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C.r. Puglia 21.11.2023
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Speaker : PRESIDENTE.
(Segue inno nazionale) Buongiorno a tutte e a tutti, care colleghe e cari colleghi.
Diamo per approvato il processo verbale della scorsa seduta 15 novembre 2023.
Hanno chiesto congedo i colleghi Metallo e Pagliaro.
Adesso passo la parola al consigliere segretario Napoleone Cera per la lettura degli atti attribuiti alle Commissioni.
Speaker : CERA.
Sono state assegnate alle seguenti Commissioni, Commissione I: disegno di legge n. 196 del 13.11.2023 “Riconoscimento ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera e), del decreto legislativo n. 118/2011 della legittimità del debito fuori bilancio relativo a servizi afferenti l’Avvocatura regionale e variazione al bilancio di previsione. Incarichi di patrocinio legale conferiti fino al 2011 – diciannovesimo provvedimento 2023”; disegno di legge n. 197 del 13.11.2023 “Riconoscimento di debito fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, derivante dalla sentenza del TAR Puglia n. 875/2023”; disegno di legge n. 198 del 13.11.2023 “Riconoscimento di legittimità del debito fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. afferente la Sezione Farmaci, Dispositivi Medici e Assistenza Integrativa – sentenza Corte di Appello di Firenze – Seconda Sezione penale – n. 5782 del 05.12.2018”; disegno di legge n. 199 del 13.11.2023 “Riconoscimento di legittimità del debito fuori bilancio, ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. – Pignoramento presso terzi – n. 20230000579 Codice RGE 001420/2023 – Regolarizzazione parziale carte contabili in favore del Tesoriere regionale derivante da provvisorio di uscita n. 53 del 26.05.2023 – cartella esattoriale n. 01420220032282521001”.
Sono state assegnate alla III Commissione: proposta di legge a firma dei consiglieri Bellomo, Conserva, De Blasi, Splendido “Disposizioni in favore delle persone affette da fibromialgia”.
È stata assegnata alla VI Commissione la proposta di legge a firma del consigliere La Notte “Disposizione per la qualità e la sicurezza del lavoro, per il contrasto al dumping contrattuale, nonché per la stabilità occupazionale dei contratti pubblici d’appalto o di concessione eseguiti sul territorio regionale”.
Interrogazioni, interpellanze e mozioni presentate. Sono state presentate le seguenti mozioni: Di Cuia, Scalera, De Blasi, Dell’Erba, Romito, Perrini, Picaro, Caroli, Pagliaro “Modifica del Piano energetico ambientale regionale”.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Care colleghe e cari colleghi, la cronaca di questi giorni con l’uccisione di una giovane ragazza di soli ventidue anni, l’ennesima in questi anni, ha colpito tutti noi.
Vorrei che ci fermassimo a riflettere su cosa dobbiamo e possiamo fare per arrestare quella che è una vera e propria strage.
Giulia Cecchettin è la centocinquesima donna uccisa da un uomo in Italia dall’inizio dell’anno.
Siamo tutti consapevoli che bisogna intervenire subito con azioni concrete e mai fermarsi alla retorica delle dichiarazioni.
La Regione da anni si impegna a sostenere le donne vittime di violenza, lo fa attraverso il sostegno ai CAV, lo fa in tanti modi, ma dobbiamo trovare tutte le modalità possibili per fare di più. Dobbiamo intervenire sulla prevenzione, bisogna mettere in campo azioni finalizzate a sovvertire la cura patriarcale che ha ancora radici profonde nella nostra società, e non c’è distinzione di età visto che tra le vittime e i carnefici ci sono giovani donne e giovani uomini.
Non c’è differenza di fasce sociali: purtroppo, può riguardare e riguarda tutti gli uomini e tutte le donne. Serve prevenire perciò abbattendo la rete di stereotipi che sono il frutto di una cultura ancora diffusa nelle famiglie, negli ambienti della formazione, nel mondo del lavoro, e che vede la dominazione della figura maschile.
È una realtà ancora ingabbiata in categorie che non accetta che la donna sia libera, indipendente e anche di successo.
Le donne negli ultimi decenni, grazie anche ai movimenti e alle associazioni femministe, hanno fatto grandi passi avanti nella conquista dei diritti e delle libertà. Ma questo percorso non è ancora maturato, tra gli uomini. Per questo serve intervenire già dall’infanzia, seminando valori che educhino alla parità e dell’uguaglianza. Questi devono diventare concetti scontati, intrinsechi nella natura di ciascuno di noi.
In questo percorso un ruolo fondamentale lo hanno la famiglia e la scuola: come non riconoscerlo? Non possiamo fondare tutto sulla scuola, dobbiamo lavorare anche con le famiglie, nelle famiglie, ed è da qui che dobbiamo partire per insegnare il rispetto e l’essenza vera dell’amore, che non è mai possesso. Dobbiamo parlare, con i nostri ragazzi, ascoltarli.
La Regione Puglia, sono certa, intende fare la sua parte, sostenendo anche con proprie risorse – l’ho sentito dagli assessori competenti – un percorso socioeducativo dedicato all’affettività, con la realizzazione di percorsi con gli studenti, ma anche con i docenti, con i genitori e con il personale scolastico.
L’obiettivo è promuovere il rispetto della persona con la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni di ogni tipo. C’è una legge all’ordine del giorno del Consiglio regionale, con la quale si interviene all’articolo 3 proprio sui percorsi socioeducativi. È una legge che ha molti emendamenti, che richiede la necessità di un notevole approfondimento. Perciò mi è stato chiesto di non discuterla oggi, ma di affrontarla in un prossimo Consiglio.
Lunedì faremo Conferenza dei Capigruppo e decideremo. la data, possibilmente anche il giorno successivo in cui metterla in discussione. Ma l’obiettivo nostro, di tutti, ne sono sicura, di tutti noi che siamo qui è promuovere il rispetto della persona, con la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni di ogni tipo.
Serve, ne dobbiamo essere consapevoli, una rivoluzione culturale. Non possiamo più perdere tempo, dobbiamo far fronte comune, tutti, senza colore politico, senza distinzione di sesso, come dice la nostra Costituzione.
Siamo vicini, e mi tremano le gambe, da madre, non solo da rappresentante delle Istituzioni, alla famiglia di Giulia: a suo padre Gino, che ringraziamo per il suo grande esempio di forza e di coraggio, e il nostro abbraccio va a sua sorella Elena. Voglio dirle che non sarà sola in questa battaglia, per questo colgo il suo appello e non vi chiederò il minuto di silenzio: non sia mai che quel minuto di silenzio segnali un’inerzia, ma vi chiedo di intraprendere, insieme con noi, tutti insieme, questa rivoluzione.
(Applausi)
Consigliera Parchitelli, prego. Ha chiesto di intervenire.
Speaker : PARCHITELLI.
Volevo intervenire sempre su questo, Presidente.
Filippo Turetta è stato arrestato, accusato di aver assassinato Giulia Cecchettin con venti coltellate, e di averne gettato il corpo in un crepaccio, vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone.
È l’ennesimo tragico epilogo del centocinquesimo femminicidio del 2023 in Italia ad oggi. Cosa ci dice questo? Che non possiamo laurearci prima del nostro compagno; che non possiamo essere più brave e più competitive. E non bastano nemmeno le scuse.
Tuttora, in Italia alle donne si continua a insegnare che devono accudire e che non se ne possono andare. È una visione brutale, iniqua e limitante delle infinite potenzialità di un individuo. Eppure, è stata ripetuta e perpetrata talmente a lungo che le donne l’hanno introiettata fino a trovarla parte del proprio tessuto esistenziale, epidermico.
Nei secoli le donne hanno appreso la propria ininfluenza, hanno imparato ad avere paura, perché la paura limita il rischio ed aumenta la possibilità di sopravvivenza. Alle donne hanno spiegato che se si rischia si muore, e così nei secoli dei secoli.
Purtroppo, le donne muoiono anche se non rischiano, anche se ubbidiscono, e muoiono per mano dei compagni, dei mariti, degli ex, ma anche dei padri e dei fratelli. Nel 2023 in Italia ne sono morte 105, una ogni 72 ore. Muoiono al di là del reddito, come ha detto la Presidente, al di là della professione e del livello di istruzione. Gli uomini uccidono le donne nei centri delle grandi e piccole città, nelle periferie e nelle campagne, nelle province profonde a nord e sud. Gli uomini che cosa ci rispondono? “Non tutti gli uomini uccidono una donna”. Le donne pensano “Tutte le donne possono essere uccise da un uomo”. Le donne pensano “Domani potrei essere io”. Guardano un’altra donna e pensano “Domani potresti essere tu”. Gli uomini non lo so se pensano “Potrei essere io?”.
Il femminicidio è un crimine intrecciato alla violenza, su una soggettività percepita come inferiore o debole. È l’estremo esercizio di potere che chiarisce la struttura gerarchica di un mondo in cui nessuno mai deve dimenticare chi comanda: il patriarcato.
Il femminicidio è la prova che la violenza di genere non è un raptus, ma uno strumento per disciplinare l’esercizio di potere assoluto poiché la vittima è roba, possedimento, oggetto spersonalizzato.
Se un uomo può reputare oggi una donna roba sua, allora dobbiamo accettare che in lungo e tardivo percorso normativo che in Italia ha visto susseguirsi diverse norme è evidentemente ancora deficitario.
Ci ricordiamo quanto vuoto era il Parlamento per la ratifica del Trattato di Istanbul? Ci ricordiamo le risate quando da tempo chiediamo di introdurre l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole? Ci ricordiamo le solite domande nei processi per stupro? “Come eri vestita? Avevi bevuto? Avevi sorriso?”, come se si potesse giustificare una violenza, un assassinio.
Se anche la politica è strettamente un affare maschile, e quest’Aula ce lo dimostra, solo sette donne su cinquantuno componenti, come potrà mai quest’Aula avere uno sguardo attento e profondo su queste questioni?
Il diritto da solo non può cambiare il corpo intero di un sistema. È solo un pezzo di un Paese in cui la cultura prevede che le donne vivano in un regime di costante minaccia. Sulla cultura del Paese è necessario operare. Un piccolo grande esempio, un esempio importante che è stato fatto proprio qui nella nostra regione, nel 2021, con l’assessore Stea.
Nel 2021, in occasione del 25 novembre, è stata svolta un’indagine tra gli impiegati della nostra Regione, funzionari e dirigenti, sul fenomeno delle molestie sul luogo di lavoro. Abbiamo voluto guardare dentro casa nostra, prima di tutto.
La ricerca – ricorderete – ha prodotto però dei risultati non molto confortanti. Per questo noi promettemmo di mettere in campo delle azioni per arginare questo fenomeno che aveva messo le radici anche nei nostri uffici. Noi potremmo magari iniziare anche da qui nel mettere in campo nuove azioni, ovvero quelle azioni che avevamo preventivato, lo sportello di ascolto, la costruzione di percorsi di presa di coscienza anche qui nella nostra Regione.
Dovremmo, in generale, lavorare su due fronti: far funzionare e investire risorse affinché le leggi che abbiamo funzionino. Dovremmo investire sulla trasmissione di una conoscenza che smantelli l’incubo che abitiamo, chi decostruisca la gerarchia di genere. Dobbiamo farlo tutti in ogni nostro atto e non solo in occasioni di eventi spaventosi come quello che è accaduto nei giorni scorsi e in occasione del 25 novembre.
Io, però, non so davvero se saremo in grado di farlo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliera Parchitelli.
In Conferenza dei Capigruppo abbiamo deciso di proporvi questo ordine del giorno. Si parte dal primo punto, quello che prevede i debiti fuori bilancio. Al secondo punto mettiamo il disegno di legge di cui al punto n. 20). Che cosa contiene questo disegno di legge? Contiene tutta una serie di adempimenti che sono stati richiesti dal Governo per evitare l’impugnazione alla Corte costituzionale. Quindi, noi mettiamo l’adeguamento che facciamo in osservanza alla richiesta fatta dal Governo. Due sono contenuti nel DDL, altri sono presentati oggi come emendamenti sottoscritti anche da me, perché sono proprio meri adempimenti. Vi faccio presente che il Governo ci ha chiesto di mandare un resoconto degli adempimenti effettuati rispetto alle proprie richieste. Poi abbiamo il punto n. 2), che diventa il n. 3), l’elezione del Garante, quindi il punto al n. 3), il punto al n. 4) e poi quello al n. 43).
Abbiamo deciso di continuare per l’approvazione di tutti questi punti.
Non ho iscritti a parlare.
Passiamo subito al disegno di legge…
Prego, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Innanzitutto è chiaro che parlare degli ultimi accadimenti da appartenente al genere maschile non è una cosa facile, perché, come ho detto più volte, e credo sia una cosa che coinvolge un po’ tutti noi, parlo degli appartenenti al genere maschile, non riusciamo più – e questo è un grande passo – a considerare questi eventi come il frutto di anomalie sconnesse dalla cultura generale, che evidentemente è talmente diffusa non solo nel nostro territorio, ma probabilmente all’interno di società che pensano di sé stesse di essere molto evolute e che nella realtà non riescono a gestire non solo, temo, i rapporti interpersonali tra uomo e donna, ma più in generale la crescita del ruolo delle donne all’interno della società.
C’è una idea competitiva che già è violentissima tra uomini, che però non eravamo, evidentemente, abituati a gestire con il cosiddetto “sesso debole”. Eravamo certi che non sarebbe mai arrivato il giorno in cui ci si sarebbe confrontati in una campagna elettorale, nella competizione per la guida di un ufficio, nella competizione per l’assunzione di ruoli rilevanti, soprattutto di tipo politico, con una donna. Questa cosa noi ce la dobbiamo evidentemente ripetere, perché anche quelli che di sé stessi pensano di aver superato questa concezione, che è qualche cosa di più che semplicemente patriarcale, è la concezione della superiorità maschile rispetto alle donne, noi continuiamo, probabilmente, a fare battute su come le donne guidano, su come le donne sono brave in alcune materie e non in altre. come se non esistessero magistrati donna, militari donna, chirurghi donna, come se realmente credessimo a questa tradizionale vulgata che assegna ruoli diversi ai generi, e naturalmente creiamo smarrimento, lo creiamo forse sin dai primi giorni di vita di ciascuno di noi. Gli si dice che gli uomini non piangono, le donne sì, che le donne sono capaci di comprendere e gli uomini, se comprendono troppo e se sono troppo gentili e delicati, sono effemminati, sono incapaci di mostrare il testosterone, come se la virilità consistesse nell’essere diversi da una donna, completamente diversi da una donna.
Naturalmente, c’è lo sforzo che la Regione sta facendo, e adesso sta arrivando anche l’assessore Barone, che ha il compito di fare un breve riassunto di tutto ciò che la Regione ha realizzato in questi anni, che non è poco, ma evidentemente non è abbastanza. Non è abbastanza perché la nostra Regione non ha trend, da questo punto di vista, che sono diversi da quelli dell’intero Paese.
