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C.r. Puglia 15.03.2024
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Revision
Speaker : PRESIDENTE.
La seduta è aperta.
Buongiorno a tutte e a tutti, care colleghe, cari colleghi.
Abbiamo alcune richieste di congedo per i colleghi consiglieri Caroli, Metallo e Pagliaro.
È stata presentata una mozione, da parte del consigliere Conserva, “Estensione del contributo finalizzato al rimborso delle spese di acquisto di protesi tricologica e parrucche anche per soggetti non affetti da patologie oncologiche”.
Oggi dobbiamo affrontare all’ordine del giorno un tema importantissimo, che riguarda l’acqua.
L’acqua è un bene prezioso, essenziale, primario, lo sappiamo tutti, e in Puglia richiede ovviamente una maggiore tutela, laddove non abbiamo corsi d’acqua e laghi, se non in piccola misura. Una tutela pubblica, così come la gestione pubblica, e questo compito lo ha svolto bene l’Acquedotto Pugliese.
È presente il consiglio d’amministrazione, con il suo Presidente, oggi in Aula. Acquedotto Pugliese è nato da quella idea geniale dell’ingegnere Camillo Rosalba, che nel 1868 pensò all’ambizioso progetto di portare le acque delle sorgenti idriche del versante occidentale degli Appennini alla Puglia.
Un’idea lungimirante vincente, sicché da oltre cento anni, l’Acquedotto Pugliese porta l’acqua nelle case dei pugliesi. Parliamo ormai di uno fra i tre più grandi acquedotti d’Europa, certamente il più grande d’Italia, con 33.000 chilometri di condotte tra quelle fognarie e quelle idriche (22.000 quelle idriche, 11.000 quelle fognarie) e un articolato sistema di impianti interconnessi di ingegneria idraulica, che copre tutto il territorio pugliese, dal Gargano a Santa Maria di Leuca, che è apprezzato ovviamente anche oltre Italia e oltre Europa.
Sono note le richieste di conoscere il nostro sistema anche in altri Paesi, soprattutto dell’Oriente del mondo. Al momento è una delle più grandi stazioni appaltanti d’Italia e d’Europa, un patrimonio della Puglia, che non può essere disperso.
Oggi siamo qui a discutere anche e soprattutto di questo. L’acqua è un bene primario che deve essere disponibile a tutti, ce l’hanno già chiesto ad alta voce, a gran voce i cittadini quando, nel 2011, in tanti parteciparono al referendum per dire no alla legge che prevedeva la privatizzazione dell’acqua. È stato uno degli ultimi referendum in Italia in cui si è raggiunto il quorum.
Ricordo che oltre il 95 per cento ha chiesto che l’acqua restasse pubblica; in Puglia si è andati anche oltre, il sì all’acqua pubblica lo ha dato il 97 per cento dei cittadini, praticamente, un plebiscito dei votanti.
Con questa legge che stiamo per discutere, connessa con gli emendamenti, non facciamo altro che raccogliere questa istanza a garantire a tutti e a tutte un bene essenziale, senza il quale non è possibile vivere.
Una legge che vedrà il protagonismo dei Comuni, gli enti più prossimi ai cittadini, quindi più competenti a poter dare una risposta alle reali esigenze della comunità. Oggi segniamo un importante passo in avanti nella gestione democratica delle risorse e assicuriamo in questa Regione l’acqua come bene comune, pubblico e di tutti. Siamo perciò attentissimi al dibattito che si svilupperà. Sicuramente gli emendamenti che sono stati presentati e che sono stati pubblicati faranno da guida rispetto al dibattito e saremo attentissimi a sentire le opinioni di tutti, perché proprio quando si discute di beni comuni come questo, sicuramente la democrazia ha modo di esprimersi al meglio.
Ecco perché passo subito, ovviamente, la parola al Vicepresidente Piemontese, laddove voglia introdurre, oppure al Presidente della Commissione per l’illustrazione.
Prego.
Speaker : AMATI.
Grazie.
Ovviamente, signor Presidente, colleghi, non parlo in qualità di Presidente della Commissione ma parlo come primo firmatario della proposta di legge iscritta all’ordine del giorno…
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene comunque, Presidente.
Speaker : AMATI.
…Ai sensi dell’articolo 17, poiché la Commissione non ha nominato un relatore, quindi parla uno dei proponenti.
La proposta di legge è una proposta di legge che interviene all’interno del quadro normativo attuale per prendere atto che è prossima la scadenza della concessione conferita a mezzo di legge, di una legge statale, ad Acquedotto Pugliese.
Questa data è il 31.12.2025. Ovviamente questa data fu già oggetto di proroga da parte del legislatore nazionale perché qualche anno fa, quando ci si accingeva alla scadenza e si pose nuovamente lo stesso problema dell’imminenza della scadenza della concessione, il Parlamento nazionale assegnò una proroga sino al 31 dicembre 2025.
Questa data di scadenza della concessione ovviamente ha una storia, se posso dire così, secolare. Nel senso che la legge istitutiva per la costruzione dell’Acquedotto Pugliese, che è una legge - ovviamente sto citando a memoria - riferibile al 1902, se non sbaglio, peraltro accompagnata dal tuono Di Matteo Renato Imbriani che al Parlamento nazionale dell’epoca comunicò “che veniva dalle Puglie, terra assetata di acqua e di giustizia”, fu poi sviluppata sul piano normativo attraverso la costituzione, e ovviamente vi do una descrizione per salti, attraverso l’istituzione dell’Ente autonomo Acquedotto Pugliese.
Quindi, si passa dal Consorzio per la costruzione dell’Acquedotto Pugliese, affidata ad una società genovese che si chiamava la Ercole Antico Società anonima… Peraltro, c’è una curiosità di tipo storico che mi piace dirlo anche a beneficio della Presidente del Consiglio regionale e le sue battaglie di parità di genere. All’epoca, quando la società Ercole Antico, Società anonima, dovette decidere l’aumento del capitale sociale, si presentarono dinanzi al notaio delle donne, le quali erano eredi di quella partecipazione all’interno della società, però per mezzo di autorizzazione maritale. Perché le donne non potevano comparire negli atti giuridici se non attraverso l’autorizzazione maritale. Sarà poi Salvatore Morelli, un pugliese, nato a Carovigno, che, da questo punto di vista, fece registrare un grande passo in avanti dalla legislazione italiana.
Chiusa questa digressione, il passaggio dalla costruzione… Quindi dalla società Ercole Antico di Genova, che costruisce l’acquedotto pugliese, poi la trasformazione in ente autonomo Acquedotto Pugliese ed infine, citando gli elementi normativi più importanti, la trasformazione dell’ente autonomo Acquedotto Pugliese in società per azioni, stiamo parlando alla fine degli anni Novanta, e l’attribuzione del capitale azionario per circa, per oltre l’80, per l’87 per cento, se non ricordo male, alla Puglia e per il 12 per cento alla Basilicata. In realtà ci sarebbero dei decimali, che adesso non sto ricordando.
Questa configurazione, quindi, che ha gestito il servizio idrico per la Puglia e la Basilicata, negli anni successivi, invece, con l’acquisizione delle quote azionarie della Basilicata da parte della Puglia, ha reso la società Acquedotto Pugliese interamente detenuta al 100 per cento dalla Regione Puglia. Ma chi è la Regione Puglia? Perché questo è il nodo che stiamo affrontando, il nodo tecnico che stiamo affrontando con questa proposta di legge.
La Regione Puglia, rispetto al servizio idrico integrato, non è un ente… Fate, fate. Non è un ente che possa configurarsi idoneo alla assegnazione del servizio in house providing, cioè ciò che l’ordinamento richiede affinché, tra le varie ipotesi di concessione del servizio, vi possa essere anche quella ad una società detenuta da coloro i quali sono beneficiari del servizio ed esercitano sulla società il controllo analogo, che tradotto significa analogo, appunto, il controllo come se fossero se stessi, perciò analogo.
La Regione Puglia non è, come soggetto pubblico, il beneficiario del servizio, i beneficiari del servizio sono i Comuni. Quindi, per realizzare il meccanismo dell’affidamento in house, c’è bisogno che all’interno della società vi sia anche una presenza dei Comuni, e naturalmente, a prescindere dalla partecipazione azionaria (lo specificherà la Corte di giustizia europea), che può anche essere di minoranza, si ravvisa la possibilità dell’house providing soltanto qualora i poteri di controllo analogo siano assegnati al soggetto beneficiario del servizio, quand’anche esso non abbia la partecipazione maggioritaria della società.
Tradotto in termini più pratici, abbiamo la necessità, per poter garantire l’Autorità idrica pugliese e valutare la possibilità di assegnare anche in house il servizio, di cedere una parte del patrimonio azionario della Regione Puglia ai Comuni.
Qui naturalmente il testo presentato da noi e gli emendamenti presentati dall’assessore sono convergenti, se non per il fatto delle modalità per raggiungere l’obiettivo, ovvero per la quantità di azioni da cedere ai Comuni. Tenete conto che le azioni complessive (sto citando a memoria) di Acquedotto Pugliese sono 8 milioni e qualcosa, per un valore nominale di euro 5,28, se non ricordo male (le cifre che sto dando, ovviamente, sono tutte cifre a memoria, per cui sui decimali sarebbero eventualmente passibili di correzione).
La proposta di legge quindi fa questo e gli emendamenti, che ho già letto, fanno questo, cioè mettono nelle condizioni l’Autorità idrica pugliese di scegliere quale sia la modalità di gestione del servizio tra quelle plausibili.
In fondo, quali sono quelle plausibili? Allo stato, l’Autorità idrica pugliese potrebbe soltanto bandire la gara per assegnare il servizio e a queste gare potrebbero partecipare tutti i privati che gestiscono questo tipo di attività e potrebbe partecipare anche Acquedotto Pugliese, naturalmente con un punto interrogativo, perché non si sa chi si aggiudica la gara, ovviamente.
L’ordinamento consente anche l’altra ipotesi di affidamento in house. Con questa legge predisponiamo le condizioni affinché l’Autorità idrica pugliese abbia di fronte a sé il ventaglio più ampio della scelta. Poi è chiaro che noi proponenti, anche il Governo con i suoi emendamenti, ma immagino l’intero Consiglio regionale, abbiamo una propensione all’affidamento del servizio in house providing. Diciamocelo chiaramente: non staremmo qui ove non avessimo questa propensione. Ove non avessimo questa propensione staremmo probabilmente a chiedere soltanto all’Autorità idrica pugliese di assegnare il servizio entro fine giugno del 2024, perché bisogna farlo 18 mesi prima della scadenza.
Se siamo qui, e questa è una valutazione di carattere politico, lo dico anche per svolgere una considerazione rispetto alla nota dell’Autorità per il mercato e la concorrenza – che avete letto sui giornali questa mattina, oppure ne avete preso consapevolezza leggendola in questi giorni – che in fondo la questione è tutta qui. Il problema infatti è capire – e questo è il problema che pone l’Autorità per la concorrenza e il mercato, e secondo me ci dà una mano, obiettivamente, ci dà una mano per farci raggiungere l’obiettivo dell’affidamento in house – e far capire se in realtà la gestione di Acquedotto Pugliese attuale, le sue condizioni patrimoniali, le sue condizioni di bilancio sono in grado di giustificare, perché anche il ricorso all’house providing va giustificato, la scelta dell’affidamento in house.
Secondo l’ordinamento italiano, infatti, quando si effettua la scelta tra la gara o l’affidamento in house, non è una scelta meramente discrezionale, perché ci piace così, oppure una scelta meramente politica; ma è una scelta che può essere fatta se il profilo motivazionale è sufficientemente adeguato per dimostrare che anche l’affidamento in house raggiunge i livelli di gestione e di efficienza.
Sicché, se i dati dell’azienda di bilancio, di consistenza patrimoniale, eccetera, tanti altri indicatori dicessero che l’attuale gestione di natura pubblica non ha i requisiti per giustificare il livello di efficienza che invece in materia di servizi pubblici locali la norma richiede, Ebbene, è evidente che la scelta in house providing sarebbe una scelta meramente politica. Noi però abbiamo una fortuna: noi siamo assistiti dal fatto che questa azienda, che nella mia prospettiva non è un’azienda, è un’epopea, che è tutta un’altra cosa, infatti io consiglio di leggere - e lo ripeto sempre - la pubblicazione più efficace per raccontare chi siamo, per raccontare la Puglia e l’Acquedotto Pugliese, che è un libro di Michele Viterbo, un politico e uno storico di Castellana Grotte che scrisse questo meraviglioso libro “la Puglia e il suo acquedotto”, rieditato in tre edizioni diverse.
Ecco, per me innanzitutto è un’epopea ma accanto alla dimensione epica di questa azienda vi è obiettivamente un risultato.
Poi è chiaro che, presi dalla disputa politica per periodi diversi, molto spesso Acquedotto Pugliese per la sua imponenza diventa oggetto della nostra divisione, della nostra contrapposizione, delle nostre riflessioni ma è un’azienda pubblica che per le sue dimensioni può definirsi efficiente.
È uno dei rarissimi casi di grande efficienza all’interno di un’azienda del servizio idrico integrato pubblica di queste dimensioni. Non credo di dire, non credo di bestemmiare se dico che Acquedotto Pugliese è l’azienda pubblica che sta sulla scia delle grandi aziende pubbliche che nell’ultimo ventennio in Italia hanno fatto registrare dei grandi numeri in termini di performance, di autorevolezza e di gestione del servizio.
Mi perdoni chi può pensare che questa sia un’affermazione egomaniaca in quanto pugliese. Penso che Acquedotto Pugliese per questo possa essere assimilata all’ENI, possa essere assimilata all’ENEL, possa essere assimilata alla SNAM, all’interno di questa filiera di aziende pubbliche che realizzano un risultato di grande efficienza.
Quindi, la nostra proposta di legge è una proposta di legge che offre, vuole offrire all’Autorità Idrica Pugliese la possibilità di decidere anche per l’house providing.
Per quanto ci riguarda chiediamo, ma lo chiediamo come cittadini nell’ambito del dibattito pubblico, che sia scelta questa soluzione, ovviamente assistiti da dati di performance che ci sembrano adeguati.
Gli emendamenti, intervengo subito su una questione. Gli emendamenti del Governo si distinguono rispetto alla proposta di legge nelle modalità di raggiungimento degli obiettivi.
Noi dichiariamo il nostro accordo agli emendamenti del Governo per due ragioni. La prima ragione è perché naturalmente questo è un momento in cui non possiamo sbagliare e quindi un dibattito rigido ci porterebbe ad assumerci una responsabilità eccessiva. Mettete un po’, se noi decidessimo di impuntarci sulla nostra soluzione e questa soluzione eventualmente soffrisse di una discussione anche nell’ambito della legittimità costituzionale, ci sentiremmo molto responsabili per il fatto di aver fatto perdere alla Puglia una chance, cioè quella di mantenere la gestione pubblica; e questo non è un argomento secondario perché questo è un argomento enorme, e nessuno penso, ragionevole di mente, possa assumersi da solo la responsabilità di andarsi a schiantare. Questo mi pare un primo motivo.
Il secondo motivo è che, ovviamente, il risultato, l’approdo è quello che noi abbiamo indicato con la proposta di legge, per cui se una nave parte, parte per raggiungere la sua Itaca e naturalmente c’è soltanto una distinzione su qualche scalo in più per fare cambusa, ovviamente non saremo noi a dire che forse vanno ridotti gli scali, perché l’equipaggio e i passeggeri hanno probabilmente esigenze diverse, e sono le esigenze della vita. Quindi, da questo punto di vista, noi appoggeremo gli emendamenti del Governo.
Naturalmente siamo pronti, nel dibattito che eventualmente dovesse svilupparsi, a ragionare per trovare ogni forma di convergenza su un esito, su una sortita unitaria – unitaria – del Consiglio regionale. A noi adesso sembra una cosa di poco momento, perché la stiamo vivendo, perché quando gli uomini vivono le cose probabilmente non colgono il grande momento delle cose che stanno vivendo; però in questo momento si consuma un ulteriore passaggio epocale della storia dell’acquedotto pugliese, perché si passa da una gestione statale, ovvero accentrata attraverso la Regione, ad una gestione che coinvolge tutti i Comuni pugliesi.
