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C.r. Puglia 17.10.2023
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Revisione
Speaker : PRESIDENTE.
(Segue inno nazionale)
Buongiorno a tutti e a tutte.
Diamo per approvato il processo verbale della seduta di martedì 3 ottobre 2023.
Hanno chiesto congedo il Presidente Emiliano, la consigliera Laricchia e la consigliera Parchitelli.
Per quanto riguarda le assegnazioni alle Commissioni, passo il fascicolo al collega De Leonardis.
Speaker : DE LEONARDIS.
Assegnazioni alle Commissioni.
Alla I Commissione è stato assegnato il disegno di legge n. 153, n. 154, n. 155, n. 156 e n. 157.
Alla IV Commissione è stata assegnata la proposta di legge a firma dei consiglieri Casili, Barone, Di Bari e Galante e la proposta di legge a firma dei consiglieri La Notte, Paolicelli e Mennea “Modifiche alla legge regionale 30 aprile 2018, n. 16”.
Alla V Commissione è stata assegnata la proposta di legge a firma del consigliere Lacatena “Recepimento della sentenza della Corte Costituzionale n. 251” e la proposta di legge a firma del consigliere Tutolo “Norme in materia di abbattimento delle barriere architettoniche”.
Sono state presentate le seguenti interrogazioni e mozioni: interrogazione del collega Di Cuia, a risposta scritta, avente ad oggetto “Presidio ospedaliero SS. Annunziata di Taranto. Criticità della struttura complessa di Gastroenterologia”. Inoltre, le mozioni a firma di Conserva dal titolo “Con Israele, con la democrazia per la pace”, Galante “Differimento progetto di realizzazione del termovalorizzatore nel Comune di Ginosa”, dei colleghi Amati, Clemente e Mennea “Aggressione subita da Israele da parte del Governo di Hamas” e dei colleghi Caracciolo, Galante e Vizzino avente ad oggetto “Guerra in Medio Oriente”.
Speaker : PRESIDENTE.
In apertura di seduta, vi chiedo di fare un minuto di silenzio per Sabino Colangelo. Quando si spegne un uomo come lui, la prima cosa che si affaccia prepotente alla memoria non è la sua appartenenza politica, quanto piuttosto la profonda coerenza dell’uomo che è stato. Ecco perché tanto i compagni di partito che i suoi avversari politici hanno lo stesso ricordo. Un uomo buono, un politico attento alle necessità del suo popolo di sinistra e del periodo tormentato che tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta stava attraversando. Dalla FGC di Enrico Berlinguer al PC del giovane Massimo D’Alema, fino all’approdo nel PDS prima e nei DS dopo.
Ma il suo tratto rimaneva sempre quello: la coerenza con la quale interpretava i bisogni della sua gente foggiana tra i banchi del Consiglio comunale, ma anche in Regione, dove fu assessore al personale dal 23 ottobre del 1992 al 4 dicembre dello stesso anno.
Fu anche, nella stessa V Legislatura, Presidente del Gruppo consiliare del PDS, assumendo, poi, il ruolo di Segretario della Federazione foggiana, divenuta Democratici di sinistra.
Alla sua famiglia vogliamo esprimere noi tutti, come Consiglio regionale, il cordoglio affettuoso.
(L’Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Il nostro cordoglio va anche al Presidente Emiliano e alla sua famiglia per la perdita della cara madre.
Oggi abbiamo previsto l’anticipazione di alcuni lavori, come da Conferenza dei Capigruppo che abbiamo fatto ieri, in via d’urgenza.
Abbiamo anticipato la discussione della proposta di legge sui crediti fiscali, già esaminata in Prima Commissione nella seduta del 16 ottobre 2023 e intitolata “Circolazione crediti d’imposta”.
Lo abbiamo fatto nella consapevolezza dell’importanza che questo tema riveste e con l’intesa di tutta la Conferenza dei Capigruppo, su sollecitazione proveniente dai consiglieri che con le firme apposite hanno chiesto appunto l’anticipazione.
Discuteremo poi di un’altra proposta di legge sui tirocini formativi, che era stata già prevista per le scorse sedute, e che quindi abbiamo indicato per la discussione di oggi. Al termine dei lavori discuteremo le mozioni, possibilmente in maniera integrata, che sono state presentate dalla maggioranza, dal Gruppo di Azione e dal Gruppo della Lega sulla questione israelo-palestinese. Ovviamente, siamo tutti consapevoli del difficile momento che stiamo vivendo. Il dibattito io spero ci porti ad una mozione unitaria.
A questo scopo sollecito personalmente perché vi si arrivi, assicurando il contributo anche nostro.
Rispetto ai giornali di oggi c’è una novità anche importante: la presenza del Presidente degli Stati Uniti d’America, Biden su quanto emerso questa notte in Israele con l’obiettivo proprio evidente di ridurre le sofferenze nella Striscia di Gaza, dove la popolazione è senz’acqua, e quindi favorire i corridoi umanitari allontanando nel tempo la possibile invasione da parte di Israele. Quindi, questa presenza incide nel senso di un’azione diplomatica che si sta svolgendo e che sarà certamente richiamata anche nella discussione che ci sarà alla fine dei lavori.
Io adesso andrei subito al primo punto all’ordine del giorno, che riguarda la circolazione dei crediti d’imposta.
Relatore è il Presidente Amati. Prego, Presidente. Essendo arrivata con le cinque firme, la pregherei proprio di fare la relazione, non la diamo per letta, in maniera tale che si comprenda chiaramente da parte di tutti il contenuto.
Speaker : AMATI.
Grazie, signor Presidente, signori della Giunta, colleghi.
Siamo chiamati, in questa Assemblea, ad esaminare la proposta di legge recante “Circolazione crediti d’imposta”.
Con la proposta di legge la Regione interviene in ordine alla grave problematica che investe famiglie, liberi professionisti e imprese pugliesi titolari dei cosiddetti “crediti fiscali incagliati”, ovvero in possesso dell’ingente mole di crediti d’imposta derivante dai cosiddetti “bonus edilizi”, oggi liquidi, a causa del blocco dei meccanismi di cessione previsti dall’articolo 121 del decreto-legge n. 34/2020, come modificato dal decreto-legge n. 11/2023. L’articolo citato consente, in considerazione delle modifiche in medio tempore intervenute, ai soggetti che sostengano negli anni 2020-2024 spese per gli interventi elencati nel successivo comma 2 di optare in luogo dell’utilizzo diretto della detrazione spettante per lo sconto in fattura, ovvero per la cessione del credito. In particolare, con riferimento al meccanismo della cessione del credito è prevista la possibilità per i beneficiari della detrazione di cedere il credito d’imposta di pari ammontare ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediatori finanziari, senza facoltà di successiva cessione, fatta salva la possibilità di tre ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo, ovvero di imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia. Infine, è consentita alle banche, ovvero agli istituti di credito autorizzati, un’ultima cessione in favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti, così come definiti dalla legge vigente, e che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa o con la banca capogruppo.
Tale misura è stata oggetto di diversi interventi normativi, con la finalità di correggere le problematiche emerse relativamente al meccanismo della cessione dei crediti, limitare i fenomeni di irregolarità nell’ambito delle predette agevolazioni fiscali e risolvere la situazione di stallo venutasi a creare già nel corso dell’esercizio 2022 a causa delle indisponibilità ad acquisire ulteriori crediti fiscali, comunicate da diverse banche e intermediari finanziari, per l’avvenuta saturazione dei propri cassetti fiscali.
In particolare, con il decreto legge n. 11/2023 sono stati ridelineati i confini della circolazione dei crediti di imposta derivanti dai cosiddetti “bonus edilizi”, prevedendosi che, a decorrere dal giorno stesso dell’entrata in vigore del decreto, non sia consentito l’esercizio delle opzioni di sconto in fattura o delle cessioni del credito corrispondente alla detrazione, seppur con le eccezioni di cui ai successivi commi 1-bis, 2, 3, 3-bis e 3-quater, con riferimento ad alcune tipologie di interventi e allo stato di attuazione delle medesime opere.
Al fine del coordinamento della finanza pubblica, il decreto dispone, altresì, che le Pubbliche amministrazioni, ovvero gli Enti inclusi nella ricognizione operata annualmente dall’ISTAT con proprio provvedimento, non possano essere considerate cessionarie dei crediti d’imposta derivanti dalle medesime detrazioni fiscali.
Il decreto legge n. 11/2023 interviene, inoltre, in ordine alla problematica della responsabilità solidale del cessionario dei medesimi crediti fiscali, prevedendosi che, ferma restando l’ipotesi di dolo, il concorso nella violazione è escluso con riguardo ai cessionari che dimostrino di aver acquisito il credito d’imposta e siano in possesso di speciale documentazione riguardante le opere da cui origina il credito d’imposta.
L’esclusione di responsabilità opera anche nei confronti dei cessionari che acquistano il credito d’imposta da banche e gruppi bancari mediante il rilascio di un’attestazione di possesso da parte della banca o della diversa società del gruppo cedente di tutta la predetta documentazione.
In considerazione di tale complesso quadro normativo, delle numerose modifiche succedutesi in un ristretto arco temporale, da ultimo dal blocco del meccanismo della cessione del credito di imposta.
Le famiglie, i liberi professionisti e soprattutto le imprese sono oggi costrette a fronteggiare il complesso problema dello stock di crediti incagliati, ovvero, dei crediti che giacciono nei cassetti fiscali dei contribuenti senza trovare acquirenti sul mercato è pari a circa 30 miliardi di euro.
Con riferimento a tale contesto, la Regione, in considerazione delle gravi difficoltà affrontate in particolare nel settore delle imprese e al fine di scongiurare ricadute anche sul livello occupazionale del medesimo settore, promuove la circolazione dei crediti fiscali mediante l’acquisizione da parte degli enti pubblici regionali e delle società controllate dalla Regione non inclusi nell’elenco di cui all’articolo 1, comma 2 della legge 196 del 2009; dei crediti di imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni di cui all’articolo 121, lettere a) e b) del decreto-legge 34 del 2020.
I medesimi enti possono acquisire crediti fiscali per un loro utilizzo diretto in compensazione, nei limiti della capacità fiscale e contributiva propria, a condizioni di mercato e comunque a un prezzo inferiore al valore nominale del credito delle banche, ovvero della banca capogruppo con cui abbiamo stipulato un contratto di conto corrente. La medesima banca è tenuta a garantire, attraverso apposita clausola contrattuale, il buon fine del credito.
Al fine di stimolare un meccanismo virtuoso della circolazione dei crediti fiscali, la proposta di legge prevede che nella gestione della fase negoziale tra la banca cedente e l’acquirente il credito fiscale, debba essere espressamente previsto l’obbligo per la banca di reimpiegare la capienza fiscale liberatasi con l’acquisizione di ulteriori crediti di imposta relativi alla stessa tipologia di interventi su immobili ubicati nel territorio pugliese ed effettuati da parte di imprese aventi sede legale e operative nel medesimo territorio.
Dalla presente proposta di legge non derivano nuovi e maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Questa proposta di legge null’altro è che il riassunto di sei proposte di legge depositate al Consiglio regionale.
Il progetto di legge è presentato dal collega Tutolo, una proposta di legge è presentata dal sottoscritto più i colleghi Clemente, Mennea e Di Gregorio, una proposta di legge presentata dal collega Di Cuia, una proposta di legge presentata dai colleghi Bruno, Caracciolo e Di Gregorio (Di Gregorio ne ha presentate due), una proposta di legge presentata dai colleghi Conserva, De Blasi e Splendido, una proposta di legge presentata dai colleghi Caracciolo, Piemontese, Galante, Tupputi e Tammacco, ai quali poi si sono aggiunte le sottoscrizioni dei colleghi Di Gregorio e Parchitelli.
In Commissione si è deciso, all’unanimità, di unificare le proposte all’interno di un unico testo, naturalmente attraverso l’utilizzo delle regole che sovraintendono all’attività legislativa del Consiglio regionale e, ove applicabili, al lavoro delle Commissioni. Su questo testo così adottato. i colleghi commissari hanno presentato due emendamenti, due emendamenti che la Commissione ha approvato all’unanimità.
Mette conto rilevare che, con riferimento alle prime proposte di legge depositate, l’ATN rilevava profili di incostituzionalità per conflitto di attribuzioni e poi risultano superati per fatti concludenti, per esempio…
Speaker : PRESIDENTE.
Mi scusi, Presidente Amati, non ho sentito l’ultimo pezzo. C’è stato un po’ di movimento e non ho sentito l’ultimo pezzo del suo intervento.
Speaker : AMATI.
I due emendamenti presentati?
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, i due emendamenti. Li ha recepiti.
Speaker : AMATI.
La Commissione ha deciso, all’unanimità, utilizzando le regole del procedimento legislativo, quindi ciò significa rinunce, ovvero decadenze per assenza dei proponenti, di adottare un testo di riferimento. Il testo di riferimento adottato è precisamente il testo contrassegnato, che è quello che vedete alla vostra attenzione allegato alla relazione, dal n. 906. Su questo testo tutti i Gruppi politici hanno presentato due emendamenti, che poi la Commissione ha approvato. Quindi, il testo che oggi viene presentato alla vostra attenzione è il testo così come emendato.
Fatto rilevare che i testi originariamente depositati avevano conseguito l’ATN. L’ATN dell’epoca evocava un possibile conflitto di attribuzioni, che, in realtà, per fatti concludenti, è oggi da ritenersi escluso. Un testo che in qualche modo replica il testo presentato, in particolare quello della Regione Basilicata, non è stato sottoposto a impugnativa da parte del Governo regionale. Sicché abbiamo motivo di ritenere che pure questo debba essere assoggettato al medesimo criterio di valutazione. Per cui, con riferimento a quanto temuto dall’ATN, ci pare di poter dire che il comportamento, la condotta del Consiglio dei Ministri lascia presagire la buona sorte di questo testo.
Naturalmente, ringrazio tutti i colleghi, perché all’unanimità, con spirito di grande collaborazione e senza attribuirsi alcuna volontà di premettere i nomi propri alla iniziativa legislativa, ma di premettere il nome di tutti all’iniziativa legislativa, hanno consentito di predisporre un unico testo, che oggi è all’esame del Consiglio regionale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, anche per le opportune precisazioni relative a come il testo arriva in Aula. Con riferimento all’ATN, non ci sono ragioni per dubitare di quanto ha detto. Anzi, abbiamo condiviso con l’ufficio che le considerazioni sono condivise.
Passo la parola al consigliere Picaro, che ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.
Speaker : PICARO.
Grazie, Presidente.
Noi non possiamo che, come già anticipato dal nostro Presidente Ventola, essere favorevoli a questa proposta. Una proposta che da mesi abbiamo cercato di rappresentare essere utile per l’interesse della comunità, delle tante famiglie che sono in difficoltà, dei disagi che sono stati arrecati dal precedente Governo, che di fatto non ha saputo gestire questa situazione che abbiamo ereditato con il Governo Meloni. Per fare questo sicuramente è stata opportuna e utile l’azione...
Speaker : PRESIDENTE.
Prego i colleghi e soprattutto chi è nel pubblico di rispettare il lavoro del Consiglio.
Prego, consigliere.
Speaker : PICARO.
Grazie, Presidente.
Dicevo: è stato opportuno e utile quanto fatto in Regione Basilicata, con la legge regionale n. 20 del 2023 presentata dal Capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Coviello, che ha superato sia il parere del MEF sia quello del Governo sulla non incostituzionalità del provvedimento.
Su questo abbiamo di fatto, anche con gli amici del centrosinistra che hanno presentato subito dopo una proposta di legge che era tale e quale a quella del presidente del Gruppo Fratelli d’Italia della Regione Basilicata, la stessa che oggi è qui, rappresentata con degli ulteriori emendamenti che si aggiungono alla proposta di legge.
Abbiamo anche presentato una mozione con la quale volevamo accelerare questo iter, mozione del 31 agosto, mozione che ovviamente andava nella stessa direzione che ci vede oggi tutti qui coinvolti, quindi non possiamo che esprimere soddisfazione, benché avremmo desiderato potesse essere fatto qualche mese prima di questa proposta di legge che raccoglie la volontà da parte di tutto il Consesso politico della Regione Puglia, dei Gruppi politici, affinché si cerchi di dare sollievo, perché questa legge andrà a impattare nella misura del 10 per cento dei crediti incagliati per quanto riguarda la Regione Puglia, e far sì che si possano limitare le difficoltà e i disagi che gli imprenditori e le famiglie stanno subendo per questi crediti incagliati, che ricordo provenire dal precedente Governo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Picaro.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tutolo. Prego, ne ha facoltà. Io devo insistere perché nel pubblico si sente… Siete numerosi, oggi, e di questo vi ringraziamo, però c’è bisogno di silenzio.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Io non ho avuto modo di approfondire il contenuto di questa norma, perché non la vedo pubblicata sulla nostra piattaforma, quindi non c’è modo di vederla. Mi sarebbe piaciuto vederla nel suo complesso, anche perché ero firmatario di una delle proposte, probabilmente la prima proposta. Quindi vorrei fare alcune domande per avere una cognizione piena. La prima cosa che vorrei capire è come si scelgono le banche che potranno svolgere questo servizio in regione Puglia, perché nella mia proposta era previsto che erano quelle che avrebbero fatto le migliori condizioni alla Regione. Mi sembra un principio sacrosanto, cioè quello di cercare di avere il massimo per i cittadini pugliesi, ovviamente. Però, non mi pare di aver letto, anche se l’ho fatto in maniera veloce perché, ripeto, non ho il testo, questo passaggio e mi piacerebbe nel caso in cui non fosse previsto – se fosse previsto mi scuso per questa mia precisazione – che fosse inserito. Cioè, gli istituti di credito che possono fare questa roba per la Regione Puglia vengono selezionati in base alla migliore offerta che si fa per i cittadini della regione Puglia e per la Regione Puglia. Questa è la prima domanda che faccio. Poi, mi riservo nel corso del dibattito se mi viene qualche altro dubbio… Ripeto, non ce l’abbiamo la norma, quindi ci scuserete se faremo qualche domanda in più. Ma questo è quanto.
Sono assolutamente favorevole a questa norma, ripeto, ero uno dei presentatori di queste norme, quindi vorrei semplicemente conoscerla meglio.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Tutolo. La norma è pubblicata sulla piattaforma del Consiglio regionale da questa mattina, perché ieri è stata definita.
Speaker : TUTOLO.
Fino a qualche minuto fa non c’era. Almeno io non la vedo. Può darsi pure che abbia un problema sul mio…
Speaker : PRESIDENTE.
Prego gli uffici di recarsi presso…
Speaker : TUTOLO.
Anche la collega Ciliento mi dice che non la vede.
Speaker : PRESIDENTE.
…il Presidente Tutolo per verificare perché non appare sul suo computer e di verificarlo attraverso la piattaforma.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Di Cuia. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : DI CUIA.
Grazie, Presidente. Brevemente, solo per esprimere l’assoluta condivisione del testo che oggi è in votazione da parte di Forza Italia. Eravamo stati tra i promotori di una proposta non dissimile da quella che oggi stiamo discutendo, quindi assoluto compiacimento per il lavoro che è stato svolto in Commissione con il Presidente Amati e con tutti i Gruppi, siamo riusciti a giungere a un testo condiviso, che oggi arriva al nostro esame.
La valenza sociale di questa legge, della norma che andiamo ad approvare, è particolarmente importante. I crediti incagliati e il blocco imposto da alcune norme sulla circolazione del bonus fiscale, dei decreti fiscali nella nostra Regione ha avuto un impatto particolarmente significativo. Il Centro studi ANCE, con il quale pure ci siamo interfacciati nel corso dell’esame in Commissione, ha elaborato un report, nel quale ci dice che, dall’inizio del blocco della circolazione dei decreti a tutto il 2022, nella sola Provincia di Bari si sono perse 212 imprese edili, 21 in quella di Brindisi, 32 in quella di Foggia, 45 in quella di Lecce, 22 in quella di Taranto. Parliamo di imprese che erano attive nell’esecuzione di lavori finanziati con queste misure.
Siamo particolarmente soddisfatti, perché è un provvedimento che va a impattare in maniera significativa sul disagio di molte imprese che in questi ultimi anni, purtroppo, hanno dovuto chiudere i battenti, su molti cantieri di molti concittadini pugliesi che hanno visto i propri cantieri delle proprie abitazioni essere sospesi. Soprattutto, dal punto di vista della valenza sociale, che mi piace ricordare, ha una particolare importanza per il fatto che sottraiamo un patrimonio di imprese ed economico alla malavita, che, come certificato da alcuni importanti Centri studi che si occupano di lotta alla criminalità organizzata, stava mettendo le mani su molte imprese in difficoltà. Quindi, anche da questo punto di vista, è un segnale importante che oggi il Consiglio regionale all’unanimità ‒ spero ‒ lancia al settore economico e al mondo dell’economia pugliese, sperando che questo sistema, questo metodo di condivisione su temi così importanti possa trovare ancora applicazione su argomenti che andremo a trattare in futuro.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Di Cuia.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Tammacco. Prego.
Speaker : TAMMACCO.
Grazie, Presidente.
Sempre associandomi alle dichiarazioni dei colleghi che mi hanno preceduto, esprimiamo un parere molto positivo su questa proposta di legge portata da tutti quanti. Siccome, insieme ad altri, siamo stati i promotori iniziali di ciò che, poi, è diventato un testo condiviso da tutti. Abbiamo preso atto anche delle richieste, di ciò che era contenuto nelle varie proposte di legge.