Se persino il Governo della Repubblica in più occasioni e con più Presidenti del Consiglio dei Ministri, questa volta per la prima volta con un Presidente del Consiglio donna sono sostanzialmente in una difficoltà strategica e tattica nel gestire un fenomeno gravissimo, un fenomeno che sicuramente provoca, come le innumerevoli morti che avvengono per altre cause, in maniera sistematica (morti sul lavoro, morti per incidenti stradali), ovviamente la gravità del fenomeno di omicidi dolosi, spesso addirittura premeditati, concepiti in un lungo percorso che parte da minacce, che parte probabilmente dall’idea che attraverso una gestione autoritaria e forte della famiglia nel suo complesso… Vi voglio ricordare che spessissimo questi casi coinvolgono e provocano l’omicidio anche dei figli, cose talmente connesse alla madre da dover essere uccisi con lei.
Non so quale sia il meccanismo per il quale in alcuni casi dopo aver sviluppato questa idea di violenza su donne, figli a qualcuno venga – non so se sia tale – un sussulto di coscienza, o peggio, l’esaurimento di ogni energia vitale, perché spesso c’è anche la situazione nella quale l’autore di questi fatti si toglie la vita. Si toglie la vita perché non sa come spiegarli? Questo sicuramente sì, perché una spiegazione, una giustificazione non esiste. Ma soprattutto, perché questa idea dell’essere uomo è talmente radicata e forte che nel momento in cui si esaurisce con un atto estremo toglie una ragione dell’esistenza. Ed è su questo che probabilmente gli uomini devono riflettere. La ragione dell’esistenza e la bellezza della vita di un uomo non può consistere nell’esercitare il dominio su una donna che pure si pensa di amare. Quindi, la cosa è grave ed è profonda e non può essere risolta evidentemente solo innalzando le pene o aumentando le misure di cautela, di sicurezza. È evidente che a questi atti non si arriva all’improvviso, si arriva in escalation.
È molto raro o comunque è più raro che questi fatti avvengano all’improvviso. C’è un’escalation, un’escalation che, come noi abbiamo provato a fare con il nostro intervento, anche legislativo, con riferimento ai centri antiviolenza, deve passare innanzitutto dal conoscere la situazione e dal consentire al soggetto che la vive, quindi parliamo all’uomo, al maschio, di comprendere che gli scatti d’ira, i momenti di nervosismo, gli spintoni, anche quelle cose apparentemente innocenti, sono, come per ogni malattia, come per ogni situazione di degrado personale, solo sintomi di qualche cosa di molto più grave che può arrivare ed è quella la fase nella quale il sistema deve funzionare nella migliore delle maniere.
Ecco perché sulla base, ripeto, dell’esistente, che non è poco, ma non è abbastanza, vorrei dar vita, all’interno della Giunta, esattamente come è avvenuto per la questione dell’Agenda di genere, per la questione del recuperare giovani alla presenza in Puglia, vorrei che la Giunta cominciasse a lavorare, assieme al Consiglio, però, perché questa non è una materia che la Giunta può maneggiare da sola, non ne ha la legittimazione per certi versi, se non in termini di agevolazione di tutti voi nello svolgere la funzione di rappresentare la sovranità compiuta del popolo pugliese, di dar vita a un meccanismo di coordinamento permanente di tutte le attività regionali, sia gestionali che legislative, in connessione con i Comuni, che monitori permanentemente le situazioni di particolare gravità sia dal punto di vista delle regole generali e, quindi, della istituzione di strategie e percorsi, percorsi veri e propri… Io non voglio chiamare malattie queste sindromi, anche perché potrebbe persino essere un modo per scusarle, però evidentemente hanno caratteristiche che vanno affrontate esattamente come tutte le sindromi croniche devianti o pericolose, e vanno affrontate attraverso una strategia che crei una connessione tra tutti i soggetti che percepiscono il fenomeno. Le forze dell’ordine, quando percepiscono un fenomeno così, i Centri antiviolenza, i sindaci, i consiglieri comunali non hanno un riferimento generale per un intervento proattivo, cioè che non sia più solo un intervento di attesa e di tutela attraverso le misure interdittive, ma che consenta in casi del genere, come avviene per la tossicodipendenza, un intervento diretto proattivo nella vita del soggetto che si rende protagonista di queste vicende. Esistono già brandelli importanti di una strategia di questo genere, ma vanno evidentemente completati.
Non so se il percorso del quale vi sto parlando rientri totalmente nella competenza legislativa del Consiglio. Probabilmente avremo bisogno di dialogare anche con il Governo. Ma non credo che ci sia momento più adatto di questo per creare questo meccanismo di connessione strategica, gestionale e legislativa, al fine di costruire una strategia.
Partiamo dalle palafitte, nel senso che la nostra tecnologia da questo punto di vista, la nostra capacità di intervenire sul fenomeno non è più alta di quella, che consentì ai nostri progenitori di costruire, per la prima volta, case staccate da terra per limitare i pericoli che le circondavano. Però, non per questo, non per lo stato di arretratezza nel quale ci troviamo dobbiamo rifiutare di accettare questa sfida.
In tutta sincerità, è da molti anni che giriamo attorno a questa materia. Il Consiglio, con la sua autonomia, e volevo ringraziare lei, Presidente, e tutti i suoi collaboratori anche per queste indagini che sono state realizzate all’interno del Consiglio sui rapporti tra uomini e donne, per valutare, per conoscere, per comprendere, però lo strumento operativo deve diventare proattivo. Non può più essere solo l’attesa o la donna che denuncia, perché non sempre le nostre attività per spingere la denuncia sono sufficienti.
Di fronte anche al minimo segno occorre un intervento non solo di separazione fisica tra il soggetto che esercita la minaccia e la possibile vittima, ma bisogna intervenire nella vita di chi ha esercitato la minaccia, visto che altre forme la nostra Costituzione… Noi siamo uno Stato di diritto, quindi è evidente che capisco la difficoltà del legislatore nazionale nell’adottare, in mancanza di vere e proprie condotte di reato, provvedimenti di questo genere, soprattutto per reati che sono in buona parte, almeno quelli prodromici, perseguibili a querela e non d’ufficio. Forse anche su questo bisognerebbe intervenire, ma non è certamente nella nostra competenza.
Quindi, mi piacerebbe che il Consiglio, avendo la disponibilità mia personale e dell’intera Giunta, valutasse nelle prossime sedute la possibilità di elaborare congiuntamente una strategia che consenta un intervento nella vita degli uomini che per una qualunque ragione diano la sensazione di non essere capaci di gestire il loro ruolo, finalizzati alla sicurezza delle donne che gli vivono vicino. Non è una cosa giuridicamente semplice, ve lo dico già da adesso, è una cosa complessa. Però ci sono molti livelli di approccio a questa strategia, e ovviamente, serviranno anche degli investimenti, perché un sistema di questo genere è un sistema di monitoraggio permanente con facoltà di intervento non dissimile da quello che, per esempio, gli assistenti sociali realizzano sui minori, anche al minimo accenno di disagio. Esiste una legislazione che consente l’intervento, certo sotto la sorveglianza di un giudice, in quel caso, e qui serve la competenza legislativa nazionale. Però questo intervento è un intervento che deve essere realizzato.
Stare ad aspettare e poi commemorare, sinceramente, un po’ per carattere, un po’ per manifesta inutilità, credo non sia la strategia giusta, fermo restando che anche in questo caso l’impegno che dobbiamo prendere tutti è che una cosa di questo tipo non può essere oggetto di legittima contesa politica tra di noi.
Io vorrei garantire al Consiglio che la Giunta agirà in modo assolutamente bipartisan, dando la stessa identica importanza alle ragioni di qualunque consigliere regionale che intendesse anche impegnarsi direttamente in questo genere di attività, cosa che non può essere evidentemente richiesta a ciascuno, perché nulla vieta al Presidente di costituire un osservatorio generale delle attività che definiremo che sia composto da tutti i consiglieri che si vorranno occupare direttamente di queste materie. Lì dentro sarà più facile elaborare strategie senza essere strozzati dai minuti, spesso piuttosto scarsi, che dedichiamo quando dobbiamo fare una commemorazione. Poi, peraltro, le commemorazioni non sono adatte al pensiero. Quando si commemora è difficile pensare. Io stesso in questo momento, avrete notato, sono molto più in difficoltà che al solito, anche perché questo senso di responsabilità e di colpa generale che vivo nell’appartenere al genere maschile è talmente forte che ho bisogno del vostro sostegno, del vostro pensiero, del vostro aiuto per concepire una strategia in cui l’intera Regione Puglia si apre alla società, entra in comunicazione con essa, la raccorda, la conforta ed interviene con la stessa logica preventiva della Protezione civile per i grandi disastri, senza attendere che il disastro si consumi. Falliremo tante altre volte, intendiamoci. Anche se dovessimo mettere a punto in questo momento il sistema più perfezionato che la nostra visione ci consentirà di realizzare non sarà certo perfetto, ma non è questo il motivo per non cominciare.
Qualcuno potrebbe dire che è difficile, è impossibile, ci stanno provando, ma non ci riescono. L’ho sentita tante volte questa frase: non è possibile, ci stiamo provando, altri hanno fatto e non hanno concluso nulla. Noi ci dobbiamo provare. Questo impegno prendetelo veramente come una disponibilità umile, senza particolare capacità di ispirarvi più di quello che vi ho detto oggi, ma ovviamente merita una reazione permanente, almeno nei prossimi anni che avremo la fortuna, l’onore e l’onere di vivere insieme.
Vorrei adesso che l’assessore Barone desse conto rapidamente dello stato dell’arte, per poi valutare, nelle sedute successive, cosa sarà possibile fare in più per migliorare la nostra capacità di gestione di questa gravissima problematica.
Speaker : PRESIDENTE.
L’assessore Barone aveva chiesto di intervenire, effettivamente. Le dà la delega il Presidente. Magari, dopo, proprio sulla proposta del Presidente, mi riservo di intervenire. Prego.
Speaker : BARONE, assessore al welfare.
Buongiorno a tutti. Grazie, Presidente.
Probabilmente il fenomeno può essere un po’ più chiaro a tutti noi se parliamo di numeri. I numeri che oggi interessano l’intero Paese sono dall’inizio dell’anno 105 le donne, di ogni età, di ogni classe sociale, di ogni provenienza, probabilmente anche di ogni status economico, che sono state ammazzate, perlopiù dai compagni, perlopiù dagli ex fidanzati, perlopiù dai mariti o dai fidanzati ufficiali, anche qualche sconosciuto è compreso in questo dato. Però, 105 sono le donne dall’inizio dell’anno che sono state ammazzate. Lo scorso anno su 180 omicidi, quindi nel 2022, 114 sono stati femminicidi. Quindi, il fenomeno non soltanto è particolarmente grave, drammatico, allarmante, ma è anche numerosamente drammatico.
Inoltre, a questi dati, che sono sicuramente molto, molto gravi, dovete aggiungere un sommerso immenso, cioè tantissime donne che subiscono, nelle loro case, nelle loro abitazioni, nella loro quotidianità, una violenza subdola, molto, molto intrinseca, che spesso passa dal controllo del telefono, piuttosto che dei soldi, di come si è vestiti, di con chi si esce, un controllo della vita a 360 gradi. Proprio per questo, ovviamente siamo a ridosso del 25 novembre, tante sono le manifestazioni che verranno fatte. Però, credo che, al netto di tutto, i numeri parlino chiaro, e parlano di un fenomeno dilagante, che oggi con la povera Giulia forse ha raccolto e sta raccogliendo una grande attrazione e una grande capacità di mettere un punto fermo.
Come Regione Puglia l’impegno verso questo tipo di fenomeni nasce già nel 2014, con la legge n. 29, che questo Consiglio ha emanato, norme per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, il sostegno alle vittime e la promozione della libertà e l’autodeterminazione delle donne. Tutto questo per potenziare una rete che era già esistente, che poi considerate e comprendete bene quanto oggi sia ancora più importante ottenere e che sia non solo solida, ma che veramente dia risposte.
Questa rete, in regione Puglia, è formata da ventotto Centri antiviolenza, pubblici e privati, quarantanove sportelli di appoggio e trentasette sportelli autonomi. Cioè, abbiamo punti di ascolto per le donne. Considerate che in questi sportelli e soprattutto nei Centri antiviolenza lavora una équipe di professionisti particolarmente formati e capaci, e a questa formazione – ci tengo a dirlo – collabora anche la Regione Puglia. Abbiamo messo anche quest’anno 50.000 euro. Con le quattro università pugliesi partiamo nuovamente, per il terzo anno, con un corso di formazione agli operatori e alle operatrici in maniera che siano pronte a rispondere e ad ascoltare, perché spesso e volentieri comprendete bene anche il disagio e la difficoltà, la grande problematica anche umana di ascoltare donne che raccontano la loro quotidianità, quello che avviene magari tra le quattro mura domestiche, che dovrebbero essere il luogo più sicuro, e che al contrario diventano il luogo dell’umiliazione, il luogo dello sfinimento, il luogo dove magari uomini che apparentemente fuori sono sicuri di sé, gentilissimi, magari molto galanti, al contrario, all’interno delle proprie case vanno a sfogare tutta la frustrazione che hanno e che nella donna, la propria vittima, nella propria compagna trova soddisfazione.
Quindi, considerate non soltanto il numero delle vittime, ma le vittime sono soltanto il numero più evidente. C’è un substrato, c’è uno sconosciuto, c’è un numero enorme di donne che subiscono quotidianamente quello che non possiamo neanche immaginare, e che sicuramente toccherebbe ognuno di noi se vivessimo in quelle stesse case.
Noi dobbiamo dire che nel quinto piano delle politiche sociali, un piano approvato due anni fa, ovviamente, il tema del contrasto alla violenza sulle donne è stato approfondito, integrato anche con l’Agenda di genere, un documento strategico di cui la Regione Puglia si è dotata, in cui tutti gli Assessorati e tutti i Dipartimenti hanno lavorato in maniera integrata, per dare una risposta e un sostegno reale alle donne a più livelli, cercando proprio di consolidare nei confronti di chi è più in difficoltà, di queste donne che magari spesso e volentieri non hanno un lavoro, non hanno un’autonomia, non hanno la possibilità di uscire da un circolo assolutamente vizioso, di poter avere delle opportunità, delle alternative.
Quindi, oltre al quinto piano delle politiche sociali, la Regione Puglia si è dotata di un documento strategico che è l’agenda di genere. Parliamo quindi in Puglia di 28 centri antiviolenza, privati e pubblici, di 49 sportelli e 37 sportelli di sostegno.
Inoltre, in un primo momento, come sempre avviene, le risorse di cui è stata dotata la Regione, in un primo momento erano soltanto sperimentali, oggi sono ordinarie, e parliamo, per il 2022 di 2.500.000 euro circa per le risorse statali e di più di 1 milione di risorse regionali.
