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C.r. Puglia 03.10.2023
TIPO FILE: Video

Revisione
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutte e a tutti, cari colleghi. Buon lavoro.
Partiamo con un po’ di ritardo perché c’è stato un incontro fino ad ora relativamente a una legge che viene in discussione al primo punto.
Procediamo con l’approvazione del processo verbale della scorsa seduta.
Hanno chiesto congedo i colleghi Laricchia, Maurodinoia e Mazzarano.
Comunico al Consiglio che il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 25 settembre 2023, ha deliberato di non impugnare la legge regionale n. 23 del 01.08.2023… Colleghi, scusate. XI Legislatura, 17° provvedimento di riconoscimento di debiti fuori bilancio, ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettere a) ed e), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126.
Il Consiglio dei Ministri, inoltre, nella seduta del 27 settembre 2023, ha deliberato di impugnare la legge regionale n. 21 del 31.07.2023 “Colon al sicuro. Progetto di ricerca per la diagnosi precoce del tumore al colon attraverso l’esame del sangue”, in quanto talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di coordinamento della finanza pubblica, violano l’articolo 117, terzo comma, della Costituzione. Questo è tra virgolette quanto assunto, ovviamente, dal Consiglio dei ministri. Di non impugnare la legge regionale n. 22 del 01.08.2023 recante “Disposizioni varie in materia sanitaria”.
Adesso procediamo alla lettura delle assegnazioni alle Commissioni.
La parola al collega Cera.
Speaker : CERA.
Sono state assegnate alle Commissioni.
I Commissione: Disegno di legge n. 148 del 25.09.2023 “Riconoscimento ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), decreto legislativo n. 118/2011 della legittimità del debito fuori bilancio derivante dal decreto di liquidazione CTU n. 14.865/2022 del 14.12.2022 del tribunale di Foggia, Prima Sezione civile, pronunciato nel giudizio numero 7.017/2018 RG”; Disegno di legge n. 149 del 25.09.2023 “Riconoscimento ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera e), del decreto legislativo n. 118/2011 della legittimità di debito fuori bilancio avente ad oggetto CIG 8105103E92, sistema amministrativo contabile e di gestione del personale implementazione ed evoluzione progettuale fase 4”; Disegno di legge n. 150 del 25.09.2023 “Riconoscimento di legittimità del debito fuori bilancio ex articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 ss.mm.ii.. Regolarizzazione contabile in favore del Tesoriere regionale derivante dai provvisori di uscita n. 75, 76, 77, 78, 79 di luglio 2023 RGE n. 2.985/2022”; Disegno di legge n. 151 del 25.01.2023 “Riconoscimento di debito fuori bilancio dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118. Regolarizzazione carte contabili, Tesoriere regionale, Banco di Napoli S.p.A., giugno 2023. Ordinanza di assegnazione somme RGE n. 373/2021”; Disegno di legge n. 152 del 25.09.2023 “Riconoscimento ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), decreto legislativo n. 118/2011 della legittimità del D.F.B. derivante dall’ordinanza decisoria CdA Bari n. 876/2023 RG 158/2020. Deliberazione della Giunta regionale n. 1326 del 28/0/2023, “Bilancio consolidato della Regione Puglia esercizio finanziario 2022 (articoli nn. 11-bis e 68 del decreto legislativo n. 118/2011 e simili) – Approvazione”.
Sono giunte le seguenti interrogazioni: Picaro, “Disagi e criticità trasporto pubblico locale nella tratta Casamassima-Turi - Conversano”.
Mozioni: Pagliaro, “Attuazione legge regionale n. 29/2006 - Istituzione Consiglio Autonomie Locali”, Tutolo, “Alloggi per studenti universitari”, Conserva, De Blasi, Romito, Splendido, “Sostegno della candidatura per l’inserimento del centro storico di Martina Franca nel patrimonio mondiale dell’UNESCO”.
Speaker : PRESIDENTE.
Care colleghe e cari colleghi, oggi ricorre un triste anniversario: il 3 ottobre di 10 anni fa, 368 persone annegarono a meno di mezzo miglio dalle coste di Lampedusa.
Dopo aver affrontato torture e abusi per riuscire a imbarcarsi verso una nuova vita, i loro peschereccio si ribaltò proprio a un passo dalla salvezza.
Sono passati 10 anni da quella strage in cui gridammo “mai più!”. Che senso ha la politica se non è solidarietà, se non è uguaglianza? Io me lo chiedo e credo che tutti ce lo chiediamo, soprattutto quando deve garantire i diritti fondamentali come la vita, come la salute.
Le parole pronunciate ieri dal Presidente Mattarella sono esemplari: “il Servizio sanitario del nostro Paese è un patrimonio prezioso, da difendere e adeguare”. Poi ha aggiunto: “la Repubblica è una e indivisibile” e ha invitato le Regioni a collaborare lealmente.
Noi siamo orgogliosi del Presidente, di quello che ha detto, definendo le Regioni “la colonna vertebrale di tutto il Paese”, e la Puglia ha sempre garantito la massima collaborazione. È fondamentale, però, adesso che il riparto del Fondo sanitario nazionale, capitolo importantissimo nella prossima legge di bilancio, trovi un’adeguata distribuzione e tenga conto delle esigenze dei territori, senza penalizzazioni che ricadono inevitabilmente sulla vita dei cittadini.
Sono convinta di rappresentare tutto il Consiglio nel momento in cui, ringraziando la maggioranza e le opposizioni per l’impegno nel loro ruolo di tutti i consiglieri di questo Consiglio, sollecito interventi per la sanità, esattamente come ha fatto il Presidente Mattarella.
La Puglia, d’altro canto, è migliorata molto nei livelli delle prestazioni essenziali, ma per una sanità migliore serve anche più personale. Ancora una volta, sollecitazione che viene dalla maggioranza e dalla opposizione di questo Consiglio, e che è un obiettivo raggiungibile, ma solo attraverso un incremento del Fondo sanitario nazionale che può permetterci di procedere alle assunzioni.
Su questo e su altri temi che riguardano la vita dei pugliesi, è chiaro, e a questo mi richiamo, che occorre l’unità di tutte le forze politiche, quella leale collaborazione auspicata anche dal Capo dello Stato, che può portarci sicuramente a tagliare traguardi importanti per il bene dell’Italia tutta, da nord a sud. Quell’Italia che tutti amiamo e rispetto alla quale, tenendo fede ancora una volta all’impegno per la salute dei cittadini che ci riguarda tutti, noi, anche nelle Commissioni, nella I Commissione e nelle altre Commissioni di questo Consiglio ci richiamiamo.
L’ho voluto dire per significare ancora una volta quanto sia importante questo impegno e richiamare quanto il Presidente Mattarella, insieme al Presidente Emiliano – e agli altri Presidenti, devo dire, delle Regioni – stanno sostenendo al Festival delle Regioni che si sta tenendo in questi giorni in Piemonte, a Torino.
Passiamo ora subito alla legge che è in discussione e che era… Subito? Prima del punto… ? Sulla mia comunicazione?
Certo, può intervenire solo se attinente alla comunicazione. Prego, prego.
Prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Io apprezzo la sua comunicazione. La apprezzo così tanto, e apprezzo l’intervento del Presidente Mattarella, che probabilmente ci darà l’opportunità di convincere qualcuno che abbiamo degli argomenti da discutere in Consiglio regionale.
Come sapete, ho cominciato la politica da giovane democristiano, e poi sono particolarmente legato al Presidente Mattarella. Sono contento che il Presidente Mattarella abbia scosso, tant’è che il Presidente del Consiglio regionale ha aperto questo Consiglio su questo argomento.
Noi, quindi, dovremmo occuparci della sanità, del valore universalistico della sanità: è vero? Bello! Dovremmo lavorare continuamente su questi argomenti, vero? Vero? Giusto!
Le persone soffrono, vero? Giusto!
Scusate, una domanda: ma oltre ai soldi che ci deve dare il Governo, al personale eccetera, eccetera, noi non abbiamo proprio nulla, nulla, nulla da fare? Cioè, l’argomento della sanità riguarda soltanto i soldi del Governo? Vero, il mio partito sta chiedendo soldi riguardo alla carenza del personale. È vero. Ma noi nulla, nulla, nulla, nulla proprio abbiamo da fare? Per esempio, nulla abbiamo da fare sul fatto che, se una persona è malata di tumore e deve fare il controllo, ci deve essere lo specialista di branca che deve dare la prenotazione, e noi paghiamo anche per le agende dedicate? Questo argomento mi sa che sta in una proposta di legge depositata al Consiglio al punto n. 3). Sta scritto. Per dire che chi non fa le agende dedicate – lo dico ai giornalisti, che giustamente stanno avviando questa campagna – e chi è malato di tumore deve andare al CUP, e vieni chissà quando, il rimedio sta in una legge iscritta al Consiglio regionale. Quindi, noi nulla abbiamo da fare? O abbiamo da fare questa cosa? Perché non la facciamo?
Due. Noi abbiamo bisogno di un CUP unico, perché noi dobbiamo proteggere le classi di priorità e dobbiamo proteggere i tempi di attesa, secondo le linee guida e i regolamenti. Lo facciamo? Oppure, InnovaPuglia ci dice che noi clamorosamente buchiamo? Per carenza di soldi? Sì. Per carenza di medici? Sì. Ma basta? Solo questi due sono gli argomenti? Assessore Palese, solo questi due sono gli argomenti? Oppure, c’è un problema organizzativo che noi abbiamo? C’è un problema organizzativo che noi abbiamo. Quindi, abbiamo da fare anche noi. È scritto in quella proposta di legge.
Extra moenia. Sapete cos’è l’extra moenia? Io lavoro per il Servizio sanitario nazionale, però mi hanno dato la facoltà di avere uno studio fuori. Okay? Ora, autorizzati come? Senza nessuna motivazione. Bisognava scrivere che non c’erano i locali a disposizione. Quando ho chiesto gli atti al Policlinico di Bari, ne ho avuti una cosa così di extra moenia. Molti stavano in un unico studio. Se volete, vi posso dire pure l’indirizzo. E l’integrazione della motivazione all’extra moenia è stata data dopo.
Sì, esiste il problema dei soldi, esiste il problema dei medici carenti, ma noi nulla possiamo fare? È scritto in quella proposta di legge. Andando incontro a quello che ha detto la Presidente regionale Capone, che ha richiamato l’intervento di Mattarella, perché Mattarella si è rivolto pure a noi. Mattarella, immagino… Glielo chiederò. Dirò: “Signor Presidente, mi scusi, ma si rivolgeva anche a noi?”. Io penso di averlo conosciuto e frequentato. Io penso di sì. È un grande uomo, mite, con parole non eccessive, ma parole decise. Si rivolgeva anche a noi.
Ultimo argomento e poi finisco. ALPI (attività libero professionale a pagamento). “Sono venuto a prenotare una prestazione”. “Agende chiuse. Vietato”.
Bisogna fare le proiezioni sempre. “E quindi?”. “Boh, non lo sappiamo”. “E se invece vado a pagamento?”. “Pronto. C’è già il referto qui. Fai finta che hai già il referto”.
Sto nei tempi.
Speaker : PRESIDENTE.
No, ha finito.
Speaker : AMATI.
C’è già il referto.
Presidente, sto intervenendo per farle un elogio. Mi dia un paio di minuti per l’elogio.
Speaker : PRESIDENTE.
Sono cinque minuti.
Speaker : AMATI.
Però, per un elogio! Lei mi dia la possibilità di elogiarla. A volte concede tempi quando la criticano. In questo caso è un elogio.
Torno ad ALPI. “No, venite chissà quando”. “E a pagamento?”. “Ecco il referto”.
La Regione Puglia che dice a questo proposito? Ha i numeri la Regione Puglia, noi abbiamo i numeri. Dice che, a parità di prestazioni, a parità di ore lavorate, a parità di medici disponibili, i tempi devono essere allineati. Che c’entrano i soldi e i medici con quello che dice InnovaPuglia? Noi nulla abbiamo da fare. Sta in quella proposta di legge, che peraltro è sottoscritta anche dal collega Caracciolo. Io difendo, quindi, il collega Caracciolo e il Gruppo del PD che l’ha sottoscritta, oltre a noi di Azione. L’abbiamo scritta in tanti.
Perché non ascoltiamo il monito del presidente Mattarella e ci occupiamo di questo argomento? Io da oggi sarò su questo argomento ancora più spietato, perché ci sono tante cose che non posso sopportare. Non le posso sopportare, mi crea dolore, come a tutti voi. Tutti i colleghi ogni mattina – chiedete a tutti – ricevono persone che segnalano non l’assenza dei medici o dei soldi, ma la disorganizzazione. È un dolore.
Quindi, io, da questo momento, e questo è l’annuncio con il mio Gruppo e credo con tutti i consiglieri regionali, farò ancora peggio rispetto a quello che ho fatto finora, perché io mi sento di dare fedeltà al mandato ricevuto. Per cui, vi prego, occupiamoci di questo. C’è un provvedimento all’ordine del giorno. Se volete farlo oggi, sarebbe ancora meglio.
Speaker : PRESIDENTE.
Colleghi, un momento, rispetto alle comunicazioni della Presidente è possibile, come sapete, la richiesta di intervenire per una richiesta di modifica dell’ordine del giorno. Il consigliere Amati ha chiesto di modificare l’ordine del giorno anticipando la legge che si trova al n. 3. Sulle comunicazioni del Presidente si può intervenire per chiedere la modifica dell’ordine del giorno, la legge, in effetti, è già al n. 3 dell’ordine del giorno di oggi. In Conferenza dei Capigruppo, accogliendo una richiesta del Governo, abbiamo deciso di portare in anticipazione, dopo la legge sull’energia, la legge sui tirocini formativi, perché è una legge approvata all’unanimità in Commissione, di cui il rappresentante del Governo, l’assessore Leo, ci ha chiesto l’anticipazione.
Rispetto a questa modifica richiesta del consigliere Amati ditemi voi, mi dica il consigliere Amati se voglia metterla in votazione oppure se, essendo subito dopo la elezione del Garante, voglia procedere secondo l’ordine cronologico.
Prego, al microfono, scusi...
Speaker : AMATI.
Io non voglio violare la deliberazione della Conferenza dei Capigruppo, voglio semplicemente, sulla scia del suo appello al quale mi sono associato e ho aggiunto dell’altro obiettivamente, dire che di questo argomento dobbiamo occuparci e possiamo farlo oggi, quindi, colleghi, io auspico che riusciamo a fare tutto, compreso questo.
Se non ci riuscissimo, chiedo di convocare subito il Consiglio regionale, perché non ne faccio una questione di privato all’interno di questa seduta, ne faccio una questione di vita o di morte, quindi ce ne dobbiamo occupare.
Speaker : PRESIDENTE.
Chiarissimo, quindi non intende chiedere il voto sulla modifica dell’ordine del giorno, ma è una sollecitazione al Consiglio a rimanere in Aula.
Consigliere Ventola, lei vuole chiedere un’ulteriore modifica? Prego, sull’ordine dei lavori.
Speaker : VENTOLA.
Presidente e colleghi consiglieri, oggi è il 3 ottobre e abbiamo ancora il problema della prorogatio illegittima dei Presidenti delle Commissioni, lei aveva preso formale impegno che nella giornata di oggi avremmo finalmente dato corso a quello che è un adempimento regolamentare, ora vanno bene tutte le comunicazioni, soprattutto quando sono rivolte ad altri, quando invece si tratta di cose che dobbiamo fare noi e lo possiamo fare in tempi rapidi, ahinoi, purtroppo registriamo ennesime lungaggini.
Ora, su questa situazione credo che non ci siano precedenti in questa Regione. Se c’è un problema politico che emerga… Noi abbiamo evitato anche di interessare la stampa, di pubblicizzare, perché riteniamo, in una fase storica in cui bisogna essere nei fatti responsabili, di non buttare tutto in demagogia.
C’è un motivo reale, legittimo, statutario che consenta di proseguire con le Commissioni, così come elette qualche anno fa, due anni e mezzo fa? Non mi risulta. Lei porti in Aula il provvedimento; poi l’Aula, che sovrana, decide chi confermare e chi non confermare e chi altro. Soprattutto perché, per quanto attiene le Commissioni che hanno poi anche carattere di spesa, mi riferisco soprattutto ai debiti fuori bilancio, non vorremmo che da qui a qualche anno qualcuno possa avere da ridire sull’operato del Consiglio perché magari sono stati espressi pareri che hanno profili di illegittimità quantomeno ambigui.
La esorto quindi affinché nel prossimo Consiglio si porti al primo punto dell’ordine del giorno, la nomina, o conferma dei Presidenti delle Commissioni, così da poter lavorare in maniera serena. Rispetto alle comunicazioni, proprio per il suo ruolo istituzionale, io auspico che il suo intervento non abbia in futuro una decadenza di carattere più partitica. Oggi abbiamo appreso queste notizie. Ci sarà modo e occasione per affrontare le leggi che sono di nostra competenza su quello che è il sistema sanitario in Puglia.
Faccio solo una piccola riflessione: è vero, tutti chiediamo sempre più soldi, più risorse, ma bisogna anche mettersi nelle condizioni di poter chiedere più soldi rispetto ad altre Regioni. Se uno fa bene i compiti a casa, ha tutta la squadra schierata dei pugliesi a cui vengono salvaguardati i medesimi diritti garantiti nelle altre Regioni.
Ma se uno non fa bene i compiti a casa, e ogni volta pensa che si debba lavorare a piè di lista, ebbene, questo modo assistenzialistico da noi non è assolutamente condiviso. Per cui, quanto all’auspicio del suo intervento di oggi, io mi auguro che nei prossimi mesi, nei prossimi giorni, quando tratteremo leggi in materia sanitaria non diventino poi una base sulla quale ogni partito, soprattutto chi fa parte della sua coalizione lo utilizzi strumentalmente come ruolo di Consiglio.
A questo saremo chiaramente attenti, perché vogliamo che il suo ruolo sia veramente di rappresentanza del Consiglio e non di una parte.
Sottolineo che ad onor del vero l’ultima finanziaria approvata, la prima del Governo di centrodestra, ha stanziato più risorse alle Regioni, e alla Regione Puglia sono arrivati quasi 500 milioni di euro in più rispetto a quelli che erano previsti. Questo è un fatto. Nel passato non so quando questo sia avvenuto e non so quanto realmente siano state le rivendicazioni. Piuttosto, auspicherei che ci possa essere nemmeno una mozione formale, ma un impegno serio da parte del Presidente della Giunta regionale che, quando ci sono gli incontri importanti e ufficiali che vedono trattare il tema della sanità, sia presente e propositivo, e non assente, inviando, giustamente e legittimamente, i delegati. A volte bisogna presenziare, dialogare, sapersi rapportare e dimostrare, documenti alla mano, che veramente si ha qualcosa da chiedere. Se poi a quei tavoli si mandano i delegati, certo, è legittimo, ma sicuramente non ci fa fare bella figura.
Speaker : PRESIDENTE.
La ringrazio.
Due questioni in risposta puntuale alle sue domande o, meglio, ad una domanda e ad una questione posta. Rispetto alle Commissioni ho già fatto un sollecito. Vi è noto. E ne farò ripartire un altro oggi stesso, ovviamente nei confronti di tutti i consiglieri e di tutti i Capigruppo. È necessario, perché dobbiamo procedere, effettivamente, alla nomina delle nuove Commissioni, laddove vi siano dei cambiamenti, perché è legittimo ritenere che potrebbero anche non esserci. Ma abbiamo bisogno di una nuova conferma. Anche nell’altro mandato abbiamo verificato che c’è stata una prosecuzione delle attività delle Commissioni anche dopo la scadenza. Però, questo non vuol dire nulla. Noi procediamo, e io oggi stesso faccio il sollecito. Quindi, rispetto a questo ve lo garantisco. Tra l’altro, l’altra volta l’avevo detto in Capigruppo. Lo metterò per iscritto.
Rispetto all’altra osservazione, invece, il rispetto e la stima che ci contraddistingue faranno sì che lei verificherà, nel corso del tempo, come qui la rappresentanza è solo istituzionale. L’accento che ho voluto porre sulla questione sanità è dovuto al fatto che c’è stata, all’interno del “Festival delle Regioni e delle Province autonome”, una precisa presa di posizione da parte della Conferenza Stato-Regioni, che non ha distensioni, come sapete, o meglio, ha distinzioni politiche, certamente, ma ha preso una posizione unanime di chiedere un maggiore sostegno per la sanità. Tant’è che sia il Presidente Fedriga, che è il Presidente, come sapete, della Regione Veneto, non di orientamento di centrosinistra, ma di orientamento di centrodestra, sia il Presidente Emiliano che il Vicepresidente hanno sostanzialmente chiesto maggiori risorse. Il Presidente Mattarella ha fatto un appello pubblico acché si consideri la sanità come la priorità in assoluto tra le questioni che si stanno trattando. Quindi, nessun distinguo in queste comunicazioni. Lo dico a ragione di tutti. Anzi, ho voluto richiamare proprio l’attenzione anche della minoranza su questo tema, oltre che della maggioranza, che da tempo chiede un intervento sulla sanità, ma in tutte le Commissioni, lo fate insieme, tutti qui si tiene acché, con gli opportuni distinguo di pensiero, ma tutti si tiene acché il servizio sanitario possa svolgersi al meglio e perché ci sia un adeguato riparto tra tutte le Regioni.
Il resto lo lascio al merito della discussione che ci sarà nella Commissione sulle leggi, quindi non aggiungo altro.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Palese. Prego.
Dopodiché, colleghi, però, gli interventi sono in relazione alla modifica dell’ordine del giorno, perché solo quello è previsto.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Solo per puntualizzare che non ho alcun elemento per non acconsentire a discutere subito la proposta di legge proposta da Amati e altri, perché è arrivato il momento che bisogna che l’Aula… Dico già subito qual è la mia posizione: di rimettersi all’Aula, perché quella legge, di tutto quello che è stato detto e annunciato, sono tutte norme già previste.
L’unica cosa che prevede e che aggiunge è quella che, se non viene sospesa l’attività libero professionale, c’è la decadenza automatica, il che è tutto da vedere se c’è la norma nazionale che obbliga al procedimento di decadenza, da parte del direttore generale.
Se il Consiglio regionale ritiene che questo elemento possa essere sufficiente a risolvere il problema delle liste d’attesa, proceda, così sgombriamo il campo.
In riferimento alla situazione di soldi in più, eccetera, penso che l’intervento fatto dalla Giunta regionale nel proporre al Parlamento, quindi non al Governo e quant’altro, al Parlamento, l’innalzamento del Fondo sanitario, per dare forza alla richiesta del Ministro di questo Governo di 4 miliardi e anche a tutte le Regioni, di destra e di sinistra, per poter far sì che ci sia un’adeguatezza del finanziamento.
Quindi, io penso che sulla proposta di Amati si scontrino due diritti il sacrosanto diritto del cittadino della libertà di cura e della fiducia di rivolgersi a un professionista, che in regime.... beh, tu hai detto tutto quello che hai voluto e hai fatto capire che con quella legge si risolve il problema delle liste di attesa mentre si aggrava. Abbiate pazienza, non è che qua tutti possono parlare tranne che il Governo regionale.
Propongo, se l’Aula acconsente, di mettere proprio al voto e anticipare la discussione, in maniera tale che il Consiglio regionale sia chiamato a pronunciarsi su un problema serissimo, perché quando c’è l’esclusività di rapporto, il cittadino deve essere nelle condizioni di rivolgersi, in caso di bisogno di prestazione, non ad un medico qualsiasi, ma a quel medico...
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore, però non possiamo entrare nel merito della legge adesso, quindi...
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Presidente, io riscontro che qui si dice tutto e il contrario di tutto, tranne che dare la possibilità al Governo regionale di chiarire che la Regione e il Governo regionale ha fatto tutti gli adempimenti che ha chiesto il Presidente Amati e sono tutti concertati.
Qui si aggiunge solo l’elemento che le ho detto...
Speaker : PRESIDENTE.
Però, assessore, la discussione sulla legge la facciamo appena arriviamo al punto all’ordine del giorno.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Posso parlare almeno per cinque minuti?
Speaker : PRESIDENTE.
Sì.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Questo è un problema grave.
Speaker : PRESIDENTE.
No, no, può parlare per cinque minuti, ma sulle modifiche dell’ordine del giorno.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Si è arrivati ad una degenerazione dell’attività del Consiglio regionale e degli organi appartenenti al Consiglio come le Commissioni, che ieri a momenti fanno a botte qui dentro, perché non c’è una regolamentazione seria e istituzionale sul rapporto e sull’utilizzo di quest’Aula, e non consente a un assessore regionale di poter dire esattamente le cose...
Speaker : PRESIDENTE.
Certamente, però se interviene nel merito della legge, noi discutiamo la legge.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Non è il merito della legge, io sto rispondendo a quello, poi arriviamo al merito della legge.
L’altro è il diritto cioè dei cittadini ad avere, perché quando il Presidente Mattarella dice questo, che è un problema Puglia? Problema nazionale: mammografia 720 giorni, ecografia 375 giorni, TAC 365 giorni, risonanza magnetica 180 giorni, colonscopia 100 giorni, esofago gastroscopia 90 giorni, visita diabetologica 362 giorni, dermatologia 300 giorni, endocrinologia 300 giorni, reumatologica 300 giorni e così via.
Se quindi qualcuno pensa che sia le liste d’attesa sia un problema Puglia o – peggio ancora – che possa essere una soluzione la proposta che viene fatta da Amati, solamente con la sanzione della decadenza del direttore generale, in un contesto in cui non si sospende l’ALPI, bene, si proceda.
È un Consiglio regionale che decide di non dare il diritto di vietare alle persone di usufruire di quel servizio, così com’è giusta pure l’altra parte, perché sono due diritti che si scontrano: quello che il cittadino deve essere messo nelle condizioni di poter usufruire delle prestazioni.
Questa Regione è la Regione che quando ha avuto la possibilità dal Governo nazionale, quando il Ministro Speranza ha stanziato 600 milioni di euro per l’abbattimento delle liste d’attesa post-Covid, queste liste d’attesa erano definite da un programma con 32 milioni, noi siamo stati la Regione che l’ha utilizzata appieno e le ha abbattute quelle…
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore, adesso però…
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
… quei 351.000…
Speaker : PRESIDENTE.
Scusi, assessore, adesso le devo togliere la parola…
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Presidente, lei mi può togliere la parola, però…
Speaker : PRESIDENTE.
… nel senso che ha detto le motivazioni però non possiamo entrare nel merito dalla legge.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Abbia pazienza, sennò debbo interrompere e fare una conferenza stampa qui dentro.
Speaker : PRESIDENTE.
La ringrazio.
La ringrazio, la ringrazio. È intervenuto, entrando anche nel merito della legge, però adesso non possiamo più consentire interventi che entrino nel merito di una legge che non è ancora all’ordine del giorno, o meglio, che non è ancora al punto in esame.
Ci sarà, e senz’altro lei avrà venti minuti per poter intervenire. Consigliere Tutolo, sulla modifica dell’ordine del giorno?
La prego però di attenersi, non come ha fatto l’assessore… Scusate, perché rimanga a verbale, precisiamo che quello che è accaduto in Commissione rispetto a liti che si sono verificate, ovviamente non possiamo portarlo in questo Consiglio, né come un modus operandi, né come una censura, se non verbale, a comportamenti che non siano rispettosi tra colleghi.
Detto questo, io non c’ero in quella Commissione. Auspico che i colleghi mantengano sempre la calma nel lavorare tra di loro, e in ogni caso le Commissioni si svolgono ogni giorno, nel massimo rispetto reciproco.
Quello che è successo ieri mi auguro quindi che rimanga come un’eccezione che non si deve ripetere: lo dico ovviamente a tutti i colleghi.
Prego, consigliere Tutolo.
Speaker : TUTOLO.
Premesso che sono favorevole all’idea anche magari di fare il Consiglio fino a quando non termina tutto l’ordine del giorno, non soltanto alcune leggi, quindi nel caso in cui il Consiglio decidesse di stare qui a tempo indeterminato fino a quando termina i lavori io sarei favorevole, fatta questa premessa, chiedo anche la possibilità o di anticipare o, comunque, di affrontare oggi la discussione dell’atto di Consiglio n. 720, cioè la proposta di legge recante “Norme sulle assunzioni per gli enti strumentali, gli enti pubblici vigilati e le società partecipate della Regione Puglia”. È una proposta di legge che è stata approvata in Commissione da mesi e probabilmente potrebbe essere utile a evitare ulteriori dispendiose procedure concorsuali per le assunzioni, posto che abbiamo delle graduatorie dei concorsi fatti dalla Regione Puglia di migliaia di idonei, ma che non sono vincitori, e quindi si darebbe risposta a questi ragazzi che hanno partecipato.
Chiedo, quindi, l’anticipazione del punto all’ordine del giorno.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Consigliere Romito, modifica dell’ordine del giorno?
Speaker : ROMITO.
Sì, Presidente, modifica dell’ordine del giorno.
Io chiedo, accogliendo l’accorata richiesta dell’assessore Palese di anticipare l’ordine del giorno relativo alla legge presentata dal collega Amati sulle liste d’attesa. Le spiego perché, Presidente. Questa è la fase iniziale dell’intervento, il motivo per cui ho chiesto la parola, la modifica dell’ordine del giorno anticipando il punto n. 3) all’ordine del giorno, anticipandolo rispetto all’elezione del Garante, anche accogliendo così la richiesta accorata dell’assessore Palese.
Ma questo, Presidente, perché mi dà l’occasione di chiarire un argomento che credo dai più sia stato ignorato. Per smaltire le liste d’attesa con riferimento ai pazienti oncologici, ed è la vergognosa vicenda narrata qualche giorno fa da alcuni quotidiani locali, ma che purtroppo noi consiglieri regionali quotidianamente ascoltiamo dalla viva voce delle nostre persone e dei nostri cittadini pugliesi, non serve neanche la legge proposta dal collega Amati, basterebbe, al contrario, rispettare già oggi delle disposizioni esistenti. Mi riferisco a due delibere di Giunta regionale, la prima è la n. 735 del 2019, la seconda è la n. 262 del 2023. Così come basterebbe, per esempio, Presidente, rispettare il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa ai sensi dell’intesa Stato-Regioni, che risale al 21 febbraio 2018, che già dicono, senza che ci sia bisogno…
Noi italiani siamo brillanti e siamo maestri nel legiferare anche in eccesso, anche quando una materia è già normata. Oggi vorrei spiegare a chi ci ascolta che in Puglia già bisognerebbe avere delle agende dedicate per i pazienti oncologici e per i cronici. Quindi, la vera domanda che noi ci dovremmo fare in Consiglio regionale, ed è quella che io ho fatto per iscritto e pretendo una risposta dall’assessore alla sanità, che non è un consigliere di opposizione, ma è il rappresentante del Governo regionale che si deve occupare di sanità, la domanda che io rivolgo all’assessore alla sanità è: per quale motivo oggi non vengono rispettate disposizioni di carattere nazionale e regionale, che già prevedono delle liste dedicate per i pazienti oncologici.
Noi non abbiamo bisogno di normare qualcosa che già esiste. Noi non abbiamo bisogno di perdere ulteriore tempo…
Speaker : PRESIDENTE.
Perché mi chiede l’anticipo della legge?
Speaker : ROMITO.
Perché è l’unico modo che ho per intervenire nelle comunicazioni che lei ha utilizzato. Quindi, siccome lei dice che noi dobbiamo intervenire sul punto, io tengo al rispetto delle Istituzioni, e sono costretto a chiedere di anticipare una legge di cui noi, rispetto al problema delle liste di attesa, non abbiamo bisogno, perché, diversamente, io non potrei parlare, salvo eliminare quel bon ton istituzionale che, invece, ha cercato di contraddistinguermi dall’inizio del mandato. Quindi, Presidente, su questo io ci tengo ad essere chiaro, prima che lei mi tolga la parola, perché ho ancora due minuti. Oggi, in Puglia, esistono già disposizioni di legge di carattere regionale ed esistono già disposizioni di legge di carattere nazionale che obbligano le ASL ad avere delle liste d’attesa dedicate ai pazienti oncologici. La domanda che ci dobbiamo porre è perché le ASL non rispettano le disposizioni di legge. Per quale motivo le ASL non utilizzano delle norme che noi già abbiamo, anziché affannarci a crearne di altre?