Io vi prego di fare attenzione anche alla tabella A che il Governo regionale ha allegato agli emendamenti e che sarà oggetto della legge. Quella tabella, dove è irrilevante la distribuzione del 20 per cento e della percentuale, parliamoci chiaro, però è la fotografia di una Regione che ha patrimonializzato un demanio idrico plurimilionario, plurimilionario. Naturalmente quella tabella serve anche a renderci conto che magari ci sono delle aree della Regione che hanno maggiore bisogno di ulteriore infrastrutturazione di tipo idraulico e fognario, perché è alquanto curioso che Comuni più piccoli siano più dotati di Comuni più grandi, quindi, colleghi, guardate quella tabella perché quella è la prospettiva della migliore infrastrutturazione pugliese.
Un’ultima considerazione. Bisogna prestare una grande attenzione alla depurazione, che è l’altra faccia dell’acqua. Noi siamo portati a discutere soltanto di acqua, perché l’acqua è l’aspetto romantico del servizio idrico integrato, ma io vi dirò che è altrettanto romantica la fogna. Se abbiamo problemi di performance, risiedono nella depurazione.
Questo perché è inefficiente Acquedotto Pugliese? No, perché per tanti anni ci siamo presi procedure di infrazione, perché non abbiamo risolto il problema della depurazione, e molte procedure di infrazione sulla depurazione recano il nome di proteste senza senso, dove in questa Regione abbiamo assistito a comitati "no depuratore", che è come dire no all’ospedale, perché la depurazione è come un ospedale.
In questo passaggio epocale, che non è di poco momento, perché si passa dalla gestione accentuata pubblica alla gestione pubblica, ma ripartita anche con i Comuni, è importante capire fino in fondo che attraverso Acquedotto Pugliese si fa l’acqua e tutto quello che volete, ma anche l’igiene, che diventa una condizione per raggiungere e realizzare gli elementi di efficienza che quel sistema ha bisogno di raggiungere anche attraverso la depurazione.
Questo è il senso della proposta di legge, che, ove approvata, - ripeto - spero all’unanimità, un giorno conserverà all’interno della storia di Acquedotto Pugliese anche questa data, quindi qualcuno, raccontando la storia, potrà dire che questo fu un tornante.
Noi siamo contenti, perché la storia ci ha convocato nel momento di questo tornante, e vorrei che fossimo tutti contenti di essere stati convocati, perché in quella grande epopea tante persone furono convocate e a tutte queste persone ancora oggi, dopo tanti anni, rivolgiamo il nostro pensiero grato e riconoscente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Amati.
Non ho altri iscritti a parlare. Nel frattempo, annuncio che sono arrivati alcuni emendamenti che sono subemendamenti agli emendamenti presentati, a firma Fratelli d’Italia (li trovate pubblicati).
Ha chiesto di intervenire il Presidente Ventola. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : VENTOLA.
Per concordare l’ordine dei lavori.
Siccome gli emendamenti che sono stati presentati dal Governo, di fatto cambiano la proposta di legge sulla quale la Commissione si è spesso confrontata, noi gradiremmo che ci fosse una presentazione di questi emendamenti, di carattere soprattutto politico, e delle scelte che hanno condotto poi a presentare questi emendamenti, se fosse possibile.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Se il Governo lo ritiene, certo. Mi sembra anche giusto.
Prego, interviene il Vicepresidente Piemontese.
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
Colleghi consiglieri, io provo ad aggiungere alcune valutazioni alla completa relazione fatta dal relatore, o meglio, dal presentatore della legge.
Gli emendamenti che abbiamo firmato e sottoscritto vanno nella stessa finalità della legge presentata dai colleghi Amati ed altri, cioè quella di dare ad una grande ed importante società pubblica pugliese, ad Acquedotto Pugliese la possibilità di avere, al proprio interno, una partecipazione dei Comuni, dando quindi al soggetto che ha la competenza di governo, che è l’Autorità Idrica Pugliese, la possibilità di optare per i tre modelli di affidamento del servizio idrico integrato previsti dal legislatore comunitario e dal legislatore nazionale, cioè l’affidamento ad operatore privato mediante una gara pubblica, l’affidamento ad una società mista con l’operatore privato individuato a gara e la possibilità di affidamento in house providing rispettando tutte procedure di legge.
Noi con questi emendamenti e con questa legge non andiamo certo a stabilire, ad intervenire sull’affidamento della società. Noi diamo la possibilità all’Autorità Idrica Pugliese di poter optare tra uno di questi modelli e l’Autorità Idrica Pugliese farà tutte le valutazioni congrue e idonee affinché possa fare la scelta migliore.
Se chiedete qual è il mio pensiero personale, io la penso come Fabiano, io la penso come il Presidente di Acquedotto Pugliese, io la penso come tanti altri colleghi i quali ritengono che noi ci troviamo di fronte ad una società che ha indubbiamente una caratteristica pubblica ma che ha modalità di gestione industriale che nel corso degli anni hanno avuto notevoli miglioramenti.
Anche rispetto alla segnalazione che è venuta fuori proprio ieri, io penso che anche quella relazione vada letta e analizzata secondo una lettura dei dati che è più corrispondente a una serie di aspetti.
In primo luogo la relazione, o le segnalazioni inviate dall’agenzia, parlano e trattano due questioni di fondo: quelli che sono i costi del servizio per gli utenti; e il tema della qualità del servizio.
Per quanto riguarda i costi del servizio per gli utenti, la relazione dell’Autorità Idrica Pugliese, relazione prevista dalla norma, una spesa annua in Puglia, per il 2022, pari a 421 euro. Si riferiscono ad una famiglia tipo di 3 persone, per un totale annuo di 164 metri cubi. I livelli medi, a cui… Il benchmark a cui si fa riferimento e a cui fa riferimento la relazione sono di un consumo annuo di 150 metri cubi, ragion per cui, se noi andiamo a riparametrare, il costo del servizio a quei numeri…
Questo lo dico prima, consigliere Ventola, perché, siccome verrà utilizzato, evito di fare quindici interventi… Se mi volete dire anche che devo dire. Non lo abbiamo mai fatto in questi anni. Ognuno può dire… Stiamo anche al merito della legge, poi tanto su ogni emendamento ci mettiamo e approfondiamo la questione, ma a me pare chiaro dalla lettura degli emendamenti. Noi abbiamo una finalità, voi ne avete un’altra. Ora, legittima la nostra, legittima la vostra… Eh sì, perché gli emendamenti hanno la finalità di togliere la società veicolo… I subemendamenti hanno la finalità di eliminare la società veicolo e di fare in modo che non ci possa essere l’in house providing e, quando si stabilisce la percentuale, andare molto oltre il 20 per cento.
Ma stando a questo, quindi, i costi di quel servizio, se parametrati agli stessi numeri cui fa riferimento l’ARERA, avrebbero una articolazione completamente differente, così come non voglio annoiarvi sui costi e sulla dotazione finanziaria che è stata utilizzata da Acquedotto Pugliese per gli interventi sulle perdite, a partire dall’utilizzo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al REACT-Eu, per arrivare a un piano di investimenti del 2023, che non c’è in quella relazione, che è estremamente importante.
Anche lì, il conteggio circa l’incidenza del costo dei consumi sulle perdite ha un elemento falsante, cioè se aumenti il determinatore delle Regioni che hanno maggiori consumi d’acqua, la percentuale delle perdite diminuisce.
Noi che, oltre ad avere scarsità della risorsa, nel corso degli anni abbiamo fatto un lavoro per fare in modo che ci sia un consumo limitato soprattutto negli usi domestici, in quel conteggio siamo svantaggiati rispetto al determinatore. Questo è stato enucleato da relazioni tecniche, quindi rispetto a quella relazione volevo da subito a dare alcuni chiarimenti.
Cosa abbiamo fatto con questi emendamenti? In primo luogo, la possibilità di un affidamento a società in house partecipata dagli Enti locali, questo nel più rigoroso rispetto della normativa comunitaria e nazionale. Per evitare che possano esserci censure di incostituzionalità, la Regione non dispone l’affidamento del servizio idrico integrato, né impone alcunché a Comuni singoli e associati, ma incentiva i Comuni del territorio, che sono titolari della gestione del servizio, a costituire una società a capitale interamente pubblico incedibile, che potrà diventare conferitaria delle azioni di Acquedotto Pugliese, cedute dalla Regione ai Comuni, quindi la costituzione di questa società veicolo.
Come è noto - faccio un piccolissimo passo indietro - noi rispettiamo tutte le competenze legislative, perché, come voi sapete bene, vige la potestà legislativa esclusiva dello Stato sulla disciplina della gestione del servizio idrico integrato, e le scelte sulla gestione del servizio idrico integrato sono attribuite dal legislatore statale in via esclusiva ai Comuni che devono esercitarle attraverso l’Ente d’ ambito. Il legislatore regionale quindi può intervenire solo in attuazione di norme nazionali.
Non entriamo nel tema del demanio idrico che è potestà legislativa concorrente, perché su questo stiamo al governo del territorio.
Ora, noi quindi vogliamo costituire questa società veicolo, la quale, nel caso in cui alla data del 31 dicembre 2025 non tutti i Comuni pugliesi abbiano aderito alla società, il controllo analogo congiunto sulla società sarà attribuito comunque a tutti i Comuni pugliesi attraverso un apposito Comitato.
Si dà così la possibilità all’Autorità idrica pugliese di utilizzare tutti e tre i modelli previsti dal legislatore per l’affidamento del servizio idrico integrato, quindi questa scelta rimane all’Autorità idrica pugliese, come previsto dal legislatore, evidentemente. Noi quindi non andiamo a decidere nulla. Noi andiamo ad incentivare, a dare una opportunità in più. Questa è la finalità. Dopodiché, tecnicamente lo vedremo con i singoli emendamenti. Ma noi abbiamo fatto una legge quanto più snella possibile, in maniera tale da non incorrere in censure di incostituzionalità, abbiamo previsto questo veicolo, questa società pubblica dei Comuni, che può subentrare nelle quote azionarie di Acquedotto Pugliese. Questo garantirebbe la possibilità di avere un soggetto pubblico con il quale ci può essere l’affidamento in house providing, quindi una norma che stabilisce, con la tabella che abbiamo allegato, la tabella A, anche le percentuali sulla base della consistenza delle reti.
Questa è la finalità. La finalità è chiara, la finalità è anche quella di tutelare un patrimonio pubblico fatto di know-how, di competenze specifiche, di una società che ha una grossa patrimonializzazione e che è un patrimonio per la Puglia, per il Meridione e per l’Italia e che noi riteniamo possa offrire un servizio migliore ai cittadini pugliesi e a quelli lucani e Campania a cui eroghiamo il servizio.
Quindi, sulla scorta di questo, abbiamo elaborato questo testo di legge. Mi sono permesso di dare i chiarimenti alla segnalazione che è stata inviata dall’Agenzia all’Autorità Idrica Pugliese e per conoscenza al Presidente della Regione, Michele Emiliano, chiarendo già una serie di aspetti che avrebbero potuto ingenerare diverse problematiche.
Poi nel merito, su ogni emendamento possiamo fare tutti gli approfondimenti tecnici ma la finalità politica di questa legge credo sia sufficientemente chiara.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, assessore.
Presidente Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente, assessori, colleghi e consiglieri.
La nostra posizione, senza alcuna ombra di dubbio - lo voglio dire in premessa - è affinché la società Acquedotto Pugliese continui a rimanere con il suo capitale sociale di proprietà pubblica. Riteniamo, alla luce anche dell’indicazioni dell’ANCI fatta nel mese di settembre dell’anno scorso, siano i Comuni ad entrare a far parte del capitale sociale.
Chiariamolo subito. Per noi l’attività che AIP sta ponendo in essere, con la quale abbiamo anche interloquito in questi giorni e che sta seguendo un indirizzo ben chiaro di tutti i Comuni, cioè quello di verificare se ci sono le condizioni di un house providing, ci vede favorevolissimi e ci impegneremo, per quanto di nostra competenza, affinché questo possa essere perseguito senza che ci siano problemi legislativi di qualsiasi natura.
Fatta questa premessa, che riteniamo essere doverosa per sgombrare il campo da dubbi e alcuni articoli che sono usciti negli ultimi giorni, voglio partire proprio da un passaggio del vicepresidente Piemontese, la competenza regionale. Noi qui oggi stiamo legiferando e non voglio fare riflessioni di carattere politico. Mi riserverò di farle più in avanti, ma noi oggi stiamo legiferando. Perché? Qual è la competenza regionale in materia? L’ha detto l’assessore. Non c’è. Non c’è una competenza a dover legiferare.
Una volta la Regione Puglia ha legiferato nel 2011, nella parte in cui riteneva di poter assegnare direttamente ad AQP e anche una sorta di trasformazione. Per certi aspetti fu dichiarata incostituzionale, proprio perché si interveniva nel patrimonio di AQP, le cui quote societarie erano dello Stato, del Ministero delle Finanze, e furono trasferite con legge nazionale a AQP S.p.A., sul quale ci ritorno.
Quindi, oggi perché noi dobbiamo legiferare? Oggi la competenza è AIP. Per legge e per convenzione sottoscritta. Deve, entro il 30 giugno 2024, approvare un atto deliberativo formale che rispecchi determinate caratteristiche di congruità economica, di affidabilità. C’è un elenco e quindi lo seguirà pedissequamente perché è bene indicato anche dai diversi vademecum dell’ANAC che si sono susseguiti nel corso degli anni. Definirà in quella sede se avviare una procedura ad evidenza pubblica o utilizzare e far ricorso all’housing providing.
Ecco, allora noi credo che abbiamo tentato, anche grazie alla sollecitazione del consigliere Amati, che ha presentato una proposta di legge, perché finora, fino all’altro ieri nessuno affrontava questo tema, nessuno. Sembrava che ci volessero anni, invece siamo qui in urgenza perché temiamo la scadenza del 30 giugno 2024. Ma la scadenza del 30 giugno 2004 credo che la sappiamo già da qualche anno. Non l’abbiamo scoperta adesso… Da un bel po’ di anni, benissimo. Allora perché intervenire con una legge regionale, che vede impegnato il bilancio autonomo della Regione Puglia affinché sostenga, con delle risorse, il funzionamento e il capitale sociale di una società dei Comuni? Perché? Non può essere un atto, tra virgolette, di ingerenza? L’argomento che invece non c’entriamo nulla? Primo dubbio che ci è venuto.
Poi stanziamo 400.000 euro per il capitale sociale della società veicolo e 300.000 euro per le spese di funzionamento, almeno così ci è parso di capire. Dopodiché non sappiamo quanto costerà la società veicolo, chi la gestirà, quanto i Comuni dovranno prevedere di stanziare nei loro bilanci autonomi per gestire la società. Ci sarà un direttore generale, ci saranno degli amministrativi, qualcuno dovrà lavorarci, chi se ne farà carico? I Comuni. Quanto costa? Non lo sappiamo, quindi noi diciamo ai Comuni "costituite la società veicolo, non vi obblighiamo a farlo ai fini di Acquedotto Pugliese, però vi mettiamo anche dei soldi come incentivo". Io direi: ma perché?
Da questa legge discende una serie di atti amministrativi, che noi stiamo dicendo che dovranno essere posti in essere (delibere di Consiglio, verifiche e valutazioni dei diversi direttori di ragioneria e quello che vogliamo), atti amministrativi che inevitabilmente si prestano ad impugnative di carattere amministrativo, e noi perché dobbiamo fare questa cosa? È questo che non riusciamo ancora a comprendere e ci auguriamo che nell’ambito del dibattito possa emergere.
Sappiamo quanto il collega Amati sia legato alla storia di Acquedotto Pugliese, lo siamo anche noi, chiaramente con aspetti diversi, lui quando ha svolto il ruolo di Assessore ai lavori pubblici è stato particolarmente toccato, è stato anche uno dei promotori dell’acqua bene pubblico, e le enunciazioni di principio sono molto importanti, se poi riusciamo anche a tradurle in atti concreti...
Peccato che fosse una fase storica che viveva un piccolo passato non proprio legato, da parte della Sinistra, all’acqua bene pubblico, perché dobbiamo tutti ricordare che nel 1999, Presidente del Consiglio D’Alema, con legge nazionale n. 211 si trasformava l’Ente autonomo Acquedotto Pugliese in Acquedotto Pugliese, S.p.A. a totale capitale pubblico, le quote in capo al Ministero delle Finanze.
Lo stesso Presidente del Consiglio D’Alema, qualche giorno prima delle sue dimissioni, emette un DPCM, un decreto, con il quale assegna quelle quote a Enel, un soggetto pubblico/privato: è storia.