Tutti questi soldi vengono messi insieme e vanno a consolidare e a rafforzare i centri antiviolenza, creando e dando vita a quel primo punto di ascolto, quella sentinella sui territori su cui io vi invito, consiglieri regionali, e informarvi. Probabilmente sono in quasi tutte le città, quasi in tutti i Paesi. Io credo che sia molto importante, e questo secondo me, Presidente, dovremmo farlo, fare una campagna di comunicazione per comunicare gli orari di apertura dei centri antiviolenza. Cosa succede infatti? Che magari, nello stesso ambito – perché perlopiù sono ambiti, parliamo magari dell’ambito che posso conoscere di più, Manfredonia, Monte Sant’Angelo, Mattinata – succede che io, donna di Mattinata, che devo andare a denunciare, difficilmente vado nello sportello, nel centro antiviolenza di Mattinata, perché alla grande frustrazione c’è anche la difficoltà, c’è la vergogna, perché in paese ci si conosce tutti. Io credo che sarebbe molto importante, in qualche modo, comunicare, da parte magari di tutti i consiglieri regionali, quelli che sono i centri antiviolenza nei vostri paesi, in maniera che io ambito di Mattinata, io ambito di Manfredonia, leggo su Facebook, su internet, che il centro antiviolenza di Manfredonia è aperto a quegli orari ed è più facile andare a denunciare in paesi vicini, limitrofi, dove magari non mi conoscono le operatrici, magari non mi conosce la donna con cui vado a parlare. Comprendete bene che, oltre alla frustrazione di quello che si vive in casa, c’è la vergogna di dover denunciare il marito, il fidanzato, l’ex fidanzato. Non è facile. O il padre in alcuni casi. Ci sono state anche situazioni e storie assurde in questo senso. I soldi sono stati così distribuiti: 1.040.000 euro circa proprio per i centri antiviolenza privati e pubblici, più di 790.000 euro per potenziare le case rifugio. Laddove io donna vado a denunciare, ovviamente devo lasciare casa e vengo accolta in queste case rifugio. A queste case abbiamo dato quasi 790.000 euro.
Inoltre, abbiamo 400.000 euro per il percorso del sostegno abitativo, la cosiddetta dote per l’empowerment e l’autonomia, perché comprendete bene che io devo trovare comunque almeno un percorso, e il percorso parte dalla casa, anche perché l’85 per cento delle donne che in Puglia hanno denunciato hanno minori, bambini. Quindi, alla violenza propria, psicologica, si somma una violenza che subiscono i miei figli, i miei minori, i bambini, che avranno danni probabilmente psicologici, danni per tutta la vita o comunque devono in qualche modo sicuramente essere supportati dal punto almeno psicologico, se non altro.
Abbiamo 400.000 euro dati per l’empowerment, quindi l’autonomia abitativa; 120.000 euro per rafforzare la rete dei servizi; 50.000 euro anche per i centri che aiutano gli uomini maltrattanti, perché anche quelli vanno riabilitati, laddove è possibile, quindi anche questo percorso dalla Regione Puglia viene supportato nel tempo; 30.000 euro per due case per la prima emergenza a carattere temporaneo; 32.000 euro per i corsi di formazione. Abbiamo fatto una campagna, insieme all’assessore allo sport, in tutta la Regione Puglia, che si chiamava “Allenati contro la violenza”, in cui con i CAV siamo andati nei più importanti eventi sportivi questa estate per aiutare e per sensibilizzare anche le persone alla presenza dei centri antiviolenza, perché non tutti sanno che esistono i centri antiviolenza. I 50.000 euro, che vi ho già detto, per i corsi di formazione che stanno facendo le Università pugliesi che partiranno a brevissimo, e inoltre - e chiudo - come Regione abbiamo voluto attuare una linea con il Reddito di dignità, cioè io donna che vado a denunciare posso attivarmi anche il Reddito di dignità, quindi avere 500 euro al mese.
È un patto di lavoro, un percorso personalizzato e un aiuto. In questo caso nell’ultimo anno sono stati 72 quelli attivati.
Per chiudere, vi lascio soltanto con i numeri di Regione Puglia di quante persone hanno denunciato. Nel 2022 hanno denunciato i nuovi accessi sono stati 2.258, 18 in meno rispetto al 2021, ovviamente l’accesso al CAV non comporta la denuncia, la denuncia è molto più delicata e molto più complicata, però l’accesso vuol dire già che qualcuno ha ritenuto di vivere in casa simili situazioni, quindi sono state 2.258.
Le donne italiane sono il 90 per cento, e il 67 per cento di queste si è rivolto in maniera spontanea, mentre le altre sono state mandate dai Servizi sociali. Ovviamente, nella maggior parte dei casi (l’80 per cento) è il partner, nell’8 per cento sono i parenti. Le donne più esposte ovviamente sono le conviventi, le nubili, donne che possono avere qualsiasi titolo di studio e qualsiasi età, perlopiù fra i 30 e i 49 anni, soprattutto ragazze che hanno conseguito il diploma di scuola media superiore.
Il 78 per cento delle donne, come abbiamo detto, ha dei minori. Nel chiudere, perché ovviamente non posso rubare l’intera giornata e non è questa l’intenzione, ci tengo a dire che l’impegno è tanto, capite bene che comprendere che esistono questi Centri antiviolenza è fondamentale, e voglio chiudere soltanto con una frase del papà di Giulia: "l’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non urla, non picchia, non uccide". Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, assessora.
Hanno chiesto di intervenire il consigliere Stellato e poi il consigliere Tutolo. Vi prego però di essere brevi.
Speaker : STELLATO.
Presidente, prendo la parola perché credo che, dopo che sul tema si sono espresse le colleghe consigliere, l’Assessore e anche il Presidente, sia altrettanto giusto che su questa tematica qualche volta parlino anche gli uomini i maschi, talvolta chiamati.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Speaker : STELLATO.
In particolare, tra le elencazioni dell’assessore Barone, devo dire che questa… Ragazzi, se mi ascoltate un attimo perché veramente faccio fatica a parlare da vicino.
Su questa tematica, l’assessore Barone ha fatto un elenco di cose che la Regione ha messo insieme, soprattutto a supporto delle strutture ricettive, dei centri antiviolenza, di quello che si può fare dopo che la violenza è stata consumata, dopo che gli abusi sono stati perpetrati.
Io invece approfitto della presenza del Presidente Emiliano per richiamare l’attenzione, Presidente, su un processo culturale. La vera rivoluzione la possiamo fare noi quando insegniamo ai nostri figli maschi che l’amore non è mai ossessione, che l’amore stride con la parola “possesso” e con la loro violenza.
Questo lo possiamo fare all’interno delle famiglie, ma dobbiamo, se vogliamo, realizzare dei progetti educativi all’interno delle scuole. Ovviamente, non mi sogno di sostituirci nel sistema scolastico di legislazione nazionale, che potrebbe prevedere – sono argomenti che in queste ore si susseguono – di inserire l’educazione sentimentale all’interno delle scuole. Però sono certo, Presidente, che la sua sensibilità su queste tematiche possa consentirci di mettere mano, anche attraverso l’Assessorato e il Dipartimento al ramo, di concerto con quello al welfare, di mettere su dei progetti educativi all’interno delle scuole di ogni ordine e grado, per colmare questa lacuna che oggi la legislazione nazionale non fa nel processo educativo scuola-famiglia.
Le famiglie lo possono fare all’interno del proprio ambito domestico. Noi possiamo fare qualcosa all’interno delle scuole.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Era esattamente il contenuto del primo intervento.
Prego. Il consigliere Tutolo ha chiesto di intervenire. Vi prego sempre di mantenervi in pochissimi minuti.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Io volevo far notare che tra le azioni evidenziate dall’assessore Barone c’era quella opportuna, assolutamente, quella più importante, probabilmente, per la separazione fisica di chi subisce violenza.
Se non ho capito male, sono 400.000 euro stanziati, che a mio avviso, facendo una semplicissima operazione aritmetica risultano veramente irrilevanti. Se sono 2.258 i nuovi accessi, significa che sono 177 euro all’anno per ognuno. Io dubito che si riescano a separare fisicamente, in qualche maniera, quindi sono sicuramente irrilevanti come somme, come stanziamento.
Se quindi veramente vogliamo incidere, probabilmente – siamo prossimi alla legge di bilancio – potremmo incidere con i fatti, realmente, e spero che verrà fatto, perché sennò alla fine vorrà dire che ce le raccontiamo, le cose, ma poi non diamo seguito ai buoni propositi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Tutolo.
Presidente Emiliano, hai chiesto di intervenire? No.
Consigliere Romito, le faccio la stessa richiesta di essere brevissimo.
Speaker : ROMITO.
Presidente, sarò assolutamente breve, perché io condivido quello che avete detto, ho sentito l’assessore, ho ascoltato il Presidente Emiliano, il collega. Sono tutte argomentazioni assolutamente giuste, legittime. Agire nelle scuole con una forma di educazione preventiva è un argomento che ormai credo sia per fortuna di una quotidianità elementare.
Però, Presidente, io credo che a proposito di scuola, e qui c’è l’assessore Leo a cui mi rivolgo, noi dovremmo utilizzare il percorso avviato da ciascun cittadino italiano da quando ha sei anni a quando finisce le scuole dell’obbligo, per fornire… Questa, assessore, è una proposta che io ho fatto in Consiglio comunale a Bari, andata in porto, e abbiamo organizzato un progetto che è stato assolutamente utile negli ultimi due anni, nell’amministrazione comunale ultima, l’abbiamo fatto negli ultimi due anni, quindi 2019-2020.
Io credo, assessore, che oltre all’educazione sarebbe utile fornire a tutte le donne della nostra Regione che nascono bimbe e finiscono le scuole dell’obbligo quando sono ormai vere e proprie donne degli strumenti anche per potersi difendere. Assessore, mi spiego: noi abbiamo pensato a Bari, e questa fu una mia iniziativa, di fornire tutte le ore di educazione fisica delle scuole dell’obbligo di un particolare percorso in cui le donne imparavano ad autodifendersi, l’autodifesa femminile. È un progetto che consta di un’ora a settimana, anche meno di un’ora a settimana, ma che se noi potessimo immaginarlo dalla prima elementare fino al quinto superiore alla fine di questo percorso noi potremmo dare anche degli strumenti pratici, oltre che teorici, a tutte le donne della nostra regione per provare a difendersi, perché i numeri che ha citato prima l’assessore sono agghiaccianti, devono lasciar riflettere. Io non so quante di quelle tragedie si sarebbero potute evitare se solo fossero state in grado, quelle vittime, di difendersi.
Credo, quindi, che organizzare dei corsi di autodifesa nelle scuole, assessore, o partire con dei progetti pilota per organizzare dei corsi di autodifesa, non della durata di uno spot, ma che possano veramente essere inseriti in forma curriculare dalla prima elementare al quinto superiore, potrebbe essere un elemento in più per dare coraggio alle nostre donne e soprattutto per scoraggiare qualche vigliacco che non ha di meglio da fare che utilizzare la violenza per imporre la propria idea.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ciliento. Prego.
Speaker : CILIENTO.
Grazie, Presidente.
Sento, in questo momento, di dover ringraziare questa Assise, perché sta dedicando un momento che non era certamente programmato ad una riflessione che riguarda tutto il nostro territorio.
La riflessione che ha fatto il Presidente credo che sia una veduta importante e lungimirante, perché iniziare a lanciare le basi di un percorso che possa vedere costruire delle buone prassi credo che debba interrogarci tutti.
Prendo in riferimento alcune parole che ieri ha detto un bambino. Stiamo parlando di questo tema in una settimana che è particolare: il 20 novembre è la Giornata internazionale dei diritti dei bambini e il 25 novembre è la Giornata contro ogni forma di violenza, in particolare contro la violenza sulle donne. È una settimana in cui ci si ferma a parlare di diritti. Come diceva questo bambino ieri, vogliamo solo il diritto di essere felici e di pensare ad un futuro.
Io credo che abbiamo il dovere, in maniera trasversale e, come diceva poco fa il Presidente, in rete con i territori, di provare a instaurare un cambiamento culturale, che vede coinvolto l’Assessorato al welfare, come quello alla cultura, come quello alla pubblica istruzione. Parlare di percorsi nelle scuole che siano socioeducativi e socioaffettivi credo sia la strada che dobbiamo iniziare a percorrere, perché per evitare tragedie come queste bisogna cominciare da quando si è piccoli. Allo stesso tempo, però, bisogna prestare un orecchio d’ascolto al perché arriviamo a queste grandi tragedie. È nostro dovere, in quanto consiglieri, mettere in piedi e provare a creare un percorso che tuteli ciascuno.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliera.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Leo e poi il Presidente Ventola. Poi chiuderei qui gli interventi. Prego.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Grazie, Presidente. Solo pochissimi minuti per fare una brevissima considerazione.
Le scuole sono inondate di progetti, sono inondate di attività, sono inondate di lavoro. Ogni giorno noi non possiamo immaginare quello che la scuola fa durante il percorso curriculare, e non. Quindi, dobbiamo riflettere molto e non dare alla scuola o non parlare di scuola continuamente quando succedono questi fatti. La scuola non può fare più di quello che fa. È davvero incredibile quello che fa ogni giorno, con i dirigenti, con tutto il personale scolastico. Organizza riunioni, convegni. Ieri sera sono stato a Surbo a guardare un film sulle tante fragilità che ci sono nelle scuole.
Penso che questo Governo abbia già cominciato a fare, per esempio, un ragionamento importante, che è quello dell’educazione civica nelle scuole. Questa è una disciplina, per esempio, che fino a qualche anno fa si era persa. Oggi si sta ricominciando a parlarne. Ma tutte le attività che vengono fatte nella scuola devono essere attività strutturate. Inoltre, come diceva il collega Romito, non può essere un intervento spot, cioè fatto di un percorso che dura una settimana o addirittura un giorno, che inizia e termina con un convegno o con un’iniziativa. Le cose vanno fatte perbene.
La scuola deve riprendere ad educare e non a somministrare e introiettare istruzione, ma ad educare. Questo è il tema fondamentale. Quindi, è un percorso culturale indubbiamente, che deve essere sedimentato, organizzato, strutturato. Bisogna dare più dignità alla nostra scuola, bisogna dare più dignità ai nostri docenti, perché il ruolo dell’educatore è assolutamente fondamentale.
Se noi pensiamo – ieri ne abbiamo parlato con la collega Barone e con la collega Di Bari – di mettere altri soldi (lo dico in maniera molto semplice) e di dare qualche ulteriore progetto nella scuola, probabilmente non riusciamo a comprendere cosa fa oggi la scuola, qual è il ruolo della scuola e qual è l’enorme peso che ha oggi la scuola, intanto perché la scuola ha già programmato tutte le attività scolastiche sino a fine anno, perché è dall’inizio dell’anno che la scuola inizia a programmare le attività, quindi questo è il tema importante.
