AREM ed è istituita, articolo 1, l’Agenzia strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio (ASSET).
Le finalità e le competenze dell’ASSET sono descritte nell’articolo 2. All’articolo 3 sono indicati gli organi dell’Agenzia: direttore generale e Collegio dei revisori…
Speaker : PRESIDENTE.
Silenzio, per favore.
Speaker : VIZZINO.
… e la loro durata in carica. All’articolo 4 viene definita la figura del direttore generale e le sue competenze. All’articolo 5 sono indicati i componenti del Collegio dei revisori e specificate le loro attribuzioni.
L’articolo 6 specifica l’organizzazione e il funzionamento dell’ASSET.
All’articolo 7 sono previste unità di personale oltre che direttamente assunto anche di personale distaccato o comandato dalla Regione e da altri enti pubblici.
L’articolo 8 stabilisce che i controlli e la vigilanza degli atti dell’Agenzia sono demandati alla Giunta regionale, che, sentita la competente Commissione consiliare, approva i regolamenti e compie le verifiche finalizzate alla valutazione dell’efficienza dell’organizzazione e dell’efficacia dei risultati dell’Agenzia.
All’articolo 9 è specificato che le spese per il funzionamento dell’ASSET sono finanziate con quanto già assegnato all’AREM per gli anni dal 2017 al 2019.
Per le annualità successive si provvederà, entro i limiti di stanziamento, nell’ambito della Missione 10, Programma 2, Titolo 1, da approvarsi con legge di bilancio.
L’articolo 10 riguarda i compensi e le indennità.
All’articolo 11, norme transitorie, si specifica che l’ASSET subentra in tutti i rapporti giuridici in essere, attivi e passivi, in capo all’AREM.
L’articolo 12 riporta le abrogazioni. Nello specifico sono abrogati l’articolo 25 della legge regionale 31 ottobre 2002, numero 18, e l’articolo 21 della legge regionale 20 agosto 2012, numero 24.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Silenzio.
Non ci sono emendamenti all’articolo 1.
Possiamo votare l’articolo 1. Votiamo l’articolo 1.
Presenti 25, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 2.
È approvato.
All’articolo 2 c’è l’emendamento a pagina 1: «All’articolo 2 del disegno di legge è apportata la seguente modifica: “Al comma 1, dopo le parole ‘l’ecologia ed il paesaggio’ sono aggiunte le seguenti ‘nonché ai fini della prevenzione e la salvaguardia del territorio dai rischi idrogeologici e sismici’”».
Pongo in votazione l’emendamento.
Prego, consigliere.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, questa modifica, che poi è seguita da ulteriori emendamenti sempre nella stessa direzione, amplia l’oggetto sociale della nuova agenzia. Noi abbiamo affrontato questo argomento in Commissione in maniera molto puntuale. Per cui, si è data la possibilità, in quella che è l’impostazione iniziale, che oltre al sistema dei trasporti, si occupasse anche delle questioni relative al paesaggio e all’assetto del territorio. E aveva un senso.
Ora aggiungere anche competenze di rischio idrogeologico e quant’altro troveremo successivamente. Vorrei capire l’esigenza, perché si è voluto ampliare l’oggetto sociale dopo aver scontato già un passaggio in Commissione, qual è la novità che non è emersa in Commissione, se fosse possibile dall’assessore sapere perché questa volontà, visto che il Presidente, il presentatore è assente.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, assessore.
Speaker : NUNZIANTE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla protezione civile, al personale e ai trasporti.
Francesco, perché abbiamo ritenuto di ampliare, approfittando di questa che sarà un’Agenzia di estrema collaborazione e di aiuto anche per queste materie.
Poi vedremo che è stata tolta la parola “statale” perché non potevamo avere competenze nello Stato e abbiamo ritenuto di ampliare anche su questa situazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : VENTOLA.
Può essere, questa, anche un’opportunità che dall’esperienza acquisita personalmente da amministratore locale, sicuramente, avere un’unica Agenzia che si occupi di tutto questo può essere una grande opportunità, anche alla luce della legge nazionale di riforma che ha soppresso di fatto le Autorità di bacino.
Ora, in questo senso, è la volontà di questa Amministrazione utilizzare all’interno dell’Agenzia anche tutte quelle professionalità che nel corso degli anni hanno lavorato all’interno delle Autorità di bacino e che rappresentano un know how e un patrimonio importante per la nostra Regione. Quindi, in questa Agenzia c’è questa idea di far confluire anche quel personale.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, assessore. Non deve…? Okay.
Mettiamo ai voti l’emendamento di pagina 1.
Presenti 25, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 2.
Il Consiglio approva.
Emendamento sempre all’articolo 2 a pagina 2: «Al comma 2, dopo le parole “recupero del patrimonio edilizio esistente” sono aggiunte le seguenti “per la valutazione e gestione dei rischi sismici, idrogeologici e di erosione costiera per la valutazione e gestione delle georisorse, patrimonio geologico, acque sotterranee, geomateriali, geotermia”», eccetera.
Pongo in votazione l’emendamento a pagina 2. Votiamo.
Presenti 26, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 3.
È approvato.
Emendamento a pagina 3: «All’articolo 2 del DDL n. 3/2017 sono apportate le seguenti modifiche».
Speaker : VENTOLA.
Presidente, noi stiamo contribuendo ai lavori di questa Assise, però io pregherei i colleghi della maggioranza, laddove possibile, veramente di essere presenti. Sennò diventa oltremodo imbarazzante dover continuare un’attività che vede l’opposizione garantire il numero legale su una legge istitutiva sulla quale l’opposizione si è astenuta anche in Commissione.
Rendiamoci conto. Se sarà necessaria una sospensione, facciamola pure concordata, ma evitiamo che diventi determinante questo tipo di ruolo, che non ci si addice.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo l’emendamento a pagina 3.
Presenti 26, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 3.
Il Consiglio approva.
Adesso votiamo l’articolo 2, così come emendato. Votiamo. Prego.
Presenti 23, votanti 23, favorevoli 23.
Non c’è il numero legale. Il Consiglio si aggiorna fra un’ora.
Grazie.
(La seduta è sospesa)
Riprendiamo i lavori del Consiglio.
Rivotiamo l’articolo 2. Dobbiamo rivotare l’articolo 2, come emendato.
Presenti 29, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 6.
È approvato.
L’articolo 2 è approvato, così come emendato.
Pongo in votazione l’articolo 3. Non ci sono emendamenti.
Presenti 29, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 6.
È approvato.
All’articolo 4 c’è un emendamento: «Prima del comma primo dell’articolo 4 è aggiunto il seguente comma». Il parere del Governo è contrario. Lo vuole illustrare? Prego.
Speaker : TREVISI.