Ci fu poi un Presidente di Regione che veniva eletto nel 2000, l’attuale Ministro Raffaele Fitto, che impugnò in tutte le sedi questo atto, e poi il Governo Berlusconi Tremonti, con la legge finanziaria del 2002, cambiò, trasferendo per legge le quote in capo a, Ministero delle Finanze alla Regione Puglia, tranne la parte della Basilicata: il 15 per cento, quindi, Puglia e Basilicata. Quindi, un Governo di centrodestra, un Ministro pugliese – ora, all’epoca Presidente di Regione – che interviene e dice: no, Enel, la Regione, pubblico, e non solo; con quell’atto si confermava la concessione al 2018. Noi quindi abbiamo l’intervento nazionale, di rango nazionale, leggi nazionali che hanno assegnato le risorse attraverso le quote societarie alla Regione con legge nazionale, assegnato con legge nazionale la concessione fino al 2018 – poi prorogata dai diversi Governi nel 2021, 2023 e 2025 – con leggi nazionali, e la Regione non è mai intervenuta.
Prima domanda: il Governo regionale ha mai interloquito col Governo nazionale in questi mesi su questo tema? Cioè, c’è stata un’interlocuzione formale, ma anche informale, attraverso la quale, avendo questa questione molto importante, di primaria importanza per la nostra Regione, è l’asset più importante, che non deve essere minimamente messo in discussione, minimamente aprirsi alla partecipazione di privati? Noi siamo per i Comuni, in questo senso, è la nostra storia che ce lo racconta, e anche per il know-how che Acquedotto Pugliese ha negli anni migliorato. Era già eccellente, migliora sempre di più. Certo, si deve sempre migliorare, non cadiamo… Siamo voluti intervenire, seppur tirati per la giacchetta sulle relazioni ultime di antitrust e delle risposte di AIP. Noi siamo dalla parte di AIP e Acquedotto Pugliese. Se AIP e Acquedotto Pugliese hanno dimostrato che quelle rivendicazioni, che quelle indicazioni dell’Antitrust non sono corrette, ci sono i luoghi dove dimostrerà questo. Noi siamo dalla parte nostra, di chi ogni giorno garantisce l’acqua ai pugliesi. Certo, si può migliorare sotto l’aspetto gestionale ci sono magari delle cose che non condividiamo. Ma su questo siamo già a un terzo, quarto livello.
Per il primo livello siamo in prima linea. Benissimo.
Torno alla domanda di prima: abbiamo mai interloquito col Governo nazionale su questo tema? Io gradirei che ci fosse una risposta, perché probabilmente interloquendo magari sappiamo se abbiamo una condivisione che ci sia un intervento regionale su un argomento del genere e saremmo tutti più tranquilli, perché comunque, fosse il 20, fosse il 50, fosse il 60 per cento delle quote azionarie che da AQP passano alla società veicolo piuttosto che ai Comuni, comunque stiamo incidendo sul patrimonio della società, che è arrivato per legge nazionale non si è costituito con la Regione, o i Comuni, o privati.
[…] la legge nazionale, un passaggio della sentenza della Corte sulla legge regionale del 2011 era proprio questo, uno dei profili di incostituzionalità legato al fatto che intervieni nel patrimonio che riviene da una legge nazionale.
Senza entrare molto in tecnicismi, anche perché non sono un tecnico, valutazione di carattere politico. Fatta la premessa, noi confermiamo il lavoro che sta facendo AIP, per quello che abbiamo avuto modo di verificare, fermo restando che non abbiamo letto le carte perché chiaramente c’è anche una questione di riservatezza, ma AIP sta seguendo l’indirizzo dei Comuni.
Sotto certi aspetti ci saremmo aspettati che la delibera di Giunta regionale del 2023, di qualche mese fa, la 607, non si rivolgesse tanto ad AQP… Cioè dice ad AQP, fai le verifiche se possiamo fare l’housing providing, lo dice la Giunta regionale. AQP non ha nessuna competenza in questo.
Ci saremmo aspettati un indirizzo più politico della Giunta regionale che magari, di supporto ai Comuni, dicesse ad AIP guarda che noi guardiamo favorevolmente, date le condizioni oggettive a verificarsi, che ci sia l’housing providing, non che lo dice ad Acquedotto Pugliese.
Dice ad Acquedotto Pugliese di fare una serie di verifiche: “avviare in attività propedeutiche ai fini della costituzione di AQP Holding, la società operativa AQP Puglia, adempiendo all’onere di motivazione analitica circa le ragioni e le finalità che giustificano la scelta dell’housing providing”.
Cosa c’entra l’Acquedotto? Lo dice con un atto che è un atto amministrativo. Probabilmente sono scaduti i termini per l’impugnativa, però c’è questa voglia del Governo regionale, e oggi coinvolge il Consiglio, di intervenire in una materia dove politicamente siamo tutti d’accordo, va a toccare soggetti che, stando alla norma, per quanto ci riguarda non dovrebbero nemmeno risultare che si stiano occupando di questo. Invece noi lo abbiamo detto con una delibera di Giunta.
Allora, che cosa vogliamo proporre? Poi nel corso del dibattito entreremo nel merito di alcune questioni. Una proposta metodologica.
Visto che anche in questa storia della scadenza dei termini al 30 giugno deve avviare le procedure di gara, se decide di fare la gara, AIP. Se AIP decide, con tutte le premesse che abbiamo detto prima, che ci siano le condizioni per l’housing providing, lo dichiara, non è che deve fare la gara. Noi abbiamo un anno, un anno e mezzo per costituire la società. Noi: i Comuni hanno un anno, un anno e mezzo, un anno per costituire la società.
È chiaro che sia Acquedotto Pugliese che gira le quote o viceversa… Che sia lo stesso Acquedotto Pugliese siamo tutti d’accordo, ma senza un intervento che riteniamo in questo momento, dal punto di vista legislativo regionale, inconferente proprio. Voglio utilizzare questo termine. Era importante sapere che AIP facesse questo al 30 giugno e io credo che questo lo faranno. Si ha più tempo per intervenire, perché sennò noi entriamo in un meccanismo dove, per legge, stiamo dicendo ai Comuni: ti do l’incentivo per costituire la società, ma non sei obbligato a costituita la società. Se voi le prendi le quote, se non vuoi non le prendere. Poi faremo una convenzione, ai sensi del 267, dove teniamo dentro eventualmente tutti gli altri Comuni e costituiamo, attraverso la società veicolo, il controllo analogo.
Perché tutta questa farraginosità? Sinceramente la vedevo molto più semplice. Allora, la proposta che voglio fare al Governo regionale è fermiamoci un attimo. Se ritenete anche per il nostro tramite, chiediamo ad horas un incontro al Governo nazionale. Incontriamoci. Può essere una rappresentanza dei Capigruppo, può essere la Giunta, chiunque. Incontriamo formalmente il Governo nazionale. Poniamo questo tema, che per noi è in maniera unanime va verso quella direzione di valorizzare AQP, di lasciare l’housing provding e tutto ciò che è possibile fare. Concordiamo con loro eventuali profili di costituzionalità o almeno l’opportunità che ci sia una legge regionale o l’opportunità che ci sia magari un intervento nazionale a tutela di ciò che noi vogliamo.
Perché non farlo prima? Se c’è stato, mi taccio, ed è questa la strada. Affronteremo nel merito gli emendamenti. Se non c’è stato, ve lo proponiamo noi. Qualche giorno fa abbiamo modificato delle leggi perché ci sono state delle indicazioni per evitare la Corte, il giudizio della Corte. Bene, su un argomento del genere non ritenete che una settimana, dieci giorni nell’incontrarsi e cercare di capire se è condivisibile questo percorso sia un atto, mi permetto di dire, doveroso nei confronti dei pugliesi e anche di noi che dobbiamo votare una legge, che secondo noi, ripeto, non ha nessuna competenza la Regione a intervenire su questo?
I Comuni sono già intervenuti. Hanno già detto, l’ANCI, dopo un’assemblea ad AIP, lavora affinché si faccia l’housing providing. Significa che i Comuni con quella attestazione hanno detto vogliamo stare dentro. Poi le modalità… Guardate, in quello sì, siamo dotati come Regione di autorevolissimi professionisti, sia pugliesi, sia quelli che lavorano per conto anche di Acquedotto Pugliese. Volete che non si sappia come modificare lo Statuto di una S.p.a. che prevede la partecipazione dei Comuni attraverso i patti parasociali? Non dobbiamo inventarcelo, sono bravissimi i tecnici che vengono pagati per formulare modifiche allo Statuto di AQP, che sarà il 10, il 20, il 30, il 50, il 60, se supera il 50 per cento dei Comuni non ci sarà bisogno del controllo analogo, ma possiamo lasciare il 20 per cento e si fa il controllo analogo.
Questo però andiamo a definirlo nello Statuto, non con la costituzione di ulteriori società, che rimangono dei contenitori e che comunque, per essere costituite, necessitano di atti amministrativi.
La proposta - ripeto e mi taccio per il momento - che formuliamo è di fare buon uso della giornata di oggi nel confronto ufficiale di come la pensiamo, avendo chiarito che siamo tutti d’accordo, tutti per quanto ci riguarda, che si debba andare verso l’housing providing, a condizione che ci siano tutte le cose previste dalla norma, che AQP con la partecipazione dei Comuni, direttamente o indirettamente, rimanga l’asset fondamentale per questa Regione, anzi mi sarei aspettato un po’ di ambizione in più non di Acquedotto Pugliese, ma della mission politica, visto che si sta parlando di bacini interregionali, di società Acque del Sud, che Acquedotto Pugliese potesse ambire a diventare il riferimento dell’area del sud per quanto riguarda il sistema idrico integrato. Avremmo questa visione se fossimo stati al Governo regionale.
Vi chiediamo quindi di continuare nella giornata di oggi con gli approfondimenti, ma di non costringerci ad andare al voto. Sospendiamo, chiediamo un incontro formale al Governo e, all’esito delle interlocuzioni, avremo tutti maggiore chiarezza nel poter comprendere se sia necessario o meno intervenire con legge regionale. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Ventola.
Ha chiesto di intervenire il presidente Campo, anzi il consigliere Campo (non mi entra in testa).
Speaker : CAMPO.
Non sono più Presidente...
Speaker : PRESIDENTE.
Non mi entra in testa, ci vuole un periodo di transizione.
Speaker : CAMPO.
Signor Presidente, colleghi, ha ragione Fabiano, non perché si debba dargli ragione per forza, però qualche volta ce l’ha. Sono queste le circostanze in cui uno si rende conto che ha senso stare in Consiglio regionale, specialmente per chi, come tanti di noi, ha fatto politica per molti anni, e poi si diede: vado in Consiglio regionale, rinviamo, le Commissioni… Veniamo tra l’altro da un periodo faticosissimo, in cui sacrosanta la politica, quando la politica si prende i suoi tempi, ha sempre ragione.
È stato giusto quindi che noi in queste settimane, in questi mesi ci prendessimo i nostri tempi. La politica è importante, e oggi Francesco, possiamo scrivere una pagina politica.
Ha ragione Fabiano quando dice che poi ci sono le circostanze in cui ha davvero un senso, comprendi perché hai fatto un percorso, stai in Consiglio, e puoi dare una svolta. Parliamo di questa cosa non so da quanti anni, e tu lo sai benissimo, Francesco, dal 1999, parliamo di questa cosa dal 1999. È importante, secondo me, che oggi, a parte il clima che è sereno, e anche il tuo intervento non mi sembra metta in discussione, e io valorizzerei questo, del tuo intervento, la scelta.
Tu chiedi un approfondimento e io su questo voglio parare. La scelta non era scontata, Francesco, e forse questo è uno di quei casi paradigmatici, mi verrebbe da dire, non voglio togliere troppo tempo al Consiglio, ma sarebbe davvero interessante approfondire la questione, perché è una cartina di tornasole di questo Paese, anche del percorso che abbiamo fatto.
Tu citi il Presidente D’Alema. La scelta che facciamo oggi è un approdo. È vero, c’è stata una lunghissima discussione, decennale, ultradecennale sui servizi industriali; ci sono stati dei referendum, Francesco e i referendum sono importanti, vuol dire che su questioni del genere noi abbiamo mobilitato pure l’opinione pubblica.
Oggi stiamo discutendo dell’acqua, di questo tema, di questo grande bene pubblico. Io davvero farei uno sforzo per mettere da parte i tecnicismi e gli approfondimenti di ordine giuridico e uscire oggi con una decisione, secondo me troppo a lungo rimandata, che abbiamo rimandato costantemente perché dovevamo approfondire, che abbiamo rimandato costantemente perché in qualche modo in questo Paese si è discusso… Noi ci siamo anche confrontati su questo, se fosse giusto scegliere la strada dell’acqua pubblica, o no. È questo il tema che abbiamo oggi di fronte.
Francesco, nessuno pensa che l’acqua pubblica deve essere l’acqua pubblica a chi se la prende. Noi abbiamo fatto una battaglia, io, tu, Fabiano, vorrei citare Michele Lamacchia se mi è consentito oggi, perché abbiamo detto che noi non siamo convinti sul piano politico, che è un asset così importante. Non voglio ripetere ma faccio mio l’intervento di Fabiano.
Non siamo assolutamente convinti che non esistano le condizioni per cui un bene che secondo me identifica addirittura, mi spingo oltre quello che ha detto lui, identifica il concetto di Regione… Cioè, se forse c’è la Puglia, è perché forse c’è l’acquedotto, Fabiano.
Noi questo bene, l’acqua, che ci fa corregionali, io sono convinto di questo, stiamo dicendo dopo decenni di discussione che è giusto che i cittadini pugliesi, la politica pugliese, i Comuni pugliesi possano decidere di avere una strategia sull’utilizzo.
Le sfide sono tantissime, tu ne hai citate molte, non c’è solo il tema dell’acqua in ballo, però l’acquedotto può essere molto altro. Questa è una sfida nella quale la Puglia si può identificare, o dobbiamo correre il rischio - lascia perdere che l’ha detto D’Alema o chiunque l’abbia detto in passato - o dobbiamo correre il rischio che la nostra identità venga messa all’asta a chi se la prende in un mondo in cui le multiutilities, le multinazionali… Interessi sacrosanti, per carità, e legittimi… Fondi… Non c’è bisogno, io non demonizzo affatto.
La sfida è questa, Francesco. Ci siamo arrivati in ritardo? Sì, ci siamo arrivati in ritardo perché è una discussione che, non so perché, abbiamo eluso. Ci siamo arrivati… È questo poi il punto, il TFM o quando litighiamo sulle Commissioni, che secondo me è giustissimo che lo facciamo perché la politica richiede anche questo. Ci arriviamo quando abbiamo una scadenza, l’ultima scadenza. Sempre l’ultima scadenza, sempre l’ultima scadenza.
C’è un’altra scadenza, Francesco. Invece proviamo a dire una parola definitiva su questo tema. È un tema politico e credo che sia il tema della Puglia, perché sono convinto che, se noi salvaguardiamo, a partire dall’acqua, questo grande asset, abbiamo la possibilità di immaginare… Io poi non so se è più conveniente, i fanghi, collocare l’acquedotto, i rifiuti… Abbiamo però una opportunità di difendere non solo un’identità, il più grande asset che abbiamo e poi discutiamo assieme su come possiamo valorizzarlo e su come possiamo fare in modo che questo asset non solo continui a dare acqua e servizi alla Puglia, ma possa essere il modello, il segnale che la politica e i Comuni, le comunità non svendiamo. Non svendiamo.
Io credo che sia una battaglia addirittura identitaria che dobbiamo svolgere. Mi rendo conto perfettamente delle tue obiezioni. Alcune le condivido, alcune tenderei a limitarle, però non è che non ci abbiamo pensato. Ci abbiamo pensato molto. Ne abbiamo discusso in Commissione e posso dire, Francesco, non è che ci sono le leggi e poi ci siamo noi. Siamo noi che facciamo le leggi e siamo noi che dobbiamo essere anche in grado di dire al Governo. Perché no? Questo è un caso talmente unico, talmente unico e paradigmatico, io mi spingerei a dire, nello scenario europeo.
Il tema di come si fa la legge possiamo anche declinarlo noi, perché le leggi non è che esistono e noi ci dobbiamo adeguare. C’è un tema, c’è un’esigenza, c’è una possibilità. C’è una volontà politica. E la legge… Io credo che la soluzione, Fabiano, correggimi se dico una fesseria, con il Governo la troviamo, la troviamo e magari ritorniamo anche in Consiglio, ci hanno lavorato menti eccellenti, io ho grandissima fiducia nel lavoro che ha fatto il dottor Venneri, che debbo citare, il dottor Laforgia, che debbo citare, ma ho rispetto anche del grande lavoro che abbiamo fatto noi.