Indubbiamente occorre organizzare anche la nostra Assemblea legislativa, il nostro Consiglio regionale e la nostra Giunta regionale per costruire, insieme all’Ufficio scolastico regionale, perché non scordiamo che la nostra scuola è una scuola del Ministero della Pubblica istruzione o dell’Istruzione e del merito, quindi noi abbiamo competenze molto marginali nella nostra scuola.
Questi sono i temi, abbiamo anche tantissima altra offerta formativa, non c’è soltanto la scuola, ci sono gli ITS, ci sono le Università, ci sono gli Enti di formazione. Tutto questo deve contribuire a rendere più omogenea questa attività che vogliamo fare. Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazia a lei, Assessore.
Ha chiesto di intervenire il presidente Ventola. Prego.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, colleghi consiglieri, Assessori, Presidenti della Giunta, senza entrare nei particolari, ma sarà capitato – immagino - a qualcuno di noi a volte di girare la testa dall’altra parte. Quando arriva il grido d’allarme di una potenziale vittima, quante volte è capitato di girarsi dall’altro lato? Se verificassimo all’interno dell’attività che venne svolta dai Centri antiviolenza chi sono coloro che hanno il coraggio di denunciare... poi ci si ferma lì, si aspetta l’intervento della magistratura, che spesso arriva in ritardo rispetto agli episodi di violenza che si verificano.
Noi parteciperemo attivamente a qualsiasi tipo di iniziativa possa realmente servire, legittimamente ognuno ha già fatto delle ipotesi, però credo che l’ultimo intervento dell’assessore Leo ci dia una chiave di lettura che probabilmente deve spingerci verso alcune direzioni. Mi spiego meglio.
La scuola fa già il suo dovere, educare e formare, non è una materia da insegnare la violenza, è nella crescita dei ragazzi, dall’asilo nido sino a quando si raggiunge la maturità, un percorso continuo di crescita, che è quello che ha fatto crescere il nostro Paese, che probabilmente tanti anni fa era in una situazione peggiore di questa, ma non si denunciava, c’era maggiore violenza.
Io quindi credo che il nostro dovere sia quello, soprattutto come consiglieri regionali, di far comprendere che noi possiamo diventare anche parte attiva. Quella dei centri antiviolenza è una sfida molto intrigante e interessante, nella misura in cui il centro antiviolenza esca fuori dalle sue mura.
Immaginate quanto sia importante il ruolo di un sacerdote. Il sacerdote ne sa molto più di qualsiasi professionista. C’è un luogo in cui, fermo restando il proprio ruolo, possano emergere alcune criticità? Il Centro antiviolenza è un luogo in cui uno si deve recare, ci deve andare, con tante difficoltà. Quanto invece siamo pronti a intervenire quando vediamo due ragazzini che malmenano una ragazza? Stiamo lì a riprenderli col telefonino, giriamo la testa dall’altro lato… Quanti genitori vediamo dalle quattro belli scapaccioni a quel ragazzotto che si è comportato in quella maniera, invece di inveire contro l’insegnante che magari ha avuto il coraggio di dire “scusa, smettila”?
Se dobbiamo accettare, come Fratelli d’Italia accettiamo sicuramente l’invito del Presidente ad occuparci di questa materia. Dobbiamo creare sicuramente delle condizioni per evitare di rischiare la demagogia, o qualcosa che rimane solo scritto. Realmente, cosa possiamo fare?
Sicuramente mettere più soldi a disposizione dell’assessore al welfare per potenziare i centri antiviolenza, per fare in modo che il centro antiviolenza sia la città, quindi quanta più gente pronta e disponibile ad ascoltare, o quantomeno ad osservare, creare delle condizioni che riservino anche una sorta di anonimato di chi vede ed è pronto magari a denunciare, perché la potenziale vittima non ne ha il coraggio. Ne abbiamo visti, tanti di questi casi, non dobbiamo arrivare ad aspettare che succeda l’imponderabile. Quando succede l’imponderabile, credo, anche lì, che la repressione abbia un ruolo molto, molto importante, perché quando uno arriva ad ammazzare, che sia giovane o meno giovane, merita, nel momento in cui è stato individuato come soggetto criminale, il massimo delle pene possibili e immaginabili.
Noi dobbiamo operare prima, anche perché non è una competenza nostra. Io credo che il dialogo, strettamente con i Comuni e con quei soggetti, fatemeli definire così, che magari sono più propensi all’ascolto, immaginate quanto importante sia un’amica, un parente, che però poi deve essere anche tra virgolette tutelato. Fatemela dire tutta: quante donne hanno il coraggio di denunciare e dopo due ore si trovano ancora dietro casa il marito, l’ex marito o gli viene dato il provvedimento di stare a distanza di trecento metri e quello ci arriva comunque. A chi va a rispondere quella donna? Con chi parla? Ecco, lì dovremmo essere pronti noi a intervenire, non isolandola, perché deve condurre la propria vita, se ha dei bambini deve poter continuare a far la mamma, con tutta una serie di interventi che la tutelino da eventuali potenziali aggressioni.
Senza cadere in alcuna demagogia, ben venga la possibilità che si possa capire cos’altro si può fare. Saranno interventi legislativi? Saranno interventi amministrativi? Saranno sicuramente poste da mettere in bilancio? Anche qui, sarà una scelta che dipenderà dalle priorità che ci vogliamo dare. Ma noi a quel tavolo sicuramente ci saremo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Ventola.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Leoci e poi il consigliere Cera. Avevo già chiuso il dibattito, però se siete bravissimi non mi sento di non darvi la parola. Prego.
Speaker : LEOCI.
Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio il Presidente Loredana Capone per il suo pensiero e soprattutto per quello che è emerso da parte di questa Assise, da parte sia della maggioranza che dell’opposizione. Sicuramente abbiamo una linea comune tra quelle che sono le iniziative di prevenzione e soprattutto dove si deve investire.
In questo periodo, essendo componente della Commissione sulla criminalità organizzata, abbiamo avuto modo di analizzare questi comportamenti e soprattutto, insieme al Presidente Perrini, abbiamo ascoltato ciò che accade ultimamente nei tribunali minorili e quanto abbandono c’è da parte dei nostri ragazzi e dei nostri giovani. Credo che il punto di partenza sia proprio quello della prevenzione e, ricollegandomi a quanto detto dall’assessore Barone, investire nelle politiche sociali, aspetto importantissimo. Ma non dobbiamo essere promotori di spot, dobbiamo trovare concretezza in quelli che sono i nostri provvedimenti.
Credo, soprattutto, che i servizi sociali e gli sportelli dei nostri Comuni debbano essere aiutati. Devono essere aiutati finanziariamente. Ci deve essere una decisione da parte nostra di destinare somme in più, perché dopo la pandemia abbiamo visto che determinati fenomeni sono andati a peggiorare, a far venir fuori questa violenza da parte dei nostri ragazzi e soprattutto forse una mancanza di educazione, dovuta a delle distrazioni momentanee che abbiamo utilizzato facendo mancare un dialogo nel sistema familiare.
Mi ricollego inoltre, dato che ne abbiamo parlato, alle Case rifugio. Oggi all’ordine del giorno c’è una legge della consigliera Parchitelli che parla dell’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale, io incito anche l’Assessore all’edilizia residenziale e alle politiche abitative ad intervenire in questo settore anche con risorse, al fine di poter trovare un supporto da parte delle politiche abitative in questa emergenza sociale e abitativa in cui, come dicevamo prima, spesso una donna ha paura di denunciare e di abbandonare il tetto di casa, perché non ha un reddito e non ha una casa.
Questo sarebbe importante sottolinearlo e a questo fine chiederei al Consiglio di intervenire affinché la legge possa vedere la luce con un apposito emendamento in questo senso da parte di tutti, al fine di destinare delle abitazioni non a chi le occupa abusivamente, ma alle donne in difficoltà, che ne hanno bisogno e non sanno dove andare, per cui spesso si vedono costrette a rimanere a casa e a continuare a subire quanto abbiamo detto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Leoci.
Prego, consigliere Cera.
Speaker : CERA.
Gentile Presidente, colleghi, in un mondo che si vanta del proprio progresso e della propria illuminazione ci troviamo ancora a fronteggiare una realtà oscura, una piaga che non scompare: il femminicidio.
Oggi il nostro cuore è pesante, mentre ricordiamo Giulia Cecchettin, una giovane vita spezzata. Giulia non è solo un nome, non è solo una statistica, è il simbolo di una lotta che non abbiamo ancora vinto e il ricordo di tutte quelle donne che sono state ridotte al silenzio, vittime della più brutale delle ingiustizie.
Ogni giorno le notizie ci raccontano storie simili, storie di donne vittime di violenza, abbandonate in un mare di indifferenza e pregiudizio, e ogni volta ci chiediamo quanto sia profonda questa ferita nella nostra società, quanto dolore dobbiamo ancora testimoniare prima che il cambiamento avvenga.
Non parlo solo di leggi più severe e di processi più rapidi, parlo di un cambiamento culturale, di un risveglio collettivo. Dobbiamo insegnare il rispetto, dobbiamo educare i nostri figli, sia maschi che donne, su cosa significhi davvero rispettare l’altro.
Oggi, mentre onoriamo la memoria di Giulia, facciamo anche una promessa: di alzare la nostra voce contro ogni atto di violenza, di stare al fianco di chi subisce ingiustizia, di lottare per un mondo dove nessuna donna debba temere per la propria vita.
È una strada difficile, costellata di ostacoli e sfide, ma è l’unica strada possibile verso un futuro di uguaglianza e rispetto. Per Giulia e per tutte le donne che hanno subìto e stanno subendo noi continueremo a lottare perché ogni donna merita di vivere in un mondo dove sia al sicuro, rispettata e libera.
A questo proposito accettiamo l’invito del Presidente Emiliano affinché ci si mobiliti per istituire una task force che lavori con esperti, associazioni e forze dell’ordine per sviluppare un piano d’azione completo. Dobbiamo investire in campagne di sensibilizzazione e in programmi educativi nelle scuole, che promuovano il rispetto e la parità di genere.
Inoltre, invito il Consiglio a valutare l’allocazione di fondi supplementari per i centri di aiuto alle vittime di violenza domestica e di genere, garantendo loro accesso e servizi legali, psicologici e di sostegno.
Signor Presidente e colleghi, non possiamo restare in silenzio. Dobbiamo agire adesso per garantire che nessun’altra donna debba soffrire una simile sorte. È il momento di dimostrare il nostro impegno verso una società più giusta e sicura per tutti.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Assessora Maraschio.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Grazie, signor Presidente.
Parlare di questo tema davvero ci riporta in maniera drammatica il tema della nostra inadeguatezza rispetto ad un fenomeno che oramai non può essere considerata emergenza, ormai conviviamo con una situazione che non è più tollerabile, accettabile.
Non sarò io in questo momento a fare ulteriori analisi di quelle che sono le cause, ma cogliamo sicuramente l’invito che ha fatto il Presidente Michele Emiliano, parlando di questo tema, quindi l’invito fatto anche a noi assessori, a fare di più. Però, anche rispetto a questo tema, noi dobbiamo, integrando anche i dati significativi che sono stati forniti dalla collega Barone, è doveroso anche narrare e dire quello che stiamo facendo anche con riferimento alle politiche abitative.
Piccola premessa. Le cause sono tante, ma sicuramente ciò che manca in questo momento nella nostra società è anche una rete di solidarietà che, al di là di una rete che scatta in una situazione di emergenza e di drammatico allarme, possa esistere e sussistere nel quotidiano, proprio per superare le situazioni di solitudine. Ormai quasi ci siamo abituati ad una solitudine, anche quando si sta tra la gente, in un condominio affollato, in situazioni in cui non si è soli, ma si è circondati da altri, però si è circondati da tante solitudini. Noi stiamo lavorando anche per orientare le nostre politiche abitative verso un obiettivo, che è quello di ricreare o creare comunità, quindi facilitare i luoghi di incontro, di aggregazione, di rieducazione allo stare insieme.
È recente il bando che abbiamo presentato insieme alla collega Rosa Barone, che è quello dei condomìni solidali, che segue un bando che c’è stato anche l’anno scorso e che ci sarà per il 2024. Noi sollecitiamo Comuni e Terzo settore anche a presentare dei progetti pilota per presentare dei modelli di condomìni solidali, per creare luoghi di aggregazione, ma soprattutto luoghi che possano essere destinati alle donne che hanno già subìto violenze o che sono minacciate. Quindi, in questi condomini nel bando abbiamo previsto espressamente la voce delle donne vittime di violenza.
È poco, ma è anche un cambio culturale che noi stiamo imprimendo a tutta la programmazione delle politiche abitative. Non più ristrutturazioni, non più soltanto costruzioni di case, ma ci occupiamo dell’abitare, e nell’abitare dobbiamo includere tutti coloro che presentano situazioni di fragilità, di emarginazione, provare a colmare questi vuoti che creano solitudine, perché nella solitudine si può insinuare in maniera pericolosa la violenza.
Supportati da questo lavoro di condivisione continua con il welfare, trovare luoghi per dare risposte alle donne che non hanno purtroppo situazioni facili e non possono scappare senza sapere dove andare.
Questo è quello che stiamo facendo, ma lo sforzo deve essere veramente collettivo. Proviamo a mettere insieme tutte le energie e gli sforzi possibili per arginare fenomeni che non devono più occupare non solo la cronaca, ma anche le preoccupazioni e le ansie di genitori, di figli, di donne e di tutti noi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Io ringrazio tutte le consigliere e i consiglieri intervenuti, ringrazio il Presidente. L’attenzione dimostrata in questo Consiglio fa ben sperare rispetto ad un futuro di azione ulteriore.
Io credo che gli interventi che si sono susseguiti abbiano dimostrato non soltanto l’attenzione al tema, ma anche la volontà concreta di cooperare per fare qualcosa di più. Come dicevo nell’intervento iniziale, abbiamo bisogno di un piano di azione che ci possa portare ad affrontare questo problema in maniera nuova come una rivoluzione, perché evidentemente tutte le azioni messe in campo fino ad ora non sono sufficienti.
Se è certo che dobbiamo rafforzare il finanziamento dei Centri antiviolenza, non abbiamo ancora chiarezza delle misure da assumere con riferimento agli uomini maltrattanti, per evitare che gli episodi di violenza si aggravino o addirittura portino sino al femminicidio.
Rispetto a questo tema emerge chiaramente l’istanza da parte giudiziaria da parte delle magistrate dei magistrati che si occupano di questi temi nei confronti di tutte le Istituzioni, per verificare la istituzione di centri che possano effettivamente prendersi cura di chi utilizza la violenza, senza però creare uno strumento che alleggerisca semplicemente la pena degli interessati all’interno della difesa, quindi senza intervenire effettivamente sulla salute e sulle capacità di migliorare la propria attitudine alla violenza, sanandola, da parte dei maltrattanti.