Per quanto riguarda l’amico e collega Tutolo, volevo sottolineare che qui, in questa proposta di legge è previsto il cosiddetto articolo 4, cioè il Comitato tecnico. Credo che alcuni punti inseriti –essendo un suggerimento personale, proprio a titolo personale, l’istituzione di un tavolo tecnico – nella proposta di legge del collega Tutolo possano andare come raccomandazione all’interno di questo tavolo tecnico, composto dalle associazioni di categoria e da chi ha interesse a risolvere questo problema, soprattutto per quanto riguarda ad esempio ciò che aveva inserito il limite dei soldi, dell’ammontare dei crediti, così come pure ciò che è una proporzionalità all’interno del territorio.
Quindi, onde evitare di stravolgere quella che è la legge, e andare eventualmente incontro a quello che prima già avevano anticipato sia il presidente Amati che il consigliere Picaro, cioè il solco già tracciato dalla Regione Basilicata per la quale non ci sono state impugnative. Per cui credo che tutta la parte operativa e gestionale di questa legge possa essere affidata a persone o a Istituzioni competenti che sicuramente andranno a tutelare gli interessi dei cittadini, delle imprese e di tutta la Puglia.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Tammacco.
Presidente Tutolo prego.
Speaker : TUTOLO.
Sempre perché la premessa era quella che non avendo conoscenza di questa norma, mi è venuto un altro dubbio, e pare che invece non sia un dubbio ma una certezza: l’esclusione dei privati. Pare, se non ho capito male, che questa legge stabilisca la possibilità dell’acquisto dei crediti incagliati soltanto per le imprese e non per i privati.
Onestamente, se così fosse, non ne conosco le ragioni, quindi io chiederei di ampliare anche ai privati, perché credo che non abbiano fatto alcun peccato originale dei privati che si trovano nella stessa identica situazione di una impresa, quindi se ci sono uno, due, cento o mille singoli cittadini della Regione Puglia che vivono questo dramma, che è almeno altrettanto importante quanto quello delle imprese, non capisco perché dovrebbe essere escluso da questa possibilità che noi andiamo a dare. Quindi, chiederei anche l’inserimento dei privati, oltre che quello delle imprese. E non mi dispiacerebbe nemmeno mettere un tetto alle acquisizioni possibili, questo ovviamente per dare la possibilità a un maggior numero possibile di privati o di piccole imprese. Non vorrei che magari questa capacità della Regione Puglia fosse fatta propria da uno o due interventi, lasciando esclusi gli altri, forse il 90 per cento. Qualche paletto a mio avviso va messo, e va messo dal Consiglio regionale, secondo me, consigliere Tammacco. D’altronde, se questo comitato di esperti non tiene conto di queste cose, non è che ci possiamo assolvere dal non aver pensato, ad esempio, a un cittadino privato che ha fatto l’intervento e che non vede questa possibilità permessa pure a lui. Io credo che la debba avere almeno al pari delle imprese, non dico prima. Comunque, inserirei un limite per ogni intervento. Eviterei un intervento da 200 milioni di un’impresa, ad esempio, perché significherebbe probabilmente assorbire qualsiasi capacità che noi abbiamo. Quindi, non avremmo fatto qualcosa per i cittadini pugliesi, ma avremmo fatto qualcosa per un’impresa pugliese. Io eviterei un approccio a maglie larghe per un verso e strette per un altro.
Se non ho capito male. Poi, se mi dite che non è così, e cioè che anche i cittadini privati possono fare… Mi chiedo: il cittadino pugliese che si trova in questa condizione può beneficiare? O sono solo le imprese? Questa è la prima domanda alla quale vorrei una risposta perché, ripeto, non lo so. Mi pare di capire che sono esclusi i cittadini. Però, onestamente vorrei capirlo. E se così fosse, io chiedo che vengano inseriti anche i cittadini privati nel poter fare questa roba.
Poi, ripeto, se si condivide la possibilità di mettere un tetto agli interventi. Poste Italiane, ad esempio, l’hanno fatto di 50.000 euro. Lo vogliamo fare di 100, di 150, di 200? Ma non possiamo prevedere che sia un qualsiasi importo. Non vorrei correre il rischio di pagare un solo intervento di una sola grande impresa, quindi di fare un favore a uno piuttosto... Un favore non voluto. Attenzione. Non vorrei che le mie parole fossero interpretate male. Non mi viene nemmeno il pensiero che ci sia la volontà di fare qualche favore a qualcuno. Indirettamente andiamo a fare un favore a qualcuno, quando noi dovremmo dare la possibilità semplicemente a tutti.
Speaker : PRESIDENTE.
È chiaro.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Galante.
Presidente, vuole rispondere anche lei nel suo intervento al Presidente Tutolo? Oppure, poi, prendiamo le questioni dubbie e le facciamo risolvere dall’assessore o da chi voglia del Consiglio.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Nella discussione, nel dibattito generale ci saranno le diverse risposte. Alcune sono tecniche, previste già nella legge, che impediscono l’acquisizione e il passaggio dei privati, in alcuni punti.
Io volevo rispondere a Fratelli d’Italia e a Forza Italia, che continuano da molto tempo ad attaccare il Super Bonus, dimenticando innanzitutto che loro avevano tentato, durante la parte in cui si vedeva l’efficacia del Super Bonus, di estenderlo a tutti, di ampliare la platea del Super Bonus. Si stavano rendendo conto che c’era un aumento del PIL. Siamo arrivati a circa l’11 per cento, 10 punti in meno sul debito, e 1 milione di posti di lavoro.
In più, le menzogne che continuano a dire Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia sulla tenuta dei conti. Se così fosse, anche il bilancio di Draghi sarebbe stato illegittimo, sarebbe stato bloccato dalla Corte dei conti.
Per non considerare, poi, gli effetti sull’efficientamento di tutti gli edifici, che ‒ da anni se ne sta parlando ‒ sono vecchi, consumano energia. Quindi, le falsità continuano.
Più che altro vorrei chiedere ‒ mi spiace non ci sia il collega Picaro ‒ che cosa ha fatto fino ad oggi il Governo Meloni. Qual è questo grande intervento del centrodestra a livello nazionale? Qual è la proposta? Quali sono le novità sulla scena italiana?
Noi siamo riusciti ad attuare gran parte del nostro programma. Il Governo Meloni, oltre a togliere il reddito di cittadinanza e il Superbonus e ad aumentare, purtroppo, gli immigrati in Italia, non… Io almeno non ricordo nulla.
Questa misura intanto sta andando in alcune parti e io posso rispondere questo al collega Tutolo. C’è una certa fretta proprio perché le imprese comunque ci chiedono di intervenire. Poi, naturalmente, sarà monitorato anche il tipo di intervento.
Su questo siamo tutti d’accordo. L’unanimità su questa legge è proprio perché dobbiamo andare in soccorso ai danni fatti dal Governo Meloni, più che altro. Ecco perché stiamo intervenendo.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Tupputi. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : TUPPUTI.
Grazie, Presidente.
Volevo fare un po’ di chiarezza in merito a questa proposta di legge firmata e condivisa dall’intero Consiglio. Però, dobbiamo fare un passo indietro, ovviamente, sennò, diversamente, non riusciamo a capire perché si giunge a questa proposta di legge.
Con il decreto Superbonus, fondamentalmente, lo Stato aveva permesso ai cittadini italiani di usufruire di una misura straordinaria, tra l’altro decreto fatto in maniera velocissima per permettere allo Stato italiano di alzare quel famoso PIL, io aggiungerei, da un punto di vista personale, sbagliando, se si pensa solo al PIL, ed è ovvio che tutte le proposte e i decreti che vengono fatti in maniera celere debbano scontare, nella fase successiva, delle migliorie.
È ovvio che nel corso del tempo ci si è accorti, e lo dico da addetto ai lavori, che il decreto aveva delle falle nel sistema. Una di queste falle, per esempio, è quella a cui oggi si cerca di mettere una toppa con la nostra proposta di legge. Mi riferisco principalmente al collega Tutolo, che sollevava delle perplessità in merito, chiedendo come mai in questa proposta di legge la Regione Puglia non si interfacciasse direttamente con i privati. Perché? Perché la Regione Puglia non può farlo.
Il decreto prevede che, a seguito di cessione agli istituti bancari o intermediari finanziari, un’ulteriore proroga di cessione può essere effettuata solo a soggetti diversi da consumatori o utenti, come definiti dall’articolo 3, comma 1, lettera a), cioè – parlando in soldoni – ad agenzie partecipate da enti pubblici oppure a società partecipate sempre da soggetti pubblici che abbiano un regime di società per azioni.
Come si arriva oggi a mettere una toppa a questa falla? Attraverso questa PDL, in particolar modo attraverso i punti 3 e 4 dell’articolo 2, che vi leggo testualmente, così riusciamo, forse per una volta, a fare chiarezza in maniera definitiva: “Nell’ambito dell’operazione di trasferimento dei crediti di cui al presente articolo e di cui all’articolo 3, l’acquisto dei crediti deve avvenire in ogni caso a condizioni di mercato e, comunque, entro un prezzo non superiore al valore nominale del credito”. Cioè, le agenzie o le società partecipate dalla Regione Puglia possono acquisire, attraverso una concertazione, dagli istituti bancari il credito solo a un valore inferiore del prezzo nominale. Ad esempio, se l’istituto bancario ha acquistato a 80 un credito dal privato che aveva un valore nominale di 100, oggi la Regione Puglia deve acquistarlo a un prezzo almeno inferiore. Cioè, non deve permettere anche la Regione Puglia all’istituto bancario di lucrare – lo dico nel senso positivo del termine, non nel senso negativo – anche nei confronti della Regione Puglia.
Articolo 2, punto 4: “Gli istituti di credito e intermediari finanziari devono garantire l’immediato reimpiego sul territorio della capacità fiscale liberata tramite l’acquisizione di ulteriori crediti”. Cioè, se Regione Puglia acquista 30 dall’istituto bancario, immediatamente l’istituto bancario deve rimettere quel credito sul mercato e riacquisire dal privato, cioè dalla piccola e media impresa pugliese, lo stesso valore nominale del credito venduto.
Questo cosa fa, in parole povere? Regione Puglia, che non può avere contatti direttamente con le piccole e medie imprese, libera il credito dalle banche e obbliga le banche a riacquisire pari importo. Indirettamente o direttamente, se si vuole, Regione Puglia in questo momento sta liberando quei crediti incagliati ‒ ecco perché incagliati ‒ alle piccole aziende, che, purtroppo, hanno avuto come beneficio dal Super Bonus 110... Questo ce lo dobbiamo dire. La verità va detta, specialmente in quest’Aula. Qual è stato il plus che hanno ricevuto le piccole aziende del settore? Hanno avuto solo un’accelerazione in senso temporale del fatturato.
Mi spiego meglio. Aziende che fatturavano 100 fino al 2019, successivamente al decreto Super Bonus, si sono trovate a fatturare 1.000. Con la chiusura del Super Bonus, dall’anno 2024 torneranno, ahimè, a fatturare 100. Quindi, non avranno capienza per scontare in cinque anni questo credito fiscale. Non avendo capienza, si sono trovate costrette a vendere sotto il valore nominale, anche e soprattutto agli istituti bancari, il loro credito d’imposta, per monetizzare, per rimettere in circolo moneta liquida, per ritornare a fare gli imprenditori.
La Regione Puglia ‒ i consiglieri regionali, in questo momento; ringrazio l’opposizione per aver voluto condividere con noi questa proposta di legge ‒ che cosa fa? Dice agli istituti bancari: “Okay, acquisto io. L’importante è che mi vai a liberare altro credito, cioè permetti alle piccole e medie imprese di monetizzare nell’immediato. Diversamente, nei cinque anni successivi, non ci riuscirebbero”. Ergo, il Super Bonus per quelle imprese sarebbe, purtroppo, deleterio, perché le porterebbe al fallimento, al default. Questo è l’aspetto sociale da sottolineare in merito alla proposta di legge in questione.
È ovvio che, rappresentando l’intero Gruppo consiliare Con Emiliano, non posso che esprimere un parere più che favorevole.
Per cui, Presidente, anticipo, con questo intervento, anche la dichiarazione di voto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romito. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : ROMITO.
Grazie, Presidente.
Intervengo perché il consigliere Galante ha dissolto in pochi minuti il clima di “unità nazionale” che invece il Consiglio regionale pugliese aveva raggiunto per porre rimedio ai disastri che il suo movimento, il Movimento 5 Stelle, aveva e continua a cagionare alla nostra Repubblica.
Mi costringe, quindi, e io non volevo farlo, a dire due parole sul Superbonus, uno dei brillanti risultati raggiunti dal Governo Conte, insieme al Partito Democratico, che, nei fatti, produrrà i suoi effetti ancora per molti anni.
Io ho visto, consigliere Galante, lei ha 54 anni. L’ho visto dalla sua biografia. Le rappresento che, grazie alla vostra manovra, al Superbonus, che è costato in totale quasi 85 miliardi di euro, voi avete indebitato le prossime due/tre generazioni di italiani.
Voi siete responsabili dell’indebitamento di intere generazioni di giovani italiani che il Superbonus probabilmente lo leggeranno sui libri di storia. Quindi, anziché porre rimedio a questo, anziché provare anche un sentimento di dispiacere per i danni causati agli italiani, voi avete anche l’ardire di difendere questa misura in Consiglio regionale. Quindi, 85 miliardi di euro è quanto è costata alle casse della Repubblica italiana questa insana misura che soltanto delle menti fantasiose e poco preparate potevano immaginare.
Di questi 85 miliardi, ben 12 sono riconducibili a truffe. Non lo dice Fabio Romito, che è un consigliere regionale di opposizione e potrebbe avere interesse a mistificare la realtà, ma lo ha detto la Guardia di finanza, che ha portato a galla circa 7,2 miliardi di frodi, e l’Agenzia delle entrate che invece ha stoppato in via preventiva circa 4,8 miliardi di euro di presunte irregolarità. In totale, fanno 12 miliardi di euro.
La finanziaria che il Governo ha approvato, purtroppo, con delle dotazioni economiche assai risicate, ammonta, lo sapranno i colleghi del Movimento 5 Stelle, a circa 23-24 miliardi. Quindi, voi immaginate che soltanto la metà, la metà della manovra finanziaria, cioè quello che serve a finanziare il Paese e quindi a far andare avanti questo Paese, la metà della manovra finanziaria di quest’anno noi lo abbiamo buttata nelle frodi del 110 per cento, perché le norme che erano state scritte malissimo erano state pensate ancora peggio. Questo veramente vi fa merito, perché non era affatto facile, non era affatto semplice riuscire in pochi anni di Governo a causare tutti i danni che voi avete causato alle casse del Paese con così tanta superficialità.
Il Superbonus 110% che si accusa il Governo Meloni di aver distrutto, questa misura straordinaria, avete accusato il Governo di centrodestra addirittura di aver acuito le sofferenze che purtroppo tanti cittadini a causa vostra stanno continuando ad affrontare, e poi arrivo alla delibera di oggi, eppure, nonostante questo, quindi nonostante i dati conclamati, ripeto, non del consigliere Romito, ma di 100.000 istituti, che hanno più autorevolezza di chi vi sta parlando a rappresentare i dati economici del Superbonus, voi continuate a difenderlo.
Ma c’è di più. Il Movimento 5 Stelle, nella sua, per fortuna, breve esperienza di Governo – breve mica tanto –, è stato davvero ammirevole, perché si diceva che erano i democristiani a guardare un po’ al centro, un po’ a sinistra, a pensare a tutte le classi sociali del Paese, forse la Democrazia Cristiana lo ha fatto davvero e lo ha fatto con senso dello Stato, lo ha fatto per il bene dello Stato, i Cinque Stelle, invece, sono stati lungimiranti, perché sono riusciti con il Superbonus 110% a far arricchire non il povero residente delle case popolari del quartiere San Paolo, che esattamente come stava dieci anni fa sta ancora oggi, con i muri pieni di umidità, con le caldaie che non funzionano, con ogni genere di pericolo per la propria incolumità, perché al cittadino del quartiere San Paolo di Bari il Superbonus 110% non ha cambiato la vita. Ha rimesso, però, a posto i bilanci dei grossi players finanziari di questo Paese e, quindi, delle banche e delle istituzioni creditizie, che, guarda caso, sono stati i primi beneficiari di questa misura attraverso la compravendita dei crediti fiscali.
Quindi il Movimento 5 Stelle da un lato ha guardato alle banche dando loro dei benefìci che non avevano mai avuto nella storia della Repubblica grazie al Superbonus e grazie alla compravendita dei crediti fiscali, dall’altro lato, invece, ha pensato a tendere la mano ad alcune categorie di persone che erano davvero in difficoltà attraverso il reddito di cittadinanza, che però, anche questo, scritto male e pensato peggio, purtroppo è stato oggetto di numerose difficoltà, anche qui di truffe, e nei fatti non ha aiutato, non ha cambiato la vita davvero a nessuno.
Rispetto a questo voi siete stati straordinari, perché con il Superbonus 110% avete sostenuto finanziariamente le banche di questo Paese, con il reddito di cittadinanza, invece, avete provato a dare una mancia a gente che, invece, soffre e che avrebbe bisogno di trovare nel lavoro una risposta alla dignità e non semplicemente una mancia da campagna elettorale.
Quindi, per venire alla delibera di oggi, Presidente, deve sapere che ho avuto e ho grande tribolazione interna nell’affrontare questo voto. Io sono intimamente convinto di quanto il 110 per cento abbia fatto male a questo Paese. Quindi, approvare una legge in Consiglio regionale che in qualche modo trova una soluzione, cerca di porre un rimedio a quella legge dovrebbe essere qualcosa di giusto, dovrebbe essere qualcosa di corretto. Se non fosse che, però, anche questa legge, che io voterò perché aiuta i cittadini pugliesi che sono rimasti intrappolati nelle sacche del 110 per cento, anche questa legge, da un certo punto di vista, non fa altro che continuare a finanziare l’attività legittima, assolutamente legittima, degli istituti di credito, dei grossi players finanziari, che hanno registrato delle trimestrali da paura. Mai come in questi ultimi due anni.
Quindi, mi sono trovato in grande difficoltà. Non lo nascondo. Voterò questa legge in maniera favorevole, però arrivare a capovolgere la realtà, cioè che il Consiglio regionale sta sopperendo a una mancanza del Governo Meloni, mi sembra davvero troppo. Ci vuole davvero coraggio a capovolgere, distorcere, ridurre la verità ad un orpello.
La verità è che quello che stiamo facendo noi oggi è provare a porre rimedio alle norme sgangherate che i vostri ministri e i vostri parlamentari, purtroppo, hanno approvato nella consapevolezza di stare...
Però, consigliere, quando lei ha parlato io non l’ho interrotta. Consigliere Galante, ripeto, lei ha addebitato sulle future generazioni 84 miliardi di euro. Quindi, io sarei un po’ più composto quando un trentacinquenne le parla a difesa della generazione che intende rappresentare. E non l’ho interrotta.
Riconducendo questo intervento al clima di positività e al clima costruttivo che i colleghi capigruppo avevano provato a costruire in conferenza per arrivare a un voto unanime di questa delibera, il collega Picaro lo ha detto molto bene nel suo intervento, invito ‒ e lo faccio davvero in maniera non provocatoria, ma in maniera serena e pacata ‒ i colleghi...
No, consigliere Galante, non mi deve dire lei quando devo concludere. Ho ancora qualche minuto a disposizione. Peraltro, era un invito pacato che stavo rivolgendo ai colleghi del Movimento 5 Stelle, per i quali provo stima e, in alcuni casi, con riferimento al collega Casili, anche sincera amicizia.
Invito i colleghi del Movimento 5 Stelle ad astenersi proprio da questa discussione. Fate finta che stiamo parlando di altro in Consiglio regionale. Non stiamo parlando del Super Bonus, degli 85 miliardi, dei 12 miliardi di frodi. Fate finta che stiamo parlando d’altro, stiamo parlando della legge sulla forestazione, stiamo parlando d’altro e poi, magari, ovviamente, avrete tutto il diritto, anzi il dovere, di partecipare al voto, perché questa norma del Consiglio regionale pone rimedio alle sgangherate norme che voi, invece, avete approvato. Però, per ricondurre ad un clima di serenità questa discussione, perché prima del suo intervento questo era il clima che si respirava nell’Aula, vi invito, colleghi, davvero con spirito di amicizia e con uno spirito costruttivo, ad astenervi dal partecipare a questa discussione, non foss’altro…
Collega, non ho ascoltato l’ultimo suo invito.
Speaker : PRESIDENTE.
Non fate una discussione tra voi. Lei non si rivolga direttamente ad un Gruppo.
Speaker : ROMITO.
Siccome sentivo un brusio da parte dei colleghi del Movimento 5 Stelle, li avevo semplicemente invitati, in maniera pacata, educata e anche amichevole, ad astenersi da questa discussione, perché, diversamente, incentreremo il resto del dibattito su tutte le norme sgangherate, e non sto parlando del Bonus Facciate, che i vostri Ministri, lo ripeto, e i vostri parlamentari hanno prodotto e che hanno causato e continuano a causare oggi dei danni incalcolabili al sistema economico di questo Paese e al futuro delle prossime generazioni.
Quindi, siccome stiamo parlando di argomenti molto seri, io vi prego di evitare altro genere di polemica.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Tutolo. Però, è il terzo intervento, Presidente, nella stessa discussione.
Se ha da fare una domanda, un minuto. Diversamente, poi interviene in sede di dichiarazione di voto.
Speaker : TUTOLO.
Io preparerò, ovviamente, e quindi voglio il tempo di preparare degli emendamenti, perché non mi si può mettere in bocca delle cose completamente diverse da quelle che ho detto.
Io semplicemente sto facendo un ragionamento in questa Assemblea che dovrà deliberare e sto dicendo… Chiedo scusa, per favore.