Io non credo che in Europa qualcuno sappia più di noi di come su questo tema sia possibile indirizzarla come vogliamo, perché è una battaglia sulla quale dobbiamo intenderci: l’Acquedotto Pugliese è il più grande asset di questa Regione, e è una scommessa, come abbiamo detto, anche in prospettiva.
Oggi, dobbiamo fare in modo che dal Consiglio regionale emerga questa volontà. I tempi, sì, abbiamo sempre scadenze, le avevamo 5 anni fa, 10 anni fa, poi in Italia si allunga sempre la scadenza, c’è sempre una scadenza ulteriore, ma una parola la dobbiamo dire, Francesco, ci hanno lavorato tantissimo, ci abbiamo lavorato moltissimo, se poi c’è da aggiustare, aggiusteremo, e, se c’è da fare giurisprudenza, la faremo.
Io sono convinto che il lavoro svolto in queste settimane sia un lavoro di cui dobbiamo appropriarci, perché è veramente la scelta politica più importante dell’ultimo decennio, Fabiano a volte rischia di apparire mieloso, ma ha ragione, questa volta mi sento di dire che sono fiero di essere oggi qui, in Consiglio, e che sono fiero che noi si possa riuscire a dire su questo tema come la pensiamo, al di là dei referendum, perché anche questo è un tema che chi ha a cuore la politica deve considerare: non ci sarà bisogno di altri referendum, di altri pronunciamenti, lo stiamo dicendo noi, si può fare così, l’acqua può restare pugliese, i Comuni possono avere un ruolo.
Vedremo poi come e quando, dovremo precisarlo, ma se oggi, Francesco, noi non diciamo una parola chiara io credo, come dice Fabiano, che perdiamo un’opportunità storica. Quindi, Francesco – non mi sente, sta parlando con Piemontese – davvero, cogliamo questa occasione. Tutto il resto verrà, ma noi oggi segniamo sul piano politico… Io credo che la giornata di oggi sia un momento storico, e lo dico con convinzione e consapevolezza: oggi chi sta in questo Consiglio alla fine potrà dire tra dieci anni, ai suoi figli “che hai fatto? Hai perso tempo con le Commissioni, hai fatto tante sciocchezze, ma hai fatto in modo che l’Acquedotto Pugliese fosse dei Comuni della Puglia”: per me questa è una cosa di cui andar fiero per tutta la vita.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Campo. Non ho altri iscritti a parlare. È un peccato perché il dibattito è interessante.
Se non ci sono altri iscritti a parlare, ha chiesto di intervenire il consigliere Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Intervengo poco, però condivido appieno l’approccio che si deve avere per un tema del genere. Per questo ho tenuto più volte rimarcare la posizione politica, non proprio per venirci incontro, ma per poter condividere un percorso.
Io voglio evitare, perché sicuramente, capisco, ci sono stati giuristi, gli uffici nostri, della Regione, gli uffici di Acquedotto Pugliese che l’hanno affrontato, il tema, se è vero com’è vero che anche noi in Commissione avevamo tentato di dare il nostro contributo. Poi, è chiaro, ci vuole del tempo affinché le cose maturino, quindi gli stessi emendamenti che stravolgono la proposta Amati sono arrivati martedì scorso… No, no, no, va bene, comunque non è questo l’argomento.
Capisco e condivido che è giusto che ci siano tutti gli approfondimenti del caso, e non ho motivo di pensare che coloro che ci hanno lavorato ci vogliano mettere di fronte ad una questione dubbia, hanno le loro certezze.
Ora, è chiaro che, visto quello che è accaduto in passato, e trattandosi di una tematica da un punto di vista sociale, nostro, politico, ci vede totalmente unanimi.
Ma come dicevi bene, ci sono soggetti esterni che fanno altro di mestiere, che stanno a guardare i punti e le virgole che noi faremo, perché stiamo parlando di una delle gare potenzialmente più importanti di questa cosa.
Allora se potesse essere una traccia di lavoro che ci vede lavorare unanimi su questa cosa, mi è parso di capire che nel passato ci sono state anche delle deliberazioni del Consiglio regionale. Quindi, se noi vogliamo fugare ogni dubbio, siccome mi pare di capire che l’interlocuzione col Governo non c’è stata, mi par di capire, io vi dico oggi approviamoci un atto deliberativo del Consiglio, che sia un ordine del giorno o proprio una deliberazione, dove ognuno esprima la propria volontà politica, e noi l’abbiamo già manifestata, che dobbiamo andare verso quella direzione senza se e senza ma.
Andare con un atto unanime, spero, del Consiglio, all’incontro col Governo e dire: guardate che la Puglia vuole fare questo, del resto è ciò che già avete fatto nel passato, come superiamo gli ostacoli della concorrenzialità? Interveniamo con una legge regionale? Interveniamo con un’intesa? Interviene il Governo con un emendamento?
Questo è quello che vorrei proporre, andando tutti insieme, dicendo che questo lo vogliamo fare. Non ci sono tentennamenti di sorta.
Quindi, un atto deliberativo del Consiglio è un atto ufficiale. Significa nel giro di qualche giorno incontrarsi e poi si ritorna.
Perché se l’atteggiamento è no, votiamoci la legge e poi magari un Ufficio legislativo nazionale dovesse trovare qualcosina per indurre il Governo a ricorrere alla Corte costituzionale, scusate ci siamo fatti la campagna elettorale, aprile e maggio i giornali parleranno di chi è per l’acqua pubblica e chi per l’acqua privata quando invece siamo tutti d’accordo.
Portiamo la discussione, se sarà il caso, in Consiglio regionale il prima possibile, piuttosto che votarcela - e noi non la voteremo così com’è - e poi eventualmente aprire l’interlocuzione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il collega Galante, prego.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Mi rivolgo innanzitutto ai colleghi che hanno seguito le varie audizioni dopo che è stata incardinata la legge del collega Presidente Amati di azione e la richiesta di intervento da parte appunto del Segretario della Giunta, il dottor Venneri, del Presidente Laforgia. Abbiamo cercato, anche… Pur essendo una materia abbastanza complessa, che a molti potrebbe essere difficile anche snocciolare per quanto riguarda la normativa, per quanto riguarda alcune dinamiche, abbiamo cercato di semplificare il più possibile. È chiaro che a tutti noi sta a cuore innanzitutto l’idea di che la Puglia tuteli la gestione dell’acqua, che sia pubblica, l’efficienza, l’efficacia, la qualità dell’acqua, la qualità e anche il miglioramento di tutta la rete fognaria.
Abbiamo seguito anche da diversi anni quello che poteva essere lo sviluppo del riutilizzo, riuso delle acque reflue e il miglioramento dei nostri depuratori. Abbiamo partecipato alle battaglie contro gli scarichi a mare. Noi siamo sempre stati contrari a scaricare a mare il tal quale, si può dire per intenderci, l’acqua non raffinata. Quindi io credo anche, collega presidente Ventola, siamo tutti… Non potrebbe mai uscire da quest’Aula l’idea che ci siamo divisi sull’idea di avere efficacia, efficienza, qualità dell’acqua, miglioramento della rete fognaria.
Pertanto, durante le audizioni, abbiamo cercato anche di capire se la strada fosse, appunto, quella della tutela di tutto ciò che ho detto e che confermasse in parte quella che è stata la battaglia che molti di noi avranno fatto nel 2011 sul referendum dell’acqua. Io personalmente ho partecipato e ho fatto una forte campagna elettorale perché c’era questo rischio. Tuttora ci sono situazioni in cui si fa profitto sull’acqua. Molti denunciano società che gestiscono il servizio idrico integrato, dove ci sono forti dubbi che chi lo gestisce fa utili.
Acquedotto Pugliese credo che in questi anni abbia dato dimostrazione di grandi investimenti. Io l’ho vissuto anche sul mio territorio. Lo continuo a vivere anche su un allargamento della visione futura. Ad esempio, sul mio territorio si gestisce un impianto di FORSU. Quindi, è entrato nella gestione dei rifiuti da parecchi anni, perché si va anche verso la gestione dei fanghi in maniera molto più efficace, riutilizzo anche dei fanghi. Quindi, abbiamo anche visto le capacità che questa società ha e che vanno verso l’interesse dei cittadini.
Semplificando ancora di più, io credo che approvando oggi questa legge, lo dico rivolgendomi a te, Presidente Ventola, e a tutta la minoranza che credo che tu rappresenti come richiesta di sospendere l’approvazione della legge, che noi probabilmente possiamo anche seguire questa strada e la tua parallelamente, cioè noi potremmo approvare oggi, dato che c’è stato questo allarme di tempi da rispettare con rischi di impugnazione e ricorsi, potremmo approvare oggi la legge e contemporaneamente, anche con la vostra collaborazione al Governo nazionale, instaurare una valutazione su tutte le dinamiche contenute all’interno di questa legge ed eventualmente seguire le osservazioni per migliorarla.
Penso che questa strada possa mettere d’accordo tutti i Consiglieri, tutta l’Aula oggi, procedendo all’approvazione della legge. Mi sento di dire questo, anche perché – ripeto - il rischio che possano intervenire gruppi internazionali in un’eventuale gara, che è una delle possibilità previste dalla normativa europea, e di non di blindare con un affidamento in house ad Acquedotto pugliese dobbiamo evitarlo e collaborare ad un tavolo, come tu hai suggerito. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Galante.
Non risultano altri interventi, passiamo quindi all’esame... prego, assessore Piemontese.
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
Grazie, Presidente. Io volevo dire al collega Ventola che noi abbiamo la necessità (è chiaro ed evidente a tutti, ne abbiamo anche discusso durante la Conferenza dei Capigruppo di martedì) di accelerare i tempi, per fare in modo che tutte le procedure previste entro la fine di giugno di quest’anno per l’assegnazione possano essere espletate.
Rispetto al testo di questa legge abbiamo consultato e l’abbiamo scritta assieme a importanti costituzionalisti italiani, ai più importanti studi legali di prima fascia di livello nazionale, perché è evidente che non potevamo incorrere in censure di incostituzionalità, e credo che ci siano stati confronti tecnici, non politici, collega Ventola, circa la copertura di costituzionalità. Ora, noi riteniamo quindi che i tempi di approvazione siano l’elemento politico prioritario, cioè non possiamo permetterci di andare oltre questa data, e questo condiviso non solo ed esclusivamente pensato da me, ma già martedì, quando dovevamo discutere questa proposta di legge, a fronte degli emendamenti presentati dal Governo, da me sottoscritti c’era la necessità di avere un approfondimento tecnico, ed era chiaro che dovessimo rinviare la seduta, che abbiamo rinviato a venerdì proprio per fare in modo che noi da oggi diamo un indirizzo politico chiaro. Mi è parso di comprendere, al netto del contenuto dei subemendamenti che ad una prima lettura, se si abolissero una serie di articoli, la finalità verrebbe meno, al netto dei subemendamenti, il dato politico è che anche la minoranza condivide la possibilità di dare all’ente di governo, all’Autorità idrica pugliese la possibilità di utilizzare e di valutare i tre modelli di affidamento del servizio idrico integrato. L’acqua è troppo importante, e tutelare una grande azienda pubblica come Acquedotto Pugliese, che ha tantissimi dipendenti, che ha professionalità importanti, che ha un know-how acquisito in cento anni, che ha una capillarità di rapporti, che è uno dei più importanti player a livello europeo, che sta mettendo a terra centinaia di milioni di investimenti su moltissimi fronti, è per noi importante e fondamentale. Cioè, è per noi importante fare in modo che i Comuni possano fare un affidamento in house a cascata. Quello è il termine tecnico.
Rispetto a questo io penso che se volete noi possiamo oggi, adesso, hic et nunc, fare un ulteriore approfondimento. Magari il Presidente può convocare ad horas una riunione con i Capigruppo, possiamo fare un approfondimento. Credo che possiamo avere un approfondimento tecnico, se voi lo ritenete, anche con i vertici di Acquedotto Pugliese che sono presenti qui, ma io non me la sento di andare oltre. Cioè, facciamo tutti i confronti e qualora noi dovessimo avere da parte del Governo nazionale e nelle interlocuzioni anche tecniche con il Segretario generale della Presidenza, con la Segreteria Generale del Consiglio, con la Presidenza del Consiglio regionale, sintomi di necessita di ulteriori approfondimenti o richieste, noi verremo tranquillamente in Aula.
Siamo fortemente convinti che il testo possa reggere, siamo altresì convinti che invece sarebbe tutto molto più complicato se la cessione non fosse più una cessione di una partecipazione fino al 20 per cento che ti consente un controllo analogo ma non ti sposta il controllo alla società.
Un passaggio del 60 per cento delle quote implica un cambio complessivo e io credo che lì potremmo avere problemi circa la cessione gratuita di una società che ha un valore importante e che se sposti il 60 per cento a titolo gratuito, secondo me, non è tecnicamente fattibile al netto della finalità politica.
Quindi, in relazione a questo, se i colleghi della minoranza ritengono di voler fare adesso un ulteriore approfondimento sulla cosa, io non ho problemi, ma con un elemento chiaro e cioè noi oggi dobbiamo esprimerci su questa legge. Siamo… Apprezziamo il fatto che, dal suo intervento, collega Ventola, emerge una posizione politica che io, appena ho letto gli emendamenti, non avevo percepito in quei termini, ma adesso mi è più chiara anche dalle interlocuzioni che abbiamo avuto prima.
Quindi, io direi che l’Aula può approvare il testo di legge sulla base di tutti gli approfondimenti che sono stati fatti, dando disponibilità evidentemente al Governo nazionale, qualora ci trovassimo di fronte alla necessità di dover meglio specificare alcuni aspetti della legge. Nel momento in cui la nostra finalità è chiara e, mi pare di comprendere, anche la stessa, credo che possiamo procedere in tempi rapidissimi all’approvazione del testo che è stato approfondito in Commissione, su cui si sono tenute tante diverse audizioni. Quindi, la questione mi pare sufficientemente chiara. Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Vicepresidente. Alla luce dell’intervento dell’assessore Piemontese, chiedo ai colleghi di minoranza se accogliere, appunto, la proposta del Vicepresidente di sospendere per un tempo che stabiliamo… Sì, sì, no, chiedo. Chiedo ai colleghi di minoranza se accogliere la proposta del vicepresidente Piemontese e, nel caso, in tal caso di sospendere per un tempo congruo il Consiglio per un momento di riflessione.
Presidente Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, presidente Casili. No, noi non è che abbiamo bisogno di un approfondimento tecnico nostro. Io non ho dubbi nell’approfondire il valore delle professionalità che ci hanno lavorato. Certo, la politica ci ha lavorato poco sinceramente. Voglio dire, è una cosa che si sa da tantissimo tempo e la stiamo approvando all’ultimo secondo, quindi, forse, al netto di qualche singola questione, qualche singolo intervento dei consiglieri o di qualche movimento, non è che c’è stato tutto questo approfondimento nel corso degli anni.
Noi abbiamo avuto, dal 2000 al 2018 prima e poi dal 2019 al 2024, la possibilità di decidere, sembra quasi che non ci fosse nessuno, Paolo, mentre c’erano tutti, c’erano anche altri prima di noi, ma non si è mai discusso, oggi arriviamo e capiamo che c’è una competenza regionale.
Per la verità, non capiamo quale sia la competenza regionale a legiferare, io sinceramente vi chiedo se è possibile capire quale sia la competenza regionale a legiferare.
Dopodiché il mio intervento a nome delle minoranze non è nel merito specifico, perché abbiamo portato degli emendamenti che danno una vocazione ancora più chiara rispetto a come deve essere riorganizzato Acquedotto Pugliese affinché ci sia l’housing providing, quindi non torno su questo, ma anche a noi, nel fare quell’emendamento, è sorto qualche dubbio che un conflitto costituzionale possa esserci, quindi perché legiferare e non dialogare prima?
L’approfondimento non è tra di noi, e l’approfondimento con il Governo c’è stato o no? No. C’è stata forse qualche interlocuzione tecnica, per cui sarebbe opportuno incontrarsi, magari sulla stessa legge ci ridanno "sì, fatela, non c’è problema" per cui saremo tutti più sereni, ma approvarla e poi magari andare incontro a rischi di interlocuzioni, chiarimenti, note, arriva Pasqua, poi c’è il 25 aprile, tempistiche varie, ci troviamo in piena campagna elettorale a discutere in Puglia chi ha voluto l’acqua pubblica e chi invece vuole che si facciano le gare.