Insomma, evidentemente, servono centri strutturati in maniera più solida di quanto non accada finora, tenuto conto, tra l’altro, che sono pochissimi, tant’è che lo diceva l’assessora Barone, sono riservati solo 50.000 euro. Sono pochissimi, non sono presenti, per esempio, in tutta la nostra regione. Certamente si può fare di più, ma non può essere neppure quello l’unico intervento che dobbiamo fare.
Per cui, mi premunirò di raccogliere la disponibilità dei consiglieri che si renderanno in questo senso effettivamente disponibili per costituire un tavolo di lavoro, insieme alla Giunta, in maniera tale che la proposta del Presidente, di una sorta di task force che pensi delle misure più solide per il futuro da parte della Regione Puglia, possa consolidarsi con un’attività che è sì di osservatorio, come è stato detto, di monitoraggio, ma è anche di soluzioni concrete, idonee, per la prevenzione.
È evidente che si passa dalla scuola alla famiglia, a tutto ciò che fa comunità. Quindi, è evidente che può intervenire anche una norma, un intervento normativo, un articolato normativo, però è anche vero che dobbiamo predisporre delle soluzioni pragmatiche e concrete per rafforzare le azioni che facciamo. Quindi, sarà mia cura raccogliere le disponibilità dei consiglieri e costruire questo tavolo di lavoro con la Giunta, che immagini, che pensi alle soluzioni più idonee.
D’altra parte, come vi dicevo, sarà esaminata la proposta di legge regionale presente in Consiglio, che contiene anche delle norme al proprio interno, specifiche sui percorsi educativi finalizzati all’affettività.
Ora, procediamo con l’ordine del giorno: Disegno di legge n. 112 del 24.7.2023 “Riconoscimento dei debiti fuori bilancio”, relatore consigliere, Presidente Amati. Prego… Diamo per letta. Abbiamo fatto l’accorpamento.
Quindi noi adesso dobbiamo votare l’emendamento: “sostituire l’articolo 1 del disegno di legge n. 112 del 2023 che assorbe gli articoli 1 dei DDL n. 166, 176 e 188 del 2023, con il seguente”, che è l’articolo 1 che dobbiamo mettere al voto.
La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti 40, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 14.
L’emendamento è approvato a maggioranza.
Emendamento n. 2: “sostituire l’articolo 2 del disegno di legge n. 112/2023 con il seguente”, come riportato.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 15.
L’emendamento è approvato.
Adesso votiamo la legge nel suo complesso.
La votazione è aperta.
Vicepresidente, venga a votare.
La votazione è chiusa.
Presenti 43, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 13.
Il disegno di legge è approvato.
Adesso passiamo al DDL n. 80. Su questo DDL, come vi dicevo in apertura di seduta, c’è una serie di emendamenti che attengono agli adempimenti richiesti dal Governo in ossequio alla rinuncia all’impugnazione.
Il disegno di legge innanzitutto va relazionato. Prego, Presidente Vizzino.
Speaker : VIZZINO, relatore.
Relaziono o possiamo darla per letta, Presidente?
Speaker : PRESIDENTE.
Posiamo darla per letta, se ritenete. Bene.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Palese.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Grazie. Intervengo per ritirare l’emendamento che avevo presentato insieme all’assessore Leo. Perché l’aveva già formalizzato lei. Quindi, va ritirato, punto e basta.
Speaker : PRESIDENTE.
Benissimo. Grazie.
Procediamo con il voto sull’articolo 1.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 44.
È approvata all’unanimità.
Articolo 2, "Modifiche all’articolo 20 della legge n. 30".
La votazione è aperta.
Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 40.
È approvato all’unanimità.
Adesso passiamo agli emendamenti, che sono tutti emendamenti aggiuntivi.
Emendamento aggiuntivo n. 1, "Abrogazione dell’articolo 91 della legge n. 32 del 2022".
La votazione è aperta.
Con l’artico che si intende abrogare si dava attuazione all’articolo 27 della legge n. 35, che è già stato dichiarato incostituzionale, Presidente Amati.
Sto illustrando per semplificare.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 41.
È approvato all’unanimità.
Adesso passiamo all’emendamento n. 2, "Modifiche alla legge regionale n. 15 del 2023".
All’articolo 1 è aggiunto il seguente comma: "le disposizioni della presente legge si applicano a titolo sperimentale per un periodo di due anni". Per evitare che ci fossero problemi per gli extra LEA, il Governo ci ha chiesto di considerare sperimentale questa norma, quindi è finalizzato ad adempiere all’impegno assunto per assicurare il rispetto delle prestazioni ricomprese nei LEA.
Prego, Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Grazie.
Questo riguarda il fatto che noi abbiamo 61 malattie su cui facciamo screening per tutti i neonati. Mi pare di capire che ci hanno chiesto di inserire, a titolo sperimentale, ma in realtà noi già per la SMA abbiamo usato un’altra formulazione giuridica: “progetto pilota”, anche se poi a tempo indeterminato, naturalmente. Però, abbiamo visto quanti vantaggi ha determinato.
Io non capisco se hanno chiesto proprio a titolo sperimentale per un periodo di due anni oppure progetto pilota può essere sufficiente, così come abbiamo fatto per la SMA, considerato che queste due malattie, peraltro, sono nei LEA.
È il Ministero che prende una cantonata dicendo che non sono nei LEA. Abbiamo anche indicato, nella lettera che il Consiglio regionale ha inoltrato al Ministero, dove, in quale punto specifico dei LEA.
Quindi, se vogliamo fare per accondiscendenza… Diciamo che per accondiscendenza noi scriviamo “progetto sperimentale per due anni”. Poi, ovviamente, ce ne ricorderemo alla scadenza dei due anni, però deve essere chiaro che la Regione Puglia sta facendo una cosa encomiabile per l’Italia su questa materia, tant’è che abbiamo 61 malattie su cui facciamo lo screening. Anzi, dovrebbero fare un decreto per farlo valide per tutte le Regioni italiane. Quindi, almeno che sia chiaro questo punto.
Per accondiscendenza va bene, tanto alla fine per i nostri bambini facciamo lo screening. Però, almeno diciamoci che è accondiscendenza, perché le 61 malattie dovrebbero stare in tutte le Regioni italiane per assicurare ai bambini la diagnosi precoce e quindi le terapie di cui disponiamo.
Quindi, se è così, nessun problema, leghiamo l’asino dove chiede il padrone, però, da un punto di vista meramente tecnico, almeno per dare un minimo di senso politico a questa cosa, il Consiglio regionale della Puglia chiede al Ministero che più che accanirsi su questa questione, peraltro nel caso di specie infondata, faccia, per piacere, un decreto e lo faccia valere per tutte le Regioni italiane, visti anche i risultati di successo della Puglia. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente.
Devo dire che ci conformiamo al brocardo che lei ha utilizzato, al detto, perché, oggettivamente, avevamo detto pure nelle osservazioni tutto ciò che lei ha detto adesso. Però, per accondiscendenza, procediamo.
Prego.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Sono assolutamente d’accordo con l’intervento del consigliere Amati. Ovviamente, del tutto casualmente, non vorrei che qualcuno pensasse che giusto ora… non ci siamo parlati, il che però potrebbe peggiorare la cosa, perché qualcuno potrebbe sostenere che ho altri scopi, questo volevo dire, ma non è questo il punto.
Proprio di recente ho partecipato in videocall ad un evento nel quale, con riferimento ovviamente allo screening neonatale sulle malattie rare di tipo neurologico tutto il Coordinamento nazionale che si interessava di queste malattie ha portato la Puglia, ad esempio, assieme ad altre Regioni, perché la Puglia non è l’unica ad avere quello screening, e io ho avuto modo di dire che nel momento in cui alcuni di questi screening corrispondono a dei livelli essenziali di assistenza assolutamente riconosciuti, è assurdo, per certi versi, che alcune Regioni effettuino lo screening ed altre no.
Dalla importante manifestazione che rintraccerete facilmente sul web, derivava esattamente la stessa richiesta che è stata formulata oggi: cioè di un decreto immediato di un ministro della salute che consenta a tutte le Regioni di effettuare gli screening in modo tale da assicurare il rispetto dell’articolo 3 della Costituzione. Salvo venire a partorire nelle Regioni che fanno lo screening, infatti, il che mi sembra veramente assurdo, non c’è altro modo per ottenere questo tipo di prestazione da parte delle puerpere.
Vi voglio ricordare che prima della nascita il soggetto non è autonomo dalla madre; ma nel momento in cui nasce, diventa un cittadino a tutti gli effetti, che ha diritto al rispetto del livello essenziale di prestazione, e poiché peraltro questa cosa corrisponde ad un evidente interesse – lo dico in maniera amara – anche di natura economica, perché l’impatto della non diagnosi di questa roba qui costa decine, decine e decine di milioni di euro per tutta la vita, o comunque per un lunghissimo periodo. Quindi, riuscire a eliminare, grazie a questi screening, con i farmaci che abbiamo a disposizione, queste patologie, è centrale per tutto il sistema.
Trovo ridicolo che in qualche maniera ci si accanisca sulla base di princìpi che attengono alla questione contabile, questione di piani operativi, eccetera, che ci si accanisca su delle Regioni che invece rispettano i diritti delle persone, soprattutto il diritto all’eguaglianza.
Quindi, se voi lo ritenete, è possibile anche realizzare, se il Consiglio lo riterrà, un documento, una mozione – lo stabilite voi, siete più bravi di me nella tecnica consiliare – che consenta al Consiglio regionale della Puglia di richiedere, possibilmente all’unanimità, l’emissione di questo decreto da parte del Ministro Schillaci.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 44.
L’emendamento è approvato all’unanimità.
Adesso l’emendamento n. 3, che prevede l’abrogazione dell’articolo 108 della legge regionale n. 32/2022. Anche questo è stato sollecitato dal Governo, ritenendo che non avrebbe fatto, nell’ipotesi che noi avessimo assicurato l’approvazione, il ricorso alla Corte costituzionale, atteso che l’articolo in parola, nel prevedere contributi per finanziare screening polmonari, si pone in contrasto con il quadro normativo nazionale in materia di livelli essenziali di assistenza, vìola il divieto di spese non obbligatorie e si pone in contrasto con la coerenza degli interventi individuati dal Piano di rientro, che sono vincolanti per la Regione. Questa è la relazione.
Ci sono interventi? Nessun intervento.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 43.
L’emendamento è approvato all’unanimità.
Emendamento n. 4. Questo emendamento è finalizzato a chiarire che il riferimento ad altri enti è limitato al terzo settore e non include altri soggetti di natura privata, che non potrebbero essere coinvolti in attività di programmazione e progettazione da parte delle Amministrazioni pubbliche. Difatti, gli enti del terzo settore sono, come chiarito anche di recente dalla Corte costituzionale, attori esclusivi nella coprogrammazione e coprogettazione quando queste sono svolte da soggetti pubblici.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 43.
È approvato all’unanimità.
Emendamento n. 5.
L’emendamento n. 5 riguarda la modifica alla legge regionale n. 22 del 2023, che attiene a "Norme in materia di nomina dei Direttori amministrativi e sanitari delle aziende ad Enti del Servizio sanitario regionale".
Anche in questo caso l’emendamento è richiesto per assicurare una coerenza logico-giuridica rispetto alla normativa statale, evitando così un contenzioso innanzi alla Corte Costituzionale. Si tratta in particolare della durata del contratto dei Direttori amministrativi.
La votazione è aperta.
Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 43.
È approvato all’unanimità.
Emendamento n. 6.
Questo è un emendamento finalizzato ad adempiere all’impegno assunto sempre con riferimento alle prestazioni ricomprese nei LEA. Aggiunge il seguente periodo: "la quota di risorse del Fondo sanitario destinata ai PIT dovrà essere utilizzata esclusivamente per garantire le prestazioni ricomprese nei LEA, al comma 1 dell’articolo 3 della legge n. 9 del 2023".
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 44.
L’emendamento è approvato all’unanimità.
Passiamo all’emendamento n. 7, che introduce modifiche alla legge regionale n. 18 del 1974 e in particolare prevede anche in questo caso che ci sia un adeguamento rispetto alle norme nazionali. Riguarda in particolare le segreterie e gli autisti.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 42.
L’emendamento è approvato all’unanimità.
Emendamento n. 8. Me l’ha chiesto quando la votazione era finita, praticamente. Era proprio in corso.
È una norma che riguarda le segreterie degli assessori e contiene, in virtù di una richiesta che ci ha fatto il Governo, per adeguamento alla normativa nazionale, sostanzialmente, una maggiore precisazione del comma 2 e del comma 3 di un articolo, che è l’articolo 9 della legge n. 30/2022. È caricato. Se vuole, glielo leggo.
Emendamento n. 8, Modifiche agli articoli 56 e 104 della legge regionale n. 32 del 2022. Si tratta di una precisazione meramente terminologica. Si sostituisce la parola “Università” con le parole “Istituzioni della formazione superiore (Università e Istituzioni AFAM)”.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 43.
L’emendamento è approvato all’unanimità.
Adesso vi chiedo un attimo di attenzione perché abbiamo chiuso con gli emendamenti che sono in adempimento alle richieste del Governo. Stamattina, però, il Presidente Amati ci ha presentato un emendamento che non ha a che fare con questa questione e che, onestamente, io non ho neppure letto, e non ha il referto tecnico. Per cui, non avendo il referto tecnico, abbiamo difficoltà a portarlo in approvazione, in discussione.
Un attimo solo che verifichiamo l’esistenza del referto.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Palese. Prego.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Sì, grazie.
Il referto è stato formulato e io l’ho trasmesso anche con SAP alla segretaria del Consiglio: “ai fini di non entrare nella diatriba LEA sì o LEA no, si suggerisce semplicemente di espungere ‘sentita la sezione farmaci’”; per il resto va bene, ma solo finalizzato… Proprio, lo scrivono “ai fini di non aprire una diatriba infinita”. Perfetto, per noi va bene.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore…
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Lo faccio formalizzare.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore, questa indicazione che ha dato dice innanzitutto che fa riferimento all’assessorato al welfare; non c’è il referto, però, né dell’Assessorato al welfare, né dell’Assessorato alla sanità.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Per quello che riguarda l’Assessorato alla sanità, a me l’ha trasmesso il caposezione farmaci, perché si riferisce a quella, il dottor Stella.
Speaker : PRESIDENTE.