Allora, rispetto a questo, assessore Palese, io pretendo una risposta da lei, che è il rappresentante del Governo in questa materia e io pretendo che i direttori generali della ASL di questa Regione le diano delle motivazioni e soprattutto ci spieghino e spieghino a tutti i pugliesi il motivo per cui queste leggi non vengono applicate. Per quale motivo un paziente pugliese, che deve già affrontare il dramma di una patologia oncologica, è costretto a subire anche il dramma delle liste d’attesa che per un paziente che deve sapere e ha necessità di sapere se un male è avanzato, se un male è rientrato, se ci sono dei miglioramenti, questo determina un miglioramento o un peggioramento della sua qualità della vita e non soltanto del paziente, ma anche di tutta la sua famiglia. Quindi, oggi, anziché accavallarci e continuare ad affannarci su questioni di carattere teorico, io voglio una risposta pratica. Esiste una norma regionale, esiste una norma nazionale, per quale motivo le ASL pugliesi non le rispettano?
Rispetto a questo, assessore, lei deve prendere dei provvedimenti perché, diversamente, saremo noi a non ottemperare a delle normative, e saremo noi, consapevoli di quello che accade nella nostra Regione, a far finta che nulla accada.
Quindi, Presidente, io sono costretto a chiedere l’anticipazione della legge rubricata al n. 3 dell’ordine del giorno.
Speaker : PRESIDENTE.
È chiaro.
Allora, adesso abbiamo due richieste di anticipazione. La prima, quella del consigliere Tutolo, di anticipare la legge n. 12 all’ordine del giorno di oggi, e la seconda, quella del consigliere Romito, di anticipare la legge n. 3 alla discussione.
Andiamo al voto sulla proposta del consigliere Tutolo di anticipare, contrariamente a quanto deciso in Conferenza dei Capigruppo, la legge collocata al n. 12 dell’ordine del giorno di oggi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 33, votanti 32, astenuti 1, favorevoli 17, contrari 15.
La proposta è approvata.
Adesso dobbiamo procedere, a seguito di questa, alla votazione della proposta presentata dal consigliere Romito.
La proposta - ripeto - è quella di cui all’articolo 3, che riguarda le liste d’attesa.
La votazione è aperta.
No, non posso annullare niente, state votando la legge sulle liste d’attesa.
La votazione è chiusa.
Presenti 40, votanti 38, favorevoli 32, astenuti 2, contrari 6.
La proposta è approvata.
Adesso noi teniamo l’anticipazione della legge posta al punto n. 12: “Proposta di legge a firma Tutolo, Paolicelli, Parchitelli, Ciliento, Di Gregorio, Leoci, Casili, Barone, Metallo, Di Bari, Vizzino, Caracciolo ‘Norme sulle assunzioni per gli enti strumentali, gli enti pubblici vigilati e le società partecipate della Regione Puglia’”.
Consigliere Tutolo, la verità è che manca l’assessore al personale, quindi stiamo vedendo adesso come possiamo fare perché non era prevista la discussione di questa norma.
Vuole fare la relazione? Vuole intervenire sulla legge? Prego.
Speaker : TUTOLO.
Non credo sia necessaria la presenza dell’assessore per votare oggi questa legge, nel caso in cui fosse condivisa dal Consiglio, perché non mi pare che ci sia questa necessità. Quindi, poco rileva, a mio avviso, che manchi…
Speaker : PRESIDENTE.
Mi scusi se la interrompo. Sulla legge ci sono una serie di emendamenti e su quelli è richiesto il parere del Governo. Se manca l’assessore, il Governo non è rappresentato da chi segue l’istruttoria della legge. Mi sono spiegata? Si può prescindere, però il parere del Governo è necessario. Lo dico proprio nell’ottica di una collaborazione interna al Consiglio.
Prego, continui pure.
Speaker : TUTOLO.
Ribadisco che, a mio avviso, non è che la mancanza di un assessore infici il Consiglio nell’espletamento delle sue funzioni, cioè quello di votare le leggi. Quindi, insisto su questo. Poi, ci sarà qualcun altro che esprimerà il parere.
Era all’ordine del giorno come argomento. Non è che è sbucato fuori chissà da dove. Quindi, probabilmente si doveva essere pronti alla possibilità che si arrivasse pure a quel punto, perché sta all’ordine del giorno, non è che è sbucato dal nulla. Quindi, se non si è preparati, non rileva, a mio avviso.
Questa norma, comunque, è semplicissima. Non mi pare che servano chissà quali consigli. Si tratta, da parte dei consiglieri, di decidere semplicemente se, nell’ambito di procedure assunzionali, gli enti partecipati della Regione Puglia devono fare nuovi concorsi, con un dispendio di energie, di risorse e quant’altro, e di tempo soprattutto, vista la necessità e l’urgenza spesso di assumere nuovo personale, oppure di attingere quelli che sono risultati idonei ma non vincitori nei concorsi che la Regione Puglia ha già fatto, spendendo un bel po’ di quattrini per fare quei concorsi. Quindi, sono idonei, hanno fatto una procedura pubblica e hanno tutti i requisiti per svolgere la stessa funzione in un altro organo della Regione che ha bisogno di quella figura. Cioè, se un istruttore amministrativo di tipo C serve a InnovaPuglia, piuttosto che Puglia Sviluppo, piuttosto che a un altro ente, e noi abbiamo una graduatoria che prevede già centinaia di idonei di istruttori C, credo sia inutile fare un altro concorso, ma per economicità, efficienza e… Mi sfugge adesso la famosa altra “e”. Le tre “e” che dovrebbero dare la direzione a una pubblica amministrazione. Si può ben attingere da quella.
Non mi pare ci sia chissà quale difficoltà.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Picaro. Ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.
Speaker : PICARO.
Grazie, Presidente.
Effettivamente il tema è abbastanza sentito ed è stato oggetto di una serie di incontri in Commissione con le varie graduatorie che si sono aggiunte a quelle della Regione Puglia, che ricordo essere state fatte anche in una maniera specifica e settoriale, al punto tale che non dà l’opportunità, in alcuni ambiti, di poter individuare coloro i quali possano essere direttamente assunti dalla Regione, così come quel tipo di modalità concorsuale, anziché rendere il funzionario colui il quale si è reso idoneo non vincitore polifunzionale rispetto a tante esigenze che, anche a seguito dei fondi PNRR, sono state oggetto di richiesta.
Detto questo, lo spirito di chi ha presentato questa proposta di legge, che è condivisa anche da noi, è quello di ottimizzare i tempi, velocizzare le procedure assunzionali, ridurre i costi, perché ricordo a tutti quanto possa e debba essere dispendioso un concorso nelle tante Amministrazioni, anche comunali.
Su questo la Regione non si è attivata prevedendo anticipatamente delle convenzioni con le Amministrazioni locali e molto spesso ha previsto delle clausole stringenti nei confronti di coloro i quali potessero conseguentemente essere attinti dalla graduatoria regionale e quindi, conseguentemente, da quella delle Amministrazioni locali.
A ogni modo, in tal senso, con questa proposta di legge si riuscirebbe quantomeno a dare l’opportunità di attingere dalle graduatorie regionali. Io ho presentato un emendamento a questa proposta di legge che dà l’opportunità, e poi quando si tratterà lo illustrerò a tutti i colleghi, di poter far riferimento a due graduatorie regionali in maniera tale che si accelerino i tempi e si dia il giusto rispetto e dignità a coloro i quali si sono distinti in un concorso risultando idonei, ma non vincitori.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Picaro.
Non ho altri iscritti a parlare, quindi possiamo procedere con l’articolo n. 1.
Prego, consigliere Leoci, non aveva ancora prenotato, vero?
Speaker : LEOCI.
Grazie, Presidente.
Solo per un piccolo chiarimento, in quanto l’analisi tecnico-normativa (non vedo presente l’assessore per porre questo chiarimento) ci suggerisce di riscrivere l’articolo proposto, eliminando il riferimento a società partecipate e chiarendo che la possibilità di ricorrere a graduatorie definitive della Regione Puglia sia preventiva rispetto all’adozione degli atti di indizione delle procedure concorsuali. Questo per non indurre in errore quello che è l’intento della legge. Parliamo comunque degli Enti regionali, non di società partecipate a livello privatistico.
Pertanto, consigliere Tutolo, in quanto firmatario insieme a lei volevo chiarire, per capire se possiamo operare questa piccola correzione. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Amati. Prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Sarebbe opportuno, ovviamente, sentire i dirigenti dell’Assessorato al personale per il tramite dell’assessore, per avere un’idea complessiva della questione.
Tuttavia, io credo che la modifica andrebbe fatta in questi termini, cioè che questo è possibile “per le Amministrazioni di all’articolo 1, comma 2, del 165”, punto, soltanto questo, perché fuori da quel campo non è possibile farlo, quindi senza cominciare ad interpretare qual è la natura di ogni singola agenzia, società, eccetera eccetera, c’è la legge nazionale che risolve il problema e dice che è applicabile soltanto con riferimento alle Amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del 165.
Invito quindi i colleghi, se proprio dobbiamo fare una modifica, a fare questa modifica.
Peraltro, devo dire la verità, c’è una delibera della Giunta regionale, a questo proposito, che dice la medesima cosa. Io non so perché quelle amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del 165 non stanno procedendo. Non lo so. In realtà, sarebbero onerate già da una delibera della Giunta regionale. Tuttavia, non c’è evidentemente nessuna difficoltà a replicare la disposizione della delibera della Giunta regionale, purché ovviamente si limiti il campo alle amministrazioni previste dall’articolo 1, comma 2, del 165. Quindi, in questo senso chiedo ai colleghi di apportare una modifica, e mi pare di poter dire che non ci sarebbero problemi, in tal caso, salvo ovviamente che i dirigenti per il tramite dell’assessore non ci facciano sapere cose diverse. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tutolo. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente. Per dire semplicemente che ovviamente la mia è una proposta che può essere, così come la norma prevede, emendabile. Non soltanto, ma sono anche disposto assolutamente a condividere. degli emendamenti che possano migliorarla.
L’importante è, a mio avviso, licenziarla perché ci sono, ripeto, non esagero a dirlo, centinaia di persone che legittimamente aspettano probabilmente qualche risposta, e non sarebbe il caso di farli attendere oltre, posto che ahimè, purtroppo, molti, nonostante si sapesse di questa proposta di legge e che probabilmente venisse licenziata, vista l’alta partecipazione, l’alto numero di sottoscrittori, molti stanno procedendo a pubblicare bandi di assunzione come se nulla fosse. Quindi, ci terrei che venisse approvata. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Sin qui la proposta. Rispetto all’articolo 1 c’è un primo emendamento che prevede la cancellazione al primo comma delle parole “nello svolgimento della procedura assunzionale”, e poi l’aggiunta di un secondo comma all’articolo 1. L’emendamento è presentato dal consigliere Scalera… Sono convinta.
Assessore, rispetto alla legge di cui è stata chiesta l’anticipazione da parte del consigliere Tutolo, ed è stata approvata, la richiesta di anticipazione, rispetto alla legge sulle assunzioni nelle partecipate è stata già letta la proposta e c’è un emendamento del consigliere Scalera, e il consigliere Scalera si stava apprestando ad illustrare l’emendamento. Prego.
Speaker : SCALERA.
Ho presentato questo emendamento tempo fa, è quello che risulta agli atti della Presidenza, per cui non devo dire altro. Io già l’ho presentato l’emendamento. Se vuole darne copia. Volevo sapere il parere del Governo.
Speaker : PRESIDENTE.
L’emendamento è pubblicato. Se, per comodità, volete che ne diamo lettura…
Speaker : SCALERA.
Per abbreviare i tempi.
Speaker : PRESIDENTE.
…io ne do lettura.
Speaker : SCALERA.
Certo, certo.
Speaker : PRESIDENTE.
L’emendamento recita così: “Gli enti strumentali e gli enti pubblici vigilati della Regione Puglia, prima dell’avvio delle procedure concorsuali”, qui prevede la cancellazione delle parole “nello svolgimento della procedura assunzionale”, e poi continua ripetendo la stessa formula dell’articolo 1 “attingono prioritariamente, nel caso di uguali figure professionali, dalle graduatorie definitive approvate della Regione Puglia”. Sin qui è la disposizione della legge nazionale. Aggiunge, lei, consigliere Scalera, un secondo comma, che dice: “La disposizione di cui al comma 1 non trova applicazione per le procedure concorsuali avviate alla data di entrata in vigore della presente legge”. Poi, all’articolo 2 mette la clausola di invarianza finanziaria, ma questa è ripetitiva.
Questo è l’emendamento: toglie lo svolgimento della procedura assunzionale come necessario intervento da parte degli enti strumentali.
Assessore Stea? Assessore Pentassuglia, ha chiesto di intervenire? Vuole farlo prima dell’assessore Stea?
Speaker : PENTASSUGLIA, assessore all’agricoltura.
Grazie, Presidente. Io mi ero prenotato prima che entrasse in Aula il collega Stea per dire: come si può trattare una norma senza che sia presente l’assessore e avendo anticipato i punti all’ordine del giorno? Perché anche questo è un tema legittimo per l’Aula. Ma se la Conferenza dei Capigruppo e quindi il lavoro viene prodotto in un certo modo, poi diventa difficile perché gli emendamenti che aggiustano, legittimamente, secondo i colleghi, il testo, ha bisogno non solo della refertazione, ma di vedere l’impatto sulla norma stessa, poiché quanto ha dichiarato Amati, cioè il 165 non prevede questa cosa e se serve emendarla, come diceva il collega Tutolo, dobbiamo dare il tempo all’assessore.
Il collega assessore è arrivato, ma secondo me serviva il tempo per entrare nel merito degli emendamenti, perché evitiamo poi una sovraesposizione del Consiglio regionale rispetto al tema. Era solo questo. Quindi, mi ero prenotato per questo. Il collega è arrivato. Per carità, io mi taccio perché era solo per chiedere di rinviare, di soprassedere sul punto, in attesa che il collega arrivasse, perché poi non facciamo caos normativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Il collega Stea c’è. Prego.
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
Onestamente, sono stato preso un po’ alla sprovvista, perché non credevo che avremmo discusso oggi in Aula di questa legge. Nello stesso tempo, non vi nascondo che, come ha detto il collega Pentassuglia, so che il collega Scalera aveva da tempo depositato questo emendamento, non c’è un referto tecnico in merito dal Dipartimento del personale.
Comunque, voglio dire che, in linea di massima, non è che non siamo favorevoli, siamo favorevoli a questa legge, per carità, però è chiaro che dobbiamo prima soddisfare le esigenze che sono quelle delle graduatorie che spettano all’interno della Regione Puglia. Abbiamo dato disponibilità con quella delibera di Giunta dove abbiamo messo a disposizione le graduatorie anche per gli Enti locali e altri enti.
Per quanto riguarda le altre agenzie che ci sono, io condivido l’idea. È assurdo continuare a fare altri concorsi, con altro dispendio di risorse, quando, avendo fatto un concorso come questo, che abbiamo portato e stiamo portando a termine, e credo che entro la prima decade di novembre inizieremo ad assumere anche tutti quelli delle categorie C, B3 e gli autisti, viene facile dire che portiamo a scorrimento ancora le graduatorie, in modo da portarle a zero, e poter assumere tutto il personale e tutti quelli che sono stati idonei e hanno superato la prova.
È chiaro che dove ci sono delle graduatorie lunga, è difficile, ma dove ci sono delle graduatorie con 100-120 idonei è facile arrivarci. È chiaro che fino al 2024 dobbiamo soddisfare le nostre esigenze; ma dopo possiamo attingere da queste graduatorie che sono in essere.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore, le chiedo scusa, la legge non prevede che la Regione attinga dalle partecipate, ma il contrario, cioè che le partecipate…
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
No, ma io ho detto che mettiamo a disposizione, le partecipate possono attingere.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, l’articolo va bene: l’articolo, non l’emendamento.
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
Non sono le partecipate? Non parliamo dell’ARPA, AGER…?
Speaker : PRESIDENTE.
Enti strumentali.
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
ARPA, AGER, ASSET, tutte queste… La volontà è quella, non è che…
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, l’articolo 1 va bene.
Però c’è un emendamento del consigliere Scalera. Magari, il tempo di leggerlo, così… Prego, assessore: magari le diamo il tempo di leggerlo, di sentirsi con gli uffici un momento.
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
Chiamo il capodipartimento e sentiamo.
Speaker : PRESIDENTE.
Abbiate pazienza.
Un attimo solo. La parola al consigliere Scalera. Consigliere Leoci, ha chiesto di intervenire?
Un attimo solo che sta intervenendo il consigliere Scalera. Poi interviene lei. Le chiedevo conferma.
Prego, consigliere Scalera.
Speaker : SCALERA.
Presidente, l’emendamento correttivo all’articolo 1, comma 1, della proposta di legge risulta necessario al fine di precisare la fase in cui si obbligano gli enti strumentali e gli enti pubblici vigilati dalla Regione ad attingere dalle graduatorie regionali e degli idonei. Questo è un emendamento, non voglio togliere nulla all’assessore Stea, che è stato già presentato tempo fa. Anzi, io avevo già dimenticato che… Rispetto a queste cose, la procedura… Volevo dire anche che com’è noto a tutti quanti, la procedura assunzionale prevede una fase propedeutica, ovvero l’espletamento della procedura concorsuale, e pertanto l’emendamento proposto serve a precisare che gli Enti strumentali attingono dalle graduatorie degli idonei della Regione prima di avviare la procedura concorsuale.
Il secondo comma aggiuntivo dell’articolo, stabilisce che la norma non trova applicazione nei confronti delle procedure concorsuali già avviate.
Anche tale indicazione risulta necessaria in quanto sono vigenti, presso gli Enti strumentali, le graduatorie di idonei di concorsi già espletati, graduatorie che hanno una durata di anni due, ai sensi del decreto legislativo 165 del 2001.
Pertanto, la norma che il Consiglio si accinge ad approvare, non può che avere effetto a decorrere dalle procedure concorsuali che saranno espletate in futuro.
Questo è quello che volevo dire.
Io credo che questo emendamento serva a migliorare la legge ed è sostanziale rispetto a tutto quello che noi oggi ci stiamo accingendo per approvare. Anche perché gli Enti strumentali con questo emendamento possono attingere dalle graduatorie della Regione stessa.
Comunque Presidente, chiedo scusa, è importante avere subito il parere del Governo rispetto a questo emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Serve anche il parere tecnico che l’assessore credo stia aspettando.
Consigliere Leoci, prego.
Speaker : LEOCI.
Soltanto per approfittare della presenza successiva dell’assessore, in quanto avevo fatto un intervento richiamando e chiedendo il parere su quello che era quel suggerimento dell’analisi tecnico normativa in perfetta linea con l’assessore per quanto riguarda il principio del buon andamento della pubblica amministrazione e la legge punta proprio per un’efficienza e un’economicità.
L’analisi tecnico normativa suggeriva una modifica, così anche come detto dal consigliere Amati, per fare richiamo a quegli Enti che vengono definiti parte dello Stato ai sensi dell’articolo 1, comma 2 del decreto legislativo 165/2001, il decreto legge Bosetti.
Pertanto, volevamo parere su questo per inserire e modificare la legge.
Lo facciamo direttamente? …Soltanto per chiarezza.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto prima di intervenire Tutolo.
Prego, prego.
Speaker : TUTOLO.
Ripeto: non voglio insistere, ribadisco il concetto. Per quanto mi riguarda, tutti gli emendamenti che migliorano il provvedimento sono ben accetti. Quello del consigliere Scalera personalmente lo condivido, quello del consigliere Leoci piuttosto che del consigliere Amati lo condivido.
Quello che mi preme è che questo provvedimento - ripeto - dia delle speranze a chi ormai sta aspettando da mesi, perché questa proposta è stata approvata in Commissione diversi mesi fa e sono un po’ di volte che arriva all’ordine del giorno e onestamente sono sorpreso dal fatto che, nonostante ci sia stata l’iscrizione all’ordine del giorno per diverse volte, oggi non abbiamo ancora idea su cosa fare. Questa cosa per me non è proprio simpatica.
C’è gente che aspetta, quindi diamo loro delle risposte, positive o negative, non devono essere per forza positive, anche no, per l’amor del cielo, legittimissimo da parte di tutti il parere, però esprimiamoci, altrimenti diventa...
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
Mi dispiace sentire questo dal collega Tutolo, perché onestamente il sottoscritto, come tu sai, ci ha messo tanto per arrivare alla fine di questa storia, nel senso che stiamo andando ad assumere quasi 750 persone dopo 12 anni, frutto di un lavoro fatto in un modo costante. Devo quindi ringraziare tutto il Dipartimento per il lavoro svolto e per quello che stiamo portando a termine.
Questo Governo è stato il primo con una delibera di Giunta a mettere a disposizione le graduatorie per gli Enti pubblici, per tutti quanti, per i Comuni, per far scorrere le graduatorie in modo che chi ha superato il concorso possa essere assunto in qualche altro Ente pubblico, Comune o altro.
Oggi stiamo dicendo che anche le agenzie che stanno in Regione possono assumere da queste graduatorie e io sono d’accordissimo, anche perché sono risorse economiche che andiamo a risparmiare e nello stesso tempo non dico che si va ad accentrare il tutto nel personale, però, siccome sono in graduatoria, abbiamo fatto i concorsi, diamo la possibilità a tanti giovani che hanno superato la prova e che possono essere assunti, però dobbiamo aspettare il 2024, perché il 2024 è la scadenza assunzionale di quello che noi abbiamo fatto.
Nello stesso tempo io condivido il concetto, però ci sono degli emendamenti che sono stati portati, di cui non ero a conoscenza. Nello stesso tempo, c’è bisogno di un parere tecnico. Sto aspettando che arrivi il dottor Imperio, o il dottor Paladino per prendere in considerazione, approvare o meno questo emendamento, l’emendamento di Scalera e di altri colleghi, se ce ne sono.
Questo punto oggi non era all’ordine del giorno, caro Antonio. Non era all’ordine del giorno, è stato anticipato… Era all’ordine del giorno, però è stato anticipato di quanti punti? Non era all’ordine dei lavori di oggi… Non era all’ordine dei lavori di oggi. All’ordine del giorno, ma non all’ordine dei lavori: sono due cose diverse.
Speaker : PRESIDENTE.
Le chiedo scusa, un secondo solo, assessore Stea, ma il dirigente sta arrivando? Si vuole accertare magari di questo? Perché diversamente tutto il Consiglio attende inutilmente.
Nel frattempo, però, ha chiesto di intervenire il consigliere Scalera, prego; poi, il consigliere Tutolo.
Speaker : SCALERA.
Presidente, io dico una cosa: non è che noi possiamo bloccare un Consiglio per un emendamento. Le voglio dire, cioè, che io ritengo, quando si parla di leggi, che almeno i dirigenti devono essere presenti, non possiamo…
Speaker : PRESIDENTE.
Sta arrivando, consigliere Scalera.
Speaker : SCALERA.
È assurdo. Anche perché è un parere.
Io credo che il parere già ci doveva essere, da quando è stato presentato ad oggi. Io non ce l’ho assolutamente…
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Scalera, a stento se lo ricordava lei, l’articolo. Diamo la possibilità al personale di arrivare.
Speaker : SCALERA.
Presidente, non lo accetto.
È vero che da quando l’ho presentato ad oggi è ovvio che…
Speaker : PRESIDENTE.
Perciò succederà la stessa cosa anche all’assessore…
Speaker : SCALERA.
Ma con tutti questi punti, noi abbiamo bisogno delle pillole della memoria, perché siccome i tempi sono così lunghi, dobbiamo procurare oltre alle bottiglie, le pillole della memoria, così ogni consigliere si ricorda tutto quello che ha presentato più di un anno fa.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene, sta arrivando il dirigente Palladino.
Prego, consigliere Tutolo.
Sull’emendamento?
Speaker : TUTOLO.
Io, ripeto, sono favorevole all’emendamento. Se arriva il dirigente…
Speaker : PRESIDENTE.
È favorevole anche all’emendamento, a togliere parole?
Speaker : TUTOLO.
Assolutamente sì, quello che serve a migliorarla e a renderla inattaccabile, quella che diceva il consigliere Amati, piuttosto che Leoci, così come sono favorevole a quello di Scalera. Ma quello che voglio dire è questo. Intanto probabilmente ho saltato un passaggio, e lo faccio adesso. Io ho apprezzato lo sforzo fatto dall’assessore Stea e dall’Assessorato nello svolgere quei concorsi, quindi proprio perché è stato fatto quello sforzo e c’è stata quella importante mole di lavoro e anche di impegno economico non è che possiamo vanificarli e non dare atto a eventuali ulteriori possibilità per quei ragazzi.
Non credo, peraltro, che dobbiamo aspettare il 2024, perché nel frattempo ce ne sono così tanti in graduatorie di quei ragazzi che possono ben essere presi da altri enti di nostra appartenenza, e poi si prendono. Sennò, alla fine va a finire che scadono quelle graduatorie e si perdono le possibilità per molti ragazzi.
Ribadisco, apprezzo lo sforzo fatto dall’assessore, che è stata una cosa forse epocale, però oggi bisogna cercare di far tesoro di quel lavoro, sennò è un lavoro che è servito in parte, e sarebbe un peccato. È il mio pensiero.
Voglio fare anche un’altra precisazione. Non ho mai sentito parlare – mi dovete perdonare – di una differenza tra l’ordine del giorno e l’ordine dei lavori. L’ordine dei lavori lo decide la Conferenza dei Capigruppo un’ora prima. A meno che non l’avevate già deciso prima e sapevate quello che si discuteva oggi quindici giorni fa, e noi non lo sapevamo. Ma io so che oggi era all’ordine del giorno e mi sono preparato per oggi. Se poi in Conferenza dei Capigruppo decidete, legittimamente, un altro ordine del giorno, un altro ordine dei lavori, benissimo. Però, dovete pure sapere che il Consiglio, così come è successo oggi, è sovrano e può anche sovvertire quell’ordine dei lavori e, quindi, arrivare qui possibilmente preparati per poterli affrontare. Sennò, onestamente io non capisco qual è il nostro ruolo. Mi sfugge totalmente poi.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Metallo. Prego.
Speaker : METALLO.
Grazie, Presidente. Sarò velocissimo.
Mi sembra che la ratio della norma sia condivisa dall’intero Consiglio, anche con alcuni distinguo, emendamenti possibili, alcuni di valore giuridico o tecnico, di correzione per andare incontro a norme di carattere nazionale.
Visto lo sforzo fatto dall’assessore e da tutta la Regione per le nuove assunzioni, visto lo sforzo continuo che ci deve essere e che ci è richiesto anche dal Comitato delle Idonei e che mi sembra risponda anche a un imperativo etico a cui dobbiamo noi far fede, la cosa che chiedo è, comprendendo anche che c’è bisogno della refertazione tecnica, perché quando andiamo a mettere mano su una norma non dobbiamo fare danno e non deve essere neanche impugnata successivamente - altrimenti rischiamo di non aver risolto i problemi delle persone ma di averne gradi in più - mi permettevo, Presidente, di fare la proposta visto mi sembra che gli emendamenti siano - adesso vado a memoria - quello del collega Scalera, quello del collega Picaro e quello che dovrebbe essere la correzione a secondo della refertazione che c’è stata, quindi dovrebbero essere circa tre emendamenti, di andare anche avanti nella discussione ma che oggi venga approvata questa norma. Noi non possiamo ancora andare oltre. Penso che l’assessore sia d’accordo. Al netto dell’accertamento tecnico che va fatto, assessore, su questo è chiaro che ci deve essere tutta l’accortezza che lei ci mette necessaria, però approviamola poi oggi.
Io non so se è possibile, secondo le norme del Consiglio, andare avanti nella trattazione dell’altro punto, nella discussione e poi tornare indietro per dare il modo per refertare questi tre emendamenti e poi approvarli. Perché mi sembra che su questi tre emendamenti forse non ci sarà neanche divisione da parte dell’Aula. Alcuni, come dicevo prima, di carattere strettamente tecnico.
Però, la preghiera che faccio, Presidente, a lei e all’intero Consiglio, è di non andare oltre.
Oggi abbiamo avuto la fortuna di modificare l’ordine del giorno, inserire un ordine del giorno che risponde a problemi che ci vengono posti quotidianamente. Penso che vengano posti a tutti i colleghi consiglieri, perché tutti eravamo informati sulla situazione. Significa dare delle opportunità in più. Già tante sono state date grazie al lavoro dell’assessore, ne possiamo dare, grazie al lavoro del Consiglio, qualcuna in più ai nostri ragazzi che hanno fatto delle prove anche molto dure. Perché era di livello il concorso, almeno così dice chi ha partecipato e penso che siano persone già qualificate per poter ricoprire dei posti e per far bene nella Pubblica Amministrazione.
L’invito che faccio è che se volete andiamo anche avanti, andiamo a trattare l’altro punto, ma con l’accordo che oggi questa venga approvata e che appena c’è la refertazione tecnica pronta si ritorni su questo punto, si discutano gli emendamenti e si passi alla votazione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Mi permetto di farvi una proposta sintetica.
In seguito all’ATN e in osservanza dell’ATN, il consigliere Leoci ha presentato un emendamento che fa sintesi delle questioni che tutti i consiglieri che sono intervenuti hanno posto adesso qui.
Questo emendamento dice: «al comma 1 dell’articolo 1 le parole “gli Enti strumentali e gli Enti pubblici della Regione Puglia” sono sostituite dalle seguenti: “le Amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165/2001”.». Questo, consigliere Tutolo, praticamente richiama la legge nazionale e porta così chiarezza con riferimento a chi deve osservare la norma, come suggerito dall’ATN.
Se quindi votiamo questo, gli altri emendamenti si possono ritenere assorbiti.
Consigliere Scalera, non so cosa ne pensi lei...
Speaker : SCALERA.
Ritengo intanto che l’emendamento che ho presentato sia migliorativo della legge e serva a precisare i tempi a decorrere dai quali gli Enti regionali devono attingere dalla graduatoria della Regione. A mio modo di vedere, questo emendamento serve anche a tutelare gli idonei, che stanno nelle graduatorie degli Enti strumentali, i quali anche loro possono aspirare nello scorrimento dei due anni di vigenza delle graduatorie.
Ritengo che le graduatorie regionali e quelle degli Enti strumentali debbano essere uguali, non possiamo usare due pesi e due misure. Ecco perché ho presentato questo emendamento e non può essere assorbito da altri. Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Dobbiamo aspettare quindi il dirigente, perché su questo emendamento si deve presentare, se non c’è.
C’è il direttore Imperio, quindi se vuole vedere l’emendamento per dare il parere. Questo è il primo, l’emendamento Scalera. Riprendiamo i lavori, colleghi.
Colleghi, prendete posto. Riprendiamo i lavori del Consiglio, che non abbiamo sospeso, perché nel frattempo abbiamo ascoltato, dando seguito alla richiesta dell’assessore… L’assessore ha ascoltato i dirigenti.
Riprendiamo i lavori. Prendete posto per cortesia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Caroli. Nel frattempo, abbiamo acquisito il parere… Abbiamo acquisito questo parere tecnico? Per le vie brevi.
Perfetto. Consigliere Caroli, prego, ne ha facoltà. Prego i colleghi di riprendere posto in Aula.
Speaker : CAROLI.
Grazie, Presidente. Sommessamente devo porre una domanda, all’assessore, perché mi sono perso, vista la concitazione che caratterizza la trattazione del punto della legge.
Mi scusi, assessore, poiché vorrei votarla, questa legge, lei ha detto, se non ho compreso male “attendere la scadenza assunzionale al 2024”. Potrebbe essere più chiaro? Perché non ho ben compreso quello che sarebbe il suo intendimento. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusi un attimo, assessore Stea.
Prego i colleghi di prendere posto in Aula.
Prego, assessore.