Grazie. Questo emendamento ricalca quello che era stato già previsto dalla Giunta sull’Agenzia sulla sanità, sull’ARES. Quindi, prevede le stesse modalità di individuazione del direttore generale, analogamente a quello che viene fatto, ed è stato già approvato, sull’Agenzia sulla sanità. Ricalchiamo una vostra legge.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo è contrario.
Mettiamo ai voti l’emendamento di cui all’articolo 4. Prego.
Presenti 32, votanti 25, favorevoli 2, contrari 23, astenuti 7.
Non è approvato.
Mettiamo in votazione l’articolo 4.
Presenti 30, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 8.
È approvato.
All’articolo 5 c’è un emendamento: «Il comma 1 dell’articolo 5 è sostituito dal seguente».
Prego, collega.
Speaker : TREVISI.
Questo emendamento dispone che il Collegio dei revisori sia composto da tre membri tutti iscritti nel registro dei revisori legali. Anche la legge che istituisce l’ARES prevede che tutti i membri del collegio siano scelti fra coloro che sono iscritti nel registro dei revisori contabili.
Quindi, per uniformità, vedo che annuisce, chiediamo che venga approvato.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo? È contrario. Sull’emendamento a pagina 5 il Governo è contrario.
Votiamo. Prego.
Presenti 34, votanti 28, favorevoli 5, contrari 23, astenuti 6.
Non è approvato.
Emendamento a pagina 6, sempre all’articolo 5.
Speaker : TREVISI.
È simile al precedente, un pochettino più riduttivo. Prevede solo che siano iscritti al registro dei revisori.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo è favorevole.
Votiamo. Prego. Presenti 36, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 8.
È approvato.
Emendamento a pagina 7: al comma 2, all’articolo 5, dopo le parole “finanziarie dell’agenzia” sono aggiunte… Prego.
Speaker : TREVISI.
Grazie, Presidente.
In questo emendamento prevediamo solo che il Collegio dei revisori trasmetta annualmente alla Giunta regionale e alla competente Commissione una relazione sull’attività. Quindi, mi sembra di buonsenso.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo? Prego, collega De Leonardis.
Speaker : DE LEONARDIS.
La funzione dei revisori contabili è stabilita dalla legge, quindi non è che noi possiamo dare dei compiti che siano diversi e, quindi, vadano a giudicare sull’attività dell’agenzia se hanno fatto bene o male il compito. Questo lo dico anche come revisore contabile. I revisori contabili hanno una funzione puramente tecnica a valere sui conti e sull’Amministrazione, non sul funzionamento o meno dell’agenzia. Quindi, non bisogna dare dei compiti che esulano da quelli che sono propri dei revisori contabili. Dovrebbe essere un altro organismo, non so, l’OIV, o altri organismi che possono legittimamente fare questo lavoro.
Perché sto dicendo questo? Non perché non sia d’accordo con l’emendamento del collega proponente, ma perché i revisori contabili, per legge, hanno una propria funzione, che è quella del controllo legale dei conti, quindi della revisione contabile, e non possono entrare nel merito dell’Amministrazione. Quindi, non possono esprimere giudizi se gli amministratori stanno amministrando bene o male, se hanno fatto delle scelte positive o negative.
Per questo il mio voto è un voto contrario a questo emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Votiamo l’emendamento. Il Governo è contrario.
Votiamo l’emendamento a pagina… Bene, l’emendamento a pagina 7 è ritirato.
Emendamento a pagina 8: all’articolo 5, dopo il comma 2 dell’articolo 5, è aggiunto il seguente: “I revisori…”, eccetera.
Prego, collega Trevisi.
Speaker : TREVISI.
Con questo rafforziamo una cosa che comunque è prevista, però gli vogliamo dare forza. Quindi, l’emendamento prevede la possibilità per i componenti del Collegio dei revisori di svolgere anche… quindi prevede solo la possibilità, anche in modo disgiunto, attività di ispezione e controllo. Vedevo che il collega era d’accordo
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo è contrario.
Votiamo l’emendamento a pagina 8. Prego.
Presenti 33, votanti 30, favorevoli 6, contrari 24, astenuti 3.
Non è approvato.
Mettiamo al voto l’articolo 5, così come emendato.
Presenti 35, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 12.
È approvato.
Articolo 6.
Non ci sono emendamenti. Mettiamo ai voti l’articolo 6.
Presenti 31, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 9.
È approvato.
Articolo 7.
Non ci sono emendamenti. Mettiamo ai voti l’articolo 7.
Presenti 30, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 8.
È approvato.
Articolo 8.
Non ci sono emendamenti. Mettiamo ai voti l’articolo 8.
Presenti 29, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 9.
Non ci sono emendamenti. Mettiamo ai voti l’articolo 9. Prego.
Presenti 29, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 10. Non ci sono emendamenti.
Mettiamo ai voti l’articolo 10.
Presenti 30, votanti 21, favorevoli 21, astenuti 9.
È approvato.
Articolo 11. Non ci sono emendamenti.
Mettiamo ai voti l’articolo 11.
Presenti 36, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 13.
È approvato.
Articolo 12. Non ci sono emendamenti.
Mettiamo ai voti l’articolo 12.
Presenti 31, votanti 22, favorevoli 22, astenuti 9.
È approvato.
Mettiamo ai voti la legge intera, così come emendata.
Ci sono dichiarazioni di voto? No. Votiamo l’intera legge. Stiamo votando, mi dispiace. La farai dopo.
Presenti 35, votanti 27, favorevoli 23, contrari 4, astenuti 8.
È approvata l’intera legge.
Passiamo alla proposta di legge di cui al punto n. 6): Proposta di legge Di Bari, Marmo, Zinni “Disposizioni in materia di clownterapia”.
Relatore Romano.
Speaker : LOIZZO.
Il Presidente della III Commissione mi ha detto di aver concordato con i firmatari il ritorno in Commissione. È vero?
Riproponiamo...
Speaker : MARMO.
Presidente, con il Presidente della III Commissione, Romano, e i proponenti si è concordato di farla ritornare in Commissione solo per la valutazione degli emendamenti presentati – molti sono contrastanti – in modo tale da eliminare ogni contrasto e di cercare di mantenere l’unanimità, così come è stata presentata e votata in Commissione.
Speaker : PRESIDENTE.
La legge la rinviamo in Commissione.
Punto n. 7): “DDL n. 167 del 13/09/2016 ‘Modifiche alla legge regionale n. 31 del 22 ottobre 2012 (Norme in materia di formazione per il lavoro)’”.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Abbiamo concordato con il collega Bozzetti di portare gli emendamenti che aveva proposto in Commissione, quindi per il prossimo Consiglio, quando sarà.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, rinviamo la legge di cui al punto n. 7) in Commissione.
La legge di cui al punto n. 8) è stata rinviata nella Conferenza dei Presidenti.
Punto n. 9). Era stato concordato nella riunione dei Presidenti.
La legge di cui al punto n. 8) è solo rinviata.