Qui io leggo: “risposta ad atto di Consiglio 840. Erogazione per finalità sociali del farmaco Baqsimi dice: l’emendamento proposto prevede uno stanziamento per coprire una spesa di carattere sociale a titolo di rimborso per l’acquisto di un farmaco antidiabetico, pertanto la valutazione di tale proposta di legge è di competenza”… Assessora al welfare, scusi, assessora Barone, si riferisce…
L’ufficio dell’Assessorato alla sanità dice che è di competenza dell’Assessorato al welfare, e dice “pertanto, la valutazione di tale proposta di legge è di competenza dell’Assessorato al welfare, non di quello alla sanità. Si evidenzia, ad ogni buon conto, che in analoga situazione precedente di stanziamento di fondi sociali a titolo di sostegno delle famiglie con figli affetti da SMA, il fondo sociale è stato assegnato all’ARESS, che determina modalità e criteri per la ripartizione dello stesso. Il riconoscimento del contributo sociale dovrebbe essere erogato direttamente alle famiglie di assistiti diabetici da parte dell’ARESS (e non alle ASL) per l’acquisto diretto del medicinale Baqsimi (farmaco in fascia C)”. Mentre lei prevede, assessore Palese, con il suo emendamento, che sia riferito all’ASL?
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
No, no, no. Chiede solamente il conforto nella predisposizione e nell’attuazione per un costo di 15.000 euro, è di carattere sociale, può essere fatto in un contesto… Peraltro, il riferimento che si fa parlava di 1,5 milioni. Parliamo di 15.000 euro.
Il problema cioè che si pone la Sezione dei farmaci è di non entrare col Governo centrale nell’ennesima diatriba, eccetera, lasciarlo “sociale, sociale”. Ci saranno tutto il conforto e la disponibilità della nostra Sezione farmaci per dare i dati per poter ripartire…
Speaker : PRESIDENTE.
Però questo non è un referto, questo voglio dire, perché ci dice, anzi, che non intende proprio dare il referto, che è di sola competenza dell’Assessorato al welfare.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Allora l’assessora Barone lo farà subito.
Speaker : PRESIDENTE.
Ad ogni modo, va eliminata dall’emendamento la parte in cui prevede il coinvolgimento della Sezione Farmaceutica regionale, in quanto non ha competenza in materia di welfare.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Io, infatti, ho detto che va espunta, al comma 2, al penultimo rigo, la parte “sentita la Sezione Farmaci”. Va tolta quella parte, e basta.
Speaker : PRESIDENTE.
Preparate un emendamento. Metteteci nella condizione di procedere.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Va bene.
Speaker : PRESIDENTE.
Se avete bisogno di un po’ di tempo, magari sospendiamo. No? Il Presidente Amati ha chiesto di intervenire. Prego.
Speaker : AMATI.
Per dire che non c’è nessun problema ad eliminare l’inciso “sentito”. Con riferimento alla somma di denaro, io ovviamente mi sono preoccupato di vedere la provvista. L’ho anche concordata con il Dipartimento Bilancio. Mi pare che ci sia tutto.
Poi, se avete bisogno di spiegazioni sulla vicenda concreta, cioè il motivo per cui viene presentato questo emendamento, sono a disposizione, ovviamente.
Credo che l’assessore Palese stia presentando l’emendamento da parte del Governo per eliminare l’inciso “sentita la Sezione Farmaci”.
Speaker : PRESIDENTE.
Okay. Quindi, adesso aspettiamo il referto. Se l’assessora Barone ci dice quando arriva il referto o se ha bisogno di tempo noi… Prego, assessora Barone.
Speaker : BARONE, assessore al welfare.
I miei uffici mi hanno avvisata che, ovviamente, ci vuole un po’ di tempo per poter analizzare l’emendamento in tutte le sue parti, quindi chiedo che sia magari rimandato il punto. Non so se possiamo aspettare e tornare. Comunque, c’è bisogno di tempo, perché effettivamente va ufficializzata la posizione dell’Assessorato al welfare.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Per quanto riguarda la copertura finanziaria, invece, penso che si debba esprimere l’Ufficio Ragioneria della Regione, perché deve dire anche il capitolo da cui preleva i 15.000 euro e bisogna inserirlo nella norma.
Se magari fate l’adempimento rispetto a tutto questo, noi sospendiamo un attimo la valutazione di questo, ci arriva il referto tecnico e ci ritorniamo dopo il prossimo punto.
Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Secondo il nostro ordinamento, il referto di cui parla il nostro ordinamento, il nostro, attenzione, è la copertura finanziaria, punto. È inutile che stiamo a pressare sull’Assessorato al welfare su questo punto, perché non stiamo in un Consiglio comunale dove i dirigenti dell’Assessorato al welfare devono dare il parere sulla regolarità in linea tecnica. Se l’Assessore vuole sentire legittimamente i suoi uffici per avere un’opinione, lo può fare e ci dirà l’opinione.
L’unico elemento in questo momento particolare è il referto della Ragioneria per dire se ci sono i soldi, quindi, poiché io l’ho meditato con il Direttore del Dipartimento, sarebbe abbastanza semplice, anche approfittando della presenza dell’Assessore, chiamare il Direttore del Dipartimento e chiedere se in effetti ci sia la capienza in quel capitolo. Ovviamente il capitolo di destinazione è quello dell’assessore Barone.
È molto semplice, poi, se avete bisogno di qualche minuto, nessun problema, accantoniamo, andiamo avanti e poi torniamo, ci mancherebbe altro.
Approfitto dell’occasione per chiederle, Presidente, perché mi risultava che in questo provvedimento dovesse essere inserita anche una modifica alla legge Colon sicuro, che era stata oggetto di un impegno con il Ministero, perché il Ministero nelle interlocuzioni con la Presidenza aveva fatto rilevare "sì, va bene, però cambiate la fonte di finanziamento", per cui noi ci eravamo impegnati a modificare la fonte di finanziamento.
Perché lo dico? Perché quel progetto di ricerca dell’Università del Salento e del Di Venere prima parte, meglio è, perché si tratta di sperimentare se attraverso il sangue si può fare l’esame di primo livello per scoprire in anticipo i tumori al colon.
Io ero rimasto così, ma non sto vedendo quell’emendamento che vi eravate impegnati a presentare. Ecco perché non mi ero adoperato, quindi vorrei avere notizie. Se è stata una mera dimenticanza, approfittiamo di questa sospensione per poter magari anche inserire quell’altra modifica, così il pacchetto è completo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, rispetto a quello... prego, Assessore.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Rispetto a quest’ultimo intervento non ricostruisco quello che poco facile ha ricostruito il Presidente Amati, però mi risulta che nell’assestamento di bilancio sia stata trovata apposita posta finanziaria, così come chiesto dall’interlocuzione, che dovrebbe far decadere anche l’impugnativa a quel punto che ha fatto il Governo.
Ne sono certo, perché è stato il dottor Pacifico a trasmetterlo e a fare anche una piccola relazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Era giunta la stessa informazione.
Sospendiamo per il referto tecnico.
Passiamo adesso alla elezione del Garante.
Predisponiamo l’urna. Chiedo agli uffici collaborazione.
Predisponiamo l’urna.
Ha chiesto di intervenire? Prego, Presidente Tutolo.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Voglio sperare che sia la volta buona per questa elezione. Sa perché, Presidente? Perché io poi cerco di fare sempre delle equazioni. Delle due, o noi riteniamo perfettamente inutile questa figura, e quindi in questo caso possiamo anche evitare di votare e lo eliminiamo, oppure, dopo tre anni di vacatio, perché questo è, potremmo anche decidere. Magari visto che c’è una impasse, che ne so, ci inventiamo qualche metodo particolare, ma credo che sia antipatico, almeno antipatico, che dopo tre anni c’è ancora questo posto vacante.
L’unica spiegazione che mi do è che probabilmente non interessa realmente questa figura o meglio probabilmente interessa più la divisione di queste figure che altro, perché sennò io non me ne so spiegare il motivo per il quale non si riesce ad eleggere, se si ritiene utile. Se si ritiene inutile, eliminiamolo. Mi pare chiaro. Il risultato ad oggi mi lascia propendere per il fatto che sia ritenuto assolutamente inutile, perché, se fosse utile per i disabili, dopo tre anni, l’avremmo pure deciso. Se vengono i disabili a dirci delle cose brutte, probabilmente hanno pure ragione, perché se è una roba che a loro serve e che l’attività di questo signore gli darà dei benefici e noi non lo facciamo, ci meritiamo un po’ di male parole da questi qua, credo, come minimo.
Spero che oggi nasca questo bambino, perché anche quello dell’asino, che è il travaglio più lungo, è di un anno, qui sono tre anni e quando nascerà sarà bello grandicello.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Tutolo.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Caracciolo. Prego.
Speaker : CARACCIOLO.
Sperando di migliorare rispetto all’ultima volta.
Grazie, Presidente. Proprio per rimarcare l’importanza di questa indicazione, di questa nomina, io faccio un appello a tutta l’Aula affinché oggi possiamo dare un segnale anche di maturità dell’intero Consiglio regionale, anche alla luce del dibattito che si è sviluppato sul punto precedente. Per cui, faccio appello all’Aula affinché possa l’indicazione essere quella del professor Antonio Gianpietro. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Caracciolo.
Io ricordo che a norma dell’articolo 3, “Nomina del Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità di cui alla legge 21.3.2017 n. 9 è eletto il candidato che ottiene i voti dei due terzi dei consiglieri componenti il Consiglio regionale. L’elezione ha luogo a scrutinio segreto, e i due terzi devono”, ma sono ovviamente dei componenti, e deve mantenersi quel quorum durante tutte le votazioni, non c’è un abbassamento con le successive votazioni.
Possiamo procedere? Siamo pronti? Abbiamo preparato tutto, abbiamo predisposto tutto?
Consigliere Segretario, Sergio Clemente, prego.
(Seguono le operazioni di voto)
Speaker : CLEMENTE, consigliere segretario.
Hanno votato tutti. Lopane no. Abbiamo chiuso. Possiamo procedere, Presidente.
De Leonardis c’è? Laricchia? Scalera? Antonio Scalera? Non c’è.
Mancano solo De Leonardis e Scalera.
La votazione è chiusa.
(Seguono le operazioni di scruutinio)
Gianpietro 33
Margiotta 1
Muolo 4
Schede bianche 8
Speaker : PRESIDENTE.
Vi do lettura dei risultati delle votazioni. Silenzio.
Gianpietro Antonio 33 voti
Antonia Margiotta 1
Muolo Giuseppe 4
Schede bianche 8
Dobbiamo rivotare perché i due terzi di 51 sono 34.
Riapriamo la votazione. Se l’urna ritorna al suo posto.
Consigliere Clemente, a lei l’onere e l’onore di richiamare per il voto.
Per cortesia, però, non vi muovete dall’Aula. Vi chiedo la cortesia di rimanere in Aula per non rifare l’appello dieci volte. Avete avuto tutti la scheda? Bene.
(Seguono le operazioni di voto)
Speaker : CLEMENTE, consigliere segretario.
Gianpietro 37
Margiotta 1
Muolo 2
Schede bianche 8
Speaker : PRESIDENTE.
Vi leggo i risultati della votazione:
Gianpietro Antonio eletto con 37 voti; Margiotta Antonia, un voto; Muolo Giuseppe, 2; bianche 8. Facciamo gli auguri al nuovo Garante della disabilità.
(Applausi)
Buon lavoro. Abbiamo avuto il referto? Non ancora.
Procediamo con la legge in materia di bioeconomia, punto n. 3 all’ordine del giorno. Posso procedere?
Abbiate un attimo di pazienza, c’è un controllo tecnico. Okay, la prova di resistenza c’è.
Procediamo con la legge sulla bioeconomia. La proposta di legge è stata introdotta all’ordine del giorno in virtù dell’articolo 17, quindi non lo so se la consigliera Parchitelli vuole fare la relazione, come prima firmataria. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : PARCHITELLI.
Grazie, Presidente.
Devo fare qualche premessa prima di descrivere la legge. Sarò brevissima.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego i colleghi di riprendere posto e di fare silenzio. Prego.
Speaker : PARCHITELLI.
In data 20 marzo 2019 la Regione Puglia ha sottoscritto il manifesto per la bioeconomia in Puglia, da parte della Presidenza della Regione Puglia, gli enti di ricerca del territorio, tra cui l’Università di Bari e Confindustria, e il mondo delle imprese. Successivamente, nel 2019, è stato fatto un bando dalla nostra Regione sulla proposta di legge partecipata, bando che è stato vinto con il manifesto per la bioeconomia in Puglia, per il quale sono state anche destinate delle risorse.
Avendo il nostro Presidente Emiliano nel suo programma una legge sull’economia circolare e volendo procedere in questa direzione, non potevamo non partire da questo importante lavoro che era stato fatto con la proposta di legge partecipata.
Il progetto MaBiP prevedeva tra i suoi obiettivi principali la stesura di una proposta di legge regionale sulla bioeconomia attraverso l’attivazione di processi partecipativi e che raccogliesse i bisogni del territorio e dei principali portatori di interesse in materia di bioeconomia.
Nel 2020 non c’era stata ancora la proclamazione degli eletti, ma c’era già stata la competizione elettorale, è stata presentata a noi tutti questa proposta di legge, eravamo in un momento pandemico, quindi in videoconferenza, e ci veniva fatta espressamente richiesta a tutti i consiglieri di maggioranza e di minoranza di procedere con il deposito della legge. Quindi, tutti i sottoscrittori della presente proposta assumono l’iniziativa di far propria la proposta di legge regionale partecipata sulla bioeconomia e la relativa relazione illustrativa.
La legge promuove e incentiva interventi volti a diffondere i princìpi della bioeconomia in quattro aree strategiche di interesse regionali, rifiuti e cambiamenti climatici, cibo, salute e stili di vita, nuovi modelli di impresa e sviluppo sostenibile del territorio.
Vi è una parte molto importante: è prevista la costituzione di un organismo indipendente, con funzioni di Osservatorio regionale permanente sulla bioeconomia. E su questo mi vorrei un attimo soffermare. L’Osservatorio relaziona periodicamente sull’attuazione della presente legge e dei risultati da essa ottenuta in relazione all’attuazione delle azioni e iniziative volte alla promozione dei princìpi della bioeconomia sul territorio regionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliera Parchitelli.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Ventola. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente.
Io chiederei alla collega Parchitelli, quale prima firmataria, di ritirare il provvedimento e di affrontarlo anche nelle dovute Commissioni, se non altro perché approfondendo il tema, che è un tema non importante, di più, credo che ci siano delle difficoltà che sono state riscontrate in questo periodo, se non altro perché è sufficiente visitare il sito “partecipazione.regione.puglia.it” per rendersi conto che non funziona, che tutti gli atti ai quali si fa riferimento non sono scaricabili. Non esiste proprio. Soprattutto, dando un’occhiata anche alla grande partecipazione che pare ci sia stata, negli unici incontri hanno partecipato al massimo dalle tre alle diciotto persone. Quindi, pensare di superare lo scoglio delle Commissioni perché ci sia stata una partecipazione, se fosse questo, sarebbe un percorso sbagliato, se non altro perché i dati ufficiali ci dicono questo.