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
Il piano assunzionale prevede una scadenza. Non è che può stare sempre in essere. Quindi, alla scadenza di questo piano assunzionale da quella graduatoria non possiamo più assumere. È chiaro che, se con questa legge riusciamo a poter andare ancora a scalare di più le graduatorie facendo attingere dalle varie agenzie altro personale, sicuramente li possiamo portare quasi tutti a zero, tutti i procedimenti concorsuali che abbiamo espletato.
Speaker : PRESIDENTE.
Una precisazione, consigliere Caroli? Prego.
Speaker : CAROLI.
…crearsi le condizioni. Quindi, se dovesse essere approvata la legge, dall’indomani mattina si potrebbe – il 2024 non è una pregiudiziale – tranquillamente andare ad utilizzare la graduatoria e, quindi, farla scorrere regolarmente.
Mi spiego. Io voglio comprendere. Se tutto dovesse essere concluso e a luglio l’Amministrazione “x” volesse attingere da quella graduatoria, non deve attendere il 2024, può farlo immediatamente. Invece, mi era parso di presagire dalla sua precisazione che bisognasse attendere il 2024. Era solo per comprendere questo.
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
…le esigenze nostre.
Speaker : CAROLI.
Non si può dare una prelazione.
Come?
Mica si può dare una prelazione. Se si apre, si dà la possibilità. Se domani mattina il Comune di…
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, però non un dialogo così.
Speaker : CAROLI.
Ho capito. Però, siccome io debbo votare, voglio comprendere.
Speaker : PRESIDENTE.
Sì. Però, faccia una domanda e, assessore Stea, la prego di rispondere alla domanda interamente.
Speaker : CAROLI.
Grazie.
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
Con una delibera di Giunta già fatta abbiamo già approvato dando disponibilità a tutti gli Enti locali di attingere da queste graduatorie, che hanno una scadenza. Dopo di ciò, oggi si sta dicendo: vogliamo mettere pure queste agenzie che, al posto di andare ad espletare i vari bandi, i vari concorsi, e ci sono figure dove possono andare ad attingerle dalle graduatorie già fatte. Io sono disponibile a questo. Le modalità? Le vediamo. Siccome scade il 2024, è chiaro che alla fine, prima della scadenza, si può andare anche ad attingere. Lei mi sta dicendo: lo possiamo fare in corso d’opera? Questo mi sta dicendo. Al momento non c’è una legge che dice questo.
Noi abbiamo fatto un atto di Giunta dicendo che tutti gli Enti locali… Come? …Sì. …No quelli possono farlo già da oggi.
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso, se siete d’accordo, passiamo all’esame innanzitutto degli emendamenti che trattano l’articolo 1, comma 1, della proposta di legge depositata.
Quindi il primo emendamento, rispondendo anche alle osservazioni dell’ATN, suggerisce al comma 1 dell’articolo 1 le parole gli “Enti strumentali e gli Enti pubblici della Regione Puglia” sono sostituiti dalle seguenti: “le Amministrazioni, di cui all’articolo 1 comma 2 del decreto legislativo 165/2001”.
Per completezza, vi leggo l’altro emendamento, che però voteremo dopo, ma le due questioni si sommano.
Dopo le parole “della Regione Puglia”, aggiungere, “fatte salve le graduatorie vigenti presso le suddette Amministrazioni”. Cioè, le Amministrazioni diverse dalla Regione Puglia, quelle indicate nell’articolo 1 della legge 165 assumono, nell’ambito delle proprie procedure, dalle graduatorie della Regione Puglia. Ovviamente, fatte salve le graduatorie che sono già presenti presso quelle Amministrazioni, come suggerito dall’emendamento del consigliere Scalera che infatti ha presentato questo emendamento sostitutivo di quello precedente.
Passiamo al voto sul primo emendamento che è l’emendamento n. 3. …Parere favorevole.
Possiamo procedere al voto.
La votazione è aperta… Favorevole.
Rileggiamo l’emendamento per la regia.
Emendamento alla PdL n. 720. Al comma 1 dell’articolo 1 le parole gli “Enti strumentali e gli Enti pubblici della Regione Puglia”, sono sostituite dalle seguenti: “le amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 165/2001”.
La votazione è chiusa.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato all’unanimità.
Sempre all’articolo 1, dopo le parole “della Regione Puglia”, aggiungere “fatte salve le graduatorie vigenti presso le suddette Amministrazioni”, emendamento a firma Scalera.
Parere del Governo?
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
Parere favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo al voto.
Aveva chiesto di intervenire? Prego, consigliere Tutolo.
Speaker : TUTOLO.
Volevo un chiarimento. L’emendamento del collega Scalera, se non ho capito male, prevede che se ci sono delle graduatorie in corso in alcuni Enti, possano continuare ad attingere da quelle, non che gli altri debbano attingere anche da quelle.
Speaker : PRESIDENTE.
No, solo gli Enti che hanno la propria graduatoria e sino a che le graduatorie sono vigenti.
Speaker : TUTOLO.
Perfetto, è ovvio.
Speaker : PRESIDENTE.
Allora, possiamo procedere al voto.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
L’emendamento è approvato.
A questo punto gli altri emendamenti devono considerarsi superati da quelli che abbiamo approvato. Va bene?
Adesso votiamo l’articolo 1, come emendato.
La votazione è aperta.
Votiamo.
Articolo 1.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato all’unanimità.
Passiamo all’articolo 2 della legge, la clausola di invarianza finanziaria: “La presente legge non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale”.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
L’articolo 2 è approvato.
Adesso votiamo la legge nel suo complesso.
La votazione è aperta.
Il consigliere Picaro ha dichiarato che non considera superato il proprio emendamento, nonostante… L’abbiamo detto al microfono perché contiene una disposizione apparentemente contraddittoria con quanto approvato. Prego.
Sospendiamo la votazione perché c’è un punto rispetto ad un emendamento che non è stato chiamato a votazione, quindi rispetto alla legge nel suo complesso dobbiamo bloccarci.
Prego.
Speaker : PICARO.
Grazie, Presidente, per un semplice motivo, che solitamente…
Io non ho dato alcun tipo di risposta né posto alcuna domanda specifica rispetto all’emendamento che ho presentato. Comunque, ad ogni modo, vorrei che venisse comunque discusso, illustrato l’emendamento e posto a votazione.
È bene o male un emendamento che ha la finalità di estendere la platea di tutte quelle graduatorie regionali, quindi del concorso anche della Regione Puglia, estendendolo anche al concorso unico regionale ASL e alla graduatoria del concorso regionale ADISU Puglia, in maniera tale che la platea concorsuale regionale sia più ampia, atteso che lo stesso ha la stessa procedura che viene svolta dai concorsi della Regione Puglia e può essere oggetto di utilizzazione da parte di coloro i quali sono interessati come Amministrazioni locali anche a queste graduatorie che sono in essere.
Speaker : PRESIDENTE.
Può spiegare meglio che cosa intende dire, consigliere Picaro?
Speaker : PICARO.
Sì. Leggo l’emendamento vero e proprio: “All’articolo 1, comma 1, dopo le parole ‘dalle graduatorie definitive approvate dalla Regione Puglia’ aggiungere le seguenti parole: ‘dalla graduatoria del concorso unico regionale ASL e dalla graduatoria del concorso regionale ADISU Puglia’. Clausola di invarianza finanziaria: il presente emendamento non comporta maggiori o minori oneri a carico del bilancio regionale”.
Semplicemente, essendo due graduatorie di carattere regionale, con questo emendamento, tra l’altro oggetto di discussione in Commissione e condiviso da tutta la Commissione, si fa sì che dalle graduatorie di questi altri due concorsi regionali possano attingere le altre Amministrazioni.
Speaker : PRESIDENTE.
Ci faccia capire: ma perché solo da questi due soggetti?
Speaker : PICARO.
Perché queste sono quelle regionali in essere.
Speaker : PRESIDENTE.
No. Sono in essere adesso, ma la legge è astratta e generale. Quindi, perché solo da questi enti? Potrebbe essere dalla graduatoria dell’ARPA, potrebbe essere dalla graduatoria dell’ATER, potrebbe essere dalla graduatoria…
Speaker : PICARO.
No, quelli sono enti strumentali.
Speaker : PRESIDENTE.
Ma perché ha scelto questi?
Speaker : PICARO.
Sono le uniche, oltre quella regionale, di carattere regionale vigenti.
Speaker : PRESIDENTE.
Ad oggi.
Speaker : PICARO.
Ad oggi.
Speaker : PRESIDENTE.
Ma la legge è generale e astratta. Quindi, io sottopongo a voi il problema. Vengono scelti due soli enti, ADISU e ASL, perché le loro graduatorie siano utilizzate da tutte le Amministrazioni di cui all’articolo 1 del decreto legislativo n. 165. Invece, di graduatorie potrebbero essercene oggi, domani o dopodomani tante altre di tanti altri enti.
Speaker : PICARO.
Assolutamente. Presidente, questo è fuori ogni ombra di dubbio che mica va a tipizzare le uniche graduatorie da cui attingere. Oggi queste sono in corso di validità e per motivi di celerità le si inglobano in quella regionale in essere, perché questa proposta di legge ha la finalità, quella presentata dal Presidente Tutolo, di evitare che possano, gli enti strumentali, avviare procedure concorsuali e, invece, attingere dalle graduatorie vigenti, e queste sono quelle che hanno validità. Semplicemente questa è la finalità.
Speaker : PRESIDENTE.
Io devo riportare, come Presidenza, un tema che è generale. Cioè, la legge vale anche per il futuro.
Noi che cosa stiamo dicendo in questo modo? Che solo per due Enti, la ASL e l’ADISU, anche per il futuro quelle graduatorie di quei due Enti saranno utilizzabili da tutte le Amministrazioni.
Questa è una scelta, non possiamo imporlo noi con legge. È chiaro, è chiaro quello che voglio dirle? Non è solo vigenti, ma anche per il futuro lei così dispone.
Comunque adesso la metto al voto. Il parere del Governo…
Speaker : STEA, assessore al personale e al contenzioso amministrativo.
È negativo, contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
La votazione è aperta.
Votiamo.
La votazione è chiusa.
Per il numero, scusi - avviso i nostri funzionari che sono in regia - il Presidente Emiliano ha mandato congedo, quindi non deve essere presente nel calcolo del numero legale.
Presenti, 28. Votanti, 27. Favorevoli, 12. Astenuti, 1. Contrari, 15.
L’emendamento è respinto.
Ora possiamo passare all’approvazione della legge nel suo complesso.
Aspettate un secondo ancora. C’è un altro emendamento.
Voglio chiedere a questo punto se anche i proponenti di questo lo considerano superato, o no. È un emendamento presentato da Tutolo, Picaro, Di Cui, Leoci e Metallo.
Dice, l’articolo 1 comma 1, dalle graduatorie definitive approvate dalla Regione Puglia, aggiungere le seguenti parole: “dalla graduatoria del concorso unico regionale ASL”.
Vale la stessa cosa, cioè questa legge non è… Ogni legge… Superato. Perfetto. Il Vicepresidente ha chiesto un attimo di approfondimento sulla legge.
Consigliere Metallo, ha chiesto di intervenire? Prego, ne ha facoltà.
Speaker : METALLO.
Va benissimo, lo ha chiesto il Vicepresidente. L’unica cosa, siccome pian piano stiamo perdendo pezzi in Aula, cerchiamo di approvarla quanto prima, perché altrimenti rischiamo che se ne vadano tutti e anche oggi non la approviamo.
Solo questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso procediamo alla votazione della legge nel suo complesso.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
La legge è approvata all’unanimità.
Secondo l’ordine dei lavori approvato... Prego, Presidente Scalera.
Speaker : SCALERA.
Volevo chiedere l’immediata esecutività della legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, votiamo sull’immediata esecutività. Votiamo per alzata di mano.
Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvata all’unanimità.
Quindi, la legge è immediatamente esecutiva.
Adesso, in virtù di quanto votato questa mattina, passiamo all’esame della proposta di legge sulle liste d’attesa, punto n. 3 dell’ordine del giorno del Consiglio regionale di oggi: “Proposta di legge – Amati, Vizzino, Tutolo, Campo, Mennea, Mazzarano – ‘Modifiche alla legge regionale 28 marzo 2019, n. 13 (Misure per la riduzione delle liste d’attesa in sanità – Primi provvedimenti)”.
Questa legge non è stata definitivamente approvata dalla Commissione, per cui non abbiamo la relazione del Presidente della Commissione. Ci sono interventi sulla discussione generale?
Se non ci sono interventi, passiamo al voto. Ha chiesto di intervenire l’assessore Palese. Prego. Ne ha facoltà.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Intanto per il titolo, perché questa così come formulata non riduce le liste d’attesa, quindi è improprio utilizzare il titolo “Misure per la riduzione delle liste di attesa”.
Io non immagino dov’è scritto nella legge quali siano le conseguenze della legge della riduzione delle liste d’attesa.
Confermo che su questa proposta di legge io mi rimetto all’Aula. Il Consiglio quindi è chiamato a esprimersi su un problema serio che non riguarda la Puglia, ma che riguarda tutta l’Italia. Io penso che non ci sia bisogno di illustrare, di dire quello che accade in tutta Italia su questo problema delle liste d’attesa.
Il Presidente della Repubblica, ieri, come ha ricordato la nostra Presidente, è intervenuto perché ci sono molte cose che non vanno. La situazione è molto critica da parte del sistema sanitario.
Io penso che invece l’intervento che ha fatto, l’intervento che occorre in maniera molto seria per affrontare e ridurre il problema delle liste d’attesa in Italia c’è la possibilità e si potrebbe fare esattamente come già è stato varato da uno dei Governi precedenti nel 2021, nel momento in cui sono stati stanziati 600 milioni di euro, con la possibilità derogatoria di poter utilizzare strutture pubbliche e private. Le deroghe servono perché la parte pubblica necessita di avere una trattativa a parte rispetto ai contratti, rispetto alle ore di straordinario, rispetto ai sabati e alle domeniche. Rispetto alla parte privata, se coinvolta, anche qui serve la norma per poter evitare il tetto fissato dalla legge Monti, in maniera tale da poter essere superato.
Dico questo perché la nostra Regione ha utilizzato al meglio quella norma, perché presupponeva anche la doverosa necessità di tirar fuori un piano, che era di 351.000 e passa, cioè persone che dovevano avere prestazioni sanitarie, che erano quelle post Covid censite, e la nostra Regione ha utilizzato totalmente. Ieri c’è stato l’ultimo step, anche con un giudizio da parte del Ministero dell’economia, limitatamente a quel piano.
Quella è la strada, e questa, ad onor del vero, è una strada che stanno seguendo anche alcuni leader nazionali, perché mi sembra assolutamente ragionevole la proposta che Calenda ed altri hanno fatto, quella di stanziare 10 miliardi di euro, se veramente si vogliono abbattere le liste d’attesa nel nostro Paese, ed è quella anche di consentire a strutture pubbliche e private. Peraltro, ci sono anche iniziative parlamentari in questo senso. Non sono sufficienti le risorse, ma occorrono anche interventi normativi straordinari.
La domanda è: che cosa bisognerebbe fare? L’ho già detto. Il resto è fantasia, il resto non è efficace. La proposta che il Consiglio regionale ha all’attenzione sostanzialmente ricalca tutto quello che è in essere e già in vigore. In più, la nostra Regione a suo tempo aveva rafforzato questo con una legge regionale. Che cosa aggiunge? Aggiunge una cosa molto semplice: nel caso in cui c’è un disallineamento all’interno delle liste d’attesa tra la parte dell’attività libero-professionale e la parte ordinaria, a quel punto bisogna sospendere l’ALPI, l’attività.
Mi chiedo, davanti c’è un quadro che non rileggo di liste di attesa incredibili in tutta Italia. L’ultima in ordine di tempo, adesso un cittadino in Lombardia per il problema…
Io penso che in quest’Aula ci sia un problema serio, quello di affrontare… Affrontiamo i nostri, come no. …Sì, però il problema è che non è un problema pugliese. Siccome mi sembra che ad alcuni è chiaro questo e ad altri no, perché sembra che sia la Puglia che è in difetto nel non affrontare, noi quando ci sono stati dati gli strumenti, siamo stati la prima Regione in Italia. Quello che ho detto prima dei 600 milioni 32 alla Puglia, è stato il primo piano in Italia.
L’altro aspetto che dicevo, è che in Lombardia un paziente per poter essere operato di cataratta ci ha impiegato sette mesi per avere la prenotazione che è stata fissata 15 mesi dopo.
I dati sono questi, sono quelli che oggi vengono pubblicati dal Corriere della Sera. Li ho letti prima e per brevità non ripeto questi dati.
Io dico che il Consiglio dovrebbe chiedersi come mai pure in presenza di questi dati molto penalizzanti per i cittadini, nessuno ha applicato le norme previste dalla sospensione dell’ALPI? Qualcuno se lo chiede perché nessuna Regione lo ha applicato? Non l’ha applicato perché ci sono essenziali diritti che sono in gioco. Certamente un diritto importantissimo, quello che il cittadino deve accedere alla possibilità delle prestazioni sanitarie in base ai codici, in base a quei tempi, in base a quel rispetto, tutto quello che è previsto.
Dall’altra parte c’è anche la possibilità per il cittadino e anche per chi esercita la professione. Perché nel momento in cui c’è un medico che sceglie l’esclusività di rapporto, fa un contratto e a quel medico gli deve essere consentito quel diritto e l’espletamento di quel contratto. E se l’organizzazione sanitaria non è nelle condizioni di mettere il professionista a svolgere quel contratto, non è che può venire meno il diritto.
Perché io ancora sto facendo la ricerca ma qui è successa anche una diatriba a suo tempo in cui il professionista è andato alla giustizia, non mi ricordo se amministrativa o del lavoro, e quel diritto non può venire meno per un problema contrattuale e per un problema di scelta.
L’esclusività di rapporto… L’ALPI nasce sia per dare il diritto al medico oggi di poter svolgere in ALPI questi aspetti. Il diritto è così forte che il medico può espletare, se non messo nelle condizioni all’interno di avere gli ambulatori, di avere la possibilità di espletare la professione, è addirittura autorizzato, gli deve essere concesso di farlo anche fuori, in strutture autorizzate per prestazioni sanitarie.
Quindi, questo è il quadro.
È fin troppo evidente che anche il cittadino nel momento in cui necessita di avere una prestazione sanitaria in un qualsiasi reparto, o per fiducia, o quant’altro, ha il sacrosanto diritto di poter scegliere esattamente quel medico in ALPI, oppure con via ordinaria.
Ora, il problema è esattamente questo… Perfetto, si arriva alla sospensione.
Io chiedo, ma siamo sicuri? Il Consiglio è sicuro che si riducono le liste di attesa? Oppure invece complichiamo ulteriormente tutto se ci sono 300 persone che attendono in lista di attesa le prestazioni, attendono questi aspetti. Nell’attesa si aggiungono, con la sospensione, anche quelli che vorrebbero utilizzare l’ALPI rispetto a queste prestazioni. Quindi da 300, passiamo a 400, 500, 600, quello che è.
Non solo. Paradossalmente anche quelli che non hanno risorse. Purtroppo a me dispiace molto, perché le statistiche sono veramente impietose, perché parlano del 10 per cento delle persone che non hanno la possibilità di avere queste prestazioni.
Davanti a una situazione del genere si aggrava e si riduce lo spazio per quelle persone che non hanno la possibilità di accedere alle prestazioni sanitarie.
Quindi il problema è questo. Il Consiglio oggi è deputato a far questo. Non mi sottraggo a dire perché mai. No.
Noi abbiamo avviato anche come Regione, non ripeto quante disposizioni anche imperative sono state date alle ASL sulle liste dedicate, tutto quello che tanto sono cose note e sono diffuse dappertutto.
Così pure io con il Dipartimento si è attivato per avere una serie di informazioni e di dati che formalmente vanno acquisiti, possono essere di supporto di edotto e sicuramente sono importanti, ma se bisogna iniziare a vedere di iniziare anche di attivare un procedimento per poter sanzionare eventuali inapplicazioni e quant’altro, deve essere strutturato il provvedimento.
Quindi noi siamo davanti a questo tipo di situazione.
Il Consiglio è chiamato a fare una scelta, una scelta molto complessa, che riguarda le coscienze, che riguarda i diritti, che riguarda anche la parte più essenziale di quella che potrebbe essere la valutazione di quanto è in essere nel contesto della legge.
L’esclusività di rapporto è un contratto, non può essere ignorata, l’attività libero professionale deve essere assicurata o all’interno o, in caso non possa esserci questa possibilità perché le Regioni hanno utilizzato male le risorse per far sì che ci siano gli spazi necessari e adeguati per svolgere l’attività libero professionale, si sono dovute concedere la possibilità di fare all’esterno.
In più, c’è tutta la parte che riguarda esattamente gli effetti, cioè quali effetti avrà questa norma? Quali effetti di fatto pratici nella riduzione delle liste d’attese e nell’agevolazione dell’accesso?
Le mie informazioni, che modestamente posso offrire al Consiglio, le ho dette, il Consiglio è chiamato a verificare e attivare la scelta più appropriata che ritiene, in un contesto in cui , una volta attuata la norma, se si va ad ottemperare, è inevitabile che il contenzioso con il medico A, con il medico B, con il medico C, anche con il risvolto che il tutto venga sottoposto al vaglio della Corte Costituzionale.
Questi sono i termini della proposta, penso che sia arrivato il momento, senza polemiche, perché sembra che la Puglia non affronti il problema, che le liste d’attesa siano solo qui, che in questo Consiglio ci sia chi vuole le liste d’attesa, chi tiene agli ammalati di tumore, chi ci tiene a questo o a quello, mentre gli altri sono persone senza coscienza, senza professionalità e senza responsabilità.
Questo non può essere consentito e per questo motivo penso che abbiano fatto bene tutti quelli che hanno anticipato la discussione, perché bisognava risolvere una situazione su cui il Consiglio - ripeto ancora una volta - è chiamato ad assumersi la responsabilità. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Io non ho capito: lei, assessore, non presenta emendamenti? Perché del titolo ha detto che non andava bene....
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
No, non presento alcun emendamento, ho già detto – ripeto - ho detto esattamente – mettendo le mie conoscenze a disposizione del Consiglio – quello che la mia coscienza… Io penso che sia anche un insulto, quel titolo, un insulto.
Si dica invece che si vuole l’attuazione di quanto previsto dalla norma nazionale, eccetera, e amen.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, meglio presentare un emendamento…
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Dice “riduce le liste d’attesa”.
Speaker : PRESIDENTE.
Meglio presentare un emendamento…
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Come vedete, è una presa in giro… Perché lo devo presentare?
Dovrebbe essere… Io non presento nessun emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Amati. Ne ha facoltà.
Speaker : AMATI.
Signor Presidente, colleghi…
Speaker : INTERVENTO.
Il Governo è contrario o no? Possiamo saperlo?
Speaker : AMATI.
Non l’abbiamo capito. Vedremo. Vivendo, capiremo anche questo.
Io devo smentire una leggenda, e cioè che l’assessore Palese legge le carte. Questa è una leggenda, quindi la dovete smentire, questa leggenda.
Se uno leggesse le carte, leggerebbe che la norma vigente, quella che vige oggi – vigente – ha quel titolo. Quindi, devo dire che non ha letto nemmeno il titolo della proposta di legge.
Vi è di più: questa proposta di legge è fondata sul Piano nazionale di governo delle liste d’attesa per ridurle, all’interno del quale ci sono le norme per ridurle, nonché il Regolamento della Regione Puglia, con norme per ridurre le liste d’attesa.
Ciò vuol dire che i provvedimenti che stanno in questa legge sono tutti quanti, quelli che il legislatore statale e quello regionale individuano per ridurre le liste d’attesa.
Se l’assessore Palese si sente offeso dall’ordinamento, è un atto eversivo ed è un problema suo. Quindi, egli non legge le carte; tant’è che si produce in questo intervento imparaticcio. Tante cose affastellate, nulla spiegato, per cui, se uno mi chiedesse che ha detto, come mi hanno chiesto i colleghi – scusate, se vi coinvolgo – qui di fronte a me, non lo sappiamo dire. E c’è di più: è tanto imparaticcio l’intervento che tutto l’intervento, è l’unica cosa che ho colto, è fondato sulla libera professione: l’ALPI. Avete sentito? L’ALPI di qui, l’ALPI di là, cioè, l’attività privata dei medici. È la difesa dell’attività privata dei medici. È una leggenda che egli sappia leggere le carte, perché della nostra proposta di legge solo un articolo tratta questo argomento. Ce ne sono tanti altri che trattano altri argomenti. Ma egli, che non ha letto le carte, non sa questo.
C’è di più. Io parlo così dell’assessore Palese perché siamo amici da tanti anni, ce lo possiamo consentire… Dice, il collega Tutolo: figuriamoci cosa sarebbe accaduto se ti fosse stato antipatico. Se mi fosse stato antipatico l’avrei ignorato. Io, siccome non ignoro nessuno dei colleghi qui presenti, vuol dire che mi stanno tutti simpatici. Solitamente, quando uno mi sta antipatico, lo ignoro. Questo è il mio metodo. Ognuno ha il suo metodo.
L’assessore Palese è intervenuto soltanto sulla libera professione, ha ignorato tutto il resto. Ma poi c’è un “Palese di prima” e un “Palese di dopo”. Io questa battaglia la porto avanti dalla IX Legislatura. Nella IX e nella X Legislatura Palese faceva un altro mestiere politico, che era fieramente all’opposizione rispetto alla mia posizione politica. Fieramente! Ogniqualvolta io intervenivo sulle liste d’attesa egli, con la sua solita generosità espressiva, a volte anche rasentante il furibondo anche per l’abbondanza, perché lui è molto generoso, interveniva per perorare la mia causa. Interveniva per perorare la mia causa e diceva: sì, dai a quelli, dai a quegli altri! Lui per certi versi era il mio coach, il mio motivatore nell’andare a cercare, all’interno della mia maggioranza, elementi per migliorare lo stato dei fatti. Poi, c’è il “Palese di oggi”, che ovviamente disconosce tutto questo.
Quindi, dopo questo breve resoconto di carattere psicanalitico dell’assessore Palese, che mi fa dire che probabilmente da oggi lo chiamerò il “signor Imparaticcio”, pensando di aver smentito la leggenda, entriamo nel dunque. L’assessore dice: servono i soldi, perché, Amati, non è soltanto la Puglia, ma è tutta l’Italia. Vero. Però, chi più e chi meno. Vorrei inseguire i “chi meno”. Posso inseguire i “chi meno”? Oppure, per forza devo stare allo stesso livello dei “più”? Questo è l’intento: voglio stare a inseguire i “di meno”. I soldi. I soldi, servono i soldi. Ha ragione Calenda che lì insinua un dato politicista per dire… No, per dire, Amati, poi a me che non è che sono nato ieri per dire vedi che… No ma lo ricordo io.
Calenda ha ragione, servono i soldi, ma come vi ho detto prima sulla questione dei soldi mi verrebbe da dire, tanto per cominciare, i 30 milioni che questo Consiglio regionale ha disposto per il Piano di riduzione delle liste d’attesa, per cui le ASL hanno presentato… L’assessore Palese perché non ci dice per quale motivo ancora non è stato speso un euro? Un euro, non è stato speso. Non sono stati istruiti i Piani delle ASL.
Poi ve li faccio vedere i Piani delle ASL e avremo da dire, ma non voglio dilungarmi.
Non è stato speso un euro. Vi ricordate il Consiglio regionale, collega Galante, noi con 30 milioni faremo, faremo e non è stato speso un euro. Assessore Pentassuglia, nemmeno un euro.
Allora uno se si lamenta dei soldi verrebbe qua a dire noi li abbiamo spesi ma il problema persiste.
No, i soldi sono sempre quelli che devono arrivare, quelli che stanno non c’entrano. Va bene?
Quindi, già la questione dei soldi è una questione che non rileva.
Accanto a questa c’è un’altra questione. L’assessore Palese non ha letto la legge vigente. Già le norme della legge vigente sono norme risolute. Nessuna è applicata.
Lei, assessore Palese, perché non ci ha riferito, invece di fare lo sponsor dell’attività privata, non ci ha riferito perché non vengono applicate quelle blande attualmente vigenti?
L’ha letta la legge vigente? Penso di no, perché altrimenti con ben altro piglio avrebbe affrontato questo argomento. Ma lei parla solo di ALPI e dice che le cose proposte di Amati nessuno l’ha fatto. Nessuno l’ha fatto? Ma come? Ma se noi la nostra proposta di legge ci siamo fatti ispirate dalla Regione Emilia-Romagna. Si ricorda il collega Campo, nella scorsa legislatura io venivo qua con il faldone con i provvedimenti dell’Emilia-Romagna e i numeri dell’Emilia-Romagna.
Nessuno l’ha fatto. Dirà Palese, che lui è un reazionario di destra, beato lui che sa che cosa significa, così come dire di sinistra, beati sempre loro, lui ovviamente quando sente Emilia-Romagna probabilmente non si sente a suo agio. Va bene? Io invece riconosco che l’Emilia-Romagna è una Regione ben governata.
C’è di più. Di recente il Presidente della Campania De Luca ha approvato un provvedimento simile.
Dice Palese, che è una leggenda che legge le carte pugliesi, figuriamoci quelle di diritto comparato, cioè l’Emilia-Romagna, la Campania, dice che in nessuna Regione si fa, e io resto un po’ stupito, e sulla base di questo impianto, che ho riassunto sperando di aver capito qualcosa, dice: “Consiglio, fai tu”.
La legge in realtà cosa dice? Lo spiego io cosa dice la legge. L’ALPI è l’ultima cosa, so che l’assessore Palese è sensibile ai privati che servono per scalare l’attesa, io non ho la medesima sensibilità, perché io sostengo un sistema pubblico universalistico per mille ragioni che magari poi faranno capolino nel mio intervento.
Dice la legge che innanzitutto il Centro di prenotazione è unico per tutta la Regione, perché se una persona ha un guaio, va al CUP e il CUP deve assicurare nei tempi massimi in qualsiasi posto della Puglia, con la classe di priorità.
Cosa trovate di rivoluzionario in questo, ceri colleghi? Se io mi sento male (facciamo così, la parte del malato la faccio io, voi fate la parte dei dottori) cosa c’è di male se mi rivolgo al CUP e dico “signor CUP, ho una classe di priorità a breve, mi dai la prenotazione?” e quello dice “a casa tua non posso, la devi fare a 10 chilometri, se vuoi è così, che è fuori da un’altra ASL” che è un sistema sanitario regionale.
La nostra norma dice che si fa così, e, se non si fa rapidamente questa innovazione, sono problemi per chi non la fa, perché c’è un problema in Puglia: chi non fa le cose non ha mai problemi, non ha mai problemi!
Si dice “hanno fatto la norma quei Giufà del Consiglio regionale” (avete presente il teatro di Giufà, i pupi siciliani?), “quei Giufà del Consiglio regionale hanno fatto la norma... eletti dal popolo, le risate! Noi ce ne infischiamo, tanto non ci fanno nulla!”. Noi siamo un Parlamento di Giufà, un Consiglio regionale di Giufà, ma dice la legge che, se tu non lo fai, ti succede qualcosa, perché nella vita chi non fa deve sapere che è chiamato alla responsabilità.
Due. La legge prevede anche cosa: quando ad Amati malato hanno detto “fra un anno ti devi controllare”, “mi raccomando, fatti il controllo, Amati”, mi ha detto il dottore… Chi vuole fare il dottore? Tutti… Tutti i dottori mi hanno detto “devi controllarti, lo devi fare fra un anno”.
Se vado via da quello specialista, dico: sapete che io sono previdente? Vado al CUP e dico “posso prenotare subito^ È per fra un anno”; “eh, di già? Non abbiamo ancora la proiezione delle agende, cerca di venire più o meno quando saremo prossimi”. Va bene. E va via.
Perché? Perché non c’è la proiezione delle agende 365 giorni all’anno per tutti gli anni, cosa che dovrebbe esserci. Dovrebbe esserci! Non c’è. Però questa persona non la capisce tutta questa burocrazia, e quando mancano due o tre mesi dall’anno che gli ha detto lo specialista, va al CUP e dice: “senti, devo prenotare”; “devi prenotare? Purtroppo non abbiamo posto, le agende sono chiuse”; “ma come, io sono venuto un anno fa e avete detto che non c’era la proiezione?”