Noi vorremmo proprio evitare che avvenga questo, e non prendetela come una posizione strumentale, perché non è così, non avremmo fatto quelle dichiarazioni, che, avendole fatte qua, sono ufficiali e sono quelle che rilasceremo anche alla stampa. Noi siamo affinché AQP possa essere il soggetto che può godere dell’housing providing, perché, godendone loro, ne godono tutti i pugliesi.
Non vorremmo però che si innescasse un meccanismo perverso di carte, corticicole, leggi e leggine, che possano non cogliere appieno quello su cui invece siamo tutti d’accordo.
Noi, Presidente, non vogliamo fare un chiarimento tra noi, vi chiediamo solamente che oggi possa essere un atto deliberativo che ci vede unanimi su questo, che chiede immediatamente un’interlocuzione col Governo, e di qui a una settimana, dieci giorni ci si ritorna dopo aver avuto i chiarimenti col Governo.
Sarà questa la legge? La voteremo. Ma così, faremo la discussione sui singoli emendamenti, ma è chiaro che difficilmente potremo aderire ad una legge che ha dei profili, secondo noi, un po’ particolari, senza aver avuto un’interlocuzione con chi ha donato alla Puglia – lo Stato ha donato alla Puglia – le quote di partecipazione con legge nazionale. Oggi noi, con legge regionale, ne trasformiamo il patrimonio. Qualche cosa ci viene in mente che probabilmente possa non funzionare. Ci auguriamo di sbagliare. Per questo chiedevamo, dopo aver approvato un atto unanime politico importante, quale una deliberazione di Consiglio, di interloquire immediatamente col Governo.
Noi teniamo tantissimo a questo, perché è troppo seria, la partita. Anche eventuali ricorsi alla Corte costituzionale, che si vinca o si perda, quali sono i tempi? Quali sono i tempi? Se cioè un Governo dovesse decidere di impugnare perché trova un profilo di incostituzionalità, l’AIP al 30 giugno che farà di fronte a un ricorso alla Corte costituzionale?
Rapporti non di leale collaborazione, ma in questo caso leale collaborazione e opportunità a vantaggio dei pugliesi ci portano a dire “incontriamoci prima”. Chiediamo tutte le rassicurazioni possibili, perché sennò la situazione diventa un po’ come quando i dirigenti nei Comuni non rilasciano il parere sul Piano casa perché è stato impugnato. Che cosa farà AIP? Noi stessi cosa fare di fronte a una legge, se dovesse essere impugnata? Qual è la tempistica della discussione in Corte costituzionale? Diventa una questione giuridica di chi difenderà le proprie tesi? Ma nel frattempo, il termine del 30 giugno, o del 31 dicembre 2025 cambia? No. Quindi? Ecco perché vi chiediamo opportunamente di discuterne prima col Governo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Ventola.
Ha chiesto la parola il collega Mennea. Ne ha facoltà.
Speaker : MENNEA.
Grazie, Presidente, colleghi consiglieri, assessori.
Io non intervengo per la discussione generale perché lo ha fatto molto bene il mio collega Amati, facendo anche delle citazioni storiche che sono utili anche per motivare ognuno di noi qui oggi in Aula per esprimere un voto che oltre ad essere politico, ha anche effetti giuridici e storici. Perché stiamo parlando di tutto quello che già avete ben rappresentato prima di me e che non può essere oggi oggetto di tentennamenti perché, se ci sono tentennamenti è evidente che non si dà una forza a questo confronto che stiamo facendo oggi ma si creano dubbi, si creano sospetti.
I dubbi rappresentati dal collega Ventola sono dubbi che abbiamo tutti. Quando approviamo leggi importanti è chiaro che c’è sempre il dubbio che la legge possa presentare delle crepe, delle falle, delle insidie. Però io credo che per l’obiettivo che è contenuto in questa legge oggi valga la pena di correre quel piccolo rischio che corriamo quasi sempre.
Lo abbiamo visto anche con altre leggi importanti dove eravamo certi della compatibilità costituzionale e invece poi sono state impugnate. Così, viceversa, quando abbiamo detto che la legge era impugnabile sicuramente e invece non è stata impugnata.
Io non vorrei fare un processo preventivo di legittimità costituzionale su questa proposta di legge, anche perché noi dovremmo essere i più risentiti - vero Fabiano, Sergio? - abbiamo firmato questa legge, ci siamo occupati di questo tema in un tempo più remoto che non a ridosso della scadenza a cui si fa riferimento.
Nonostante tutto, nonostante ci siano stati presentati degli emendamenti che vanno quasi a stravolgere il testo di legge che abbiamo presentato, noi abbiamo comunque accettato questo percorso, perché per noi è importante raggiungere l’obiettivo politico, che è quello di far rimanere in mano pubblica la gestione del servizio integrato dell’acqua e quindi dare forza ancora di più all’Acquedotto Pugliese.
Io non capisco perché dobbiamo immaginare di fare degli incontri preliminari con il Governo. Perché se la volontà politica di quest’Aula - ed è unanime, è stato detto ed è stato dichiarato - è quella di far rimanere l’acqua pubblica e la gestione ugualmente pubblica, e se le citazioni fatte proprio dal collega Ventola in riferimento al periodo in cui il Presidente Fitto ha svolto la funzione di Presidente della Regione aveva lo stesso convincimento, come noi abbiamo ribadito oggi. Quindi l’interlocuzione politica non ha senso svolgerla in questo momento, perché è scontata la volontà che l’acquedotto possa rimanere, debba rimanere in mano pubblica.
La cosa che mi incuriosisce di più rispetto a queste novità alternative di procedure extra giuridiche è il fatto che, quando abbiamo deciso di calendarizzare questa proposta di legge in quest’Aula, è venuto fuori un articolo. L’Antitrust si sveglia all’improvviso e dice: boccia la Puglia, costi alle stelle, c’è poca qualità. Dà un pugno a sangue freddo al nostro acquedotto pugliese, che abbiamo detto essere l’asset più importante, tutto quello che è stato detto prima di me. Quindi, mi incuriosisce ‘sto fatto. C’è forse qualcuno a cui non va a genio il fatto che noi stiamo andando in quella strada, in quella direzione e quindi ci vuole insinuare dei dubbi, dei sospetti?
Questo è un motivo in più, a mio parere, che ci deve convincere ancora di più che stiamo sulla strada giusta, che sia una legge regionale a blindare l’obiettivo che noi vogliamo tutelare, almeno dichiaratamente qui, verbalmente in quest’Aula, ma poi devono seguire i fatti, anche correndo il rischio di approvare una legge che può essere impugnata, su cui ci potranno essere fatte delle osservazioni a cui noi potremo rispondere. Non stiamo facendo qualcosa che è distonico giuridicamente da quella che è la via maestra.
Questa legge sancisce formalmente la volontà politica di questa Regione di affidare la gestione del servizio idrico all’Acquedotto Pugliese e quindi il coinvolgimento dei Comuni è previsto. L’impatto, la prova di forza sulla legittimità costituzionale è stata fatta. Non possiamo in quest’Aula, oggi, alla vigilia della votazione, della procedura di votazione degli emendamenti, andare a mettere in dubbio anche il lavoro che è stato svolto; lavoro che è stato svolto dal consiglio d’amministrazione dell’Acquedotto Pugliese, per cui ringrazio il Presidente per tutti, e l’ufficio legale che ha supportato questo lavoro, che è abbastanza delicato.
Hai ragione tu a preoccuparti, siamo tutti preoccupati, ma io sono più preoccupato del fatto che se non lo facciamo, corriamo il rischio sicuro di sforare i tempi e quindi esporci ad una situazione che ci vede deboli rispetto a quello invece che possiamo fare oggi approvando questa legge.
È stato fatto un lavoro certosino dal dottor Venneri per la Segreteria della Giunta regionale, e noi siamo qua e dobbiamo affidarci e fidarci del lavoro che fanno dei professionisti, che sono chiamati a calibrare correttamente e puntualmente delle leggi che noi poi approviamo.
Accolgo l’impostazione che ha espresso il Vicepresidente Piemontese, vale la pena proseguire e andare avanti, discutere degli emendamenti e dei subemendamenti che avete presentato e, se sono migliorativi, se rafforzano ancora di più questa volontà, possono anche essere approvati da tutti, ma oggi dobbiamo andare avanti, non possiamo permettere che domani qualche altra autorità nazionale faccia un altro articolo e ci crei altri dubbi e altri sospetti, perché dietro quei dubbi ci sono sempre dei sospetti.
Come Gruppo siamo quindi pronti a discutere, siamo pronti a votare e vogliamo uscire da quest’Aula con la condivisione di tutti. Spero che all’unanimità questa Regione si doti di uno strumento che dia certezza al fatto che la gestione della dell’acqua resti pubblica, resti in mano pubblica. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Mennea.
A questo punto, non ci sono ulteriori interventi.
Apriamo all’esame della proposta di legge.
È stato presentato un subemendamento all’emendamento relativo all’articolo 1, che è sostitutivo dell’articolo 1, a firma del dei colleghi Perrini ed altri.
Prego, Presidente Ventola, per il vostro subemendamento.
Speaker : VENTOLA.
Con questo subemendamento vi chiediamo di cancellare l’ultima frase che va da “nonché” fino a “152”, perché l’oggetto e la finalità sono condivisibili, ce lo siamo detti. Dopodiché, non capiamo perché bisogna scrivere “nonché le finalità di creare le condizioni affinché l’Autorità idrica pugliese possa, nell’esercizio delle proprie competenze, individuare la modalità di affidamento”, eccetera.
Ma noi non dobbiamo dire nulla all’Autorità idrica pugliese, non è una competenza nostra, vogliamo dire con legge ciò che invece spetta. Cioè, abbiamo proprio voglia di mettere le mani in pasta, su questa cosa, quindi vi proponiamo di togliere l’ultima frase. L’oggetto è “la presente legge disciplina incentivi ai Comuni pugliesi per la costituzione di una società, nel rispetto”, eccetera. Perché devo dire all’Autorità idrica “così puoi meglio valutare…?” Mi sembra anche questo da evitare.
Grazie. Questo è il senso del subemendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Amati. Prego.
Speaker : AMATI.
La mia opinione contraria al subemendamento all’emendamento è per il motivo della risposta alla domanda che opportunamente il collega Ventola ha proposto, perché abbiamo la competenza a legiferare.
Giustamente, lui ha chiesto “ma perché stiamo legiferando noi?” Il subemendamento all’emendamento che egli presenta in realtà lo presenta per sostenere sia quello che ha detto, sia il punto di vista che probabilmente non sia necessaria una legge. Invece, io penso che sia necessaria una legge, e adesso spiegherò i motivi per cui è necessaria una legge.
Siccome è necessaria una legge, quindi, bisogna spiegare precisamente qual è la finalità. Qual è l’apparato normativo che presiede alle competenze legislative della Regione? Innanzitutto l’articolo 117 della Costituzione, il quale, dopo aver detto quali sono le competenze in via esclusiva dello Stato e quelle in via concorrente, a un certo punto, in particolare al comma 4, dice “spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”, quindi già da questo punto di vista la Costituzione demanda a noi, perché non vi è il problema che stiamo discutendo nella legislazione dello Stato, che in fondo, qual è l’argomento? L’oggetto di questa legge qual è? Quello dei beni e del patrimonio della Regione. Questo è l’oggetto. Noi stiamo legiferando in materia di beni e patrimonio della Regione e siccome non c’è in via esclusiva da parte dello Stato, né in via concorrente una legislazione relativa ai beni e al patrimonio delle Regioni, obiettivamente dopo aver letto il comma 4 siamo catapultati nello Statuto.
Cosa dice il nostro Statuto a questo proposito? L’articolo 22 del nostro Statuto in materia di attribuzioni del Consiglio regionale a proposito di beni e patrimonio, non dice nulla. Spiega quali sono le competenze e le attribuzioni del Consiglio, la legislazione, qualora essa legislazione, è presupposto di un regolamento, però di beni e patrimonio non dice nulla.
Allora, se di beni e patrimonio non dice nulla ci si chiede, dirà qualcosa l’attribuzione della Giunta. Andiamo a squadernare la norma sulle attribuzioni della Giunta che è l’articolo 44 e, per quello che ci riguarda, il comma 4, lettera d). A noi serve questo per dedurre il motivo della competenza legislativa della Regione.
In quella lettera d) è la prima e unica volta in cui si discute di beni, ed è scritto: “sovraintendere alla gestione dei beni pubblici regionali e vigilare sugli Enti e aziende dipendenti dalla Regione o con partecipazione regionale”. Qui c’è un primo e unico riferimento a questa materia.
Però, diciamoci la verità: questa legge gestisce beni pubblici regionali in senso lato volendo ritenere che le azioni sono beni pubblici? E se ciò fosse, si tratta di sovraintendere alla gestione? Non credo, perché sovraintendere alla gestione significa non intervenire sulla modifica dell’apparato proprietario, in questo caso di azioni, ovvero vigilare sulle aziende partecipate della Regione. Invece, in questo momento stiamo parlando di trasferimento di azioni.
Quindi, la Costituzione dice che spetta alla Regione da un punto di vista legislativo tutto quello che non è riservato allo Stato. Lo Statuto non evoca come competenza della Regione l’argomento del trasferimento di beni, tant’è che, se noi volessimo, come ci capita spesso, trasferire un immobile, come agiamo? Come facciamo il trasferimento di un immobile? Lo facciamo con legge.
Il motivo per cui trasferiamo gli immobili con legge e perché, dall’interpretazione di questo apparato normativo, ne viene fuori che, siccome nulla è previsto in termini di attribuzioni specifiche, si va alla fonte prioritaria, il Consiglio regionale, che si esprime a mezzo di leggi, perché il Consiglio regionale si esprime a mezzo di leggi.
Ora, è in virtù di questa ricomposizione normativa che arriviamo alla decisione che esiste una competenza legislativa, perché altrimenti trasferire patrimonio, trasferire patrimonio… Con una delibera della Giunta regionale la cosa mi darebbe fastidio, sinceramente. Mi darebbe fastidio non per un fatto di sentimento o di risentimento, per un fatto normativo ed è il motivo, secondo me, che sovrasta tutti gli altri. Poi c’è un motivo di opportunità, che non ha valore quanto il primo, però, da un punto di vista politico, aggiunge argomenti al primo.
Mettiamo che la Giunta regionale decida di trasferire le azioni ai Comuni con una delibera della Giunta regionale. Questo è un atto amministrativo impugnabile da chiunque ne abbia interesse. Verosimilmente può essere impugnato da tutti quelli che vogliono partecipare alla gara, e che non sono ovviamente aziende pubbliche, che vanno davanti al giudice amministrativo e dicono la delibera è affetta da violazioni di legge, innanzitutto per incompetenza della Giunta regionale, perché la Giunta regionale non poteva trasferire un patrimonio attraverso una delibera della Giunta regionale. Naturalmente l’impugnazione potrebbe essere pure strumentale per evitare che la Regione attribuisca i requisiti dell’in house providing alla sua azienda pubblica perché, giustamente, gli aventi interesse vorrebbero che non ci fosse questa possibilità e che si andasse a gara, per poter giocare la propria partita.
Ora, la questione dell’impugnazione degli atti amministrativi è una questione che, in termine prudenziale, metterebbe noi, che siamo lo Stato nella sua articolazione regionale, a proteggere la decisione che assumiamo; per cui assumere una decisione non con delibera, quindi giustiziabile a mezzo di un ricorso amministrativo, ma attraverso una legge che sposta l’ambito di valutazione su un rango molto più alto, cioè dinanzi al giudice delle leggi, la cui procedura, ovviamente, è una procedura semplicemente di conformità alla Carta costituzionale e non ai vizi sintomatici di un atto amministrativo, è del tutto evidente che è la strada più conveniente.
Certo, io so bene che si può sollevare la questione incidentale di costituzionalità all’interno di un giudizio amministrativo, ma la questione incidentale di costituzionalità dinanzi al giudice amministrativo ha un filtro, che dimostra in realtà quanto dinanzi al giudice delle leggi non ti presenti per i vizi dell’avente interesse legittimo, ti presenti, invece, sempre con i vizi di attentato alla Carta costituzionale, tant’è che il filtro è rappresentato sul giudizio per la ordinanza di remissione nel giudizio incidentale della non manifesta infondatezza della questione.
Questo porta come corredo una serie di valutazioni, che attengono alla disciplina pubblicistica in senso stretto, e non alla disciplina amministrativa dell’avente interesse, perché si sta violando un interesse legittimo.