Punto n. 9): “DDL n. 52 del 19/04/2016 ‘Delega ai Comuni delle funzioni amministrative in materia di bonifica dei punti vendita carburanti’”.
Il relatore del punto n. 9) è il consigliere Congedo. Diamo per letta la relazione perché il collega Congedo non è presente in Aula. La diamo per letta.
Un attimo solo. Allora, sono tre articoli.
Punto n. 9). Un attimo di pazienza. Stiamo distribuendo un emendamento alla legge. L’emendamento è stato distribuito.
Riprendiamo il punto n. 9).
Articolo 1 (Bonifica dei punti vendita carburanti).
Mettiamo ai voti l’articolo 1. Votiamo articolo 1.
Presenti 29, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 2 (Disposizione transitoria).
Mettiamo ai voti l’articolo 2.
Presenti 35, votanti 28, favorevoli 22, contrari 6, astenuti 6. È approvato.
Articolo… Così è stato indicato. Va bene. In sede di adozione lo faremo senz’altro.
All’articolo 3 c’è un emendamento: «Dopo l’articolo 3 è inserito il seguente articolo».
Collega Barone? Votiamo il 3.
Presenti 33, votanti 29, favorevoli 23, contrari 6, astenuti 4.
È approvato.
C’è un emendamento aggiuntivo dell’articolo 3-bis della collega Barone.
Prego, collega.
Speaker : BARONE.
Sedici erano gli impianti, così hanno detto in Commissione. Abbiamo chiesto. Era sedici il numero degli impianti che sarebbero dovuti passare ai Comuni con questa legge. Chiediamo, in pratica, che dopo due anni dall’approvazione di questa legge si abbia una relazione da parte dei Comuni in maniera da capire quanti sono i siti bonificati e i tempi necessari per la bonifica.
In più, la Commissione competente dovrebbe, poi, coinvolgere i Sindaci e capire se hanno avuto difficoltà, e i dirigenti dei Comuni interessati.
In questa maniera, sia la Commissione competente che il Consiglio potrebbero lavorare in seguito per migliorare la legge proprio per la bonifica dei siti inquinati.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo?
Speaker : CARACCIOLO, assessore alla qualità dell’ambiente.
Il Governo è contrario. Si tratta di un appesantimento delle procedure, in quanto i Comuni inviano già le relazioni sulle bonifiche dei siti all’ufficio competente. Per cui, c’è già una stretta correlazione e relazione tra l’ufficio bonifiche e i Comuni.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo è contrario.
Mettiamo ai voti l’emendamento 3-bis. Votiamo.
Presenti 37, votanti 30, favorevoli 7, contrari 23, astenuti 7.
Non è approvato.
Votiamo l’intera legge, così come emendata.
Non ci sono emendamenti.
Dove sta l’articolo 4? Mettiamo ai voti l’intera legge.
Presenti 35, votanti 28, favorevoli 23, contrari 5, astenuti 7.
È approvata.
Punto n. 10): “DDL n. 65 del 2 maggio 2017 ‘Pianificazione e sviluppo della pesca e dell’acquacoltura regionale’”.
Relatore il consigliere Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Gli uccelli domani. Oggi la pesca. Va bene.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, il presente disegno di legge regola la pesca e l’acquacoltura nel territorio della regione Puglia ed è articolato in armonia con le leggi dello Stato e con la norma di cui all’articolo 100 del DPR 24 luglio 77, n. 616, e successive variazioni e modificazioni.
La materia della pesca e dell’acquacoltura, allo stato attuale, è interessata dalla disciplina europea con la direttiva 2000/60 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il quadro per l’azione comunitaria in materia di acque. La Regione Puglia, a seguito della deroga di cui al DPR n. 616/77, si è limitata all’adozione di una deliberazione della Giunta regionale, la n. 2800/1979, avente per oggetto l’affidamento alle Amministrazioni provinciali a svolgere le funzioni amministrative in materia di pesca nelle acque interne, nonché, successivamente, si è dotata del Regolamento regionale n. 34/2009, avente per oggetto la disciplina della pesca e della molluschicoltura nelle acque della sola Laguna di Varano (provincia di Foggia).
Pure a fronte dello scarno quadro normativo regionale, l’acquacoltura in Puglia ha sviluppato profonde radici storiche e di tradizione con un’alta valenza sociale ed economica, e ciò particolarmente in due aree, le lagune di Lesina e Varano per la molluschicoltura e la piscicoltura e l’area di Taranto per la molluschicoltura.
Al fine di un’organizzazione strutturale e normativa del settore, risulta necessario addivenire all’adozione di un moderno strumento normativo regionale che promuova l’adeguamento delle politiche della pesca e dell’acquacoltura nelle acque. Il disegno di legge rappresenta uno strumento di indirizzo politico e strategico delle azioni e degli interventi dei settori produttivi ittici, che peraltro troveranno attuazione anche nell’ambito del PO del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) 2014-2020. Esso vuole rispondere alle esigenze del territorio e alla necessità di attivare strumenti di programmazione utili alla Puglia, che assicurino lo sviluppo di economie, di occupazione e di benefici sociali.
Nel rispetto degli obiettivi della politica comune della pesca, il provvedimento vuole garantire, altresì, che le attività di pesca e acquacoltura siano sostenibili dal punto di vista ambientale nel lungo termine e siano gestite in modo coerente con i criteri di sostenibilità, operata anche per conseguire vantaggi a livello economico, sociale e occupazionale, oltre a contribuire alla disponibilità dell’approvvigionamento alimentare.
Attraverso la normativa che si propone, si intende sostenere, inoltre, l’attuazione di una reale “crescita blu” del territorio pugliese nell’ambito della quale si possa operare una concreta riorganizzazione strutturale dei settori e un’integrazione strategica con gli altri strumenti di sviluppo territoriale.
La Regione Puglia, quindi, in armonia e in coerenza con la legislazione comunitaria e statale, nonché con le disposizioni in materia di tutela e salvaguardia della risorsa idrica, con detta proposta normativa intende attivare azioni di innovazione e sviluppo ambientale, economico e sociale nei settori della pesca e dell’acquacoltura.
Si ringrazia la struttura assessorile e le Commissioni IV e II, che hanno trattato il provvedimento in forma congiunta.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene.
Non vedo iscritti. Procediamo alla votazione.
Passiamo all’articolo 1. Votiamo l’articolo 1
Presenti 37, votanti 33, favorevoli 33, astenuti 4.
È approvato.
Articolo 2. Non ci sono emendamenti all’articolo 2.
Votiamo l’articolo 2.
Presenti 33, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 4.
È approvato.
Articolo 3. Non ci sono emendamenti.
Mettiamo ai voti l’articolo 3.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
È approvato.
All’articolo 4 c’è un primo emendamento, a pagina 1: «Dopo il comma 5 dell’articolo 4 è inserito il seguente».
Collega Barone, lo deve illustrare?
Speaker : BARONE.