Cosa dice la norma? Non parla di libera professione, assessore, quella per la quale lei ha particolare amore. Dice la norma che le agende si organizzano in una proiezione di 365 giorni l’anno e nessuno può dire che sono chiuse o non c’è la proiezione. Anche dicendo fra cinque anni, lo devi dire, perché tra l’altro, se dici fra cinque anni, serve per utilizzare i soldi, e torniamo all’argomento dei soldi. Perché altrimenti non sai dove devi utilizzarli, i soldi, non puoi quantificare quali sono le prestazioni inevase.
E aggiunge la norma: se non lo fai, però, ci sono delle conseguenze, perché nella vita chi non fa il suo dovere ha delle conseguenze. Apriti cielo: delle conseguenze! “E ora, quel Giufà di Metallo deve dire a me che ci sono delle conseguenze? Insieme a quel super Giufà di Amati, tutti e due devono dire questa cosa a me?” Scrivete, voi! A noi che importa?
Ora, c’entra nulla con l’ALPI, questa storia? Voi sapete che l’assessore Palese ha firmato una circolare – sentite un po’ –, che dice che il follow-up – “follow-up”, traduzione, “controllo” per i malati oncologici, malattie rare. Dice che per quel controllo non devi andare dal CUP; per quel controllo, lo specialista di branca, sulla base di alcune cose, che significa soldi, devi farti la prenotazione. Non lo fa nessuno. E non lo fa nessuno perché se ne infischiano dell’assessore Palese che ha firmato questa circolare. Ma all’assessore Palese, siccome è un masochista, perché gli piace, dice “punitemi, datemi, forza, frustatemi”, non importa nulla che non eseguono la sua circolare, perché è un masochista. Io mi sentirei ovviamente punto nell’orgoglio. Lui, invece, no. Lui viene qua e dice: no, sono contro questa legge. La legge nostra dice: se non rispettate quello che ha detto l’assessore Palese noi, avvocati dell’assessore Palese per vendicare il suo masochismo, ne avrete delle conseguenze. Questo è quello che dice questa legge.
Poi c’è un ultimo argomento, ma è un riassunto, ci sono altre cose che dice questa legge, l’ALPI. Assessore, la cosa che piace a lei: l’ALPI. Sono arrivato all’ALPI. Io ovviamente non ho capito niente. Naturalmente, siccome non ho capito niente io, non ha capito niente InnovaPuglia, perché i dati che ho io sono i dati di InnovaPuglia. Non abbiamo capito nulla, nulla. Nessuno ha capito niente. Poi, andiamo all’ALPI. Assessore, lei sarà in grado di interrompermi soltanto se batterà la scarpa sul tavolo. Per il resto, io vado avanti imperterrito. Arriviamo all’ALPI. Come funzionano le prestazioni in Puglia? Perché questa cosa nessuno la dice. Si calcola un fabbisogno sulla base della popolazione, è il dato epidemiologico, e si dice: noi in Puglia abbiamo bisogno di “x” prestazioni. È meticoloso, il calcolo. E si attribuisce il budget alle ASL. Quello che non ce la fa la ASL va dato agli incaricati di pubblico servizio, che sono i famosi privati, quelli convenzionati. Ora, già quando noi diamo i soldi, diamo i soldi ai convenzionati, in più rispetto al fabbisogno, però dalle ASL non ci facciamo restituire i soldi di budget che gli abbiamo dato sul fabbisogno. Per cui, le prestazioni le paghiamo due volte. Dati di contabilità generale. Dati di contabilità generale! Andate dal dottor Pacifico e vi racconterà come stanno queste cose.
Il legislatore nazionale, però, nel piano delle liste d’attesa dice: guardate, questa cosa va bene, però il cittadino – seguitemi su questa cosa che è importante – ha diritto di scegliersi da chi si deve far curare. Quindi, viene introdotta l’attività libero-professionale. Naturalmente ti do le strutture e ti do una indennità, che si chiama “indennità di esclusività”. Fallo da me. Quando si introduce questa cosa, dice “però, mi raccomando, i tempi devono essere allineati, mi raccomando”. InnovaPuglia dice che non sono allineati, InnovaPuglia fa un report ogni sei mesi sulle settimane indice e poi fa un report complessivo. Se andate sul sito, lo trovate, e non sono allineati. Il cittadino, quindi, può scegliere il suo medico nel caso non gli piaccia quello a cui è destinato.
Così funziona tutto, ma il problema è che il cittadino non sceglie nulla. Perché, mi volete convincere che scelga il cittadino? Il cittadino non sceglie nulla, siccome gli dicono “vieni fra tre anni”, a pagamento è così, perché l’assessore dice che è un diritto di scelta. Assessore, questo è un fatto di coscienza. Lei non lo può dire, io non conosco un cittadino che sceglie, conosco solo cittadini che subiscono la decisione di andare a pagamento, non lo dica più, non lo dica più, assessore! Perché lei gioca con le lacrime delle persone...
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Amati...
Speaker : AMATI.
Ho finito.
Speaker : PRESIDENTE.
Termini, per cortesia, abbassate la voce...
Speaker : AMATI.
Assessore, non lo dica più!
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Amati, grazie...
Speaker : AMATI.
Non lo dica più! Lei mi può dare anche del buffone...
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, smettetela con queste frasi, altrimenti devo pregarvi di uscire dall’Aula. Vi prego di stare calmi... ha detto costantemente “sto finendo”.
Per favore, altrimenti devo chiedervi di uscire dall’Aula. Consigliere Amati, il suo intervento è chiuso.
Prego, consigliere Tutolo.
Consigliere Amati, ha parlato più del tempo previsto, adesso basta!
Speaker : AMATI.
Per fatto personale, perché sono un buffone... ho diritto per fatto personale.
Speaker : PRESIDENTE.
Senz’altro, però, attenzione, un attimo di calma. Le do la parola però attenda un attimo, facciamo intervenire il consigliere Tutolo, la farò intervenire dopo per fatto personale.
Speaker : AMATI.
No, per fatto personale! Ho diritto per fatto personale a parlare per primo.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Amati, attenda... Delli Noci, la prego…
Si calmi, prima, si calmi, calmatevi.
Ma di che cosa stiamo parlando? Ha parlato dieci minuti.
Un attimo soltanto. Consigliere Amati, se si siede, si calma, riprendiamo i lavori con calma. Senz’altro ha diritto, però un momento, facciamo intervenire prima il consigliere Tutolo, poi interviene lei.
Speaker : AMATI.
Ho diritto subito, è scritto sul Regolamento. Ho diritto subito.
“Buffone”? Ho diritto per fatto personale.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Amati, si calmi.
Un attimo. Prego, ha la parola. Può intervenire. Però per quanti minuti può intervenire?
Cinque minuti per fatto personale.
Per fatto personale.
Speaker : AMATI.
Intervento per fatto personale perché “buffone”… Dare del “buffone” ad una persona squalifica chi lo dice. Dare del “buffone” non significa che si ha più ragione. Offendere, cioè, non significa che si ha più ragione; offendere significa che si ha torto, per cui, quando si sta raccontando una realtà e ci si sente dire “buffone”, e poi aggiungere “e lo ripeto”, addirittura con la recidiva, non è un modo per poter stare civilmente tra colleghi.
Per cui io in realtà chiedo di intervenire per fatto personale non perché mi sento offeso, perché quando “buffone” viene detto da chi in realtà non ha argomenti, non ha letto nulla…
Speaker : PRESIDENTE.
Silenzio, colleghi. Però, non offenda, lei.
Speaker : AMATI.
Non ha letto nulla. E non è un’offesa.
Speaker : PRESIDENTE.
No, non può offendere. Non può dire ad un altro collega che non ha letto nulla.
Speaker : AMATI.
Allora chiedo scusa. Non si è informato in maniera dettagliata sui punti che riguardano la legge. Va bene così? È bello, è elegante. Non si è informato in maniera dettagliata. Non è che dando del buffone agli altri questa informazione di dettaglio mancante come d’incanto viene colmata. Allora io, colleghi, sto approfittando della questione personale per dirvi che il problema esiste. Esiste una quantità di norme disapplicate, fortemente disapplicate, che non possono essere trattate con giudizi di “buffone” nei confronti di un collega.
Io non chiederò all’assessore Palese di chiedermi scusa. Sapete perché non chiederò di chiedermi scusa? Perché francamente non serve a nulla. Perché francamente non serve a nulla! Dopo che mi ha incitato a menare sul Presidente Emiliano nelle altre legislature, lui cambierà opinione nella prossima. Dipende. Dicono che addirittura lo vogliono sostituire. Non lo so, sono i maldicenti. È un fatto politico, questo. Sta sui giornali.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere, però, fatto personale è diverso dall’assumere considerazioni politiche.
Speaker : AMATI.
Presidente, ho detto che io non chiederò le scuse perché poi, se cambierà posizione, cambierà probabilmente opinione, come è già accaduto. Io cito un fatto storico.
Cari colleghi, mentre vedete questa disputa, ovviamente fuori di qui ci sono tante persone che si aspettano da noi qualche risposta. L’unica cosa che non si aspettano è far niente o coniugare i verbi al futuro dicendo che chi vuol fare qualcosa, non contrapponendo una proposta, ma semplicemente dicendo che siamo dei buffoni, non è dicendo che si è dei buffoni che si colma l’esigenza che abbiamo, che è l’esigenza di fare qualcosa, ma con provvedimenti. Questo è il punto di questa discussione che vorrei fosse tenuto presente, perché alla fine il senso per cui siamo qui è esattamente questo.
Se sto antipatico a qualcuno, firmatela voi, ma fatela, perché c’è la necessità di farla, come tutti i colleghi sanno incontrando le persone.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Adesso deve intervenire il consigliere Tutolo, perché nel passaggio verso il consigliere Amati si è invertito l’ordine della richiesta di interventi. Prego, consigliere.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Io firmatario di questa proposta di legge, come molti colleghi, perché credo che ci sia bisogno di affrontare l’argomento.
Sicuramente non è una proposta perfetta, è perfettibile, come tutto del resto. Ad esempio, non condivido assolutamente che la soluzione (qui sono d’accordo con l’assessore) possa essere quella di eliminare l’intramoenia, perché è ovvio che renderebbe quella fila ancora più lunga, non mi pare difficile percepirlo, perché se ci sono due file e ne eliminiamo una, tutti si mettono nella stessa fila ed è chiaro che i tempi si allungano e non diminuiscono. Si fa implodere il sistema in questo modo, però il problema c’è.
È vero anche che ci sono molte norme disapplicate, una su tutte che mi piace pensare possa non so se essere la soluzione, ma sicuramente far fare molti passi avanti. Non credo che la soluzione possa essere quella prospettata dal Governo di metterci, se non ho capito male, 1 miliardo ed aumentare lo straordinario da 50 euro a 100 euro l’ora, per cui passa il messaggio che se ti do 50 euro ad ora lavori poco, se ti do 100, lavori di più (è sempre un’ora e spero che chi percepisce 50 euro ad ora faccia il massimo che può fare, vista anche l’importanza del tema), quindi non credo che sia quella la soluzione, si rischia di mettere dei soldi senza risolvere il problema.
C’è però una legge, assessore (vorrei che me lo riconfermasse per l’ennesima volta, perché me lo ha confermato per due o tre volte, poi mi ha detto “lo facciamo nell’altro Consiglio, nel prossimo e nel prossimo ancora”, ma mi piacerebbe avere una risposta definitiva su questo emendamento che faccio io), c’è una legge nazionale che prevede una cosa banale: se ti viene data una prescrizione per fare un esame entro una certa data prestabilita, che è quella urgente di x giorni, quella programmata, se il servizio pubblico non è in grado di erogarti quella prestazione nei tempi stabiliti tu puoi chiedere quella prestazione in intramoenia. Qualora non ti fosse concessa neanche in quel caso, tu puoi andare dal privato e chiedere il rimborso alla ASL: è reale, questa ricostruzione, assessore? Non vorrei aver capito male. Se ciò non è vero, ovviamente, cade tutto e diventa un castello di carte.
Se è vero questo, l’unico problema, qual è? È quello che c’è la ASL che probabilmente, anzi, non probabilmente, ma sicuramente, e ci sono diverse richieste di avvocati di rimborso, ma le ASL non rispondono, quindi avremo dei giudizi. Immaginate se scrive un cittadino per chiedere il rimborso: non soltanto non rispondono, ma forse neppure la leggono. È questo il problema, probabilmente. Allora io ho pensato a una soluzione che può essere anche banale, oppure ditemi dove non funziona e me ne farò una ragione. La soluzione banale qual è? È quella per la quale noi andiamo a prevedere che il rimborso non lo deve chiedere il privato cittadino, ma lo chiede colui che ti eroga la prestazione, che è probabilmente in una posizione più forte del privato cittadino. C’è quello che si rompe le scatole ad andare dall’avvocato per chiedere i 150 euro, ma soprattutto, quelli che mi preoccupano di più, se mi permettete, sono quelli che non hanno quei 150 euro, eventualmente da anticipare per poi chiedere il rimborso.
Allora mi chiedo: se noi approviamo questo emendamento, dove diciamo semplicemente, ripeto, che chi deve chiedere il rimborso è chi eroga la prestazione, mi pare di una semplicità disarmante. Nel caso in cui, ripeto, avessi capito male qualcosa, me lo dite e mi tolgo almeno questa cosa dalla testa. A me sembra veramente, semplice, semplice, semplice.
La struttura che eroga la prestazione, erogandone evidentemente diverse, sicuramente farebbe valere il suo diritto, ed è sicuramente più forte del povero privato cittadino che non ha quella forza. I 40 milioni di euro che abbiamo messo nella legge di bilancio non mi pare che abbiano sortito l’effetto sperato. Abbiamo semplicemente dato degli straordinari al personale che lavorava nelle strutture pubbliche, ma il problema delle liste d’attesa non è che non è stato risolto, ma neppure si è percepito un miglioramento.
A mio avviso quindi bisogna vedere un’altra strada. A me questa sembra banale, semplice, ma probabilmente efficace. Mi si spiegasse quali sono i motivi per i quali non è applicabile, piuttosto che auspicabile, perché a mio avviso, a mio personale avviso… Assessore, la prego di darmi conforto sulla veridicità di questa mia ricostruzione, perché non vorrei aver compreso male o magari anche lei negli altri Consigli mi ha detto che era così. Cioè, voglio capire se è d’accordo nel portare avanti un emendamento, anche con un tetto ISEE. Preoccupiamoci di garantire almeno ai più deboli di avere accesso alla prestazione, perché c’è quello che rinuncia al rimborso, ma c’è quello che rinuncia proprio a farsi la diagnosi. Almeno quelli cerchiamo di tutelarli. Non credo che serva uno sforzo immane. Si tratta di applicare una delle norme esistenti.
Questo emendamento recita: “Qualora i tempi di attesa della prestazione richiesta presso il CUP dell’ASL di appartenenza o quella nel cui ambito essa viene richiesta superino i tempi massimi di erogazione delle prestazioni sanitarie in rapporto alle singole classi di priorità individuate dal medico all’atto della prescrizione, l’assistito può chiedere che la stessa prescrizione venga resa nell’ambito dell’attività libero-professionale intramuraria (ALPI) ponendo a carico della ASL di appartenenza o quella nel cui ambito essa viene richiesta in misura eguale la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima, sulle scorte delle tariffe vigenti. Nel caso l’assistito sia esente, invece, nell’ASL di appartenenza o in quella nel cui ambito essa viene richiesta, corrispondono per intero e in misura eguale il costo della prestazione. Nell’ipotesi in cui, anche a seguito di richiesta di accesso all’ALPI, venga fornita all’assistito una data per l’erogazione della prestazione successiva alla scadenza del termine stabilito dalla classe di priorità della prestazione stessa individuata dal medico all’atto della prescrizione, il CUP fornisce all’assistito documento cartaceo o informatico in cui si attesta che la struttura istituzionale neppure attraverso il ricorso ad attività eseguita in ALPI ha possibilità di soddisfare la prestazione nel rispetto del suddetto termine, talché questi possa richiedere l’erogazione della prestazione presso altra struttura sanitaria, purché in possesso di regolare autorizzazione all’esercizio. La stessa struttura potrà successivamente richiedere il rimborso della prestazione mediante il documento di inadempienza rilasciato dal CUP, ponendo a carico dell’ASL di appartenenza o quella nel cui ambito essa viene richiesta in misura uguale la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti.
Nel caso l’assistito sia esente, invece, l’ASL di appartenenza o quella nel cui ambito essa viene richiesta corrispondono per intero in misura uguale il costo della prestazione.
Concludo dicendo che ci sarebbe un altro beneficio, perché forse non tutti sanno ...vi faccio una descrizione di quello che avviene oggi.
Oggi la provincia di Foggia a 2 milioni di euro di budget per le prestazioni riguardanti la diagnostica per immagini, accade che quei 2 milioni sono assolutamente insufficienti, quindi molti vanno fuori Regione, nella vicina Campobasso, ad esempio.
Cosa avviene? Il Molise ha di rimborso di mobilità passiva da parte nostra oltre 2,5 milioni, cioè è più quello che ha il Molise che quello che ha la provincia di Foggia.
Quello che avverrebbe probabilmente, la cosa più banale è che chi potrà beneficiare di una norma del genere non andrà più in Molise, ma la farà in Regione Puglia, quindi elimineremo anche un po’ di mobilità passiva.
Faccio appello a tutto il Consiglio, affinché si faccia una riflessione per comprendere se questa possa essere una soluzione, o meglio un miglioramento. Lo è sicuramente - ripeto - per quelli più deboli, che non hanno la possibilità di anticipare nulla, ed è a questi che probabilmente dovremmo rivolgerci per primi.
Chiedo quindi a lei, assessore, una spiegazione per capire se questa mia ricostruzione sia fedele alle norme. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ma lei l’emendamento l’ha depositato? Intende depositarlo? Perché io non ho capito dal suo intervento se voleva parlarne con l’assessore...
Speaker : TUTOLO.
Questa mia descrizione risponde a questa norma? Perché se è campato in aria, ovviamente non presento un emendamento campato in aria. Chiedo scusa all’Aula per aver tolto del tempo inutile, perché ho inventato qualcosa oppure non ho capito granché e non lo presento.
Se invece è reale, lo presento e lo sottopongo al giudizio dei colleghi. Tutto qua.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Consigliere Perrini, ha chiesto di intervenire, prego.
Speaker : PERRINI.
Ho ascoltato Amati e ho ascoltato anche Tutolo… Alla fine risponde…
Speaker : PRESIDENTE.
L’assessore però può rispondere quando ritiene opportuno.
Prego, consigliere Perrini.
Speaker : PERRINI.
Sulle liste d’attesa, ognuno di noi forse riceve dieci, quindici telefonate al giorno di poveri amici, poveretti, soprattutto sul discorso oncologico, che non riescono a prenotare esami.
Io non voglio ripetere quello che ha detto Picaro, tutto quello che hanno detto Picaro, Romito, Amati, ma voglio dire una cosa. Non voglio dire che sono per il privato, o contro il privato. Io sono quello che vuole collaborare.
Ho notato che durante il periodo Covid in tutte le cliniche private si faceva carne da macello: si prendono persone, si portavano là, poi si spostavano… L’emergenza era emergenza perché dovevamo fare i numeri, e i privati in quel momento funzionavano, andavano bene.
Arriviamo a luglio e agosto che le cliniche private non possono più fare TAC, risonanze perché hanno finito il budget. Non riesco a capire come mai poi i nostri pazienti, i nostri parenti… Che fanno? Poiché non riescono a prenotare – io parlo della mia provincia – vanno a Matera, li trovi in Calabria; e cominci a mettere i soldi della benzina, i trasporti, lo stress. E i soldi non vanno all’ASL della Basilicata, della Campania, della Calabria? Addirittura, la Campania alcune volte sta meglio di noi.
Io da imprenditore, non essendo un tecnico, come Rocco Palese o Amati, mi faccio due conti. Dico: ma le cliniche private a cosa servono? Non credo che serva che uno deve avere un rimborso per una causa. Stanno nel circuito delle ASL, sono nel circuito della Regione Puglia, della sanità. Perché io quando chiedo: scusa, perché non aumentiamo il budget alle cliniche, quando soprattutto siamo in sofferenza? Non si può fare perché c’è una normativa nazionale… Mi dice un sacco di chiacchiere. Poi io sinceramente dico: poiché siamo noi al governo, datemi questa normativa, vediamo anche di fare una battaglia noi… Anche la storia che ho sentito prima: assessore Piemontese, mi rivolgo a lei perché lei dà l’ordine quando se ne deve andare, poi dà l’ordine per tornare. Io, quando si tratta di sanità, mi può dare l’ordine lui, la Meloni o Fitto, io rimango qua. Allora, le spiego. Quando vi conviene è il Governo nazionale. Ma voi state da 15-17 anni e io sento Emiliano che litiga con Letta, litiga con tutti i Governi vostri, adesso si inventa un’altra campagna elettorale contro la Meloni. Ma ci vogliamo sedere seriamente, come persone di buonsenso, a parlare veramente di cose serie per la sanità e fare squadra, noi di centrodestra insieme a voi, e cercare noi come possiamo aiutare a fare in modo che arrivino più soldi in Puglia? Non a fare questo teatrino che dopo una settimana che si è insediata la Meloni in ogni cosa la colpa è della Meloni. Vi siete inventati quella legge, quell’altra mozione sul PNRR che il mostro Fitto doveva fare. Ma tutto questo a che cosa porta? Forse prendete qualche voto in più? Sarà la situazione di quello che sta nella mia provincia, che si fa una cattedrale nel deserto, e ne sentiremo parlare, di quei 712 posti del San Cataldo. Bell’opera! Siamo a buon punto. Bellissimo! Grande! Sono contento da tarantino. È una bell’opera. Ma come la dobbiamo riempire? Andremo a Grottaglie? A Grottaglie fanno le persone di ceramica. Faremo i medici di ceramica e li porteremo là dentro.
Avete speso durante il Covid milioni di euro. Poi vi terrò conto di questa cosa, di ospedali smontati e rimontati. Al Moscati ad oggi si sono spesi, Rocco, e stanno continuando a lavorare, altri 30-40 milioni di euro e si parla nel vostro riordino di smontare il Moscati e portare tutto là.
Ma tutte queste barzellette, tutti questi soldi che vengono spesi, che mi mortificano… Ho visto infissi nuovi buttata a terra, lavori che non servivano a niente. Durante il Covid quei lavori che avete fatto non servivano a niente, perché avevamo strutture, come Mottola, abbandonate, si è andati a smontare, a danneggiare l’ospedale di Martina, il Moscati, altri ospedali, per poi ritornare di nuovo come erano.
Ma perché non si possono aiutare le cliniche private se siamo in difficoltà? Se come ASL siamo in queste condizioni, vuol dire che dobbiamo aumentare il budget nelle cliniche private, che fanno parte del sistema. Allora, se non si può fare, perché c’è una norma che ha messo la Meloni… Sicuramente tutta la colpa è sempre della Meloni. Allora noi cercheremo di vedere. Perché secondo me siamo in una situazione in cui non si può giocare più, perché fra qualche giorno non potremo neanche uscire noi in mezzo alla strada che la gente ci prenderà a mazzate, perché non ce la fanno più. Una cataratta, che è quella più fessa, se vai sul CUP, giugno 2025. Un malato oncologico che deve aspettare 7, 8, 9 mesi, e non riesco a capire come mai la clinica privata il giorno dopo! Quindi o qui ci sediamo, togliendo tutte queste sceneggiate di fare politica, e andiamo sulla sostanza... noi come Centrodestra, come Fratelli d’Italia siamo a disposizione e, se c’è qualcosa da cambiare, possiamo anche cambiarla, perché noi non siamo qui da 17 anni come voi, siamo arrivati da un anno con i nostri referenti, vedremo quello che noi vediamo giornalmente sul territorio, ma non si fanno queste barzellette che vedo da anni sulle liste d’attesa e alla fine non si fa niente!
Ecco perché invito a smetterla, anche lei, assessore, che è una persona seria, cerchiamo di smettere di cercare di chi è la colpa, siete stati voi per 11 anni, avete avuto i vostri Governi, vedevo sempre Emiliano che litigava con tutti, stava sempre a pensare alle correnti, ai congressi, dove ha vinto sempre, stava con Bonaccini, poi ha perso ed è passato subito dall’altra parte.
Pensiamo a stare veramente sul territorio e a risolvere i problemi della gente. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Perrini.
È iscritto a parlare il consigliere Romito, prego.
Speaker : ROMITO.
Collega Perrini, lei può pronunciare il mio cognome come più le piace, l’importante è che durante le elezioni mi dà una mano e trova anche qualche collega che vota a Bari.
Presidente, prima di svolgere un’esegesi del problema della sanità in Puglia, perché non ci vorrebbe un Consiglio regionale e neppure 15 minuti, ci vorrebbe probabilmente una legislatura. Dovremmo parlare solo di sanità e produrre atti solo in materia sanitaria, e credo che non sia questo il caso.
Noi abbiamo chiesto l’anticipazione di questo provvedimento, ottenendo anche un grande risultato, collega Amati, siamo riusciti finalmente, dopo che veniva richiesta la discussione di questa legge da tantissimo tempo, a discuterla, e mi prendo la responsabilità di questa circostanza. Siamo riusciti finalmente a far approdare in Aula una norma che si occupa di sanità e che non si occupa in maniera diretta di liste d’attesa, ma ci arriva in un modo molto più efficace, perché come ho detto nel mio intervento in sede di comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale, le norme regionali e di rango primario e garantiscono a una determinata categoria di pazienti – mi riferisco ai malati cronici e ai malati oncologici – il diritto di non accedere alle liste ordinarie, all’agenda CUP ordinaria, ma ad un’agenda a loro dedicata. Esiste già, le norme esistono già.
Così come esistono già disposizioni di carattere primario, che garantiscono tutti i pazienti, non soltanto nella Regione Puglia, mi riferisco al piano varato nell’intesa Stato-Regioni del 2018, che noi conosciamo perfettamente, sono certo che ciascuno di noi lo conosca, e che appunto garantisce già oggi uno snellimento e una procedura semplificata per accedere a talune prestazioni sanitarie che il legislatore considera salvavita.
Quindi, perché io ho chiesto l’anticipazione di questa legge, e la voterò favorevolmente? Perché questa legge fa qualcos’altro che io condivido: individua e punisce i responsabili. Per esempio, mi riferisco al primo articolo di questa legge, che prevede la sostituzione di una norma, come abbiamo detto, che già esiste, che prevede l’avvio del procedimento di decadenza del direttore generale, qualora vi fossero le inadempienze di cui stiamo parlando fino adesso con la decadenza per legge del direttore generale. La differenza è sostanziale, assessore, quindi io non vedo perché lei non la condivida.
Il tema non è arrivare con un’altra norma a regolamentare o a velocizzare le liste d’attesa che oggi sono un dramma in Puglia, perché, assessore, la regola “mal comune, mezzo gaudio” vuol dire che quando due amici che tifano uno per una squadra e uno per l’altra si vedono il lunedì e hanno perso tutti e due. Quindi, “mal comune, mezzo gaudio” va bene quando parliamo di calcio, quando parliamo di sport, non quando parliamo di sanità, perché se i nostri fratelli lucani vivono condizioni peggiori delle nostre, per me non è un argomento di vanto, né un’esimente sotto il profilo della responsabilità. È un dato, e come tale va preso.
Il principio “mal comune, mezzo gaudio” io non lo accetto dal responsabile della sanità in Puglia, che è lei. Questa legge, al contrario, si pone un obiettivo: quello di responsabilizzare i direttori generali delle ASL, responsabilizzare il personale medico che nei fatti è il principale attore cui noi dobbiamo dire grazie per le politiche sanitarie in Puglia.
La differenza fra l’avvio di un procedimento rispetto al quale intervengono 100.000 fattori, alcuni positivi, altri patologici. È l’avvio per legge del procedimento di decadenza. Io sono certo che sia uno strumento che Regione Puglia può utilizzare per dire a chi è al governo territoriale della nostra sanità e delle nostre ASL di stare molto attenti quando si parla della salute dei cittadini pugliesi, di stare molto attenti quando un cittadino che è colpito da una malattia oncologica è costretto ad aspettare mesi per avere un esame che potrà salvargli la vita, allungargliela o, al contrario, convincerlo a fare ulteriori approfondimenti. Quindi, quando un direttore generale, un dirigente, qualcuno a cui è attribuita una responsabilità dalla politica decide di non svolgere fino in fondo il suo lavoro e di non adempiere fino in fondo alle responsabilità che la Regione Puglia a ciascun cittadino pugliese conferisce deve sapere che avrà un nocumento personale. Non lei, assessore. Paradossalmente questa legge la aiuta, perché questa legge dice che, se c’è qualche responsabile, il responsabile deve essere punito. Questo dice.
Non voglio fare l’interpretazione autentica della norma sottoscritta da tanti colleghi, ma sia il primo articolo che il secondo mi convincono molto, perché sono la rappresentazione di una Regione che decide di decidere e che non rimette a terzi lo scarico delle responsabilità. Assessore, sulla proiezione annuale delle agende o, meglio, sulla patologia legata alla proiezione annuale delle agende a me viene in mente una storiella che mi raccontava sempre mio padre quando ero piccolo. Assessore, lei non è di Bari, io sono di Bari, e noi a Bari abbiamo un ente che si chiama Fiera del Levante, che prima che arrivassimo oggi alla modernità, dove ci sono le procedure di evidenza, i bandi, le agenzie interinali, la gestione del personale era una gestione molto da Prima Repubblica. Quindi, l’uomo che strappava i biglietti, il ragazzo che stava in cassa, il ragazzo che aiutava negli uffici, tutta questa miriade di persone veniva scelta non per meriti professionali, ma certamente per appartenenza e raccomandazione politica (la diciamo così). Ovviamente faceva parte di questa categoria tutto quel ceto politico e gli elettori di quel ceto politico. Allora, mio padre mi raccontava sempre questo: Fabio, io sono andato per una vita in Fiera del Levante e non sono mai riuscito a lavorare nemmeno per un’edizione. E sai perché? Perché ogniqualvolta io mi presentavo all’ufficio del personale mi dicevano o che era troppo presto o che era troppo tardi. Questo accadeva per i figli di nessuno. Invece, i figli di qualcuno stranamente trovavano sempre il momento più giusto, più adatto per poter ricevere una risposta positiva alla propria richiesta di occupazione.
Ebbene, la proiezione delle agende e la mancanza di programmazione nella proiezione delle agende mi ricorda proprio questo, perché per i cittadini pugliesi qui non si tratta più di lavorare una settimana, strappare i biglietti alla Fiera del Levante, che pure all’epoca, così come oggi, era tanta roba per un ragazzo che cercava di guadagnarsi qualcosa.
Qui stiamo parlando del diritto alla salute dei cittadini e non è possibile continuare a far finta di niente, non è possibile continuare ogni volta con questo atteggiamento, che è la parte più deleteria del nostro essere meridionali. Io sono un meridionalista convinto, orgoglioso, sono un terrone fiero di essere terrone, ma questo atteggiamento, per cui ogni volta che non riusciamo a fare qualcosa è perché mancano i soldi, è un atteggiamento che ci condurrà sempre di più all’improvvisazione, alla negligenza, a sbattere la porta in faccia il diritto delle persone, in questo caso dei pazienti della Regione Puglia, perché dobbiamo raccontare le cose come stanno, la programmazione e la proiezione annuale rinviene non da mancanze di risorse, ma da mancanza di capacità di chi dovrebbe adempiere ad alcuni compiti.
La mancanza, o meglio la volontaria inosservanza di leggi regionali e nazionali, che garantiscono ai pazienti oncologici di non dover accedere alle agende ordinarie, non è qualcosa che deriva da mancanza di programmazione economica, è qualcosa che deriva da inefficienza ed è questa che bisogna colpire.