Una legge di una portata così seria, perché se dovesse essere rispettata tutta una serie di attività che dovranno svolgere i singoli Assessorati dovrebbero essere sinergiche e rispettose di questa legge che andiamo a votare, quindi provvedimenti di una certa importanza, allora la invito a ritirarla e a discuterne bene in Commissione, se non altro perché è stato approvato anche il documento nazionale di bioeconomia in Italia, il cosiddetto “BIT”, a cui questa legge non fa assolutamente riferimento. E credo che le Regioni debbano, se non altro, essere in sinergia o rispettare quella che è la strategia a livello nazionale che da un paio d’anni sta andando verso questa direzione. Invece, non è nemmeno citato questo documento. Quindi, io vi inviterei veramente, per la portata, a un momento di confronto sereno nelle Commissioni, se non altro perché l’urgenza con la quale si è avviato l’iter, vale a dire nel 2019-2020, terminata, credo, il 28 gennaio 2020, viene in Consiglio nel 2023. Quindi tutta questa urgenza obiettivamente non si rileva. Allora, onde evitare che facciamo una legge di principio che possa scontare con altre leggi tuttora vigenti e soprattutto per evitare che si diano delle indicazioni non condivise, penso che sia indispensabile che ci sia il passaggio dalle Commissioni.
Pongo un altro tema, che vale per tutti. Non l’avevo mai visitato il sito Partecipazione in Puglia. Presidente, io approfitto della sua presenza perché chiaramente lei non può saperlo, ma il sito è una presa in giro. Il sito istituzionale su una delle leggi bandiera della sua Amministrazione è una presa in giro, non funziona. Se lei adesso accende il computer, va sul sito Partecipazione e clicca sul manifesto che noi dobbiamo votare, non ci sono i riferimenti, non c’è nulla. C’è addirittura qualcosa scritto in inglese, ma se vuoi scaricare il documento non c’è. Se si vuole partecipare, non c’è possibilità di partecipare.
Anche coloro che poi godono delle risorse finanziarie, che mettiamo a disposizione, che sia il mondo universitario o che sia il mondo della ricerca, sono sempre soldi pubblici che vanno utilizzati per quello per il quale la Regione si impegna.
Altrimenti diventa, solo perché ha la maschera di università… Con tutto il rispetto, ma oggi su questo noi abbiamo scoperto una serie di falle. Siccome non siamo noi i responsabili, abbiamo preso coscienza di questo, vi chiedo anche un atto di fede su questa cosa. Ritiriamolo. Ci confrontiamo benissimo in Commissione, perché è un argomento molto, ma molto serio. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Parchitelli. Prego.
Speaker : PARCHITELLI.
Grazie, Presidente. Grazie, collega.
Non c’era sicuramente nessuna intenzione di sottrarsi al confronto in Commissione, e voglio spiegare perché questa legge è stata iscritta così all’ordine del giorno. Lei ha ragione quando dice che è una legge di una grandissima importanza, sia per il percorso che è stato fatto, ma soprattutto per i temi che tratta, temi che naturalmente, come lei stesso ha detto, andranno a intersecarsi in tutti i settori della pubblica amministrazione.
Come le ho già detto, questa legge è stata presentata a tutti, siamo stati invitati tutti, in quel momento (era dicembre 2020). Io la deposito – vado a memoria, le date potrebbero non essere precise – a marzo-aprile 2021. Nel fare il deposito, con i colleghi del Gruppo del Partito Democratico, facciamo una conferenza-stampa nella quale diciamo “ora la depositiamo, ma adesso deve iniziare il lavoro di confronto importante in V Commissione, con tutti i colleghi di maggioranza e di minoranza e con gli stakeholder” (aprile 2021).
Ho atteso fine anno 2022, credo dicembre 2022, per fare l’iscrizione in quel modo, perché la Commissione – il referto, potrà vederlo dagli atti, è arrivato l’11 luglio 2023 – non è stata nelle condizioni di essere convocata, in assenza della relativa documentazione, quindi ho pensato di iscriverla all’ordine del giorno per stimolare la discussione.
Io colgo positivamente l’invito, perché è quello che volevo fare nel 2021. Lo facciamo a distanza di un po’ di tempo, però sono sicura che il tema – ripeto, anche il metodo con cui si è giunti a questa proposta di legge – meriti l’approfondimento. Per me, Presidente, va bene quindi che la legge venga discussa in Commissione.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie alla consigliera Parchitelli.
Chiari segni di collaborazione totale in Consiglio regionale tra maggioranza e opposizione, ma quando le posizioni sono così chiaramente costruttive, è evidente che tutto va bene.
Questa proposta di legge torna quindi in Commissione per l’esame e per la discussione.
Adesso votiamo l’urgenza sui debiti fuori bilancio con alzata di mano, perché non l’abbiamo fatto quando abbiamo chiuso la votazione.
Chi è favorevole alzi la mano. Chi si astiene? Nessuno. Chi è contrario? Nessuno… Vi astenete? Non ho visto le mani alzate. Stiamo votando l’urgenza.
L’urgenza votata all’unanimità.
Non è arrivato il referto.
Adesso passiamo alla proposta di cui al punto n. 4: Ventola, Caroli, De Leonardis, Gabellone, Perrini, Picaro “Istituzione della Commissione per il monitoraggio, controllo e indirizzo delle politiche regionali in materia di tutela e gestione della risorsa idrica”.
La relazione la fa il collega De Blasi. Non c’è. Vuole farla lei? Se ritiene, Presidente Vendola.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente. Molto brevemente, anche perché è stata ben affrontata in Commissione.
Lo spirito di questa Commissione, che chiariamo non è assolutamente una Commissione d’inchiesta o d’indagine, è una Commissione di monitoraggio e di studio, al fine di affrontare un tema che è di rilevante importanza – l’abbiamo depositato un anno fa, a gennaio –, è proprio quello che il Consiglio regionale possa, ascoltando tutti gli stakeholders, ma soprattutto gli addetti ai lavori, vale a dire le società pubbliche che hanno interesse e soprattutto la gestione della risorsa idrica, compiere un’attività di studio e di supporto poi a quelle che saranno le scelte che la Giunta regionale e lo stesso Consiglio porrà in essere in un prossimo futuro, capire quali sono le fonti di approvvigionamento, dove stiamo andando, dove possiamo intervenire a seguito dell’approvazione del Piano tutela delle acque di cui si è dotato questo Consiglio non più tardi di due mesi or sono e, quindi, individuare anche quali possono essere gli interventi necessari e non più derogabili, mi riferisco, ad esempio, alle attività della risorsa idrica nel comparto agricolo, ma anche e soprattutto quella a uso civico rispetto all’uso industriale.
È un tema che credo sia di grande rilevanza, ma soprattutto che debba vedere tutti quanti noi consapevoli e magari, laddove è possibile, anche in piena scienza e coscienza poter assumere le decisioni più importanti, che avranno rilevanza soprattutto nel futuro. Molte di queste competenze, alla fine, saranno in capo alla Giunta regionale. Ci mancherebbe altro, nessuna invasione di campo, anzi. Si auspica che questo possa essere un elemento di supporto al lavoro della Giunta, ma soprattutto di conoscenza e – perché no? – di proposizione, che è tipica anche della nostra attività legislativa.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Ventola.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Amati. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente e colleghi.
In realtà vorrei soltanto suggerire, considerato che si tratta di una Commissione di studio e che quindi dovrà predisporre una relazione finale, di meglio specificare l’oggetto. Invece di “controllo e indirizzo delle politiche regionali in materia di tutela e gestione della risorsa idrica in Puglia”, suggerirei di scrivere “controllo e indirizzo delle politiche regionali in materia di captazione, adduzione, tutela e gestione della risorsa idrica e dei reflui in Puglia”. Ovviamente, perché aggiungo captazione, adduzione e reflui? Perché, in realtà, c’è un filo rosso che li unifica. Vi faccio un esempio. Se dovessimo discutere della gestione della risorsa idrica con riferimento all’attuale disponibilità e dovesse emergere il dato demografico, che è un dato demografico, purtroppo, in costante flessione, è chiaro che le politiche di captazione, di adduzione, ovvero all’individuazione di nuove fonti di captazione e adduzione, nell’ambito del rapporto spesa/benefici, potrebbero, per esempio, essere inconferenti.
Così come tutta la vicenda dei reflui, in particolare in Puglia, che fa da altra faccia della stessa medaglia, perché l’utilizzo dei reflui, possibilmente su larghissima scala e possibilmente addirittura allo stato più avanzato della potabilizzazione dei reflui, che è un grande elemento di riuso, che serve a ridurre la risorsa idropotabile, mi sembra un argomento che obiettivamente va posto in evidenza con riferimento alle politiche che si assumono, ovvero l’uso della risorsa idrica idropotabile, che viene consumata dall’industria e la quale industria ove non usasse – il caso di Taranto è eclatante, il caso dell’ex Ilva – per esempio l’acqua del Sinni, come attualmente usa e quell’acqua fosse invasata nella diga Pappadai, una bella costruzione idraulica, una bellissima costruzione idraulica, ma purtroppo non utilizzata per ragioni più varie, di cui immagino se ne occuperà anche la commissione di studio, e quindi sostituire la risorsa originariamente usabile per motivi idropotabili e sostituirla magari con le acque ultra affinate, perché per il processo industriale c’è bisogno di un ulteriore trattamento.
È un oggetto che comprende tutte le facce, compresa la faccia, l’aspetto più potente di questa vicenda, che penso non ci sia bisogno di scriverlo, cioè gli accordi interregionali tra Puglia, Basilicata e Campania, e possibilmente gli accordi che dovrebbero riguardare l’intero distretto idrografico meridionale, per via di una formulazione geologica idro-geomorfologica originalissima, per cui gli uni dipendono dagli altri, anche qualora gli uni, per avventura, si ritrovano a vedere le sorgenti, ma non avrebbero mai le sorgenti se non ci fosse una Regione vicina priva di acqua, ovvero, con una conformazione geologica di tipo carsico.
Quindi, alla luce di questo, chiedo, collega Ventola, di voler raccogliere l’indicazione, e quindi l’ultimo inciso dell’articolo 1, “per formalizzare lo scopo dello studio a larghissimo spettro”, lo sostituiremmo in questo modo “controllo ed indirizzo delle politiche regionali in materia di captazione, adduzione tutela e gestione della risorsa idrica e dei reflui in Puglia”.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Amati, presenta lei l’emendamento? L’emendamento proposto dal consigliere Amati è il seguente: sostituire l’ultimo inciso dell’articolo 1 con le parole “indirizzo e controllo sulle politiche regionali in materia di captazione, adduzione, tutela e gestione delle risorse idriche e dei reflui in Puglia”.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 33, favorevoli 33, contrari nessuno, astenuti nessuno.
L’emendamento è approvato.
Adesso votiamo l’articolo 1, così come emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Favorevoli 30, contrari nessuno, astenuti nessuno.
L’articolo è approvato.
Adesso votiamo l’articolo 2.
Non ci sono emendamenti.
L’articolo 2 riguarda la composizione e il funzionamento della Commissione.
Dichiaro aperta la votazione. Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 31, favorevoli 31, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 3 (Poteri).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 29, favorevoli 29, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 4 (Elezione del Presidente - Validità delle riunioni).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 31, favorevoli 31, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 5 (Termine).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 32, favorevoli 32, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Passiamo all’articolo 6 (Clausola di invarianza finanziaria).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 32, favorevoli 32, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Votiamo la legge nel suo complesso.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 34, favorevoli 34, contrari nessuno, astenuti nessuno.
Il Consiglio approva.
Adesso passiamo al punto n. 43 all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di legge a firma del consigliere Campo sulla creazione. della Fondazione “Secondo Federico”: “Secondo Federico”, così si chiama… Non avrei dubbi.
Prego, Presidente Campo, se vuole relazionare sulla norma.
Speaker : CAMPO.
Non credo sia necessario relazionare perché ne abbiamo parlato diffusamente in sede di bilancio, poi c’è stato un confronto anche a latere del Consiglio coi colleghi che avevano posto il tema di ulteriori fondazioni riguardanti il patrimonio culturale e materiale lasciato alla Puglia da Federico II.
Abbiamo poi ritenuto assieme più coerente percorrere questa strada per una ragione molto semplice. L’intento, nemmeno troppo nascosto, Presidente, è quello di valorizzare un luogo, Castelfiorentino, ove Federico II ha lasciato questa terra, dunque c’è una mission latente che avrebbe nel contesto di una missione più ampia, soprattutto quella che riguarda il patrimonio nettamente più imponente, lasciato in eredità dagli Svevi in provincia di BAT. Avrebbe rischiato questa mission di confondersi, tanto, se c’è un tema che riguarda Castel del Monte, e la valorizzazione ulteriore… Castel del Monte è conosciuto in tutto il mondo, ha una gestione del tutto particolare, quindi affrontiamola pure, ma ci siamo determinati a fare una cosa che avesse un’ambizione più limitata, ma che forse potesse condurci ad ottenere risultati più concreti ed immediati.
Si chiama “Secondo Federico”, a parte la suggestione che poi ne è derivata, perché poi il nome ha cominciato a piacermi, e non Federico II, per la semplice ragione che una Fondazione Federico II già esiste e non sarebbe stato possibile dare vita ad una che avesse un nome identico.
Ringrazio, dunque, assieme a tutti i colleghi della provincia di Foggia, di cui io sono unicamente il portavoce, l’abbiamo voluta tutti assieme, maggioranza e opposizione, gli assessori Barone e Piemontese, il cui contributo è stato fondamentale, e ringrazio il Consiglio e il Presidente Emiliano per questa opportunità, che sono convinto riusciremo a concretizzare in tempi brevi.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Campo.
Se non ho altri iscritti a parlare, procediamo con la votazione.
Articolo 1 (Partecipazioni e finalità).
La votazione aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
L’articolo è approvato all’unanimità.
Articolo 2 (Partecipazione della Regione Puglia alla Fondazione).
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
L’articolo è approvato all’unanimità.
Articolo 3 (Statuto della Fondazione).
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
L’articolo è approvato all’unanimità.
Articolo 4.
La votazione è aperta.
Votiamo. Votiamo. La votazione è chiusa.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato all’unanimità.
Articolo 5.
C’è un emendamento: “Dopo il comma 2 dell’articolo 5 è aggiunto il seguente: il Presidente e il Vicepresidente della Fondazione svolgono tale incarico a titolo gratuito, salvo il rimborso delle spese certificate relative allo svolgimento della funzione con oneri a carico del fondo di gestione di cui all’articolo 6”.
Sull’emendamento, la votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato all’unanimità.
Adesso votiamo l’articolo 5 come emendato.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
È approvato all’unanimità.
Articolo 6.
Sull’articolo 6 c’è un altro emendamento, che è totalmente sostitutivo: “Patrimonio della Fondazione. Norma finanziaria”.
Votiamo sull’emendamento.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
È approvato all’unanimità.
Adesso dobbiamo votare la legge nel suo complesso.