È abbastanza semplice. Chi partecipa alla Commissione non dovrebbe percepire rimborsi, spese o compensi. Può essere riconosciuta la spesa di trasferta.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Il Governo è favorevole.
Mettiamo ai voti l’emendamento.
Presenti 36, votanti 32, favorevoli 32, astenuti 4.
È approvato.
Mettiamo ai voti l’articolo 4, così come emendato.
Presenti votanti 31, favorevoli 31.
È approvato.
Articolo 5. Non ci sono emendamenti.
Mettiamo ai voti l’articolo 5.
Stiamo votando l’articolo 5. Prego.
Presenti 36, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 6. Non ci sono emendamenti.
Mettiamo ai voti l’articolo 6.
Votiamo l’articolo 6. Prego.
Presenti 36, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 7. Non ci sono emendamenti.
Mettiamo ai voti l’articolo 7.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Articolo 8. C’è un emendamento: «Al comma 1 dell’articolo 8, dopo le parole “per la pesca e l’acquacultura”, aggiungere “sulla base di studi specifici”».
Collega Barone, prego.
Speaker : BARONE.
Aggiungiamo “sulla base di studi specifici” perché durante la Commissione alcune associazioni avevano dato questo tipo di indicazione, quindi l’abbiamo voluta seguire.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo è favorevole.
Mettiamo ai voti l’emendamento. Prego.
Presenti 33, votanti 32, favorevoli 32, astenuti 1.
È approvato.
Votiamo l’articolo 8, così come emendato.
Presenti 31, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 1.
È approvato.
Articolo 9.
Non ci sono emendamenti. Mettiamo ai voti l’articolo 9.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato.
Articolo 10.
Non ci sono emendamenti. Mettiamo ai voti l’articolo 10.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
È approvato.
Articolo 11.
Non ci sono emendamenti. Mettiamo ai voti l’articolo 11.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Articolo 12.
Non ci sono emendamenti. Mettiamo ai voti l’articolo 12.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato.
Articolo 13.
Non ci sono emendamenti. Mettiamo ai voti l’articolo 13.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato.
Articolo 14.
C’è un emendamento: dopo il comma 2 aggiungere… Prego, collega Gatta.
Speaker : GATTA.
C’è anche un bis, Presidente, poi dopo. Non è mio, però. Io ho l’emendamento al 14, poi avevo visto un 14-bis, che non so di chi sia…
Speaker : PRESIDENTE.
Della collega Barone…
Speaker : GATTA.
Della collega Barone, sì.
Presidente, illustro l’emendamento con una breve digressione sugli usi civici di pesca, perché è fondamentale fare questa prefazione per comprendere il senso dell’emendamento, che non è un fatto formale, ma è un fatto assolutamente sostanziale che attiene anche ai rapporti di diritto amministrativo.
Intanto, questo disegno di legge si prefigge un intento che è sicuramente auspicabile, tant’è che fu votato da tutti in Commissione favorevolmente, nella prospettiva dei compiti di programmazione e pianificazione che spettano alla Regione. Il disegno di legge, tuttavia, presenta – ne parlavo poc’anzi con l’assessore Di Gioia – alcuni aspetti che sono fondamentali per le comunità rivierasche.
Nelle lagune – penso, ad esempio, alla provincia di Foggia, che ha la laguna di Varano, che è la più nota – sono presenti dei diritti di uso civico di pesca in favore dei pescatori residenti. Tali diritti sono rappresentati dai singoli Comuni rivieraschi. Penso, ad esempio, al Comune di Cagnano, al Comune di Ischitella, ma ve ne sono anche altri.
Ciascuno di questi Comuni è chiamato, per legge, a tutelare, regolamentare e gestire il diritto di uso civico della pesca in favore della collettività titolare.
L’esistenza di tali diritti rinviene dalla sistemazione dei demani feudali operata dalle leggi soppressive della feudalità. Tralascio ogni passaggio di natura storica, perché annoierei i colleghi. Quello che è fondamentale sapere è che ciascun Comune rivierasco, nell’esercizio delle sue competenze e quale ente rappresentativo della comunità, regola tale diritto.
Cito dei passaggi della giurisprudenza amministrativa.
Il diritto di uso civico di pesca è, per sua natura, perpetuo ed indivisibile e deve ritenersi funzionale ed essenziale per garantire la tutela del lavoro e della risorsa ittica del cui sfruttamento, con ogni forma e mezzo, i Comuni rivieraschi hanno da tempo immemore tratto sostegno e benessere.
Ne discende che non vi può essere alcuna norma di ambito regionale – lo ha disposto anche il Consiglio di Stato – che possa violare l’integrità del diritto di uso civico di pesca. Tutto ciò premesso, non si può non rilevare che nel disegno di legge citato non vi è menzione alcuna dell’esistenza del diritto di uso civico di pesca presente nelle lagune.
Ciò produce l’effetto di mortificare e di comprimere illegittimamente l’uso civico di pesca e il godimento della risorsa ittica lagunare in favore della comunità titolare, quella che veniva chiamata, in termini tecnici, la universitas collettiva.
Ci si riferisce in particolare all’articolo 14, è questo il senso dell’emendamento, comma 2, del disegno di legge che, nella sua formulazione stringata, opera una ingiustificata sottrazione della risorsa e della sua gestione all’ente rappresentativo e depositario del diritto, vale a dire il Comune. Leggo testualmente: “Le concessioni nelle acque interne a scopo di acquacoltura sono rilasciate dalla Regione o dal Comune rivierasco se delegato”. Ed è questo il punto. È vero che la formulazione con quel “se delegato” apre la porta alla gestione locale, ma la trasforma da un diritto ad una concessione regionale. Non vi può essere delega in un diritto già riconosciuto in favore dei Comuni rivieraschi.
Va, inoltre, considerato che i Comuni rivieraschi sono già proprietari del fondale delle lagune entro i rispettivi confini, quindi entro il perimetro di propria pertinenza. La disciplina in esame, di fatto, sottrae la titolarità di tale diritto, atteso che, normalmente, le concessioni di pesca nelle lagune in concreto si esplicano anche con l’utilizzo dei fondali, che viene utilizzato, ad esempio, per fissare le strutture e gli attrezzi adottati per gli impianti fissi di piscicoltura e mitilicoltura.
La legge regionale del 10 aprile 2015, n. 17, “Disciplina della tutela e dell’uso della costa”, ha già disciplinato l’esercizio delle funzioni amministrative connesse alla gestione del demanio marittimo – mi spiace che manchi l’assessore Piemontese, perché è un tema che oltretutto lui conosce – e delle zone del mare territoriale conferite dallo Stato ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, individuando le funzioni trattenute in capo alla Regione e quelle conferite ai Comuni.