Così come bisogna andare a fondo su un altro tema che questa legge ben affronta, che è quello delle prestazioni offerte in regime di ALPI.
Secondo voi, un cittadino pugliese che si reca con uno stato di afflizione, di dispiacere umano, perché quando si tratta della salute nessuno va con il sorriso sulle labbra per chiedere un esame specialistico. Quando ti viene risposto che per andare con i canali ordinari delle ASL ci vuole un anno, ma in regime di intramoenia lo puoi fare in 20 giorni, secondo voi qual è il primo pensiero che alberga nella testa di quel povero cittadino pugliese? Il cittadino pugliese dice che è una vergogna, ma come diavolo è possibile che io, per fare lo stesso esame, nello stesso posto, probabilmente con lo stesso medico, debba aspettare un anno se vado come un disgraziato con la ASL, e 20 giorni se vado a pagamento?
Quello di rivolgersi al privato anche sotto il profilo della prestazione sanitaria, assessore, deve essere un diritto, non deve essere una necessità o, peggio, un obbligo, perché quando tu ledi il diritto alla salute di un cittadino pugliese e di rivolgersi al sistema sanitario nazionale, che è pubblico ed universale, è un principio questo democratico prima ancora che di carattere programmatico della nostra Repubblica.
Quando tu ad un cittadino sottrai questo diritto, stai entrando a gamba tesa nella sua vita, tu stai strappando dalle sue viscere ogni piccola speranza di poter vivere in maniera civile in una regione, la Puglia, che non può certamente accettare di essere paragonata a luoghi del mondo molto meno fortunati del nostro.
Arriviamo allora al tema centrale, la discussione di questa legge. Qua non c’è da fare delle argomentazioni pirandelliane sul tema della sanità, ne allungarci nella discussione per altre sei ore. Qui c’è da fare delle valutazioni: vogliamo dare alla responsabilità della scelta anche il dovere della sanzione, qualora questa responsabilità venga esercitata, bene o male? Sì o no? Non c’è la via di mezzo.
Vogliamo imporre al personale tutto che si occupa di sanità un’attenzione particolare quando si decide in che modo calendarizzare la propria attività? Mi riferisco per esempio alle prestazioni in ALPI, secondo articolo di questa legge? Mi fermo solo a questi due, perché non voglio fare né l’interprete autentico dei colleghi che l’hanno sottoscritta, né l’avvocato difensore di alcuno. Mi fermo a questi due articoli, che sono quelli più diretti, immediati, quelli che non consentono e non necessitano di una discussione, ma solo un sì o un no.
Voi, e questa è la domanda che rivolgo alla Giunta perché ha dato, credo, un parere del tutto negativo, senza peraltro motivarlo, perché, assessore, quando lei risponderà a tutti, a me piacerebbe che rispondesse a queste semplici due domande sui primi due articoli della legge. Sul resto io non voglio discutere con lei. Lei fa il tecnico della sanità, io ero ragazzino – veramente ero ragazzino – e si occupava già di sanità, quindi non voglio fare con lei una gara a chi ne capisce di più.
Io le chiedo: lei è d’accordo, è favorevole a una correlazione fra responsabilità e sanzioni in caso di inottemperanza alla responsabilità? Sì o no? Lei è favorevole ad una più attenta programmazione delle attività in ALPI rispetto a quelle svolte in regime ordinario, sì o no? Nessuno sta dicendo che è sbagliato programmare attività in ALPI, nessuno, assessore. Non lo sto dicendo io, né io voglio attribuirle qualche simpatia o qualche sensibilità che pure ho ascoltato. Non è mio compito. È mio compito, però, quello di rivendicare e di difendere i cittadini pugliesi e i loro diritti, di rivolgersi a un sistema sanitario nazionale che non vada ad una velocità cinque volte inferiore rispetto allo stesso sistema sanitario, che probabilmente svolgerà le prestazioni negli stessi locali, ma che va a una velocità di gran lunga superiore.
Su queste due domande io voglio una risposta. Poi, per il resto, ripeto, seguirò il dibattito d’Aula. Vedo che si è prenotato il già assessore Lopalco che pure si intende di sanità e che ha avuto delle responsabilità in materia sanitaria, in questa Regione.
Io voglio ascoltare voi, che a differenza nostra, che siamo all’opposizione, avete la responsabilità di governare questa Regione, come la pensate su questa semplicissima domanda: a responsabilità deve essere collegata e correlata una sanzione? Sì o no. Rispetto a questo poi evidentemente produrrò la dichiarazione di voto, che spero possa in qualche modo tranquillizzarci sulle cose che ci stiamo dicendo questa mattina, perché – e mi avvio a concludere – io sono convinto che nessuno qui abbia lo stomaco di infischiarsene del dramma che vivono ogni giorno decine di migliaia di pugliesi. Ne sono certo. Il principio della malafede non è un principio che mi appartiene. Però, rispetto al principio della malafede ce n’è un altro, quello della volontà di risolvere i problemi, che non può trovare né scusanti né ulteriori tentennamenti, e soprattutto che oggi può dare una risposta chiara e decisa ai cittadini pugliesi.
Speaker : PRESIDENTE.
È iscritto a parlare il consigliere Lopalco. Prego.
Speaker : LOPALCO.
Grazie.
Ho preso la parola per cercare di fare un po’ di ordine nella mia mente, prima che nel dibattito, che è stato abbastanza confuso fino a questo momento, e soprattutto anche per spiegare in anticipo perché in ogni caso io voterò “no” a questa proposta di legge. Attenzione, non è che voto “no” perché la proposta è cattiva, o perché nelle intenzioni del collega Amati non ci fossero delle buone intenzioni. Voterò “no” perché, anche se questa proposta di legge fosse composta da 150 articoli uno più bello dell’altro, sono sicuro che non risolverebbe il problema. Non lo risolverebbe. Perché? Perché il problema è irrisolvibile? No. Perché non è questa la maniera di risolvere il problema. Questo non è un problema che può essere risolto con una legge scritta da noi. È un problema che per essere risolto ha bisogno che tutte le componenti, tutti i famosi stakeholder (scusatemi per questa brutta parola inglese), tutti i portatori d’interesse si mettano insieme e facciano un patto, un patto serissimo, per portare a conclusione questo problema. E non è una mancanza di soldi, perché nel momento in cui arrivano 30 milioni per migliorare le liste di attesa e io rispetto a questi 30 milioni l’unica decisione che prendo è quanto devo dare al privato e quanto devo dare al pubblico, sapete che cosa si fa con quei 30 milioni? Si aumenta l’offerta, non si gestisce la domanda.
Se noi aumentiamo l’offerta in maniera indiscriminata, è come il problema di costruire nuovi parcheggi, perché costruire nuovi parcheggi significa aumentare il traffico, non diminuire il traffico, significa dire alla gente “anche se non ti serve la macchina, usa la macchina”.
Se alzo i famosi tetti e metto a disposizione più TAC, io avrò più richieste di TAC, anche se quella persona di quella TAC potrebbe fare a meno, e non lo sto dicendo io, sono le ricerche basilari a dirlo.
Cosa voglio dire? Se noi vogliamo risolvere questo problema, dobbiamo essere seri. Attenzione, non passi l’idea che, se io voto “no”, sono contrario alla soluzione del problema delle liste d’attesa o che, se i miei colleghi della maggioranza votano “no”, significa che se ne fregano del cittadino, attenzione, è il contrario: io non voglio illudere il cittadino che con un’azione di questo genere domani le liste d’attesa della Regione Puglia si svuoteranno.
Se vogliamo svuotarle, dobbiamo rimboccarci le maniche, rivolgersi ai migliori esperti che abbiamo in Puglia, e ce ne sono, non posso credere che non ci siano. Mettiamoli intorno a un tavolo e chiediamo a questi esperti di sanità di risolvere il problema, perché, è vero, io sono d’accordo anche sul discorso della responsabilità, ma, secondo voi, facendo decadere un direttore generale abbiamo risolto il problema? Stiamo scherzando? Puntando il dito sul medico che ha l’ALPI, che fra l’altro è un suo diritto perché lo dice la legge, secondo voi risolviamo il problema? No, il problema non solo è complesso, ma è anche variegato, è diverso nelle diverse realtà, è diverso nelle diverse ASL, quindi i direttori generali devono essere in qualche maniera coinvolti? Certo, perché sono loro i manager.
Noi abbiamo un’agenzia che si chiama Agenzia regionale strategica. Cosa ha detto l’Agenzia regionale strategica per risolvere il problema delle liste d’attesa? Ci fornisce i dati? Ci offre delle soluzioni? Là dentro lavorano le migliori menti. che abbiamo per quanto riguarda il management della sanità in Puglia, quindi mettiamoli a lavorare su questa roba. Nel Dipartimento Salute della nostra Regione, nel nostro Assessorato ci sono persone competenti che conoscono bene i meccanismi amministrativi, quindi mettiamoli a lavorare su questo, mettiamo a lavorare questa gente insieme, ma deve lavorare. Non possiamo semplicemente puntare il dito e dire: guarda che se le liste d’attesa non vengono risolte, tu decadi; oppure: tu, se non fai tot prestazioni, non ti faccio fare l’ALPI, eccetera.
Ci sono già le leggi che ci dicono che cosa dobbiamo fare. Per poter risolvere questo problema, dobbiamo ristrutturare il nostro servizio sanitario, lo dobbiamo ristrutturare, lo dobbiamo riorganizzare. È una riorganizzazione. Mi dispiace, non ce la facciamo a farla noi con una legge del Consiglio, non ce la facciamo.
Per fare una ristrutturazione serve ragionamento, serve tempo, serve coinvolgimento. Se davvero vogliamo risolvere questo problema, lo dico come consiglio non richiesto, per carità, mi permetto di farlo, all’assessore, l’assessore prende in mano la situazione e spezza tutti quei meccanismi in base ai quali fino ad oggi in Puglia ognuno è andato per conto proprio: vanno per conto proprio i direttori generali, va per conto proprio il Dipartimento della salute, va per conto proprio l’ARES. Non si sono mai messi insieme a ragionare su questo problema. Non si sono mai messi insieme.
Non ho mai detto qual è il problema. È chiaro che a un certo punto al consigliere Amati fumi il cervello e dica “ma se nessuno risolve questo problema, a me viene il sangue alla testa”: dobbiamo risolverlo.
Allora, al posto di farci venire il sangue alla testa, cerchiamo di utilizzare questo sangue per irrorare il cervello e farlo funzionare, in maniera tranquilla, in maniera pacata, cercando di mettere insieme, come vi dicevo, le persone che la materia dovrebbero conoscerla, e senza pregiudizi, cominciare a metter mani a tutte quelle disfunzioni del sistema che fino ad oggi ha portato al rallentamento della macchina, perché sono anche d’accordo col fatto di dire: non facciamo tragedie, perché il problema delle liste d’attesa esiste in Puglia, esiste anche nel resto d’Italia. È un problema endemico, è un problema che fa parte del nostro sistema. Quindi, senza drammatizzare questo argomento, prendiamolo in mano, e risolviamolo.
E risolviamolo come deve essere risolto: con serietà, con calma, e soprattutto mettendo insieme le risorse positive. In questo caso, mi dispiace dirlo, l’unica risorsa che abbiamo, siccome non possiamo chiedere soldi in più perché non ce ne danno, è il nostro cervello. Allora, facciamolo funzionare. Prima si diceva: io sono orgoglioso di essere terrone. Ecco, io lo sono, sono orgogliosissimo di essere terrone. Essere terrone significa anche questo: riuscire a far mangiare la famiglia con quel poco che ci offre la nostra dispensa. Anche questo significa essere terroni.
Noi abbiamo meno risorse dell’Emilia-Romagna? Sì. Facciamocene una ragione, sì. Utilizziamo, però, al meglio le risorse che ci sono, cerchiamo di scardinare le posizioni che ci sono, le posizioni di comodo. Lo posso dire: tante persone imboscate nel nostro Servizio sanitario, che dobbiamo far venire fuori, dobbiamo farle lavorare. Allora, mettiamoci insieme e diamo questa spinta rigorosa al sistema per migliorarlo.
Ripeto, io voterò “no”, mi dispiace, non perché sono contrario al contenuto di questi articoli. Anche per questo non partecipo alla discussione sul singolo articolo, perché sicuramente c’è un articolo meglio dell’altro. Ma dico “no” perché sono contrario a questa impostazione, anche perché non vorrei che paradossalmente con il fatto di aver votato questa legge sollevi dalle responsabilità tutti gli altri a lavorare, perché potrebbero dire: va beh, il Consiglio ha fatto la legge, adesso vediamo che succede.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Pagliaro, prego.
Speaker : PAGLIARO.
Grazie, Presidente.
Io intanto prendo atto, ancora una volta, dell’onestà intellettuale del professor Lopalco. Devo dire che il suo intervento non fa una piega: ha riconosciuto e ha ammesso, a parte il fatto che è stato oltretutto chiamato dal Presidente Emiliano a candidarsi per poi svolgere una funzione così importante come quella di assessore alla sanità della nostra Regione, che il sistema sanitario in Regione Puglia non funziona, che nessuno si siede intorno a un tavolo per provare a riorganizzarlo, che c’è totale scollamento tra i vari settori che si occupano di sanità nella nostra Regione. Devo dire che è apprezzabile questo suo intervento. Però, non condivido l’idea che non si possa fare nulla per cambiare questo sistema, così come non condivido neanche l’intervento dell’assessore Palese, o addirittura il suo passaggio sul fatto che si debba o si possa incrementare il numero di TAC riconducendolo solo ed esclusivamente alla possibilità di alcuni di poter fare queste attività senza averne bisogno, ma mi sa che le cose stanno in maniera differente.
Comunque finalmente oggi si affronta questo tema, io sono soddisfatto di questo, ringrazio il collega Amati che, come un mantra, ci ha tenuto ad arrivare finalmente a poter discutere di questo, che è un vero dramma della nostra sanità regionale, quello delle liste d’attesa.
È inutile nascondercelo, ogni giorno riceviamo decine e decine di sollecitazioni da parte dei cittadini, che ci chiedono di poter accorciare i tempi di un esame diagnostico, di una prenotazione, di una visita specialistica, dove invece c’è da aspettare mesi, se non addirittura anni, e chi non può permettersi di pagare per fare queste prestazioni presso le strutture private è preso spesso dalla rassegnazione e a volte anche dalla disperazione.
Sono sicuro che tutti noi riceviamo richieste e anche appelli accorati a fare qualcosa, e a volte non sappiamo veramente cosa fare. Non possiamo accettare l’idea che solo pagando ci si possa curare, gli anziani, i poveri e le persone fragili finiscono ormai per rinunciare a curarsi, ed è gravissimo, questo è un vero dramma che non possiamo assolutamente accettare.
Ben venga, quindi, ogni misura che possa servire ad accorciare le liste d’attesa, ma bisogna fare una premessa importante: non è solo una questione di soldi (ha ragione il collega Lopalco), non è soltanto una questione di incrementare il numero del personale sanitario e le ore di prestazione, ma il vero problema è l’organizzazione.
Partiamo dal sistema ALPI, di cui si è già parlato in precedenza, che consente ai medici di svolgere attività libero-professionale intramoenia nelle strutture sanitarie pubbliche o accreditate, attività che deve essere esercitata - sia chiaro - al di fuori dell’orario di lavoro su libera scelta (su questa libertà di scelta ci sarebbe tanto da discutere ) del paziente pagante, ad integrazione e supporto delle attività pubblica dovuta.
C’è un paletto preciso che delimita l’attività intramoenia: non deve comportare un incremento delle liste d’attesa per l’attività istituzionale, ma io mi chiedo se è sempre così, senza voler puntare il dito contro i medici, questo è chiaro, anch’io mi accodo a questa esigenza. Per una colonscopia in esenzione ticket c’è da aspettare quasi due anni, mentre l’attesa si riduce in una sola settimana se l’esame viene seguito intramoenia, nella stessa struttura, negli stessi locali, con gli stessi medici, pagando 200 euro.
È evidente che c’è un sistema sbagliato se il diritto alle cure ha una corsia preferenziale in base al reddito e alle possibilità economiche. Questa penso che sia veramente una vergogna per il nostro sistema sanitario.
Quindi, lo ribadisco: i manager ASL che paghiamo a peso d’oro, i vertici della sanità pubblica, a cominciare dall’assessore Palese, si facciano carico di questa riorganizzazione, senza che ognuno vada per i fatti suoi, come candidamente ha ammesso l’ex assessore Lopalco, rivedendo così il sistema complessivo delle prenotazioni e delle erogazioni delle visite e delle prestazioni diagnostiche.
A proposito, assessore: ci dica un attimo questi 30 milioni che sono stati messi a disposizione a cosa serviranno esattamente, e quando magari si inizieranno a vedere i frutti di queste risorse che sono state messe a disposizione. Così come non si possono far funzionare le macchine e gli ambulatori col freno a mano o con l’acceleratore, a seconda che il paziente paghi o meno.
Sono d’accordo con il collega Romito: con questa legge finalmente si potrà individuare e punire chi non adempie alle sue responsabilità, ai suoi doveri. Per questo motivo preannuncio il voto favorevole a questa proposta di legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Pagliaro.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Ventola. Prego.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente.
Quando affrontiamo i temi per i quali siamo tutti direttamente coinvolti, nessuno escluso, perché non c’è giornata che non riceviamo sui nostri telefonini la famosa fotografia della richiesta medica, della ricetta medica e il relativo numero di prenotazione del CUP, che ce lo rimanda di qui a qualche anno, ognuno di noi riceve il messaggino su WhatsApp e la fotografia con la richiesta di intervento da parte nostra affinché quella data possa essere anticipata. Questo è quello che accade nel mondo reale, soprattutto in Puglia, noi siamo consiglieri regionali pugliesi, in quella che doveva essere la Puglia migliore qualche anno fa o in quella che doveva essere la Puglia della felicità. Purtroppo accade questo.
Parto da questa constatazione di fatto, perché non dico nulla di nuovo nell’affermare che l’organizzazione del sistema sanitario è di competenza regionale. Una battaglia voluta sulle autonomie, e anche in questo periodo, a seconda dei contesti dove ci si trova, abbiamo sentito esternazioni del Presidente della Giunta regionale chiedere più autonomia e poi in altri contesti dire di essere contro l’autonomia.
Organizzazione sanitaria. Se prendiamo, ad esempio, anche in questa sede l’Emilia-Romagna o altre Regioni del nord, ebbene, ci stiamo in quello stesso momento creando un alibi, se è vero come è vero che chi organizza la sanità nella Regione Puglia è, appunto, la Giunta regionale, che esegue una serie di indirizzi e di regolamenti proprio per farla funzionare meglio. Decide quale ospedale chiudere e quale ospedale non chiudere, decide cosa potenziare e cosa non potenziare, credo, immagino, supportata da dati scientifici, che poi traduce in atti politici.
Ebbene, oggi abbiamo ascoltato in quest’Aula l’ex assessore Lopalco che ci dice che una delle difficoltà è che i direttori generali vanno avanti per la loro strada o non ascoltano nessuno, le strutture del dipartimento ragionano per proprio conto, è difficile, pressoché impossibile mettere insieme tutti intorno a un tavolo per definire strategie che possano migliorare nella fattispecie questo problema. Non l’abbiamo detto noi, che poteva sembrare strumentale, seppur lo denunciamo da tempo, ma lo ha detto un autorevole esponente della maggioranza, che ha anche svolto un ruolo di assessore regionale. Dell’unica competenza specifica nostra, che è quella dell’organizzazione, in quest’Aula ne è stato sancito il fallimento. Quello che è il fallimento che noi notiamo ogni giorno e constatiamo ogni giorno oggi è stato anche ufficializzato in quest’Aula.
Il collega Amati, che da anni si impegna con passione, con dedizione e con approfondimento al tema della sanità, a cosa ci ha portato? Ad approvare delle singole leggi, cercando di risolvere problemi che invece attengono all’organizzazione, ed è normale che un consigliere regionale e poi, di conseguenza, il Consiglio debbano intervenire per compartimenti stagni su singoli provvedimenti legislativi, perché non funziona l’organizzazione? È il fallimento di una classe dirigente.
Non abbiamo discusso di liste d’attesa o tempi d’attesa vent’anni fa, lo abbiamo fatto con la legge n. 13 nel 2019, cioè prima del Covid, stiamo parlando di tre anni fa. In quella legge c’è il 90 per cento di quello che noi stiamo dicendo oggi, cioè questa è una legge che propone Amati per applicare meglio ciò che abbiamo detto con la legge n. 13.
Nella legge n. 13 era previsto l’avvio della decadenza del direttore generale se non ottempera (poi bisogna capire a cosa non ottemperi il direttore generale e se sia messo nelle condizioni di avere risorse umane e risorse economiche per ottemperare) all’organizzazione, perché altrimenti possiamo anche dire che decade ma non decadrà mai, perché anche la legge nazionale a cui fa riferimento, l’articolo 3-bis, 7-bis dice che se il direttore generale non rispetta determinati obiettivi raggiunti decade, lo dice già la legge nazionale.
Questo quindi è un obiettivo? Non c’è bisogno di una legge. Non c’è bisogno, se è un obiettivo e la Giunta regionale ha deliberato un anno fa o due anni fa il Piano per l’ottimizzazione delle liste d’attesa. Quel piano oggi è applicato? Se non è applicato, non c’è bisogno della legge, cioè dovete far decadere i direttori generali, non c’è bisogno di un’altra legge, perché nel momento in cui noi dovessimo o voi doveste approvare questa legge staremmo dicendo che decade.
Caro collega Romito, non decadrà mai se nessuno farà applicare quella norma, già oggi è così per norma nazionale, quindi perché costringere consiglieri regionali, che magari hanno anche altre professioni, quindi cosa facciamo quando tentiamo di portare un disegno di legge? Ascoltiamo il territorio, ascoltiamo le persone esperte, gli amici, i non amici, tutti, per cercare di portare una soluzione.
Nella sanità (in questo differisco dal collega Amati) purtroppo non possiamo intervenire per singoli provvedimenti, lo comprendo ma non possiamo farlo, perché stiamo creando un’illusione ai cittadini.
Il cittadino uscirà di qua, se questa legge passa, dicendo “se domani non ho la prestazione so che il mio direttore generale tra 30 giorni andrà via”. Poi non andrà via e noi abbiamo perso di credibilità. Non andrà via quel direttore generale, e lo stesso cittadino mi incontrerà per strada dicendo: “come, mi avevi detto che se non viene approvato, non viene sistemato, non vengano accorciare le liste d’attesa, il direttore generale decade e quello sta ancora là? Mi hai preso in giro?”
Tante leggi, l’ha detto bene prima il collega Amati, e tutte le norme disapplicate, ha utilizzato questo termine, il collega Amati: tutte norme disapplicate. Io trasformerei questa proposta di legge, se proprio vogliamo essere… Sotto certi aspetti potremmo sembrare un po’ demagoghi, sotto altri aspetti potremmo sembrare un po’ troppo giustizialisti, ma lo trasformerei con una responsabilità in capo alla Giunta regionale, in capo all’assessore, in capo al Presidente. Non viene osservato il Regolamento? Ti dimetti!
Tu hai fatto un Regolamento. Se non viene applicato ti dimetti, non cacci chi non l’ha applicato. C’è una responsabilità politica. Ma che le leggi continuino a proliferare e poi non vengono applicate, perdiamo di credibilità. Abbiamo assolto al nostro ruolo di consiglieri regionali, di legislatori, ma poi aggiungeremo leggi su leggi che, lei stesso ha detto, sono disapplicate, e questa serve per applicare la 13 del 2009.
E allora? io non so quale sarà il risultato finale di questa norma. Abbiamo votato l’anticipazione ed è passata l’anticipazione grazie al voto della maggioranza. Abbiamo consentito che si andasse avanti nonostante i banchi della maggioranza fossero deserti, e non per qualche minuto. Si era deciso ad un certo momento, di andare via, e noi in quel momento siamo rimasti in Aula: non abbiamo chiesto verifiche, non abbiamo chiesto voto perché vogliamo che si discuta. Questa è la dimostrazione, come dicevo in precedenza, di un fallimento del sistema sanitario pugliese.
Io non sono un tecnico, ma in una materia così complessa, ascolto tutti e con maggiore attenzione chi ha approfondito di più questi temi, e faccio riferimento ad Amati, al collegato, professor Lopalco, allo stesso assessore e ad altri che spesso audiamo in Commissioni. Anche noi interloquiamo con ARES, che è l’Agenzia strategica, che dovrebbe essere il braccio operativo nello studio di quelle che sono le attività che noi dobbiamo porre in essere per migliorare la qualità dei servizi che il servizio sanitario deve espletare ai nostri cittadini.
Però, credo, caro Fabiano, che aggiungere un’altra legge non risolva il problema e crea una aspettativa, per la quale noi non ci sentiamo di sentirci responsabili di un qualcosa che sappiamo non potersi fa. Saremmo i primi a condividere un percorso legislativo di riorganizzazione sanitaria.
Questa Regione si è dotata, qualche anno fa, della legge sulla partecipazione, doveva nominare il Consiglio della sanità, obblighi legislativi, che mai sono stati fatti. Sono stati nominati centinaia di consulenti sulla questione sanitaria, e non sappiamo quali sono stati i risultati che ha conseguito tutta questa attività. Allora, aggiungere altre leggi probabilmente non è la soluzione giusta. Chiedere e portare a una responsabilità politica, chi ha avuto l’onere e l’onore di governare questa Regione, direttamente al Presidente e a tutti coloro che gli sono attorno, allora sì, è chiaro che si sfonda una porta aperta, perché io non posso intervenire con legge regionale di cui il sistema sanzionatorio non è una nostra competenza, è una competenza nazionale. È già prevista la competenza nazionale ed è sufficiente. Questo è un obiettivo dell’organizzazione regionale? Sì. È un obiettivo? Sì, lo è. La Giunta ha deliberato qualche mese fa, un anno fa. Ed è un obiettivo, quello di ridurre le liste d’attesa. Sono stati dati gli obiettivi ai direttori generali? Immagino di sì. Arriva un momento di verifica? Accorciamo quel momento di verifica? Dopodiché vanno a casa. E se questo non avviene, vorrà dire che andrà a casa qualcun altro. Ma siccome sono convinto che mai nessuno alzerà la mano, come spesso accade in quel fantastico mondo del fair play dei ragazzini che giocano a calcio, quando uno gli fa il fallo gli dà la mano e dice “scusi, arbitro, ho sbagliato”. Questo in politica in questa Regione non accadrà mai, che uno alzi la mano e dica “forse abbiamo sbagliato, vediamo come correggere il tiro”. Si va alla ricerca del responsabile, dell’ultimo anello, chi impiccare, e non dire che cosa realmente non abbiamo, non ci siamo messi nelle condizioni di far funzionare. E questo vale anche per la nostra parte, seppur sono 17-18 anni – ormai ci abbiamo fatto il callo – che non governiamo questa Regione.
Allora, piuttosto che buttarla in politichese, perché questo è un argomento che può sicuramente destare tante interpretazioni diverse, che si possono avere anche in altri contesti, noi andiamo avanti, non garantiamo il nostro voto, garantiamo la nostra presenza per le premesse che mi sono permesso di dire poc’anzi. Dopodiché, chiameremo alla responsabilità politica coloro i quali, come noi, i nostri colleghi, si candidano e vincono le elezioni perché di andare in giro e dire che è colpa del medico che preferisce fare l’attività intramoenia piuttosto che negli orari, quindi creare un altro alone di diffidenza tra chi ti deve salvare la vita e il cittadino che in quel momento di disperazione pensa che quello stia pensando solo ai soldi, mentre sono pochi i medici che fanno i farabutti e molto spesso la magistratura li prende, la maggioranza sta lì a lavorare.
Se qualcuno si sente leso, deve denunciare, chiamare i Carabinieri, come è successo qualche giorno fa nel mio territorio quando un vecchietto ha chiamato i Carabinieri e ha detto: “il signore del CUP non mi dà la data”.
Noi dobbiamo creare le condizioni a monte, per l’aspetto sanzionatorio dobbiamo fare un altro mestiere (lo dice già la legge nazionale e a dirlo non è uno che partecipa alle Giunte delle nomine dei direttori generali o dei direttori di distretto), ma credo che diventi un elemento di attenzione mediatica, di scarsa risoluzione.
Non ho mai visto, da quando sono impegnato, direttori generali che decadono perché non hanno raggiunto alcuni obiettivi, i direttori generali cambiano ogni tre o quattro anni o perché qualcuno viene arrestato o perché magari si cambia la scelta politica. Questo è quello che è accaduto, nella storia qualcuno che è decaduto perché non ha raggiunto l’obiettivo o un avvio di procedimento di decadenza o di applicazione dell’articolo 3-bis, comma 7 bis della n. 502 del 1992 non l’ho mai vista applicata in Puglia, non è che un’altra legge indurrà tutti a far applicare questa legge.
Ha fatto bene il collega Romito a chiedere l’anticipazione, perché l’aveva già chiesta tantissime altre volte, affinché venisse discusso in Aula, non credo parteciperemo al voto, ma arriveremo sino alla fine, perché siamo curiosi di capire se alla fine la Giunta regionale o la maggioranza avrà compreso che non si può più scherzare, assumendosi delle responsabilità, o se invece magari approva un’altra legge, che ci vedrà di qui a qualche mese, perché sono 30 i giorni che vengono dati al direttore generale.
Verificheremo se entro Natale ci sono direttori generali che vengono cacciati. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Ventola.
Prego, consigliere Di Gregorio.
Speaker : DI GREGORIO.
Grazie, Presidente, signori assessori, cari colleghi.
Questo è un argomento che fa parte della mia quotidianità anche di confronto con il signor assessore Palese. Chi viene dal mio territorio, dalla valle della sofferenza che rappresento con onore in questo Consiglio, sa cosa significa per noi liste d’attesa.
Oggi è stato comunque un bene parlarne, soffermarsi, capire, confrontarsi. Una cosa però, assessore: ci sono delle cose che si possono fare senza spendere soldi. Approfitto dell’intervento del collega Lopalco, perché per una parte l’ho condiviso, lo vedo e lo vivo ogni giorno della mia vita. Ci sono delle province, come quella di Bari e come quella di Lecce, che applicano un percorso, per i malati oncologici, che non si capisce come mai non si possa applicare nelle altre province – chiedo scusa, collega Ventola –, cioè quando una persona che è già massacrata dalla vita, con uno 048 va in oncologia a fare la prima visita, e poi viene costretta dopo sei mesi, un anno, se è fortunato, e pochi arrivano a questi controlli a Taranto, se è fortunato – dicevo – a sei mesi, un anno, a un anno e mezzo ad andare a fare il controllo, devono fare un corso di sopravvivenza e andare a cercare di prenotare questo esame da un’altra parte, aspettando 6, 8, 9, 10, 11 mesi. Non è questione di CORO: funziona così, questa è la quotidianità.
Allora mi chiedo: perché a Lecce e a Bari al reparto di oncologia riescono ad avere un’agenda propria, autonoma, e a prenotare per me, a sei mesi, la PET o la TAC, e direttamente, il giorno che esco dall’ospedale ho già la prenotazione, e perché a Taranto, a Brindisi, a Foggia, alla BAT, non deve essere possibile?
Io credo che per questo non ci voglia Gesù Cristo sceso sulla terra per organizzarlo. Basta fare una riunione con i direttori generali, riunire i responsabili delle agende e dire: scusate, qui dobbiamo adottare questo metodo, perché la gente che va in ospedale deve essere rispettata, non deve essere mandata in giro per la Puglia a fare un esame di là, un esame di là, un esame di là, e questo avviene tutte le mattine.
Io non credo che questo significhi spendere altri soldi, andare verso il commissariamento statale della sanità. Questo è solo un fatto organizzativo. Se riescono due primari, uno a Lecce e uno a Bari, perché non lo possono fare anche quelli di Taranto, di Brindisi, della BAT e quelli di Foggia? Questa non è una proposta straordinaria, è una proposta di buonsenso, che va incontro alle persone che già sono sfortunate, che qualcuno incautamente chiama “guerrieri”, ma che sono tutte persone, com’è successo alla mia famiglia, tre su quattro, che se sono sfortunati arrivano dopo incredibili sofferenze alla morte. Per cui, assessore, prenda a cuore questa cosa. Non ci vuole granché. Ci vuole una mail, 6-7 secondi per scriverla, zero secondi per inviarla. Si fa una convocazione, ci si riunisce anche domani mattina e si risolve in tre secondi un problema che la gente vive sulla propria pelle.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Consigliere Amati, prego. L’intervento è già fatto, però.