Scusatemi questa digressione avvocatesca, però il collega Ventola, quando pone questo che è un argomento tecnico, ha il diritto di sentir dire qual è l’opinione, perché non vorremmo nemmeno che passasse l’idea che ci stiamo azzardando dalla riva al pelago senza avere una bussola e senza avere nemmeno la conoscenza dell’Orsa maggiore e dell’Orsa minore in mancanza della bussola.
Ora, se ciò può essere ritenuto sostenibile, la proposta dal collega Ventola è da valorizzare, ma nel senso del rapporto istituzionale chiaro e lineare. Noi approviamo la legge, il Governo ha, nello spirito della leale collaborazione... poi, collega Ventola, bisognava discutere non lo dica a me, sono anni che dico "guardate che il 2018 è domani, guardate che il 2021 è domani, guardate che il 2025 è domani", c’è abbondante documentazione antologica su questo argomento.
Peraltro, io, lei e Campo qua dentro (mi scuseranno gli altri colleghi), come si è anche visto, siamo i militanti più antichi di questo argomento nella prospettiva dei Comuni, poi Campo lo ha detto proprio espressamente, con nomi e cognomi, però visto che l’ha detto, mi ha emancipato da tenere sotto silenzio un atto di orgoglio.
Noi però lo andiamo dicendo da un sacco di tempo: è chiaro che avremmo avuto bisogno di fare una grande… Ci mancherebbe altro.
È chiaro, non lo dica a noi, che la questione della cessione all’Enel, che si situava all’interno di un progetto, che aveva uno slogan, “Perché la Puglia non è la California?”, si ricorda quando funzionava quello slogan? All’epoca non lo era, adesso non lo è nemmeno, però ce la passiamo meglio, obiettivamente ce la passiamo molto meglio perché tante cose sono accadute, tante cose belle.
Noi abbiamo un evento, che si chiama G7, che non è che arriva – scusate anche qua un punto di orgoglio – così, perché qualcuno ha simpatizzato per noi. Arriva per una serie di combinazioni che nella mia biografia, lo dico solo per inciso, ha la data del 10 agosto 2000. Poi andate a cercare qual è il motivo di questa data… Per me è questo, poi andate a cercare il motivo di questa data. Non lo dirò io.
È chiaro che all’epoca c’era uno che diceva “perché la Puglia non è la California?”, e probabilmente la California passava per il fatto che Acquedotto dovesse andate all’Enel. In effetti, non era così perché Acquedotto fu efficientata senza fare quel passaggio. Ed è verissimo che fu Fitto, Presidente della Regione, che chiese al Governo, quindi fu modificato questo assetto, che la Regione Puglia insorse avverso il DPCM: è vero, è scritto negli atti, dire che non è vero sarebbe dire una sciocchezza, ragionare con le fette di salame davanti agli occhi.
Ora, se tutto questo è vero, quindi non lo abbiamo fatto bene. Ora che facciamo? Propongo la via formale. Noi legiferiamo, perché secondo me ci sono i presupposti per legiferare e si incardina proprio la competenza della Regione, sia per motivi testuali che per motivi di protezione del bene che intendiamo tutelare, perciò, “al fine di” all’interno di quella norma.
Dopodiché, siccome è previsto un tempo di interlocuzione nell’ambito della leale collaborazione tra Stato e Governo, che noi facciamo regolarmente su tutte le leggi, anche le leggi che obiettivamente non è che hanno proprio bisogno di spiegare tutta questa energia di persone, uomini e mezzi, è sicuro che la sua sollecitazione, assieme alla nostra, di stabilire un punto formale di dialogo nell’ambito della leale collaborazione Stato Governo nazionale, con il protagonismo dei Ministri, magari, che furono protagonisti in altre epoche nel senso che lei ha detto, cioè dell’acquedotto pubblico, che penso che anche nella prospettiva di quei Ministri, evoco Raffaele Fitto, ovviamente, non penso che non gli piacerebbe essere protagonista di questo pezzo di storia, vediamo se in quell’ambito c’è l’eventualità di dover correggere qualche disposizione.
Se così sarà, siccome l’obiettivo è comune, torneremo in Consiglio e di nuovo all’unanimità accoglieremo le osservazioni sulla medesima impostazione e suggerimento che il protagonismo del Governo nazionale, situato nell’ambito proprio, formale, cioè quello della fase successiva alla legge, probabilmente ci porterà alla soluzione che abbiamo fatto tutti insieme un lavoro comune.
Perché di converso, usando il suo metodo, quindi fuori dal formalismo nell’informalità, qualcuno potrebbe dire: approva la legge e poi ne parliamo, perché devo dirtelo adesso? Questo non i politici, le burocrazie hanno maggiormente questa tendenza a giocare con la cintura di sicurezza. Però molto spesso le burocrazie incidono sulla volontà della politica quando essa non è sufficientemente determinata. Quindi potremmo avere anche questa risposta, per cui la via formale ci sembra la via migliore.
Per questo la invito, collega Ventola, in virtù del fatto che io, lei, Campo, abbiamo una lunga storia su questo argomento, ad utilizzare questo percorso e su questo percorso, le assicuro, ci sarà il giusto riconoscimento e la giusta gloria per tutti, all’unanimità.
Perché questi sono gli argomenti. Non voglio far venire il diabete al collega Paolo Campo, per cui non è dolcezza, perché io dolce non sono, anzi mi dicono che non sono per niente dolce… Conferma… Perché questo è un argomento di gloria, di gloria regionale.
Secondo me, all’interno di quest’ambito ci deve essere posto per tutti. La soluzione che abbiamo individuato, che abbiamo suggerito, penso che sia la soluzione che abbia lo spazio per realizzare questa ambizione.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Amati.
Adesso dobbiamo votare.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Ventola, prego.
Speaker : VENTOLA.
Ringrazio il collega Amati per la spiegazione dal suo punto di vista perché dobbiamo la competenza sulla Regione dal Consiglio a legiferare.
Però non mi chiarisce i dubbi che sono riportati dalla sentenza della Corte costituzionale sulla nostra legge regionale del 2011.
Leggo testualmente: “non è dubbio che detta normativa” – quella regionale – “incide sul patrimonio e sui rapporti attivi e passivi di una società per azioni costituita con legge statale, società nel cui oggetto sociale rientra la gestione del ciclo integrato al 2018”, all’epoca, oggi 2025. “In considerazione di tale contenuto, in particolare della sua attinenza, proprio perché trasferisce le risorse di rapporti dell’indicata società per azioni alla gestione del servizio idrico integrato, la norma regionale impugnata è riconducibile, oltre che alla materia ordinamento civile alle materie anche della tutela ambientale, entrambe riservate alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, in base agli evocati parametri costituzionali”, e cita una serie di sentenze. “La previsione del subentro della AQP nel patrimonio e nei rapporti della S.p.A. Acquedotto Pugliese, ponendosi in palese contrasto con la suddetta disciplina statale, integra perciò la denunciata illegittimità costituzionale”.
No, no, voglio dire, non è che vi dovete convincere, ci mancherebbe. Noi diciamo abbiamo chiarito, volevamo fare ‘sta cosa. Però, di fronte a una sentenza che già ci ha detto, guardate, che il patrimonio ve l’ha dato una legge nazionale, il tema della tutela ambientale è di competenza nazionale… Esiste questa sentenza. Lo dobbiamo dire? Ecco perché il dubbio che dobbiamo legiferare o no.
Do per buono, per scontati i riferimenti normativi sia sullo Statuto che rispetto alle competenze. In quello che giustamente ha letto è competente la Giunta nel patrimonio. Poi, politicamente, opportunamente è giusto che ci siano degli indirizzi del Consiglio. VA bene, ma oggi chi osta, che osta ad AQP ad aprirsi al mondo dei Comuni? Ci vuole una legge? Per il trasferimento delle quote di AQP a una società, ai Comuni perché ci vuole una legge regionale? Ci dice che è competenza della Giunta la gestione. E la gestione delle quote?
Una sentenza ci dice che non lo possiamo fare. Una sentenza ci dice che non lo possiamo fare. Poi magari ci sono altre sentenze, questo è quello che è emerso dal nostro giudizio, cioè il giudizio della legge del 2011, non un mio personale. Sempre Regione Puglia legiferava e veniva dichiarata incostituzionale. Se oggi, con parole diverse, stiamo trasferendo parte del patrimonio, credo che la fattispecie sia la stessa. Ecco il dubbio a dover legiferare.
Oggi io mi sarei aspettato, come vi dicevo prima, nell’atto di indirizzo della delibera n. 607, che la Regione Puglia dicesse di Acquedotto “fammi una due diligence per come cedere un po’ di quote ai Comuni”, ma tutto dice in questa delibera di indirizzo, tranne questo, ed è un atto gestionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri iscritti a parlare, quindi possiamo votare.
Parere del Governo contrario.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 37, votanti 37... con l’aggiunta di Alessandro Leoci, Caracciolo e Lopane...
Votanti 38, favorevoli 10, nessun astenuto, contrari 28.
Il subemendamento è respinto.
Adesso votiamo l’emendamento alla proposta di legge, sostitutivo dell’articolo 1 e anche del titolo, "Disposizioni per la gestione unitaria ed efficiente delle funzioni afferenti al servizio idrico integrato".
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 37, votanti 36, favorevoli 28, astenuti 1, contrari 8-
L’emendamento è approvato.
Anche all’emendamento n. 2 c’è un subemendamento che sopprime l’articolo 2.
Vuole illustrarlo, Presidente Ventola? Prego.
Speaker : VENTOLA.
Noi chiediamo di sopprimere questo articolo, perché prevede la costituzione di una nuova società, definita come società veicolo.
Noi invece siamo per una procedura molto più snella, che non veda la nascita di altri soggetti giuridici, quindi il trasferimento direttamente delle quote necessarie ai Comuni. Per poi, all’interno dello statuto di Acquedotto Pugliese, definire con i patti parasociali chi fa cosa e quali sono le competenze, piuttosto che costituire un altro soggetto giuridico.
Speaker : PRESIDENTE.
Col parere contrario del Governo, apriamo la votazione.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
C’è un voto a favore nella maggioranza… C’è forse un errore… In maniera tale che fosse consapevole. Era favorevole? Era contrario? Per precisare.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 10. astenuti nessuno, contrari 30.
Il subemendamento è respinto.
Adesso c’è un secondo subemendamento, a firma a firma Piemontese. È un emendamento di drafting. Praticamente, laddove dice “costituzione del Comitato per il controllo di Acquedotto Pugliese (AQP) e gestione in house del servizio idrico integrato”, all’emendamento 2, alla proposta di legge, eccetera, a “i Comuni pugliesi possono costituire” sono aggiunte le parole “entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge”.
La votazione è aperta… Ha chiesto di intervenire, Presidente Ventola? No, va bene.
La votazione è aperta. Abbiamo tolto un voto ai contrari, che era quello di Leoci. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 37, votanti 36, favorevoli 28, astenuti 1, contrari 8.
Il subemendamento è approvato.
Adesso passiamo all’approvazione dell’emendamento n. 2, che è sostitutivo dell’articolo 2 della PDL.
La votazione è aperta.
L’emendamento n. 2.
La votazione è chiusa.
Presenti 39, votanti 37, favorevoli 30, astenuti 2, contrari 7.
L’emendamento n. 2 è approvato.
Adesso passiamo al subemendamento a firma Fratelli d’Italia e altri, che prevede che l’emendamento n. 3, articolo 3 è soppresso.
Il parere del Governo è contrario.
Prego, Presidente Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, noi abbiamo presentato questo emendamento perché nell’emendamento presentato dal Governo il Consiglio impegna 400.000 euro di risorse del bilancio regionale per il capitale sociale, immaginiamo, della società veicolo, perché anche per com’è scritto non si capisce per quale società… “Il capitale sociale, la Regione mette a disposizione l’importo”… Il capitale sociale di cosa?
Al netto di questo - immagino che sia la società veicolo - quindi risorse del bilancio autonomo regionale, se abbiamo capito bene, messe a disposizione dei Comuni per la costituzione del capitale sociale della nuova società veicolo.
Oltre a questo, ulteriori 300.000 euro come contributo straordinario per lo svolgimento di attività di competenza.
Esaurite queste risorse, come sarà sostenuta la società veicolo dei Comuni? Quanto costerà? Chi manterrà i costi della società veicolo? Diamo i soldi ai Comuni per costituirla, diamo i soldi per una sorta di start up con 300.000 euro, dopodiché come viene sostenuta?
Per questo vi chiediamo di sopprimerla.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Vendola.
Il Governo ha espresso parere contrario che conferma? Sì, lo conferma.
Passiamo al voto. La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 11,
contrari 30
Il subemendamento è respinto.
C’è un altro subemendamento all’emendamento n. 3, che aggiunge le parole “comma 1”. È sempre un emendamento di drafting, sostituisce le parole “comma 2” con “comma 1”.
La votazione è aperta. È firmato dal Governo, quindi favorevole. È un errore materiale.
La votazione è chiusa.
Presenti 39
Votanti 34
Favorevoli 29
Astenuti 5
Contrari 5
Il subemendamento è approvato.
Passiamo adesso all’emendamento n. 3, che è sostitutivo dell’articolo 3 della PdL. Non ci sono iscritti a parlare.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 40
Votanti 37
Favorevoli 30
Astenuti 3
Contrari 7
È approvato
L’emendamento è approvato.
Passiamo adesso al subemendamento all’emendamento n. 4, presentatori Fratelli d’Italia e altri. Non ci sono iscritti a parlare. Ah, prego, presidente Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Sì, Presidente. Qui sta un po’ il succo di ciò che ci eravamo detti in precedenza, cioè la volontà che AQP continui ad essere a totale patrimonio pubblico, il suo capitale sociale, e quindi una parte del suo patrimonio venga ceduto gratuitamente ai Comuni, direttamente. È quello che noi proponiamo. Qui, nel subemendamento, proponiamo che venga trasferito a titolo gratuito nella misura massima del 60 per cento. Quindi può essere il 20, il 30, il 10 per cento, lo decide la Giunta regionale, quindi fino a una misura massima del 60 per cento delle azioni di Acquedotto Pugliese S.p.A. in favore di tutti i Comuni pugliesi, in proporzione alla consistenza delle infrastrutture destinate alla gestione del servizio idrico integrato".
È chiaro che è alternativo a ciò che propone l’emendamento del Governo regionale, perché il Governo regionale dice con suo emendamento "la Regione erogherà gli incentivi" come approvato prima "se saranno soddisfatte le previsioni di cui alla presente legge", quindi pone già un problema dubitativo.
"Se la società veicolo sarà costituita entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, la Regione avvierà il trasferimento graduale, a titolo gratuito e nella misura massima del 20 per cento, delle azioni di Acquedotto Pugliese in favore dei Comuni aderenti, in proporzione alla consistenza delle infrastrutture destinate alla gestione del servizio idrico integrato, come riportato all’Allagato A.
Ciascun Comune aderente dovrà impegnarsi a trasferire le suddette azioni alla società veicolo entro 30 giorni dall’acquisizione, pena la decadenza dell’incentivo".
Non è più semplice come vi proponiamo noi? Io vi faccio una domanda: quando al Consiglio comunale della mia città arriverà la delibera in cui si dice che c’è la convenzione, acquisti le quote, la Regione ti ha messo a disposizione questo incentivo, per la fase di start-up ci sono 300.000 euro, il Direttore di Ragioneria del mio Comune mi dirà "sì, ma per i prossimi anni, quanto dobbiamo mettere in bilancio per sostenere la società veicolo?" e noi cosa gli rispondiamo? Cosa devo prevedere in bilancio come costo di funzionamento della società veicolo, perché incide nei bilanci comunali? Io cosa dico? Il Direttore di Ragioneria del mio Comune esprimerà parere favorevole o dirà "non posso esprimermi"?
I bilanci sono triennali, come sappiamo, con la finanza armonizzata, con il bilancio armonizzato, quindi ditemi di grazia come faranno i Comuni nei prossimi giorni, quando arriveranno la delibera e la bozza di Statuto, ad aderire a una situazione del genere.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente De Leonardis, Prego.
Speaker : DE LEONARDIS.
Vorrei solo un chiarimento molto semplice da parte dell’Assessore.
Volevo capire il funzionamento tecnico di questo trasferimento per la costituzione di questa società come avverrà. La Regione darà le risorse ai Comuni e poi i Comuni dovranno andare a costituire questa società veicolo, proprio il tecnicismo in cui noi andremo ad attivarci per il funzionamento di questa società – che so? – la Regione fa una determina per dare tot importo al Comune di Monte Sant’Angelo; il Comune di Monte Sant’Angelo dovrà mettere nelle entrate queste risorse e poi partecipare all’Assemblea per la costituzione? Volevo che un chiarimento tecnico da questo punto di vista.