In tale prospettiva, del tutto opportunamente, la Regione Puglia ha riservato alla Regione i compiti di pianificazione e programmazione del demanio marittimo, mentre ha attribuito ai Comuni costieri i compiti di gestione e, tra quelli, quello relativo al rilascio delle concessioni demaniali. Basti andare a controllare l’articolo 8 della citata legge, cioè la legge n. 17/2015.
La disciplina menzionata risponde a consolidati princìpi e criteri organizzativi e di riparto di competenze e di funzioni tra l’ambito regionale e l’ambito comunale. Alla Regione, cioè, spettano funzioni di governo e di pianificazione generale, al Comune compiti di pianificazione, governo e gestione di ambito locale. Per queste ragioni, tali criteri risultano ancora più cogenti e più vincolanti sul piano strettamente tecnico-giuridico per la materia in esame.
Non si rinvengono, al contrario, le ragioni politiche che suggeriscono l’avocazione, che sarebbe illegittima ai sensi di quanto ho cercato di spiegare, di potere e di competenze alla Regione e la loro sottrazione, che diverrebbe altrettanto illegittima, ai Comuni interessati.
Alla luce di quanto sinora esposto, la Regione Puglia e il Presidente della Giunta, in ottemperanza al disposto richiamato dell’articolo 13, comma 1, e del già citato articolo 17 della legge del 2015, sono tenuti ad adottare ogni mezzo – ogni mezzo – per la tutela degli usi civici di pesca. In ogni caso, è da escludersi che la Regione possa violare l’integrità territoriale dei singoli Comuni.
Per queste ragioni ho proposto sostanzialmente questo emendamento, che toglie, sottrae alla Regione questa delega di concessione e la conferisce direttamente ai Comuni.
Spero di essere stato chiaro e mi voglio augurare che i colleghi possano condividere questa impostazione, che oltretutto è supportata e suffragata da autorevoli sentenze della giurisprudenza amministrativa.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo?
Speaker : CAMPO.
Al presentatore dell’emendamento.
Se le lagune sono gravate da usi civici, come fai a rilasciare concessioni per l’acquacoltura? No, l’articolo 14 parla delle concessioni di specchi acquei del mare territoriale, non si occupa delle lagune. Tu introduci una specificazione… Cosa devo vedere?
Speaker : GATTA.
…definire l’ambito di applicazione a tutte le acque pubbliche interne, e vi include anche la Laguna di Varano, se vai a vederlo… Che c’entra. Perché una laguna è classificata come laguna…. Non è così. Sulla Laguna di Varano la Regione già in passato… […] come acqua lagunare, come acque lagunari e comprendono non solo Varano, comprendono anche Ischitella, oltre che Lesina. Comprendono anche il Comune di Ischitella. Questo significherebbe sostanzialmente sottrarre ai Comuni la propria potestà su questi territori, darla alla Regione la quale dovrebbe delegare ai Comuni. Sostanzialmente sottraiamo la potestà dei Comuni su questi territori a cui serve anche il fondale per darla alla Regione che dovrebbe delegare. Sostanzialmente diventa una sorta di avocazione della Regione a sé della potestà sulle lagune, che poi dovrebbe delegare ai Comuni, quando attualmente sono in capo ai Comuni.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : ZINNI.
Premesso che non ho approfondito la materia, mi sembra, da quello che dice il collega Gatta e dal testo della legge, che stiamo parlando di due istituti diversi e quindi non sovrapponibili a mio modesto parere, perché la concessione è qualcosa che viene dall’alto, come dice la parola stessa, su un bene pubblico e non dà nemmeno un diritto, ma una aspettativa legittima tutelata al concessionario. Quindi, stiamo parlando di qualcosa di pubblico. L’uso civico, invece, è un diritto che, come ha ricordato egregiamente il collega Gatta, rinviene dal Medioevo praticamente ed è a favore di una comunità, la quale lo può esercitare collettivamente e non a livello di singoli, che poi si traduce in un esercizio da parte dei singoli della comunità, sì, però è a favore di una comunità. Se il diritto che deriva dall’uso civico c’è già, non c’è bisogno di alcuna delega, ma non c’è bisogno nemmeno di alcuna concessione, perché viene autonomamente esercitato ed è autonomamente esercitabile. Laddove si parla di concessione, l’uso civico non può interferire. Se c’è un uso civico non ci può essere concessione. Non so se sono riuscito a essere chiaro. Stiamo parlando di una materia molto complessa.
Se è la concessione, vuol dire che siamo di fronte a un bene pubblico per il quale il depositario del bene pubblico, cioè il titolare del bene pubblico può concedere e non dare diritti, può concedere tipo il demanio marittimo, la concessione della spiaggia, qualcosa che non c’è. L’uso civico, invece, è qualcosa che già c’è a favore della comunità, quindi non può formare oggetto di concessione in quanto è un diritto acquisito da parte della comunità.
Secondo me, l’interpretazione della norma, così come dettata, quando parla di delega ai Comuni parla soltanto ed esclusivamente di questioni che riguardano le eventuali concessioni, la cui titolarità è in capo alla Regione e per potestà propria della Regione può essere delegata. Quando siamo di fronte a usi civici, la Regione non si può proprio occupare di questo perché non siamo nell’ambito della concessione.
Questo è il mio parere letto molto all’impronta.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Gatta.
Speaker : GATTA.
Presidente Longo, la materia è obiettivamente ostica ed estremamente complessa. Cerco di spiegarla in termini, probabilmente, più intelligibili anche per me. Ci sono negli specchi acquei lagunari – oltretutto, le lagune sono contate nella regione Puglia – delle vere e proprie concessioni da parte degli enti locali territoriali, come i Comuni.
Con questa proposta di legge, con questo disegno di legge, sostanzialmente, si avocano questi diritti alla Regione sottraendoli ai Comuni, che già in passato rilasciavano queste concessioni, ma non per delega, bensì motu proprio. Oggi la Regione Puglia, che avoca, quindi spoglia i Comuni di questa potestà, deve poi sine die, con tempi indefiniti e con l’incertezza, anche, dei termini della concessione, ridarli ai Comuni.
Si vuole, con questo emendamento, sostanzialmente, lasciare le cose così come sono in ordine alla potestà concessionaria dei Comuni ai privati, trattandosi – ripeto – di usi civici. Questo è il senso dell’emendamento, al quale ho cercato di dare anche una spiegazione cronistorica, perché si è addivenuti a tanto.
Diversamente, compiamo, perpetriamo uno spoglio a danno delle potestà dei Comuni per darlo alla Regione, ripeto, con un’incertezza, assessore Di Gioia, sia temporale in ordine ai tempi che di natura gestionale, che per metodica e per dinamica non siamo nella condizione di poter prevedere nel testo che andiamo ad approvare.
Ritengo che questa norma possa, sostanzialmente, tradursi in un danno, in un nocumento a carico di coloro i quali sino ad oggi esercitavano legittimamente gli usi civici su questi specchi.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Prego, assessore. No. Prego, collega Campo.