Speaker : AMATI.
Sono due. È scritto nel Regolamento: sono due in discussione generale. Non mi sarei mai permesso, Presidente, a fare una cosa contro il Regolamento.
Io vi ringrazio, colleghi, perché la discussione è stata molto più utile rispetto all’avvio. Io partirò dall’ultimo intervento, dal collega Di Gregorio, al quale sono ovviamente legato anche da amicizia, anche abitualità nel commentare le vicende della vita. È vero, succede esattamente quello che ha raccontato. La circolare già c’è. È scritto tutto. Non si fa. E se volete indagate le ragioni per cui non si fa, in realtà sono ragioni di disorganizzazione, ma sono anche ragioni legate ad un altro argomento, di cui dibatteremo fra un po’. Ve lo dico in termini di semplificazione, senza introdurre l’argomento. Peraltro, è una scelta che già ha fatto la Giunta regionale. Azienda Zero. Io ho indagato l’esecuzione di questa circolare. Perché in alcuni punti sì e in altri no. Azienda Zero. Ovviamente nessuno ha la pretesa di risolvere tutti i problemi. Non è possibile. Ma si può ridurre il peso dei problemi. Nessuno mi dica più – perché l’ho sentito – “ah, ma voi pensate di risolvere i problemi delle liste d’attesa”. Ovviamente no. Ridurlo. Questo è l’obiettivo: ridurlo, contenerlo. Non drammatizzare. Qui non c’è bisogno di drammatizzare, perché è già un dramma. Il collega Di Gregorio l’ha detto.
L’inerzia non è una politica. Il mio problema è questo: l’inerzia non è una politica. Non è che di fronte a questa cosa che tutti conosciamo la risposta è l’inerzia o l’attesa di tempi migliori. Non è una politica. Il rinvio non è una politica. I tempi migliori non è una politica, indicare i compiti altrui non è una politica, politica è assumere i compiti propri, fare qui e ora qualcosa, perché rinviare significa che, da quando decidi di rinviare a quando lo risolvi, in quell’arco temporale fai vittime, fai vittime.
Non è la percentuale che determina tutto questo, è il coefficiente di Gini, si direbbe. Ammettiamo che la percentuale sia al 50 per cento, ma, come direbbe il coefficiente di Gini, quell’1 interessa o no? Questo è l’argomento.
Magari, collega Perrini, mi avessero chiamato a lavorare continuamente, a fare qualcosa (anche la notte, lo sapete, ho una predisposizione al lavoro), ma non mi ha chiamato nessuno, anzi la Commissione (questa legge è firmata da me, Caracciolo, Vizzino, Mennea, Campo) non si è nemmeno riunita, e le norme sono norme pesanti, non si è nemmeno riunita. L’abbiamo presentata con l’articolo 17, altro che chiamare per risolvere il problema! Nessuno chiama.
Se vai al Dipartimento e chiedi “vogliamo sederci?”, “No, in questo momento dobbiamo fare il fabbisogno di cose che sono estranee”, cioè la scala di priorità è una scala completamente diversa. Nessuno chiama, e che io cosa devo fare? Noi cosa dobbiamo fare? Dobbiamo sperare, dopo che ci abbiamo provato per vent’anni, che questo sia il momento giusto? Colleghi, diciamoci la verità, se non facciamo nulla, se non facciamo fibrillare il sistema, non succederà nulla, e voi lo sapete, lo sapete tutti, colleghi, non succederà nulla!
Il motivo per cui non succederà nulla è che purtroppo la sanità, vista da chi la organizza, è un sistema di potere, e continuamente si prova ad adattare le esigenze degli ingranaggi al malato e non il contrario, perché la sanità, come tutte le cose della vita, tutte, è un sistema di potere.
Questa legge dice banalità ma brucia barbe e parrucche, e questo è il motivo dell’ostilità. Questa legge non è un atto rivoluzionario, dice banalità normative, e lo dico al collega Ventola, amici da tanto tempo, ci stimiamo, ci vogliamo bene, però aggiunge una cosa, che è la cosa che dà fastidio e che determina ostilità e ostracismo anche dal mondo esterno, crea una tensione ed un contrasto virulento. Qual è la cosa? La ricostruzione di Ventola è perfetta. Che cosa aggiunge? Dice: guardate che la decadenza c’è, è già scritta. Però, invece di essere pronunciata, è automatica, perché dice in forza di legge, sul dettato della legge, ope legis, detto in latino. Questa è la cosa che fa impazzire.
Sulla spesa farmaceutica, erano tutti decaduti. L’assessore è venuto in Aula correndo per farcela modificare e portarla al 2023, quella norma. Perché? Perché se la decadenza è automatica, è decaduto, non c’è bisogno di un provvedimento espresso, per cui, gli atti che compie chi si dovesse sentire leso li impugna e ha ragione, perché non ha più la funzione. Questo è il senso di questa legge, questo è il meccanismo inquietante che non viene sopportato in questa legge.
Nulla, ha ragione Ventola, non dice nulla di nuovo, prende atto di quello che c’è e ci aggiunge questa perfidia. È perfida, è giuridicamente perfida: il sistema delle decadenze ope legis, non c’è bisogno che alcuno lo dica. Questa è la questione. Che è la questione che investe l’ALPI. Noi sappiamo che ci sono i medici buoni, quelli cattivi, anzi, ve lo dico: l’80 per cento sono buoni, perché le persone escono dagli ospedali curate, solo che non fa notizia.
Poi, però, il problema è che il peso notevole è su quelli che non fanno il loro dovere. Noi sappiamo quali sono i numeri. Se la legge, se il Piano dice che devono decadere, perché non decadono? Dice Vendola: è già scritto, ma non lo fa nessuno, perché lì è scritto che ci vuole il provvedimento espresso: questo è il problema. La questione del collega Di Gregorio: non fanno l’agenda, anche ora non c’è l’agenda dedicata. Non la fanno: qual è il problema? Nessuno li fa decadere, eppure è scritto. Qui c’è l’automatismo. È uguale per tutti i meccanismi: questo è l’atto di perfidia di questa legge.
Noi allora dobbiamo prendere una decisione, perché altrimenti non succederà nulla. L’intervento del collega Lopalco è un intervento che io obiettivamente condivido. Ma voi che cosa pensate? Che io provi piacere a faticare così tanto, ad andare a trovare tutte le scartoffie, tutti i commi? Una cosa pesante.
Peraltro, vi confesso, mi crea ostilità con voi: è pesante, è pesante andare in giro e vedere gli sguardi di chi sta organizzando un modo magari per non far avvenire una cosa. Cosa pensate, che sia leggero? Non riesco a leggere queste cose? Le leggo, le leggo benissimo! Però, amici miei, come capita a tutti, noi siamo sommersi da richieste delle persone. Io apprezzo l’intervento del collega Lopalco. Lo ha appuntato. Il collega Lopalco dice, e l’ha ripreso anche Vendola: scusate, ma c’è bisogno del Consiglio regionale? E Vendola addirittura ha detto altre cose: siamo una Regione che ha fatto delle cose importanti in sanità, con delle leggi approvate all’unanimità per pezzettini. Ma li dovevamo fare noi? No. Doveva essere un sistema complesso e complessivo per fare queste cose. Lopalco, intervenendo, ha detto: voto “no” perché il problema non si risolve. Io non lo so. Però, io so che per quest’atto di perfidia si muoveranno, perché la decadenza è automatica. Si muoveranno. Per risolverlo – dice Lopalco – c’è bisogno di tutti, mettiamoci attorno a un tavolo. Ma mettetevi pure. Io sono quattro legislature che sento dire che ci mettiamo intorno al tavolo. Quattro legislature! Non si è messo mai nessuno intorno a un tavolo. Questa volta non li possiamo far mettere attorno a un tavolo presi dall’emergenza che si decade automaticamente? Perché, in realtà, a cosa serve la decadenza? Mica a farli decadere. La decadenza serve a dire: agite, perché altrimenti decadete. E l’uomo funziona così. L’uomo funziona soltanto se viene responsabilizzato. È un obiettivo. La legge, quindi, rende esattamente automatica la decadenza.
Lopalco dice un’altra cosa importante. Questa cosa, vi prego, se non credete a me, credete a Lopalco. Dice Lopalco: vi informo che su questo argomento non è questione di soldi. L’ha detto. E ha aggiunto: perché i soldi aumentano la domanda. Vedete che la Corte dei conti l’ha detto, con varie pronunce, quando ci fu il Piano Gentile nella Giunta Vendola. È vero. È esattamente come dice Lopalco: non è una questione di soldi.
L’unica cosa è che il collega Lopalco non mi dice che cosa dobbiamo fare. Io lì resto in imbarazzo. Che dobbiamo fare? Mi devo e ci dobbiamo arrendere all’inesorabile? Questa è una politica alternativa? Ci dobbiamo arrendere all’inesorabile? Non dobbiamo far nulla? Dobbiamo aspettare che cosa, che si adoperi chi? Sentite, il collega Lopalco dice che bisogna spezzare i meccanismi, vanno tutti per conto proprio. Noi dovremmo, niente di meno, aspettarci che si riuniscano quelli che i meccanismi li tengono ben fermi e che devono decidere, a un certo punto, di non andate per proprio conto.
Colleghi, io so benissimo che è un problema complesso, il collega Lopalco aggiunge che ci sono persone imboscate, e tra l’altro io ne ho parlato con lui in un’altra occasione e ha anche i dati di queste cose. Gli vogliamo credere? Non dovete credere a me, vogliamo credere al collega Lopalco? Persone imboscate tradotto giuridicamente significa che alcuni non fanno quello che è previsto. Se noi mettiamo al capo il pungolo che decade, è probabile che vada a caccia di quelle persone imboscate, devo ritenere probabile che vada a caccia delle persone imboscate, per cui cosa vedete di male in tutto questo?
Nel merito, l’automatismo della decadenza non soltanto per l’ALPI, ma per il fatto delle agende dedicate, per il fatto del Centro unico di prenotazione e per tanti altri fatti che sono scritti nella legge.
Io sono contento che siamo in Aula, perché francamente non mi interessa più, mi sono scocciato che ogni volta dobbiamo usare questo argomento per fare qualche comunicato stampa, sono contento che oggi decidiamo. Mentre in altre occasioni la mancanza del numero legale può essere funzionale ad una battaglia, questa volta voglio che siamo tutti quanti qui, perché, qualora non dovesse passare dalla legge, io e i colleghi che con me hanno firmato vogliamo essere smentiti, cioè voglio vedere che fra 30 giorni c’è l’agenda dedicata, c’è il Centro Unico di Prenotazione, InnovaPuglia non produce quello... io voglio essere smentito, bocciatela, io voglio essere smentito, perché se mi smentite, vuol dire che questa battaglia ha prodotto dei frutti!
Quindi bocciatela, però si deve sapere chi l’ha bocciata, perché nel caso in cui invece tutte quelle buone intenzioni... dice Lacatena che è un uomo intelligente che stai giocando la tripla, lo dice in inglese perché è anglofono, ha detto win-win, tu giochi la tripla, cioè Lacatena dice che sai già che hai vinto, però se fosse vara la previsione di Lacatena, amici miei, perché non la votate?
Se invece dovessimo avere ragione che non succederà nulla, si deve sapere chi ha impedito la decadenza automatica dei direttori generali come pungolo, come fatto virale, come espediente – chiamatelo come volete – per far conseguire un piccolo risultato. Si deve sapere, a quel tabellone si deve sapere, non per l’esposizione al pubblico ludibrio, affinché, quando la ripresenterò, perché ovviamente scaduti i 30 giorni, se sarà bocciata, sei secondi ancora, io la ripresenterò, non è che mi potrete dire di nuovo “dobbiamo fare il nucleo dei tecnici, le persone intelligenti, quelli che sanno studiare, gli imboscati, palese reintrodurre in quel modo”: trenta giorni!
Visto che ha chiesto di parlare il collega Galante, perché non interverrò due volte, fra trenta giorni voi non avete nemmeno il piano dei 30 milioni a cui tiene molto il collega Galante…
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie Consigliere…
Speaker : AMATI.
Aspetti? Sapete perché? Perché quel problema di spendere quei soldi, come ha detto Lopalco giustamente, è che si intende che quei soldi vanno al privato. Ma si fa così la sanità pubblica? Usando il privato, che sarebbe un incaricato di pubblico servizio? Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Amati.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tutolo. Prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Quanto all’azione deterrente di questa norma, sono convinto che possa produrre degli effetti e dei risultati, quindi non sono contrario per principio. Quello che però io eliminerei, e su cui invito il collega consigliere, magari, è la parte in cui si elimina la possibilità dell’intramoenia, perché quella non produce effetti nei confronti dei direttori generali, non produce effetti nei confronti del sistema sanitario, ma produce effetti negativi nei confronti dei cittadini e credo che non sia interesse di nessuno, nemmeno del consigliere Amati, che lontanamente l’ha mai pensato.
Però, questo è l’effetto che produrrebbe, quindi ci sto a stringere all’angolo coloro che hanno responsabilità dirigenziali, non raggiungono gli obiettivi e decadono automaticamente, perché abbiamo visto che diversamente non decadono mai, ma cerchiamo però di non far pesare ancora di più il problema sui cittadini, perché questo è quello che avverrà: non è un rischio, ma avviene, perché, ripeto, due file messe incolonnate una dietro all’altra determinano una fila più lunga. Non ci vuole un Nobel né dell’economia né della scienza per comprendere queste cose. Lo comprendo anch’io, quindi è banale come cosa.
Eliminata questa parte, io sono assolutamente d’accordo nella sua approvazione, posto che, comunque, c’è questo emendamento, quello che ho presentato, che vorrei sottoporre al giudizio dell’Aula.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Tutolo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Galante. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Come Gruppo voteremo contro questa proposta di legge, soprattutto per liberarci, per il momento, e sbloccare l’ordine del giorno, perché in realtà abbiamo tutti a cuore le liste d’attesa, anche se sappiamo che fra trenta giorni il collega Amati la ripresenterà. Ci sono moltissime leggi anche in materia sanitaria, in materia sociale, in materia di imprese, in materia in generale del benessere dei cittadini che attendono, e molte volte siamo stati bloccati da qualcosa che i cittadini forse non comprendono neanche più, come vengono ridotte le liste d’attesa decapitando i capi delle organizzazioni sanitarie.
Vengo al discorso che fa Amati. Naturalmente a tutti piacerebbe non dico eliminarle, ma ridurle attraverso queste due mosse. Innanzitutto bloccare l’intra moenia. Anche noi ce ne siamo occupati, ma abbiamo avuto modo di parlare con gli ordini professionali e dagli ordini professionali, quindi dagli ordini dei medici, abbiamo appreso che quello non ridurrebbe le liste d’attesa, non sarebbe quello il metodo, colpirebbe chi svolge correttamente la funzione e il ruolo di medico e colpirebbe anche i cittadini, che in effetti scelgono anche il medico all’interno delle organizzazioni sanitarie pubbliche. Quindi, anche quello noi lo facciamo. Non siamo contrari all’idea che l’intra moenia dovrebbe avere comunque maggiore monitoraggio.
Come consiglieri abbiamo anche la funzione di controllo e di monitoraggio, capire perché alcune circolari, alcune denunce che fa il collega Amati non riescono ad andare avanti, capire come mai queste circolari in alcune ASL hanno una corretta applicazione, in altre no, quindi non si riescono ad attuare correttamente.
Il fatto del tavolino che secondo Amati sono vent’anni, quindi anche lui ammette, purtroppo, la complessità della materia e il fallimento della classe politica in vent’anni, che noi abbiamo sempre denunciato, però tanti di noi si sono impegnati, ci sono dei problemi strutturali, ci sono dei problemi di risorse finanziarie che non sono state trasferite correttamente al sud e al nord con la disparità di trasferimento del Fondo sanitario nazionale che è evidente a tutti, con la differenza di Toscana ed Emilia-Romagna.
Sono dinamiche in cui anche chi con grande lavoro ha tentato di migliorare la sanità, ma senza risorse non ce l’ha fatta e non può farcela, quindi a prescindere da quello che suggerisce il collega Lopalco sul fatto che, anche aumentando l’offerta, non si risolve in quel modo, ma bisogna correttamente individuare le prestazioni attraverso un’offerta più ponderata.
Tutto questo ci porta a dire che un tavolo andrebbe fatto, lo chiediamo al collega Amati, che ha richiamato il problema delle risorse da destinare ai privati. Lei ha bocciato una nostra proposta, perché ci chiede sempre di fare delle proposte, noi abbiamo fatto la proposta di un progetto che avrebbe avuto sei mesi di vita, era d’accordo anche l’Assessorato e andava in direzione dello 048, cioè di quelle prestazioni che colpiscono la parte più fragile dei cittadini, non avremmo aumentato i tetti di spesa, ma lei ha gridato allo scandalo il giorno dopo, dicendo che il Movimento 5 Stelle dava i soldi ai privati.
Noi invece abbiamo detto che delle risorse destinate al privato accreditato quelle non spese la ASL, il pubblico le acquistava e le riprogrammava su prestazioni tra cui lo 048, partendo dalle prestazioni che hanno liste d’attesa più lunghe, tanto che il collega Gabellone aveva anche inserito alcune prestazioni.
Noi parlammo di risonanze magnetiche con mezzi di contrasto, TAC, quelle che hanno due anni, un anno, quindi a scalare. Era un progetto pilota che avremmo valutato insieme.
In più, saremmo anche intervenuti sul fabbisogno destinato sempre all’accreditato privato per quanto riguarda le discipline, risorse che non possono essere distratte. Abbiamo fatto anche qui una riunione tra tutti i consiglieri tarantini della sanità privata accreditata di Taranto ed eravamo d’accordo a capire come sbloccare, ma sempre per ridurre le liste d’attesa.
Noi quindi non siamo andati ad aumentare i soldi ai privati. Poi, purtroppo, pur avendo avuto l’okay da parte dell’assessorato, e un aumento anche – ci mettevano 2 milioni –, purtroppo, il fatto che lei è così bravo a comunicare, senza usare altri termini, delle distorsioni in alcune situazioni, a stravolgere la realtà, perché l’emendamento che noi abbiamo presentato all’epoca poteva leggerlo chiunque e nessuno aumentare i tetti di spesa, era una proposta con un progetto che avrebbe ridotto le liste d’attesa, perché sapevamo che è talmente complessa, la sanità, che non si può intervenire tout-court su tutta la sanità. Anche l’Assessorato quindi era favorevole.
Pertanto, noi ribadiamo il fatto che ci vorrebbe, assessore, un tavolo. Lo avevamo messo anche nell’emendamento: volevamo chiedere, nelle more che anche questo progetto prendesse corpo, che si avviasse e venisse anche implementato di tutte quelle prestazioni che sono già previste nel Piano nazionale delle liste d’attesa per l’abbattimento del governo delle liste d’attesa. Avevamo chiesto un tavolo, anche perché, ripeto, il compito dei consiglieri, noi potremmo farlo anche domani mattina tutti quanti è andare nelle ASL dove questo non succede, dove non vengono adottate correttamente le circolari, le varie determine, le varie delibere, quindi tutti i provvedimenti di Giunta, e capire i motivi, ognuno per la propria provincia, creando un tavolo per capire per quale motivo.
Anche la denuncia del collega Di Gregorio: capire perché Taranto è diversa. Io posso dire, per esperienza diretta e indiretta, che i malati oncologici non vengono mai abbandonati, in Puglia questo problema non c’è. Non c’è lista d’attesa per la presa in carico di un malato: quando purtroppo una persona viene a conoscenza, viene presa in carico… Collega Tupputi, trovami la lista d’attesa per gli oncologici, fammi vedere domani mattina una lista d’attesa di chi scopre di avere un tumore e viene messo in lista d’attesa per un intervento. Questo può succedere nel follow-up, quindi nella mancata programmazione dei controlli, ed è diverso. Ma la presa in carico di chi ha purtroppo questa disgrazia durante la propria vita, io le posso assicurare che almeno a Taranto non c’è lista d’attesa. Bisogna capire dopo cosa succede quando una persona, passato il primo dramma dell’impatto con questa malattia, con questa fragilità, entra appunto nel follow-up.
Detto questo, ripeto, noi non siamo contrari ad affrontare in maniera sistematica e strutturale questo intervento per ridurre le liste d’attesa e per una migliore organizzazione, ma in questo modo questa legge, così pensata, colpisce in maniera indiscriminata anche le persone che fanno seriamente il proprio lavoro.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Galante.
Informo che sono arrivati sei emendamenti. Io non ho altri iscritti a parlare. No, c’è il consigliere Lacatena. Prego, consigliere, ne ha facoltà.
Speaker : LACATENA.
Grazie, Presidente.
È vero, il consigliere Amati ha detto che lui gioca win-win. Io finirò su quel tabellone della proscrizione oggi. Sarò tra coloro i quali scelgono di votare “no”. Sarò un loser? Fa niente. Però, ho una grande convinzione: la politica deve avere la capacità di assumersi le sue responsabilità.
Oggi stiamo narrando di vent’anni, di trent’anni, di settant’anni probabilmente di incapacità della politica di affrontare la questione e vogliamo risolvere il problema con la decadenza. Io dico al direttore generale: tu decadi. Chi nomina i direttori generali? Chi nomina i direttori generali? La politica. Quindi, stiamo dicendo, tra le righe, che decade la politica. Siccome io, invece, sono un romantico della politica perché, come tutti quanti noi… No, è vero. Mi dispiace, Ruggiero, io faccio politica, per usare un’affermazione tanto cara, da quando avevo i pantaloncini corti, perché ritengo che la politica sia il miglior strumento con cui svolgere una funzione sociale. E così l’ho sempre fatta. Quando si arriva all’estremizzazione che ha portato Fabiano oggi in Aula, perché il suo è un grido di disperazione, che abbiamo tutti noi in corpo, ce l’abbiamo tutti, tutti quanti vorremmo svegliarci domani mattina e vedere che non ci sono liste d’attesa e ci chiamano per dire “come siete stati bravi”. Io sfido chiunque qui. Il suo è un metodo di far politica che ai più può piacere, ad altri può anche non piacere, però è il suo modo di fare politica, perché non trova riscontro nel Governo regionale rispetto a una problematica abbondantemente nota. L’ho detto oggi rispetto ad altri temi che riguardano la Puglia: bisogna pianificare e programmare, bisogna mettersi non intorno a un tavolo a raccontarsi le favole, bisogna prendere i numeri, bisogna prendere i dati, bisogna lavorare su soluzioni concrete.
Io oggi potrei dire tranquillamente “me la piglio con il direttore generale”, ci sono quelli bravi e quelli brutti, ma quando ci sono quelli brutti li possiamo anche mandare a casa, non ce lo vieta nessuno. Se sono direttore generale di un’azienda e un Consiglio di Amministrazione reputa che il mio lavoro non vada bene mi caccia, se non traguardo i miei obiettivi mi cacciano!
Io non posso immaginare che decidiamo oggi di sostituirci alla politica, ci stiamo sostituendo alla politica di Governo, non so se sono chiaro. Io non ho votato neanche la legge sulla decadenza automatica del direttore generale di ARPA, perché ritenevo che la decadenza non possa essere un sistema disciplinato per legge, perché noi non stiamo valutando in ragione di obiettivi, noi stiamo valutando in ragione di un parametro e stiamo dicendo “se non raggiungi questo obiettivo, ti mando a casa”, ma vi sembra un modo di fare politica?
Probabilmente domani mattina finirò sulla rassegna stampa come colui il quale è a favore delle lunghe attese dei pugliesi, ma non mi importa, io sono nato per far politica, e, nel fare politica, si fanno le scelte. È per questo che io voterò no, pur condividendo tutte le criticità rappresentate dal consigliere Amati, sarei un folle a dire il contrario, però non condivido il metodo. Abbiamo un punto di vista diverso rispetto al modo di raggiungere il risultato.
In politica solitamente ci si assume la responsabilità delle proprie scelte. Oggi abbiamo una Giunta, abbiamo un assessore alla sanità che deve guidarci in questa vicenda, e, come ha l’onore di andare in televisione a raccontare gli aspetti positivi che accadono in Puglia, deve assumersi l’onere di affrontare questo tema.
Da questo punto di vista, assessore, noi siamo a sua disposizione, però anche il suo linguaggio sistematico di scaricare le responsabilità sulle strutture e sui dirigenti è sbagliato, è sbagliato! Noi siamo il vertice della piramide e noi orientiamo e governiamo le scelte, e dobbiamo farlo con coraggio e, quando qualcuno sbaglia, come quando gli elettori non ci votano, lo dobbiamo mandare a casa. Non dobbiamo farlo per legge, perché se ci pieghiamo a questa scelta, abdichiamo per l’ennesima volta al ruolo della politica, che è governare i processi, non subire i processi.
Ecco perché sono orgoglioso di finire su quel tabellone oggi, Amati, sono orgoglioso perché difendo la politica, che è quella che governa i processi. Io ti capisco nella disperazione, capisco la battaglia ventennale che tu hai fatto e che stai facendo su un tema caro a tutti, ma sono passati vent’anni di assessori, là, sono passati quattro Governi regionali; sono passati giganti, per quelle sedie! Cosa è successo? Perché non si risolve?
Perché la politica molte volte si piega a logiche che io non condivido. Oggi, ne ragionavo anche col collega Leoci, la verità è da porsi anche il tema: è ancora giusto che la nomina dei direttori generali le faccia la politica, che non è in grado di sceglierli? Perché dobbiamo scegliere politicamente i direttori generali? Perché non si devono fare i concorsi, non si scelgono le migliori intelligenze, come ha detto il professor Lopalco? Vanno scelti i migliori per governare le ASL. Le ASL sono le più grosse aziende d’Italia. L’ASL di Bari è una delle aziende più grosse d’Italia.
Con questo non sto criticando, ad oggi, l’operato del direttore generale della ASL, ma il ragionamento non può essere ascritto semplicemente ad una logica spartitoria dei partiti, non può essere ascritto a una logica di favore del soggetto che va a rivestire quel ruolo in ragione della vicinanza politica. Non si fa così la politica, non si fa.
La politica si fa assumendo le responsabilità. Io ho imparato, e chiudo, che quando sbaglio le scelte mi assumo le responsabilità, e se non sono in grado di portare avanti gli obiettivi che mi sono stati dati, lascio il posto e vado a casa.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Lacatena.
Non ho altri iscritti a parlare. Possiamo passare all’esame del testo.
Sono tutti emendamenti aggiuntivi, alcuni finali altri invece nel corso degli articoli, dell’articolato. Articolo 1.
Non ci sono iscritti a parlare. Si vota. La votazione è aperta…Prego. Presidente Amati, ha chiesto di intervenire.
Speaker : AMATI.
Davvero un minuto sull’articolo 1, facendo una premessa.
Siccome si tratta di decadenza, faccio una premessa al collega Lacatena, anzi, due premesse. La prima: la decadenza è uno dei primissimi istituti giuridici che l’uomo inventò. Andò così: “non mangiate di quella mela”, loro mangiarono la mela e decaddero dal paradiso terrestre. Quindi, chi sa che il nostro diritto viene dalla letteratura cristiana, la prima decadenza sta là.
Poi, tutto si organizzò su quella decadenza. La storia umana nasce da quella decadenza. Due: evitate di dire la politica, la politica, un ricordo giovanile: per un grande uomo politico della Democrazia Cristiana, Mino Martinazzoli, a un congresso – tra l’altro lui aveva un eloquio raffinatissimo, uomo di rarissima cultura – un giorno, a un certo punto, dopo tante sequenze, “la politica, la politica, la politica” dicevano tutti “la politica, la politica”, Mino Martinazzoli prese la parola, con la sua voce rauca, ovviamente resa tale da un numero sterminato di sigarette, e disse “ma la politica siamo noi”. Informò che la politica eravamo noi.
Bastò questa frase per eliminare il riferimento alla politica. Nessuno più disse “la politica” perché fece acquisire la consapevolezza che la politica non è altro, siamo noi. Con queste premesse, il primo articolo dice che chi non rispetta la legge 13 del 2019 decade automaticamente. Se votiamo sì, decade automaticamente. Se votiamo no, restano tutti dove sono, e quindi, come il Gattopardo: “zione, occorre che tutto cambi, perché non cambi nulla”: ecco qua, i due voti sono attorno all’appello che nel Gattopardo al principe fa suo nipote. Tutto qua.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Amati.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lopalco. Prego.
Speaker : AMATI.
Anch’io sarò telegrafico. Innanzitutto, non sono sicuro che l’idea della decadenza di Adamo ed Eva sia stata una buona idea e abbia portato a buoni risultati.
Detto questo, nel momento in cui noi oggi stiamo a discutere su questo aspetto, un direttore generale non fa quello che gli ho detto, decade automaticamente senza discussione, così come non dobbiamo, ed è sbagliatissimo, puntare il dito contro la politica, secondo me attenzione a continuare a puntare il dito contro il nostro sistema manageriale della sanità pugliese, perché questi direttori generali – ma non voglio fare l’avvocato di nessuno – comunque hanno permesso alla Puglia oggi di essere l’unica Regione meridionale che rispetta le garanzie previste dai LEA. Quindi, attenzione: mi rifaccio a quello che dicevo prima, del buon padre di famiglia che con quattro soldi e con quattro pezzi di pane nella dispensa riesce a far mangiare la famiglia. Quindi, comunque dobbiamo evitare sempre di buttare su un unico responsabile la responsabilità di alcuni aspetti di malfunzionamento, di alcuni aspetti di inefficienze, perché anche in questa maniera in qualche modo si alimenta quel sentimento anche di cattiveria che poi andiamo a trovare ogni giorno nel pronto soccorso del cittadino, che magari potrebbe starsene a casa con il mal di pancia, va al pronto soccorso, aspetta sei ore, giustamente, perché con il mal di pancia è bene che aspetti sei ore, così la prossima volta non va al pronto soccorso, si incazza e aggredisce l’operatore sanitario. Allora, ancora una volta, non puntiamo il dito contro la politica, non puntiamo il dito neanche contro altri elementi importanti e cardine del nostro servizio sanitario, che, comunque sia, è un servizio sanitario che ha raggiunto degli ottimi livelli.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Lopalco.
Adesso andiamo al voto sull’articolo 1.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 33, votanti 26, favorevoli 6, contrari 20, astenuti 7.
L’articolo 1 è respinto.
Adesso andiamo all’articolo 2 “Modifiche alla legge regionale 28 marzo 2019, n. 13”.
Prego, Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Questo secondo articolo tratta l’argomento clou. Devo fare una premessa. Nella mia cultura, nella mia formazione non fare il proprio dovere – è un fatto di formazione – corrisponde ad una conseguenza. In un’azienda privata non fare il proprio dovere corrisponde ad una conseguenza. Nell’amministrazione pubblica non si punta il dito. Tradotto così. Ora, per un attimo fate una prova, non datemi la risposta, ma fate una prova.
Immaginate che con riferimento a questa norma, chi paga siamo noi, ognuno di noi: prende dal suo conto corrente, immaginate il nostro conto corrente; immaginate il saldo, immaginate una cifra e dite: guardate che da questa norma deriva, proprio perché non attivi la responsabilità, una riduzione della somma del conto corrente. Ho motivo di ritenere che difficilmente non si voterebbe a favore rispetto al proprio dipendente che con la sua condotta fa ridurre il conto corrente.
Questo è un fatto elementare. Ora, immedesimiamoci nel nostro conto corrente: invece no, cosa accade? Nell’amministrazione pubblica c’è l’idea che i soldi sono in un forziere alimentato dai marziani. Arrivano i marziani e mettono i fondi – si dice – pubblici, che è già un errore, perché quelle si chiamano tasse dei cittadini. Già se dicessimo così saremmo anche noi. Siccome c’è questa idea, non si punta il dito: ma dove avete mai visto che non fare il proprio dovere corrisponde a puntare il dito? Ditemi qual è l’azienda privata dove uno che non fa il proprio dovere, tranquillo, non puntiamo il dito, non urtiamo la tua suscettibilità.