Forse è qualcosa di importante per tutti. Oggi siamo escludendo i cittadini della Regione Puglia. Noi gli stiamo dando questa possibilità e ne spiego le ragioni perché, ripeto, non sono innamorato della mia proposta di legge, non mi interessa quella, ma quello che vedo, la differenza di fondo è questa ed è scritto nel testo della legge.
Se viene recepita, io sono favorevolissimo. Diversamente diventa per me un problema. Presento l’emendamento e chi lo vuole approvare lo approva e chi lo vuole bocciare lo boccia.
Leggo: “La Regione Puglia, al fine di promuovere la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e residenziale e per sostenere le imprese del settore edile e le famiglie”. Questo era l’articolo 1. Ora le famiglie sono sparite. Io mi chiedo: vi sembra giusto, vi sembra normale che un povero cristo che ha fatto l’intervento, la cui impresa non ha fatto proprio il credito fiscale di questo, se lo trova questo sul groppone, magari è pure incapiente, magari questo ha pure un’ipoteca ad oggi sulla casa, noi lo lasciamo così, a sé stesso? Io credo che non sia normale. Io credo che vadano inserite le imprese e le famiglie. Mi pare una cosa normale, la cosa più normale di questo mondo.
Il privato cittadino della regione Puglia che ha fatto l’intervento e che sta piangendo perché gli arriva sulla testa questo impedimento e, quindi, non sa come venirne fuori, oggi noi in Regione Puglia stiamo dando questa possibilità con i soldi di tutta la Regione Puglia, la possiamo dare pure a questo cristiano? E ce ne sono tanti di questi cristiani. Oppure, lo vogliamo fare soltanto per le imprese? È legittimo farlo soltanto per le imprese, per l’amor del cielo. Io voglio porre la questione ai miei colleghi in Consiglio. Io ritengo che sia un fatto di giustizia sociale, visto che sento parlare spesso di giustizia sociale. Se non è giustizia sociale questa, fatemi capire il concetto di giustizia sociale, perché a me sfugge. Quindi, a me piacerebbe che venissero inseriti anche i privati, non soltanto le imprese. Ripeto, non è che voglio escludere le imprese, ma non capisco perché dobbiamo escludere i privati. Primo punto.
Punto secondo, altrettanto importante. Ripeto, mi appresto a questo punto a scrivere gli emendamenti. Chiederò un po’ di tempo, ovviamente, per prepararli, perché li devo preparare. Il famoso tetto per ogni intervento. A mio avviso, un tetto va messo, perché non possiamo correre il rischio che tutta questa roba serva magari per un solo intervento. Attenzione, non voglio dire che ci sia una premeditazione, che ci sia qualcuno che voglia favorire qualcuno, ma il rischio è evidente che noi possiamo fare tutto questo ambaradan per un intervento di una grossa impresa. A quel punto non avremmo fatto qualcosa per i cittadini della regione Puglia, ma avremmo fatto qualcosa per un cittadino o per una impresa della regione Puglia. Io vorrei che ci fosse una pluralità di interventi in tal senso, sennò non ha senso il nostro intervento. Questa è la seconda cosa.
Speaker : PRESIDENTE.
Se deve presentare degli emendamenti, avrà tutto il potere di illustrare gli emendamenti, quindi non le ripetiamo le due cose.
Prima della presentazione dei suoi emendamenti, Presidente Tutolo, volevo precisarle che proprio nell’ATN è anche riportato che l’articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto n. 11/2023, convertito in legge n. 38/2023, ha previsto espresso divieto, a far data dal 17 febbraio 2023, per le Pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti d’imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni per la cessione del credito dello sconto in fattura. Quindi, la Regione non può prendere niente.
Speaker : TUTOLO.
Non c’entra nulla con lo sconto in fattura.
Speaker : PRESIDENTE.
Perfetto. Siccome ha detto “con i soldi delle Regioni”...
Speaker : TUTOLO.
Lo dobbiamo chiarire, sennò sembra che io stia raccontando delle fandonie.
Speaker : PRESIDENTE.
No, lei ha detto “con i soldi della Regione”.
Speaker : TUTOLO.
Lo sconto in fattura non c’entra nulla.
Speaker : PRESIDENTE.
Okay.
Speaker : TUTOLO.
Lo sconto in fattura non c’entra nulla. Io sto dicendo semplicemente che, invece di favorire, giustamente, questo intervento solo per le imprese, per imprese e privati, per le famiglie. Solo questo.
Speaker : PRESIDENTE.
È chiarissimo.
Speaker : TUTOLO.
L’esclusione per lo sconto in fattura vale sia per le imprese che per i privati. Nulla quaestio sullo sconto in fattura. Non c’entra assolutamente nulla. Sono due cose completamente diverse.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Ha chiesto di intervenire il consigliere Picaro. Prego.
Speaker : PICARO.
Grazie, Presidente.
Mi corre l’obbligo di intervenire dopo le dichiarazioni del consigliere Galante, che sono, dal mio modo di vedere, irresponsabili sotto l’aspetto politico e sotto l’aspetto finanziario. Sono risaputi i danni che ha arrecato il Super Bonus 110 per cento. Non lo dice Michele Picaro in Consiglio regionale. Lo dicono le varie testate economico-finanziarie, come ilSole24Ore, che poi farò vedere anche al consigliere Galante. Il conto da pagare è di 109 miliardi, di cui il 70 per cento entro il 2027.
Apro un’altra parentesi: manovra 2024 del Governo Meloni, 24 miliardi di euro. 20 miliardi di euro sono il conto da pagare del Super Bonus 110 per cento. I dati ENEA hanno stimato che questo massiccio intervento, che ha arrecato una serie di frodi, bloccato i cassetti fiscali, aumentato in maniera spasmodica e irrazionale i prezzi, ha previsto una riqualificazione dell’intero patrimonio edilizio nella misura del 2 per cento.
Il consigliere Galante, durante l’intervento del consigliere Romito, rappresentava come questo avesse inciso positivamente sul PIL. Qui interviene l’Osservatorio conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano, quindi un organismo esterno, indipendente rispetto ai voleri della politica. Dichiara che nel 2021 l’impatto sul PIL è stato dello 0,5 per cento, nel 2022 l’impatto sul PIL è stato dello 0,9 per cento.
Il consigliere Galante può e potrebbe dire che è rientrato nelle tasse questo 110 per cento, questo impatto che ha superato i 109 miliardi di euro. Anche qui la stessa università dichiara che, nella migliore delle ipotesi, rientrerà il 5 per cento di quanto è stato investito. Non lo dice Michele Picaro.
Costerà 2.000 euro a cittadino non che versa le tasse, a cittadino, anche i nostri figli, anche coloro i quali nasceranno fino al 2027. Questo è quello che ha generato il Superbonus 110 percento del Governo Conte.
I problemi che si sono creati non è che si sono materializzati quando è entrato in carica il Governo Meloni, si sono materializzati nello stesso Governo Conte. Gli amici del Movimento 5 Stelle, che sono tanto attenti a leggere le notizie del Governo Conte, potranno verificare che lo stesso, terrorizzato dall’impatto economico ai danni dello Stato italiano, aveva già detto che non sarebbe stato prorogato.
Oggi siamo qui a discutere di una PDL che è frutto del lavoro di tutto il Consiglio regionale, e vorrei ricordarlo ai colleghi consiglieri, sulla scorta, e lo ripeto, visto che il consigliere Galante asserisce cosa ha fatto Fratelli d’Italia, di una legge regionale approvata in Regione Basilicata a giugno, qualche mese fa, che subito dopo il vaglio del MEF, positivo, subito dopo la non impugnabilità del Governo viene presentata. Non esprima un no con il volto, consigliere Casili. Sa perché? Mi permetto.
La legge che oggi stiamo disquisendo, che poi ha avuto oggi o ieri in Commissione delle modifiche, consigliere Casili, se lei la va a prendere e prende quella della Regione Basilicata è identica. Solo per questo. Tant’è che dopo i colleghi del PD si sono affrettati a richiamarlo e a dichiararlo che aspettavano, così come il Vicepresidente Piemontese, che ci fosse la non impugnabilità del Governo Meloni a quel provvedimento. Questi non sono mie elucubrazioni, riflessioni che esorbitano da quanto i dati e le notizie sono confortate dalla legge approvata in Regione Basilicata e dalle varie dichiarazioni dei colleghi. Allora, io qui non voglio alimentare polemiche o quant’altro, perché occorre essere pragmatici e arrivare al risultato che è condiviso da tutti, ma non mi si venga a dire che il Governo Meloni ha creato questo disagio, perché stiamo andando fuori dalla realtà, stiamo disconoscendo l’impatto nefasto che ha avuto il Governo Conte non solo su questa misura e su questo provvedimento, ma non lo dice Michele Picaro, lo dicono i vari giornali che sono avulsi dai contesti politici, lo dicono i dati finanziari, lo dicono i 20 miliardi di euro che quest’anno dobbiamo pagare e che hanno limitato di molto l’impatto della manovra del Governo Meloni che avrebbe voluto dare. Come sempre, noi dobbiamo pagare per le scelte scellerate degli altri e continuano a farlo con responsabilità e rispetto nei confronti dei cittadini italiani. Come sempre, cerchiamo di trovare delle soluzioni rispetto a quello che avete creato voi e lo facciamo con una legge regionale, ripeto, che è il “copia-incolla” di una legge regionale della Regione Basilicata, presentata dal Capogruppo di Fratelli d’Italia.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Casili. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : CASILI.
Grazie, Presidente.
Mi lascia perplesso e sorpreso il fatto che alcuni colleghi di minoranza, mi riferisco al collega Romito e al collega Picaro, ma soprattutto l’ultimo intervento del collega Picaro, non abbiano il pudore di leggere le questioni per quello che sono. Allora, cerchiamo di fare un po’ di ordine, altrimenti i cittadini non riescono a comprendere quello che succede in quest’Aula.
Capisco l’imbarazzo dei colleghi di minoranza, capisco l’imbarazzo del collega Picaro, capisco l’imbarazzo del collega Romito, che sono coloro che sono intervenuti, e l’imbarazzo qual è? L’imbarazzo è che, mentre loro sono sul territorio e sul territorio devono sentirsi il fiato sul collo di imprese, aziende e cittadini, mentre i vostri leader politici, i vostri rappresentanti politici a Roma ne facevano un ragionamento di mera speculazione ideologica e politica, voi avete assunto un atteggiamento più responsabile, che vi porta, oggi, a votare un provvedimento, collega Picaro e collega Romito, che non è che abbia chissà quale innovazione così tanto macroscopica rispetto a quella che era l’architettura iniziale del Superbonus, che stimolava e ha stimolato, come ha stimolato, il meccanismo virtuoso della circolazione dei crediti fiscali.
Sembra che oggi stiamo votando un provvedimento con una natura completamente opposta rispetto alla natura del Superbonus, così come lo avete vissuto voi, come lo abbiamo vissuto noi, come lo hanno vissuto soprattutto imprese e cittadini.
Io sento nei vostri interventi citazioni. Non si capiscono quali sono le fonti, i nomi delle fonti a cui voi vi riferite. Io ho qui una fonte, quella dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di Finanza. Se vuole, dopo mi sposto dai tavoli, dal mio banco, ci vediamo un attimo e leggiamo questi dati, che sono dati dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di Finanza, e sono riferibili al 31 dicembre 2021. Questi dati dicono che la misura del Superbonus era la misura più sana rispetto ad altre misure di agevolazione, rispetto ad altre misure di sostegno all’edilizia. Penso al Bonus Facciate, all’Ecobonus, al Bonus Locazioni, al Sisma Bonus. Il Superbonus ha impattato per meno del 2 per cento su quasi 5 miliardi di frodi stanate dall’Agenzia delle entrate e dalla Guardia di Finanza.
Leggo ancora. Adesso ho ilSole24Ore, che voi avete copiosamente citato nei vostri interventi. Leggo ilSole24Ore. Fonte elaborazione ilSole24Ore su dati dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di Finanza.
Se queste fonti ci dicono che questa era la misura più sana, mentre voi dite che non è la misura più sana ed è una misura che ha creato diverse centinaia di miliardi di frodi, allora capiamo quali sono innanzitutto le fonti. Poi, leggo: che non ha prodotto nessun risultato sul PIL. Invece noi sappiamo che ha prodotto quasi un 12 per cento di aumento sul PIL. Poi mi dovreste dire, perché io non lo so, io sono un semplice agronomo, un contadino più che un agronomo, qual è l’impatto della crescita del PIL sul debito pubblico e quindi sul debito che è ricaduto poi sulla testa dei nostri cittadini, dei cittadini italiani.
Poi mi dite che non ha generato… Io qui ho sempre delle fonti, Nomisma, possiamo poi leggerle e condividerle: “A fronte di investimenti per 60 miliardi di euro a fine ottobre del 2022 il Superbonus ha generato complessivamente un valore economico pari a 195 miliardi. A fronte di 60,5 miliardi di detrazioni a carico dello Stato, viene stimato un gettito derivante dalla produzione complessiva di 42,8 miliardi. È stimato un aumento di 1 milione di posti di lavoro in più”.
Credo che l’intendimento sia quello di poter riportare su toni più collaborativi sia maggioranza che opposizione, però è evidente che noi non possiamo accettare, da parte vostra, colleghi, voi sapete il rapporto di stima che c’è, ma non possiamo accettare delle osservazioni che nulla hanno a che vedere con la realtà.
Soprattutto, ripeto, quel pudore vi avrebbe dovuto portare a non fare quegli interventi, perché oggi, responsabilmente, da consiglieri regionali, votate un provvedimento, in un importante Consesso, che è agli antipodi rispetto a quanto i vostri leader politici dicono e raccontano a Roma. Vi ho spiegato anche qual è il motivo, perché voi, per senso di responsabilità, cercate, giustamente, di dare delle risposte ai territori, alle imprese, quando tornate a casa nei vostri Comuni, nei vostri territori che vi sollecitano un intervento per lo sblocco dei crediti incagliati per i vari cambi, delle regole del gioco, strada facendo, in fieri. Più volte sono state cambiate le regole del gioco mandando in crisi imprese, aziende e famiglie.
Molte famiglie si trovano case sventrate, perché, a un certo punto, tutto si bloccava, si bloccava il sistema dei bonus, il sistema delle ristrutturazioni e quant’altro.
Oggi arriviamo a una conclusione, io direi anche importante per un Consiglio. Peraltro, emuliamo quello che hanno fatto altre Regioni, però non veniteci a raccontare questa storiella, perché, ripeto, il provvedimento di oggi, poi, che vada ad agire un po’ più precisamente in alcune parti o in altre, il provvedimento di oggi non è un’altra storia rispetto alla storia del Superbonus, perché sembra che stiamo raccontando un provvedimento innovativo, che riscopriamo oggi in Consiglio regionale, quando in realtà stiamo cercando di rispondere alle prime osservazioni che sono state fatte da Roma quando impugnavano i primi provvedimenti, poi è subentrato il discorso delle partecipate, degli enti controllati dalle Regioni, perché d’altro canto non potevano impugnare questo secondo passaggio, questa seconda analisi che era stata fatta con i tecnici, con le avvocature, con chi, insomma, aveva approfondito le questioni.
Oggi arriviamo ad approvare un emendamento, che torno a ripetere per chi ci ascolta, altrimenti da casa non si riesce a comprendere che cosa sta succedendo qui, che è il Superbonus, come poter sbloccare dei crediti proprio in risposta al blocco che c’è stato a Roma e come poter dare risposte con le nostre risorse.
Collega Picaro, lei oggi si sforza di raccontare una storia che con i numeri non c’è, citando università, ma non dice chi sono. Io le ho citato quali sono le mie fonti, quelle che le ho letto, alcune, perché avrei potuto continuare a citarvene e a citargliene delle altre, collega Picaro. Io ho detto quali sono le miei fonti, mi dica quali sono le sue fonti, di una fantomatica università, di una fantomatica agenzia. Poi, in realtà quello che produciamo è una mancata chiarezza nei confronti del territorio, chiarezza che oggi in modo responsabile sta facendo questo importante Consesso, il Consiglio regionale, un’importante Organo legislativo, cercando, così come hanno fatto, ripeto, altre Regioni, di disincagliare dei crediti e di dare la possibilità a imprese e cittadini di poter risollevarsi dalla situazione in cui voi li avete portati, voi e soltanto voi, con le vostre scelte di Governo. Quindi, non venite a raccontarci una storia o ad alzare le barricate.
Oggi siete qui, ripeto, a votare il provvedimento, e questo lo ripeto e lo stigmatizzo per l’ennesima volta, perché rispetto a quanto succede a Roma voi siete sul territorio e sul territorio non potete fare pessime figure con i vostri elettori, con il vostro elettorato, con le imprese che vi seguono, perché le imprese e i cittadini vi dicono di smuovere questa situazione, e oggi noi lo stiamo facendo in Aula.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Ventola. Ne ha facoltà.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente e colleghi consiglieri.
Ieri ci abbiamo messo, credo, poco più di un paio di minuti per trovare l’intesa e votare unanimemente questo provvedimento, perché non abbiamo fatto ragionamenti di tipo filosofico nell’apporsi la medaglia di chi propone o non propone. Abbiamo cercato di dare risposta a quella che è un’esigenza dei cittadini pugliesi, delle imprese pugliesi. Sappiamo benissimo che, a fronte di circa 800 milioni di crediti incagliati, sì e no noi riusciremo a mettere a disposizione 80-90 milioni di euro. Questo è giusto che si sappia. Forse è meno del 10 per cento della platea che ne avrebbe diritto.
Noi ci siamo innamorati di capire come e quale sarà il meccanismo che decide quale credito sì e quale credito no. Abbiamo dato un indirizzo politico per dire: bene, abbiamo visto che c’è stata una regione, la Basilicata, che ha approvato questa norma e il Governo non ha impugnato. C’è stata pure una circolare del Ministero che ha chiarito alcuni aspetti. Bene, mutuiamo questa possibilità anche per noi in Puglia, non creando un’aspettativa così fantasiosa.
Due secondi. Una breve interruzione, Presidente Amati. Abbiamo approvato un unico provvedimento. Sinceramente confidavamo oggi di votarlo senza nemmeno la discussione. Volevamo evitare discussioni di natura politica. Non troveremo mai un’intesa su chi ha l’idea che uno Stato possa vivere indebitando lo Stato, quindi generando per il momento valore assoluto, rimandandolo alle generazioni future, e chi, invece, ha una visione dello Stato che debba essere il meno presente possibile, per indebitarsi il meno possibile. C’è chi ha una visione del fiato corto, cioè dell’oggi subito, e chi ha una visione più conservatrice e pensa anche ai propri figli e ai propri nipoti cosa lasceranno.
Su queste due idee noi non troveremo mai un’intesa. Mi farebbe veramente piacere, fuori da questo consesso, magari, Presidente Amati, una bella Commissione dedicata, valutando insieme i dati che citava prima il collega Casili, quelli ufficiali di Agenzia delle entrate, così capiamo una volta per tutte se è stato un provvedimento positivo e di lunga durata o è stato un qualcosa che serviva in quel momento storico. Anche tutte le note di accompagnamento del DEF del Governo Conte prevedevano una spesa che poi si è non “moltiplicata”: per quattro volte.
Nei bilanci comunali, e qui torna quello che è il nostro amore, cioè stare nelle Pubbliche amministrazioni locali, il bilancio non si fa a piè di lista. Tu sai quali sono le entrate e un Sindaco con la sua Amministrazione decide come utilizzare le proprie entrate.
Dopodiché, se decide di indebitarsi, lo può fare per interventi che hanno valenza pluriennale, vale a dire capitale di investimento. Realizzo una scuola, realizzo una zona PIP, faccio qualcosa che può servire, negli anni, ad aumentare la qualità della propria vita, di tutti i cittadini, di tutti.
Purtroppo, il bilancio dello Stato funziona al contrario: spendo e poi si pensa dove vado a prendere i soldi.
Ecco, l’invito politico ai colleghi, soprattutto del Movimento 5 Stelle – so essere una delle loro battaglie quella del Superbonus – che è bene chiarire che era una misura temporanea, non una misura strutturale. Lo stesso Governo Conte la prevedeva per un anno, poi prorogato di un altro anno e mezzo, e siamo arrivati al 31.12.2022. Non era una modifica strutturale. Chi si trovava in quel periodo poteva farlo. Questo ha generato la corsa per i tecnici, la corsa per le imprese e l’alzata dei prezzi di chi deve offrire il materiale che, chiaramente, avendone meno a disposizione, è una legge di mercato, si sono triplicati e quadruplicati anche i costi, quindi non modifica strutturale, ma modifica temporanea.
L’invito qual è? Siccome ieri è stata approvata la legge di bilancio dal Consiglio dei ministri, quindi adesso inizia l’iter, mi aspetto che Conte faccia un emendamento alla legge di bilancio e ci dica dove andare a trovare i soldi che lui aveva pensato di dover recuperare per coprire il disavanzo che, loro malgrado, la nostra Italia si trova a dover affrontare, perché, se così non è, significa sicuramente prendersi qualche like, ognuno parla al proprio elettorato, parliamo a chi in questo momento in difficoltà, ma noi abbiamo una visione di 60 milioni di abitanti, non solo di coloro che hanno potuto…
Per cui, ci aspettiamo che, in sede di bilancio, o alla Camera o al Senato presentiate degli emendamenti costruttivi che ci dicano dove andare a prendere il deficit di 65 miliardi di euro, al netto delle entrate fiscali che sono di 38 milioni di euro, stando ai dati citati da Agenzia delle Entrate.
Restiamo a noi. Oggi facciamo un’operazione come Assemblea regionale e diciamo che è un segnale di attenzione a chi si è trovato in questo meccanismo. Dobbiamo essere chiari, poco meno del 10 per cento in Puglia potrà avere questo diritto.