Speaker : CAMPO.
Diego, io ti pregherei di riflettere un attimo. L’articolo 14 parla di concessioni per attività di acquacoltura e dice, alla fine, ed è quello che ti inquieta, che le concessioni di acque interne a scopo di acquacoltura sono rilasciate dalla Regione o dal Comune rivierasco, se delegato. D’accordo? Tu fai un emendamento per aggiungere due commi in cui dici: “La gestione delle acque interne pubbliche assimilate al demanio marittimo rimane di competenza dei singoli Comuni rivieraschi, nell’ambito dei rispettivi territori, qualora siano gravati da uso civico di pesca in favore dei cittadini dei medesimi Comuni”. È questo l’aspetto.
Se è così, l’articolo 14, al secondo comma, non può trovare applicazione. Quindi, naturaliter, non riguarda gli aspetti che tu evochi. Laddove lo specchio acqueo sia gravato da uso civico, la Regione non può mai determinarsi a dare in concessione alcunché. Quindi, se ci sono gli usi civici, la norma di cui all’articolo 14 non riguarda proprio tali aspetti. Tant’è che tu non è che con l’emendamento precisi che le concessioni devono essere rilasciate dai Comuni. Non si possono semplicemente rilasciare concessioni perché ci sono gli usi civici. Capito, Diego?
Magari, in relazione alla gestione puoi specificarlo, ma non in questo articolo. In questo articolo si parla di concessioni per attività di acquacoltura, che semplicemente, seguendo il tuo ragionamento, giustamente, non si possono dare laddove lo specchio acqueo interno lacustre sia gravato da usi civici. Capito, Diego? È una norma, quella di cui all’articolo 14, che naturalmente non riguarda quegli aspetti. Se tu poi ti preoccupi della gestione, magari trova un altro articolo in cui specificare questa cosa.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Zinni. Non c’è… Vedo…
Speaker : COLONNA.
Io comprendo le preoccupazioni di Gian Diego Gatta, del collega Gatta, però io penso che possa essere tutto risolto facendo salvo, magari precisandolo qui, ma senza introdurre ulteriori disposizioni, facendo salva l’applicazione… Io sono andato a riprendermi l’articolo 17 della legge n. 7 del 1998, dove è tutto detto in maniera chiara. Quindi, basterebbe forse la precisazione in questo articolo, senza ritornare a confermare, e dire che in presenza di acque gravate da uso civico resta salva la disposizione e quanto regolato dalla legge n. 7 del 1998, in particolare all’articolo 17, che leggo, che leggo perché mi sembra abbastanza chiaro al riguardo: “Il diritto di uso civico di pesca non dà luogo a divisione ed è esercitato in conformità di regolamento deliberato dal Comune, o comunque dall’ente titolare della gestione dei beni civici, e approvato dalla Regione”. Quindi, è il regolamento a cui tu fai riferimento, Gian Diego, quando dici: diamo un termine ai Comuni per fare il regolamento sugli usi civici. Poi aggiunge: “In presenza di diritto civico di pesca, la concessione del diritto esclusivo di pesca è subordinata al soddisfacimento delle preminenti necessità degli utenti. Le norme regionali di salvaguardia della fauna…” e così via.
Quindi, basterebbe dire che, qualora lo specchio d’acqua sia gravato da uso civico, resta salva la disciplina chiamiamola speciale di cui alla legge n. 7 del 1998, in particolare all’articolo 17.
Se vogliamo aggiungere un termine sollecitatorio ai Comuni per dire “fate i regolamenti”… Anche perché, Gian Diego, approfitto per dire che sulla materia degli usi civici dovremmo prestare una particolare attenzione con un aggiornamento normativo che vada nella direzione di dare certezza, dove è possibile, semplificazione, dove è possibile, perché è una materia molto complicata, Sabino ha detto che è molto complicata, però a questo si aggiunge una difficoltà complessiva da parte della gestione della struttura regionale che sta imbrigliando, lo sappiamo tutti, anche molti Comuni sul versante della pianificazione territoriale, urbanistica e di aree gravate da uso civico.
In questo caso direi che forse con un tuo subemendamento si può dire che qualora ci sia l’uso civico di pesca resta salva la disposizione…
L’emendamento aggiunge in maniera molto più… Io direi di non aggiungere altro, salvo quella disciplina.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Gatta.
Speaker : GATTA.
Apprezzo molto l’intervento del collega Colonna, che si è sforzato di trovare una via d’uscita, quasi una sintesi, però francamente io non ritengo, a meno che non mi si dimostri il contrario, che il testo del mio emendamento dica cose assolutamente contrarie rispetto a ciò che mi pare essere condiviso da tutti noi. Se ci sono questi usi civici, mi pare che sia… Tutt’al più potrebbe essere o apparire pleonastico. Credo, però, che una precisazione si imponga al fine di evitare anche l’insorgere di contenziosi tra coloro i quali sono titolari di un uso civico su quel bene e coloro i quali, invece, godono di quel bene in virtù di un altro regime normativo. Mi sembra francamente…
Anche perché, a ben ascoltare l’intervento del collega Colonna, mi pare che sia perfettamente d’accordo. Poi, probabilmente, possiamo imbastire una discussione sulla natura terminologica adoperata, ma mi pare che il senso sia condiviso. Non capisco per quale motivo questo emendamento non debba essere condiviso e votato.
Se poi vi sono, invece, all’interno del testo dei riferimenti impropri o inopportuni, allora discutiamone e cerchiamo di trovare una sintesi. Francamente, a sentire l’intervento del collega Colonna e mi pare di arguire dalla mimica gestuale del collega Giannini che sia condiviso il contenuto, mi pare che sia un fatto scontato. Laddove ci sono gli usi civici si adopera un regime che va già di per sé per legge. Laddove gli usi civici non vi sono, si applica il testo che oggi stiamo per approvare.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, assessore.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Scusami. Qui dice: “La gestione delle acque interne pubbliche o assimilate al demanio marittimo”. Il demanio marittimo, nella parte richiamata dal tuo esempio, è statale, non sarebbe regionale. Quindi, secondo me, qui non può starci, tanto per capirci. La gestione delle acque interne rimane di competenza dei singoli Comuni nell’ambito dei rispettivi territori ai fini delle attività connesse all’articolo 17, cioè per gli usi civici, ma non per la parte concessoria, che in questo momento, se non capisco male, è stata avocata nella riforma delle Province dalle Province alla Regione. Erano le Province che le esercitavano. Okay?
Io farei il combinato così come è stato detto. Lasciamo i primi due commi dell’articolo 14 e aggiungiamo che “la gestione delle acque interne pubbliche gravate da uso civico di pesca in favore”, eccetera, “sono regolamentate ai sensi dell’articolo 17 della legge”. “La Regione assegna ai singoli Comuni in termini di un anno”, mi va bene. Okay, Diego? Quindi, togliamo semplicemente la parte più ambigua.