E poi vorrei anche capire come la Regione può mettere a disposizione delle risorse proprie per il funzionamento di una società veicolo, cioè darlo ad una società dove non ha nemmeno delle quote. Questi chiarimenti tecnici, Presidente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Vicepresidente Piemontese, prego.
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
Grazie, Presidente.
Ci sono due aspetti: uno, come si mantiene la società veicolo? La società veicolo noi ci auguriamo che si possa mantenere con gli utili di Acquedotto Pugliese, quindi diciamo che attraverso gli utili di un player importante, noi riteniamo che da questo deriveranno utili tali che la società riuscirà a mantenersi.
Per la costituzione noi abbiamo previsto 300.000 euro nella presente legge per i costi di gestione iniziale, mentre per quanto riguarda il passaggio delle quote di cui parlava il consigliere, collega De Leonardis, la Regione trasferisce ai Comuni, sulla base del riparto, che è l’allegato A che abbiamo previsto in tabella. Questo avverrà con determina e il funzionamento viene finanziato all’inizio con il contributo straordinario che abbiamo previsto in legge. Questo dovrebbe essere il passaggio alle quote. Ho finito, Presidente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Possiamo votare.
Il parere del Governo è contrario, da quello che ha detto.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 38, favorevoli 8, astenuti 3, contrari 30. Il subemendamento è respinto.
Adesso passiamo all’altro subemendamento sempre di drafting, a firma Piemontese, il subemendamento 3/2.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 40, votanti 37, favorevoli 29, astenuti 3, contrari 8. Il subemendamento è approvato.
Adesso passiamo all’emendamento n. 4 che sostituisce l’articolo 4 del PDL 831.
Non ci sono iscritti a parlare.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 38, astenuti 3, favorevoli 31, contrari 7.
L’emendamento n. 4 è approvato.
Adesso passiamo al subemendamento 4/1 che è sub all’emendamento n. 5. Firmatari Fratelli d’Italia e altri.
Prego, Presidente Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Sempre in questa proposta di legge così come modificata con gli emendamenti – continua - e chiaramente è una conseguenza logica, ci mancherebbe altro, come funziona la società veicolo?
Ci sarà la costituzione - dice - per il tramite di un comitato di coordinamento, controllo, di cui al presente articolo e successivi. Il comitato di controllo, secondo periodo, è costituito nel caso ivi previsto sulla base di una convenzione. Quindi i Comuni sottoscriveranno prima le quote per una società veicolo e poi sottoscriveranno una convenzione per nominare un Comitato di coordinamento e di controllo, tutto questo in 90 giorni, 60 giorni, con atti deliberativi e con pareri di legittimità o meno, che ogni Comune deve esprimere.
Quello che proponiamo con questo subemendamento è in linea, secondo quello che è il nostro punto di vista, è che nel momento in cui vengono assegnate, trasferite le quote ai Comuni, come dicevamo prima fino a un massimo di un 60 per cento, può essere anche il 20 per cento, come è previsto per la società veicolo, lo statuto di AQP S.p.A. deve essere modificato tenendo conto della partecipazione dei Comuni di cui all’articolo 4 e prevedendo appositi patti parasociali atti a garantire il controllo analogo.
Quindi non si torna nei Comuni, non si tiene coinvolti i Comuni per la gestione, non si fanno delibere, non si fanno convenzioni. Si dice, tu AQP, nel momento in cui hai trasferito le quote che la Regione riterrà opportuno, modifichi lo statuto e all’interno dello statuto prevedi tutti gli articoli, i cosiddetti patti parasociali, atti a garantire il controllo analogo, così come previsto dalla normativa delle direttive comunitarie e normativa nazionale.
È molto più semplice di quello che è proposto.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Parere del Governo contrario. Votiamo sul subemendamento.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 42, votanti 41, favorevoli 12, astenuti 1, contrari 29.
Il subemendamento è respinto.
Diamo atto, prima di procedere, che l’emendamento n. 4/01, a firma del consigliere Tutolo, è decaduto a seguito dell’approvazione dell’emendamento del Governo.
Adesso passiamo all’emendamento n. 5.
Non ci sono subemendamenti rispetto a questo emendamento.
Allora, è stato approvato l’articolo 4 del PdL, che era interamente sostitutivo dell’articolo 4, quindi praticamente il comma 2 non esiste più, perché quell’articolo è stato sostituito interamente dall’emendamento portato dal Governo.
Adesso passiamo all’emendamento n. 5, che non ha subemendamenti. È un emendamento del Governo.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 38, votanti 36, astenuti 2, favorevoli 27, contrari 9.
L’emendamento n. 5 è approvato.
Emendamento n. 6 del Governo.
La votazione è aperta.
Stiamo votando l’emendamento n. 6, non ci sono subemendamenti.
La votazione è chiusa.
Presenti 40, votanti 39, astenuti 1, favorevoli 29, contrari 10.
L’emendamento n. 6 è approvato.
Emendamento n. 7 del Governo.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 39, favorevoli 29, astenuti 2, contrari 10.
L’emendamento è approvato.
Adesso, sull’emendamento 8 c’è il subemendamento 7/1.
Presidente Ventola, lo vuole illustrare, o procediamo? Presidente Ventola? Procediamo, o lo vuole illustrare? Subemendamento 7/1 all’emendamento n. 8. Presidente Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente.
È chiaro che l’emendamento che noi proponiamo, è che se fosse passata la nostra idea, non avremmo avuto nessun impegno di spesa nella norma del bilancio autonomo. Questo quindi era proprio per dire che non ci sono… Credo che decada, da quello che mi pare di capire, però approfitto solo per chiarire un altro aspetto, seppure sia stato già votato, facendo sempre riferimento, e veramente vi prego di affrontarlo, seppur nei giorni prossimi. Prima si è votato sulle funzioni del controllo (articolo 7). Il Comitato che si è votato “esercita la funzione di indirizzo e controllo di tipo preventivo, concomitante e successivo sulla società veicolo”. Ora, la società veicolo dovrà nominare e revocare l’amministratore unico, presidente o direttore generale, che immagino avranno un costo; approvate le modifiche allo statuto… Tutta una serie di attività, cioè, che sono tipiche di una società. E questo lo dovranno fare i Comuni su una società che poi ha delle quote in AQP. È molto farraginoso.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
L’emendamento 7/1 è dichiarato decaduto.
Adesso votiamo l’emendamento 8, che è un emendamento aggiuntivo alla PDL.
La votazione è aperta. Siamo in chiusura.
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 38, astenuti 3, favorevoli 29, contrari 9.
L’emendamento è approvato.
Siamo adesso all’emendamento 9.
L’emendamento 9 è anch’esso aggiuntivo ed è del Governo.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 38, favorevoli 29, astenuti 3, contrari 9. L’emendamento n. 9 è approvato.
Emendamento n. 10 del Governo aggiuntivo.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 42, votanti 39, astenuti 3, favorevoli 30, contrari 9.
L’emendamento n. 10 è approvato.
Adesso dobbiamo votare l’11 che è l’allegato: consistenza delle opere per Comune quote di partecipazione.
La votazione è aperta.
Votate contro la consistenza dei Comuni? È un atto tecnico questo, sono le quote dei Comuni.
La votazione è chiusa.
Presenti 42, votanti 41, astenuti 1, favorevoli 41.
Approvato a maggioranza.
Adesso votiamo la legge nel suo complesso.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Ventola, prego.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente.
Chiaramente intervengo per dichiarazione di voto.
Intanto voglio ringraziare i colleghi con i quali ci siamo confrontati oggi, e anche il Vicepresidente della Giunta, perché l’approccio era e rimane costruttivo e collaborativo su un argomento che è di primaria importanza. Forse è stato uno dei pochi casi, almeno da quando sono io in Consiglio regionale, in cui non un ordine del giorno, ma una legge nel suo spirito è condivisa, perché ha l’obiettivo di mettere nelle condizioni che Acquedotto Pugliese continui ad essere il soggetto gestore del servizio idrico integrato in Puglia per i prossimi 30 anni, sul quale noi siamo non favorevoli, di più.
Chiaro, ci ha visto dividerci sulla metodologia. Noi avevamo pensato di poter proporre al Consiglio non solo un confronto preventivo, anche di carattere politico, rispetto alla competenza o meno del Consiglio regionale di intervenire, ma era anche l’occasione per poter eventualmente indurre il Governo nazionale, così come è accaduto nel passato, ad intervenire con una norma di rango superiore e magari evitare che ci potesse essere un potenziale conflitto di costituzionalità, visto il pregresso che c’è stato su questo argomento.
Si è deciso di andare avanti e di aprire comunque l’interlocuzione col Governo. Quindi, nel momento in cui riterrete di confrontarsi, non c’è nessun tipo di problema. Noi faremo anche, garantiamo di fare anche la nostra parte. Poi però si è entrati nel merito e nel merito noi abbiamo cercato di dimostrare come è molto più farraginoso quello che voi avete proposto, perché avete previsto non solo risorse pubbliche del bilancio autonomo regionale finalizzate alla costituzione di una società che riguarda i Comuni, una società che dovrà necessariamente avere l’avallo dei Consigli comunali per la sua costituzione, una società, però, che non ha un piano economico-finanziario su come si reggerà. Quindi, viene a ulteriormente in soccorso la Regione Puglia, che dal proprio bilancio autonomo con 300.000 euro paga un contributo straordinario, definito una sorta di start-up.
Ora, quanto sia o meno competente la Regione a elargire somme ai Comuni per costituire una società della quale la Regione non fa nemmeno parte, non lo so. Qualche dubbio ci sta. Ha cercato di avere risposte il collega De Leonardis, ma non sono giunte sul perché si fa questo. Noi abbiamo proposto, invece, che le quote che si ritiene opportuno e indispensabile trasferire ai Comuni per garantire l’housing providing, quindi fino a un massimo del 60 per cento, ma può essere benissimo il 20 o il 15, avvenga direttamente, quindi senza investire risorse del bilancio autonomo regionale, senza investire i Consigli comunali non solo nell’approvare uno Statuto della società che oggi non c’è, ma a tornare in Consiglio una seconda volta per approvare una convenzione, affinché si possa, attraverso questa, affrontare e superare il tema del controllo analogo, tutto molto farraginoso.
La nostra proposta era di dare direttamente le quote ai Comuni e, nell’ambito della modifica ugualmente necessaria dello Statuto di Acquedotto Pugliese, prevedere, attraverso i patti parasociali, chi fa cosa, come i Comuni avrebbero aderito, o meglio partecipato all’attività di Acquedotto Pugliese si poteva fare attraverso il Comitato dei delegati, come il coordinamento dei Sindaci proponeva nella sua proposta di legge iniziale Amati, ma lo si può fare come nell’AGER, dove c’è un Comitato dei delegati, così come in AIP, dove c’è un Consiglio direttivo, cioè non è che in AIP si riuniscono ogni giorno 257 Comuni per decidere cosa fare, non è che in AGER si incontrano 257 Comuni ogni giorno per decidere cosa fare.
Lì è andata in quel modo, qui invece si è pensato che questo potesse essere da ostacolo, invece sarebbe stato molto più semplice dal nostro punto di vista, se nelle modifiche, seppur necessarie, dello Statuto di Acquedotto Pugliese si potesse prevedere, come si diceva prima, la necessità e la garanzia che ci fosse il controllo analogo, attraverso strumenti molto più snelli, che non gravino minimamente sui Comuni stessi.
Nessun onere né per la Regione, né per i Comuni per mantenere questa società veicolo, che comunque avrà un Direttore generale, un Amministratore delegato, qualche amministrativo a lavorarci, e come si sostenterà? Lo faranno i Comuni, non potrà intervenire la Regione.
La risposta è stata "no, non c’è pericolo, perché il funzionamento sarà garantito dagli utili da ripartirsi di Acquedotto Pugliese". Non credo che Acquedotto Pugliese in questi anni (vado a memoria) abbia mai ripartito utili, essendo socio unico, sono stati sempre reinvestiti nell’attività.
Oggi si sta dicendo che daremo un po’ di utili ai Comuni per pagare, ma secondo voi, con la vostra maturata esperienza più della mia, il Direttore di Ragioneria di un Comune nel momento in cui deve avallare e sostenere legittimamente la costituzione di una società, può dire che questa società sarà sostenuta dagli utili che saranno ripartiti? I principi contabili di un bilancio comunale, come sapete, come di quello regionale devono avere trasparenza, certezza e tutta una serie di cose.
Credo quindi che questo percorso, al netto delle considerazioni politiche di opportunità che vi ho posto prima, forse avrà delle difficoltà nella parte attuativa. Per questo, nonostante il confronto sereno e correttissimo – io vi ringrazio per l’ennesima volta – ci ha visto votare contro. Se fosse di due articoli, questa legge, dobbiamo far vedere, come dice Amati, “facciamo in modo che ci sia una legge, così evitiamo anche l’opportunità del ricorso, di chi vuole ricorrere in via eventualmente solo accidentale e non direttamente”, ebbene, doveva essere di due articoli: “la Regione Puglia impartisce direttive, tra virgolette, ad Acquedotto Pugliese, di assegnare il 20, il 30, il 10 per cento delle azioni ai Comuni”, questo con la finalità di garantire la possibilità che AQP diventasse società da utilizzare in house providing direttamente da AIP, molto più semplice.
Sto banalizzando? Non lo so. Io spero in cuor mio che questo percorso non abbia intoppi, non voglio essere e non sono sicuramente l’uccello del malaugurio, ma avendo come voi un minimo di esperienza amministrativa, vedo difficile nei mesi di aprile e maggio, con le campagne elettorali in itinere, i Comuni che si riuniscono e approvano queste cose. Non lo so.
Non vorrei quindi che questa legge, anziché essere propulsiva nella tempistica, affinché AIP assolva ai suoi doveri, indipendentemente dalla legge, diventi un ostacolo, perché qualsiasi tipo di ricorso, o qualsiasi tipo di perdita di tempo potrebbe incidere anche sull’attività che AIP sta facendo per quanto di sua competenza.
Per queste ragioni noi confermiamo, nonostante il voto contrario alla legge per la metodologia, la finalità, che sia chiaro a tutti, che il servizio idrico integrato rimanga nella gestione di Acquedotto Pugliese, e che Acquedotto Pugliese in questa fase storica non entri e non dia spazio a partecipazioni a privati, ma solo trasferimento di azioni ai Comuni è la nostra via maestra dalla quale non torneremo mai indietro. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Ventola.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mazzotta. Anche il Presidente Emiliano, alla fine, interverrà.
Prego.
Speaker : MAZZOTTA.
Grazie, Presidente, solo per dichiarazione di voto, in quanto mi unisco a quello che ha detto poc’anzi il mio collega Ventola sui dubbi su questa società veicolo, sui costi che questa società veicolo poi avrà durante gli anni, o meglio, durante il periodo… Il nostro voto sarà contrario non per la ragione, perché chiaramente siamo anche noi affinché AQP, o comunque il servizio, possa mantenersi pubblico, ma certamente sul metodo e soprattutto sul fatto che prima di portare questa legge non c’è stata un’interlocuzione con il Governo centrale e che quindi si corre il rischio anche di un’impugnazione, certamente noi voteremo contrario ma lo votiamo solamente per il metodo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, presidente Mazzotta.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Splendido, prego.
Speaker : SPLENDIDO.
Solo per unirmi a quello che ha detto il Presidente Ventola, quindi ovviamente approverò la legge.
Noi abbiamo contestato un attimino il metodo, tanto che poi gli emendamenti sono stati da me votati in maniera contraria, però sarò favorevole all’approvazione della norma.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
In realtà intervengo per dichiarare ciò che ho già detto, cioè che noi voteremo con molta convinzione il testo che è venuto fuori anche dal lavoro emendativo.
Però approfitto dell’occasione per chiedere, se è possibile, un ripensamento ai colleghi della minoranza. Guardate, la questione su come approdare alla soluzione che tutti auspichiamo è una questione che presenta, o potrebbe presentare, l’ipotesi originaria che noi abbiamo scritto nella nostra proposta di legge.
L’ipotesi che il Governo regionale, utilizzando la consultazione, diversi esperti della materia, ci ha proposto e che, ovviamente, per un senso di responsabilità corale e collettivo, anche perché nessuno di noi vuole assumersi la responsabilità singolare di infilarsi in qualche incidente, però plausibile, largamente plausibile, certo con maggiori complessità, però ci porta esattamente nella direzione che vogliamo. Accanto a queste ci potrebbero essere tante altre soluzioni.