Ci auguriamo che le piattaforme che metteranno a disposizione le agenzie, che potranno comprare i crediti, siano trasparenti e diano oggettività alle richieste. Non vorremmo che si creasse un altro tipo di mercato. Noi la legge possiamo fare, caro Amati. I regolamenti purtroppo non possiamo farli. Ma nella legge, che è uno spirito costruttivo e condiviso da tutti, riteniamo di evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione politica, perché comunque la si metta abbiamo di fronte a noi uno scenario che c’è il 98 per cento dei cittadini italiani che non ha potuto usufruire del Superbonus 110, che quelle risorse sono andate a vantaggio di pochi cittadini, che ci sono delle aziende in difficoltà. Questo è un segnale che l’intera Assemblea regionale vuole mettere a disposizione.
Apro e chiudo una parentesi. Se magari dovessimo riuscire nella nostra finanza creativa regionale in sede di redazione di bilancio previsionale, siccome sentivamo parlare molto spesso, anche il Presidente Emiliano, di ricorso a strumenti finanziari che possono agevolare gli investimenti in Puglia, ebbene quella è una bella sfida, che è tutta nostra, senza parlare del Governo nazionale, e magari in sede di redazione di bilancio di previsione potremmo cogliere magari quelle opportunità di cui tanto si sente parlare, se la Regione Puglia vuole avviare un percorso di incentivi, agevolazioni, detrazioni o quant’altro nell’ambito di quelle che sono le proprie competenze, senza invadere il campo altrui.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Ventola.
Il consigliere Caroli ha chiesto di intervenire. Prego.
Speaker : CAROLI.
Intervengo dopo il mio Capogruppo solo perché vorrei interloquire con il collega Tupputi, che è intervenuto in maniera chiara circa la possibilità di imporre gli acquisti agli enti partecipati o, meglio, di imporre alle banche o ai soggetti che avevano in pancia in precedenza questi crediti che verranno acquistati dagli enti partecipati l’obbligo di voler e dover riacquistare questi crediti. Io mi pongo un problema, caro collega Tupputi. Hanno acquistato questi crediti negli anni trascorsi ad un tasso che ha sfiorato il 20 per cento, parametrando un tasso di sconto che all’epoca era pari all’1 per cento. Non vorrei che poi imponendogli il riacquisto e non andando a condizionare quella che sarà la tassazione delle commissioni da applicare… Scusi, collega Tupputi. Collega Tupputi, scusi. Siccome intervenivo sul suo passaggio, lei nel suo intervento ha fatto presente in maniera molto chiara che dobbiamo riobbligare i soggetti che hanno in pancia questi crediti, e in questo caso possono essere banche, poste, compagnie di assicurazioni o altri soggetti finanziari, a riacquistare i crediti.
Così come è stato molto diretto e ha detto che, comunque sia, l’azienda partecipata non dovrà sovraccaricare. Su questo io non sono d’accordo. Chiunque espleti un servizio deve ottenere, anche se condizionato, monitorato, morigerato, un quid a fronte dell’operazione svolta. Noi dobbiamo essere molto attenti nelle commissioni che queste banche, a cui imporremo il riacquisto dei crediti, applicheranno alle varie imprese. Dicevo che se negli anni trascorsi, con un tasso all’1 per cento, hanno chiesto commissioni fino al 20 per cento, immaginate oggi, con un tasso al 5 per cento, quanto andranno a chiedere.
Era solo un consiglio, la possibilità di poter partecipare alla legge.
Vorrei chiudere. Non mi vorrei dilungare, perché tutto è stato detto. Ritengo che la fotografia, la chiusura della trattazione di questo punto sia l’intervento del Presidente Draghi, del professor Draghi durante la Commissione plenaria al Parlamento europeo. Il Presidente è stato chiarissimo e stato diretto. Sapete quanto scompiglio ha creato la sua dichiarazione. Leggo la sua dichiarazione: “Il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110 per cento. I prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché il 110 per cento di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo”. Questa è la fotografia, che non facciamo noi, che siamo i rappresentanti di Fratelli d’Italia, ma la persona che ha guidato il vostro Governo e che avete persino portato a far chiedere scusa all’intera popolazione italiana rispetto alla misura che voi avete voluto fortemente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Tupputi. Ne ha facoltà.
Speaker : TUPPUTI.
Grazie, Presidente.
Solo per chiarire un passaggio dell’intervento. Quando facevo riferimento all’aggio ‒ chiamiamolo così ‒ non facevo riferimento a un aggio che non devono fare le società partecipate della Regione Puglia. Io facevo riferimento all’aggio e alla percentuale di acquisto in merito alla compravendita del credito che è già avvenuta tra il soggetto privato e l’istituto bancario.
Chiarisco. Se io, soggetto privato, sono possessore asseverato di un credito che vale 100 e mi sono rivolto all’istituto bancario, la Banca, per il potere d’acquisto, perché l’offerta era maggiore rispetto alla domanda, mi ha detto “compro a 80 quel credito”. Per cui, ha portato a termine un’operazione di compravendita con un più 20.
Oggi la Regione Puglia, attraverso le società partecipate, perché lo può fare solo ed esclusivamente con quelle, e vi invito... Io odio fare il professore, però, in questo caso, ahimè, devo farlo, anche se non mi compete.
Il decreto Giorgetti è chiaro nel merito, perché già altre Regioni erano partite a inizio anno con la predisposizione di proposte di legge che permettevano alle Regioni di acquisire i crediti. Il decreto Giorgetti ha bloccato queste leggi dicendo una cosa fondamentale: essendoci un rapporto diretto tra lo Stato e le Regioni, fermatevi perché diventa incostituzionale per un semplice motivo di finanza pubblica statale.
Lo Stato, come voi sapete, direttamente sovvenziona, attraverso trasferimenti statali diretti, le Regioni. Per cui, il decreto Giorgetti ha detto: voi potete fare un danno di finanza pubblica perché, in parole povere, andate a sfasare il bilancio dello Stato, perché noi non sappiamo quanto credito acquistate e in quanto tempo potete portarlo ad azzeramento.
Per cui, ha bloccato le Regioni, comma 1, lettera b).
Che cosa, invece, noi stiamo facendo oggi? Stiamo dicendo che non acquistiamo dal privato, perché non lo possiamo fare, neanche attraverso le società partecipate, perché hanno già scontato quel famoso iter diviso in tre fasi, privato, impresa e banca, l’ulteriore step, quindi la quarta fase, può avvenire solo attraverso il comma 1, lettera a) – vado a memoria, probabilmente sbaglierò – cioè società partecipate che rientrano, restando nel diritto, nel diritto privato e non hanno contatto diretto con lo Stato. Sottolineo e semplifico: non incidono direttamente sulla finanza pubblica. Perché? Perché non hanno trasferimenti diretti dallo Stato.
Noi aggiriamo la Giorgetti. Vogliamo metterla così? Mettiamola così. Aggiriamo la Giorgetti dicendo alla Giunta regionale: predisponi gli atti per acquisire dagli istituti bancari, quindi metti in moto il quarto stato, la quarta fase, il quarto step, per liberare credito dagli istituti bancari, previa concertazione e accordo. Ti libero 30 e riacquisti sul territorio pugliese, dai pugliesi e, quindi, dalle aziende pugliesi, 30. Che cosa abbiamo detto, però, alle partecipate? Fermo restando che, nel rispetto dei regolamenti e delle leggi, gli istituti bancari hanno già fatto profitto sull’acquisto dei crediti dalle ditte private, tu non devi acquistare un valore nominale superiore, ma devi riacquistare e, quindi, prenderti quel credito a un valore nominale inferiore. Semplifico: hai acquistato 80, nella concertazione devi andare sotto a quell’80. Cioè, l’istituto bancario non deve fare profitto anche durante e soprattutto l’accordo con gli istituti partecipati della Regione Puglia. Quindi, che cosa ho fatto? Uno, non ho permesso agli istituti bancari un ulteriore aggio, quindi un ulteriore profitto nella vendita di questi crediti. Due, ho liberato crediti, ho aumentato direttamente, con la clausola obbligatoria di riacquisto immediato, la domanda e ho fatto scendere, ovviamente, il potere di acquisto ulteriore che l’istituto bancario poteva avere nella nuova trattativa con il privato. Per cui, se fino a ieri ha comprato a 80, domani deve necessariamente, per coprire quello che io le ho liberato, comprare a 90. Quindi, ridò potere al singolo individuo, che, purtroppo, non riesce a portarsi il credito in detrazione ed è “costretto” a venderlo agli istituti bancari.
Questa è la toppa che si vuole mettere oggi e che, sinceramente, è l’unica, da un punto di vista legislativo corretto, che si cerca di mettere oggi con questa PDL. Questo è l’intervento tecnico.
Poi c’è l’intervento politico. Io mi meraviglio di come su una proposta di legge che vede il suo fondamento nella tecnica di finanza pubblica noi riusciamo a farci ‒ passatemi il termine, anche se il consesso, purtroppo, non lo permetterebbe ‒ delle menate politiche anche dove la politica non c’è.
Noi oggi dobbiamo liberare crediti per permettere alle piccole e medie imprese pugliesi di tornare a lavorare. Se liberiamo crediti, le piccole e medie imprese capitalizzano, cioè hanno moneta circolante, che da domani mattina possono rimettere in circolo per continuare e, soprattutto, per riprendere a fare impresa in modo serio, non con i bilanci gonfiati, purtroppo, da quell’acceleratore finanziario che è stato, ahimè, il Bonus 110.
Con questo non sto dicendo che il Bonus 110 è una misura che va bocciata nella sua totalità. Però, forse, chi ha proposto il Bonus 110 non ha avuto il tempo e, soprattutto, l’esperienza temporale per fare decreti attuativi successivi che permettessero, poi, di arrivare alla chiusura di un circolo virtuoso. Anche perché, poi, il Governo, fondamentalmente, è stato mandato a casa. Quindi, siamo passati da un circolo virtuoso a un circolo vizioso, che ha visto fino ad oggi soccombenti solo ed esclusivamente gli individui singoli.
Voglio fare l’ultima, se mi permette, Presidente. Il 30 settembre 2023 il Superbonus 110 per gli interventi singoli è cessato. Per cui, non si innescherà da capo quel circolo vizioso che permetterà solo ai grandi di usufruire di questa misura, anche perché noi Regione parliamo solo ed esclusivamente con gli istituti bancari. Tra l’altro, abbiamo aggiunto una postilla ieri in Commissione: “Istituti bancari che abbiano già rapporti diretti con la Regione Puglia o con le società partecipate che devono comprare il credito”.
Spero questa volta di essere stato chiaro. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Perrini. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : PERRINI.
Grazie.
Pensavo che questo punto si leggeva e finiva là e si votava tutti quanti insieme. Però, ho visto che già sono due ore che stiamo qua, si potevano fare altre discussioni su altri argomenti. Però, devo parlare un attimo per quello che ho vissuto io da imprenditore che ha vissuto il 110.
Io, come imprenditore, non ho fatto neanche una pratica di 110. Vi spiego il motivo. Il motivo attiene al come è partito il 110. È intelligente la mossa, bella. Si dice dalle parti nostre: “quando è gratis, ungimi tutto”.
Quando ho iniziato e qualcuno mi faceva fare qualche sopralluogo, perché ho una specializzazione nelle coibentazioni, faccio proprio questo tipo di lavoro, io faccio questo lavoro da trent’anni e so di che cosa parliamo, caro assessore. Quando andavo a fare un sopralluogo in un’abitazione vedevo negli occhi della persona tutto…
Io dicevo: “Secondo me gli infissi stanno bene”. “E no, è gratis”. “La caldaia – dicevo io – l’avete messa tre anni fa”. “No, ma è gratis”. Parlo dei primi mesi, anzi prime settimane, quando mi arrivavano le mail o le chiamate di tante famiglie o tecnici per fare il sopralluogo. Ho cominciato a dire: “Questo sarà un bluff”, perché in abitazioni che avevano tre o quattro anni di vita la gente si è messa a buttare infissi, caldaie e tutto quello che era a norma, perché le abitazioni fatte fino a dieci anni fa, quando si va dal notaio, si porta il certificato per vedere murature come sono fatte: si chiama certificazione energetica.
Nella norma, invece di pensare… Io già me li immagino, domani mattina, gli amici che stanno dall’altra parte, perché qua si ragiona così: oggi c’è la Meloni là e io devo essere contro quelli; domani c’è quello e uscirà l’articolo “la Regione Puglia ha salvato tutti quelli, grazie a PD, 5 Stelle” e anche grazie a noi; il nostro voto c’è, così nessuno può dire niente.
Ognuno di noi, però… Da quella parte ci sono anche altri tecnici, c’è Lacatena, che è un tecnico: o sto sbagliando, caro Lacatena? Tutta l’impostazione… ah, fa parte dell’ingranaggio. Io lo dico così chiudiamo questo argomento, perché se no ci restiamo fino a domani mattina. Invece, votiamolo, perché sennò l’errore è un vizio iniziale su come è stata progettata una norma importante, caro assessore Leo, e sai perché importante? Scrivete, per le abitazioni che sono state costruite fino al 1990; chi non ha un certificato di agibilità; chi… Invece, era una questione generale che ha portato a questo disastro, il disastro che state vedendo in televisione.
Per non dirvi di un’altra cosa, Presidente Amati, quando si presentavano i gruppi… Io vedevo anche chi faceva il farmacista, venire da me dicendo “senti, io ho un’operazione da fare”, “dimmi”, “sto nel 110”: cioè, persone che nell’edilizia non le ho mai viste, hanno fatto diventare delle operazioni più finanziare che non operazioni di edilizia vere e propria.
Dobbiamo mettere una pezza? Mettiamo la pezza. Però è importante far capire che tutto è iniziato male.
Iniziamo a dire la verità, allora. Il nostro voto di Fratelli d’Italia è a favore perché domani mattina cosa deve uscire sul giornale? Quale post? Che grazie a Emiliano o grazie ai 5 Stelle abbiamo salvato… Non abbiamo salvato niente perché è una goccia in un oceano: non so dove andremo a prendere tutti quei soldi per quei danni che hanno fatto gli altri.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Metallo. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : METALLO.
Grazie, Presidente.
Cercherò di essere breve e non entro nell’analisi generale della norma, e cerco di rifuggire anche le polemiche politiche che ci sono state. Solo un intervento per una riflessione. Il provvedimento nazionale, per come è stato redatto, prevede la possibilità che al Superbonus possano fare riferimento sia le imprese che i singoli privati. Lo stesso provvedimento nazionale prevede le due modalità: una è la cessione del credito e l’altra, invece, è lo strumento del credito fiscale spalmato in più anni.
Noi adesso stiamo scegliendo, con questa norma, di sostenere o di mettere una pezza solo alle imprese. Non mi sembra ci siano indicazioni tecniche o giuridiche che sostengano la non possibilità di sostenere anche i privati. Molti dei nostri consiglieri, stando sul territorio, conoscono tantissimi casi di investimento dei privati, anche piccoli investimenti sul 110, la piccola casa di famiglia, investimenti anche piccoli, dove i singoli privati hanno messo i risparmi di una vita, perché c’era una legge che dava questa possibilità, quella del 110. Hanno investito i risparmi di una vita pensando di poter utilizzare, poi, lo strumento della cessione del credito.
Quando questo sistema è stato bloccato, quelle piccole famiglie hanno investito 60.000 euro, molto spesso, che erano tornati dalla Svizzera... Chi aveva i soldi da parte è riuscito a investire quei 60.000 euro. Si trovano con il conto corrente portato a zero e la possibilità di non incassare più la cessione del credito. A questi diciamo: okay, spalmali in dieci anni come credito fiscale. Molto spesso non hanno neanche produzione di reddito tale da utilizzare lo strumento del credito fiscale.
Mettiamo anche che i privati che hanno investito non avevano scopo di lucro. Quindi, investi perché c’è una misura buona, perché ti hanno detto che quella è una misura di sostenibilità ambientale, e sfrutti quel periodo.
La stessa nostra norma, all’articolo 1, apre con: “La Regione, al fine di sostenere le famiglie” poi dice “i liberi professionisti e il sistema delle imprese”. La riflessione che pongo è questa. La norma nazionale prevede due soggetti. Noi ne stiamo prevedendo uno, con le difficoltà che si hanno e, rispetto a quanto noi generiamo, a quanto possiamo cubare, si parlava di 80-90 milioni di euro, con investimenti, che sono anche piccoli, ma potrebbero andare a determinare la risoluzione dei problemi di alcune famiglie che hanno creduto in questa misura, che durante l’iter di questa misura si sono ritrovate queste difficoltà. E noi decidiamo oggi di metterle fuori da questa norma. Penso, invece, che questa norma possa contenere anche il sostegno ai privati che hanno investito, hanno fatto piccoli investimenti perché non abbiamo grandi numeri privati che hanno investito milioni di euro, anche per come era scritta la norma e per le tipologie edilizie a cui poi si riferiva. Oggi facciamo, secondo me, un errore se non modifichiamo questa norma, che è una norma buona, ottima, che è una norma, diceva il collega Picaro, non mutuata dalla Regione Basilicata, ma nulla vieta che le norme possano essere contestualizzate e arricchite.
Forse un’altra Regione prenderà dalla nostra e terrà conto anche di questa esigenza. Quindi, la riflessione cui mi affido e affido anche ai consiglieri è quella di emendare questa norma e prevedere anche quella possibilità per le famiglie, perché poi dobbiamo tornare sui territori e dire perché quelli sono stati tolti e altri, invece, sono stati inseriti.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Caracciolo. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : CARACCIOLO.
Grazie.
Presidente, colleghi, assessori, non entrerò nel merito tecnico di questa proposta di legge, ma farò alcune valutazioni di carattere politico.
Sentivo parlare prima che i cittadini ci seguono poco. Ovviamente, non ci seguono più quando non riusciamo a trasmettere nemmeno dei messaggi così chiari, soprattutto quando quest’Aula oggi si appresta a scrivere una pagina importante, ritengo, di buona politica dei fatti.
Ovviamente, le dinamiche poi di carattere nazionale, che devono appartenere alla dialettica politica, ma non a determinate situazioni che, invece, sono tutte nostrane, provano ad oscurare, invece, quello che di buono oggi stiamo facendo tutti quanti insieme, senza la primogenitura da parte di nessuno, grazie anche alla collaborazione dell’assessore Piemontese e dell’assessore Delli Noci, che hanno condiviso questo percorso per arrivare oggi e permettere al Consiglio regionale di dare, con i fatti, sostegno alle famiglie, alle imprese, ai professionisti, in un mondo nel quale oggi erano particolarmente critici e soprattutto verso quelle imprese che, ahimè, hanno anche, lo voglio ricordare, fallito e soprattutto per difendere anche i livelli occupazionali di un intero settore che è trainante nell’economia e nel PIL.
Ovviamente, io sono fermamente convinto che la pagina che stiamo scrivendo oggi sia una pagina importante, che ci consegnerà anche nei confronti di cittadini quel credito politico che necessitiamo, perché quando facciamo delle cose a favore della comunità, dobbiamo essere anche bravi a saperle comunicare, e non dobbiamo oscurarle con una dialettica che deve appartenere ad altri tavoli.
Per cui, è importante oggi sottolineare che la Puglia si dota di questa legge, che si affianca ad altre Regioni che le hanno già fatte: è stata citata la Basilicata, ma immagino anche l’Umbria, il Lazio, il Piemonte. Per cui, è importante che da quest’Aula parta un messaggio chiaro alle imprese, alle famiglie, ai professionisti che oggi stiamo producendo una legge che permette di salvaguardare i loro diritti, e soprattutto permette loro di poter credere che esiste ancora una sana politica, quella che noi oggi stiamo scrivendo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente.
Prego, Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente, rapidamente.
Siccome prevedo che fra un attimo si aprirà una grande discussione sull’estensione o meno della disciplina anche ai privati, cioè alle persone fisiche, intervengo nel tentativo di sventare questa discussione.
Prima però vorrei dire una cosa anche ovvia. Io ho ascoltato – perché comunque è sempre bello – il dibattito politico che c’è stato. Naturalmente, noi siamo la Regione Puglia, dobbiamo applicare le norme dello Stato e stiamo capendo come applicare le norme dello Stato in sede legislativa in Puglia. Se poi dobbiamo fare aprire la discussione sul Superbonus, noi adesso abbiamo semplicemente due numeri, o meglio, abbiamo tre numeri: il primo numero dice 110 per cento. In economia, se io ti do il 10 in più di quanto hai speso c’è evidentemente una scelta di indebitamento a cui dare una copertura, ma è una scelta politica. La spesa è stata di 120 miliardi di euro, poi a un certo punto si sono scoperti 50 miliardi di buco – questi sono i numeri – che è stato coperto.
Ora, la questione adesso è valutare da un punto di vista macroeconomico se è stato utile o meno, ma questo, come diceva il collega Ventola, può essere oggetto di un convegno di raffinati economisti. Alla fine di questo convegno diremo se è stato utile o meno. Ovviamente bisogna contestualizzare, bisogna scorporare i dati.
Quindi, francamente, la discussione, se portata su questo fronte, rischia di essere molto approssimativa. È un argomento imponente e incidono una serie di concezioni giuridico-economiche a sostegno o contro le varie ipotesi. Per cui, mi sembrerebbe anche azzardato avviare questa attività convegnistica.