Speaker : GATTA.
Va bene. L’importante è che ci intendiamo sul senso.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
L’emendamento, il quarto comma va bene; il terzo comma deve essere limitato, un po’ come diceva...
Speaker : GATTA.
Espungiamo la parte relativa all’assimilazione al demanio marittimo, mi pare di capire.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Esatto. Diciamo che, qualora...
Speaker : GATTA.
La gestione delle acque interne credo sia fondamentale, altrimenti non staremmo a parlarne.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Qualora gravate da uso civico, eccetera, saranno regolamentate ai sensi dell’articolo 17 della legge regionale...
Speaker : GATTA.
No. Dovremmo mettere “rimane di competenza dei singoli Comuni rivieraschi”. Questo va messo, è fondamentale.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Ma questo penso che sia...
Speaker : GATTA.
È così per legge.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Per questo. Sta già nell’articolo...
Speaker : GATTA.
Dobbiamo espungere soltanto “acque assimilate al demanio marittimo”.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Che sia anche la parte concessoria già delegata. Esatto.
Dobbiamo togliere la parola “gestione”. Le acque interne pubbliche, qualora gravate da uso civico, saranno regolamentate secondo i termini stabiliti dall’articolo 17 della legge regionale n. 7/98.
Sì, perché il termine dei Comuni viene evocato... Tra l’altro, se volessimo raccontarla tutta, i Comuni vengono in Regione a chiedere a noi di avocare le funzioni perché hanno un livello di abusivismo e litigiosità legato alle concessioni che non esercitano quelle facoltà per problemi di incolumità degli amministratori. Non so se è chiaro il concetto. Cioè, sono i Comuni che ci chiedono di risolvere il problema lontano dal territorio, su loro indicazione, ovviamente. Perché rilasciare o revocare o regolamentare è un problema quasi di sicurezza fisica degli amministratori stessi.
In più, tutta questa materia è legata al Lago di Lesina. Varano non entra purtroppo nelle acque interne. Stiamo facendo una riclassificazione del demanio per capire se la linea demaniale può essere o meno spostata per fare in modo che arrivi nella nostra disponibilità; sennò, rimane in una sorta di ingovernabilità.
Ecco, questo è il tema, detto proprio con estrema sincerità. Cioè, sono i Comuni che hanno difficoltà. Allora io, a queste condizioni, potrei tranquillamente dire che va bene. Okay? Gianni, lo stai scrivendo tu? Okay. …Qualora gravate da uso civico di pesca… Va beh, quello non serve. Di pesca… Sono regolate secondo i termini stabiliti dall’articolo 17…
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, il collega Gatta deve presentare un subemendamento?
Mettiamo ai voti l’emendamento, così come corretto: “Le acque interne pubbliche, qualora gravate da uso civico di pesca, sono regolate secondo i termini stabiliti dall’articolo 17 della legge regionale n. 7/1998. La Regione assegna ai singoli comuni rivieraschi il termine di un anno per dotarsi di idonea regolamentazione dei rispettivi diritti di uso civico di pesca”.
Mettiamo ai voti… Mettiamo ai voti questo emendamento. Prego, votare.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato.
Passiamo all’emendamento presentato dal collega Congedo.
Speaker : CONGEDO.
Lo vorrei illustrare in maniera molto sintetica.
L’emendamento prevede l’inserimento all’articolo 14, comma 1, dopo le parole “per attività di acquacoltura, nonché specchi d’acqua del mare territoriale per l’attività di acquacultura”, inserire anche “le aree, i manufatti e gli impianti ubicati a terra sul demanio marittimo per il conferimento, il mantenimento e l’eventuale trasformazione e commercializzazione del prodotto ittico”.
Lo spirito di questo emendamento è quello di evitare una discriminazione che esiste tra le imprese individuali o società e le cooperative sul trattamento di questi spazi attigui o, comunque, funzionali allo svolgimento dell’acquicoltura, perché per le cooperative è previsto un canone meramente ricognitorio, che è quello che si applica per gli specchi d’acqua, anche alle strutture a terra, mentre per le imprese e per le società non è così, non si applica lo stesso canone che si applicherebbe per gli specchi d’acqua. Cioè, le cooperative hanno un trattamento di favore con un canone meramente ricognitivo sia sugli specchi d’acqua che sugli spazi a terra, mentre per le società no. Però, vorrei su questo il parere del Governo.
Aggiungo…
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, assessore.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Credo che il tema sia se è nostra competenza o meno. Citi norme che sono di rango statale. Noi non abbiamo la potestà di fare una modifica rispetto a questo, perché è chiaro che qui sono tutte cose riferite tra l’altro al demanio marittimo non regionale, e quindi di competenza anch’esso statale. Quindi, per quanto possa essere un’iniziativa lodevole, tutt’al più ne possiamo fare attività politica per cercare di ottenere questa cosa, non certo inserirla nella legge.
Speaker : CONGEDO.
Mi rendo conto dei dubbi dell’assessore e devo dire che sono fondati, nel senso che la questione è controversa, se si tratti di competenze nazionali o regionali. Possiamo chiudere così la vicenda, se l’assessore è d’accordo, approfittando anche della presenza dell’assessore al bilancio e al demanio. La demandiamo agli uffici per un approfondimento, perché se dovesse essere, come alcuni ritengono, ma questa non è un’interpretazione univoca, e con questo confermo i dubbi, gli scetticismi e le perplessità dell’assessore, però se dall’istruttoria che dovessero fare gli uffici dovesse risultare che questo emendamento è ammissibile in quanto è nelle competenze regionali l’impegno che vorrei che fosse assunto dal Governo regionale è di rivederlo nell’ambito della legge di bilancio. In questo caso, se può essere un percorso condivisibile, ritiro l’emendamento a queste condizioni.
Speaker : PRESIDENTE.
Benissimo. L’emendamento è ritirato.
Votiamo l’articolo 14, così come emendato.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
È approvato.
C’è un articolo 14-bis, presentato dalla collega Rosa Barone.
Speaker : BARONE.
Grazie. Chiediamo che venga introdotta la clausola valutativa della legge stessa, cioè a tre anni dall’approvazione di questa legge la Giunta dovrebbe trasmettere alle Commissioni, alla Commissione competente, una relazione. È particolarmente importante in quanto chiediamo che ci sia una relazione soprattutto sull’articolo 8, che riguarda il ripopolamento, cioè, lo abbiamo visto l’altra volta proprio in Commissione, quanto sia importante in qualche modo stimolare, magari, anche nuove tecniche di ripopolamento.
Questa è una visione a lungo raggio e programmatica della stessa Regione, tramite uno studio a lungo raggio, però chiediamo comunque un’attenzione particolare da parte della Giunta per tutte queste tecniche innovative di ripopolamento, anche più innovative, che magari possiamo incontrare e che possiamo nuovamente stimolare per tutta la Regione, in particolare per i Comuni costieri che potrebbero trovare nuova linfa anche dal punto di vista economico.