Cosa dice questa norma? Questa norma dice, tradotto: voterete no, voteranno no anche quelli che l’hanno sottoscritta, perché la cosa bellissima di questa storia è che ho visto dei voti contrari di chi l’ha sottoscritta.
Ora, chiedo ai giornalisti di fare questa indagine: la cosa bellissima è come un assessore al bilancio del mio Comune, tanti anni fa, che predispose il bilancio e poi al momento della votazione lo relazionò e votò contro il bilancio che aveva predisposto. Questa è una cosa incredibile. Ma voi voterete no, è come se Piemontese presentasse a dicembre il suo bilancio e poi a un certo punto dicesse: io voto no, cose viste soltanto qui, cose inaudite. Ma voi voterete no.
Dice questa norma che in caso di disallineamento tra i tempi d’attesa, a parità di personale impiegato, di ore lavorate, tutto a parità, se ci vuole un giorno per quella privata e sei mesi per quella pubblica, si sospende, si riallinea e poi si riprende.
Se non lo fate, quindi, si sospende, non c’è decadenza su questo. Ora, noi, nonostante i dati di Innova Puglia, che dice tutto questo, diciamo – è scritto anche nel contratto dei medici. Noi, invece, siccome non puntiamo il dito, di fronte a questa circostanza diciamo: fate pure, prego, prego. Quanta galanteria: prego, fate pure. Noi non diciamo nulla.
Bene, si illumini il tabellone con i “no”. Prego. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Consigliere Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO.
Ripeto, è una descrizione, questa, del problema che non condivido. Pur condividendo l’impianto – lo dicevo prima – non è peggiorando la situazione per i cittadini, per gli utenti che si risolve il problema, perché questo peggiorerebbe la situazione.
Sono d’accordo sulla decadenza, possiamo aggravare ancora di più, se si vuole, ma – lo ripeto – questo specifico provvedimento aggraverebbe la posizione dei cittadini, perché quella fila si allungherebbe, perché l’effetto che produrrebbe quella sospensione che sarebbero obbligati a fare sarebbe deleterio per i cittadini.
Io sono disposto a dare tutte le responsabilità, ma non diamole alla parte che oggi è quella che sta pagando il prezzo più alto, e sono i cittadini. E purtroppo con questo è quello che determiniamo. Posso votare ad occhi chiusi questa legge, se non ha al suo interno questo provvedimento, che – lo ripeto – è deleterio. Non me la sento di andare ad aggravare una situazione già difficile o, meglio, a far implodere un sistema, perché l’unico effetto che si produrrebbe reale è quello di implosione del sistema.
Ci sta la decadenza, ci sta la creazione dell’agenda, ci sta il CUP unico, ce ne stanno di cose che si possono fare, che non vanno a incidere negativamente sui cittadini, piuttosto positivamente, ma questa, mi dispiace, andrebbe ad incidere negativamente sui cittadini. Ecco perché io voterò “no” e sono felice di essere tra quelli che compariranno là, perché non sono d’accordo nel far pagare il prezzo a chi è incolpevole, a chi non vede l’ora che qualcuno gli possa risolvere il problema. Semplicemente questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Tutolo.
Adesso andiamo al voto sull’articolo 2.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa. Presenti 33, votanti 27, favorevoli 6, contrari 21, astenuti 6.
L’articolo 2 è respinto.
Adesso passiamo all’articolo 3.
Presidente Amati, prego, ha chiesto di intervenire.
Speaker : AMATI.
Come vi avevo anticipato prima, quando si riallineano i tempi, si riprende con l’attività libero professionale.
Dice Tutolo, che secondo me non ha letto i rapporti di InnovaPuglia, i dati, perché è scritto tutto lì, lo dicono loro, e io purtroppo fondo queste cose sui dati. Dice Tutolo: guardate che se sospendete l’attività libero professionale queste persone restano senza prestazioni a pagamento, cioè, dovrebbero pagare però restano senza prestazioni a pagamento e aggraviamo le cose.
Collega Tutolo, non è così, probabilmente bisogna approfondire il sistema dell’attività libero- professionale.
L’attività libero-professionale si fa fuori dall’orario di lavoro, e deve essere calibrata su quella della libera professione, perché tu devi spiegare per quale motivo – al netto di tutto, si elimina tutto – se sei un ecografista, quindi al netto delle cartelle cliniche, l’unità operativa, eccetera, tenete conto che qui si sospende l’unità operativa, devi spiegare perché al netto di tutte queste cose, dice InnovaPuglia, quindi se lei vuole entrare in contestazione, entri in contestazione con InnovaPuglia, ne fai molte meno nell’attività istituzionale e ne fai di più.
Vi cito articoli giornalistici in abbondanza, c’è stata una campagna intensissima su questo argomento, che ha riguardato in particolare il Policlinico. È intervenuta pure l’AgeNaS, su questo punto, che ha detto: attenzione, la cosa non va bene.
Noi quindi semplicemente ti stiamo dicendo che tu nell’attività libero professionale, che non c’entra niente con quella istituzionale, fai molti più interventi rispetto a quelli dell’attività istituzionale, a parità di ore lavorate, a parità di prestazioni richieste e a parità di personale impiegato, quindi tutto comparato.
La domanda che si fa InnovaPuglia e che si fanno tutti è: perché? Come mai? Eppure, le ore sono le stesse al netto di organizzazione, reparto, eccetera. Come mai tutto questo? Siccome si capisce come mai, il legislatore, il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa e il Regolamento regionale prevede che si sospenda l’attività libero professionale. L’unica cosa che fa questa norma è dire che la sospendiamo davvero.
Se lei ha questa opinione non deve bocciare la mia norma, deve chiedere la modifica del Regolamento regionale. Deve dire: guardate che il Regolamento regionale è infondato, perché c’è questo mio punto di vista. Deve chiedere possibilmente al Governo nazionale la modifica del Piano nazionale di governo delle liste d’attesa e deve anche andare dai sindacati medici a chiedere di modificare il loro contratto collettivo. Io che vivo, invece, sulla base delle cose che ho le dico che, se ci sono delle norme, vanno rispettate. E siccome queste mi sembrano di buonsenso e i numeri contraddicono in maniera eclatante quello che dice lei, ecco perché questa norma, dopo la sospensione, si riattiva perché si è raggiunto finalmente l’allineamento, si è superata quella stranezza per cui a parità di tutto nel pubblico si fa “x”, nel privato si fa “x più 10”.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO.
Non ho alcuna voglia di entrare in contrasto né con lei né con nessun altro. Ho semplicemente un’idea diversa e mi permetto di esprimerla. Mi sembra semplice, per quella che è la mia capacità di apprendere, che, se elimini una strada, tutti quelli che stanno percorrendo quella strada sono costretti a perseguire e, quindi, a percorrere l’altra strada. Non può esserci che non più traffico su quella strada. Mi sembra la cosa più naturale. Però, è quello che comprende probabilmente la mia mente, che non deve essere evidentemente di quelle molto ampie, ma questo è quello che penso io di questa cosa, senza voler entrare necessariamente in contrasto. La pensiamo diversamente su questo, molto più semplicemente.
Speaker : PRESIDENTE.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 26, favorevoli 6, astenuti 8, contrari 20.
L’articolo 3 è respinto.
Adesso andiamo all’articolo 4, che introduce l’articolo 3-quater.
Il Presidente Amati ha chiesto di intervenire. Prego.
Speaker : AMATI.
Con la premessa, collega Tutolo, che i numeri non sono pensieri né opinioni, ma i numeri sono testardi e non si possono massaggiare, per cui i numeri sono numeri, questa è la premessa, io sui numeri non ho pensieri, sono privo di pensieri, per i numeri ho osservanza, a questo articolo dedicherò un minuto in più.
Vi prego di fare attenzione: questo articolo è l’oggetto di alcuni procedimenti giudiziari recentissimi che sono apparsi sui giornali. Che cosa prevede questo articolo? Questo articolo dice che esiste la libera professione extramuraria. Tu cioè prendi l’indennità di esclusività – i soldi – però, siccome non hai gli spazi all’interno della tua struttura, chiedi l’autorizzazione per farla fuori, in uno studio privato: questo avviene.
La maggior parte delle autorizzazioni, purtroppo, di intramoenia allargata, sono prive della motivazione sulla insussistenza dei requisiti, per cui si sono aperti vari procedimenti penali. Peraltro, in uno studio di Bari risulta un numero esagerato di professionisti, ma questo è l’esempio, autorizzati in attività extramuraria allargata. Lo dico in particolare perché conosco la sensibilità del collega Campo, e pure all’assessore Piemontese.
Che cosa dice questa norma? Ora la smettete, vanno riverificate tutte le autorizzazioni per l’attività professionale intramuraria, innanzitutto… Scusate, pardon, allargata, extramuraria.
Ma poi dice un’altra cosa: se autorizzi devi dire specificamente perché queste persone non possono farlo nelle strutture sanitarie, devi motivare il fatto che non ci siano spazi insufficienti. È chiaro qual è la differenza? La differenza è che facendola all’interno c’è maggiore controllo, facendola all’esterno, può succedere di tutto: è chiara la differenza?
Ora, colleghi, su questa cosa non c’entra né la storia di Adamo ed Eva, né la decadenza dal paradiso terrestre; non c’entra l’attività libero-professionale. C’entra esattamente un fatto che non si può più tollerare: l’extramoenia, la libera professione allargata è uno scandalo. Venite nella mia stanza: ho chiesto, e ho diversi faldoni, delle autorizzazioni in allargata. Chiesi i provvedimenti. Ci misero tanto tempo per darmeli. Poi, quando me li diedero, tutti i provvedimenti non riportano la motivazione. Però, fecero una cosa: con la lettera di trasmissione provarono a sanare la carenza del provvedimento e scrissero, perché non c’erano spazi all’epoca, ora per allora, ma non facendo una ricognizione. Dove non c’erano spazi? Come? Perché? Un tentativo di sanatoria di un provvedimento che era fortemente illegittimo.
Colleghi, adesso su questo è chiaro che probabilmente vedrò il tabellone colorato al solito, però qui stiamo parlando proprio di una cosa linearissima. Se non ce ne occupiamo noi, non lo so chi se ne può occupare. Una cosa proprio linearissima… L’ho appena detto. Forse lei era distratto, collega Galante. Dice il collega Galante “i NAS”, perché ovviamente risente di com’erano. C’avete presente il film Come eravamo? Loro, quando cominciarono, aveva un approccio giustizialista la politica. Per loro erano carabinieri, polizia: arrestateli tutti. Pure qui. Voi non avete idea che cosa successe. Vedete Grazia Di Bari? Grazia Di Bari è diventata una persona, da un punto di vista del temperamento, amabile. Voi non avete idea che cosa facevano. Quando entrarono in Consiglio regionale nella prima seduta non ci volevano nemmeno salutare. Ti ricordi, assessore Piemonte? Non ci volevano… La Barone, che caratterialmente come temperamento si vedeva che lei in realtà stava accontentando gli altri, era in difficoltà. Loro non ci volevano nemmeno salutare, perché non si dovevano mischiare con noi. Se andate a vedere i video, era una cosa… No, che c’entra. Ho detto che sei diventata più amabile. Casili, che è una persona che si ricorda bene… Va beh, comunque i colleghi che stavano allora se lo ricordano: era una cosa da spavento. Però, non mi fate perdere tempo, sennò poi il Presidente addebita a me il tempo dell’interruzione.
Lui ha avuto un rigurgito rispetto a quei tempi. Ha detto: i NAS, la polizia. Ovviamente io e noi, che siamo stati sempre normali, non è che abbiamo avuto bisogno di inserirci nella scatola del tonno per capire che non c’erano scatolette di tonno da aprire, abbiamo sempre fatto in modo che non arrivasse mai la polizia, i carabinieri. Questa è un’impostazione nostra. Quindi, le leggi servono ad evitare che una persona arrivi alla Polizia e ai Carabinieri, perché quando arrivano la Polizia e i Carabinieri, poi si distrugge quella famiglia. E questo era l’approccio garantista alla vita. Quindi, se uno mi dice: “arrivano i NAS, maledetti”, io dico “no, io devo evitare che arrivino i NAS”, quindi ogni tentazione la devo eliminare.
Per cui, è la pubblica amministrazione che deve mettere in piedi apparati amministrativi per evitare che la supplenza debbano averla la Polizia, i Carabinieri e l’ufficio del pubblico ministero. Quindi vi prego, colleghi: questo è un grande scandalo. È un grande scandalo, come sa bene…Vi posso dire chi lo sa bene? Assessore Piemontese, vi posso dire chi lo sa bene? L’assessore Pentassuglia. Lo sa bene.
Questo è un grande scandalo. Almeno fate in modo di non mettere a verbale questa ragione nostra postuma su questo punto, almeno questo, almeno questo. E fate in modo che venga approvato, perché almeno con questo potremo mettere fine senza che arrivino i NAS, i Carabinieri e la Polizia a distruggere famiglie e persone, potremo mettere fine a questo scandalo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Amati.
La parola al Presidente Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie.
Il monito del Presidente Amati mi è servito, quello di stare attenti: io lo faccio spesso, non è un caso se spesso mi ritrovo a votare insieme a lui, perché la sua capacità descrittiva spesso mi convince. Mi ha convinto pure stavolta, probabilmente perché non ci sono i numeri di mezzo, perché quando ci sono i numeri ho qualche problema, ma è una mia difficoltà, quella non è certamente una sua colpa. Sono quindi assolutamente d’accordo con questo suo emendamento e voterò convintamente favorevolmente, perché è giusto… Se c’è una necessità di farlo esternamente è giusto farlo. Ma se non c’è, è evidente che non va bene.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti a parlare.
La votazione sull’articolo 4 è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 26, favorevoli 7, astenuti 8, contrari 19.
L’articolo 4 è respinto.
Prima dell’articolo 5 ci sono alcuni emendamenti. Il primo emendamento è a firma Amati ed è: modifiche all’articolo 7 della legge regionale n. 13/2019. Lo vuole illustrare? Prego.
Speaker : AMATI.
Presidente, come ha detto lei, è sostitutivo di quello già depositato, che è già allegato al n. 1, perché avrà notato che ha lo stesso testo, tranne la parte finale relativa al follow-up. Questo – mi permetterà il collega Di Gregorio – per titolare l’emendamento che ha illustrato il collega Di Gregorio nel suo intervento. È esattamente questo.
Vi ricordate quando il collega Di Gregorio ha parlato di agende dedicate eccetera, eccetera? Ve lo ricordate? Esatto. Questo emendamento innanzitutto al primo comma dice che c’è il CUP unico regionale. E mi sa che questa opinione l’ho sentita dire tante volte da tutti: magari ci fosse il CUP unico regionale come decisione politica nostra. I politici siamo noi, quindi dobbiamo prendere noi questa decisione.
Il secondo comma, invece, dice… Ve lo leggo. Perché domani nessuno – questa è la campagna che sta portando avanti da un paio di giorni il quotidiano la Repubblica - Bari – mi deve dire “ah no, è esattamente quella la questione”, ripresa anche dal collega Romito, che non vedo, in un comunicato stampa recente. L’emendamento sostitutivo dice: “La prenotazione per tutte le tipologie di prestazioni follow-up per malati oncologici, cronici o affetti da malattie rare deve avvenire sulla base di prenotazione effettuata dallo specialista che ha in carico il paziente sulla base di agende dedicate, e la mancata predisposizione delle agende comporta la decadenza, per dettato di legge, del direttore generale dell’Azienda sanitaria interessata”. Perché se noi abbiamo detto che dovete fare le agende dedicate e non si fanno, e magari si fanno soltanto in alcune parti di alcune ASL – perché purtroppo, collega Di Gregorio, non sono tutte le ASL, quelle che ha citato lei, ma alcune parti, alcuni distretti – è chiaro che noi dobbiamo fare qualcosa. Non vogliamo fare niente? Vogliamo votare contro? Votiamo contro, ci mancherebbe, però poi colleghi io e noi abbiamo memoria… Sapete quante audizioni si fanno in Commissione sanità su questo argomento? Tante. Vengono le persone e dicono “perché non vi occupate…?”. Le associazioni di malati, in particolare, e dicono “perché non vi occupate...?”. Io parteciperò alle audizioni successive su questo argomento, sarò proprio puntuale, senza bisogno che mi avvisi il Presidente Vizzino, e dirò “guardate che l’avete bocciato”. Ora non vi voglio spaventare, perché ovviamente a voi non vi spaventa niente, e l’abbiamo già ampiamente visto, perché siete persone coraggiose, impavide, Braveheart è nulla rispetto a quello che sta accadendo qui. Però vi voglio avvisare, perché nessuno deve dire… Sapete, molto spesso si dice “veramente non avevamo colto”, che molto spesso è una bugia, perché qui ognuno di noi è figlio di volpe sparata, quindi figuratevi un po’, scampato a un omicidio, figlio di volpe sparata. Quindi, quando qualcuno dice “no, non l’avevo capito”, in realtà generalmente sta barando, quindi questa scusa non sarà plausibile. Almeno questo lo facciamo? Poi non lo so, il collega Di Gregorio intende astenerti anche sul… No, lo so, è un modo amichevole, visto che godo della tua amicizia, era un modo amichevole per riconoscerti ancora una volta la sensibilità che hai avuto nel tuo intervento. No, ho dato atto dell’amicizia con lui perché stavo parlando con lui; con lei, do atto dell’amicizia anche con lei. Quindi, facciamo andare anche questo in cavalleria? Fate.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei. Io non ho altri iscritti a parlare.
Possiamo passare al voto sull’emendamento, previa richiesta di parere del Governo. La parola all’assessore Palese.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Parere contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, assessore.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 33, votanti 28, favorevoli 10, contrari 18, astenuti 5.
L’emendamento è respinto.
Adesso passiamo all’emendamento numero 2, sempre prima dell’articolo 5.
Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Questo è l’emendamento, l’articolo sulle agende chiuse. “Buongiorno. Posso prenotare?”. “L’agenda è chiusa”. Questa è risposta. Questo è l’emendamento sulle agende chiuse. Che dice questo emendamento, cioè il cuore dell’emendamento? Dice che le agende devono essere proiettate per almeno 365 giorni e per tutte le classi di priorità. In caso di indisponibilità che persiste le agende devono essere proiettate anche oltre i 365 giorni, per non sentire mai “è chiusa”. E poi, perché viene utilizzato anche il fatto “è chiusa”? Perché se non si utilizza l’espressione “è chiusa”, viene monitorato lo splafonamento eclatante sui tempi d’attesa. È anche un espediente organizzativo. Quindi, non si sa, non si sa. Invece, se si proiettano le agende, si possono monitorare i tempi di attesa, e questo, diciamo, è anche un espediente, non sempre, ma spesso. E poi il CUP è tenuto a registrare tutte le richieste di prenotazione, tutte, comprese quelle non soddisfatte per mancanza delle proiezioni delle agende di cui al comma quarto, o per altri motivi.
Se io fossi assessore, ma ho già nel curriculum questa esperienza, questa norma l’avrei proposta io, perché qui puoi tenere sul cruscotto il monitoraggio di tutto, per poi sapere i numeri e poi capire chi risponde “agenda chiusa”, perché c’è l’obbligo di registrare il fatto che non hai soddisfatto la richiesta. Questo sistema open data è un grande sistema per recupero di efficienza.
Questo è ancora più facile di quell’altro. Quell’altro… Assessore, non ho preso la parola perché, anche se mi ha dato del “buffone”, siamo sempre amici. Però, assessore, il suo parere contrario su quell’altro argomento, glielo dico per lealtà, sarà il cuore della mia polemica politica su questa giornata.
Quello per me è intollerabile. Noi siamo tutti figli, fratelli, sorelle, orfani di malati di tumore. Quello è intollerabile. Peraltro, quello riprendeva esattamente una sua circolare, disattesa: questo diventerà il centro dell’attenzione politica e polemica dei miei commenti a questo pomeriggio. Non sono intervenuto perché, francamente, sennò il collega Metallo, che giustamente mi richiama ai modi, io sono affezionato al collega Metallo, quindi, avendo ricevuto il suo richiamo ai modi, non voglio che mi richiami ancora un’altra volta. Però questa cosa è ancora più semplice: questo dice “dobbiamo monitorare”.
Ora, colleghi, una domanda: che fastidio vi darebbe se le agende fossero proiettate? Perché l’abbiamo proposta noi? Ritiro la firma e mettete la firma di chi vi piace, se c’è uno più simpatico, mettetelo la firma di uno più simpatico.
Dice Di Gregorio: “tieni conto che su questo c’è la fila”, e ha ragione, cioè, di quelli più simpatici c’è la fila, e su questo ha ragione, e sono anch’io in quella fila. Io spesso mi tengo antipatico, e dico “mi tengo antipatico” perché l’espressione “antipatico” può essere sostituita con altra, “mi tengo”, eccetera, eccetera, non a caso uso l’espressione “mi tengo”.
Anch’io molto spesso mi reputo antipatico, però lo facesse un altro, scrivesse un altro. Che cosa vedete di male in questo? Certo, alla fine, se votiamo a favore non è che potremmo dire “abbiamo approvato una rivoluzione”, alla fine abbiamo approvato una proiezione a 365 giorni e un monitoraggio. Ancora qualcuno pensa che poi con questa norma approvata diranno: abbiamo approvato la legge proposta da Amati, Mennea, Vizzino, Campo… No, Caracciolo diede il patrocinio morale. Mazzarano… All’epoca era un’altra epoca geologica. Tutolo, okay. Mi raccomando: non è che possiamo dire che è stata approvata la legge di tutte queste personalità. Abbiamo approvato una cosetta. A volte ci sono esiti paradossali. Però, almeno facciamo questo. Così quando ritorneremo sull’argomento almeno una cosa ce la saremo tolta sugli impegni, perché questa è una risposta che deve dare la politica. E chi è la politica? Noi.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti a parlare, quindi possiamo votare.
Il parere del Governo?
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Anche su questo, ogni ASL va in RULA, per decisione della Regione, quando c’era l’assessore Lopalco, il responsabile unico delle liste di attesa, quindi è ultroneo. Parere contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Il Presidente Amati ha chiesto di intervenire.
Speaker : AMATI.
Con la premessa che la parola “ultroneo” significa “spontaneo” e non “in più”, che è una premessa utile per chi si occupa di diritto, non significa “inutile”, significa “spontaneo”, anche qui quella norma non dice la “nomina del responsabile”. C’è un comma che dice la “nomina del responsabile”. Perché il parere contrario è stato questo: siamo contrari perché ogni ASL ha il responsabile. Questo perché è stato letto soltanto il primo comma e il secondo comma. Poi ci sono il terzo e il quarto comma, che ovviamente sono un’altra cosa, che dice la “proiezione delle agende”. Per cui, abbiamo avuto un parere contrario sulla proiezione delle agende, però fondato sulla nomina dei responsabili, dei direttori medici di presidio ospedaliero di distretto, che devono nominare tra il personale assegnato un addetto alle agende per la verifica e la validazione delle stesse e per l’organizzazione della presa in carico dei pazienti. L’assessore Palese dice che ci sono, domani mattina sarà mia cura inviarvi sulla mail i provvedimenti di questi responsabili delle agende. Se non ve li mando, vuol dire che non ci sono. Sappiate che sono notoriamente tignoso. Se non ve li mando, non ci sono.
Esiste il responsabile, il RULA, per le liste d’attesa, che è una cosa diversa, secondo non Amati ma il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa e il Regolamento della Regione. Non è che lo dico io, sono due cose completamente diverse. Ma l’assessore ha detto che ce l’abbiano. Abbiamo tutto noi. Colleghi, noi abbiamo tutto. Quando usciremo di qui, chi avrà sentito – purtroppo pochi – lo streaming del Consiglio, perché se sentissero tutti, come dice il collega Tutolo, lo streaming del Consiglio, noi quando usciremo di qua direbbero quelli hanno tutto, quelli sono meravigliosi, sono veramente i più bravi, sono i più belli, compreso il responsabile delle agende, che non abbiamo. Abbiamo il RULA, che è una cosa diversa. Invece con questa norma si vuole che ci sia uno, addetto, che poi il direttore generale può pure decidere di dargli quell’ulteriore compito, però non ce l’ha questo compito, che si occupi della proiezione 365 giorni e oltre delle agende.
Anche questo mi sembra semplicissimo, però fate, cosa vi devo dire? Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei. Consigliere Tutolo, prego, ha chiesto di intervenire.
Speaker : TUTOLO.
Io sono favorevole anche a questo emendamento, però volevo non correggere, non mi permetterei mai… Siccome ha fatto una precisazione, il collega Amati, sul significato di ultroneo, non avendo la mia conoscenza diretta sono andato a vedere e, insomma, diciamo che ci potrebbe pure stare, voglio dare una mano all’assessore Palese, perché è un punto… Insomma, dice che è eccessivo, quindi solo questo, pur restando favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Allora andiamo al voto.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 33, votanti 26, favorevoli 7, contrari 19, astenuti 7.
L’emendamento è respinto.
Adesso abbiamo un emendamento di Fratelli d’Italia che prevede: “Dopo l’articolo 4, aggiungere il seguente: all’articolo 9 della legge regionale 28 marzo 2019, n. 13, dopo le parole ‘in vigore della presente legge, rideterminano’ aggiungere le seguenti ‘con cadenza semestrale’”.
Primo firmatario Caroli. Ritirato.
Emendamento a firma Amati interamente sostitutivo dell’articolo 5.
Presidente Amati, ha chiesto di intervenire. Prego.
Speaker : AMATI.
Con questo emendamento, con tutti i proponenti abbiamo inteso dare un’ulteriore conseguenza alla nostra idea, cioè assoggettare all’interno della decadenza di chi non fa il proprio dovere tutte le norme contenute nella legge del 2019, la legge vigente. Colpo di scena, colpo di scena. Quindi, questo vuol dire, come aveva detto Ventola (ma è un profeta, aveva doti profetiche), come aveva detto il profeta Ventola: guardate che la legge del 2019 è inattuata. Peraltro, il collega Ventola si ricorderà che quella legge fu approvata a valle di un altro conflitto nell’altra legislatura, dove naturalmente, diciamola come si dice, per non dire che noi l’abbiamo bocciata si decise di alleggerirla nel suo potenziale. Va bene? Usiamo questo eufemismo “alleggerirla nel suo potenziale”. Pur alleggerita nel suo potenziale, è inattuata. È leggera, non so se avete mai letto il romanzo “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, lì il problema è tra la leggerezza e la pesantezza, questo è il grande dilemma di quel grande romanzo psicologico. Quel giorno accadde una cosa del genere: si alleggerì la legge. Nonostante questa grande leggerezza, cos’è successo? È inattuata.
Con questa norma, facciamo in modo che vengano attuate le disposizioni dell’articolo della legge del 2019. Siccome penso che questo sia l’ultimo intervento – vedo sospiri di sollievo, noto sospiri di sollievo – vi voglio dire una cosa: vi ricordate quando abbiamo cominciato il dibattito? Quando abbiamo cominciato il dibattito, sembrava che tutto ruotasse attorno all’ALPI: è vero? Mi ricordo bene? La polemica su cosa è sorta? L’ALPI.
Vi chiedo: in questa legge c’era solo ALPI? O c’erano anche altre cose? C’erano anche altre cose, erano la maggior parte. Perché lo dico? Perché è diventata la legge ALPI? Perché la legge ALPI e la norma sull’ALPI ha suscitato tante, tante attenzioni da parte di un gruppo di medici, non la maggior parte, quelli che contano di più.
Lo dico con grande senso di responsabilità, perché ne ammiro la scienza, però io sono pagato dal Servizio sanitario pubblico. Hanno in ogni modo tentato di ostacolare questa cosa, come avvenne pure in Emilia-Romagna. Le chat dei medici sono piene, di un gruppo di medici, perché la maggior parte dei medici non hanno questo problema. La maggior parte dei medici curano le persone, non vanno a mettere i granelli di sabbia all’interno degli ingranaggi.
Ma il problema sapete qual è? Che molti di questi, e qui parlo un attimo di politica, mi perdonerete, molto spesso hanno questo approccio, spero che lo vedano tutti, e se non lo vedono, ditelo, non siate riservati. Mettono in campo un meccanismo psicologico rispetto agli eletti dal popolo e gli fanno credere che il giorno x, se non avremo in qualche modo adempiuto a queste richieste, loro non saranno tra gli elettori. Oppure, ancora peggio: non avranno attenzione.
Vi informo di due cose: la prima è che generalmente i più grandi professionisti, il giorno delle elezioni fanno un weekend fuori; la maggior parte delle persone che vanno a votare, sono persone che invece soffrono e ripongono in noi le loro speranze.
Seconda questione: vi prego, i voti sono come i soldi, uguali, hanno una caratteristica: non si portano al cimitero, proprio non si portano al cimitero. Hanno la stessa natura. Hanno la stessa natura di effimero. Non voglio fare una predica etico-morale. Voglio soltanto ricordare che questi meccanismi intervengono nella decisione politica, ahimè. E noi siamo in polemica non perché la maggior parte di noi non crede in queste cose. Ci crediamo tutti. Ma è perché all’interno di questo paradigma psicologico tra eletti ed elettori un sistema di potere come la sanità ha la possibilità di incidere, incidere pesantemente. Il problema è che a questa incidenza fa da corrispettivo l’assenza di rappresentanza della maggior parte delle persone. È questo il clamoroso dramma. È questo il rovello della politica. È questo il rovello e il sentimento di disperazione.
Tra trenta giorni noi ripresenteremo la proposta di legge. Poi aspetteremo sessanta giorni perché la Commissione probabilmente, ma non per colpa del Presidente Vizzino, però chiederò le firme a tutti, non la esaminerà, e la iscriveremo con l’articolo 17. E dopo tante volte che richiederemo l’intervento, probabilmente Romito assumerà nuovamente questa iniziativa e assieme a lui altri, e al voto saremo di più, perché oggi rispetto all’altra volta i “sì” sono di più. L’altra volta eravamo di meno. E quando saremo di più l’altra volta avremo fatto un altro passo in avanti. E quando poi con insistenza magari lo ripeteremo tante volte alla fine il tabellone sarà verde. Nel frattempo, le persone intelligenti che vuole il collega Lopalco si staranno in quel momento alzando. In quel momento li troveremo che si stanno alzando. Il tavolo, gli scienziati, gli esperti a quell’ora, quando la politica, collega Lacatena, cioè noi avremo fatto le nostre cose… Perché per me il primato della politica consiste in questo, nel prendere decisioni a volte anche impopolari. E lo sappiamo fare soltanto noi. Quel giorno in cui il tabellone diventerà tutto verde, quegli esperti si staranno soltanto alzando. Va sempre così la storia dell’umanità. Non è che la cambiamo noi. È sempre andata così, per strappi, per strappi progressivi, per strappi conseguenti. Così va avanti la storia dell’umanità. Chi pensava di cambiare la storia dell’umanità con un atto rivoluzionario poi registrò il fallimento. E ve ne potrei citare tanti, non solo con atti rivoluzionari, con atti di pianificazione generale. Sono strappi, la vita va avanti per strappi. Noi oggi abbiamo strappato un pochino, perché siamo diventati di più quelli a favore. La prossima volta saremo ancora di più. È chiaro che io avrei preferito che lo strappo fosse stato maggiore, perché molto spesso quando arriva lo strappo maggiore? Quando succede qualcosa, una cosa inaspettata. Anche qui, la storia della politica è evidente: dovesse succedere un grande casino su questo argomento, noi correremo. A fare cosa? Esattamente le cose che abbiamo negato oggi, proprio quelle. Esattamente quelle. Allora, colleghi, avremo perso tempo.