Noi siamo d’accordo su tutto, ma discuteremo degli emendamenti. Lo estendiamo ai privati? È stato già detto: giuridicamente sarebbe possibile. Non c’è alcuna limitazione legislativa, di rango statale, che impedisca l’estensione dell’attività prevista dalle imprese anche ai privati persone fisiche. Però ci dobbiamo intendere. È chiaro che ci dobbiamo intendere? Che tipo di provvedimento stiamo facendo? Qual è la natura di questo provvedimento? Ha la natura di un intervento in favore dell’impresa. Questa è la natura del provvedimento. Naturalmente, gli interventi in favore delle imprese in una economia sociale di mercato significa che l’impresa è il fulcro dell’aiuto alle famiglie. Okay? Se voi andate a prendere pagine meravigliose ‒ vi cito l’autore che io amo di più su questi argomenti, cioè don Luigi Sturzo, un sacerdote ‒ vi rendete conto che le famiglie si aiutano attraverso l’impresa.
Quando si introduce, negli interventi in favore dell’impresa, normativa di tipo sociale, cioè di sostegno sociale, stiamo parlando di un’altra cosa. Se noi mischiamo le due cose, le due ispirazioni, rischiamo di avere una capacità complessiva, che è stata dal collega Metallo più o meno riferita quanto a stima, di 80-90 milioni. È evidente, alla luce anche dei dati di cui siamo in possesso, che, a fronte di una capacità di 80-90 milioni, noi non riusciremmo a raggiungere l’intento di sostenere parzialmente l’impresa. Dobbiamo dirlo. Quando voteremo un emendamento rispetto a un altro, non potremo tenere tutto. Non si possono servire più padroni insieme. Non è possibile.
Noi rischiamo di scontentare tutti. Mi rendo conto che può avere anche un vocabolario e una antologia facile, quella di dire “noi apriamo anche ai privati, apriamo alle famiglie”, però vi informo che questa apertura significa rendere questo provvedimento insoddisfacente per tutti.
Siccome noi non vogliamo arruolarci in un provvedimento che genera insoddisfazione per tutti, perché abbiamo detto che avremmo fatto questo provvedimento per soddisfare un ambito economico, l’impresa, anche perché, colleghi, non abbiate paura dell’impresa. La cultura industriale è una cosa carente nel nostro Paese, è quella che muove il nostro Paese e che aiuta le famiglie.
Chi fa l’imprenditore sa bene – è vero, assessore Delli Noci? Lei si occupa essenzialmente di questo – che generare l’attività e la produzione dell’impresa poi realizza i desideri delle famiglie. Io lo cito spesso, perché mi piace tantissimo ed è il modo più efficace per raccontarlo.
Nel film Il diavolo veste Prada le due cinture… Vi ricordate quando Miranda alla ragazza mostra le due cinture? La ragazza dice: “Questi stanno scegliendo tra due cinture che hanno lo stesso colore”. E Miranda fa la più grande lezione economica, alla ragazza. Dice: “Quel tuo maglioncino infeltrito, che hai trovato chissà dove, in chissà quale grande magazzino” bla, bla, bla. “Ricordati che tanti anni fa quel colore è stato selezionato in un posto come questo e di lì ha generato centinaia e centinaia di posti di lavoro e tu ora vieni qui e ti metti pure a ridere, e non so per adempimento a chissà quale cultura di tipo economico e sociale”.
Ecco, nel film Il diavolo veste Prada sta scritto tutto. Quindi, voi immaginate qual è l’importanza dell’impresa per il lavoro, per le famiglie, per i piatti a tavola. Noi dobbiamo prendere questa decisione, colleghi. Noi voteremo il testo originario, con riferimento ai beneficiari, perché riteniamo che questo deve essere un aiuto alle imprese. Non può essere utilizzato, perché le imprese poi hanno l’opportunità di rimettere in circolazione capitale, e non vi devo spiegare certamente io il meccanismo dell’impresa, capitale al servizio di ulteriori investimenti che generino ulteriori possibilità e capacità economiche e che vadano a realizzare l’intento su cui si difendono i colleghi del Movimento 5 Stelle rispetto all’attacco che proviene dai colleghi della minoranza, cioè, generare questo processo di accelerazione – è stato detto bene dal collega Tupputi – di incentivazione della spesa e della produzione che può avvenire soltanto attraverso l’impresa. È l’impresa che dà l’opportunità di generare produzione.
Ora, se la questione vogliamo invece indirizzarla sulle famiglie, allora dobbiamo dire non le imprese, ma le famiglie. E allora tutt’a un tratto, questo diventa un provvedimento di tipo sociale. Chiederemo all’assessore Barone cosa ne pensa, perché diventa un provvedimento sociale, cioè che riguarda le famiglie, la loro spesa, i loro risparmi messi a disposizione della casa, della ristrutturazione della casa, e se dobbiamo aiutarli. Ma è un’altra prospettazione.
Se quindi dobbiamo recuperare degli elementi anche di cultura, di cultura politica, di cultura industriale, non con un fare professorale, perché in realtà noi molto spesso avremmo bisogno di indicazioni da maestri. Non a caso io vi ho citato qualche maestro, però è un’impostazione completamente diversa, solo che le due cose assieme non possono stare. Per stare infatti le due cose assieme e per sostenerle, ci sarebbe bisogno di allegare una relazione fondata sui numeri, che dica che rispetto a 80-90 milioni di capacità, noi riusciamo a soddisfare in termini macroeconomici una domanda che fa da incentivazione alle imprese e che riesce a lenire problemi sociali delle famiglie. Ma dobbiamo allegarlo con i numeri, non può essere una suggestione, perché se noi agiamo sulla base di suggestioni, di suggestione in suggestione, è di tutta evidenza che ora si alza l’asticella alle famiglie, poi qualche altro dirà alle famiglie “non a tutte le famiglie, le famiglie con un ISEE che non raggiunga…”, “con un ISEE che non raggiunga”? Poi ci sarà un altro che metterà l’asticella ancora più su e dirà “le famiglie che in realtà piangono di chiesa in chiesa”: mi sono spiegato? Funziona così l’asticella che si eleva, e da lì, elevando l’asticella sulla base di aneddotiche e suggestioni non fondate sui numeri tutto rientra. Quella che viene chiamata “demagogia”. Voi mi conoscete. Io le cose le chiamo per come sono. Quella si chiama “demagogia”. L’asticella è portata sempre più in alto. È come dire, gli stipendi dei politici: togliamo un euro. Uno dice: “Un euro? 10 euro”. Un altro: “No, 100 euro”; “Togliamoglielo tutto”. Alla fine, verrà qualcuno che dirà: “Se vogliono stare in Consiglio regionale devono pagare”. Anche lì si può creare una distinzione di asticella. Quanto pagare? Palese pagherà un casino, lo so, per anzianità di servizio. Qualcuno lo commisurerà all’anzianità di servizio in questo Consiglio regionale. Ho detto questo per rendere anche un po’ leggero e ironico il problema che stiamo mettendo in evidenza.
Noi voteremo per il provvedimento così come è emerso dal lavoro della Commissione. In questo senso, difendo anche il lavoro della Commissione, che all’unanimità ha deciso per quel testo. Quindi, mi sembra giusto che quel testo venga preservato. Abbiamo raggiunto un accordo su tutto. Peraltro, il dibattito è durato davvero qualche minuto. È durato più il dibattito che serviva a sistemare le carte che a mettersi d’accordo sul merito.
Tuttavia, vi prego di non introdurre questa distinzione, che è una distinzione che non risponde a criteri, secondo me, di impostazione del disegno di legge e ci porterebbe soltanto ad approvarlo a maggioranza oppure ad approvarlo dopo chissà quante polemiche, per poi commentare così: “Ma noi lo volevamo per tutti”, un altro lo voleva per un pezzo. In realtà, utilizzando questo argomento soltanto come fatto funzionale. Al dibattito politico? Non al dibattito politico. Alla polemica politica? Non alla polemica politica. Alla demagogia? Forse “demagogia” è la parola più giusta.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tutolo. A questo punto, solo per dichiarazione di voto, consigliere. Sull’emendamento dopo, quando sarà illustrato.
Speaker : TUTOLO.
Per dichiarazione di voto. Mi riservo, sugli emendamenti, di descriverli, ovviamente.
Intanto, e lo apprezzo, abbiamo fatto un passo avanti. Rispetto alla impossibilità di fare questa cosa qua, siamo arrivati al fatto che si può fare e che è una precisa scelta politica.
Bene, è un bel passo avanti, perché poi ognuno deciderà di votare secondo le proprie convinzioni, secondo scienza e coscienza, come si dice. Dire, però, che questa cosa non si può fare, perché magari non si vuole fare, secondo me, non è la cosa più bella del mondo.
Noi siamo un’Aula dove si legifera e dobbiamo decidere di questi soldi che ne facciamo. È legittimo decidere che devono aiutare le imprese. Credo e spero che sia altrettanto legittimo, senza essere necessariamente demagogia, che si vanno ad aiutare imprese e famiglie, perché alla famiglia che ha il credito incagliato e che magari ha l’ipoteca sulla casa perché, avendo fatto il prestito ponte, perché ha creduto in quella promessa dello Stato, quindi è andata in banca e ha detto “Ho 50.000 euro, me ne servono 100.000, 50.000 mi azzera il conto, poi faccio il prestito ponte. Nel frattempo cedo alla banca, rientro dei 50.000 e pago il prestito ponte”.
È arrivato un giorno il Governo e probabilmente non si agisce in questo modo, apro e chiudo una parentesi immediatamente, probabilmente la cosa più saggia da fare era, per far rimanere salda la credibilità di un Governo, chiudere la partita con chi l’aveva aperta e dopodiché potevano fare quello che volevano, ma non far quadrare i conti in quel modo a diverse migliaia di famiglie, a mio avviso, non è un comportamento lineare.
Però, apro e chiudo la parentesi.
Chi glielo va a dire a questa famiglia che ha questa situazione che noi lo abbiamo fatto perché lo diceva don Sturzo. Ma chi è don Sturzo? Io devo pagare il mutuo. Altro che don Sturzo! Mi vendono la casa e mi sbattono in mezzo alla strada. Altro che don Sturzo! Magari gli spieghiamo pure che è demagogia, probabilmente, questa.
Secondo me, non è demagogia. Secondo me, legittimamente, ognuno di noi può valutare il provvedimento per quello che è. Io ritengo che aprire alle famiglie…
Anche perché, scusate, veramente poi diventa curiosa la cosa. Io leggo la proposta di legge. La proposta di legge, sapete l’incipit iniziale, l’articolo 1, comma 1, la prima parola che si dice è questa: “La Regione, al fine di sostenere le famiglie…”. All’inizio quello che si mette è la famiglia. Poi, quando andiamo a decidere a chi devono andare quei soldi, escludiamo la famiglia. Mi fate capire? Non la mettiamo pure qua.
L’emendamento quantomeno che deve essere votato e accettato da tutti, perché sennò questa sì che è demagogia. Dobbiamo eliminare le famiglie sopra-sopra, perché qua sta scritto, ripeto “la Regione al fine di sostenere le famiglie, i liberi professionisti e il sistema delle imprese”. Poi si tolgono le famiglie, e abbiamo capito pure che le imprese aiutano le famiglie. Succede che quelli che cedono i crediti, chiamano quelli che ce li hanno incagliati, e dice: a me l’hanno dato, adesso do una parte dei miei a te. Veramente vogliamo pensare una roba del genere? A me sembra follia, questa, non mi pare demagogia: la chiamo diversamente.
Per l’amor del cielo, io non mi permetto di dire che è demagogia, anche perché non è demagogia: è assurdo voler far pensare ai cittadini che hanno quel problema che è demagogia. È qualcosa di diverso.
Poi, voglio fare un altro… Ripeto: votare il testo così com’è implica molti risvolti. Se mi sono permesso di sottolineare queste cose è perché io, essendo uno dei promotori del primo testo di legge, non per la primogenitura, ma perché se fosse stato in linea con quello che era il mio progetto di legge e lo volevano presentare i Capigruppo, avrei fatto tranquillamente un passo indietro. L’ho fatto diverse volte il passo indietro, il problema non c’è. Però è completamente diverso, e non posso non evidenziarlo. Dopodiché, ognuno vota per quelle che sono le proprie convinzioni.
Io leggo Superbonus e altri bonus edilizi: Intesa San Paolo libera 1,3 miliardi per acquistare nuovi crediti. Questa notizia è del 7 dicembre 2022. Il 7 dicembre 2022 cioè Intesa San Paolo ha liberato 1,3 miliardi di euro di bonus. Sapete come li ha liberati? Con un accordo con una impresa: con la Ludoil Energy S.p.A., cioè una grossa impresa che aveva dei crediti incagliati per 1,3 miliardi a cui Intesa ha risolto il problema.
Ora, siccome sono 80-90 i milioni che noi abbiamo come capacità, da quello che è emerso nella discussione – poi vedremo se sono 80, 90, 50, 120, non lo so, onestamente, ma lo vedremo – io non vorrei che noi oggi facessimo il bel comunicato tutti quanti “abbiamo affrontato il problema delle famiglie”, perché un’altra volta in cui mettiamo le famiglie è quando facciamo il comunicato. La rimettiamo tutti la parola “famiglie”.
Abbiamo affrontato il problema delle famiglie e delle imprese della regione Puglia sbloccando i crediti. Dopodiché, nell’agire ci rendiamo conto che, magari, tra tre mesi o tra un anno viene fuori la notizia: Regione Puglia, accordo chiuso con ‒ che ne so ‒ UniCredit per la cessione dei crediti. E UniCredit si è comprata i crediti di una impresa.
Noi non abbiamo risolto il problema ad alcuni cittadini o ad alcune imprese della regione Puglia, ma li abbiamo risolti a una impresa della regione Puglia, senza sapere nemmeno quali sono i criteri di scelta di quali saranno questi crediti che si andranno a comprare.
Mi sono permesso, sempre nel testo di legge originario, che oggi ripropongo come emendamenti, che ci sia un limite all’importo del credito per ogni singolo intervento, che può essere di 500.000 euro, ma anche di 300, di 200, di 400. Non mi innamoro del quantum. Ma non può essere illimitato, sennò significa che noi corriamo il rischio, oggi, di approvare un qualcosa per una persona o per due persone. Secondo me, non esiste una roba del genere.
Non è ‒ ripeto ‒ demagogia, populismo. Si tratta semplicemente, a mio avviso, di un modo di vedere, che sarà diverso da quello di qualcun altro. Per l’amor del cielo. Ho pieno rispetto per il modo di vedere degli altri. Ahimè, nessuno mi convincerà che è più giusta quella soluzione di questa. Su questo non ci sono dubbi.
Io sono felice per aver sentito finalmente che si può fare. Non è che mi sono alzato stamattina e la colazione l’ho fatta con un Brunello di Montalcino [...] piuttosto che con il caffè amaro, che sono abituato a prendere.
Oggi rispetterò il pensiero degli altri. Ognuno può votare come vuole, però poi i cittadini dovranno prendere coscienza del pensiero di ognuno di noi. La prenderanno e saranno favorevoli o contrari, a seconda se si è inciso sulle loro vite o su quelle di altri. Tutto legittimo.
Sono ‒ ripeto ‒ felice che siamo giunti a un punto dove si può fare. Ognuno di noi voterà secondo scienza e coscienza. Semplicemente questo.
Speaker : PRESIDENTE.
È iscritto a parlare il collega Metallo. Prego.
Speaker : METALLO.
Grazie, Presidente.
Chiaramente ritorno sull’argomento sollevato. Ringrazio innanzitutto il collega Amati, al quale avevo richiesto, vista la fiducia e la stima che nutro in lui, un approfondimento dal punto di vista tecnico-giuridico sulla ammissibilità di questa modifica alla norma e sia per l’onestà intellettuale dell’intervento quando ha premesso, prima di tutto, che questa non avesse impedimenti o limiti dal punto di vista giuridico e tecnico.
Il collega Amati è persona di cui apprezzo ogni volta gli interventi e insieme alla proprietà stilistica oratoria costruisce le teorie in maniera strutturale, anche in maniera forte e definita.
Parto dalla prima cosa che il collega dice, partendo da un assunto: questo è un provvedimento per le imprese. Io sinceramente sono venuto in Aula avendo “proposta di legge: circolazione crediti d’imposta” come titolo. “Circolazione crediti d’imposta”, rifacendomi alla norma nazionale, significa privati e imprese. Quindi, è chiaro che si parte da questo assunto, perché funzionale anche a una teoria da sviluppare.
Il secondo tratto che sostiene il collega Amati per dire che non bisogna modificarla è quello sul valore generato. Il collega dice, semplicemente: siccome la Regione Puglia produrrà 80-90 milioni di euro di disponibilità, questo numero è insoddisfacente per tenere dentro privati e imprese. È la cosiddetta teoria escludente, o uno o l’altro.
Si arriva poi a dire: se volete fare una cosa del genere, allegate i numeri di quanti sono questi crediti per i privati e per le imprese.
Il collega Amati è persona molto intelligente e molto preparata e sa benissimo che quegli 80-90 milioni che noi cubiamo non basteranno, chiaramente, per le imprese, anzi saranno sempre molto limitati rispetto al valore di cui le imprese hanno bisogno.
Anche questo è funzionale a mettere fuori i privati, perché i soldi già non bastano per le imprese, però, se mettiamo i privati, diventa escludente.
Continua il collega Amati e fa un appello a tutti noi: “non abbiate paura delle imprese”. Non abbiamo paura delle imprese. Il tempo del padrone dei lavoratori è passato, però, oltre che delle imprese, ci occupiamo dei pensionati, dei lavoratori dipendenti e, diceva il collega Tutolo, la Regione Puglia come primo incipit dice “le famiglie”.
Chiudo su un altro riferimento, e mi rivolgo ai colleghi dei Cinque Stelle, questa volta. Tutto questo deriva da una legge nazionale che io apprezzo, colleghi, e penso sia stata una delle buone misure fatte in materia di politica energetica, perché in Italia di politica energetica non se n’è mai fatta. Però, la stessa legge nazionale che rivendicate con orgoglio si esprimeva su due livelli, privati e imprese.
Adesso, andando voi anche a votare solo per uno e per l’altro, tradite la ratio della stessa norma. È una legge che lascia a metà, dei soggetti fuori. Chiudo solo per la stima che ho, Fabiano, nei tuoi confronti, e credimi, non è demagogia. Demagogia sarebbe stata se io fossi venuto in quest’Aula, e sapendo che giuridicamente questa cosa non è fattibile, io l’avessi proposta, e uscito da quest’Aula fosse andato a dire in giro “io ho lavorato per i privati, per le famiglie, gli altri colleghi non lo vogliono”.
Io penso che in questo caso ci sia un confronto: un confronto franco, un confronto anche che arricchisce vicendevolmente e che è giusto che si faccia in quest’Aula. Quindi, ti chiedo solo di non darci dei demagoghi, perché non lo siamo. Siamo persone che possono avere anche dei differenti pensieri e che ti ascoltano sempre con molto interesse.
Io attendo chiaramente quello che mi dirai perché penso che questo arricchisca tutti. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
È iscritto a parlare il Presidente Casili.
Prego.
Speaker : CASILI.
Grazie, Presidente.
Io ho ascoltato gli interventi dei colleghi Metallo e Tutolo. In realtà, già l’articolo 1, così come rubricato dice “Misure per la circolazione dei crediti fiscali, delle famiglie, dei liberi professionisti e delle imprese pugliesi”. Noi quindi rubrichiamo in questo modo, però poi all’interno del comma 1 scompaiono “liberi professionisti”, scompaiono “famiglie” e rimangono soltanto “imprese”: questo è il primo cortocircuito generato dalla stesura della norma che effettivamente, poi, da una lettura, da un’analisi magari anche più attenta emerge anche dal dibattito dei colleghi. È scritto “effettuati da imprese aventi sede legale”: dicevo prima sia al collega Tutolo che anche al collega Metallo che le imprese sono imprese. Potremmo in quel caso parlare di fornitori, quindi “effettuati da fornitori aventi sede legale e operativa sul territorio regionale”, e i fornitori sono in quel caso sia imprese, sia anche i liberi professionisti.
Avevo suggerito anche di cercare insieme, di ragionare emendando il testo, inserendo i beneficiari, che sono anche famiglie che hanno fatto degli interventi. Ha ragione il collega Amati. Parliamo di risorse esigue, ma l’opportunità, proprio perché le risorse sono esigue, è quella di intervenire in situazioni, che si sono generate, di famiglie che hanno case sventrate e che per pochissime migliaia di euro, oggi, con un aiuto, avrebbero la possibilità di rimettere a posto una situazione familiare che non riescono a sistemare. Parliamo di più interventi che potrebbero interessare più famiglie rispetto a situazioni più grandi. Con le risorse a disposizione noi potremmo arrivare a soddisfare piccoli interventi, ma in un numero molto più cospicuo, in casi di disagio familiare molto importante.
In definitiva, noi oggi abbiamo un articolo 1 che contempla famiglie, liberi professionisti ed imprese, però, poi, nel testo così come rubricato non compaiono ‒ ripeto ‒ famiglie e professionisti. Credo ci sia un errore, così come predisposto il testo, abbastanza macroscopico.
Secondo me, occorre mettere un po’ di ordine, quantomeno dal punto di vista normativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Passiamo alla votazione della proposta di legge.
Abbiamo, al primo articolo, un primo emendamento, a firma del collega Tutolo, che non penso sia stato distribuito. È stato pubblicato. Va bene. Lo leggo: «All’articolo 1, comma 1, prima della parola “imprese” aggiungere “privati e”» Diventerebbe “privati e imprese”.
Galante ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Vorrei fare solo una piccola cronistoria di quello che è accaduto nei mesi, per poter rimettere un attimo d’accordo tutti su questo testo, così come uscito dopo una serie di incontri.
Siamo tutti d’accordo sulla necessità di aiutare le persone in generale, mettiamola così.