Non ho iscritti a parlare, quindi la votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
La proposta di legge è approvata all’unanimità.
l’immediata esecutività.
Alziamo la mano. Chi è favorevole? Chi si astiene? Chi è contrario?
La richiesta di urgenza è approvata all’unanimità.
Adesso dobbiamo attendere il referto.
Vi prego di rimanere in Aula, perché quel provvedimento integrale riguarda tutti gli adempimenti che abbiamo fatto nei confronti del Governo, e che dovremmo indicare entro novembre.
Raffaele, ci deve arrivare questo referto. Siamo a questo punto: il referto tecnico-finanziario non ce l’abbiamo, ma abbiamo il referto degli uffici dell’Assessorato al welfare, il quale è negativo. Assessore, scusami, lo vuoi leggere tu o lo leggo io? Non è conforme alla normativa regionale, statale e comunitaria.
Ne do lettura: “Con riferimento alla disciplina sostanziale relativa al contributo in oggetto, si evidenziano le seguenti criticità. La previsione normativa non è giuridicamente corretta sotto il profilo sistematico, essendo necessario che una prestazione di natura socioassistenziale sia sottoposta ad un limite quantitativo, non potendosi configurare come prestazione a carattere universale e generale da rivolgere a tutti i soggetti potenzialmente interessati. Si rileva, infatti, che le prestazioni a valenza sociale possono essere erogate a fronte della sussistenza dei requisiti socioeconomici e non possono essere estesi ad intere categorie di persone, minori o adulti con diabete mellito in terapia intensificata.
Peraltro, in mancanza di indicazioni tecniche in ordine alla platea dei potenziali beneficiari, non è possibile esprimere un giudizio in ordine alla congruità delle risorse”.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Amati. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : AMATI.
Presidente, innanzitutto, quando si scrive “non è conforme alla normativa non regionale”. Se questa è una legge, come si fa a dire che non è conforme alla normativa regionale?
Già questo è un errore blu, perché si fa una legge proprio per modificare una legge regionale. Quindi, già mette un elemento di mancanza di credibilità tecnica. Poi, qual è la norma? Uno deve dire “viola questa norma”.
In realtà, secondo me, non hanno capito niente. Però, la verità è che nemmeno si può chiedere di esprimere un parere politico vestito da parere tecnico. Per cui, qui l’unica questione sarebbe stata quella di dire “ci sono i soldi o non ci sono?”, esponendo peraltro dirigenti che pensano di stare al Consiglio comunale in cui devono esprimere il parere di regolarità in linea tecnica. Qual è la questione? Così è chiaro, così votiamo e siamo consapevoli di che cosa stiamo facendo. C’è un farmaco salvavita per il diabete di tipo 1 o diabete mellito di persone che stanno in cura intensiva. Questo farmaco funziona con uno spray per cui a scuola, se il bambino sta a scuola, siccome l’alternativa è intramuscolo e nessuno vuole assumersi la responsabilità di fare l’intramuscolo, perché è più complicato, ovviamente è conveniente quello spray. In questo momento cosa è accaduto? Perché non è disponibile quello spray? Perché lo spray aveva un contenzioso tra due aziende di commercializzazione, chi lo doveva commercializzare. Alla fine, hanno fatto una transazione e questa transazione ha detto “dei due, commercializza uno dei due”, ma AIFA ha detto “Siccome quello che deve commercializzare non è affidabile da un punto di vista amministrativo, lo togliamo dai farmaci A, rimborsabili, e lo mettiamo nei farmaci C, a pagamento”. Non è che ha detto che clinicamente è una schifezza questo farmaco. Ha detto: “Purtroppo non posso prevedere la rimborsabilità perché questa azienda che lo deve commercializzare non ha quei requisiti”.
Tutte le famiglie lo devo andare a comprare. La Regione Emilia-Romagna, non essendo in piano operativo, ha deliberato: “Lo facciamo noi”. Tutto a posto, con fondi propri.
Noi invece siccome siamo in piano operativo, se vogliamo assistere i bambini con il diabete – è un farmaco salvavita – con lo spray, noi dobbiamo passarlo ai fondi sociali, assessore Barone, come abbiamo fatto centinaia di volte: questo dice la norma.
A un certo punto il referto tecnico dice una cosa bellissima… Tra l’altro, basta chiedere dagli uffici vicini, così come ho fatto io, bussare, toc-toc, pronto, chiedo scusa, dottor Stella, mi dici per piacere quanto abbiamo speso nel 2002 – l’ho fatto io, lo potevano chiedere pure loro – nel 2002 per il farmaco Baqsimi? E avrebbe risposto il dottor Stella, lo dico a verbale così poi sarà tutto a verbale: nel 2022 abbiamo speso 143.000 euro perché abbiamo acquistato 2.100 pezzi, che a noi è costato 68 euro a confezione (anche se il prezzo di listino avrebbe detto 68,86): i dati. Dice il referto: non sappiamo. Ma come? Basta bussare all’ufficio vicino, come ho fatto io. Non sappiamo? Un pezzo della Regione cioè non sa quello che accade non in un altro plesso, in un’altra stanza?
Quando abbiamo congegnato con il dottor Albanese – ho parlato anche col dottor Stella, tant’è che l’assessore Palese ha dato parere favorevole perché sa di tutto questo –, quando abbiamo parlato, abbiamo detto: siccome manca soltanto un mese a dicembre, poi nel bilancio vediamo se la riproponiamo per tutto l’anno, per 146, facciamo in modo che ci siano 15.000 euro a disposizione, arrotondando per eccesso. Lo diamo a tutti? No, lo diamo ai minorenni, perché lo spray a scuola è più comodo dell’intramuscolo, e ai diabetici con diabete mellito, in terapia intensificata, perché lì ci vuole. E abbiamo limitato a 15.000 euro.
C’è una bagarre su questa storia, non so se l’avete sentito, nelle associazioni dei diabetici, i bambini, le scuole, perché non hanno questo farmaco. E noi abbiamo detto: per un mese lo diamo noi con il procedimento sociale. Come facciamo, lo diamo ai piani d’ambito? No, meglio di no, meglio che lo diamo la ASL come agente sociale. Perché il contributo? Perché la ASL sa bene di che si tratta, il farmaco salvavita, lo spray, l’intramuscolo, ha la dimensione chiara di questa storia. Insomma, colleghi, che facciamo, ce ne andiamo di qua, e devo dire “ah, noi non ci occupiamo dei bambini diabetici, del diabete di tipo 1”? Dobbiamo dire questa cosa?
Scusate, abbiate pazienza: il referto tecnico, se proprio lo volete fare, che sia tecnico, studiate, approfondite. Non è che devo entrare io in polemica con l’assessore Barone, che immagino voglia, esattamente come me, tutelare i bambini, tutelare i diabetici di diabete mellito, e con l’assessore Palese, che vuole, certamente come me e come tutti noi. Se non lo approviamo, se n’è già andato novembre e se ne va dicembre. A pagamento 86 euro a confezione, che peraltro a noi costa 86 euro. Ci sono i dati. A noi 68. Ci sono i dati.
Che volete fare, lo volete bocciare? Lo vogliamo bocciare? Bocciamolo. Che vi devo dire.
Ho chiesto al dottor Albanese, per non fare danni, da dove prendiamo i soldi, perché sapevo, e lui mi ha dato un’indicazione. E lo abbiamo inserito sul capitolo dei servizi sociali, punto. Che vogliamo fare, lo vogliamo bocciare? Bocciatelo. Dobbiamo poi fare noi, con i colleghi, un comunicato per dire – tra l’altro, non sarebbe propriamente così – che gli altri non vogliono aiutare i diabetici. Ma perché dobbiamo entrate sempre in queste polemiche? Tra l’altro, per mano di un parere politico vestito e travestito da tecnica. Ma di politica ci siamo già noi in abbondanza. La sappiamo fare pure meglio. Allora, ovviamente, vi prego. A parte il fatto che abbiamo votato chissà quante volte in dissenso con i pareri politici travestiti da pareri tecnici.
Adesso l’unica questione vera è sapere: è vero ciò che dice Amati che stanno i soldi, i 15.000 euro? Ecco, quello sarebbe il momento decisivo per decidere che cosa dobbiamo fare. Dopodiché, il Governo vuole impugnare, come fa per la SMA, come ha fatto per tutto? E impugnasse. Ma il Governo che nemmeno sono il Presidente del Consiglio e i Ministri. Anche lì, burocrati. E lo impugnassero. Nel frattempo abbiamo coperto dicembre e gli abbiamo dato il farmaco salvavita. Poi vediamo com’è. Così, secondo me, si amministra al meglio.
Colleghi, vi chiedo, per piacere, di considerare qual è la ragione per cui abbiamo presentato l’emendamento e di considerare anche il fatto che l’assessore Palese, intervenendo, che è l’assessore alla sanità, ha detto: guardate, secondo me il farmaco serve. È stato estremamente chiaro. Poi, se per noi non serve perché nel meccanismo un po’ contorto lo passiamo al sociale, perché siamo in piano operativo, e dal sociale emerge tutto questo vaso di Pandora, va bene.
Scusatemi, ma la cosa mi appassiona, perché ho studiato per tre giorni su questo cosa. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Capisco la sua passione. E noi abbiamo aspettato finora proprio perché vogliamo arrivare a una soluzione.
Adesso noi abbiamo questo referto, che vi ho appena letto, che viene dal welfare, che in sostanza non dice che non si può fare, dice che non si comprende qual è il limite di utilizzazione delle risorse. Quindi, è negativo per questo motivo. Se ci fosse una modalità attraverso la quale emendiamo, cioè voi emendate questo stesso emendamento, subemendate, mettendo una clausola di limite della spesa, probabilmente il problema si risolve, fermo restando che io non ho ancora il parere finanziario del direttore del Dipartimento.
Però, questa cosa penso che si possa risolvere. Non lo so. Assessore Palese, assessore Barone, che dite?
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
La limitazione numerica sostanzialmente non c’è, ma una limitazione c’è, perché sono individuati i minori, sono individuati quelli che sono intensivi e si può dire nel limite di 15.000, non oltre. D’emblée si può dire che l’autorizzazione è concessa. La norma può andare…
Speaker : PRESIDENTE.
Se così si risolve, procediamo.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Nel limite di 15.000.
Non vedo altra possibilità, altra alternativa, perché non si sta ponendo il problema che non si può fare e quant’altro. Si sta ponendo un problema più di disciplina, di ulteriore disciplina.
Però, se è necessario, si può anche far questo. Se oltre al minore, oltre a quello, si vuole aggiungere anche che le famiglie debbano rientrare nell’ISEE, lo si mettesse pure. Però, una cosa è certa. Spesso e ben volentieri questo è un farmaco che onestamente serve e serve nelle modalità che sono state descritte.
Non voglio aprire lo scenario. In questo Paese è dal 1999 che non si rivede il prontuario farmaceutico. Alla fine, questi farmaci, dopo un certo numero di anni, per una situazione di brevetti, finiscono fuori dal prontuario, creando anche questi problemi. Questo è un altro problema, che esula dalla discussione.
Se dobbiamo cercare di risolvere questo problema, possiamo inserire l’ISEE e inserire “nel limite di 15.000”, perché non si va oltre quel tipo di spesa. Penso che questo possa essere un ulteriore contributo a superare le osservazioni che sono state descritte.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, assessore.
Ha chiesto di intervenire l’assessora Barone. Purtroppo devo dire che per emendamenti che richiedono una specificazione presentati all’ultimo momento nel Consiglio regionale si fa una discussione che dovrebbe essere fatta su altri ambiti.
Prego.
Speaker : BARONE, assessore al welfare.
Indubbiamente mi sento in dovere di difendere i miei uffici che si trovano stamattina a dover esprimersi su qualcosa che non è prettamente sociale. È qualcosa che sicuramente è a cavallo. Approvo e appoggio il buonsenso della norma, perché comprendo perfettamente. Quindi, è prettamente, a questo punto, una scelta politica, perché i tecnici indubbiamente possono esprimersi ed è giusto che sia così, nell’ambito dei loro parametri e di quelle che sono le decisioni che ritengono corrette, e indubbiamente ringrazio gli uffici perché si sono espressi, cercando di interpretare i confini e i limiti della legge stessa, però la scelta può essere prettamente politica, quindi ci possiamo, secondo me, assolutamente disporre in maniera autonoma rispetto a quello che è un profilo chiaramente tecnico, che va rispettato, e che però può essere superato laddove la politica decida o meno di accettare e di dar vita a questo tipo di opportunità per queste persone.
Speaker : PRESIDENTE.
Dobbiamo andare avanti.
O ci fornite un emendamento che rende approvabile questa norma; oppure dovremmo procedere, nonostante la volontà di approvarla.
Prego.
Speaker : AMATI.
Se l’assessore chiede di inserire… Ovviamente, l’ha detto pure lui, quindi ripeto, la tautologia nei limiti dello stanziamento, pronto, ungimi tutto, un foglio bianco e scriviamo “nei limiti dello stanziamento”, anche perché è assurdo che si possa disporre se non c’è lo stanziamento. Comunque, nessun problema: un foglio bianco e scriviamo “nei limiti dello stanziamento”: va bene?
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, Presidente Amati, mi sta presentando questo emendamento?
Sì. Invece chiedo all’assessore Piemontese, Vicepresidente, di sollecitare gli uffici per il referto tecnico-finanziario.
Sì, però ci deve arrivare, non possiamo votare diversamente, questo è il problema. Io non ho sospeso la seduta e non intendo sospenderla.
Abbiamo già il referto? Vicepresidente Piemontese, ce l’abbiamo il referto? Ma che ci voleva a portare questo emendamento il 28 novembre, posto che noi avevamo la necessità di approvare gli adempimenti? Va bene, andiamo. È solo che temo che un po’ di consiglieri se ne siano andati.
È arrivato il subemendamento, che leggo: dopo la parola “suddividendolo” aggiungere “nei limiti dello stanziamento”. Il subemendamento è a firma del consigliere Amati.
Chiedo scusa, Vicepresidente, non c’è la firma della Ragioneria. Diventa seccante.
È Ufficio Economato. Non c’è la Ragioneria.
Va bene, procediamo. Se stavano insieme, non capisco perché non mettere la firma. Però, oggettivamente, andiamo avanti per esaurimento.
La votazione è aperta sul subemendamento.
Abbiamo votato tutti? Consigliere Romito, ha votato?
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Adesso passiamo al voto sull’emendamento.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti? No.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
É approvato all’unanimità.
Adesso votiamo la proposta di legge nel suo complesso. Anzi, il disegno di legge nel suo complesso.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato all’unanimità.
Adesso votiamo l’urgenza. Chi è favorevole alzi la mano. Lì c’è un piccolino che alza la mano. Chi si astiene? Chi è contrario?
È approvata all’unanimità.
Bene, colleghi, ci rivediamo la prossima settimana.
La seduta è tolta.