Qual è il problema? Perché qualcuno dirà: senti, ma se si procede per strappi, alla fine il sol dell’avvenire c’è. È il mio modo di essere riformista, perché io sono sinceramente riformista, queste cose non sono parole vaghe. Il sole dell’avvenire non è che a un certo punto ti svegli e sei accecato dal sole dell’avvenire. No, mai, non succederà mai questa cosa. Il sol dell’avvenire è la capacità di cogliere un piccolo raggio, il raggio che ti è dato, perché se non lo cogli in quel periodo, tra uno strappo e l’altro, sul selciato restano tante persone, vittime si chiamano. E sapete perché noi non ce ne accorgiamo? Mica perché siamo insensibili. Perché quando veniamo qua dentro c’è una trasfigurazione dalla prospettiva. In questi banchi – magari tutte le persone lo comprendessero – c’è una trasfigurazione nella prospettiva. Noi pensiamo che la prospettiva sia quella di noi stessi, è questo il dramma dei politici e della politica. Sia almeno di insegnamento, non perché sono io il professore. Io insegno niente, perché nella storia dell’umanità e nella letteratura, in particolare, che è la giurisprudenza delle leggi di natura. Voi lì trovate tutte le risposte alle domande.
Noi oggi abbiamo avuto sete, perché la sete c’è stata, però non l’abbiamo voluta saziare tutta. Quindi, per la parte del piccolo strappo, io vi ringrazio; vi sono grato e debitore. Però, per proseguire questo percorso nell’idea riformista della vita, altamente riformista, perché devi bruciare barbe e parrucche per strappare, io vi prometto, noi vi promettiamo che adempiremo al nostro dovere ripresentandovi la legge di qui a trenta giorni.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
E noi ci auguriamo, però, che laddove fosse ripresentata non venga in Consiglio con l’articolo 17, ma sia discussa nelle sedi istruttorie, quindi in Commissione.
Prego, consigliere Romito. Ha chiesto di intervenire, ne ha facoltà.
Speaker : ROMITO.
Grazie, Presidente.
Un auspicio, che prima ancora di accrescere il numero di chi la vede in una determinata maniera, si possano perlomeno confermare coloro i quali appongono le proprie firme alle proposte di legge. Collega Amati, già partendo da questa novità saremmo un passettino avanti. Quindi, prima ancora di accrescere la platea dei favorevoli, andrebbero confermati quelli che si dichiarano e sottoscrivono come favorevoli, e poi legittimamente, perché questa è l’Aula delle opinioni, cambiano idea.
Vorrà dire che bisognerà essere più bravi per convincerci tutti, e in maniera definitiva, di quello che poi scriviamo. Io sono molto soddisfatto della discussione di questo pomeriggio, perché finalmente abbiamo fatto un po’ di politica, cioè abbiamo ascoltato opinioni diverse. Ho apprezzato molto quella del collega Lacatena che conferma di essere un autentico e coerente portatore di sana politica. Lei ha rivendicato il primato della politica rispetto a tutto il resto, ed è una cosa che io condivido. Lo ha sempre fatto. Ho condiviso anche molte osservazioni del collega Ventola, che si può contraddistinguere per una onestà intellettuale straordinaria. Francesco, lo dico pubblicamente, perché la tua è una dote molto rara negli amministratori pubblici, ed è una dote che andrebbe invece coltivata giorno dopo giorno. Così come umanamente e caratterialmente ho apprezzato l’istinto un po’ più barricadiero di altri colleghi; partito al quale io mi iscrivo, quello dei barricadieri, dei gentili rivoluzionari, perché sono convinto che per modificare lo status quo servano dei cambiamenti.
Ad un certo momento, io ho ascoltato da alcuni colleghi di maggioranza parole un po’ particolari, perché non si può o meglio non si deve puntare l’indice verso la struttura, non si può neanche puntare l’indice verso il Governo, non si deve puntare il dito verso gli addetti ai lavori. E quindi la domanda è: di chi è la colpa? Qualcuno ha delle responsabilità per quello che accade quotidianamente nei nostri ospedali o la responsabilità è un’entità a sé stante?
Non mi riferivo a lei, collega Di Gregorio. Assolutamente. Non sono le persone. I cittadini, collega, sono le vittime, non sono i colpevoli, perché, e torno sempre alla discussione, io sfido, può capitare, ma io sfido a immaginare che la normalità sia un pugliese che per avere un leggero mal di pancia si fa sei ore di pronto soccorso. Questa è una mancanza di rispetto nei confronti, invece, di tutti quei cittadini che se le fanno veramente sei ore di pronto soccorso ogni santo giorno per problemi ben più seri di un mal di pancia. Quindi, se per banalizzare, per enfatizzare, per dare una versione caricaturale della discussione, arriviamo nell’Aula del Consiglio regionale, a dire che un pugliese, siccome non sa che cosa fare a casa, si spara sei ore di pronto soccorso per un mal di pancia, consentitemi, ma questa non è la mia opinione. Vi sfido a girare per le corsie dei pronto soccorso e ad andare a chiedere a quelli che sono seduti con la speranza di essere ricevuti se hanno solo un leggero mal di pancia o se magari sono lì per qualcosa di più grave.
Banalizzare la discussione mai. Questa è una cosa che noi non dovremmo mai fare nell’Aula del Consiglio regionale, così come io credo che nell’Aula del Consiglio regionale quello che si è fatto oggi non ci debba essere alcuna forma di imbarazzo nel votare provvedimenti che non fanno altro che chiedere il rispetto di norme che già esistono per la gran parte, di norme cogenti, che sono già state approvate da altri prima di noi e che quindi dovrebbero semplicemente essere applicate anziché ignorate, cosa che non accade. Quindi, quello che oggi noi abbiamo voluto dimostrare, votando favorevolmente gran parte degli articoli di questa proposta e anche degli emendamenti, è un’autentica, sincera ed appassionata difesa dei diritti dei cittadini pugliesi. Lo abbiamo fatto tutti, ne sono convinto. Posso parlare per me e credo di poter parlare anche per il collega Conserva, che ha votato favorevolmente rispetto a quasi tutti gli articoli di questa legge, insieme a me, noi lo abbiamo fatto per dare un messaggio chiaro.
Il messaggio chiaro è che la politica deve assumersi le sue responsabilità, che la politica, però, deve anche avere i mezzi per poi chiamare all’appello chi quelle responsabilità, invece, le ignora o fa finta che non esistano.
Il primato della politica esiste nella misura in cui la politica ha la facoltà di cambiare le cose che non vanno. Evidentemente in una Srl questo accade, Stefano, accade di frequente, anche in una Spa. Se il direttore generale non va bene, va preso e va mandato a casa. Ecco, noi dovremmo auspicare, dovremmo tendere a questo, anche nella cosa pubblica, perché la Spa privata non è altro che la rappresentazione più piccola e privatistica della Spa complessiva, che è lo Stato, dove gli azionisti, però, sono i 60 milioni di italiani. Poi, però, dobbiamo scontrarci anche con il lato pratico delle cose, perché noi siamo uomini e donne del sud. Ci contraddistingue l’essere pratici, concreti e non teorici. Quindi, quando non arriva la politica, alla rimozione, per esempio, di qualcuno che non fa il suo dovere, lì deve arrivare la legge, che mette al riparo la politica dalle sue stesse manifestazioni più negative e deleterie.
Quindi, io mi auguro che questa proposta di legge non soltanto possa essere ripresentata, ma possa essere migliorata con il contributo di tutti per aiutare gli addetti ai lavori, i nostri medici, il personale sanitario, il management della nostra sanità che per la gran parte è preparato, qualificato e perbene, ad avere una sorta di preminenza rispetto ai pochi che, invece, oggi sono causa di gran parte dei nostri mali.
Quindi, e concludo, fra il silenzio dei tanti, oggi noi abbiamo voluto portare la voce dei pochi, che, però, guarda caso, sono proprio quelli che ogni giorno, con la propria capacità di stare al mondo e con la propria capacità di mettersi a disposizione degli altri, provano a eliminare o a diminuire i disagi dei cittadini pugliesi.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Romito.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Ventola. Prego.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente. Avrà notato che il nostro è stato un atteggiamento, come avevamo detto in premessa, di astensione, pur garantendo il numero legale, perché credo, caro collega Amati, che non trattasi di strappo, ma trattasi di stiramento. Lo strappo è una cosa un po’ più seria, lo stiramento si cura.
Quando è partito questo provvedimento poteva rappresentare uno strappo con tanti firmatari, con un partito politico che si era espresso. Poi, è diventato uno stiramento.
Lo stiramento, chi è stato sui campi di calcio lo sa, si cura e nel tempo può migliorare. Ecco, quando ci saranno dei veri strappi, saremo ben lieti di partecipare.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Ventola.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lacatena. Prego.
Speaker : LACATENA.
Grazie, Presidente.
Voglio rappresentare un po’ la sintesi del mio stato d’animo rispetto a una discussione che finalmente è tornata un po’ a essere politica, che è mancata in quest’Aula. Io sono la politica insieme a tutti voi, lo so benissimo, però, molte volte manca la capacità di interpretare il nostro ruolo. È quello il vero problema. Io condivido appieno le parole di Martinazzoli, però vanno calzate rispetto alla capacità di svolgere delle funzioni.
Al netto di questo ti dico, dico al Presidente Amati come lo dico a tutti, che nel momento in cui ripresenterà la legge, e ci chiamerete a lavorare in concertazione, insieme all’Assessorato, insieme ai Dipartimenti, a delle soluzioni noi ci saremo. Ci siamo sulle cose da fare; ci siamo sulle risposte da dare.
Quello che io aborro, come diceva un famoso giornalista, è la ricerca quasi morbosa della visibilità, o quasi morbosa del tweet e dei “mi piace”, che non è riferito a te, ma in generale, tanto ormai la politica è diventata talmente volatile che tutto quanto ruota intorno all’articolo da postare, o al titolo da dare al nostro intervento. Ma poi manca sostanza. Invece, rispetto a questa azione, il Presidente Amati sta conducendo una battaglia di sostanza. Saremo nella Commissione, se ci chiamerete a lavorare rispetto a questo tema con grande senso di responsabilità, perché di fronte a una cosa noi non ci sottraiamo, lo racconta la mia storia, e lo raccontano la storia di tanti che sono qui e il lavoro, quello non ci spaventa: l’assunzione delle responsabilità non ci spaventa.
Io sono più le volte in cui mi trovo nella parte di colui il quale viene attaccato che in quella in cui viene osannato, perché sappiamo benissimo che le decisioni che guardano al futuro, al medio e lungo periodo, molte volte nel breve periodo sono impopolari.
Molte volte, quando si fanno scelte forti, sono scelte che probabilmente dai più non vengono comprese, però nel lungo periodo producono risultati.
Infine, pertanto manifesto la mia totale disponibilità, insieme al gruppo di CON – parlo anche a nome del mio Capogruppo – a lavorare sulle soluzioni, a lavorare con l’Assessorato, perché anche l’Assessorato ha bisogno di sentirsi sostenuto, ma per fare questo abbiamo bisogno di essere coinvolti. Chiudersi in una stanza, chiudersi a ragionare con sé stessi non è facile. Aprire un dibattito ci aiuta a migliorare. Lo hanno insegnato gli americani, ma generalmente il confronto di più punti di vista ci aiuta ad assumere le decisioni migliori.
Noi quindi cercheremo di affrontare questo tema con grande senso di responsabilità, perché il dolore affligge tanti di noi. Gli 048 sono un dramma per ognuno di noi, non solo legato alle richieste che ci vengono dai cittadini, ma anche perché viviamo drammi familiari e ne conosciamo le sofferenze. Quindi, alla chiamata alle armi sul lavoro, noi rispondiamo “presente”.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Lacatena.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Campo. Prego.
Speaker : CAMPO.
Grazie, Presidente.
Non per dare soddisfazione al consigliere Amati, che non ne ha assolutamente bisogno, ma ha posto un tema e chiaramente è giusto anche che non appaia schizofrenico il comportamento di chi ha sottoscritto, assieme a Fabiano, quella proposta di legge, tanti consiglieri del PD. L’abbiamo sottoscritta a luglio del 2022, ma per onestà bisogna dire che quella ipotesi è un’ipotesi, un tema di lavoro che sta sulla nostra scrivania credo dal 2017. Lo ricordo bene, dal 2017.
Il tema delle liste d’attesa, il problema delle liste d’attesa, della loro lunghezza, è un problema che avvertiamo tutti, che nessuno disconosce. Il fatto che non abbiamo oggi votato a favore di quella ipotesi non vuol dire, consigliere Amati, averlo accantonato o rassegnarsi al fatto che le cose vanno bene così. Sicuramente il tema non si esaurisce oggi, l’ha detto anche l’assessore.
Non è per un atteggiamento da mal comune, mezzo gaudio, ma il tema si inscrive in un contesto che non è più quello di alcuni anni fa. È un contesto sociale, politico, che è all’ordine del giorno del Paese ed è una difficoltà quella di far quadrare i conti in sanità, Fabiano, che non ha inventato Palese, non ho inventato io, ma è forse il tema centrale sul quale anche il Presidente della Repubblica Mattarella ha sentito l’esigenza di richiamarci, che occupa le prime pagine dei giornali ed è una difficoltà vera con cui il nuovo Governo sta facendo i conti e che, in sede di finanziaria, vedremo come sarà declinato.
Questo per dire cosa? Che la discussione non si esaurisce oggi e che nessuno ritiene che, scartando questa ipotesi che tu oggi hai scelto di farci discutere, il problema delle liste d’attesa sia risolto. Assolutamente no.
La politica ha i suoi tempi. La politica, se è una cosa, prima di tutto, secondo me, Fabiano, è democrazia. In democrazia vale il confronto. In democrazia, a fronte delle proposte, le proposte poi si confrontano, si approfondiscono anche con chi ha la responsabilità di guidare direttamente, è il caso dell’assessore Palese, ma del Governo regionale, la macchina, e ci assicura che possano esservi alternative più produttive rispetto a una legge che, per come l’abbiamo concepita, per come l’avevamo immaginata, sembra possa creare più problemi piuttosto che risolverne.
È chiaro che la tua opinione non è questa, ce l’hai fatto rilevare anche oggi, mentre noi abbiamo, invece, non per spirito di servizio, ma come la politica richiede e consente, preso atto che evidentemente è necessario, come ritiene l’assessore, battere con più convinzione strade alternative ed evitare i rischi, che forse a prima vista non appaiono nella loro interezza, ma che evidentemente il Dipartimento, l’Assessorato, le organizzazioni di categoria che rappresentano i medici – che non sono tutti farabutti, precisiamolo anche questo, non è che gli angeli di un anno e mezzo fa adesso li trasformiamo in farabutti – hanno chiesto un approfondimento e una riflessione. Io sono convinto che fai bene. Magari un mese mi sembra troppo poco, magari prenditi… Tu hai il tuo calendario, anche perché… Sì, certo, lo sappiano. Vedi, non si morirà per questo, Fabiano. Lo so benissimo… Ah, si muore, dici tu? Hai una tempra in grado di… Può succedere, sicuramente. Magari un tempo maggiore di riflessione potrebbe consentire a tutta la maggioranza di convincersi forse che alcuni percorsi, che alcune proposte vanno approfondite e considerate e che possono diventare evidentemente provvedimenti di legge.
Quindi, noi non proviamo nessun imbarazzo nell’aver sollecitato una discussione, nell’aver posto all’attenzione della maggioranza, del Governo, una ipotesi che evidentemente non ha trovato il consenso dell’intera maggioranza, sulla quale ci è stato richiesto di riflettere ulteriormente e soprattutto, dato lo scenario e il contesto nel quale ci muoviamo, ci è stato richiesto di rimeditare, anche alla luce delle scelte che poi il Governo intenderà assumere e anche alla luce della verifica (perché poi queste sono le cose che contano) dei risultati attesi evidentemente da chi in questo momento ha la responsabilità (non da solo, ci mancherebbe) di guidare questo delicatissimo settore.
Del resto, l’assessore Palese ce lo disse qualche mese fa: noi crediamo che possano esservi le condizioni per giungere a una riorganizzazione del sistema delle liste d’attesa che può dare buoni frutti, certo, avendo a disposizione le risorse che sono necessarie a questo scopo e che ora non abbiamo a disposizione. È pur vero che alcune delle questioni che tu poni potrebbero essere estrapolate e meriterebbero forse… Che abbiamo posto, visto che pure io sono un firmatario di quella proposta di legge. Potrebbero essere immediatamente messe in cantiere, ma se c’è bisogno di approfondire e di convincersi tutti assieme che a mali estremi, estremi rimedi, noi siamo serenissimi.
Il Gruppo ha affrontato questa discussione, ha posto all’attenzione della maggioranza un’ipotesi. Non c’è la condivisione necessaria.
Sono emerse delle riflessioni che evidentemente – non è che abbiamo cambiato idea, o siamo venuti meno a un impegno – abbiamo ritenuto meritassero considerazione. C’è fiducia nell’operato del Governo regionale, e il Governo regionale ci chiede fiduciosamente di attendere il tempo necessario affinché un’inversione di rotta possa esservi. È chiaro che se si ragiona in un’ottica di squadra, di maggioranza di Governo, si fanno anche scelte di questo tipo.
Questo non vuol dire rinnegare le proprie idee, non vuol dire assolutamente sentirsi sconfitti, perché noi non viviamo il Consiglio regionale come una battaglia. Questo è il luogo della proposta, è il luogo del confronto, è il luogo delle scelte. Quando si sta in maggioranza si fanno le scelte tutti assieme. La politica, se è una cosa, prima di tutto è democrazia. La politica, se è una cosa, prima di tutto è comunità, è discussione, è condivisione. E poi i risultati li vedremo, li misureremo, tanto a quest’Aula non si sfugge.
Ripeto: secondo me il tempo necessario per un approfondimento non è trenta giorni, ma se tu lo riterrai, perché temi che il tempo fugga, saremo qui a ridiscuterne. Io penso che noi invece assieme all’assessorato e al Governo una riflessione più approfondita sulla questione liste d’attesa la metteremo all’ordine del giorno, ma i cittadini pugliesi stiano tranquilli.
Abbiamo a cuore quanto te il bisogno di salute che i cittadini pugliesi hanno, abbiamo a cuore quanto te le famiglie, i più deboli e i fragili. Soprattutto, Fabiano, le questioni vanno calate anche nella realtà pratica.
Buoni princìpi, buone idee devono scontrarsi con le condizioni all’interno delle quali li vai a calare. Se una norma di quel tipo, una legge di questo tipo ci viene spiegato che corre il rischio di creare più problemi di quanti invece ne possa risolvere, Fabiano, se ne prende atto. Abbiamo il dovere di continuare a riflettere e, soprattutto, di verificare se le soluzioni che poi ci vengono proposte possano dare buon esito.
Anche noi non ci immaginiamo, penso che nemmeno con l’approvazione di quella legge potrebbe accadere, che il mondo da bianco e nero diventi a colori da un giorno all’altro. Appunto, lo sappiamo benissimo. Quindi, non terrorizziamo i pugliesi. Abbiamo un percorso lungo, difficile di fronte a noi, si è scelto di affrontarlo con strumenti diversi rispetto a quelli contenuti nella legge che anche io avevo sottoscritto, quindi lavoreremo assieme per fare in modo che gli strumenti e le decisioni che l’Assessorato ritiene di poter mettere in pratica siano all’altezza delle aspettative nostre e di tutti i pugliesi. Dopodiché, il Consiglio regionale è qui e se alcuni degli aspetti – io ne sono convintissimo – che oggi non abbiamo considerato, perché alla fine approvare un articolo di una legge che ha un suo senso non ci sembra opportuno, potremmo anche rivedere quella proposta, magari con una maggiore riflessione ed eliminando alcune soluzioni si potrebbe – ne sono convinto – giungere a una soluzione condivisa che ci fa fare un passo avanti.
Dunque, nessun imbarazzo, ma assolutamente la convinzione che quello delle liste di attesa è un problema al quale dobbiamo far fronte. Continueremo a lavorare affinché quelle liste si riducano. Abbiamo fiducia nel Governo regionale che confida di poter portare risultati migliori e di migliorare la situazione rispetto ad oggi.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Campo. Saggio il consigliere Campo, direi.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Caracciolo. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : CARACCIOLO.
Grazie, Presidente, colleghi consiglieri e assessori.
Il collega Campo ha fotografato per gran parte quella che è la decisione che stiamo assumendo oggi in Aula, sia pur di fronte ad un Consiglio regionale dalla gestione discutibile, perché non era questo l’indirizzo che ci eravamo dati. Questa è una cosa che io voglio stigmatizzare, perché è grave che all’indirizzo della Conferenza dei Capigruppo non si dia seguito, a ciò che viene deciso nella Conferenza dei Capigruppo. Questo è un tema che sarà ripreso sia in maggioranza e sia con il Presidente del Consiglio.
Avevo sottoscritto convintamente, e sono sempre più convinto, alla luce del dibattito che si è sviluppato quest’oggi, e devo ringraziare il collega Fabiano Amati, perché è stato capace di stimolarlo nel modo giusto, anche se un tema così importante e serio merita senz’altro una condivisione maggiore.
Siccome noi siamo il partito, il gruppo di maggioranza relativo in Consiglio, ci confrontiamo anche con la Giunta e ci confrontiamo anche con l’assessore di riferimento. Per cui, nel momento in cui ci è stato chiesto di poter meglio affrontare una questione delicata, perché su questa questione non c’è colore politico, sulla sanità non c’è colore politico, soprattutto nel giorno in cui il Ministro riconosce alla Puglia un valore assoluto, quello dell’unica Regione meridionale che rispetta i LEA, insieme con la Basilicata, avvertiamo tutta la responsabilità di affrontare con la stessa determinazione il problema delle liste di attesa, che non è un problema soltanto di colore politico, non c’è colore politico, come ho detto, ma è una questione di dignità perché quei cittadini, come chi mi ha preceduto ha sottolineato, hanno sottolineato le attese soprattutto penso ai malati oncologici di quest’ultimo periodo. In questo weekend si è parlato dell’agenda per coloro i quali hanno diritto di usufruire di queste prenotazioni e invece devono fare eterne file ai CUP. Per cui, chiediamo un confronto maggiore sulla strategia, sulla strategia che ci deve accomunare per addivenire ad una proposta. Sono convinto che se non lo si fa nei trenta giorni, questa non vuole essere una scusa per mandare a calcio d’angolo un qualcosa su cui tutti ci rimettiamo la faccia, perché nessuno potrà fare campagna elettorale a favore o contro questa situazione. Io penso che i cittadini non guardino al colore politico, ma guardino soltanto alla capacità poi di dare delle risposte, soprattutto sui temi che riguardano la salute dei cittadini.
Per cui, non è una bocciatura, ma è soltanto un rinviare ad un confronto maggiore con il Presidente Amati e tutti coloro i quali oggi hanno manifestato a parole le buone intenzioni, ma poi servono i fatti, perché sono quelli che rimangono e quelli che contano. Per cui, io sono convinto che, insieme, potremo trovare la via maestra, soprattutto che ci metta nelle condizioni non di abbattere le liste d’attesa, ma almeno di dare qualche risposta di dignità ai cittadini pugliesi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Adesso passiamo al voto. Non ho altri iscritti a parlare.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 31, votanti 24, favorevoli 4, contrari 20, astenuti 7.
L’emendamento è respinto.
Adesso abbiamo un emendamento aggiuntivo presentato dal Presidente Tutolo, che è stato già illustrato, a dire la verità, nella prima fase. Vero? Sì.
Assessore Palese, prego.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Grazie, Presidente. Con il Presidente Tutolo abbiamo avuto già un confronto, anche in dipartimento, su questa proposta. Personalmente, ho iniziato a farla istruire, anche con un’interlocuzione a livello ministeriale.
Il problema che pone è, sostanzialmente, una disciplina che possa concludere quello che la norma già prevede, da questo punto di vista. Solo che questo ha bisogno di un supplemento di istruttoria. Questa è la versione originaria, quella che tu hai presentato. Lo ricordo bene. C’è la parte dove tu hai accennato il primo problema. Per tutti c’è questa possibilità? Tu facevi riferimento all’ISEE, e questo è uno degli argomenti su cui c’è stata l’interlocuzione con il Ministero.
Secondo problema: quali strutture? Questo emendamento prevede tutte le strutture autorizzate. Quindi, noi dovremmo riportare la situazione alle strutture che quantomeno siano accreditate, da questo punto di vista. Però c’è anche un problema di verifica, di ulteriore istruttoria per poterlo fare per bene, perché questo è un emendamento che serve ad assicurare un diritto, una previsione che il livello regionale ha fatto. È vero cioè che vengono presentati questi casi per il rimborso alle ASL; è vero che le ASL sostanzialmente non lo fanno nei tempi dovuti; è vero questo e su questo noi dobbiamo intervenire. Solo, però, che io invito per la seconda volta il Presidente Tutolo a voler soprassedere, e a volerlo predisporre in maniera ultimativa.
Io penso che questo nel giro di venti giorni, un mese potremmo concordarlo per bene, non solo col Dipartimento, ma soprattutto col Ministero.
Io quindi lo ritengo valido, ma va perfezionato.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, assessore.
Prego, Presidente Tutolo, ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.
Speaker : TUTOLO.
Grazie.
Vede, assessore, io non ho difficoltà. Non è la seconda volta che affrontiamo questo argomento, sono diverse volte che lei mi suggerisce, mi chiede, come vuole dire, di ritirare questo emendamento, sono almeno tre o quattro volte.
Io lo ricordo meglio perché probabilmente sono il presentatore, ed è ovvio che probabilmente lei tra le tante cose non riesca. Sono venti giorni, il problema è atavico, è importante, è grosso, non ho difficoltà; che siano però venti giorni; che sia il prossimo Consiglio, perché la prima volta mi ha detto “nel prossimo Consiglio”, poi mi hanno detto nell’altro successivo, poi nell’altro successivo ancora.
Perché? Perché sapete cos’è? Ripeto: se è vero che noi dobbiamo tendere almeno a ridurre il problema, a mio avviso con questo emendamento si riduce immediatamente, perché domani mattina ci sono le persone, specie quelle che non hanno un euro che possono andare in una qualsiasi struttura a farsi l’esame che stanno aspettando da una vita e che gli mette ansia, gli mette timore, gli mette paura. Domani possono andare, pur non avendo un centesimo, mentre dovranno soprassedere ancora una volta.
Se è vero che non è una questione di soldi, perché ho sentito anche questa, ebbene, non capisco a questo punto qual è il problema. È un problema di condivisione con il Ministero? Bene. È una legge del Ministero… è una legge dello Stato.
Io credo che sia assolutamente nella nostra potestà invertire l’onere di chi deve chiedere il rimborso. È una mia personale convinzione e credo che non sia difficile da dimostrare. Però, se lei mi chiede di ritirarlo con l’impegno, assessore, che la prossima volta sia quella buona, anche per bocciarlo, per l’amor del cielo. Però, eliminiamo questa cosa perché, a mio avviso, questo al problema dà una scossa vera, seria. I 40 milioni che abbiamo messo in bilancio, se fossero andati in questa direzione, probabilmente avrebbero dato veramente dei buoni risultati, perché è chiaro che si mettono in campo nuove forze, nuove volontà, e soprattutto si dice ai cittadini che chi ha il problema può andare dove gli pare, perché noi non siamo in grado di dare loro questo servizio e li rimborsiamo dove andranno. Mi pare di andare veramente nella direzione delle esigenze del cittadino.
Quindi, accolgo il suo invito a ritirare questo emendamento, con l’impegno suo, mi pare di capire, che nel prossimo Consiglio potremo affrontarlo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Quindi, è ritirato, l’emendamento. Perfetto. Sì, certo, l’ha dichiarato apertamente.
Il Presidente Tutolo sta attendendo, assessore, il suo impegno.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Io avevo compulsato il direttore Montanaro che lo dobbiamo affinare, perfezionare, quindi io l’impegno lo mantengo. D’altronde, è vero che c’è l’interlocuzione con il Ministero, però immagino di avere sufficienti motivi ed elementi che possono andar bene anche lì.
Speaker : PRESIDENTE.
Poi ci spiega come fa a compulsare il direttore Montanaro con quel reperto storico di telefonino. Ce lo chiediamo ogni volta che la vediamo.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Questo funziona.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Consigliere Caroli, prego.
Speaker : CAROLI.
Assessore, sarò davvero telegrafico. Rispetto all’emendamento vorrei chiederle una cosa e vorrei avere una risposta diretta.
Speaker : PRESIDENTE.
Silenzio. Credo che sia il pubblico. Anche voi.
Speaker : CAROLI.
La possibilità, così come richiesto, come è parso di comprendere da parte del Presidente Tutolo, di poter cedere il credito direttamente all’esecutore della prestazione. Vorrei sapere se questo è possibile, dimodoché ritengo lo stesso collega Tutolo possa già impostarla in questi termini e dare la possibilità di manlevare colui il quale deve richiedere la prestazione di poter usufruire della prestazione senza dover elargire nessuna somma.
Se è possibile questo, ritengo che sarei anche io il primo a firmarlo.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Palese.
Grazie, consigliere Caroli. Prego.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Perfetto.
Il consigliere Caroli ha toccato il vero punto con cui è aperta l’interlocuzione al Ministero, perché dire “le strutture non autorizzate all’esercizio di svolgimento di prestazioni sanitarie” e aggiungere “quelle accreditate” è abbastanza semplice. Lo si fa, debbono essere quelle accreditate, perché per quelle autorizzate non è possibile fare una cosa del genere.
Dire “non è indiscriminato chi ha risorse finanziarie per pagare l’anticipo” e poi farsi rimborsare è un conto, il problema è chi non ha questa disponibilità, chi non ha queste risorse.
Il problema è la modalità, se è rimborso oppure… Secondo il Ministero dell’economia la cessione del credito non potrebbe avvenire. Forse non mi sono spiegato. Se c’è un contesto in cui si tratta di rimborso, bene. Se si tratta di cessione del credito, non è che l’assistito o chi fa l’esame cede il credito punto e basta, no, deve cedere tutto il percorso, la mancata risposta, la mancata prenotazione, il non rispetto dei tempi. Dopodiché, con tutto questo iter procedimentale va all’interno della struttura, se passa l’emendamento, e non paga rispetto a questo dato, se è fuori linea, e ha il rimborso. Se, invece, non è nelle condizioni, il titolare della struttura deve ottemperare a un iter per farsi rimborsare. Non è automatico.
Ho capito. Infatti, sarebbe estremamente più snello se riuscissimo a spuntare la cessione del credito. Uno cede il credito e dice vai a pagare rispetto a tutto questo tipo di situazione.
Guardi, è tutta questa la discussione, però, in questo contesto, siccome io condivido molto l’impostazione, a noi Regione sta disciplinarlo. Poi, se il Ministero continua a ostinarsi a dire di no, vedremo. Però io sono del parere che vada fatto, vada perfezionato e vada fatto.
Il Ministero suggerisce di utilizzare la forma del rimborso. Sì, lo abbiamo inoltrato. Presidente Tutolo, è verissimo. Tanto è vero che è nella stesura. Però, secondo me, questa ipotesi non è per niente da scartare, salvo che non siamo sicuri che ci dicano di no.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, colleghi consiglieri. Scusi un attimo. Stiamo verificando l’esistenza o meno di un emendamento. Quindi, non vi muovete dall’Aula, per cortesia.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Quei due accorgimenti si fanno subito.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Tutolo, l’emendamento? Al microfono, se non le dispiace.
Speaker : TUTOLO.
Dopo aver concordato con l’assessore, assolutamente.
Speaker : PRESIDENTE.
L’emendamento, quindi, è ritirato.
È emerso un emendamento che non era stato pubblicizzato, non era stato riportato agli atti, perché non ci risultava. Però, effettivamente, risulta essere stato firmato. Primo firmatario il consigliere Lacatena.
Consigliere Lacatena, prego.
Speaker : LACATENA.
Presidente, ritiro l’emendamento, con l’impegno dell’assessore ad affrontare questo benedetto tema delle RSA.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La proposta di legge praticamente non c’è. Quindi, non c’è più nulla da votare sulla proposta di legge. Tutti gli articoli sono stati respinti, così pure gli emendamenti.
Mi pare di vedere l’Aula del Consiglio non in sufficiente numero.
Ci vediamo il 17 ottobre per la prosecuzione.
Grazie. Arrivederci.