Quando noi abbiamo, però, iniziato a discutere di questa possibilità, è intervenuto il Dipartimento perché c’era il consigliere collega Tutolo che aveva presentato la sua proposta, c’erano le varie proposte della minoranza, le mozioni, c’erano le nostre proposte. Noi dicemmo pure che avevamo intenzione di presentare una proposta. Poi, ci bloccammo perché, in effetti, ci fu chiesto prima di aprire un’interlocuzione con il Dipartimento che, all’interno della Conferenza Stato-Regioni, nella sezione bilancio-finanza si stava discutendo della possibilità di trovare un testo che potesse essere approvato dalle Regioni.
Quando siamo arrivati che in anticipo è arrivata la Basilicata e poi le altre Regioni a venire quel testo lì ha avuto il via libera, non è stato impugnato. Questa decisione di scegliere questo tipo di testo con quei passaggi dove si mettono imprese e banche al centro del testo è quello condiviso da tutti e che anche oggi può passare indenne, diciamo così, e anche all’unanimità, se noi rimaniamo su questo testo.
L’articolo 2, l’emendamento sostitutivo dell’articolo 2… Anzi, no, è l’articolo 3, l’emendamento 3, Presidente, stabilisce poi che dopo l’approvazione di questo testo, abbiamo del tempo per poter intervenire, attraverso la Giunta, quindi con il Governo, per poter poi migliorare eventualmente e definire anche alcuni passaggi.
Il punto, la premessa che tutti ci siamo dati, ci siamo fatti è che questo testo deve passare indenne dal vaglio del Governo.
Quindi, rimanere su un testo che ha avuto già il via libera come Basilicata, Piemonte, essenzialmente quelli, fa stare tranquilli sia noi, che dobbiamo votarla e quindi non verremo ripresi, ma soprattutto gli attori principali, con cui noi abbiamo dialogato, lo dico a tutti.
Io non so se i vari Gruppi si sono poi interfacciati sia con il Dipartimento sia con i Capigruppo, ma noi abbiamo avuto interlocuzioni con l’ANCE, con l’ABI, abbiamo avuto interlocuzioni con le banche, con i fornitori, con tutti quelli che oggi stanno aspettando questo testo. Questo volevo dire.
Quindi, invece di stare a scontrarci e rischiare, perché qua si tratta di rischiare, che perdiamo tempo e questa legge arriva e viene impugnata, ci sono alcuni passaggi nel testo che ci tutelano anche da eventuali miglioramenti dopo, che sono il passaggio della Giunta. Interviene il Governo eventualmente dopo a migliorare. Ma non arriva un testo di legge che può essere impugnato, viene fatto all’interno di una delibera.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Tutolo, lei chiede la parola? L’ha illustrato precedentemente. Gliela do proprio velocemente. Presidente, posso? Le do la parola, però se… Grazie.
Speaker : TUTOLO.
Scrivere l’emendamento credo che sia una cosa normale. Non sono stato l’unico a intervenire più volte.
Veramente resto esterrefatto delle descrizioni che vengono fatte. A mio avviso… Lo so che non mi vuole sentire nessuno, però dovete avere un po’ di pazienza. Non lo so. Qual è la ratio della legge? Non è che il Governo impugna questa legge se noi mettiamo la parola magica “privati o famiglie”. Ma veramente diciamo una cosa del genere? Neanche se questa fosse la prima classe dell’asilo. Neanche l’asilo, la scuola materna. Veramente si vuole far credere a qualche consigliere regionale che noi dobbiamo fare attenzione ancora il Governo cattivo inserita la parola “famiglie o privati” impugna la legge.
La ratio di quel decreto del Ministro Giorgetti che chiudeva quella possibilità era per evitare che milioni o miliardi di euro che le Regioni avrebbero dovuto versare come tasse venissero utilizzati per fare questa roba e, quindi, si sarebbe creato un ulteriore buco nel bilancio. Questa è la ratio di quel decreto, non se c’è la parola “famiglia” o se non c’è la parola “famiglia”, non se i soldi li diamo all’impresa o li diamo all’impresa e alle famiglie. Sennò, veramente mi pare curiosa questa descrizione.
Io, quindi, dovrei essere così imbecille da credere al fatto che, se inseriamo la parola “privati”, il Governo la impugna. Dico di più. Ove mai dovesse impugnarla, probabilmente potrebbe essere anche perché, compreso che ha fatto la cavolata a non impugnare quella, sta cercando che arriva la prima che va su quella strada per impugnarla e, magari, dire “non avete capito nulla”.
Quindi, non escludo la possibilità che possa essere impugnata, perché si sono distratti, per mille motivi, ma non perché noi andiamo a inserire la parola “privati”.
Evidentemente sono io che non ho capito. Paolo, io sto descrivendo il mio emendamento. Tu potrai votarlo come ti pare. Il punto è che ognuno...
Speaker : PRESIDENTE.
Non interloquite tra di voi, chiedo scusa.
Speaker : TUTOLO.
Devo fare anche un’altra precisazione. Tutti ci siamo messi d’accordo. Scusate, io sono stato il primo a firmare una legge su questo provvedimento. Non mi sono messo d’accordo con nessuno. Non sono stato reso partecipe di nulla e di nessuno. Siccome quella proposta è stata stravolta rispetto a quelli che erano i miei princìpi, voglio difendere il mio pensiero su questa legge. Ognuno è libero di votare come vuole, ma venirci a raccontare che se si mette la parola “famiglia” si rischia, come se io fossi il responsabile dell’impugnazione di quella legge, a me pare offensivo nei confronti dell’Aula.
Semplicemente, ripeto, rivendico quella mia posizione. Non sarà quello che farà decidere al Governo se impugnarla o non impugnarla. Mi rifiuto di pensare che tu inserisci il privato e il Governo la impugna. Non sta scritto da nessuna parte nella legge di Giorgetti. Non sta scritto da nessuna parte. In quella della Basilicata hanno ritenuto di fare qualcos’altro di diverso? Lo facessero. Lo hanno fatto. Bene. Non ci vedo assolutamente nulla di pericoloso. Questo per quanto riguarda il primo emendamento, dove vado a dire che si aggiunge alla famosa parola “impresa” la parola “privati”, che è sparita magicamente. La mettiamo all’inizio e poi sparisce nel provvedimento.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Campo, prego, ha facoltà di intervenire.
Speaker : CAMPO.
Scusa, Antonio. Quando ho detto “abbiamo capito” non volevo toglierti la parola. Abbiamo inteso qual è il fine che muove il tuo emendamento. Il medesimo fine che ha mosso quello di Donato. Immaginare semplicemente che qualcuno di noi in quest’Aula voglia discriminare le famiglie o i privati o, bellamente, metta da parte le esigenze delle famiglie e dei privati sarebbe, francamente, fuori luogo. Nessuno, men che meno il Partito Democratico, intende escludere, se fosse possibile, da questo beneficio i privati e le famiglie. Ora, però, c’è un punto. Io, personalmente, non sono in grado, a bocce ferme, di valutare quale potrebbe essere – tu lo hai detto – la ragione per cui un emendamento di questo tipo o una formulazione di questo tipo potrebbe correre il rischio di incappare in impugnativa del Governo. Non lo so valutare pienamente, però vi è una ragione, evidentemente, se si sono determinati tutti quanti ad utilizzare questo testo che ha passato il vaglio e hanno, per non correre il rischio, evidentemente, che il testo potesse essere impugnato, messo da parte la questione dei privati. E dico secondo me perché, per quel che mi consta, poi non so a Lucera che cosa è successo o dalle parti che frequenti tu.
Dalle parti che frequento io il problema per i privati è ridottissimo, perché la maggior parte delle persone ha fatto il pacchetto completo e chi si è giocato il credito d’imposta è chi ha il credito di imposta e lo può compensare, chi esercita un’attività di impresa, chi versa l’IVA.
Francamente ritengo che siano limitati i casi in cui il privato si è avviato da solo e poi si è messo in questo meccanismo a scontare un credito d’imposta. Un privato che ha un credito di imposta nei confronti dell’erario, per IRPEF.
Qualcuno di voi qui ha un credito di imposta per IRPEF dall’erario? Forse i liberi professionisti, forse chi ha pagato indebitamente delle sanzioni?
È chiaro che poi il problema si ribalta sulle famiglie. Sì, ma perché le hanno gestite le aziende, perché poi non è che… E quindi? Io credo che il problema sia limitato ed evidentemente… Mettiamolo, ma perché dobbiamo correre un rischio a fronte di un tema che, evidentemente, se è stata fatta questa valutazione, anche scriteriata, dall’Ufficio e dall’Assessorato si è deciso tutti ieri in Commissione di stare su questo testo, proprio per non correre questo rischio. C’è stato un confronto con l’Agenzia delle Entrate, c’è stato il tavolo tecnico. Non è che io voglio dire c’è il problema delle famiglie? No, trascuriamolo. Evidentemente a fronte del rischio, che io non so valutare, ma mi fido della valutazione che hanno fatto l’Assessorato e gli uffici e della valutazione che abbiamo fatto tutti quanti assieme ieri in Commissione, non vorrei correre il rischio che un provvedimento di tal natura, che, ripeto, anche per gli interessi delle famiglie deve tutelare soprattutto le imprese… Non ce lo nascondiamo: i privati hanno fatto il pacchetto chiuso. Non ci pigliamo in giro. Quindi, dobbiamo correre il rischio che il provvedimento ci venga impugnato? Se quello è il testo che tutti hanno adottato, evidentemente una ragione ci sarà alla base.
Se poi diciamo che c’è una scadenza, quella del 17 novembre, e la norma ci viene impugnata, rischiamo che per essere più realisti del re o per fare i paladini non richiesti, perché nessuno ce l’ha richiesto, nessuna associazione di consumatori, né i sindacati, non ci è giunta rispetto all’impostazione della legge una segnalazione di associazione di consumatori o sindacati.. Poi, ci sarà qualcuno che l’ha fatto e si trova in questa condizione. Ma non è che per andare incontro a qualcuno che l’ha fatto e si trova in questa condizione dobbiamo rischiare di mettere in discussione il provvedimento per come è costruito, suppongo. Questa è la mia opinione. E non ho detto che sei demagogo, ho detto che evidentemente corriamo di assumerci un rischio per andare incontro a esigenze limitate, quando evidentemente il provvedimento è stato concepito per andare incontro al grosso della vicenda e chi l’ha fatto ci avrà pensato.
Grazie. Però, non voglio aprire un dibattito, ho capito.
Speaker : PRESIDENTE.
Sempre sull’emendamento, il consigliere Tupputi, prego.
Speaker : TUPPUTI.
Per motivare il nostro voto negativo a questo emendamento.
La sostanza del provvedimento non cambia, per un semplice motivo. Così come ha detto in precedenza il collega Campo quando faceva riferimento al pacchetto completo, io voglio ricordare, prima di tutto a me stesso, che il Superbonus 110 era cumulabile come intervento al Bonus Ristrutturazioni al 50 per cento. Quindi, entro nel tecnicismo. La famiglia, il privato ha, per oltre il 90 per cento dei casi, cumulato il Superbonus 110 al Bonus Ristrutturazioni 50 per cento. E vengo al merito. La capienza IRPEF del nucleo familiare si esaurisce con il Bonus Ristrutturazione 50 per cento, da portare in detrazione per i successivi dieci anni. La stragrande maggioranza ha dovuto cedere il credito di imposta relativo al Superbonus 110 all’impresa esecutrice dei lavori.
Di conseguenza, oggi cosa sta accadendo? Mentre la famiglia comunque si porterà il suo credito d’imposta in detrazione per i dieci anni a venire, chi oggi non ha più occasioni di poter cedere il credito che ha acquisito in precedenza è la piccola e media impresa. Per citare il collega Amati, la piccola e media impresa pugliese è fatta di persone da cui direttamente dipendono le famiglie. Queste oggi hanno il problema di dover cedere i propri crediti. Perché? I grandi colossi, i fondi, che nessuno ha citato fino a questo momento, che hanno acquisito i crediti, questo problema non ce l’hanno.
Per cui, oggi, con questo provvedimento, comunque stiamo, direttamente e indirettamente, rivolgendoci alle famiglie pugliesi.
L’emendamento Tutolo ‒ mi permetterà il collega ‒ lo ritengo pleonastico. Preannuncio il nostro voto contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Parere del Governo sull’emendamento?
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Per le motivazioni spiegate rispetto al dibattito che c’è stato e anche nel rispetto del lavoro svolto prima dal Governo e poi dalla Commissione, il parere del Governo è negativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Passiamo al voto, con il parere contrario del Governo.
La votazione è aperta. Votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 39, votanti 35, favorevoli 2, astenuti 4, contrari 33.
L’emendamento è respinto.
Adesso votiamo sull’articolo 1.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 40, contrari 1.
L’articolo 1 è approvato.
Adesso passiamo all’articolo 2. Non ci sono emendamenti.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 40, contrari 1.
L’articolo 2 è approvato.
Adesso abbiamo un emendamento aggiuntivo, articolo 2-bis, presentato dal consigliere Tutolo.
Procediamo? No. Non c’è la sua richiesta di intervenire, consigliere Tutolo.
Speaker : TUTOLO.
Se non lo hanno avuto, scusa. Tu l’hai avuto, Fabiano?
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, l’abbiamo fatto girare. È pubblicato. Lo abbiamo fatto anche girare.
Consigliere Tutolo, prego, intervenga.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Con questo emendamento non voglio fare demagogia – faccio una premessa – ma voglio provare a dire che, a mio avviso, può essere migliorata quella norma, perché cos’è che dice? L’individuazione degli istituti di credito da cui acquisire il credito fiscale da bonus edilizia deve rispettare i seguenti criteri: a) la percentuale di sconto a favore della Regione sul credito ceduto praticato dall’istituto bancario. Perché dico questo? Tutti quanti leggiamo mediamente e, quindi, cerchiamo di informarci e abbiamo tutti visto che… Capisco che qui non c’è nessuno interessato alla cessione dei crediti perché probabilmente sono tutti disincagliati, però fuori di qua un po’ di persone che li hanno incagliati ci sono, e vorrei provare a descrivere quella che è una idea diversa.
Tutti abbiamo appurato che da un certo punto in poi le banche, facendo leva sulla loro forza, danno meno soldi a quelli che…
Speaker : PRESIDENTE.
Devo dire che tra i banchi dell’opposizione devo sollecitare la vostra attenzione. Il collega sta intervenendo. Grazie.
Prego, collega Tutolo.
Speaker : TUTOLO.
Dicevo semplicemente che con questo primo passaggio eviteremmo che le banche possano darci quello che vogliono. Quindi, noi diremmo che dobbiamo acquisire i crediti delle banche che ci offrono di più. Probabilmente faremmo gli interessi dei pugliesi pure in questo modo. Spero che non sia demagogia. Del resto, quando si fa una gara si chiede a chi fa il prezzo migliore o l’offerta economicamente più vantaggiosa, perché è vantaggiosa per il pubblico, credo che anche in questo caso, se dicessimo che noi andiamo a comprare i crediti da chi ci offre di più, probabilmente non faremmo demagogia, ma gli interessi dei pugliesi, perché si libererebbero più soldi e, quindi, potremmo accontentare più imprese, e non i privati, perché abbiamo capito che è pericoloso dire la parola “privati” perché qualcuno, cattivo, siccome mettiamo la parola “privati”, ci impugna la legge. Voglio sgomberare il campo. Spero non ci sia qualcuno che, se chiediamo il prezzo più vantaggioso, ci impugna la legge lo stesso perché cerchiamo di fare gli interessi dei pugliesi.
Il primo punto è questo, su questo emendamento.
Il secondo riguarda la maggiore capillarità di sportelli presenti sul territorio regionale. Questo significherebbe che ci sono state più imprese e più privati ‒ ma togliamoli i privati, perché si è scelto così ‒ che hanno avuto rapporti, quindi ci sono più possibilità per tutti.
Il credito degli istituti bancari deve provenire da interventi di riqualificazione effettuati sul territorio regionale, assicurando una distribuzione uniforme per Provincia, rapportata alla rispettiva popolazione residente. Perché “per Provincia”? Per evitare che i crediti incagliati in alcune Province si disincaglino e quelli, magari, di altre Province restino incagliati. Può accadere. Una disparità tra Province non è raro vederla. Per evitare che ciò possa accadere, pure in questo caso andiamo a prevedere, noi che diamo l’indirizzo politico, che sia fatta con una proporzionalità tra gli abitanti. Visto che aiutiamo le famiglie ‒ ho capito che aiutiamo le famiglie, ma non ho capito come; “qualche famiglia” sarebbe più corretto, però va bene così ‒ possiamo essere certi che vengano aiutate in proporzione agli abitanti in tutte le Province? Si dice anche questo. Sennò potremmo pure correre il rischio che, per esempio, soltanto i crediti della Provincia di Foggia vengano disincagliati e tutti quelli delle altre Province restino incagliati. Immaginate come si incazzerebbero i colleghi delle altre Province. O magari le imprese delle altre Province. Vorrei semplicemente che ci fosse equità.
E poi dare priorità agli interventi il cui valore nominale non risulta essere superiore ‒ io dico ‒ a 500.000. Volete mettere 600.000? 700.000? 1 milione? 500, 400, 300? Un limite, secondo me, va messo. Non vorrei correre il rischio di fare come con quel titolo del settembre del 2022: UniCredit, anzi Banca Intesa 1,3 miliardi con un’impresa, non gli 80-90 milioni di euro di capienza, che mi è sembrato di capire, con una sola impresa. In quel caso non abbiamo non abbiamo aiutato neanche una famiglia. Anzi no, una famiglia avremmo aiutato. Io credo che, mettendo un limite, si farebbero più interventi. Mi pare un principio mediamente condivisibile. Spero che non sia follia pure questa, perché poi una visita da qualche psichiatra buono, me la posso sempre andare a fare perché, se mi rendo conto che sono tutte pleonastiche e o sono andato a vedere e ho capito che non era di plastica, perché, non era una roba del genere, perché quello avevo capito, avevo capito che la mia proposta fosse di plastica, poi ho capito che non era così.
Non ho capito dove c’è la ripetizione, quando si esclude qualcuno. Non è pleonastico. Le famiglie, i privati, li abbiamo tolti, quindi non è assolutamente pleonastico, è tutt’altro che pleonastico. Noi, i privati, abbiamo deciso di toglierli. Altro che pleonastico! Punto. Mai termine fu così sbagliato, a mio avviso.
“I crediti da acquistare non devono essere riconducibili ai consiglieri regionali a ai familiari dei consiglieri regionali”. È un’altra piccola norma per evitare magari che tra un anno o due anni esce qualcuno di questi signori qua che vanno guardando i fatti nel sottile e scrivono “acquistati i crediti del consigliere Tizio piuttosto che Caio”. Sarebbe antipatico. Li togliamo e mi pare ragionevole pure questa. Se è pleonastica, togliete pure questa, per l’amor del cielo.
Questo è l’emendamento. È demagogico. È una stronzata, appunto.
Prendo atto. Mi hai convinto già, perché il termine è così descrittivo che…
Speaker : PRESIDENTE.
Non parlate tra di voi.
Speaker : TUTOLO.
Io non lo tolgo.
Assolutamente.
Io credo che sia ammissibile e tutto ciò che è ammissibile…
Speaker : PRESIDENTE.
Non potete parlare così. Consigliere Tutolo, parli al microfono per tutti. Consigliere Di Gregorio…
Speaker : TUTOLO.
Tu puoi fare un subemendamento che esclude i familiari e li inserisce. Anzi, gli puoi dare anche la priorità, se vuoi, consigliere Di Gregorio. Alla fine gli diamo la priorità, probabilmente… Ma non mi pare che avvenga sempre uguale agli altri.
Speaker : PRESIDENTE.
Non fate così. Consigliere Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO.
Perfetto. L’ho descritto.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Speaker : TUTOLO.
Sa cos’è? Onestamente non è simpatico sentirsi dire da un collega che quello che hai scritto è una stronzata, perché poi le stronzate le facciamo quotidianamente.
Speaker : PRESIDENTE.
Non diciamo queste parole in Consiglio regionale. Va bene così. Grazie.
Speaker : TUTOLO.
Mica l’ho detta io. Io l’ho riferita.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Prego, per fatto personale.
Speaker : DI GREGORIO.
Per chiedere scusa al contrario. Sono io che chiedo scusa al collega dicendo che ha usato un termine poco consono alla magnificenza e trasparenza di questa Assemblea.
Detto questo, mi sembra che sia una cosa poco utile quest’ultimo emendamento, perché se uno ha un fratello o un cugino che è consigliere regionale non vedo perché debba pagare il fatto che ha un parente consigliere regionale. Il consigliere regionale stesso, una volta eletto, perde tutti i diritti civili? Non può essere un cittadino come tutti gli altri? Ha diritto, come tutti gli altri, a fare il 110, o ad aderire a una legge dello Stato, o aderire a qualsiasi altra cosa?
Speaker : PRESIDENTE.
Le norme regolano i casi di conflitto d’interessi e di incompatibilità, quindi laddove non vi si versa…
Speaker : DI GREGORIO.
Ma non in questo caso, perché comunque riguarda la proprietà privata e le imprese in particolare.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Perrini. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : PERRINI.
C’è una parte per la liquidità, chi deve avere il rimborso. Ha ragione il collega Tutolo: se arriva qualche grosso consorzio che si prende la fetta più grossa? Perché io in questo campo li conosco. Perché non è che la fa il piccolo, sono tutti grandi consorzi che si mettono insieme e fanno questa richiesta.