Quindi, ciò che ci sta distinguendo in fondo, pensandoci bene, è soltanto la modalità di raggiungere un obiettivo che tutti condividiamo.
Mi sembra francamente, visto l’argomento in campo, troppo poco questa distinzione sulle modalità operative per giustificare un sì o un no. Anche perché a un certo punto questa storia, quando verrà a scrutinio degli storici che prenderanno la tabella della votazione, devo dire la verità, non è che tutti gli argomenti di microfisica di questo dibattito verranno a galla, oppure bolliranno, così come avviene all’acqua nella galleria Pollentina, nella sorgente Pollentina del gruppo del Calore, che si chiama “Pollentina” perché bollono. Non bollirà nulla di questa microfisica. Bollirà soltanto chi votò sì e chi votò no.
Allora io, siccome so che il collega Ventola da questo punto di vista ha una militanza e una partecipazione sull’argomento e una ispirazione destinata al raggiungimento di questo obiettivo, credo, davvero in amicizia, che mi sembra del tutto ingiusto nei confronti di quella storia segnalare questa pagina, questo tornante, superare questo tornante con un voto contrario.
Poi, naturalmente, ognuno si assume la responsabilità, anche ragionevolmente, del gesto che compie, però in realtà vi chiedo un ripensamento, perché nei prossimi mesi, nelle prossime settimane sicuramente, perché i tempi incomberanno, il Governo, se avrà da dire qualcosa, qualcosa dirà.
Non potrà dire, collega Ventola, quello che la Corte costituzionale disse con riferimento alla legge del 2011 sulla ripubblicizzazione, perché la legge del 2011 sulla ripubblicizzazione in realtà trasformava la S.p.A. Acquedotto Pugliese in ente pubblico, per cui si erano sollevate in quella circostanza non solo le circostanze relative alla concessione dei servizi pubblici o al diritto societario. Si erano sollevate anche questioni che afferivano al codice dell’ambiente.
Quando la Corte Costituzionale scrive, guardate, che la legge della Puglia… E vi parla uno che prese uno schiaffo, anche se sapevo a cosa andavamo incontro, da quella sentenza della Corte costituzionale, perché di quella legge fui io il proponente, ma la Corte costituzionale… In nome e per conto della Giunta regionale dell’epoca. Ma la Corte Costituzionale ravvide giustamente, giustamente come peraltro segnalammo in quel dibattito con molta sincerità e mestizia… Disse che la trasformazione da società di capitali ad ente pubblico andava a travolgere anche le disposizioni del codice dell’ambiente, per cui diventava anche una questione ambientale, sulla quale la Regione Puglia non aveva tutta questa grande competenza di spadroneggiare da una parte all’altra, decidendo addirittura la trasformazione della sua natura giuridica.
Non era posto in discussione il problema del trasferimento delle quote ad un altro soggetto o una parte delle quote, che peraltro in questo caso, per i Comuni, coloro i quali i quali sono i titolari del servizio, ed ha posto in discussione che questo trasferimento avvenisse ad un soggetto pubblico e ridisegnasse completamente le competenze del soggetto pubblico, non più S.p.A., in deroga a tutta la disciplina in materia sia di servizi pubblici locali, sia di ambiente.
Questa era la questione, per cui a me non pare che si possa aprire un grande conflitto di attribuzione sulla questione, al limite si aprirà un conflitto su parti marginali, facilmente correggibili. Rispetto ad esso, qualora ciò accadesse, voi sarete sicuramente disponibili a prendere atto di eventuali correzioni, quindi, fatto per fatto, mi pare obiettivamente sconsigliabile - se posso permettermi, sempre nel rispetto dell’autonomia dei colleghi nel decidere il loro legittimo posizionamento politico - e francamente eccessivo segnalare il no su una metodologia per raggiungere il medesimo approdo e il medesimo obiettivo.
Quella di Acquedotto Pugliese è una storia potentissima, una storia immensa, che ovviamente non potrà mai essere interpretata nel ridotto di una piccola vicenda consiliare sulla base di una incomprensione sulla metodologia per raggiungere l’obiettivo. Questa è una storia che è stata sempre valutata con lenti più ampie, la visione più ampia, che dirà che, nel corso di oltre un secolo, siamo passati dal Consorzio per la costruzione dell’Acquedotto Pugliese all’Ente autonomo Acquedotto Pugliese, dalla S.p.A. dello Stato alla S.p.A. dell’Enel, dalla S.p.A. della Puglia e della Basilicata alla S.p.A. della Puglia e oggi alla S.p.A. della Puglia e dei Comuni pugliesi, cosa che attendiamo da 24 anni.
Noi siamo contenti che la nostra legge abbia fatto da culla a questo dibattito e a queste modifiche che auspichiamo davvero siano migliorative. Siamo contenti che questo sia accaduto.
Voi sapete che avevamo un’opinione molto più light, più leggera, però nessun problema, è probabile che una opinione giuridica di maggiore attenzione e maggiore complessità raggiunga più efficacemente l’obiettivo.
Nell’ora della Regione Puglia, nell’ora dell’Acquedotto Pugliese, perché ha ragione Campo nel dire che la Puglia è così sicuramente per l’acqua, lui lo pone come un fatto dubitativo, in realtà non c’è alcun dubbio su questo. La Puglia senza il canale principale, da Caposele a Villa Castelli, e poi con il Grande Sifone Leccese da Monte Fellone di Villa Castelli a Capo Santa Maria di Leuca, non sarebbe la Regione che… Non avrebbe la sua unità: [...], l’interconnessione delle opere idrauliche è in realtà ciò che caratterizza il nostro essere Regione, ed è vero, è esattamente così. Noi non saremmo la Regione che siamo, senza Acquedotto Pugliese, per cui, non per dare ridondanza a questo momento, mi sembra di poter dire che questa è l’ora della Puglia- E nell’ora della Puglia, noi non possiamo che essere tutti quanti presenti, assieme, possibilmente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Amati.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Conserva. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : CONSERVA.
Io sarò telegrafico.
Evidentemente, tutte le riflessioni che ha fatto Francesco Ventola sono condivisibili, infatti come Gruppo ci siamo astenuti su tutti gli emendamenti, però sulla stessa lunghezza d’onda di quello che ha detto il consigliere Amati, qual è l’obiettivo? I termini sono in scadenza, il bene acqua è un bene pubblico, quindi deve rimanere dei pugliesi. A prescindere dai conflitti di attribuzione Governo, Regione, io ritengo che oggi qui in Consiglio regionale si ponga un passo importante, innovativo, con degli impianti diversi rispetto al passato, che a prescindere dal fatto se debbano essere condivisi o meno da tutti, noi dobbiamo essere dalla parte dei pugliesi.
Il Gruppo Lega quindi voterà favorevolmente alla legge nella sua totalità, proprio perché a prescindere dal metodo, dalla metodologia e dai rilievi che ha sollevato lo stesso Ventola, l’obiettivo deve rimanere quello che ci siamo prefissati, che ci si è prefissi con questa legge, affinché il bene dell’acqua resti pubblico e dei pugliesi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Conserva.
Ha chiesto di intervenire il nostro consigliere segretario, Napoleone Cera. Prego.
Speaker : CERA.
Presidente, purtroppo devo intervenire perché voterò a favore della legge. Purtroppo, mio malgrado, contrariamente a quanto detto dal mio Capogruppo di Forza Italia, il mio voto a favore di questa legge è motivato dalla convinzione che rappresenti il miglior percorso per garantire una gestione dell’acqua che sia sostenibile, equa e nel pubblico interesse. È una scelta che riflette l’impegno verso la tutela dell’acqua come bene comune, l’aspirazione a costruire un futuro in cui ogni cittadino pugliese possa beneficiare di una risorsa idrica gestita in modo responsabile e inclusivo.
So che questa legge non è una soluzione perfetta e che il lavoro non finisce qui, ma è un passo significativo nella giusta direzione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Cera.
Adesso al Presidente Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta Regionale.
Qualche anno fa questo Paese celebrò un referendum per ribadire che l’acqua è un bene pubblico essenziale e che tale doveva rimanere.
Inutile dire che all’epoca non mi rendevo conto di quanto fosse complicato mantenere pubblica l’acqua, quindi non posso che ringraziarvi veramente dal profondo del cuore.
Evidentemente c’è un germe di pugliesità che non attiene al DNA, agli elementi tipicamente utilizzati per l’identità di un popolo, ma evidentemente è un dato culturale e ci permette di intuire le cose più velocemente degli altri e, devo dire, di farle, perché le intuizioni per certi versi quando non si realizzano sarebbe forse bene neanche averle, perché quando hai un’idea e poi non sei capace di realizzarla è ancora peggio perché vieni sopraffatto dalla frustrazione.
Invece in questi anni in tanti settori, voi sapete che io sono perfettamente in grado di riconoscere anche le positività di chi esattamente non la pensa come me e che tecnicamente fa l’opposizione ma l’opposizione viene fatta in Puglia, quasi sempre, in un modo - permettetemi - sicuramente diverso: ce le suoniamo di santa ragione, ma sulle questioni importanti alla fine, dritto o storto, persino con il consigliere Amati, si riesce a trovare la dritta.
Anche perché il processo politico non è mai, salvo eccezioni, consigliere Ventola, non è mai una retta dall’alto verso il basso, ma è una specie di grande - stavate parlando della pentola - pentola che bolle, bolle, bolle, bolle, dove ognuno dice la sua, ognuno costruisce l’argomentazione.
È inutile dire che più volte sono stato spiazzato, Presidente Laforgia, pure dai cosiddetti tecnici.
In realtà mi ero abituato, durante la pandemia, che i tecnici per certi versi sono anche pericolosi, perché chiaramente, rispondendo a questioni tecniche, quando si accorgono di aver dimenticato qualche cosa o di avere sbagliato, la retromarcia è secca. Non viene neanche preparata e quindi non nascondo che sono stato anche spiazzato più volte dal percorso che avremmo dovuto fare per realizzare il nostro progetto di mantenere l’acqua pubblica al più grande acquedotto d’Europa, devo dire totalmente pubblico, che rimarrà tale.
Quindi, noi avremo la possibilità di dire che l’acqua nostra è pubblica due volte. È pubblica perché è pubblica ed è pubblica anche per come viene distribuita, perché verrà distribuita assieme ai Comuni, ciononostante in un regime di capacità concorrenziale, che, al di là delle interferenze che avrete letto sui giornali e che sono state clamorosamente smentite dall’AIP e dal presidente Matarrelli, ci consente di dire che noi, nonostante andiamo a prendere l’acqua dall’altra parte delle montagne, abbiamo un costo di distribuzione dell’acqua che è uno dei più competitivi, se non il più competitivo d’Italia, mantenendo peraltro un apparato di grandissima importanza che ci costituisce, rispetto alla gestione delle grandi infrastrutture nazionali, come un soggetto di riferimento anche di giganti della gestione idrica, se è vero che l’EIPLI ha messo, tra virgolette, a gara una parte del suo capitale e Acquedotto Pugliese e Acea, che è un’azienda pubblica, parzialmente pubblica, stanno collaborando per partecipare a questa gara in un progetto di grande adduzione.
Devo anche dire che stiamo approfondendo, e sarà lo step successivo, tutte le questioni relative al raddoppio della Canna del Sinni, che dobbiamo realizzare. È un’opera monca. È un po’ come l’Autostrada del Sole, che si ferma a Bari e non arriva a Lecce, che è una roba che urla vendetta e che non si capisce per quale motivo. Mi chiedo quali LEP e quali fondi di perequazione riusciranno a metterci nelle condizioni di fare, da un lato, le strade necessarie e, dall’altro, a raddoppiare questa Canna, perché dovete sapere tutti che, se la Canna attualmente esistente del Sinni dovesse avere un qualunque tipo di problema, noi rimaniamo praticamente senz’acqua in una parte vastissima della Regione.
È di questi giorni anche l’attività che la Regione Puglia ha svolto con il Consorzio unico di bonifica, un altro bubbone gigantesco che abbiamo affrontato con la collaborazione di tutti, perché, a parte le inevitabili strumentalizzazioni che ciascuno ovviamente fa su questa benedetta storia delle cartelle dei consorzi, anche la diga del Pappadai tra pochi mesi potrà essere finalmente riempita, collaudata e messa a disposizione del sistema irriguo.
La stessa cosa è avvenuta e sta avvenendo per una diga ad Altamura e, fermo restando che i problemi non finiscono mai perché, se finissero, io dormirei bene, invece bene non riesco a dormire quasi mai, stiamo realizzando un sistema complessivo di gestione dell’acqua potabile, dell’acqua irrigua, che ci permette di reagire ad una minaccia grave, generale, che è quella dei mutamenti climatici, ma anche ad uno specifico, che è quello della Xylella, e ai progetti di riforestazione e di costruzione dell’acquedotto rurale, che sta seguendo l’Assessorato all’agricoltura con le risorse idriche, che consentirà di gestire una situazione produttiva, turistica, residenziale, igienica che sia la migliore possibile.
Cogliamo quindi l’occasione di questo voto per una piccola festa interiore, perché di questo si tratta, ricordando i momenti in cui, quando vedevi il percorso complicatissimo e quasi impossibile, ti chiedevi come sarebbe stato possibile venirne fuori, e invece ne siamo venuti fuori e la cosa divertente è che abbiamo di rispettato quella bellissima frase di don Milani che diceva "uscire fuori da soli dalle cose è egoismo", ammesso che uno ne esca, "uscirne insieme è politica", perché questo è un atto politico, non atto tecnico, non ci si illuda che l’approccio tecnico-scientifico neghi il primato della politica, perché così non è.
Quando questo Consiglio fa atti che manutengono il primato della politica, forse perché sono quello che ha i capelli più bianchi, assieme a Di Gregorio e Gabellone, che però tiene meglio di me, non posso che provare un particolare orgoglio perché è evidente che questa è la cosa che conforta tutti quelli che ancora devono nascere in questa Regione, e quelli che sono talmente anziani da non avere una prospettiva particolare, ma che in voi, attraverso le vostre scelte, realizzano quella serenità di aver fatto le cose per bene, che poi è il meccanismo sul quale è basato il rapporto tra i cittadini e le Istituzioni. Quando le Istituzioni fanno le cose per bene, i cittadini non ve lo diranno, perché non sono fessi, non ci fanno rilassare, menano sempre, tutti i giorni, come deve fare un datore di lavoro, come deve fare un insegnante, come deve fare una madre che vuol far studiare i suoi ragazzi. Io tutti i giorni sto lì, col mio telefono, rispondo, correggo… Quindi, non posso sperare che qualcuno ci faccia i complimenti.
Loro però, in fondo lo sanno di avere a disposizione, cosa che non dico per la prima volta, una classe dirigente in questa Regione che in questi anni ha saputo fare cose straordinarie, ha saputo difendere le nostre comunità dalle infiltrazioni mafiose, lo ha fatto con un’energia straordinaria e continuiamo a combattere, ha saputo aprire questa Regione all’ospitalità sia turistica che dei migranti, di coloro che ne hanno bisogno.
Ho spedito ieri una lettera alla Presidente del Consiglio, Meloni, e al Ministro della sanità Schillaci, e chiedo la collaborazione di tutti, per poter ospitare in Puglia una ragazza che ha bisogno di nuovo, professor Lopalco, della somministrazione dello Zolgensma. Ci vuole oltre un altro milione di euro per somministrare questo medicinale ad una ragazza palestinese che sarebbe pronta ad arrivare. Noi abbiamo la cultura giusta per fare gesti di questo genere.
Io che transeunte sono il vostro Presidente, non posso che ringraziare veramente tutti, anche l’opposizione, anche laddove non dovesse votare favorevolmente una parte dell’opposizione, però onestamente in questa vicenda ci si è comportati in maniera veramente collaborativa, corretta, proponendo altri punti di vista che poi la maggioranza ha in parte condiviso, in parte non condiviso, però è una bella giornata. E siccome non sono tantissime le belle giornate, facendo questo mestiere, non posso che ringraziarvi per avermela fatta vivere.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazi a lei, Presidente.
Adesso votiamo la legge nel suo complesso.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 35, contrari 7.
La legge è approvata.
L’urgenza. Votiamo per alzata di mano.
Chi è favorevole? Chi si astiene? Chi è contrario? Nessuno.
Approvato all’unanimità.