Grazie.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Scavalliamo la legislatura. Quindi, non è il timore di dover fare un adempimento. Le Commissioni hanno il potere di chiamare in audizione la Giunta in qualunque momento, farsi fornire i documenti dai tecnici in qualunque momento. Adesso, mettere un adempimento tutto formale che, però, di fatto, rischiamo che tra tre anni nessuno si ricordi che c’era, non avendo sanzioni, non essendoci motivi particolari, mi pare un modo inutile per appesantire la legge.
Gli altri emendamenti erano sicuramente fondati e ci aiutano a chiarire alcune questioni che sembravano più discrezionali, invece le abbiamo rimesse a valutazioni scientifiche. Abbiamo reso più economica l’eventuale Commissione. Questo ti chiederei di ritirarlo, Rosa, perché di fatto è una cosa che è nelle prerogative dei consiglieri in forma singola o associata e presso le Commissioni si può svolgere qualunque tipo di attività.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente, non credo che la collega Barone possa o debba ritirare questo emendamento, perché è richiesto non solo da tutti i Consigli regionali d’Italia in tutte le procedure legislative (funziona ancora il Progetto Capire, cioè come si formano le leggi regionali), ma è anche richiesta dalla Corte dei conti la verifica dell’impatto di ogni legge sul sistema economico-finanziario e normativo della Regione. Quindi, questa non è una facoltà né dell’assessore né della collega Barone. Tutte le leggi dovrebbero essere prodotte e approvate con la clausola valutativa, perché con la clausola valutativa si riesce a comprendere quanto una normativa incida sul tessuto sociale, quanto sia utile, quanto sia funzionante.
Nel momento in cui una norma, una legge non funziona, è buona regola, per il Governo regionale, procedere ai testi unici e a eliminare tutta la superfetazione legislativa che si è determinata negli anni.
Quindi, io invito il Presidente del Consiglio ad accogliere l’emendamento come elemento essenziale e qualificante di una legge. Oggi stiamo facendo qualche cosa. Nessuno se ne è accorto, perché non se ne accorgerà nessuno, se ne sono accorti solo quando succedono i pasticci. Questo, invece, è un emendamento utile, che è asettico, non è della collega Barone: è un’indicazione dei Consigli regionali d’Italia.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, grazie.
Mettiamo ai voti… Prego, assessore.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Nella legge precedente abbiamo appena bocciato lo stesso emendamento della stessa collega Barone, okay? Però, io ritengo che noi dovremmo fare tutt’al più… Avete fatto bene, secondo me.
Io resto dell’avviso che, se si dovesse arrivare a condividere lo spirito di fare la verifica sulle norme, dovrebbe riguardare tutte le norme e probabilmente si dovrebbe fare una norma regionale che valga per tutti e non solo in quelle leggi dove l’emendamento viene inserito o dove… Marmo, non si è distratto. Perché questa materia… Beh, fammela fare la battuta. Lo so che sei permaloso.
Speaker : MARMO.
Non è una sfida tra te e me…
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
No, però… Io resto dell’avviso che in questa norma in questo momento sia per certi versi inutile. Se il Consiglio riterrà di fare un’iniziativa che riguardi l’intera legislazione della Regione, tanto di guadagnato. Lo facciamo per tutti, però.
Grazie.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei ringraziare il Presidente Marmo per aver fatto notare questo elemento in più. Vorrei, però, mettere l’accento sulla stortura che ha proprio posto l’assessore stesso, perché almeno per quanto ci riguarda come Movimento 5 Stelle la clausola valutativa ad oggi, nei due anni e mezzo che ci troviamo qui, l’abbiamo sempre presentata, ed è, appunto, una stortura nel momento in cui alcune volte viene bocciata e alcune volte viene accolta. Anche perché, come diceva giustamente il Presidente, c’è proprio una richiesta che è asettica e che è funzionale proprio a valutare l’effettività e la concretezza delle leggi che andiamo ad approvare.
Quindi, invito davvero, anche magari per il futuro, nel merito delle clausole valutative, a non esprimere un parere negativo e a rispettare, appunto sì, la legge e quello che viene previsto tranquillamente dappertutto.
Vorrei in ultimo far notare, Presidente, il ruolo, in questo caso, oggi, soprattutto dell’opposizione che, in maniera del tutto responsabile, nonostante l’ora di pausa che ci si è presi, continua in maniera responsabile a mantenere in piedi una maggioranza.
Quello di cui stiamo discutendo adesso è un disegno di legge proposto dal Governo e che teoricamente dovrebbe interessare soprattutto la maggioranza più che l’opposizione, quindi dovrebbe essere sostenuto più dalla maggioranza che dall’opposizione.
Ancora una volta, nonostante le ore di pausa, la maggioranza non ha i numeri ed è responsabilmente tutta l’opposizione che porta avanti i provvedimenti per i cittadini pugliesi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Il Governo? Allora, mettiamo ai voti.
Votiamo l’emendamento. Prego.
Presenti 37, votanti 32, favorevoli 12, contrari 20, astenuti 5.
Non è approvato.
Mettiamo ai voti l’intera legge, così come emendata.
Votiamo. Prego.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvata.
È richiesta l’urgenza? Votiamo l’urgenza per alzata di mano.
L’urgenza è concessa.
Un attimo, do la parola al Presidente Loizzo.
Speaker : LOIZZO.
Ormai abbiamo esaurito i punti, così come concordato. Domani riprenderemo con una serie di rinvii.
Prendo la parola e vi rubo solo un minuto perché ho qui fra le mani un’ennesima dichiarazione del collega Borraccino. Ovviamente, siccome ho fatto un fioretto alla Madonna, non dirò una parola. Non dirò una parola. Parlerò alla fine, quando avremo completato il percorso.
Tuttavia, siccome viene ancora una volta sollevato il problema del vizio nel procedimento legislativo, l’ho già detto due volte e lo ripeto per la terza volta, siccome non si può dare una risposta semplice a una questione di natura giuridica, entro la giornata di domani il collega Borraccino avrà, da parte dell’Ufficio legislativo, tutte le risposte per iscritto, per bene e motivate, perché vengono sollevate questioni giuridiche. A parte il fatto che io considero sia la risposta del Presidente Congedo assolutamente esauriente così come considero le argomentazioni già portate dal Capogruppo Campo assolutamente pertinenti. Però, se uno insiste, avrà la risposta scritta da parte dell’Ufficio legislativo entro la giornata di domani.
Borraccino ha formalizzato le dimissioni da Presidente della II Commissione consiliare. Va bene. Le volontà…
Procederemo. Sarà convocata la II Commissione, qualora dovessero permanere, per procedere agli atti conseguenti.
Speaker : PRESIDENTE.
La seduta è sciolta. Grazie.