Non sono d’accordo con il collega Tutolo su quello delle famiglie. E sa perché? Io ho la sfortuna che tutti i miei familiari, per colpa mia, non vengono mai aiutati. Però, posso stare attento ai miei fratelli, ai miei cugini, che non vengono mai aiutati perché si chiamano Perrini, ma chi mi dice che io ho un cugino a Bari, a New York, a Lecce o a Brindisi? Io non lo so questo problema. Allora, stiamoci attenti anche a queste cose, perché già noi facciamo danni ai nostri fratelli e parenti, poi andiamo… Allora, mettiamo anche il grado di parentela, se lo vuoi portare avanti, fino a che grado.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, anche per la brevità.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Tammacco. Ne ha facoltà.
Speaker : TAMMACCO.
Grazie, Presidente. Per annunciare il voto contrario di tutto il nostro Gruppo all’emendamento del collega Tutolo.
Credo ci sia una grossa confusione, caro Antonio, quando sostieni all’interno dell’emendamento di questo articolo 2-bis che il tetto massimo deve essere di 500.000 euro. Siccome noi stiamo parlando di cessione del credito delle banche verso le nostre società pubbliche, mettere un tetto di 500.000 euro significa andare alla ricerca, più o meno, se parliamo di 50 milioni di euro, di 100 banche, andare alla ricerca di un numero di banche enorme.
Ecco la confusione. Questa legge parla della cessione del credito delle banche sulle nostre società, non del privato nei confronti delle banche. Tutto fumo e poco arrosto.
Noi ci troviamo in un vicolo stretto, con un autobus che deve andare velocemente in questo vicolo stretto. Rischiamo di inficiare la legge, rischiamo di non andare nei termini, rischiamo di non prendere i soldi. Forse prenderemo i soldi. Giustamente... Dico “giustamente” perché, ogni volta che c’è una finanziaria, la coperta è sempre corta. Per qualsiasi finanziaria, da che mondo è mondo, la coperta è stata sempre corta. Non si sa se le leggi approvate, così come giustamente diceva il collega Picaro, dalla Basilicata, dal Piemonte o da altre Regioni, che sono quasi identiche a quella che stiamo approvando oggi, saranno approvate dal Governo, saranno mantenute dal Governo centrale. Laddove dovesse esserci una necessità, da qualche parte dovranno prendere i soldi.
Noi ci dobbiamo affrettare ad approvare questa legge.
Io ho solo un’esperienza. La mia esperienza è quella di tanti amici, non so se sono anche parenti, devo andare a vedere il codice anagrafico, che sono andati da un’impresa, si sono affidati a un’impresa e oggi non possono concludere i lavori. All’interno della casa sono sospesi tutti i lavori, perché all’impresa è stato bloccato il credito da parte della banca. Vogliamo cercare di aiutare... Così come hanno detto soprattutto i colleghi di minoranza, questo va ad aiutare solo ed esclusivamente al massimo il 10-12-13 per cento del 100 per cento del problema che abbiamo in Puglia? Per cui, per far questo, per piacere… Siccome ci sono anche altre leggi che aspettano i nostri concittadini pugliesi, vedi quella dei tirocini formativi, vedi qualche altra, possiamo evitare di parlare quattro, cinque, sei volte e di ripetere sempre la stessa cosa?
Abbiamo capito tutti qual è l’intento, però, alla fine, dobbiamo tirare le somme e per me le somme sono queste: quelle di approvare la legge che, così come emendata ieri, in Consiglio regionale dalla Commissione, approvata all’unanimità e andare avanti con gli altri punti all’ordine del giorno. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Tammacco.
Presidente Tutolo, ora è intervenuto sull’emendamento.
Dichiarazione di voto sull’emendamento. Prego.
Speaker : TUTOLO.
Semplicemente, ripeto, non sto dicendo che qui non c’è un intento di aiutare qualcuno, però non dite “le famiglie”.
Le famiglie le abbiamo escluse. Dite almeno indirettamente qualche famiglia e non sapremo quante, perché, ripeto, io resterei molto deluso da un provvedimento che si dovesse rivelare un provvedimento che ha interessato una, due, tre imprese. Sarei molto deluso, ma veramente deluso.
Noi qua oggi decidiamo se fare attenzione non a cento banche, ma agli interventi da finanziare, cioè l’importo degli interventi che noi acquisiamo dalle banche non devono essere riferiti a interventi che superano, che ne so, “x”, perché, ripeto, non mi sorprenderebbe e mi avvilirebbe se ne acquisissimo uno soltanto.
Tutta questa cosa non mi pare una cosa scandalosa. Comunque, concludo dicendo che adesso ne presento un altro di emendamento che sicuramente non sarà approvato, perché l’impianto deve essere quello ed è legittimo, per l’amor del cielo. Tenetevelo. Però, io un’altra curiosità la volevo comunicare.
“Le banche comunicano alla Regione gli interventi sbloccati”, quantomeno per conoscere poi quanti interventi sono stati fatti e quali sono questi interventi. Credo che possa essere prevista una cosa del genere, se si vuole. Se non si vuole, si elimina pure questo. Non è un problema.
Io presento adesso un emendamento anche in tal senso.
Speaker : PRESIDENTE.
Siccome siamo in fase di votazione, può presentare solo un subemendamento, però, non un emendamento.
La votazione è aperta sull’emendamento n. 2.
Il parere del Governo sull’emendamento?
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, assessore.
La votazione è aperta.
Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 39, votanti 36, favorevoli 1, astenuti 3, contrari 35.
L’emendamento è respinto.
Articolo 3.
Non ho emendamenti sull’articolo 3. Non è iscritto a parlare nessuno.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 38, contrari 1.
L’articolo 3 è approvato.
Adesso c’è un emendamento al comma 4 dell’articolo 2. No, questo è vecchio. È decaduto.
Adesso votiamo sull’articolo 4.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 38, contrari 1.
L’articolo 4 è approvato.
Articolo 5. Nell’articolo 5, per chiarezza, c’è il comma 2: “La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione” che però non può essere ammesso perché, ovviamente, prima si deve dichiarare l’urgenza. Quindi, il comma 2 dell’articolo 5 si considera non ammissibile.
Il consigliere Tutolo ha presentato adesso un emendamento che non è possibile presentare, perché siamo in fase di votazione. In ogni caso, non c’è alcun emendamento a cui collegare questo subemendamento.
Siamo, tra l’altro, all’articolo 5, che riguarda le disposizioni finali.
In realtà, non è possibile. Potrebbe essere possibile presentare un subemendamento solo se facessimo un emendamento per l’eliminazione del comma 2. D’altra parte, però, entrerebbe, questo emendamento, in una norma che nulla ha a che fare con il testo del subemendamento presentato.
In effetti, la legge rinvia a una delibera di Giunta, che conterrà una sorta di regolamento esecutivo della legge. Quindi, le proporrei di fare questo: appena finiamo di votare la legge, questo lo trasformiamo in un ordine del giorno connesso alla legge, in cui si impegna la Giunta ad inserire questa disposizione nei propri atti esecutivi. Questo è perfettamente coerente e si può fare. Basterebbe, qui, aggiungere: “Ordine del giorno. Si impegna la Giunta ad inserire, in sede di attuazione della presente legge, la presente disposizione”.
Prego.
Speaker : TUTOLO.
Non voglio arrecare tutto questo disturbo con un ordine del giorno. Mi basta, ripeto, verbalizzare la mia richiesta di emendamento sull’articolo 5 di questo emendamento e mi dite che non è possibile. Qui è tutto verbalizzato. Non voglio arrecare ulteriore disturbo.
Speaker : PRESIDENTE.
È tutto verbalizzato. È online.
Speaker : TUTOLO.
Mi dite che non è possibile emendare questa cosa qua. L’articolo 5 non si può emendare.
Speaker : PRESIDENTE.
No, non è possibile presentare emendamenti in fase di votazione.
Speaker : TUTOLO.
L’articolo 5 mi pare che lo dobbiamo ancora votare.
Speaker : PRESIDENTE.
Ma siamo in fase di votazione della legge.
Speaker : TUTOLO.
Ma quello è normale. Non credo che non sia emendabile un articolo mentre si vota la legge. Mentre si è in votazione significa quando stiamo votando, attenzione.
Speaker : PRESIDENTE.
No, si può subemendare una legge. Gli emendamenti arrivano prima.
Il subemendamento arriva in sede di votazione.
Speaker : TUTOLO.
Esatto. È arrivato prima della votazione dell’articolo 5, l’emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Comunque è verbalizzato. È tutto a posto.
Adesso votiamo sull’articolo 5 come corretto, con la precisazione sul comma 2 dell’articolo 5.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 38, contrari 1.
L’articolo 5 è approvato.
Adesso votiamo sull’intera legge.
Avete votato tutti? Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 38, contrari 1.
La proposta di legge è approvata a maggioranza.
Adesso votiamo per l’urgenza.
Votiamo per alzata di mano.
Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvata all’unanimità l’urgenza.
Lei si astiene? Non ho visto. Astenuto il consigliere Tutolo.
L’urgenza è approvata a maggioranza.
Adesso passiamo all’altro punto all’ordine del giorno, il disegno di legge sui tirocini formativi extracurriculari.
La relazione la diamo per letta? Okay, grazie. La relazione è data per letta.
Possiamo intervenire a partire dall’articolo 1 della legge.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Leo.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Solo qualche breve considerazione.
Ovviamente questo è un disegno di legge complesso, il cui testo è frutto di un intenso lavoro del mio ufficio, ovviamente della Sezione Lavoro, ma anche e soprattutto dei datori di lavoro, del sindacato, approvato in VI Commissione consiliare.
Soprattutto possiamo dire che questa legge mira ad aggiornare una legge del 2013, la nostra legge regionale. Si è voluta aggiornare anche perché la Conferenza Stato-Regioni ha dato ulteriori indicazioni. Infatti, questa legge che noi avevamo non permetteva uno sviluppo veloce o, comunque, un orientamento veloce sui tirocini formativi.
Con questa legge che cosa vogliamo fare? Vogliamo ulteriormente valorizzare il luogo delle imprese, ma vogliamo soprattutto che questo ambiente formativo sia giusto per formare e per cercare di avviare al lavoro i nostri giovani soprattutto.
Questa legge, che è una legge complessa, come dicevo, regolarizza e uniforma i luoghi di lavoro, la durata, l’allargamento della platea, il rafforzamento della qualificazione dei soggetti ospitanti, dà premialità per le aziende virtuose, un orientamento importante, come dicevo, una indennità di partecipazione, un report e un controllo sull’attività dei tirocini formativi.
Questo è il tema che dobbiamo affrontare con questo disegno di legge. Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, assessore.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Perrini. Prego.
Speaker : PERRINI.
Grazie.
Io non sono mai intervenuto ad attaccare nessuno soprattutto su alcune cose importanti.
Assessore, non è a lei.
In questo momento, mentre noi siamo qua, l’assessore Piemontese, il Vicepresidente, doveva stare insieme a noi qua. Al Riuniti di Foggia: caschi refrigeranti ai pazienti, minori disagi per chi lotta contro il tumore. Questo signore, che ha finito di parlare con me, perché io non ci parlerò più, dice che grazie a un emendamento suo, di 500.000 euro... Un’altra bugia. Quando c’è la spartizione dei pani là dietro, io non partecipo. Feci io l’emendamento, insieme a tutti quanti voi. Mi fu accreditato: “Tu hai avuto. Non ti tocca più niente”. Invece io non so neanche a chi vanno i caschi. Era per tutta la Puglia. Questo signore va a Foggia, a due giorni dalla campagna elettorale di Foggia. Non sto parlando a favore di Fratelli d’Italia. Sto parlando da uomo. Conosco questi dolori. Soprattutto quando uno li ha in famiglia... A due giorni dalle elezioni. Si deve vergognare. Doveva stare qua. Su queste cose non si gioca. Su queste cose non si gioca.
Grazie.
Avvisatelo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Perrini.
Assessora Barone, prego.
Speaker : BARONE, assessore al welfare.
Per correttezza devo dire che stavo pure io stamattina ai Riuniti. Per completezza della notizia. Mi piace essere corretta fino in fondo.
Speaker : PRESIDENTE.
Il consigliere Romito ha chiesto di intervenire. Dopo.
Presidente Ventola, prego.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, colleghi consiglieri, abbiamo partecipato attivamente, come spesso ci capita, in maniera propositiva a questa proposta di legge, a questo disegno di legge che l’assessore ha voluto portare avanti. Ci siamo presi qualche giorno in più un po’ tutti, perché dovevamo approvarlo nel mese di luglio. Siamo ben lieti che finalmente ci sia anche una riforma in questo senso.
Non è una dichiarazione di voto, però è chiaro che è un percorso che noi abbiamo condiviso e che sosteniamo, ringraziando anche noi la struttura, che tecnicamente ci ha messo nelle condizioni di fare una buona cosa per la Puglia.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Ventola.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romito. Prego.
Speaker : ROMITO.
Presidente, mi associo a quanto detto dal Presidente Ventola. Credo che questa sia una buona legge. Quando si producono atti normativi che vanno nella direzione di semplificare la vita ai cittadini pugliesi e, soprattutto, dare ai giovani cittadini pugliesi delle opportunità, non ci possono essere distinzioni politiche, ma dobbiamo navigare tutti nella stessa direzione.
È un tema importantissimo, quello dei tirocini, quello dell’avviamento dei ragazzi alla professione, al lavoro in generale. È un tema tanto delicato in un momento come quello che stiamo attraversando, in cui purtroppo la nostra regione sta vedendo di nuovo una fortissima migrazione verso altre regioni del centro e del nord Italia proprio a causa della mancanza di prospettiva del lavoro.
Quindi, tutto ciò che Regione Puglia può fare per sostenere i nostri ragazzi deve essere fatto. A questo proposito io vorrei lanciare un invito all’assessore Leo, che ha dimostrato competenza e garbo istituzionale anche nell’ascoltare le opposizioni da che lo conosco, per affrontare un altro tema centrale nel destino della nostra regione e dei giovani della nostra regione, che è quello della formazione, del macro sistema della formazione, che troppo spesso ha aiutato più i formatori che i formati e troppo spesso è servito più a remunerare compagnie e società che si occupano di formazione, piuttosto che dare effettive e concrete possibilità ai nostri ragazzi.
È un sistema che, secondo me, andrebbe completamente rivisto, con coraggio, con determinazione, anche con senso di un profondo cambiamento.
Rispetto a questo credo che si possano fare ulteriori migliorie, perché noi viviamo un altro fenomeno, che è quello delle migrazioni delle professionalità, assessore.
Ci sono migliaia di ragazzi in Puglia che sono costretti per legge a svolgere dei periodi anche lunghi di pratica. Mi riferisco a tutte quelle categorie professionali che poi devono sostenere un esame di Stato per abilitarsi all’esercizio di una professione. Parlo di giovani avvocati, praticanti avvocati, praticanti commercialisti, consulenti del lavoro, ingegneri. Ci sono migliaia di giovani pugliesi che sono costretti ad affrontare questo lunghissimo periodo di pratica, molto spesso senza ricevere neppure un euro sotto la forma del rimborso spese, che anche per questo magari decidono di fare le valigie e andare a lavorare in qualche rinomato studio legale di Milano o di Roma.
Io credo che mai come in questo caso, non parliamo della formazione ordinistica perché l’abbiamo già detto, assessore, questa è una competenza degli Ordini, ma noi possiamo accompagnare questi ragazzi, queste migliaia di giovani pugliesi a non rimanere soli.
Ci sono ragazzi che vengono da tutta la Puglia e che sono costretti a muoversi anche per svolgere il proprio periodo di pratica da Foggia magari a Bari, da Lecce a Bari, da Lecce a Brindisi, che devono sostenere delle spese, devono pagarsi un affitto molto spesso oneroso, quando lo trovano, i mezzi di trasporto, che non hanno neanche un rimborso spese.
Questo accade spessissimo anche per la crisi che stanno subendo molte professioni.
Rispetto a questo, credo che sia necessario da parte della Regione Puglia intervenire per dare un concreto sostegno economico a queste migliaia di giovani pugliesi.
Assessore, io non ho predisposto emendamenti perché questa legge va benissimo così. Non andava stravolta, non andava neanche emendata. Però, io le lancio una suggestione, quella di metterci al lavoro da subito per garantire che le migliaia di giovani pugliesi che svolgono dei periodi lunghi o medio-lunghi di pratica possano essere accompagnati da misure economiche di sostegno che mettano nelle condizioni i nostri ragazzi di scegliere il proprio futuro non per necessità, ma davvero per una scelta libera. Assessore, sono certo che lei raccoglierà questa mia preghiera, questo grido che le lancio a nome di migliaia di giovani pugliesi, auspicando che quanto prima potremo metterci al lavoro insieme per trovare una soluzione da presentare in Consiglio regionale al più presto.
Grazie, assessore.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
La parola al Presidente Mazzotta. Ne ha facoltà.
Speaker : MAZZOTTA.
Grazie, Presidente. Solo pochi minuti, per dichiarazione di voto.
Il nostro Gruppo è favorevole a questa proposta di legge. Chiaramente sappiamo il momento difficile che vive l’Italia in generale e noi nel Meridione in particolare, quindi queste forme di incentivazione del lavoro giovanile sicuramente ci trovano favorevoli. L’assessore saprà farne tesoro, in quanto questa è sicuramente una proposta di legge che va bene, ma sono convinto che poteva implementare quanto prima con tante altre proposte che faremo in Consiglio, certamente tutte volte a mantenere i nostri giovani qui sul nostro territorio e non farli andare via.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalera. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : SCALERA.
Grazie, Presidente.
Io sono favorevole al disegno di legge, perché ne comprendo le finalità. Il lavoro che è stato fatto dall’assessore Leo e da tutta la Commissione è stato un lavoro lodevole. Però, allo stesso tempo, Presidente, io ho presentato all’articolo 5 un emendamento che credo sia migliorativo rispetto a tutto il disegno di legge, che condivido e che approvo. Il mio voto sarà favorevole. Credo sia opportuno discuterne per capire se ci sono le condizioni per portare avanti l’emendamento all’articolo 5, oppure se dobbiamo approfondire e vedere meglio un po’ tutto il discorso.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Tammacco. Prego.
Speaker : TAMMACCO.
Grazie, Presidente.
Intervengo perché sembra che la legge sia della minoranza e la maggioranza sia in opposizione all’assessore. Assessore, io e lei siamo dello stesso Gruppo. Quindi, vorrei sostenere anch’io questa legge, così come l’ha portata, tra l’altro. Sinceramente, non ho avuto modo di leggere l’emendamento del collega Scalera. Mi rifaccio a ciò che, poi, lei dirà su tale emendamento.
Volevo fare, però, una riflessione su quanto detto dal collega sulla formazione. A me non sembra che i ragazzi della Puglia siano abbandonati da questa Regione. Io ho visto milioni di euro investiti sul Pass Laureati, ad esempio, sul sistema Pass Laureati, per tutti i ragazzi che hanno la necessità di formarsi. Ho visto anche scorrimenti di graduatoria fino all’ultimo, per tutti i ragazzi che non possono farcela, che hanno la necessità di formarsi, sia in regione che fuori regione che all’estero. Ho visto anche primeggiare questa Regione per il numero di ITS, per tutti gli Istituti tecnici superiori che sono stati creati per quei ragazzi che dopo il diploma hanno necessità di avere sia una formazione sia la pratica nelle imprese. L’ITS è questo.
Dopodiché, quando parliamo di formazione, non possiamo basarci sul presupposto che ci sono gli Enti di formazione che stanno lì solo per rubare i soldi. Così non è. Credo che un monitoraggio sugli Enti debba essere fatto, ma credo che il tutto debba partire da una convinzione da parte di tutto il Consiglio regionale, cioè che questo è uno dei settori principali, la formazione e l’istruzione di una popolazione, in questo caso della regione, ma anche prendere atto che oggi questo settore non è aiutato come gli altri. Il settore non ha il personale adeguato a far fronte alle richieste che i consiglieri stessi oggi stanno facendo.
Per cui, un appello a tutti quanti a parlare solo quando metteremo questo settore nelle condizioni di poter operare al meglio. Sono venuto a trovarla. Sinceramente, è un caos: c’è chi lavora al primo piano, c’è chi lavora al secondo, c’è chi lavora in un altro plesso. Sempre poche persone, poche persone rispetto a quello che meriterebbe il settore. Per cui, prima di dire che la formazione o l’istruzione o quello che compete il suo Assessorato deve essere migliorato, cerchiamo di migliorare noi e di renderlo competitivo con il suo aiuto e con l’aiuto di tutti i consiglieri e gli assessori regionali.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Leo. Prego.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Grazie, Presidente.
Presidente Tammacco, io sono ovviamente onorato che la minoranza mi onori dei complimenti, mi stimi e mi rispetti. Voglio anche aggiungere che la formazione, come tutte le attività, è davvero in un momento di transizione epocale. Non solo la formazione, ma anche le imprese, ma anche qualunque settore dell’economia. Noi ci troviamo nel bel mezzo delle transizioni digitali ambientali, economiche, quindi è chiaro che anche la formazione deve avere un’evoluzione, perché evidentemente ci troviamo in un momento particolarissimo. Basta pensare a questo mismatch tra domanda e offerta di lavoro che non si riesce ad incrociare, e non è soltanto la Puglia, è tutta l’Italia.
A tutta l’Italia succede questo. Evidentemente, i nuovi lavori, i nuovi mestieri, le nuove attività, la globalizzazione, la connessione con tutto il mondo, perché, come tutti sappiamo, l’aspetto della globalizzazione del nostro pianeta ormai non la predichiamo, la pratichiamo, quindi è chiaro che va modificato un po’ tutto.
Io penso che l’evoluzione ci sarà. Stiamo mettendo in campo diverse misure. Lei, Presidente Tammacco, ne ha citata qualcuna, ma sicuramente abbiamo un cronoprogramma importante che portiamo avanti con grandi sforzi e grandi sacrifici, perché, come lei ha detto, abbiamo questo problema serissimo del personale e anche della struttura che ospita il nostro personale.
Non so che dirlo adesso. Presidente Scalera, rispetto al suo emendamento all’articolo 5, lo vedremo, è chiaro che quell’emendamento non può essere accolto, però io prendo l’impegno che è sicuramente un tema, quello che lei ha posto, e sicuramente lo approfondiremo e lo porteremo avanti. Su questo posso dare la mia assoluta parola. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Sull’emendamento? Interviene sennò sull’emendamento, quando presentiamo l’emendamento. È chiaro?
Adesso, se non ci sono altri interventi, passiamo al voto.
Non ho altri iscritti a parlare.
Quindi, votiamo l’articolo 1 “Finalità e ambito di applicazione”.
La votazione è aperta. Qualcuno ha votato contro per scelta, o è un problema della…? Okay.
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
È approvato all’unanimità.
Articolo 2.
La votazione è aperta. Adesso a lei, ovviamente, Presidente Vizzino, va l’onore del gioco. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
È approvato all’unanimità.
Articolo 3.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
È approvato all’unanimità.
Articolo 4.
C’è un emendamento. Due emendamenti. Emendamento presentato da Caroli, Gabellone, Perrini, Picaro, Ventola e De Leonardis: “alla lettera e) dell’articolo 4 del disegno di legge in epigrafe riportato si propone di aggiungere dopo l’inciso iniziale le parole ‘ivi compresi gli enti locali’”.
Lo vuole illustrare? Parere del Governo favorevole. Okay, quindi votiamo sull’emendamento.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa. Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato all’unanimità.
Altro emendamento: «All’articolo 4, comma 1, lettera i), aggiungere infine le seguenti parole “e delle persone disabili”».
Il parere del Governo è favorevole.
La votazione è aperta, con il parere favorevole del Governo.
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato all’unanimità.
Articolo 4, così come emendato.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
L’articolo 4 è approvato all’unanimità.
Articolo 5.
Emendamento Scalera ed altri: «Soggetti ospitanti, limiti numerici e premialità».
Parere del Governo contrario.
Vuole illustrarlo?
Speaker : SCALERA.
Presidente, io lo illustrerei.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : SCALERA.
In altre Regioni d’Italia, come l’Abruzzo, per esempio “Misure incentivanti e sistema premiante”, hanno già adottato questo emendamento che sto per illustrare.
Ritengo che questo emendamento vada a migliorare la legge e a renderla come la Regione Toscana e la Regione Abruzzo, che già lo hanno adottato.
Il disegno di legge di cui si è proposto emendamento nella odierna seduta consiliare attiene alla nuova disciplina in materia di tirocini extracomunitari, definiti dalla stessa norma, all’articolo 1, comma 1, quale misura formativa di politica attiva finalizzata a favorire l’arricchimento delle conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali, nonché l’inserimento o il reinserimento lavorativo.
Si tratta di tirocini denominati, in particolare quelli formativi e di orientamento o di inserimento e reinserimento lavorativi, compresi, altresì, quelli finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione in favore di persone già prese in carico dai servizi sociali e professionali.
L’emendamento aggiuntivo presentato prevede l’inserimento, all’articolo 5, rubricato “Soggetti ospitanti. Limiti numerici e premialità”, l’aggiunta del comma 11 con la previsione di specifici incentivi a favore del soggetto ospitante privato in caso di trasformazione del rapporto di tirocinio in rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Dette misure incentivanti sono a concreto sostegno della finalità essenziale della norma di reinserimento lavorativo, anche in favore di soggetti svantaggiati. Era questo quello che ho voluto evidenziare. Però, se così come ha detto l’assessore Leo di questo emendamento ne discutiamo oppure viene considerato per altre cose, sono disponibile stasera anche a ritirarlo per poi magari portarlo avanti su altri disegni di legge o su altre cose e approfondire meglio la materia.
Quindi, io lo ritiro però voglio l’impegno del Governo e dell’assessore Leo a ridiscutere questo argomento.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Scalera, io penso che lei abbia avuto una buona proposta o anche con questo epilogo del suo emendamento abbia posta un giusto tema che può essere affrontato. È assolutamente apprezzabile l’impegno dell’assessore a tenerne conto. Non è questa la legge, che è una legge ordinamentale, non è una legge con una disposizione finanziaria. Certamente, anche nell’ambito delle politiche europee. È vero, assessore?
Prego, assessore Leo. Le diamo la parola.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Come ha già detto la Presidente, su questo procedimento legislativo non abbiamo una capienza di risorse. Questo è anche un altro tema. Comunque, il mio impegno è assolutamente certo. Affronteremo questo tema in una prossima legge o comunque nella Commissione competente per discutere, perché già di per sé questo è uno strumento che agevola l’inserimento nel mondo del lavoro.
Quindi, le do assolutamente l’impegno che questo sarà un emendamento che sarà considerato non solo nella prossima legge, ma anche in una Commissione o comunque nelle prossime misure che noi metteremo in campo, perché abbiamo un cronoprogramma di misure che noi stiamo mettendo in campo anche per questo tipo di situazioni che lei ha elencato e che lei ha raccontato, che ha esposto all’Aula.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. L’emendamento è ritirato.
Non abbiamo altri emendamenti, Possiamo votare da qui in poi tutti gli articoli.
Articolo 5.
La votazione è aperta. Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
L’articolo 5 è approvato all’unanimità.
Articolo 6 “Condizioni di attivazione del tirocinio”.
La votazione è aperta. Votiamo. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
L’articolo 6 è approvato all’unanimità.
Ha chiesto di intervenire, consigliere Scalera? No.
Articolo 7.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato all’unanimità.
Articolo 8.
La votazione è aperta. Votiamo. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
È approvato all’unanimità.
Articolo 9.
La votazione è aperta. Votiamo. Abbiamo votato tutti? Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato all’unanimità.
Articolo 10.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato all’unanimità.
Articolo 11.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato all’unanimità.
Articolo 12.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
È approvato all’unanimità.
Articolo 13.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
È approvato all’unanimità.
Ci stiamo sciogliendo, nel frattempo?
Articolo 14.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato all’unanimità.
Ci sono altri due articoli.
Articolo 15.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato all’unanimità.
Articolo 16 (Clausola di invarianza).
Ultimo articolo.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato all’unanimità.
Voto sulla legge nel suo complesso.
La votazione è aperta. Votiamo.
Noi ci abituiamo poi così, se siete così generosi.
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
Il disegno di legge è approvato all’unanimità.
Adesso abbiamo la mozione. Sono state presentate tre mozioni, una della Lega, una di Azione e l’altra della maggioranza.
Avete visto una posizione unitaria? L’avete trovata o dobbiamo votare le singole mozioni?
Dove state andando? Tornate qua.
Presidente Ventola, avete ragionato su una mozione unitaria? La mozione israelo-palestinese.
Ci sono tre mozioni. Io non vorrei che ce ne andassimo adesso senza avere curato una possibilità di unire le mozioni. Invito i Capigruppo a venire di qua. Sospendiamo per cinque minuti il Consiglio…
Sono state tutte presentate. Allora illustriamole. Non c’è bisogno di sospendere il Consiglio se nel frattempo le mozioni vengono illustrate.
Quella di Azione, Presidente Amati: vuole illustrare la mozione? Poi procediamo con le altre. Il Presidente Conserva non c’è… Tranne che lei non abbia già letto l’altra mozione e la ritenga inserita, perché in realtà la sostanza…
Speaker : AMATI.
Presidente, in realtà io so benissimo che qua stiamo discutendo di una questione decennale, anzi, una questione quasi secolare, per limitarci ai fatti più recenti, quindi so benissimo che siamo di fronte a due diritti, so benissimo che l’interpretazione dei fatti, le posizioni politiche internazionali sono abbastanza complesse: lo so bene.
Quindi in realtà per noi non è il preambolo di una mozione possibile che ci allontana dal votare una mozione comune. Noi invece vogliamo da aggiungere il voto su una mozione comune, ma comunque alla condizione che ovviamente sia esplicito un punto, che è il punto che ci ha indotto a presentare delle mozioni, perché noi dobbiamo considerare che se siamo qui a discutere di questo argomento è perché sabato 6 ottobre è successa una cosa gravissima. Se quindi nel dispositivo – poi è chiaro che si possono discutere le premesse, il preambolo, lo sappiamo benissimo, ma qui non ci sarebbe bisogno di un solo Consiglio regionale, ma di chissà quanti Consigli regionali – viene posta in evidenza la più ferma e netta condanna dei vili attacchi terroristici di Hamas a danno dei civili israeliani perpetrati con una violenza davvero efferata, attacchi che hanno chiarito ‒ se ce ne fosse ancora il bisogno ‒ la natura terroristica di quell’organizzazione e anche le sue intenzioni, che sono quelle di cancellare Israele dalle mappe, elevando a livelli inusitati la spirale dell’orrore e della violenza, in virtù di tanto bisogna isolare Hamas nel mondo palestinese, nel popolo palestinese, così come nel mondo arabo, attivando tutte le iniziative idonee a debellare le organizzazioni terroristiche.
Noi questo dispositivo lo riteniamo essenziale. Anche perché non è scritto da noi. È il compendio di due dichiarazioni messe assieme: quella del Presidente Mattarella e quella della Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Le abbiamo prese e le abbiamo messe assieme.
Noi offriamo, quindi, la possibilità di una mozione comune alla condizione che nel dispositivo sia votato quanto dichiarato testualmente dal Presidente Mattarella con estrema chiarezza e quanto dichiarato anche dalla Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, con altrettanta estrema chiarezza.
Questo è il nostro contributo alla mozione unitaria. Se questo c’è, non c’è alcuna difficoltà.
Speaker : PRESIDENTE.
È nuovo questo contributo. Non sta nella vostra mozione. Per capire.
Speaker : AMATI.
Noi abbiamo presentato la mozione, ma con lo spirito di farla approvare dal Consiglio, non con lo spirito di provocare uno scontro in Consiglio regionale. Dalla presentazione della mozione ad oggi le nostre stesse parole, magari usando anche una forma grammaticale e sintattica diversa, le abbiamo udite dal Presidente Mattarella e dalla Segretaria del Partito Democratico, Schlein. Ovviamente, appena le abbiamo lette, abbiamo detto: siccome dicono la stessa cosa, noi offriamo alla mediazione di una mozione comune, prescindendo dal preambolo, ripeto, dove potremmo stare qui ore e ore a discutere, questo testo, che in fondo è quello che noi abbiamo già scritto nella nostra mozione. Qualcuno può dire: la forma grammaticale usata da voi e la vostra sintassi non ci piace. Come alternativa alla mozione unitaria, vi piace quella di Mattarella e quella della Segretaria del Partito Democratico, Schlein? A noi sì. Quindi, siamo disponibili ad una mozione unitaria, alla condizione che si inserisca questo testo nella decisione della mozione in qualsiasi testo, perché poi noi non abbiamo il problema di chi l’ha presentata. Anche un testo ulteriore che dovesse essere presentato. Questo problema adolescenziale della politica su chi l’ha presentato lo abbiamo superato, perché andiamo verso la vecchiaia.
Quindi, in qualsiasi testo si ritenga noi vorremmo che sia inserito all’interno della decisione questo punto, che è un punto di estrema chiarezza. Non sto ovviamente intervenendo nella valutazione, pur complessa, dei fatti, che non mi sfugge. Non mi sfuggono anche le ragioni di alcune omissioni, di alcuni silenzi, di alcune timidezze, mica perché noi riteniamo di essere bravi e gli altri sono meno bravi. Non mi sfuggono, però questo è il tempo in cui va assunta una decisione e deve avere l’eco di parole chiare, perché soltanto quando le parole sono chiare l’eco raggiunge posti più lontani.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Io comunque vorrei invitare a cogliere questa disponibilità del Presidente Amati a costruire una mozione comune. Che ne pensate se, avendo Consiglio il 26, lavorate su una posizione comune? Così arriviamo il 26 che al primo punto all’ordine del giorno mettiamo la mozione.
Rinviamo questo punto al prossimo Consiglio, in maniera tale che ripartiamo da questa mozione.
Grazie a tutti. No? Credevo che ci fosse un segno di assenso.
Prego. Michele, guardati intorno.
Prego, consigliere Galante.
Presidente Galante.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Noi abbiamo presentato una mozione con il Gruppo di maggioranza. Dare un segnale oggi credo sia importante perché le notizie che arrivano dai territori di guerra dove è in atto questo conflitto, questa tragedia umanitaria sia importante. C’è anche una mozione della minoranza, Presidente. Per noi il segnale è importante: è importante perché attualmente la paura, il rischio per tutti è quello che ci sia l’escalation militare, innanzitutto, e bisogna mandare questo messaggio. Il secondo messaggio importante che noi inviamo al Governo è quello di aprire i corridoi umanitari in Palestina, perché quello che sta accadendo nella popolazione civile è qualcosa di disumano, e noi non possiamo tacere su questo.
La condanna ad Hamas è la prima cosa che noi mettiamo nella mozione. Che sia un gruppo terroristico è ormai appurato da tutti, e tutti lo stanno dicendo; ma la liberazione della Palestina per certi versi da tutti, soprattutto dai maggiori esponenti del mondo giornalistico, del mondo letterario israeliano, è quello di arrivare alla convivenza dei due popoli.
Io penso quindi, anche se non vogliamo aprire un dibattito che non ci porta a nulla, perché sicuramente non saremo noi a decidere, che mandare un messaggio da parte della Regione Puglia, dove c’è questa condivisione credo che sia importante, Presidente.
Era quello che volevo dire.
Speaker : PRESIDENTE.
Per me è importantissimo e condivido.
Speaker : GALANTE.
La parte che chiede il collega Amati di sottolineare, che l’attacco di Hamas è stato disumano ed è stato atroce accoglie la nostra… Almeno per quanto mi riguarda, siamo d’accordo, perché noi siamo essenzialmente a tutela degli oppressi, e soprattutto a tutela delle persone. Se quindi sono state uccise delle persone in maniera così tragica, malvagia, anche bambini, è chiaro che non possiamo non accogliere quella parte che vuole inserire nella nostra mozione, se ho capito bene.
Speaker : PRESIDENTE.
Certo, grazie.
Prego, Presidente Amati.
A dir la verità, io non ho chiamato nessuna delle mozioni, ancora, alla discussione. Però, vi avevo chiesto di illustrarle.
Prego.
Speaker : AMATI.
Io l’avevo illustrata. In realtà, non l’avevo illustrata. Avevo già offerto una soluzione di mozione unitaria.
Presidente, rispetto alla sua proposta di aggiornarla al prossimo Consiglio, al primo punto, noi siamo costretti ad accettarla. È di tutta evidenza che, se lei chiama il voto, manca il numero legale.
Io, invece, penso, così come tutti i colleghi, che questo non sia un argomento eccentrico rispetto a noi. Non è che questa storia è una storia che riguarda quelli lì così lontani nel Medio Oriente e noi siamo degli spettatori. No. È una cosa che riguarda noi. Riguarda anche il collega Campo. Riguarda anche il collega Lopalco. Riguarda tutti.
Per come la vedo io, bisognerebbe convocare un Consiglio regionale su questo argomento e discutere. Tra l’altro, qui esiste un livello problematico di considerazioni. Già avete visto piccoli interventi, già ci sono questioni ‒ “sì”, “ma” ‒ che sono nel dibattito. A me viene in mente subito Amos Oz. Lo dico al collega Galante, affinché possa meditare in vista del prossimo Consiglio regionale. Chi non sa distinguere tra i gradi di malvagità è destinato a diventare schiavo del male. Noi vogliamo che si faccia presto e si distinguano i gradi di malvagità, non rispetto allo scibile. Rispetto al problema che in questo momento bussa forte alle porte di casa nostra.
Quindi, siamo costretti ad accettare la proposta della Presidente Capone, di rinviare al prossimo Consiglio regionale, come primo punto all’ordine del giorno. Dichiariamo la nostra disponibilità a cercare un testo comune, che però abbia come caposaldo non i “se” e i “ma” che appartengono alla storia del conflitto israelo-palestinese, ma abbia come obiettivo immediato quello di esprimersi su quello che sta accadendo in queste ore. E su questo esigiamo parole di chiarezza.
Come traccia vi abbiamo anche indicato le parole del Presidente Mattarella e le parole della Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che mi sembrano davvero congrue. Infatti, entrambi non a caso ‒ li sto citando non per un fatto di provocazione, ovviamente, ma per dare il senso ‒ hanno detto questo e non hanno aggiunto altro. E non perché non conoscano le mille sfaccettature, ma perché oggi abbiamo la necessità di esprimerci su questo. Quindi, noi aderiamo, siamo costretti ad aderire alla sua richiesta di rinviare al prossimo Consiglio regionale il punto all’ordine del giorno, ci dichiariamo disponibili a trovare un testo comune però che abbia paura di fermezza e di chiarezza.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mazzarano. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : MAZZARANO.
Premesso che, come ha anticipato il consigliere Amati, c’è bisogno di un aggiornamento anche per rendere possibile una discussione un po’ più approfondita e cercare anche di capire se esistono le condizioni per una mozione unitaria. Non vorrei, però, che le precisazioni, le chiamo così, del collega Amati finissero per rendere sostanzialmente il cuore della mozione solo la condanna dei crimini di Hamas, non perché questo non sia un aspetto credo fondamentale, perché è la causa da cui è nato l’attuale conflitto, e cioè i morti del 7, i crimini efferati portati avanti da Hamas nei kibbutz e nei territori israeliani il 7 e l’8 di ottobre, ma perché questo è già stato oggetto di una unanime condanna da parte della comunità internazionale, unanime condanna da parte della politica italiana, compreso il Partito Democratico, compresa la Presidenza della Repubblica e tutte le cose che ha già detto Amati. Però, adesso, il cuore del problema mi sembra un altro e più andremo avanti e lo sarà sempre di più perché io non vorrei che qualcuno ci facesse la lezione su quali bambini sono da piangere e quali no. I bambini vanno pianti tutti.
In questo momento ci sono, dopo quasi dieci giorni di guerra, 2.800 morti in campo palestinese e 1.400 morti in campo israeliano.
La Striscia di Gaza è completamente chiusa e bombardata. Sono state distrutte 64.000 case, ci sono 50.000 donne gravide che non possono accedere ai servizi sanitari essenziali, c’è il rischio di una ecatombe umanitaria. Quindi, il tema adesso è l’ecatombe umanitaria, come la comunità internazionale si attiva per evitarla, come l’Italia, con l’unità delle parti politiche, e L’Europa si attivano per evitarla e come, evitandola, si evita anche un conflitto che rischia di allargarsi perché può entrare in scena immediatamente il Libano con Hezbollah che comincia a intensificare il lancio di razzi su Israele Nord; l’Iran, la Cina, che ha persino dato la solidarietà sulla questione palestinese. Quindi fare del problema della solidarietà alla popolazione israeliana per i crimini efferati su cui non ci deve essere nessun equivoco e la massima fermezza possibile credo sia affrontare una parte del problema, non è il cuore del problema.
Adesso il cuore del problema è capire se si evita la catastrofe umanitaria e se ci può essere domani una speranza per costruire una pace giusta tra due diritti, perché lì non c’è un solo diritto, ce ne sono due: il diritto all’esistenza di Israele e il diritto del popolo palestinese ad avere uno Stato sovrano e indipendente. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Mazzarano.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romito. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : ROMITO.
Presidente, io condivido quanto detto dal collega Mazzarano, per questo su un tema di questo tenore, Presidente, credo che il suo appello a produrre un documento unitario del Consiglio regionale sia un appello assolutamente da cogliere, anzi da raccogliere, tanto più che l’esempio che l’Assemblea legislativa della Camera dei deputati ci ha già dato è quello di votare favorevolmente molte, anzi, tutte le mozioni che sono state presentate.
Noi potremmo fare addirittura meglio e dimostrare ai pugliesi che su temi così importanti e su drammi così epocali che stiamo vivendo a poche ore di volo da noi, il Consigliere regionale pugliese intende esprimersi con una sola voce: una voce che raccolga le diverse sensibilità, una voce che raccolga quello che ha detto anche Fabiano qualche minuto fa, che è intervenuto: è lo stesso identico pensiero che il collega Ventola, che i colleghi che erano qui stavano discutendo con noi qualche minuto fa.
Credo quindi che questo tema sia così importante e centrale che non può vederci assolutamente divisi; soprattutto, Presidente, dovrebbe vedere la partecipazione alla discussione e al voto di tutto il Consiglio regionale.
Ora, indipendentemente dalla piccola aritmetica, siamo 24, 25 o 26, è evidente che siamo pochi. Ci sono pochi consiglieri regionali per affrontare e per ragionare su un tema fondamentale per la vita e l’esistenza di tutti quanti. Credo quindi che questa discussione meriti un’attenzione assolutamente diversa rispetto a quella che oggi noi potremmo conferirle. È evidente che gli eventi incombono. È evidente che ogni ora che passa la situazione diventa più drammatica, è evidente che ogni ora che passa può accadere qualcosa che cambia diametralmente la prospettiva delle prossime ore e dei prossimi giorni, però è altrettanto evidente che non possiamo dare all’esterno, ai nostri cittadini, ai cittadini pugliesi un’immagine di un Consiglio regionale distratto e diviso. Credo, al contrario, che questo tema meriti un’attenzione suprema e non sia affatto da escludersi la proposta che lei, invece, saggiamente ha riferito al Consiglio regionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Votiamo per alzata di mano sulla proposta di andare alla prossima riunione.
Chi è favorevole? Chi è contrario? Nessuno. Chi si astiene? Nessuno.
Giovedì 26 ottobre ci vediamo in Consiglio regionale.
Questo diventa il primo punto. Nel frattempo, però, prego i Capigruppo di trovare una soluzione unitaria.